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Seconda commissione – Relazionata interrogazione su cava Morganella. Ok al parere su assestamento bilancio. Report sul consumo suolo. Concessioni di grandi derivazioni d’acqua a uso idroelettrico
15 luglio 2021
(Arv) Venezia 15 lug. 2021 - La Seconda commissione consiliare permanente, presieduta da Silvia Rizzotto (ZP), vicepresidente Jonatan Montanariello (Pd), ha illustrato l’interrogazione a risposta in commissione n. 3, primo firmatario Andrea Zanoni (Pd), sottoscritta da Giacomo Possamai, Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello e Francesca Zottis (Pd), dal Portavoce dell’Opposizione Arturo Lorenzoni, da Cristina Guarda (EV), Elena Ostanel (VcV) ed Erika Baldin (M5s), “Materiali rilevati dalla Provincia di Treviso in fondo alla falda affiorante di cava Morganella. Sono stati ricercati, individuati e analizzati?”.
Il primo firmatario Zanoni, nel suo intervento, ha innanzitutto ricordato che “il 31 dicembre 2020, è stato autorizzato il progetto di approfondimento dentro la falda acquifera presso cava Morganella, dai 40 ai 60 metri di scavo, per estrarre circa 4 milioni di metri cubi di ghiaia”. Il relatore ha poi spiegato che “nel 2016, il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno con cui, all’unanimità, si dava mandato ad Arpav di definire la natura dei materiali rinvenuti sul fondo di cava Morganella. Con questa interrogazione, chiediamo di sapere quanto prima se i monitoraggi effettuati hanno accertato la natura dei materiali rilevati in fondo alla falda, recependo così le preoccupazioni espresse da molti cittadini residenti”.
La risposta in commissione è stata data dall’Assessore regionale Gianpaolo Bottacin, il quale ha informato che dai monitoraggi effettuati dal personale di Arpav sui materiali rinvenuti sul fondo della falda non sono stati riscontrati elementi anomali a livello visivo. Inoltre, ha dichiarato l’Assessore, dall’analisi dei campioni prelevati da diverse posizioni sono emersi valori entro i limiti di legge.
È stato dato a maggioranza, senza voti contrari, il parere alla Prima commissione sul Disegno di legge della Giunta regionale “Assestamento del bilancio di previsione 2021-2023”. Risulta una disponibilità finanziaria complessivamente di 13,47 milioni di euro. Nello specifico, sono stati destinati: 4,8 milioni di euro al settore trasporti e mobilità; 3,8 milioni di euro alle politiche sociali e familiari; 1,82 milioni di euro alla tutela e valorizzazione di beni e attività culturali; 900 mila euro per lo sviluppo sostenibile e la tutela del territorio e dell’ambiente; 800 mila euro per lo sviluppo e la valorizzazione del turismo; 450 mila per lavoro e formazione professionale; 370 mila a sostegno dell’agricoltura, delle politiche agroalimentari e della pesca; 300 mila a favore delle politiche giovanili, dello sport e del tempo libero; 200 mila ai servizi istituzionali, generali e di gestione; 300 mila al soccorso civile.
In particolare, per le materie di competenza della Seconda commissione, viene stanziato un finanziamento aggiuntivo a favore del piano triennale per l’adeguamento della rete viaria regionale: 2 milioni nel 2021; 2,5 nel 2022; 4.378 nel 2023, per un importo complessivo nel triennio di euro 8.878.000. Per il 2021, un milione di euro viene assegnato a Veneto Strade per interventi di manutenzione ordinaria per l’efficientamento della rete viaria. Un milione e mezzo di euro vengono stanziati per dare copertura a due interventi sulle linee navigabili. Complessivamente, per il 2021, l’assestamento, per le materie afferenti la commissione, vale complessivamente 5.650.000,00 euro.
Votata a maggioranza, senza voti contrari, la presa d’atto sul Rend n. 36 “Stato di attuazione della Legge regionale n. 14/2017 “Disposizioni per il contenimento del consumo di suolo e modifiche della Legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 ‘Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio’''.
Dalla relazione è emerso come quasi tutti i comuni veneti hanno fornito i dati relativi alla previsione del consumo di suolo: 33.547 ettari di superficie territoriale totale prevista; 12.224 ettari di superficie territoriale totale trasformata, per una superficie territoriale ancora disponibile fino al 2050 pari a 21.323 ettari. La Legge regionale ha introdotto un correttivo di meno 40 percento, con una quota rimasta di 12.793 ettari consumabili fino al 2050. Il processo del contenimento del consumo di suolo, partito quindi dalla Regione, è in mano alle amministrazioni comunali attraverso gli adeguamenti delle rispettive pianificazioni urbanistiche rispetto ai dettami della L.R. n. 14/2017. Complessivamente, si è così registrata una riduzione della quantità massima di suolo consumabile di 3.066 ettari, passando da 12.793 a 9.727 ettari, dato registrato al 31 marzo 2021.
Terminata la presentazione della relazione, il presidente Rizzotto ha sottolineato la positiva tendenza della Regione Veneto al contenimento del consumo di suolo, come risulta dai dati Ispra.
È stato illustrato il Disegno di legge della Giunta regionale “Disposizioni concernenti le concessioni di grandi derivazioni d'acqua a uso idroelettrico in attuazione dell'articolo 12 del D.Lgs 16 marzo 1999, n. 79, 'Attuazione della Direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica’”.
Il D.L. n. 135/2018 ha modificato l’articolo 12 del D.lgs. 79/1999 disponendo la regionalizzazione della proprietà delle opere idroelettriche alla scadenza delle concessioni e nei casi di decadenza o rinuncia alle stesse. Alle regioni è demandata la disciplina con legge delle modalità e delle procedure di assegnazione. Alla luce di questa mutata disciplina, la proposta normativa in esame, tra altre previsioni, definisce: modalità e procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico che arrivano a scadenza, o sono già scadute e non ancora riassegnate o decadute o oggetto di rinuncia; le competenze, in particolare nel caso di concessioni a scavalco tra regione Veneto e altre regioni o Provincie Autonome e quella già affidate, dalla normativa regionale, alla Provincia di Belluno; il regime delle opere che in parte passano al patrimonio della regione, in parte, invece, possono rientrare tra le opere da utilizzarsi nel nuovo progetto di derivazione, ma con indennizzo al concessionario uscente; la possibile durata della concessione.