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Centri antiviolenza, Cestaro e Brescacin (Lega-LV): “Massima attenzione su Belluno Donna e sulle realtà del territorio: va salvaguardato il lavoro dei volontari”
29 aprile 2025
(Arv) Venezia 29 apr. 2025 - “La questione dei centri antiviolenza in Veneto, e in particolare la situazione del centro Belluno Donna per la provincia di Belluno, è pienamente all’attenzione del Consiglio regionale. Seguiamo con continuità questo tema, convinte che nessuna realtà debba essere lasciata indietro o, peggio ancora, rischiare la chiusura”. Lo dichiarano la consigliera regionale Silvia Cestaro e la presidente della Commissione Sanità Sonia Brescacin, entrambe dell’intergruppo Lega - Liga Veneta, sottolineando in una nota “Il lavoro di raccordo istituzionale in atto: ci confrontiamo settimanalmente con l’assessore Manuela Lanzarin che ha seguito da vicino il tavolo tecnico nella Conferenza Stato-Regioni e ha personalmente sollevato il caso con la ministra Roccella. Non si tratta quindi di un argomento lasciato in secondo piano, anzi: la nostra Regione ha la chiara esigenza di garantire la continuità di tutti i centri attivi sul territorio. È fondamentale non solo scongiurare ogni ipotesi di chiusura, ma anche valorizzare e, dove necessario, tutelare l’attuale struttura organizzativa, compresa quella componente di volontariato che da sempre rappresenta il cuore dell’operatività quotidiana nei centri, soprattutto in territori complessi come quello bellunese”.
“Fondamentale - proseguono le consigliere - anche il raccordo istituzionale locale: il contatto è costante anche con la consigliera di parità provinciale di Belluno, Flavia Monego, che si confronta regolarmente con noi, con l’assessore Lanzarin e con la consigliera di parità regionale, che a sua volta segue la stessa problematica anche per le altre province. Si tratta quindi di un lavoro di squadra che unisce Regione, territorio e pari opportunità, con l’obiettivo comune di non disperdere l’enorme patrimonio umano, professionale e sociale costruito in questi anni. I centri antiviolenza rappresentano infatti un punto di riferimento insostituibile per molte donne, spesso l’unico spazio sicuro in cui poter chiedere aiuto, essere ascoltate, avviare un percorso di uscita dalla violenza e di ricostruzione della propria autonomia personale e sociale. Indebolire queste strutture significherebbe mettere a rischio non solo servizi, ma vite”.
“Ribadiamo il nostro impegno - concludono Cestaro e Brescacin - a fare tutto il possibile, a ogni livello istituzionale, affinché realtà come Belluno Donna possano continuare a svolgere il proprio fondamentale ruolo di presidio contro la violenza sulle donne, senza ostacoli burocratici né discontinuità nei servizi”.