Valdegamberi (misto): “in Crimea si celebra il Giorno del Ricordo degli Italiani vittime della Repressione. In Italia nessuno ricorda e si sanzionano anche i nostri connazionali emigrati e i loro figli”

28 gennaio 2022

(Arv) Venezia 28 gen. 2022 - “La deportazione degli italiani di Crimea è una tragica pagina, spesso dimenticata, della Seconda guerra mondiale. Una pagina che in questi giorni di fine gennaio viene commemorata dalla gente di diversi credi religiosi della Crimea e di cui nel 2022 ricorre l'ottantesimo anniversario: the Day of Remembrance of the Italian Victims of Repression, il Giorno del Ricordo degli Italiani vittime della Repressione”. Lo ricorda il consigliere regionale Stefano Valdegamberi (gruppo misto), che ringrazia gli amici russi di Crimea per questo gesto di attenzione verso i nostri connazionali.

“All’inizio del conflitto in Crimea vi erano circa 3 mila italiani, per lo più pugliesi, veneti e piemontesi che si erano trasferiti sulle rive del Mar Nero in cerca di terre fertili da coltivare. Dopo l’invasione tedesca e la riconquista della penisola da parte dell’Armata Rossa, la comunità italiana fu accusata di collaborazionismo – ricostruisce Valdegamberi - Tra il 25 e il 29 gennaio 1942 il gruppo operativo dell’Nkvd dette avvio alla deportazione di tutti gli abitanti di origine italiana da Kerč’ e da altre città della Crimea. Molti finirono in Kazakistan e altri in Siberia; solo poche migliaia tornarono a fine conflitto. Per oltre 70 anni agli italiani era negato lo status di deportati, a differenza di quanto fatto per altre comunità nazionali come tartari, tedeschi, armeni e bulgari. Nel 2014 la Russia ha riconosciuto lo status di deportati agli italiani di Crimea e ora, the Day of Remembrance of the Italian Victims of Repression ne ricorda il sacrificio.

“Sarebbe bello - commenta il consigliere Valdegamberi - se nei giorni della memoria le autorità italiane ricordassero anche questo olocausto, rimasto per troppo tempo ignorato. Lo fanno le autorità e i cittadini della Crimea mentre noi italiani continuiamo a sanzionarli. Nel 2022 non solo non andiamo a commemorare i nostri caduti, ma non permettiamo nemmeno ai nostri connazionali emigrati e ai loro figli di venirci a trovare, di telefonare, di fare prelievi bancari. È questo il rispetto che l’Italia riserva ai propri figli?”.