dettaglio - crv
- Home
- Comunicati stampa
- Coronavirus - Bigon (PD): “Anziché fare polemiche...
Coronavirus - Bigon (PD): “Anziché fare polemiche strumentali sulle percentuali di contagiati, Zaia si preoccupi dei troppi decessi e degli ospedali al limite”
28 dicembre 2020
(Arv) Venezia 28 dic. 2020 - “Il Veneto ha il numero di decessi più alto d’Italia e il virus continua a galoppare: ieri altri 69 morti e 77 ricoveri. Il presidente Zaia dovrebbe preoccuparsi di questo, anziché fare polemiche strumentali sulla percentuale dei contagiati. Abbiamo una percentuale più bassa di positivi perché devono essere considerati anche i test rapidi e non soltanto i molecolari? Forse. Ma il vero problema, che Zaia continua a eludere, è quello delle vittime e delle strutture che rischiano di collassare: a dicembre ci sono state oltre mille morti, una persona su due ricoverate in terapia intensiva non ce la fa. Non è il momento di continuare ad atteggiarsi a primo della classe e polemizzare per non assumersi delle responsabilità. In Veneto nella gestione della seconda fase della pandemia qualcosa è andato storto, indipendentemente dal numero di tamponi effettuati”.
Le parole sono della consigliera regionale del Partito Democratico, Anna Maria Bigon, che ricorda come “prima dell’emergenza Covid mancavano 148 anestesisti, ne sono stati assunti 133, un numero che non riesce a coprire le carenze pre-epidemia. Ad oggi, a quanto ci risulta, su 640 Terapie Intensive attivate, quasi 400 sono già occupate da pazienti Covid a cui se ne aggiungono 209 non Covid; la scorsa settimana, su un totale di 13.820 letti, 9797 erano occupati, quasi il 71%: siamo vicini alla saturazione”.
“La fase 5 dell’emergenza è a un passo, visto il documento inviato alle Ulss dal Direttore dell’Area sociosanitaria lo scorso 18 dicembre in cui si chiede di individuare nel dettaglio i posti letto di area non critica da attivare per la fase 5-A per singolo ospedale e reparto e inviarlo all’Area Sanità e Sociale entro domani, 29 dicembre – continua la vicepresidente della commissione Sanità - Nella fase 5, è bene ricordarlo sempre, è prevista un’ulteriore riduzione delle attività, con la sospensione di quasi tutto ciò che non è urgenza. Anche perché per attivare i nuovi posti letto in Terapia Intensiva serve personale medico e infermieristico adeguato”.
“Un presidente di regione dovrebbe preoccuparsi di questo, non di voler dimostrare ogni volta che il Veneto è migliore degli altri, conclude Anna Maria Bigon”.