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25 novembre, Piccinini (VA): “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: uniamo le forze per promuovere il rispetto e difendere la dignità di ogni donna”
25 novembre 2024
(Arv) Venezia 25 nov. 2024 - “Ricorre oggi la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per esortare governi, organizzazioni internazionali e ONG ad organizzare e promuovere attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della nonviolenza e del rispetto delle donne. La data del 25 novembre è stata scelta per ricordare il giorno in cui, nel 1960, nella Repubblica Dominicana, furono uccise tre attiviste politiche, le sorelle Mirabal Patria, Minerva e Maria Teresa, per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo, contrarie al suo regime”. E’ quanto dichiara il consigliere Tomas Piccinini (Veneta Autonomia), in occasione della ricorrenza odierna, nella quale si ribadisce l’urgenza di porre fine a ogni forma di violenza di genere e di promuovere una società basata sul rispetto, sull’uguaglianza e sulla dignità umana. “In Italia, dal 1° gennaio al 20 ottobre di quest’anno, - commenta Piccinini - sono avvenuti 89 femminicidi, di cui 77 sono stati commessi in ambito familiare o affettivo e 48 sono avvenuti per mano del partner o dell'ex partner della vittima. Una vittima su cinque è over 70, uccise tutte dai mariti dopo matrimoni lunghi 40 o 50 anni. È il caso di Serenella Mugnai, 72 anni, malata di Alzheimer e uccisa dal marito Alessandro Sacchi, ormai ottantenne; Elisa Scavone, 65 anni, uccisa dal marito settantenne Luciano Sofia a Borgo Filadelfia, a Torino, lo scorso 11 gennaio; Rosetta Romano, di 73 anni, che è stata accanto fino alla fine a un marito autoritario che a 81 anni, il 30 giugno, l'ha strangolata e soffocata; Rosa D'Ascenzo, 71 anni, morta all'inizio dello scorso gennaio per un violento colpo di padella di ferro alla tempia e massacrata anche con calci e pugni dal marito Giulio Camilli, 73 anni, nel casolare di Sant'Oreste, in provincia di Roma. Una storia simile è quella di Lucia Felici, 75enne uccisa da suo marito Carmine Alfano, di 82 anni, a Castelnuovo di Porto il 9 agosto; Annarita Morelli, uccisa a 72 anni dal marito Domenico Ossoli, 73enne, lo scorso 6 agosto con un colpo di pistola. Nonostante questi dati, desta preoccupazione il crescente numero di violenze, abusi e femminicidi anche tra i giovanissimi. L’ultimo caso in particolare, quello di Aurora Tila, di soli 13 anni, che ha sconvolto il paese, sottolineando come la violenza di genere non sia un problema limitato all’età adulta”.“Nonostante il lieve decremento emerso dai dati pubblicati dal Ministero dell’Interno – dichiara il consigliere –, con il numero delle vittime che da 100 scende a 89, è indispensabile rinnovare il nostro impegno a promuovere il rispetto e a difendere la dignità di ogni donna. Il fatto che la maggior parte dei femminicidi avvenuti quest’anno riguardi donne over 70, che hanno perso la vita per mano di mariti e compagni con cui hanno condiviso una vita intera, la dice lunga su quanto profondo sia il lavoro culturale che c’è ancora da fare. Questi abusi restano troppo spesso nell’ombra, aggravati da fattori come l’isolamento, la dipendenza economica e fisica, e il timore di denunciare. Emblematico anche il caso della giovanissima Aurora Tila, di soli 13 anni, la cui vicenda rappresenta uno dei casi più tragici e dolorosi di violenza sulle donne perpetrata tra adolescenti. È una realtà che scuote profondamente le coscienze, evidenziando come la violenza di genere non sia un problema limitato agli adulti ma qualcosa che, purtroppo, si manifesta anche in età giovanissima. Questo fatto, apre una riflessione su temi complessi legati a educazione, relazioni, e cultura. In età adolescenziale, le relazioni sono spesso caratterizzate da fragilità emotive, immaturità, e mancanza di strumenti per gestire conflitti e sentimenti intensi. Tuttavia, quando queste fragilità si traducono in comportamenti violenti, emerge un problema che va ben oltre l’individualità del singolo e si intreccia con dinamiche culturali più ampie. Porre fine a ogni forma di violenza di genere e promuovere una società basata sul rispetto, sull’uguaglianza e sulla dignità umana sono e restano delle priorità improcrastinabili, per la quale è necessaria un’azione collettiva e incisiva. La violenza contro le donne – sottolinea il consigliere - rappresenta una delle violazioni dei diritti umani più diffuse e devastanti nel mondo, con conseguenze che si ripercuotono non solo sulle vittime, ma anche sulle loro famiglie, comunità e sull’intera società. Questa giornata non deve essere solo un momento di riflessione, ma anche un’opportunità per rafforzare delle azioni concrete. L’impegno si deve articolare e sviluppare su più fronti: non basta supportare le vittime attraverso servizi dedicati, con percorsi di protezione e programmi di reinserimento sociale ma bisogna anche prevenire comportamenti violenti attraverso l’educazione e la promozione di una cultura del dialogo e della non discriminazione. In queste settimane, su tutto il suolo nazionale, verranno organizzate iniziative che mirano a stimolare un dialogo costruttivo e a coinvolgere attivamente tutti i membri della comunità, perché il cambiamento è possibile solo attraverso un’azione corale. Il mio invito dunque, è quello di prendere parte a queste attività, perché quella della violenza sulle donne è una battaglia che appartiene a tutti e in cui dobbiamo impegnarci, perché solo insieme possiamo costruire una società in cui ogni donna possa vivere libera dalla paura”, conclude Piccinini.