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Contenuti:
Mozione n. 102 - 10^ legislatura
CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
DECIMA LEGISLATURA
MOZIONE N. 102
IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE FISSI IL REFERENDUM PER
L’AUTONOMIA DEL VENETO
presentata il 4 febbraio 2016 dai Consiglieri Barison, Giorgetti e
Donazzan
Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- il nuovo Statuto del Veneto, in vigore dal 18 aprile 2012, enuncia nei
primi articoli i principi di autonomia e autogoverno per la Regione;
- il Gruppo consiliare del Popolo della Libertà, attraverso alcuni suoi
consiglieri, ha fin da subito creduto e puntato sulla possibilità
costituzionale dell’autonomia in grado di valorizzare le specificità
della nostra regione, presentando una “Proposta di legge per il
referendum sull’autonomia del Veneto”, approvato dal Consiglio
regionale in data 11 giugno 2014, n. 15;
- la Corte Costituzionale nell’aprile 2015 ha confermato il giudizio
di legittimità costituzionale per uno dei quesiti proposti dalla legge
regionale 15/2014, e più precisamente il quesito al punto 1) del comma 1
dell’articolo 2 che recita: “Vuoi che alla Regione del Veneto
siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di
autonomia?”;
- la stessa Corte Costituzionale ha bocciato invece il “referendum
consultivo sull’indipendenza del Veneto”, già approvato dal
Consiglio in data 12 giugno 2014, n. 16;
- in continuità con il percorso intrapreso dal Gruppo del PDL, i scriventi
consiglieri del Gruppo di Forza Italia hanno presentato un emendamento al
DEFR nel 2015, votato poi all’unanimità dall’Assemblea, per
riaffermare che “la priorità a livello nazionale è quella di
negoziare maggiori forme di autonomia per il Veneto”;
CONSIDERATO che l’obiettivo strategico dell’autonomia è
percepito in modo sempre più urgente da tutta la cittadinanza per diversi
ordini di motivi, tra i quali:
1) le sempre più ingiustificate sperequazioni nell’attribuzione di
risorse tra le varie regioni d’Italia, e tra le Regioni a statuto
speciale e quelle a statuto ordinario (in tema di sperequazioni, i dati
diffusi nell’ultimo rapporto della Ragioneria Generale dello Stato
sulla spesa statale regionalizzata, ovvero sulla ripartizione territoriale
dei pagamenti del bilancio del Ministero dell’Economia e delle
Finanza - apparse anche sugli organi di stampa in data 1° febbraio 2016 -
sono piuttosto eloquenti);
2) l’aumento del residuo fiscale della regione, ossia
l’ammontare di risorse che ogni anno i cittadini veneti versano allo
Stato ma che non ritornano sul territorio come beni o servizi (solo 8
regioni presentano un residuo fiscale positivo e, tra queste, il più
marcato è quello di Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, sulle quali grava
per decine di miliardi di euro il peso del mantenimento delle altre);
3) la pressione fiscale che non accenna a diminuire e che è percepita come
ingiusta anche alla luce dell’attuale scenario economico;
EVIDENZIATO che l’autonomia, alla quale si è “guardato”
per primi come il percorso più sostenibile e concretamente realizzabile per
valorizzare le attese e le specificità territoriali, può ora assumere una
valenza straordinaria attraverso la celebrazione del referendum;
impegna il Presidente della Giunta regionale
1) ad aprire quanto prima un negoziato a livello nazionale per definire
maggiori forme di autonomia per il Veneto, in particolare in materia
fiscale e a riferire al Consiglio circa il suo esito;
2) a definire con urgenza i tempi per la consultazione referendaria
sull’autonomia del Veneto, come previsto dall’articolo 2, comma
1 della legge regionale 15/2014.
SOMMARIO
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