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Contenuti:
Risoluzione n. 83 - 10^ legislatura
CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
DECIMA LEGISLATURA
RISOLUZIONE N. 83
RELAZIONE FINALE DELLA COMMISSIONE D’INCHIESTA PER LE ACQUE
INQUINATE DEL VENETO IN RELAZIONE ALLA CONTAMINAZIONE DI SOSTANZE
PERFLUOROALCHILICHE (PFAS): LA GIUNTA INTERVENGA SULLA BASE DEL CONTENUTO
DELLA MEDESIMA
presentata il 26 luglio 2018 dai Consiglieri Brusco, Barison, Conte,
Guadagnini, Montagnoli, Villanova e Berlato
Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO che la Commissione d’inchiesta per le Acque inquinate del
Veneto in relazione alla contaminazione di sostanze perfluoroalchiliche
(PFAS), conformemente al disposto della Deliberazione istitutiva n. 72 del
15 maggio 2017, ha trasmesso al Consiglio regionale la propria Relazione
finale;
CONSIDERATO CHE:
- la contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) delle matrici
ambientali – acque superficiali, sotterranee e destinate al consumo
umano, suolo e aria – riscontrata in alcuni ambiti del territorio
regionale, ha sollevato e solleva forte preoccupazione, tensione sociale e
attenzione a ogni livello istituzionale per gli effetti sulla salute umana,
eco-tossicologici ed ecologici conseguenti;
- a causa della fortissima stabilità chimica che li caratterizza, i PFAS
– quando sversati nelle matrici ambientali, contaminandole –
ivi persistono in modo permanente, propagandosi principalmente attraverso
scambi idrici per anni, anche dopo la rimozione della fonte
inquinante;
- i PFAS hanno contaminato in modo significativo le acque superficiali e
sotterranee del Veneto e l’elevatissima persistenza ambientale, e
diffusività di tali sostanze chimiche ne rende intuitivamente evidente la
pericolosità per l’intero ecosistema e per l’uomo, essendo in
grado di accumularsi negli organismi animali e vegetali;
- l’assunzione da parte dell’uomo di acqua contaminata, di
vegetali provenienti da culture irrigate con acqua contaminata e di
alimenti di origine animale (animali che si sono alimentati di vegetali
contaminati e hanno ingerito acqua contaminata e pesci provenienti da acqua
inquinata) fa sì, invero, che tali sostanze, legandosi alle proteine, si
accumulino nell’organismo con prevalenza nel siero del sangue e nel
fegato, ma anche nei reni, permanendovi per periodi prolungati;
- gli studi epidemiologici sull’uomo mostrano che a concentrazioni
crescenti di PFOA e PFOS nel siero corrispondono livelli più elevati di
colesterolo e, nelle donne incinte, una diminuzione del peso del feto alla
nascita; alcuni studi, inoltre, hanno riscontrato, all’aumentare
delle concentrazioni di tali sostanze nel siero, una crescente probabilità
di sviluppare disturbi della tiroide, ipertensione e diabete indotti dalla
gravidanza e neoplasie del testicolo e del rene; l’esposizione ai
PFAS, ancora, può essere considerata il quinto fattore di rischio per le
malattie croniche non trasmissibili;
- il sesto Rapporto sull’andamento del Piano di sorveglianza
sanitaria sulla popolazione esposta a PFAS del luglio 2018, in ordine al
monitoraggio di 17.605 abitanti nei comuni veneti compresi nelle zone
“Area Rossa A” e “Area Rossa B”, segnala che 7.716
cittadini sono stati avviati ad un percorso di approfondimento internistico
e/o cardiovascolare; a tal proposito, il colesterolo risulta essere il
parametro con i valori maggiormente alterati e tale percentuale aumenta
all’aumentare dell’età;
- sempre il succitato Sesto Rapporto evidenzia inoltre che sono quattro i
composti rinvenuti in più del 50% della popolazione monitorata e,
specificamente, PFOA, PFOS, PFHXS E PFNA; rimarca poi la netta crescita
lineare delle concentrazioni del siero con il passare del tempo trascorso
nell’area identificata, e che i residenti nell’Area Rossa A
presentano concentrazioni sieriche di PFOA, PFOS E PFHXS più elevate (quasi
doppie) che i residenti nell’Area Rossa B;
- i dati di cui al succitato Sesto Rapporto, inoltre, confermano i criteri
di classificazione delle Aree Rosse A e B, con valori maggiori
nell’Area A per chi consumava ortaggi irrigati con acqua di pozzo
rispetto all’Area B dove l’inquinamento aveva coinvolto la sola
rete acquedottistica (messa in sicurezza con i filtri);
- lo studio epidemiologico sui soggetti con esposizione occupazionale,
quali i lavoratori di MITENI S.p.A., denominato “Valutazione della
mortalità di addetti alla produzione di fluorurati di sintesi, comprensivi
di PFOA e PFOS”, condotto dai dottori Merler e Girardi su
incarico della Giunta regionale, conclude che “emergono nei
dipendenti RIMAR/MITENI una aumentata mortalità totale e la presenza di
eccessi per diverse cause [...] in linea con l’aumento del rischio
osservato in esposti professionali a PFOA o coerenti con i dati
tossicologici”;
esprime
- piena solidarietà alla Comunità veneta esposta a contaminazione da PFAS,
violata nel diritto alla tutela della salute sancito dall’articolo 32
della Costituzione;
- piena solidarietà ai lavoratori di MITENI S.p.A., violati anch’essi
nel succitato diritto costituzionalmente tutelato alla salute, intesa come
stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo
in un’assenza di malattia o d’infermità, secondo
l’accezione di cui all’articolo 2 del Decreto legislativo 9
aprile 2008, n. 81 “Testo unico per la sicurezza sul
lavoro”;
- profonda indignazione verso chi ha esercitato attività d’impresa
inquinando l’ambiente e violando il diritto alla salute delle
generazioni, in dispregio dell’articolo 41 della Costituzione, che
sebbene tuteli la libertà di iniziativa economica privata, lo fa nella
misura in cui essa si svolga nel rispetto dell’utilità sociale e in
assenza di danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana;
- preoccupazione e amarezza per l’ambiente e l’ecosistema
veneto tanto gravemente danneggiati, segnatamente il bene essenziale della
risorsa idrica, patrimonio prezioso delle presenti e delle future
generazioni;
impegna la Giunta regionale
- a procedere, in sede di Comitato tecnico di cui alla Deliberazione
regionale n. 941 del 23 giugno 2017, congiuntamente ad ARPAV, alla
Provincia di Vicenza e al Comune di Trissino, a un’azione decisa
presso MITENI S.p.A., al fine di un celere approfondimento e completamento
di indagine per la caratterizzazione del sito industriale, anche in ragione
della scoperta del nuovo inquinante emergente GenX nell’area in cui è
sito lo stabilimento chimico;
- a prendere ulteriori provvedimenti urgenti atti a rimuovere la nota
contaminazione, provvedendo in particolare allo spostamento dello
stabilimento di Trissino (VI) della MITENI S.p.A., principale fonte di
pressione ambientale in proposito, come previsto come dalla normativa
vigente;
- a supportare con ogni impegno l’azione del Commissario
straordinario e della Società Veneto Acque S.p.A. per la realizzazione
della nuova rete di acquedotti che garantisca l’approvvigionamento
alternativo di acqua destinata al consumo umano nelle aree attualmente
fornite dalle reti acquedottistiche che attingono dalle fonti Almisano
Madonna di Lonigo, Pozzo Madonna dei Prati, Pozzo Monticello, Pozzo
Sant’Antonio, Pozzo Acque Potabili;
- a supportare ARPAV nell’attività d’indagine sulle aziende
titolari di autorizzazione integrata ambientale, in ordine alle analisi
sulla presenza di sostanze PFAS negli scarichi industriali e al controllo
delle discariche per rifiuti pericolosi e non pericolosi al fine di
accertare l’eventuale contaminazione da sostanze
perfluoroalchiliche;
- a completare il monitoraggio degli alimenti in relazione alla
contaminazione da PFAS;
- a procedere nell’azione regionale di sorveglianza sanitaria e
screening, estendendola progressivamente ad ogni fascia d’età
e a particolari categorie sociali quali le donne in gravidanza, gli
allevatori, gli agricoltori;
- a informare tempestivamente le competenti Autorità nel caso in cui venga
individuato il nesso di causalità fra esposizione a PFAS e singole
patologie riscontrate nella popolazione;
- a procedere con sollecitudine ed attenzione particolare alla sorveglianza
sanitaria e screening della categoria sociale maggiormente esposta,
rappresentata dai lavoratori occupati presso MITENI S.p.A., compresi gli ex
lavoratori, come disposto dalla Delibera regionale n. 1191 del 1 agosto
2017;
- ad assicurare per i lavoratori occupati presso MITENI S.p.A. (compresi
gli ex lavoratori) appositi e adeguati strumenti di assistenza
sanitaria;
- ad assicurare, attraverso la vigilanza dello SPISAL, la verifica delle
condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per i lavoratori
occupati presso MITENI S.p.A.;
- a promuovere iniziative a garanzia dell’occupazione e della
conservazione del trattamento economico per i lavoratori attualmente
occupati presso MITENI S.p.A., anche, in caso di necessità, mediante
attivazione di ammortizzatori sociali e/o strumenti previdenziali sociali,
riservando particolare attenzione ai lavoratori anagraficamente e/o
contributivamente più anziani e/o con contaminazione elevata e/o di lungo
periodo;
- a promuovere il confronto regionale con il Governo per favorire un tavolo
di lavoro che individui i limiti normativi ambientali tuttora mancanti in
ordine alla tollerabilità delle sostanze perfluoroalchiliche nelle acque
destinate al consumo umano e nelle altre matrici ambientali, nelle more di
un riconoscimento a tali fini di competenza legislativa in capo alla
Regione del Veneto;
- a dare conto al Consiglio regionale, allo scadere dell’anno in
corso, sullo stato di adeguamento ai presenti indirizzi e prescrizioni.
SOMMARIO
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