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Zanoni e Masolo (Europa Verde): “Interdittiva antimafia adottata dal Prefetto di Treviso: presentata interrogazione per conoscere eventuali contributi regionali richiesti dalla ditta oggetto della misura di prevenzione”.
24 gennaio 2025
(Arv) Venezia 24 gen. 2025 - “A fronte della interdittiva antimafia adottata dal Prefetto di Treviso nei confronti di una ditta del settore dell’edilizia del trevigiano, abbiamo ritenuto d’obbligo chiedere anche una verifica di ambito regionale in ordine a fondi di competenza esclusivamente regionale eventualmente attributi alla ditta oggetto dell’interdittiva, tenuto conto della circostanza che tale ditta avrebbe addirittura partecipato a bandi pubblici”.
Lo rendono noto i consiglieri regionali Andrea Zanoni e Renzo Masolo (Europa Verde).
“Abbiamo quindi ritenuto necessario presentare una interrogazione alla Giunta regionale sulla scorta di quanto previsto dalla Legge regionale 11 maggio 2018, n. 16 “Disposizioni generali relative ai procedimenti amministrativi concernenti interventi di sostegno pubblico di competenza regionale”, chiamata a presidiare i canoni di legalità e trasparenza che devono sussistere in capo ai soggetti che richiedono accesso a sovvenzioni, contributi, sussidi e ausili finanziari e vantaggi economici comunque denominati, erogati con fondi di competenza esclusivamente regionale – spiegano i due consiglieri di Europa Verde - La nota diffusa dalla Prefettura di Treviso è chiarissima e non lascia spazio a dubbi, dal momento che riferisce di ‘appurata presenza - tra i dipendenti della società destinataria dell’interdittiva e tra quelli di altre società in rapporti commerciali con la stessa - di persone di rilevante caratura criminale, appartenenti a famiglie malavitose calabresi e gravati da precedenti specifici in materia antimafia’”.
“Non va infatti trascurato che la DIA, nella relazione gennaio-giugno 2023, ha avuto modo di evidenziare come ‘è soprattutto la ‘ndrangheta ad essere riuscita, nel tempo, ad accrescere i suoi interessi illeciti nella Regione creando anche delle forme stanziali, proiezioni delle cosche calabresi, i cui interessi si sono espressi non solo nel traffico di stupefacenti ma anche in importanti operazioni di riciclaggio e di reinvestimento di capitali illeciti, così come confermato da pregresse indagini e dalle risultanze processuali delle operazioni Isola scaligera 7 e Taurus 8 concluse nel 2020’”, concludono Zanoni e Masolo.