Baldin (M5S): “Consiglio regionale: questa è la legislatura dei Progetti di legge statale”

14 giugno 2023

 

(Arv) Venezia 14 giu. 2023 -       “Che senso ha continuare ad approvare Progetti di legge statale che poi non vengono nemmeno esaminati dal Parlamento? Ora che la maggioranza in Regione ha lo stesso colore politico di quella nella Camere, la situazione risulta paradossale: nel corso della legislatura, la produzione di Pdls è addirittura aumentata. Ma delle 14 proposte approvate dal Consiglio e trasmesse al Parlamento, soltanto una è confluita in una legge nazionale”. Così Erika Baldin, Capogruppo del Movimento 5 Stelle, all’indomani della seduta del Consiglio regionale del Veneto il cui ordine del giorno, oltre al consueto spazio riservato alle interrogazioni, “Era interamente composto, ancora una volta, da Progetti di legge statale. Proposte spesso condivisibili nel merito, che però quasi mai si traducono in leggi nazionali”.

“I dati - ricorda l’esponente del M5S - parlano chiaro, e avevo sollevato il caso già il 14 febbraio scorso: dal 2005 a oggi sono state depositate in Consiglio regionale ben 160 Proposte di legge statale. Tra queste, soltanto 32 hanno concluso il proprio iter, sono arrivate al voto finale in Aula e successivamente trasmesse al Parlamento. E poi? Qui sta il dramma: soltanto 3 di queste proposte sono poi confluite in una legge dello Stato. Tre su 160, una percentuale dell’1,87%. Un risultato davvero deludente, considerato il lavoro svolto nelle Commissioni, dagli uffici dei Gruppi consiliari e dalla struttura dell’Assemblea legislativa veneta”.

“Vorrei sapere - conclude Baldin - perché non è stata presa in considerazione la mia proposta di un monitoraggio costante sull'iter dei progetti di legge statale, da trasmettere anche ai parlamentari eletti in Veneto. Questo ci permetterebbe di misurare l’impatto effettivo del nostro lavoro. Certo, per la destra che governa la Regione e il Paese, sarebbe imbarazzante scoprire che le proposte che partono dal Veneto finiscono nei cassetti del Parlamento e lì rimangono, abbandonati anche dalla maggioranza di Giorgia Meloni”.