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Gruppo Pd: “Superstrada Pedemontana Veneta, incremento dei costi di 361 milioni? La Regione non dovrebbe dare un euro in più, ma è difficile credere che Zaia si occuperà degli interessi dei veneti"
28 settembre 2023
(Arv) Venezia 28 set. 2023 - "Alla SIS non si deve dare un euro in più per la realizzazione della Pedemontana. Se infatti la concessionaria avesse rispettato il cronoprogramma della terza convenzione del 2017, i lavori sarebbero terminati ben prima del Covid-19 e della guerra in Ucraina. Vediamo se Zaia farà ancora una volta gli interessi del privato a scapito dei contribuenti veneti". Il commento alla notizia dell’aumento dei costi della Superstrada Pedemontana Veneta di altri 361 milioni di euro, portando così l’ammontare per la sua realizzazione a 2 miliardi e 880 milioni, è dei consiglieri regionali del Partito Democratico, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni, Francesca Zottis, Anna Maria Bigon e Chiara Luisetto.
"Un incremento - aggiunge il consigliere Zanoni - che la SIS chiede alla Regione a fronte degli aumenti dei costi a causa del Covid-19 e delle Guerra in Ucraina. Quando invece dovrebbe ringraziare i contribuenti veneti dato che, sempre grazie a Zaia, nel 2017 ha ricevuto ben 300 milioni di euro dalla Regione senza i quali avrebbe fallito. Ma è difficile credere che Zaia faccia valere l’interesse pubblico perché da diversi anni evita di applicare le penali per il ritardo accumulato dalla SIS, ed inoltre, non si fa restituire i 20 milioni di euro di IVA non dovuta. Due azioni che è la Corte dei Conti di Venezia, da sempre inascoltata da Zaia e dall’assessore De Berti a richiedere".
“Non dimentichiamo – evidenzia Zanoni - i mancati introiti da pedaggi a causa di uno scarsissimo flusso di traffico. Con la terza convenzione del 7 marzo 2017, il presidente Zaia ha commesso il tragico errore di garantire alla SIS un canone annuo per 39 annualità, per un ammontare complessivo di 12 miliardi di euro, ottenendo in cambio di incassare i pedaggi da flussi di traffico. Così facendo ha portato il rischio di impresa a carico dei cittadini veneti, e il risultato disastroso è sotto agli occhi di tutti, visto che le entrate da pedaggi sono insufficienti a coprire i costi del canone, causando un buco nelle casse della Regione che il bilancio approvato a dicembre 2022 ha previsto in 65 milioni di euro nei primi tre anni. Non finisce qui, perché, stando ai dati dei primi sei mesi di quest’anno, anche con la realizzazione del tratto finale di Montecchio Maggiore, si prevedono entrate non superiori ai 100 milioni l’anno, contro un canone che in media ci costerà 300 milioni l’anno. Invito i cittadini a partecipare alle iniziative pubbliche sul tema che si terranno nelle prossime settimane: a partire dall’11 ottobre a Guarda di Montebelluna; 26 ottobre a Vazzola (TV); 22 novembre a Maserada sul Piave (TV). In definizione anche due date a Malo e Montecchio Precalcino, nel vicentino”.