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Ostanel (Il Veneto che Vogliamo): “Piano Casa regionale, un libro dei sogni dopo 4 anni di attesa senza azioni e dotazione di fondi. L’abitare non è più un’emergenza ma una crisi e come tale va gestita”
25 febbraio 2025
(Arv) Venezia 25 feb. 2025 - “Con dati alla mano questa mattina ho dimostrato che la casa in Veneto è una chimera per tanti, sia chi vorrebbe accedere ad una casa pubblica, sia per chi non riesce più a trovarla nel mercato privato perché paga quasi il 40% del proprio reddito mensile per l’affitto: in queste condizioni dobbiamo riconoscere di essere in una crisi abitativa che dobbiamo urgentemente prendere in carico”. E’ quanto dichiara la consigliera Elena Ostanel, (Il Veneto che Vogliamo), a margine della conferenza stampa in Consiglio alla presenza di tutti i capigruppo di minoranza.
“Tuttavia, - continua Ostanel - la Regione del Veneto decide di non intervenire: presenta infatti un Piano Casa regionale, arrivato con quattro anni di ritardo, ora fermo in Commissione, senza individuare azioni concrete per rispondere alle famiglie sempre più in difficoltà e, ancora più grave, senza stanziare un euro da investire sulla casa. È per questo che la domanda che poniamo è chiara: come pensa la Giunta di rispondere all’emergenza abitativa con un libro dei sogni?. I numeri del fallimento della gestione regionale parlano chiaro: dall’insediamento di Luca Zaia, nel 2010, il numero di alloggi Ater sfitti è passato dal 7,1% al 19,3% raggiungendo l’enorme numero di 7.850 case pubbliche vuote. Il sottofinanziamento alle Ater da parte della Regione ha portato negli anni ad una svendita del patrimonio immobiliare pubblico con l’idea che fare cassa serva a investire sulla ristrutturazione degli sfitti, ma i dati testimoniano che non è così. Se la Regione non fa la sua parte e Ater e comuni sono lasciate sole, ci troveremo presto in una situazione irreversibile”.
“Basterebbe – commenta Ostanel - introdurre alcune azioni concrete: secondo le stime che abbiamo presentato oggi con un piano da 3 milioni di euro all’anno la Regione potrebbe eseguire i lavori necessari a riattare gli alloggi che necessitano di piccole manutenzioni, che sono il 25% del totale degli alloggi sfitti di proprietà delle Ater, e che potrebbero essere così messi subito a disposizione delle graduatorie. Non possiamo poi dimenticare anche quanto accade nell’ambito del mercato privato, che vede i costi lievitare ogni mese (rispetto al 2016 l’affitto al metro quadro in Veneto è aumentato quasi del 50%). Per questo serve rifinanziare il fondo per le morosità incolpevoli ma soprattutto sostenere le agenzie per l’abitare che nascono nei comuni e che si pongono come ente che sostiene sia i locatori che i locatari. Oltre a questo, sono ancora due i grandi temi che la Giunta dimentica, - sottolinea Ostanel - come gli affitti brevi, sui quali si potrebbe portare avanti il progetto di legge statale che ho depositato, e attualmente fermo in Commissione, che regolamenterebbe il tema, e anche gli alloggi studenteschi, in una Regione che è la peggiore del Nord per offerta di alloggi a chi studia da fuorisede”. “Alla conferenza stampa – aggiunge Ostanel - sono intervenuti Francesca Benciolini, Assessora alla casa e l’edilizia residenziale pubblica a Padova che ha sottolineato come in questi anni di grande crisi abitativa i comuni stiamo facendo fronte alla mancanza di case per le persone più fragili ma anche di disponibilità di abitazioni per una fascia sempre più consistente di nuclei che hanno uno o anche due stipendi ma non trovano casa o a cui non viene rinnovato il contratto al momento della scadenza, pur senza problemi di morosità. L’Assessora ha chiesto alla Regione di essere convocati ed ascoltati per condividere analisi e prospettive e cercare soluzioni e strumenti per questo nostro territorio in cui i grandi comuni soffrono di una tensione abitativa altissima e tanti altri comuni delle aree interne hanno uno sfitto che raggiunge quote del 60%. E’ intervenuta anche Remy Wacogne, di OCIO, che ha ricordato che oltre al sottofinanziamento ormai strutturale da anni a livello nazionale e regionale, anche la gestione del patrimonio Erp e la definizione dei criteri di assegnazione sono critici. Si preferisce così restringere la platea degli aventi diritto al costo di una netta diminuzione degli introiti dai canoni di affitto. È inoltre intervenuta la vicesindaca di Bologna Emily Clancy che ha raccontato l’esperienza dell’alleanza per la casa nazionale che ha riunito decine di sindaci e amministratori di tutta Italia per chiedere al governo un Piano Casa Nazionale perché la crisi abitativa esiste e colpisce in particolare le Regioni, come la nostra, che da anni non fanno la propria parte”, conclude Ostanel.