Medici di famiglia: Bigon (Pd), “Situazione critica a Verona e in costante peggioramento. Tamponare le falle non è sufficiente”

22 dicembre 2022

 

(Arv) Venezia 22 dic. 2022 -       “Le due equipe che l’Ulss 9 mette in campo per tamponare la falla gigantesca determinata dalle carenze e dai pensionamenti dei medici di famiglia, rappresentano una soluzione-tampone che seppur dettata da buona volontà non può costituire la soluzione ad un problema dalla crescita esponenziale”. Il commento è della consigliera regionale ed esponente scaligera del Pd Veneto, Anna Maria Bigon. La vicepresidente della commissione regionale sociosanitaria ricorda i dati emersi dalla recente ricerca realizzata dal gruppo consiliare del Partito Democratico sui medici di famiglia in Veneto e si sofferma in particolare su quelli riguardanti la provincia di Verona: “Va innanzitutto detto che quello veronese è il territorio che conta in assoluto il maggior numero di aree carenti rispetto alle altre province: 142, pari al 24,2% del totale regionale. Ma non solo: il numero totale dei medici di medicina generale che andranno in pensione in Veneto da qui al 2035 è di 1.921, di cui ben 352 in provincia di Verona. Praticamente, oltre il 60% dei medici attualmente in servizio”. “Di fronte a questo scenario, che vivrà tra il 2023 e il 2024 il picco di pensionamenti, è evidente che non ci si può limitare a mettere i sacchi di sabbia. Bisogna intervenire a monte ed è la Regione – conclude Bigon - che deve mettersi in prima fila in questo lavoro. Eppure, nella sessione di bilancio che si è appena conclusa, la Giunta ha mostrato di non sentir ragione: ad esempio, la nostra proposta di destinare 10 milioni per il supporto amministrativo dei medici di famiglia, in modo da scaricarli dalle incombenze amministrative, è stata rigettata al mittente. Con una miopia molto preoccupante sia per il presente che in prospettiva”.