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Montanariello e Zottis (Pd): “Valle Millecampi, Codevigo (PD), allevamento manuale di vongole destinato alla chiusura dopo anni di attività e investimenti: la Regione intende rivedere la Carta Ittica e intervenire? Presentata interrogazione”
14 luglio 2025
(Arv) Venezia 14 lug. 2025 - “Circa dieci anni fa, grazie agli investimenti di un allevatore ittico di Chioggia, è nato il primo allevamento di vongole presso Valle Millecampi, nel territorio comunale di Codevigo, nel Padovano. Il tutto avviene, infatti, senza l’utilizzo di strumenti invasivi o meccanizzati ed è considerato a basso impatto ambientale, sostenibile e compatibile con gli ecosistemi lagunari. Ma con l'approvazione nel 2022 della nuova Carta Ittica, questa zona è stata interdetta alla venericoltura, anche se a basso impatto ambientale. E ora, dopo un iter fatto di ricorsi e un pronunciamento del Consiglio di Stato a favore della Regione, l'allevatore dovrà chiudere la sua attività entro l'anno, dopo un decennio di investimenti anche in termini di forza lavoro. E per giunta dopo che è risultato vincitore di un bando per contributi FEAMPA. Uno stop che dunque farebbe perdere il finanziamento, assieme ai quintali di prodotto seminati e in crescita”. A sollevare il caso con un'interrogazione sono i consiglieri regionali del Partito Democratico Jonatan Montanariello e Francesca Zottis che spiegano: “Questa attività, che si estende su una superficie di otto ettari, prevede allevamento e raccolta manuale di vongole veraci e vongole filippine, con una previsione di produzione pari a 4 kg per metro quadrato, in pieno rispetto dell’ambiente e secondo i criteri previsti dalla normativa europea. Chiediamo alla Giunta regionale quali azioni intenda intraprendere per non compromettere la possibilità per piccole realtà individuali come quella di valle di Millecampi di proseguire la propria attività, in deroga a quanto stabilito nella Carta Ittica; se abbia preso in considerazione la possibilità di disciplinare diversamente le attività a basso impatto ambientale e manuali, distinguendole da quelle meccanizzate e industriali e promuovere modelli di allevamento sostenibile e compatibile con l’ambiente lagunare, evitando che criteri generici penalizzino pratiche virtuose già in atto”.