Via libera del Consiglio al Piano regionale dei Trasporti 2030

Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato martedì 14 luglio a maggioranza il nuovo Piano Regionale dei Trasporti: 29 voti favorevoli, 13 contrari, 3 astenuti.

L’assessore De Berti ha sottolineato gli otto obiettivi fondamentali del PRT che prevede investimenti, fino al 2030, per oltre 20 miliardi di euro, di cui oltre la metà già disponibili, il 62 per cento dedicati alla mobilità e al trasporto su ferro e il 35 per cento all’adeguamento e manutenzione stradale:

1. connettere il Veneto ai mercati nazionali e internazionali, per la crescita sostenibile dell’economia regionale, fortemente orientata alle relazioni internazionali; è prioritario, quindi, completare il disegno infrastrutturale di connessione con le principali capitali europee e i relativi mercati di riferimento;

2. potenziare la mobilità regionale per un Veneto di cittadini equamente connessi, superando i problemi di congestione e i limiti di coordinamento tra le diverse modalità di trasporto e riducendo le disparità territoriali, anche al fine di contrastare lo spopolamento dei centri periferici;

3. promuovere la mobilità in funzione dello sviluppo dell’offerta turistica, ampliando la rete infrastrutturale, migliorando la connessione intermodale tra offerta pubblica, privata e mobilità debole (percorsi pedonali, cicloturismo, escursionismo) e lo sviluppo aeroportuale;

4. sviluppare un sistema di trasporti orientato alla tutela dell’ambiente e del territorio, prevedendo di ridurre le emissioni nocive nell’aria, anche con interventi finalizzati a una maggiore fluidificazione del traffico, al cambio modale da gomma a modalità più sostenibili, al rilancio del trasporto pubblico, allo sviluppo dei carburanti green e dei veicoli ibridi ed elettrici;

5. accrescere funzionalità e sicurezza delle infrastrutture e dei servizi di trasporto, tutelando maggiormente la mobilità debole e assicurando il monitoraggio e la manutenzione programmata delle reti e dei percorsi;

6. promuovere il Veneto come laboratorio per nuove tecnologie e paradigmi di mobilità, specie per l’accesso da parte dell’utenza ai servizi pubblici di trasporto;

7. completare ed efficientare la spesa pubblica per i trasporti e promuovere forme di finanziamento in grado di attrarre capitali privati;

8. sviluppare una nuova governance integrata della mobilità regionale: rientra in tale contesto il sistema delle concessioni autostradali e della rete stradale ordinaria, la gestione della rete ferroviaria, il coordinamento del sistema degli interporti, il riordino nelle competenze del TPL.

Nelle dichiarazioni di voto, Piero Ruzzante (Il Veneto che vogliamo/Lorenzoni Presidente) ha sottolineato che “il Veneto è in ritardo in materia di trasporti, e questo è grave perché penalizza una regione, come la nostra, a forte valenza turistica. Siamo all’anno zero sotto l’aspetto dell’integrazione tra trasporto su gomma e rotaia, non sono stati fatti adeguati investimenti sulle nuove tecnologie, come l’elettrico, e per incentivare all’utilizzo del mezzo pubblico. Al Veneto, negli ultimi 25 anni, è mancata una visione delle politiche del trasporto, la Regione non ha impresso alla pianificazione una forza innovativa. Do atto, comunque, che la Giunta ha sempre tenuto un comportamento di collaborazione, ma non è bastato”.

Il capogruppo Dem Stefano Fracasso: “Non c’è dubbio che doveva essere colmato un grave ritardo accumulato anche a causa di mancate scelte nelle precedenti legislature. Il Piano ha sicuramente un contenuto e una attualità ben più pregnanti del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento. Il confronto con la Giunta è sempre stato trasparente. Ma permangono diverse situazioni irrisolte: troppi project financing ancora in essere; la Regione deve prendere posizione sullo sviluppo del Porto di Venezia; vanno rivisti i Bacini ottimali per riorganizzare il Trasporto Pubblico Locale; avremmo voluto che venisse recuperato il finanziamento storico sul TPL. Questo Piano Processo, sicuramente ben fatto dal punto di vista tecnico, secondo noi avrebbe dovuto delineare con maggiore precisione le linee di intervento per il prossimo decennio, prevedendo norme tecnico- attuative. Per questi motivi, il nostro voto sarà contrario”.

Manuel Brusco (M5S), pur riconoscendo “l’impegno della Giunta regionale e dell’Assessore De Berti”, ha denunciato come “trent’anni di attesa sono troppi, dato che le infrastrutture sono strategiche per lo sviluppo di un territorio. In futuro, bisognerà essere più coraggiosi e investire in nuove tecnologie, in mezzi di trasporto veramente innovativi. L’Alta Velocità è un retaggio del passato, degli anni Ottanta, va ripensata. Riconosco comunque alla Regione di avere investito nella mobilità lenta come mai era accaduto prima”.

A nome del gruppo Lega, il consigliere Alessandro Montagnoli ha rivendicato il lavoro della maggioranza di palazzo Ferro Fini: “Oggi il Consiglio regionale chiude un altro progetto importante, una Legge Quadro che contiene una visione precisa dello sviluppo del Veneto nei prossimi decenni. Sicuramente ci sono ancora tanti aspetti da valutare e da migliorare, ascoltando le esigenze dei territori, ma ora mettiamo un punto fermo in materia di trasporti. Ringrazio l’Assessore De Berti, il Presidente Calzavara e tutti i componenti della Seconda commissione, anche per tutti gli altri importanti progetti votati in questi cinque anni: legge sulla valutazione di impatto ambientale, sul contenimento del consumo suolo, sulle Ater, sulle Cave, Veneto 2050, PTRC”.

Orietta Salemi (Civica per il Veneto) ha annunciato il voto di astensione, motivato dal fatto che “finalmente il Piano dei Trasporti è realtà e ringrazio l’Assessore De Berti; ma c’è ancora molta strada da fare e un grave ritardo da colmare, che ci avrebbe dovuto spingere ad avere maggiore coraggio. Ci sono ancora troppe partite aperte. Questo Piano, in particolare, avrebbe dovuto sostenere di più il turismo, con investimenti mirati sulle infrastrutture. Avremmo dovuto accordare più attenzione agli studenti”.

Per Pietro Dalla Libera (Veneti Uniti), “il Piano mira a una mobilità sostenibile per le persone e le cose, garantendo al contempo un minore impatto ambientale. Il nostro voto sarà favorevole”.

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