Lavoro, presentato progetto di legge del Pd. Capogruppo Camani: “Per un Veneto all'avanguardia sul fronte della sicurezza, della salute e della legalità”

09 luglio 2024

(Arv) Venezia 9 lug. 2024 - Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale del Veneto, ha presentato oggi a Venezia, nella sede dell’assemblea legislativa di palazzo Ferro Fini, il progetto di legge “Disposizioni per la tutela e la promozione della salute e della sicurezza sul lavoro” di cui è prima firmataria.

"Il Veneto, regione-chiave dell'intero sistema produttivo ed economico nazionale, deve nutrire un'ambizione: porsi in testa nella tutela delle condizioni di lavoro per assicurare e assicurarsi un livello qualitativo che è sinonimo di competitività. Le leggi esistono: ciò che ancora manca è una loro effettiva e completa applicazione, a causa di zone d'ombra nelle quali si insinuano violazioni e forme di illegalità. Con questo progetto di legge vogliamo rafforzare il sistema di salute e sicurezza sul lavoro in Veneto, assicurando su base regionale una tutela effettiva dei diritti costituzionalmente garantiti, anche nell'ambito delle nuove professioni legate alle trasformazioni tecnologiche”. Così la capogruppo, che ha aggiunto: “È indispensabile prevedere interventi specifici nel settore degli appalti pubblici. In particolare, per evitare il ricorso ai cosiddetti contratti-pirata che espongono i lavoratori a forme di sfruttamento. La proposta stabilisce di applicare a tutto il personale impiegato in lavori, servizi e forniture oggetto di appalti o concessioni pubbliche il contratto collettivo maggiormente attinente all’attività svolta e fissa per tutti i lavoratori, anche quelli in subappalto, un trattamento economico minimo inderogabile di 9 euro lordi l’ora”.

“Al tempo stesso - ha sottolineato Camani - riteniamo che si debba puntare su meccanismi di affidamento dei contratti pubblici di competenza regionale che favoriscano le imprese che investono sulla sicurezza del lavoro con misure di protezione ulteriori a quelle minime previste dalla legge, che garantiscono il benessere e la qualità del lavoro, che organizzano percorsi di formazione aggiuntivi e che promuovono l’occupazione femminile e giovanile, oltre che l’inserimento lavorativo di persone con disabilità. Si prevede anche che, nelle procedure di affidamento, si includano clausole di risoluzione del contratto in caso di violazione di norme in materia di salute, sicurezza e regolarità del lavoro. È un fenomeno che si sta estendendo in maniera allarmante. Il Veneto deve dare un segnale forte sul fronte del contrasto. Rafforzando appunto la vigilanza ma anche applicando con maggior determinazione gli strumenti legislativi esistenti. Con questa nostra proposta abbiamo voluto concentrare l'attenzione in particolare sul settore agricolo. C'è la necessità che la Regione coinvolga da un lato le imprese: esiste ad esempio la 'Rete del lavoro agricolo di qualità', strumento che è segno distintivo di eticità ma al quale ha aderito ad oggi solo il 4,7% delle aziende venete. Prevediamo inoltre che la Regione abbia parte attiva nell’organizzazione di servizi di trasporto sicuri e per garantire condizioni abitative dignitose ai lavoratori stranieri. Il cambiamento tecnologico offre enormi possibilità di sviluppo ma, al tempo stesso, ha generato nuove forme di sfruttamento. Pensiamo in primo luogo al settore della delivery e ai riders. Abbiamo previsto che, in assenza di una normativa nazionale di tutela, il Veneto debba farsi promotore della 'Carta dei diritti dei lavoratori digitali', per garantire in maniera omogenea in tutto il territorio regionale un’occupazione sicura e dignitosa. Nel testo di legge si prevede l’assunzione a tempo indeterminato di 30 Tecnici della Prevenzione entro il primo semestre del 2025, garantendo anche la sostituzione del personale andato in pensione. Una norma transitoria che rappresenta però un impegno costante per la Regione: servono infatti un rafforzamento della vigilanza ed un ricambio in grado di garantire un livello numerico adeguato di tecnici Spisal”.

In conclusione, Camani ha sottolineato che “Serve un cambio di passo, anche culturale, che restituisca ai lavoratori un ruolo centrale. Nella convinzione che la solidità di strumenti di tutela, sicurezza e legalità sia una delle basi irrinunciabili per consentire al sistema produttivo veneto un ulteriore salto di qualità e sviluppo”.

“Il progetto di legge in questione - ha aggiunto la consigliera dem Chiara Luisetto - presta anche particolare attenzione al contrasto della violenza e delle aggressioni alle lavoratrici e ai lavoratori dell’area sanità, oggetto di una particolare disposizione, con il quale si prevede di implementare misure specifiche da parte della Regione che consentano l’eliminazione o la riduzione del rischio presente nell’ambiente di lavoro ospedaliero e sanitario”.

“Un altro fenomeno che deve essere contrastato attraverso uno specifico intervento legislativo - ha affermato la consigliera del Pd Anna Maria Bigon - è quello del caporalato e del lavoro nero: si tratta di situazioni che devono essere affrontate con interventi normativi specifici, anche alla luce del fatto che in Italia, compreso il Veneto, un’azienda su due ha ricevuto una sanzione per la violazione della normativa in materia di lavoro”.

“La nostra capogruppo - ha ricordato il consigliere dem Jonatan Montanariello - presentando questo progetto di legge, ha collocato al centro del dibattito politico il lavoro, e in particolare il lavoro sicuro. In un contesto come quello attuale, caratterizzato dal manifestarsi di una crisi sociale, economica e produttiva, spesso accade che proprio i lavoratori vengano messi in discussione, e ciò accade in particolare in un Veneto che perde competitività nei territori. Il rilancio deve passare anche attraverso politiche economiche e industriali attuate dalla Regione del Veneto, ma senza erodere i diritti dei lavoratori, anche per evitare la loro fuga, in particolare dei giovani, verso altre regioni come l’Emilia-Romagna e la Lombardia”.

In chiusura è intervenuta la capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio veneto Erika Baldin che ha auspicato, assiema alla capogruppo Camani “Una proposta legislativa organica che comprenda anche il progetto di legge a mia prima firma che prevede l’obbligatorietà di valutare la costituzione di parte civile della Regione del Veneto nei processi penali per gravissimi incidenti sul lavoro, in parallelo a ciò che accade nei processi contro la criminalità organizzata”.