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Il corpo mi appartiene - Donne e consultori a Nordest
In data 25 ottobre 2023, è stato presentato, nella sala Oriana Fallaci di palazzo Ferro Fini, il volume indagine della rivista Venetica “Il corpo mi appartiene - Donne e consultori a Nordest” curato da Alfiero Boschiero e Nadia Olivieri.
La rivista di storia contemporanea, diretta da Mario Isnenghi, ha dedicato un numero monografico ad una ricerca sulla nascita dei consultori nelle province venete tra gli anni ‘60 e i primi anni ’80, allargando lo sguardo anche alle realtà triestine e trentine, a circa mezzo secolo di distanza dalla loro istituzione.
L’evento, promosso dalla Consigliera regionale Elena Ostanel (vicepresidente della commissione Cultura), ha visto anche la partecipazione delle Consigliere regionali Erika Baldin, Vanessa Camani, e Cristina Guarda.
I due curatori hanno spiegato la genesi di questa pubblicazione, nella quale si fanno parlare storiche e sociologhe di diverse generazioni e dei diversi territori e si ripercorre l’evoluzione della cultura femminile e femminista a Nordest attingendo a testimonianze dirette, documenti, storie personali e collettive, evoluzioni legislative. Sorti inizialmente in forma volontaristica come luoghi di partecipazione, prevenzione e formazione, per iniziative di movimenti e associazioni di donne (o, quelli cattolici, su input della Chiesa e dell’associazionismo cattolico), in seguito i consultori familiari sono stati strutturati all’interno del servizio sociosanitario nazionale e regionale, come servizi territoriali di base per la salute fisica e mentale delle donne e come luoghi di accesso all’interruzione volontaria della gravidanza. La legge nazionale di riferimento è la n. 405 del 29 luglio 1975, mentre la prima legge veneta istitutiva è la n. 57 del 1975 ed oggi, a fronte delle difficoltà della medicina territoriale e delle ristrettezze finanziarie per i servizi socioassistenziali, i consultori versano in una fase di crisi di identità e di risorse; ridotti ad ambulatori ginecologici – rilevano i due curatori - offrono sempre meno servizi, mentre crescono i bisogni delle donne, dei minori, delle famiglie e dei soggetti vulnerabili.
La Consigliera Elena Ostanel ha ricordato come “La ricerca di Venetica aiuta a non disperdere la memoria di una stagione ‘gloriosa’ del femminismo e dell’impegno sociale delle donne. I consultori sono nati dal basso, da una mobilitazione di base, che nasce dalle lotte femminili e femministe. Ma oggi queste conquiste sono a rischio, chiudono sedi, molte prestazioni vengono erogate a pagamento. Rispetto a quanto previsto dalla legge istitutiva sono venute meno le capacità di fare prevenzione, di fare educazione sessuale, di promuovere il benessere delle donne e delle persone. Il Veneto è agli ultimi posti in Italia per numero di sedi, organico e servizi offerti: nella nostra regione attualmente c’è un consultorio ogni 50 mila abitanti, mentre per legge dovrebbe essercene uno ogni 20 mila abitanti, con omogeneità di presenza e di servizi a supporto della vita delle donne e del benessere dei giovani e delle famiglie. Per questo, ad ogni sessione di bilancio, cerco di farmi promotrice di un’azione di monitoraggio sul futuro di queste strutture e di richieste di adeguati finanziamenti per mantenere lo specifico di queste strutture, che devono integrare prestazioni sanitarie e prestazioni psicosociali, in un’ottica multidisciplinare, in risposta alle nuove domande delle donne e delle famiglie, come educazione all’affettività, sostegno psicologico e assistenza post-partum”.
È seguito l’intervento della Consigliera Vanessa Camani, che ha ribadito come tutte le grandi conquiste che hanno riguardato le donne siano partite dal basso, con un movimento di condivisione. Camani ha posto anche qualche interrogativo: “Ma ci sono oggi le condizioni per nuove conquiste femminili? E quale è il ruolo delle donne nella società, considerando la questione di genere e il gap tra i due sessi?”. La Consigliera ha sostenuto che tali questioni sembrano essere al centro del dibattito pubblico, ma che in realtà l’attività del governo Meloni appare orientata ad agevolare le madri lavoratrici e a ribadire un concetto datato di welfare, ancorato al principio che il lavoro di cura sia ancora prerogativa femminile. Invece - ha osservato - i servizi di welfare dovrebbero essere ripensati in un’ottica egualitaria.
La Consigliera Erika Baldin si è soffermata invece sulla battaglia del movimento femminista di Chioggia ricordando come “Negli anni ’70 le donne di Chioggia erano state processate per aver fatto irruzione in Consiglio comunale per rivendicare che il consultorio fosse gestito dalle donne stesse. Condannate in Corte di Appello, dovettero ricorrere in Corte di Cassazione e solo il 15 aprile 1980 il massimo organo giurisdizionale diede loro ragione”. A distanza di oltre 40 anni – ha aggiunto Baldin – la battaglia delle donne non deve fermarsi, perché i casi di gender gap sono evidenti nei livelli salariali, nei percorsi di carriera e negli stereotipi culturali che fanno della donna l’angelo del focolare. “Anzi - ha concluso Baldin -c’è il rischio di perdere conquiste già raggiunte, come quella di poter scegliere l’interruzione volontaria della gravidanza: le donne del Veneto dovrebbero avere il diritto di avere anche medici non obiettori nei reparti di ostetricia e ginecologia. Una presenza che oggi non è garantita e che invece dovrebbe essere stabile e strutturale nelle Ulss del Veneto”.
“Questa indagine - ha commentato la Consigliera Cristina Guarda - ci dà la possibilità di conoscere la storia di una battaglia politica di grande importanza. I consultori sono determinanti per garantire la salute psicofisica delle donne, dei bambini, delle coppie, degli adolescenti. L’obiettivo a cui dobbiamo puntare è mantenere l’accesso pubblico a questi servizi essenziali evitando che diventino a pagamento”.
Anche il Consigliere Andrea Zanoni ha voluto esprimere il proprio apprezzamento per una ricerca che rappresenta “una testimonianza importante delle conquiste raggiunte e un segnale di allarme per i rischi di regressione”. “Le leggi di civiltà che il legislatore regionale ha prodotto - è stato il suo appello finale - vanno difese, aggiornate e finanziate nel tempo”.