Consiglio Veneto vota all’unanimità una Risoluzione unitaria in memoria di Giulia Cecchettin

05 dicembre 2023

(Arv) Venezia 5 dic. 2023 -      Il Consiglio regionale del Veneto, il cui inizio è slittato alle 14 per rispettare il lutto regionale in concomitanza con le esequie di Giulia Cecchettin, celebrate in mattinata a Padova, presso la Basilica di Santa Giustina, ha votato all’unanimità una Risoluzione unitaria che fa sintesi di quattro diversi documenti, correlati tra loro, presentati per onorare la memoria della sfortunata giovane e far sì che la sua morte non risulti vana, non prima però di aver dedicato proprio a Giulia un momento di riflessione e di silenzio.

Via libera quindi a una Risoluzione unitaria, presentata dai consiglieri Soranzo, Polato, Razzolini, Pavanetto e Formaggio (FdI), Venturini (FI), Camani (Pd), Villanova e Pan (Lega- LV), e altri, integrata dalla consigliera Ostanel (VcV), “La tragedia di Giulia Cecchettin. Una condanna unanime della violenza sulle donne: si rafforzino le iniziative per contrastare ogni violenza ed ogni discriminazione di genere”.

La Risoluzione unitaria condanna la violenza contro le donne e ogni forma di discriminazione di genere; promuove una cultura pienamente paritaria; esprime la vicinanza della comunità veneta ai familiari di Giulia Cecchettin e di tutte le vittime di violenza di genere; sottolinea il fondamentale ruolo svolto dalla famiglia nella nostra società, anche e soprattutto per quanto riguarda gli aspetti legati all’educazione e all’affettività; invita l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale a istituire, in memoria e in onore di Giulia, un premio a favore di studenti universitari che presentino una tesi di laurea afferente in particolare ai temi del contrasto alla violenza sulle donne nei diversi ambiti di intervento regionale quali quelli culturale, sociale, lavorativo e della formazione scolastica.

La Risoluzione, altresì, manifesta il seguente orientamento: ‘che tutti gli organi competenti si adoperino per avviare iniziative finalizzate all’ampliamento dell’offerta formativa nelle scuole secondarie di primo e secondo grado attraverso la realizzazione di progetti di educazione relazionale’.

La Risoluzione, infine, auspica: che le istituzioni e gli organi competenti a livello nazionale, regionale e locale si impegnino a predisporre un adeguato riconoscimento a chiunque, sul territorio regionale, elabori studi sul tema del contrasto alla violenza di genere e sulla valorizzazione della donna nel contesto sociale ed economico contemporaneo; l’incremento dei finanziamenti della Regione destinati alla rete dei Centri antiviolenza; l’apertura di Sportelli antiviolenza negli Atenei della Regione, al fine di istituire un ulteriore luogo di ascolto e supporto alle potenziali vittime di violenza; l’utilizzo più corretto e consapevole del linguaggio e della comunicazione del Consiglio regionale, sia come istituzione sia tramite i suoi rappresentanti, anche all’esterno delle sedi istituzionali, che contribuisca positivamente al cambiamento culturale necessario e alla promozione di modelli sociali paritari, e che eviti espressioni che rischiano di veicolare pregiudizi o perpetuare stereotipi.

Prima dell’apertura della discussione generale, sono state illustrate in Aula le quattro Risoluzioni: la n. 109, primo firmatario Enoch Soranzo (FdI), “Il Consiglio regionale istituisca una borsa di studio in memoria di Giulia Cecchettin”; la n. 110, primo firmatario Elisa Venturini (FI), “Avvio di iniziative in memoria di Giulia Cecchettin per l'ampliamento dell'offerta formativa in tema di educazione affettiva nelle scuole secondarie di primo e secondo grado”; la n. 111, primo firmatario Vanessa Camani (Pd), “Condannare la violenza contro le donne e ogni forma di discriminazione di genere e promuovere una cultura pienamente paritaria”; la n. 112, primo firmatario Alberto Villanova (Lega- LV), “La tragedia di Giulia Cecchettin e la violenza sulle donne: si rafforzino le iniziative per tutelare le vittime della violenza di genere”.

La discussione generale è stata molto partecipata. Parola soprattutto alle consigliere: Sonia Brescacin (Lega- LV) ha ricordato i numeri drammatici che meglio di ogni altra cosa fotografano il fenomeno della violenza contro le donne; per Laura Cestari (Lega -LV) “manca una rete di condivisione per scardinare una certa cultura radicata nella nostra società”; Elena Ostanel (VcV) ha ripreso alcune parole pronunciate oggi da Gino Cecchettin “ci sarà un prima e un dopo”, invitando la “Politica ad assumersi la responsabilità di cambiare le cose con azioni concrete”; Francesca Zottis (Pd) ha osservato come “è proprio nella vita quotidiana che si alimenta la violenza di genere: bisogna considerare l’altro nel suo valore di ‘essere persona’, serve un cambiamento culturale”; per Erika Baldin (M5S) “la morte di Giulia deve rappresentare il punto di svolta per cambiare la cultura patriarcale permeata nella nostra società: serve responsabilità e un ruolo attivo, in primis da parte degli uomini”; Anna Maria Bigon (Pd) ha chiesto che “le famiglie non siano lasciate sole: serve l’aiuto della scuola, che deve assicurare la continuità educativa. E la Politica deve garantire servizi”; Cristina Guarda (EV) ha dato importanza “alle parole che si utilizzano per sminuire il valore delle donne nelle relazioni sociali. Serve l’impegno di tutti, nessuno escluso, per cambiare questo atteggiamento”; Vanessa Camani (Pd) ha richiamato la necessità “di comprendere veramente ciò che sta succedendo, senza fare finta di niente. Non parlo di colpa dei maschi, ma di responsabilità sì! Dobbiamo rovesciare la cultura patriarcale, contrastando gli stereotipi di genere, utilizzando un linguaggio diverso”.

Giuseppe Pan (Lega – LV) ha affermato che “la piaga dei femminicidi è una realtà veramente inaccettabile”, ricordando tuttavia “le diverse leggi adottate negli ultimi anni per contrastare il fenomeno, a iniziare dal ‘Codice Rosso’”.

Stefano Valdegamberi (Misto) ha additato come causa della violenza di genere “la mancanza del ruolo paterno, con i genitori iperprotettivi e incapaci di dire anche dei NO. Il patriarcato è da tempo che non esiste più, basta tirarlo in ballo per fini ideologici”.

Andrea Zanoni (Pd) ha riportato alcuni passi del discorso di Gino Cecchettin, invitando a “condannare senza tentennamenti la violenza di genere, a non fare sentire sole le vittime, a finanziare i Centri anti violenza”, “quello che è successo deve dare la forza per cambiare le cose”, Arturo Lorenzoni (Portavoce opposizione) ha posto l’accento “sul valore della lucida testimonianza resa oggi dal padre di Giulia”, “per cambiare le cose, come certi stereotipi, serve tempo e noi, rappresentanti delle istituzioni, abbiamo il dovere di accelerare questo processo”; Enoch Soranzo (FdI), ha invitato l’Aula a cercare di “promuovere una cultura diversa, utilizzando il linguaggio dei giovani, che possa essere facilmente compreso. Ecco il motivo per cui noi, di Fratelli d’Italia, abbiamo pensato all’istituzione di una borsa di studio in memoria di Giulia”.

Infine, l’assessore regionale alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin, ha auspicato che “questa giornata difficile, di grande dolore, possa rappresentare l’inizio di una riflessione attenta: aumentare i finanziamenti per contrastare la violenza di genere non può essere l’unica risposta, serve fare rete, promuovere una responsabilità collettiva per alimentare la cultura del rispetto e dare vita a una vera e propria ‘comunità educante’. Porterò tutti gli spunti emersi oggi presso il Tavolo regionale per dare concretezza ai nostri intendimenti”.