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Luisetto (Pd): "Vicenza e provincia, carenza medici di famiglia. L'assessore alla Sanità ha valutato tutte le soluzioni possibili per risolvere una situazione in costante peggioramento? Presentata interrogazione"
25 luglio 2023
(Arv) Venezia 25 lug. 2023 - "Il caso più recente si è verificato nel quartiere dei ferrovieri a Vicenza dove 4.000 residenti, nel mese di maggio, si sono ritrovati da un giorno all'altro senza un medico di famiglia e attualmente devono far riferimento alla guardia medica per far fronte alle loro necessità. In tutta la provincia di Vicenza la situazione è allarmante: le zone carenti sono infatti 143, un numero che è secondo solo al territorio veronese. L'assessore regionale alla Sanità sta valutando tutte le soluzioni possibili per rimediare ad un quadro che è in costante peggioramento?". A chiederlo con un'interrogazione è la consigliera regionale del Partito Democratico, Chiara Luisetto.
"Si stima che il numero complessivo dei medici di medicina generale pensionandi nella sola provincia di Vicenza tra il 2021 e il 2025 sarà di 283. Un fenomeno che inizialmente riguardava molti piccoli e medi centri, ad oggi, - sottolinea Luisetto - completamente sguarniti di medici di medicina generale e che ora interessa anche la città capoluogo dove si sono verificati disservizi e chiusura di ambulatori e centri medici in più quartieri della città. Tutto ciò comporta enormi disagi, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione, come anziani e disabili che si vedono costretti a rivolgersi alle strutture ospedaliere e ai Pronto Soccorso, sempre più sovraccarichi".
“Il massimale individuale pari a 1.500 assistiti rappresenta di per sé una soglia critica difficilmente gestibile dai medici di medicina generale e in più i tempi di attuazione dei provvedimenti di riforma della sanità territoriale che prevedono la realizzazione delle Case e degli Ospedali di Comunità non possono costituire una soluzione a breve termine. Sono quindi più che mai necessari, provvedimenti contingenti, tra questi l’attivazione di medicine di gruppo integrate e micro-team (attraverso il supporto di personale di segreteria, infermieristico e di locali per ambulatori) e il riconoscimento di incentivi ai medici che lavorano e scelgono di lavorare in aree 'disagiate'. Senza dimenticare la promozione della telemedicina e l’ammodernamento tecnologico. Attorno a queste soluzioni – conclude Luisetto - è in corso una valutazione e la volontà di agire concretamente?".