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Corro Ergo Sum. Storia disordinata di Giovanni atleta paralimpico
In data 2 ottobre 2024, nella sala Oriana Fallaci di Palazzo Ferro Fini, è stato presentato il libro “Corro Ergo Sum. Storia disordinata di Giovanni atleta paralimpico”, di Matteo Zaramella.
Il libro racconta la storia di Giovanni Zaramella, ragazzo di 17 anni affetto dalla sindrome di Down, già 2 volte campione del mondo nella corsa. Allenato da Lucia Bano, da 43 allenatrice della società Aspea, Giovanni va veloce con le sue scarpe chiodate sulla pista d’atletica e, tenendo fede all’esortazione incalzante di Lucia (‘Giovanni, non mollare mai’), sta puntando alle Paralimpiadi di Los Angeles, nel 2028. “Una storia di sport e di vita che serve a tutti noi per capire il senso vero dell’esistenza”: così ha commentato Luciano Sandonà (Lega-LV), presidente della Prima commissione del Consiglio Veneto.
Giovanni ha ottenuto vittorie a livello nazionale e ad oggi ha intascato 16 titoli di campione italiano, 13 in atletica leggera e 3 nel calcio a cinque, con l’inserimento lo scorso anno nella lista degli atleti di interesse nazionale. Nel marzo scorso ha conquistato in Turchia un doppio oro e un doppio record mondiale nella 4X100 e 4X400 ai Trisome Games, giochi dedicati a chi come lui è affetto dalla sindrome di down. L’atleta cittadellese, forte anche di tre medaglie d’oro ai campionati europei, una medaglia di bronzo, un record europeo e un record del mondo, è ormai un atleta azzurro a tutti gli effetti.
“Ho scritto questo libro – spiega il papà Matteo - per spiegare come la corsa possa abbattere tutte le barriere. Attraverso la storia di Giovanni, e anche di tanti altri ragazzi e delle loro vite speciali tra disabilità e sport, racconto in maniera divertente i punti di forza, e anche le debolezze, di questi ragazzi, con l’obiettivo di contribuire a superare stereotipi e vecchi luoghi comuni”.
“Ringrazio i miei genitori, la mia allenatrice, i miei compagni di sport: grazie a loro corro veloce e potente”, sorride soddisfatto Giovanni, fiero della divisa bianca rossa della società padovana e delle sue medaglie.
“Un grazie sincero ai genitori di Giovanni, all’allenatrice, all’Aspea Padova e a quanti lavorano per realizzare i sogni di questi ragazzi – ha concluso Sandonà - Lo sport è strumento di incontro, crescita, inclusione e realizzazione.”