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Piccinini (VA): “Giulia Cecchettin: investire subito nella scuola e nella formazione di persone a supporto degli sportelli e dei centri sul territorio”
20 novembre 2023
(Arv) Venezia 20 nov. 2023 - “È un dolore profondo e di tutti quello che ha travolto la famiglia di Giulia Cecchettin. Per fermare questa scia di sangue occorre investire fin da subito, dalla scuola alla formazione di persone a supporto degli sportelli e dei centri sul territorio, con progetti e percorsi che richiederanno tempo, e proprio per questo vanno avviati il prima possibile”. Così il consigliere regionale del gruppo Veneta Autonomia Tomas Piccinini che interviene “Dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin: la giovane età della vittima e del suo carnefice ci riporta alla fragilità, anche del mondo giovanile. Dobbiamo impegnarci tutti per riportare questa società nel solco del giusto rapporto e rispetto tra uomo e donna. È un dolore di tutti quello che ha colpito la famiglia di Giulia Cecchettin cui esprimo tutto il mio cordoglio e la mia vicinanza”.
“Voglio soffermarmi - aggiunge il consigliere - sulla scia di sangue dei femminicidi in Italia, una tragedia che non può essere contrastata solo con provvedimenti legislativi. Comprendo il valore di misure più aspre come quelle che sono in programma. Credo però che dobbiamo guardare con più attenzione a queste tragedie. Penso ad esempio al fatto che, con Giulia, l’età sia della vittima che del suo carnefice si sia abbassata notevolmente: a 22 anni si ha tutta la vita davanti, eppure nulla è bastato ad arginare questa follia. Questo, a mio modo di vedere, ci dice del disagio, delle difficoltà anche delle fasce di età più giovani. Ecco perché penso che, per contrastare realmente questa carneficina, occorra dare il via a un lavoro profondo, a cominciare dalla scuola. Un lavoro che non può non prevedere investimenti per strutturare servizi indispensabili, dallo psicologo nelle scuole alla formazione di persone da impiegare nei centri antiviolenza o negli sportelli sul territorio, che non è più pensabile siano affidati solo al volontariato”.
“Perché la sfida che abbiamo davanti - conclude Piccinini - è epocale: dobbiamo riuscire, infatti, a cambiare una mentalità, una cultura che fa sì che qualcuno si senta in diritto di decidere del destino di un’altra persona sino alle più estreme conseguenze, come quella di toglierle la vita. Sono percorsi che richiedono tempi lunghi: iniziando a lavorare adesso, vedremo i risultati nel medio, lungo termine. Ma proprio perché abbiamo una lunga strada da fare, dobbiamo impegnarci tutti da subito per cercare di attivare ogni possibile percorso in grado di aiutare la nostra società a ritrovare quell’equilibrio nel rapporto fra uomo e donna che oggi sembra drammaticamente perduto”.