Ambiente - Zanoni (Pd): “Cava Morganella, bocciatura mozione con motivazioni offensive per un intero territorio. Gli interessi dei cittadini valgono più di quelli dei cavatori”

20 aprile 2021

(Arv) Venezia 20 apr. 2021 - “Non si possono liquidare le preoccupazioni di un intero territorio dicendo ‘andate in Procura a denunciare’, è un modo di fare offensivo, oltre che in contraddizione con gli atti approvati dal Consiglio nelle scorse legislature. Perché sul progetto dell’ampliamento sottofalda di Cava Morganella la maggioranza ha cambiato idea? Le motivazioni con cui hanno bocciato la nostra mozione sono prive di logica, irrispettose dei cittadini e dei loro rappresentanti”.

Lo afferma il consigliere regionale del Partito democratico Andrea Zanoni il quale ricorda che “quello di oggi era un voto su legalità, coerenza, onestà e responsabilità nei confronti delle future generazioni: invece, la maggioranza ha bocciato la mozione, di cui ero primo firmatario, peraltro sottoscritta da tutti gli esponenti della minoranza, con cui si chiedeva alla Regione di revocare il via libera all’ampliamento della cava, a cavallo tra i Comuni di Ponzano e Paese. Una discussione che ha visto protagonisti i colleghi del Pd, con il capogruppo Giacomo Possamai, la vice Vanessa Camani, e i consiglieri Anna Maria Bigon e Jonatan Montanariello”.

“Come si fa a dire che è una questione meramente tecnica e non politica e quindi non si può intervenire? – chiede l’esponente Dem - Nella nona legislatura, nel 2014, è stata approvata una mozione che aveva come primo firmatario il collega Niero contro il progetto, ed era un atto politico. Parimenti, nel 2016, con l’ordine del giorno con cui si chiedeva alla Giunta di effettuare, tramite Arpav, una ricognizione per determinare la natura e l’eventuale pericolosità dei materiali presenti nel fondo della cava. Perché il dietrofront, a maggior ragione dopo il via libera avvenuto con un decreto approvato in fretta e furia il 31 dicembre?”.

“Il Piano cave per Treviso prevede già autorizzazioni per 80 milioni di metri cubi di ghiaia, questi quattro in più non servivano – spiega in particolare Zanoni - E alla consigliera Rizzotto rispondo che non accetto lezioni di coerenza da chi fino a qualche anno fa era a capo di cortei contro la Superstrada Pedemontana Veneta e oggi ne è la prima paladina. Parla di trasparenza? Abbiamo depositato tre interrogazioni proprio sui troppi punti oscuri di questo iter e da mesi siamo in attesa delle risposte… E, per quanto riguarda l’esposto, non si preoccupi: c’è già chi si sta muovendo; del resto, a definire un progetto che noi reputiamo in contrasto con la legge è il responsabile del Settore cave della Regione Veneto”.

“Ma il punto non è questo – evidenzia Andrea Zanoni - bensì se siamo qui per fare gli interessi di cinque milioni di cittadini veneti o solo di due cavatori. Il voto di oggi ha già dato una risposta, un’autorizzazione che si traduce in introiti dai 40 agli 80 milioni per la vendita di ghiaia”.

“Una procedura opaca e misteriosa - conclude Andrea Zanoni, assieme ad Arturo Lorenzoni, portavoce delle opposizioni - Una questione non solo di merito ma anche di metodo, che non può non alimentare sospetti”.