ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 24/05/2022 n. 61

Resoconto n. 61 - 11^ legislatura
Resoconto 61 a Seduta pubblica
Martedì, 24 maggio 2022
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 10.36

PRESIDENTE

A causa di problemi per arrivare stamattina a Venezia, rinviamo l'inizio della seduta alle ore 10.50.
La Seduta è sospesa alle ore 10.36
La Seduta riprende alle ore 11.15

PRESIDENTE

Colleghi, abbiamo il numero legale.
Diamo inizio alla 61a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 8205 del 19 maggio 2022.
Alcuni colleghi stanno ancora arrivando. Visti i problemi di accesso a Venezia, oggi, sia dalla parte est che dalla parte ovest della città, portate pazienza.
Adesso vi sedete dove siete assegnati, poi ne parliamo.
Io posso capire che sia una novità, per qualcuno, vedere che si lavora in quest'Aula, però vi assicuro che normalmente la cosa avviene, fra queste mura.
PUNTO
1



APPROVAZIONE DEI VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 60a Seduta pubblica di martedì 17 maggio 2022.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Tommaso RAZZOLINI
I congedi sono concessi.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Passiamo alle Interrogazioni e alle Interpellanze.
Collega Montanariello, se sta fermo magari iniziamo con lei. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata n. 244 del 28 febbraio 2022 presentata dai consiglieri Montanariello e Camani relativa a "POSTE ITALIANE FATICA A TROVARE PORTALETTERE ANCHE IN VENETO. PRECARIETÀ E BASSI SALARI SONO LE CAUSE PRINCIPALI. IL PRESIDENTE DELLA REGIONE STA A GUARDARE?"

PRESIDENTE

Iniziamo con la IRI n. 244 del collega Montanariello.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
"Poste Italiane fatica a trovare portalettere anche in Veneto. Precarietà e bassi salari sono le cause principali. Il Presidente della Regione resta a guardare?".

PRESIDENTE

Scusi. Signori, che succede con l'audio?
Prego, collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

"Poste Italiane fatica a trovare portalettere anche in Veneto. Precarietà e bassi salari sono le cause principali. Il Presidente della Regione sta a guardare?".
Insieme alla collega Vanessa Camani abbiamo presentato questa interrogazione.
Lo scrivente Consigliere ha da tempo denunciato, anche attraverso un apposito atto ispettivo depositato il 23 marzo 2021, la situazione ormai insostenibile di molti uffici postali nella nostra Regione, dove la carenza di organico e il mancato turnover del settore stanno creando enormi disagi all'utenza e ai lavoratori.
In questi giorni la stampa sta dando conto delle difficoltà che Poste Italiane incontra nel reclutamento di personale a tempo determinato per svolgere l'attività di portalettere nelle Regioni del Nord, Veneto compreso.
Secondo la CGIL Veneto, tra le ragioni che concorrono a determinare questa situazione vi sono anche la precarietà lavorativa e i bassi salari. Leggo il virgolettato della CGIL Veneto: "Oggi il mondo del precariato al recapito si regge su un modello di sfruttamento fatto di straordinario non pagato. Gran parte dei contratti hanno una durata trimestrale e vengono rinnovati preferibilmente a chi non rivendica i propri diritti – affermazioni gravissime quelle della CGIL Veneto – e inoltre i contratti vengono chiusi sistematicamente entro 360/362 giorni dal loro avvio, evitando così il completamento di un anno pieno di lavoro (il massimo consentito dal Decreto Dignità). Questo inficia anche la speranza di future stabilizzazioni e favorisce logiche clientelari di gestione dei precari. Le singole giornate di contratto in più, utili a raggiungere i 365 giorni, sono infatti garantite solo a una parte dei lavoratori. Sembra poca cosa e invece può fare la differenza per un'assunzione a tempo determinato, essendo quello dell'anzianità di servizio uno dei criteri decisivi per le graduatorie. A tutto ciò si aggiunge una politica di bassi salari che caratterizza storicamente non solo l'azienda, ma l'intero settore. Anche questo rende poco appetibile un percorso lavorativo in Poste italiane."
Questo è quello che dice la CGIL Veneto, ed è virgolettato.

PRESIDENTE

Collega...

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Chiudo.
Per sapere se intende recepire le istanze dei sindacati, che si sono resi portavoce delle migliaia di cittadini utenti esasperati, chiediamo al Presidente della Giunta regionale cosa intende fare rispetto a queste motivazioni appena elencate.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde l'assessore Donazzan. Prego.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente.
Poste Italiane si occupa principalmente della gestione del servizio postale in Italia, ma è presente anche nei settori della telefonia mobile, assicurativa e finanziaria. La società è presente sul territorio nazionale con più di 12.800 uffici postali e oltre 1.500 centri di recapito. Poste Italiane conta attualmente oltre 123.000 dipendenti e 27.000 portalettere sul territorio nazionale. In Veneto la società ha un organico di 8.700 dipendenti, di cui circa 2.500 postini.
Le assunzioni per portalettere vengono effettuate con contratto di lavoro a tempo determinato per le esigenze legate alla copertura del personale assente, ai picchi di stagione, alle necessità di risorse umane per specifici uffici e zone, e ciò secondo quanto afferma la società.
A fronte dell'accordo sottoscritto lo scorso 3 agosto 2021 con le organizzazioni sindacali nazionali, Poste Italiane dovrebbe procedere quest'anno alla stabilizzazione di circa 1.400 lavoratori, assunti con contratto a termine, attingendoli dalla graduatoria nazionale, per entrare nella quale è necessario aver maturato un'anzianità aziendale di sei mesi, e non più di nove mesi, come richiesti in precedenza.
Secondo il sindacato, questa graduatoria, che si basa sull'anzianità del singolo a livello nazionale, non tutela i lavoratori, che spesso devono accettare incarichi lontani da casa per non essere superati da altri colleghi nella graduatoria per le stabilizzazioni. Sempre secondo il sindacato, questo è uno dei motivi, unitamente al basso salario, per il quale Poste Italiane Spa fatica a ricoprire i posti vacanti per la mansione di portalettere.
Evidenziando che la materia non rientra tra le competenze della Regione, la Direzione Lavoro monitorerà, comunque, l'evolversi della vertenza.
Questa è la risposta che abbiamo dato in Giunta. Io mi permetto, Presidente, di aggiungere due cose al collega Montanariello e all'Aula. La prima: la contrattazione è materia tra le parti esclusiva; quindi, la contrattazione verte su un accordo libero tra parti datoriali e parti sindacali. La seconda: Poste Italiane è società partecipata di Stato, specificatamente il 35% da Cassa Depositi e Prestiti e il 29,9% dal Ministero dell'economia e delle finanze. Quindi, non c'entra nulla il Presidente della Regione del Veneto.
Invito il collega Montanariello a riferirsi ai propri colleghi di partito alla Camera e al Senato, perché il Governo mi pare sia a guida anche del suo partito.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, la parola al collega Montanariello. Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Assessore, mi dispiace dare una brutta notizia, ma noi, indipendentemente dai colori – non so lei, ma deduco di no, vista la sua risposta – abbiamo a cuore le sorti della nostra Regione. Guardi, Assessore, questa logica per cui la strada è statale e non è di competenza di uno, ma dell'altro, per cui le Poste dipendono da Roma e non dipendono da qui, a noi che abbiamo a cuore l'interesse dei cittadini... Ci permetta di dire, visto che i cittadini sono cittadini veneti, anche utenti e lavoratori, che ce ne frega poco di chi è la competenza, perché noi siamo quelli che continuano a sostenere che il buon funzionamento della Regione Veneto, in tutti i suoi settori, passa anche attraverso l'interessamento del Presidente della Regione e del Consiglio regionale. Diversamente io non riesco a capire perché su altri temi dove non c'è nessuna competenza diretta della Regione Veneto andiamo a fare le missioni a Roma per andare a parlare e per dire che la Regione rivendica determinate problematiche.
Guardi, se sfogliamo un po' la stampa, non è che il Presidente vada a Roma solo per i temi di diretto interesse legislativo; il Presidente va a Roma per tutti i temi di carattere generale che investono giustamente la Regione, perché lui rappresenta la Regione.
Assessore, oggi noi abbiamo un tema su cui la CGIL si assume la responsabilità di denunciare con parole – sono parole virgolettate, non le ho dette io – in cui si parla di sfruttamento e clientelismo. A me non interessa di chi è la competenza. A me interessa che nella mia Regione, se i problemi sono quelli che denuncia la CGIL, non ci siano code davanti agli uffici postali di ore e ore, al netto di chi è la competenza. Così come non ci possono essere lavoratori, stando a quello che dice la CGIL, se fosse vero e verificato, vittime di questo tipo di pratiche.
Quindi, non andiamo a Roma o in giro per il mondo solo per promuovere le nostre bellezze, che meritano tanto. Ma andiamo in giro per il mondo anche a bussare alle porte degli altri enti per dire che in una Regione eccellente fare due ore di coda davanti a un ufficio postale è una cosa vergognosa.
La ringrazio per la risposta, Assessore.

PRESIDENTE

Grazie a lei.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Non posso dire che mi ritengo soddisfatto, per motivi tecnici, però la ringrazio per la puntuale risposta.

PRESIDENTE

Grazie.

Interrogazione a risposta immediata n. 239 del 10 febbraio 2022 presentata dai consiglieri Camani, Bigon, Montanariello, Giacomo Possamai, Zottis e Zanoni relativa a "ENNESIMA FALLA NEI SISTEMI INFORMATICI VENETI. QUAL È IL LIVELLO DI CYBER SICUREZZA DELLA REGIONE DEL VENETO?"

PRESIDENTE

Passiamo alla IRI n. 239 della collega Camani.
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione prende l'occasione per interrogare la Giunta rispetto alla questione che riguarda la cosiddetta "cybersicurezza", cioè il livello di sicurezza dei sistemi informatici regionali, in particolar modo di quelli sanitari.
Sappiamo, infatti, che già nel dicembre 2021 il sistema informatico dell'Azienda Zero sembrerebbe essere stato oggetto di un attacco hacker, che ha prodotto anche un'inchiesta che ha rilevato profili seriamente inquietanti rispetto a questa vicenda.
A seguito di quell'attacco hacker addirittura si sarebbe verificato, nei confronti della Regione del Veneto, un tentativo di riscatto finito male, concluso poi con la pubblicazione online di migliaia e migliaia di dati super sensibili di tantissimi cittadini della nostra Regione.
A pochi mesi, settimane di distanza da quel fatto, senza che su quell'argomento sia stata fatta la necessaria chiarezza e siano state date le doverose risposte, è stato messo in luce e dimostrato da alcuni quotidiani locali (Il Mattino di Padova, La Nuova di Venezia e Tribuna di Treviso) come fosse facilissimo infiltrare il sistema informatico delle ULSS del Veneto, e così, di fatto, accedere ai dati sensibili dei cittadini.
Ora, è chiaro che l'insieme di questi fatti produce grande preoccupazione per noi che siamo i Consiglieri regionali del Partito Democratico, che abbiamo presentato insieme questa interrogazione, ma direi per tutti i cittadini del Veneto, che rischiano di veder leso il loro diritto alla privacy sui dati più sensibili di tutti, quelli che riguardano la loro salute.
I fatti che abbiamo cercato brevemente di riassumere raccontano certamente di un'impreparazione del sistema informatico e delle procedure di sicurezza di cui dispone la Regione del Veneto, in particolare il Sistema sanitario regionale, e dimostrano la sottovalutazione del problema, perché arriviamo tardi, come si dice in questi casi, con i buoi già scappati dal recinto e soprattutto una poca chiarezza rispetto ai temi della sicurezza e delle iniziative messe in campo.
Con questa interrogazione, chiediamo dunque al Presidente della Giunta di sapere quali sono realmente le responsabilità coinvolte nei gravi fatti esposti in premessa e quali contromisure sono state, auspico tempestivamente, messe in campo.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la risposta l'assessore Calzavara. Prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie. Buongiorno a tutti.
Come riferito dal Direttore generale di Azienda Zero, nel portale "Sorveglianza Covid", in data 21 gennaio 2022, all'interno del modulo "portale web cittadino", alla sezione "certificati", è stata introdotta la possibilità di recuperare in maniera autonoma, da parte dei cittadini, i certificati di isolamento e di negativizzazione, qualora prodotti.
Nei giorni 6 e 7 febbraio, sulla stampa locale sono stati pubblicati due articoli in cui veniva messa in evidenza l'erronea possibilità da parte di un cittadino, manipolando intenzionalmente i parametri contenuti nell'url di collegamento, di recuperare i certificati di isolamento e di negativizzazione afferenti ad altri cittadini.
Già in data 6 febbraio, alle ore 7.54, il problema di sicurezza veniva prontamente segnalato da Azienda Zero alla ditta fornitrice del software, la quale già alle ore 9.32 interveniva inibendo la pubblicazione dei suddetti certificati.
Da un'analisi approfondita è emerso che il problema ha coinvolto soltanto i due certificati di isolamento e di negativizzazione e non i restanti presenti nella sezione "certificati" (ad esempio, il certificato vaccinale e il certificato vaccinale Covid) e l'accesso ad ulteriori dati contenuti all'interno dell'intero sistema gestionale SIAVr non era consentito.
Non sono state altresì estratte informazioni infrastrutturali dell'applicativo stesso o di altre componenti regionali, così come non sono state rilevate intrusioni all'interno della rete informatica di Regione del Veneto.
L'analisi dei log conservati nella piattaforma SIAVr ha consentito di individuare i soggetti che hanno effettuato accessi impropri e per i quali sono state predisposte le dovute segnalazioni agli organi giudiziari.
Azienda Zero, in qualità di responsabile del trattamento dei dati nominata dalle varie aziende ASL, si è fatta portavoce all'interno del Sistema sanitario regionale nel diffondere tali informazioni ai referenti di sistemi informativi e privacy e ai loro DPO, e nel supportare le varie aziende nell'eventualità di segnalazioni all'Autorità garante per la protezione dei dati personali.
Quali contromisure da mettere in campo, con nota del 9 febbraio 2022 viene istituita una task force di esperti di sicurezza informatica, al fine di individuare le carenze delle varie Aziende sanitarie. Conseguentemente, è stata effettuata una ricognizione sui livelli di sicurezza delle Aziende sanitarie ed è stato predisposto il documento "Proposta di intervento per la sicurezza ICT della sanità della Regione del Veneto" del 13 aprile 2022, con cui venivano individuate le azioni da intraprendere a sostegno e protezione della sanità veneta e l'istituzione di una struttura organizzativa quale organo di gestione e controllo di tutti gli aspetti relativi alla cybersecurity.
Si evidenzia che ulteriori dettagli tecnici sono a disposizione presso la Direzione ICT e Agenda digitale, dove sono reperibili la documentazione e il personale tecnico per eventuali ulteriori chiarimenti.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, collega Camani. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio l'Assessore per averci sostanzialmente riportato le parole del Direttore di Azienda Zero. Ma è chiaro, Assessore, che la responsabilità di quanto è avvenuto non si può liquidare spiegando ciò che è accaduto.
Se fossimo una Regione normale, di fronte a un fatto del genere, si sarebbero presi quantomeno dei provvedimenti, che non possono essere limitati ad una task force costituita con una lista di azioni da fare due mesi dopo ciò che è avvenuto.
Il blocco immediato del sistema dopo aver riconosciuto il bug, o il problema, o la limitatezza dei dati resi disponibili, non riduce la gravità di quanto è avvenuto. Millantiamo di essere la Regione eccellente dal punto di vista sanitario e non siamo in grado di garantire la sicurezza dei dati dei cittadini del Veneto riguardo il loro stato di salute e come vengono conservati nei nostri database.
Credo sia un fatto gravissimo, che meriterebbe una presa di posizione un po' più seria, soprattutto se avviene, ripeto, all'indomani del famoso attacco hacker che è stato oggetto di inchieste giornalistiche che ancora una volta hanno messo in ridicolo questa Regione. Non è pensabile che in una Regione con quasi 5 milioni di abitanti non ci possa essere la garanzia della protezione dei dati sensibili che riguardano le cartelle cliniche dei cittadini.
Io credo che questa debba essere invece una priorità di questa Regione, con degli investimenti importanti – visto che mi risponde l'Assessore al bilancio, glielo segnalo – per la messa in sicurezza del sistema informatico sanitario e non solo.
Ne va del rispetto dei nostri cittadini e deve essere fatta anche una valutazione delle responsabilità, perché, guardate, nel 2022, non stiamo parlando di fatti isolati: ormai si sa che la parte informatica è sempre più esposta a questo tipo di rischi e noi non possiamo farci trovare per l'ennesima volta impreparati.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Il collega Zanoni è bloccato in arrivo, quindi abbiamo terminato la sessione dedicata alle interrogazioni e interpellanze.
PUNTO
6



PROPOSTA DI LEGGE STATALE DA TRASMETTERE AL PARLAMENTO NAZIONALE, AI SENSI DELL'ARTICOLO 121 DELLA COSTITUZIONE DAL TITOLO: "MISURE DI RAFFORZAMENTO PER IL SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE: RIDETERMINAZIONE IN AUMENTO DELL'AMMONTARE DELLA QUOTA DELL'IRPEF LIBERAMENTE DESTINABILE IN BASE ALLA SCELTA DEL CONTRIBUENTE" D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO. (PROGETTO DI LEGGE STATALE N. 13) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 85/2022)

Relazione della PRIMA Commissione consiliare.
Relatore: Consigliere Zecchinato
Correlatrice: Consigliera Camani

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 6), progetto di legge statale n. 13.
La parola al relatore, collega Zecchinato.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Con legge finanziaria per il 2006 è stata introdotta la possibilità per il contribuente di devolvere il 5X1000 della propria imposta sul reddito delle persone fisiche a soggetti che operano in settori di riconosciuto interesse pubblico per finalità di utilità sociale, al fine di dare sostegno agli enti del Terzo settore no-profit. Le finalità del 5X1000 sono espressamente definite dalla legge. Possono infatti beneficiare gli enti no-profit, oltre ad alcune Amministrazioni pubbliche, e pertanto risultano beneficiari anche i Comuni, che però sono vincolati naturalmente a destinare le proprie risorse alle proprie attività sociali.
I contribuenti possono destinare la quota del 5X1000 dell'IRPEF a soggetti che operano in diversi settori, in particolare: volontariato, ricerca scientifica e universitaria, ricerca sanitaria, politiche sociali perseguite dai Comuni, attività sportive a carattere dilettantistico, attività di tutela, promozione e valorizzazione di beni culturali e paesaggistici, sostegno alla gestione delle aree protette.
In merito alla qualificazione del contributo del 5X1000 occorre ricordare alcuni provvedimenti che ne hanno appunto segnato il percorso: in particolare la sentenza 202 del 2007, il parere decisorio del Consiglio di Stato 2627 del 2011, la sentenza di Cassazione a Sezioni riunite n. 24964 del 2017.
Lo scopo in ogni caso è quello di dare la possibilità ai contribuenti di destinare la quota dell'IRPEF liberamente destinabile a soggetti no-profit che svolgono un ruolo centrale nella vita civile e vanno sostenuti affinché possano consolidarlo. Lo strumento del 5X1000 è risultato un grandissimo successo e i numeri lo testimoniano. Il non profit è un pilastro fondamentale per offrire opportunità a chi vive in condizioni di fragilità, per far crescere una cultura della diversità e dell'accoglienza, per migliorare la qualità della vita delle nostre comunità. Il principio applicato consente, oltre che dare risorse ai soggetti destinatari, di impedire il passaggio del gettito fiscale attraverso gli uffici pubblici, consentendo di raggiungere direttamente il destinatario, con notevoli risparmi di tempo. Infatti, c'è un rapporto diretto tra contributo e percettore.
Sostenere il Terzo settore è un investimento e non un costo. Esso contribuisce allo sviluppo di quella infrastruttura sociale che rafforza le nostre comunità e le rende capaci di affrontare l'onda d'urto delle sfide che stiamo attraversando. Per questo è cruciale continuare a sostenere chi opera nel nostro territorio vicino alle persone e ai loro bisogni.
Vorrei ricordare alcuni dati. Il Terzo Settore impiega oltre un milione di lavoratori e oltre cinque milioni di volontari. In media un volontario di questi cinque milioni si è stimato che possa dedicare almeno venti ore al mese come volontariato e da ciò si deduce che ci sono milioni di ore prestate ogni anno in favore delle nostre comunità.
L'Agenzia delle Entrate ha pubblicato gli elenchi del 5X1000. Per citare alcuni dati al 2020: 16,5 milioni di italiani hanno firmato, di cui 10,5 milioni hanno scelto il volontariato. È stato superato il tetto di 520 milioni di euro. Mi soffermo un attimo su questa cifra perché, anche dal punto di vista dell'impatto economico, portare dal 5 al 10 per mille l'aliquota destinabile vorrebbe dire una minore entrata per lo Stato di circa 500 milioni di euro, però con notevoli benefici perché ogni euro investito nel Terzo Settore e nel volontariato ne genera molti di più, poi, nella società.
L'elenco degli ammessi comprende in totale 69.151 enti. In cima alla classifica si trovano gli enti del volontariato, che sono 49.491. A seguire le associazioni dilettantistiche (10.902), gli enti impegnati nella ricerca scientifica (510), quelli che operano nel settore della sanità (106), gli enti dei beni culturali e paesaggistici (136) e gli enti gestori delle aree protette (24). Nell'elenco figurano anche 7.982 Comuni, a cui sono destinati 16,5 milioni di euro.
Questo provvedimento, quindi, vuole aumentare il sostegno a tali enti incrementando la quota dell'IRPEF liberamente destinabile dal contribuente a soggetti no-profit dal 5 al 10 per mille, senza gravare, chiaramente, sul cittadino.
La proposta di legge è articolata in quattro articoli, che do per letti.
Al primo articolo viene prevista la rideterminazione della quota dal 5 al 10 per mille.
L'articolo 2 è relativo alle disposizioni attuative.
L'articolo 3 è la norma finanziaria.
L'articolo 4 è l'entrata in vigore.
Vorrei soffermarmi, prima di chiudere, su un aspetto. Magari qualcuno può dire che effettivamente esiste dal 2021 anche il registro del Terzo settore. Questo progetto di legge, a valenza statale, è stato presentato prima dell'entrata in vigore del registro e la data di entrata in vigore del registro, l'operatività, sostanzialmente, del registro del Terzo settore è il 23 novembre 2021. Da questo momento è iniziata sia la migrazione verso il registro degli Enti del Terzo settore, di tutti quegli enti prima accasati in specifici registri (penso alle APS, alle associazioni di volontariato e ad altri), sia la possibilità di iscriversi per i nuovi soggetti a questo registro.
Le Regioni dovevano, entro la data del 21 febbraio 2022, completare il trasferimento dei registri in essere al registro del Terzo Settore e dal 21 febbraio decorrono i 180 giorni, quindi fino al 20 agosto, per effettuare la verifica se i soggetti migrati hanno tutti i requisiti richiesti.
Considerato che nel frattempo il decreto-legge n. 77/2021 ha posticipato al 31 maggio 2022 il termine che è stato concesso alle organizzazioni di volontariato, alle APS, alle ONLUS per adeguare i propri Statuti alla nuova normativa del Terzo settore, che è un aspetto molto impegnativo che ha comportato anche dei ritardi, lo dicono gli stessi analisti della materia, soprattutto per la nuova disciplina e l'aspetto anche fiscale per la messa a regime, e visto inoltre che, a fronte di questo, l'articolo 101 del cosiddetto "Codice del Terzo settore", il decreto legislativo n. 177/2017, prevede che, fino all'operatività del registro unico del Terzo settore, si applicano le norme previgenti, a fronte di questo si ritiene che la proposta di legge, così come presentata, ripeto, prima dell'avvenuta operatività del registro, sia comunque da mantenere nella impostazione così come è stata proposta, a fronte dell'evoluzione del quadro normativo, che è ancora in itinere, e della sua implementazione attuativa e, visto che si tratta di un PDLS, lasciando, sostanzialmente, alle letture, alla discussione parlamentare eventuali adeguamenti e aggiornamenti.
Il focus è comunque quello di spostare dal 5 al 10 per mille la quota di contribuzione. Concludo innanzitutto chiedendo a tutto il Consiglio di condividere questa proposta e di farsi anche poi parte attiva per la sua applicazione, o comunque nella fase di discussione parlamentare, ognuno chiaramente per i propri orientamenti politici e i propri appoggi romani.
Vorrei però anche ringraziare, prima di chiudere, soprattutto la Presidente della Quinta Commissione Sonia Brescacin, che con me ha sottoscritto e depositato il progetto di legge, i Consiglieri che lo hanno sottoscritto, la Prima Commissione che lo ha licenziato e naturalmente, per l'aiuto e per la collaborazione, l'Ufficio legislativo della Regione, oltre che quello del Gruppo, la Presidenza del Consiglio e i Capigruppo per averlo portato all'ordine del giorno in quanto ritengo sia un argomento estremamente importante e di coesione sociale.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola alla correlatrice Camani. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Il collega presentatore del progetto di legge statale ha già detto tutto, dunque non voglio tornare sull'importanza del 5X1000 e di come la novità introdotta nel 2006 di costruire un meccanismo che coinvolga direttamente la responsabilità del singolo contribuente nella destinazione delle proprie imposte sia una modalità che in questi anni ha accresciuto la sua importanza, che è attuata non soltanto per il 5X1000, ma penso anche per il 2 per mille verso, ad esempio, i partiti politici, e che ha certamente il pregio di responsabilizzare il contribuente, sia nella destinazione delle proprie imposte, sia nel prefigurare la ragione per cui le imposte vengono pagate.
È dunque sicuramente un meccanismo, un sistema di devoluzione di risorse rispetto al quale è utile fare alcune valutazioni.
Io credo che sia funzionale alla presa di consapevolezza che le tasse che paghiamo non servono soltanto per "Roma ladrona", ma servono anche per servizi molto specifici. In questo caso, possiamo addirittura scegliere noi a cosa servono, ed è anche un meccanismo trasparente, perché ciascuno decide dove devolvere una quota delle proprie imposte.
È quindi evidentemente difficile votare contro un progetto di legge statale che ha l'obiettivo di incrementare la quota di risorse che ha questa finalità. Su questo siamo tutti d'accordo. Io penso che però, consigliere Zecchinato, dobbiamo avere anche piena consapevolezza della strada che stiamo intraprendendo, perché certo è importante valorizzare il Terzo settore e, in generale, tutti i soggetti che svolgono finalità di utilità sociale. È vero che non è una cosa di competenza regionale, quindi noi la approviamo, facciamo bella figura, chiediamo che aumenti l'aliquota e poi vedranno a Roma come risolversela. Però, colleghi, abbiamo un problema, secondo me, di senso rispetto a quello che facciamo: le risorse che vengono destinate al 5X1000 non arrivano da Marte, sono risorse limitate che i contribuenti italiani dovrebbero versare allo Stato ogni anno. È chiaro che se io aumento la percentuale dal 5 al 10 per mille, devo raddoppiare la quota di entrate nazionali che, anziché essere utilizzate per altre cose, devono essere devolute al 5X1000.
Quando – l'assessore Calzavara lo sa benissimo – veniamo in questo Consiglio e chiediamo risorse per delle attività precise, l'assessore Calzavara ci dice "Bello! Da dove le togliamo, in una fase di risorse limitate?". È vero che questo è un problema dello Stato e non della Regione del Veneto, però capite bene che il legislatore responsabile dovrebbe porsi questo tema: attualmente il 5X1000 in Italia impegna oltre 500 milioni di contributi. È chiaro che se io aumento la percentuale dal 5 al 10 sto dicendo allo Stato che da un anno all'altro deve trovare minimo altri 500 milioni di euro, che non deve più spendere in una direzione perché vanno investiti nella quota di quello che dovrebbe diventare il 10 per mille.
Va benissimo se qualcuno mi spiega da dove prendiamo quelle risorse.
Peraltro, se non ricordo male, consigliere Zecchinato mi corregga nel caso, il fondo per il 5X1000 non è un fondo aperto, ma ogni anno viene stanziato in Legge di Bilancio un impegno di spesa, un importo che può essere devoluto al 5X1000 e, dai ricordi romani che ho io, quell'importo non basta mai.
Dunque, c'è un tema, io credo, di responsabilità che dovremmo assumerci rispetto al fatto che il 5X1000, solo perché va agli enti del Terzo settore, non è gratis: non è gratis per i cittadini, perché è vero che non pagano direttamente, ma è comunque una quota delle loro tasse, e soprattutto non è gratis per lo Stato italiano.
Ripeto, mi va benissimo. Ero anche tentata di fare una proposta emendativa in cui dicevo di alzarla al 20 per mille, tanto, 500 milioni più, 500 milioni meno, li devono trovare a Roma, mica qua. Se, però, vogliamo essere un minimo coerenti con quello che proponiamo e con l'attività legislativa che proviamo a fare dentro un Consiglio regionale, dobbiamo capire se le proposte che noi facciamo reggono in una fase storica in cui abbiamo, negli ultimi due anni, messo 175 miliardi a debito per reggere i conti dello Stato, in cui facciamo fatica a chiudere le finanziarie, in cui tante famiglie hanno sempre più bisogno di risorse, servizi e prestazioni garantite dallo Stato e dalle Istituzioni. Anche il tempismo... La fase rende più complicata un'iniziativa, che, ripeto, nel merito è assolutamente meritoria.
Ad esempio, consigliere Zecchinato, per dire come penso io debba essere affrontato il tema: tutta la relazione che accompagna il progetto di legge statale è condivisibile nel merito e anche nel metodo. Quindi, sono d'accordo con lei che in generale le associazioni che svolgono funzioni di utilità sociale andrebbero ulteriormente rafforzate e valorizzate, sono d'accordo con lei che servirebbero maggiori risorse per questa finalità, sono d'accordo con lei che addirittura l'opportunità che il 5X1000 ci dà, che non è soltanto quella di dire "voglio che il 5X1000 delle mie tasse vada al Terzo settore", ma è anche quella di dire a quale ente del Terzo settore posso devolverle, quindi anche all'associazione vicino a casa mia, che so come lavora. Io penso che questo progetto di legge statale, ad esempio, avrebbe potuto e dovuto essere accompagnato anche da un impegno che noi della Regione del Veneto prendiamo rispetto a questo tema.
Io ho presentato un ordine del giorno in cui invito la Giunta a investire su una campagna di informazione importante in questa Regione per far conoscere ai veneti, anche ai veneti, l'opportunità del 5X1000. Quasi la metà dei cittadini del Veneto non sceglie di opzionare il 5X1000, ad esempio. Investiamo, assessore Calzavara, un po' di risorse perché questa opportunità fondamentale diventi un obiettivo politico che condividiamo perché, appunto, il Terzo settore in generale in Italia, ma nel Veneto in particolare è un comparto fondamentale. Investiamo noi per primi, diamo il segnale che ci crediamo noi in questa modalità di investimento delle risorse e dei contributi dei veneti e in questa modalità di erogazione del servizio, cioè attraverso gli Enti del Terzo Settore.
Ho presentato un ordine del giorno in cui impegno la Giunta a promuovere una massiccia campagna di informazione per far sapere e far conoscere ai veneti che c'è questa possibilità. Magari individuiamo anche alcune associazioni nel nostro territorio che meritano di essere valorizzate, a partire da quelle del Terzo settore, ma io indico, ad esempio, l'Istituto Oncologico Veneto, quindi anche soggetti che operano in ambito sanitario, che mai come in questi anni hanno sempre bisogno di risorse.
Ripeto, è un progetto di legge statale, dunque parte da qua e molto difficilmente arriverà sui banchi del Governo, in particolar modo in questa fase storica, in particolar modo in questo Governo, in particolar modo sul finire della legislatura. Questo lo dico per capire a cosa serve questa roba qua. Però è certamente un auspicio, un'intenzione, che ovviamente ci sentiamo di condividere, per dare un po' di significato politico e legislativo all'attività che facciamo e di coerenza, anche, perché poi uno gioca la partita nel suo campo: se uno gioca in Serie A, gioca in Serie A, se uno gioca in Serie B, gioca in Serie B. Penso che anche in Serie B ci siano delle cose che si possono fare, molto importanti, anzi, delle volte anche più concrete di quelle che si possono fare. Ovviamente, il livello della Serie è solo il livello istituzionale più alto o più basso, non era assolutamente in termini dispregiativi.
Anche nel nostro campionato possiamo fare qualcosa per investire sul Terzo settore e per fare in modo che anche i cittadini del Veneto aumentino la loro percentuale di adesione a questa opportunità e, possibilmente, contribuiscano a rafforzare il mondo del Terzo settore della nostra Regione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Abbiamo concluso le illustrazioni dei relatori.
Ci sono interventi su questo PDLS? Non ne vedo.
Come chiusura della discussione generale, interviene il relatore Zecchinato. Prego.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie.
Solo per chiudere e, intanto, per esprimere soddisfazione, visto che la correlatrice Camani ha espresso la condivisione, sostanzialmente, del progetto di legge, però mi viene da dire: anche con un po' di voglia di vivere, nel senso che se proponiamo un progetto a valenza statale, l'auspicio chiaramente è quello che vada a buon fine, se tutti credono e condividono l'obiettivo e se tutti credono che sia buona cosa raddoppiare lo stanziamento liberamente destinabile dal cittadino verso gli enti del Terzo settore e verso il no-profit.
Voglio ricordare che il 5X1000 è stato introdotto, al tempo, da Giulio Tremonti e sostanzialmente ha invertito, ha rotto il meccanismo cittadino-Stato (cioè il cittadino vota e lo Stato spende), dando la possibilità al cittadino di decidere dove spendere, chiaramente nell'ambito dei limiti stabiliti per legge per gli enti destinatari di queste risorse.
Questo meccanismo ha funzionato, tanto che i dati lo dicono. Penso sia indubbio che il Terzo settore in termini di lavoratori, in termini di volontariato, generi molto di più rispetto a quello che viene investito – quindi anche una mancanza di introito di risorse da parte dello Stato, in questo caso parliamo di 500 milioni –, come ho detto in presentazione correttamente e lo ha ripreso la consigliera Camani nella controrelazione.
Penso che il Terzo settore sarebbe ampiamente soddisfatto, qualora questo progetto di legge, pure adattato a livello nazionale, portasse al 10 per mille la quota destinabile: sicuramente i vantaggi sarebbero moltiplicati sul territorio.
In un momento particolare come questo, in cui c'è bisogno di coesione sociale, e il Terzo settore è anche questo, io credo sia importante cercare di guardarlo in maniera positiva e cercare di portarlo avanti il più possibile, ripeto, ognuno per le proprie competenze e possibilità, anche verso il Governo nazionale.
In ogni caso, ringrazio della condivisione. Non so, Presidente, se posso farlo già adesso, ma chiederei un momento di sospensione per quanto riguarda l'ordine del giorno di cui ha parlato la consigliera Camani.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi.
Passiamo all'articolato.
Si vota con Concilium. Sono caricati su Concilium i documenti relativi alla seduta odierna: ad esempio, l'ordine del giorno che ha depositato la collega Camani è stato caricato.
Siamo sull'articolato.
Articolo 1.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
A verbale, Valdegamberi ha votato a favore.
Il Consiglio approva.
Articolo 2.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione. Aiutate Valdegamberi col sistema informatico.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 3.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 4.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo all'ordine del giorno della collega Camani.
ODG n. B0001

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Camani relativo a "La Regione sostenga il terzo settore promuovendo una campagna informativa a sostegno del 5 per mille" in occasione dell'esame della proposta di legge statale relativa a "Misure di rafforzamento per il sostegno degli enti del terzo settore: rideterminazione in aumento dell'ammontare della quota dell'IRPEF liberamente destinabile in base alla scelta del contribuente". (Progetto di legge statale n. 13) APPROVATO (Deliberazione n. 84/2022)

(N.d.R. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
Premesso che:
- con "5x1000" si intende la quota di imposta sui redditi delle persone fisiche (Irpef) che il contribuente, secondo principi di sussidiarietà fiscale, può destinare agli enti non profit iscritti presso l'elenco dei beneficiari tenuto dall'Agenzia delle Entrate e alle iniziative sociali dei comuni. Le iniziative finanziabili con le quote di 5x1000 sono espressamente definite dalla legge e ogni associazione destinataria di contributo ha l'obbligo di stilare un rendiconto di come siano state utilizzate le somme ricevute entro 12 mesi dall'incasso;
- i contribuenti possono destinare la quota del 5x1000 dell'Irpef a soggetti operanti nei settori del volontariato, della ricerca scientifica e universitaria, della ricerca sanitaria, delle politiche sociali perseguite dai Comuni, delle attività sportive a carattere dilettantistico, dell'attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici e del sostegno alla gestione delle aree protette;
Considerato che:
- il mondo del no profit sempre di più ricopre un ruolo fondamentale di riferimento nella società civile, offrendo non solo sostegno a situazioni di fragilità sociale ed economica, ma anche proponendo attività di socialità e aggregazione e promuovendo stili di vita sani, diffondendo cultura e curando la tutela di ambiente e beni artistici, senza contare il grande lavoro di ricerca in ambito universitario e sanitario. Lo scopo del 5x1000 è dunque quello di dare la possibilità ai contribuenti di partecipare in prima persona e direttamente al sostegno dei progetti e delle attività di questi soggetti, di cui sono in sostanza beneficiari finali.
- su circa 26 milioni di contribuenti, il 60% (quasi 16 milioni di contribuenti) destina regolarmente il 5x1000. Di questi, circa il 78% esprime una preferenza, mentre il restante 22% appone la firma senza esprimere una preferenza esplicita.
Visto che:
- il progetto di legge statale 13 in esame propone di aumentare il sostegno a tali enti incrementando la quota dell'Irpef liberamente destinabile dal contribuente a soggetti non profit dal 5x1000 al 10x1000.
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a creare e promuovere una massiccia campagna informativa a sostegno della destinazione del 5x1000, affinché il maggior numero di contribuenti sia messo a conoscenza di questo strumento che sempre più spesso rimane la fonte unica di finanziamento per tanti enti del terzo settore che operano sul nostro territorio.
Il relatore chiede una sospensione di cinque minuti per parlare dell'ordine del giorno. Scusi, ma prima, nel complesso del discorso, non si era colta la richiesta di sospensione.
Sospendiamo i lavori. La ripresa sarà alle ore 12.05.
Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 12.01
La Seduta riprende alle ore 12.05
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Possiamo ricominciare.
Ha chiesto di intervenire il relatore Zecchinato.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
In merito all'ordine del giorno, la proposta che faccio è di accoglierlo, però modificandolo, dove "si impegna la Giunta a creare e promuovere una massiccia campagna" con la sostituzione dei termini "impegna la Giunta a valutare la possibilità di promuovere una massiccia campagna".
Chiedo alla presentatrice se è d'accordo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la correlatrice Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, presidente Zottis.
Naturalmente mi fa piacere che l'idea, la proposta che abbiamo raccolto in questo ordine del giorno sia stata ripresa dal presentatore del progetto di legge statale e anche dall'Assessore. L'idea è esattamente quella che dicevamo prima, cioè di diventare anche una Regione in grado di mobilitare questa modalità responsabile di utilizzo delle risorse, delle imposte che i cittadini veneti pagano allo Stato, creando, appunto, una campagna informativa che sostenga la destinazione del 5X1000, che faccia conoscere ai cittadini del Veneto questa possibilità.
Altrettanto ovviamente accolgo anche la proposta di riformulazione del relatore. Mi rendo conto che, per ogni cosa che si propone, servono risorse per realizzarla. Torno al ragionamento di prima.
Detto questo, confido che possa essere importante per la nostra Regione investire in questo modo, per quanto ci compete, nel 5X1000. Quindi, ribadisco l'accoglimento della riformulazione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
La modifica proposta dal relatore è stata accolta dalla correlatrice. Ripeto, l'impegno è di valutare la possibilità di promuovere una massiccia campagna. Il resto rimane così come scritto.
Mettiamo in votazione l'ordine del giorno n. B0001, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ci sono dichiarazioni di voto sul provvedimento?
Se non ci sono dichiarazioni di voto, apriamo la votazione sul PDLS n. 13.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "DISCIPLINA DELLE ATTIVITÀ DI PROTEZIONE CIVILE". (PROGETTO DI LEGGE N. 54) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 13/2022)

Relazione della SECONDA Commissione consiliare.
Relatrice: Consigliera Rizzotto
Correlatore: Consigliere Montanariello

PRESIDENTE

Passiamo adesso al punto successivo, progetto di legge n. 54.
La relatrice è Silvia Rizzotto, a cui lascio la parola.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Oggi noi ci troviamo ad affrontare questo importante progetto di legge che riguarda la disciplina della Protezione civile. È un progetto di legge che ci ha impegnato molto in questo anno e oggi arriviamo alla sua conclusione. Ricordo da subito che la Regione del Veneto comunque ha già una sua disciplina e vnell'84 aveva approvato una legge (la legge n. 58 del 1984) sulla disciplina degli interventi regionali in materia di Protezione civile.
Successivamente, nel '92 la legge n. 6 e anche i provvedimenti per la prevenzione ed estinzione degli incendi boschivi. La Regione Veneto si è dotata di una normativa specifica per l'antincendio boschivo, normativa che però, a livello statale, è stata definita successivamente con la legge n. 353 del 2000 (legge quadro in materia di incendi boschivi).
Negli anni successivi, a seguito della necessità di adeguare la normativa alle nuove esigenze, ma anche alla continua evoluzione normativa nazionale che c'è stata, il Consiglio regionale ha approvato alcune leggi che hanno modificato il testo originario di queste due leggi, quindi quella della Protezione civile e quella dell'antincendio boschivo.
Ricordo, in particolare, che nel 1992 lo Stato ha promulgato una legge con l'istituzione del Servizio nazionale della Protezione civile (il Veneto l'aveva già fatta prima, nel 1984).
Voglio poi anche ricordare che nel 2001, con la riscrittura dell'articolo 117 della Costituzione, è stato di nuovo ribadito che la Protezione civile rientra tra le materie di legislazione concorrente per cui spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei princìpi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.
C'è stata poi l'approvazione del decreto legislativo n. 1 del 2018, quindi il Codice della Protezione civile, e successive modifiche, apportate col decreto legislativo n. 4 del 2020, con cui lo Stato ha definito in modo organico le nuove disposizioni nell'ambito della Protezione civile, recependo la modifica costituzionalmente precedentemente intervenuta e individuando le componenti e le Autorità di Protezione civile quali elementi fondamentali di coordinamento del Servizio nazionale della Protezione civile.
In particolare, l'articolo 11 del Codice individua la funzione delle Regioni, demandando alle stesse, nell'esercizio delle potestà legislativa ed amministrativa, la disciplina dell'organizzazione dei sistemi di Protezione civile nell'ambito dei rispettivi territori.
L'evoluzione normativa negli ultimi trent'anni è stata estremamente profonda ed importante. A fianco alle modifiche legislative, infatti, sono intervenuti anche numerosi decreti e direttive che hanno definito nel dettaglio un sistema di Protezione civile profondamente mutato rispetto a quanto era stato previsto inizialmente, anche attribuendo alle Regioni funzioni precedentemente non previste, per esempio, il sistema regionale di allertamento svolto nell'ambito del Centro funzionale decentrato in conformità alla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 febbraio 2004.
Va rilevato inoltre che è cresciuto e maturato in modo rilevante il volontariato di Protezione civile, fino a costituire una componente fondamentale dell'intero sistema di Protezione civile non solo nell'emergenza, ma anche nella gestione delle attività di prevenzione, previsione e monitoraggio.
In Veneto abbiamo 511 associazioni di volontariato che si occupano di Protezione civile (questo al 31 dicembre 2021) delle quali 450 sono state anche impegnate nel corso del 2021 stesso, e riguardano circa 25.000 volontari in Veneto.
Da questo quadro normativo mutato, quindi, si è reso necessario procedere alla revisione dell'attuale legislazione regionale in modo da adeguarla alle nuove normative statali e regionali e renderla maggiormente aderente alle realtà e ai bisogni del territorio. In questo senso, la Giunta ha predisposto un progetto di legge, il n. 54, che tende a definire in modo adeguato il Servizio regionale di Protezione civile quale sistema che integra tra loro le funzioni e le competenze dei soggetti, adeguatamente organizzati, che operano nel territorio. In tale ambito è ricompreso anche il sistema che opera nella lotta attiva contro gli incendi boschivi quale parte integrante del sistema di Protezione civile, perché ricordiamo che l'articolo 16 del Codice nazionale definisce gli incendi boschivi quale rischio di protezione civile.
Questo testo del progetto di legge, che abbiamo lungamente approfondito e abbiamo tenuto conto anche dei contributi che sono pervenuti tramite le osservazioni e le consultazioni che abbiamo fatto, si compone di 33 articoli ed è suddiviso in 9 Capi.
Il Capo I riguarda le disposizioni generali, quindi definisce i contenuti del progetto di legge, richiamando le funzioni della Protezione civile come individuate dal decreto n. 1/2018. Richiama, inoltre, le attività di antincendio boschivo quali attività rientranti nell'ambito della protezione civile.
Il Capo II riguarda il Servizio regionale della protezione civile, dove vengono definite e trattate le principali strutture pubbliche che operano nel sistema regionale integrato di protezione civile, individuandone le competenze. Il Servizio regionale costituisce sostanzialmente lo strumento che, coordinandosi con le Amministrazioni decentrate dello Stato e le sue strutture operative, opera nel territorio regionale nell'ambito della protezione civile, provvedendo alla previsione, alla prevenzione e alla gestione dei vari tipi di emergenze e alla gestione anche post emergenziale.
Definisce, inoltre, le competenze in dettaglio della Regione, confermando l'attribuzione al Presidente della Giunta regionale della funzione di autorità di protezione civile. Attribuisce alle Province e alla Città metropolitana di Venezia funzioni di protezione civile prevalentemente negli ambiti della previsione e della prevenzione anche in supporto ai Comuni.
Vengono, inoltre, dettagliate le competenze dei Comuni e dei Sindaci nell'ambito della previsione, prevenzione, gestione delle emergenze e comunicazione. Viene stabilito l'obbligo della dotazione di una struttura tecnico-amministrativa, di un gruppo di Protezione civile o, in sua assenza, dell'obbligo di convenzione con una organizzazione di volontariato. Rilevante e nuovo è l'introduzione della figura del responsabile di Protezione civile, che supporta il Sindaco nell'esercizio delle proprie competenze nell'ambito della Protezione civile stessa.
Vengono poi introdotti gli ambiti di protezione civile costituiti da Comuni aggregati mediante atto convenzionale, che attualmente vengono definiti "Distretti". Quindi, cambieranno nome e si chiameranno Ambiti. A livello provinciale è prevista la costituzione di poli regionali che ricomprendono strutture logistiche per il deposito dei materiali e dei mezzi, oltre che strutture di comando. Inoltre, sono definite le strutture associate costituite mediante atti convenzionali tra le Regioni e le Province o la Città Metropolitana di Venezia, finalizzate alla gestione dei poli logistici e delle funzioni di Protezione civile provinciali e di quelle regionali eventualmente attribuite.
Il Capo III si occupa del volontariato, quindi riguarda tutte le attribuzioni del volontariato, individua le organizzazioni di volontariato di Protezione civile, ricomprendendo anche i coordinamenti delle organizzazioni di volontariato, i gruppi istituiti dagli Enti locali e dalla Regione, le forme associative degli iscritti ai Collegi e agli Ordini professionali, stabilisce l'attribuzione del ruolo di incarico di pubblico servizio per i volontari di Protezione civile che operano nell'espletamento delle loro attività.
Poi riportiamo anche alcune forme di impiego delle organizzazioni di volontariato. Viene demandata alla Giunta regionale la definizione dei requisiti dei volontari e le attività necessarie per l'appartenenza alle organizzazioni e alle specializzazioni e le qualifiche attribuibili ai volontari stessi. Viene istituito anche l'elenco territoriale del volontariato di Protezione civile, che andrà a sostituire quello che attualmente è l'Albo dei gruppi volontari di Protezione civile.
Vengono istituite anche le Consulte regionali, provinciali e della Città Metropolitana di Venezia, delle organizzazioni di volontariato, attribuendo alla Giunta regionale il compito di definirne la costituzione e le modalità di funzionamento.
Il Capo IV si occupa della pianificazione, quindi disciplina la pianificazione di Protezione civile, individuando i singoli strumenti, definisce i contenuti della pianificazione locale e la procedura di approvazione dei Piani regionali, che verranno adottati dalla Giunta ed approvati dal Consiglio. Il Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi costituisce parte integrante del Piano regionale di Protezione civile.
La Giunta regionale definisce gli indirizzi per la predisposizione dei Piani di Protezione civile comunale e, in sede di esame in Seconda Commissione, abbiamo previsto l'assegnazione anche di appositi contributi da parte della Giunta regionale, al fine di assicurare la formazione, l'adeguamento e l'aggiornamento dei Piani locali ai Comuni singoli o associati, sentita la competente Commissione consiliare, quindi i contributi assegnati prioritariamente per la formazione di Piani comunali e intercomunali. In Veneto abbiamo 563 Comuni: alcuni hanno anche difficoltà ad adeguare questi Piani e alcuni, magari, li hanno anche un po' datati. Quindi, necessita un aggiornamento anche da parte loro. E con questo diamo un contributo.
Il Capo V riguarda l'emergenza regionale, quindi individua gli strumenti straordinari da utilizzare per la gestione delle emergenze e gli organi regionali di coordinamento dell'emergenza stessa. Al verificarsi di eventi emergenziali sovracomunali, il Presidente della Giunta regionale può dichiarare lo stato di emergenza regionale definendo la durata e l'estensione territoriale.
In queste evenienze, il Presidente della Giunta, coordinandosi con il Prefetto, provvederà all'attuazione di iniziative necessarie al superamento della crisi anche tramite l'emanazione di ordinanze in deroga alla normativa regionale.
Nel corso di questi eventi, il Presidente della Giunta può convocare l'unità di crisi regionale, per pianificare le azioni necessarie alla gestione e al superamento dell'emergenza.
I principali compiti delle unità di crisi regionali, demandando alla Giunta regionale l'individuazione delle modalità di funzionamento e la sua organizzazione; poi trattiamo tutti gli organi di Protezione civile per la gestione dell'emergenza che costituiscono il Centro operativo regionale, che sono: la Sala situazioni Veneto, il Centro funzionale decentrato, la Sala operativa regionale.
Inoltre, abbiamo trattato anche della colonna mobile regionale, che è articolata a sua volta in colonne provinciali, quale struttura operativa e modulare interscambiabile in grado di garantire standard strumentali e prestazionali omogenei nella gestione delle varie emergenze.
Il Capo VI si occupa della formazione, quindi definisce gli indirizzi per la formazione, assegna alla Regione, alle Province e alla Città Metropolitana di Venezia le competenze in materia di formazione e di Protezione civile, prevedendo attività di promozione, coordinamento e accreditamento, oltre alla realizzazione di corsi di base e specialistici, finalizzati alla formazione e all'aggiornamento.
Il Capo VII si occupa della lotta agli incendi boschivi, quindi individua l'attività del sistema regionale nel campo dell'antincendio boschivo. Viene riconosciuta alla Giunta regionale la possibilità di affidare il servizio aereo finalizzato alla ricognizione e all'estinzione degli incendi boschivi, oltre che alle altre attività di Protezione civile. Inoltre, definisce anche tutti gli adempimenti di competenza regionale in conformità alla legge n. 2353 sull'antincendio boschivo.
Il Capo VIII riguarda gli interventi di sostegno, quindi esamina tutti gli interventi di sostegno al servizio regionale al territorio, per le attività di Protezione civile, per il superamento delle emergenze; definisce anche tutti i possibili contributi regionali del servizio di Protezione civile. Definisce anche gli interventi regionali per il superamento dell'emergenza, per il ritorno alle condizioni normali di vita a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza. Relativamente al volontariato di Protezione civile, stabilisce che la Giunta regionale contribuisca agli adempimenti nel campo della sicurezza delle attività, definisce i campi in cui la Regione può intervenire con forme contributive per il volontariato, oltre a quanto già stabilito dagli articoli 39 e 40 del Codice nazionale.
Prevediamo anche la concessione di un contributo alle associazioni di volontariato iscritte nell'elenco per la quota parte di IRAP riconducibile alle sole attività di Protezione civile e viene stabilita anche l'esenzione del pagamento della tassa automobilistica regionale per i mezzi delle organizzazioni di volontariato iscritte nell'elenco territoriale e per quelli degli Enti locali assegnati in via esclusiva a gruppi e organizzazioni di volontariato di Protezione civile.
Il Capo IX, infine, si occupa delle disposizioni transitorie e finali, stabilisce in un anno dall'entrata in vigore della presente legge il tempo entro cui la Giunta regionale provvederà ad approvare le disposizioni attuative di propria competenza; stabilisce inoltre la vigenza delle attuali disposizioni fino all'approvazione dei nuovi provvedimenti per quelle materie non espressamente regolamentate dalla legge. In Seconda Commissione abbiamo inserito anche una clausola valutativa biennale, che verrà presentata dalla Giunta alla competente Commissione consiliare, dove descrive e documenta l'attuazione della legge e il relativo monitoraggio.
Infine, abbiamo le abrogazioni delle leggi regionali superate dal presente provvedimento, con indicazione anche della relativa decorrenza. L'articolo 33 reca anche la "Norma finanziaria", quindi quella di tutti i contributi e del sostegno finanziario a questo settore.
Nel corso del lungo e approfondito esame, la Seconda Commissione ha provveduto a modificare il testo depositato sulla base anche di una proposta emendativa depositata dalla Giunta e tenendo conto anche di altre proposte emendative di origine consiliare e anche le osservazioni, i pareri e le proposte provenienti dai diversi portatori di interessi, tra cui anche ANCI Veneto, Province e Comuni, che erano stati invitati ad esprimersi per iscritto mediante consultazione.
Abbiamo acquisito il parere della Prima Commissione. Devo ringraziare, per il supporto a stendere questo testo, il settore dell'assistenza giuridica, garantita dal Servizio Affari giuridici e legislativi del Consiglio, prima la dottoressa Ceci e, in queste ultime settimane, il dottor Giachetti, e per l'assistenza tecnica la Direzione Protezione civile della Giunta, in particolare l'ingegner Soppelsa.
Il 5 maggio scorso la Seconda Commissione ha concluso i propri lavori e ha approvato a maggioranza il provvedimento, con il solo voto di astensione del collega Montanariello.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, relatrice.
Sono stati depositati due emendamenti, il n. A0008 e il n. A0009, da parte del correlatore Montanariello. Adesso ci sono dieci minuti per eventuali subemendamenti.
Passo la parola al correlatore Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Mi è toccato il fardello della correlazione, essendomi astenuto. La prossima volta voto a favore. Scherzo, è una battuta.
Intanto, prima di iniziare la correlazione, mi unisco anch'io ai ringraziamenti fatti dalla Presidente alla struttura perché è stato un percorso importante, è stato un percorso lungo, è stato un percorso articolato, dove i momenti di ascolto della Commissione sono stati tanti e significativi. Quindi, prima di entrare nell'aspetto politico della correlazione, credo che sia doveroso accodarmi, a nome del Gruppo del Partito Democratico, ai ringraziamenti a tutta la struttura che ha lavorato per questo.
Oggi discutiamo un progetto di legge, il n. 54, relativo alla disciplina delle attività di Protezione civile. Si tratta di una legge molto attesa, visto che prima d'ora abbiamo legiferato in materia solo nel 1984, con la legge regionale n. 58, relativa alla disciplina degli interventi regionali in materia di protezione civile e nel 1992, con la legge regionale n. 6, in materia di antincendio boschivo.
Negli anni successivi, a seguito di necessità pratiche e per adeguarsi all'evoluzione della normativa nazionale, il Consiglio regionale ha apportato alcune modifiche al testo della legge regionale n. 58, e tra queste va innanzitutto ricordata la legge regionale n. 17/1998 , che ha disposto una serie di significative modifiche. Successivamente un'altra serie di importanti rivisitazioni è stata apportata a seguito dell'approvazione del decreto legislativo n. 112/1998 e della conseguente legge regionale n. 11/2001 .
Non possiamo sottovalutare l'importanza della riforma del Titolo V della Costituzione nel 2001, la quale ha stabilito che la Protezione civile rientrasse nelle materie in cui la potestà legislativa spettasse alle Regioni, salvo che per alcuni princìpi fondamentali.
Un altro momento fondamentale è stata la cosiddetta legge Delrio e la conseguente riforma a livello istituzionale delle Province, che ha avuto riflessi importanti anche in materia di Protezione civile. A questo proposito è importante citare la legge regionale n. 19/2015 "Disposizioni per il riordino delle funzioni amministrative provinciali" e la legge regionale n. 30 del 30 dicembre 2016 "Collegato alla legge di stabilità regionale 2017". Leggo l'articolo 1 "Riallocazione delle funzioni non fondamentali delle Province e della Città metropolitana di Venezia", comma 5: "Il conferimento delle funzioni avviene secondo i princìpi di sussidiarietà, differenziazione, adeguatezza, completezza, efficienza ed economicità e comprende le funzioni di organizzazione e le attività connesse e strumentali necessarie all'esercizio delle funzioni conferite. Sono comunque confermate in capo alle Province le funzioni non fondamentali in materia di pianificazione territoriale e di Protezione civile".
Come abbiamo visto e come ci è stato rappresentato più volte in Commissione durante il lungo e approfondito esame di questo progetto di legge, la funzione normativa degli ultimi trent'anni è stata forte e radicale, insieme alle modifiche legislative cui ho accennato poco fa.
Infatti, a livello statale si è intervenuti con diversi decreti e direttive che hanno costituito un quadro di sistema di Protezione civile profondamente rivisitato rispetto a quelle che erano le funzioni inizialmente previste, entrando anche nel merito delle mutate sensibilità in materia di volontariato, che all'interno della stessa Protezione civile rappresentano una componente strutturale e indispensabile non solo nelle attività emergenziali, ma anche in quelle gestionali e di prevenzione.
Da ultimo, non certo per importanza, va citato il decreto legislativo del 2 gennaio 2018, n. 1, "Codice della Protezione civile" e le successive modifiche del decreto legislativo del 6 febbraio 2020, n. 4, che hanno contribuito a rimodellare e ridefinire la cornice normativa, di cui tra poco dirò qualcosa.
Tutto ciò ci dà, Assessore, il quadro di come arriviamo oggi a questo progetto di legge, che recepisce la suddetta evoluzione normativa statale e cerca di sistemare la normativa regionale, aggiornando, rinnovando e facendo sintesi di quelli che fino a oggi erano singoli e diversi separati pezzi della legge regionale n. 58/84, della n. 6/92, quella degli antincendi boschivi, ma anche di altre disposizioni disperse in articoli di vecchie finanziarie o collegate ad altre leggi regionali, di cui si propone l'abrogazione nel lungo elenco dell'articolo 32, che citava prima la collega relatrice, del PDL 54 (Abrogazioni).
Possiamo, quindi, dire che ci accingiamo, ora, ad avere un Testo unico della Protezione civile regionale composto da 33 articoli e 9 capoversi. Per questo credo si debba fare un plauso alla struttura e anche alla Seconda Commissione per il lavoro fatto, portando a compimento un tentativo già intrapreso durante la scorsa legislatura con il deposito di più progetti di legge ‒ se non sbaglio, Assessore, dovevano essere cinque, da quello che ricordo ‒ successivamente abbinati. Ma oggi lo facciamo con il punto fermo costituito dal citato Codice della Protezione civile del 2018, successivamente modificato, come dicevamo, nel 2020.
Infatti, questo nuovo Codice introduce una serie di novità. Si tratta di un Codice ‒ va detto ‒ ben strutturato, che ci mette di fronte a una normativa statale nuova ed un'esigenza di aggiornare la nostra ormai più che trentennale, quasi quarantennale, normativa regionale.
Questo provvedimento definisce chiaramente chi deve fare cosa nell'ambito della Protezione civile e delle gestioni emergenziali e post-emergenziali, un'innovazione importante del Codice nazionale del 2018: infatti, anche i Presidenti di Regione diventano Autorità territoriali di Protezione civile, insieme ai Sindaci, anch'essi Autorità territoriali, e naturalmente, insieme al Presidente del Consiglio dei Ministri, che è Autorità nazionale di Protezione civile, cose che noi recepiamo in maniera diretta in questo testo. Si chiariscono dunque meglio i ruoli e le competenze dei vari livelli istituzionali, partendo dalla Regione, in accordo con il Dipartimento nazionale e con le Prefetture.
Un'importante attenzione viene dedicata alla formazione dei volontari e dei cittadini, anche tramite le scuole. Infatti, a livello nazionale è stata prevista l'introduzione della "Protezione civile" nell'ora di educazione civica.
Le Province continuano ad avere un ruolo di coordinamento dei volontari e una parte della formazione insieme alla Regione. Gli eventi di tipo A vengono coordinati dai Comuni che gestiscono i loro centri operativi, coordinano i soccorsi e le relative informazioni alla popolazione. Le emergenze di tipo B e C (regionali e statali, per capirci) sono gestite dall'Autorità di Protezione civile che è il Presidente della Regione.
Un'altra importante innovazione prevista da questo progetto di legge è la figura del responsabile comunale di Protezione civile, individuata internamente, che ha il ruolo di dare un supporto tecnico al singolo. Vengono poi istituiti gli ambiti di Protezione civile, che costituiscono una sorta di rivisitazione dei Distretti, e anche delle strutture associate di Protezione civile provinciale.
Si interviene nel merito del volontariato, quindi dei loro gruppi e delle loro organizzazioni. Si puntualizza a chi sta in capo attivare il volontariato e viene definito il ruolo dei volontari anche nella formazione, che può essere una risorsa da trasmettere agli altri volontari oltre che alla popolazione. Questo è un passaggio molto importante, perché l'esperienza in certi casi è un fattore fondamentale e non va mai messa da parte.
Sul tema delle gestioni emergenziali, il Codice di Protezione civile nazionale è molto preciso: sull'aspetto del monitoraggio viene introdotta la Sala situazioni Veneto, così come sotto l'aspetto del sostegno e dei finanziamenti viene introdotta la possibilità di erogare dei contributi per le fasi post emergenziali che possono andare in spese correnti. Si tratta di un provvedimento che tocca oltre 500 organizzazioni di volontariato, e questo va ricordato. Se non erro, erano 510-511 quando abbiamo cominciato a discutere questo progetto di legge.
Entrando nel merito dei singoli articoli, ritengo positivo che al secondo comma dell'articolo 2 venga esplicitato, anche in virtù di alcune osservazioni presentate dalla Provincia di Verona e di Rovigo, cosa si intende per forme associative, con la specificazione che per forme associative si intende quanto previsto dal Testo unico degli enti locali. Questo è un esempio della bontà del lavoro che abbiamo svolto in Commissione, cercando di dare spazio alle osservazioni e ai portatori di interesse che hanno espresso l'idea di dire qualcosa su questo progetto di legge.
Così come, se proseguiamo, ad esempio, in quello successivo, viene introdotto l'importante e fondamentale aspetto della formazione degli amministratori e dei volontari, promosso e gestito dalla Regione, come si vede anche nell'articolo 22, che ha, tra l'altro, il compito di non sottovalutare, di assicurare la diffusione della cultura della Protezione civile a volontari, amministratori, tecnici e scuole.
L'importante novità è, quindi, che gli amministratori vengono coinvolti nella formazione, cosa introdotta dal Codice della Protezione civile nazionale, tema di grande importanza perché spesso gli stessi amministratori prendono contezza delle responsabilità del proprio ruolo solo nelle fasi emergenziali.
Sempre su questo punto, come evidenziato dal Comune di Sommacampagna, vi è il tema della carenza dei dipendenti regionali dislocati sul territorio, nelle diverse Province, che ci è stata confermata anche dalla Province stesse in altre osservazioni. Anche se da questo abbiamo appreso, dalla struttura di Giunta, durante l'esame della Commissione, che attualmente risultano 25 dipendenti regionali in distacco nelle varie Province, a fronte dei 27-28 che c'erano in passato, credo che questo sia un elemento vero di dibattito e una questione da affrontare sul piano politico.
La mia opinione è che ci sia margine e che sia doveroso investire di più su questo tema, al netto della nuova organizzazione e divisione delle competenze disposta dallo Stato, in particolare dal fatto che, come detto, le Province non sono autorità di Protezione civile. Da un lato sappiamo che, in caso di emergenza, saranno Regioni e Sindaci ad avere il ruolo prevalente, ma ritengo che le Province possano essere aiutate di più sul piano organizzativo per gestire la fase della normativa e della prevenzione.
A questo proposito, e mi rivolgo a lei, Assessore, speriamo che la piattaforma intelligente di monitoraggio del territorio che abbiamo inserito nel PNRR ci venga riconosciuta, perché sarebbe per noi una cosa importante. In qualche modo, se resa subito operativa e implementata, potrebbe essere per noi un'occasione da non sottovalutare.
Ritengo importante che alle Province sia data la possibilità di aderire a un'ipotesi di strutture associate, cosa, ovviamente, non obbligatoria. In questo modo, se ci fossero strutture associate, dal punto di vista operativo e gestionale, si potrebbe ottenere una gestione più omogenea su tutto il territorio. Molto spesso emergono grosse situazioni di disparità tra una Provincia e l'altra, soprattutto nelle situazioni di emergenza. Su questo articolo sono arrivate diverse osservazioni che mettevano in evidenza che le Province non hanno un ruolo e non sono autorità di Protezione civile. Ma questo, come detto prima, è previsto dal Codice.
La raccomandazione, Assessore, che noi ci sentiamo di fare è quella di prestare attenzione affinché la catena di relazioni sia sempre solida con le Province, pur non essendo più autorità di Protezione civile, e si faccia il famoso ragionamento politico che dicevamo prima: pur vedendo una rivisitazione delle loro competenze, si pensi se affrontare il ruolo del personale o meno.
Scorrendo, vediamo che i vecchi Centri Operativi Misti diventano Centri di Coordinamento di Ambito (passiamo, quindi, dai COM ai CCA) e che viene inserita, come dicevamo prima, la figura del Responsabile comunale di Protezione civile, figura che non deve per forza essere a tempo pieno e che tra le sue maggiori funzioni svolge quella di supporto al Sindaco. È una figura tecnica che, sostanzialmente, dovrebbe avere, da una parte, il ruolo di garantire che il Piano di protezione civile comunale sia mantenuto abbastanza vivo e, dall'altra parte, il ruolo di supporto tecnico al Sindaco in caso di particolari decisioni.
Un po' di preoccupazione su questo tema è sorta pensando al caso in cui questa figura non dovesse essere presente all'interno dei Comuni. Tuttavia, siamo fiduciosi che, in tal caso, si possa ovviare attraverso convenzioni. In genere, come apprendevamo anche dall'Assessore in Aula, questa figura potrebbe essere anche il capo dell'Ufficio tecnico o il Comandante dei Vigili, se non in maniera diretta, in forma consociata con altri.
Merita attenzione l'articolo 6, che parla di ambiti inseriti nel Codice della Protezione civile, che sostituiscono i distretti costruiti in Veneto una ventina di anni fa. Se non erro, risale al 2003 la creazione dei distretti. Un passaggio importante è che non è scontato che gli ambiti siano una riperimetrazione puntuale dei distretti, ovvero che il distretto diventi automaticamente ambito. Alcune indicazioni nazionali ci dicono chiaramente che nello stesso ambito non ci può essere più di un CCA. Attualmente, invece, ci sono distretti dove all'interno ce ne sono due. La delimitazione geografica degli ambiti passa, ad ogni modo, dal Consiglio regionale, come prevede il comma 7 di questo articolo, e lo specifica.
Colleghi, qui credo che dovremmo prestare attenzione a non stravolgere quelle realtà virtuose che rappresentano di avere attualmente un'organizzazione collaudata e funzionante. Al comma 5 si parla di formazione. Rileviamo che proprio in questo periodo c'è grande richiesta di formazione per i volontari e ci viene rappresentato un certo rimpallo di responsabilità, a vario titolo, tra le Province, in particolar modo la Città Metropolitana di Venezia e la Regione Veneto.
Va sempre ricordato che il Codice della Protezione civile stabilisce che le autorità di Protezione civile sono statali, regionali e comunali. Si parla di strutture associate di Protezione civile, che sono una convenzione tra la singola Provincia e la Regione per la gestione delle competenze, e si prevede che vengano messe insieme risorse sia materiali che di personali per gestire meglio l'attività di previsione e le emergenze. Credo che bisognerà vigilare e verificare che questo non sia elemento di disparità nei confronti di altre forme associative che potrebbero crearsi, né di chi dovesse decidere di non costituirle.
Arrivando all'articolo 12, è vero che il Piano va approvato ogni due anni, ma è altrettanto vero che, come era stato proposto in Commissione, richiamare delle scadenze in questo testo non avrebbe fatto male, a vederci più attenti, visto che il Piano regionale di Protezione civile individua una serie di aree dedicate. Lo stesso vale per quanto detto nell'articolo 13.
All'articolo 20 si parla di sale operative regionali e sale operative decentrate, che sono diverse dalla SSV dell'articolo 18. Notiamo che anche qui emergono delle perplessità, come quelle espresse dalla Provincia di Padova, cosa già successa in merito agli ambiti, dove si chiede di tenere buone le realtà positive che ci sono. Cioè, dove ci sono delle sale operative provinciali la Giunta regionale non vada a mettere mani rischiando di rimescolare le carte e, con la scusa di fare una legge di carattere regionale, si vada a intervenire anche in quelle specificità che in qualche modo hanno detto di funzionare. Però, visto che quando si parlerà degli ambiti il tutto passerà in Consiglio, se qualcosa non sarà fatto bene i rappresentanti del territorio, magari, lo puntualizzeranno.
Alla lotta agli incendi boschivi viene dedicato l'intero Capo VII della legge, che contiene l'articolo 23, dove si entra nel merito di una competenza già in capo alla Regione dal 2000, cosa che viene affrontata sia attraverso la struttura di Protezione civile che attraverso i servizi forestali che dipendono da Veneto Agricoltura, oltre a delle convenzioni ‒ mi pareva di aver capito ‒ che abbiamo con i Vigili del fuoco e che non ci costano poco, se non ricordo male. Però non se ne può fare a meno.
Tra le novità c'è l'introduzione di contributi per la spesa corrente, fondi erogati attraverso bandi pubblici e su criteri oggettivi. Ci auguriamo, su questo, Assessore, che ci sia meno burocrazia in materia, pur mantenendo saldi i princìpi nei criteri oggettivi che saranno inseriti nei bandi. Molto spesso, quando si parla di fondi a vario titolo, la burocrazia strizza un po' le tempistiche. In questo caso, condivido che ci siano dei fondi nella spesa corrente, però se uno ha bisogno di sistemare il cambio del furgone non possiamo dirgli di tenere il furgone fermo per mesi in attesa che arrivino questi fondi. Ci auguriamo, quindi, che su questo ci possa essere una fluidità, fermi mantenendo i princìpi-cardine di quelli che devono essere i criteri di trasparenza nei bandi.
Negli interventi messi in campo per il superamento dell'emergenza, ci auguriamo che, nello stabilire i criteri, al comma 5 dell'articolo 25, si tengano in considerazione quei soggetti non residenti nei Comuni colpiti (turisti, avventori, detentori di seconde case) affinché non incorrano in vizi burocratici nei rimborsi.
In tal senso, abbiamo presentato un emendamento, però mi pare di aver capito che non basta la nostra buona volontà. Esiste una norma nazionale, l'ho appreso poco fa. Magari ne parliamo con riguardo all'emendamento.
Concludendo, colleghi, all'articolo 31 si parla di cadenza biennale nel presentare alla competente Commissione consiliare una relazione che descriva e documenti le iniziative e gli interventi progressivamente attivati e gli esiti di monitoraggio disposti dalla presente legge, ma non è scritto da nessuna parte quando la legge sarà in toto operativa a pieno regime, anche se al comma 1 dell'articolo 30 (Disposizioni attuative e transitorie) si dice che "entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale adotta, anche in tempi differenti, provvedimenti attuativi della stessa".
In virtù di questo, Assessore, vista anche la condivisione abbastanza ampia che ci può essere su questo provvedimento, l'augurio è che ci sia certezza nel vedere tutti i provvedimenti propedeutici licenziati per partire.
Chiudo facendo, Assessore, una piccola battuta ironica, altrimenti ...
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

La invito a chiudere, collega.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Chiudo, Presidente.
Altrimenti ‒ dicevo ‒ mi sarei comportato troppo bene, e starebbe male.
Suona male preventivare per il 2023 e il 2024 che la copertura della spesa corrente prevista da questa legge, d'iniziativa della Giunta, la facciate con i fondi che abbiamo deciso insieme, durante il bilancio, che siano destinati alle iniziative legislative regionali. Ci auguriamo che sia solo una copertura tecnica e che nei prossimi bilanci si vada a porre rimedio. Parliamo di 250.000 euro per biennio. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Siamo in discussione generale.
Io terrei l'intervento dell'Assessore al termine degli interventi dei colleghi.
Vedo prenotata la collega Venturini. Prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
La materia della Protezione civile viene definita "concorrente" dalla nostra Costituzione. Questo significa che lo Stato pone i princìpi fondamentali attraverso le leggi di cornice e poi spetta alle Regioni intervenire con la normativa di dettaglio. Oggi facciamo proprio questo. Oggi andiamo ad approvare la disciplina di dettaglio in materia di Protezione civile e andiamo a definire il modello organizzativo del sistema regionale di Protezione civile, individuando i soggetti e gli strumenti preposti a dare attuazione alle attività di Protezione civile.
Come è stato detto, questo progetto di legge è frutto di un lavoro che è stato fatto in Aula e in Seconda Commissione, e ringrazio la Presidente, dove noi Consiglieri abbiamo avuto modo anche di portare la nostra esperienza maturata nelle Amministrazioni locali, di portare le competenze che abbiamo acquisito con lo studio, con l'attività sul campo, in particolare, per quanto mi riguarda, grazie ai funzionari della Protezione civile della Provincia di Padova, da cui provengo, e grazie anche ai volontari, che molto mi hanno insegnato in questi anni. È per loro e per il loro impegno che la Regione pone le condizioni per poter far loro svolgere al meglio l'attività di Protezione civile.
È stato un lavoro dove, Assessore, abbiamo anche cercato ‒ in maniera, secondo me, proficua ‒ di far coesistere la parte teorica con la parte pratica, con il dato di realtà. Negli anni la Protezione civile nelle Province si è articolata anche in maniera diversa. Quindi, il tentativo è stato proprio quello di tener conto dell'evoluzione normativa che c'è stata negli anni a livello statale, anche con l'articolazione che c'è stata sul territorio per quanto riguarda le strutture di Protezione civile. Per questo va un ringraziamento all'assessore Bottacin, all'ingegner Soppelsa e alle strutture. Il dialogo è stato costruttivo e proficuo, sono stati accolti anche rilievi e osservazioni che abbiamo fatto. Il testo che ne deriva, a mio avviso, anche per la fattura, è un buon testo, dove si danno veramente delle risposte in ambito di Protezione civile.
È una legge, questa, che tiene conto delle novità, dell'evoluzione che vi è stata in questi anni a livello statale, e che riconosce anche il ruolo della Regione, che le viene riconosciuto dal Codice di Protezione civile, in relazione anche alle altre Amministrazioni, a quelle decentrate dello Stato, alle Prefetture, e anche rispetto alle Amministrazioni locali. Sto pensando, appunto, a Province e Comuni.
Il Sistema regionale di Protezione civile ha un obiettivo, che è quello di integrare le funzioni e le competenze dei soggetti che operano sul territorio. Questa legge è finalizzata proprio a questo.
Vorrei entrare velocemente nel dettaglio di questa norma per evidenziare quelli che, a mio avviso, sono gli aspetti qualificanti di questa normativa, che tiene conto dei cambiamenti che ci sono stati in questi anni a livello statale e che dà anche delle risposte, delle soluzioni nuove a istanze ed esigenze che nascono dal territorio, un territorio regionale che viene diviso in ambiti territoriali organizzativi, che rappresentano una nuova articolazione che va a superare i distretti, un'articolazione a supporto dei Comuni, che vengono, quindi, a convenzionarsi. Si supera quella che era una configurazione distrettuale, che peraltro non era applicata in tutte le Province. C'è stata un'attuazione della legge a macchia di leopardo. Oggi, con gli ambiti, andiamo a omogeneizzare il tutto.
Soprattutto, nella norma vengono definiti chiaramente. Mentre prima forse era un po' generica la parte relativa al distretto, oggi chiaramente la legge affida delle funzioni agli ambiti. In questo momento sono in corso dei tavoli, a livello regionale e provinciale, dove partecipano gli Enti, le associazioni rappresentative degli Enti, il volontariato, le Amministrazioni decentrate dello Stato, per dare indicazioni alla Giunta per arrivare alla definizione geografica, per individuare i criteri organizzativi per definire gli ambiti che, poi, verranno delineati.
La novità che è stata introdotta riguarda anche i poli regionali, queste strutture logistiche, insieme alle sedi di comando e operative, che hanno un intento di efficienza nell'organizzazione, che verranno gestite dalle strutture associate di Protezione civile. Queste strutture associate, che vediamo per la prima volta, vengono costituite per atto convenzionale tra Regioni e Province. Questa sinergia che vede la Regione e le Province sicuramente è sfidante, perché veniamo da anni in cui le Province sono state, a causa della legge Delrio, bistrattate, sono state depotenziate, sono state, in qualche maniera, ridimensionate. Oggi vediamo che è in corso un processo anche di riqualificazione. Vedremo se si arriverà ad una riforma. Quindi, alla Provincia viene dato un ruolo. Vedremo con queste strutture associate come verrà a instaurarsi il rapporto tra Regione e Province.
E poi la figura, come è stato più volte ribadito durante questo dibattito, del responsabile comunale di Protezione civile. Questa figura è necessaria e dà un chiaro messaggio, quello che per fare Protezione civile non ci si improvvisa. I Sindaci possono cambiare, spesso non hanno la cognizione delle responsabilità cui vanno incontro, dei rischi che corrono. Il fatto di avere una figura tecnica che li affianca e li supporta nella gestione dell'ordinario e dell'emergenza evidentemente rappresenta una garanzia.
In questo senso, si pone anche un'altra novità: quella dell'istituzione di un apposito elenco di dipendenti pubblici con elevata qualificazione, con una qualificazione specifica in materia di Protezione civile, al quale si può attingere in occasione di gestioni amministrative in situazioni di emergenza. Dopo che si è verificata una calamità ambientale, subentra subito una calamità amministrativa e burocratica. Devono essere gestite, cioè, le pratiche di riconoscimento economico dei danni. I Comuni non sono in grado di gestirle. C'è bisogno di personale. Ecco che, quindi, un elenco al quale attingere, con dipendenti pubblici in grado di dare supporto ai Comuni, diventa di primaria importanza. Anche perché diventa più facile, poi, la remunerazione del dipendente pubblico.
Questa legge va segnalata anche per il ruolo che viene riconosciuto al volontariato. Il volontariato, in questo caso, viene visto come destinatario di un ruolo, ossia l'incarico di pubblico servizio. È un concetto che era già presente, ma che qui viene ribadito, che riconosce, quindi, l'importanza e il peso che viene dato ai volontari. In questo senso, si pone anche quel principio di riconoscimento della formazione di elevata qualificazione, che viene riconosciuta ai volontari. Viene posto per legge questo principio per cui il volontario che ha una competenza maturata negli anni può avere un riconoscimento diverso, proprio perché può dare un valore aggiunto ulteriore. Per questo la Giunta promuove e incentiva questo tipo di formazione.
Rimane, poi, un ultimo tema, caro al volontariato, che in questa legge è presente, che riguarda la parte sanitaria. È emersa, anche di recente, negli Stati generali del volontariato, la necessità di occuparsi dell'aspetto sanitario. E nella legge viene riportato. La modalità per l'effettuazione del controllo e della sorveglianza sanitaria è assicurata dal Sistema sanitario regionale. Quindi, è un segnale importante che la Regione dà in questo senso.
Chiudo dicendo che questa legge è precorritrice anche a livello nazionale, perché viene posta attenzione ai giovani affinché vengano inseriti nel mondo del volontariato organizzato. Questa legge lo prevede. Questa legge dice che la Giunta definisce i criteri di accesso e di impiego dei giovani, proprio per promuovere una loro partecipazione. Proprio adesso, a livello nazionale, in dipartimento si sta discutendo, in merito alla disciplina per i regolamenti dei gruppi comunali di Protezione civile, sulla possibilità di incentivare la presenza dei giovani nella Protezione civile. Da questo punto di vista, la Regione Veneto arriva prima e dà un chiaro segnale in questo senso.
Chiudo dicendo che questa legge presenta degli elementi innovativi, sicuramente sfidanti, però, quando verrà tradotta in termini concreti e operativi, il nostro Sistema di protezione civile continuerà a distinguersi, come sempre, a livello nazionale.

PRESIDENTE

Grazie, collega Venturini. È bello anche il trasporto con cui ne ha parlato. Mi sembra di averla conosciuta i primi giorni del novembre 2010, con gli stivali, se ben ricordo.
Sono le ore 12.55. L'intervento dell'Assessore, che deve avere il tempo per parlare di una legge assolutamente importante, direi di ascoltarlo alla ripresa dei lavori.
Inviterei già adesso l'Ufficio di Presidenza della Seconda Commissione a valutare gli emendamenti in Sala del Leone.
Sospendo qui la seduta. Riprendiamo alle ore 14.30. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 12.55
La Seduta riprende alle ore 14.45

PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri, se ci accomodiamo riprendiamo i lavori. Grazie.
Riprendiamo i lavori. Relatrice e correlatore sono presenti in Aula.
Come dicevo prima, abbiamo concluso la discussione generale, per cui adesso interviene l'Assessore sul progetto di legge in esame.
Prima c'è la consigliera Ostanel. Prego, collega.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire su questo provvedimento perché, come è stato spiegato nella relazione e nella correlazione, c'è stato un lavoro, che abbiamo svolto anche all'interno della Seconda Commissione, che ha portato, anche secondo il mio parere, a modifiche e cambiamenti interessanti, che mi piaceva in questo intervento provare a sottolineare.
In Seconda Commissione come Gruppo Il Veneto che Vogliamo avevamo portato una serie di emendamenti, che poi sono stati discussi in Aula e diversi di questi anche inseriti all'interno del testo che oggi andiamo a votare, per cui penso sia importante soffermarsi su alcuni di essi, anche per dare valore al lavoro che abbiamo fatto all'interno della Commissione.
Un primo punto riguarda l'articolo 5, che credo sia interessante proprio per come oggi viene definito dal progetto di legge che stiamo per votare in Aula, dove, quando un servizio è associato tra più Comuni, si nomina effettivamente un Sindaco coordinatore, con la responsabilità principale e ultima di fronte a determinate scelte. Questa è stata una discussione scaturita anche a seguito di osservazioni pervenute da ANCI, che poi sono state accolte e che si riferivano a un emendamento che come Gruppo Il Veneto che Vogliamo avevamo portato in Aula.
I successivi, che comunque hanno un filo conduttore, che secondo me sono ancora più importanti, riguardano la formazione del personale che lavora all'interno del servizio di protezione civile. Avevamo discusso in Aula più volte, anche in presenza dell'Assessore, se fosse necessario avviare un vero e proprio centro di formazione regionale. Vedevo anche che un emendamento, che probabilmente prima era stato discusso in Ufficio di Presidenza, non era stato accolto all'interno della Commissione, ma era stata spiegata anche la motivazione per la quale non era stato accolto. Io credo che quello che oggi noi vediamo scritto nell'articolo 7 abbia inserito più enfasi nell'aspetto formativo. Quindi, credo che il lavoro che abbiamo provato a fare in Commissione, pur partendo dalla necessità, che io rilevavo, di definire un centro di formazione regionale, sia stato comunque inserito in legge.
Un altro aspetto, sempre emerso da osservazioni formulate da ANCI, ma anche da altri soggetti, riguarda il fatto che nella nuova programmazione degli ambiti si partisse dall'esperienza che già sui territori provinciali veniva svolta. Credo che anche questo sia un punto importante che oggi in norma c'è, ovverosia l'idea che, nel momento in cui si va a ridefinire un assetto organizzativo circa il funzionamento del Sistema di protezione civile in Veneto, si tenga conto del portato di quello che è stato fatto in precedenza.
Arrivo agli ultimi tre punti. Il primo è che nella redazione dei Piani di protezione civile comunali o intercomunali ci fosse un compito specifico dei responsabili di Protezione civile, anche garantendo – lo diceva prima la collega Venturini – il contributo dei volontari presenti nel territorio.
Il secondo punto – non dico accolto con il mio emendamento, ma che in legge, nel momento in cui l'abbiamo rivista in Commissione, è stato inserito, e credo si possa vedere che c'è stato un miglioramento – riguarda il fatto che la Protezione civile possa lavorare in ambiti pur non direttamente collegati ad eventi calamitosi, come abbiamo visto fare durante la pandemia.
Qui mi ricollego per la conclusione: il tema del cambiamento climatico, i cui effetti si traducono in emergenze che la Protezione civile si trova a dover affrontare. Peraltro, ricordo quando l'anno scorso in Aula, in fase di discussione del DEFR, anche con un po' di stupore, per quanto mi riguarda, un emendamento che avevo proposto venne accolto all'unanimità, emendamento con cui si chiedeva alla Regione di lavorare proprio alla definizione di un Piano di adattamento climatico.
Ebbene, ho visto che su questa questione si sta andando avanti e che la Giunta, anche a mezzo stampa, ha raccontato che si sta lavorando su questo tema. Ecco, non tanto per rivendicare un tema che avevo portato, quanto per dire, nel momento in cui oggi andiamo ad approvare un progetto di legge che non ha uno specifico riferimento al cambiamento climatico, di tenere in considerazione che Protezione civile, nel suo lavoro sui territori, si troverà sempre di più a dover prendere in carico le conseguenze negative di effetti che hanno a che vedere con il cambiamento climatico, e da qui l'enfasi sulla formazione, che deve essere sempre aggiornata, perché le sfide dei volontari, quando si troveranno a dover prendere in carico sui territori gli eventi...

PRESIDENTE

Per favore, colleghi.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Dicevo, credo sia importante che la Regione approvi al più presto questo Piano regionale di mitigazione e adattamento climatico. D'altronde, sul piatto, guardando il bilancio, troviamo circa un miliardo di euro a favore delle Regioni, risorse provenienti dall'Europa, su questo tema, per cui anche qui non ci sono scuse rispetto all'utilizzo di fondi solamente regionali. Quindi, questo progetto di legge, se oggi verrà votato e quando sarà implementato, troverà molto lavoro da fare, purtroppo, su tutte le conseguenze che sui nostri territori vediamo rispetto agli eventi che derivano dai cambiamenti climatici.
Grazie per l'attenzione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è una legge attesa da moltissimi cittadini che operano nel territorio da anni e che fanno un tipo di volontariato a servizio della collettività, una legge che ha richiesto mesi di discussione, di confronto e di preparazione, quindi una legge sicuramente molto complessa. Non starò qui a ripetere quello che hanno detto i miei colleghi precedentemente. Una legge che, proprio perché porta molte novità per quanto riguarda la gestione di quello che può accadere in questi anni di emergenza climatica ed emergenza ambientale, potrà essere una legge che dovrà avere un certo rodaggio nel nostro territorio proprio per le novità che introduce.
C'è un mondo di persone che si occupano di protezione civile. La Regione dà importanti contributi, oltre che coordinare e sovraintendere a questa attività così importante e così utile, che potrà diventare sempre più utile visti i cambiamenti climatici in atto, ragion per cui questa legge molto presumibilmente nel tempo dovrà essere aggiornata.
Va riconosciuto il lavoro fatto in questi mesi. Quello che va evidenziato è che l'intervento pronto della Protezione civile a sostegno delle autorità e dei corpi regionali e statali che si occupano di calamità di vario tipo, calamità naturali, ma non solo, incidenti, manifestazioni, organizzazioni di eventi e quant'altro, è un'attività molto importante, soprattutto per quanto riguarda quegli eventi naturali, che abbiamo visto nella nostra regione, negli ultimi anni, si sono manifestati con una particolare violenza, alla quale non eravamo prima abituati. Mi riferisco alle bombe d'acqua, alle inondazioni dei centri dei nostri paesi, alle esondazioni di torrenti e fiumi. Tutto questo sicuramente comporta il pronto intervento delle autorità, ma comporta anche l'impiego di mezzi e di tantissimi uomini. Quindi, avere un'organizzazione più moderna e più al passo con i tempi è una cosa sicuramente molto utile.
Certamente dovremo fare i conti con l'incremento di queste problematiche che stanno colpendo tutto il pianeta, ma che stanno colpendo anche la nostra regione. Del resto, se andiamo indietro nel tempo, anche di pochi anni, ricordiamo quello che dalla tempesta Vaia in poi è capitato, penso all'inondazione di Venezia e allo straripamento di alcuni fiumi. Ma prima ancora della tempesta Vaia ricordiamo interi centri cittadini allagati. Sono tutte manifestazioni naturali che richiedono sicuramente un intervento della Protezione civile coordinato e strutturato. Quindi, con una legge del genere si cerca, a mio avviso, di creare un sistema sempre più efficace ed efficiente.
È una legge complessa. Sicuramente c'erano alcuni margini di miglioramento. Alcune proposte sono state fatte anche dall'opposizione, molte delle quali sono state accolte durante le lunghe ore di discussione. Pertanto, l'augurio è che sia una legge monitorata anche per quanto riguarda gli aspetti di novità per vedere se, effettivamente, è parata alle esigenze che dovremo affrontare da qui in avanti nel nostro Veneto, nell'era dei cambiamenti climatici.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Che bello sentire silenzio. Se fosse sempre così anche quando parlano i colleghi, proprio per cortesia, non sarebbe male.
Chiudiamo, quindi, la discussione generale con l'intervento dell'assessore Bottacin. Prego, Assessore.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie, Presidente.
Qui in Veneto abbiamo avuto un positivo esempio di come l'attivazione in via preventiva della rete di protezione civile abbia potuto mitigare le conseguenze del disastro sulle persone sulla base di accurate previsioni meteorologiche. È la conferma di come il modello di collaborazione tra Regione, Prefetture e forze del volontariato possa giocare un ruolo prezioso non solo nell'emergenza delle catastrofi, una volta verificatesi, ma soprattutto sul terreno della prevenzione per ridurne o evitarne le conseguenze. È una lezione che va fatta propria da tutte le Istituzioni quando sono chiamate a compiere scelte che riguardano il futuro.
"Io desidero – e avverto il dovere – di ringraziare ed elogiare intensamente quanti si sono prodigati in quei giorni con personale sacrificio, senso di solidarietà e abnegazione". Queste parole sono state pronunciate dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 12 marzo 2019 a Belluno, commentando l'evento catastrofale denominato "Vaia". Questo la dice lunga sul fatto che il Sistema della protezione civile del Veneto sia riconosciuto a livello nazionale, ma anche oltre come una eccellenza da tutti i punti di vista. D'altro canto, la Regione Veneto è stata antesignana nella definizione anche di una legge – è stata ricordata questa mattina – già nel 1984. Dire 1984, evidenziando la storia della Protezione civile in Italia, forse dice poco, perché la prima legge nazionale sulla protezione civile nasce nel 1970, presentata da Mario Scelba nel 1959 – ci ha messo undici anni ad essere approvata –, prevedeva un intervento dello Stato e parlava solo delle competenze dei Vigili del fuoco. Questo era quanto esisteva nel 1970 e negli anni successivi.
La Regione del Veneto ha legiferato nel 1984, ma una data storica nella storia della Protezione civile italiana ‒ forse a molti non dirà un granché ‒ è stata il 10 giugno 1981. Il 10 giugno 1981 un ragazzino, Alfredino Rampi, cadde in un pozzo artesiano e dopo tre giorni fu dichiarato deceduto. In quell'occasione si radunarono oltre 10.000 persone nel luogo in cui i soccorritori stavano cercando di salvare Alfredino e tra di essi arrivò anche, senza avvisare, il Presidente della Repubblica di allora, Sandro Pertini, il quale fece una promessa quando morì Alfredino Rampi, la fece alla mamma di Alfredino. Lui disse: "Questo Paese ha bisogno di strutturare meglio i soccorsi, quando i soccorsi vanno al di là dell'ordinarietà". Ne parlò con il Presidente del Consiglio, Giovanni Spadolini, e nel 1982 fu nominato Ministro della Protezione civile Giuseppe Zamberletti, definito oggi come il papà della Protezione civile in Italia.
Giuseppe Zamberletti, scomparso il 26 gennaio 2019, aveva già avuto esperienze, come quella di Commissario, per esempio, nel terremoto del Friuli Venezia Giulia nel 1976, e diede una serie di input assolutamente importanti relativamente al Sistema della protezione civile. Fondò il Dipartimento nazionale della Protezione civile, una struttura sovraministeriale. Fino a quel momento, come dicevo prima, chi si occupava di protezione civile era il Ministero dell'interno attraverso il Dipartimento dei Vigili del fuoco e della Difesa civile. Da quel momento, invece, si creava una struttura che dipendeva direttamente dalla Presidenza del Consiglio. Successivamente lavorò a una legge, quella che poi diventò la famosa ‒ per chi si occupa di questo argomento ‒ legge n. 225/1992, quindi dieci anni dopo. Quella è stata la legge-quadro sulla Protezione civile che ha determinato i confini di quello che è il sistema che oggi noi conosciamo e ha portato l'Italia a essere un riferimento a livello internazionale per il suo Sistema di protezione civile.
All'interno di questo contesto, pur ribadendo che la Regione del Veneto aveva già legiferato nel 1984, adottando princìpi assolutamente importanti – c'è il testo storico sul sito del Consiglio regionale, per cui chiunque lo voglia può andare a vederselo –, una legge certamente molto lungimirante, non siamo mai stati fermi, perché dal 1984, passando poi per il 1992 – alcuni provvedimenti legislativi sono stati ricordati – tantissimi atti amministrativi sono stati adottati dalla Regione negli anni a venire.
Anche questa legge ha avuto un percorso che può apparire lungo. Io presentai la prima proposta nel 2015. Tuttavia, siccome a livello nazionale stavano lavorando sulla nuova legge sulla Protezione civile, ci siamo fermati. Il Veneto ha avuto un ruolo determinante all'interno della nuova legge sulla protezione civile nazionale, il decreto legislativo n. 1/2018, soprattutto sui ruoli delle Regioni. Il Veneto e qualche altra Regione, in modo particolare la Lombardia, hanno insistito perché fossero riconosciuti alcuni aspetti che erano stati conquistati dai territori e che si erano strutturati bene, come il Veneto. Penso, per esempio, al ruolo di gestione degli incendi boschivi, penso al ruolo dell'attività di volontariato, penso al soccorso alpino, che ha un compito specifico in ambito impervio e ostile, penso alla formazione dei volontari, e non solo, penso agli aspetti relativi alla previsione e alla prevenzione. Ecco, come Regione abbiamo contribuito molto al nuovo Codice della Protezione civile, che fu approvato nel 2018.
Successivamente ci fu l'uragano Vaia, poi l'Aqua Granda, poi il Covid, poi ci sono state le elezioni e poi è stato ripresentato un testo, su cui abbiamo lavorato, come è stato ricordato. Vi abbiamo lavorato tutti, maggioranza e opposizione, ma soprattutto abbiamo considerato quello che arrivava dal territorio, che ci sottoponeva alcuni passaggi. Questo è stato assolutamente importante, a mio modo di vedere, perché nel momento in cui si ascolta il territorio si ottiene un risultato sempre positivo. Lo ha dimostrato la storia della Protezione civile italiana: quando succede una calamità, se si coinvolge il territorio, il risultato viene; invece, se non si coinvolge il territorio, il risultato fa fatica a venire.
In questo testo ci sono sostanzialmente due cose che voglio sottolineare. La prima è che abbiamo preso tutto quello che funzionava e lo abbiamo inserito qui. E siamo certi che funzionasse, perché lo abbiamo sperimentato sul campo, non solo con l'uragano Vaia, anche con altri eventi calamitosi. Le parole del presidente Sergio Mattarella ne sono la testimonianza. Ma potrei citare le parole di altre personalità, come il professor Giuseppe Maschio, che è il referente del corso di ingegneria della sicurezza dell'Università di Padova, o il Comandante del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, Fabio Dattilo, o il professore Nicola Casagli, Capo Dipartimento della Protezione civile dell'Università di Firenze e così via. Quindi, è un riconoscimento di un sistema che funziona, e quello che funziona è giusto mantenerlo, conservarlo e magari integrarlo con alcuni elementi di novità. Così abbiamo fatto, così è stato fatto.
In questo progetto di legge sono stati introdotti elementi che recepiscono quanto inserito nel testo del Codice del 2018, per esempio il fatto che il Presidente di Regione è diventato Autorità di Protezione civile, con tutto quello che ne consegue. Quindi, le emergenze di tipo B e di tipo C hanno una gestione diretta da parte della Presidenza della Giunta regionale, ovviamente in collaborazione con le Prefetture, e poi a livello territoriale con i Sindaci. Credo che questo sia un elemento importantissimo.
Ci sono altri elementi di novità che sono stati inseriti. Alcuni sono stati ricordati prima, ma è giusto ricordarli. Abbiamo previsto il responsabile comunale di protezione civile per dare un supporto tecnico ai Sindaci, che sono Autorità di Protezione civile. Abbiamo inserito tanti aspetti relativi alla formazione non solo dei volontari, ma anche degli amministratori, perché anche gli amministratori devono essere formati, in quanto le emergenze, quando arrivano, arrivano, non c'è il tempo di approfondire. Abbiamo inserito in maniera importante, poi l'abbiamo forse un po' ammorbidito in Commissione, il passaggio della pianificazione di protezione civile, puntando moltissimo sulle attività di previsione e prevenzione. Addirittura nel mio testo era scritto che tutti gli altri piani dovevano adeguarsi al Piano di Protezione civile. Poi, invece, è stato definito che gli altri piani devono coordinarsi con questo. Comunque, credo che già questo sia un passaggio importante. D'altro canto, dare la dignità anche di copertura legislativa a quello che comunemente ormai è definito "Piano Casarin-D'Alpaos", che non è altro che il Piano definito dalla Regione di adattamento ai cambiamenti climatici, credo che sia un passaggio assolutamente importante.
Poi i cittadini, i cittadini che sono fondamentali, perché sono protagonisti. Quando si parla di Sistema di protezione civile si pensa ai soccorritori, a chi si occupa di gestione emergenziale, ma la Protezione civile si occupa anche di previsione e prevenzione, e su questi aspetti i cittadini sono fondamentali. A volte, con piccoli gesti possono mettersi in salvo e possono dare una mano ai soccorritori con le loro attività. La cultura della sicurezza nelle scuole – è stato ricordato – nell'ora di educazione civica è importantissima. È giusto che ogni cittadino sappia cosa deve fare e sappia che deve conoscere, per esempio, il fatto che ogni Comune è dotato di un Piano di Protezione civile, e il cittadino dovrebbe conoscerlo.
Si è puntato anche sul coinvolgimento di tutti quegli attori che magari non vengono associati alla materia della protezione civile nella fase emergenziale, ma che sono fondamentali. Penso agli ordini professionali, penso al mondo accademico e agli istituti di ricerca, penso a tutti i componenti del sistema, perché il sistema comprende tutti, dai cittadini fino al Presidente del Consiglio dei Ministri e anche al Presidente della Repubblica. È un sistema complicatissimo, però è un sistema che funziona. Lo abbiamo sperimentato.
Il sistema comprende vari soggetti. Qui alcuni sono elencati, ma approfitto per elencarne alcuni, ringraziandoli anche per le attività che svolgono e che spesso non sono conosciute. Penso agli Enti pubblici in rete con la Regione. Ho ricordato i Comuni, le Province, le Prefetture, ma poi tutte le nostre strutture regionali. Noi pensiamo, ed è corretto, che il riferimento sia la Direzione Protezione civile della Regione. Oggi è qui che assiste ai lavori l'ingegner Soppelsa, il Direttore della Direzione. Ma non è l'unica struttura che opera.
Sono stati ricordati i Servizi forestali negli antincendi boschivi, ma anche l'ARPAV, il cui ruolo è fondamentale nelle previsioni meteo. Sono quelle previsioni che hanno consentito di salvare vite prima dell'emergenza Vaia. La Direzione Difesa del suolo, che è fondamentale non solo nella fase di previsione e di prevenzione. Siamo l'unica Regione in Europa ad esserci dotati di uno strumento, grazie a una convenzione con l'Università di Padova, che ci consente di definire con settantadue ore di anticipo le portate dei principali corsi d'acqua. Questo significa che il decisore politico, che può essere un Sindaco o il Presidente della Regione, che sono Autorità di Protezione civile, possono prendere, sulla base di dati scientifici, decisioni, per esempio, sull'evacuazione o meno di intere città. Questi sono strumenti assolutamente importanti, che i cittadini devono conoscere, perché a volte non si sa il lavoro che sta dietro a questo.
Vi è anche l'aspetto delle opere di prevenzione, che hanno dimostrato la loro efficacia. Vorrei ricordare che nel 2018 ha piovuto più che nel 2010, quando c'è stata Vaia, e non abbiamo avuto gli stessi esiti dal punto di vista idraulico. Nel 2020 – l'evento è passato totalmente sottotraccia perché eravamo in epoca Covid – tra il 5 e il 6 dicembre abbiamo registrato precipitazioni piovose maggiori rispetto al 1966, quando in Veneto ci furono cento morti, e maggiori anche al 2010, quando mezzo Veneto si allagò. Abbiamo avuto danni, ma certamente non paragonabili a nessuno dei due eventi. Questo a conferma del fatto che il sistema funziona e, quindi, va mantenuto e addirittura potenziato, come prevede questo testo di legge. A questo, naturalmente, dobbiamo aggiungere anche tutto l'aspetto relativo alla sanità.
Badate, sto citando strutture regionali, la Direzione Infrastrutture. D'altronde, quando c'è un'emergenza e si attiva l'Unità di crisi, a cui qua si fa riferimento, ci si trova in sala con decine e decine di persone. Sono tutte parti fondamentali del Sistema di protezione civile. Parlo anche di soggetti privati, di società della Regione, da Veneto Strade a Veneto Agricoltura, a Veneto Acque. Tutte le società partecipate dalla Regione. Poi gli altri enti, Enel, Terna, tutti gli enti che sono coinvolti. Ma anche le imprese private, che intervengono con interventi di somma urgenza tempestivamente. I cittadini. I soccorritori. Non li ho lasciati per ultimi.
Spesso si associa alla figura del soccorritore quella dei Vigili del fuoco, che certamente sono la componente fondamentale del Sistema di Protezione civile, come recita la norma nazionale, sono i professionisti del soccorso tecnico urgente. Sono considerati di altissimo livello, a livello mondiale. Hanno un riconoscimento da parte di tutti i loro colleghi degli altri Paesi. Poi ci sono le Forze dell'ordine, c'è l'Esercito, ci sono tutte le componenti statali. Quindi, approfitto per ringraziarli. Le Polizie locali, i dipendenti delle Regioni, degli Enti pubblici eccetera.
Ma un ringraziamento particolare io lo rivolgo a tutto il mondo del volontariato. In Veneto possiamo contare su 511 organizzazioni di volontariato di protezione civile e su oltre 20.000 volontari formati e specializzati. E sottolineo questo aspetto, perché è cambiato il mondo rispetto al passato. Negli anni Settanta e Ottanta il volontariato in questo Paese, per fortuna, in Veneto in modo particolare, c'è sempre stato, però erano persone animate da buona volontà e spirito di solidarietà, con pochi mezzi e nessuna formazione. Oggi non siamo in quella situazione. Possiamo contare su volontari dotati di una formazione molto approfondita, specialistica, che consente loro di essere efficaci. Ne abbiamo parlato. Per esempio, gli incendi boschivi, da quando la competenza è passata a noi, si sono ridotti, come si sono ridotti gli ettari di incendio boschivo. Questo vuol dire che l'efficacia è dimostrata e viene gestita soprattutto grazie all'intervento dei volontari della protezione civile e dell'antincendio boschivo.
Pensate anche alle attività, anche in tempo di pace, che vengono svolte quotidianamente dal Soccorso alpino, come da tutte le altre associazioni di volontariato di protezione civile che fanno parte di questo sistema così complicato, ognuno con la sua specializzazione, in grado di dare risposte tempestive ai cittadini. Al cittadino poco importa il colore della divisa. Al cittadino interessa essere soccorso in tempi brevi e in maniera efficace, e noi possiamo contare su questo.
Per cui, un ringraziamento veramente di cuore va a tutti i volontari e le volontarie della Protezione civile del Veneto; un ringraziamento anche, naturalmente, alle strutture regionali che hanno lavorato su questo testo, in modo particolare la Direzione Protezione civile, l'ingegner Soppelsa e il suo staff; ma direi anche un ringraziamento a tutti coloro, a iniziare dai Consiglieri componenti della Commissione e dai Consiglieri che sono qui oggi in Aula, che hanno contribuito a migliorare questo testo, con un lavoro – è stato detto prima – molto approfondito; anche un ringraziamento a tutti coloro che dall'esterno hanno fornito suggerimenti e integrazioni, che in molti casi sono stati recepiti.
Credo che questa sia una giornata assolutamente importante per il Veneto, una giornata che conferma la nostra eccellenza nell'ambito della Protezione civile. Ed è una giornata che mette insieme, dagli interventi che ho sentito, poi vedremo il voto finale, anche tutto l'arco costituzionale qui rappresentato. Vuol dire che quando si fa qualcosa di buono per i cittadini e si lavora in maniera approfondita si riesce anche a raggiungere una condivisione non dico all'unanimità, perché non so l'esito del voto e non mi posso azzardare adesso, però ho sentito interventi costruttivi.
Oggi ho sentito interventi tutti costruttivi, con dei suggerimenti, di cui terremo conto. Ci sono poi degli atti che seguiranno alla legge di cui terremo conto in Giunta. Veramente un ringraziamento di cuore va a tutti quelli che hanno contribuito a migliorare questo testo e che consentiranno di dare al sistema della Protezione civile della Regione Veneto un testo che sicuramente non potrà far altro che migliorare un sistema che già è considerato un'eccellenza a livello nazionale e anche internazionale.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Ha chiesto la parola la relatrice Rizzotto. Prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Solo per concludere la discussione generale e poi penso che non interverrò più durante questa seduta. Anche io volevo unirmi all'Assessore nel ringraziare tutti per la collaborazione, per gli interventi che ci sono stati, molto interessanti, ma abbiamo visto anche in sede di Commissione l'interesse che ha manifestato questo argomento.
Un ringraziamento lo rivolgo in particolare a tutti i componenti della Seconda Commissione che presiedo, ma anche agli altri che se ne sono interessati. Permettetemi anche di rivolgere un ringraziamento particolare al nostro Assessore alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin, perché è sempre stato molto presente, molto competente, questo lo sappiamo, ma abbiamo visto anche come sia particolarmente coinvolto e responsabile in quello che fa. Lo abbiamo visto anche in azione, in tante occasioni. Questa volta penso sia l'occasione, anche da parte nostra, di rivolgere un apprezzamento, sentito, nei confronti dell'assessore Bottacin, che su questo tema, effettivamente, è particolarmente attivo ed impegnato; anche sugli altri, ma su questo io mi sento veramente di dire "grazie". Grazie, Assessore. Anche noi ci sentiamo più tranquilli e più sicuri ad avere lei come Assessore alla Protezione civile in Veneto in questi anni. Grazie.
Ci abbiamo messo un po' di tempo per approvarlo, ma, come è stato detto nei vari interventi, sono cambiate delle norme, abbiamo cercato anche di ascoltare le varie istanze che ci sono state. Penso che, alla fine, sia arrivato a un buon testo, migliorato, come è stato detto. Io mi sento veramente di ringraziare anche per l'azione propositiva che hanno avuto tutti i colleghi, che hanno fatto anche degli emendamenti, sia in Commissione, ma anche qui in Aula. Prima abbiamo visto gli emendamenti presentati. C'è stata una discussione seria, tranquilla e una convergenza sui temi, una conoscenza della materia. Questo dimostra, da parte di tutto il Consiglio regionale, a mio avviso, un'attenzione, veramente, bipartisan su questo tema, che non deve dividere assolutamente.
Abbiamo cercato di fare un testo che sia anche, passatemi il termine, un po' flessibile, nel senso che non sia talmente rigido che poi, ogni volta che lo Stato cambia qualcosa, bisogna che torniamo a modificare una virgola, un comma o un qualcosa, demandando alcuni adempimenti, più che altro anche alla Giunta, che possa consentire di adeguarsi se cambiano le situazioni.
Un ringraziamento finale, come tutti, l'ho detto anche prima, va a tutti i volontari, a tutti coloro che si impegnano su questo tema, ognuno per il proprio ruolo, ognuno con anche ruoli diversi, anche di responsabilità. Adesso sta a noi. La responsabilità che abbiamo noi oggi è quella di approvare, di legiferare una buona legge, speriamo, per il Veneto che, come ha detto anche l'Assessore, su questa materia effettivamente, grazie anche a tutte le persone coinvolte, a quello che ci mettono, è una Regione che ha poco da invidiare alle altre.
Speriamo che venga approvata con un ampio consenso. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Iniziamo con l'articolato.
Siamo sull'articolo 1.
Non ci sono emendamenti.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 2.
Anche qui non c'è nessun emendamento.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 3.
Emendamento n. A0001, presentato dal consigliere Giacomo Possamai, Capo 2, articolo 3, comma 4, sostitutivo, che prevede:
Il comma 4 dell'articolo 3 è così sostituito:
"4. La Commissione integrata della Protezione Civile regionale è composta da:
a) il Presidente della Regione ovvero, per sua delega, l'Assessore alla Protezione Civile, che la presiede;
b) il dirigente della struttura regionale competente in materia di protezione civile;
c) i dirigenti responsabili, o loro delegati, di tutte le strutture regionali interessate;
d) rappresentanti degli enti e delle istituzioni operanti sul territorio regionale, individuati dal Presidente della Commissione in relazione a situazioni specifiche a cui siano direttamente o indirettamente interessati.
5. La Commissione integrata della Protezione Civile regionale propone alla Giunta regionale:
a) la definizione di principi, linee guida ed indirizzi di pianificazione, governo e uso del territorio per uno sviluppo dei piani di gestione territoriale in coerenza con i Piani di Emergenza, che recepiscano tematiche inerenti all'integrazione delle politiche di sostenibilità ambientale con le politiche per la sicurezza delle comunità, e in particolare: valutazione dei rischi territoriali, degli impatti e delle relative misure di adattamento e mitigazione;
b) schemi di protocolli sia di allertamento che operativi per regolare il corretto flusso di informazioni e linee di comando tra le istituzioni interessate allo studio, alla prevenzione e alla gestione emergenziale delle calamità naturali e antropiche per le emergenze di cui all'articolo 7, comma 1, lettera b) del Codice;
c) la definizione della comunicazione, sia preventiva che in emergenza, alla popolazione interessata, con riferimento alle emergenze di cui all'articolo 7, comma 1, lettera b) del Codice;
d) convenzioni e collaborazioni con la comunità scientifica ai fini dell'integrazione di conoscenze e tecnologie derivanti da attività di ricerca e innovazione per una migliore previsione degli eventi calamitosi naturali e antropici e delle loro ripercussioni sull'ambiente;
e) linee guida per il coordinamento delle organizzazioni di volontariato della protezione civile iscritte all'Elenco territoriale di cui all'articolo 10;
f) un protocollo operativo per la sorveglianza sanitaria dei volontari di protezione civile attraverso l'utilizzo delle strutture del Servizio Sanitario regionale;
g) convenzioni con le Regioni e gli Stati esteri confinanti, per l'espletamento delle attività di protezione civile di comune interesse, in armonia con gli indirizzi e i piani nazionali;
h) criteri unici, da determinare annualmente, per i contributi a favore dei Comuni e delle organizzazioni di volontariato della protezione civile iscritte all'Elenco territoriale di cui all'articolo 10;
i) l'entità del rifinanziamento annuale del fondo di protezione civile regionale, di cui almeno il 50 per cento da destinare ad azioni per la messa in sicurezza delle zone a rischio e degli edifici individuati come strategici ai fini della gestione del sistema di protezione civile.
Conseguentemente la rubrica dell'articolo 3 viene così sostituita:
Art. 3
Funzioni e compiti della Regione
e istituzione della Commissione Integrata della Protezione Civile.
Prego, collega Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo per la prima volta, per cui, collegandomi anche a quello che diceva l'assessore Bottacin prima, l'intento in primis con il lavoro del vicepresidente della Commissione e correlatore Montanariello è stato proprio quello di provare a condividere le modalità di intervenire su questa legge, visto che è un tema che naturalmente abbiamo tutti a cuore e di cui abbiamo riconosciuto e riconosciamo un buon impianto.
La legge è stata a lungo discussa, lo diceva prima la presidente Rizzotto, in Commissione, ma partiva già con un buon testo. Noi abbiamo fatto una manovra emendativa che, come vedete, non è particolarmente corposa. Ci sono alcuni interventi che proponiamo per migliorare il testo.
Questo emendamento nello specifico semplicemente parte da una considerazione di contesto diversa da quella fatta nel testo originario, che sostanzialmente delega alla Giunta la costruzione della Commissione integrata. La proposta che noi facciamo, invece, è di esplicitare all'interno del testo normativo – ovviamente non leggo integralmente l'emendamento perché è abbastanza lungo – i soggetti e le tipologie di proposte. Questo perché, secondo noi, ha senso che, all'interno della norma, vengano indicati con chiarezza i confini. Prima abbiamo avuto occasione di discuterne con l'Assessore e con la relatrice, che sono di diverso avviso, ma noi manteniamo questa proposta e chiediamo la possibilità di discuterla in quest'Aula.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Assessore Bottacin, prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

L'emendamento posso capirlo, è comprensibile ed è stato ben esplicitato. Poiché stiamo parlando di Protezione civile, ho cercato di puntare sulla velocità e l'efficacia. Nulla vieta, poi, di scambiarci delle opinioni. C'è la Commissione eccetera. Però trasferire in Consiglio la definizione delle funzioni e della costituzione, soprattutto, della Commissione integrata, rischia di allungare un po' i tempi. Siccome poi la dovrebbe presiedere il Presidente della Giunta regionale o il sottoscritto, probabilmente il sottoscritto, mi troverei da solo a dover decidere tutta una serie di cose. Quindi, abbiamo messo che la Giunta individua la parte più operativa.
L'emendamento, secondo me, non può essere accolto in questi termini.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0001.
Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 4.
Emendamento n. A0002, presentato dal consigliere Giacomo Possamai, articolo 4, comma 4, aggiuntivo, che prevede:
Dopo il comma 4 dell'articolo 4 aggiungere il seguente comma:
"4bis. La Regione stabilisce, d'intesa con le Province e la Città Metropolitana, il personale adeguato e munito di specifiche professionalità, necessario per l'espletamento delle funzioni di cui al presente articolo, tenuto anche conto delle strutture associate e dei poli logistici di cui all'articolo 7, e definisce per ogni provincia le risorse finanziarie da attribuire.".
Prego, collega Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo è un altro emendamento di cui conosco già il destino, però ci tengo a presentarlo perché, secondo me, è un passaggio importante. Poi, immagino che l'Assessore vorrà chiarire il tema della Delrio, eccetera. Prima abbiamo avuto occasione di parlarne, però c'è un punto. Siccome questa è, di fatto, una norma quadro, quindi è una norma che investe anche altri livelli istituzionali, siccome spessissimo capita – capita spessissimo quando le norme le fa il Parlamento e le fa lo Stato – che venga fatta una norma e poi che diventi di difficile applicazione, di difficile esecuzione ai livelli inferiori, per un tema spesso di personale e di possibilità di mettere in atto alcune cose, si propone, di fatto – questo lo leggo perché tanto è breve – che "la Regione stabilisca, d'intesa con le Province o la Città Metropolitana, il personale adeguato e munito di specifiche professionalità per l'espletamento delle funzioni".
Di fatto, il senso è che il personale, quindi anche la quantificazione, la tipologia, venga condiviso con gli Enti territoriali provinciali, perché poi molte di queste responsabilità lì ricadono. L'idea è che la Regione con questi soggetti debba condividerlo.
L'Assessore prima ha anticipato le motivazioni della bocciatura, però io continuo a ritenere che possa essere, invece, un inserimento utile all'interno di questo testo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Assessore, prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Per dare una risposta, confermo il fatto che è difficilmente accoglibile. D'altro canto, è anche comprensibile. "D'intesa con le Province" significa che entrambi devono essere d'accordo. Se le Province chiedono 100 persone, è impossibile andare incontro a questa esigenza. Quindi, non è possibile accoglierlo.
È vero che la Protezione civile è una delle funzioni non fondamentali delle Province, secondo quanto previsto dalla Delrio, quindi è stato definito quel percorso all'interno di una legge regionale, adesso non ricordo il nome, di qualche anno fa, dove si è deciso di lasciare tutto alle Province. Il personale che viene pagato dalla Regione rimane a livello provinciale, in gestione alle Province, però è altrettanto vero che in questa legge noi prevediamo, all'articolo 7, comma 2 – è stato ricordato anche prima, non ricordo da chi è intervenuto prima, forse la consigliera Venturini – il tema delle convenzioni con le Province. All'interno di quel contesto, quindi, sarà possibile definire anche tutti questi aspetti in maniera strutturata e non rigida rispetto al provvedimento di legge.
Per quanto mi riguarda, l'emendamento non è accoglibile.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Metto in votazione l'emendamento n. A0002.
Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 5.
Non ci sono emendamenti.
Metto in votazione l'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 6.
Emendamento n. A0006, pagina 4, presentato dal consigliere Montanariello, articolo 6, comma 5, modificativo, che prevede:
All'inizio del comma 5 dell'articolo 6, dopo le parole: "Gli ambiti di protezione civile" sono inserite le parole "svolgono una funzione di collegamento tra comuni, province e regione, e"
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
All'articolo 6, comma 5, dove si parla degli ambiti di Protezione civile, dove si elencano una serie di peculiarità, si chiede, all'inizio, dove è scritto "gli ambiti di Protezione civile" di inserire le parole "svolgono una funzione di collegamento tra Comuni, Province e Regione".
Riteniamo che sia un emendamento che possa arricchire il contenuto di questo progetto di legge, proprio per mettere in rete, in virtù di vari ragionamenti emersi anche prima, una serie di situazioni, come può essere quella della Provincia, che non è più autorità di Protezione civile, piuttosto che altre realtà.
Si chiede questo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0006.
Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 6, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 7.
Emendamento n. A0005, pagina 5 del fascicolo, presentato dal consigliere Giacomo Possamai, articolo 7, comma 2, modificativo, che prevede:
Alla fine del comma 2 dell'articolo 7 sono aggiunte le seguenti parole:
", privilegiando e incentivando le specifiche vocazioni di ogni territorio provinciale."
Collega Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Dopo interverrà la relatrice, perché verrà leggermente riformulato.
Il senso di questo emendamento, in realtà, è più che altro esplicativo; mira a chiarire un concetto che sta già nello spirito della norma. L'originale era: "Privilegiando e incentivando le specifiche vocazioni di ogni territorio provinciale". Verrà leggermente cambiato in base alla tipologia del rischio, cioè sottolineando come, in base ai territori e avendo territori e Province che sono profondamente diverse all'interno del territorio della Regione Veneto, il senso è quello di favorire anche la specializzazione e la capacità di rispondere in maniera diretta a questi rischi, in ciascun territorio. Il senso di esplicitarlo in norma dà un mandato più forte alla Regione, in questo senso. Pensiamo, tra l'altro, avendo avuto occasione di interloquire con le Protezioni civili dei territori e con i volontari, che possa essere un emendamento e, in generale, uno spirito che va in direzione di quanto viene auspicato anche dai livelli territoriali. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Rizzotto, prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
In Ufficio di Presidenza della Commissione abbiamo proposto una modifica. Sostituire "specifiche vocazioni" con "specificità e le tipologie di rischio". Condividiamo, quindi, il contenuto dell'emendamento. Pertanto, il testo finale verrebbe: "Privilegiando e incentivando le specificità e le tipologie di rischio di ogni territorio provinciale".
Con questa modifica, se il proponente la condivide, il nostro parere è positivo.

PRESIDENTE

Ho visto il proponente annuire. Ho visto gli uffici del Legislativo aver preso nota. Ai sensi dell'articolo 102 è possibile una modifica in Aula del testo.
Metto in votazione l'emendamento n. A0005, con la modifica appena comunicata dalla relatrice.
Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 7, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 8.
Metto in votazione l'articolo 8.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 9.
Metto in votazione l'articolo 9.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 10.
Metto in votazione l'articolo 10.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 11.
Metto in votazione l'articolo 11.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 12.
Anche in questo caso nessun emendamento.
Metto in votazione l'articolo 12.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 13.
Metto in votazione l'articolo 13.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo all'articolo 14.
Emendamento n. A0007, presentato dal consigliere Montanariello, articolo 14, comma 8, modificativo, che prevede:
Al comma 8 dell'articolo 14, le parole "ove possibile, il supporto tecnico" sono sostituite dalle parole "ove richiesto, il supporto tecnico agli uffici comunali"
Prego, collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Si chiede, al comma 8, di sostituire le parole "ove possibile, il supporto tecnico" con "ove richiesto, il supporto tecnico agli uffici comunali". È una segnalazione che ci viene dai territori che crediamo possa in qualche modo rendere più operativo questo articolo.
È una piccola correzione, ma molto pratica.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0007.
Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 14, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 15.
Metto in votazione l'articolo 15.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 16.
Metto in votazione l'articolo 16.
È aperta la votazione.
Il collega Pan adesso è arrivato.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 17.
Metto in votazione l'articolo 17.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 18.
Metto in votazione l'articolo 18.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 19.
Metto in votazione l'articolo 19.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 20.
Metto in votazione l'articolo 20.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 21.
Metto in votazione l'articolo 21.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 22. In questo caso c'è un emendamento.
Emendamento n. A0003 presentato dal consigliere Possamai Giacomo, articolo 22, comma 2, aggiuntivo, che prevede:
Dopo il comma 2 dell'articolo 22 è aggiunto il seguente comma:
"2bis. La Giunta regionale coordina e gestisce la formazione regionale attraverso l'istituzione di un'apposita struttura".
Prego, collega Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Preannuncio l'intento di ritirare questo emendamento nel senso che era un emendamento che proponeva, di fatto, un'apposita struttura per la formazione. Abbiamo avuto, però, occasione di confrontarci sia in Ufficio di Presidenza sia in particolare con l'Assessore, che ha spiegato la ratio per cui in questi anni, di fatto, quel percorso è stato abbandonato, visto che una struttura per la formazione esisteva in passato. Avendo raccolto l'indicazione dell'assessore Bottacin su come oggi viene gestito il percorso della formazione, ritengo utile ritirare l'emendamento.
Grazie.

PRESIDENTE

L'emendamento, quindi, è ritirato.
C'è un altro emendamento, l'emendamento n. A0004 sempre del collega Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Vale lo stesso ragionamento di cui sopra.

PRESIDENTE

È ritirato anche l'emendamento n. A0004.
Non ci sono più emendamenti sull'articolo 22.
Metto in votazione l'articolo 22.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 23.
Metto in votazione l'articolo 23.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 24.
Metto in votazione l'articolo 24.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 25.
C'è l'emendamento n. A0008 del correlatore.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, lo ritiro.

PRESIDENTE

Grazie.
Emendamento n. A0009, presentato dal consigliere Montanariello, articolo 25, comma 5, modificativo, che prevede:
Al comma 5 dell'articolo 25, dopo le parole "per la presentazione delle relative domande" sono aggiunte le seguenti parole: ", tenuto conto che i soggetti danneggiati possono anche non essere residenti nei comuni colpiti dalla calamità.".
Prego, collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che viene presentato, come correlatore, dal sottoscritto, ma è stato fortemente condiviso anche con il capogruppo Possamai, in quanto tenta di declinare in forma emendativa un'importante osservazione venuta proprio da Thiene. So essere il mio Capogruppo molto attento alle dinamiche del territorio vicentino, quindi è stato per noi motivo di impegno concretizzarla.
Sostanzialmente si dice che al comma 5 dell'articolo 25, quando si parla di quelli che sono i rimborsi post-emergenziali, dopo "per la presentazione delle relative domande" sono aggiunte le seguenti parole: "tenuto conto che i soggetti danneggiati possono anche non essere residenti nei comuni colpiti da calamità".
Questo è un passaggio molto importante, perché la nostra è una Regione fortemente turistica, è una Regione dove spesso ci si muove per andare a lavorare da un territorio all'altro. Se, nel momento in cui io ho deciso di andare a Vicenza, a Sandrigo, a mangiare del buon pesce, come mi è capitato, succede purtroppo un'emergenza, un evento che crea un danneggiamento per una calamità o altro, non si può avere il rimborso, facendo la pratica di domanda al Comune, se non si è residenti in quel luogo. Questo non vale solo se, nel fare un giro da una parte, questo succede; vale anche se sei proprietario di una seconda casa da quelle parti e, ahimè, purtroppo può succedere che, se c'è questo evento, non ci sia una copertura.
Abbiamo appreso in Ufficio di Presidenza che ci sono dei vizi tecnici rispetto a questo emendamento. Va detto che nell'Ufficio di Presidenza c'è stato anche un riconoscimento del problema da parte dell'Assessore, che ha dimostrato di conoscere bene il tema, che più volte è stato anche a lui sottoposto. Quindi, credo ci sia una forma di impedimento di una norma superiore per far passare questo emendamento.
Tuttavia, credo che, essendo un tema che per logica merita come minimo di essere discusso, ci saranno altre sedi dove magari capiterà, ad altri livelli legislativi, di ricordarci che ci sono anche questi vizi nelle leggi, che a volte colpiscono, ad esempio, un poverino che ha una seconda casa e già paga di più di IMU e non può fare neanche domanda di risarcimento.
Purtroppo non è nelle nostre competenze, lo apprendevo adesso, però credo che comunque l'emendamento, solo per avere una discussione in quest'Aula su questo argomento, meritasse il massimo della nostra attenzione, anche se non proprio di tutti, da quanto apprendo durante il dibattito. Credo meriti questo, ecco.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Non capisco bene il riferimento a Thiene, ma lo scopriremo solo vivendo.
Mi ha chiesto la parola la collega Rizzotto, però vedo che l'Assessore intendeva rispondere. Ditemi chi dei due.
Allora, prima il collega Possamai, chiamato in causa, che parla per fatto personale, immagino. Prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Lo dirà l'Assessore, che magari spiega anche tecnicamente quello che ci ha spiegato prima.
Devo dire che questa osservazione, che è vero che arrivava dal Comune di Thiene, ma che poi ho avuto modo anche di approfondire negli ultimi giorni, tocca molti, per un motivo molto semplice, cioè che banalmente se capita una calamità naturale e un cittadino di un altro territorio si trova in quel luogo e ha la macchina o comunque un bene mobile registrato con sé, in quel momento non risulta tra i soggetti che possono richiedere il risarcimento. Lo dirà dopo l'Assessore, che mi spiegava che è perfino così sul piano delle seconde case, quindi diventa un tema ancor più delicato sotto certi aspetti.
Prendo atto, insomma, di quanto ha detto l'Assessore prima, cioè che questo non può essere il luogo giusto per sanare questo vizio e quindi non può essere qui che viene inserito questo tipo di previsione. Tuttavia, tanto più se, come ci ha detto l'assessore Bottacin all'inizio, il Veneto ha davvero, anche a livello nazionale, un ruolo così importante nella definizione delle politiche sulla Protezione civile, mi immagino io, quindi sia sul piano politico e sul piano legislativo sia sul piano operativo, è evidente che il fatto di intervenire per sanare una stortura – perché di questo si tratta, nel senso che se uno, poveraccio, in quel momento si trova in un luogo che viene colpito da una calamità non è responsabilità sua se è residente da un'altra parte – penso debba essere una priorità.
Da questo punto di vista, penso possa essere anche, a seconda di dove è necessario fare l'intervento, una battaglia da condividere insieme per fare in modo che anche in Veneto, oltre che in tutto il resto del Paese, se deve essere una misura nazionale, questa situazione possa essere sanata.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Rizzotto, prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Brevemente – poi l'Assessore approfondisce, semmai – per dire che questo tema l'abbiamo anche affrontato in Commissione. Era stato sollevato da più parti, perché realmente è un problema che può capitare nelle fasi di emergenza, ma ci era stato spiegato come tecnicamente non sia possibile.
Pur condividendone le finalità, dunque, tecnicamente non può essere fatto, quindi il nostro voto a questo emendamento non può che essere negativo. Però il tema ci è stato sollevato e lo condividiamo tutti, ma con questa legge non può essere risolto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Metto in votazione l'emendamento n. A0009, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 25.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 26.
Metto in votazione l'articolo 26.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 27.
Metto in votazione l'articolo 27.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 28.
Metto in votazione l'articolo 28.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 29.
Metto in votazione l'articolo 29.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 30.
Metto in votazione l'articolo 30.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 31.
Metto in votazione l'articolo 31.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 32.
Metto in votazione l'articolo 32.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 33.
Metto in votazione l'articolo 33.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Prima della votazione finale, c'è un ordine del giorno.
ODG n. A0010

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Camani, Montanariello, Soranzo, Speranzon, Polato, Formaggio, Rizzotto, Villanova, Michieletto, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Sandonà, Scatto, Sponda, Vianello, Zecchinato, Pan, Rigo, Andreoli, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gianpiero Possamai, Puppato, Piccinini, Ostanel, Venturini, Bozza e Lorenzoni relativo a "Valorizzare ciò che funziona. I Distretti provinciali siano confermati come ambiti di protezione civile." in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Disciplina delle attività di protezione civile". (Progetto di legge n. 54) APPROVATO (Deliberazione n. 86/2022)

(N.d.R. – Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno come presentato)
Il Consiglio Regionale del Veneto
Premesso che:
l'articolo 6 del progetto di legge n. 54 stabilisce che "Il territorio regionale è suddiviso in ambiti territoriali e organizzativi di protezione civile, definiti sulla base di analisi delle relazioni esistenti socio-economiche e demografiche, delle tipologie di rischi naturali ed antropici prevalenti, considerando tra l'altro la delimitazione preesistente dei distretti, delle zone di allerta e dei bacini idrografici, delle forme associate dei comuni e l'appartenenza alla medesima provincia e azienda sanitaria.";
l'articolo 20, comma 2 stabilisce che "La Giunta regionale, in collaborazione con le province e la Città Metropolitana di Venezia, organizza le sale operative decentrate di livello provinciale (SOD) finalizzate alla gestione delle emergenze nei territori interessati dagli eventi emergenziali di cui all'articolo 7, comma 1, lettere b) e c) del Codice.".
Tenuto conto che:
gli ambiti di protezione civile costituiranno l'articolazione territoriale dell'attività della stessa protezione civile, in collaborazione con gli enti locali;
la Giunta regionale definirà la delimitazione geografica e i criteri organizzativi degli ambiti di protezione civile, che saranno poi sottoposti ad approvazione del Consiglio regionale.
Rilevato che:
nel corso della fase istruttoria nella Commissione consiliare referente, il dirigente apicale della Protezione Civile regionale ha affermato con chiarezza che non è affatto scontato né automatico che i futuri Ambiti corrispondano agli attuali Distretti;
nel corso del medesimo iter è stato peraltro rilevato da più parti il buon funzionamento dell'attuale Distretto di Padova; analogo rilievo positivo ha riguardato il funzionamento dell'attuale Sala Operativa provinciale di Padova.
Considerato che:
garantire continuità a ciò che ha già dato prova di funzionamento ottimale risponde a criteri basilari di economicità e buona amministrazione.
impegna la Giunta regionale
a valutare la possibilità, per quanto riguarda il territorio del padovano, di proporre una definizione di Ambito di Protezione Civile coincidente, per quanto possibile, con il preesistente Distretto provinciale di Padova e di individuare le Sale Operative decentrate tenendo in debita considerazione le situazioni che già oggi dimostrano un buon livello di funzionamento, come quello della provincia padovana.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo ordine del giorno lo presento pochi minuti prima che arrivi in approvazione questo progetto di legge, che è un intervento che sistema, organizza il comparto fondamentale della Protezione civile anche alla luce delle novità introdotte a livello nazionale.
È un testo, quello che è uscito dalla proposta della Giunta e dal confronto importante avvenuto in Commissione – ringrazio peraltro la presidente Rizzotto e il correlatore Montanariello – che ha certamente tenuto conto del territorio, di come cioè in questi anni la Protezione civile e i Comuni volontari si sono organizzati attorno a un modello che ha fatto esattamente della buona volontà e dell'impegno dei territori il punto nevralgico.
A me sembrava importante raccogliere all'interno di un ordine del giorno alcune sollecitazioni, che sono ripetutamente avvenute durante la discussione in Commissione, per lasciarle agli atti di questo Consiglio e che riguardano in particolar modo il territorio della Provincia di Padova, ma poi è un metodo che è importante estendere – e sono sicura verrà esteso – anche agli altri territori.
In particolare, come sapete, con questo provvedimento si prevede la definizione degli Ambiti territoriali che andranno a sostituire i Distretti di Protezione civile come li abbiamo conosciuti finora e ci sarà una ridefinizione delle sale operatorie decentrate. In questa riorganizzazione, dicevo, credo sia fondamentale che la Giunta e il Consiglio tengano conto di quanto di buono è stato costruito in questi anni dai territori rispetto alla Protezione civile ed è indiscutibile che Padova e la Provincia di Padova in questi anni siano stati capaci di offrire ai cittadini e ai Comuni un'organizzazione fondamentale per quanto riguarda appunto l'organizzazione del Distretto e la capacità operativa delle sale decentrate. È una indicazione che è avvenuta più volte durante il dibattito in Commissione, ma io penso che la Provincia di Padova, la Protezione civile padovana meriti, da questo punto di vista, anche un riconoscimento del lavoro messo in campo in tutti questi anni.
Dunque con questo ordine del giorno impegniamo la Giunta regionale a valutare la possibilità, nella fase di proposta per la definizione dei nuovi Ambiti della Protezione civile e per la definizione delle sale operative decentrate, di tenere esattamente conto di quanto di buono è stato fatto in questi anni dalla Provincia di Padova e di costruire le condizioni perché su quella capacità possa prendere corpo questa nuova organizzazione, questo progetto di legge e possa ulteriormente rafforzarsi l'esempio virtuoso di un territorio che, grazie all'impegno degli amministratori locali e dei volontari della Protezione civile, in questi anni si è certamente messo in evidenza a livello regionale, quando non addirittura a livello nazionale.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Molto velocemente, ringrazio i colleghi Camani e Montanariello per questa proposta e chiedo anche di sottoscriverla, se non altro perché quel gran lavoro fatto dall'organizzazione della Provincia di Padova l'ho seguito direttamente proprio dal Congresso regionale tenuto a Padova proprio nel 2014-2015, nella fase, tra l'altro, non facile del passaggio delle deleghe dalla Provincia alla Regione.
È un'esperienza molto positiva: gli investimenti che la Provincia di Padova ha fatto sono importanti. È una struttura, una sala operativa che ormai – anche l'Assessore l'ha potuto vedere – funziona molto bene. Quindi, rinnovo il mio ringraziamento e anche la richiesta di sottoscrizione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Rizzotto, prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Condividiamo assolutamente il tema e l'argomento sottoposto. Anche in Commissione era emerso che ci sono delle eccellenze in Veneto, tra le quali vi è anche quella indicata dalla collega Camani. Le hanno sollevate in diversi. Però, nei circa 70-72 Distretti che abbiamo in Veneto vi sono anche altre realtà virtuose e da salvaguardare, così anche come localizzazione delle sale operative decentrate. Quindi, proporrei una modifica all'ordine del giorno, se la proponente è d'accordo, nel titolo...

PRESIDENTE

Chiedo l'attenzione del Legislativo alle modifiche. Grazie.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

... in modo da generalizzarlo, tenendo conto anche di Padova. Nel titolo: "Valorizzare ciò che funziona. I Distretti provinciali siano confermati come Ambiti di Protezione civile". Consegno il foglio con le modifiche alla Presidenza. Chiedo che venga cancellato "il Distretto", ma "i Distretti", che venga messo al plurale, e che sia cancellato "di Padova".
Nel testo, invece, a parte le premesse che condividiamo che sono assolutamente corrette, nel secondo capoverso del "rilevato che", prima "dell'attuale distretto di Padova" chiedo che venga messo "ad esempio", quindi "ad esempio dell'attuale distretto di Padova".
Sull'impegno della Giunta regionale, leggo l'impegno complessivo con le modifiche, quindi: "a valutare la possibilità di proporre una definizione degli Ambiti di Protezione civile coincidenti, per quanto possibile, coi preesistenti Distretti provinciali ed individuare le sale operative decentrate, tenendo in debita considerazione le situazioni che già oggi dimostrano un buon livello di funzionamento".
Questa è la frase così modificata e, se la proponente accetta la modifica, esprimo anche un voto favorevole e lo sottoscrivo, anche come...

PRESIDENTE

Il testo è abbastanza articolato, però collega, rispetto al testo base, abbiamo colto l'intenzione di rendere questo ordine del giorno applicabile a tutti i Distretti che hanno funzionato, direi, bene in questi anni.
Chiedo alla proponente se è d'accordo con la modifica. Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io naturalmente in premessa raccolgo la disponibilità alla sottoscrizione del consigliere Soranzo e del Gruppo della Lega, della presidente Rizzotto e ovviamente concordo nell'impianto che ci propone la Presidente, nel senso che ovviamente io ci tenevo che fosse valorizzato il lavoro della Provincia di Padova, ma naturalmente è un impegno che si può estendere alla Giunta rispetto a tutti gli altri Distretti. Quindi, accolgo sia la proposta di modifica sia le sottoscrizioni ricevute in Aula.

PRESIDENTE

Bene, quindi tutti gli interventi che seguiranno adesso hanno ben presente che c'è questo accoglimento della modifica. Chiedo alla relatrice di farci avere il testo per non sbagliare poi in quello che registreremo a verbale.
Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Trovo che in qualche modo le osservazioni fatte dalla relatrice Rizzotto calzino comunque in maniera puntuale. Ovviamente scriviamo una legge a carattere più ampio, a carattere regionale, e quindi è giusto che in qualche modo si tenga in considerazione tutti. Però guardate, il tema, Presidente, di citare Padova e non le altre credo che sia un'osservazione molto puntuale che la collega Camani sia riuscita a cogliere, perché è un'osservazione che ci arriva, da quanto ricordo nei lavori della Commissione, sia dalla Provincia di Padova, se non erro, Vanessa, che dal Comune di Padova. Quindi credo che, essendo stati loro, a differenza degli altri, avendo un sistema di Protezione civile che... In qualche modo non è un discorso di dire che lavora meglio degli altri, ma è semplicemente un discorso di dire che ha già un'attività rodata e quindi, come dicevo anche io nella mia correlazione, c'è la paura che, nel rimescolare le carte, le cose che in qualche modo hanno funzionato vengano rimescolate.
Infatti, è stato molto importante quando l'assessore Bottacin è intervenuto dicendo: "Laddove le cose hanno funzionato bene, saranno esperienze, anche attraverso le convenzioni previste per legge, da poter esportare su altre esperienze". Magari io vengo da Venezia, mi sta ascoltando qualcuno e dice: "Perché Padova e non Venezia?". Su questo ringrazio la collega Camani che è stata molto attenta e puntuale nel cogliere questa osservazione che è venuta dal territorio di Padova e so anche aver avuto degli incontri con alcuni volontari. In qualche modo si vuol dire, sulla scia di quello che ha detto l'assessore Bottacin, che laddove le cose hanno funzionato bene, è giusto che diventino un'esperienza anche per il resto.
Quindi, non preoccupatevi se tra Ambiti e Distretti non ci sarà più la certezza che la perimetrazione sarà quella, però non butteremo via bambino e acqua sporca.
Ringrazio anche la presidente Rizzotto per aver trovato la mediazione per far stare insieme le due cose, visto che ci sono 72 Distretti e tutti e 72, ognuno con le loro particolarità territoriali, sono eccellenze. Si tenta di declinare in forma di atto per l'Aula quelle che sono state due importanti osservazioni padovane.
Il mio intervento è, da una parte, per rafforzare questo ordine del giorno che sottoscrivo con la collega e, dall'altra, per dire che c'è un ottimo lavoro di sintesi tra quello che ha proposto la presidente Rizzotto e il nostro ordine del giorno e per ringraziare la collega Vanessa Camani. Ironia a parte, a volte, dopo tante ore, è anche giusto stemperare un po' il clima dell'Aula, però questi sono passaggi che ci fanno rendere conto che c'è stata comunque un'attenzione e un dialogo, su un tema così delicato, con i territori.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Condividendo la proposta di modifica della nostra presidente Rizzotto, per allargare il campo a tutti gli Ambiti provinciali, chiediamo la sottoscrizione come Intergruppo Lega-Liga Veneta di questo ordine del giorno.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Chiedo la sottoscrizione dell'ordine del giorno. Ringrazio la collega Camani per aver presentato anche la riformulazione. Per quanto mi riguarda, va bene. È una discussione che avevamo avuto anche in Commissione Seconda a lungo rispetto al territorio padovano. Era un'osservazione che era arrivata anche dal territorio padovano. Sono contenta che, in realtà, dopo la discussione in Commissione, sia stata anche riaperta questa opportunità. All'epoca, probabilmente, i ragionamenti fatti erano diversi.
Quindi, sottoscrivo e voto convintamente a favore di questo ODG.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Come avevo detto in un intervento precedente, l'articolazione in distretti si è sviluppata in maniera diversa nelle varie Province del Veneto e Padova sicuramente è una delle Province dove si è maggiormente sviluppata l'articolazione nei Distretti, dove da vent'anni funzionano.
Per cui, la richiesta che proviene da quel mondo delle Amministrazioni locali, ma anche del volontariato è di mantenere quel tipo di funzionamento che, come abbiamo visto, negli anni ha prodotto effetti positivi.
È in corso adesso un po' in tutte le Province, nei tavoli che citavo nel mio intervento precedente, un dibattito proprio per dare indicazioni su come sarebbe opportuno garantire un'articolazione degli Ambiti che sia funzionale, tenendo conto della situazione, sì, dei Distretti, ma in realtà non è così vincolante.
Io chiedo la sottoscrizione di questa proposta che viene fatta, però ritengo che sia un dialogo in divenire. Molto dipenderà da quello che deciderà il volontariato insieme alle Amministrazioni nel suggerire, poi, alla Giunta che cosa è più opportuno per il territorio, tenendo conto che si stanno esprimendo anche le Amministrazioni decentrate dello Stato ‒ sto pensando alle Prefetture ‒ e i Vigili del fuoco, che stanno dando delle loro indicazioni in base alle necessità che ritengono opportune.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Il mio collega Enoch Soranzo ha già chiesto la sottoscrizione. In seguito alle modifiche che sono state accolte dalla proponente, chiedo di voler accogliere anche la sottoscrizione da parte degli altri Consiglieri del Gruppo di Fratelli d'Italia.
Quindi, sottoscriviamo e poi voteremo favorevolmente.

PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo alla prima firmataria se è d'accordo con le richieste di sottoscrizione.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, sono d'accordo, ovviamente, con l'estensione al Gruppo di Fratelli d'Italia, all'Intergruppo Lega-Lista Zaia, al Gruppo Veneto che Vogliamo e alla consigliera Venturini, non so se a titolo personale o per il Gruppo.

PRESIDENTE

Per il Gruppo di Forza Italia.
Il collega Lorenzoni chiede la sottoscrizione e la collega Camani accetta.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'ODG n. A0010, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Colleghi, siamo al voto finale sul progetto di legge n. 54. Dichiarazioni di voto finale sul progetto di legge.
Collega Montanariello, per il PD.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Visto che abbiamo parlato più volte, le stesse parole che ricordava l'assessore Bottacin pronunciate dal Capo dello Stato ci hanno dato più volte il segnale, il termometro di come la Protezione civile nel Veneto sia stata più volte esempio anche di altre realtà. Prima l'Assessore leggeva delle parole dette dal Capo dello Stato, ma in Commissione più volte, ricordando il percorso, sono emerse citazioni dove più volte la Protezione civile del Veneto si è distinta dando un esempio positivo di quella che è la sua attività.
Su questo oggi mi sento, in questa dichiarazione di voto, di ringraziare la maggioranza per aver colto il nostro spirito collaborativo e pensiamo di aver contribuito in maniera utile a questo testo nel quale ci riconosciamo, Assessore, pienamente e nel quale sia nel percorso del lungo lavoro, più di un anno, ricordo, che c'è stato in Commissione, il testo ha accolto tante di quelle che sono le istanze che sono arrivate in maniera trasversale dai banchi non solo della minoranza, ma anche osservazioni che sono arrivate da enti, dal territorio, da associazioni di volontariato, da Province. E quindi in qualche modo è un lavoro che dà contezza di come si sia fatto, lo diceva prima l'Assessore, un lavoro tutti insieme e quindi noi ci rivediamo, relatrice, ci rivediamo, Assessore, in questo lavoro che abbiamo fatto tutti insieme.
È stato un lavoro sollecitato e condiviso più volte dal basso. È stato un lavoro dove spesso i nostri interlocutori non sono stati solamente i membri delle Commissioni, ma spesso i nostri interlocutori sono stati anche, lo dicevamo prima, attraverso il sistema delle audizioni e delle osservazioni, proprio i diretti portatori di questo tipo di interesse, spesso anche associazioni di volontariato. Noi, colleghi, ognuno per quelle che sono le possibilità che aveva di relazione maggiore, in un segmento piuttosto che nell'altro, abbiamo girato, abbiamo ascoltato, abbiamo approfondito ciò che stava avvenendo, perché è un tema, lo dicevamo prima, che riguarda 511 associazioni di volontariato, oltre che riguardare una importante Regione, dove su questi temi sempre spesso ci troveremo a discutere per ovvi motivi.
Per questo, Assessore, approfitto di questa dichiarazione di voto, che da parte nostra sarà favorevole, per ringraziare tutte le volontarie e tutti i volontari della Protezione civile che, partendo dall'ultima pandemia a tanto altro, hanno avuto un ruolo importante e fondamentale per la nostra Regione essendo sempre in prima linea. Tante volte noi aspettiamo questi momenti di ritualità, com'è giusto che sia perché è il nostro lavoro, per portare un ringraziamento nelle Aule istituzionali. Però io credo che ognuno di noi, Assessore, li ringrazi ogni giorno per il lavoro che fanno, loro e tutte le associazioni di volontariato che, in qualche modo declinano la loro attività anche nella Protezione civile: il gruppo Alpini Protezione civile, il gruppo Bersaglieri Protezione civile, il gruppo Nucleo Carabinieri Protezione civile (e non li cito tutti perché, sicuramente, non arrivo a 511), i Lagunari.
Insomma, è una realtà davvero importante sotto questo aspetto. Quindi, io credo che ognuno di noi li ringrazi. La pandemia non è che ci permette di dire: hanno fatto qualcosa e quindi li ringraziamo in virtù della pandemia. La pandemia ha solamente messo a nudo il ruolo di queste associazioni. La pandemia ci ha solamente ricordato quello che è il ruolo importante e principale di queste associazioni, che spesso, ahimè, nella frenesia della vita quotidiana noi dimentichiamo di ricordare, siccome quando le cose vanno bene nessuno pensa a chi si preoccupa per farle andare bene e quando, invece, vanno male, andiamo a cercare come mai qualcosa è andata male.
Credo e mi sento di dire, a nome del Gruppo del Partito Democratico, che noi facciamo un ringraziamento a tutto questo mondo di volontariato della Protezione civile, che non è un ringraziamento formale, ma è un ringraziamento sostanziale, vero. La Protezione civile – finalmente è emerso oggi più volte, Assessore, nel nostro dibattito – non è solo emergenza, ma è anche previsione, è anche gestione e oggi finalmente incomincerà a essere anche formazione. La Protezione civile è tutto ciò che concerne prima di arrivare all'emergenza.
Il Veneto è un territorio fragile e sempre più frequente sarà la nostra esposizione a rischi naturali e non, quindi sempre più spesso saremo chiamati a fare i conti con la gestione di questo tipo di realtà. Basta pensare, Assessore, che nel 2018 è stato fatto il Codice della Protezione civile e nel 2020 è stato già aggiornato: dimostrazione che noi oggi viviamo in una realtà dove la nostra fragilità ci porta a interfacciarci in maniera continua e costante con questo tipo di realtà, che richiedono anche da parte del legislatore un'elasticità che permetta di creare norme adeguate a quelli che sono i problemi reali e continui che fuori dalle porte dei palazzi mutano in maniera continua.
Infatti, Assessore, io formulo un augurio. Spero che non si aspettino altri quarant'anni per una legge sulla Protezione civile, anche se c'è da dire che più volte è stata aggiornata per avere in qualche modo anche una legge che stia al passo con le esigenze del territorio, perché lo abbiamo visto, perché tutto cambia, tutto cambia velocemente, e se prima le emergenze non perdonavano, oggi che la Protezione civile diventa anche – lo era già – previsione e gestione, ma anche formazione, dobbiamo essere ancora più attenti su questi temi. Lo abbiamo detto più volte, anche attraverso la formazione passano una serie di elementi che domani potranno aiutarci a vivere in una Regione anche più sicura, sennò non ci sarebbe motivo di dire che va fatta la formazione, non solo nelle scuole, come prevede il Codice nazionale, ma anche degli amministratori, anche dei Sindaci. Lo abbiamo detto più volte, quando le cose vanno bene, nessuno si rende conto di quello che accade e più volte gli amministratori si trovano nelle emergenze a capire quello che è il loro ruolo. Magari a volte, fortunatamente, avevano il lusso di poter dare per scontato di non preoccuparsi di certi temi.
Questo progetto di legge si cala pienamente nel quadro della norma nazionale – lo dicevamo prima, il Codice della Protezione civile del 2018 aggiornato nel 2020 – però lo fa in maniera intelligente, lo fa in maniera scrupolosa, in maniera che dà il segnale che è stato fatto riconoscendo le specificità dei territori e riconoscendo soprattutto il ruolo dei volontari.
Mi permetto di dire che questo è un modo anche intelligente di aver declinato una norma nazionale, fino all'ultimo ordine del giorno, che abbiamo visto, dove non abbiamo paura di dire che ci sono delle specificità territoriali che in qualche modo vanno declinate per rendere migliore una legge nazionale e portarla sul nostro territorio non come una sgura calata dall'alto, ma come una norma che dia ricchezza a quelli che sono i nostri territori e in questo caso i nostri volontari, i nostri amministratori e quant'altro.
È stato fatto in Commissione un lavoro prezioso. È stato fatto un lavoro che ha accolto tante delle nostre proposte e questo ci ha permesso, Assessore, lo diciamo anche con una forma di orgoglio, di caratterizzare con proposte che venivano dal territorio, che ci siamo permessi di portare dal dibattito in Commissione a oggi, in questa nuova legge.
Chiudo ringraziando tutti gli uffici del Legislativo e della Commissione che hanno lavorato su questo progetto di legge in un lavoro intenso durato più di un anno. Ringrazio tutti i soggetti che hanno fatto delle osservazioni, perché queste hanno aiutato ad arricchire il nostro dibattito, oltre che, quando sono state colte, a rendere il progetto di legge migliore.
Mi sento di ringraziare anche il Gruppo del Partito Democratico, negli uffici, che hanno lavorato in maniera seria per starci dietro e per permetterci di arrivare anche preparati su un progetto di legge così complesso, così tecnico, così difficile. Per quanto ci riguarda, anche i collaboratori del Partito Democratico meritano un ringraziamento, insieme al dottor Giachetti, al dottor Simionato, alla presidente Rizzotto e a tutti gli attori che hanno lavorato per questo progetto di legge.
Il nostro voto, Assessore, sarà favorevole, ma sarà favorevole non perché abbiamo trovato forme di percorso condivise. Sarà favorevole soprattutto perché noi ci rivediamo appieno in questo progetto di legge per i motivi che abbiamo finora elencato.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Nel garantire il voto favorevole, ovviamente, del nostro Intergruppo Lega-Liga Veneta, voglio ringraziare la presidente Rizzotto, la nostra relatrice, per come ha portato avanti questo provvedimento. Sicuramente il lavoro che è stato fatto in Commissione si è visto oggi in Aula: un lavoro di approfondimento, di ascolto e di condivisione del testo, che ha portato a questa grande convergenza da parte di tutta l'Aula.
Voglio ringraziare l'assessore Bottacin. Sicuramente la macchina della Protezione civile veneta è una macchina che funziona bene perché è diretta bene. Sicuramente l'Assessore in questi anni ha dovuto affrontare molte calamità, molte emergenze e ha dimostrato di saper guidare in maniera ineccepibile questa macchina.
Ringrazio l'opposizione per il contributo che ha dato a questo provvedimento, che è sicuramente un contributo costruttivo.
Lasciatemi far partire il ringraziamento più grande che deve arrivare nel territorio da quest'Aula verso tutti i volontari perché, se questa macchina della Protezione civile funziona, funziona sicuramente perché abbiamo migliaia e migliaia di donne e uomini che donano ore e lavoro gratuiti della propria vita, del proprio tempo libero alla nostra Regione e alle nostre comunità, senza le quali non riusciremmo sicuramente ad affrontare molti problemi e molte emergenze che hanno colpito e che probabilmente, purtroppo, colpiranno in futuro il nostro territorio. Quindi, un ringraziamento veramente di cuore a tutto il mondo delle associazioni e del volontariato, che si dimostra ancora una volta una colonna portante della nostra Regione.

PRESIDENTE

Collega Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Ringrazio anch'io l'Assessore, gli uffici e, come ha ricordato chi mi ha preceduto, anche e soprattutto tutti i volontari, le donne e gli uomini che nel Veneto da anni prestano gratuitamente, qualche volta anche non solo sacrificando tempo, quindi rinunciando a parte importante della propria vita per gli altri, ma in qualche caso anche rischiando.
La macchina della Protezione civile nel Veneto funziona, l'ha dimostrato purtroppo in alcune occasioni che hanno visto protagonista la nostra Regione per cause di forza maggiore legate in particolare al maltempo. Con questo provvedimento voglio ringraziare il lavoro che è stato fatto in Commissione da tutti i Consiglieri regionali, anche dai Consiglieri regionali di Fratelli d'Italia, che hanno partecipato attivamente alle sedute della Commissione.
Preannuncio il voto favorevole.

PRESIDENTE

Grazie, collega Speranzon.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione il PDL n. 54 nel suo complesso, così come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva all'unanimità.
PUNTO
8



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CORSI, RIGO, SPONDA, BOZZA, PAN, ANDREOLI, CECCHETTO, CESTARI, CIAMBETTI, DOLFIN, FAVERO, FINCO, GIANPIERO POSSAMAI, PUPPATO, PICCININI, ZOTTIS, GIACOMO POSSAMAI, CAMANI, BIGON, MONTANARIELLO, ZANONI E FORMAGGIO RELATIVA A "PENSILINE ASSENTI NEI BINARI DELLA STAZIONE FERROVIARIA DI VERONA PORTA VESCOVO: R.F.I. PROCEDA AGLI INVESTIMENTI". (MOZIONE N. 205) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 87/2022)

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 8), mozione 205 del collega Rigo ed altri.
Collega Corsi, per l'illustrazione. Prego.

Enrico CORSI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
La città di Verona, che ha 257.000 abitanti, ha due stazioni ferroviarie, di cui una è la stazione di Porta Nuova, la principale, per un totale di circa 77.000 transiti giornalieri, per un totale di 28 milioni annui, l'altra è la stazione di Porta Vescovo. La stazione di Porta Vescovo, comunque, è una stazione secondaria rispetto a Porta Nuova ed è per il 90% utilizzata da utenti pendolari. È la prima stazione che è stata costruita a Verona perché è stata costruita e inaugurata nel 1847. Al punto che in questa stazione, che viene utilizzata su una linea molto importante, perché siamo sulla direttrice che arriva da Milano verso Venezia, come pure i collegamenti che scendono dal Brennero, gli utenti sono costretti ad aspettare i treni che arrivano, che a volte sono anche in ritardo, sotto una pensilina priva di ogni copertura, perciò soggetti nel periodo invernale alle intemperie, soprattutto nelle giornate piovose, e nel periodo estivo al sole cocente. Questo sicuramente non agevola l'utilizzo dei sistemi alternativi all'auto privata, cosa che, invece, dovrebbe essere maggiormente spinta da tutti noi.
Le Ferrovie stanno facendo grandissimi investimenti anche nel nostro territorio, perché grazie all'Alta velocità stanno spendendo miliardi per realizzare queste nuove tratte e io ritengo che sia doveroso e necessario che si intervenga anche in queste stazioni nel realizzare delle pensiline che possano mettere al riparo gli utenti che transitano per prendere questi treni nelle varie direzioni. Pertanto, si impegna la Giunta regionale a farsi portavoce presso RFI affinché venga intrapreso un serio investimento per la progettazione strutturale e per la realizzazione di nuove pensiline nelle banchine e nei marciapiedi dei binari della stazione di Porta Vescovo, dove tuttora ne sono sprovvisti.
Io direi di aggiungere ovviamente anche altre stazioni, perché comunque io, visto che qualche volta prendo il treno per venire a Venezia, ho toccato con mano il problema proprio nella stazione di Porta Vescovo, ma le stazioni, ripeto, soprattutto di una certa importanza, anche se secondarie, che non hanno le coperture sono parecchie e credo che l'investimento che RFI dovrebbe fare è limitato rispetto a tutto il resto di investimenti che fa quotidianamente.
Grazie.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Condivido pienamente questa mozione e la supportiamo come Gruppo consiliare.
Porta Vescovo è comunque una stazione, al di là della storia che porta con sé e del fatto di essere stata la prima realizzata all'interno del veronese, che deve essere messa in sicurezza con queste pensiline. Per cui sosteniamo l'attività che la Regione Veneto potrà fare appunto per fare in modo che vengano fatti questi investimenti all'interno della stazione di Porta Vescovo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Bigon.
Collega Rigo, prego.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Solo per chiedere la sottoscrizione come Gruppo perché la stazione di Porta Vescovo merita sicuramente delle condizioni migliori e ringrazio il collega Corsi di aver affrontato questo tema.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Bozza, prego.

Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Solo per testimoniare la condivisione del testo presentato della mozione del collega Corsi, di cui sono sottoscrittore, perché in effetti è un problema oggettivo che molti utenti veronesi e non solo ci hanno sottoposto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Piccinini, prego.

Tomas PICCININI (Veneta Autonomia)

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Colleghi, il Consiglio non è finito. Per cortesia.

Tomas PICCININI (Veneta Autonomia)

Ringrazio il collega Corsi e chiedo la sottoscrizione.

PRESIDENTE

Va bene.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Solo, essendo la collega Bigon già intervenuta, per chiedere la sottoscrizione come Gruppo. Grazie.

PRESIDENTE

Perfetto.
Collega Montanariello, vuole intervenire? Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Per essere coerente con tutto quello che è il mio percorso in Aula, colgo questo momento molto importante, dove parliamo di infrastrutture, dove parliamo di ferrovie, dove parliamo di treni, per ricordarvi che a Chioggia abbiamo una ferrovia del 1800 che non ci porta a Venezia e stiamo aspettando il famoso "Arzarone"... Presidente, è propedeutico, non mi dica che non c'entra, adesso arrivo, è un giro largo ma ci arrivo, abbia fiducia. È per dirvi che abbiamo anche il famoso "Arzarone", la famosa incompiuta della Regione Veneto, perché due dei tre stralci li ha pagati lei e oggi scopriamo che il terzo stralcio non è competenza sua, però due dei tre li ha pagati lei. C'era la Consiliatura Galan, Chisso stesso, quindi due dei tre stralci, e non mi pare che li abbiano messi in conto a chi li ha fatti, quindi vuol dire che si poteva.
Vorrei ricordarvi che va bene Porta Nuova, va bene Verona, Porta Vescovo, la nostra collega Bigon è sempre attenta nel segnalarci le problematiche di Verona, però vorrei ricordarvi che a Chioggia abbiamo la Littorina del 1800. Ricordatevi che il Veneto non viaggia a due sensi di marcia. Il Veneto sarà una Regione eccellente quando avrà la stessa velocità dall'estremo sud all'estremo nord. E anche l'autonomia, come dice Soranzo.

PRESIDENTE

Grazie, collega Montanariello.
Collega Formaggio, prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie.
Dopo l'intervento di Montanariello non potevo non intervenire oggi. Allora, come annuncio il voto favorevole e anche la sottoscrizione per Porta Vescovo, invito il collega Montanariello a portare in questo nobile Consiglio anche una mozione per la Littorina di Venezia.
L'ha già fatto? Già fatto, bene. Allora anche quel voto sarà favorevole perché le nostre infrastrutture meritano che il Consiglio regionale...

PRESIDENTE

Bene. Grazie del suo contributo, collega Formaggio.
Qual è il fatto personale? Non l'ha offesa, lasciamo stare.
Non ci sono altre richieste di intervento.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, c'è la mia, ma lei la snobba. Si metta una mano sul cuore. Faccia il buon padre di famiglia, si metta una mano sul cuore.

PRESIDENTE

Lasci stare.
Metto in votazione la mozione n. 205.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
9



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI SORANZO, POLATO, SPERANZON, FORMAGGIO E RAZZOLINI RELATIVA A "LA REGIONE VENETO INTERVENGA URGENTEMENTE PRESSO IL MINISTERO DEL LAVORO PER L'EMANAZIONE DEI DECRETI ATTUATIVI UTILI ALL'APPLICAZIONE DELLO SCONTO CONTRIBUTIVO INPS PER LE IMPRESE". (MOZIONE N. 94) RITIRATA

PRESIDENTE

Passiamo al punto successivo, la mozione n. 94 dei consiglieri Soranzo, Polato ed altri.
Prego, collega Soranzo.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Faccio prestissimo. È una mozione "solo" del 28 aprile 2021, di più di un anno fa. Pertanto, la ritiro, grazie, perché per fortuna i decreti attuativi sono stati emanati.

PRESIDENTE

Grazie, collega Soranzo. La mozione è ritirata.
Signori, chiudiamo qui i lavori del Consiglio.
Per la prossima seduta sarete convocati a domicilio.
Buona serata.
La Seduta termina alle ore 16.39
Il Consigliere segretario
Alessandra SPONDA

Il Presidente
Nicola Ignazio FINCO

Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 61 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 61
MARTEDì 24 MAGGIO 2022


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTI NICOLA IGNAZIO FINCO, FRANCESCA ZOTTIS

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE
Processo verbale della 61a seduta pubblica – martedì 24 maggio 2022
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 8205 del 19 maggio 2022, secondo le modalità ordinarie, fatta eccezione per i consiglieri soggetti ad obbligo di isolamento correlati al Covid-19 che parteciperanno da remoto come confermato dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 35 del 24 maggio 2022.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 10.36 e rinvia i lavori alle ore 10.50.

La seduta è sospesa alle ore 10.36.

La seduta riprende alle ore 11.15.

Assume le funzioni di consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 60a seduta pubblica di martedì 17 maggio 2022.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e il consigliere Razzolini.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 244 del 28.02.2022
presentata dai consiglieri Montanariello e Camani
"Poste italiane fatica a trovare portalettere anche in Veneto. Precarietà e bassi salari sono le cause principali. Il Presidente della Regione sta a guardare?"

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Donazzan che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 239 del 10.02.2022
presentata dai consiglieri Camani, Bigon, Montanariello, Giacomo Possamai, Zottis e Zanoni
"Ennesima falla nei sistemi informatici veneti. Qual è il livello di cyber sicurezza della Regione del Veneto?"

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Proposta di legge statale da trasmettere al Parlamento nazionale, ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione dal titolo: "Misure di rafforzamento per il sostegno degli enti del terzo settore: rideterminazione in aumento dell'ammontare della quota dell'IRPEF liberamente destinabile in base alla scelta del contribuente" d'iniziativa del Consiglio regionale del Veneto. (Progetto di legge statale n. 13) APPROVATO (Deliberazione n. 85/2022)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Zecchinato (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima commissione consiliare, e Camani (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima commissione consiliare.

In discussione generale interviene il consigliere Zecchinato (Zaia Presidente).

Si passa all'esame dell'articolato.

Gli articoli 1, 2, 3 e 4, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 12.01.

La seduta riprende alle ore 12.05.

Assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

Si passa all'esame dell'ordine del giorno collegato al progetto di legge in oggetto.

ODG n. B1

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Camani relativo a "La Regione sostenga il terzo settore promuovendo una campagna informativa a sostegno del 5 per mille" in occasione dell'esame della proposta di legge statale relativa a "Misure di rafforzamento per il sostegno degli enti del terzo settore: rideterminazione in aumento dell'ammontare della quota dell'IRPEF liberamente destinabile in base alla scelta del contribuente". (Progetto di legge statale n. 13) APPROVATO (Deliberazione n. 84/2022)  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto intervengono i consiglieri Zecchinato (Zaia Presidente), che propone una modifica, e Camani (Partito Democratico Veneto), che accoglie la proposta di modifica del relatore.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno n. B1 come modificato.

Il Consiglio approva.

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Bigon, Bisaglia, Boron, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Puppato, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge statale in oggetto nel suo complesso nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Bigon, Bisaglia, Boron, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Montanariello, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Puppato, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 7) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Disciplina delle attività di protezione civile". (Progetto di legge n. 54) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 13/2022)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Rizzotto (Zaia Presidente) che svolge la relazione di maggioranza per conto della Seconda commissione consiliare.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti agli emendamenti nn. A8 e A9 scade in 10 minuti.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che svolge la relazione di minoranza per conto della Seconda commissione consiliare.

Durante l'intervento del consigliere Montanariello assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

In discussione generale interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto).

Il PRESIDENTE sospende la seduta per consentire alla presidenza della Seconda commissione, integrata dal relatore e dal correlatore, di esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 12.55.

La seduta riprende alle ore 14.45.

In discussione generale sul progetto di legge in esame intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Zanoni (Partito Democratico Veneto), l'assessore Bottacin e la relatrice Rizzotto (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

Gli articoli 1 e 2, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Sull'emendamento n. A1 intervengono il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, e l'assessore Bottacin.

L'emendamento n. A1 all'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Sull'emendamento n. A2 intervengono il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, e l'assessore Bottacin.

L'emendamento n. A2 all'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli articoli 4 e 5, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Sull'emendamento n. A6 interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che lo illustra.

L'emendamento n. A6 all'articolo 6, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 6, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Sull'emendamento n. A5 intervengono i consiglieri Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, e Rizzotto (Zaia Presidente), che propone una modifica accolta dal proponente.

L'emendamento n. A5 all'articolo 7, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come modificato.

L'articolo 7, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Gli articoli 8, 9, 10, 11, 12 e 13, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Sull'emendamento n. A7 interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che lo illustra.

L'emendamento n. A7 all'articolo 14, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 14, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Gli articoli 15, 16, 17, 18, 19, 20 e 21, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) che ritira gli emendamenti nn. A3 e A4 all'articolo 22.

L'articolo 22 , posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Gli articoli 23 e 24, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) che ritira l'emendamento n. A8 all'articolo 25.

Sull'emendamento n. A9 intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), per fatto personale, e Rizzotto (Zaia Presidente).

L'emendamento n. A9 all'articolo 25, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli articoli 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32 e 33, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla competente Commissione consiliare.

Si passa all'esame dell'ordine del giorno collegato al progetto di legge in oggetto.

ODG n. A10

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Camani, Montanariello, Soranzo, Speranzon, Polato, Formaggio, Rizzotto, Villanova, Michieletto, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Sandonà, Scatto, Sponda, Vianello, Zecchinato, Pan, Rigo, Andreoli, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gianpiero Possamai, Puppato, Piccinini, Ostanel, Venturini, Bozza e Lorenzoni relativo a "Valorizzare ciò che funziona. I Distretti provinciali siano confermati come ambiti di protezione civile." in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Disciplina delle attività di protezione civile". (Progetto di legge n. 54) APPROVATO (Deliberazione n. 86/2022)  [RESOCONTO]


Sull'ordine del giorno in oggetto intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che chiede la sottoscrizione, e Rizzotto (Zaia Presidente), che propone una modifica e chiede la sottoscrizione.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che accoglie le richieste di sottoscrizione e la proposta di modifica.

Intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto), Villanova (Zaia Presidente), che chiede la sottoscrizione a nome dei gruppi Liga Veneta per Salvini Premier, Zaia Presidente e Veneta Autonomia, Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che chiede la sottoscrizione, Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), che chiede la sottoscrizione a nome del gruppo Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto, Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che chiede la sottoscrizione a nome del gruppo Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni, e Lorenzoni, che chiede la sottoscrizione.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che accoglie le richieste di sottoscrizione.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno n. A10 come modificato.

Il Consiglio approva.

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge in oggetto intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto), Villanova (Zaia Presidente) e Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso, come emendato.

Il Consiglio approva all'unanimità

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 8) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Corsi, Rigo, Sponda, Bozza, Pan, Andreoli, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Dolfin, Favero, Finco, Gianpiero Possamai, Puppato, Piccinini, Zottis, Giacomo Possamai, Camani, Bigon, Montanariello, Zanoni e Formaggio relativa a "Pensiline assenti nei binari della stazione ferroviaria di Verona Porta Vescovo: R.F.I. proceda agli investimenti". (Mozione n. 205) APPROVATA (Deliberazione n. 87/2022)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Corsi (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra la mozione in oggetto.

Assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Intervengono i consiglieri Bigon (Partito Democratico Veneto), Rigo (Liga Veneta per Salvini Premier), che chiede la sottoscrizione a nome del gruppo Liga Veneta per Salvini Premier, Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto), Piccinini (Veneta Autonomia), che chiede la sottoscrizione, Zottis (Partito Democratico Veneto), che chiede la sottoscrizione a nome del gruppo Partito Democratico Veneto, Montanariello (Partito Democratico Veneto) e Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che chiede la sottoscrizione.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Lorenzoni, Maino, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Valdegamberi, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 9) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Soranzo, Polato, Speranzon, Formaggio e Razzolini relativa a "La Regione Veneto intervenga urgentemente presso il Ministero del lavoro per l'emanazione dei decreti attuativi utili all'applicazione dello sconto contributivo INPS per le imprese". (Mozione n. 94) RITIRATA  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che ritira la mozione n. 94.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 16.39.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BORON Fabrizio
POLATO Daniele
BOZZA Alberto
POSSAMAI Giacomo
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RIGO Filippo
CECCHETTO Milena
RIZZOTTO Silvia
CENTENARO Giulio
SANDONA' Luciano
CESTARI Laura
SCATTO Francesca
CESTARO Silvia
SORANZO Enoch
CIAMBETTI Roberto
SPERANZON Raffaele
CORSI Enrico
SPONDA Alessandra
DOLFIN Marco
VALDEGAMBERI Stefano
FAVERO Marzio
VENTURINI Elisa
FINCO Nicola Ignazio
VIANELLO Roberta
FORMAGGIO Joe
VILLANOVA Alberto
GEROLIMETTO Nazzareno
ZANONI Andrea
GIACOMIN Stefano
ZECCHINATO Marco
GUARDA Cristina
ZOTTIS Francesca
LORENZONI Arturo







LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
f.to Alessandra SPONDA






IL PRESIDENTE
f.to Nicola Ignazio FINCO











N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin, Gabriella Gamba e Alessandro Vian