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Ostanel (VcV): “Diritto all’interruzione volontaria di gravidanza sotto attacco giorno dopo giorno nella regione del Nord con il maggior numero di medici obiettori di coscienza”
01 ottobre 2024
(Arv) Venezia 1 ott. 2024 - “Ho presentato questa mattina in conferenza stampa alcuni dati sull’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza: dati allarmanti, che mettono il Veneto al primo posto tra le regioni del nord per presenza di ginecologi obiettori di coscienza negli ospedali. Non si può continuare a dire che non si tocca la legge 194 se poi viene smontata giorno dopo giorno nella pratica”. Queste le dichiarazioni della consigliera regionale del movimento civico Il Veneto che Vogliamo Elena Ostanel che spiega: “In Veneto quasi il 67% dei ginecologi è obiettore di coscienza, con un tasso che supera l’80% nell’ULSS Serenissima. La situazione però non si limita all’obiezione di coscienza perché anche il servizio dei consultori familiari è sempre più carente e i dati dimostrano che è il luogo a cui le donne di rivolgono per primo se devono interrompere la gravidanza. Con i dati presentati oggi, abbiamo dimostrato il calo del numero di consultori dal 2017 al 2023 che passano da 65 a 44 solo nella provincia di Padova. Oltre a questo, sono drammatici i dati delle ore di lavoro settimanale delle figure professionali dell’équipe nei consultori: se la media nazionale delle ostetriche è di 25 ore a settimana, in Veneto, ad esempio, sono solo 17. Quindi i consultori sono meno e con meno personale disponibile. Si tratta di dati allarmanti, come confermato dalle associazioni che hanno partecipato, PadovaDonne, Casa delle Donne di Padova e UDI Cadoneghe, e che questa estate hanno raccolto quasi 3.000 firme a sostegno dei consultori”.
“Dalla conferenza stampa di oggi - conclude la consigliera - chiediamo con forza tre impegni alla Giunta: di arrivare finalmente a discutere il progetto di legge a mia prima firma per dare sempre libera scelta alle donne rispetto alla decisione di seppellire o meno il feto dopo un aborto per modificare una norma retrograda voluta da Fratelli D’Italia ancora nel 2018. Vogliamo anche sapere con un’interrogazione urgente in Commissione Sanità se la Giunta veneta intende avvalersi della facoltà prevista dal decreto PNRR di invitare associazioni anti-abortiste nei consultori familiari. E infine abbiamo bisogno di un serio investimento sui consultori, come servizio di tutela della salute della donna e delle famiglie sul territorio, per invertire la rotta rispetto ai tagli degli ultimi anni. Dobbiamo tenere alta l’attenzione, per una legge sotto attacco giorno dopo giorno”.