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Bozza e Venturini (FI): “Piscine, il caro bollette può metterle in ginocchio definitivamente. Parlamento esamini la nostra Proposta di legge statale”
16 novembre 2021
(Arv) Venezia 16 nov. 2021 - “Il caro bollette sta mettendo in grandi difficoltà i gestori degli impianti natatori, per i quali la ripartenza è stata ed è già di per sé complicata, dopo dieci mesi di chiusura per la pandemia. Il Parlamento prenda in esame al più presto la nostra Proposta di legge statale, approvata dal Consiglio regionale a luglio, sulla rinegoziazione, a favore dei gestori, dei canoni degli impianti sportivi di proprietà degli Enti pubblici”.
Lo chiedono i consiglieri regionali di Forza Italia, Alberto Bozza ed Elisa Venturini.
“Siamo preoccupati e abbiamo a cuore il comprensibile grido di dolore di Assonuoto e dei gestori degli impianti – sottolineano i consiglieri regionali - La nostra Proposta di legge statale introduce la possibilità per gli Enti pubblici, in particolare per i Comuni, proprietari di impianti sportivi, tra cui le piscine, di rinegoziare durata e canoni della concessione onerosa, attraverso anche l’implementazione di almeno due milioni di euro del Fondo nazionale per le funzioni fondamentali dei Comuni. È chiaro che, nella rinegoziazione, ora si dovrà tenere conto anche dell’ultima contingenza internazionale, ovvero il rincaro di luce e gas, che sta aggravando la situazione finanziaria dei gestori”.
“La nostra proposta – spiegano Bozza e Venturini - da un lato, mira a offrire un ristoro strutturale a società e associazioni sportive, dall’altro è una garanzia giuridica anche per gli stessi Comuni, i quali saranno comunque costretti a rinegoziare i canoni, ma senza una copertura legislativa dello Stato potrebbero trovarsi nella condizione di dover giustificare alla Corte dei Conti il parziale mancato introito che ne deriverebbe”.
“Se facciamo morire gli impianti sportivi, non solo togliamo spazi di aggregazione e di attività motoria, con i risvolti negativi sul piano sociale e psicomotorio che possiamo facilmente immaginare, ma rischiamo anche di creare zone franche di abbandono e incuria nelle città, con tante cattedrali nel deserto morenti che diventerebbero luoghi di degrado”, osservano in conclusione Alberto Bozza ed Elisa Venturini.