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Coronavirus - Brescacin (ZP): “La sinistra la smetta di gettare fango sulla sanità veneta, così non fa il bene dei cittadini e della loro salute”
28 dicembre 2020
(Arv) Venezia 28 dic. 2020 - “Dall’inizio della pandemia, la capacità delle regioni di fare tamponi è sempre stata indicata come elemento di grande efficienza del Sistema Sanitario Regionale. E il Veneto questo lo ha sempre fatto e dimostrato, arrivando oggi a una capacità di test giornalieri di oltre 60.000 tamponi (20.000 antigenici e 40.000 test rapidi). Ed è per il fatto di fare tanti tamponi giornalieri che il numero di positivi in Veneto è alto. Perché li cerchiamo e in modo mirato”.
Lo afferma la consigliera regionale Sonia Brescacin (ZP), presidente della Quinta commissione consiliare, che si occupa di Sanità e Sociale.
“A 10 mesi dall’inizio della pandemia, è lo stesso Comitato tecnico scientifico nazionale che, per voce del segretario Fabio Ciciliano, riconosce la grande efficienza della macchina sanitaria veneta, capace di effettuare un gran numero di tamponi, unito a un tracciamento molto efficiente, a un grande ricorso ai test rapidi e al fatto che i test molecolari vengono mirati su persone con elevate possibilità di risultare positive - spiega Brescacin - Ed allora perché gli esponenti della sinistra in Veneto continuano con le polemiche contro la Regione, gettando fango sulla grande capacità di dare risposta a tutti i cittadini da parte del Sistema Sanitario veneto che, anche oggi, cura oltre 3.000 pazienti COVID e oltre 7.000 pazienti non COVID, a differenza di altre regioni? Perché la sinistra in Veneto deve gettare fango contro la chiara e oggettiva voce del Dipartimento Prevenzione della Regione (e non dei politici che governano in Regione)?”.
“È il Dipartimento, infatti, a spiegare come nel calcolo della percentuale dei positivi venga inserito soltanto il numero dei tamponi molecolari, mentre il numero dei positivi comprende anche i soggetti refertati con i tamponi rapidi – ricorda il presidente della commissione Sanità - Questa pandemia dovrebbe insegnarci che ognuno deve fare la propria parte, anche la Politica, ma in questo caso fare la propria parte non significa ridurre il confronto a polemica falsa che non aiuta né i professionisti sanitari impegnati nelle cure, né i cittadini che non meritano confusioni create ad arte”.
“Questo non dovrebbe avvenire mai, tanto meno ora che c’è di mezzo la salute delle persone e che dovremmo solo smetterla di fare la gara a chi sta meno peggio”, conclude Sonia Brescacin.