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Bio Avversità, il vizio delle monocolture nelle terre alte

In data 28 marzo 2024, nella sala Oriana Fallaci di Palazzo Ferro Fini, è stato presentato il libro “Bio Avversità, il vizio delle monocolture nelle terre alte” di Giannandrea Mencini, pubblicato da Kellerman Editore.
Ha promosso e condotto l’evento il Presidente della Quarta Commissione Consiliare, Andrea Zanoni, il quale ha sottolineato l’importanza di questo volume in quanto riporta un’ampia documentazione e testimonianza di quanto sta accadendo nelle zone montane e collinari del Veneto, dove lo sfruttamento delle monocolture, soprattutto quella vitivinicola, con l’uso dei pesticidi e della chimica, arreca seri problemi alla biodiversità, all’ambiente e alle falde acquifere. Ha evidenziato inoltre come queste colture intensive provochino l’incremento di malattie, citando alcuni casi di Parkinson correlati all’uso di prodotti chimici, e la proliferazione di insetti, quali la cicalina, che colpisce i vigneti con gravi danni.
E’ seguito l’intervento dell’autore Giannandrea Mencini, il quale ha ricordato come il libro, con la prefazione curata da Letizia Bindi, sia il risultato di un lavoro di inchiesta in cui ha preso in esame le conseguenze, per l’ambiente e la salute umana, determinate dalle monocolture intensive nelle Terre Alte, come quella del Prosecco nel Nordest, delle mele nella Val di Non e dei noccioleti di tutta Italia, legati alla produzione di crema dolce spalmabile.
Nel libro - ha spiegato l’autore – viene denunciato l’uso massiccio di pesticidi, mentre  invece si potrebbe sostenere e difendere maggiormente il biologico; “infatti in Italia – ha affermato Mencini – troviamo tanti esempi virtuosi di aziende agricole che hanno scelto di intraprendere, anche nella produzione di vino e nocciole, il biologico e il biodinamico, nel rispetto dell’ambiente, delle colture autoctone e della biodiversità agricola”. 
Nel libro non vengono evidenziati quindi solo aspetti negativi, perché vi sono anche storie virtuose e vincenti che vanno dal Veneto fino all’Alto Molise, passando per il Lazio, e che dimostrano come sia possibile anche un’agricoltura diversificata, sostenibile e basata sul rispetto del territorio e della sua storia rurale.