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Consiglio Veneto inizia esame Nuovo Piano Energetico regionale
(Arv) Venezia 11 mar. 2025 - Il Consiglio regionale del Veneto, nel corso della seduta odierna, ha iniziato l’esame della Proposta di deliberazione amministrativa n. 84 “Nuovo Piano Energetico (NPER)” adottato ai sensi della l. reg. n. 25/2000 “Norme per la pianificazione energetica regionale, l'incentivazione del risparmio energetico e lo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”. “Il Piano energetico regionale predisposto dalla Giunta - ha ricordato il presidente della Terza commissione consiliare Marco Andreoli (Lega-LV), relatore d’aula della Pda - è un piano settoriale che definisce le linee di indirizzo e di coordinamento della programmazione in materia di promozione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico la cui durata è stabilita in ragione degli obiettivi e delle strategie poste a suo fondamento. Il percorso di redazione del Nuovo Piano è stato avviato nel 2022 con provvedimenti dell’esecutivo regionale che hanno portato alla predisposizione del Documento Preliminare di Piano e del Rapporto Ambientale Preliminare, secondo quanto previsto dalla procedura di Valutazione Ambientale Strategica, adottati con l’elenco dei soggetti competenti in materia ambientale e disponendo l’invio della documentazione agli uffici di supporto della Commissione Regionale VAS dando così avvio alla consultazione con i soggetti competenti in materia ambientale, al termine della quale la stessa Commissione per la VAS, tenuto conto dei pareri delle Autorità ambientali consultate, ha espresso le proprie valutazioni sulla portata e sul livello di dettaglio delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale. Sulla base delle consultazioni fatte e del parere reso, è quindi proseguito il lavoro di consolidamento della proposta di NPER. Sulla proposta di deliberazione amministrativa, la Terza commissione permanente del Consiglio Veneto, presso la quale il NPER è stato incardinato ai fini istruttori, ha effettuato le consultazioni con i portatori di interesse, invitandoli a esprimere per iscritto osservazioni e proposte. Alla Pda sono stati allegati il Nuovo Piano Energetico Regionale e altri cinque documenti: il rapporto ambientale, la sintesi non tecnica, la Valutazione Incidenza Ambientale - Selezione Preliminare - Screening, la sintesi delle osservazioni pervenute con le relative controdeduzioni e valutazioni, e il parere n. 177 del 1’ agosto 2024 della Commissione Regionale VAS”. Il correlatore del provvedimento, Arturo Lorenzoni (Gruppo misto - Veneto Vale), ha stigmatizzato in particolare “Il ritardo con il quale il Piano approda in aula, a venticinque anni dal varo della fonte legislativa di riferimento. Peraltro, il lavoro di analisi svolto dagli uffici, ciclopico, risulta soddisfacente, ma il Piano presenta una serie di limiti: in particolare, esso appare teorico e avulso dalla realtà, dal punto di vista energetico e trasportistico. Il Piano inoltre appare senza identità e con poche risorse fresche; la tabella 7.1 riassume le risorse disponibili e consente di osservare come il contributo regionale si attesti a un misero 1,05% rispetto al totale delle risorse coinvolte: di fatto, stiamo utilizzando risorse che sono state date alla Regione a prescindere da questo Piano e questo a me duole. Mancano, ad esempio, le modalità di coinvolgimento dei comuni, passaggio ineludibile oggi, e non a livello di consultazione, ma di coprogettazione. Anche sul piano tecnologico il Piano è fiacco: non tratta, ad esempio, il rapporto con i soggetti industriali di primo piano a livello nazionale, e le stesse cinque RIR, le Reti innovative regionali, non vengono valorizzate e sono menzionate una sola volta nel pur corposo documento, con il rischio di una mancanza di collegamento con il mondo delle imprese, così come manca un approfondimento sulla regolazione del settore energia. La manovra emendativa sarà ampia e rivolta a fornire una direzione alle scelte energetiche regionali, tenuto conto del rischio di un effetto domino dovuto al fatto che la modifica delle scelte proposte dalla Giunta può comportare conseguenze legate alla VAS”. Anche il capogruppo di Europa Verde Renzo Masolo ha sottolineato “La mancanza di adeguati finanziamenti, e quindi di coraggio da parte della Regione, di portare avanti questo Piano; e la manovra emendativa che presenteremo sarà testimonianza della volontà delle minoranze di fornire una rotta diversa. La sfida energetica è determinante a livello mondiale: il Veneto, peraltro, è tra le regioni più energivore d’Italia e importa circa il 50% dell’energia necessaria non solo per la produzione, ma anche per la vita di tutti i giorni. La sfida non è solo energetica: si tratta di una sfida globale, che riguarda anche il clima e la salute dei cittadini, e il riferimento è particolarmente legato a tutte le fonti energetiche che prevedono un processo di combustione. Lo sviluppo attuale è fortemente energivoro: serve un modello di sviluppo diverso, rivolto al futuro, da qui al 2030 e al 2050, data-soglia della neutralità energetica”, temi successivamente affrontati anche dal collega Andrea Zanoni. La capogruppo de Il Veneto che Vogliamo Elena Ostanel ha rilevato in prima battuta una questione di metodo, ovvero “Il destino delle 95 osservazioni al Piano: il Veneto si limita a citarle, altre regioni, ad esempio l’Emilia-Romagna, prevedono piani triennali di attuazione con un percorso partecipato di inclusione dei portatori d’interesse, anche nazionali perché non raggiungeremo una transizione giusta lavorando solo all’interno di un contesto regionale, ma cercando di chiedere anche a questi attori che tipo di obiettivi inserire nel Piano-cornice. Vi sono poi altre questioni sostanziali; la mancanza di collegamento con il piano casa, ad esempio, non solo rispetto al patrimonio edilizio privato, ma anche al patrimonio edilizio pubblico e in particolare laddove potrebbe intervenire la Regione, ovvero sulle Ater, i cui inquilini vivono in una situazione di povertà energetica. Sul tema trasportistico, e in particolare del trasporto pubblico locale, è necessario capire il destino del biglietto unico integrato e dell’agenzia unica del trasporto regionale. Abbiamo il coraggio di dire che un Piano che pianifica a cinque anni, quando dovrebbe pianificare a molto di più, invece di scrivere “Si potrà valutare il riconoscimento di una premialità”, dovrebbe disporre in modo più cogente scrivendo “Si dovrà valutare una premialità” per gli interventi di contrasto alla povertà energetica? Un Piano o è ambizioso, pianifica, fornendo una direzione chiara, oppure non è un Piano”. Anche Erika Baldin, capogruppo del Movimento 5 Stelle, ha iniziato la propria analisi di Piano partendo dalle considerazioni legate al tema trasportistico, e in particolare “Della mancanza di limiti al traffico inquinante dei natanti nell’area veneziana e lagunare. La via principe dev’essere una: quella già intrapresa dalla Regione, ma che deve essere ulteriormente favorita e sostenuta, la condivisione dell’energia autoprodotta, elemento che può rappresentare una svolta dal punto di vista dei costi e della sostenibilità, evitando quanto più possibile la combustione, favorendo le rinnovabili”.Il consigliere del gruppo misto Stefano Valdegamberi ha contestualizzato il tema energetico con l’attuale quadro geopolitico internazionale: “Oggi la bolletta energetica è cara: per risolvere questo problema, è necessario cambiare la politica energetica in funzione dell’interesse nazionale, con particolare riguardo all’approvvigionamento a livello internazionale”.Il consigliere Roberto Bet (Lega-LV) ha ribadito “L’importanza strategica del Piano, frutto di un percorso condiviso con tutti i portatori d’interesse che hanno collaborato all’estensione del documento. Non è quindi un Piano calato dall’alto e guarda al 2030 con ambizione, in un contesto che vede il Veneto tra le prime regioni in Italia a livello di produzione di energia da rinnovabili. Con questo Piano iniziamo a mettere le basi per guidare il percorso di autonomia del Veneto rispetto alla produzione di energia, tema che non è solo ambientale, ma industriale e strategica per il Veneto, che governa la transizione energetica e non la subisce”.Anche il consigliere del Partito Democratico Jonatan Montanariello ha giudicato il Piano “Ricco di contenuti e di buoni propositi, ma scarso di risorse e di leve a favore degli enti locali e degli enti strumentali della Regione che detengono patrimoni immobiliari importanti, come le Ater, destinato a rimanere lettera morta”, così come la vicepresidente del Consiglio Veneto Francesca Zottis (Pd) che, sempre prendendo spunto dalle questioni trasportistiche, ha auspicato “Maggiore integrazione tra i diversi Piani di azione regionali; la manovra emendativa al NPER è indirizzata verso temi come geotermia, biomasse, e in generale quelle filiere energetiche che consentono di avere una prospettiva rivolta non solo al 2030, ma che può arrivare fino al 2050”. Al termine della discussione generale, è intervenuto l’assessore regionale Roberto Marcato che, nel ripercorrere la procedura di redazione del Piano e il coinvolgimento dei portatori di interesse, ha ricordato alcuni dati: “Il Veneto aveva un obiettivo di produzione di energia da rinnovabili fissato a livello europeo del 10,3%: il 2020 si è chiuso con il 17,2%; il Veneto ha sfruttato tutta l’energia idroelettrica possibile, è la seconda per impianti fotovoltaici installati, la prima per raccolta differenziata e riuso dei rifiuti e per numero di aziende che investono in economia circolare, nonché la prima che ha disciplinato comunità energetiche, fotovoltaico, geotermia; obiettivi di Piano: riduzione della dipendenza energetica e di emissioni di Co2, non prevede trivellazioni e ricorso al nucleare. È un Piano ambizioso, in un contesto cambiato nel giro di due anni, per ridurre la dipendenza energetica del nostro territorio, energia che presenta un costo elevato sia per le imprese sia in ambito civile”. L’esame del NPER proseguirà nel corso della prossima seduta del Consiglio.