Giorno del Ricordo 2025. Lectio Magistralis prof. Rossi, Ciambetti: “La conoscenza e il ricordo sono necessari se si vuole costruire un futuro di giustizia e libertà”

11 febbraio 2025

(Arv) Venezia 11 feb. 2025 - “Sabato scorso, ricordando la figura di Alcide De Gasperi in un convegno sul tema dell’Europa e il futuro che ci attende, ho rammentando le vibrate parole dell’allora Capo del Governo che il 10 agosto del 1946 alla Conferenza di Pace a Parigi ammonì i vincitori del Secondo Conflitto Mondiale sui rischi ai quali era esposta l’Italia menomata dalla realtà istriana e dalmata per accontentare le mire jugoslave. De Gasperi spiegò che si stavano proponendo cito testualmente “espedienti che sarebbero causa di nuovi conflitti” causando “una ferita insopportabile alla coscienza nazionale italiana. (…) A qual prò dunque ostinarsi in una soluzione che rischia di creare nuovi guai, a qual prò voi vi chiuderete gli orecchi alle grida di dolore degli italiani dell'Istria”? Era il 10 agosto: esattamente otto giorni dopo, il 18 agosto 1946, sulla spiaggia di Vergarolla a Pola l’esplosione di materiale bellico uccise oltre 100 italiani un terzo dei quali bambini: la prima strage della neonata Repubblica Italiana, una strage ancora oggi impunita, emblema drammatico della violenza di quei mesi. De Gasperi era stato inascoltato profeta di una tragedia epocale, un’autentica pulizia etnica inaccettabile, segnata da una violenza indicibile. Una violenza che ancora oggi riecheggia in provocazioni inaccettabili, come quella che sabato scorso ha portato alla profanazione della Foiba di Basovizza con scritte ignobili e vergognose, che condanniamo senza esitazione, e guardiamo invece al messaggio di pace e speranza che giunge da Gorizia”. Così il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti introducendo la lectio magistralis del prof. Davide Rossi “Il Giorno del Ricordo nell’anno della Capitale congiunta della Cultura Nova Gorica e Gorizia”, svoltasi oggi a Palazzo Ferro-Fini. “A ottant’anni dalla fine della II Guerra Mondiale, guardiamo alla Capitale Europea della Cultura ammirati e speranzosi per quanto raggiunto a Nova Gorica-Gorizia, salutando non solo la ritrovata Unità di questa realtà, ma anche la felice scelta della data, l’8 febbraio, giorno che in Slovenia è da tempo dedicato alla Cultura ma che ricorda contemporaneamente la scomparsa l’8 febbraio del 1849 del più importante poeta sloveno, France Prešeren, e la nascita l’8 febbraio 1888 di Giuseppe Ungaretti, il poeta soldato, che combatté sul Carso e che della Sesta Battaglia sull’Isonzo, quella che portò alla conquista di Gorizia, dette memorabile ricordo nella sua straordinaria “San Martino Sul Carso””, ha proseguito Ciambetti. “Oggi Gorizia riscopre la sua identità, il suo essere ponte tra la Mitteleuropa e l’ambito veneto e dà all’Europa un messaggio di speranza. C’è un episodio ben noto ai goriziani, scarsamente conosciuto fuori dalla Venezia Giulia: il 13 agosto del 1950 le autorità italo-jugoslave decisero, per un giorno, di aprire il valico di Casa Rossa a Gorizia chiuso da tre anni. Migliaia di persone si riversarono dalla Jugoslavia a Gorizia. Si trattò di un’invasione spontanea e pacifica. Era domenica ma si aprirono i negozi. La città si rianimò, la gente non aveva soldi e scambiava uova e burro per comprare soprattutto scope di saggina introvabili in Jugoslavia. Al calar del buio, i carri ripresero la strada di casa, e le famiglie tenevano alte le loro scope come fossero preziosi trofei. Darko Bratina, intellettuale goriziano, senatore al Parlamento italiano, ricordò così quella giornata: “Verso sera, al calar del sole, ritornammo ancora nel centro della città osservando lunghe file di persone che ordinatamente tornavano verso Casa Rossa. Di tanto in tanto dalle file spuntavano delle scope ben tenute sulle spalle. Il tutto senza il minimo incidente. Un'immagine eccezionale. Una domenica indimenticabile passata alla cronaca e registrata nella memoria collettiva come la domenica delle scope. Per una giornata almeno il confine fu "spazzato" e le scope vi apposero una speciale firma simbolica”. Una stupenda immagine di rara potenza che ho voluto ricordare perché spiega benissimo l’animo di chi soffrì quella separazione, quella frattura che oggi viene ricomposta: le frontiere possono dividere gli stati ma non il cuore e l’animo delle persone”, ha affermato il Presidente. “Ringraziamo ed inviamo auguri sinceri al Sindaco goriziano Rodolfo Ziberna e al suo collega sloveno Samo Turel: oggi sono i simboli dell’Europa voluta dai padri fondatori dell’Unione, non l’Europa di banche e banchieri ma l’Europa dei popoli, dei cittadini, di chi guarda al futuro con fiducia e speranza nella civile convivenza quotidiana. Ringrazio il Professor Rossi non solo per il suo contributo odierno, ma per lo sforzo straordinario che ha posto in questi anni nel tentativo di riconciliare gli animi, con spirito di pace nell’ambito istriano-dalmata e tra gli esuli, prodigandosi in mille iniziative di divulgazione e informazione. Ci ha insegnato in questi anni che non bisogna dimenticare il passato, perché la conoscenza e il ricordo sono necessari se si vuole costruire un futuro di giustizia e libertà”, ha concluso Ciambetti.