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Prima commissione - Illustrato il bilancio regionale consolidato 2021; audizioni in materia di telecomunicazione e radiotelevisione
19 ottobre 2022
(Arv) Venezia 19 ott. 2022 - È stata illustrata, nel corso della seduta odierna della Prima commissione permanente del Consiglio regionale del Veneto presieduta da Luciano Sandonà (Lega-LV), Vicepresidente Vanessa Camani (Partito Democratico), alla quale ha partecipato l’Assessore al bilancio e alla programmazione Francesco Calzavara, la Proposta di deliberazione amministrativa n. 53, di iniziativa della Giunta regionale, relativa all’approvazione del bilancio consolidato 2021.
Il provvedimento, approvato dall’esecutivo nei giorni scorsi e illustrato in maniera sintetica dall’Assessore Calzavara, costituisce un adempimento contabile previsto dal D. Lgs. n. 118/2011 che prevede l’obbligo, in capo alla Regione, di redigere il bilancio consolidato con i propri enti e organismi strumentali, aziende, società controllate e partecipate; il Consolidato, quindi, contiene i risultati economici, patrimoniali e finanziari derivanti dalla gestione complessiva del cd. Gruppo Regione Veneto formato da 29 soggetti, ovvero da 8 società partecipate e da 21 enti regionali. In linea generale, i dati del 2021 attestano la buona situazione economico-patrimoniale della Regione, come già emersa in sede di Rendiconto 2021 e riconosciuta dalla Corte dei Conti nel giudizio di parifica. Al 31 dicembre 2021, il Gruppo presentava un attivo patrimoniale pari a 11.099.956.262,60 euro, un patrimonio netto di 3.002.342.938,53 euro e un risultato economico d’esercizio consolidato positivo di 190.375.013,70 euro. Il provvedimento sarà esaminato nel dettaglio anche nelle altre Commissioni consiliari nel corso delle prossime sedute.
Di seguito, la Commissione, con il Presidente del Corecom del Veneto Marco Mazzoni Nicoletti e i componenti del Comitato, ha sentito in audizione il Direttore della sede regionale Rai Veneto Giovanni De Luca, il Presidente del Comitato per le comunicazioni della Regione Emilia-Romagna Stefano Cuppi, e il Presidente del Comitato per le comunicazioni della Regione Lombardia Marianna Sala (a capo del coordinamento nazionale dei Corecom), in merito al nuovo contratto di servizio di telecomunicazione e radiotelevisione nel quadro del Testo Unico dei servizi dei media audiovisivi e radiofonici (D. Lgs. n. 208/2021). In sintesi, i Presidenti dei Corecom Lombardia ed Emilia Romagna hanno illustrato in sintesi - e il Direttore della sede Rai Veneto, ulteriormente puntualizzato soprattutto dal punto di vista culturale - la possibilità, per le Regioni, di raggiungere nel prossimo futuro, grazie all’evoluzione tecnologica, un obiettivo contenuto nella Legge di riforma della Rai risalente al 1975 che prevedeva la nascita della cd. Terza rete federale - in forza della quale, all’epoca, in ogni regione sorsero le sedi Rai - obiettivo, peraltro, non raggiunto per effetto della sentenza della Corte Costituzionale del 1976 per effetto della quale fu autorizzata l’emittenza locale e occupata la banda delle frequenze analogiche dell’epoca, rendendo di fatto impossibile la nascita della Rai Tre federale. Il traguardo non venne raggiunto nemmeno dopo il 2004, a seguito dell’entrata in vigore della cd. Legge Gasparri che, tra l’altro, oltre a disciplinare la prima transizione dalla tecnologia analogica a quella digitale, aveva introdotto la possibilità che le Regioni si dotassero di una legge che consentisse la conclusione di particolari contratti di servizio con la Rai. Lo sviluppo ulteriore del digitale, la ‘liberazione’ di alcune frequenze, l’esistenza di una rete tecnologica macroregionale che allo stato attuale trasporta le Tgr Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, offrono in prospettiva alle Regioni l’opportunità di affrontare l’iter legislativo dal quale può discendere la possibilità di discutere con la Rai per creare, anche al fianco della Rai Tre esistente, una Rai Tre regionale aggiuntiva, da arricchire con contenuti specifici, ripercorrendo, nella sostanza, quanto previsto nell’originaria Legge di riforma del 1975. Il tema sarà oggetto di ulteriori approfondimenti in seno alla Commissione.