ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 24/09/2024 n. 146

Resoconto n. 146 - 11^ legislatura
Resoconto 146 a Seduta pubblica
Martedì, 24 settembre 2024
SOMMARIO
Il Presidente Ciambetti, alle ore 14.04, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 14.15.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 14.21

PRESIDENTE

Colleghi, l'inizio dei lavori è spostato alle ore 14.30.
La Seduta è sospesa alle ore 14.22
La Seduta inizia alle ore 14.32

PRESIDENTE

Diamo inizio alla 146a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 12774 del 19 settembre 2024.
PUNTO
1


APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 145a Seduta pubblica di martedì 17 settembre 2024.
PUNTO
2


COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Sonia BRESCACIN
I congedi sono concessi.
Diamo il benvenuto a Valeria Mantovan, che inizia la sua esperienza da Assessore anche qui in Consiglio regionale.
(Applausi)
Le facciamo gli auguri di buon lavoro. Ne ha assolutamente bisogno, viste le deleghe in continuità con l'assessore Donazzan; quindi, sicuramente non si annoierà coni suoi referati.
Mi permetto anche, sull'ordine lavori, di fare gli auguri al dottor Valente, che compie gli anni e che ha previsto un lauto buffet dopo.
(Applausi)
Per la cronaca, sono 65. È cosa nota a tanti.
PUNTO
3


INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
5


INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Partiamo dalla IRS n. 332 della collega Camani ed altri.

Interrogazione a risposta scritta n. 332 del 4 aprile 2023 presentata dai consiglieri Camani, Zanoni, Giacomo Possamai, Lorenzoni, Ostanel ,Baldin e Guarda relativa a "CARRIERE ALIAS, GRAVE INGERENZA DI FRATELLI D'ITALIA AL LICEO MARCO POLO DI VENEZIA: QUALI INIZIATIVE INTENDE INTRAPRENDERE LA GIUNTA?"

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Mi consenta, anche a nome del Gruppo del Partito Democratico, di dare il benvenuto e augurare buon lavoro alla nuova Assessora della Giunta regionale. L'Assessora arriva e risponde a un'interrogazione che avevo rivolto oltre un anno e mezzo fa all'assessore Donazzan. Quindi, voglio intenderlo come un ottimo segnale e una buona partenza.
Un anno e mezzo fa avevo interrogato l'Assessora in riferimento a un caso specifico. Quindi, oggi le porrò una questione che ovviamente va anche oltre un caso avvenuto oltre un anno e mezzo fa. In generale, le chiedo, Assessora, auspicando che il suo orientamento sia mutato rispetto a quello della persona che l'ha preceduta, qual è l'orientamento che la nuova Assessora all'istruzione ha in riferimento al tema delle cosiddette carriere alias, cioè la possibilità che molti istituti e atenei della Regione del Veneto e non solo riconoscano a persone transgender, cioè che non si riconoscono nel genere ufficialmente riconosciuto nei documenti, di definirsi, nell'esercizio della carriera scolastica e solo all'interno della carriera scolastica, nella maniera che ritengono più naturale.
Ovviamente, quando parliamo di carriere alias parliamo di...

PRESIDENTE

Chiedo ai colleghi Formaggio e Valdegamberi di accomodarsi nei rispettivi posti. Lasciamo che la collega Camani possa esprimersi.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Dicevo che quando parliamo di carriere alias parliamo ovviamente di uno strumento di mera natura amministrativa, che non ha nessuna ricaduta e nessuna valenza rispetto ad altri documenti legali, non può essere utilizzato per i documenti scolastici ufficiali, quali per esempio l'attestato di diploma o di laurea, ma può ad esempio essere utilizzato negli elenchi, nel badge universitario e in altri adempimenti.
Noi riteniamo, ovviamente, che la possibilità di riconoscere la legittimità delle carriere alias, che peraltro all'interno dell'autonomia scolastica molte scuole già applicano, sia una modalità rispettosa di far vivere alle studentesse e agli studenti con serenità il periodo scolastico.
L'interrogazione nasceva dal fatto che diversi esponenti di Fratelli d'Italia, cioè anche del suo partito, Assessora, in occasione del fatto specifico si erano prodigati in affermazioni fortemente contrarie al riconoscimento della carriera alias. Mi riferisco ad alcuni esponenti di Fratelli d'Italia del veneziano, alla Sottosegretaria all'istruzione e al merito Paola Frassinetti, sempre di Fratelli d'Italia, allo stesso senatore Raffaele Speranzon, che aveva definito il bisogno delle persone di ricorrere alle carriere alias come un conflitto interiore che diventa patologico, e ovviamente all'ex assessora Donazzan, che non si era risparmiata nell'esprimere non semplicemente la contrarietà a questo provvedimento, ma anche, in generale, il suo più estremo disprezzo nei confronti delle persone che sentivano il bisogno di ricorrere alla carriera alias.
Vorrei sapere quindi, assessora Mantovan, quali siano le valutazioni che lei da nuova Assessora fa in riferimento a questa necessità che molte studentesse e studenti esprimono e che molti istituti scolastici e universitari hanno già accolto, e in generale cosa intenda fare per tutelare l'autonomia scolastica degli istituti di cui stiamo parlando e, soprattutto, la dignità delle persone di vedersi definite per ciò che sentono.
Grazie, Assessora.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde l'assessore Valeria Mantovan.

Ass.ra Valeria MANTOVAN

Buongiorno a tutti. Saluto i colleghi e ringrazio la Consigliera per aver esposto l'interrogazione a cui cercherò di dare risposta.
L'attuale carriera alias non è espressamente disciplinata giuridicamente da alcuna norma specifica, né da alcuna nota circolare esplicativa ministeriale. Si tratta di una facoltà che, nell'ambito dell'esercizio dell'autonomia scolastica, viene assunta dal singolo consiglio d'istituto, con l'adozione di un apposito regolamento per la disciplina della procedura che prevede la sottoscrizione di un accordo o patto di riservatezza a seguito di istanza da parte del soggetto interessato (genitori nel caso di discendente minore o discendente maggiorenne), che comprovi, con idonea documentazione rilasciata da strutture sanitarie accreditate, di aver intrapreso un percorso di variazione di genere.
Come riportato nell'interrogazione, si registra il consolidamento, sia da parte di istituti secondari di secondo grado sia da parte di università che, anche in base ad accordi assunti dagli organismi di coordinamento nazionale, hanno condiviso prassi omogenee, che consentano a coloro che vivono un'identità o un'espressione di genere non corrispondente al sesso biologico di condurre la propria esperienza scolastica con meno disagio e quindi contrastare il maggior rischio di abbandono cui sono esposti.
In base all'autonomia che il legislatore nazionale riserva e riconosce al sistema dell'istruzione e in assenza di qualsiasi regolamentazione od orientamento espressi da parte del Governo nazionale, i poteri delle Regioni in ordine al tema non consentono interventi di sorta. Considerato che le tematiche legate alla disforia di genere sono oggetto di rapida evoluzione, sviluppo e intenso dibattito in seno alla società civile, opinioni quali quelle oggetto di censura da parte dell'interrogante costituiscono una libera manifestazione del pensiero che, come tali, nel rispetto della dignità e della libertà di tutti, possono essere oggetto di personale valutazione.
Ciò è tanto più vero quando la differenza di opinione viene espressa nel dibattito politico che riguarda temi di forte impatto etico e sociale.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Camani, per la replica, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Grazie, Assessora.
Mi consenta di esprimere poca soddisfazione per questa risposta, perché, pur nella legittimità del contenuto del deliberato che lei ci ha illustrato, esso esattamente va nella direzione che noi temevamo, cioè lei non ci dice e non ci ha detto come la pensa, anche come libertà di espressione. Io mi chiedo cosa ci sia di espressione libera quando l'Assessore che l'ha preceduta ha dichiarato, in riferimento alle carriere alias, "è una cosa fuori dal mondo, la carriera alias è un errore ideologico".
Ora, è vero che ciascuno di noi può sempre liberamente esprimere la propria opinione, in particolar modo sui temi etici, ma è anche vero che, quando si riveste un ruolo istituzionale come quello che lei ora riveste in Regione del Veneto, di Assessore all'istruzione, la sua opinione non è indifferente. Quindi, a noi sarebbe piaciuto sentire, attraverso le sue parole, un cambio di orientamento, foss'anche per la sua nota sensibilità verso i diritti civili, e non solo, cosa che non si poteva ovviamente affermare per chi l'ha preceduta.
Ci sarebbe, appunto, piaciuto cogliere questa occasione, dopo un anno e mezzo che avevamo depositato questa interrogazione, per sapere se finalmente dentro la Giunta della Regione del Veneto, al di là delle dichiarazioni a parole che ogni tanto sentiamo in conferenza stampa dal Presidente, ci fosse realmente la volontà di cambiare marcia rispetto a temi così cruciali soprattutto per le giovani generazioni, se per una volta la politica avesse avuto il coraggio di arrivare prima, per esempio, delle istituzioni scolastiche, che appunto, in assenza di una normativa nazionale, sono costrette ad assumersi le responsabilità anche di regolare questa modalità di approccio rispetto alle studentesse e agli studenti che hanno questioni legate alla disforia di genere.
Ci sarebbe piaciuto, insomma, Assessore, che per una volta dai banchi della Giunta arrivasse una capacità di ascolto e una capacità di raccogliere istanze che provengono dalle giovani generazioni un po' più coraggiose di quelle che abbiamo sentito finora.
Per questo, pur riconoscendo ovviamente la legittimità della non risposta che ci è stata data, non possiamo che esprimere l'assoluta insoddisfazione per questa replica.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Alterniamo gli Assessori, ma non alterniamo il proponente. In questo caso, la collega Camani ha ereditato una delle interrogazioni presentate da Cristina Guarda, essendo la seconda firmataria, la n. 449. In attesa che la collega Camani si organizzi, passiamo alla collega Baldin.
La prossima interrogazione è la IRS n. 516.

Interrogazione a risposta scritta n. 516 del 16 aprile 2024 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "VALUTAZIONE DI IMPATTO SANITARIO SULL'IMPIANTO ENI REWIND S.P.A. DI VALORIZZAZIONE FANGHI DA DEPURAZIONE CIVILE SITUATO A PORTO MARGHERA, COSA INTENDE FARE LA REGIONE VENETO DOPO IL PARERE NETTAMENTE CONTRARIO DI I.S.S.?"

Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
La Direzione regionale Prevenzione e sicurezza alimentare e veterinaria richiedeva all'Istituto superiore di sanità un parere per la Valutazione di impatto sanitario (VIS) sull'impianto Eni Rewind Spa, di valorizzazione fanghi da depurazione civile situato a Porto Marghera. Il Dipartimento Ambiente e salute dell'ISS ha tempestivamente inviato una risposta, frutto di un'articolata valutazione, tanto circa l'impatto sull'ecosistema antropizzato lagunare quanto circa l'impatto sanitario sulla popolazione stanziata sui Comuni di Venezia e Mira.
Avevo già presentato un'interrogazione datata 18 gennaio 2023, sottolineando le evidenti criticità in termini viabilistici, con l'arrivo di mezzi pesanti anche da fuori regione.
La citata competente Direzione regionale, nella richiesta di parere di cui sopra, intendeva far sopire la preoccupazione relativa alla possibile presenza di diversi inquinanti, tra cui anche i PFAS, ma nelle vie degli atti non chiariva se l'impianto fosse funzionale allo smaltimento di fanghi da depurazione civile o anche industriale.
Considerato che la risposta del Dipartimento dell'Istituto superiore di sanità rappresenta una netta bocciatura per l'istruttoria della VIS e del progetto di Eni Rewind. Nel complesso, infatti, si legge testualmente: "Considerando che l'area di localizzazione dell'impianto presenta delle esistenti criticità in riferimento alla qualità ambientale, che non la rendono idonea a supportare ulteriori carichi inquinanti, si ritiene necessario garantire alle comunità locali che i nuovi insediamenti non comportino un ulteriore peggioramento ambientale. Pertanto, analizzati i diversi aspetti della proposta progettuale, si suggerisce alla Regione del Veneto di chiedere al proponente di effettuare diversi approfondimenti, come descritti in questa nota, in quanto lo studio di VIS appare carente" e sottolineo carente "su numerosi aspetti rilevanti per la tutela della salute".
Con questa interrogazione si chiede alla Giunta regionale se intenda autorizzare questo impianto per il trattamento di 190.000 tonnellate l'anno di fanghi da depurazione nella più importante laguna antropizzata al mondo, senza sapere con certezza se questi fanghi siano di provenienza civile o industriale; come intenda dare seguito alle critiche puntuali nel parere dell'Istituto superiore di sanità e se intenda, a questo punto, coinvolgere ‒ e in quale maniera ‒ le comunità locali e i comitati territoriali per un quasi certo rischio di peggioramento ambientale.
Faccio presente anche che i Comitati hanno sporto diffida formale sia ai Comuni che alla Regione; quindi, il tema è molto attuale e va affrontato con estrema trasparenza ed estrema attenzione.
Mi auguro di avere una risposta molto puntuale dalla Giunta, che chiaramente metta l'animo in pace ai cittadini residenti in un'area antropizzata e per lungo tempo inquinata come quella della gronda lagunare di Venezia.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde l'assessore Bottacin. Prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie, Presidente.
La risposta è un po' lunga; comunque, inizio a leggerla e poi casomai la consegno. D'altronde, si richiede una risposta puntuale.
Premesso che non è la Giunta che autorizza questo tipo di impianti, in data 10/11/2022 la società Eni Rewind Spa in qualità di soggetto proponente ha presentato agli uffici regionali, ai sensi dell'articolo 27-bis del decreto legislativo n. 152/2006 e della legge regionale n. 4/2016 , istanza per l'attivazione del procedimento per il rilascio del Provvedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR), per la realizzazione di un impianto di valorizzazione fanghi da depurazione civile, da realizzarsi presso il sito di Porto Marghera.
L'istanza, finalizzata all'ottenimento del provvedimento di VIA e degli ulteriori titoli abilitativi necessari alla realizzazione e all'esercizio dell'impianto, è stata acquisita agli atti del protocollo regionale con n. 521419 del 10 novembre 2022, successivamente rettificata e perfezionata dal proponente con note acquisite al protocollo regionale n. 545576 del 25 novembre 2022 e n. 548501 del 28 novembre 2022.
Gli uffici regionali competenti dell'Unità organizzativa VIA hanno quindi provveduto ad avviare la fase di verifica documentale prevista dal comma 2 dell'articolo 27-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006, inviando in data 5 dicembre 2022, con protocollo n. 561315, e in data 7 dicembre 2022, con protocollo n. 567540, apposite comunicazioni al fine di richiedere a tutte le Amministrazioni e agli Enti potenzialmente interessati e comunque competenti di esprimersi sulla realizzazione e sull'esercizio del progetto e di verificare per i profili di rispettiva competenza la completezza della documentazione trasmessa dal proponente in allegato all'istanza di PAUR.
Sulla base di quanto rilevato dai soggetti coinvolti nonché dall'Unità organizzativa VIA, il proponente è stato destinatario di una richiesta di integrazioni documentali con nota in data 9 gennaio 2023, protocollo n. 11465, ai sensi del comma 3 dell'articolo 27-bis del decreto legislativo n. 152/2006.
In data 8 febbraio 2023, con nota acquisita al protocollo regionale n. 73932, i proponenti hanno trasmesso le integrazioni richieste.
Conclusa la fase di verifica di completezza documentale, l'Unità organizzativa VIA, con nota protocollo n. 146444 del 16 marzo 2023, ha provveduto alla comunicazione di avvio del procedimento nonché, contestualmente, alla pubblicazione della documentazione pervenuta e dell'avviso al pubblico di cui all'articolo 23, comma 1, lettera a), del decreto legislativo n. 152/2006 sul sito internet regionale dedicato.
È stata conseguentemente avviata l'istruttoria di competenza del Comitato tecnico regionale VIA che, nella sua veste di organo tecnico istruttorio indipendente, è il soggetto deputato all'espressione del parere regionale in ordine alla compatibilità ambientale del progetto.
Eni Rewind ha altresì effettuato la presentazione al pubblico dei contenuti del progetto e dello studio di impatto ambientale ai sensi dell'articolo 14 della legge regionale n. 4/2016 presso il Centro Civico Canevon del Comune di Venezia, in data 3 aprile 2023, in modalità videoconferenza.
Il progetto è stato discusso nella seduta del 12 maggio 2023 dal Comitato tecnico regionale VIA e in tale sede il Comitato ha preso atto e condiviso le valutazioni riportate dal gruppo istruttorio incaricato della valutazione, esprimendo la necessità di richiedere al proponente alcune integrazioni utili al fine della prosecuzione dell'istruttoria e della valutazione delle controdeduzioni alle osservazioni pervenute dagli enti e dal pubblico interessato.
La richiesta di integrazioni è stata formalizzata al proponente in data 15 maggio 2023, assegnando un termine di 30 giorni per la ricezione di quanto richiesto. Sono stati richiesti approfondimenti dal punto di vista programmatico, progettuale e ambientale, con particolare riferimento alla stima degli impatti emissivi, allo studio del traffico indotto dall'impianto, agli aspetti sanitari che caratterizzano l'intervento e al relativo monitoraggio ambientale.
È stato altresì richiesto di fornire le caratteristiche di processo – intese come temperatura, tempo di contatto, eccetera – e tecnologiche del progetto complessivamente inteso, al fine di dare evidenza della rispondenza del processo agli obiettivi di mineralizzazione dei contaminanti eventualmente presenti nei fanghi in ingresso.
Le integrazioni sono state trasmesse da Eni Rewind in data 7 dicembre 2023 e, successivamente, in data 18 dicembre 2023. L'Unità organizzativa VIA ha provveduto alla pubblicazione sul sito web istituzionale di un nuovo avviso pubblico per l'apertura di una nuova fase di osservazioni della durata di 15 giorni.
Nella seduta del 17 gennaio 2024 del Comitato tecnico regionale VIA, organo indipendente, il gruppo istruttorio è stato integrato con la figura del direttore della Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria al fine di ottenere adeguato supporto nell'esame della documentazione anche dal punto di vista sanitario, considerando il fatto che tra le integrazioni pervenute è stata trasmessa una specifica valutazione di impatto sanitario.
La Direzione regionale Prevenzione, Sicurezza alimentare, Veterinaria ha successivamente comunicato, con nota protocollo n. 70989 del 9 febbraio 2024, di aver richiesto all'Istituto superiore di sanità l'espressione di un parere sulla valutazione di impatto sanitario presentata dal proponente, esponendo la conseguente necessità di posticipare le sedute del Comitato tecnico regionale VIA e della correlata Conferenza di servizi.
In data 20 marzo 2024, l'Unità organizzativa VIA ha comunicato il rinvio della Conferenza di servizi al giorno 26 giugno 2024.
In data 25 marzo 2024, l'Istituto superiore di sanità ha inviato le proprie osservazioni in merito alla valutazione di impatto sanitario presentata dal proponente.
Il proponente, in data 10 giugno 2024, ha inviato ulteriore documentazione volontaria al fine di fornire chiarimenti in merito alle valutazioni formulate dall'Istituto superiore di sanità.
Il parere dell'Istituto superiore di sanità, le controdeduzioni del proponente e ogni altra osservazione pervenuta da parte degli enti e del pubblico interessato costituiranno oggetto dell'istruttoria a cui il Comitato tecnico regionale VIA, organo indipendente, è chiamato nell'esercizio delle sue funzioni, in vista dell'espressione del parere regionale in ordine alla compatibilità ambientale del progetto.
Relativamente alla provenienza dei fanghi che saranno conferiti all'impianto, il proponente, in riscontro alla richiesta di chiarimenti espressa dal Comitato tecnico regionale VIA, nella seduta del giorno 12 maggio 2023, in merito all'inclusione della tipologia dei fanghi industriali nelle analisi preliminari eseguite per il dimensionamento dell'impianto, ha evidenziato che i dati riportati nello studio consideravano anche i quantitativi di fanghi industriali e sono stati utilizzati limitatamente allo scopo specifico dello studio stesso e quale informazione per le considerazioni iniziali.
Nella fase di progettazione dell'impianto di Porto Marghera i quantitativi di fanghi alla base del dimensionamento non includono fanghi di provenienza industriale.
Per quanto attiene, invece, al progetto in istruttoria, si conferma prima di tutto che l'impianto non accetterà fanghi industriali, ma verranno conferiti unicamente fanghi classificati con codice EER 190805. Un'eventuale autorizzazione rilasciata per l'esercizio dell'impianto riguarderà, pertanto, esclusivamente i rifiuti classificati con codice, appunto, EER 190805 "fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane".
Con riferimento alle criticità evidenziate dall'Istituto superiore di sanità sull'area di localizzazione dell'impianto e sulla sua idoneità a supportare ulteriori carichi inquinanti, si segnala che Eni Rewind ha avviato una procedura finalizzata alla descrizione dei profili socioeconomici e delle altre condizioni di giustizia ambientali, richiedendo direttamente alla ULSS 3 Serenissima i dati di propria competenza per la compiuta definizione del quadro descrittivo.
Riguardo, infine, al coinvolgimento delle comunità locali e dei comitati territoriali si evidenzia che, considerata la rilevanza dell'intervento e le richieste pervenute nel merito, il Presidente del Comitato tecnico regionale VIA, organo indipendente, con nota in data 10 giugno 2024, ha disposto per il giorno 26 giugno 2024 lo svolgimento dell'inchiesta pubblica disciplinata dall'articolo 15 della legge regionale n. 4/2016 . Tale inchiesta pubblica si è svolta mediante l'audizione, da parte del Comitato tecnico regionale VIA, dei soggetti che hanno formalmente presentato osservazioni scritte in contraddittorio con il proponente, il quale nella medesima sede ha contro-dedotto alle osservazioni illustrate dai partecipanti.
Il verbale dell'inchiesta pubblica è stato trasmesso a tutti gli interessati con nota protocollo n. 403213 dell'8 agosto 2024.

PRESIDENTE

Collega Baldin, per la replica, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Ringrazio l'assessore Bottacin per la lunga, esaustiva e puntuale risposta.
C'è una prima conferma positiva che non verranno trattati fanghi di origine industriale. Credo che questa sia una buona cosa, assolutamente, ma riteniamo che questo impianto vada a installarsi ‒ se sarà ‒ in una zona antropizzata, come dicevo, già fortemente soggetta a impatto ambientale negativo; quindi, con impatti sulla salute delle persone che non fanno ben sperare.
L'unica speranza, ad oggi, è che questo impianto non veda la luce. Dico questo non per una questione ideologica, ma perché, ripeto, si tratta di un'area che è già stata sfruttata al massimo negli anni e su cui vengono a impattare numerose aziende e sorgenti di natura inquinata.
La risposta che avrei voluto sentire era una rassicurazione più forte. Dite che il Comitato regionale di VIA è un organo autonomo, e su questo non ci sono dubbi, è palese che debba essere così, però un giudizio di natura politica da parte della Giunta regionale che governa questa Regione lo avrei ritenuto opportuno. Un giudizio che, a nostro modo di vedere e dei Comitati, ovviamente, che stanno battagliando su questo, sarebbe stato di natura fortemente negativa.
Quello che preoccupa è vedere ancora che si ha una certa timidezza rispetto a impianti di questa portata, che hanno un notevole impatto sul territorio su cui viviamo. Speriamo comunque che, con questa battaglia che stanno portando avanti associazioni e comitati, si riesca a sventare questo potenziale grande pericolo per la salute di tutti noi.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo alla IRS n. 535 della collega Bigon.

Interrogazione a risposta scritta n. 535 del 10 giugno 2024 presentata dai consiglieri Bigon, Camani, Luisetto, Zanoni e Zottis relativa a "LA GIUNTA INTENDE ATTIVARSI PER LA BONIFICA DEL BACINO FRATTA-GORZONE? A CHE PUNTO SONO LE OPERE DI PROLUNGAMENTO DEL COLLETTORE A.RI.C.A.? NELLA NUOVA AUTORIZZAZIONE ALLO SCARICO SARANNO INSERITI LIMITI PIÙ STRINGENTI PER LE SOSTANZE INQUINANTI?"

Prego, collega Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Il fiume Fratta-Gorzone attraversa le quattro Province di Vicenza, Verona, Padova e Venezia, e rappresenta una delle più critiche realtà ambientali della nostra regione. È infatti uno dei corsi d'acqua più inquinati d'Italia.
Il Consiglio regionale, con l'articolo 22 della legge regionale n. 1 del 2004, ha stabilito misure per la soluzione del problema dell'inquinamento del bacino del Fratta-Gorzone e ha autorizzato la Giunta a promuovere la stipula di un accordo integrativo all'accordo di programma quadro per la tutela delle acque e la gestione integrata delle risorse idriche sottoscritto in data 23 dicembre 2002 dalla Regione e dai Ministeri competenti.
Il 5 dicembre 2005 è stato pertanto sottoscritto dal Ministero dell'ambiente, dalla Regione del Veneto, dagli Enti locali e dalle associazioni territoriali che rappresentano le aziende del distretto vicentino della concia un primo accordo integrativo per la tutela del bacino del Fratta-Gorzone.
Successivamente, con delibera di Giunta regionale n. 359 del 22/03/2017, la Giunta ha approvato un secondo schema di accordo novativo, poi sottoscritto in data 27 giugno 2017, finalizzato all'aggiornamento dell'accordo sottoscritto in data 5 dicembre 2005.
Infine, con delibera n. 697 del 28 maggio 2019, la Regione ha preso atto della graduatoria approvata dal Ministero dell'ambiente degli interventi finanziabili nell'ambito dell'accordo novativo, tra i quali rientra anche l'opera di prolungamento del collettore gestito dal consorzio A.RI.C.A. a valle della città di Cologna Veneta, il cui completamento è previsto per il mese di dicembre 2025.
Tale intervento, peraltro, si limita a spostare più a valle il problema dell'inquinamento, senza intervenire sulle cause strutturali dello stesso (tra l'altro, come saprete, iniziano a breve i lavori).
Evidenziato che le principali misure sinora adottate per rispondere alla grave emergenza di contaminazione dell'acqua dell'intero bacino idrico del Fratta-Gorzone sono consistite nello spostamento a sud dello scarico dei reflui del Consorzio A.RI.C.A., al fine di garantire la tutela della zona di ricarica delle falde acquifere a monte del bacino del Fratta-Gorzone; nella diluizione delle acque del Fratta-Gorzone con acque del canale artificiale LEB, prelevate dal fiume Adige.
Rilevato che dal 2005 ad oggi nessuno di questi interventi volti al disinquinamento del Fratta-Gorzone ha avuto un esito risolutivo; le misure adottate si sono limitate a spostare il problema più a valle. Sarebbe, pertanto, necessario intervenire per la bonifica del corso d'acqua in modo tale da raggiungere l'obiettivo dello stato chimico sufficiente previsto nell'accordo novativo, accogliendo altresì le istanze di cittadini, amministratori locali e associazioni del territorio.
Ricordiamo, inoltre, che l'autorizzazione allo scarico rilasciata dal Consorzio A.RI.C.A. verrà a scadenza il 31 dicembre 2024, quindi fra qualche mese.
Tutto ciò premesso, interroghiamo l'Assessore all'ambiente per sapere se la Giunta regionale intenda attivarsi per la bonifica definitiva dell'intero bacino del Fratta-Gorzone, affinché si raggiunga lo stato chimico sufficiente entro il 2027, come previsto dall'accordo novativo; quale sia lo stato di fatto delle opere di prolungamento del collettore A.RI.C.A. a valle della città di Cologna Veneta; se nella nuova autorizzazione allo scarico saranno inseriti limiti più stringenti per le sostanze inquinanti.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Prego, assessore Bottacin, per la risposta.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie, Presidente.
In ordine al primo quesito, si premette che, per quanto riguarda lo stato chimico dei corsi d'acqua, si possono verificare due casi: stato chimico buono e mancato conseguimento dello stato buono.
Con riferimento al bacino idrografico del Fratta-Gorzone, va rilevato che il mancato conseguimento dello stato chimico buono nei corpi idrici Togna e Fratta-Gorzone, fino alla confluenza del canale Masina, nell'ambito della classificazione qualitativa relativa al sessennio 2014-2019, corrispondente al terzo ciclo di pianificazione del Piano di gestione delle acque del Distretto Alpi Orientali, è imputabile al parametro endosulfan, ossia un pesticida che risulta da tempo bandito a livello globale e che non è, comunque, riconducibile alle attività produttive collettate e trattate presso i sistemi fognario-depurativi afferenti al bacino di cui trattasi.
È da rilevare che sia per il Rio Acquetta a monte del Togna, sia per il canale Gorzone, dopo l'affluenza del Masina, e fino alla confluenza nel Brenta, lo stato chimico è risultato buono.
Ciò premesso, va tuttavia evidenziato che, nell'ambito del soprarichiamato sessennio di monitoraggio, sono stati registrati alcuni superamenti delle concentrazioni di riferimento, che non hanno comunque avuto un ruolo determinante nella classificazione dello stato qualitativo, oltre che per altri princìpi attivi dei prodotti fitosanitari anche per il cromo totale disciolto, PFOA e PFOS.
Per quanto attiene alle sostanze PFAS si rileva che l'autorizzazione allo scarico di competenza regionale del collettore gestito dal Consorzio Arica, che raccoglie i reflui degli impianti di depurazione di Arzignano, Montebello Vicentino, Montecchio Maggiore, Lonigo e Trissino, è stata, già a partire dal 2016, annualmente aggiornata con progressiva riduzione delle concentrazioni limite consentite per le medesime sostanze, in disparte del fatto che l'abbassamento dei limiti è stato oggetto di ricorso da parte del medesimo Consorzio A.RI.C.A (uno dei 54 ricorsi che ci hanno fatto perché abbiamo abbassato i limiti).
Ciò detto, si evidenzia che la presenza di PFAS, con particolare riferimento a PFOA e PFOS, è riscontrata già a monte dello scarico ed è ascrivibile soprattutto agli scambi tra le acque sotterranee della falda contaminata in maniera diretta dall'ex stabilimento della Miteni Spa e le acque superficiali del reticolo idrografico.
Con riferimento al cromo totale e allo scarico del succitato collettore, derivante almeno in buona parte dal refluo prodotto dall'attività conciaria, dalle analisi condotte da ARPAV con cadenza bisettimanale si rileva che i valori riscontrati risultano di gran lunga inferiori al limite dello scarico autorizzato, pari a 2 milligrammi per litro, previsto dal Piano regionale di tutela delle acque.
Con specifico riferimento all'accordo novativo citato dall'interrogazione e finalizzato all'aggiornamento dell'accordo integrativo per la tutela delle risorse idriche del bacino del Fratta-Gorzone attraverso l'implementazione di nuove tecnologie nei cicli produttivi, nella depurazione e nel trattamento fanghi del distretto conciario vicentino, si rammenta che lo stesso è stato approvato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 359 del 22 marzo 2017.
Con successiva deliberazione n. 697 del 25 maggio 2019, la Giunta regionale, sulla scorta delle valutazioni e delle priorità definite dal competente Ministero, prendeva atto della graduatoria degli interventi finalizzati al raggiungimento degli obiettivi dell'accordo e finanziati con le risorse ministeriali. Trattasi di quattro interventi relativi all'adeguamento degli impianti di depurazione a monte del collettore, tutti regolarmente conclusi, nonché del primo stralcio dell'intervento di realizzazione del prolungamento dello stesso collettore a valle della città di Cologna Veneta.
Si evidenzia da ultimo che, dopo ampia condivisione con tutti i soggetti territorialmente competenti e con il coordinamento della Direzione Ambiente e transizione ecologica, è stato avviato, ed è tuttora in corso, un tavolo tecnico per la predisposizione di uno specifico piano o protocollo per la gestione delle acque del Fratta che ha quale finalità la definizione di una regolamentazione delle acque del medesimo fiume attraverso un approccio strutturato e condiviso.
Riguardo al secondo quesito, come già sopra evidenziato, si rappresenta che, tra gli interventi finanziati con l'accordo novativo, vi è il prolungamento del collettore A.RI.C.A. a valle della città di Cologna Veneta, primo stralcio. Sulla base delle comunicazioni periodiche trasmesse dal soggetto beneficiario, si rileva che i contenuti del progetto definitivo sono recentemente stati oggetto di aggiornamento. Il progetto revisionato, riferibile non esclusivamente al primo stralcio, ma all'opera nella sua completezza, presenta un nuovo quadro economico di progetto, con un costo complessivo ora stimato in 20,4 milioni di euro.
A tal proposito si evidenzia che il Comitato di sorveglianza dell'accordo novativo, nella seduta del 18 dicembre 2023, ha approvato all'unanimità dei presenti di destinare le risorse del sopra richiamato accordo novativo ancora disponibili, ammontanti a 10 milioni di euro, non più all'impianto di trattamento fanghi, ma ad interventi attinenti al servizio idrico integrato, che dovevano essere comunicati dagli Enti d'ambito competenti alla Regione del Veneto.
Sulla base di tale decisione del Comitato, il Consiglio di bacino Valle del Chiampo ha provveduto a presentare istanza per la destinazione delle risorse ancora disponibili sopra evidenziate per le opere di prolungamento del collettore A.RI.C.A.. Su tale proposta si è espressa favorevolmente l'Autorità distrettuale Alpi orientali.
La Regione del Veneto, come richiesto dal succitato Comitato, ha inoltrato la proposta avanzata dal Consiglio di bacino Valle del Chiampo, unitamente al parere della succitata Autorità distrettuale, al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica per il seguito di competenza. Ad oggi, il Ministero non si è ancora espresso in merito.
Per quanto attiene, infine, allo scarico del collettore A.RI.C.A., si evidenzia che l'attuale autorizzazione scadrà il 31 dicembre 2024. Il Consorzio titolare del provvedimento autorizzativo ha già provveduto ad inoltrare istanza entro la tempistica prevista dall'attuale autorizzazione.
Si rileva che la nuova autorizzazione sarà rilasciata ai sensi dell'articolo 5.1 della legge regionale n. 33 del 16 aprile 1985, previa intesa con le Amministrazioni provinciali di Vicenza e Verona, e che pertanto i contenuti e le prescrizioni del nuovo provvedimento saranno necessariamente concordati con le succitate Province, alla luce delle valutazioni supportate dalle analisi allo scarico e dal monitoraggio sul corpo idrico recettore condotto da ARPAV.
Come già sopra evidenziato, i limiti per le sostanze PFAS allo scarico del collettore A.RI.C.A. sono già stati annualmente aggiornati con progressiva riduzione delle concentrazioni limite consentite.

PRESIDENTE

Collega Bigon, per la replica.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Assessore, per la relazione. Ovviamente la esamineremo, anche perché è una relazione che contiene parecchi dati. L'importante è mantenere soprattutto la scadenza che si era stabilita nell'accordo.
La invito nuovamente – lo avrà sicuramente fatto in questi anni – a fare un sopralluogo presso Cologna Veneta e nei paesi vicini per vedere anche il colore dell'acqua. A volte anche solo visivamente si capisce quanto questa sia inquinata. Io credo, noi crediamo, i cittadini credono, le Amministrazioni credono, e anche coloro che sono rappresentanti di comitati lo dicono chiaramente, che l'immissione di tanti metri cubi d'acqua per diluire l'inquinamento non risolva il problema e tanto meno lo risolve spendere milioni di euro spostando il problema da quel sito a 4-5 chilometri avanti.
Quindi, la invito veramente a fare un sopralluogo e ad analizzare quelle che possono essere le cause di questo inquinamento, che devono assolutamente essere risolte.
La ringrazio per la risposta.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Proseguiamo con l'IRS n. 439 della collega Camani.

Interrogazione a risposta scritta n. 439 del 25 ottobre 2023 presentata dalla consigliera Camani relativa a "PERCHÉ GLI ORGANISMI DI PARITÀ REGIONALI NON HANNO STIGMATIZZATO PRONTAMENTE LE GRAVI E VOLGARI AFFERMAZIONI DISCRIMINATORIE DEL CONSIGLIERE BARBISAN?"

Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Solo affinché rimanga agli atti, è un'interrogazione vecchia di un anno e passa, quindi non ho il rigurgito "antibarbisanesco" ora. Però, evidentemente, sempre il cambio di Assessora ha anche determinato o agevolato una volontà di affrontare alcune questioni che in questo Consiglio regionale erano rimaste silenti.
Tutti i colleghi ricorderanno le parole indegne pronunciate dal nostro collega all'interno di una trasmissione televisiva, in cui in un colpo solo riusciva ad attaccare i migranti e le donne, quindi anche in un'operazione volgare e di un certo rilievo acrobatico (mettiamola così). Peraltro, ricorderemo tutti che, a seguito di quelle affermazioni in diretta televisiva del collega Barbisan, il suo partito annunciò sospensioni, espulsioni, provvedimenti, ma a un anno di distanza almeno questa interrogazione ci consente di dire che nulla è stato fatto, la cosa è andata nel dimenticatoio, a dimostrazione di quanto fosse davvero indignata la dirigenza della Lega di Salvini rispetto a quelle affermazioni. Un po' di titoli di giornali ma, chiusa la pagina, si ricomincia come se nulla fosse accaduto.
Quel fatto, tuttavia, mi diede l'occasione per chiedere all'assessore Donazzan in prima battuta quale giudizio esprimesse rispetto a quelle affermazioni, e ora rivolgo a lei, Assessora, il medesimo quesito, cioè come giudica lei quel tipo di impostazione culturale e ideologica, oltre che politica, che il collega Barbisan si sentì in dovere di esprimere in diretta televisiva. Ma in occasione di quella vicenda accadde un fatto strano: la Commissione pari opportunità della Regione del Veneto, che è quell'organismo costituito in seno al Consiglio regionale per presidiare esattamente l'onorabilità del genere femminile e, in generale, l'immagine che le Istituzioni dovrebbero restituire delle donne, malgrado al proprio interno fosse maturata la convinzione che fosse necessario prendere una posizione ufficiale come Commissione pari opportunità della Regione del Veneto per stigmatizzare le parole del consigliere Barbisan, malgrado ci fosse questa convinzione, per una settimana intera i comunicati stampa che la Commissione pari opportunità aveva proposto all'assessore Donazzan, a cui la Commissione faceva riferimento, erano rimasti immobili sulla scrivania dell'Assessore che l'ha preceduta, tanto che l'assessore Donazzan, che pure era solita commentare con una certa frequenza i fatti importanti della nostra Regione del Veneto, fu una delle poche personalità femminili della nostra Regione che rispetto a quella vicenda non disse niente.
Ora, quindi, io le chiedo, Assessora, quale giudizio lei si senta di esprimere rispetto alle affermazioni del consigliere Barbisan in riferimento alla questione migratoria, ad esempio, e alle preferenze estetiche e sessuali delle donne in riferimento alle persone migranti. Ovviamente, all'epoca dei fatti lei non rivestiva questo incarico istituzionale, però immagino che, come donna, si sia fatta un'idea e abbia oggi tutto il diritto di esprimere il suo punto di vista rispetto a quelle affermazioni.
Inoltre, le chiedo se sia a conoscenza, naturalmente per quello che può aver potuto apprendere in questi pochi giorni, di un'eventuale relazione tra un'ipotetica autorizzazione che il suo Assessorato deve fornire alla Commissione pari opportunità prima di poter dare alla stampa alcuni comunicati.
Grazie.

PRESIDENTE

Risponde l'assessore Valeria Mantovan.

Ass.ra Valeria MANTOVAN

Grazie, collega. Naturalmente non mi aspettavo il comitato di benvenuto, ma siamo qua per questo.
Durante la trasmissione televisiva "Focus" il consigliere Barbisan ha espresso opinioni che hanno destato preoccupazione per il loro impatto discriminatorio nei confronti delle donne e delle persone migranti. Le sue dichiarazioni sono state ampiamente riconosciute come riduttive e sono state criticate per la loro perpetuazione di stereotipi negativi.
È essenziale riconoscere che il rispetto dei valori fondamentali della nostra società e l'uguaglianza di tutti i cittadini sono imprescindibili e devono essere sempre salvaguardati.
Di fronte a tale affermazione è cruciale considerare il dettato costituzionale e il ruolo che svolgono i rappresentanti istituzionali e politici. La Costituzione, infatti, sottolinea l'obbligo di integrità e onore per i rappresentanti delle Istituzioni e afferma l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge.
Per quanto riguarda la Commissione regionale per la realizzazione delle pari opportunità tra uomo e donna, le si deve riconoscere natura di organismo indipendente che, come tale, opera nell'ambito dell'Amministrazione regionale. Questa Commissione gode, perciò, di piena libertà di comunicazione con la stampa e risulta, peraltro, aver pubblicato un comunicato e un post sui social media di commento alle affermazioni del consigliere Barbisan.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola alla collega Camani per la replica. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Assessora, sia per la risposta, ovviamente rispetto a una questione che non l'ha investita direttamente, sia per ciò che ha detto in questa risposta. A differenza di chi l'ha preceduta, ha detto con chiarezza che lei prende le distanze da quel tipo di affermazioni, ma anche da quel tipo di impianto culturale, oltre che ideologico.
Sono, ovviamente, soddisfatta della risposta. Aggiungo, però, in riferimento alla battuta simpatica dell'Assessora sul comitato di benvenuto, che, siccome non è la sottoscritta o i Consiglieri di minoranza che scelgono a quali interrogazioni far dare la risposta agli Assessori, se fossi in lei mi preoccuperei del comitato di benvenuto che qualcun altro ha voluto riservarle. Le mie interrogazioni non erano per lei, erano per la Donazzan, e giacciono nei cassetti della Regione da un anno. Mi preoccuperei, forse, di chi ha deciso che alla sua prima uscita in Consiglio regionale debba rispondere a questo tipo di interrogazioni.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Passiamo alla IRS n. 555.

Interrogazione a risposta scritta n. 555 del 17 luglio 2024 presentata dal consigliere Masolo relativa a "QUANDO SARÀ EFFETTIVAMENTE FUNZIONANTE L'ACQUEDOTTO DI MONTAGNANA DESTINATO A DISTRIBUIRE AI CITTADINI ACQUA PULITA E PRIVA DI PFAS?"

Prego, collega Masolo.

Renzo MASOLO (Europa Verde)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti, colleghi e colleghe. Do il benvenuto alla nuova Assessora. Buon lavoro a lei e un saluto a tutti quelli che ci seguono da casa.
Ho depositato questa interrogazione due mesi fa. Rispetto ad altre, ha avuto un iter piuttosto veloce. Ci sono anche altri dispositivi che attendono risposta dalla Giunta. Spero che anche questi abbiano un iter veloce, anche perché riguardano temi molto attuali. Mi rivolgo all'Assessore all'Ambiente, che dovrà dare risposta anche a quelli.
Ne do lettura.
Premesso che, con comunicato n. 401 dell'8 marzo 2024, il Presidente della Giunta regionale informava circa l'intervenuta inaugurazione a Montagnana delle opere realizzate per sostituire definitivamente la fornitura di acqua dalla centrale di Madonna di Lonigo, trattata a carboni attivi in quanto contaminata da PFAS, verso i Comuni di Montagnana, Borgo Veneto, Casale di Scodosia, Megliadino San Vitale, Merlara, Pojana Maggiore e Urbana, con acqua proveniente dalla fonte pedemontana di Camazzole.
Rilevato che nel comunicato stampa di cui sopra si legge quanto segue: "Oggi fissiamo un pilastro fondamentale della vicenda PFAS in Veneto. L'opera a cui diamo il via è una parola mantenuta, riassunta in quasi 25 milioni di euro investiti e 21 chilometri di condotte che porteranno acqua sana. È l'inizio di un nuovo corso che simbolicamente significa purificare le fonti del Veneto per la sicurezza dei cittadini, delle coltivazioni e degli allevamenti. L'acqua di elevata qualità, infatti, da Camazzole, nel Comune di Carmignano di Brenta, farà un lungo percorso e rifornirà il montagnanese e alcuni Comuni vicentini interessati dall'emergenza PFAS inquadrati nella zona rossa".
Appreso che l'acquedotto, ad oggi e a distanza di tre mesi dall'inaugurazione, non sarebbe effettivamente funzionante (sto parlando del 17 luglio), in quanto non risulterebbero conclusi i lavori di lavaggio delle vasche, circostanza, questa, comunicata per la prima volta, e incidentalmente, il 6 giugno 2024 in occasione della seduta pubblica del Consiglio comunale di Montagnana, nel corso della discussione consiliare in merito alla mozione per la messa al bando dei PFAS, proposta da varie associazioni ambientaliste e dalle Mamme No PFAS.
Considerata l'enorme importanza delle opere in discorso per fornire acqua priva di PFAS ai Comuni della cosiddetta zona rossa del Veneto.
Considerato, altresì, che l'inaugurazione dell'opera ha, invece, ingenerato il legittimo affidamento in capo ai cittadini circa la piena e sostanzialmente quasi immediata funzionalità dell'acquedotto, che doveva finalizzarsi al massimo entro una ventina di giorni, con la conseguenza che, in assenza di comunicazioni di segno diverso, gli stessi hanno continuato a servirsi dell'acqua proveniente dalla falda contaminata.
Tutto ciò premesso, il sottoscritto Consigliere interroga gli Assessori all'ambiente e alla sanità per sapere: se risponde al vero che, a distanza di tre mesi dall'inaugurazione e alla data del 6 giugno 2024, l'acquedotto di cui in premessa non era ancora funzionante; quando e come i cittadini saranno informati che l'acqua attualmente dispensata dai rubinetti proviene dalla centrale di Madonna di Lonigo, fornendo al contempo le tempistiche per la completa attivazione del nuovo acquedotto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde l'assessore Bottacin. Prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

In quanto Assessore all'Ambiente, ma non alla Sanità.
Le opere concernenti la realizzazione da parte del gestore Acquevenete Spa del serbatoio acquedottistico di Montagnana e della relativa condotta di adduzione sono state inaugurate i primi giorni di marzo 2024 e sono finalizzate alla sostituzione delle fonti idropotabili contaminate da PFAS nel campo pozzi di Almisano, Lonigo, mediante adozione di acqua di ottima qualità proveniente dal campo pozzi realizzato dalla Regione a Camazzole di Carmignano di Brenta. Tali opere sono dirette in particolare ad abbandonare definitivamente la fornitura d'acqua dalla centrale di Madonna di Lonigo verso i Comuni di Montagnana, Borgo Veneto, Casale di Scodosia, Megliadino San Vitale, Merlara, Pojana Maggiore e Urbana.
L'impianto di pompaggio di Montagnana è stato messo in funzione proprio durante la cerimonia di inaugurazione e, nei fatti, ha dato avvio al passaggio dell'acqua nelle condotte per portare la risorsa idrica nei succitati Comuni. Successivamente al primo avvio, tutte le opere acquedottistiche necessitano di essere testate per un periodo transitorio, che nel caso in questione era stato stimato dal gestore in circa tre mesi in ragione delle condizioni atmosferiche. Durante tale intervallo temporale il passaggio dell'acqua nelle tubazioni consente, infatti, di eliminare eventuali residui di lavorazione depositati nel serbatoio e nelle condotte, al fine di rendere sicuro il trasporto della risorsa, nel rispetto dei parametri di potabilità, da certificare mediante analisi di laboratorio accreditato.
Dalle informazioni acquisite dal gestore risulta che le operazioni di lavaggio si sono concluse in data 2 luglio ultimo scorso e da tale giorno viene immessa nelle nuove tubature acqua di buona qualità proveniente dal succitato campo pozzi di Camazzole, con una percentuale di miscelazione di circa l'80% e con l'obiettivo di sostituire l'intera fornitura idrica con la risorsa proveniente da tale fonte.
In ogni caso, sia con riguardo alla fase precedente all'attivazione delle opere sia con riferimento alla fase transitoria, si conferma che ovunque sia stata riscontrata presenza di PFAS nelle fonti di approvvigionamento idropotabile al servizio di pubblici acquedotti della Regione del Veneto sono state adottate, da parte dei gestori del servizio idrico integrato, le necessarie misure di controllo e tutela, implementando, ove necessario, appositi sistemi di filtrazione, anche grazie alle specifiche disposizioni fornite dalla Giunta regionale con deliberazione n. 2232 del 29 dicembre 2017.
Da ultimo, è doveroso rappresentare che nessun cittadino veneto servito da un acquedotto pubblico beve acqua con presenza di sostanze indesiderate in concentrazioni superiori ai limiti di accettabilità previsti dal decreto legislativo 23 febbraio 2023, n. 18, ivi compresi i PFAS, in quanto i gestori svolgono controlli interni in diversi punti della rete idrica, avvalendosi in primo luogo dei propri laboratori di analisi o, in alternativa, di laboratori di altri gestori del servizio idrico integrato o anche di laboratori terzi, al fine di garantire il rispetto dei parametri di potabilità stabiliti dalla succitata normativa statale.
Parallelamente ai controlli interni, vi sono, poi, i controlli esterni effettuati dalle aziende sanitarie locali territorialmente competenti, che effettuano controlli su campioni d'acqua prelevati in alcuni punti di consegna (fontanelle pubbliche, bar, scuole), le cui analisi sono effettuate dai laboratori ARPAV.
Entrambe le tipologie di controlli sono previste dal citato decreto legislativo n. 18/2023 e sono finalizzate a garantire il rispetto dei parametri di potabilità previsti dalla legge regionale.

PRESIDENTE

Grazie.
La parola al collega Masolo per la replica. Prego.

Renzo MASOLO (Europa Verde)

La ringrazio, Assessore, per la risposta, che però non mi soddisfa appieno. Le spiego perché. L'intervento è stato impegnativo e anche costoso, questo lo capisco, però ci sono alcune questioni che vorrei puntualizzare.
La prima è che, se c'è stata la necessità di sostituire l'acqua della Madonna di Lonigo con l'acqua di Camazzola, anche se quest'acqua, che tra l'altro è in zona rossa, risponde ai limiti previsti dalla legge, è anche vero che il nostro principio di precauzione e la necessità di sostituirla dimostrano che il motivo c'era.
Faccio una critica affinché la situazione che si è creata in questa occasione possa essere evitata una prossima volta. Quando si fa un'inaugurazione bisogna dare ai cittadini un messaggio molto chiaro. Soprattutto perché stiamo parlando di inquinanti dell'acqua, di PFAS e perché questi cittadini sono stati particolarmente colpiti da questa emergenza, deve essere fatta una comunicazione molto puntuale e non contraddittoria. Io mi sono confrontato anche con i territori. Dopo l'inaugurazione molti cittadini hanno pensato: "Aspettiamo una ventina di giorni e poi via libera, possiamo stare tranquilli e bere l'acqua che viene dal Brenta, da Camazzole". In realtà, non è stato così. Sono passati tre mesi. Dopo quei tre mesi l'acqua di Camazzole era all'80%, non al 100%. Lo capisco, ci sono motivazioni tecniche specifiche.
Nello stesso tempo mi domando: perché non fare l'inaugurazione a fine luglio, quando abbiamo il 100% dell'acqua di Camazzole? In questo modo possiamo festeggiare con i cittadini e fare un'inaugurazione dicendo loro: "Abbiamo fatto questo intervento di 20 e passa chilometri di tubature, con 25 milioni di euro di investimento. Potete stare tranquilli e bere quest'acqua". Solo per questo ho fatto questa puntualizzazione.
Concludo con un'altra nota rispetto alle dichiarazioni del Presidente della Regione durante quell'inaugurazione. Speriamo che l'acqua di Camazzole rimanga sempre pura com'è. Anche su questo non abbiamo certezza. Io metto al corrente ‒ anche se lo sa benissimo l'Assessore all'Ambiente ‒ che addirittura a Bassano abbiamo rilevato la presenza di PFAS. Siamo tutti pieni, probabilmente. Abbiamo delle discariche, delle bombe a orologeria sparse per tutta la regione che, quando scoppiano, comportano problemi per tutti.
Innanzitutto, facciamo in modo che sia fatta ai cittadini una comunicazione sempre più efficace, sempre più puntuale. Nello stesso tempo, facciamo le inaugurazioni – questo è un appello che faccio – quando veramente sono da fare, quando abbiamo concluso tutto l'iter dell'opera, e non solo, eventualmente, per pubblicizzare un'opera che, invece, deve partire proprio in quel momento.
Grazie mille.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Passiamo alla IRS n. 449.

Interrogazione a risposta scritta n. 449 del 9 novembre 2023 presentata dai consiglieri Guarda, Camani, Baldin, Ostanel, Bigon, Luisetto, Zanoni e Zottis relativa a "RAPPORTO TECNICO DI GREENPEACE DEL NOVEMBRE 2023 SU PRESENZA DI PFAS IN FRUTTA E ORTAGGI: QUALI AZIONI URGENTI PER GARANTIRE L'EFFETTIVO ALLACCIAMENTO AL SERVIZIO DI ACQUEDOTTO?"

Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione che, insieme ad altri colleghi, avevamo sottoscritto, proposta dalla collega Cristina Guarda, la quale ha preso spunto da uno studio condotto da Greenpeace, secondo il quale l'acqua contaminata per la preparazione e la cottura degli alimenti ha un impatto maggiore sull'esposizione umana rispetto al consumo di prodotti agricoli coltivati in aree contaminate e consumati crudi. Questo era uno studio fortemente innovativo perché, come lei sa, Assessore, almeno nei primi anni dopo lo scandalo della contaminazione PFAS ci eravamo molto concentrati sui prodotti agricoli che venivano coltivati in quei terreni e annaffiati con quell'acqua, mentre questo studio aveva aperto uno squarcio ulteriore rispetto ai danni derivanti da questa contaminazione, che sembra si possano realizzare anche attraverso la preparazione e la cottura degli alimenti.
Sulla base di questo studio, la collega Guarda era intervenuta, con questa interrogazione a risposta scritta, per chiedere alla Giunta regionale quale fosse il numero delle abitazioni e dei residenti in area rossa e arancione che tutt'oggi ‒ immagino che, pur essendo l'interrogazione di un anno fa, ci potranno essere forniti dati aggiornati ‒ non risultano allacciate al servizio acquedottistico.
Inoltre, vogliamo sapere, Assessore, se intende sollecitare azioni urgenti per garantire l'effettivo allacciamento al servizio dell'acquedotto delle utenze di area rossa e arancione che ancora non risultano coperte da tale servizio.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Risponde ancora l'assessore Bottacin.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Al fine di dare riscontro ai quesiti posti, con nota protocollo n. 683852 del 27 dicembre 2023, gli uffici regionali hanno provveduto a richiedere le opportune informazioni ai gestori del servizio idrico integrato operativi sul territorio e competenti per tale ambito. In base agli elementi acquisiti da questi ultimi, il numero di abitanti non allacciati all'acquedotto, distinto per le aree territoriali definite da ultimo con deliberazione n. 691 del 21 maggio 2018, è stimabile in 2.720, corrispondenti a circa 1.090 nuclei familiari o abitazioni, per l'area rossa A; 9.510, corrispondenti a circa 4.030 nuclei familiari o abitazioni, per l'area rossa B; 1.200, corrispondenti a 625 nuclei familiari o abitazioni, per l'area arancione.
Va precisato che, rispetto al totale delle utenze sopra censite e non allacciate all'acquedotto, circa il 20% corrisponde a utenze per le quali, pur in presenza della rete acquedottistica, non è stata presentata al gestore competente la relativa domanda di allacciamento. Al riguardo va ricordato che non sussiste, peraltro, l'obbligo di allacciamento alla rete pubblica da parte dell'utente privato.
In tale contesto, si richiama lo studio a suo tempo elaborato dall'Istituto di ricerca sulle acque del CNR del 2013, che dava evidenza della presenza anomala di sostanze perfluoroalchiliche in diversi corsi d'acqua del territorio nazionale, tra cui il Po nel suo percorso che parte dal Piemonte e attraversa varie regioni, tra le quali il Veneto, ma altresì Arno, Lambro, Olona, Adige, Brenta e Tevere, principalmente.
A seguito di quello studio, la Regione del Veneto ‒ unica Regione in Italia ad averlo fatto ‒ è immediatamente intervenuta imponendo ai gestori erogatori di acqua potabile di adottare fin da subito, pur in carenza di riferimenti legislativi nazionali, ogni possibile apprestamento o trattamento funzionale alla messa in sicurezza dell'acqua erogata ai cittadini, richiedendo anche ad ARPAV di avviare un monitoraggio esteso sulle acque potabili e sull'ambiente, nonché di produrre celermente un protocollo analitico che potesse essere univocamente adottato dai laboratori di analisi dei gestori stessi. La risposta dei gestori è stata l'immediata installazione di filtri a carboni attivi in ogni acquedotto con presenza di PFAS.
La Regione del Veneto ha, quindi, provveduto a istituire la Commissione tecnica per la valutazione della problematica della presenza di sostanze perfluoroalchiliche nelle acque potabili e nelle acque superficiali della Provincia di Vicenza e Comuni limitrofi e per la formulazione di proposte in ordine alla tutela della salute pubblica.
Attraverso l'attivazione immediata della citata Commissione sono state coordinate e avviate una serie di azioni finalizzate alla tutela prioritaria della salute pubblica, tra cui: 1. interventi immediati in emergenza degli enti gestori del servizio idrico integrato sull'acqua potabile per mettere in sicurezza la popolazione residente nell'area, mediante l'installazione di specifici filtri a carboni attivi, che hanno da subito assicurato l'abbattimento delle concentrazioni dei PFAS e garantito la qualità dell'acqua; 2. identificazione della fonte di pressione, avvio di uno scambio di collaborazioni e di richieste al Ministero della salute e all'Istituto superiore di sanità per un supporto scientifico per l'individuazione di valori di riferimento di concentrazione delle sostanze in oggetto, attivazione di un sistema specifico di sorveglianza analitica, formazione degli operatori (sanitari e non), regolamentazione dell'utilizzo dei pozzi privati a uso potabile; a tale riguardo, è opportuno ricordare che, appena si è avuta contezza della problematica sopra richiamata, è stata immediatamente presentata una denunzia alla competente autorità giudiziaria; 3. contestuale attività di monitoraggio e controllo delle acque; 4. definizione di livelli di riferimento nelle acque destinate al consumo umano, nonché un primo documento di individuazione delle aree di esposizione per gli ambiti territoriali interessati dalla presenza di PFAS; 5. studio di monitoraggio biologico sulla popolazione dell'area maggiormente esposta a sostanze PFAS contenute sia nelle acque potabili che nelle acque superficiali e profonde, studio finalizzato a valutare l'esposizione pregressa della popolazione residente, impostato concordemente con l'Istituto superiore della sanità; 6. varie convenzioni con le principali università del Veneto per affrontare al meglio la situazione venutasi a creare; 7. fissazione dei limiti allo scarico attraverso le autorizzazioni integrate ambientali, vista la mancanza di un provvedimento statale in materia.
Riguardo a questo ultimo aspetto, infatti, è opportuno sottolineare che, in assenza di una norma nazionale, la Regione del Veneto è intervenuta adottando degli atti amministrativi finalizzati principalmente a imporre dei limiti agli scarichi esistenti per le sostanze perfluoroalchiliche, al fine di tutelare la sicurezza dei cittadini. Mancando, peraltro, una norma nazionale, tali atti amministrativi sono stati oggetto di decine di contenziosi legali da parte dei soggetti detentori di un'autorizzazione allo scarico con evidenze di presenza di PFAS.
Si consideri, altresì, che, a seguito dello studio sopra richiamato, la Regione del Veneto, consapevole che l'utilizzo delle acque a uso potabile avviene, oltre che dalle reti di distribuzione delle acque destinate al consumo umano (acquedotti), anche con prelievi d'acqua effettuati mediante pozzi domestici privati, ha approvato, con deliberazione n. 618 del 29 aprile 2014, in cui venivano indicati, appositi indirizzi operativi per i Comuni delle Province interessate dalla presenza di sostanze perfluoroalchiliche nelle acque. Tali indirizzi prevedevano l'obbligo di effettuare le necessarie analisi delle acque prelevate da detti pozzi e contenevano, altresì, le misure da adottare nel caso fossero stati registrati superamenti dei valori di riferimento.
In merito alle azioni specifiche messe in campo al fine di estendere le reti acquedottistiche, si rappresenta che, in relazione alle utenze non coperte dal servizio, i Consigli di Bacino del Veneto e i relativi gestori hanno da subito dato priorità, nella programmazione dell'estensione delle reti di distribuzione, all'area maggiormente interessata dalla contaminazione.
In particolare, come recentemente comunicato dai gestori medesimi, con riferimento all'area rossa A, oltre alle opere di estensione già attuate, sono attualmente in corso di realizzazione alcuni interventi e ne sono previsti ulteriori da realizzare nel breve periodo nei Comuni di Zimella, Cologna Veneta, Roveredo di Gua', Sarego, Lonigo, Brendola, Montecchio Maggiore, per un importo stimato di 5,122 milioni di euro.
In particolare, Acque Veronesi Scarl ha previsto interventi di estensione nei Comuni di Zimella, Cologna Veneta, Roveredo di Gua', per un importo di euro 650.000. Entro l'anno in corso, da parte del medesimo gestore, sono previsti gli interventi di estensione in via Boara, parte di via Fornasette a Cologna Veneta e in via Spollina a Roveredo di Gua', per un importo di euro 900.000.
Nel Comune di San Bonifacio, nelle frazioni di Locara e Lobbia, sono stati realizzati da Acque Veronesi Scarl interventi di estensione della rete, che hanno messo tutti i residenti nelle condizioni di allacciarsi all'acquedotto.
Dal canto suo, Acque del Chiampo Spa ha realizzato interventi e programmato opere per la corrente annualità e per il 2025, per complessivi 3,182 milioni di euro in molteplici vie dei Comuni di Lonigo e Brendola e in via Milano nel Comune di Montecchio Maggiore. Il medesimo gestore ha, altresì, previsto l'estensione della rete idrica in via Manzoni, Strada provinciale 500, nel Comune di Sarego, in corso di esecuzione, per un importo di euro 390.000. Altri interventi potranno essere realizzati sulla base dell'ampia programmazione tecnico-economica dei competenti Consigli di bacino.
Merita, altresì, evidenziare che proseguiranno, per il tramite dei gestori del servizio idrico integrato interessati, iniziative di sensibilizzazione indirizzate alla cittadinanza, volte ad evidenziare l'importanza dell'allacciamento alla rete acquedottistica pubblica e la migliore affidabilità, in termini di sicurezza per la salute, di tale fonte di approvvigionamento rispetto a quella derivante dai pozzi autonomi, facendo seguito alle attività di informazione già svolte negli anni immediatamente successivi all'accertamento della contaminazione da PFAS.
Nel quadro complessivo sopra delineato, si informa che la Regione ha proseguito nel ruolo di coordinamento degli enti d'ambito e dei soggetti competenti, al fine di individuare le opere strategiche prioritarie necessarie per alimentare le reti di distribuzione con acqua di buona qualità, facendosi parte attiva nel reperire le risorse pubbliche straordinarie per dare copertura alle opere strategiche sviluppate coerentemente con la pianificazione regionale di settore.

PRESIDENTE

Grazie.
La parola, per la replica, alla collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intanto, in premessa, una questione di metodo, presidente Ciambetti. La collega Guarda ha presentato un'interrogazione a risposta scritta. A norma di Regolamento, entro 20 giorni questa interrogazione deve avere una risposta. Se io presento l'interrogazione il 9 novembre e soltanto il 27 dicembre, cioè due mesi dopo, gli uffici fanno le richieste per avere le informazioni, lei capisce bene che è sostanzialmente impossibile avere la risposta nei 20 giorni di cui sopra.
Quindi, presento un'interrogazione, in 20 giorni non succede niente, devo aspettare due mesi che gli uffici chiedano le informazioni e poi devo aspettare altri nove mesi che da quelle informazioni di cui gli uffici riescono a venire in possesso la Giunta deliberi la risposta all'interrogazione. È vero che è un'interrogazione abbastanza articolata, però è altrettanto vero che, nella sostanza, con questo modo di lavorare all'interno della Giunta, si snatura la funzione dell'interrogazione, persino quella a risposta scritta, che non prevede neanche l'obbligatorietà del passaggio in Aula.
Diteci che cosa dobbiamo fare per avere delle informazioni, se neppure un'interrogazione a risposta scritta può ottenere risposte in tempi congrui.
Assessore Bottacin, mi riservo, ovviamente, di leggere e di approfondire i tantissimi dati di cui ci ha reso conto in questa risposta. Se la collega Guarda lancia un allarme in riferimento a un rapporto del dicembre 2023 e ci arriva qualche riscontro quasi un anno dopo, è evidente che rispetto alla capacità che abbiamo noi come Consiglieri di opposizione, ma immagino anche voi come organo esecutivo, di intervenire sull'emergenza di affrontare l'urgenza siano tempi molto ristretti.
Capisco e apprezzo tutte le iniziative che la Regione del Veneto ha messo in atto in riferimento alla contaminazione da PFAS, però respingo affermazioni del tipo "la Regione del Veneto, unica Regione in Italia". Mi corre l'obbligo di ricordare che è nella Regione del Veneto che si è verificato il più grande scandalo di contaminazione da PFAS degli ultimi decenni e non a caso è in questa Regione che c'è uno dei processi più rilevanti rispetto a questo problema. Non potete fare la parte dei primi della classe quando abbiamo di fronte un problema enorme, che coinvolge la nostra Regione in maniera importantissima.
Peraltro, bravi tutti a fare i primi della classe quando il disastro è già avvenuto. Se lei mette "emissioni zero" come obbligo di legge regionale, seppur non nazionale, quando nel frattempo la contaminazione è avvenuta, non è che perché lei me lo scrive in legge in automatico la contaminazione sparisce. Quindi, forse – ecco perché in premessa avevo parlato dell'urgenza e della tempestività degli interventi, che molto spesso fa la differenza –dovremmo riuscire a intervenire prima che il disastro venga scoperto dagli studi del CNR, per fare l'esempio più semplice.
I dati che lei ha citato non so se siano aggiornati a settembre 2024 o siano fermi a dicembre 2023, quando è stata presentata l'interrogazione. Rimangono tantissime le famiglie che sembrano essere ancora escluse dall'allacciamento acquedottistico. Se è vero che una parte non ha fatto richiesta dell'allacciamento, su 14.000 persone ce ne dovrebbero essere almeno 11.000 che, pur avendo fatto richiesta, non hanno ottenuto l'allacciamento. Questo è un tema rispetto al quale, secondo me, bisognerebbe intervenire con maggiore efficacia.
Ringrazio, comunque, l'Assessore per la puntualità della risposta. Approfitto dell'occasione per chiedere alla Regione del Veneto una presenza e un'efficacia più significativa attorno a questo argomento.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Abbiamo terminato le risposte alle interrogazioni.
PUNTO
6



ELEZIONE DEL VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE. APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 72/2024)

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 6.
A seguito dell'elezione a Sindaco di Bassano e della conseguente incompatibilità, quindi delle dimissioni del vicepresidente Nicola Finco, è necessario ripristinare la completezza dell'organo rappresentato dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.
A norma dell'articolo 13, comma 2, del Regolamento, qualora debba essere sostituito un solo Vicepresidente, risulta eletto il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti, garantita comunque l'osservanza dell'articolo 5 del Regolamento, segnalando in particolare che a parità di voti è eletto il Consigliere più giovane di età.
Ai sensi dell'articolo 36, comma 3, dello Statuto e dell'articolo 5 del Regolamento, la votazione avviene a scrutinio segreto, con numero di preferenze limitato a uno.
Procederemo alla votazione mediante sistema elettronico, dove ci saranno i nomi di tutti i colleghi e di chi, poi, sceglierete.
Ci sono indicazioni di voto? Collega Pavanetto, prego.

Lucas PAVANETTO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
A nome dei Gruppi, il nome proposto è Enoch Soranzo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Consigliera Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Non ho capito se il Capogruppo di Fratelli d'Italia abbia parlato a nome di tutte le forze di maggioranza. Di solito è il collega Villanova che, in quanto speaker della maggioranza, annuncia. C'è una differenza significativa, però prendo per vero che la proposta del Capogruppo di Fratelli d'Italia ‒ smentitemi se non è così ‒ sia la candidatura unitaria della maggioranza.
Con tutto il rispetto, ovviamente, per le dinamiche interne alla maggioranza, in particolar modo per il collega Soranzo, che certamente meriterà pienamente l'incarico che gli è stato affidato, non possiamo non registrare come attorno a una delle figure più importanti del Consiglio della Regione del Veneto, cioè la Vicepresidenza vicaria del Consiglio, abbiamo dovuto assistere in questi mesi a dei balletti continui all'interno della maggioranza, che vi hanno portato a litigare non tanto sulle persone, a dimostrazione che la stima per Enoch è condivisa unilateralmente, ma dall'appartenenza politica di chi doveva sedere al suo fianco, presidente Ciambetti, arrivando oggi, finalmente, a questa nomina soltanto perché la settimana scorsa si è ricomposto l'organismo esecutivo, con la nomina della nuova Assessora.
Ora io vi chiedo, e lo chiedo a lei, presidente Ciambetti, perché è il primo e più di tutti che ha subìto questi mesi di assenza del suo vicario come aggravio nei suoi adempimenti, vi chiedo se davvero è così indispensabile far patire alla Regione del Veneto, anche all'interno delle Istituzioni, questo balletto continuo tra Lega e Fratelli d'Italia. Litigate, litigate e trovate l'accordo soltanto quando è il momento di spartirvi le poltrone.
Ci interesserebbe capire, per esempio, in cambio di cosa la Vicepresidenza del Consiglio regionale passa dalla Lega a Fratelli d'Italia, se siete davvero convinti che questa, sul piano politico e istituzionale, sia la scelta più giusta, più rispettosa dei bisogni delle persone di questa Regione.
Per tutte queste ragioni, non avendo condiviso la mercificazione che avete fatto dei ruoli istituzionali all'interno di quest'Aula, annuncio, a nome delle opposizioni, la scheda bianca rispetto alle indicazioni di voto. Quindi, non voteremo l'indicazione espressa dalla maggioranza.

PRESIDENTE

Consigliere Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

La tranquillità della collega Camani per me è un obiettivo principale; quindi, non posso lasciare che rimanga in sospeso il fatto che la candidatura esposta dal collega Pavanetto è la candidatura a nome della maggioranza. Confermo, quindi, quanto detto dal collega di Fratelli d'Italia.

PRESIDENTE

Apriamo la votazione per l' elezione del Vicepresidente del Consiglio regionale.
Colleghi, dovete scorrere i nomi e, una volta individuato quello giusto, premere "okay" e poi "invia".
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
32 voti per il collega Soranzo, 4 bianche, 11 non partecipazioni al voto.
Il collega Enoch Soranzo viene eletto Vicepresidente del Consiglio regionale.
(Applausi)
Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Il ruolo istituzionale impone un intervento, seppure diverso dalla storia della mia persona, di un certo tipo.
Signor Presidente, egregi Consiglieri, colleghi, cittadini che ci ascoltano, è per me un grande onore prendere la parola oggi in qualità di Vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto; un ruolo di responsabilità che mi riempie di orgoglio e che accetto con la piena consapevolezza dei doveri che esso comporta.
Il mio percorso amministrativo ha visto tanti passaggi, ha visto tante sfide e quello di oggi è sicuramente uno tra i più importanti, se non il più importante, nonostante io ami la mia provincia con tutto il cuore.
La nostra regione, il Veneto, è una terra di grandi tradizioni, di storia millenaria, di innovazione, profonda cultura civica. È un territorio che ha saputo affrontare le sfide del passato e del presente con grande determinazione e che oggi ci pone davanti a un futuro che offre anche enormi opportunità da agguantare.
Come Consiglio regionale siamo chiamati sempre a dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini, a sostenere lo sviluppo economico e sociale, a garantire i valori della democrazia, l'inclusione e la trasparenza, che sono i pilastri e il faro che guida questa nostra azione politica.
Il nostro compito principale è quello di rappresentare il popolo veneto, ascoltarlo e agire per il suo bene. In questa sede molto spesso ci siamo confrontati, ma questo ci ha sempre guidati. Abbiamo il dovere di confrontarci su temi cruciali come la tutela del nostro territorio e dell'ambiente, la promozione dell'occupazione, il rafforzamento del sistema sanitario, il sostegno all'istruzione e alla cultura. Dovremo farlo con uno sguardo rivolto alle necessità quotidiane e alle esigenze del presente, come abbiamo fatto in questi quattro anni, ma anche con una visione a lungo termine per garantire alle future generazioni una Regione sempre prospera e giusta.
È solo attraverso il dialogo, la collaborazione e il rispetto delle opinioni altrui che potremo costruire una politica solida e lungimirante.
Il nostro compito sarà quello di facilitare il confronto tra tutte le forze rappresentate in questo Consiglio, assicurando che la pluralità delle voci si traduca in scelte ponderate e condivise che abbiano come unico obiettivo il bene comune.
Desidero ringraziare tutti voi per la fiducia che avete riposto nella mia persona. Desidero ringraziare tutti voi per tutto quello che abbiamo fatto insieme in questi quattro anni. Ringrazio per il sostegno e la fiducia del mio Gruppo e del mio Presidente, l'onorevole Giorgia Meloni. Intendo farlo confermando il mio impegno a svolgere questo incarico con la massima dedizione, integrità e spirito di servizio che sempre spero di aver dimostrato.
In questo percorso mi ispirerò ai principi per me sempre importanti di trasparenza, equità e dialogo, per contribuire a rafforzare il ruolo del Consiglio regionale come luogo di democrazia, confronto e crescita per tutti i nostri cittadini del Veneto.
Permettetemi, infine, di concludere con un pensiero ai cittadini veneti, il vero cuore pulsante della nostra Regione, coloro che attendono risposte, e siamo al lavoro ogni giorno per darle. Grazie a loro, alla loro laboriosità, alla loro intraprendenza, al loro profondo senso di comunità, il Veneto continua ad essere, per fortuna, un modello di eccellenza in Italia e in Europa.
A loro va il mio impegno affinché questo Consiglio regionale, insieme a voi, operi sempre con trasparenza, responsabilità, determinazione, guidato dall'obiettivo di migliorare la qualità della vita di ciascun cittadino e di costruire un futuro più prospero per tutti, con tutti voi, sempre di più.
Grazie e buon lavoro a tutti.
(Applausi)

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Il lavoro certamente non mancherà.
PUNTO
7



BILANCIO CONSOLIDATO 2023. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 81) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 73/2024)

Relazione della PRIMA Commissione Consiliare.
Relatore: Consigliere Sandonà
Correlatrice: Consigliera Luisetto

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 7 all'ordine del giorno.
Il relatore è il collega Sandonà. Prego.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie.
Signor Presidente, colleghi Consiglieri, al Consiglio regionale oggi spetta l'adozione del bilancio consolidato relativo all'esercizio 2023.
Si tratta di un importante adempimento contabile contemplato all'articolo 57 dello Statuto regionale, nonché imposto dal decreto legislativo n. 118/2011, che prevede che la Regione lo rediga ricomprendendo i propri enti ed organismi strumentali, aziende, società controllate e partecipate, secondo determinate modalità e criteri. Il Consiglio regionale deve poi approvarlo entro il termine del 30 settembre.
Al bilancio consolidato del "Gruppo Regione del Veneto" sono allegate la relazione sulla gestione e la relazione del Collegio dei revisori dei conti. Ai fini della redazione del bilancio consolidato, l'Amministrazione è tenuta a verificare periodicamente la composizione del gruppo amministrazione pubblica (GAP).
Va notato che con legge regionale n. 19 del 6 agosto 2024, a seguito del giudizio positivo di parifica espresso dalla Sezione regionale di controllo della Corte dei conti in data 12 luglio 2024, l'Assemblea regionale ha approvato il rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2023 e il rendiconto consolidato comprendente i risultati della gestione del Consiglio per il medesimo esercizio.
Le risultanze economico-patrimoniali e il consolidamento di Giunta e Consiglio hanno costituito il bilancio economico della capogruppo Regione del Veneto, che confluisce ora – tramite il provvedimento oggi all'esame dell'Assemblea, proposto dalla Giunta regionale il 3 settembre scorso – nel bilancio consolidato dell'intero "Gruppo Regione del Veneto", insieme ai bilanci degli enti e delle società individuati dalla deliberazione della Giunta regionale n. 86 del 12.02.2024, con la quale è stato aggiornato l'elenco dei soggetti che compongono il suddetto gruppo e, nell'ambito del medesimo, i soggetti costituenti il perimetro di consolidamento.
Rispetto alla composizione del 2022 sono entrati a far parte del gruppo, pur venendo esclusi dal consolidamento per irrilevanza, i seguenti soggetti, per ciascuno dei quali un rappresentante su cinque complessivi dell'organo di governo e regionale: Fondazione Atlantide, Teatro Stabile di Verona, Associazione Centro di cultura e civiltà contadina, Biblioteca internazionale La Vigna, Fondazione Oderzo Cultura ONLUS. Viene, inoltre, reinserita nel gruppo la Fondazione Arena di Verona, inizialmente esclusa dalla citata deliberazione di definizione del GAP.
Nel 2023 sono, inoltre, intervenute le seguenti variazioni delle percentuali di partecipazione. Autostrade Alto Adriatico Spa: in esito ad operazioni societarie conclusesi nel 2023, concernenti anche Autovie Venete Spa, la quota regionale posseduta è passata dal 33% al 9,48%.
Veneto Sviluppo Spa: in attuazione della legge 4 luglio 2023, n. 14, la partecipazione regionale è passata dal 51% al 100%, per effetto della riduzione del capitale sociale, al fine di consentire l'uscita dei soci privati.
Inoltre, è avvenuto il conferimento alla medesima società delle partecipazioni regionali detenute in Finest Spa e in Veneto Innovazione Spa, sulla quale la Regione del Veneto esercita un controllo analogo a cascata. Finest Spa: a seguito del suddetto conferimento, ai sensi della citata legge regionale n. 14/2023 , la partecipazione regionale è divenuta indiretta per una quota pari al 20,44%.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Enoch SORANZO

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Dopo la data di deliberazione di definizione del GAP, con l'avvio del processo di consolidamento, Autostrade Alto Adriatico ha comunicato alla capogruppo Regione di essere tenuta, in applicazione della normativa civilistica, al consolidamento del proprio bilancio con la sua controllata Autovie Venete Spa. Pertanto, la proposta di bilancio consolidato 2023 contiene i consolidamenti di Autostrade Alto Adriatico quale gruppo intermedio.
Complessivamente, esclusa la capogruppo Regione, il numero dei soggetti consolidati facenti parte del perimetro è pari a trentatré, di cui dodici società e ventuno tra enti e agenzie. Nel 2021 era pari a trentuno, di cui dieci società.
Le dodici società sono le seguenti: Veneto Edifici Monumentali (controllata al 100%); Veneto Acque Spa (controllata al 100%); Sistemi Territoriali Spa (controllata al 100%); Infrastrutture Venete Srl (controllata al 100%); Veneto Sviluppo Spa (controllata al 100%); Veneto Strade Spa (controllata al 76,43%); Concessioni Autostradali Venete-CAV Spa (controllata al 50%); Autostrade Alto Adriatico-AAA Spa (9,48%); Infrastrutture Milano-Cortina 2026 Spa (controllata al 10%); Veneto Innovazione Spa (partecipata al 100% di Veneto Sviluppo Spa); FVS SGR Spa (partecipata al 100% di Veneto Sviluppo Spa); FINEST Spa (partecipata al 20,44% di Veneto Sviluppo Spa).
Quanto ai ventuno fra enti e agenzie consolidati nel 2023, si tratta di: sette ATER provinciali; Veneto Agricoltura; Agenzia Interregionale per il Fiume Po (AIPO); ARPAV; AVEPA; quattro enti parco (Sile, Colli Euganei, Delta Po, Lessinia); ESU di Padova, Venezia e Verona; Veneto Lavoro; Istituto regionale per le Ville Venete; Fondazione Veneto Film Commission.
Sulla base dei dati di bilancio pervenuti dai trentatré soggetti di cui sopra e in applicazione dei princìpi contabili, si è pervenuti alla redazione dello stato patrimoniale e del conto economico del Gruppo per l'esercizio 2023, che presenta le seguenti risultanze complessive: risultato economico consolidato di gruppo 114,9 milioni di euro; totale attività patrimoniali consolidate 12.121,9 milioni di euro; totale patrimonio netto consolidato di gruppo 2.948,1 milioni di euro.
Sintetizzando, il provvedimento oggi all'attenzione di questa Assemblea rappresenta la situazione economica, finanziaria e patrimoniale del Gruppo Regione Veneto inteso come unico soggetto, integrando le informazioni desumibili singolarmente e in modo disgiunto dai bilanci forniti dai singoli componenti del Gruppo, al fine di consentire una valutazione complessiva delle attività svolte dall'Ente attraverso le aziende e gli enti che fanno parte del Gruppo.
Il consolidamento dei conti costituisce, dunque, uno degli strumenti attraverso cui la Regione del Veneto intende perfezionare la sua attività di controllo sugli organismi partecipati, anche alla luce dell'evoluzione normativa in materia di rapporto società ed enti partecipati dagli Enti locali, ridefinita organicamente e disciplinata dal decreto legislativo n. 175/2016.
Oggi andiamo ad approvare un provvedimento che è stato licenziato dalla Giunta regionale in data 3 settembre, il 5 settembre è stato assegnato in sede referente a Prima, Seconda, Terza e Quinta Commissione, il 7 settembre ha avuto il parere favorevole del Collegio dei revisori, l'11 settembre il provvedimento è stato illustrato in Prima Commissione e poi ha acquisito successivamente i pareri favorevoli della Seconda, Terza e Quinta Commissione. Successivamente, in data 19 settembre, ha acquisito il parere favorevole della Prima Commissione, con cui è stato licenziato a maggioranza.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Sandonà.
Gentili colleghi, un attimo solo, sto facendo un corso accelerato. Lei ha chiesto la parola? Non si vede. Un attimo, si è impallato il sistema.
Collega Luisetto, intanto che sistemiamo, ha facoltà di parlare.

Chiara LUISETTO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Mi accingo alla correlazione del bilancio consolidato 2023. Come ci ha descritto il relatore, il bilancio, come è noto, è un adempimento contabile molto importante, imposto dagli articoli 11-bis e 68 del decreto legislativo n. 118 del 2011, che ha lo scopo di informare sul mantenimento dell'equilibrio economico, patrimoniale e finanziario dell'intero gruppo e dare conto della complessiva situazione contabile, gestionale e organizzativa degli enti e organismi dipendenti e partecipati dalla Regione.
Esaminiamo, dunque, un quadro aggiornato dei soggetti che compongono il gruppo della Regione, alcuni di essi entrati a farne parte a seguito dei cambiamenti intervenuti lo scorso anno.
In questo senso giudichiamo positivo l'ampliamento del perimetro di consolidamento a realtà quali FINEST Spa, Autostrade Alto Adriatico Spa e Autovie Venete Spa. Già dal bilancio 2021 avevamo chiesto che venissero inserite, alla luce di due considerazioni a nostro avviso dirimenti: da un lato, la significatività della percentuale di controllo esercitata dalla Regione su FINEST Spa, dove già gli anni scorsi, considerando la partecipazione diretta e indiretta, si superava il 20%; dall'altro, l'importanza delle risorse movimentate da Autovie Venete, che, pur in questo caso non soddisfacendo il criterio di partecipazione, ammontavano già a oltre 150 milioni di euro, rappresentando una dimensione della quale, a nostro avviso, era necessario dare conto già negli scorsi anni in ottica di trasparenza.
Apprezziamo, dunque, che gli sforzi, anche i nostri sforzi, degli scorsi anni nel far capire la necessità di dare una rappresentazione economica veritiera del gruppo della Regione e rendere funzionale lo strumento di cui oggi discutiamo siano valsi l'attuale maggiore chiarezza.
Ovviamente modificando il perimetro, il confronto tra il consolidato del 2022 e il bilancio in esame risulta più complesso non avendo la medesima platea di soggetti e, altresì, insistendo sul 2023 fenomeni non ordinari, come la coda dei finanziamenti Covid-19 e i fondi PNRR-PNC che, ad esempio, nei casi di ARPAV o AIPO rendono poco confrontabili i bilanci delle due annate.
Ciò che ci interessa, però, in maniera maggiore è che il bilancio venga costruito attorno a parametri di sempre maggiore trasparenza, in grado di renderlo oggetto di una condivisione crescente. Sarebbe, a nostro avviso, insufficiente accontentarsi di leggere i numeri e non vederlo, invece, come un'occasione di approfondimento politico sul ruolo delle realtà partecipate e sul loro impatto sui servizi e i bisogni dei veneti. Su questo terreno crediamo, invece, ci sia ancora del lavoro da fare sia sul piano tecnico sia soprattutto sul piano politico.
Per questioni di tempo, sul piano tecnico ci limitiamo a citare l'esempio della voce "Altre riserve disponibili" nella composizione del patrimonio netto e nello stato patrimoniale. Si passa da un valore di 850 milioni di euro nel consolidato 2022 a un valore di 1,011 miliardi di euro nel 2023, con un incremento di 161 milioni di euro, dei quali non si trova nell'intero documento alcuna spiegazione che supporti nel capire a cosa sia dovuta tale differenza, come si genera tale incremento. Parliamo di risorse disponibili, non vincolate, dunque è particolarmente significativo comprenderne la ratio, che non trova alcuna spiegazione, come dicevo, nel documento.
Sul piano politico, anche quest'anno, come già evidenziato nel 2022, nella relazione sulla gestione troviamo una descrizione delle attività svolte dai soggetti appartenenti all'area di consolidamento che ci spiega non sempre a che punto sia il raggiungimento degli obiettivi e che in molti casi si compone di obiettivi raggiunti al 100%. Lo segnalavamo anche lo scorso anno: che significato ha questo 100%? Questa è la domanda. Di nuovo quest'anno, ad esempio, di ARPAV non abbiamo il dettaglio, però ci viene detto che gli obiettivi sono stati tutti raggiunti, dal che si desume che con il personale a disposizione, che già lo scorso anno ci veniva segnalato come in profonda difficoltà, si sia riusciti a svolgere le attività di misurazione delle portate, definizione e aggiornamento della scala di deflusso in regime di magra e di piena, e le numerose altre azioni elencate. La domanda che ci poniamo è a che punto siamo realmente con questi obiettivi di medio termine, che sembrano genericamente tutti ottenuti. Peraltro, ci si riferisce allo sviluppo del DEFR (pag. 78) dove la strategia Veneto Sostenibile richiede, in ambito di tutela ambientale, sforzi ancora in corso, che, stando a quanto ci risulta, non sono proprio ancora realizzati, soprattutto in prospettiva 2030.
Mi sembra superfluo dilungarmi sulla necessità ‒ è per questo che ho citato ARPAV ‒ di avere un'Agenzia per la prevenzione e protezione ambientale supportata e operativa, di fronte a situazioni ripetute e drammatiche vissute dai veneti con le alluvioni dei mesi scorsi. Per questo, quando si misurano gli obiettivi e si definiscono tutti raggiunti, si dovrebbe pesare bene quanto si afferma. Potremmo dire che la distanza tra quanto è scritto qui e quanto accade sul territorio rischia di allungarsi, invece che di accorciarsi.
Abbiamo più volte, dicevo, l'indicazione di obiettivi raggiunti al 100%. Cito anche Veneto Lavoro, per la quale, ad esempio, sarebbe interessante capire come siamo messi ‒ lo chiederò alla nuova Assessora, che in questo momento non c'è, ma prima c'era ‒ con l'attuazione del programma "Garanzia Occupabilità dei Lavoratori - GOL". L'anno scorso non eravamo messi benissimo, per non dire altro, sull'occupazione delle persone e sul collocamento delle persone disoccupate da più di dodici mesi. Tuttavia, dalla percentuale che abbiamo in questo documento sembra tutto a posto e che i lavoratori in difficoltà siano stati tutti collocati e aiutati.
Al 100% sono anche gli ESU. Permettetemi, anche qui, delle perplessità. Nonostante il problema degli alloggi per gli studenti universitari sia un ritornello che l'Assessore e la Giunta si sentono ripetere ogni anno e che continuiamo a far presente, si legge (pag. 87) che è stato raggiunto al 100% l'obiettivo di realizzare interventi per ampliare l'offerta del servizio abitativo agli studenti e ampliare i posti-alloggio, ripeto, al 100%. Colleghi, io non so se per voi il 100% rappresenti il totale che rappresenta per noi, perché per me, se l'ESU ha compiuto questo sforzo, significa che non ci sono più ragazzi che hanno diritto ad avere un alloggio studentesco e non ce l'hanno. Cito Vicenza, così, per carità di patria, dove lo studentato di San Silvestro è chiuso dal 2012, con sessanta posti, a seguito del terremoto, ed ESU attende da molti mesi i fondi ministeriali per avviare i lavori, ripeto, fondi ministeriali, perché quelli regionali promessi e condivisi in quest'Aula a suo tempo non sono mai stati stanziati. Valutiamo se questa situazione fa parte del 100% raggiunto.
Delle ATER nel documento, non conosciamo la percentuale di raggiungimento degli obiettivi. Sappiamo che hanno ottimizzato la gestione del patrimonio e che dovrebbero completare i programmi di edilizia residenziale pubblica e razionalizzare il servizio pubblico. Sappiamo, in buona sostanza, che stanno facendo il possibile, in un contesto difficile, nel quale la Regione interviene – lo abbiamo visto questa mattina – con piccole azioni, con una nuova azione, che risulta, comunque, parziale sull'ammontare dell'IMU non versato dalle ATER in situazioni di difficoltà. Dunque, la sensazione che si ha da questo documento è che sia meglio non parlare di quanto siano stati raggiunti gli obiettivi. Stiamo larghi. Dove non c'è il 100%, su cui abbiamo delle perplessità rispetto alla definizione del totale, non c'è proprio la percentuale. In un Veneto dove il bisogno di casa assume progressivamente i contorni di un'emergenza che interessa in particolare situazioni di fragilità, tra le quali, come abbiamo sentito l'anno scorso da ATER Treviso, molte sono le famiglie monoparentali con figli, la situazione è che non abbiamo un dato chiaro di che cosa stia succedendo alle ATER, se non che va tutto bene, perché questo documento è un insieme di "va tutto bene".
Risulta chiaro che uno strumento che ci spiega come siano in ordine i conti delle aziende partecipate dalla Regione, che poi è il minimo indispensabile, che gli obiettivi sono tenuti al loro massimo, ma che nei fatti si scontra con mancate risposte ai bisogni delle persone, è un documento che serve a poco.
Sono stati fatti i compiti per casa, e neanche tutti, il minimo richiesto dalla correttezza, ma non siamo ragionieri, siamo o cerchiamo di essere politici che legiferano. Non siamo neanche Sindaci (magari lo siamo stati) ma non siamo neanche amministratori di CdA delle partecipate. Dovremmo andare oltre, provare a leggere i numeri che ci sono qui dentro per provare a capire come migliorare le cose, come cambiarle, e in questo strumento di grandi cambiamenti non ne vediamo. Lo vediamo analizzando i dati riportati negli schemi presentati nella relazione sui fondi per rischi ed oneri. Tra i due esercizi 2022 e 2023 vi è un significativo incremento, in particolare della voce "Fondi: altri", che cresce di oltre 155 milioni di euro, attestandosi a più di 455 milioni di euro. L'aumento è dovuto, perlopiù, alla crescita di questa voce nel bilancio della capogruppo, per un importo di 147 milioni di euro. Ed è proprio qui, nel verificare la composizione e le variazioni delle singole componenti, che troviamo o, per meglio dire, ritroviamo, dato che l'avevamo segnalato nei mesi scorsi anche sul rendiconto 2023, alcune delle fragilità che caratterizzano il bilancio della Regione e che si riflettono pesantemente in questo consolidato. Mi riferisco, nello specifico, ad accantonamenti: l'accantonamento per la copertura dell'eventuale deficit delle Olimpiadi invernali a fine 2023 ammonta a 96 milioni di euro, raddoppiato rispetto al 2022; l'accantonamento di risorse regionali da destinare al finanziamento degli extra LEA 2019-2022, che ancora pesa per oltre 85 milioni di euro; l'accantonamento derivante dalla lettera di patronage per il Comitato organizzatore dei Giochi olimpici, 27,5 milioni; l'accantonamento per la Superstrada Pedemontana Veneta, pari a 46,5 milioni di euro.
Risulta del tutto evidente che tutte queste risorse non disponibili per dare risposta ai bisogni dei cittadini hanno un peso importante di fronte a bilanci sempre più ingessati e risicati, dove la politica, quella delle scelte dell'oggi, sta pagando spesso un conto molto salato a quella delle scelte di ieri. Milioni sottratti al bilancio che potrebbero alimentare, raddoppiandone la quantità, quelli a libera destinazione che, come non mancate mai di farci notare ad ogni sessione di bilancio, sono sempre più ridotte.
Capiremo di più e meglio se alcuni di questi accantonamenti potranno ritornare nella disponibilità dei cittadini e delle imprese del Veneto. Vedremo quali saranno i reali flussi di traffico generati dalla Superstrada Pedemontana. Capiremo, a stretto giro, vista anche la variazione preannunciata, se le stime del 2020 si tradurranno in cifre vere, così come capiremo se le Olimpiadi invernali saranno state un'occasione, liberando così le tante risorse accantonate per la copertura dell'eventuale deficit del Comitato organizzatore.
Risorse ferme, dicevo prima, che potrebbero invece dare, ad esempio, importanti risposte ai bisogni della sanità territoriale, un vero sostegno agli ambiti territoriali sociali, come anche ieri gli amministratori non hanno mancato di chiedere.
Di certo, invece, ci troveremo a breve a discutere di nuove tasse per recuperare 54 milioni da incamerare con l'aumento dell'IRAP, ad esempio, di uno 0,50 di aumento su prodotti legati alle industrie tessili e manifatturiere del Veneto già in difficoltà.
In conclusione, riteniamo che il bilancio consolidato che oggi arriva alla discussione del Consiglio non debba essere considerato, anzi non possa essere considerato, come la maggioranza invece sembra ritenere, un mero passaggio burocratico contabile.
Non si tratta solo di vedere i numeri. Per noi capire, analizzare i numeri, confrontarli, ove possibile, con i periodi precedenti, verificare la salute dei bilanci della Regione e del vasto mondo di società ed enti che compongono il perimetro di consolidamento non significa certificarne in maniera ragionieristica l'equilibrio contabile, ma avere l'occasione di capire se l'insieme di queste realtà garantisce i tanti bisogni a cui dovrebbero rispondere e che ad oggi ci sembra non abbiano tutte queste risposte che il 100% di obiettivi sembra farci credere abbiano avuto.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola la collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, presidente Soranzo.
Non interverrò sulle tante considerazioni che già ha fatto la correlatrice Luisetto, vorrei però che l'Aula provasse a fare alcune riflessioni attorno a delle questioni più generali che stanno dentro questo bilancio consolidato, che, come sapete, è certamente una scrittura contabile – chiamiamola così – che tiene conto dei tanti bilanci dei tanti enti strumentali partecipati dalla Regione, delle tante società partecipate e controllate dalla Regione. Tuttavia, il bilancio consolidato – lo dico soprattutto al relatore Sandonà, che ha fatto un quadro tecnico sulle risultanze contabili, ma ancora una volta ha totalmente, forse volutamente, omesso la finalità principale che questo documento dovrebbe avere, in particolar modo nella discussione del Consiglio regionale – ha la finalità di offrire una visione di insieme delle attività svolte dall'ente Regione Veneto attraverso il gruppo della Regione del Veneto.
Non siamo di fronte ad una mera somma contabile di tanti bilanci di tanti enti. Dovremmo essere di fronte ad un documento certo di natura contabile, certo prioritariamente capace di indicarci se i bilanci delle società e degli enti della Regione sono in deficit oppure no, ma almeno la discussione politica dentro quest'Aula dovrebbe servire a ragionare insieme se l'insieme della struttura, della governance che la Regione si è data per l'esercizio delle funzioni e delle materie ad essa attribuite sia una modalità, una governance funzionale al perseguimento degli obiettivi di interesse collettivo e pubblico che dovrebbe avere la Regione del Veneto.
Dico questo perché se noi continuiamo, come abbiamo fatto in questi anni, a pensare che il bilancio consolidato, così come tutti gli atti di bilancio, sia soltanto una quantità enorme di numeri rispetto ai quali non abbiamo niente da dire, perché è soltanto nelle disponibilità di un bravo ragioniere capo comporre e analizzare questo quadro, abdichiamo in maniera significativa al ruolo che invece dovremmo avere e che il bilancio ha per l'ente pubblico, perché il bilancio è la mappa dell'efficacia e dell'efficienza dell'azione amministrativa di un Comune e di una Regione.
Siccome qualcuno si fida delle definizioni di efficienza e di efficacia delle azioni della Regione del Veneto dalle dichiarazioni stampa, quando abbiamo i numeri su cui ragionare proviamo a guardare dentro quei numeri cosa è scritto.
Allora, la prima cosa che noi registriamo, assessore Calzavara e relatore Sandonà, è che la Regione del Veneto, che governate da decenni, ha costruito per l'esercizio delle funzioni e delle materie attribuite alla nostra Regione un impianto fortemente manageriale. Tutte le principali funzioni e materie che a normativa vigente sono già assegnate alla Regione del Veneto – non so se ve ne siete accorti – non sono gestite dal Consiglio regionale, in parte neanche dalla Giunta; sono gestite da società controllate o partecipate e da enti strumentali alla Regione del Veneto, di cui noi osserviamo il comportamento, rispetto ai quali noi diamo degli indirizzi e delle indicazioni all'interno del DEFR, enti che giudichiamo, che dovremmo giudicare, guardando le risultanze di bilancio, con il bilancio consolidato, ma rispetto alle quali le decisioni strategiche sono assunte fuori da questo Consiglio regionale.
Vale per le politiche legate al patrimonio pubblico: Veneto Edifici Monumentali, società in house partecipata al 100% dalla Regione del Veneto; vale per tutto il trasporto pubblico locale su rotaia, gestito da Infrastrutture Venete, società partecipata al 100% dalla Regione Veneto, società in house; vale per tutte le infrastrutture acquedottistiche, Veneto Acque, società partecipata al 100% dalla Regione del Veneto, società in house; da quest'anno vale anche per tutte le politiche economiche e legate allo sviluppo delle imprese, Veneto Sviluppo (e partecipate varie), società partecipata al 100% dalla Regione del Veneto; vale per tutta la rete autostradale, CAV, società partecipata al 50% da Regione Veneto; vale per le reti stradali, Veneto Strade, società partecipata dalla Regione del Veneto; vale per le politiche abitative, assessore Calzavara, attraverso le nuove ATER, enti strumentali al 100% della Regione del Veneto; vale per tutte le politiche agricole, agroalimentari, forestali e della pesca, Veneto Agricoltura, ente strumentale partecipato al 100% dalla Regione del Veneto; vale per la tutela ambientale, ARPAV, ente strumentale partecipato al 100% dalla Regione del Veneto; vale per le politiche del lavoro e le politiche attive sulla formazione, Veneto Lavoro, ente strumentale partecipato al 100% dalla Regione del Veneto; vale anche per il diritto allo studio, ESU, enti strumentali (tre) partecipati dalla Regione del Veneto al 100%.
Noi, quindi, siamo quelli che dicono che siamo i più bravi a fare tutte le cose che possiamo fare, tant'è che addirittura vorremmo farne altre, ma tutte le cose che possiamo fare le deleghiamo a soggetti terzi rispetto alla Regione del Veneto. Peraltro, lo facciamo o direttamente, attraverso enti strumentali, o indirettamente, attraverso società partecipate, quindi Srl o Spa, partecipate al 100% da Regione del Veneto, in modo da poter affidare in house, come si dice, a quelle società, senza bisogno di bando di gara, tutte le politiche regionali.
È questo l'impianto che in tre decenni di Amministrazione di centrodestra avete voluto offrire alla Regione del Veneto. Io non so se dovesse davvero compiersi l'autonomia differenziata: faremo Veneto Scuola, una società partecipata al 100% dalla Regione del Veneto? Quale altro suggerimento ha? Veneto Welfare, Veneto Energia nucleare per l'approvvigionamento energetico. Veneto careghe? No, quello l'hanno già messo in piedi da tempo.
Insomma, questo è il sistema che abbiamo – che avete – messo in piedi. Quindi, noi abbiamo tutte le leve più importanti che definiscono la strategia della politica della Regione nei fatti appaltate a soggetti terzi, società o enti strumentali.
Al netto che questo impianto di natura manageriale, che sottende l'idea che il pubblico è un aggravio, è una burocrazia, è molto meglio un CdA che una Giunta, è un impianto che, per chi si occupa un po' di economia politica, è datato, nel senso che era un impianto ideologico che aveva funzionato negli anni '90, primi anni 2000. Ormai anche le Amministrazioni più liberal hanno abbandonato questo tipo di impianto, ma noi siamo costanti nel mantenere questa modalità di gestione della funzione pubblica. Al netto di questo, però, credo che questo impianto di gestione delle politiche pubbliche potrebbe funzionare, assessore Calzavara, a condizione che si verifichino tre situazioni precise.
La prima condizione è che noi, per fare questo, decidiamo di avvalerci di un management pubblico di altissimo livello, cioè non andiamo a far presiedere i CdA a soggetti figli della lottizzazione o della cooptazione, né magari mettiamo a capo delle più importanti aziende sanitarie quello che ci dice sempre di sì al telefono, ma, per i ruoli apicali delle società regionali, scegliamo non i più fedeli, bensì i più bravi. Questa è una sfida. In alcuni settori ci stiamo provando – penso all'operazione su Veneto Sviluppo – ma è chiaro che abbiamo un portato, delle incrostazioni (non faccio l'elenco per eleganza) di nomine pubbliche che di certo non sono sulla base del curriculum. Questo è un primo problema. Quindi, decidiamo di delegare al modello imprenditoriale la funzione pubblica? Affidiamoci a management di altissima qualità.
La seconda condizione, assessore Calzavara, è che per valutare ex post le politiche adottate implementiamo un sistema di valutazione pubblica e dunque di indicatori molto chiaro, trasparente, che sia fortemente orientato alla finalità dell'interesse pubblico. Io devo poter misurare cosa fanno queste società in nome e per conto del pubblico attraverso la lente dell'interesse pubblico, del bene comune, dell'interesse generale.
Se guardo gli indicatori che sono inseriti all'interno di questo bilancio consolidato, che dovrebbero appunto misurare la capacità di quelle società e di quegli enti di corrispondere a degli obiettivi, noto che non sono indicatori costruiti sull'interesse pubblico che quelle società devono perseguire. Se Veneto Agricoltura ha un indicatore che è il numero di pratiche aperte e chiuse, è un indicatore che può, forse, in maniera molto soggettiva e discrezionale, indicare l'efficienza della macchina amministrativa, ma non mi dice nulla sulla qualità di quell'attività sotto il profilo dell'interesse pubblico, che non è il numero di pratiche evase, ma è capacità di incrociare un bisogno.
Faccio degli esempi molto semplici per dire che, se si sceglie una strada, la si deve percorrere fino in fondo. Peraltro, sul sistema degli indicatori ha detto molto la correlatrice Luisetto. Guardate, è incredibile. Io mi auguro che anche voi, colleghi di maggioranza, abbiate letto con la dovuta attenzione le schede relative agli enti e alle società partecipate dalla Regione del Veneto. Mi auguro che anche voi abbiate notato come incredibilmente tutte le società e gli enti raggiungono al 100% gli obiettivi. È incredibile, al 100%! E se non arrivano al 100%, ma magari arrivano all'80%, c'è la giustificazione: cause di forza maggiore, mutamento delle condizioni di mercato. Ci fosse una volta che scrivete: "non siamo riusciti a raggiungere quell'obiettivo". A me questa roba non torna, assessore Calzavara, perché è impossibile che tutti gli indicatori siano raggiunti al 100%.
In alcuni casi mi rendo conto che sono io che penso male, di sicuro, ma in altri casi è oggettivo che l'indicatore non è stato raggiunto. Quando la consigliera Luisetto fa l'esempio di ESU, ma con che coraggio scrivete che l'obiettivo di garantire gli alloggi agli studenti universitari è un obiettivo raggiunto al 100%?
Io voglio sapere chi ha firmato quella certificazione di raggiungimento dell'indicatore. Potete dirmi "non ce l'abbiamo fatta", "non ci sono soldi", "c'è la crisi del comparto", "sono cresciuti troppo i richiedenti alloggio", trovatemi delle giustificazioni, affrontiamo il tema su un piano politico, ma non si può dire che nella Regione del Veneto il 100% del livello di soddisfacimento in riferimento alle residenze per studenti è stato raggiunto. È un falso dentro questo documento. Ma non è il solo, e dopo ci arrivo.
Ovviamente, ARPAV ha il raggiungimento al 100% di tutti gli obiettivi. Abbiamo passato un anno intero a dire che è sottorganico, che non ce la fanno più, che aumentano le esigenze, che avrebbe bisogno di un rilancio, però la definizione è: "ha raggiunto tutti gli obiettivi". O dovete rivedere gli obiettivi delle vostre società e dei vostri enti, oppure c'è qualcosa che non va.
Veneto Agricoltura, AVEPA, persino Veneto Strade in riferimento alle manutenzioni urgenti ha raggiunto il 100%. Ma ci sarà una buca che non hanno tappato, un intervento che non sono riusciti a fare, una emergenza che non hanno risolto? No. Mettete almeno il 99%, così ognuno, pensando a tutte le buche non tappate, dice: "ecco, quell'1% è la mia buca". Ma non il 100% delle manutenzioni emergenziali e straordinarie, perché oggettivamente è una presa in giro, Assessore, una presa in giro che dimostra come gli indicatori di questo bilancio consolidato siano inattendibili, semplicemente inattendibili.
Faccio notare, peraltro, care colleghe e cari colleghi, che questi indicatori dovrebbero essere commisurati alle linee strategiche che noi, Consiglio regionale, diamo a quegli enti attraverso il DEFR, il Documento di economia e finanza regionale, quella roba noiosa per cui vi teniamo qua due giorni a dicembre. Non so se avete presente, quella rispetto alla quale presentiamo centinaia di emendamenti, che ci bocciate quasi tutti in maniera irreversibile.
Dentro quelle duecento pagine di documento programmatico c'è anche scritto cosa la Giunta chiede di fare agli enti strumentali e alle società partecipate. E voi mi spiegate, assessore Calzavara, dentro il bilancio consolidato, che siete soddisfatti di quello che fanno gli enti e le società perché voi gliel'avete detto chiaramente dentro il DEFR. Ma dov'è il momento di verifica, quello vero, in cui noi chiediamo conto se le indicazioni che abbiamo dato nel DEFR con il bilancio di previsione sono state realizzate nel bilancio consolidato? Non esiste.
Quindi, cosa discutiamo con il DEFR di cosa devono fare questi enti e queste società, se non esiste un momento in cui possiamo capire se quelle indicazioni hanno ottenuto risposta?
Dicevo, quindi, management di qualità, indicatori chiari e fortemente orientati all'interesse pubblico ‒ ripeto, all'interesse pubblico ‒ e, infine, assessore Calzavara, il terzo ingrediente indispensabile per consentire di accettare l'idea di appaltare a soggetti terzi l'esercizio delle funzioni e delle materie di competenza cruciale per la Regione del Veneto è la trasparenza. Dentro questo bilancio consolidato io devo avere la certezza di trovare tutte le informazioni che mi consentono di organizzarmi un'idea, un pensiero e poterlo sostenere con i dati che qua dentro trovo.
Cercherò di spiegarvi perché, secondo me, questo bilancio consolidato pecca in maniera grave anche sotto il profilo della trasparenza. Citerò solo quattro esempi.
Primo esempio: società Infrastrutture Milano Cortina, che entra nel bilancio consolidato. Io mi sarei aspettata, relatore Sandonà, che attorno a questa società ci fosse un minimo di confronto, si aprisse un po' di discussione, ci spiegaste cosa funziona e cosa non funziona in quella società, cosa dobbiamo aspettarci da quella società. Invece, vi limitate a raccontare cose degli anni precedenti, che nulla hanno a che fare con il 2023, perché di tutte le delibere del Consiglio dei Ministri, gli atti notarili ho le copie, figuriamoci. Non ho bisogno di leggerlo qui.
A me cosa interessava di Simico nel 2023 sul bilancio consolidato? Mi interessava capire come mai adesso Simico è totalmente cambiata nella governance perché, se andava tutto bene e poi succede che improvvisamente Simico non è più il soggetto attuatore degli interventi cruciali delle opere olimpiche, perché il Governo ha detto "Simico, no te ga fè, va ANAS", (espressione dilettale). È a società che è partecipata dalla Regione del Veneto. Nel CdA siede uno nominato da voi. Se accade che il Governo dice che Simico non è in grado di fare le opere strategiche, ma sarà un fatto che dovrà almeno essere riportato in relazione?
Hanno completamente rivoluzionato la governance di Simico. La somma di questi due fatti significa che dentro la società c'era qualcosa che non funzionava, e non lo dice la Camani, lo dice il Governo, il vostro. Tutto perché la Corte dei conti, prima ancora della consigliera Camani, si è accorta che quel contenitore lì, che voi avete voluto e che avete organizzato, non funziona, e quindi il Governo ha cambiato tutto. È possibile che non ci sia una riga su questo nella relazione al bilancio consolidato?
C'è di più. Lo so, evidentemente ho tanto tempo libero, ma nella relazione si dice "se volete saperne di più di Simico, andate tranquillamente a vedervi il bilancio, così come approvato con delibera di Giunta n. 706". Siete andati a vedere il bilancio, care colleghe e cari colleghi? Perché, vicepresidente De Berti e assessore Calzavara, vi informo che in quella delibera di Giunta, che approva il bilancio di Simico, che dovrebbe essere in allegato a quella delibera, il bilancio in allegato è oscurato, omissis, c'è perché la delibera ha oggetto l'approvazione di quel bilancio, ma se avete la sfortuna di avere una Consigliera che è curiosa di capire quello che non avete avuto il coraggio di scrivere in relazione, cioè perché non funziona e non ha funzionato Simico, non è possibile vedere il bilancio.
La Consigliera, come ha fatto la collega Ostanel, può fare richiesta di accesso agli atti, ma il cittadino? Il cittadino, se non ha un interesse cogente, non può accedere a quel bilancio. Avevamo detto trasparenza, assessore Calzavara.
Vi faccio un altro esempio di come dentro questo bilancio consolidato siano riportate informazioni scorrette e persino strumentali e dunque pericolose. Mi riferisco a quanto la relazione riporta in riferimento a ESU Padova, dove sono contenute delle affermazioni gravissime, che annuncio saranno oggetto di interrogazione, perché, all'interno del paragrafo che riguarda ESU Padova, ESU Padova dice che ha fatto quello che ha potuto con il Superbonus, con il PNRR, eccetera, e che poi ha bloccato qualsiasi tipo di programmazione a seguito della richiesta di pagamento dell'IMU da parte del Comune di Padova per 16 milioni.
Assessore, glielo dico chiaramente, se è vero quello che scrive ESU Padova, ATER Padova e io so... ATER. Ho sbagliato. È ATER, perché l'IMU si chiede all'ATER. Ho sbagliato io.
Se è vero quello, e io so che non è vero, qua è scritta una falsità ed è scritta a posta per contrastare la valutazione del Comune di Padova.
Peraltro, la valutazione che ha fatto il Comune di Padova, l'ha fatta il Comune di Vicenza, l'ha fatta il Comune di Treviso. Tutte le ATER del Veneto hanno il problema dell'IMU, tant'è che ce l'ha confermato in audizione stamattina in Prima, la Regione, addirittura, ha pensato, tra le altre cose, di cancellare il 4 per mille.
Voi, però, accettate che dentro un documento regionale ci sia un attacco politico fondamentale da ESU Padova. A proposito di nomine trasparenti, il Presidente è il Sindaco, con la tessera della Lega, di un Comune in provincia di Padova, il Sindaco del nuovo Comune, Caterina d'Este, ex Sindaco di Carceri, che, oltre a fare il Sindaco per la Lega in un Comune di Padova, fa anche il Presidente di ATER Padova, e che nel bilancio consolidato della Regione del Veneto, guidata dalla Lega, attacca il Comune di Padova, fatalità, guidato dal centrosinistra.
Non posso accettare un tale livello. Forse qualcuno non controlla le relazioni che vengono mandate, perché non è proprio vero quello che c'è scritto: non sono 16 milioni e il Comune di Padova ha già aperto una trattativa sul contenzioso. Se anche fosse vero che ATER Padova ha sospeso tutti i lavori di intervento sugli alloggi popolari per accantonare le somme del contenzioso IMU, avete un problema in Regione, che non può passare sotto silenzio in questa relazione.
Io mi sarei aspettata un paragrafo introduttivo delle attività di tutte le ATER del Veneto, che diceva le ATER del Veneto fanno quello che devono fare, però guardate che, a livello regionale, abbiamo un problema serio, che dipende da una normativa nazionale non chiara, che oggi ha prodotto il fatto che tantissimi Comuni hanno mandato delle cartelle esattoriali ai nostri enti strumentali per una cifra di oltre 20 milioni. Questo è un fatto politico rilevantissimo, che riguarda i Comuni del Veneto, le ATER del Veneto e dunque la Regione del Veneto. In questa relazione è omesso, come tante altre cose.
Infine, giusto per citare l'ultimo esempio di gestione non trasparente, assessore Calzavara, io mi sarei aspettata, anche perché mi sono impegnata significativamente, insieme a lei, insieme a tanti colleghi, insieme al presidente Soranzo, alla costruzione della legge che ha trasformato Veneto Sviluppo, che una quota rilevante di questa relazione sul bilancio consolidato ci desse conto di come sta andando quella difficilissima operazione sia finanziaria che di governance, organizzativa e gestionale, che ha coinvolto Veneto Sviluppo e tutte le partecipate di Veneto Sviluppo.
Invece, ci sono poche righe, che non danno minimamente conto della complessità dell'operazione in corso, che non danno minimamente conto delle difficoltà gestionali che Veneto Sviluppo sta incontrando nei primi mesi di attività. Non so se ve l'hanno detto. Soprattutto io le chiedo, assessore Calzavara, perché io non sono capo ragioniere, ma se rispetto a Veneto Sviluppo e Veneto Innovazione nella relazione io leggo "dal progetto di bilancio trasmesso da Veneto Innovazione si evince che" a me da questa frase viene da pensare che il progetto di bilancio non è un bilancio approvato.
Quindi, io le chiedo: il bilancio di Veneto Innovazione del 2023 è stato approvato dall'Assemblea dei soci? Perché, se non è stato approvato, è un fatto politico che non può essere non inserito nella relazione. Il bilancio di Veneto Innovazione, essendo una società partecipata al 100% da Veneto Sviluppo, che è partecipata al 100% dalla Regione del Veneto, essendo Veneto Innovazione, dunque, una società su cui la Regione deve esercitare il controllo analogo, io chiedo se dentro questo bilancio consolidato i dati di bilancio di Veneto Innovazione siano quelli definitivi approvati dall'Assemblea dei soci. Se non è così, senza che ne sia fatta menzione in relazione, è un fatto grave.
Questo per dire – tendenzialmente non parlo a caso – che ci sono delle cose che si danno per scontate, perché ci fidiamo, giustamente, della Giunta o dei soggetti a cui abbiamo delegato il 99% delle nostre funzioni, ma purtroppo, Assessore, c'è chi per mestiere deve leggere tra le righe, e queste righe ci lasciano intendere ‒ su questo chiudo, l'ho fatta fin troppo lunga ‒ che questo bilancio consolidato, perfetto sotto il profilo tecnico, come diceva la correlatrice Luisetto, ci mancherebbe anche, del resto sono tutti enti stra-controllati da organismi di revisione, interni ed esterni, e dalla Corte dei conti, bilancio consolidato che viene venduto dal relatore come un'operazione di somma algebrica degli utili e delle perdite delle società del gruppo, in realtà è un bilancio consolidato preoccupante, perché sottende un impianto politico di gestione dell'interesse pubblico non trasparente, non valutabile e soprattutto lasciato totalmente alla discrezionalità di alcuni e di pochi.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola la collega Ostanel. Ne ha facoltà.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Dirò, come ogni anno, a cosa serve un bilancio consolidato, anche se l'hanno già detto bene le colleghe prima di me. Assessore, lei lo sa bene, un bilancio consolidato serve per far vedere quelle società che rientrano in un perimetro di consolidamento cosa fanno, che bilanci hanno, se stanno bene dal punto di vista economico, ma in particolare ‒ mi soffermo su questo aspetto ‒ per i cittadini del Veneto capire se alcune società, attraverso le quali noi diamo servizi, che la Regione avrebbe potuto dare direttamente, quindi qui dentro le avremmo potute controllare in un'altra maniera, fanno il proprio lavoro, e questo lo si può capire attraverso un bilancio di consolidamento. Dunque, è uno strumento di democrazia, non è un esercizio contabile. Basta guardare – ogni volta cerco di verificare se è vero quello che voglio dire in Aula – quello che dicono i giuristi cercando di definire, nel Bignami, cos'è un bilancio di consolidamento: deve servire a far vedere ai cittadini, non solo dal punto di vista contabile, se un ente pubblico, che offre servizi attraverso delle società che consolida, sta facendo il proprio lavoro con dignità e se pubblica atti trasparenti.
Mi dispiace, ma non mi basta quanto ha detto il collega Sandonà e non mi basta, ovviamente, avere ogni anno le stesse risposte, ovvero che questo è un bilancio che fa vedere che stiamo bene dal punto di vista contabile ed economico perché ‒ l'ha detto bene la collega Camani ‒ se andiamo a vedere, da un lato, i risultati che stiamo ottenendo e, dall'altro, la trasparenza che questo strumento di bilancio consolidato dà ai cittadini, il voto che darei non è 100% ma 0%. Allora, Assessore, mi piacerebbe sentirle rispondere a una cosa molto banale: se lei fosse chi ha scritto che le ATER del Veneto raggiungono il 100% del loro risultato, come risponderebbe a una Consigliera che è andata a vedere quante domande in graduatoria oggi ci sono dei cittadini del Veneto che chiedono una casa popolare in affitto e vede che sono 10.000? Cosa risponderebbe a una Consigliera che è andata a vedere quante case ATER sfitte abbiamo all'interno della Regione? Purtroppo non abbiamo ancora i dati della Commissione Seconda, perché non è ancora stato pubblicato il resoconto, però, se andiamo a vedere solo la Provincia di Padova, che è quella che conosco meglio, possiamo dire che c'è stato un miglioramento, dato che si è passati dal 16,2 al 14,9% di case sfitte, comprendiamo che – io lo so perché ho verificato e spero lo facciate anche voi quando interloquite con le vostre e le nostre società consolidate – tutto questo aumento, che in realtà è molto poco, è derivato da Superbonus, da fondi PNRR, dal lavoro che sta facendo il Comune di Padova, in particolare con l'assessore Benciolini, ma se andiamo a vedere quello che sta accadendo a Venezia è di una drammaticità incredibile. Io, se facessi parte della Giunta, in questo caso parlo dell'assessore Corazzari, avessi la delega alla casa e vedessi in un bilancio consolidato che va tutto bene e che indica che le ATER stanno bene dal punto di vista economico, mi farei una domanda su come stanno andando nel servizio al cittadino le ATER di cui sono proprietario. Nella Provincia di Padova un quarto delle case è sfitto, nella situazione in cui oggi versa non solo questa città, ma anche la Provincia. Se Padova ha fatto un passo avanti, lo ha fatto perché il Comune e l'ATER hanno lavorato bene facendo un lavoro sui fondi PNRR, mentre altre ATER stanno facendo un lavoro diverso. In un consolidato io devo andare a vedere – l'ha detto bene la collega Camani – non solo dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista del servizio ai cittadini.
Se andiamo a vedere la parte contabile, abbiamo un disavanzo di ATER Padova di 16 milioni di euro. Voi siete sicuri che le ATER rimarranno aperte quando non sarete più qui a governare, o falliranno? Vi siete mai fatti questa domanda? Quanti soldi dovremmo immettere ancora? Del resto, se oggi siamo qui a fare questo ragionamento sul consolidato, è perché abbiamo sempre sostenuto che le ATER non avevano abbastanza soldi. Tant'è che la consigliera Ostanel aveva proposto un progetto di legge di modifica dello 0,4, che è stato finalmente recepito da questa Giunta ed è stato presentato questa mattina. C'è parimenti il mio progetto di legge dentro il bilancio. Grazie, mi piace essere copiata, questa è una cosa molto positiva. Finalmente le ATER hanno 5 milioni in più di euro all'anno, perché avete modificato quel famoso 0,4, che era una legge per me, quando l'ho scoperta, incredibile, perché sostanzialmente toglieva i fondi alle ATER e toglieva i fondi ai Comuni del valore locativo dei loro immobili, li tenevate in pancia dell'Amministrazione regionale e li rimettevate su qualcosa che non è il diritto alla casa. 30 milioni di euro dal 2017, Assessore. Noi abbiamo rubato alle ATER e ai Comuni del Veneto 30 milioni di euro dal 2017 ad oggi. Bene che questa mattina nella presentazione del bilancio abbiate modificato questa norma. Ma dobbiamo dirlo chiaro alle ATER del Veneto e ai Comuni del Veneto, alla faccia dell'autonomia, che 30 milioni di euro sono stati incamerati nel nostro bilancio per fare altro e non politiche abitative, visto che oggi abbiamo le ATER in questa situazione, con liste e graduatorie lunghe, immobili sfitti e bilanci con disavanzi negativi.
Io posso anche dire che questo è colpa di come le ATER sono gestite. Figuriamoci, non ho nominato io i presidenti delle ATER. Ma allo stesso tempo devo riconoscere che i presidenti delle ATER, anche se fossero i manager più bravi del mondo, con un'azienda che non ha liquidità non possono fare bene il proprio lavoro. Come potrebbero fare il proprio lavoro con dignità e portare a casa il risultato in queste condizioni? Queste sono le domande che si dovrebbe fare.
Mi dispiace, Assessore, che sia sempre lei qui in Aula e non ci sia l'assessore Corazzari, perché i temi di cui tratto, tra cultura e diritto alla casa, sono di competenza di un unico Assessore, che in questo caso non è qui, quindi non posso esattamente chiedergli le cose come vorrei. Però, il tema è questo.
Se anche è vero che nel bilancio è scritto che l'ATER Padova ha detto "non posso andare avanti con i lavori perché sto attendendo di vedere come va a finire la questione IMU", è altrettanto vero che bisogna aggiungere che c'è un pezzo in questo consolidato che fa capire che probabilmente i documenti non li avete letti. Non lei, probabilmente l'assessore Corazzari non li ha letti. Diversamente, un Assessore prende in mano il telefono e capisce cosa sta succedendo. Della questione IMU all'interno delle ATER – se lo so io, lo sa anche l'assessore Corazzari – si parla da anni. Non è una cosa dell'altro giorno. Avete preso in carico questa questione? No. Avete lasciato le ATER sole? Sì. State verificando, ad esempio, se l'ATER Padova ha deciso di togliere la certificazione ISO di qualità? Come facciamo a valutare quanto i direttori e quanto i presidenti stanno lavorando e se stanno lavorando bene? 10.000 persone in graduatoria in attesa della casa pubblica e un quarto delle case sfitte e vuote nella Provincia di Venezia. A me sembrano dati talmente gravi che non posso permettermi di accettarli; quindi, il voto oggi non è rosso, è rossissimo, nel vedere il 100% dei risultati raggiunti e un relatore che dice che il bilancio consolidato va benissimo. Sono menzogne.
Andiamo avanti. Potrei parlare di tutte – non lo farò – le società che facciamo entrare nel nostro consolidato. Su ARPAV ho chiesto in Commissione un approfondimento di documenti, una settimana fa. Del resto, anche portare il consolidato flash in Aula non aiuta i Consiglieri a verificare i documenti. Ho chiesto in Commissione Quinta che mi fosse data tutta una documentazione integrativa rispetto alle ATER e al raggiungimento dei risultati, che vedevamo essere positivi. Infatti, ho chiesto: mi potete, per favore, dire quante assunzioni nuove abbiamo fatto con i fondi in più che gli abbiamo dato l'anno scorso con il bilancio? E lei lo sa bene, perché avevamo detto: bene che ci siano nuovi fondi per ARPAV. Ma dopo un anno io ho detto in Commissione: io voglio verificare quei fondi quante persone nuove hanno fatto assumere, quanti controlli in più sono stati fatti. I documenti non mi sono arrivati. Quindi, ad oggi non ho un dato che mi permetta di dire, visto che il consolidato è uno strumento non solo economico, come sta andando ARPAV. L'unica cosa che posso fare è sentire sul territorio le persone che si occupano di questi temi, e quello che mi viene detto è che nuove assunzioni, se sono state fatte, non hanno aumentato l'organico ma hanno semplicemente lasciato il turnover com'era, per cui oggi non abbiamo più controlli, non abbiamo più personale, non abbiamo ARPAV che funziona meglio.
Mi chiedo, allora: il 100% di raggiungimento degli obiettivi chi lo certifica? C'è qualcuno che si prende la responsabilità di dichiarare le cose che non sono vere? Chi è che fissa gli obiettivi delle società consolidate? Quali sono gli indicatori per mettere quel 100%? Guardi che i documenti di programmazione delle società non sono un gioco.
Chiudo, perché davvero potrei andare avanti su vari punti, sulla trasparenza. La Corte dei conti – prima lo citava la consigliera Camani – aveva già espresso in maniera chiara che noi non stiamo facendo il lavoro che dobbiamo fare rispetto alla trasparenza.

PRESIDENTE

Collega, la invito a concludere. Grazie.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Chiudo. Mi scusi, Presidente, pensavo di avere molto più tempo. Quanto tempo si ha, mi scusi?

PRESIDENTE

Credo ci sia stato un problema, collega. Ha a disposizione ancora un'oretta. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Cominciamo con le censure.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Pensavo fosse una censura o, diversamente, di essermi addirittura addormentata mentre parlavo e di non aver tenuto il tempo. Poteva essere una delle due.
Dicevo, chiudo su una cosa che la Corte dei conti ha sicuramente scritto nero su bianco meglio di me. Mi chiedo come sia possibile che in un consolidato ‒ è già stato detto ‒ noi non assumiamo quello che è stato detto nel giudizio di parifica. È vero che mi è anche stato detto in Aula: il giudizio di parifica è entrato nell'orizzonte politico, quelle cose non le doveva dire. Così mi è stato detto. Invece, la Corte dei conti fa vedere una cosa che per un bilancio consolidato dovrebbe essere importante. Precisamente scrive: "Uno dei più critici segnali riguarda il deficit patrimoniale della Fondazione Milano-Cortina 2026, che al 31 dicembre 2023 registra un patrimonio netto negativo di 107,8 milioni di euro". Poi prosegue: "Questo pone la Regione del Veneto al rischio di dover affrontare i costi aggiuntivi per coprire eventuali scostamenti, soprattutto se il bilancio della Fondazione dovesse peggiorare ulteriormente". Questo è il giudizio della Corte die conti.
Se io fossi un'imprenditrice e questa fosse la mia società, io non dormirei la notte e immaginerei, ogni minuto della mia vita, cosa fare per evitare che io fallisca, che i miei dipendenti restino a casa e che i miei clienti e fornitori non abbiano più qualcuno con cui lavorare. Se davvero stiamo immaginando di fare questo lavoro, come immagino anche lei faccia, con la voglia di arrivare al risultato, queste sono le domande.
Mi chiedo, allora, se nel giudizio espresso su questo documento dalla Corte dei conti, che è imparziale per definizione, viene detta una cosa così forte e importante, come mai nel bilancio consolidato non trovo una parte di relazione che mi spieghi come sto immaginando di gestire un rischio così importante.
È già stato detto bene. Stiamo parlando di Simico. Mi veniva detto e ci veniva detto che manca un sistema di monitoraggio indipendente, non ci sono i documenti nel sito, non si può accedere ai documenti. Un cittadino non può andare sui siti, come dovrebbe fare per legge (non poteva), e verificare quello che stanno facendo alcune società. Lo ha detto la Corte dei conti nel giudizio di parifica. Com'è possibile che noi oggi, qui, non abbiamo un paragrafo, un punto, alcune righe che ci dicano "raccolto questo e, visto che stiamo cercando di lavorare su un bilancio consolidato che, oltre a farci vedere i conti, cerca di far vedere se i conti stanno bene o meno"? Questo rischio perché non è inserito? Come facciamo a dire ai cittadini del Veneto che sono sicuri negli anni a venire?
Ultima cosa, per cui dovrebbe, invece, essere presente l'Assessore all'istruzione. Mi dispiace che sia stata qui per le interrogazioni e che nuovamente qui non ci sia nessuno con cui poter dibattere. Ringrazio, invece, chi è presente e sta qui. Se avessi temi da portare all'attenzione dell'assessore De Berti, almeno sarebbe qui.
Assessore Mantovan, le chiedo retoricamente ‒ ho detto che non c'è; lo vedo, non mi sono addormentata come prima credeva ‒ come sia possibile che la Regione del Veneto non dica nulla, né l'assessore Donazzan pubblicamente né lei oggi, su una cosa che io trovo scandalosa di questo Paese: i posti letto per gli studenti, costruiti con fondi PNRR, che sono dati ai privati e che sono dati, poi, agli ESU per alcuni anni. Con la presidente Scatto, durante le audizioni in Commissione Sesta, i Presidenti degli ESU hanno detto chiaramente che non erano d'accordo con questa idea e hanno provato ‒ quando il Governo Draghi provava a mettere giù questo PNRR ‒ a interloquire dicendo "così non va bene". Perché non diamo tutti questi miliardi di euro agli ESU invece che alle società private, che stanno investendo sulla residenzialità di lusso per gli studenti delle nostre città?
Siccome il PNRR è stato firmato così, è stato fatto così e ormai non possiamo più tornare indietro, quello che sta accadendo, come hanno detto i direttori degli ESU, è che abbiamo dei posti letto che rimarranno in convenzione; quindi, pagati a costi ESU per tre anni, massimo nove, ma poi gli ESU li dovranno pagare, se li vogliono, dovranno contribuire per avere quei posti. Cosa succederà tra dieci anni? Assessore, tra dieci anni io e lei magari non saremo più qua. Ci diamo un appuntamento?
Io sono sicura che, se facciamo un giro a Venezia, facciamo un giro a Padova, facciamo un giro a Verona, vedremo studentati che sono stati tramutati in hotel o in alloggi per studenti, con i fondi pubblici del PNRR, e i nostri studenti avranno meno posti ESU. Magari mi sbaglierò. Facciamo una scommessa. Tra dieci anni, nel ruolo che avremo, andiamo a verificare. Siccome io penso che sarà così, e ce lo hanno detto i direttori dei nostri ESU, io vorrei che l'Assessore oggi mi dicesse una cosa. Se stiamo vedendo i bilanci degli ESU e mi sta dicendo che va tutto bene dal punto di vista economico, e mi sta dicendo che i risultati sono raggiunti al 100%, questo tema chi lo ha preso in carico? Qui dentro abbiamo votato una mozione, su mia proposta, che diceva una cosa chiara. L'ex assessore Donazzan l'ha votata dicendo: facciamo un tavolo. Mettiamo insieme, in questa riunione, un tavolo di crisi sugli alloggi studenteschi, mettiamo insieme i direttori degli ESU, mettiamo insieme l'Assessore all'istruzione, metteteci chi volete, i Sindaci delle città che hanno studenti e università, e facciamo una cosa. Quando diamo un permesso per costruire ai nuovi studentati, nel convenzionamento e nelle autorizzazioni urbanistiche diciamo che diamo l'autorizzazione solo se alcuni posti sono garantiti per più di nove anni, a costi ESU. Si può fare. La Regione non può lasciare i Comuni da soli. Padova, Verona, adesso anche Vicenza, Venezia. Sappiamo quali sono i Comuni, sappiamo quali sono i posti dove gli studenti cercano casa. Basta volerlo e farlo.
In uno dei più grandi, credo, scandali del PNRR di questo Paese, per me, il diritto allo studio dato a gestori privati per quanto riguarda le residenze, senza la garanzia che il pubblico abbia il controllo, possiamo, in questa Regione, permetterci, invece, di dire: sediamo tutti a un tavolo e tamponiamo un problema che arriverà, anche se tra dieci anni non saremo più qui? Alla fine, un bilancio consolidato serve a questo, serve a dire: questa è la situazione, questi sono i conti, questi sono gli obiettivi. Cerchiamo di comprendere come fare il nostro lavoro meglio. Non lo stiamo facendo noi, ma lo abbiamo assegnato ad alcuni enti partecipati e consolidati. Questo lavoro non lo state facendo. Da quattro anni vediamo il consolidato. Per le materie che sto seguendo di più – penso all'assessore Corazzari e oggi all'assessore Mantovan – o questo documento viene letto, viene pensato, viene digerito e si fa qualcosa, di conseguenza, oppure facciamo i passacarte. Non occorre neanche che ci riuniamo, tanto i voti li avete, e continuiamo così.
Penso, invece, che intervenire in quest'Aula debba avere un senso, il senso di dire che quello che stiamo facendo non va bene. Il voto su questo consolidato è contrario, chiaramente, per le dichiarazioni e per le cose che ho sostenuto in questo intervento. Però, vi prego, siamo all'ultimo anno, è scaduto il tempo di ascolto. Alcune cose ‒ sulle ATER, sul 4% ‒ mi sento felice di averle in qualche modo portate a casa, ma i 30 milioni di euro sono quelli che prima sono stati sottratti; quindi, non potrò mai dire che va bene. La situazione della casa in questa regione non è quella che dovrebbe avere una regione come il Veneto.
Assessore, mi scuso, sembra sempre lei il bersaglio delle discussioni. Non è questo. È la Giunta che dovrebbe prendere questo documento e decidere cosa vuole fare. Vuole pensare che le sue società consolidate siano da monitorare per il servizio che danno ai cittadini e rese trasparenti affinché i cittadini del Veneto possano vedere cosa state facendo? A me sembra che la risposta sia "no".

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola il collega Montanariello. Ne ha facoltà.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Ironia a parte, che avveniva da una parta all'altra dei banchi, mi congratulo per la sua nomina a Vicepresidente del Consiglio regionale. Credo che la sua esperienza in quest'Aula... Presidente, non le faccio più neanche i complimenti, se non segue neanche quando le vengono rivolti. Volevo farle i complimenti. Si è perso i complimenti da uno del PD. Siamo proprio due cose opposte. Non riusciamo neanche a farci i complimenti. Scherzi a parte, congratulazioni.
Entro nel merito di quello che diceva prima la mia collega Camani e che è emerso anche dagli altri interventi. Risulta evidente che non è un puro atto amministrativo, assessore Calzavara. Quando si fa il bilancio del consolidato della Regione, quando un consolidato della Regione è importante e corposo come il nostro, quando un consolidato della Regione vede società che entrano in nervi strategici, come in questo caso nella nostra Regione, dagli ATER, dalle infrastrutture o da altri pezzi importanti e fondamentali per la vita quotidiana delle nostre città, è evidente, Presidente, che non può che non esserci all'interno del consolidato della Regione Veneto un nervo politico. Non può che non essere, questo, un momento che io amo negli anni definire una sorta di momento verità, cioè il momento in cui in una parte del nostro bilancio importante e cospicuo capiamo quello che è stato fatto e quello che non è stato fatto. Al netto del puro dato amministrativo, come diceva prima anche la collega Luisetto. Ci dite che è un atto amministrativo, dal punto di vista tecnico, giusto. Assessore, ci mancherebbe anche altro, che il Consiglio regionale del Veneto arrivi con un atto amministrativo come questo che non sia giusto o fatto, dal punto di vista contabile, bene. Ci mancherebbe altro. Non credo sia un merito da prendersi il fatto che l'atto amministrativo sia fatto bene e che l'atto contabile sia giusto. Ci mancherebbe anche altro, visto che parliamo di qualche centinaio di milioni di euro, che l'atto non sia giusto dal punto di vista contabile.
Assessore, il tema degli obiettivi, effettivamente, lascia un po' a desiderare. Lascia un po' a desiderare perché molto spesso il collega Villanova piuttosto che i colleghi della maggioranza, quando noi tentiamo di mettere in luce delle cose che non vanno, ci dicono: "Ma in quale regione vivete?". Anche lei, a volte, Assessore, si è pregiato dell'utilizzo di questa frase: "Ma in quale regione vivete, che dite che è tutto buio, è tutto nero?". Noi tentiamo di mettere in luce le cose che non vanno. Abbiamo due ruoli diversi.
Assessore, questa volta provo a rubarvi la frase e dico: ma in quale regione vivete voi, che dite che abbiamo raggiunto il 100% degli obiettivi? Viviamo nella stessa regione, Assessore? Nelle infrastrutture, negli ESU, nelle ATER abbiamo raggiunto il 100% degli obiettivi? Se lei mi dice che abbiamo raggiunto veramente il 100% degli obiettivi e che meglio di così non sappiamo fare nelle nostre società del consolidato, io, Assessore, inizio a preoccuparmi. Provo a spiegare anche il perché.
Per quanto riguarda il tema degli ESU, non è mica una polemica che nasce in questo Consiglio regionale quella degli studenti che si sono accampati perché hanno difficoltà nella residenzialità. Tutto ciò che sta succedendo negli ESU, le mense e tutta la parte della residenzialità, non è un tema che nasce in questo Consiglio regionale per dire che una cosa funziona o non funziona. È un tema che ci viene posto da quelli che dovrebbero essere i primi fruitori di quel servizio, che si accampano per dire che le cose non vanno.
Quindi, non è neanche una strumentalizzazione politica. È un tema, quello degli ESU, che viene dal basso. Gli stessi ipotetici fruitori del servizio vengono a dirci che qualcosa non va. Quando sento dire che abbiamo raggiunto il 100% degli obiettivi negli ESU e vedo che ci sono studenti che manifestano per la residenzialità, per le mense, chiedo io a voi: in quale regione vivete, Assessori? In quale posto vivete?
Provo a dirne un'altra. Assessore, parliamo delle ATER. Sulle ATER siete messi davvero male. Anzi, non male, malissimo. Assessore Calzavara, parlo con lei perché presenta il provvedimento. Oneri e onori di ogni anno, da adesso fino a dicembre. Magari più oneri che onori o più onori che oneri. Questo lo sapete voi. Sulle ATER siamo messi davvero molto male. Un conto, cari colleghi, è avere delle emergenze abitative in questa regione e non avere le case; altro conto è avere delle emergenze abitative e avere le case chiuse. Assessore, sono due cose diverse. Dire "non ho le case", dire "non ho gli spazi", dire "non ho gli alloggi", dire "non sono nelle condizioni di dare una risposta" è un conto; dire che su una ATER, come quella della mia Provincia, su 13.000 case, su uno spopolamento del tessuto sociale come quello di Venezia, del tessuto storico, Assessore, abbiamo il 25% degli alloggi vuoti, capisce che, visto che gli alloggi sono vostri, come Regione un po' di responsabilità l'avete.
Non c'è solo da fare i fenomeni e tagliare i nastri delle case ATER, dove ogni volta c'è l'Assessore di riferimento, il Presidente, tutti a dire "bravi", e quando, dopo, abbiamo il 23% delle case vuote non si riesce a individuare una responsabilità politica. Torniamo, assessore Calzavara, al discorso di oneri e onori: o hai oneri e onori quando tagli il nastro e ti assumi la responsabilità oppure no.
Tra l'altro, Assessore, c'è anche un'aggravante: finora ci siamo trattenuti il 4 per 1.000 degli affitti dell'ATER, drenando dai 3 ai 4-4,5 milioni ogni anno dalle ATER. Non solo noi, Assessore, abbiamo le case vuote e non mettiamo soldi, ma ne prendiamo anche. Capisce che non siamo messi bene? Noi siamo troppo abituati, Assessore, lo dico in senso positivo, a fare politica. Nel fare politica, ogni volta, in un ragionamento noi cerchiamo la dietrologia dell'intervento, della finalità politica, diamo la giustificazione dal punto di vista tecnico-contabile del perché questo succede. Però, Assessore, se io vado in una sagra o in un bar e dico che a Venezia abbiamo 13.000 case, la gente scappa via perché non è possibile più accedere al costo delle abitazioni, nei Comuni abbiamo le emergenze abitative, nei Comuni abbiamo gente negli alberghi, è stato tagliato il Fondo morosità incolpevole a livello nazionale ed è stato tagliato il Fondo sostegno all'affitto, il caro signore con cui parliamo al bar deve sapere che delle 13.000 case che abbiamo nella nostra provincia il 25% sono vuote. Magari non hanno i soldi per sistemarle. Non è che non hanno soldi per sistemarle. In base all'articolo 37 della legge n. 39 (o all'articolo 39 della legge n. 37, non ricordo quale dei due), noi tratteniamo il 4 per 1.000 o il 4% dei canoni, quindi intaschiamo ogni anno 3-4 milioni grazie agli affitti di chi è nelle case ATER e paga e li dedichiamo ad altro.
Capisce che anche l'uomo di strada dice: "Montanariello, forse state sbagliando qualcosa". Detta alla veneta, con un accento un po' meridionale: ([...] ( espressione dialettale). Assessore, ho qualche perplessità su questo tema.
Veneto Strade. Come diceva la collega, Veneto Strade ha raggiunto gli obiettivi probabilmente perché siete riusciti, Assessore, finalmente, quasi a chiudere la partita della restituzione dei chilometri ad ANAS. Visto che ormai siamo pronti, abbiamo le slide pronte, abbiamo tutto pronto, probabilmente siamo riusciti a chiudere questa partita della restituzione dei 700 chilometri ad ANAS, quindi abbiamo raggiunto l'obiettivo. Intanto credo che per voi, Assessore, sia una grandissima sconfitta politica, perché dimostrate ancora una volta che con una mano chiedete l'autonomia e con l'altra mano, con i servizi che, invece, avete, non siete probabilmente in grado o non avete voglia, non vi convince l'idea di gestirli, e li restituiamo. Quindi, noi chiediamo l'autonomia, però le strade, assessore De Berti, che lo Stato ci ha dato noi le restituiamo.
Voi dovete andare, Assessore, a spiegare a uno a cui dite che volete l'autonomia che chiedete le competenze dallo Stato e che, quando lo Stato vi dà le strade, voi le volete restituire.
Io ho parlato con qualche Sindaco: sono tutti molto preoccupati. Assessore, i Sindaci dei territori un po' periferici, del bellunese, le interesseranno tanto o poco, non lo so, però c'è anche una preoccupazione nel territorio. Oggettivamente, interagire con una società regionale non è come interagire con ANAS, poter arrivare all'Assessore attraverso il Consigliere che voti, segnalare un problema, fare il tuo lavoro. Assessore De Berti, io non sono uno molto sveglio, però questa storia che voi con una mano chiedete la competenza e con le altre, dove le abbiamo, avete fallito, le società le avete chiuse – chiuse, non fallite – per malfunzionamento e dove abbiamo le competenze le ridiamo indietro, a me, Assessore, qualche domanda me la fa fare. Se avere l'autonomia vuol dire che ci fate fare la fine di Sistemi Territoriali, che anche con il suo referato, assessore De Berti, è stata gestita in questi anni con risultati, dal punto di vista del servizio, pessimi... Tant'è che avete detto "che bravo che viene Trenitalia". Assessore, società della Regione, la governance la nominate voi, fa parte del vostro consolidato. Non è che, se viene Trenitalia e tagliate il nastro siete proprio i primi autonomisti, se avete appena chiuso una società per cui avevate le competenze. Fa fatica anche il collega Pan a difendervi, che ora sta scuotendo la testa. Quindi, è un mal di pancia un po' diffuso, Assessore. Non è che tutti quelli che stanno zitti pensano che non abbiate pestato una buccia di banana.
Così come, Assessore, su Veneto Lavoro serve un ragionamento un po' più ampio. Abbiamo presentato una legge contro il caporalato, abbiamo chiesto l'attenzione di Veneto Lavoro su questi temi. Assessore, sono contento che mi guarda con attenzione. Siccome abbiamo capito che i problemi non riesce a risolverli, almeno ci ascolta. Magari in una delle due riuscirà. Siccome i problemi che le segnaliamo, Assessore, dopo quattro anni non li ha risolti, sono contento che mi stia guardando così, perché posso dire che l'assessore De Berti si impegnerà anche tanto, in quattro anni non è stata capace di risolvere i problemi che abbiamo segnalato, però ci ascolta. Assessore, io parlo dei quattro che sono qua. I cittadini sanno che sono nove. Su Sistemi Territoriali, Assessore, dovrebbe chiedere anche ai suoi colleghi di maggioranza cosa pensano dell'operazione anti-autonomista che avete fatto. Provi a chiederlo. In buvette noi parliamo, non so se a lei lo raccontano.
Detto ciò, c'è tutto il tema di Veneto Lavoro. Abbiamo presentato un progetto di legge dove chiediamo a Veneto Lavoro di non fare il notaio semplicemente su alcune pratiche legate ai flussi. Abbiamo fatto un'iniziativa, c'era il collega Dolfin, dove le associazioni agricole rimproveravano a Veneto Lavoro di avere un ruolo prettamente notarile in tutte le gestioni della manodopera che viene impiegata all'interno anche del lavoro agricolo. Noi lo abbiamo spiegato. Dite che non vi va bene quello che fa AVEPA (Segretari regionali di categoria, non provinciali), vi lamentate del tema di Veneto Lavoro: andate a dirlo alla Regione Veneto. Sono società gestite da loro. C'è il PDL Camani presentato. Se affrontiamo quello cambieremo gli articoli dal 16 al 19, magari continuando a negare che in Veneto esiste il caporalato e le infiltrazioni mafiose, dicendo che appartengono solo alle regioni del sud. Smentiremo qualche procuratore, però magari avremo una visione diversa.
Assessore, mi permetta. Visto che stiamo parlando di obiettivi raggiunti, io vi dico una cosa ironica, ma molto seria. Assessore De Berti, il primo che non ha raggiunto gli obiettivi è il presidente Luca Zaia. Il primo giorno del Consiglio regionale, cari colleghi, non so se vi ricordate, quando è venuto, anziché presentare le linee guida, il presidente Luca Zaia ha detto: "Io non perdo tempo a dire le linee guida. Io vi porto subito nove progetti di legge. Io parto alla grande, con nove progetti di legge". Il PDL n. 9 era la governance unica delle infrastrutture e dei trasporti. Al netto, Assessore, del nuovo progetto di legge sul TPL, e sono contento, lo abbiamo fatto, ci stiamo arrivando, abbiamo un po' smentito quello che ha detto il presidente Zaia, che dopo è tornato con un'altra legge dove chiede che lui, Presidente della Giunta, abbia mandato dal Consiglio... Tutto quel sistema di legge delega che ci siamo inventati, se non erro. Guardate che oggi l'obiettivo che ha dato il presidente e consigliere Luca Zaia il primo giorno di Consiglio regionale, messo nero su bianco sul progetto di legge n. 9, è stato completamente disatteso. Quindi, il primo a non aver raggiunto gli obiettivi sulle infrastrutture è il presidente Luca Zaia, che ha presentato un progetto di legge che non riesce neanche a portare avanti dopo quattro anni. Chapeau! Parlate di obiettivi? Mamma mia. Se questi sono gli obiettivi che abbiamo detto che abbiamo raggiunto, Assessore, sono un po' intimorito da quello che potrà essere il futuro.
Tra l'altro, Assessore, c'è tutto il tema CAV. Ci avete convinto di questa proroga nel decreto-legge n. 104. Il segretario Stefani della Lega, parlamentare, inserisce ‒ grande pubblicità; decreto-legge n. 104, assessore De Berti ‒ l'avvio di questa società, collega Villanova, che prenderà forma in house ("in, in e in"). Abbiamo fatto il regolamento, abbiamo fatto lo statuto e oggi, Assessore, non riesco a capire perché non decolliamo. Mi sento di fare una riflessione. Penso a un altro obiettivo dei suoi referati, assessore De Berti, ma lo dico con simpatia. Non ce l'ho con lei. Seguo quelli. La collega Camani mi ha detto di parlare di quelli perché io seguo quelli. Provate a pensare che CAV, usando le parole del provvedimento, ha un significativo incremento e passa da 24 milioni a 32 di utile. Un significativo aumento. Da una parte, quindi, abbiamo CAV che ha un significativo aumento; dall'altra parte abbiamo Pedemontana che, con l'accantonamento che abbiamo fatto, ci fa dire che sicuramente non vi è un significativo aumento. Magari al momento qualche scheo possiamo anche perderlo, tanti schei.
Io faccio una riflessione. Dove abbiamo un management di livello, in concertazione, come CAV, che c'è ANAS, quindi c'è lo Stato, c'è il Governo, c'è un'azienda centralista, sono soci al 50%, abbiamo un'azienda che ha un incremento. In Pedemontana, dove fate tutto da soli, siamo in perdita. Capite che è un po' buffa questa cosa? Dove siamo in società con ANAS e c'è un'autorità extra-regionale che mette i paletti, passiamo da 24 a 32 milioni. Su Pedemontana, su cui vi siete arrangiati voi nel contratto, vi siete arrangiati voi nelle clausole, vi siete arrangiati voi nelle proroghe, vi siete arrangiati voi nel contratto capestro, vi siete arrangiati voi a parlare (su alcune parti, Assessore, c'era quasi il segreto di Stato, non si potevano sapere), dove avete fatto tutto da soli siamo in perdita. È una riflessione politica. Capisco che possa non piacervi, ma è una riflessione politica. Dove siete da soli, obiettivo non raggiunto e a pagare sono i cittadini veneti con le tasse. Chi paga sono i cittadini veneti. Non paghiamo noi. Pagano i cittadini veneti, ai quali volete tanto bene, come gliene vogliamo anche noi. Il popolo veneto ‒ parlo di popolo veneto; anche se non sono nato qui, mio figlio è nato qui e fa parte del popolo veneto ‒ non è mica Pantalone, che con i soldi di nessuno paga le scelte sbagliate che fate. Non ci venga a dire che la Pedemontana non è un'opera che avete pensato e voluto voi. Se dite questo magari prima chiamate il Presidente e avvisate che lo state smentendo.
C'è questa discrepanza, Assessore: dove non siete da soli le cose vengono fatte bene, con risultati tangibili; dove vi lasciano fare da soli, Assessore, mi permetta la battuta, fate malanni, politici ovviamente. Presidente Soranzo, faccio una raccomandazione attraverso lei a tutto il Consiglio: cerchiamo di fare meno le cose da soli, altrimenti, se i risultati sono questi, inizio a essere preoccupato.
Assessore, una cosa mi preoccupa. Prima non citavo il decreto-legge n. 104 per fare una polemica su CAV. Lo citavo perché, finché non si scioglie questo nodo, noi abbiamo tutti gli utili di CAV fermi lì. Assessore, do un'altra brutta notizia, per chi non conosce la storia del Passante, per cui CAV nasce come società di scopo. C'erano una serie di opere – vedo la collega Vianello – come l'arretramento della barriera all'altezza di Dolo, di Roncoduro, di Villabona, che erano inserite, assessore De Berti, all'interno del progetto, ma non erano inserite all'interno del Piano finanziario, perché, consigliera Camani, non c'erano schei. Quindi, non erano nel Piano finanziario. Oggi che, invece, abbiamo una società che, se guadagna un anno 24 milioni e un anno 32 milioni, avrà qualche centinaio di milioni di euro accantonati, non li usiamo nemmeno per finire, Assessore, quello che era previsto all'interno dei progetti che sono stati fatti da questa Regione. Quale obiettivo avete raggiunto? Avete fatto i progetti, non avevate i soldi per farli e non li fate neanche adesso che ci sono i soldi.
Una volta mi chiedevo, collega, perché quelle opere non sono state fatte. Mi hanno spiegato che sono nei progetti, ma non sono nel Piano economico-finanziario. Ora che guadagniamo 32 milioni questo anno, 24 milioni l'anno scorso, facciamo musina o realizziamo quelle opere, Assessore, che la Regione Veneto non solo ha deciso di fare, ma ha concordato con Sindaci di destra e sinistra, con categorie di destra e sinistra, con territori di destra e sinistra? Tant'è che sono arrabbiati anche quelli di destra, perché si trovano un'infrastruttura che non parte.
Assessore, so che voi non avete la bacchetta magica e so benissimo che ci sono difficoltà nel fare anche le cose più semplici, ma io non riesco a capire come mai non si fanno le cose previste quando ci sono i soldi. Dopo possiamo dire che vogliamo la cattedrale nel deserto. L'assessore Calzavara dice "voi siete all'opposizione, siete irresponsabili, chiedete cose che non si possono fare". Sì, disquisiamo politicamente. Io, però, mi pongo una domanda. Una società come CAV quest'anno accantona 32 milioni di utile, l'anno scorso 24 e in tutti questi anni qualche centinaio. Abbiamo delle opere promesse al territorio, ai Sindaci e alle comunità di destra e di sinistra, quindi mi chiedo: perché oggi che abbiamo la capacità economica quelle cose non le facciamo? Ripeto, continuo a fare la battuta che in CAV, dove siamo al 50% con ANAS, secondo il vostro documento abbiamo un significativo incremento, in Pedemontana, dove abbiamo fatto tutto da soli; invece, accantoniamo soldi della Regione per pagare prima lo slittamento del contratto, poi questo e poi quello.
Questo è un grande tema che noi ci poniamo: cosa avete contro le comunità della Riviera del Miranese e di Venezia per cui non realizzate le opere previste dai progetti e che quella volta non potevano essere finanziate? Non vorrei, Assessore, che la risposta sia che, anche se abbiamo inserito, con l'onorevole Stefani, nel decreto-legge n. 104 del 2003 che diventa una società in house per poter spendere dopo quei soldi sul nostro territorio, è tutto bloccato, quindi non potete spenderli. D'altronde, Assessore, se è tutto bloccato e non potete spenderli, mi permetta una piccola nota polemica, e oggi mi sto impegnando a non esserlo: il Ministro dei trasporti non solo è della Lega, ma è anche il vostro Segretario di partito. Quindi, non venite a dirmi che è tutto bloccato. Se il vostro Segretario regionale, oggi Vicesegretario interregionale e nazionale (non so bene adesso), fa un emendamento o interviene al Governo in una competenza del Ministero del grande capo della Lega, che è Ministro e Segretario della Lega, e la cosa è ancora tutta bloccata, a me, Vanessa, questa filiera spaventa un po'. Forse è meglio quando ci sono due Amministrazioni di colore diverso, almeno si possono scontrare e dirsi le cose in faccia, almeno difendono i cittadini, invece di star zitti. Io ho questo grande nodo, Assessore, che sicuramente non mi toglie il sonno la notte, ma di giorno impegna tanti dei miei pensieri.
Come facciamo noi a dire che CAV ha raggiunto gli obiettivi? Società eccellente, governance di qualità e molto attenta anche alla tutela del personale, con accordi sindacali innovativi a tutela dell'occupazione femminile, guai a chi la tocca. Però, non potete dire, Assessore, se parliamo di consolidato, che sotto l'aspetto programmatico-economico ha raggiunto gli obiettivi. Che obiettivi ha raggiunto? Che obiettivi ha raggiunto, se dopo lei, Assessore, ci dice – chiedo scusa, forse ho capito male io – che l'obiettivo è mettere via gli schei di CAV? Allora, le dico sì, ha raggiunto l'obiettivo, perché mette via i soldi. Però, Assessore, se l'obiettivo è mettere via i soldi e non fare tutte quelle opere che avete concordato con il territorio, fateci un piacere: andate a dirglielo. Non andate a dire ogni volta, Assessore, che quelle opere si faranno, sennò poi ci troviamo i territori che ci chiamano e ci dicono "va beh, facciamo l'interrogazione", "va beh, chiediamo", "va beh, vado a parlare con l'Assessore", "va beh, provo a capire". Ditelo subito a questi territori: è inutile che continuate a fare le interrogazioni, tanto quei soldi li mettiamo via. E non so per quale motivo. Quindi, capisce, Assessore, che non potete dirci che anche sulle infrastrutture avete raggiunto gli obiettivi.
Tra l'altro, ripeto, il progetto di legge n. 9, primo firmatario il consigliere Luca Zaia, è fermo. Quindi, ci tocca dire che le infrastrutture sono talmente complicate nella loro gestione in questa Regione, mannaggia, che neanche il presidente Luca Zaia in quattro anni riesce a fare un progetto di legge. Abbiamo trovato il tallone d'Achille del presidente Luca Zaia: sulle infrastrutture è ferma tutta la sua performance. Dovete spiegare come mai una persona che vince con il 76% e che è sempre il primo ogni volta che c'è da parlare di qualcosa non riesce a portare avanti in quattro anni un progetto di legge sulle infrastrutture, con quarantuno Consiglieri su cinquantuno, lui compreso. È un dilemma! Guardate che è un dilemma! Abbiamo trovato dove inciampa il presidente Luca Zaia quando parla di infrastrutture. Peccato, però, che oggi ci venite a dire che il 100% degli obiettivi è raggiunto.
Faccio alcuni passaggi sulla società Sistemi Territoriali. È doveroso. Sarebbe un peccato non farlo, il momento è quello giusto e propizio. Assessore, io sono coerente. Lei può accusarmi di tutto, ma non di incoerenza. Ho contestato le modalità di gestione del trasporto in questi anni e sono stato anche coerente: ringrazio per l'invito, ma non sono venuto sul treno a farmi le foto e a fare il brindisi. Sono stato coerente. Lei può dirmi tutto, a volte sbaglio, a volte sono antipatico, a volte con la mia passione e foga faccio degli scivoloni, può capitare, chiedo anche scusa, però, Assessore, non può dirmi che sono incoerente. Io sono coerente e in virtù di quella coerenza vorrei ripercorrere quattro piccoli passaggi.
Sistemi Territoriali, società al 100% della Regione, governance della Regione, CdA nominato dalla governance della Regione, incomincia ad avere una serie di disservizi. Devo dire che l'assessore De Berti su questo è stata molto onesta perché, quando ponevamo le interrogazioni in Commissione, ci diceva: avete ragione, portate pazienza, quando si perfezionerà la gara ci sarà un nuovo soggetto. Dopo c'è stato un problema con la gara, c'è stato il ricorso, credo, di Arriva Veneto o Arriva Italia, e si è protratta. Oggi arriva Trenitalia. Noi, collega, andiamo e diciamo: che bello, finalmente le cose funzioneranno e quel mondo perfetto che avevamo previsto per le linee ferroviarie Rovigo-Chioggia, Rovigo-Verona e Adria-Venezia Santa Lucia finalmente arriverà! E perché arriverà? Arriverà perché la società della Regione del Veneto che prima gestiva quelle tratte ferroviarie l'abbiamo chiusa, perché non funzionava. Oggi facciamo un plauso, come direbbe il mio collega, a una società che viene e grazie alla quale, per ammissione, per quello che diciamo nei nostri comunicati stampa, noi parte destra di quest'Aula, guardando con le spalle verso il neo Vicepresidente, per fortuna adesso le cose inizieranno ad andare meglio. Guardate che, se andiamo da un cittadino per strada e gli diciamo "dimmi tre simboli del principio di statalismo d'Italia, tre colossi italiani che rappresentano l'italianità", questo farà tre nomi: Poste Italiane, Trenitalia (Ferrovie, chiamiamole come vogliamo) ed Enel. Sono i tre simboli che rappresentano la nostra cultura dello Stato. Quindi, adesso voi state dicendo che con una mano chiedete l'autonomia e con l'altra salutate con entusiasmo l'arrivo dell'emblema del centralismo romano a salvarci da quello che noi non siamo stati capaci di gestire.
Il sogno autonomista veneto, dunque, si riduce a questo: prima facciamo una società per gestire le nostre tratte ferroviarie – ne abbiamo quattro della Regione – e poi la chiudiamo per inefficienza, prima diciamo ad ANAS "questi chilometri li dai a me, perché i chilometri del Veneto li gestiscono i veneti" e poi glieli diamo indietro. Badate, sul trasporto pubblico locale abbiamo già l'autonomia in gran parte e non mettiamo un euro. Siamo la penultima Regione d'Italia. Però, c'è un'aggravante. Se voi ci dite che non abbiamo soldi da mettere, disquisiamo sul tema. Ma se il Ministro dei trasporti decide che i soldi vanno dati con la ripartizione storica, per cui il Veneto potrebbe avere una penalizzazione che va da 10 a 30 milioni di euro, a vantaggio di altre due Regioni che hanno messo più soldi di noi, vuol dire che la linea che ha tenuto in questi anni il Veneto sul trasporto è stata bocciata dal ministro Salvini, Segretario dello stesso partito del presidente Zaia, dell'assessore De Berti e dell'assessore Calzavara. Tant'è che giustamente la Regione del Veneto si oppone a questo – non ho capito se era un ricorso o ci eravamo appellati – e ci viene bocciato, con il risultato che stiamo creando, collega Camani, un circolo vizioso per cui, se il prossimo anno rischiamo di avere dai 10 ai 30 milioni in meno, a favore di Regioni come Lombardia e Lazio, perché loro ne hanno messi di più, fra tre anni ci tolgono altri 10, 20 o 30 milioni, perché la spesa storica cresce e loro avranno sempre più soldi, mentre noi avremo sempre meno soldi. L'ha fatta il Ministro del partito che chiede l'autonomia, la ripartizione sulla spesa storica. L'ha fatta lui. Non l'ha fatta sui meriti del servizio erogato o sull'eccellenza delle aziende di trasporto, visto che in Veneto abbiamo aziende di trasporto eccellenti, che si fanno carico anche delle inefficienze della Regione.
Assessore, voi avete fatto una legge che stabilisce che alcune categorie protette devono viaggiare gratis. Legge giustissima. Peccato che l'associazione di categoria vi scrive nel bilancio – non lo ha detto a me, lo ha scritto – che quella legge costa dagli 8 ai 10 milioni di euro e voi non l'avete coperta. Peraltro, non solo non mettete schei sul trasporto, ma andate anche a fare leggi senza copertura economica, scaricando il tutto sulle aziende di trasporto. Lo hanno scritto loro: se non volete darci un euro, almeno fate le leggi con la copertura economica. È scritto nelle osservazioni sul bilancio di tre o quattro anni fa formulate dalle associazioni di categoria delle aziende di trasporto. Non è un dato del PD.
Capite, quindi, che possiamo dire che dove abbiamo l'autonomia forse siamo gli ultimi o i penultimi. I treni li chiudiamo, ai medici di medicina generale non integriamo le borse e siamo gli ultimi in Italia (0,17 ogni 100.000 abitanti), le strade le ridiamo indietro, la governance unica non riusciamo a farla, dove ci impegniamo con CAV il Governo dello stesso colore ci blocca. Capite che non è che brilliamo su questi obiettivi.
Chiudo dicendo che, se mettiamo in fila ATER, ESU, tutto il sistema infrastrutturale, forse dobbiamo chiederci quali sono gli obiettivi che abbiamo dato. Se come obiettivo abbiamo dato "non fate debito, mettete da parte i soldi", allora abbiamo raggiunto un grande obiettivo, visto che in alcune zone della nostra Regione le opere che avete non promesso ma concordato con contratti non sono state fatte. I soldi, però, li abbiamo messi da parte, in barba alla qualità della vita e alle aspettative di tanti cittadini, di tanti territori e di tanti Sindaci, anche del centrodestra o addirittura di destra. Quindi, su questo tema degli obiettivi io comincerei a ragionare in maniera un po' più approfondita, perché l'obiettivo non può essere solo quello di non generare debito, ma deve essere quello di dare i servizi ai cittadini. Infatti, Assessore, i proventi delle tasse dei cittadini, che siano in modo diretto, come le tasse che abbiamo noi, che siano in modo indiretto, come possono essere i finanziamenti che vengono dallo Stato, sono comunque soldi dei cittadini che pagano le tasse, e lei capisce, Assessore, che in una visione del genere un cittadino paga volentieri le tasse se dopo gli tornano i servizi. Se, invece, paghiamo i pedaggi per mettere via i soldi e non facciamo lo svincolo per togliere il traffico dalla strada regionale 11, strada che attraversa le nostre comunità, probabilmente l'obiettivo nei confronti dei cittadini non lo avete raggiunto.

PRESIDENTE

Grazie, collega Montanariello.
Non vedo nessun altro collega prenotato, quindi dichiaro chiusa la discussione generale.
Chiedo al relatore e alla correlatrice se intendono intervenire per la replica. Non vedo richieste.
Do, allora, la parola all'assessore Calzavara, che ne ha fatto richiesta. Prego, Assessore, ne ha facoltà.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente. Buon pomeriggio a tutti.
Prima di questa ora e mezza, nella quale ho sentito molte cose, e dopo la relazione del presidente Sandonà ero convinto che questo fosse un buon documento, che testimoniava il percorso della Regione, costante. L'avete visto nelle slide che abbiamo presentato in Commissione, dove si è dimostrato, illustrando il trend che questa Regione ha avuto a partire da quando ha dovuto, in base al decreto legislativo n. 118, iniziare il percorso di costruzione del bilancio consolidato, dopo i primi anni di assestamento, in particolar modo quando c'è stato quel grande conferimento di patrimonio, che lo ha ormai stabilizzato oltre i 3 miliardi di euro, che vi è la consapevolezza di tutti che le società della Regione stanno rispondendo in funzione e in base anche alle risorse che hanno a disposizione e alle aspettative dei nostri cittadini. Questo a testimonianza, complessivamente, del consenso che inevitabilmente queste società portano all'Amministrazione regionale, perché l'Amministrazione regionale è fatta di iniziative condotte direttamente dagli Assessori e dalla Giunta, ma anche di molta operatività, di tantissima operatività che viene delegata a queste società, che stanno dando delle risposte a seconda dei territori, naturalmente non in maniera uniforme, e anche in base alle diverse sensibilità e alle diverse difficoltà dei nostri territori, diversissimi tra loro, pensiamo alla montagna rispetto al mare, e che cercano, anno dopo anno, di continuare a essere in ordine dal punto di vista dei conti e presentare bilanci senza particolari disavanzi.
Credo che la discussione del bilancio consolidato, come ogni anno, sia anche l'occasione, per chi deve cercare di far sì che questo documento sia il più vicino possibile ai bisogni e alle aspettative di tutti i veneti, compresi chi rappresenta qui in Consiglio regionale la minoranza, di arricchirlo ogni anno di nuovi contenuti e di essere sempre più vicini alla massima trasparenza, cercando di dare tutte le indicazioni e tutte le informazioni che sono necessarie, per quanto naturalmente ci compete e per quanto siamo in grado di poterle dare. Credo, però, che occorra fare una riflessione molto più ampia e non limitarsi – dispiace prenderne atto visto che tanti di voi hanno fatto gli amministratori pubblici – a focalizzarsi quasi esclusivamente sulla questione della misurazione degli indicatori e del controllo di questi indicatori rispetto ai risultati attesi e ai risultati che secondo le società sono effettivamente conseguiti, perché credo che sia un problema molto più ampio, quello di far sì che la politica nella pubblica amministrazione, che inevitabilmente si riverbera sulle società, abbia la capacità di individuare quelli che sono i veri obiettivi.
Guardate, tutta questa sequela di 100% non è che corrisponde a un premio al presidente dell'ESU, per fare un esempio. Non è che la Regione del Veneto, siccome tutti hanno raggiunto il 100%, dà loro un premio di produzione, cosa che, invece, si fa nella pubblica amministrazione, dove sussiste il tema degli indicatori e del premio di produzione su chi raggiunge realmente i pieni obiettivi che gli vengono dati. Proprio per una tranquillità di carattere gestionale all'interno di enti difficili e complessi come quelli della Regione, rischiano in alcuni casi di non essere così puntuali. Quindi, è chiaro che – su questo faremo una riflessione insieme a tutti i presidenti – vedere che soltanto AVEPA in un indicatore ha raggiunto il 98,5%, mentre in tutti gli altri sono al 100%, genera comunque della curiosità. Però, credo che sia un modello che le società hanno di relazionarsi rispetto a quello che tradizionalmente si faceva e forse oggi non è più così puntuale nelle aspettative che anche il Consiglio, soprattutto nella parte dell'opposizione, si dà in termini di controllo delle società. Del resto, se è vero che da una parte gli obiettivi e gli indicatori vengono dati all'interno del DEFR, documento che ci ha visto lo scorso anno confrontarci in maniera forte, cercando di far sì che fosse un documento sempre più di indicativo della visione che la Regione deve avere, attraverso le politiche che anche il Consiglio regionale le dà, oggi trovare un sistema di relazioni più puntuali rispetto agli obiettivi che vengono dati credo che sia un qualcosa che dovremmo cercare di migliorare, perché sinceramente anche a me questo 100% non è che mi entusiasmi.
Questo esclusivamente nella forma, non nella sostanza, perché non credo che, ai fini della valutazione della Giunta regionale, se alcuni di questi obiettivi fossero stati raggiunti all'80%, sarebbe cambiato il pensiero nei confronti di CAV, di Veneto Strade o di Veneto Lavoro. Noi crediamo che oggi queste società siano amministrate bene e portino risultati importanti nella politica regionale; quindi, non è che il 100% ci cambi nell'atteggiamento nei confronti di chi sta governando queste società.
Mi collego ad alcune osservazioni – cerco di fare una sintesi dei tanti interventi che ci sono stati – relative ai limiti che abbiamo nella pubblica amministrazione. Rammento che queste società si muovono nell'ambito della pubblica amministrazione e il "tetto Madia", sia per quanto riguarda i presidenti sia per quanto riguarda il management, è una difficoltà che mette alcune nostre società in condizioni di non avere quelle professionalità che molto probabilmente il mercato è in grado di offrire loro. Non è un caso se il direttore di Veneto Sviluppo è andato da qualche altra parte. Abbiamo trovato un'altra figura, capace, che sono sicuro nel corso dei prossimi anni riuscirà a creare le migliori condizioni per far crescere queste due società, Veneto Sviluppo e Veneto Innovazione. Veneto Innovazione è una società che faceva alcune cose – lo sapete bene, perché ne abbiamo discusso all'interno di questo Consiglio – e oggi le è stata data una nuova funzione: a partire dal 2024 avrà la gestione della finanza agevolata e, quindi, avrà anche le condizioni migliori per riuscire a generare quegli utili che siamo convinti questa società in futuro potrà avere. E non è un caso che questo passaggio, fatto nel 2023, che è stato un passaggio molto difficile, ma che ormai ha trovato un suo iter di funzionamento tra Veneto Sviluppo, che controlla Veneto Innovazione, ha portato a questo bilancio di Veneto Innovazione, che è una proposta di bilancio, che comunque, ai sensi del decreto legislativo n. 118, possiamo iscrivere...
No, non è stato approvato dalla capogruppo, da Veneto Sviluppo, però siamo convinti che sia un bilancio in ordine. Speriamo, naturalmente, che ci siano tutti i presupposti per approvarlo. Comunque, in questo caso vedremo l'esito. Ma non ci sono motivi per non approvare il bilancio secondo quelle che sono state le indicazioni che sono state evidenziate dal bilancio stesso di Veneto Innovazione.
Il tema del management, quindi, è un tema serio perché, avendo dei limiti da questo punto di vista, si rischia di non avere delle figure effettivamente in grado di gestire al meglio quelle che possono essere le potenzialità di queste nostre società.
Vengo al tema dell'IMU. Ho letto le relazioni delle ATER e c'è solo l'IMU di Padova che mette in evidenza questa criticità di queste dimensioni, 16 milioni di euro, quindi ci sembrava che non fosse un tema. Comunque, è un tema di tutte le ATER, ma nel corso degli anni le altre ATER l'hanno gestito e stanno cercando di sopperire anche a questa esigenza di pagamento di questa tassa. È chiaro che anche l'ossigeno che abbiamo dato loro con questi ulteriori 5 milioni di euro nel bilancio 2025 va incontro a necessità che negli ultimi anni i presidenti e i direttori delle ATER ci hanno evidenziato.
Abbiamo inserito, così come ci era stato sollecitato, anche perché lì si è concluso tutto il percorso, sia FINEST, che Autostrade Alto Adriatico, cercando da questo punto di vista di andare anche... Ve l'abbiamo scritto, perché nel corso della Commissione ci era stato chiesto qual era il criterio con cui si inseriva all'interno del GAP (Gruppo Amministrazione Pubblica). È una società al 20% o un rappresentante all'interno dei CdA o, comunque, degli organi di governo di quegli enti e di quelle società.
Vengo al tema delle Olimpiadi, quindi Simico e Fondazione. Come sapete, sono due cose diverse. Il Governo, a fine 2023, si è reso conto che le aspettative dal punto di vista realizzativo di Simico non erano in linea con i tempi di realizzazione delle Olimpiadi, che devono essere pronte per febbraio 2026. Vi ricordo che solo alcune delle opere sono per il CIO necessarie alle Olimpiadi. Altra cosa è, come si è sempre detto, utilizzare uno strumento straordinario come le Olimpiadi per riuscire a far sì che il nostro territorio possa avere delle risorse a disposizione, soprattutto dal punto di vista infrastrutturale. Chiaramente, alcune di queste verranno realizzate prima, altre dopo l'evento olimpico, però saranno la vera legacy infrastrutturale, al di là di quella che sarà la legacy legata ai Giochi veri e propri. Oggi SIMICO ha un suo percorso con una nuova governance, che ci sembra stia dando dei risultati sicuramente migliori rispetto a prima. Confidiamo che possa dare tutte le garanzie affinché i Giochi si svolgano nel migliore dei modi.
Rimane la Fondazione, che gestisce la bigliettazione e gli sponsor, che sono i due temi che devono poi generare quelle risorse tali da non avere perdite. Abbiamo fatto un convegno la scorsa settimana a Cortina, dove c'era il rappresentante di Fondazione, e ci hanno detto che inizieranno adesso questo percorso di bigliettazione e, quindi, di vendita dei biglietti ben prima dell'evento, in maniera tale da avere la sicurezza di un gettito importante che copra parte delle spese, e che sono a buon punto nella raccolta delle sponsorizzazioni, sponsorizzazioni – mi spiegavano – che tradizionalmente funzionano così, vale a dire che, al di là di quelle che possono essere considerate delle local sponsorizzazioni, quindi quelle di carattere nazionale, e qui mi pare che stiano coinvolgendo i maggiori player nazionali, quelli magari a cui faceva riferimento prima il collega Montanariello, terminate le Olimpiadi di Parigi, i grandi sponsor, che normalmente coprono parte di queste sponsorizzazioni, si dedicheranno ai Giochi Olimpici del 2026. Quindi, siamo fiduciosi che si copriranno anche quelle aspettative che dovrebbero garantire il budget complessivo dei costi dei Giochi, liberando a quel punto gli accantonamenti che abbiamo fatto nel 2023, che oggi in via prudenziale abbiamo messo a riserva, proprio per far sì che, qualora dovesse succedere –noi chiaramente incrociamo le dita – quello che è successo alle Olimpiadi di Torino, ci sia almeno da parte nostra un minimo di riserve tale da non compromettere il bilancio futuro della Regione.
ATER ed ESU, secondo me, meritano un nuovo modello di valutazione, proprio nella logica di mettere presidenti e direttori nelle condizioni di non dover raggiungere il 100%. D'altronde, il tema non è quello del 100%, ma è quello di far sì che i veri obiettivi che vengono dati da Consiglio regionale e Giunta regionale possano essere effettivamente raggiunti.
Vedo che il collega è andato via. Siamo rimasti in due. Ad ogni modo, su ARPAV ci sono state cinquantadue assunzioni nel corso del 2023. Mi segnalavano questo dato di un rapporto per 10.000 abitanti: la media nazionale è pari a 1,45, il Veneto è a 1,72, la Lombardia – giusto per dare un quadro di una Regione – è a 0,94. Quindi, anche in questo caso credo che i numeri siano in linea con quelle che sono anche le necessità di una Regione come la nostra.
Con riferimento alla Pedemontana, tema noto, che naturalmente non riguarda il consolidato, perché è un tema che esce dal consolidato, anche se ha inevitabilmente delle ricadute sul bilancio della Regione, questa mattina abbiamo presentato il bilancio 2025-2027. Anche se sarà un tema in discussione nel corso dei prossimi giorni, non ho nessun problema a dire quelli che sono i numeri reali oggi della Pedemontana. Ebbene, rispetto al quadro economico del terzo atto aggiuntivo, che prevedeva 17 milioni di euro nel corso del 2025, dalla prima proiezione abbiamo dati in costante miglioramento rispetto a quando si è aperta. Vi ricordo che non siamo ancora a dodici dodicesimi, perché la Pedemontana è stata aperta nella sua totalità nel mese di maggio; quindi, solo nel corso del 2025 potremo avere il primo dato definitivo di quello che sarà il vero traffico all'interno della nostra struttura. Da 18 milioni andiamo a 41-42 milioni di euro; quindi, sono 23 milioni di euro in più per quanto riguarda il disavanzo tra il canone che paghiamo e gli incassi che oggi riusciamo a produrre. Naturalmente questa è una previsione per il 2025. Come sempre, in via prudenziale inseriamo questo dato, ma confidiamo, così come abbiamo visto il trend in continua crescita del traffico sia pesante che leggero, che possa ulteriormente migliorare e che quindi ci possa portare velocemente al punto di pareggio, che nel Piano economico-finanziario era previsto al nono anno, per poi lasciarne altri ventitré a disposizione della Regione.
Riteniamo – c'è chi vede la bottiglia mezza piena e chi la vede mezzo vuota – che i ventitré anni che andranno a generare utili andranno a compensare quelli che per noi oggi sono un investimento per mettere a disposizione una struttura, che è utilizzata da migliaia di persone al giorno, a dimostrazione dell'utilità e della necessità di questa infrastruttura. Tutto questo a differenza del Passante di Mestre, pagato interamente dallo Stato, che poi ha avuto la capacità di generare immediatamente utili, anche in quel caso andando incontro a un'esigenza che avevamo nel nostro territorio. Vi ricordo le code a Villabona, l'attuale casello, dove c'era gente che passava giornate per riuscire a passare il valico di Villabona.
È chiaro che il Piano economico-finanziario della Pedemontana, che ha visto lo Stato pagare solo 700 milioni sull'opera complessiva e poi scaricare sul Veneto l'onere della realizzazione e della futura gestione, ha inevitabilmente generato flussi finanziari completamente diversi, che non possono essere minimamente comparati a quello che è CAV e quello che è Pedemontana Veneta.
Quello che è vero è che entrambe le infrastrutture sono utili ai veneti. E allora quelli che erano contro i CAV, perché non erano tutti a favore, ve lo ricordo ogni volta, c'era tanta gente contraria al Passante di Mestre, ce n'era tanta che oggi dice che fa utili. Ce n'era tanta gente al tempo, anche i Sindaci di un certo colore.
Io ti ho lasciato dire quello che pensavi. Non brucia, è la dimostrazione che chi fa delle opere utili al Veneto ha anche il consenso nel medio periodo, perché queste opere danno delle risposte ai territori, a tutti i territori e a tutti i cittadini, che siano imprenditori, che siano cittadini normali, che siano chi usa il nostro territorio per far crescere il benessere di una realtà come la nostra.
Credo di aver detto tutto. Veneto Sviluppo forse da questo punto di vista rappresenta la trasformazione più importante che c'è stata nel 2023. È chiaro che il 2023 è arrivato con una coda, dopo che abbiamo fatto la legge e tutto l'iter per riuscire a trasferire e mettere nelle condizioni Veneto Innovazione per gestire al meglio la finanza agevolata e quindi tutti i fondi della programmazione 2021-2027, i benefici di questa trasformazione li vedremo nel corso del 2024, nel quale, spero, e quindi nel 2025, probabilmente, saremo ancora qui ad approvare, forse sì, forse no, vediamo, il bilancio consolidato.
Credo che nel corso del bilancio 2025 avremo sicuramente un quadro migliore per quanto riguarda quelle due società, che stanno dando e daranno delle risposte importanti ai nostri territori.
L'impegno – me l'ero dato anche l'anno scorso e sinceramente mi rammarico di non averlo portato avanti – è di coinvolgere un po' di più anche i colleghi Assessori, perché ogni Assessore ha una sua società. Ognuno deve assumersi la responsabilità che questo consolidato è qualcosa di diverso, perché non si possono usare le società per fare l'attività che hai e non riuscire, nella fase conclusiva, che è quella che poi chiude questo provvedimento, uno, a non essere qui e, due, di far sì che questo consolidato, attraverso l'individuazione di obiettivi chiari e di pesatura di quelli che sono gli obiettivi raggiunti o non raggiunti, possa dare un quadro della massima trasparenza e degli ottimi risultati che la Regione del Veneto ogni anno produce.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Calzavara.
Collega Camani, per dichiarazione di voto, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Avevo chiesto di intervenire velocemente sull'ordine dei lavori, nel senso che avevo rivolto una domanda.

PRESIDENTE

Prego, collega Camani, sull'ordine dei lavori.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Avevo rivolto una domanda specifica all'Assessore. Avevo chiesto se confermava le mie impressioni, cioè che il bilancio di Veneto Innovazione non era stato approvato. Lei nella sua replica, Assessore, ha specificato che il bilancio di Veneto Innovazione non è stato approvato da Veneto Sviluppo, che sono due cose diverse.
Quindi, le chiedo ulteriormente, se mi vuole rispondere, sennò faccio un'interrogazione, se Veneto Innovazione ha approvato il suo bilancio nella sua Assemblea dei soci e se Veneto Sviluppo, a seguito della mancata approvazione del bilancio di Veneto Innovazione, ha assunto dei provvedimenti conseguenti.
Se vuole rispondermi, sennò faccio un'interrogazione.

PRESIDENTE

Assessore, non potrebbe, ma vuole rispondere? Per me non è possibile, non è previsto.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Se non è possibile, meglio.

PRESIDENTE

Assessore, non è previsto, ma se lei vuole, può farlo. Come preferisce.
Assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Volevo approfittare del Regolamento per non rispondere.

PRESIDENTE

L'assessore Calzavara risponde sull'ordine dei lavori.
Segretario, collega Camani, l'Assessore risponde sull'ordine dei lavori. Grazie.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Il prospetto di bilancio è stato approvato da Veneto Innovazione. Sono stati chiesti dei chiarimenti da Veneto Sviluppo. Sarà oggetto di chiarimento all'interno dell'Assemblea di Veneto Sviluppo per arrivare all'approvazione definitiva.

PRESIDENTE

Grazie.
Se non ci sono altri, per dichiarazione di voto, collega Camani, prego. Ne ha facoltà.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, presidente Soranzo. Grazie anche all'assessore Calzavara, che, malgrado l'opinione contraria del Segretario, ha scelto di rispondere lo stesso. Mi sembra un gesto di correttezza istituzionale, che merita di essere specificato.
Sulla base delle cose dette durante la discussione generale, cercherò, assessore Calzavara, di motivare le ragioni per cui il Gruppo del Partito Democratico voterà contro questo bilancio consolidato.
È una dichiarazione di voto. Noi abbiamo detto in premessa, lo ha detto, mi è sembrato in maniera chiara, la correlatrice, e l'ho ripetuto nel corso di questa legislatura ogni volta che ho parlato di bilancio consolidato, che apprezziamo lo sforzo degli uffici a definire in maniera precisa il Gruppo Amministrazione Pubblica a darsi delle regole chiare per definire il perimetro di consolidamento, a cercare di costruire un documento che sia utile sotto il profilo contabile. È una premessa indispensabile. Dicevo che la correlatrice ha detto che è una condizione necessaria per cominciare a discutere.
Però, se lei, venendo a presentarci un bilancio consolidato, che non presenta nella sostanza società in dissesto, e anzi, a parte un paio di casi, neppure società in perdita, si aspettava di arrivare e prendersi gli applausi per questa ragione, io onestamente le devo dire, e mi pare che abbiamo anche cercato di spiegarle perché questo non è possibile, che gli applausi non glieli possiamo fare.
Le ragioni sono moltissime. Mi limiterò a indicare le due più rilevanti che provano a sintetizzare i tantissimi esempi concreti che abbiamo fatto oggi.
Prima condizione. Questo bilancio consolidato è privo di elementi che ci consentano di esprimere una valutazione qualitativa dell'azione messa in campo dai soggetti che rientrano nel perimetro di consolidamento. C'è un elenco di cose, un elenco di società, un elenco di risultanze di bilancio, ma noi non abbiamo gli strumenti per poter esprimere un giudizio sul piano qualitativo del se e come questi soggetti hanno lavorato non soltanto in utile, ma principalmente nel perseguimento dell'interesse pubblico.
Non è scritto in questo bilancio consolidato se le venti società controllate e partecipate e i venti enti strumentali hanno lavorato per il perseguimento dell'interesse pubblico. Ecco perché ci siamo concentrati sul tema degli indicatori. So che lei ha questo impianto manageriale, per cui la performance è il premio di produzione, ma l'indicatore funziona per concedere il premio di produzione nelle imprese private. L'indicatore sulle politiche pubbliche è l'unico strumento che abbiamo per poter giudicare l'attività, soprattutto se è esternalizzata, come ho cercato di dimostrare, che avviene in questa Regione.
Lei prima, con una battuta, ha detto: "ciascun Assessore ha la sua società". Era una battuta, l'ho specificato, però dà l'idea per cui ogni Assessore – alcuni hanno anche più di una società – ha una società attraverso cui esercita la propria funzione pubblica. Quindi, io devo essere messa nelle condizioni di capire se quelle società hanno agito perseguendo l'interesse pubblico, e lo posso fare esclusivamente attraverso un sistema di indicatori, che mi serve sia per la valutazione ex post sia eventualmente per intervenire in itinere per implementare, o modificare, o correggere il corso dell'attività.
Se non abbiamo indicatori efficaci, non possiamo esprimere questo giudizio. E tanti esempi sono stati fatti proprio per raccontare che il sistema di indicatori che voi ci mettete a disposizione con questo bilancio consolidato è insufficiente e non è minimamente parametrato, per esempio, alle indicazioni che noi diamo all'interno del DEFR a quelle stesse società ed enti partecipati. Quindi, noi facciamo il Documento di economia e finanza regionale in cui diciamo alle società e agli enti che per fare bene, per perseguire l'interesse pubblico devono fare A, B, C e D, ma non c'è un momento in cui verifichiamo se A, B, C e D viene fatto. Ecco perché abbiamo parlato di indicatori.
La seconda valutazione per cui siamo portati a votare convintamente contro è che in questo bilancio consolidato, più che in quelli degli anni precedenti, c'è, a nostro giudizio, una grave mancanza di trasparenza, perché ci vengono negate – credo volutamente – informazioni cruciali, che ci servono sia per l'obiettivo di medio periodo, cioè, fare una valutazione qualitativa delle politiche pubbliche, ma anche in prospettiva, cioè nel lungo periodo, per capire se il sistema regge.
Quando io faccio notare che non è accessibile nel sito pubblico, nel BUR della Regione del Veneto il bilancio della società Simico, pongo un problema di accesso alle informazioni. Simico è una società partecipata al 100% da soggetti pubblici. Io vorrei sapere sulla base di quale valutazione qualcuno in Regione del Veneto ha deciso che il bilancio di Simico non possa essere pubblico e debba essere secretato. Faccio un esempio. Perché il bilancio di una società pubblica, che, se tutto va bene, è on line su altri siti, nel BUR della Regione del Veneto, citato come allegato in delibera, c'è l'omissis? È curioso.
Scopro ora, perché mi viene il dubbio leggendo una frasetta nel bilancio consolidato, che ad ottobre 2024 Veneto Sviluppo non ha approvato il bilancio di Veneto Innovazione, e lo scopro per caso qui oggi, senza che nessuno dentro questa relazione abbia citato questo fatto, che è rilevante. Faccio anche mettere agli atti, perché resti a verbale, che neppure nella relazione del Collegio dei revisori dei conti è riportata questa notizia. Anzi, il Collegio dei revisori dei conti dice "L'ente capogruppo ha ricevuto la documentazione contabile della quasi totalità degli enti entro i termini. Chi non l'ha messa entro i termini, comunque l'ha consegnata". Non c'è nessuno dell'organo di revisione che si è reso conto o che ha ritenuto opportuno semplicemente segnalare che Veneto Sviluppo non aveva approvato il bilancio di Veneto Innovazione, società su cui la Regione del Veneto esercita controllo analogo? È una questione di trasparenza.
Io davvero mi chiedo: passi la relazione al documento, ma neppure l'organismo di revisione ritiene questo un fatto degno di nota? Adesso procederemo ovviamente in Commissione con le verifiche del caso, ma io voglio sapere, proprio perché sono convinta di quello che diceva lei, assessore Calzavara, che Veneto Sviluppo e Veneto Innovazione, così come le abbiamo impostate nella legge di modifica, diventano e saranno sempre di più due strumenti cruciali nella gestione delle politiche dello sviluppo di questa Regione.
Io voglio capire perché Veneto Innovazione, che deve gestire un paio di miliardi di euro dei fondi comunitari, non ha il bilancio approvato a settembre 2024. Il bilancio è al 31.12.23.
Poi, sa che io penso sempre male, e siccome questo provvedimento è arrivato tardi rispetto al solito, abbiamo corso in Commissione, ha fatto il giro di tutte le Commissioni ed è ritornato in Prima in sei giorni, siccome sono una brutta persona, non è che abbiamo tentato fino alla fine di capire se questo bilancio di Veneto Innovazione arrivava, e poi, alla fine, dovendo approvare questo bilancio, entro il 30 settembre, abbiamo dovuto chiudere? Ma non è indifferente non dire al Consiglio regionale che una società partecipata al 100% da Regione Veneto, dopo nove mesi, non ha approvato il bilancio. Non è un dettaglio. Faccio questo esempio. E neppure i revisori dei conti, che dovrebbero aiutare i Consiglieri nel loro lavoro, ritengono opportuno dire una parola, fosse anche solo "vi informiamo che è tutto a posto, va tutto bene, ma quel bilancio non è stato approvato".
Annuncio che chiederemo l'audizione in Commissione del CdA di Veneto Innovazione e di Veneto Sviluppo per capire cosa non funziona dentro quel bilancio, che ricordo gestisce o dovrebbe gestire tutti i fondi comunitari o, meglio, li gestirà.
Ecco perché, a maggior ragione, è peggio ancora, perché non è stato approvato il bilancio, non quello con i 2 miliardi di fondi comunitari, ma quello antico. Ecco perché, assessore Calzavara, lei non si può aspettare che le opposizioni non entrino nel merito delle cose che ci sono scritte dentro questo bilancio consolidato, perché sennò ci diciamo che non serve a niente, che è una delle tante burocrazie, come ha detto lei, che l'amministrazione pubblica è farraginosa e burocratica, e ci tocca anche fare questa roba.
In un giorno fare Commissione, esame, illustrazione, veniamo in Aula, l'approviamo e va bene così. Ma dovrebbe essere compito di ogni singolo Consigliere verificare l'attendibilità dei dati che ci sono scritti.
Per tutte queste ragioni, dunque, a partire dalla impossibilità di esprimere una valutazione qualitativa fino alla mancanza di trasparenza, che mi pare abbiamo articolato in maniera chiara, annuncio il voto contrario del Gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto la parola il capogruppo Lorenzoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Anche da parte mia le congratulazioni per il suo nuovo ruolo.

PRESIDENTE

Vi prego di fare silenzio. Il collega Lorenzoni sta intervenendo. Grazie.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Pensavo di avere solo un'ora, invece ne ho due. Questo mi gratifica molto, Presidente. So che vi fa piacere.
Intervengo in dichiarazione di voto per ringraziare l'assessore Calzavara del suo intervento e della sua buona disponibilità, ma per confermare il voto negativo.
Le tematiche sollevate dalle colleghe sono relative alla cartina di tornasole. Il 100% è una cartina di tornasole, non è che si voglia entrare nel merito del 100% piuttosto che nel 99%. Il 100% è un trenta e lode. Ma un trenta e lode, quando ci sono problemi evidenti nella gestione operativa delle società, non è un'indicazione opportuna da parte di un consigliere di amministrazione, visto che noi siamo di fatto quello che è il consiglio di amministrazione per queste società.
Noi dobbiamo stimolare e lei soprattutto deve stimolare i comportamenti virtuosi da parte dei manager e dei dirigenti di queste società. Riconoscere un 100% significa dire "avete fatto tutto benissimo, non potevate fare meglio". E non è così. Forse dobbiamo rivedere gli indicatori. E apprezzo che lei abbia sollevato il tema e abbia detto: sediamoci, valutiamo. Del resto, è chiaro che il comportamento dei dirigenti è dettato dagli indicatori.
È un po' come i LEA. Pare che siamo bravissimi nella sanità, perché i LEA sono stupendi, poi uno va a chiedere una visita e non la ottiene. Ecco, anche nella gestione delle società è lo stesso. Per cui, grazie dell'apertura a un confronto su come poter avere degli indicatori che siano più reali nel valutare la reale capacità di dare delle risposte. Il caso delle ATER che è stato fatto è veramente gigantesco, secondo me. Le tematiche della casa nella nostra Regione sono tematiche forti, nelle città capoluogo è un tema di forte tensione dal punto di vista sociale.
Apprezzo anche la richiesta che ha fatto di avere gli Assessori in presenza quando discutiamo delle cose, perché, è vero, gli Assessori hanno la loro società – ha usato questa espressione – ma comunque certamente interagiscono con società che sono parte del consolidato e, quindi, hanno una responsabilità. Ha usato anche questa parola e l'ho apprezzato.
Sono elementi, però, che dimostrano una debolezza nel manico, per usare una parola che piace ai veneti, e per questo, personalmente, ma credo anche tutti i colleghi dell'opposizione voteremo negativamente a questo bilancio, proprio per darle uno stimolo.
Apprezziamo il suo impegno, ci auguriamo che diventi l'impegno di tutta la Giunta, perché questo sarebbe importante, nell'interesse delle società che fanno parte del perimetro del consolidato e nell'interesse di tutti i cittadini del Veneto.

PRESIDENTE

Grazie, collega Lorenzoni.
Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, il collega Masolo. Prego.

Renzo MASOLO (Europa Verde)

Solo qualche secondo per esprimere la contrarietà del Gruppo Europa Verde. Voteremo negativamente.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri colleghi prenotati.
Metto in votazione la proposta di deliberazione amministrativa n. 81.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Do lettura dell'esito della votazione: favorevoli 32, contrari 9, astenuti zero.
Gentili colleghi, ci fermiamo qui, come da accordi presi nella Conferenza dei Capigruppo.
Il Consiglio proseguirà con l'ordine del giorno di quest'oggi nella seduta di martedì prossimo, di cui arriverà la convocazione.
Buon rientro a tutti e grazie ancora per la fiducia.
La Seduta termina alle ore 18.25
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Enoch SORANZO


Resoconto stenotipico a cura di:
Cedat 85

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli

Elaborazione testo a cura di:
Maria Concetta Miccoli
Verbale n. 146 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 146
MARTEDì 24 SETTEMBRE 2024


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE ENOCH SORANZO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 146ª seduta pubblica – martedì 24 settembre 2024
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, secondo le modalità ordinarie ed in conformità alla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 31 del 30 maggio 2024.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 12774 del 19 settembre 2024.

Il Presidente CIAMBETTI, alle ore 14.04, comunica che l'inizio della seduta è rinviato alle ore 14.15.

Il PRESIDENTE, dopo un ulteriore rinvio, dichiara aperta la seduta alle ore 14.32.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 145a seduta pubblica di martedì 17 settembre 2024.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e la consigliera Brescacin; inoltre, la partecipazione da remoto è autorizzata ai sensi della deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 31 del 30 maggio 2024.

Il PRESIDENTE dà il benvenuto all'assessore Valeria Mantovan.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento  [RESOCONTO]


n. 332 del 04.04.2023
presentata dai consiglieri Camani, Zanoni, Possamai Giacomo, Lorenzoni, Ostanel, Baldin e Guarda
"Carriere alias, grave ingerenza di Fratelli d'Italia al Liceo Marco Polo di Venezia: quali iniziative intende intraprendere la Giunta?"

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Mantovan che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 516 del 16.04.2024
presentata dalla consigliera Baldin
"Valutazione di impatto sanitario sull' impianto ENI REWIND S.P.A. di valorizzazione fanghi da depurazione civile situato a Porto Marghera, cosa intende fare la Regione Veneto dopo il parere nettamente contrario di I.S.S.?"

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

n. 535 del 10.06.2024
presentata dai consiglieri Bigon, Camani, Luisetto, Zanoni e Zottis
"La Giunta intende attivarsi per la bonifica dell'intero bacino Fratta-Gorzone? A che punto sono le opere di prolungamento del collettore A.Ri.C.A? Nella nuova autorizzazione allo scarico saranno inseriti limiti più stringenti per le sostanze inquinanti?"

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 439 del 25.10.2023
presentata dalla consigliera Camani
"Perché gli organismi di parità regionali non hanno stigmatizzato prontamente le gravi e volgari affermazioni discriminatorie del consigliere Barbisan?"

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Mantovan che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 555 del 17.07.2024
presentata dal consigliere Masolo
"Quando sarà effettivamente funzionante l'acquedotto di Montagnana destinato a distribuire ai cittadini acqua pulita e priva di PFAS?"

Interviene il consigliere Masolo (Europa Verde) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Masolo (Europa Verde) in sede di replica.

n. 449 del 09.11.2023
presentata dai consiglieri Guarda, Camani, Baldin, Ostanel, Bigon, Luisetto, Zanoni e Zottis
"Rapporto tecnico di Greenpeace del novembre 2023 su presenza di PFAS in frutta e ortaggi: quali azioni urgenti per garantire l'effettivo allacciamento al servizio di acquedotto?"

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Elezione del Vicepresidente del Consiglio regionale. APPROVATO (Deliberazione n. 72/2024)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE espone il punto ed illustra le modalità di votazione.

Intervengono i consiglieri Pavanetto (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) ,il quale indica a nome della maggioranza la candidatura del consigliere Soranzo, Camani (Partito Democratico Veneto) e Villanova (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, a scrutinio segreto, l'elezione in oggetto.

Il PRESIDENTE proclama il risultato della votazione.

Assegnati n. 51
Presenti n. 47
Votanti n. 47
Schede bianche n. 4
Non votanti n. 11

Risulta eletto:

Enoch Soranzo con voti n. 32.

Interviene il consigliere Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Punto 7) all'ordine del giorno

Bilancio consolidato 2023. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 81) APPROVATO (Deliberazione n. 73/2024)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Sandonà (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare, e Luisetto (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.

Durante l'intervento del consigliere Sandonà assume la presidenza il Vicepresidente Enoch Soranzo.

In discussione generale intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Montanariello (Partito Democratico Veneto), l'assessore Calzavara interviene in replica.

Sull'ordine dei lavori interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto), l'assessore Calzavara prosegue l'intervento in replica.

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto) e Masolo (Europa Verde).

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica la p roposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

Il Consiglio approva

Il PRESIDENTE prende atto che, al momento della votazione, viene segnalata un'anomalia nella votazione espressa dal consigliere Valdegamberi; l'esito della votazione registrato col sistema elettronico in modalità telematica viene rettificato secondo la situazione di fatto verificata.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 18.25.

Votazioni ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto.


Votazione aperta per il punto:
PDA n. 81 Bilancio consolidato 2023
Effettuata la votazione si hanno i seguenti risultati:
Consiglieri presenti: 40
Votanti: 40
Favorevoli: 31
Contrari: 9
Astenuti: 0
Non Votanti: 0
Quorum: Semplice 1/2 + 1
Esito: APPROVATA
Presenti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Votanti:
Andreoli Marco, Baldin Erika, Bigon Annamaria, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Camani Vanessa, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Maino Silvia, Masolo Renzo, Michieletto Gabriele, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Pan Giuseppe, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco, Zottis Francesca

Assenti:
Barbisan Fabiano, Bet Roberto, Boron Fabrizio, Brescacin Sonia, Ciambetti Roberto, Dolfin Marco, Pavanetto Lucas, Rizzotto Silvia, Valdegamberi Stefano, Zaia Luca, Zanoni Andrea

Non Votanti:
NESSUN NON VOTANTE

Favorevoli:
Andreoli Marco, Bisaglia Simona, Bozza Alberto, Casali Stefano, Cavinato Elisa, Cecchellero Andrea, Cecchetto Milena, Centenaro Giulio, Cestari Laura, Cestaro Silvia, Corsi Enrico, Favero Marzio, Formaggio Joe, Gerolimetto Nazzareno, Giacomin Stefano, Maino Silvia, Michieletto Gabriele, Pan Giuseppe, Piccinini Tomas, Possamai Gianpiero, Puppato Giovanni, Razzolini Tommaso, Rigo Filippo, Sandonà Luciano, Scatto Francesca, Soranzo Enoch, Sponda Alessandra, Venturini Elisa, Vianello Roberta, Villanova Alberto, Zecchinato Marco

Contrari:
Baldin Erika, Bigon Annamaria, Camani Vanessa, Lorenzoni Arturo, Luisetto Chiara, Masolo Renzo, Montanariello Jonatan, Ostanel Elena, Zottis Francesca

Astenuti:
NESSUN ASTENUTO

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MASOLO Renzo
BET Roberto
MICHIELETTO Gabriele
BIGON Anna Maria
MONTANARIELLO Jonatan
BISAGLIA Simona
OSTANEL Elena
BORON Fabrizio
PAN Giuseppe
BOZZA Alberto
PAVANETTO Lucas
CAMANI Vanessa
PICCININI Tomas
CASALI Stefano
POSSAMAI Gianpiero
CAVINATO Elisa
PUPPATO Giovanni
CECCHELLERO Andrea
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CENTENARO Giulio
RIZZOTTO Silvia
CESTARI Laura
SANDONÀ Luciano
CESTARO Silvia
SCATTO Francesca
CIAMBETTI Roberto
SORANZO Enoch
CORSI Enrico
SPONDA Alessandra
DOLFIN Marco
VALDEGAMBERI Stefano
FAVERO Marzio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VIANELLO Roberta
GEROLIMETTO Nazzareno
VILLANOVA Alberto
GIACOMIN Stefano
ZANONI Andrea
LORENZONI Arturo
ZECCHINATO Marco
LUISETTO Chiara
ZOTTIS Francesca





IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
f.to Erika BALDIN

IL PRESIDENTE
f.to Enoch SORANZO
N.B. Gli emendamenti sono conservati nel sistema documentale del Consiglio regionale.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione testo a cura di Paola Lombardo
Revisione testo a cura di Carla Combi e Alessandro Vian