Trasporti - Gruppo PD: “Nuovo Piano regionale dei trasporti: integrazione ferro-gomma, rafforzamento del Tpl e sostenibilità, è tempo di colmare gli enormi ritardi”

06 luglio 2020

(Arv) Venezia 6 lug. 2020 - “Il servizio ferroviario metropolitano regionale mai nato, il biglietto unico che rimane un sogno, i collegamenti mancanti con gli aeroporti, i project financing che dovevano essere azzerati da Zaia ancora in ballo: il Piano fotografa il grande ritardo del Veneto sulla mobilità. Quello vigente oggi risale al 1990, avevamo presentato noi un emendamento al bilancio 2018 per finanziarne uno nuovo. Non sprechiamo questa occasione per fare quel salto di qualità che si aspetta da anni. Trasporto pubblico, sostenibilità e sicurezza sono i punti centrali delle nostre proposte”. A dirlo sono i Consiglieri del gruppo consiliare del Partito Democratico motivando le critiche al nuovo Piano regionale dei trasporti che approderà in Aula già domani.

Non può diventare un secondo Ptrc, un documento con buone intenzioni e niente più. Nel giro di dieci anni vorremmo e dovremmo dirottare il 10% del traffico privato sul trasporto pubblico locale. Serve una mobilità sostenibile, accessibile e sicura per l’oltre mezzo milione di pendolari veneti che ogni giorno salgono su bus, vaporetti e treni - spiega il Capogruppo Stefano Fracasso - un obiettivo raggiungibile che richiede chiarezza di indirizzo e disponibilità di risorse. Siamo consapevoli che in epoca di Covid parlare di trasporto pubblico possa sembrare stonato, ma la mobilità sostenibile o sarà condivisa, collettiva, intelligente e interconnessa o il Veneto non si libererà della sua aria malata. Questo Piano deve rappresentare una svolta e noi faremo la nostra parte”.

Da qui le richieste e gli emendamenti del gruppo dem: “Il servizio ferroviario regionale va completato con l’obiettivo minimo di un treno ogni mezz’ora su tutta la rete e ogni 15 minuti nell’area metropolitana centrale (Verona-Vicenza-Padova-Treviso-Venezia). Non ci sono più scuse per non integrare i servizi di trasporto pubblico su gomma con quelli su ferro e dare ai pendolari veneti un biglietto unico regionale. Chiediamo poi piani urbani della mobilità che completino la rete ciclabile, allargando sia lo sharing (bici, monopattini, scooter) che la mobilità elettrica, l’ammodernamento della viabilità di accesso al litorale e alle mete turistiche, lo spostamento delle merci dalla gomma al ferro e alle vie d’acqua, il completamento della linea dei Bivi (Mestre-Marghera) e il potenziamento del sistema idroviario veneto”.

Il consigliere Bruno Pigozzo si è poi focalizzato su quattro aspetti: “Anzitutto l’assessore lo definisce un piano processo, espressione che identifica una dinamica che si può sviluppare. Non vorremmo però che rimanesse nelle buone intenzioni, dando poi mano libera alla Giunta per fare interventi senza il via libera del Consiglio. C’è poi il tema della sicurezza dal punto di vista sanitario, conseguente all’esperienza Covid: presenteremo emendamenti specifici per poter dare maggiori garanzie agli utenti e ai pendolari attraverso l’utilizzo di sistemi informatici. Un’altra carenza che ha questo Piano è l’essere figlio del Ptrc che non ha valenza paesaggistica. Quindi tutti gli interventi previsti o che seguiranno la sua approvazione non avranno la garanzia di tutela paesaggistica. Con i nostri emendamenti puntiamo a inserire delle clausole, in modo che nella fase transitoria ci sia il rispetto dei principi di tutela derivanti dalla normativa nazionale. Infine la sicurezza infrastrutturale: ci sono già dei casi su cui vorremmo si intervenisse, ad esempio il viadotto lungo la A27 Venezia-Belluno in Val Lapisina, un’area già interessata da frane, anche vistose; chiediamo una verifica urgente per scongiurare situazioni di pericolo”.

Andrea Zanoni, Vicepresidente della Commissione Ambiente, ha posto l’accento soprattutto sull’emergenza ambientale e climatica: “I dissesti idrogeologici e le bombe d’acqua sempre più frequenti, collegati alla vetustà delle nostre strutture viarie, suggeriscono di puntare molto sulla sicurezza. Abbiamo tanti viadotti, sempre più vecchi, che meritano attenzione. Per quanto riguarda l’emergenza climatica, dobbiamo fare di tutto per diminuire le emissioni di CO2 e il settore dei trasporti può contribuire in maniera significativa. Ridurre il traffico privato, spostandolo sui mezzi pubblici è determinante per abbattere l’inquinamento. Ricordo che siamo in procedura di infrazione dopo essere già stati condannati nel 2012 dalla Corte di giustizia europea proprio per la violazione della direttiva sulla qualità dell’aria. Inoltre avremmo un minor consumo di idrocarburi fossili, tra i principali imputati per il surriscaldamento globale. Dovremmo a tal proposito incentivare il trasporto elettrico, ma questo Piano non lo fa. Abbiamo una media di due colonnine elettriche ogni 100 km di autostrade, la media nazionale è 12, doveva essere messo il piede sull’acceleratore. D’altronde le priorità della Regione sono chiare, ha preferito investire soldi pubblici in opere viarie come la Pedemontana che costerà ai contribuenti quasi tre miliardi. Con un esborso del genere che drena tutto, diventa complicato trovare risorse adeguate per colmare il gap ambientale”.

Infine la Vicecapogruppo Francesca Zottis si è soffermata sul tema della mobilità casa-lavoro: “Possiamo andare oltre alle corrette dichiarazioni del Piano per ciò che riguarda gli spostamenti casa lavoro. A livello nazionale si parla della figura del mobility manager aziendale che coordina il trasporto delle persone dalla propria abitazione al luogo di lavoro, incentivando l’uso degli autobus dedicati; la Regione prenda in carico proposte già esistenti. Per quanto riguarda le promozioni chiediamo agevolazioni per chi usa la mobilità sostenibile come mezzo di trasporto complessivo, ad esempio treno più bicicletta. Un altro tema citato nel Piano ma che resta incerto è la mobilità verso le zone turistiche e marittime: è da troppo tempo che si aspettano infrastrutture che risolvano i nodi in modo complessivo”.

 

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