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Piccinini (Veneta Autonomia): “Giorno del Ricordo, mai come oggi la memoria è fondamentale per costruire un futuro di pace”
10 febbraio 2025
(Arv) Venezia 10 feb. 2025 - “Il 10 febbraio di ogni anno si celebra il Giorno del Ricordo, una ricorrenza istituita con il 30 marzo 2004 dal Parlamento italiano per commemorare le vittime delle foibe e il dramma dell’esodo forzato delle popolazioni italiane dall’Istria, dalla Dalmazia e dalla Venezia Giulia. Si tratta di un capitolo doloroso della storia nazionale, a lungo taciuto, che oggi trova il giusto spazio nella coscienza collettiva grazie a iniziative di sensibilizzazione, cerimonie ufficiali e attività didattiche. La data scelta coincide con il giorno in cui, nel 1947, fu firmato il Trattato di Parigi, che assegnava alla Jugoslavia l'Istria, il Quarnaro, la città di Zara con la sua provincia e la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facenti parte dell'Italia”. Con queste parole il consigliere regionale Tomas Piccinini (Veneta Autonomia), in occasione della ricorrenza che commemora le vittime delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata, ribadendo l’importanza di mantenere viva la memoria di una tragedia troppo a lungo dimenticata, affinché simili eventi non si ripetano.
“Il Giorno del Ricordo – spiega il consigliere - è nato per far luce su eventi tragici che hanno segnato la vita di migliaia di famiglie italiane, costrette a subire persecuzioni, espropri e violenze, culminati nelle stragi delle foibe e nella fuga di oltre 250.000 persone dai territori ceduti alla Jugoslavia nel secondo dopoguerra. La memoria storica ha un ruolo fondamentale nella costruzione di una società consapevole e pacifica. Conoscere il passato, anche nei suoi aspetti più dolorosi, permette di comprendere le dinamiche storiche, riconoscere le sofferenze vissute e prevenire il ripetersi di simili tragedie. Il Veneto, in particolar modo, data la prossimità al Friuli Venezia Giulia, ha vissuto da vicino gli effetti delle vicende legate all’esodo giuliano-dalmata. Molti profughi trovarono rifugio nelle città venete, portando con sé il dolore della perdita e la speranza di un nuovo inizio. Le comunità locali furono testimoni dirette del dramma e contribuirono all’accoglienza di chi era stato costretto a lasciare la propria terra natia”.
“Ogni anno – prosegue Piccinini –, istituzioni, scuole e associazioni promuovono eventi e incontri per diffondere la conoscenza di questa pagina di storia, a lungo trascurata nei libri di testo. Il ricordo non è solo un atto di giustizia verso chi ha sofferto, ma un investimento culturale che aiuta le nuove generazioni a sviluppare senso critico e responsabilità storica. Ricordare non significa alimentare rancori, ma costruire ponti di dialogo e comprensione tra i popoli. Il Giorno del Ricordo, ci insegna che il rispetto della verità storica e la consapevolezza delle sofferenze altrui sono strumenti essenziali per promuovere la convivenza pacifica e la democrazia. Mai come oggi la memoria è fondamentale per costruire un futuro di pace – conclude Piccinini –. Mantenere vivo il ricordo di queste vicende è un dovere morale e civile, affinché l’odio e l’intolleranza non trovino mai più spazio nella nostra società. Solo attraverso il ricordo consapevole possiamo garantire che tragedie simili non si ripetano mai più”.