Ambiente, Presidente Ciambetti: “Coesistenza tra esseri umani e grandi predatori: a Bruxelles approvate le mie proposte per il contenimento delle specie predatorie e la tutela di agricoltura, apicoltura e turismo montano”

08 febbraio 2024

(Arv) Venezia 8 feb. 2024 -   “Il nostro obiettivo deve essere l’equilibrio tra grandi predatori, ambiente e attività umane”: il Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, è intervenuto quest’oggi ai lavori della Commissione Ambiente, cambiamenti climatici ed energia (ENVE) del Comitato europeo delle regioni presentando una serie di emendamenti al Parere che il Comitato inoltrerà alla Commissione Europea in materia di coesistenza tra uomini e grandi carnivori. “Sono particolarmente soddisfatto per il lavoro svolto in Commissione e per il recepimento delle mie proposte. Nel territorio europeo sono presenti quattro grandi predatori: il lupo, la lince, la lince iberica, l’orso bruno e il ghiottone – spiega Ciambetti - Nella maggior parte degli Stati membri, il loro status di specie prioritaria ai fini della conservazione è dato dalla Direttiva comunitaria Habitat e dalla conseguente Rete Natura 2000, nonché dalla Convenzione paneuropea di Berna, ma come si registra oggi in tante regioni la coesistenza tra queste specie e l’uomo è sempre più complessa a seguito dell’aumento alquanto sostenuto del numero degli animali. I grandi prneziaedatori hanno bisogno di spazi naturali adeguati e non possono vivere in situazioni di sovraffollamento dove la convivenza tra animali rende precario l’approvvigionamento alimentare con il pericolo di sviluppare anomalie comportamentali potenzialmente pericolose anche per l’essere umano oltre che per lo stesso animale. Il contenimento della presenza nel territorio è dunque una necessità, come è una necessità la salvaguardia delle attività umane, ad iniziare dalla pastorizia, l’allevamento, l’agricoltura di montagna, le produzioni casearie, l’apicoltura, fondamentale per l’impollinazione e la salvaguardia della biodiversità, il turismo. L’agricoltura di montagna è la principale componente di controllo del territorio che, se abbandonato, crea situazioni di rischi pericolosissimi per l’intero ambiente: dobbiamo contrastare lo spopolamento delle aree alpine. Ecco allora la necessità di salvaguardare le attività economiche, tutelandole dai grandi predatori, anche attraverso forme di difesa passive oltre al contenimento delle specie predatorie. L’istituto più idoneo a normare la presenza dei grandi predatori e quindi a definire linee e azioni di contenimento devono essere le Regioni, che possono agire anche in forte sinergia tra loro ben sapendo che questa tipologia di animali ha ottime capacità di movimento e spostamento. Non può essere un singolo stato a dettare norme, giacché gli habitat dei grandi predatori ideali differiscono profondamente tra loro anche all’interno di un singolo stato, determinando quindi esigenze di controllo e prevenzione diverse da area ad area. Solo così riusciremo ad armonizzare le legittime istanze di protezione della natura e di convivenza tra questa, i grandi predatori e le attività umane”, conclude Ciambetti.