Baldin (M5S): “Carenza di medici e infermieri cronica, concorsi di Zaia una goccia nell'oceano”

10 gennaio 2024

(Arv) Venezia 10 gen. 2024 -   “Il numero chiuso a Medicina è la disgrazia di questo Paese e di questa Regione: da Zaia mi aspetto coerenza rispetto alle sue dichiarazioni e al mio Ordine del giorno approvato in sede di bilancio dal Consiglio regionale”.

Lo afferma Erika Baldin, Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, che ricorda che “il 13 dicembre scorso, ho ottenuto l'approvazione di un Ordine del giorno che impegna la Giunta regionale ad attivarsi presso tutte le opportune sedi istituzionali per l'abolizione del numero chiuso della facoltà di Medicina. Insomma, non soltanto dalla sala stampa di palazzo Balbi”.

“È al governo Meloni che spetta l'eliminazione del numero chiuso, per far fronte a un'emergenza di salute pubblica – osserva l’esponente pentastellata - Finora dal governo delle Destre, però, sono arrivati soltanto tagli alla Sanità e provvedimenti punitivi nei confronti dei professionisti che lavorano nel settore pubblico. Così la Destra di Meloni, Salvini e Zaia manda allo sfascio il Paese. Il progetto è chiaro da tempo: peggiorare il servizio pubblico per favorire la crescita del privato. È quello che sta accadendo da anni in Veneto, dove le cliniche private spuntano come funghi, mentre i posti letto nel pubblico sono diminuiti in percentuali a due cifre”.

“Il problema non nasce oggi – fa presente Baldin - ma dalla cattiva programmazione fatta negli ultimi tre decenni dalle Giunte Galan e Zaia. E i concorsi di Azienda Zero, oggi, sono insufficienti: i 439 posti nel bando per gli infermieri sono una goccia nell'oceano. Stando alle dichiarazioni dello scorso settembre rese dall’assessore regionale alla Sanità, per il Veneto è calcolato un fabbisogno di 4 mila infermieri. Zaia pensa di risolvere il problema assumendone poco più di un decimo? Si badi che una parte degli infermieri assunti dal Sistema sanitario regionale andranno ‘in prestito’ alle case di riposo, dove la situazione è ancora più disperata che nelle corsie d'ospedale”.