res-verb-dettaglio - crv
Seduta del consiglio regionale del 28/07/2005 n. 6
Resoconto 6a Seduta pubblica
Giovedì, 28 luglio 2005
SOMMARIO
- COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
- ORDINE DEI LAVORI
- APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI.
- ORDINE DEI LAVORI
- PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI FINOZZI, TESSERIN, VARIATI, TESO E MARCHESE RELATIVA A "CONFERENZA REGIONALE SULLE DINAMICHE ECONOMICHE E DEL LAVORO" (PROGETTO DI LEGGE N. 39/2005) (discussione, esame ed approvazione)
-
- Carlo Alberto TESSERIN (F.I.)
- PRESIDENTE
- Achille VARIATI (Uniti nell'Ulivo–La Margherita)
- PRESIDENTE
- Sandro SANDRI (L.V.L.N.P.)
- PRESIDENTE
- Sandro SANDRI (L.V.L.N.P.)
- PRESIDENTE
- Giovanni GALLO (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
- PRESIDENTE
- Lucio TIOZZO (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
- PRESIDENTE
- Pietrangelo PETTENO' (R.C.-S.E.)
- PRESIDENTE
- Dario BOND (F.I.)
- PRESIDENTE
- Ass.re Fabio GAVA
- PRESIDENTE
- Ass.re Elena DONAZZAN
- PRESIDENTE
- Franco FRIGO (Uniti nell'Ulivo–La Margherita):
- PRESIDENTE
- Giancarlo GALAN (Presidente della Giunta)
- PRESIDENTE
- Franco FRIGO (Uniti nell'Ulivo-La Margherita)
- PRESIDENTE
- Franco FRIGO (Uniti nell'Ulivo-La Margherita)
- PRESIDENTE
- DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 23 MAGGIO 2002, n. 11 "DISCIPLINA DEL SETTORE FIERISTICO"" (PROGETTO DI LEGGE N. 25/2005) (discussione, esame ed approvazione)
-
- Piergiorgio CORTELAZZO (A.N.)
- PRESIDENTE
- Lucio TIOZZO (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
- PRESIDENTE
- Lucio TIOZZO (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
- PRESIDENTE
- Franco FRIGO (Uniti nell'Ulivo-La Margherita)
- PRESIDENTE
- Carlo COVI (Misto)
- PRESIDENTE
- Nereo LARONI (Nuovo P.S.I.)
- PRESIDENTE
- Giovanni GALLO (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
- PRESIDENTE
- Piergiorgio CORTELAZZO (A.N.)
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- LEGGE REGIONALE 7 APRILE 1994, n. 15 "INTERVENTI PER IL RECUPERO, LA CONSERVAZIONE E LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE DI ORIGINE VENETA NELL'ISTRIA E NELLA DALMAZIA". RIPARTO DEI CONTRIBUTI PER L'ANNO 2005. ARTICOLO 7, COMMA 1 (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 1) (deliberazione n. 37/2005)
-
- Nereo LARONI (Nuovo P.S.I
- PRESIDENTE
- Moreno TESO (A.N.)
- PRESIDENTE
- Gustavo FRANCHETTO (Uniti nell'Ulivo–La Margherita)
- PRESIDENTE
- Mariangelo FOGGIATO (P.N.E.)
- PRESIDENTE
- Daniele STIVAL (L.V.L.N.P.)
- PRESIDENTE
- Carlo Alberto AZZI (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
- PRESIDENTE
- Ass.re Marialuisa COPPOLA
- PRESIDENTE
- Roberto CIAMBETTI (L.V.L.N.P.)
- PRESIDENTE
- ADEGUAMENTI STATUTARI DELLA SOCIETA' VENETO SVILUPPO S.P.A. AL D.LGS. 17 GENNAIO 2003, N. 6 E ALLA LEGGE REGIONALE 3 MAGGIO 1975, n. 47 , MODIFICATA DALLA LEGGE REGIONALE 20 NOVEMBRE 2003, n. 31 (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 2) (deliberazione n. 38/2005)
- PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE RELATIVA A "COMUNITÀ DEL DELTA DEL PO". DICHIARAZIONE DI AMMISSIBILITA' (deliberazione n. 39/2005)
- INVERSIONE ALL'ORDINE DEL GIORNO
- PROPOSTA DI CONFERIMENTO INCARICHI A SEGRETARIO GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE E SEGRETARI REGIONALI (STATUTO REGIONALE ARTICOLI NN. 49 E 52) (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6)
-
- Raffaele GRAZIA (F.I.)
- PRESIDENTE
- Franco FRIGO (Uniti nell'Ulivo-La Margherita)
- PRESIDENTE
- Franco FRIGO (Uniti nell'Ulivo-La Margherita)
- PRESIDENTE
- Raffaele GRAZIA (F.I.)
- PRESIDENTE
- Giampietro MARCHESE (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
- PRESIDENTE
- Ass.re Stefano VALDEGAMBERI
- PRESIDENTE
- Giampietro MARCHESE (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
- PRESIDENTE
- Moreno TESO (A.N.)
- PRESIDENTE
- PROPOSTA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVA ALL'INCARICO DI DIRIGENTE DELLA SEGRETERIA GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE AL DR. ADRIANO RASI CALDOGNO (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6) (deliberazione n. 40/2005)
- PROPOSTA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVA ALL'INCARICO DI DIRIGENTE DELLA SEGRETERIA REGIONALE SANITà E SOCIALE AL DR. FRANCO TONIOLO (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6) (deliberazione n. 41/2005)
- PROPOSTA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVA ALL'INCARICO DI DIRIGENTE DELLA SEGRETERIA REGIONALE CULTURA E PUBBLICA ISTRUZIONE AL DR. ANGELO TABARO (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6) (deliberazione n. 42/2005)
- PROPOSTA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVA ALL'INCARICO DI DIRIGENTE DELLA SEGRETERIA REGIONALE INFRASTRUTTURE E MOBILITà ALL'ING. SILVANO VERNIZZI (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6) (deliberazione n. 43/2005)
- PROPOSTA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVA ALL'INCARICO DI DIRIGENTE DELLA SEGRETERIA REGIONALE AMBIENTE E TERRITORIO ALL'ING. ROBERTO CASARIN (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6) (deliberazione n. 44/2005)
- PROPOSTA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVA ALL'INCARICO DI DIRIGENTE DELLA SEGRETERIA REGIONALE LAVORI PUBBLICI ALL'ING. MARIANO CARRARO (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6) (deliberazione n. 45/2005)
- PROPOSTA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVA ALL'INCARICO DI DIRIGENTE DELLA SEGRETERIA REGIONALE SETTORE PRIMARIO AL DR. GIUSEPPE NEZZO (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6) (deliberazione n. 46/2005)
- PROPOSTA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVA ALL'INCARICO DI DIRIGENTE DELLA SEGRETERIA REGIONALE ATTIVITà PRODUTTIVE, ISTRUZIONE E FORMAZIONE AL DR. SERGIO TREVISANATO (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6) (deliberazione n. 47/2005)
- PROPOSTA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVA ALL'INCARICO DI DIRIGENTE DELLA SEGRETERIA REGIONALE BILANCIO E FINANZA AL DR. MAURO TRAPANI (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6) (deliberazione n. 48/2005)
- PROPOSTA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVA ALL'INCARICO DI DIRIGENTE DELLA SEGRETERIA REGIONALE AFFARI GENERALI AL DR. LORIS COSTANTINI (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6) (deliberazione n. 49/2005)
- ISTITUZIONE DI COMMISSIONI SPECIALI AI SENSI DELL'ARTICOLO 21, QUARTO COMMA, DELLO STATUTO (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 4) (Inizio)
-
- Remo SERNAGIOTTO (F.I.)
- PRESIDENTE:
- Lucio TIOZZO (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
- PRESIDENTE
- Lucio TIOZZO (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
- PRESIDENTE:
- Igino MICHIELETTO (Uniti nell'Ulivo–La Margherita)
- PRESIDENTE
- Marco ZABOTTI (Per il Veneto con Carraro)
- PRESIDENTE
- Mariangelo FOGGIATO (P.N.E.)
- PRESIDENTE
- Pietrangelo PETTENO' (R.C.-S.E.)
- PRESIDENTE
- Pietrangelo PETTENO' (R.C.-S.E.)
- PRESIDENTE
- Nereo LARONI (Nuovo P.S.I.)
- PRESIDENTE:
- Giuseppe BERLATO SELLA (Uniti nell'Ulivo–La Margherita)
- PRESIDENTE:
PUNTO
1 |
|
|
|
La Seduta inizia alle ore 12.10
Assume la Presidenza
Il Presidente Marino FINOZZI
PRESIDENTE
Diamo inizio alla 6a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'o.d.g. prot. N. 7554 del 22 luglio 2005 e dell'integrazione prot. N. 7799 del 26 luglio 2005.
COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Richieste di congedo e comunicazioni assenze
Hanno comunicato congedo i Consiglieri:
ATALMI Nicola
DE POLI Antonio
GARDINI Elisabetta
ZANON Raffaele
I congedi sono concessi.
Progetti di legge statale
E' stato presentato alla Presidenza del Consiglio il seguente progetto di legge statale:
n. 1 del 7 luglio 2005
presentato dal Consigliere Covi
NORME PER LA DISCPLINA DELLE UNIONI DI FATTO
Progetti di legge regionale
Sono stati presentati alla Presidenza del Consiglio i seguenti progetti di legge:
n. 32 dell'8 luglio 2005
presentato dai Consiglieri Manzato, Astolfi, Bottacin Gianpaolo, Caner, Ciambetti, Conte, Da Re, Sandri e Stival
PANIERE VENETO A PREZZO CONTROLLATO
n. 33 dell'8 luglio 2005
presentato dai Consiglieri Manzato, Astolfi, Bottacin Gianpaolo, Caner, Ciambetti, Conte, Da Re, Sandri e Stival
SCUOLA INTERNAZIONALE DI GIORNALISMO (SIGI)
n. 34 dell'8 luglio 2005
presentato dai Consiglieri Trento, Frigo, Berlato Sella, Bottacin Diego, Franchetto, Michieletto e Variati
NUOVE MISURE PER LA PREVENZIONE DELLE MALATTIE TRASMISSIBILI ATTRAVERSO GLI ALIMENTI, ABOLIZIONE DEL LIBRETTO DI IDONEITÀ SANITARIA
n. 35 dell'8 luglio 2005
presentato dai Consiglieri Trento, Frigo, Berlato Sella, Bottacin Diego, Franchetto, Michieletto e Variati
INIZIATIVE DI SOSTEGNO ALLA PRODUZIONE E ALL'UTILIZZO DI BIOMASSE LEGNOSE PER SCOPI ENERGETICI
n. 36 dell'8 luglio 2005
presentato dai Consiglieri Trento, Frigo, Berlato Sella, Bottacin Diego, Franchetto, Michieletto e Variati
NORME IGIENICO-SANITARIE PER L'ATTIVITÀ DI SMIELATURA SVOLTA A LIVELLO HOBBISTICO-AMATORIALE
n. 37 dell'8 luglio 2005
presentato dai Consiglieri Trento, Frigo, Franchetto, Berlato Sella, Bottacin Diego, Michieletto e Variati
NORME IN MATERIA DI ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI E PRIME DISPOSIZIONI IN ORDINE AL PIANO DI COESISTENZA
n. 38 dell'8 luglio 2005
presentato dai Consiglieri Trento, Franchetto, Frigo, Berlato Sella, Bottacin Diego, Michieletto e Variati
INTERVENTI A SOSTEGNO DELLA MONTAGNA PER GARANTIRE L'ACQUA ALLA PIANURA
n. 39 del 14 luglio 2005
presentato dai Consiglieri Finozzi, Tesserin, Variati, Teso e Marchese
CONFERENZA REGIONALE SULLE DINAMICHE ECONOMICHE E DEL LAVORO
n. 40 del 14 luglio 2005
presentata dal Consigliere Zanon
COSTITUZIONE E DISCIPLINA DELLA CONSULTA PER LA TUTELA E LA DIFESA DELLE LIBERE PROFESSIONI
n. 41 del 15 luglio 2005
presentato dai Consiglieri Fontanella, Causin e Gianpaolo Bottacin
ULTERIORI DISPOSIZIONI IN MATERIA DI APPROVAZIONE DI VARIANTI PER STRUTTURE COMMERCIALI
n. 42 del 19 luglio 2005
presentato dal Consigliere Atalmi
FONDO REGIONALE PER IL SOSTEGNO AL REDDITO DEI COLLABORATORI A PROGETTO
n. 43 del 19 luglio 2005
presentato dal Consigliere Atalmi
ISTITUZIONE DEL FONDO REGIONALE DI GARANZIA PER I COLLABORATORI A PROGETTO
44 del 19 luglio 2005
presentato dal Consigliere Atalmi
INTERVENTI URGENTI PER LE CRISI AZIENDALI CREAZIONE DELL'AGENZIA SOCIALE
n. 45 del 20 luglio 2005
presentato dai Consiglieri Cortelazzo, Zanon e Teso
NORME PER MIGLIORARE LA CAPILLARITÀ DEL SERVIZIO FARMACEUTICO NELLA REGIONE VENETO
n. 46 del 20 luglio 2005
presentato dai Consiglieri Foggiato e Cancian
DISCIPLINA REGIONALE IN MATERIA DI BONIFICA. SOPPRESSIONE DEI CONSORZI DI BONIFICA
n. 47 del 21 luglio 2005
presentato dai Consiglieri Tiozzo, Gallo, Azzi, Bonfante e Marchese
INTERVENTI REGIONALI A FAVORE DEI LAVORATORI PARASUBORDINATI
n. 48 del 22 luglio 2005
presentato dai consiglieri Stival, Astolfi, Bottacin, Caner, Ciambetti, Conte, Da Re, Finozzi, Manzato, Sandri e Tosi
RIDUZIONE DEL PREZZO ALLA POMPA DELLE BENZINE IN TERRITORI REGIONALI DI CONFINE
N. 49 del 22 luglio 2005
disegno di legge relativo a:
RENDICONTO GENERALE DELLA REGIONE PER L'ESERCIZIO FINANZIARIO 2004 (ARTT. 53, 54,58 DELLA LEGGE REGIONALE 29 NOVEMBRE 2001, n. 39 – LEGGE DI CONTABILITÀ)
n. 50 del 26 luglio 2005
disegno di legge relativo a:
"NORME PER IL GOVERNO DEL TERRITORIO" MODIFICHE ALL'ART 48 – DISPOSIZIONI TRANSITORIE ( LR n. 11/2004 )
n. 51 del 26 luglio 2005
presentato dai Consiglieri Piccolo, De Boni e Silvestrin
CONTENIMENTO DELL'INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
n. 52 del 27 luglio 2005
presentato dai Consiglieri Ciambetti, Astolfi, Bottacin Gianpaolo, Caner, Conte, Da Re, Manzato, Sandri, Stival e Finozzi
MODIFICA ALLA LEGGE REGIONALE 27 MARZO 1998, n. 5 : "DISPOSIZIONI IN MATERIA DI RISORSE IDRICHE. ISTITUZIONE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO ED INDIVIDUAZIONE DEGLI AMBITI TERRITORIALI OTTIMALI, IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE 5 GENNAIO 1994, N. 16"
Proposte di Regolamento
E' stato presentato alla Presidenza del Consiglio la seguente proposta di regolamento:
n. 1 del 18 Luglio 2005
PROPOSTA DI REGOLAMENTO REGIONALE ATTUATIVO DELLA LEGGE REGIONALE 7 NOVEMBRE 2003, n. 27 PER INDIVIDUARE LE FORME DI INCENTIVAZIONE PER LA COSTITUZIONE E LA PARTECIPAZIONE ALLE GARE DI CONSORZI STABILI NONCHÈ DEI CONSORZI DI NATURA E ORIGINE DELLA PICCOLA IMPRESA ARTIGIANA
Interrogazioni
Sono state presentate alla Presidenza del Consiglio le seguenti interrogazioni:
a risposta scritta
n. 43 del 6 luglio 2005
presentata dal Consigliere Zanon
QUALI INTERVENTI PER GARANTIRE LA SICUREZZA DEI PAZIENTI E DEL PERSONALE SOCIO-SANITARIO ALL'INTERNO DELLE AZIENDE OSPEDALIERE DEL VENETO?
n. 44 del 6 luglio 2005
presentata dal Consigliere Azzi
LA GIUNTA REGIONALE NON DETERMINI L'ESCLUSIONE DI CONTRIBUTO PER LE SPESE DI TRASPORTO AGLI STUDENTI VENETI CHE FREQUENTANO LE SCUOLE SUPERIORI FUORI REGIONE
n. 45 dell'11 luglio 2005
presentata dal Consigliere Bottacin Diego
MARCA TREVIGIANA A RISCHIO SICUREZZA NEL PERIODO A CAUSA DELLA RIDUZIONE DELLE FORZE DELL'ORDINE
n. 46 del 12 luglio 2005
presentata dal consigliere Zanon
QUALI INTERVENTI PER CONTRASTARE LO SPACCIO E L'USO DI SOSTANZE STUPEFACENTI NEL VENETO?
n. 47 del 13 luglio 2005
presentata dal consigliere Zanon
LA REGIONE VENETO INTERVENGA A TUTELA DEI LAVORATORI
n. 48 del 14 luglio 2005
presentata dal consigliere Zanon
QUALI MISURE PER CONTRASTARE IL FENOMENO DELOCALIZZAZIONE-DISOCCUPAZIONE? OLTRE ALLE AZIENDE VERRANNO DELOCALIZZATI ANCHE I SINDACATI?
n. 49 del 14 luglio 2005
presentata dai Consiglieri Foggiato e Cancian
QUALI SONO GLI EMOLUMENTI PERCEPITI DAI CONSIGLIERI DI AMMINISTRAZIONE DI SOCIETÀ A PARTECIPAZIONE REGIONALE?
n. 50 del 14 luglio 2005
presentato dai Consiglieri Zabotti e Causin
LA GIUNTA RICONSIDERI GLI EFFETTI DELL'IMPATTO AMBIENTALE DELLE TORRI DI ODERZO
n. 51 del 14 luglio 2005
presentato dai Consiglieri Zabotti e Causin
QUALI INTERVENTI COMPLEMENTARI ALLA REALIZZAZIONE DELLE GRANDI OPERE E DELLA NUOVA RETE INFRASTRUTTURALE TERRITORIO DELLA RIVIERA DEL BRENTA?
n. 52 del 19 luglio 2005
presentata dai Consiglieri Foggiato e Cancian
DISCARICA DI GRUMOLO DELLE ABBADESSE, COSA FA LA REGIONE?
n. 53 del 19 luglio 2005
presentata dal Consigliere Pettenò
UN NUOVO OSPEDALE A JESOLO? A QUALI INTERESSI RISPONDE?
n. 54 del 19 luglio 2005
presentata dal Consigliere Trento
LA REGIONE COMPIE UNA PROFONDA INGIUSTIZIA NEI CONFRONTI DEGLI ABITANTI DELLA PROVINCIA DI BELLUNO
n. 55 del 19 luglio 2005
presentata dal Consigliere Pettenò
HOTEL RAMADA A MESTRE: MILITARI CON ARMI E BAGAGLI DA MESI E MESI IMPROPRIAMENTE ALLOGGIATI?
n. 56 del 20 luglio 2005
presentata dal Consigliere Zanon
LA REGIONE VENETO INTERVENGA PER GARANTIRE IL DIRITTO ALLA CASA DI TUTTE LE FAMIGLIE RESIDENTI NEL COMPLESSO "EX ALLEANZA" DI PADOVA
n. 57 del 21 luglio 2005
presentata dal Consigliere Bettin
COSA INTENDE FARE LA REGIONE PER APPOGGIARE LA CAMPAGNA AMBIENTALISTA VOLTA A FAR DICHIARARE LE NOSTRE DOLOMITI "PATRIMONIO MONDIALE UNESCO"
n. 58 del 22 luglio 2005
presentata dal Consigliere Covi
IRREGOLARITÀ NEL PIP DEL COMUNE DI ROSÀ?
n. 59 del 26 luglio 2005
presentata dal Consigliere Zanon
LA REGIONE VENETO INTERVENGA PER SALVAGUARDARE LA SALUTE DEI CITTADINI DALL'INQUINAMENTO DEI CEMEMENTIFICI DI MONSELICE ED ESTE
n. 60 del 27 luglio 2005
presentata dal Consigliere Covi
L'ULS N. 13 DI MIRANO HA BANDITO UN CONCORSO PER DIRIGENTE AMMINISTRATIVO IN DEROGA AL BLOCCO DEI CONCORSI PUBBLICI?
a risposta immediata
n. 34 del 6 luglio 2005
presentata dal Consigliere Pettenò
SANITÀ PADOVA: LETTI NEI CORRIDOI, ASSISTENZA INADEGUATA, MANCANZA DI PERSONALE. È QUESTA LA RIORGANIZZAZIONE DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA?
n. 35 del 6 luglio 2005
presentata dal Consigliere Trento
PRIMA LE SCUOLE POI LE POSTE E ORA LE STAZIONI .....COME SI PUÒ RESTARE NEI PAESI DI MONTAGNA?
n. 36 del 7 luglio 2005
presentata dal Consigliere Tiozzo
SOSTEGNO ALLA MANIFESTAZIONE DEI PESCATORI VENETI DEL 7 LUGLIO 2005 SULLA VERTENZA "CARO GASOLIO"
n. 37 del 7 luglio 2005
presentata dal Consigliere Pettenò
OSPEDALE DI CHIOGGIA: BASTA IMMOBILISMO. LA REGIONE ASSICURI URGENTEMENTE LE RISORSE NECESSARIE
n. 38 del 7 luglio 2005
presentata dal Consigliere Pettenò
VICENZA: ANCORA CON LA STORIA DELLE RONDE DI VIGILANTES?
n. 39 dell'8 luglio 2005
presentata dal Consigliere Bottacin Diego
GRAVE AGGIRAMENTO DELLA LEGGE REGIONALE PER FAVORIRE L'ATTIVITÀ DI CAVA IN LOCALITÀ BIDASIO (NERVESA DELLA BATTAGLIA)
n. 40 dell'11 luglio 2005
presentata dal Consigliere Atalmi
PIRUEA DI MENARÈ: ANCORA UNA VOLTA I POTERI FORTI E GLI SPECULATORI IMMOBILIARI DECIDONO SULLA TESTA DEI CITTADINI
n. 41 del 13 luglio 2005
presentata dal Consigliere Pettenò
SANITÀ VERONA: NESSUNA CONVENZIONE TRA LA REGIONE E L'OSPEDALE DI DON VERZE'
n. 42 del 14 luglio 2005
presentata dal Consigliere Franchetto
MONTEFORTE D'ALPONE: RICONOSCERE LO STATO DI CALAMITÀ NATURALE
n. 43 del 15 luglio 2005
presentata dai Consiglieri Bond e Bazzoni
PRODOTTI MANIFATTURIERI PROVENIENTI DALLA CINA E DAI PAESI LIMITROFI REALIZZATI CON MATERIALI E SOSTANZE CHE POSSONO RECARE GRAVI PROBLEMI PER LA SALUTE DEL CITTADINO
n. 44 del 19 luglio 2005
presentata dal Consigliere Pettenò
OSTETRICIA AD ARZIGNANO: NO A FORME DI APRATHEID
n. 45 del 19 luglio 2005
presentata dal Consigliere Covi
È TOLLERABILE CHE NELLA NOSTRA REGIONE SI DEBBA ATTENDERE OTTO MESI PER EFFETTUARE UN ESAME MEDICO?
n. 46 del 21 luglio 2005
presentata dai Consiglieri Bonfante e Gallo
AMPLIAMENTO CAVA CÀ FACCI: QUALI I MOTIVI DEL RITARDO DEL DINIEGO REGIONALE?
n. 47 del 22 luglio 2005
presentata dal Consigliere Gallo
LA REGIONE DEVE GARANTIRE RISORSE CERTE ALLA RSA "CASA BREDA" DI PADOVA
n. 48 del 25 luglio 2006
presentata dal Consigliere Marchese
COME PENSA LA GIUNTA REGIONALE DI FAR FRONTE ALL'EMERGENZA ANZIANI PER LA STAGIONE ESTIVA SENZA METTERE A DISPOSIZIONE I FONDI?
n. 49 del 27 luglio 2005
presentata dal Consigliere Covi
QUALI INTERVENTI HA PROMOSSO LA GIUNTA REGIONALE PER IMPEDIRE L'ATTUAZIONE DEL PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DEL TERMINAL GASIERO NEL POLESINE?
n. 50 del 27 luglio 2005
presentata dai Consiglieri Bonfante, Gallo, Azzi, Tiozzo e Marchese
CALAMITÀ NATURALI 2002 E 2003: INIQUITÀ E DISPARITÀ NEI CONTRIBUTI REGIONALI AI PRIVATI CITTADINI DANNEGGIATI....E PER FINIRE C'È ANCHE LA BEFFA
a risposta orale
n. 6 del 13 luglio 2005
presentata dai Consiglieri Covi, Pettenò, Gallo, Zabotti, Causin, Frigo, Michieletto, Berlato Sella, Bottacin, Franchetto, Trento, Atalmi e Bettin
IN CHE MODO LA REGIONE VENETO RAPPRESENTA GLI INTERESSI DEI LAVORATORI PENDOLARI
n. 7 del 21 luglio 2005
presentata dal Consigliere Covi
ANGUILLARA VENETA: NUOVE CASE SUL "CAMPETTO DEL TAGLIO?"
n. 8 del 27 luglio 2005
presentata dal Consigliere Covi
SITUAZIONE E PROSPETTIVE DEL PROGETTO DI COLLEGAMENTO FERROVIARIO PADOVA-CHIOGGIA
Interpellanze
Sono state presentate alla Presidenza del Consiglio le seguenti Interpellanze:
n. 5 del 7 luglio 2005
presentata dai Consiglieri Bettin, Pettenò, Gallo, Azzi, Bonfante, Marchese, Tiozzo, Covi, Frigo, Michieletto, Berlato Sella, Diego Bottacin, Franchetto, Trento, Variati, Carraro, Causin, Zabotti e Atalmi
VALLI SELVATICHE: LA REGIONE FACCIA CHIAREZZA SU UN PROGETTO DI LOTIZZAZIONE VIZIATO DA GRAVI IRREGOLARITÀ
n. 6 del 12 luglio 2005
presentato dai Consiglieri Foggiato e Cancian
IN DIVERSE SCUOLE DI PADOVA I "DIVERSAMENTE ABILI" CANCELLATI DAI TABELLONI DEGLI SCRUTINI
n. 7 del 13 luglio 2005
presentata dai Consiglieri Covi, Pettenò, Gallo, Zabotti, Causin, Frigo, Michieletto, Berlato Sella, Bottacin, Franchetto, Trento, Atalmi e Bettin
QUALI SONO I VERI COMPITI DEL COMMISSARIO STRAORDINARIO DEL PARCO REGIONALE DEL DELTA DEL PO E A QUANDO LA NOMINA DEL NUOVO PRESIDENTE?
n. 8 del 14 luglio 2005
presentata dai Consiglieri Foggiato e Cancian
NEL VENETO ESISTE UNA FABBRICA CHE NON TEME LA CINA. SALVIAMO UN PATRIMONIO VENETO, LA BIRRERIA PEDAVENA
n. 9 del 21 luglio 2005
presentata dai Consiglieri Bonfante, Tiozzo E Gallo
IBM ITALIA: SI MANTENGA UN PRESIDIO A VERONA
Mozioni
Sono state presentate alla Presidenza del Consiglio le seguenti Mozioni:
n. 12 del 5 luglio 2005
presentata dal Consigliere Zanon
INTERVENTI CONCRETI PER SOSTENERE LE IMPRESE E L'OCCUPAZIONE NEL SETTORE DELLA PESCA E DELL'ACQUACOLTURA
n. 13 del 14 luglio 2005
presentata dal Consigliere Pettenò
LA REGIONE INTERVENGA A TUTELA DEI LAVORATORI E DEGLI UTENTI DEL TRASPORTO PUBBLICO
Risoluzioni
Sono state presentate alla Presidenza del Consiglio le seguenti Risoluzioni:
n. 3 del 5 luglio 2005
presentata dall'Ufficio di Presidenza
RILANCIO DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO: CONFERENZA SULLE DINAMICHE ECONOMICHE E OCCUPAZIONALI
n. 4 del 7 luglio 2005
presentata dal Consigliere Zanon
STOP ALL'USO DISTORTO DI AUTOVELOX E TELELASER
Invito il consigliere segretario Teso a procedere all'appello nominale.
Moreno TESO (A.N.)
ASTOLFI Andrea
AZZI Carlo Alberto
BAZZONI Raffaele
BERLATO SELLA Giuseppe
BERTIPAGLIA
BETTIN Gianfranco
BOND Dario
BONFANTE Franco
BOTTACIN Diego
BOTTACIN Giampaolo Enrico
CANCIAN Diego
CANER Federico
CARRARO Massimo
CAUSIN Andrea
CHISSO Renato
CIAMBETTI Roberto
CONTA Giancarlo
CONTE Maurizio
COPPOLA Maria Luisa
CORTELAZZO Piergiorgio
COVI Carlo
DA RE Gian Antonio
DE BONI Onorio
DEGANI Barbara
DONAZZAN Elena
FINOZZI Marino
FOGGIATO Mariangelo
FONTANELLA Giuliana
FRANCHETTO Gustavo
FRIGO Franco
GALAN Giancarlo
GALLO Giovanni
GIORGETTI Massimo
GAVA Fabio
GRAZIA Raffaele
LARONI Nereo
MANZATO Franco
MARANGON Renzo
MARCHESE Giampietro
MICHIELETTO Igino
PETTENO` Pietrangelo
PICCOLO Francesco
RUFFATO Clodovaldo
SANDRI Sandro
SERNAGIOTTO Remo
SILVESTRIN Flavio
STIVAL Daniele
TESO Moreno
TESSERIN Carlo Alberto
TIOZZO Lucio
TOSI Flavio
TRENTO Guido
VALDEGAMBERI Stefano
VARIATI Achille
ZABOTTI Marco
ZIGIOTTO Tiziano Ferruccio
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Teso.
Siamo in numero legale per iniziare i lavori.
ORDINE DEI LAVORI
La parola al consigliere Sernagiotto.
Remo SERNAGIOTTO (F.I.)
Intervengo sull'ordine dei lavori, adesso alle 13.30 ci sarà la sospensione del Consiglio e alle 15.00 dovrebbe riprendere, chiedo che si riprenda alle 15.30 per dare la possibilità ai Capigruppo di incontrarsi sull'ordine dei lavori delle due giornate.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Sernagiotto.
Ci sono pareri contrari?
La parola al consigliere Frigo.
Franco FRIGO (Uniti nell'Ulivo–La Margherita)
Condivido la proposta delle ore 15.00, ma per una Conferenza per l'organizzazione dei lavori consiliari indetta dal Presidente, non un incontro tra Capigruppo, cioè una questione formale, alle 15.00 la Conferenza per l'organizzazione dei lavori consiliari e alle 15.30 si riprende il Consiglio e questa mattina facciamo fino alle 13.30.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Frigo.
Fino alle 13.30 si va avanti con i lavori del Consiglio, si sospendono i lavori fino alle 15.30, però alle 15.00 ci sarà riunione per la Conferenza per l'organizzazione dei lavori consiliari.
PUNTO
2 |
|
|
|
APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI.
Se non ci sono pareri contrari diamo per approvati i processi verbali della 3° Seduta pubblica di martedì 28 giugno 2005; della 4° Seduta pubblica di giovedì 30 giugno 2005 e della 5° Seduta pubblica di martedì 5 luglio 2005.
ORDINE DEI LAVORI
La parola al consigliere Pettenò.
Pietrangelo PETTENO' (R.C.-S.E.)
Volevo capire secondo il suo ordine dei lavori quando affronteremo la questione delle interrogazioni e delle interpellanze che sono iscritte all'ordine del giorno e che andrebbero trattate prima di procedere sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Pettenò.
Nella Conferenza dei lavori delle 15.00 ne discuteremo.
Pietrangelo PETTENO' (R.C.-S.E.)
Nel Regolamento c'è e prescrive determinate cose, se vogliamo iniziare i lavori del Consiglio contravvenendo a quello che è scritto nel Regolamento, ne prendo atto e quindi agiremo di conseguenza nel prosieguo dell'attività di queste giornate. Se lei ha un motivo per cui fa delle inversioni, chiede che non si attui, chiede formalmente al Consiglio di accantonare qualcosa per discuterne nella Conferenza per l'organizzazione dei lavori consiliari, posso capirlo, però il Regolamento prevede delle cose, Presidente.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Pettenò
Prevederemo di aggiornare se fosse il caso l'ordine del giorno dei lavori di domani se abbiamo le risposte delle interrogazioni presentate.
Nella Conferenza per l'organizzazione dei lavori consiliari delle ore 15.00 discuteremo anche di questo argomento.
La parola al consigliere Pettenò.
Pietrangelo PETTENO' (R.C.-S.E.)
Prendo atto di questa cosa, il suo predecessore ci aveva abituati per cinque anni con questo andazzo. Dopo questo punto all'ordine del giorno che è unanime interrompiamo e discutiamo subito di come andare avanti con i lavori di queste giornate, perché non è che può decidere lei autonomamente quando si fanno delle cose o decide la Conferenza per l'organizzazione dei lavori consiliari, perché se sono iscritte le interrogazioni, si fanno le interrogazioni, è previsto dal Regolamento, è una questione per abituarci bene fino dall'inizio, vogliamo tutti lavorare e collaborare. Abbiamo provvedimenti importanti da fare in queste giornate, abbiamo questa questione importantissima della caccia in deroga, non vorrei che i cacciatori fossero delusi dai lavori dell'Aula tra oggi e domani. Addirittura io ero tentato, se non c'era la Conferenza per l'organizzazione dei lavori consiliari, di chiedere l'inversione e discuterne subito.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Pettenò.
Le interrogazioni con risposta sono due, avevamo deciso che non fossero un numero sufficiente per inserirle all'ordine del giorno, se nel pomeriggio c'è una richiesta da parte del Consigliere di rispondere a quelle sole due risposte, lo faremo.
PUNTO
3 |
|
|
|
PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI FINOZZI, TESSERIN, VARIATI, TESO E MARCHESE RELATIVA A "CONFERENZA REGIONALE SULLE DINAMICHE ECONOMICHE E DEL LAVORO" (PROGETTO DI LEGGE N. 39/2005) (discussione, esame ed approvazione)
Relazione della Prima Commissione Consiliare.
"La situazione economica del Veneto presenta elementi di criticità rispetto alla perdita di competitività e ai riflessi che l'andamento di alcuni settori ha sull'occupazione, determinando una fase di transizione, con effetti duramente selettivi del modello basato sui distretti a quasi totale componente manifatturiera.
La Regione è conseguentemente chiamata ad assolvere una funzione di forte responsabilità con i suoi organi di governo e il Consiglio regionale non può sottrarsi al compito di rendere efficace il processo di programmazione e di progettazione degli indirizzi di una legislazione che sia tempestiva in ordine alle emergenze.
Il Consiglio regionale a conclusione di un approfondito dibattito nella seduta del 5 luglio 2005 sulle problematiche dell'economia e del lavoro a livello regionale ha approvato la risoluzione "Rilancio dell'economia e del lavoro: conferenza sulle dinamiche economiche e occupazionali" con la quale ha posto particolare priorità sui seguenti nodi:
Innovazione e ricerca
- riorganizzare - d'intesa con le Università e il mondo produttivo - gli enti di ricerca e i parchi scientifici assegnando loro un ruolo in un sistema integrato nella filiera dell'innovazione;
- valorizzare il ruolo di coordinamento dell'agenzia regionale "Veneto Innovazione";
- semplificare il quadro degli operatori;
- qualificare gli interventi su alcuni settori strategici, come il distretto delle nanotecnologie;
- favorire l'accesso al sistema brevettale;
Formazione
- valorizzare la formazione per garantire ai lavoratori di partecipare alla innovazione delle aziende e favorire il loro reinserimento professionale;
- programmare una istruzione professionale che, oltre alla formazione umana, tenga il passo dell'innovazione e sia capace di garantire un'offerta qualificata ai lavoratori e alle aziende;
Terziario
- promuovere progetti per la qualificazione dei servizi avanzati e favorire la crescita del terziario innovativo;
Turismo
- aggiornare la legge regionale sul turismo mirando ad un piano strategico di obiettivi di posizionamento internazionale dei singoli segmenti dell'offerta e definendo un piano degli investimenti teso a riqualificare l'intero patrimonio ricettivo e la qualità dell'accoglienza;
Distretti
- aggiornare la legge sui distretti produttivi, qualificando il distretto produttivo, promovendo la filiera di imprese, qualificando e selezionando i servizi;
Internazionalizzazione e promozione
- mirare ad un'unica struttura regionale in grado di supportare realmente l'internazionalizzazione e la promozione;
Tutela lavoro
- prevedere forme di tutela sociale per i lavoratori sospesi che ne siano sprovvisti;
Finanza
- attivare collaborazioni strategiche per far crescere le dimensioni aziendali e favorire le aggregazioni;
Sistema bancario e credito
- avviare una negoziazione con gli istituti bancari rispetto alle diverse forme di finanziamento a sostegno dei processi di ristrutturazione aziendale, del ricambio generazionale e di applicazione dei parametri di Basilea 2;
Fiscalità
- valutare l'abbattimento di parte dell'addizionale IRAP per favorire la ricerca e la crescita dimensionale delle imprese, agevolando le aggregazioni, le fusioni e la nascita di consorzi, che non comportino riduzione dei livelli occupazionali.
Il Consiglio regionale intende affrontare tali problematiche in modo rigoroso ponendosi come sede della rappresentanza dei problemi e dei bisogni della società veneta che in periodo di difficoltà economica generalizzata assumono particolare importanza.
Il Consiglio regionale viene a porsi quindi come punto di riferimento per le parti sociali impegnate nella condivisione di strategie di risposta alle criticità; sede istituzionale che funge da raccordo tra la politica regionale e le rappresentanze economiche e sociali. In tal modo può raccordare le politiche per lo sviluppo con il territorio valorizzando tutte le risorse esistenti dentro un quadro coerente e coordinato.
Per realizzare le finalità sopra esposte e in attuazione della risoluzione sopra richiamata l'Ufficio di Presidenza ha elaborato la presente proposta di legge volta alla istituzione della "Conferenza regionale sulle dinamiche economiche e del lavoro", quale strumento di analisi e di indirizzo sull'economia e sul lavoro a livello regionale, aperto alla partecipazione delle parti sociali più rappresentative degli interessi economici e del lavoro della Regione.
La Conferenza ha compiti di studio, di analisi, di monitoraggio sistematico delle dinamiche economiche che caratterizzano i fattori della competitività a livello regionale. La Conferenza, avvalendosi anche delle strutture e agenzie regionali, formula al Consiglio regionale proposte di indirizzi e linee programmatiche in tema di strumenti e risorse a favore delle imprese e dell'occupazione.
La Conferenza è presieduta dal Presidente del Consiglio ed è composta da: i membri dell'Ufficio di Presidenza, il Presidente della Giunta regionale, gli assessori competenti nella materia, i Presidenti dei Gruppi consiliari, i Presidenti delle Commissioni consiliari competenti e le parti sociali più rappresentative degli interessi economici e del lavoro della Regione. A tale riguardo va richiamata la raccomandazione contenuta nel parere della Terza Commissione consiliare con cui si auspica che sia l'Ufficio di Presidenza, in sede di organizzazione della Conferenza, ad individuare la rappresentatività delle parti sociali
La Conferenza presenta al Consiglio regionale una relazione semestrale sullo stato delle dinamiche che hanno caratterizzato l'andamento produttivo e occupazionale di particolari comparti economici a livello regionale.
La Prima Commissione consiliare, nella seduta del 19 luglio scorso, ha approvato la presente proposta di legge all'unanimità con i voti favorevoli dei rappresentanti dei gruppi consiliari FI, AN, LV-LN-P, Nuovo PSI, UDC, Progetto Nordest, Uniti nell'Ulivo-DS, Rifondazione Comunista, Misto, Comunisti Italiani, Uniti nell'Ulivo-La Margherita, Per il Veneto con Carraro (con delega Uniti per Carraro)".
La parola consigliere Tesserin.
Carlo Alberto TESSERIN (F.I.)
Ci stiamo avviando alla discussione e io spero all'approvazione di quella che sarà la legge n. 1 di questa Legislatura ed è di buono auspicio che sia arrivata in Aula dopo una discussione di due giorni che ci ha visti unanimi nel passarla all'Ufficio di Presidenza per il successivo inoltro alla Prima e alla Terza Commissione e che dalle Commissioni sia ritornata ugualmente con il voto unanime. Credo che non sia di poco significato che la Prima Commissione nell'indicare il relatore abbia individuato una coppia di relatori, i consiglieri Tesserin e Variati in quanto Vicepresidenti del Consiglio. Poi la norma ci ha obbligati ad indicare un solo relatore, però so che dopo di me il Vicepresidente Variati continuerà nella illustrazione. Questo nel senso che la legge diventa una legge condivisa dal Consiglio così come abbiamo fatto nelle due riunioni del 30 giugno e del 5 di luglio.
Raccorderò velocissimamente il testo senza andare a leggerlo perché lo considero ampiamente conosciuto. La proposta nasce da quello che era il testo della risoluzione. I punti cui abbiamo posto particolare priorità in ordine alle condizioni di criticità dell'economia veneta sono quelli riferiti alla innovazione e ricerca, alla formazione e al terziario, al turismo, ai distretti, alla internazionalizzazione e promozione, alla tutela del lavoro, alla finanza, al sistema bancario e credito e alla fiscalità. Ovviamente il Consiglio regionale diventa punto di riferimento per le parti sociali in questa situazione di particolare difficoltà e la Conferenza ha invece il compito di studio, di analisi, di monitoraggio sistematico in ordine alle dinamiche economiche che caratterizzano questa stagione.
La Conferenza è presieduta dal Presidente del Consiglio, è composta dai membri dell'Ufficio di Presidenza, dal Presidente della Giunta regionale, dagli Assessori competenti in materia, dai Presidenti dei Gruppi consiliari e dai Presidenti delle Commissioni competenti, ovviamente dalle parti sociali più rappresentative della nostra società. Va sottolineata la raccomandazione della Terza Commissione che in sede di approvazione unanime del testo ha ritenuto di sottolineare alla Presidenza del Consiglio l'utilità di individuare meglio la rappresentanza e la definizione delle parti sociali.
Detto questo sulla presentazione della legge non mi sembra ci sia altro da dire, se non che dal giorno in cui abbiamo approvato la risoluzione, il 5 di luglio, ad oggi ritengo che i mass media regionali abbiano ampiamente dibattuto sul tema di dove va il Veneto e di dove va il Nord-Est. Abbiamo avuto molte prese di posizione particolarmente importanti, ne citerò alcune: l'intervista del Presidente regionale degli industriali Riello sul Gazzettino del 21 luglio, l'intervista di Rosso del Gruppo Diesel del 24 luglio sul Gazzettino che ha come titolo "Il Veneto non fa squadra perché ognuno qui pensa per sé" la presentazione importantissima del PRS avvenuta in Aula da parte del Presidente Galan il 21 luglio, ma più forse in grado di darci elementi conoscitivi il seminario del pomeriggio dove ho avuto modo di ascoltare i corelatori Feltrin, Bresolin, Bernardi Zolin insieme al nostro Rasi Caldogno. Credo che anche lì tra le illustrazioni, le domande e le risposte abbiamo avuto un quadro più allargato di quella che è la situazione di oggi.
Finisco con il ricordare che invece il 15 luglio la Fondazione Nord-Est ha presentato il rapporto sulla società e l'economia 2005 del Veneto. Ritengo questa presentazione importante per le cose che vi sono contenute, per la dimensione e per il dibattito che è avvenuto in quella sera a cui partecipavano molti Consiglieri, segno che da parte sia della maggioranza che della minoranza c'era attenzione a una situazione particolarissima che stiamo vivendo. Volevo leggere due brevi brani, uno contenuto nell'intervista di Riello, che a me sembra significativa, e una del testo di Marini all'interno del rapporto Nord-Est. "Tra le altre cose – dice Riello - occorre operare sollecitamente per sovrapporre agli insieme dei capoluoghi provinciali del Veneto una vera e propria identità metropolitana sovralocale. Questa, a ben vedere, è la maggiore sfida politica e amministrativa per il rinnovato governo regionale.
Lo scopo è trovare soluzioni che abbiano sufficiente consenso e nelle quali i diversi interessati si riconoscano e si impegnino in modo da stabilire un coordinamento delle loro azioni nel tempo.
E' una visione che nascendo da una parametrazione tra il Veneto e le grandi aree metropolitana, in particolare del nord Italia. Torino e Milano da una parte e Genova, capitale della cultura, dall'altra viene lanciata con il titolo provocatorio "I primi saranno i primi", con una profezia che speriamo diventi non veritiera".
L'altra situazione che mi sembrava importante era il titolo del rapporto della Fondazione Nord-Est: "Economia, politica e rappresentanza dai leader alla leadership". C'è un passaggio che richiama fortemente un ruolo accentuato all'interno della società della funzione politica e mi pare significativo che andando ad esaminare il ruolo della politica si dica: "A ben vedere, per rispondere adeguatamente a questa sfida, non mancherebbero né le risorse intellettuali, né quelle economiche, ma l'ostacolo principale appare essere quello cognitivo, superare un tradizionale modo di agire improntato ad una prevalente interdizione reciproca ed affermare la logica della coesione a tutti i livelli di rappresentanza economica ed istituzionale, una leadership fondata sulla solidarietà degli interessi comuni per costruire il nuovo tessuto nel Nord-Est per aumentare la sua competitività di fronte alle sfide internazionali, per collocare adeguatamente il Nord-Est all'interno di uno scenario europeo. Ciò significa modificare gli orientamenti culturali diffusi che ispirano le azioni, le strategie e le scelte di buona parte dell'élite e dei decisori pubblici e privati, tuttora informati alla affermazione del particolare. Un mutamento che dovrebbe maturare in tempi altrettanto veloci quanto rapide saranno le trasformazioni economiche e sociali che stanno investendo anche le nostre aree".
Ho scelto questi due brevi brani di due personaggi assolutamente diversi per dire che a me pare che con la legge che presentiamo oggi abbiamo colto quello che viene da questa parte importante della società, in maniera per alcuni aspetti originale, in maniera unitaria noi ci accingiamo a varare una Conferenza che ha lo scopo di essere punto di riferimento in questa situazione che non è facile, né immediatamente risolvibile. Spero che lo spirito che abbiamo messo insieme qui in Aula e nelle Commissioni porti a varare la legge e faccio alla Conferenza che nascerà i migliori auguri di buon lavoro.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Tesserin.
La parola al consigliere Vicepresidente Variati.
Achille VARIATI (Uniti nell'Ulivo–La Margherita)
Spero che i Colleghi mi scuseranno se parlo da questi banchi anche se normalmente ciò non succede per il ruolo istituzionale che si ricopre quando si è seduti qui, ma questa è una proposta, tra l'altro, che parte dall'Ufficio di Presidenza.
Ho poche cose da aggiungere rispetto all'illustrazione che ha fatto il Vicepresidente Carlo Alberto Tesserin se non due osservazioni. Uno, che è una speranza, la speranza è che questa Commissione serva, questo tavolo sia utile ed è utile nella misura in cui questo tavolo non farà confusioni; ciò che spetta alla Giunta resterà di competenza della Giunta, questo non sarà un tavolo di concertazione, perché la concertazione spetta al governo della Regione. E' un tavolo che potrà essere utile nella misura in cui riuscirà a stendere una agenda di priorità, di impegni, magari mettendoci vicino una tempificazione delle risposte che darà la Giunta per quanto di sua competenza e che dovrà dare l'Assemblea legislativa per quanto di sua competenza.
Mi pare che l'atteggiamento delle categorie economiche dopo l'approvazione della Mozione sia stata sostanzialmente positiva ma, e allora aggiungo anch'io il ma: se il tavolo dovesse diventare una vetrina di parole, un luogo in cui farsi qualche intervista o qualche immagine per la televisione, credo che questo tavolo farà una prima riunione, farà una seconda riunione e poi non ci sarà una terza riunione; perché per i problemi seri che ha la nostra economia e il mondo del lavoro Veneto non serve una vetrina di parole, ma serve invece un tavolo di grande sintesi. Penso che l'Ufficio di Presidenza cercherà di accompagnare i lavori in modo intelligente, che i colleghi Capigruppo siederanno a quel tavolo con questo spirito, io posso dire che per i rapporti che ho e il mondo da cui provengo che è il mondo del Centro-Sinistra noi così l'abbiamo intesa, credo che così lo intendano i Capigruppo della maggioranza, così lo possa intendere la Giunta; altrimenti serietà vorrà che non teniamo neanche in piedi una legge inutile, faremo una proposta che sarà semplicemente quella di abrogazione di una legge che questo Consiglio si è dato.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Variati.
Prima di aprire il dibattito, vorrei pregare i signori Consiglieri, dove è possibile, di disattivare la suoneria dei telefonini, è una esortazione che faccio a tutti i Consiglieri; se i Consiglieri desiderano fare qualche piccolo dibattito personale con qualche altro Collega ci sono i salottini a fianco dove lo possono fare tranquillamente.
E' aperto il dibattito. Ci sono richieste di intervento?
La parola al consigliere Sandri.
Sandro SANDRI (L.V.L.N.P.)
Grazie, Presidente.
Come Gruppo Lega Nord vediamo con grande soddisfazione la costituzione di questo progetto di legge, di questa Conferenza regionale sulle dinamiche economiche del lavoro. E` un lavoro di cui il nostro Veneto ha sicuramente bisogno, come è emerso in particolare nel Consiglio regionale straordinario che si è tenuto nelle scorse settimane. In particolare, riteniamo che i temi sollevati siano di assoluta priorità per la nostra Regione, in particolare per quanto posso rilevare il tema dell'innovazione e della ricerca, che sono temi che a noi stanno particolarmente a cuore, sono temi che vedono in questo momento il mondo delle imprese, il mondo delle università sufficientemente distaccati tra di loro.
Il fatto che l'istituzione regionale con questa Conferenza intenda avvicinarsi al mondo della ricerca universitaria, al mondo delle imprese in maniera efficace e fra l'altro conferendo alle agenzie regionali un ruolo importante e sempre di maggiore importanza, è un qualcosa che sicuramente va visto con estremo favore da parte nostra.
Anche tutti gli altri punti dei quali andrà ad occuparsi questa Conferenza: la formazione, il terziario, il turismo e soprattutto ancora il mondo dei distretti. Il mondo dei distretti è un mondo altrettanto importante che è stato oggetto di una importante legge, la 8/2003, nella scorsa Legislatura, e che ha sicuramente necessità di essere resa maggiormente strutturale per poter dare il massimo dei benefici alle nostre imprese. E' un qualcosa che noi vediamo di nuovo con estremo favore.
Non ultimo, vorrei ricordare tutto ciò che riguarda i problemi della internazionalizzazione dei quali si occuperà la Conferenza regionale che è un altro dei problemi che attanagliano il mondo delle imprese. La differenziazione netta che deve essere fatta tra internazionalizzazione e delocalizzazione, andare a favorire tutte quelle imprese che andranno sicuramente a mantenere le loro unità produttive in Veneto..
PRESIDENTE
Mi scusi, consigliere Sandri, vorrei ancora richiamare i colleghi Consiglieri, solo per un fatto di rispetto nei confronti di chi sta parlando, credo sia dovuto da parte di tutti, perché poi ognuno di noi può avere la possibilità di trovarsi nella stessa situazione.
Prego, consigliere Sandri.
Sandro SANDRI (L.V.L.N.P.)
Grazie, Presidente.
Ritornando ai problemi della internazionalizzazione e delocalizzazione spero che questa Conferenza andrà bene a definire queste differenze che sono già state evidenziate anche nel recente Consiglio regionale, andando sempre di più nella direzione di favorire tutto ciò che è l'internazionalizzazione delle nostre imprese, cioè il mantenimento delle unità produttive qui nel nostro Veneto e di non favorire necessariamente chi vuole delocalizzare tanto per delocalizzare, come è stato fatto solamente per mantenere l'impresa in vita. Delocalizzare, lo sappiamo bene, e le recenti esperienze, il recente passato ce l'ha dimostrato, è una operazione che presenta dei costi sociali molto elevati e sicuramente quello su cui andrà ad operare questa Conferenza non potrà che andare nella direzione di non favorire questo tipo di operazione.
Da ultimo andando nell'articolato, ritorno al punto che era stato sollevato anche dal consigliere Tesserin relativo alla necessità di individuare con maggiore precisione quali siano effettivamente le parti sociali maggiormente rappresentative della nostra Regione, ragion per cui credo sia necessaria una riflessione del Consiglio su questo punto. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Sandri.
La parola al consigliere Gallo.
Giovanni GALLO (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
Con la Seduta di oggi diamo seguito credo in modo serio e significativo al dibattito che si è tenuto in questa sede sulla situazione economica ed occupazionale della nostra Regione.
Quel Consiglio straordinario da noi sollecitato ha raccolto una domanda che io credo forte, che viene dalla nostra Regione, dalle parti sociali tutte, che chiedono un impegno straordinario da parte del Consiglio regionale per affrontare i temi dell'occupazione del lavoro. Penso che l'istituzione di questa Conferenza regionale sulle dinamiche economiche del lavoro è certamente da un lato una sfida, perché ci impegna direttamente non solo ad un esame puntuale della situazione economica e delle dinamiche che si sviluppano a livello regionale, ma ci impegna anche nel formulare poi proposte legislative e di governo che consentano di risolvere i nodi che sono aperti.
Se esamino il testo del progetto di legge, mentre c'è una estrema stringatezza nel testo proposto, nell'illustrazione, nella relazione troviamo elencati questi capitoli che devono poi trovare un approfondimento concreto. Beh, credo sarà nostra responsabilità poi riuscire a dare seguito a questo quadro, a questo elenco puntuale anche di adempimenti a cui dobbiamo dare risposta. E` anche in questo ambito che si misurerà la nostra capacità di dare risposta al Veneto, in questa che è certamente una congiuntura non facile.
Per quel che ci riguarda come Gruppo consiliare, a partire dalla sollecitazione di convocazione del Consiglio regionale straordinario su questi temi, ma anche nella presenza e nel contributo che daremo all'interno di questa Commissione cercheremo di fare in modo che questa aspettativa, che è presente all'interno della nostra Regione, trovi soluzione e risposta nel modo più compiuto possibile.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Gallo.
La parola al consigliere Tiozzo.
Lucio TIOZZO (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
Molto brevemente, perché credo che il consigliere Gallo abbia bene espresso la posizione del Gruppo dei D.S., ma è utile su questa proposta, che reputo estremamente interessante e importante, eventualmente fare due considerazioni.
La prima, che dal dibattito che c'è stato in questi ultimi tempi che ha coinvolto non solo la politica, ma soprattutto il mondo dell'economia, il mondo sociale della nostra Regione, sempre di più c'è stata e con grande forza c'è stata la richiesta di far sì che la politica oggi accompagni in maniera sempre più forte e autorevole i processi di cambiamento che sono in atto nella nostra Regione. Credo che questa sia una delle risposte, sicuramente non l'unica, credo che ci sia bisogno di una concertazione e di un impegno globale da parte di tutti i soggetti che stanno in campo su questi temi. Il Consiglio credo sia stato sufficientemente rapido nell'attivare questa proposta e quindi rispondere a questa esigenza che reputo oggi pressante, importante e credo sia compito nostro dare dignità, peso e ruolo all'azione che verrà portata avanti.
La seconda considerazione era una raccomandazione che avevamo già fatto in sede di dibattito in Terza Commissione quando la proposta è arrivata, tra l'altro questo è un tema che avevamo posto con il collega Causin, sulla relazione manca secondo il nostro punto di vista un pezzo che riteniamo importante, legato a tutta l'economia sociale della nostra Regione. Quando parliamo di terzo settore parliamo di uno dei settori importanti non solo dell'economia, ma anche della socialità a livello regionale. Sappiamo che oggi ci sono 22 mila aziende che operano in questo comparto, 60 mila lavoratori impiegati, 150 mila cittadini volontari della nostra Regione che si impegnano in questa realtà. Allora, volevo chiedere al Presidente ed anche all'Ufficio di Presidenza di valutare di inserire possibilmente nella relazione un capitolo per significare l'impegno anche della Regione su questa tematica e su come questa tematica su questo comparto possa essere utile ai processi di trasformazione, di cambiamento e di sviluppo che la nostra Regione sta vivendo in questa fase. Così come la seconda questione che ci sentiamo di chiedere è che quando si costituirà il tavolo delle parti sociali anche il terzo settore abbia quel riconoscimento e quella presenza utile per costruire un quadro d'insieme generale, importante dal nostro punto di vista sulle tematiche non solo, ripeto, di quadro occupazionale, di quadro economico, ma anche per la rete delle relazioni che questo comparto riesce a mettere in campo nella nostra struttura regionale.
Non a caso il Veneto, e questo credo sia motivo di vanto per tutti noi, non è solamente il Veneto che produce, che crea lavoro, schei e quant'altro - per restare sugli interventi di Stella -, ma è anche il Veneto della solidarietà, dell'impegno, della costruzione di questa rete importante che credo vada riconosciuta sia in fase di relazione della proposta e sia altrettanto laddove si andrà a costruire il tavolo di concertazione. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Tiozzo.
Vorrei assicurare al consigliere Tiozzo e a tutto il Consiglio che al tavolo saranno presenti non solo le forze sindacali, non solo i rappresentanti anche del mondo imprenditoriale, ma tutti quei soggetti che danno anima e corpo alla nostra economia, compreso il mondo del credito che spesso e volentieri abbiamo lasciato fuori da questi dibattiti.
La parola al consigliere Pettenò.
Pietrangelo PETTENO' (R.C.-S.E.)
Poche parole perché si è già detto molto nelle sedute straordinarie del Consiglio, questo è un adempimento rispetto a quanto avevamo deciso unitariamente.
Devo dire che anche noi abbiamo convenuto nell'accettare questo strumento proprio perché la spinta che abbiamo avvertito in quelle settimane, che stiamo avvertendo tuttora è quello di affrontare coralmente, insieme, pur avendo visioni assolutamente diverse. Credo che questa pluralità nell'affrontare la questione forse può aiutarci a trovare e ad individuare alcuni strumenti e percorsi che magari solitamente non si individuano. Il collega Tesserin diceva "l'originalità" di essere unitari; no, l'originalità di questa proposta non è il fatto che sia unitaria, perché quando ci sono proposte di buon senso penso si possano trovare sicuramente anche momenti unitari. La specificità di questa proposta io la intendo così. Sicuramente abbiamo visto in questi due giorni di dibattito di Consiglio che sia le analisi che le cure sono diversissime fra di noi, sono approcci in molti casi antitetici. Però credo che su questo sia un obiettivo che dobbiamo darci, sia quello di affrontarlo ognuno con le proprie specificità, con le proprie sensibilità, chi magari più dal versante economico, chi più dal versante della tutela sociale, perché ritengo e riteniamo che le cose stiano insieme: non si fa una buona economia se non ci sono buoni diritti di chi lavora, non si fanno gli interessi degli imprenditori e non si rilancia l'economia del Veneto e del nord est se insieme non si guardano anche i diritti di chi insieme contribuisce a questo. Lo dicono tutti gli analisti, non è una cosa abbastanza scontata questa che dico, però molto spesso avverto che c'è una tendenza quasi a separare le cose, a divaricarle. Le cose invece stanno così, quindi l'idea di mettere insieme questi mondi diversi e tentare di ragionare le istituzioni che hanno il compito di questa direzione e i soggetti diversi che operano in questo mondo dell'economia credo sia un fatto importantissimo e per questo votiamo a favore.
La riteniamo certamente un po' debole sotto alcuni aspetti, ma siamo fiduciosi che nel lavoro, come diceva il Presidente, c'è tutta l'intenzione di superare queste difficoltà, queste limitatezze, queste insufficienze per dispiegare al meglio i nostri sforzi in questa direzione.
Il collega Variati diceva che ci sono ruoli assolutamente diversi, quindi non va intesa, se qualcuno mai l'avesse intesa come una sorta di competizione, anzi, è uno sforzo della politica perché io ho capito la novità, almeno io ho inteso questo del mondo imprenditoriale, di chi osserva questo più da vicino di altri, che oggi c'è una grandissima, fortissima richiesta della politica ed è per questo che facciamo questo strumento. Qualche anno fa, magari non perché l'economia andasse molto meglio, ma la politica era meglio che stesse fuori dalle porte.
Allora, questa grande richiesta della politica noi dobbiamo assumercela fino in fondo, con ruoli diversi, senza voler fare noi il ruolo che spetta ad altri che hanno compiti esecutivi, senza che quelli che hanno compiti esecutivi pensino, magari perché più intelligenti, più bravi, perché hanno più strumenti, di prevaricare un ruolo di programmazione nel campo dell'economia - per quanto si può programmare - nel campo della guida è meglio dire, dell'assistenza, della guida e della programmazione che invece spetta a tutti noi ovunque collocati, con competenze sicuramente diverse.
Io do la massima fiducia che si voglia far questo, delle volte ci troviamo ad operare in questo Palazzo e ci sono mille contraddizioni, perché arriva la proposta dai Capigruppo di maggioranza, nessuno escluso, di fare una Commissione speciale che, a mio modo di vedere, non per anticipare il dibattito che faremo nel corso della giornata, ma fa capire che forse non siamo proprio così unitari e univoci nell'affrontare la questione. Perché è una Commissione speciale che ritengo assolutamente sovrapponibile, altri hanno tentato di spiegarmi di no durante la discussione in Commissione, però basta leggere - e ognuno di noi sa leggere bene - cosa c'è scritto nella motivazione e dell'una e dell'altra e capirete che parlare delle dinamiche dei prezzi legati ad una congiuntura economica e quindi la capacità di questa Commissione di monitorare, studiare e trovare forme che siano in grado di intervenire nella crisi economica per dare ausili, risposte, etc., se qualcuno sostiene che questa non c'entra niente con la Conferenza che stiamo facendo.., la fantasia in politica è bene ci sia sempre, però mi pare un po' esagerato in questa direzione.
Quindi, non è tanto per la Commissione in più, diremo dopo la nostra motivazione, è perché se ci crediamo dobbiamo mettere tutti gli sforzi e sapendo che ci sono dei limiti anche nostri, è inutile decuplicare i nostri sforzi perché renderebbero meno efficaci l'obiettivo che ci stiamo dando, che è un obiettivo molto alto, importante e credo che dovremo lavorare tutti in questa direzione.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Pettenò.
La parola al consigliere Bond.
Dario BOND (F.I.)
Mi ero riproposto di non intervenire, ma sentendo il consigliere Pettenò faccio un breve intervento.
Intanto reputo che questo sia un momento importante, la Conferenza regionale sulle dinamiche economiche del lavoro permette di trovare un punto d'incontro di tutti i Gruppi, ma anche della politica stessa. E ha ragione il consigliere Pettenò quando dice che una volta non c'era l'attenzione degli operatori alla politica e ora c'è questa richiesta di politica. Io sono dall'avviso che la richiesta di politica e la voglia di partecipare e di dare da parte della politica un contributo a questo momento, sia importante per questo tipo di Conferenza, sia importante anche per la Commissione che lui citava prima. A mio avviso sono due momenti diversi: la Conferenza regionale può mettere insieme le dinamiche occupazionali e anche del lavoro delle varie province, la Commissione che domani andremo ad approvare e a considerare va ad analizzare più le dinamiche dei prezzi, l'effetto euro e tutto quello che noi possiamo fare e intervenire per bloccare, comunque arrestare questo processo che mette in discussione un po' la spendibilità delle risorse economiche di una famiglia normale in un mese di economie.
L'intervento che faccio oggi è proprio specifico e penso anche in sintonia con i Consiglieri regionali bellunesi, poi ho presentato un documento proprio per confermare questa unione di forze su queste problematiche, un documento non ufficiale che chiedo a chi è d'accordo di firmare, sulla difesa della storica birreria Pedavena che il 31 luglio purtroppo chiuderà e che anche come Consiglio regionale e in maniera non ufficiale può prendere forza un documento firmato da tutti i Consiglieri in difesa di questo che è un punto di riferimento per noi, passatemi il termine, bevitori di birra, ma anche per tutti i cittadini veneti.
Mi dispiace solo una cosa, consigliere Pettenò, e finisco il mio intervento, con la stima che ho perché l'ho conosciuta fuori dal Consiglio regionale, avrei gradito la presenza oggi del consigliere Carraro, perché? Perché l'unione fa la forza, come dice l'assessore Elena Donazzan, e un imprenditore su questo punto poteva probabilmente dire qualcosa in più sulla dinamica del lavoro che ha bisogno di tutti noi, ma ha bisogno anche di chi lavora tutti i giorni e si batte per creare occupazione.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Bond.
Non ho altri iscritti a parlare, passiamo all'articolato.
Ha chiesto la parola l'assessore Gava; ne ha facoltà.
Ass.re Fabio GAVA
È stato giustamente richiesto l'intervento della Giunta e quindi come Assessore di coreparto, perché poi c'è anche la collega Elena Donazzan ovviamente che si occupa del lavoro e parte delle attività produttive, evidentemente, sono seguite del Vicepresidente, però a nome anche degli altri due Colleghi e della Giunta volevo fare alcuni considerazioni.
Confermando ovviamente la valutazione positiva che si era già realizzata al termine dei due giorni di dibattito in Consiglio regionale per quanto riguardava la Risoluzione che è stata approvata, che prevede anche l'avvio di questo nuovo organismo, ma anche per, come dire, confermare alcune valutazioni positive che sono emerse nel corso del dibattito. Anzitutto la consapevolezza, mi pare da parte di molti Consiglieri, che questa è una delle possibili risposte ma non è certamente la risposta esaustiva ai problemi della nostra economia che, come sappiamo, sono problemi complessi che attengono non solo al dato regionale, ma che riguardano un po' la situazione più ampia sia nazionale che internazionale e mi riferisco prevalentemente ovviamente a quella europea da un lato. Sia dall'altro lato la necessità di sperimentare sul campo un organismo di cui evidentemente oggi possiamo dare positive valutazioni circa l'intuizione, ma che ancora non possiamo considerare un organismo che sia in grado effettivamente di entrare nei problemi e di dare gli indirizzi che poi dovranno essere valutati nelle sedi di competenza. Come ricordava anche il Vicepresidente Variati, questo organismo non supera e non può superare l'aspetto concertativo ma è un organismo di indirizzo e di analisi che soprattutto deve essere utile alla politica più in generale e quindi al Consiglio.
Credo che uno dei punti importanti su cui l'analisi di questo Consiglio dovrà riflettere e concentrarsi sia proprio quello degli strumenti e delle risorse che dovranno essere messe in campo in questi cinque anni di Legislatura. Siamo, infatti, di fronte, come più volte mi è capitato di dire, ad una situazione che non è ancora né chiaramente critica, né chiaramente soddisfacente e tale da consentirci di mantenere una sorta di tranquillità rispetto alle prospettive della nostra economia e del nostro lavoro. Siamo però in una situazione che può certamente prendere decisamente una direzione o l'altra, quindi sotto questo profilo io penso che i prossimi anni, e il termine dei cinque anni è un termine abbastanza ottimale, potranno essere decisivi proprio per fare prendere alla nostra economia una direzione o l'altra. Quindi, credo che sotto questo profilo la massima attenzione da parte di tutti i soggetti interessati della politica, ma non solo della politica anche delle parti sociali, delle categorie, sia fondamentale proprio per accompagnare questa forte trasformazione che ci aspetta e che abbiamo di fronte. Quindi, credo che l'impegno nel dare indicazioni e indirizzi alla politica e al Consiglio circa le risorse e le linee di azione che dovranno essere emerse sono molto importanti. Sotto questo profilo credo che noi dovremmo evidentemente fare tesoro di tutto quanto emergerà in questo Consiglio, all'indomani della due giorni di dibattito straordinario sull'economia avevo detto, così, giornalisticamente che mi pareva nata la squadra e quindi la possibilità di lavorare tutti insieme, di remare tutti insieme dalla stessa parte, l'istituzione di questo organismo è oggi lo strumento che ci consente di verificare se effettivamente su questo campo si voglia evidentemente esprimere un'azione condivisa, concertata e ampia nell'interesse della nostra economia e nell'interesse dei nostri lavoratori.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Gava.
La parola all'assessore Elena Donazzan.
Ass.re Elena DONAZZAN
Anch'io per un apprezzamento anche per la tempestività con la quale il Consiglio regionale si è voluto dotare di questo strumento.
Nel lungo e approfondito dibattito che abbiamo fatto, il primo anche di questa nuova Legislatura, ci dà anche il senso e la dimensione di qual è l'ordine di priorità che quest'Aula si è voluta dare, credo che sia emerso in quella sede proprio anche la necessità di voler approfondire questi argomenti al di fuori della logica delle parti contrapposte e soprattutto in un clima di grande condivisione.
Credo che questo possa essere uno strumento utile anche alla Giunta, e quindi parlo anche delle competenze che sono state a me delegate, proprio per affrontare alcuni delicatissimi problemi che attengono peraltro alla vita della nostra Regione, ma alla vita dei nostri singoli cittadini.
Evidentemente, con la delega alle politiche attive del lavoro, oggi ci troviamo ad affrontare in particolare situazioni emergenziali di crisi, situazioni particolari, situazioni difficili, che abbisognano di un approfondimento, un approfondimento e anche gli utili strumenti che noi abbiamo a disposizione che possano essere utilizzati in modo più efficace.
Credo che questa Conferenza abbia un compito straordinario, quello di passare da una posizione di verifica delle crisi ad uno studio della previsione di queste, un monitoraggio continuo di quelle che sono le dinamiche esterne a quest'Aula e che vengono interpretate, devono essere interpretate dalla politica. La Giunta sarà su questo, evidentemente io parlo credo anche a nome dei Colleghi, molto attenta, perché poi il compito nostro è quello di trovare gli strumenti e dare azioni precise e puntuali, ma compito di questa Conferenza e compito di quest'Aula è proprio quello di dare le giuste indicazioni e fare delle valutazioni che non attengono ad una funzione esclusivamente di governo, ma ad una funzione di comprensione, di condivisione e di previsione di quelle che sono le dinamiche sociali che ci troviamo ad affrontare.
Il fenomeno, il sistema del nord est, il sistema del Veneto è in grande fase di cambiamento, l'abbiamo detto, l'abbiamo ribadito, l'abbiamo da più parti sottolineato in sede di Consiglio regionale straordinario. L'aver saputo interpretare queste esigenze immediatamente con questo primo atto, con questo primo strumento normativo credo ci possa far ben sperare su come riusciremo insieme ad affrontare queste dinamiche in evoluzione.
PRESIDENTE
Grazie, assessore Elena Donazzan.
Dichiaro chiusa la discussione generale e passiamo all'articolato.
Ci sono dichiarazioni di voto?..
Pongo in votazione l'articolo
1.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Proclamo l'esito della votazione: favorevoli 44, astenuti 3.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo
2.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Proclamo l'esito della votazione: favorevoli 45, astenuti 2.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo
3.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Proclamo l'esito della votazione: favorevoli 45, astenuti 3.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo
4.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Proclamo l'esito della votazione: favorevoli 46, astenuti 2.
Il Consiglio approva.
Prima della votazione finale sul provvedimento, ci sono interventi per dichiarazione di voto?
La parola al consigliere Frigo.
Franco FRIGO (Uniti nell'Ulivo–La Margherita):
Naturalmente per annunciare il voto favorevole alla legge da parte del Gruppo, ma soprattutto per sottolineare come nel dibattito ci sia stato qualche rischio di confusione che per la verità il consigliere Variati aveva ben evidenziato e che ho trovato anche in un accenno dell'assessore Elena Donazzan. Questa non è una Commissione di governo, è una Commissione istituzionale, dettata certo anche dalla grande e turbolenta fase di transizione che stiamo vivendo nell'economia. Il Consiglio con l'ufficio di Presidenza in testa ha ritenuto di anticipare uno degli strumenti che il nuovo Statuto dovrebbe prevedere: il Consiglio regionale per l'economia e il lavoro. È in questa ottica sostanzialmente che il nostro gruppo ha ritenuto di dare l'adesione, proprio per evitare questioni di confusione, di supplenza o di deresponsabilità da parte di chi ha appunto responsabilità di governo.
Perché secondo me il Consiglio ha fatto bene a dotarsi di questa istituzione? È un problema che sarà affrontato nel dibattito sullo Statuto, ma che deve essere affrontato secondo me, ed è bene che sia anche il Presidente della Giunta, per ridefinire in maniera corretta i rapporti tra Giunta e Consiglio che non devono assolutamente vedere il Consiglio assumere poteri di Giunta, né viceversa. Quindi, direi di stare molto distanti da questa tentazione.
La verità è che in un sistema sempre più articolato e complesso delle funzioni che la società civile ha nelle sue modalità di organizzarsi, di intervenire, di concorrere alla definizione del suo progetto in futuro, ci sono competenze di cosiddetto interesse pubblico che non sempre possono essere svolte adeguatamente dalle istituzioni democraticamente elette, non a caso si parla di sussidiarietà orizzontale, di autonomie funzionali. E' in questa ottica, secondo me, che il Consiglio recupera una sua funzione, nella misura in cui trova strumenti per coinvolgere la società civile a definire regole e programmi rispetto appunto al suo futuro. E questo è competenza del Consiglio, poi, naturalmente, la concretizzazione e la puntuale attivazione delle decisioni spetta a chi ha responsabilità di governo, anche qui non solo governo istituzionale ma anche autonomie funzionali che la società si è data.
In questa ottica occorre anche ripensare a tutto il sistema delle partecipazioni. Ci sono partecipazioni chiaramente di livello esecutivo, ci sono partecipazioni che hanno funzioni istituzionali e quando noi affidiamo a società a cui partecipiamo funzioni istituzionali, il Consiglio deve essere in qualche maniera capace di assumere la sua responsabilità. Questo lo dico perché a volte anche nel dibattito che si è svolto all'interno della Prima Commissione sulle candidature si rischia di fare confusione. Una cosa è concorrere a certe indicazioni, una cosa è concorrere per esempio a indicazioni di società che svolgono funzioni che prima svolgeva la Regione in maniera diretta. Per esempio: l'amministratore unico in Veneto agricoltura lo ritengo un momento di sottrazione di funzioni istituzionali, perché non é pensabile che un'azienda, a cui vengono delegate funzioni istituzionali, possa essere governata mediante un amministratore unico, altrimenti non c'è quel momento di coinvolgimento del Consiglio su funzioni proprie - penso per esempio al tema dell'agricoltura - che devono vedere il Consiglio protagonista. Vedrei l'Ufficio di Presidenza continuare su questa attivazione, torno a ripetere, non di contrasto alle funzioni di Giunta, ma per recuperare appieno le funzioni che spettano a questa Assemblea.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Frigo.
La parola al Presidente Galan.
Giancarlo GALAN (Presidente della Giunta)
Voterò e mi asterrò su questa legge, e vi dico perché: la ritengo una legge sbagliata. Visto che nessuno ha il coraggio di dirlo, lo dico apertamente anche contro sessanta Consiglieri su sessantuno.
Perché lo faccio? Il consigliere Frigo l'ha capito benissimo, nelle sue volutamente torbide elocubrazioni, per intorbidire e nascondere quello che in effetti è: un'espropriazione dei poteri della Giunta.
Bravi, siete stati bravi, infatti con le persone più sincere del Centro-Sinistra ce lo si dice fuori dai corridoi. Bravi, perché tutto appare chiaro quando alla fine il consigliere Frigo arriva a sostenere che Veneto Agricoltura, per esempio, va riportata sotto il potere del Consiglio. Ma come, Veneto Agricoltura svolge funzioni della Giunta, è stata delegata a svolgere funzioni esecutive.
Non mi dilungo e mi fermo, ma è chiarissimo il disegno. Bravi, avete fatto un altro passo in quella direzione che il consigliere Frigo invita a perseguire per il futuro e cioè di espropriare sempre più poteri alla Giunta per riportarli in un Consiglio in cui la composizione è diversa.
E' un percorso molto lungo che c'è stato in tutti gli anni passati, un percorso che trae la sua origine, è evidente, dai tempi in cui un solo Partito, la Democrazia Cristiana, aveva la maggioranza assoluta dei Consiglieri ed allora forniva al Consiglio giustamente poteri più alti, più corretti, un potere di controllo e di intervento superiore, una possibilità all'Assemblea di un maggiore controllo; erano tempi diversi.
Non voglio approfondire il discorso, vi faccio i miei complimenti perché questa legge va in quella direzione, d'altra parte come potrebbe essere diversamente? Quando si leggono le funzioni: "..ha compiti di studio, di analisi, di monitoraggio sistematico", sono o non sono poteri della Giunta? Sono poteri programmatori della Giunta. "Formula al Consiglio regionale proposte di indirizzi e linee programmatiche in tema di strumenti e risorse a favore delle imprese", è un potere della Commissione? Una Commissione consiliare fa questo, però si mescolano insieme. Ripeto, bravi. La composizione rispecchia questo, non si dice, e poi sempre in queste occasioni si tace quando si dice: "Assicura i supporti tecnici ed amministrativi per lo svolgimento dell'attività", questo vuole dire: consulenze, vorrà dire studi, vorrà dire segretari e segreterie, vorrà dire uffici e quant'altro, ma tant'è. Bravi.
Sapete perché non voterò contrario? Uno contro 59 potrei anche farlo, ma non voto contrario perché mi ha convinto intanto la chiarezza del disegno - sul quale ho voluto dire una parola - esposto con torbida lucidità dal consigliere Frigo, e mi hanno convinto soprattutto le parole del consigliere Variati che, però, con un po' di coda di paglia, dice: "Stiamo facendo una malefatta. Aspetta – dice -, se la conduzione non funziona e non va bene la cassiamo".
Complimenti.
Non spero venga cassato, spero funzioni benissimo, spero di sbagliarmi in tutto questo, ma dubito. Dubito anche del fatto che possa venire cassata se un giorno non funzionerà, ma apprezzo il fatto che si ponga questa eventualità e che per la prima volta forse nella storia di una istituzione pubblica si riesce a sopprimere qualcosa di eventualmente inutile. Dico questo perché per sopprimere qualche ente inutile ci ho messo anche sei anni.
Per questi motivi, io che non mi sottraggo alle cose, chiedo a tutti di votare a favore e voterò astenuto anche perché resti a memoria quello che abbiamo detto non soltanto io ma anche il voto mio.
PRESIDENTE
Grazie, Presidente Galan.
La parola al consigliere Frigo.
Franco FRIGO (Uniti nell'Ulivo-La Margherita)
Presidente, mi scusi, ma il Presidente Galan è intervenuto ai sensi dell'articolo 64, comma 1?
Non come Presidente di Giunta, perché come tale non può.
PRESIDENTE
E' intervenuto in dichiarazione di voto.
Franco FRIGO (Uniti nell'Ulivo-La Margherita)
Quindi in dissenso dal suo Gruppo, era per capire.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Frigo.
Concluso il dibattito ed anche le dichiarazioni di voto, vorrei tranquillizzare il Presidente Galan che la proposta di legge presentata dall'Ufficio di Presidenza, è stata presentata in virtù e in rispetto dell'articolo 8 del nostro Statuto, dove si chiariscono i rispettivi ruoli.
A questo punto, pongo in votazione la legge nel suo complesso.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Proclamo l'esito della votazione: favorevoli 50, astenuti 2.
Il Consiglio approva.
Dopo aver dato sfogo alle nostre legittime pretese, passiamo al punto 4 all'ordine del giorno.
PUNTO
4 |
|
|
|
DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 23 MAGGIO 2002, n. 11 "DISCIPLINA DEL SETTORE FIERISTICO"" (PROGETTO DI LEGGE N. 25/2005) (discussione, esame ed approvazione)
Relazione della Terza Commissione consiliare.
"
La legge regionale del Veneto del 23 maggio 2002, n. 11 ha profondamente innovato la disciplina in materia di fiere, da un lato tenendo conto del dettato dell'articolo 117 della Costituzione (che in seguito alla riforma del titolo V parte seconda della Costituzione riconosce alle Regioni una potestà legislativa esclusiva in materia di fiere), dall'altro mutuando dalla legge n. 7/2001 ("Legge quadro sul settore fieristico") gli elementi di maggior valenza e positività.
La legge regionale n. 11/2002 attualmente in vigore, oltre ad aver semplificato notevolmente le procedure inerenti al settore fieristico (ad esempio in materia di concessione delle qualifiche di internazionale, nazionale e locale alle manifestazioni fieristiche) ha altresì conformato la normativa fieristica ai principi della libera circolazione dei servizi e della libertà di stabilimento sanciti negli articoli 59 e 52 del Trattato istitutivo della CEE, che vengono infatti espressamente richiamati nell'articolo 1 della legge.
In particolare, l'esigenza di rispettare scrupolosamente i principi comunitari è sorta successivamente alla sentenza 15 gennaio 2002 con cui la Corte di Giustizia europea, condannando la Repubblica Italiana per aver mantenuto in vigore delle norme contrastanti con i principi di cui agli articoli 52 e 59 del Trattato CEE, censurava, tra l'altro, l'articolo 7, l'articolo 8 paragrafo 1 lettera d), e l'articolo 6 paragrafo 1 lettere e) f) h) della legge regionale del Veneto 2 agosto 1988, n. 35 nella parte in cui veniva prescritto:
- un riconoscimento ufficiale per l'esercizio di attività di organizzatore di fiere da parte delle autorità regionali;
- l'intervento di autorità pubbliche od organismi locali nella designazione totale o parziale degli organi degli enti fieristici;
- l'assenza dello scopo di lucro dell'attività di organizzatore di fiere.
Successivamente alla pronuncia della Corte Europea, con legge regionale n. 11/2002 la Regione del Veneto ha eliminato completamente ogni previsione relativa all'intervento delle autorità locali nella designazione degli organi degli enti fieristici nonché quelle norme che imponevano l'assenza di scopo di lucro degli stessi enti ovvero un riconoscimento ufficiale dalle autorità italiane.
Ha invece mantenuto soltanto la previsione di una specifica autorizzazione amministrativa alle singole manifestazioni fieristiche, di carattere meramente organizzativo e indispensabile sia per la redazione del calendario fieristico che per la concessione della qualifica alle manifestazioni, binomio necessario a garantire la più completa tutela del consumatore e la trasparenza di mercato.
Nonostante il nuovo tenore del dettato normativo, i Servizi dell'Esecutivo comunitario hanno ritenuto di procedere ugualmente ad un'ulteriore fase della procedura d'infrazione contro la Repubblica Italiana. Con parere motivato pronunciato ex articolo 228 del Trattato in data 7 luglio 2004, la Commissione ha constatato che la Repubblica italiana non avrebbe adottato tutti i provvedimenti che era tenuta ad attuare per dare esecuzione alla sentenza 15 gennaio 2002 della Corte di Giustizia e ha censurato, inspiegabilmente, la legge regionale n. 11/2002 nella parte in cui (articolo 5, lettera c) punto 1) prescrive l'obbligo di "un'autorizzazione allo svolgimento delle attività fieristiche indistintamente per tutti i soggetti pubblici e privati appartenenti a paesi dell'Unione europea, senza alcun differenza tra gli operatori stabiliti in Italia e quelli insediati in altri stati membri dell'Unione europea ..." e quindi non sembrerebbe "tenere conto delle norme applicabili al prestatore di servizi nello Stato membro in cui è stabilito".
Allo stesso modo la Commissione ha censurato l'articolo 6 in combinato disposto con l'articolo 5 paragrafo 2) della legge regionale n. 11/2002 nella parte in cui esclude la possibilità di organizzare manifestazioni al di fuori dei calendari ufficiali stabiliti dalle autorità competenti.
In tale parere, la Commissione ha ritenuto sussistere tuttora alcuni profili di incompatibilità con il Trattato, ritenendo il "jus novum" ugualmente soggetto alle prescrizioni della pronuncia giurisdizionale nonostante, nel caso della legislazione veneta, la pronuncia della Corte neppure avesse citato l'articolo 10 dell'abrogata legge regionale n. 35/1988 (riguardante appunto l'autorizzazione allo svolgimento di manifestazioni fieristiche), laddove l'articolo 5 della vigente legge regionale riporta quasi testualmente le medesime prescrizioni.
Il parere coinvolge, con analoghe simmetriche motivazioni anche le leggi regionali delle Regioni Liguria, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Lombardia, nonché la normativa della Provincia Autonoma di Trento, a propria volta novative della precedente legislazione oggetto di pronuncia della Corte.
Poiché il parere della Commissione, prima della cui emanazione peraltro era stato presentato un documento di considerazioni in diritto n. 456333/49.08 in data 1° luglio 2004 da parte della Struttura regionale competente in materia, presentava elementi di ambiguità e comunque di non pacifica interpretabilità, si è tenuto un incontro il giorno 8 ottobre 2004 a cura del Ministero degli Affari Esteri – Direzione Generale per l'Integrazione Europea, presenti il Dipartimento per le Politiche Comunitarie, le Regioni e la Provincia interessate, nonché i Dirigenti della Commissione Europea al fine di dibattere tale problematica ed assumere una quanto più coerente e comune linea di azione fra gli Enti regionali e provinciali legiferanti.
In tale sede è stato ribadito dalla Commissione che le attività fieristiche non possono essere soggette ad un obbligo di autorizzazione, né in relazione all'operatore, né in merito al singolo evento fieristico. Pertanto occorre sostituire il sistema autorizzativo con diverse modalità quali la comunicazione o notificazione preventiva in seguito alla quale le autorità italiane possano intervenire, nei casi previsti dal Trattato CE, solo entro un congruo termine; in altre parole, il sistema della comunicazione o notificazione preventiva sembrerebbe più consono ai principi di libera prestazione di servizi e di libertà di stabilimento e, al tempo stesso, consente alla Pubblica Amministrazione di porre eventuali divieti o limiti purché espressamente previsti dall'articolo 46 del Trattato CE (motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza e di sanità pubblica), ovvero rispondenti a esigenze imperative conformi alla giurisprudenza della Corte europea, comunque commisurati e non eccessivi rispetto all'obiettivo perseguito.
In linea con tali considerazioni, peraltro sintetizzate con nota del Ministero degli Affari Esteri n. 468089 del 26 ottobre 2004, si ritiene che il presente progetto di legge possa senza dubbio portare ad un adeguamento della legislazione regionale veneta conforme alle indicazioni della Commissione senza che ciò comporti alcuna sostanziale modificazione alla struttura e alla forte valenza qualitativa che la legge regionale n. 11/2002 ha apportato nell'ambito del sistema fieristico veneto.
Ci si può ora addentrare nello specifico analizzando il disegno di legge regionale, comparandone i principali punti al quadro normativo di cui in premessa.
L'articolo 1 modifica e sostituisce l'articolo 3 della legge regionale 23 maggio 2002, n. 11 nella sola accezione formale di definire le manifestazioni non aventi natura di fiere, anziché di ritenere le medesime esenti dalla disciplina "autorizzatoria", in modo quindi di offrire una maggiore coerenza del testo con le successive modifiche.
L'articolo 2 sostituisce l'articolo 5 della legge regionale 23 maggio 2002, n. 11 , abrogando l'istituto dell'autorizzazione amministrativa, così aderendo pienamente a quanto richiesto dalla Commissione Europea.
L'articolo 3 sostituisce l'articolo 6 della legge regionale 23 maggio 2002, n. 11 , prevedendo che la redazione e la pubblicazione di un calendario fieristico non abbiano carattere ufficiale né costituivo bensì solamente promozionale.
L'articolo 4 modifica l'articolo 11 della legge regionale 23 maggio 2002, n. 11 nella parte in cui prevede sanzioni in caso in organizzazione o svolgimento di manifestazioni fieristiche senza autorizzazione, in quanto tale adempimento non è più prescrivibile.
La Terza Commissione, nella seduta del 14 luglio 2005 ha approvato, all'unanimità (presenti i rappresentanti dei gruppi Forza Italia, Lega Nord-Liga Veneta Padania, Alleanza Nazionale, Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro, Progetto Nordest, Comunisti Italiani, Uniti nell'Ulivo-La Margherita, Per il Veneto con Carraro), la proposta che ora si sottopone all'approvazione dell'Aula".
La parola al consigliere Cortelazzo.
Piergiorgio CORTELAZZO (A.N.)
Per rinfrescare la memoria ai nuovi Colleghi del Consiglio, questo è un provvedimento che era già stato licenziato dalla Commissione nella VII Legislatura. Sostanzialmente, è un adeguamento a richieste che fa la Comunità Europea su alcune particolari specifiche categorie e normative per quanto riguarda il sistema fieristico. In Commissione è stato discusso e realizzato il provvedimento, soprattutto per i nuovi membri della Terza Commissione, e si è giunti alla votazione unanime del provvedimento.
Volevo fare una precisazione in modo che non ci sia confusione, non solo per i Consiglieri ma anche per chi ci ascolta, ovvero questo provvedimento non ha nulla a che vedere con il provvedimento di nuovi poli fieristici o quello che può essere riferito al sistema fiera Verona, Padova o un polo del nord-est. Quello è un altro provvedimento che anche nella precedente Legislatura era stato sottoscritto trasversalmente, ormai superato, soprattutto per la questione padovana, però non va confuso con quel provvedimento.
Il voto è stato unanime, ribadisco, perciò chiedo venga votato articolo per articolo.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Cortelazzo.
La parola al consigliere Tiozzo.
Lucio TIOZZO (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
Così come il consigliere Cortelazzo ha esposto il provvedimento, siamo di fronte a un adeguamento di tipo tecnico sulla materia nel settore fieristico, e in Commissione anche il nostro Gruppo ha dato parere favorevole.
Possiamo dire che questa modifica viene in ritardo rispetto ai bisogni proprio tecnici di gestione di questo settore, però alla fine il provvedimento arriva. Riteniamo opportuno venga approvato rapidamente per permettere agli uffici e alle strutture regionali di poter lavorare con la dovuta tranquillità.
Però, se i Colleghi permettono, cerco anche di utilizzare questo spazio per fare una riflessione aggiuntiva su tutta la materia legata alla gestione fieristica della nostra Regione.
La vicenda di Padova Fiere ha dimostrato come su questo tema sia mancata una politica di gestione del settore. Non siamo riusciti a mettere in rete le varie realtà fieristiche della nostra Regione e, di fatto, secondo il mio punto di vista, abbiamo indebolito la capacità di proporre sui mercati nazionali e sui mercati internazionali i punti di eccellenza della nostra produzione.
Abbiamo registrato, e dobbiamo dirlo con grande chiarezza, l'assenza di un'azione politico istituzionale in grado di governare in maniera intelligente questo elemento importante della nostra Regione. Non a caso, reputo e sono convinto di questa posizione, che il sistema veneto in un contesto nazionale svolga un ruolo sicuramente marginale.
(Interruzione dall'Aula)
PRESIDENTE
Continuo a richiamare l'attenzione dei Consiglieri.
E' chiaro che qui si tratta di buona educazione alla quale non posso porre rimedio se non con metodi coercitivi.
Lucio TIOZZO (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
Ritornando sulle cose che stavo dicendo, svolgiamo un ruolo sicuramente marginale; marginale perché non abbiamo avuto la capacità di fare massa critica, di mettere in rete le potenzialità che esprimiamo a livello territoriale. Sicuramente, se avessimo lavorato per un polo fieristico veneto, addirittura dico un polo fieristico del nord-est, questa forse è la dimensione giusta se vogliamo mettere in campo uno dei grandi pezzi della trasformazione economica della nostra Regione e del nostro territorio.
L'invito che faccio è quello di sollecitare da una parte la Giunta, ma credo nel suo insieme il Consiglio e sicuramente anche il ruolo importante che può essere giocato dalla Terza Commissione consiliare, a che la Regione assuma un ruolo molto più forte, molto più determinato e qualificato su questa tematica. Credo ci sia ancora margine per recuperare il tempo perduto, serve anche su questa materia una guida politica forte che non c'è stata, dobbiamo dirlo con grande tranquillità, non c'è stata sulle materie generali dello sviluppo economico, non c'è stata in modo particolare su questa tematica.
Il Consiglio e la Giunta nei prossimi giorni non devono assolutamente trascurare questa tematica e la devono mettere all'interno di quel progetto generale, così come sta dentro la Conferenza che abbiamo proposto prima per quanto riguarda i temi dell'economia del lavoro; anche questo è uno dei tasselli di una ripresa, di un cambiamento dello sviluppo veneto necessario per vincere le sfide che abbiamo di fronte.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Tiozzo.
Se non vi sono altri interventi, passiamo all'articolato.
Pongo in votazione l'articolo
1.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Proclamo l'esito della votazione: favorevoli 45, astenuti 4.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo
2.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Proclamo l'esito della votazione:favorevoli 44, astenuti 5.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo
3.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Proclamo l'esito della votazione: favorevoli 46, astenuti 3.
Il Consiglio approva.
Pongo in votazione l'articolo
4.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Proclamo l'esito della votazione: favorevoli 44, astenuti 6.
Il Consiglio approva.
Passiamo alle dichiarazione di voto finali.
La parola al consigliere Frigo.
Franco FRIGO (Uniti nell'Ulivo-La Margherita)
Il consigliere Cortelazzo, relatore del progetto di legge, nel suo intervento diceva che questo non riguarda il polo fieristico unico veneto. Ricordo che il precedente Consiglio ha terminato la Legislatura con il tormentone - mi spiace che non ci sia il Presidente Galan, per cui potrebbe dire che sto torbidamente fieristicamente ragionando - della cessione ai francesi della Fiera di Padova; ed è partita con i francesi, hanno votato i consigli delle autonomie locali padovane. E anche lì Galan contro tutti, in quella degli enti locali, perché la Provincia retta, come sapete, dalla Casa delle Libertà ha votato conformemente, naturalmente in Provincia tutti, sempre per le stesse responsabilità che ha il Centro-Sinistra, siccome condivideva il progetto la Provincia ha votato a favore e il Consiglio è durato un'ora. In Comune, invece, il Consiglio è durato 10 ore, la Casa delle Libertà naturalmente ha votato contro, a proposito della responsabilità e del senso delle istituzioni. Occorre anche sempre sottolineare questo, ci ha richiamato il cardinale Scola all'indomani delle elezioni per dire che per il bene comune dobbiamo essere uniti, ed è bene sottolinearlo.
La questione del rilancio del sistema fieristico veneto, della tutela del sistema fieristico veneto è un tema che c'è. Non so chi ha la competenza delle fiere, ma speravo ci fosse un intervento per dire se su questo c'è qualche disegno, se la Giunta pensa di attivarsi.
Allora ero tra i presentatori del disegno nella passata Legislatura che mi pareva francamente fatto in situazioni di emergenza, mentre probabilmente ci vuole un ragionamento più completo.
Questo è un tema che chiaramente si ricollega anche alla questione precedente della economia in transizione. E' chiaro che il sistema fieristico è un elemento che può essere forza per il nostro sistema economico. Tutti abbiamo assistito al grande evento della nuova fiera di Milano e vorremmo capire se il Veneto ha qualche disegno da parte del Governo regionale, soprattutto da Galan che si era opposto alla questione di Padova.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Frigo.
La parola al consigliere Covi.
Carlo COVI (Misto)
Su questa questione mi sento in obbligo di intervenire nell'ambito delle dichiarazioni di voto e comunque per coerenza anche personale perché nel Consiglio comunale di Padova, al quale appartengo, come giustamente citava, il consigliere Frigo, si è dato spazio al mercato prima ancora che ad altro tipo di soluzioni che la Regione non aveva nel frattempo prospettato. Il senso è questo.
Questa legge che siamo chiamati a votare è una legge che va nella direzione non tanto di interferire nei mercati o nelle scelte e nelle opportunità dei mercati che nessuno, nemmeno il Centro-Sinistra, vuole pretendere, ma per dare quelle risposte che in altre occasioni il popolo, il Veneto pretendono di avere in primis dalle fiere. Non si può prescindere da una mondializzazione dei mercati e trascurare la fiera che per eccellenza rappresenta il polo attrattivo all'interno del quale i veneti o il mondo si confrontano in economica. Su questo punto credo e spero che nella prossima Legislatura questo Consiglio regionale e la Regione in genere invece che intercettare le singole soluzioni sulla fiera di Padova piuttosto che rincorrerle a Vicenza e a Verona che non preclude, non esclude, non ostacola il fatto che nell'ambito della mondializzazione dei mercati si possano avere soluzioni specifiche come quella di Padova per la quale ho votato favorevolmente.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Covi.
La parola al consigliere Laroni.
Nereo LARONI (Nuovo P.S.I.)
Condivido le preoccupazioni che sono state da più parti espresse circa un'attenzione forse insufficiente rispetto a questo tema. Se non vado errato in sede di presentazione di programma, nel documento che abbiamo esaminato non esiste un capitolo e se ricordo sempre bene non esiste neppure un passaggio che identifichi o possa consentire di identificare la strategia della Giunta in ordine a questo tipo di presenza economica fondamentale per la promozione dei nostri prodotti. Credo sia una lacuna che debba essere colmata e mi auguro sia colmata alla svelta grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Laroni.
La parola al consigliere Gallo.
Giovanni GALLO (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
Ribadisco la nostra approvazione rispetto ad un testo che adegua la normativa regionale a quella comunitaria. Però è l'occasione anche per dire al Presidente Galan che va bene il detto: parlare alla nuora perché suocera intenda, ma come dire che l'opposizione faccia il suo mestiere per riportare in Consiglio un ruolo che qualche volta è stato esautorato dalla Giunta regionale, è ovvio. Casomai il suo ragionamento sui torbidi va riferito alla maggioranza perché senza il voto favorevole dei Consiglieri della maggioranza quel provvedimento non sarebbe passato. Capisco che il Presidente Galan sia scontento con la sua maggioranza che ha votato con l'opposizione per l'istituzione di un organismo che però era previsto e che si doveva in ogni caso istituire, quindi non so dove voglia parare questa polemica del Presidente della Regione.
Capisco che è sicuramente insoddisfatto con la sua maggioranza, prendiamo atto.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Gallo.
La parola al consigliere Cortelazzo.
Piergiorgio CORTELAZZO (A.N.)
Esprimo il parere favorevole del Gruppo di Alleanza Nazionale al provvedimento.
Ribadisco che è meglio in questa occasione non affrontare il problema in generale del polo fieristico perché ci porterebbe probabilmente non a terminare il Consiglio tra cinque minuti, ma tra cinque ore e in tal caso ci sono le Commissioni competenti. Il progetto di legge, se riterremo di ripresentarlo, sarà esaminato per poi dopo poterlo portare in Aula. Sul discorso dell'ultimo intervento del consigliere Gallo rispetto a divergenze dal Presidente Galan e la sua maggioranza, è arrivato fuori tempo massimo, era il provvedimento di prima.
Con l'economia se vuole colleghiamo anche il parto di mia cugina dell'altro giorno, cerchiamo di rimanere quanto meno sul tema. Ribadisco, l'inizio di polemica su cosa è stato fatto e cosa non è stato fatto, sul settore fieristico; il provvedimento di oggi è un provvedimento esclusivamente tecnico che va a dare risposte in relazione alle richieste fatte alla Comunità Europea, per cui il voto è favorevole.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Cortelazzo.
Pongo in votazione il provvedimento.
E' aperta la votazione
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione
Proclamo l'esito della votazione: favorevoli 44, astenuti 6.
Il Consiglio approva
A questo punto sospendo i lavori della Seduta del Consiglio, come d'accordo alle ore 15.00 c'è la Conferenza per l'organizzazione dei lavori consiliari, alle ore 15.30 ripresa del Consiglio.
La Seduta viene sospesa alle ore 13.37
La Seduta riprende alle ore 15.44
Assume la Presidenza
Il Presidente Marino FINOZZI
PRESIDENTE
Riprendiamo i lavori.
PUNTO
5 |
|
|
|
LEGGE REGIONALE 7 APRILE 1994, n. 15 "INTERVENTI PER IL RECUPERO, LA CONSERVAZIONE E LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE DI ORIGINE VENETA NELL'ISTRIA E NELLA DALMAZIA". RIPARTO DEI CONTRIBUTI PER L'ANNO 2005. ARTICOLO 7, COMMA 1 (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 1) (deliberazione n. 37/2005)
Relazione della Sesta Commissione consiliare.
"La legge regionale 7 aprile 1994, n. 15 disciplina l'azione regionale rivolta alla promozione e alla valorizzazione di iniziative finalizzate al recupero, alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale di origine veneta nell'Istria e nella Dalmazia.
L'articolo 7 della suddetta legge dispone che la Giunta regionale formuli annualmente il programma di interventi per l'attuazione della legge, su proposta del Comitato permanente per la valorizzazione del patrimonio culturale veneto nell'Istria e nella Dalmazia e che tale programma sia presentato al Consiglio regionale per la relativa approvazione.
La Giunta regionale, con provvedimento n. 31/CR del 7 giugno 2005 ha fatto propria la proposta di programma di interventi per l'attuazione della nominata legge regionale n. 15/1994 relativamente all'anno 2005, adottata dal Comitato permanente per la valorizzazione del patrimonio culturale veneto nell'Istria e nella Dalmazia riunitosi a Venezia il giorno 26 ottobre 2005.
Il programma prevede l'assegnazione di contributi per iniziative finalizzate al recupero, alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale di origine veneta nell'Istria e nella Dalmazia per complessivi euro 343.400,00.
Il Comitato ha deciso inoltre che la rimanente quota di 156.600,00, prevista al capitolo 70020 "Interventi per il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale di origine veneta nell'Istria e nella Dalmazia" del bilancio regionale per l'esercizio finanziario 2005, sia riservata al finanziamento di iniziative individuate direttamente dalla Giunta regionale, da realizzare in partnership con istituzioni italiane, slovene e/o croate, rispondenti alle finalità della legge regionale n. 15/1994 e ritenute maggiormente meritevoli di attenzione da parte della Regione del Veneto.
Il provvedimento è stato quindi trasmesso, in ossequio al citato disposto di legge, al Consiglio regionale per la relativa approvazione.
Venendo ora alla disamina dell'iter che ha portato all'elaborazione del programma di cui trattasi e ai contenuti dello stesso, giova precisare che per la presentazione di proposte relative alle iniziative previste agli articoli 2, 3 e 4 della citata legge regionale n. 15 del 1994, formulate dai soggetti di cui all'articolo 1 della medesima legge, è stato indicato - come termine ultimo - quello del 30 settembre 2004, così come previsto all'art. 6 della medesima legge.
Sono pervenute alla Direzione regionale relazioni internazionali n. 45 richieste di contributo, di cui 2 oltre il termine stabilito e, pertanto, non sono state prese in considerazione.
Ciascuna proposta d'intervento è stata sintetizzata in una scheda (allegato n. A2), nella quale sono stati indicati:
l'articolo della L.R. n. 15/1994 cui l'intervento è riferito;
la data di trasmissione alla Direzione regionale relazioni internazionali;
il soggetto richiedente il contributo regionale;
l'oggetto dell'intervento proposto;
il costo complessivo dell'intervento (se precisato);
l'importo del contributo regionale richiesto (se indicato);
eventuali contributi regionali, erogati ai sensi della medesima legge e previsti nei Programmi degli anni precedenti.
Le 43 proposte pervenute entro i termini sono state quindi suddivise secondo le diverse tipologie d'intervento, come di seguito indicato.
Articolo 2 - Iniziative culturali, di ricerca e di informazione.
Sono pervenute n. 4 proposte, per un importo complessivo di € 168.000,00, relative a indagini, studi e ricerche (schede 1 - 4)
Articolo 3 - Iniziative nel campo della cooperazione
Sono state presentate n. 38 proposte, per un importo complessivo di € 2.697.476,78 così suddivise:
3a) interventi intesi a favorire lo sviluppo di centri ed attività culturali e d'istruzione per le comunità di lingua italiana
n. 8 proposte per un importo preventivato di € 134.795,00, (manca il costo preventivato di 1 proposta (schede 5 - 12);
3b) iniziative finalizzate all'identificazione, catalogazione, recupero e valorizzazione dei beni culturali di origine veneta
n. 17 proposte per un importo preventivato di € 2.360.080,74 (manca il costo preventivato di una proposta) (schede 13 - 29);
3c) pubblicazione e diffusione di informazioni culturali, socio-economiche e relative al patrimonio ambientale
n. 9 proposte per un importo preventivato di € 186.920,39 (manca il costo preventivato di due proposte; vi è, inoltre, una proposta atipica, in quanto trattasi della vendita di servizi editoriali) (schede 32-40)
Articolo 4 - Gemellaggi.
E' pervenuta una proposta per un importo di € 16.500,00 (scheda n. 43).
Il Comitato permanente di cui si è detto, ha proposto di ripartire la somma disponibile secondo gli indirizzi generali di seguito indicati;
escludere tutte le richieste di contributo relative ad iniziative che non siano rigorosamente aderenti al dettato della legge e/o trattino solo marginalmente ambito e finalità della stessa;
escludere i restauri suddivisi in più fasi, quando la fase precedente a quella proposta, già finanziata dalla Regione, non sia ancora stata ultimata;
escludere nuovi restauri proposti da soggetti che non abbiano ancora ultimato precedenti interventi in termini fissati dai provvedimenti di concessione;
escludere restauri non attinenti a beni di origine veneta, o nei quali il bene da restaurare non sia destinato ad utilità pubblica;
escludere l'esecuzione di progetti di massima, relativi a interventi di restauro che dovrebbero essere successivamente avviati, senza tuttavia prevederne i tempi e i modi;
finanziare, di norma, un solo intervento, qualora il medesimo soggetto ne abbia presentati più di uno della stessa tipologia o di tipologie differenti
escludere le richieste presentate da soggetti che abbiano ancora in corso iniziative non concluse relative ai programmi degli anni precedenti;
non ammettere a contributo, in linea di principio, le proposte non recanti tutte le informazioni espressamente richieste nel quinto capoverso dell'avviso pubblicato sul B.U.R. n. 80 del 13 agosto 2004.
Il Comitato inoltre, nella proposta fatta propria dalla Giunta regionale ed ora all'esame dell'Assemblea consiliare ha stabilito alcuni criteri indicativi in ordine ai limiti di contributo da concedere per le diverse tipologie di intervento in correlazione ad una determinata percentuale di spesa.
In base ai suddetti criteri è stata elaborata la proposta di ripartizione dei contributi regionali, contenuta nel provvedimento oggi in esame e della quale sono stati sintetizzati gli elementi caratterizzanti.
La Sesta Commissione consiliare, nella seduta del 6 luglio 2005, ha espresso all'unanimità parere favorevole al suddetto programma".
La parola al consigliere Laroni.
Nereo LARONI (Nuovo P.S.I
Grazierei i Colleghi di tutta la parte del dispositivo della deliberazione in quanto è contenuto nei documenti che avete in vostro possesso. Si tratta del riparto della somma di 343.400 euro e di un accantonamento di 156.600 euro ed è stato ripartito secondo le modalità previste dalla legge regionale n. 15 del '94. L'accantonamento, sulla base anche di quanto deciso dall'apposito comitato che esamina le diverse proposte, demanda alla Giunta l'individuazione di specifici progetti che possono corrispondere alle finalità della legge e che sono da realizzarsi in partnership con istituzioni italiane, slovene e croate rispondenti alla finalità della legge stessa. Troverete nella deliberazione ovviamente il riassunto delle domande pervenute e gli accantonamenti e i finanziamenti che sono stati accordati ai singoli progetti secondo una serie di criteri che il comitato stesso ha individuato e che rispondono ad una serie di esigenze che derivano dalla valutazione dell'esperienza della legge stessa.
Da questo punto di vista quindi non c'è praticamente alcuna novità in ordine alle modalità con cui vengono utilizzati questi fondi e tuttavia nel corso della discussione in Commissione sono emersi alcuni elementi e alcune valutazioni che io credo sia opportuno consegnare alla riflessione di questo Consiglio anche perché ci troviamo di fronte ad una legge che è stata concepita e votata undici anni fa in un contesto geopolitico completamente differente dall'attuale.
E se allora noi ci trovavamo a dare una sorta di risposta solidale ad una situazione di emergenza che aveva avuto manifestazioni cruente in tutto il territorio che è oggetto di questo provvedimento, oggi noi ci troviamo di fronte ad una situazione sostanzialmente normalizzata, almeno per quello che riguarda la Croazia e per quello che riguarda la Slovenia con governi che hanno, essi stessi, avuto una evoluzione positiva, penso dal passaggio all'epoca Tushman che pure è post divisione, ai due Governi che si sono succeduti e che hanno segnato un netto salto di qualità rispetto anche ai rapporti con l'Italia. Quindi si tratta di passare da un atteggiamento che allora era in qualche misura solidaristico, il caso vuole che in quello stesso anno in cui è stata votata questa legge io fossi relatore in Parlamento europeo sulla salvaguardia del patrimonio culturale europeo e decidemmo in Aula una apposita allocazione di fondi proprio per la salvaguardia del patrimonio veneto lungo la costa slovena e croata. Quindi c'era una sintonia che legava tutta l'Europa in una situazione di tipo emergenziale. Questa situazione fortunatamente non c'è più, anche se nell'area balcanica abbiamo, come noto, situazioni ancora di crisi e di difficoltà e soprattutto l'elemento innovativo di maggiore pregnanza è senza dubbio costituito dal fatto che uno dei due Paesi beneficiari di questa legge è ormai membro dell'Unione Europea. La Slovenia è entrata nell'Unione Europea e quindi si configura come partner che ha qualità differente rispetto alla situazione in cui questa legge fu concepita. Diverso è sicuramente il discorso per quello che riguarda la Croazia e tuttavia è esso stesso Paese candidato e quindi noi dobbiamo avere un'attitudine riferita verso questo traguardo che credo sia un traguardo auspicabile anche da parte nostra.
Ad oggi i soggetti che concorrono alle stesse finalità previste dalla legge che stiamo esaminando sono quindi diversi a cominciare dalla possibilità di utilizzare i programmi comunitari, sia quelli riferiti agli Stati membri, sia quelli riferiti agli Stati candidati.
Abbiamo poi i finanziamenti previsti da una serie di accordi che coinvolgono il Governo italiano e che vengono gestiti prevalentemente attraverso l'Università di Trieste, sia detto per inciso con qualche difficoltà con gli appositi comitati che stanno gestendo questa partita a Trieste e che non sempre hanno relazioni positive con le istituzioni slovene e croate. Abbiamo una legislazione regionale che è del Veneto, come questa di cui stiamo parlando, ma che è anche della Regione Friuli Venezia Giulia. Da questo punto di vista quindi credo sia necessario, e mi pare che la Commissione su questo avesse un orientamento comune, cominciare ad affrontare il tema di una redifinizione a livello legislativo che tenga conto di queste variabili che sono notevoli. Fortunatamente si sono sopiti gli elementi di revanscismo, di contrapposizione, di nazionalismo che spesso avevano inquinato o caratterizzato, a seconda dei punti di vista, le relazioni tra questi tre Paesi e del resto la visita del Presidente Ciampi di pochi mesi fa con l'inaugurazione del Centro Studi Storici di Rovigno alla presenza delle maggiori autorità croate ha formalizzato questo mutato clima, anche se bisogna dire la verità che anche in quella occasione c'è stato qualche piccolo episodio che testimonia un passato che speriamo sia giunto il momento di mettersi alle spalle. Quindi il recupero di quella che viene chiamata la civiltà della costa nell'eccezione prodeliana del termine, la civiltà delle città delle costa che ha caratteristiche sue proprie che sono e che si identificano soprattutto come caratteristiche di dialogo, di intreccio culturale, di sovrapposizioni e di reciproche influenze che superano la stessa contrapposizione etnica. Il recupero di questa civiltà e di questa cultura credo sia una acquisizione importante per valutare in termini regionali un tessuto che è tessuto unitario e che è stato lacerato nel passato dalla creazione di confini che spesso sono innaturali. Noi non possiamo dimenticare nel mentre diciamo queste cose che la Dragonia taglia la comunità italiana dell'Istria e della Dalmazia in due realtà e questo è sicuramente un fatto innaturale che noi dovremo superare, ma che forse sarà compiutamente superato solo nel momento in cui anche la Croazia sarà parte dell'Unione Europea come la Slovenia e quindi un'entità istituzionale superiore sarà in grado di diluire contrasti che sono contrasti che datano da un lungo periodo. Credo che uno dei criteri ispiratori di una rivisitazione di questa legge, di una sua riformulazione possa e debba essere anche quello di individuare delle specificità di intervento che siano connaturate alla natura delle istituzioni da cui promanano questi provvedimenti. Facciamo un esempio, questa è una forzatura in termini di analisi culturali, ma lo dico solo per comodità di ragionamento e perché possiamo capirci. La cosiddetta civiltà della costa di cui stiamo parlando è caratterizzata sostanzialmente da due capisaldi che sono anche riferimenti culturali storici: la città di Venezia, che è un caposaldo storico secolare e la città di Trieste. Ciascuno di questi due capisaldi ha anche delle diversificazioni a livello linguistico e fa anche riferimento a due epoche storiche abbastanza diverse che andrebbero considerate: quella della prevalenza dell'impero austro-ungarico e quindi della cultura middle europea che vedeva Trieste come uno dei centri e quello di cui parlavamo prima il riferimento più antico dell'influenza delle città di Venezia.
Quindi noi forse potremmo assumere anche il criterio di andare a privilegiare, ma lo dico in un rapporto che sia di coesione, cooperazione e collaborazione, ma articolato nella copertura di ruoli che siano tutti funzionali ad un unico disegno, potremmo individuare un rapporto con il Friuli in grado di far sì che copriamo la parte specificatamente veneta e Trieste e il Friuli la parte midlle europea per comodità di ragionamento. Di sicuro credo non si possa andare avanti con provvedimenti che sono non dico estemporanei, ma che sono anche l'espressione del grado di maturazione nei diversi contesti istriani o dalmati etc. di una sensibilità verso il recupero di una identità e delle Comuni radici. Se voi osservate il riparto che ci viene presentato oggi ma lo stesso si potrebbe dire per gli anni passati, ho dato un occhio e abbiamo tutti i progetti che sono riferiti a centri storici o a realtà che sono ubicate in Istria o nella Dalmazia settentrionale, sostanzialmente fino a Zara, tutta la parte meridionale. Pensiamo a Tataro, che per la verità aveva presentato un progetto per l'insegnamento della lingua italiana ma è stato escluso perché il provvedimento è arrivato fuori termine di legge. Invece abbiamo delle realtà, ancora minute, sicuramente gracili nella parte meridionale in cui l'identità veneta e veneziana è ancora molto forte e che credo meriti di essere rivitalizzata attraverso opportuni provvedimenti che siano in grado di esaltare e di recuperare il patrimonio culturale e di architettura che sicuramente c'è, ma anche le sopravvivenze di tipo linguistico. Ecco, quindi due indicazioni di lavoro sommessamente possono essere proposte a questo Consiglio: una, di assumere un maggiore coordinamento che anche come interlocutori soggetti istituzionali diversi, cioè i Governi di questi due Stati che sono nostri interlocutori, il Governo italiano, la Regione e il Friuli in una visione unitaria; la seconda, di un riparto di competenza anche che sia in grado di configurare un intervento completo, ripeto, all'interno di un disegno organico. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, Consigliere Laroni.
E' aperta la discussione generale.
La parola al consigliere Teso.
Moreno TESO (A.N.)
Presidente, intervengo non tanto sulla bontà della deliberazione, voglio assicurare che non è mia intenzione mettere in discussione il contributo che la Regione Veneto dà per il recupero del patrimonio culturale di origine veneta dell'Istria e della Dalmazia, ma sottoporre al Consiglio solo una problematica di cui sono stato investito, che è quella che spesso i soldi che diamo per il recupero del patrimonio dell'Istria e della Dalmazia vengono in qualche maniera spesi sì per il recupero, però vengono sottratti al recupero di quei simboli che sono della venezianità o della Serenissima. Faccio un esempio emblematico: il recupero della Torre dell'Orologio dell'isola di Cherso, per cui la Regione Veneto ha finanziato questo recupero con 60 milioni delle vecchie lire ancora anni addietro e dove ad oggi il Governo croato rifiuta di posizionare il Leone di San Marco che è stato donato dalla Regione Veneto per installarlo sulla Torre dell'Orologio che era presente sino a prima del '43; dopo il '43 è stato sostituito con una Stella Rossa.
Siccome questa è una problematica che secondo me tocca anche un po' lo spirito della legge, se recupero si deve fare del patrimonio Veneto e veneziano, si faccia nel pieno rispetto di quello che è il patrimonio veneto e veneziano. Una volta che sono approvati i progetti ci sia da parte della nazione oggi croata il rispetto di quei patrimoni.
Assessore, chiedo scusa se non le ho inviato la lettera per conoscenza, ma mi creda pensavo fosse una cosa che riguardava altri Assessorati. Non mi sono informato, la mia non era la volontà in qualche modo di mettere dei paletti o mettere degli ostacoli al lavoro della Giunta, era solo per dire: guardate che è pur vero che stanno entrando in Europa, è pur vero che le nostre minoranze sono ancora trattate come minoranze e che i segni di una italianità di quelle zone e di una ancora più lontana venezianità sono messe in forte discussione da questi governi. Allora facciamoci valere perché anche attraverso i contributi ci si possa far valere, meglio approviamo pure la delibera se serve, però i soldi diamoglieli una volta che si è tentato, se non altro, di risolvere questo problema. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Teso.
La parola al consigliere Franchetto.
Gustavo FRANCHETTO (Uniti nell'Ulivo–La Margherita)
Il mio intervento vale anche un po' come dichiarazione di voto nel senso che noi del Centro-Sinistra abbiamo votato a favore del provvedimento proposto dall'assessore Marialuisa Coppola, pure con alcune riserve e dubbi sulla applicazione corretta di questa legge.
Innanzitutto, abbiamo un po' tutti detto che la legge è buona ma è datata. Recupero un concetto espresso proprio perché dal '94 ad oggi sono avvenute molte cose, ci sono stati dei cambiamenti. Oggi c'è una comunità internazionale che annovera al suo interno anche Regioni o nazioni di quest'area della quale ci stiamo occupando. Ci sono effettivamente dei provvedimenti governativi, ci sono altre Regioni come il Friuli Venezia Giulia che operano analogamente a noi in quest'area. Però riteniamo che questa legge debba diventare, tant'è che, diciamolo subito ad alta voce, abbiamo proposto in Commissione di andare a fare un giro per prendere visione diretta in Istria e in Dalmazia degli effetti di questi provvedimenti. Diciamo che questa legge non può limitarsi al solo recupero del patrimonio culturale, deve servire anche a stabilire un rapporto stretto con le comunità degli italiani che sono numerose e che si trovano in ogni piccolo paese dell'Istria e anche della Dalmazia.
In Commissione, l'Assessore ha prodotto una relazione direi molto articolata e ricca, di questo le abbiamo dato atto nel corso della riunione, però in questa relazione comunque venivano dette due cose. La prima che la legge per molti anni è stata in qualche modo male applicata, vale a dire che gran parte dei soldi che venivano stanziati finivano in ricerche, studi e pubblicazioni, perciò andavano scarsamente a colpire il bersaglio, che era il bersaglio del recupero del patrimonio, patrimonio lasciato in gran parte dalla Repubblica Serenissima su queste terre; la seconda osservazione che faceva, diceva che ancora oggi di fronte a una legge aggiustata nel tempo, il 16% delle iniziative non raggiunge, però, un esito positivo. In qualche modo ecco era un dato che si riferiva al passato e non dava la possibilità di importare e di raggiungere quegli obiettivi che venivano fissati.
Assessore, però il neo rimane anche nel 2005. Perché nel 2005 dice che su 500 mila euro che abbiamo a disposizione, 350 mila li abbiamo impegnati finanziando le domande che sono arrivate e abbiamo un residuo di 150 mila euro, che è una cifra direi decisamente importante su un plafond di 500 mila, la cui destinazione è ancora da considerare o da individuare al punto che addirittura la visita della Commissione potrebbe suggerire anche degli interventi che oggi non appaiono evidenti a quella che può essere un'azione propria della Giunta.
Mi limito a dire che forse dobbiamo fare uno sforzo in questa fase proprio per allargare l'orizzonte, entrare in questo ambito di un maggior coordinamento tra Unione Europa, Regione Friuli e Governo italiano, per dare a questo territorio un'attenzione particolarissima perché è veramente la nostra porta che guarda ad est ed è una porta che è per molte ragioni e per molte vicende molto legata all'italianità ed essere la porta di casa, come dice il consigliere Laroni, perché tra l'altro abbiamo proprio gente nostra dentro questa porta.
Finisco con questa riflessione, perché è quella che più in qualche modo mi tocca ed è emersa sempre dalla sua relazione, ovvero vedere che riusciamo ad intervenire lì per recuperare aspetti culturali e patrimoniali, e sapere che numerose comunità italiane e venete, specie in Dalmazia, vivono in condizioni di miseria pesante, per cui non hanno neanche l'assistenza sanitaria e non hanno neppure le cure sanitarie, mi chiedo se non è il caso, proprio attraverso queste considerazioni e attraverso anche una visita che andremo a fare, di porci un problema di aggiustamento nei confronti di questa terra, dove va bene rimettere i Leoni della Repubblica Serenissima, recuperarli dai prati o dai campi dove sono stati abbandonati, riposizionarli e metterci sotto l'etichetta "Regione Veneto". Ma sapere che lì abbiamo delle comunità dei nostri che veramente fanno la fame, dovrebbe portarci a delle scelte, a delle decisioni, a degli aggiustamenti di tiro che renderebbero sicuramente più onorevole e onorato il nostro intervento in queste due terre importanti.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Franchetto.
La parola al consigliere Foggiato.
Mariangelo FOGGIATO (P.N.E.)
Il consigliere Teso ha anticipato ampiamente quelle che erano le mie intenzioni, ma volevo ricordare innanzitutto al collega Franchetto che i leoni di là non sono stati dimenticati nei prati, ma sono stati gelosamente custoditi e nascosti con grande amore e con grande passione dalle nostre comunità.
Non sono stati abbandonati da nessuno, sono stati costretti a nasconderli addirittura e ad affossarli in mare per più di cent'anni, ci sono storie che testimoniano di questo.
Ci asterremo su questo provvedimento, non tanto per la bontà del provvedimento, che ci vede chiaramente favorevoli al recupero, ma proprio per ciò che è stato detto finora.
Gli interventi erano originariamente previsti per la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale di origine veneta; quindi non è un contributo alla ricostruzione della Croazia, alla ricostruzione della Slovenia, è un contributo dovuto in quanto si conserva un'identità culturale e anche, perché no, sociale di quelle terre che non abbiamo mai smesso di considerare delle terre nostre, potrà sembrare una bestemmia ma è così, e soprattutto le considerano terre loro coloro che lì ci abitano, le comunità italiane.
Il grido di dolore che viene dal Presidente Nivio Toich della comunità italiana di Cherso, dice: "Avete finanziato con 60 milioni la ricostruzione della Torre dell'Orologio che è il massimo emblema di Cherso – chi avrà l'occasione di andarci in queste vacanze lo potrà vedere – e da quella torre è scomparso il Leone di pietra di più o meglio ancora dell'orologio". Orologi se ne trovano tanti, però orologi coniugati con il Leone di San Marco sono tipici e chiaramente indicatori di una comunità che lì si è insediata da secoli. Quel leone è stato restaurato qui, è stato ricostruito in terra veneta, è stato riportato lì per essere collocato, ma formalmente le autorità croate si sono rifiutate di collocarlo.
Siamo di fronte a più di una dimenticanza, siamo di fronte a una volontà sistematica, testimoniata da questo e da altro, di una pulizia etnica, di una bonifica della veneticità di quei luoghi che è sistematica, e questo aprirebbe delle altre considerazioni proprio alla vigilia di ingressi di Paesi che entrano in Europa dalla porta principale ai quali si stende il tappeto rosso, con i quali però ci si dimentica di regolare i conti della storia.
Concludo con questo: ci asterremo da questo provvedimento fintantoché in questo tipo di riparto, in questo tipo di soluzione non si troveranno gli strumenti per vincolare quella che era la destinazione originaria di questi fondi alla conservazione, ripeto, e valorizzazione del patrimonio culturale di origine veneta, non è un contributo alla ricostruzione di quei luoghi fine a se stesso, è un contributo in quanto coniugato con l'affermazione e la conservazione dell'identità veneta che giace da quelle parti.
Non vogliamo, non voglio e il nostro movimento che rappresento non vuole finanziare stelle rosse sui monumenti della Croazia, siano esse rosse, verdi, gialle o marroni, perché di questo si tratta.
Usare i soldi dei veneti per finanziare ciò che è contro, nettamente contro il Veneto e volutamente, scientificamente da tempo contro l'identità veneta e anche nazionale, se qualcuno ha a cuore questo, credo sia un controsenso, non solo politico ma anche di natura etica.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Foggiato.
La parola al consigliere Stival.
Daniele STIVAL (L.V.L.N.P.)
A me spetta intanto il piacere di ringraziare la Commissione per l'unanimità con cui ha licenziato il provvedimento, con tutte le note che poi abbiamo concordato fra tutti i Consiglieri e anche l'Assessore, spero che poi ci sia la possibilità dell'Assessore di parlare di quel particolare caso che non rientra nella distribuzione di fondi di questo parere e di questo riparto, per cui della specificità di quel particolare lasciamo poi alla Giunta il dovere di rispondere in merito.
Quello che volevo accennare e che in parte il consigliere Franchetto ha già detto, è che questa legge, che è del '94, ha avuto una visita da parte dei Consiglieri regionali solo nel '95, cioè per dieci anni il Consiglio regionale ha distribuito dei fondi ma non si è preoccupato insieme alla Giunta di verificare la bontà degli interventi. Ecco perché dalla Commissione è venuta fuori l'esigenza di fare una verifica di cosa in questi dieci anni si è fatto, anche perché alla luce del fatto che negli ultimi due riparti fatti nella passata Legislatura, più volte dalla maggioranza si era levata l'esigenza di dover fare o delle modifiche nella distribuzione dei fondi o delle modifiche nella legge stessa. Dopodiché, ovviamente, il tutto doveva e deve essere mirato al fatto che la legge, lo spirito della stessa era quello del recupero, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale di origine veneta, quindi non dobbiamo preoccuparci delle altre Regioni se non per collaborare e insistere meglio, ma soprattutto per quanto riguarda l'italianità che è un discorso forse che interessa più il livello e il comparto nazionale.
Per quanto riguarda gli interventi nostri, hanno l'esigenza di rispondere a quella che è stata la storia della nostra Repubblica, della Serenissima in quei luoghi che erano luoghi della Serenissima.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Stival.
La parola al consigliere Azzi.
Carlo Alberto AZZI (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
Quel giorno in cui c'è stata la discussione in Commissione ho dovuto assentarmi per andare in un'altra Commissione, quindi non appare il nostro parere, che comunque è favorevole con le sottolineature che ha fatto il consigliere Franchetto che ha ricordato prima e che noi riteniamo sia sicuramente rispettato quello spirito di una valorizzazione di quelle che sono le rappresentanze e le testimonianze della cultura della civiltà veneta che in quei luoghi hanno lasciato il segno e sono tuttora vivi tra la popolazione e quindi questi interventi riteniamo siano utili per continuare questi buoni rapporti di vicinato con le genti del posto e le nostre tradizioni venete.
In questo senso c'è il nostro voto favorevole.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Azzi.
E' chiusa la discussione generale, perciò passo la parola alla Giunta.
La parola all'assessore Marialuisa Coppola.
Ass.re Marialuisa COPPOLA
Innanzitutto volevo ringraziare la Commissione nella figura del suo Presidente e di quanti la compongono anche per il positivo confronto che abbiamo avuto in Commissione. Sicuramente non solo di stimolo, ma anche credo opportuno ed oggi il livello di discussione ne è sicuramente la testimonianza, in quanto questa è una delle leggi che come Regione Veneto credo possiamo veramente portare ad esempio anche per altre Regioni a noi contermini che sicuramente hanno in parte anche contribuito ad essere presenti in quelle zone una volta italiane, ma che sicuramente non hanno lo stesso apporto e ricevono lo stesso affetto non solo dalle comunità degli italiani ma anche da chi apprezza ancora oggi quei luoghi, non solo dal punto di vista turistico, ma soprattutto dal punto di vista culturale e storico.
Per chi non fa parte del Sesta Commissione, che quindi ha ascoltato oggi la discussione in Aula, non vorrei che il caso di Cherso diventasse il caso emblematico di come effettivamente vengono spesi i soldi della Regione Veneto laggiù. Assolutamente peraltro è un intervento di moltissimi anni fa, ancora della nostra prima Legislatura, abbiamo contribuito per il restauro della torre e non assolutamente per il restauro del leone, perché il leone è una copia, in realtà il leone di quella torre non c'è più ed è stato scelto di farne una copia poi da riporre nello stesso luogo dov'era.
Sicuramente abbiamo motivo di credere che ci fosse, perché poi le fotografie fanno da buona testimonianza, ma probabilmente il fatto che non sia un recupero, in qualche modo la valorizzazione di qualcosa che di patrimonio storico loro considerano tale, fosse stato il motivo del contendere. Questo verrà verificato, ma vorrei che Cherso non fosse la punta di spillo che in realtà nasconde, invece, un lavoro egregio che è stato fatto in questi anni.
La Commissione, è vero, è da più di dieci anni che non si reca in quei luoghi. In realtà la Giunta, però, io personalmente per due volte per due anni di fila, mi sono recata laggiù proprio per vedere i lavori degli anni passati ed anche perché vi erano numerose pratiche che fanno infatti riferimento a quel famoso 16% a cui faceva riferimento il consigliere Franchetto, quel 16% che nel complessivo portiamo come dato, onesto e trasparente, ma che dal 2000 al 2004 ovviamente non esiste più. E' un 16% che si riferisce a passate gestioni e che mi sembrava comunque opportuno raccontare e portare alla vostra attenzione in Commissione. Questo non deve assolutamente inficiare la bontà e il riscontro della nostra legge.
So che comunque ci siamo perfettamente capiti in Commissione. Condivido pienamente anche le osservazioni fatte sullo stato sociale nelle quali molto spesso le nostre comunità soprattutto in Dalmazia versano, in particolare le comunità di Spalato e di Zara, ma di Spalato in particolare, vivono veramente in condizioni di povertà.
Purtroppo, è anche vero che questa legge prevede il patrimonio, la valorizzazione, il recupero di quanto di storico, di artistico e culturale vi è laggiù, ma non prevede assolutamente interventi di carattere sociale. Quindi, abbiamo comunque provveduto in altro modo per riuscire ad avere la vicinanza dei veneti non solo della Regione Veneto, ma anche dei nostri concittadini a quelle popolazioni.
Per dare solo alcuni dati, tra il 2000 e il 2004 vi sono state trentatré iniziative non solo finanziate, ma che hanno avuto avvio, buona parte sono già state rendicontate e quindi quanto viene da un punto di vista artistico, ristrutturato e rivalorizzato, è monitorato passo, passo dal nostro Dipartimento relazioni internazionali.
Altrettanto vale per le iniziative che comunque prevedono che presso le nostre comunità si possa continuare a coltivare la lingua italiana e i nostri bambini possano continuare a frequentare gli asili di lingua italiana, che peraltro non sono frequentati solo dai bambini italiani, ma sono frequentati in buonissima parte anche da bambini di famiglie non italiane, che ben volentieri frequentano le nostre scuole.
Credo vada veramente sfatato il dubbio che si possa aver inviato questo denaro nel tempo senza sapere la sua destinazione e senza controllo. Anzi nella prossima missione che abbiamo concordato anche con la Commissione, andremo di persona a vedere come verranno collocate alcune targhe di plexiglass, in doppia lingua, che verranno apposte evidentemente nella misura e nella grandezza adatta accanto a tutte le opere che sono state nel tempo recuperate e ristrutturate con i fondi della nostra Regione.
Questo per dire quanto assolutamente sia stato veramente egregio il lavoro fatto in questi anni, anche perché una piccola somma qui può sembrare poca cosa, laggiù invece effettivamente riesce a recuperare moltissimo, si riesce a fare veramente molto.
A proposito di questo, poi, e concludo perché credo che buona parte dello spirito con cui abbiamo gestito questa legge sia stato ormai compreso, si possa sicuramente fare una rivalutazione di come sino ad oggi abbiamo utilizzato i fondi anche di questa legge, fermo restando che quei 150 mila euro del 2005, il comitato non ha ritenuto di doverli distribuire, perché comunque avendo cambiato i termini entro i quali si potevano presentare le domande, il 2004 e il 2005 si sono quasi accavallati nel tempo e lo spendere tutto sarebbe stato forzatamente un voler distribuire anche dove non avevamo avuto più di tanta richiesta.
Siccome negli ultimi due anni abbiamo raccolto anche su indicazione comunque del nostro Presidente il poter in qualche modo "adottare" delle opere importanti e poterle ristrutturare, quindi non solo i tanti interventi, piccoli e grandi, ma anche opere importanti, questo fondo di 150 mila euro servirà proprio perché anche in collaborazione evidentemente con il territorio, con quelle terre che ci segnalano le opere importanti da poter ristrutturare, vorremmo ancora una volta poterne adottare una. Ricordo e qui concludo che abbiamo recentemente riportato laggiù un trittico di Montona, un trittico ligneo che abbiamo ristrutturato qui a Venezia e poi riportato laggiù ed è stata anche l'occasione per formare alcuni ragazzi che nel contempo sono stati nostri ospiti e hanno imparato l'arte del restauro e sono in grado di poterlo fare nelle loro terre.
E' un modo se volete anche di poter fare una cooperazione allo sviluppo seria che dia loro la possibilità di valorizzare e di avere poi un'occupazione anche di una certa professionalità nelle loro terre. Concludo ringraziando ancora per il parere, comunque per il confronto positivo sia dell'Aula che della Commissione.
PRESIDENTE
Grazie, assessore Marialuisa Coppola.
Vi sono interventi per dichiarazione di voto?
Roberto CIAMBETTI (L.V.L.N.P.)
Preannunciando il voto favorevole della Lega Nord a questo provvedimento, volevo ritornare anch'io sul leone di Cherso. Probabilmente è un problema sorto nell'applicazione di questa legge, ma non facciamone il casus bellis per inficiare i risultati di questa legge.
Dal '98 sto seguendo il problema del leone di Cherso attraverso contatti locali, attraverso la stampa per la locale sovrintendenza ai beni architettonici, appunto, è successo questo inghippo che non permette la collocazione del leone sulla torre dell'orologio, per fortuna non c'è la stella rossa ma c'è il simbolo del comune di Cherso appunto sulla torre, ma non facciamone a causa sicuramente di qualche funzionario politicizzato un problema per l'applicazione della legge, affrontiamolo e cerchiamo di risolverlo, però appunto i risultati che ha dato questa legge, che probabilmente dovrà essere rettificata, calibrata, sono buoni risultati, le locali comunità, gli enti in cui sono presenti i nostri fratelli dalmati e istriani, aspettano questa legge e ne fanno un volano per tutta una serie di iniziative sia culturali e sia di carattere architettonico, di recupero di memoria storica che servono in luogo.
Noto con piacevole riscontro per esempio il contributo dato al lapidario di Zara per il recupero dei leoni che sono lì riposti e sono in condizioni pietose, quindi ricalibriamo la legge, rettifichiamola, ma continuiamo su questa strada perché i risultati ci sono stati e ci saranno.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Ciambetti.
Se non vi sono altre dichiarazioni di voto, attivate i badge.
Pongo in votazione la
PDA n. 1.
E' aperta la votazione.
(votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Proclamo l'esito della votazione: favorevoli 41, astenuti 2.
Il Consiglio approva.
PUNTO
6 |
|
|
|
ADEGUAMENTI STATUTARI DELLA SOCIETA' VENETO SVILUPPO S.P.A. AL D.LGS. 17 GENNAIO 2003, N. 6 E ALLA LEGGE REGIONALE 3 MAGGIO 1975, n. 47 , MODIFICATA DALLA LEGGE REGIONALE 20 NOVEMBRE 2003, n. 31 (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 2) (deliberazione n. 38/2005)
Relazione della Prima Commissione consiliare.
"Il primo statuto della Veneto Sviluppo, approvato dal Consiglio Regionale ai sensi dell'art. 1 della citata legge istitutiva, con provvedimento n. 97 del 12.02.1976 è stato successivamente modificato, con provvedimenti n. 795 del 14.07.1983 e n. 525 del 29.07.1987, al fine di adeguarlo alla modificata realtà del tessuto e delle relazioni interregionali e internazionali dell'economia veneta.
Lo stesso capitale sociale, inizialmente di lire 500 milioni, venne negli anni '80 elevato agli attuali 20 miliardi, cifra che ha raggiunto i 35 miliardi a seguito dell'aumento deliberato dall'Assemblea dei soci lo scorso 28.01.1999, ai sensi dell'art. 8 della L.R. 3 dicembre 1998, n. 29 . L'assemblea straordinaria del 30/4/2004 ha approvato, infine, l'aumento di capitale sociale da € 18.060.000,00 a € 23.942.400,00 (DGR n. 1131 del 23/4/2004), con un conferimento della Regione di € 3.000.000,00.
Con la modifica che si propone oggi si vuole dare attuazione alla legge regionale 20 novembre 2003, n. 31 , che modifica la legge regionale 3 maggio 1975, n. 47 , in particolare:
- il nuovo statuto si adegua alla normativa prevista dalla legge bancaria, che indirizza gli istituti di credito verso l'accorpamento delle partecipazioni finanziarie in una loro Holding. Pertanto si prevede la presenza di queste società nella compagine sociale di Veneto Sviluppo S.p.A.;
- si riconferma la funzione fondamentale della finanziaria Regionale che rimane, soprattutto, strumento della programmazione regionale. In particolare poi si prende atto delle attuali speciali esigenze delle imprese di far fronte alla competizione esistente non solo nel mercato nazionale, ma anche sui mercati esteri: e ciò non riguarda solo le imprese di maggiori dimensioni, ma (in relazione alle caratteristiche della struttura produttiva veneta) anche il sistema produttivo minore;
- si precisa, inoltre, che la società deve operare esclusivamente quale società di intermediazione finanziaria ai sensi del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385, che disciplina, tra l'altro l'esercizio di attività di intermediazione. Inoltre sono definite nel dettaglio le specifiche attività con le quali la Veneto Sviluppo S.p.A. perseguirà i suoi scopi, nell'ambito dei quali assumono un carattere di rilevanza strategica e di novità operativa il poter promuovere e svolgere attività finanziarie, che attuino programmi di intervento in favore di settori rientranti nella programmazione regionale, ed il poter assumere partecipazioni o costituire società ed organismi che realizzino direttamente o indirettamente gli obiettivi della programmazione economica regionale, anche in connessione con gli ambiti territoriali d'intervento;
- un'ulteriore importante novità introdotta dal nuovo statuto consiste nello stabilire che la Veneto Sviluppo svolgerà interventi a favore delle imprese ubicate nel territorio della Regione anche operanti all'estero ed anche a favore di imprese, con sede o stabilimento anche al di fuori del territorio regionale, alla condizione che ad esse partecipino in misura rilevante soggetti aventi stabile e prevalente organizzazione nel territorio regionale, o realizzino programmi di specifico interesse per il contesto socio economico regionale. A questo proposito nel corso della seduta di Commissione del 13 gennaio 2005, è stato approvato un emendamento all'art. 5 che prevede che, per quanto concerne gli interventi in ambito estero, la società dovrà operare in conformità alle direttive impartite dal Consiglio regionale nell'ambito della programmazione economica regionale. La Veneto Sviluppo S.p.A., con lettera del 17 gennaio 2005, ha condiviso nel merito la modifica proposta;
- si autorizza infine la Giunta Regionale ad approvare gli aumenti gratuiti di capitale sociale di Veneto Sviluppo S.p.A., da attuarsi con le forme e le modalità stabilite dal codice civile.
In relazione alla riforma del diritto societario (D.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6), entrata in vigore il 1 gennaio 2004, sono state apportate tutte le modifiche statutarie obbligatorie.
Relativamente alle modifiche non obbligatorie, è stata prevista la possibilità di costituire patrimoni destinati ad uno specifico affare ai sensi degli articoli 2447 bis e seguenti del codice civile, con deliberazione del consiglio di amministrazione.
E' stato previsto, inoltre, che, qualora l'assemblea non disponga che il controllo contabile sulla società sia esercitato da un revisore contabile o da una società di revisione iscritti nel registro istituito presso il Ministero della Giustizia, il controllo stesso sarà esercitato dal collegio sindacale e che, in tal caso, lo stesso dovrà essere costituito da revisori contabili iscritti nel registro istituito presso il Ministero della Giustizia.
Nel corso del dibattito in Prima Commissione è emersa l'urgenza di approvare il suddetto provvedimento per permettere a Veneto Sviluppo di gestire il Progetto Interreg Italia-Balcani "ARCO". Veneto Sviluppo dovrà infatti gestire un fondo di controgaranzia per conto anche di imprese di regioni italiane che si affacciano sull'Adriatico e che vogliono investire nei Balcani. Si tratta di un fondo di 6 milioni di euro che si rischia di perdere se le suddette modifiche non vengono approvate in tempi ristretti.
La Prima Commissione consiliare, nella seduta del 19 luglio scorso, ha approvato a maggioranza la proposta di modifica dello Statuto della Società Veneto Sviluppo S.p.A., oggi al vostro esame, con i voti favorevoli dei colleghi dei gruppi consiliari FI, AN, Nuovo PSI, UDC, LV-LN-P; ha espresso voto contrario il collega del gruppo consiliare di Rifondazione Comunista, mentre si sono astenuti i colleghi dei gruppi consiliari Uniti nell'Ulivo-DS, Gruppo Misto, Uniti nell'Ulivo-La Margherita".
La parola al consigliere Grazia.
Raffaele GRAZIA (F.I.)
Innanzitutto vorrei precisare che questa proposta di deliberazione amministrativa è attuativa della legge 31/2003, che è la legge di modifica della legge istitutiva di Veneto Sviluppo. In questo provvedimento ci sono degli adeguamenti giuridici legati all'adeguamento alla normativa prevista dalla legislazione bancaria, oltre che ad adeguamenti alle nuove norme del diritto societario. Oltre a queste modifiche, in questa modifica statutaria si conferma quello che è un ruolo di questa società strumentale della Regione e cioè si individua in Veneto Sviluppo una società che, se vogliamo, è uno strumento migliore della programmazione regionale.
Si prevede soprattutto un cambiamento che ha relazione con i cambiamenti che stiamo vivendo anche per quanto riguarda le dinamiche economiche del contesto delle imprese venete e per cercare di favorire appunto una capacità di competizione diversa da parte del nostro sistema produttivo, e quando parlo del nostro sistema produttivo mi riferisco in particolare alla miriade di aziende medio, o medio piccole. Su questo aspetto vorrei anche evidenziare ciò che a mio avviso in maniera molto corretta è stato proposto ancora nella scorsa Legislatura come emendamento, in maniera particolare all'articolo 5 del testo che viene oggi sottoposto a questo Consiglio e che riguarda la capacità, o meglio la possibilità di operare anche al di fuori del contesto regionale del Veneto, al di fuori del contesto nazionale, ma con una attenzione particolare alla quale deve sovrintendere questo Consiglio regionale. In maniera particolare mi riferisco al comma 2 dell'articolo 5, che è stato inserito in sede di deliberazione della Prima Commissione consiliare ancora nella passata Legislatura e che fa riferimento appunto a un aspetto già sollevato tra l'altro nelle discussioni sostenute in questo Consiglio regionale rispetto al tema della delocalizzazione, ovvero la preoccupazione che esiste nell'andare in qualche maniera ad aiutare chi vuole depauperare il tessuto produttivo veneto.
Qui c'è un preciso richiamo a questo aspetto, quindi tutelante per il contesto regionale ed anche per questo Consiglio, che fa riferimento al fatto che la società dovrà operare comunque in conformità alle direttive impartite dal Consiglio regionale nell'ambito della programmazione economica regionale. Oltre a questo aspetto, che forse è quello più significativo e importante, si prende anche atto, o meglio si definisce ancora più correttamente il fatto che Veneto Sviluppo deve operare esclusivamente quale società di intermediazione finanziaria. E' un provvedimento che è stato, come dicevo prima, appunto valutato in maniera accurata, anche grazie alla direzione regionale specifica e alla direzione della società, quindi un provvedimento che proponiamo all'Aula in questi termini con una capacità che c'è stata anche di condivisione su questo percorso.
Ci tengo a precisare che abbiamo anche cercato di velocizzarlo. La delibera di Giunta era del 28 giugno, per un aspetto non insignificante, nel senso che Veneto Sviluppo è stata chiamata a gestire un progetto Interreg chiamato Arco Italia-Balcani, e questo progetto prevede la disponibilità di 6 milioni di euro. Perciò ritenevamo opportuno di dare modo alla società di avere approvata la modifica statutaria anche per poter andare a gestire questa nuova progettualità.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Grazia.
E' aperta la discussione generale.
La parola al consigliere Marchese.
Giampietro MARCHESE (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
Il provvedimento che è stato ripresentato e, come diceva, il consigliere Grazia, velocizzato in Commissione, riguarda sia delle modifiche che attengono alla legge bancaria e alle nuove modifiche previste nella nuova legge sulle società di capitali per adeguarla, ed è vero che si è affrontato il problema della delocalizzazione nell'articolo 5, credo in maniera abbastanza chiara, se qualcuno vorrà poi nelle pieghe trovare altre vie per finanziare al di fuori delle direttive impartite dal Consiglio le imprese che operano all'estero, anche se ai funzionari e ai dirigenti che sono venuti in Commissione la domanda l'abbiamo posta in maniera abbastanza diretta per capire se poi, invece, con fondi propri non si potesse bypassare questo comma aggiuntivo che abbiamo voluto nell'articolo 5.
Rimane, però, ancora per aria il rapporto del flusso di informazioni che i Consiglieri possono chiedere a queste società che dentro allo Statuto non è stato inserito e che noi nella nostra legge istitutiva della Veneto Sviluppo non abbiamo meglio chiarito. A cosa mi riferisco? Voglio fare l'esempio concreto così ci capiamo bene. E' un tema che abbiamo affrontato lungamente anche nella discussione che abbiamo fatto nel primo tentativo di stesura dello Statuto, al quale non avevamo ancora dato una soluzione completa perché la legge sulle società non è particolarmente chiara, ma trattandosi di Veneto Sviluppo di una società partecipata al 51%, quindi a maggioranza dalla Regione, credo che questo nostro debba in qualche maniera essere scelto.
Veneto Sviluppo è titolare - così si dice, io ho dei dubbi - delle quote SAVE aeroporto di Venezia. La società Veneto Sviluppo, nel 2004, ha costituito con altri partner una società di capitali in cui ha immesso le quote SAVE con dei patti che prevedono che entro due anni, a prezzo definito, la Regione le possa cedere.
Ora, siccome le quote di partecipazione della Regione, io sostengo le quote SAVE, siano della Regione Veneto e non di Veneto Sviluppo, altrimenti non potrebbe essere stata costituita la partecipazione originaria come la legge inizialmente diceva, ma ho voluto ricordare questo episodio per dire che quando abbiamo chiesto l'audizione in Commissione al Presidente e quando abbiamo chiesto che ci venisse fornita la documentazione con relativi patti sociali di questa nuova società che incorporava le quote SAVE, non c'è stata data alcuna risposta. Resta quindi un buco nero sul fatto di come questo Consiglio possa conoscere atti importanti che Veneto Sviluppo fa, ma non solo Veneto Sviluppo, Veneto Sviluppo e tutte le altre società partecipate dalla Regione in ordine ad operazioni anche di una certa importanza che, come voi ben potete capire, mettono o possono mettere in discussione grossi pacchetti azionari e quindi cambiare il volto del governo di alcune società.
Nello Statuto non c'è ovviamente traccia sulla possibilità da parte dei Consiglieri di chiedere la documentazione e di averla, non c'è ovviamente nell'atto istitutivo con cui la Regione ha costituito Veneto Sviluppo, rimane un buco e per questo ci asteniamo su questo provvedimento, su questa modifica, pur condividendone alcune parti, perché crediamo che ai Consiglieri debba essere data la possibilità di poter accedere o richiedere gli atti, a me non interessa la forma, non mi interessa il fatto che il Consigliere direttamente li possa acquisire, se il percorso è un altro, purché il Consigliere possa entrare in possesso delle informazioni di cui ha bisogno in tutte le partecipate e le controllate della Regione Veneto. Diversamente questo Consiglio rischia di continuare ad essere all'oscuro di quelle che sono movimentazioni di grossi pacchetti azionari che hanno e determinano, ovviamente, in un senso positivo o negativo a seconda dei punti di vista, di cambiamento di dinamiche economiche del nostro territorio. E se queste poi appartengono alla proprietà, alla capacità di questo Consiglio, capite che ancor di più è come essere oscurati completamente da qualsiasi tipo di conoscenza diretta su ciò che avviene all'interno di queste società partecipate.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Marchese.
Vi sono altri interventi?.. No.
Ricordo che le variazioni allo Statuto avvengono attraverso una sola votazione, quindi con la votazione andremo ad approvare la deliberazione con la quale si va a modificare lo Statuto.
Pongo in votazione la modifica dello Statuto
PDA n. 2.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Proclamo l'esito della votazione: favorevoli 29, astenuti 15.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7 |
|
|
|
PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE RELATIVA A "COMUNITÀ DEL DELTA DEL PO". DICHIARAZIONE DI AMMISSIBILITA' (deliberazione n. 39/2005)
Relazione dell'Ufficio di Presidenza.
"In merito alla proposta di legge di iniziativa popolare, di cui all'oggetto, si riferisce che non esistono motivi di carattere formale o sostanziale per denegarne l'ammissibilità agli effetti previsti al secondo comma dell'articolo 6 della legge regionale 12 gennaio 1973, n. 1 .
Per quanto riguarda il profilo sostanziale, la proposta in oggetto non rientra nelle materie bilancio, tributi, piani e programmi regionali, per le quali l'articolo 2 della legge regionale n. 1/1973 inibisce l'iniziativa legislativa popolare, in quanto riguarda il miglioramento dei livelli di benessere sociale, culturale ed economico della popolazione del Delta del Po.
Per quanto concerne il profilo formale, i controlli effettuati hanno dato il seguente esito:
1) il testo del progetto è redatto in articoli ed accompagnato da una relazione che ne illustra contenuto e finalità;
2) la proposta risulta validamente sottoscritta da oltre 5.000 elettori iscritti nelle liste elettorali dei Comuni della Regione;
3) le firme di cui al punto 2) sono state raccolte in appositi moduli, vidimati e datati, riportanti il testo integrale della proposta, nonché le generalità del presentatore ufficiale e dei suoi sostituti;
4) accanto a ciascuna delle firme di cui al punto 2) sono indicati i dati prescritti dall'articolo 4, terzo comma della legge regionale n. 1/1973 ;
5) le firme di cui al punto 2 risultano autenticate nelle forme di legge e corredate dei certificati di iscrizione dei sottoscrittori nelle liste elettorali.
Si propone pertanto al Consiglio regionale di pronunciarsi positivamente sull'ammissibilità della proposta di legge.";
"In merito alla proposta di legge di iniziativa popolare, di cui all'oggetto, si riferisce che non esistono motivi di carattere formale o sostanziale per denegarne l'ammissibilità agli effetti previsti al secondo comma dell'articolo 6 della legge regionale 12 gennaio 1973, n. 1 .
Per quanto riguarda il profilo sostanziale, la proposta in oggetto non rientra nelle materie bilancio, tributi, piani e programmi regionali, per le quali l'articolo 2 della legge regionale n. 1/1973 inibisce l'iniziativa legislativa popolare, in quanto riguarda il miglioramento dei livelli di benessere sociale, culturale ed economico della popolazione del Delta del Po.
Per quanto concerne il profilo formale, i controlli effettuati hanno dato il seguente esito:
1) il testo del progetto è redatto in articoli ed accompagnato da una relazione che ne illustra contenuto e finalità;
2) la proposta risulta validamente sottoscritta da oltre 5.000 elettori iscritti nelle liste elettorali dei Comuni della Regione;
3) le firme di cui al punto 2) sono state raccolte in appositi moduli, vidimati e datati, riportanti il testo integrale della proposta, nonché le generalità del presentatore ufficiale e dei suoi sostituti;
4) accanto a ciascuna delle firme di cui al punto 2) sono indicati i dati prescritti dall'articolo 4, terzo comma della legge regionale n. 1/1973 ;
5) le firme di cui al punto 2 risultano autenticate nelle forme di legge e corredate dei certificati di iscrizione dei sottoscrittori nelle liste elettorali.
Si propone pertanto al Consiglio regionale di pronunciarsi positivamente sull'ammissibilità della proposta di legge.";
Ricordo che qui si va a votare la dichiarazione di ammissibilità, quindi non si va a votare il contenuto, ma solo l'ammissibilità, il tutto poi passerà alle competenti Commissioni.
E' aperta la discussione.
Se non ci sono interventi, pongo in votazione il
punto 7 all'ordine del giorno.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Proclamo l'esito della votazione: favorevoli 37, astenuti 8.
Il Consiglio approva.
INVERSIONE ALL'ORDINE DEL GIORNO
La parola al consigliere Sernagiotto.
Remo SERNAGIOTTO (F.I.)
Signor Presidente, chiedo una inversione all'ordine del giorno: abbiamo approvato il punto 7, chiedo l'inversione dei punti 11, 12, 14 e 13.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Sernagiotto.
La parola al consigliere Frigo.
Franco FRIGO (Uniti nell'Ulivo-La Margherita)
C'era anche l'impegno domani di affrontare le interrogazioni se c'era l'Assessore al ramo, quelle iscritte, e poi c'è una Risoluzione che riguarda la Provincia di Belluno che chiediamo di iscrivere dopo l'istituzione delle Commissioni speciali, è d'accordo anche il consigliere Bond, quindi ad integrazione della proposta del consigliere Sernagiotto.
Volevo anche dire che non ci piace iniziare il Consiglio regionale rinviando le nomine, perché la proposta del consigliere Sernagiotto è un rinvio delle nomine, vorrei che fossimo un po' più rigorosi in questa VIII Legislatura.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Frigo.
Quindi, la Risoluzione andrebbe inserita prima del punto 13 all'ordine del giorno.
Se non ci sono pareri contrari riguardo all'ultima precisazione fatta dal consigliere Frigo, pongo in votazione la richiesta di inversione all'ordine del giorno del consigliere Sernagiotto, integrata dal consigliere Frigo.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
Il Consiglio approva.
PUNTO
11 |
|
|
|
PROPOSTA DI CONFERIMENTO INCARICHI A SEGRETARIO GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE E SEGRETARI REGIONALI (STATUTO REGIONALE ARTICOLI NN. 49 E 52) (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6)
Relazione della Prima Commissione consiliare.
"La Prima Commissione consiliare ha esaminato in data 26 luglio 2005 la proposta presentata dalla Giunta regionale, giusta deliberazione n. 62 /CR del 19 luglio 2005, relativa all'affidamento degli incarichi di direzione della Segreteria Generale della Programmazione, delle Segreterie regionali.
Nella stessa seduta prima di prendere in esame il provvedimento, la Commissione aveva espresso a maggioranza parere alla Giunta regionale riguardo all'individuazione delle aree alle quali corrisponde ciascuna segreteria , ai sensi dell'art. 7 comma 1 della legge regionale 10 gennaio 1997, n. 1 .
Sono state appunto individuate 9 Segreterie regionali più la Segreteria Generale per la programmazione alle quali corrisponde un'area di coordinamento.
La Commissione ha altresì successivamente verificato la conformità delle candidature ai disposti di legge e ha preso atto dei curricula presentati ed allegati alla succitata deliberazione.
La Commissione ha approvato, per l'inoltro in quest'Aula, tale proposta a maggioranza, con i voti favorevoli dei gruppi consiliari FI, AN, LV-LN-P, Nuovo PSI, UDC, Uniti nell'Ulivo-DS, Uniti nell'Ulivo-La Margherita, Misto, Per il Veneto con Carraro mentre si sono astenuti i rappresentanti dei gruppi consiliari Progetto Nordest, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani".
La parola al consigliere Grazia.
Raffaele GRAZIA (F.I.)
Con questa proposta abbiamo sostanzialmente il modo di dare una organizzazione alla struttura regionale e iniziare un percorso di lavoro anche da parte della Giunta.
Come sapete, le nomine dei Segretari sono nomine che appartengono a una proposta della Giunta regionale, ma che poi prevedono l'approvazione da parte del Consiglio regionale, perché così è prescritto dalla legge 1/97. A dire la verità, non vorrei ricordare come questo tema è un tema sempre interessante sotto l'aspetto del Consiglio perché, oggettivamente, rispetto a questo fatto anche nella discussione che c'è stata per l'elaborazione dello Statuto uno dei temi rilevanti di confronto era proprio legato a questo fatto, a queste figure particolari della struttura regionale così come individuate dalla legge 1.
Rispetto a ciò che è stato presentato, vorrei sostanzialmente dividere l'ambito in due punti: un primo punto che riguarda il tema delle aree, dove la Commissione ha voluto evidenziare la concentrazione soprattutto in alcune aree e quindi una responsabilità gravosa da parte di qualche segretario, che non ci è stata correttamente spiegata in sede di Commissione. In maniera particolare si sono evidenziate alcune difficoltà anche da parte nostra di interpretazione rispetto alla Segreteria regionale del territorio, così come la concentrazione dell'area attività produttive e istruzione, formazione e lavoro. Rispetto a questo mi pare che anche in sede di votazione si sono espresse delle posizioni diverse all'interno della Commissione.
Diversamente, per quanto riguarda l'individuazione dei segretari mi pare che la Commissione abbia espresso un giudizio positivo, nel senso che la Giunta ha deciso di sottoporre al Consiglio persone strettamente inserite all'interno dell'Amministrazione regionale e io credo che questo rappresenti un valore aggiunto, perché effettivamente per chi ha una esperienza all'interno della macchina regionale diventa molto più semplice poter poi governare strutture comunque complesse, e credo che su questo possiamo tranquillamente esprimere delle positività. C'è stata una scelta che ci è arrivata non espressamente dell'istituzione regionale, ma comunque di una persona che abbiamo avuto tutti la capacità e la possibilità di apprezzare nel suo lavoro di direttore di una società partecipata al 51% dalla Regione, quindi sostanzialmente sempre in stretta relazione anche con la Giunta regionale da una parte, ma anche con il Consiglio. Guarda caso abbiamo appena approvato la modifica statutaria che riguarda Veneto sviluppo, per cui una persona conosciuta.
Mi pare che dai lavori della Commissione si sia espressa sostanzialmente sui nomi una positività di vedute che ha raccolto un consenso allargato, non esclusivamente quello della maggioranza.
Mi permetto di chiudere questa breve presentazione sollecitando la Giunta, anche se non vedo l'Assessore al personale, a riflettere seriamente, perché la ritengo una necessità, una modifica della legge 1/97. Colgo l'occasione, anche se non è il tema specifico, ma visto che i segretari sono eletti in base alla legge 1, perché oggi l'organizzazione regionale, secondo me, ha bisogno di qualche modello organizzativo forse un po' diverso. So che la Giunta recentemente ha iniziato anche una elaborazione non tanto di modifica della legge 1, ma pensando comunque ad un funzionalità nuova e diversa.
Inviterei ad una riflessione su questo, ma anche ad una capacità di condivisione con il Consiglio di eventuali scelte che la Giunta vuole sottoporre al Consiglio in merito all'organizzazione regionale.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Grazia.
Ha chiesto la parola il consigliere Frigo; ne ha facoltà.
Franco FRIGO (Uniti nell'Ulivo-La Margherita)
Questo è un argomento che discende da una impostazione che i padri costituenti della Regione hanno voluto dare in maniera particolare, riservando una funzione che di norma è dell'esecutivo, all'assemblea. Questo giusto per continuare la riflessione di questa mattina, e mi piacerebbe che il Presidente su questo intervenisse non magari addebitando torbide argomentazioni, io credo di avere detto le cose in maniera esplicita come purtroppo è a volte un mio difetto rispetto magari a ragionamenti meno evidenti, e vorrei che anche su questo non ci fosse il convincimento che c'è del torbido nel ragionare, poi si può non condividere naturalmente.
Dicevo, nel lontano 1970 qualsiasi atto della Pubblica amministrazione doveva essere firmato dalla rappresentante dell'istituzione. Ed allora se avessero applicato quella norma che valeva per gli enti locali avrebbero avuto.. un Presidente di Regione adesso dovrebbe firmare almeno mille atti al giorno, 500, forse mille è un po' troppo.
La riforma delle Autonomie locali non andò molto oltre a questo tipo di impostazione, la vera riforma avvenne con Bassanini, il quale diede responsabilità esterna di rappresentanza ai dirigenti delle istituzioni. Perché è giusto ricordare, perché quando si parla di sburocratizzazione e si demonizza magari Bassanini solo perché nessuno poi in questa maggioranza di governo è stato capace di fare meglio, se non in attesa naturalmente della devolution, una litania che sentiamo ripetere continuamente. Allora, la Regione Veneto anticipando Bassanini diede rappresentanza esterna dell'istituzione regionale..
PRESIDENTE
Mi scusi, consigliere Frigo, faccio ancora appello all'educazione e al senso civico dei suoi Colleghi, sia per quanto riguarda l'uso dei telefonini sia per quanto riguarda la possibilità di fare conversazione fuori dall'Aula. Se fosse possibile, chi deve fare conversazione, è pregato di spostarsi nella saletta adiacente dove ci sono comodissimi divani.
Continui, consigliere Frigo.
Franco FRIGO (Uniti nell'Ulivo-La Margherita)
La Regione Veneto, anticipando, diede rappresentanza esterna ai dirigenti regionali e ritenne che questa rappresentanza dovesse avere l'investitura del Consiglio regionale. E' una lezione che andrebbe approfondita, probabilmente, non solo dal punto di vista dello studio, ma anche da tanti altri punti di vista.
Quindi, ci troviamo con questa delibera, che non so se avranno i nostri successori dopo l'approvazione dello Statuto, temo che probabilmente sarà difficile mantenere questa impostazione, quindi ci troviamo a fare una delibera sostanzialmente perché non abbiamo fatto il nuovo Statuto, grosso modo.
Ma venendo al merito della questione è chiaro che un argomento del genere ci imporrebbe, prima di passare alle nomine, un ragionamento su tutta l'organizzazione regionale, sulla sua razionalità ed efficienza. Qualcuno stamattina non accettava l'idea che quando facciamo società partecipate con funzioni della Regione, beh, qualcosa il Consiglio potrebbe riservarsi. Per esempio, noi avevamo come Consiglio regionale una rivista che è stata fatta fino al 1995, più o meno, non è più uscita per risparmiare, per evitare spese si è detto: è giusto fare a meno della rivista che tutto sommato dice quanto bravo è il Capogruppo A piuttosto che il Capogruppo B, è meglio che risparmiamo. Adesso abbiamo tutte le nostre società partecipate che fanno riviste a man bassa, per dirne una: persino l'AVEPA si è messa a fare una rivista, mi aspetto che anche l'agenzia per la sanità ne faccia una adesso che magari non sarà più leghista il responsabile, visto che avete l'Assessore alla sanità, e avanti di questo passo. Lo dico e sono contento che ci sia il Presidente. Quindi, questo tipo di delibera è una delibera che richiamerebbe un processo di riorganizzazione.
Mi auguro che il Presidente si faccia carico di riorganizzare tutto il sistema regionale, mi pareva che fosse anche in qualche maniera, non in maniera esplicita nei ragionamenti che si fanno. Voi sapete, noi abbiamo le istituzioni pubbliche che costano molto perché abbiamo tanti binari ed allora per esempio pensiamo a livello provinciale oltre alla Provincia abbiamo il binario degli uffici provinciali della Regione, e poi in binari - penso persino sconosciuti - provinciali dello Stato che si organizza per istituzioni provinciali. Questo è uno dei motivi, secondo me, del costo della Pubblica amministrazione in Italia, oltre che della burocrazia. Non a caso è da trent'anni che il Parlamento fa norme per accelerare le procedure, già Stammati fece norme per accelerare le procedure e le procedure si allungano sempre.
Venendo alla proposta dei segretari naturalmente all'interno di questo contesto diciamo che nell'individuazione delle aree abbiamo una percezione che siano state fatte dopo avere deciso i nomi rispetto alle esigenze organizzative. Ci sono aree che hanno un carico di lavoro enorme, penso alle attività produttive, istruzione e formazione; ci sono aree meno impegnative e quindi forse è più possibile fare un'azione regionale.
In ogni caso, siccome sostanzialmente si tratta di figure che hanno dimostrato di avere capacità operativa in questi anni, diventa difficile esprimersi su una delibera che dovrebbe essere scissa in due, prima voterei su come sono state organizzate le aree, su cui voterei contro, poi invece voterei sui nomi ed allora sono dell'idea di votare a favore e quindi siamo per esprimere un voto di assenso perché il Consiglio purtroppo fa solo le nomine, non fa un voto sulla organizzazione e questo è in contraddizione perché dovremo fare il contrario, dovremo deliberare l'organizzazione e poi la Giunta mette i nomi, questo avviene in tutte le società, in tutte le società avviene così, il Consiglio fa l'organizzazione in genere dell'assemblea.
Poi avevamo posto in Commissione una questione per esempio che riguarda la riforma che era stata fatta alla legge urbanistica su volontà determinante del sottosegretario della Presidenza della Regione, il collega Bazzoni, ed era stato istituito un segretario specifico per la VTR. La motivazione, lo ricordo all'assessore Marangon, era che era necessario snellire le procedure, perché già allora prima delle tante varianti il ritardo mediamente della Regione, quello ufficiale è credo ancora di 120 giorni, quello reale per esempio per la Provincia di Vicenza è di due anni e mezzo. Sono pratiche di due anni e mezzo fa, è un po' come le liste d'attesa: ufficialmente sono una cosa e poi chi li sperimenta sono tutt'altra cosa.
Se volete fare una Commissione di inchiesta sul tempo che ci mette, sono disponibile e vi assicuro che scopriremo ancora di più di quello che vi ho detto ed allora non so perché non sia all'ordine del giorno, siccome manca anche all'ordine del giorno, mancano le segreterie del Consiglio che l'Ufficio di Presidenza proporrà per il futuro, penso che potrebbe essere integrato anche con questa nomina della VTR e si potrebbe anche pensare probabilmente a qualche integrazione ulteriormente di queste strutture che rappresentano obiettivamente il momento operativo e di efficienza della Regione.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Frigo.
La parola al consigliere Grazia
Raffaele GRAZIA (F.I.)
Prima mi sono scordato di una cosa che ritengo importante che riprende quello che in Commissione il consigliere Tesserin aveva detto e cioè un ringraziamento anche a tre segretari regionali che vanno in pensione. Sono persone con le quali molti di noi hanno avuto la possibilità di lavorare e collaborare e credo che un ringraziamento da parte dell'Aula sia dovuto alla figura del dottor Bocus, del dottor Bianchi e dell'architetto Lombroso.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Grazia.
La parola al consigliere Marchese.
Giampietro MARCHESE (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
Durante la discussione avevamo chiesto dei chiarimenti all'Assessore in ordine alla delibera, al dispositivo e più precisamente al punto 3 che non ci era sufficientemente chiaro e vorremmo ci fosse chiarito, ed è il seguente. Vi riservate, con un successivo provvedimento, di individuare delle aree di coordinamento di ciascuna segreteria regionale in armonia con la definizione del nuovo quadro organizzativo delle strutture della Giunta.
La domanda che ponevo all'Assessore e che vi pongo qui oggi è la seguente: ma significa che ci saranno dei vice segretari o questo provvedimento tende a razionalizzare altro? Vorremmo capirlo prima di votare giusto per dire: votiamo i segretari e poi sotto cosa c'è? Questa riserva di ulteriore provvedimento a cosa è finalizzata?
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Marchese.
La Giunta intende intervenire?
La parola all'assessore Valdegamberi.
Ass.re Stefano VALDEGAMBERI
Ho solo capito la parte finale della domanda, credo che la domanda sia quella posta immagino già in Commissione, scusate, ma ero convinto che fosse discusso domani l'argomento all'ordine del giorno ed ovviamente ci sono dei segretari ai quali fanno capo aree abbastanza meno impegnative dove da soli possono bastare, mentre ci sono degli altri che hanno come riferimento materie molto più corpose, in quel caso penso che la risposta sia positiva. Oltre al segretario ci saranno le figure dei Commissari già previste dalla legge 1 a supporto di quei segretari che si trovano ad affrontare materie più voluminose rispetto agli altri.
PRESIDENTE
Grazie, assessore Valdegamberi.
La parola al consigliere Marchese.
Giampietro MARCHESE (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
Mi ha chiesto se mi è sufficiente, vorrei sapere se questo provvedimento...
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Marchese.
Credo non sia opportuno, ai fini della comprensione da parte di tutti, ciò che sta succedendo, un dibattito tra il consigliere Marchese e l'assessore Valdegamberi. Prima di avviare chiederei un po' di silenzio. Per avviare il procedimento per la votazione dei segretari chiedo al Consiglio se ritiene opportuno utilizzare un metodo veloce per arrivare allo scrutinio dei segretari stessi. In teoria dovremmo distribuire dieci schede, una scheda per ogni candidatura, quindi vorrebbe dire 600 voti da scrutinare, questo significa portare a notte fonda l'esito della votazione.
In occasione della riunione per l'organizzazione dei lavori consiliari è stata proposta un'unica scheda, un unico foglio con i nomi dei singoli candidati segretari con a fianco una casellina con il sì e il no, il sì significa che si è favorevoli al nome, il no significa che non siamo favorevoli al nome, ma se non ci sarà nessuna espressione di voto significa che il Consigliere si astiene al voto. Se non ci sono pareri contrari a questa proposta, invito i funzionari a distribuire la scheda.
Invito il consigliere segretario Teso a procedere all'appello.
Moreno TESO (A.N.)
MARCHESE Giampietro Ha votato
MICHIELETTO Igino Ha votato
PETTENO` Pietrangelo Ha votato
PICCOLO Francesco Ha votato
RUFFATO Clodovaldo Ha votato
SANDRI Sandro Ha votato
SERNAGIOTTO Remo Ha votato
SILVESTRIN Flavio Ha votato
STIVAL Daniele Ha votato
TESO Moreno Ha votato
TESSERIN Carlo Alberto Ha votato
TIOZZO Lucio Ha votato
TOSI Flavio Ha votato
TRENTO Guido Ha votato
VALDEGAMBERI Stefano Ha votato
VARIATI Achille Ha votato
ZABOTTI Marco Ha votato
ZIGIOTTO Tiziano Ferruccio Ha votato
ASTOLFI Andrea Ha votato
AZZI Carlo Alberto Ha votato
BAZZONI Raffaele Ha votato
BERLATO SELLA Giuseppe Ha votato
BERTIPAGLIA Regina Ha votato
BETTIN Gianfranco Ha votato
BOND Dario Ha votato
BONFANTE Franco Ha votato
BOTTACIN Diego Ha votato
BOTTACIN Giampaolo Enrico Ha votato
CANCIAN Diego Ha votato
CANER Federico Ha votato
CARRARO Massimo Ha votato
CAUSIN Andrea Ha votato
CHISSO Renato Ha votato
CIAMBETTI Roberto Ha votato
CONTA Giancarlo Ha votato
CONTE Maurizio Ha votato
COPPOLA Maria Luisa Ha votato
CORTELAZZO Piergiorgio Ha votato
COVI Carlo Ha votato
DA RE Gian Antonio Ha votato
DE BONI Onorio Ha votato
DEGANI Barbara Ha votato
DONAZZAN Elena Ha votato
FINOZZI Marino Ha votato
FOGGIATO Mariangelo Ha votato
FONTANELLA Giuliana Ha votato
FRANCHETTO Gustavo Ha votato
FRIGO Franco Ha votato
GALAN Giancarlo Ha votato
GALLO Giovanni Ha votato
GIORGETTI Massimo Ha votato
GAVA Fabio Ha votato
GRAZIA Raffaele Ha votato
LARONI Nereo Ha votato
MANZATO Franco Ha votato
MARANGON Renzo Ha votato
Durante l'appello nominale assume la Presidenza
Il Vicepresidente Achille VARIATI
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Teso.
Dichiaro chiusa la votazione. Invito i Consiglieri a prendere posto.
Hanno ottenuto voti:
PROPOSTA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVA ALL'INCARICO DI DIRIGENTE DELLA SEGRETERIA GENERALE DELLA PROGRAMMAZIONE AL DR. ADRIANO RASI CALDOGNO (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6) (deliberazione n. 40/2005)
43 voti favorevoli e 5 schede bianche
PROPOSTA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVA ALL'INCARICO DI DIRIGENTE DELLA SEGRETERIA REGIONALE SANITà E SOCIALE AL DR. FRANCO TONIOLO (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6) (deliberazione n. 41/2005)
42 voti favorevoli, 5 voti contrari, 1 scheda bianca
PROPOSTA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVA ALL'INCARICO DI DIRIGENTE DELLA SEGRETERIA REGIONALE CULTURA E PUBBLICA ISTRUZIONE AL DR. ANGELO TABARO (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6) (deliberazione n. 42/2005)
42 voti favorevoli, 1 voto contrario, 5 schede bianche
PROPOSTA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVA ALL'INCARICO DI DIRIGENTE DELLA SEGRETERIA REGIONALE INFRASTRUTTURE E MOBILITà ALL'ING. SILVANO VERNIZZI (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6) (deliberazione n. 43/2005)
44 voti favorevoli, 4 schede bianche
PROPOSTA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVA ALL'INCARICO DI DIRIGENTE DELLA SEGRETERIA REGIONALE AMBIENTE E TERRITORIO ALL'ING. ROBERTO CASARIN (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6) (deliberazione n. 44/2005)
42 voti favorevoli, 1 voto contrario, 5 schede bianche
PROPOSTA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVA ALL'INCARICO DI DIRIGENTE DELLA SEGRETERIA REGIONALE LAVORI PUBBLICI ALL'ING. MARIANO CARRARO (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6) (deliberazione n. 45/2005)
43 voti favorevoli, 5 schede bianche
PROPOSTA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVA ALL'INCARICO DI DIRIGENTE DELLA SEGRETERIA REGIONALE SETTORE PRIMARIO AL DR. GIUSEPPE NEZZO (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6) (deliberazione n. 46/2005)
42 voti favorevoli, 6 schede bianche
PROPOSTA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVA ALL'INCARICO DI DIRIGENTE DELLA SEGRETERIA REGIONALE ATTIVITà PRODUTTIVE, ISTRUZIONE E FORMAZIONE AL DR. SERGIO TREVISANATO (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6) (deliberazione n. 47/2005)
43 voti favorevoli, 5 schede bianche
PROPOSTA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVA ALL'INCARICO DI DIRIGENTE DELLA SEGRETERIA REGIONALE BILANCIO E FINANZA AL DR. MAURO TRAPANI (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6) (deliberazione n. 48/2005)
43 voti favorevoli, 5 schede bianche
PROPOSTA DELLA GIUNTA REGIONALE RELATIVA ALL'INCARICO DI DIRIGENTE DELLA SEGRETERIA REGIONALE AFFARI GENERALI AL DR. LORIS COSTANTINI (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 6) (deliberazione n. 49/2005)
42 voti favorevoli, 6 schede bianche
I
PUNTO
12 |
|
|
|
ISTITUZIONE DI COMMISSIONI SPECIALI AI SENSI DELL'ARTICOLO 21, QUARTO COMMA, DELLO STATUTO (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 4) (Inizio)
Relazione della Prima Commissione Consiliare.
"Il quarto comma dell'articolo 21 dello Statuto prevede che il Consiglio possa istituire commissioni temporanee per lo studio di problemi speciali.
Nel corso della Settima Legislatura regionale sono state istituite le Commissioni speciali per i rapporti comunitari e per la cooperazione allo sviluppo, nonché la Commissione per Venezia.
L'Ufficio di Presidenza ritiene che le ragioni e le motivazioni per l'istituzione di tali commissioni permangono anche nella Ottava Legislatura.
Ragioni e motivazioni che possono essere sinteticamente rappresentate come segue.
COMMISSIONE PER VENEZIA
L'esperienza positiva realizzata dalla Commissione per Venezia nel corso della sesta e della settima legislatura ha confermato l'opportunità per l'assemblea regionale di affrontare il complesso e delicato problema della salvaguardia di Venezia e della sua laguna mediante un apposito organo consiliare che, oltre a compiti di studio e di proposta tipici delle commissioni speciali istituite ai sensi dell'articolo 21 dello Statuto, si proponga anche di affiancare le commissioni consiliari permanenti nell'istruttoria dei provvedimenti relativi alla città lagunare ed al suo ecosistema, assumendo proprie specifiche competenze istruttorie per quanto riguarda i programmi e gli interventi regionali disciplinati dalla lr 27 febbraio 1990, n. 17 .
Ciò trova ragione soprattutto nella necessità di raccordare l'intervento regionale con quelli dei molti altri soggetti pubblici che si propongono quali attori delle politiche per Venezia (Stato, Provincia e Comuni, enti e aziende pubbliche e private) per la molteplicità degli interessi coinvolti: da quelli della tutela dell'ambiente e del territorio e del governo delle acque, a quelli dello sviluppo economico e sociale e della valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale.
Tali problematiche non possono che essere affrontate, anche in sede di assemblea legislativa, nella loro unitarietà, al fine di superare la frammentarietà degli interventi ed evitare la sovrapposizione delle competenze, in vista della ottimizzazione delle risorse disponibili.
Va sottolineato infine, a suffragio della proposta dell'istituzione di una Commissione per Venezia anche nella ottava legislatura, che, accanto al progredire – pur non sempre rapido come si richiederebbe
−
degli interventi per il disinquinamento, permangono pressocchè interamente irrisolti i nodi della difesa della città dalle acque alte e quello più generale di una revisione complessiva della legislazione speciale tale da ricondurre ad organicità e razionalità il quadro normativo esistente.
COMMISSIONE SPECIALE PER I RAPPORTI COMUNTARI
In coerenza con le proprie scelte statutarie e legislative, il Consiglio regionale ha tra i suoi obiettivi strategici la promozione, di concerto con la Giunta regionale, di iniziative finalizzate alla promozione dello sviluppo sociale ed economico del Veneto nel processo di integrazione europea. A tal fine l'assemblea regionale si preoccupa anzitutto di assicurare un rapporto diretto e continuativo con gli uffici, organismi e istituzioni dell'Unione Europea, una organica informazione sulle politiche regionali comunitarie, nonché la partecipazione attiva della Regione alle iniziative comunitarie. Tali azioni e iniziative trovano disciplina nella legge regionale 6 settembre 1996, n. 30 "Norme generali sulla partecipazione della Regione del Veneto al processo normativo comunitario e sulle procedure di informazione e di attuazione dei programmi comunitari".
Occorre inoltre considerare che la recentissima normativa nazionale (legge 4 febbraio 2005, n. 11 "Norme sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari") e lo stesso Protocollo n. 2 sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa prevedono un crescente coinvolgimento delle regioni nel processo normativo comunitario. Il succitato protocollo n. 2 precisa infatti che "prima di proporre un atto legislativo europeo, la Commissione effettua ampie consultazioni. Tali consultazioni devono tener conto, se del caso, della dimensione regionale e locale delle azioni previste". La citata legge 11/2005 prevede espressamente che i Consigli regionali esprimano propri pareri sui progetti e gli atti dell'Unione europea che incidono nella dimensione e nelle competenze regionali. Appare opportuno al riguardo che tali pareri siano istruiti dalla commissione consiliare competente per materia congiuntamente alla commissione speciale in modo che quest'ultima possa assicurare il necessario coordinamento degli interventi dell'assemblea regionale nella fase ascendente del processo normativo comunitario, come previsto dall'art. 5 della citata legge 11/2005.
COMMISSIONE SPECIALE PER LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO
Le leggi regionali 30 marzo 1988, n. 18 «Interventi regionali per la promozione di una cultura di pace» e 16 aprile 1992, n. 18 «Istituzione di un fondo regionale per interventi di solidarietà internazionale» - recentemente sostituite dalla lr 16 dicembre 1999, n. 55 «Interventi regionali per la promozione dei diritti umani, la cultura di pace, la cooperazione allo sviluppo e la solidarietà - sono la testimonianza formale di un lungo e consolidato impegno della Regione del Veneto nel campo delle attività straordinarie di soccorso e di aiuto ai popoli ed ai paesi colpiti da disastri e da gravi difficoltà, oltre che nel campo delle attività ordinarie, nel senso di ricorrenti e stabili, per la promozione dei diritti umani, delle libertà democratiche e della cooperazione internazionale.
Impegno, quello del Veneto, che ha sempre fatto riferimento al contesto delle iniziative istituzionalmente attivate a livello nazionale e internazionale.
Valorizzare tali attività della Regione, anche adeguandone tempestivamente modalità e disciplina alle dinamiche dello sviluppo globale e dell'evoluzione dei rapporti internazionali, e promuovere le iniziative degli enti e degli organismi veneti presenti nella cooperazione internazionale, anche mediante l'individuazione di più efficaci forme di coordinamento, è materia meritevole di costituire oggetto di studio e di proposta da parte di una apposita commissione speciale per la cooperazione internazionale, sull'esempio di quanto già fatto nella quinta e nella sesta legislatura regionale.
Oltre a tali commissioni, La Prima Commissione consiliare, nella seduta in data 26 luglio 2005 , ha ritenuto di emendare la proposta dell'Ufficio di Presidenza e di proporre al Consiglio regionale l'istituzione di due nuove commissioni speciali dedicate a problematiche che hanno assunto particolare rilievo politico e sociale, in ordine, da un lato, al completamento del processo di devoluzione amministrativa e fiscale e, dall'altro, alle emergenze determinate da una situazione economica di difficoltà e portata inattese.
COMMISSIONE SPECIALE PER LA DEVOLUZIONE AMMINISTRATIVA, IL FEDERALISMO FISCALE E L'AUTONOMIA MONTANA
Le modifiche recate al Titolo V della Costituzione, in particolare dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 hanno radicalmente innovato l'intero assetto istituzionale del nostro paese e prodotto profondi mutamenti nei rapporti tra i vari livelli di governo. La portata dell'innovazione è rappresentata particolarmente dal primo comma dell'articolo 114 della Costituzione come modificato dalla legge costituzionale 3/2001, secondo cui "la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato". Ed è ulteriormente sottolineata dal secondo comma del medesimo articolo secondo cui "i Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione".
Le richiamate modifiche costituzionali, proseguendo nel processo avviato con le leggi 15 marzo 1997 n. 59, con la legge 15 maggio 1997, n. 127 e con il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 in tema di federalismo amministrativo e snellimento delle attività amministrative, hanno valorizzato il principio di sussidiarietà sancito dall'articolo 118 della Costituzione prevedendo, da un lato che "le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che per assicurarne l'esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane, Regione e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza" dall'altro che "i Comuni, le Province e le Città metropolitane sono titolari di funzioni amministrative proprie e di quelle conferite con legge statale e regionale, secondo le rispettive competenze".
E' peraltro evidente che condizione essenziale per la effettiva realizzazione dell'autonomia riconosciuta a livello costituzionale ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane e alle Regioni è la compiuta ed effettiva attuazione dei principi stabiliti dall'articolo 119 della Costituzione, mediante l'attribuzione a tali enti delle necessarie risorse finanziarie e la conseguente valorizzazione della autonomia finanziaria.
Nell'ambito del processo di valorizzazione del ruolo degli enti locali, attraverso il conferimento ai Comuni, alle Province e alle Città metropolitane di tutte le funzioni amministrative che non attengano ad esigenze di carattere unitario a livello regionale, assume rilievo la peculiarità e la specificità delle aree montane presenti significativamente nel Veneto, in particolare nella Provincia di Belluno, provincia integralmente montana, confinante con analoghe realtà geografiche ed economiche amministrate in regime di specialità.
A tale riguardo è da ricordare che la regione Veneto, con la legge 13 aprile 2001, n. 11, ha fatto proprio il principio di sussidiarietà valorizzando il ruolo degli enti locali attraverso l'attribuzione di funzioni e compiti in significativi settori di competenza regionale tra i quali in particolare la mobilità, lo sviluppo economico, i servizi alla persona, la gestione del territorio, dando risalto in tale contesto agli enti territoriali operanti nelle zone di montagna.
I processi amministrativi, istituzionali e politici suaccennati appaiono meritevoli di puntuali e continue azioni e iniziative di monitoraggio, studio, analisi e verifica, in modo che le dinamiche di conferimento delle funzioni amministrative a Comuni, Province, Città metropolitane del Veneto, siano opportunamente supportate e guidate anche mediante la proposta di nuovi interventi legislativi, organizzativi e finanziari coerenti con l'avviato processo di devoluzione amministrativa.
E' in questo contesto, dunque, che trova ragione d'essere la proposta di una commissione speciale con compiti di studio, monitoraggio, analisi e proposta in tema di devoluzione amministrativa, federalismo fiscale e autonomia delle aree montane.
COMMISSIONE SPECIALE SULLE DINAMICHE DEI REDDITI, DEI PREZZI, DEI SERVIZI E SULLA CONDIZIONE DELLE FAMIGLIE VENETE
L'accentuarsi dei processi di globalizzazione, il concomitante passaggio dalla lira alla moneta europea, la difficile congiuntura economica hanno contribuito a determinare, anche nella nostra regione, situazioni di difficoltà, non soltanto dal punto di vista economico, per le famiglie e per un crescente numero di persone le cui condizioni rischiano pericolosamente di avvicinarsi alla soglia di povertà.
Rispetto ad altre realtà europee, la situazione italiana e veneta presenta caratteri di peculiarità, specie sul fronte dell'andamento dei prezzi che hanno subito aumenti non spiegabili unicamente con l'introduzione dell'euro e che sono invece in parte attribuibili alla rigidità e obsolescenza organizzativa ed economica delle reti distributive e commerciali.
Le difficoltà inattese che molte famiglie venete stanno affrontando nella gestione della presente condizione, e soprattutto nella progettazione del loro futuro, suscitano più ampie preoccupazione per la stessa tenuta del sistema economico e sociale regionale, considerato il ruolo che la famiglia ha avuto come fulcro del particolare tipo di sviluppo economico e di diffusione imprenditoriale che ha caratterizzato in questi decenni l'economia veneta e del Nordest in generale, nonché il ruolo che la famiglia ha contribuito a svolgere come luogo di servizi ai propri componenti e come strumento di coesione sociale.
Per altro verso, il processo di trasformazione e di riposizionamento nel mercato globale che il sistema produttivo veneto si trova ad affrontare non può prescindere da un ripensamento delle dinamiche produttive e del ruolo delle imprese in un contesto che esige forte capacità di innovazione tecnologica e quindi grande disponibilità al cambiamento, in un quadro che si caratterizza per lo svilupparsi di nuove forme di competitività.
E' per queste ragioni che appare opportuno riservare una attenzione particolare alle dinamiche dei redditi e dei prezzi, alla analisi delle modalità di erogazione dei servizi alle persone e della condizione delle famiglie venete, in una prospettiva in grado di analizzare le cause delle attuali difficoltà e quindi anche di proporre politiche intersettoriali complessive in grado di accompagnare un miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie venete, anche attraverso l'individuazione di più efficaci strumenti di controllo dei prezzi. A tal fine si propone di procedere alla costituzione di una commissione speciale con compiti di studio, monitoraggio, analisi e proposta in tema di dinamiche dei redditi, dei prezzi, dei servizi e sulla condizione delle famiglie venete.
Tutte le commissioni speciali proposte saranno composte e funzioneranno secondo quanto disposto dal Regolamento del Consiglio regionale. L'Ufficio di Presidenza, con proprie specifiche deliberazioni, assicurerà i supporti tecnici e amministrativi per lo svolgimento delle attività.
La Prima Commissione consiliare, nella seduta del 26 luglio scorso ha approvato la presente proposta a maggioranza, con i voti favorevoli dei rappresentanti dei gruppi consiliari FI, LV-LN-P, AN, Nuovo PSI, UDC e quelli contrari dei rappresentanti dei gruppi consiliari PNE, Uniti nell'Ulivo-DS, Uniti nell'Ulivo-La Margherita, Comunisti Italiani, Rifondazione Comunista, per il Veneto con Carraro, Misto".
La parola al consigliere Sernagiotto.
Remo SERNAGIOTTO (F.I.)
Grazie Presidente. Vado alla relazione, dovrei dire che il comma dell'articolo 21 dello Statuto prevede l'istituzione di Commissioni e potrei chiudere anche qui rispetto alle Commissioni speciali che abbiamo deciso. Nella passata Legislatura Commissioni importanti sono state la Commissione per la Cooperazione e lo Sviluppo, la Commissione Speciale per Venezia che è una Commissione che per la passata Legislatura ha lavorato molto per il bacino scolante, per tutta l'area nord di Venezia per garantire sempre acque migliori nella laguna e nei nostri mari, una Commissione ha fatto molto, molto bene. Poi vi era la stessa Commissione per i Rapporti Comunitari, oggi ancora più importante rispetto alla Commissione per la Cooperazione e lo Sviluppo per l'allargamento dell'Europa da 15 a 25. Viviamo un periodo molto difficile rispetto all'entrata in vigore dell'euro, una moneta che ancora non abbiamo acquisito per il proprio valore, perché negli ultimi anni il dibattito forte rispetto alle difficoltà delle famiglie venete, ci ha indotto a pensare che una riflessione forte fatta da una Commissione consiliare, cioè dalla rappresentanza massima delle istituzioni venete, rispetto a quella che noi chiamiamo solitamente nei dibattiti televisivi la "quarta settimana", riteniamo che sia un momento di riflessione forte, un momento di impegno per una Commissione che sarà certamente guardata con attenzione da tutti rispetto i Consiglieri ai componenti che andremo a settembre a confermare in quella Commissione rispetto alle grandi necessità delle famiglie venete, comprendendo la distribuzione, la produzione, trovare accordi perché tutto quello che abbiamo chiamato un aumento sproporzionato rispetto alla nuova moneta possa trovare una riflessione all'interno delle istituzioni regionali.
Credo anche che la Commissione per la devoluzione dei poteri dalla Regione agli Enti, Provincia e Comuni, sia un momento importante di riflessione. Abbiamo vissuto l'intera Legislatura nel dibattito del trasferimento del Titolo V del passato governo, le cosiddette Bassanini, abbiamo visto che ci sono delle necessità superiori rispetto alla Commissione permanente che lavora nei singoli settori per comprendere anche cosa succederà dopo abbiamo trasferito molti poteri che mi auguro saranno trasferiti in questa Legislatura.
Ecco perché in questa Legislatura la Regione Veneto, che nella passata Legislatura aveva quattro Commissioni speciali, questa volta da quattro diventano cinque. È forse anche l'unica Regione che ha aumentato di una sola Commissione, una Commissione che riteniamo importantissima anche rispetto al dibattito politico di questa Regione che si colloca, rispetto a partiti territoriali su questi grandi temi, tra le più attente. perciò partiti territoriali con forte consenso, con forte rappresentanza popolare, perciò non inutile, ma utile al dibattito interno della Regione.
Penso che rispetto alla relazione non possa dire molto di più, nel dibattito troverei sgradevole strumentalizzare a livello politico l'aumento di una Commissione. Oggi la Regione Veneto è certamente la Regione più virtuosa d'Italia e perciò su questo tema considero che commetteremmo un errore politico.
(Interruzione dall'Aula)
Lei sa, Consigliere, che quando lei interviene mentre parlo, mi fermerò sempre, in tutta la Legislatura e non mi permetterò mai di intervenire quando lei parla, alla fine prenderò gli appunti e così interverrò sulle sue dichiarazioni.
Considero una riflessione di basso livello il profilo politico, se ci mettiamo a discutere rispetto all'aumento di una Commissione avendo il più basso numero di Commissioni a livello nazionale, ma soprattutto per quelli che ci ascoltano, per i veneti, creeremmo una confusione, siamo nelle condizioni di creare ancora più confusione.
Siamo qui per rispondere a delle esigenze che ritengo molto importanti, giudicheremo e giudicherete sulle risposte.
Mi auguro che questo dibattito rispetto all'istituzione di questa nuova Commissione, sia un dibattito sereno, serio, anche se politicamente forte. Non dico che non ci sono problemi, però spero che i temi siano forti e il livello del ragionamento sia alto perché se andremo a scadere, scadremo tutti poi, e quando si abbassa il livello di dibattito su questi temi poi nella confusione l'unica parte che uscirà vera è che i Consiglieri regionali delegati a governare una così importante regione discutono di cose banali e basse invece di una discussione forte. Vorrei tanto anche vedere degli emendamenti, nel far crescere la Commissione per la "quarta settimana", cioè nel dare ulteriore forza a quella commissione che andrà a verificare sul trasferimento dei poteri dalla Regione agli Enti, Provincia e Comune, perché su questo c'è una disponibilità di dibattito. E' un dibattito che dovremo affrontare tutti assieme, è un dibattito politico, se tutto questo non sarà possibile, non ci sottrarremo certamente ad un dibattito forte di basso livello. Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie, consigliere Sernagiotto.
E' aperto il dibattito.
La parola al consigliere Tiozzo.
Lucio TIOZZO (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
L'esperienza della Legislatura passata sicuramente va contro i ragionamenti che sono stati addotti dal Presidente di Forza Italia nel presentare questo provvedimento. E' vero che per quanto riguarda la Commissione sulla legge speciale sicuramente per la funzione, le quantità di risorse, ma anche la progettualità che ha avuto modo di gestire nelle due passate Legislature può essere definita una Commissione che ha svolto un ruolo importante, però il Presidente di Forza Italia si dimentica i dati, il consuntivo delle attività delle altre due Commissioni che si sono riunite pochissimo, Commissioni che non hanno svolto nessun lavoro utile per quanto riguarda l'attività del Consiglio; Commissioni che sono servite solamente a due rappresentanti della maggioranza per fregiarsi del titolo di Presidenti di Commissioni e per questo di avere anche una struttura organizzativa: costi di personale, costi di gestione generale di queste Commissioni, con nessun risultato vero.
Chiunque di voi va a prendersi i dati dell'attività svolta dalle due Commissioni aggiuntive a quella della legge speciale per Venezia verifica la nullità del lavoro svolto nella passata Legislatura. Pensavamo che l'analisi del lavoro svolto fosse sufficiente per venire oggi a presentarci un ipotesi diversa, più restrittiva, meno Commissioni della passata Legislatura, invece, colpo di scena, ma era già previsto, l'avevamo già letta questa cosa, venite a proporci le cinque Commissioni speciali.
Tutto questo perché c'è una logica, la logica legata alle difficoltà agli equilibri, al bisogno di dare comunque alle varie forze che compongono questa maggioranza un livello di rappresentanza, di immagine, di organizzazione più strutturata, più rispondente ai difficili equilibri che avete raggiunto nella composizione della Giunta e nella gestione più generale di questa maggioranza.
Colleghi della maggioranza, in una fase in cui si sta discutendo e c'è un dibattito a livello nazionale su come funzionano le attività istituzionali dei Consigli, delle Giunte, credo sarebbe stato più opportuno essere attenti alle scelte e alle proposte da farsi. D'altronde le ulteriori due Commissioni che proponete, sono Commissioni che possono trovare in maniera molto ordinaria la loro verifica nell'attività che viene proposta ed attivata all'interno delle Commissioni già esistenti. Sono comunque delle commissioni che alla fine non produrranno nessun risultato reale, se non quello di permettere non solo per le tre altre Commissioni, di avere delle Presidenze, di avere delle segreterie a disposizione, ma anche in questo caso. Rispondete alla logica del bisogno di spazi, divisibilità, soprattutto per quanto riguarda la Commissione speciale per la devolution, la devoluzione amministrativa, il federalismo, alle posizioni espresse dalla Lega.
Per quanto riguarda l'altra Commissione, molto probabilmente c'è da trovare qualche risposta e qualche soluzione ai problemi che ha Alleanza Nazionale. Le Commissioni come espressione non di bisogni reali, di una qualità del lavoro che il Consiglio deve svolgere, ma in funzione di equilibri e di bisogni non solo all'interno della maggioranza, ma addirittura all'interno dei partiti della maggioranza. Credo che a nessuno sia sfuggito lo stato di difficoltà presente in quasi tutti i Gruppi, solo credo il consigliere Laroni non abbia difficoltà, perché è solo. Non c'è un Gruppo di questa maggioranza che non sia suddiviso in subgruppi, in realtà che si contrappongono e che hanno bisogno di trovare spazio ed equilibrio su tutto. Avete lottizzato ed utilizzato il manuale Cencelli su tutto.
(Interruzione dall'Aula)
PRESIDENTE
Scusi, Consigliere. Vi pregherei di ascoltare anche perché per gli emendamenti che stanno arrivando alla Presidenza ho l'impressione che avremo modo di ascoltarci a lungo.
Consigliere Tiozzo, si rivolga a tutti ed eventualmente in particolare alla Presidenza che l'ascolta.
Lucio TIOZZO (Uniti nell'Ulivo-D.S.)
Avremo modo di sviluppare la discussione su queste proposte. Tra l'altro siamo nel Veneto, discutiamo qua, questa è la sede più opportuna per affrontare e organizzare al meglio l'attività di questo Consiglio. C'è un dibattito su scala nazionale, ognuno lo sviluppa come meglio crede, credo ci siano anche elementi di autocritica che alcuni partiti stanno facendo su scala nazionale; tenete conto anche di questo.
Mentre spieghiamo le difficoltà che ci sono oggi in tanti settori della vita pubblica e privata dei veneti, decidiamo di sperperare risorse che potrebbero essere utilizzate in maniera molto più intelligente e soprattutto in maniera efficace per la vostra attività. Per questo già vi preannunciamo che presenteremo una corposa azione emendativa per evitare che commettiate questo errore, che è un errore che poi verrà pagato nei confronti dell'opinione pubblica. Cercate di cogliere questi elementi di positività, questa ancora di salvezza che vi mandiamo in questa fase e tentate di recuperare in maniera più corretta lavorando sulla riduzione, tentando di trovare un accordo anche con l'opposizione.
PRESIDENTE:
Grazie, consigliere Tiozzo.
La parola al consigliere Micheletto.
Igino MICHIELETTO (Uniti nell'Ulivo–La Margherita)
Grazie, Presidente. Stiamo affrontando un provvedimento che prende le sue giustificazioni, la sua funzione dallo Statuto regionale che è la carta fondamentale su cui ci riconosciamo tutti, per ora c'è questo, quando sarà cambiato sarà un altro.
Innanzitutto, devo dire che è sbagliato il titolo della delibera fatta. La delibera parla di "Istituzione Commissioni speciali", ma non esiste questo temine, dove l'avete trovato questo termine? Dove è stato ripescato? Non vi sono Commissioni speciali, è un termine sbagliato che inficia l'idea fondamentale che il costituente ha voluto in questo senso. Il costituente non ha voluto delle Commissioni speciali che durano tutta la Legislatura per sistemare quelle persone. Il costituente ha voluto delle Commissioni temporanee. Vorrei richiamare il fatto che in base alla delibera fatta dello Statuto, il Consiglio istituisce anche Commissioni temporanee per lo studio di problemi speciali, non Commissioni speciali per lo studio di problemi temporanei.
Cambia molto perché la Commissione può durare due mesi, tre mesi, è a termine e la Commissione andrebbe fatta a seguito di un dibattito consiliare in cui si evidenzia un tema fondamentale su cui necessita uno studio approfondito e dà mandato alla Commissione di approfondire questo dibattito ed entro tre mesi di portarlo in Consiglio, questa è una Commissione come temporanea prevista dallo Statuto. Stiamo facendo una deliberazione che secondo me è totalmente in contrasto con lo Statuto regionale, questo è il problema di fondo. Chiamiamolo come vogliamo, ma questo è il tema.
Chi ci autorizza a costituire una Commissione definitiva per un'intera Legislatura? Non lo Statuto del Veneto. Ripeto, lo Statuto dice che il Consiglio istituisce anche Commissioni temporanee. Interpreto che vi sono..
(Interruzione dall'Aula)
Non è una cosa semplice questa. Le cose avvengono nel tempo, si riescono a combinare alcuni posti su questioni che non sono approfondite.
Credo che il Consiglio possa senz'altro in base a questo Statuto secondo me dare mandato per una Commissione che può durare un tempo determinato, temporaneo, poi in relazione al risultato rientra nei normali canali della vita legislativa della Regione, le Commissioni per i vari temi, il Consiglio regionale, la Presidenza, etc., e rientra nel dibattito.
Qui invece precostituiamo delle Commissioni di fatto senza un progetto di fondo, perché questo è il problema, non discusso in Consiglio, almeno, sulle quali sostanzialmente creiamo una Commissione che dura un'intera Legislatura per studiare qualcosa.
Secondo me è sbagliato, non è appropriato, almeno bisogna cambiare il titolo della delibera perché non è questo. Allora, deve essere evidente che la Commissione deve servire a qualcosa, a qualche studio e a qualche verifica che non trova posto, che non trova possibilità di essere discussa all'interno delle sette Commissioni permanenti.
Nella mia esperienza di Consigliere regionale di cinque anni, devo dire una cosa: è già difficile mantenere il numero legale nelle Commissioni permanenti. Il Presidente della Settima Commissione a cui abbiamo sempre dato un sostegno fraterno, ma così è, dico che è già difficile mantenere il numero legale nelle Commissioni permanenti, su cui c'è anche la possibilità di perdere parte del gettone e cose di questo genere.
Guardate che il numero legale nelle Commissioni cosiddette speciali ma ripeto che speciali non sono, Commissioni temporanee, questo è il termine, della scorsa Legislatura era impossibile, anche nella Commissione speciale per Venezia, che effettivamente aveva la possibilità di fare una verifica su uno stanziamento di fondi molto ampio riguardante la legge speciale bacino scolante. Anche in quella Commissione era difficile mantenere il numero legale. Onestamente, le Commissioni di studio e di verifica su problemi particolari non hanno funzionato, questo è il tema fondamentale, perché probabilmente non hanno la possibilità di funzionare, in quanto i Consiglieri regionali fanno parte di una Commissione di prima scelta e di una Commissione di seconda scelta e poi fanno parte anche di queste Commissioni speciali ed effettivamente non riescono a trovarsi, a riunirsi, etc..
Prima lo ricordava bene il consigliere Tiozzo, andiamo a guardare gli atti di queste Commissioni della passata Legislatura, questo è il tema. Andiamo a guardare gli atti e vediamo qual è stato il lavoro, qual è stata la produttività, l'espressione di progetto che queste Commissioni hanno portato in questo Consiglio regionale. In Aula quando mai è arrivata una relazione di una Commissione speciale, di una Commissione temporanea? Sapevamo che c'era, era un organo burocratico, aveva una struttura, tutto là.
Il problema è che il Consigliere capogruppo di Forza Italia, che già metteva le mani avanti "non critichiamo se ne facciamo una di più", a me non interessa una di più o cinque di più, non è questo il tema che dobbiamo discutere oggi. A me interessa capire quali temi queste Commissioni temporanee, quali mandati il Consiglio dà, se sono i mandati espressi da questa relazione, da questa delibera che è stata proposta dalla Commissione mi sembrano oggettivamente deboli per costituire una Commissione a cui diamo una struttura, a cui diamo un personale, a cui offriamo una presidenza con tutto quello che ne consegue. Mi sembrano temi assolutamente deboli e i mandati che diamo non sono chiari.
La mia proposta è quella di soprassedere alla formazione di queste Commissioni temporanee, di portare un tema, che è quello della devolution, ne discutiamo in una sessione del Consiglio regionale in maniera approfondita, ne comprendiamo le questioni e i mandati che eventualmente non riusciamo a fare nell'ambito dell'Assemblea delle Commissioni e diamo mandato a una Commissione, ad un Gruppo di Consiglieri di esperire questa funzione per un periodo di tempo limitato.
Cosa serve fare una Commissione che fa uno studio sulla povertà che dura cinque anni? A noi serve una Commissione che fa questo, che duri un anno, 6 mesi, che porti il lavoro nell'ambito della Assemblea consiliare perché prendiamo decisioni. Questo è il discorso, è la funzione, è il motivo per cui andate a riguardarvi bene lo Statuto regionale, all'articolo 21 che ha dato mandato di fare queste Commissioni.
Allora, la consuetudine va ripensata, non giustifica il fatto della Lombardia, piuttosto che del Lazio e di quant'altro, non ha importanza. In questo momento sono Consiglieri regionali del Veneto e rispondo per questa Regione in questa Regione. In questo senso ritengo..
(Interruzione dall'Aula)
Non l'ho mai interrotta e neanche la ascolto, consigliere Zigiotto.
(Interruzione dall'Aula)
Questa Assemblea risponde per gli atti che fa questo Consiglio regionale, io rispondo per questi atti. Ritengo che il tema non sia il costo di queste Commissioni, perché la democrazia ha un costo, se vi è la necessità di fare delle Commissioni per presentare dei temi non è il problema economico, non è questo il tema fondamentale, bisogna capire se le motivazioni per cui noi creiamo delle Commissioni temporanee, perché queste sono, Consigliere capogruppo, e non le Commissioni speciali che non esistono in Veneto. Se creiamo queste Commissioni temporanee per quanto tempo, per quali finalità, su quali temi fondamentali e in funzione di quale tipo di progetto di idea che ha il Consiglio regionale su questi temi. Questo è il contesto su cui dobbiamo discutere quest'oggi, non tanto perché non è scandalo se ne facciamo una in più, una sola in più della volta scorsa, che discorso è questo? Che tipo di ragionamento è questo? Non è scandalo perché ne facciamo una sola in più? Questo non sta in piedi, potrebbero essere dieci Commissioni, non è questo il tema, o neanche una.
Ne verifichiamo realisticamente la funzione, siamo disponibili a..
(Interruzione dall'Aula)
Ho letto gli atti di questa Commissione, per cui credo vada ripristinato questo senso: le Commissioni sono a termine, sono Commissioni temporanee, pertanto devono avere una struttura assolutamente leggera e assolutamente funzionale a quel mandato che il Consiglio dà. Pertanto è una verifica puntuale del lavoro che verrà fatta in tempi brevissimi.
Credo però fosse assolutamente importante che se un tema emerge, tale da giustificare una Commissione, questo tema ha bisogno che sia trattato con grande efficacia nell'ambito dell'Assemblea consiliare e sia fatto poi un mandato in questo senso.
Mi sembra, senza ombra di dubbio, che questi mandati non ci siano, creiamo delle Commissioni in contrasto con lo Statuto, servendoci dello Statuto, creiamo delle Commissioni permanenti e non temporanee perché una cosa che dura tutta la Legislatura non è una Commissione temporanea, è una Commissione permanente, non temporanea, credo che facciamo questo ed è evidente, l'abbiamo visto dalla stampa, per sistemare alcune situazioni che avete già avuto i vostri problemi interni.
Non mi scandalizzo di questo, ma sistemare problemi interni su questioni che interesserebbero tutta l'Assemblea consiliare, credo potremmo avere più rispetto dell'Assemblea e trasformare questa Assemblea in un luogo in cui la politica e non solo la spartizione, anche la spartizione in democrazia ha il suo senso, ma la politica abbia la preminenza. Qui vi è bisogno di una riflessione politica che non c'è stata, non c'è il tempo di farla e non può essere questa nel momento in cui si costituiscono Commissioni, già previste e già fatte con una delibera.
Chiediamo una riflessione più approfondita e la nostra manovra emendativa è per fare questo.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Michieletto.
Volevo dare una risposta al consigliere Michieletto, al di là delle sue valutazioni di merito che ha fatto il Consiglio e poi deciderà il Consiglio, però ha fatto una osservazione sulla sostanziale inammissibilità rispetto al Regolamento e agli aspetti statutari del provvedimento. Consigliere, la Presidenza pensa questo: all'articolo 21, penultimo comma lo Statuto dice: "Il Consiglio istituisce anche Commissioni temporanee per lo studio di problemi speciali".
Ora, questa temporaneità tirata fuori un po', se lei crede, però legittima, potrebbe anche significare che la temporaneità è l'intera Legislatura. Qual è la differenza tra queste Commissioni speciali, che in questo caso avrebbero una durata di Legislatura rispetto alle altre? Che, finita la Legislatura, queste Commissioni decadono, mentre le Commissioni permanenti rimangono e quindi senza discussione alcuna il Consiglio poi deve provvedere alla ricostituzione di quelle Commissioni.
La sua osservazione, che pure ha fatto riflettere la Presidenza, però la escludiamo nella sua non statutarietà, poi restano le valutazioni di merito che lei ha fatto.
Giacché ho la parola, pensavo di avvisare l'Aula su come riteniamo di comportarci, anche per cercare di non buttare via carta, o meglio di economia di carta, rispetto a centinaia di emendamenti che sono arrivati alla Presidenza e che sono ammissibili.
Abbiamo pensato di consegnare l'emendamento n. 5955 di Uniti nell'Ulivo-la Margherita, D.S., Carraro, etc., che in sostanza azzera tutto; ci è sembrato l'emendamento più lontano, cioè se il Consiglio approvasse questo automaticamente decadrebbero tutti gli altri. Per poi passare invece a degli emendamenti e temporaneità al punto 1 dove si toglierebbero le parole "durata della Legislatura" e si sostituirebbero con un certo numero di giorni o di mesi. Il più lontano è della durata di nove giorni e si arriverebbe ad alcuni mesi, 198, 78., etc.. Laddove abbiamo consegnato tra l'emendamento n. 5952, che parla di 198 giorni, e il successivo emendamento n. 5953, sappia il Consiglio che tra il 5952 e il 5953 c'è questo pacco di emendamenti che sono 197, 197, come si suol dire a scalare.
Questo perché l'Aula abbia in mente bene il punto della situazione.
La parola al consigliere Zabotti.
Marco ZABOTTI (Per il Veneto con Carraro)
Se volessi dare un titolo a questo punto all'ordine del giorno che riguarda le Commissioni speciali da istituire, mi permetterei di dire quasi una occasione perduta. Nel senso che su un tema così importante che riguarda l'avvio di un percorso di Commissione così condiviso che evidentemente per sua natura sta nella dimensione di condivisione, di accordo tra maggioranza e minoranza, perché le Commissioni statutariamente di per sé danno questo senso dell'incontro positivo, importante e fruttuoso, sono temi importanti della nostra vita istituzionale, credo che davvero si possa parlare di una mancanza di dialogo, di una mancanza di corrispondenza di intenti tra maggioranza e minoranza in questa Legislatura.
Ai sensi dello Statuto, questa operazione doveva avere ben altra riflessione, ben altro approfondimento, ben altra valutazione da parte di tutti i soggetti in campo. Mi riferisco anche al dibattito che è stato avviato a livello di Prima Commissione, nella quale sono intervenuto sottolineando a più riprese quali erano le possibilità intrinseche in questa delicata e importante materia, ossia che per queste Commissioni temporanee su materie speciali è chiaro che ci doveva essere un percorso molto importante, motivato e significativo dal punto di vista proprio delle argomentazioni che dovevano costituire queste Commissioni.
Mi spiego meglio: nel momento in cui con il primo provvedimento si andavano a costituire tre Commissioni speciali, poi integrate con la proposta della maggioranza con altre due, credo che già nella proposta delle prime tra Commissioni speciali su Venezia, affari comunitari e cooperazione allo sviluppo, ci fosse un primo quadro di considerazioni da fare, ossia che la riflessione, anche un supplemento di riflessione che avevamo chiesto poteva andare nel senso di dire che soprattutto per quanto riguarda i temi degli affari comunitari e l'Europa e la cooperazione e lo sviluppo ci potesse essere addirittura una riflessione condivisa tra maggioranza e minoranza, che portava all'istituzione di Commissioni permanenti su questi temi, perché da più parti, e giustamente, è stato sollevato il punto sull'importanza fondamentale che i rapporti con la legislazione europea, ma soprattutto ne abbiamo avuto oggi una riprova con l'audizione del CUAMM, l'importanza oggi che nel nuovo scenario internazionale assumerebbe per esempio il tema della cooperazione allo sviluppo, della solidarietà, della pace, etc.. Credo che su questo una riflessione non affrettata, ma seria e motivata, forse non legata purtroppo a vincoli di politica politicante, ma a vincoli di una politica un po' più alta, avrebbe portato ad una riflessione che andava nel senso di istituire per Statuto nuove Commissioni permanenti; proprio perché, alla luce di uno Statuto che si incrocia con i tempi e si aggiorna con le esigenze. Credo che su temi come l'Europa, come la cooperazione allo sviluppo ci possa essere una riflessione condivisa, motivata e seria che può addirittura portare all'istituzione di Commissioni permanenti.
Questo per dire che alla luce dell'esperienza e della testimonianza già portata in quest'Aula di Colleghi che hanno già vissuto l'esperienza delle Commissioni speciali nella precedente Legislatura, hanno sottolineato come l'operatività, la difficoltà di portare a risultati concreti, la difficoltà di portare, anche per problemi effettivi nella convocazione, nell'operatività di queste Commissioni abbia portato a risultati assolutamente non edificanti che proprio dal punto di vista della verifica oggi seria e motivata avrebbero indotto su questo tema non una mera riproposizione, ma un lavoro ben più serio di considerazione delle tematiche.
Invece, ci ritroviamo non soltanto a riproporre tre delle quattro Commissioni della Legislatura precedente, ma addirittura ad aggiungerne altre due con la scusa non troppo elevata che rispetto ad esperienze che stanno maturando in legislature di altre Regioni italiane, qui siamo ad un numero ben ridotto.
Credo che l'occasione perduta per l'istituzione regionale, ma in questo caso mi permetto di dire anche da parte della maggioranza, anche perché non c'è stata una condivisione insieme, sia stata quella di avere dato un segnale ben più netto sul numero ma anche sulla qualità e sugli argomenti di queste Commissioni, in particolare se andiamo alle due che sono state integrate, ai due temi che sono stati posti credo che in particolare la Commissione riguardante la devolution, la verifica delle deleghe amministrative, il lavoro istituzionale, da questo punto di vista ben possa essere ricompreso nell'ambito del lavoro ordinario della Prima Commissione, perché credo che la Commissione affari istituzionali per sua natura, e dignità e importanza possa benissimo essere la Commissione nella quale non soltanto lo studio e il monitoraggio, ma la verifica permanente, istituzionale, adeguata e puntuale su tutti i provvedimenti che riguardano questa materia possa essere, come dire, affidata al lavoro ordinario della Commissione.
L'altro aspetto, e questo è un po' più preoccupante che addirittura si inserisce una Commissione detta della "quarta settimana" che guarda caso viene ad incidere e ad inserirsi su argomenti oggetto di una riflessione importante a livello di Consiglio straordinario, ma poi oggetto di una Risoluzione diventata disegno di legge oggi approvato da questo Consiglio regionale.
Per dire che ben altre potevano essere le scelte, quindi ci attendevamo da questo punto di vista un segnale di considerazione ben più attuale sulle priorità di questa Regione che poi potevano certamente afferire meglio alla denominazione di Commissioni temporanee per argomenti speciali, ci doveva essere un dato di valutazione ben più pregnante, ben più importante e serio su quello che poteva essere un lavoro che inevitabilmente comprende il lavoro ordinario di maggioranza e di minoranza dentro questo Consiglio. Come a dire che poi le Commissioni appartengono più a qualcuno ma sono poi l'elemento ordinario, condiviso di lavoro di questa Istituzione, quindi proprio su questo ci doveva essere il massimo di intesa e della condivisione. Quindi, in particolare, credo che il tema dell'economia guarda caso a più voci, con giudizio unanime, credo con un lavoro insieme condiviso e importante, abbiamo detto che segna con dati strutturali e non congiunturali, con riflessioni che riguardano poi la condizione di vita di tutti, con intervento che deve riguardare tutto l'assetto industriale produttivo, dei servizi, dell'economia, della vita delle famiglie che è affidato a questa nuova Conferenza sulle dinamiche sociali, guarda caso rientra poi per tutt'altro aspetto, per una logica che in questo momento non ci è dato di conoscere dentro una Commissione speciale, tra l'altro senza vincoli di tempo, per cui siamo portati a ritenere che questa Commissione addirittura dovrebbe avere una durata che coinciderà con la Legislatura, nel momento in cui invece l'apporto, l'approdo, l'interessamento rispetto a questa dinamica dovrebbe avere un segnale molto più importante e questo a nostro avviso c'è già in questa nuova Conferenza sulle dinamiche sociali.
Da questo punto di vista credo che il nostro dissenso sia proprio il metodo e per la sostanza degli argomenti posti per quanto riguarda le 5 Commissioni speciali, credo che oltre alla scelta degli argomenti non guastasse in questa fase anche un segnale preciso per una affermazione di serietà e di responsabilità di questa Istituzione anche rispetto all'opinione pubblica. Perché è chiaro che nel momento in cui tanta parte della nostra gente veneta vive con grande preoccupazione e disagio una vicenda economica che interessa tutti, con una situazione finora inedita, con posti di lavoro a repentaglio, con dinamiche personali, familiari e sociali di forte disagio, da questo punto di vista una serie di Commissioni che poi istituite per finalità che nel sentire comune vengono attribuite a una volontà di collocazione di personale politico e con prebende e benefit collegati, credo che questo per noi non sia un segnale positivo, che non riguarda la maggioranza soltanto, ma questo Consesso.
Credo che da questo punto di vista usare oggi parole come necessità di serietà, di sobrietà, di senso di responsabilità non siano una vox grama nel deserto, ci sia la necessità che per questa vicenda se ci sarà un soprassalto di attenzione, di responsabilità, di una riflessione in più, ma per le vicende che poi accompagneranno la nostra vita istituzionale, credo che davvero ci debba essere una attenzione e una capacità di dialogo assolutamente migliore. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Zabotti.
La parola al consigliere Foggiato.
Mariangelo FOGGIATO (P.N.E.)
Grazie, Presidente.
Per ribadire la nostra posizione chiara, ribadita anche in sede di Commissione: non vediamo nessuna necessità di istituire nuove Commissioni speciali, visto che l'oggetto proposto per le Commissioni speciali a nostro modo di vedere è ampiamente riconducibile alle attività delle Commissioni previste. Perché? Lo dimostriamo subito, la specialità, allora un po' tutto potrebbe essere speciale, un po' tutto potrebbe essere oggetto di Commissione, perché no per esempio una Commissione speciale sullo stato delle infrastrutture, perché no una Commissione sociale sui gravi problemi di ordine pubblico, perché no una Commissione speciale sull'immigrazione e via a seconda delle sensibilità individuali di ognuno.
Quindi, c'è il legittimo sospetto che la logica che ha ispirato la nascita di nuove Commissioni non sia certo quella di occuparsi di oggetti e di problemi specifici, ma si parta da una variabile ritenuta indipendente, quella di collocazione di personale politico su posti di rilievo e in questo caso l'istituzione diventi variabile dipendente, vale a dire l'istituzione si piega, varia, si modella sulle esigenze esclusivamente di spartizione politica. Questo è quanto si registra e questo traspare anche fuori da quest'Aula in maniera molto chiara, proprio nel momento in cui si chiede di fare un buco in più nella cinghia, noi invece la cinghia la allarghiamo di uno, due, tre, chissà di quanti buchi. Qualcuno ha parlato della temporaneità, che dovrebbe essere la caratteristica di queste Commissioni speciali; io non vedo ci siano scadenze temporali fissate, non ci sono nemmeno scadenze legate al conseguimento o meno dell'oggetto, quindi una specificità né in ordine all'asse temporale, né in ordine all'oggetto della Commissione.
Vorrei solo ricordare che l'articolo 18 del Regolamento, prevedendo al comma 1 che le Commissioni permanenti sono 7 ed è inutile ripetere ai Consiglieri quali sono le attribuzioni delle 7, al comma 2 dice chiaramente "le Commissioni possono dividersi in gruppi di lavoro relativamente a determinati settori o problemi, riservata la definitiva deliberazione alla Commissione plenaria". Quindi, già qui ci sono degli strumenti per creare delle sotto Commissioni che si occupino di problemi specifici o speciali riconducibili all'oggetto proprio della Commissione madre. Semmai sarebbe un problema di riassegnare la quota di voto ai Commissari, di allargare le Commissioni anche a Consiglieri che non ne fanno parte, ma non di istituire nuove Commissioni.
Quindi, la nostra posizione è chiara, non c'è necessità assoluta di istituire delle Commissioni speciali. Lo ripeto ancora, per noi le sette Commissioni che ci sono, sono più che sufficienti, ovviamente considerando la Commissione Statuto, questa sì, una Commissione speciale, sono più che sufficienti per espletare il mandato datoci dagli elettori.
Vorrei sottolineare ancora una volta come l'Istituzione non debba sentirsi sempre sotto scacco di esigenze politiche e che quindi si pensi all'istituzione come qualcosa che si può di volta in volta modellare, di volta in volta ricalibrare, di volta in volta riposizionare a seconda delle esigenze strettamente politiche. L'Istituzione è un qualcosa di rigido per definizione, al quale la politica deve adattarsi, deve trovare i momenti di attività propria all'interno dell'istituzione, non il contrario, quindi non l'Istituzione che si piega alla politica, ma viceversa.
Ripeto, le Istituzioni ci sono, le Commissioni ci sono, queste sono più che sufficienti, non entro nel merito dei contenuti di ogni Commissione proposta, perché come ho detto potrebbero essere mille gli argomenti oggetto di specificità, non la finiremo più di costituire Commissioni speciali se dovessimo analizzare problema per problema ciò che riguarda il Veneto, sono tutti temi ampiamente riconducibili alle Commissioni che già esistono.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Foggiato.
La parola al consigliere Pettenò.
Pietrangelo PETTENO' (R.C.-S.E.)
E' già stato detto molto, mi sembra che la proposta che qui ci viene fatta, che è stata ampiamente discussa in Prima Commissione, quindi ribadisco all'Aula solo alcuni concetti in maniera molto veloce.
Intanto la motivazione con cui vengono riproposte, diciamo così, le tre Commissioni storiche, potremo dire, speciali, cozza con quelle che sono le prerogative indicate dall'articolo 21 dello Statuto, che parla di Commissioni temporanee per esaminare le problematiche speciali. Se la Commissione per Venezia, e ritengo che sia una questione che potremo definire strutturale nella nostra Regione finchè esiste una legislazione nazionale che indica questa prerogativa alla Regione, questa non può essere per tre Legislature una Commissione temporanea che esamina una questione speciale; avremmo dovuto discutere io credo della sua trasformazione in una Commissione permanente, proprio per dare quel peso e quel ruolo che si addice ad una problematica così significativa, ampliandone anche i contenuti. Molti Colleghi di maggioranza di Commissione dicevano, c'è la problematica di Porto Marghera, la riconversione, la bonifica. Certo, dentro una Commissione a questo punto con i poteri pieni che ha una Commissione permanente, forse si sarebbe potuto parlare di queste questioni con dovizia, con istruttorie di un certo tipo.
Lo stesso riguarda la questione della Commissione rapporti comunitari che è sorta nella scorsa legislatura. Chi c'era nella scorsa Legislatura sa che questo tema è stato affrontato in varie sedute dello stesso Consiglio regionale, arrivando a dei momenti anche importanti di raccordo con tutte le Regioni italiane, dentro le Conferenze delle Regioni arrivando a una risoluzione delle Conferenze delle Regioni, anche nell'ultima riunione a Roma di qualche settimana fa abbiamo assistito ad una sorta di raccomandazione in questa direzione, e cioè che le problematiche relative ai rapporti comunitari e quindi i ruoli che le Regioni hanno - novità dalla legge La Loggia in poi - di intervenire nelle problematiche, quindi nella fase ascendente della programmazione comunitaria con dei pareri che sono richiesti mentre non lo erano qualche anno fa, potrebbe anche qui significare una Commissione permanente che affronti la questione della programmazione comunitaria, di un ruolo importantissimo. E' un tema che poi l'esecutivo, il Presidente, molti di noi affrontano tutti i giorni, dalla costruzione di rapporti Veneto con molti confini nell'Europa allargata, è una problematica che ha grandissima rilevanza sia di carattere politico generale, sia di carattere programmatorio nell'intervento di fondi strutturali della nuova programmazione, quindi, meriterebbe senz'altro questo approccio. Quindi, non c'è dal mio punto di vista una pregiudiziale sul numero delle Commissioni, non mi tocca se volete la questione di dire: creo da 7 Commissioni permanenti, le faccio diventare 9, se la cosa ha una rilevanza politica. Io credo che tutte e due le questioni che ho citato abbiano una grandissima rilevanza per questa Regione, non si dovrebbe affrontare sotto il problema "ma quanto costa?", certo, magari si potrebbe riflettere su altre riduzioni di costi, ma non credo vada posto sulla questione di "quanto mi costa?", perché altrimenti rischiamo di fare altri ragionamenti.
Poi, ci sono Commissioni.., è una scelta, perché ritenere che la Cooperazione e lo sviluppo questa mattina abbiamo assistito a un importante incontro con una associazione di medici per l'Africa della nostra Regione e ci siamo resi conto di quanto importante sia per la nostra Istituzione riuscire a sviluppare un ragionamento continuamente sulla cooperazione, adesso c'è la cooperazione decentrata, un aiuto di questa Regione che fa anche parecchio, ha una propria legge che è stata anche precursore di molte iniziative in campo internazionale. Si può discutere se anche questa può essere una Commissione speciale che affronta una questione altrimenti qui l'elenco sarebbe lunghissimo, perché, come i Colleghi citavano, c'è il problema dell'immigrazione piuttosto che dei diritti umani, piuttosto per passare il territorio ai problemi, non so, quelli della caccia sembra essere uno dei problemi importantissimi per il nostro Veneto e quindi potremo fare una Commissione speciale che si occupi solo di questo. Qui i desiderata di molti di noi sono molteplici, però questo sì è opinabile discutere ma quante ne facciamo, abbiamo le risorse per? E soprattutto oltre alla questione risorse abbiamo.. dobbiamo guardarci, ho provato a fare due conti anche in Commissione con i Colleghi, siamo 60 Consiglieri di cui 10 sono Assessori, alcuni sono impegnati già in importanti ruoli istituzionali nell'Ufficio di Presidenza, se cominciamo a tirare via tutti questi ruoli che uno deve fare e uno dovrebbe farli bene, dedicandoci tante ore al giorno, non sporadici interventi, non è che poi possiamo dire che un Consigliere regionale sta in due Commissioni permanenti in una o due di quelle speciali, non c'è proprio dal punto di vista oggettivo e l'esperienza fatta nel passati 5 anni dimostra esattamente questo. Le statistiche che sono facilmente reperibile da tutti, anche i nuovi Colleghi, dicono che tutte e tre le Commissioni, le tre speciali più la Commissione Biblioteca, non hanno mai, quasi mai funzionato. Questo è un dato di fatto oggettivo, non è che si possa dire che questa Legislatura andrà meglio. Anch'io mi auguro vada meglio, però addirittura dal punto di vista della gravosità e delle questioni oggettive che dicevo non credo possa andare meglio perché abbiamo dieci Consiglieri in meno, perché non credo si possa chiedere all'Assessore di essere qui a lavorare nella Commissione speciale, sarà presente nelle questioni di sua competenza e quindi già limita la sua sfera di intervento nell'ambito del lavoro del Consiglio regionale, gioco forza. E' chiaro che come è stata presentata, non affrontata in maniera strutturale, come dicevo prima, alcune per me addirittura potevano diventare permanenti, è stata fatta la scelta di fare quelle speciali. Una, come dicevo stamattina, si sovrappone ad un'altra che abbiamo messo in piedi che si chiama Conferenza anziché Commissione, però mi pare di altissimo livello. Questa Commissione guarda i prezzi degli autobus e le busta paga e l'altra si occupa dell'economia e quindi di come fare funzionare meglio gli autobus, come fare andare meglio gli stipendi attraverso il miglioramento della nostra economia veneta; ci vedo una strettissima relazione, quindi creare una Commissione ad hoc per me è un doppione inutile.
Così come quella della devoluzione, secondo me è un doppione o in qualche maniera una sorta di accavallarsi di competenze che stanno alla Prima Commissione che si è sempre occupata, che io sappia, nel passato di queste questioni, di rapporti tra le istituzioni, la Regione, le Province, i Comuni, la devoluzione, di federalismo ne ha discusso in questi ultimi anni. Quindi, attenzione, perché questa Commissione speciale addirittura a me fa pensare che possa mettere a rischio un avvio di stagione verso un nuovo Statuto della Regione Veneto che molti auspicano perché secondo me questi sono temi da discussione sullo Statuto, quindi in qualche maniera mi pare assolutamente anche qui una sovrapposizione di cose che dovremo avviare con quelle della Commissione Statuto.
Questa è la discussione, non mi pare sia arrivata una proposta che abbia una sostanza in grado di essere difesa e quindi da questo scattano ovviamente anche tutti i ragionamenti: ma allora quando si spende, c'è ancora da sistemare qualche collega che è rimasto fuori da qualche incarico. Facendo il ragionamento che facevo prima sul numero dei Consiglieri applicato solo alla maggioranza, fate presto a farli, perché da trentanove tirate via i dieci, tirate via quelli che sono nell'Ufficio della Presidenza del Consiglio o Vicepresidente o segretario, restano tredici Commissioni, aggiungeteci le tredici Presidenze che mi pare di avere capito che sono tutte delle maggioranza, alla fine mi pare restino ben poche cariche che sono ancora da discutere. Questa è una stortura, una lettura viziata che ovviamente è legittimo fare perché non c'è la sostanza di partenza che dicevo prima ed è mancata purtroppo, io vedo con gravità questa, che non si è affrontato in maniera dignitosa questo. C'è stato un gran parlare dicendo che in tante altre Regioni hanno fatto di peggio, credo che invece, a parte che questo non dovrebbe essere il termine del nostro ragionamento, guardiamo quello che facciamo noi e se c'è una giusta critica da fare a quanto hanno fatto Regioni che sono guidate dal Centro-Sinistra credo che vada fatta perché la politica che facciamo ha bisogno, sicuramente a partire dalle nostre scelte, anche di una etica, anche di una capacità di metterci un po' di morale dentro la politica che facciamo, quindi i valori, i principi etici in questa direzione. Questa maggioranza ha deciso di fare tredici più una, quattordici Commissioni, e tutte in capo alla maggioranza. Se si fa la proporzione e si comincia a ragionare, c'era lo scandalo del Lazio, ottanta Consiglieri nel Lazio, sessanta nel Veneto, tredici Presidenti tutti della maggioranza, capirete che non su una bilancia di chi è più scandaloso, è una bella gara. Non è il terreno che preferisco, non voglio stare qui a discutere di questo, però è una bella gara anche per chi sostiene la maggioranza che nel Veneto siamo più parsimoniosi di altre Regioni, non mi pare.
Credo che su questo ci sia una sorta di necessità, ossia che la maggioranza si renda conto, per come sono avviate le discussioni oggi, che c'è bisogno di un correttivo. Noi siano perché non si facciano. A queste Commissioni voteremo contro, non abbiamo nessuna intenzione di avvallarle. Occorre un correttivo; credo che la maggioranza dovrebbe capire che è quella che può riparare a questo errore che sta facendo tentando di dare dei segnali che si valutano. Diceva il Presidente stamattina, astenendosi nel voto sull'istituzione della Conferenza: "Mi astengo, non voto contro solo perché qui qualcuno ha fatto balenare l'idea che se non funzionano si possono annullare". Lo stesso concetto andrebbe applicato anche a queste Commissioni che facciamo, seguendo il ragionamento che ha fatto il Presidente che dice: "Certo, abbiamo delle Commissioni, c'è un momento in cui possiamo decidere che la Commissione non serve più?", stabiliamolo qui nella proposta che ci presentate
Durante l'intervento del consigliere Pettinò assume la Presidenza
Il Presidente Marino FINOZZI
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Pettenò.
Ho iscritti ad intervenire i consiglieri Laroni, Franchetto, Berlato Sella e Covi. Presumo che alla fine di questi quattro interventi abbiamo raggiunto l'orario che ci eravamo prefissati per chiudere i lavori di questa sera, riprenderemo poi domani mattina.
La parola al consigliere Pettenò.
Pietrangelo PETTENO' (R.C.-S.E.)
Su questo, siccome alle 19.00 presumo che fuggiamo tutti, siccome forse qualche bontempone ha preso il pacco di emendamenti che avevo qui sopra, prima delle 19.00 chiederei che ritornasse al suo posto perché dovrei depositarlo.
PRESIDENTE
Grazie, consigliere Pettenò.
La parola al consigliere Laroni.
Nereo LARONI (Nuovo P.S.I.)
Faccio solo poche considerazioni partendo da una che non mi pare secondaria nell'economia del nostro dibattito. Noto da un lato una serie di interventi compreso l'ultimo a partire dal primo estremamente pacati, estremamente sensati che intervengono con puntualità su elementi che sono opinabili, discutibili e quindi come tali meritevoli di un confronto in termini seri e ragionati. Noto viceversa l'apparire di una serie di emendamenti il cui numero ci è stato prima illustrato, ma anche senza quelli che non sono fisicamente presenti nei dossier che ci sono stati consegnati, che non posso che definire assolutamente insensati e che non stanno allo stesso livello dei ragionamenti che abbiamo sentito qui da parte dell'opposizione che è intervenuta sino a questo momento. Sono troppo vecchio perché mi sfugga la ragione di questi espedienti, ma nonostante l'esperienza considero questo doppio livello, quello ufficiale e quello istituzionale e quello che si presenta in maniera leggibile di fronte all'opinione pubblica e quell'altro invece che è vagamente minaccioso e intimidatorio se non ridanciano per la natura di certi emendamenti, li considero una prassi politica non commendevole.
Mi limiterò a confrontarmi con estrema rapidità sulla parte che considero seria di questo dibattito. Non nascondo, lo sanno i Colleghi che hanno partecipato al dibattito anche in Commissione, le mie perplessità circa le proposte che sono oggi all'attenzione. Perplessità che si incarnano nel particolare momento che stiamo vivendo e nello specifico dibattito che sta animando maggioranza ed opposizione in ogni parte d'Italia, dalla Calabria fino alle Regioni del nord ed anche circa alcuni aspetti di merito che sono legati alla natura delle Commissioni che vengono proposte. Mi sono risolto a firmare la proposta della maggioranza perché mi hanno convinto due cose: la prima, la qualità della reazione del quarto potere, non di questo potere, che è ben più forte di quello che stiamo esercitando noi con i nostri ragionamenti anche pacati, quello che abbiamo letto cioè in questi giorni su alcuni organi di stampa che sono in maniera sedicente indipendenti e che sono offensive per la democrazia, per le istituzioni e che tendono ad ingenerare nell'opinione pubblica una reazione che non giova a nessuno e rispetto alla quale tutti, maggioranza ed opposizione, dovremo avere eguale atteggiamento rifuggendo da strumentalizzazioni che sono un elemento corrosivo della democrazia in maniera grave e il dibattito sfugge a questo rischio e sta rispondendo in tono e in maniera qualitativamente diversa rispetto agli articoli firmati credo da addetti stampa di qualche Gruppo, non da giornalisti indipendenti, perché non si spiegherebbe la presentazione di materia così delicata e così seria in termini così mistificatori come abbiamo avuto modo di leggere. Rispetto a tale attitudine credo che debba esserci la piena consapevolezza delle responsabilità che la maggioranza e il Consiglio nel suo insieme, quale che sia l'atteggiamento delle parti in causa, che si assume che sono come tutte decisioni discutibili, aperte al contributo e alla valutazione anche critica di tutte parti politiche.
Veniamo al merito, credo che vada raccolta l'indicazione che è stata qui posta in termini formali, ma che formale non è, mi riferisco a quello che diceva il consigliere Michieletto, ma fa seguito ad una discussione che c'è stata anche in Commissione, cioè noi non dobbiamo snaturare la natura di queste Commissioni che sono speciali e temporanee. Sulla lettura e sul significato di questi due termini il consigliere Variati prima ha fatto una puntualizzazione che mi sembra opportuna e quindi credo che debba essere raccolta l'indicazione di formalizzare la proposta che è anche qui venuta e mi pare condivisibile, almeno io la trovo condivisibile, di scadenzare nel tempo la durata di queste Commissioni in maniera da consentire, conformemente a quello che diceva il consigliere Pettenò, che con l'emergere di problematiche speciali ed emergenziali o no il Consiglio sia in grado di approntare strumenti idonei per consentire di analizzare il fenomeno e di determinare quelle che sono le misure che l'istituzione deve prendere per fronteggiare quel determinato fenomeno.
La seconda ed ultima osservazione è invece nel merito specifico. Mi trovo molto lontano dalle posizioni della Lega, pur stando in questa maggioranza più o meno comodamente, a ciascuno di noi poi le proprie valutazioni, però delle due Commissioni quella che mi convince di più è quella legata alla devoluzione perché il principio di analizzare i fenomeni legati ai processi di decentramento in atto con una serie di atti legislativi centrali e periferici è un'esigenza sicuramente fondata per consentire che il principio di sussidiarietà si possa esprimere in maniera compiuta e seria non secondo i meccanismi che abbiamo constatato fino a questo momento e cioè che anziché costituire enti che sostituiscono un ente precedente, ne sommiamo uno in più ed aumentiamo la confusione dei processi decisori anziché semplificarlo e questo a me pare un punto estremamente serio, estremamente puntuale, estremamente legato a quelli che sono i processi in atto per quello che attiene al decentramento con leggi che sono state votate anche da Governi precedentie che hanno una serie di implicazioni che basterebbe onestà intellettuale per valutare e dire che devono essere gestiti e non c'è nessun organismo scientifico in grado di affrontare questa situazione.
L'altra Commissione, quella che è riferita alla quarta settimana, presenta elementi di problematicità però non tanto per le ragioni che sono state dette qui. Mi consenta il consigliere Zabotti, perché quello che abbiamo votato questa mattina è una cosa diversa da quella che è esplicitata nella motivazione della proposta stessa. Basterebbe leggerla per rendersi conto che effettivamente insistono entrambi sul terreno ampio dell'economia e dei processi della Regione, ma che hanno finalità diverse. Mi permetto di ricordare ai Colleghi anche di opposizione che c'è una serie di articoli, che forse sarà bene anche produrre, di autorevoli personalità del vostro campo che richiedono strumenti come questo, non si parlava specificamente di Commissioni come quella che viene proposta, non aveva la stessa dizione, ma evidenziavano l'esistenza del problema e l'esigenza di affrontarlo in maniera rapida con tempestività e con puntualità e quindi forse ci sono anche altre cose che sono di eguale importanza; negare peraltro che questa sia una questione importante mi pare commettere un errore.
Un'ultima considerazione, veramente due, ma sono tutte e due rapide. Stamattina abbiamo votato uno strumento con il consenso generale ed allora qualcuno mi deve spiegare qual è la differenza in termini di stile, di costume politico, di risparmio tra un provvedimento che diventa nobile se è proposto da tutti e diventa improvvisamente ignobile se è una parte politica, che guarda caso è la maggioranza, che lo propone.
Abbiamo passato il tempo in cui bastavano determinate casacche per avere improvvisamente l'agibilità politica e credo sia passato il tempo in cui una proposta è seria ed accettabile solo se ha il timbro finale di qualcuno. Qui i timbri nessuno è legittimato a darli in calce a nessun provvedimento, la regola della democrazia è che la legittimità si ha con il consenso, meglio se unanime, in democrazia anche con la maggioranza.
Concludo dicendo al consigliere Zabotti: è vero, ed era quindi preoccupazione seria e condivisibile, in questo quadro che caratterizza lo stato dell'opinione pubblica la sua sensibilità rispetto a questi problemi, queste questioni vanno affrontate con molta prudenza. Io credo che un esempio non edificante sia stato dato quando con artifizi sono stati moltiplicati i Gruppi, i Capigruppo e via discorrendo, rispetto a una formazione politica che aveva una sua unitarietà, almeno così diceva, e questa è operazione rispetto alla quale vi sono tutti quei compendi economici e di oneri, etc., rispetto ai quali si muovono censure ad una situazione, ho qui il quadro dell'Espresso, non di un organo, basta guardare perché se ci accomuna il comune senso del pudore, si dicano le cose che hanno effettivamente un senso. Grazie.
PRESIDENTE:
Grazie, consigliere Laroni.
La parola al consigliere Berlato Sella.
Giuseppe BERLATO SELLA (Uniti nell'Ulivo–La Margherita)
Grossomodo abbiamo passato in quest'Aula come Consiglio non più di 40 ore e siamo forse alla quarta o quinta riunione, personalmente mi dispiace che tutto sommato già in così poco tempo siamo arrivati ad un gioco delle parti così spinto, tale per certi versi da annullare il fatto di quello che ognuno di noi dice.
Molte volte in questi quattro mesi mi sono posto il problema di non reagire alle prime reazioni, ma di dire "Non fermi col sedere i treni, la situazione qui ha una dimensione molto più importante, le tue esperienze nel piccolo mondo dei Comuni non sono paragonabili..", però tutti i giorni mi è successo di vivere con un certo impegno ma anche sofferenza certi riti che qui si ripetono.
Quindi, chiedo scusa se in poche parole voglio riepilogare alcune considerazioni.
Se è lecito, dice il latino "si dicet parla componere magnis" se è lecito citare esperienze di piccole cose rispetto a cose così importanti come questa, per certi versi mi verrebbe da dire che ogni Consigliere regionale potrebbe fare uno stage presso i Comuni, perché le cose che ha detto il consigliere Michieletto sono le cose che qualsiasi consigliere comunale sa rispetto alle Commissioni, ai gruppi di lavoro e cose di questo genere. Tutto nasce, anche se ogni Comune e ogni ente ha il suo Statuto, dalla 142/90 che diceva: "Nell'ambito di ciascuno Consiglio possono essere formate, istituite delle Commissioni per facilitare e rendere più fluido perché tutti siano più documentati nel confronto del Consiglio". Allora, se il lavoro delle Commissioni deve servire a questo, questo bisognerebbe averlo in mente, e quindi ciascuna Commissione dovrebbe servire per metterci nelle condizioni di far meglio il Consigliere, le Commissioni non dovrebbero mai esaurire i temi del Consiglio, ma invece preparare una maggiore qualità del Consiglio.
Nello stesso tempo, come diceva chiaramente i consigliere Michieletto, una Commissione non prevista dallo Statuto nasce in un certo contesto, ha un tema esplicito e deve portare dei risultati, per cui spesso quando si istituiscono nei Comuni queste Commissioni si stabilisce il tempo e si dà l'impegno preciso di aggiornare il Consiglio rispetto al mandato. E se per caso una Commissione nel suo articolarsi impegna più tempo del previsto, chiede una proroga e spiega perché invece che sei mesi ha bisogno di dodici mesi.
Se, come è stato detto prima, per certi versi il numero delle Commissioni identificate e istituzionalizzate precedentemente da questo Consiglio sono superate nel numero delle Commissioni o nella specificità di queste Commissioni potrebbe essere, Presidente, un motivo in più per metterci presto al lavoro e fare uno Statuto che adegui il Consiglio con Commissioni permanenti attuali rispetto al terzo millennio e che non abbiano le caratteristiche e gli appesantimenti, oppure gli aspetti folcloristici, che potrebbe avere una delle sette Commissioni. Allora, se non ci fosse un gioco delle parti e non ci fossero dei pregiudizi, e io non voglio fare il processo alle intenzioni, questo dibattito poteva avvenire con più serenità o comunque tanto più sono importanti le cose che voi sostenete, tanto più bisognava prepararlo meglio, non buttarlo qui in Sala alla trentaseiesima ora di discussione tra noi che ancora non ci conosciamo o quasi e ci mettiamo subito a fare il gioco delle parti.
E proprio se il clima esterno, al di là della nostra volontà, in queste settimane è di demonizzazzione rispetto alle Istituzioni, e questo io nella mia vita l'ho sempre deprecato, mi sono sempre ribellato a questo, c'era un motivo in più per avere del pudore e della prudenza e forse aspettare di proporre queste cose invece che oggi in un momento successivo di questa VIII Legislatura, in un momento più tranquillo, senza noi da poveri polentoni a dare degli alibi rispetto a un dibattito che c'è a livello nazionale.
Allora, per queste considerazioni, mi auguro che ci sia un momento di riflessione e che queste esigenze che qui sono state espresse con queste nuove Commissioni, si riesca lo stesso a mettersi al lavoro su questi temi e trovare eventualmente uno sbocco diverso. Forse non sarà così, pazienza, ma mi pare abbiamo perso un'occasione, perché io mi ero anche illuso che tutto sommato, pur nel rispetto delle aree di riferimento che ognuno di noi ha, si potesse lavorare di più in termini, non in termini demagogici, "trasversali", con reciproco rispetto come mi pareva ad oggi eravamo arrivati.
Il mio non è un intervento pessimistico, anzi era un segno, una marcatura per dire: per quello che mi riguarda io ci sto e vorrei che il futuro della nostra attività fosse di questo tipo.
PRESIDENTE:
Grazie, consigliere Berlato Sella.
A questo punto è iscritto a parlare il consigliere Covi, che se accetta lo spostamento dell'intervento a domani, dichiaro chiusa la Seduta.
Domani mattina si riprenderà il dibattito con l'intervento del consigliere Covi.
La Seduta termina alle ore 19.03
Il Consigliere segretario
f.to Moreno Teso |
|
Il Presidente
f.to Marino Finozzi |
Resoconto stenotipico a cura di:
C.S.T. (Consorzio Stenotipisti Triveneto)
Revisione e coordinamento testo a cura di:
Giuseppe Migotto
Elaborazione testo a cura di:
Rita Pasqualetto
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 6
SEDUTA PUBBLICA N. 6
PROT. GEN. N. 7929
GIOVEDì 28 LUGLIO 2005
PRESIDENZA
PRESIDENTE MARINO FINOZZI
VICEPRESIDENTE ACHILLE VARIATI
PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ASSEMBLEA
INDICE
Processo verbale della 6a Seduta pubblica – giovedì 28 luglio 2005
Processo verbale della 6a Seduta pubblica – giovedì 28 luglio 2005
- Comunicazioni della Presidenza del Consiglio
- Approvazione verbali delle sedute precedenti
- Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Finozzi, Tesserin, Variati, Teso e Marchese relativa a "Conferenza regionale sulle dinamiche economiche e del lavoro"(Progetto di legge n. 39/2005) APPROVATO
- Disegno di legge relativo a "Modifiche alla legge regionale 23 maggio 2002, n. 11 "Disciplina del settore fieristico"" (Progetto di legge n. 25/2005) APPROVATO
- Legge regionale 7 aprile 1994, n. 15 "Interventi per il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale di origine veneta nell'Istria e nella Dalmazia". Riparto dei contributi per l'anno 2005. Articolo 7, comma 1 (Proposta di deliberazione amministrativa n. 1) (Deliberazione n. 37/2005)
- Adeguamenti statutari della Società Veneto Sviluppo S.p.A. al D.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6 e alla legge regionale 3 maggio 1975, n. 47 , modificata dalla legge regionale 20 novembre 2003, n. 31 (Proposta di deliberazione amministrativa n. 2) (Deliberazione n. 38/2005)
- Proposta di legge di iniziativa popolare relativa a "Comunità del Delta del Po". DICHIARAZIONE DI AMMISSIBILITA' (Deliberazione n. 39/2005)
- Proposta di conferimento incarichi a segretario generale della programmazione e segretari regionali (statuto regionale articoli nn. 49 e 52) (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6)
- Proposta della Giunta regionale relativa all'incarico di dirigente della segreteria generale della programmazione al dr. Adriano Rasi Caldogno (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) (Deliberazione n. 40/2005)
- Proposta della Giunta regionale relativa all'incarico di dirigente della segreteria regionale sanità e sociale al dr. Franco Toniolo (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) (Deliberazione n. 41/2005)
- Proposta della Giunta regionale relativa all'incarico di dirigente della segreteria regionale cultura e pubblica istruzione al dr. Angelo Tabaro (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) (Deliberazione n. 42/2005)
- Proposta della Giunta regionale relativa all'incarico di dirigente della segreteria regionale infrastrutture e mobilità all'ing. Silvano Vernizzi (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) (Deliberazione n. 43/2005)
- Proposta della Giunta regionale relativa all'incarico di dirigente della segreteria regionale ambiente e territorio all'ing. Roberto Casarin (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) (Deliberazione n. 44/2005)
- Proposta della Giunta regionale relativa all'incarico di dirigente della segreteria regionale lavori pubblici all'ing. Mariano Carraro (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) (Deliberazione n. 45/2005)
- Proposta della Giunta regionale relativa all'incarico di dirigente della segreteria regionale settore primario al dr. Giuseppe Nezzo (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) (Deliberazione n. 46/2005)
- Proposta della Giunta regionale relativa all'incarico di dirigente della segreteria regionale attività produttive, istruzione e formazione al dr. Sergio Trevisanato (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) (Deliberazione n. 47/2005)
- Proposta della Giunta regionale relativa all'incarico di dirigente della segreteria regionale bilancio e finanza al dr. Mauro Trapani (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) (Deliberazione n. 48/2005)
- Proposta della Giunta regionale relativa all'incarico di dirigente della segreteria regionale affari generali al dr. Loris Costantini (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) (Deliberazione n. 49/2005)
- Istituzione di Commissioni speciali ai sensi dell'articolo 21, quarto comma, dello Statuto (Proposta di deliberazione amministrativa n. 4) INIZIO
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale.
Il Presidente Marino FINOZZI dichiara aperta la seduta alle ore 12.10.
I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 7554 del 22 luglio e dell'integrazione prot. n. 7799 del 26 luglio 2005.
Punto n. 1) all'ordine del giorno
Il Presidente Marino FINOZZI dichiara aperta la seduta alle ore 12.10.
I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 7554 del 22 luglio e dell'integrazione prot. n. 7799 del 26 luglio 2005.
Punto n. 1) all'ordine del giorno
Comunicazioni della Presidenza del Consiglio [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE effettua le comunicazioni di rito e comunica che sono in congedo i consiglieri Atalmi, De Poli, Gardini e Zanon.
Il consigliere-segretario Teso, su invito del Presidente, procede all'appello nominale per la verifica del numero legale.
Il PRESIDENTE, preso atto dell'esistenza del numero legale, dà avvio ai lavori consiliari.
Intervengono i consiglieri Sernagiotto (FI) e Frigo (Uniti nell'Ulivo-La Margherita) sull'organizzazione dei lavori consiliari.
Il PRESIDENTE comunica che i lavori proseguiranno fino alle ore 13.30 e riprenderanno alle ore 15.30. Comunica altresì che alle ore 15.00 è convocata la Conferenza per l'organizzazione dei lavori consiliari.
Punto n. 2) all'ordine del giorno
Approvazione verbali delle sedute precedenti [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE, poichè nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che s'intendono approvati i processi verbali della 3a seduta pubblica di martedì 28 giugno, della 4a seduta pubblica di giovedì 30 giugno e della 5a seduta pubblica di martedì 5 luglio 2005.
Interviene il consigliere Pettenò (RC-SE) il quale chiede di sapere se le interrogazioni ed interpellanze verranno trattate.
Il PRESIDENTE risponde al consigliere Pettenò dichiarando che della questione si occuperà la Conferenza per l'organizzazione dei lavori consiliari convocata alle ore 15.00.
Il consigliere Pettenò (RC-SE) propone che dopo il prossimo punto in discussione si discuta dell'organizzazione dei lavori consiliari.
Il PRESIDENTE informa che sono due le interrogazioni alle quali la Giunta regionale ha dato risposta ed eventualmente, se richiesto, possono essere trattate alla ripresa dei lavori pomeridiani.
Punto n. 3) all'ordine del giorno
Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Finozzi, Tesserin, Variati, Teso e Marchese relativa a "Conferenza regionale sulle dinamiche economiche e del lavoro"(Progetto di legge n. 39/2005) APPROVATO [RESOCONTO]
Interviene il consigliere Tesserin (FI) il quale svolge la relazione illustrativa per conto della Prima Commissione consiliare.
In discussione generale intervengono i consiglieri Variati (Uniti nell'Ulivo-La Margherita), Sandri (LVLNP), Gallo (Uniti nell'Ulivo-DS), Tiozzo (Uniti nell'Ulivo-DS), Pettenò (RC-SE), Bond (FI), gli assessori Gava (FI) e Donazzan Elena (AN) che lo apprezzano.
Si passa all'esame dell'articolato.
I quattro articoli, che compongono il progetto di legge in oggetto, posti in votazione separatamente col sistema elettronico vengono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.
In dichiarazione di voto intervengono il consigliere Frigo (Uniti nell'Ulivo-La Margherita) che dichiara voto favorevole e il Presidente della Giunta regionale Galan (FI) che motiva il proprio voto di astensione.
Interviene il consigliere Frigo (Uniti nell'Ulivo-La Margherita) sull'ordine dei lavori.
Il PRESIDENTE risponde al consigliere Frigo.
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.
Il Consiglio approva
Punto n. 4) all'ordine del giorno
Disegno di legge relativo a "Modifiche alla legge regionale 23 maggio 2002, n. 11 "Disciplina del settore fieristico"" (Progetto di legge n. 25/2005) APPROVATO [RESOCONTO]
Interviene il consigliere Cortelazzo (AN) il quale svolge la relazione illustrativa per conto della Terza Commissione consiliare.
In discussione generale interviene il consigliere Tiozzo (Uniti nell'Ulivo-DS).
Si passa all'esame dell'articolato.
I quattro articoli, che compongono il progetto di legge in oggetto, posti in votazione separatamente col sistema elettronico vengono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.
In dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Frigo (Uniti nell'Ulivo-La Margherita), Covi (Misto), Laroni (Nuovo PSI), Gallo (Uniti nell'Ulivo-DS) e Cortelazzo (AN) che esprimono parere favorevole.
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.
Il Consiglio approva
Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 13.37.
La seduta riprende alle ore 15.44.
Punto n. 5) all'ordine del giorno
Legge regionale 7 aprile 1994, n. 15 "Interventi per il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale di origine veneta nell'Istria e nella Dalmazia". Riparto dei contributi per l'anno 2005. Articolo 7, comma 1 (Proposta di deliberazione amministrativa n. 1) (Deliberazione n. 37/2005) [RESOCONTO]
Interviene il consigliere Laroni (Nuovo PSI) che svolge la relazione illustrativa per conto della Commissione consiliare competente.
In discussione generale intervengono i consiglieri Teso (AN), Franchetto (Uniti nell'Ulivo-La Margherita) che preannuncia voto favorevole, Foggiato (PNE) che preannuncia voto di astensione, Stival (LVLNP), Azzi (Uniti nell'Ulivo-DS) e l'assessore Coppola Marialuisa (AN) che preannunciano voto favorevole.
In dichiarazione di voto interviene il consigliere Ciambetti (LVLNP) che dichiara voto favorevole.
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.
Il Consiglio approva
Punto n. 6) all'ordine del giorno
Adeguamenti statutari della Società Veneto Sviluppo S.p.A. al D.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6 e alla legge regionale 3 maggio 1975, n. 47 , modificata dalla legge regionale 20 novembre 2003, n. 31 (Proposta di deliberazione amministrativa n. 2) (Deliberazione n. 38/2005) [RESOCONTO]
Interviene il consigliere Grazia (FI) che svolge la relazione illustrativa per conto della Commissione consiliare competente.
In discussione generale interviene il consigliere Marchese (Uniti nell'Ulivo-DS) che preannuncia il voto di astensione del suo gruppo.
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.
Il Consiglio approva
Punto n. 7) all'ordine del giorno
Proposta di legge di iniziativa popolare relativa a "Comunità del Delta del Po". DICHIARAZIONE DI AMMISSIBILITA' (Deliberazione n. 39/2005) [RESOCONTO]
Il Presidente Finozzi (LVLNP) dà per letta la relazione illustrativa dell'Ufficio di Presidenza.
Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico la proposta in oggetto.
Il Consiglio approva
Interviene il consigliere Sernagiotto (FI) il quale chiede l'inversione, nell'ordine, dei punti nn. 11), 12), 14) e 13) iscritti all'ordine del giorno.
Interviene il consigliere Frigo (Uniti nell'Ulivo-La Margherita) il quale, ad integrazione della proposta del consigliere Sernagiotto, chiede l'inversione della risoluzione n. 2, iscritta al punto n. 10) all'ordine del giorno, e trattarla dopo il punto n. 12) all'ordine del giorno.
Il PRESIDENTE pone in votazione per alzata di mano la richiesta di inversione avanzata dal consigliere Sernagiotto, così come integrata dalla proposta del consigliere Frigo.
Il Consiglio approva
Punto n. 11) all'ordine del giorno
Proposta di conferimento incarichi a segretario generale della programmazione e segretari regionali (statuto regionale articoli nn. 49 e 52) (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) [RESOCONTO]
Interviene il consigliere Grazia (FI) il quale svolge la relazione illustrativa per conto della Prima Commissione consiliare.
In discussione generale intervengono i consiglieri Frigo (Uniti nell'Ulivo-La Margherita) che preannuncia voto favorevole, Grazia (FI), Marchese (Uniti nell'Ulivo-DS) il quale chiede dei chiarimenti relativamente al punto n. 3) del dispositivo della deliberazione della Giunta regionale, l'assessore Valdegamberi (UDC) che li fornisce e il consigliere Marchese (Uniti nell'Ulivo-DS).
Il PRESIDENTE comunica che, come proposto nella riunione della Conferenza per l'organizzazione dei lavori consiliari, viene distribuita un'unica scheda di votazione che indica per ogni segreteria il nome del candidato all'incarico.
Il consigliere segretario Teso, su invito del Presidente, procede all'appello nominale della votazione a scrutinio segreto delle proposte di conferimento in oggetto.
Durante l'appello nominale assume la Presidenza il Vicepresidente Achille Variati.
Il Presidente proclama l'esito della votazione.
Proposta della Giunta regionale relativa all'incarico di dirigente della segreteria generale della programmazione al dr. Adriano Rasi Caldogno (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) (Deliberazione n. 40/2005) [RESOCONTO]
Il Consiglio approva
Proposta della Giunta regionale relativa all'incarico di dirigente della segreteria regionale sanità e sociale al dr. Franco Toniolo (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) (Deliberazione n. 41/2005) [RESOCONTO]
Il Consiglio approva
Proposta della Giunta regionale relativa all'incarico di dirigente della segreteria regionale cultura e pubblica istruzione al dr. Angelo Tabaro (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) (Deliberazione n. 42/2005) [RESOCONTO]
Il Consiglio approva
Proposta della Giunta regionale relativa all'incarico di dirigente della segreteria regionale infrastrutture e mobilità all'ing. Silvano Vernizzi (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) (Deliberazione n. 43/2005) [RESOCONTO]
Il Consiglio approva
Proposta della Giunta regionale relativa all'incarico di dirigente della segreteria regionale ambiente e territorio all'ing. Roberto Casarin (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) (Deliberazione n. 44/2005) [RESOCONTO]
Il Consiglio approva
Proposta della Giunta regionale relativa all'incarico di dirigente della segreteria regionale lavori pubblici all'ing. Mariano Carraro (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) (Deliberazione n. 45/2005) [RESOCONTO]
Il Consiglio approva
Proposta della Giunta regionale relativa all'incarico di dirigente della segreteria regionale settore primario al dr. Giuseppe Nezzo (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) (Deliberazione n. 46/2005) [RESOCONTO]
Il Consiglio approva
Proposta della Giunta regionale relativa all'incarico di dirigente della segreteria regionale attività produttive, istruzione e formazione al dr. Sergio Trevisanato (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) (Deliberazione n. 47/2005) [RESOCONTO]
Il Consiglio approva
Proposta della Giunta regionale relativa all'incarico di dirigente della segreteria regionale bilancio e finanza al dr. Mauro Trapani (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) (Deliberazione n. 48/2005) [RESOCONTO]
Il Consiglio approva
Proposta della Giunta regionale relativa all'incarico di dirigente della segreteria regionale affari generali al dr. Loris Costantini (Proposta di deliberazione amministrativa n. 6) (Deliberazione n. 49/2005) [RESOCONTO]
Il Consiglio approva
Punto n. 12) all'ordine del giorno
Istituzione di Commissioni speciali ai sensi dell'articolo 21, quarto comma, dello Statuto (Proposta di deliberazione amministrativa n. 4) INIZIO [RESOCONTO]
Interviene il consigliere Sernagiotto (FI) il quale svolge la relazione illustrativa per conto della Prima Commissione consiliare.
In discussione generale intervengono i consiglieri Tiozzo (Uniti nell'Ulivo-DS) che non è d'accordo sulla proposta e Michieletto (Uniti nell'Ulivo-La Margherita) che non la condivide e annuncia la presentazione di emendamenti.
Il PRESIDENTE risponde ad alcune osservazioni sollevate dal consigliere Michieletto e comunica all'Aula, considerata la mole di emendamenti presentati, le modalità d'esame degli stessi.
In discussione generale intervengono i consiglieri Zabotti (Per il Veneto con Carraro), Foggiato (PNE) e Pettenò (RC-SE) i quali preannunciano voto contrario.
Durante l'intervento del consigliere Pettenò assume la Presidenza il Presidente Marino Finozzi.
In discussione generale intervengono i consiglieri Laroni (Nuovo PSI) e Berlato Sella (Uniti nell'Ulivo-La Margherita).
Il PRESIDENTE comunica che la discussione del punto in oggetto proseguirà nella seduta prevista per domani.
Il Presidente dichiara chiusa la seduta.
Il Consiglio è convocato domani venerdì 29 luglio alle ore 10.30.
La seduta termina alle ore 19.03.
Consiglieri presenti:
Andrea ASTOLFI
|
Gustavo FRANCHETTO
|
Carlo Alberto AZZI
|
Franco FRIGO
|
Raffaele BAZZONI
|
Giancarlo GALAN
|
Giuseppe BERLATO SELLA
|
Giovanni GALLO
|
Regina BERTIPAGLIA
|
Fabio GAVA
|
Gianfranco BETTIN
|
Massimo GIORGETTI
|
Dario BOND
|
Raffaele GRAZIA
|
Franco BONFANTE
|
Nereo LARONI
|
Diego BOTTACIN
|
Franco MANZATO
|
Gianpaolo Enrico BOTTACIN
|
Renzo MARANGON
|
Diego CANCIAN
|
Giampietro MARCHESE
|
Federico CANER
|
Igino MICHIELETTO
|
Andrea CAUSIN
|
Pietrangelo PETTENO'
|
Renato CHISSO
|
Francesco PICCOLO
|
Roberto CIAMBETTI
|
Clodovaldo RUFFATO
|
Giancarlo CONTA
|
Sandro SANDRI
|
Maurizio CONTE
|
Remo SERNAGIOTTO
|
Marialuisa COPPOLA
|
Flavio SILVESTRIN
|
Piergiorgio CORTELAZZO
|
Daniele STIVAL
|
Carlo COVI
|
Moreno TESO
|
Gianantonio DA RE
|
Carlo Alberto TESSERIN
|
Onorio DE BONI
|
Lucio TIOZZO
|
Barbara DEGANI
|
Flavio TOSI
|
Elena DONAZZAN
|
Guido TRENTO
|
Marino FINOZZI
|
Stefano VALDEGAMBERI
|
Mariangelo FOGGIATO
|
Achille VARIATI
|
Giuliana FONTANELLA
|
Marco ZABOTTI
|
|
Tiziano Ferruccio ZIGIOTTO
|
|
|
|
|
|
IL PRESIDENTE
Marino FINOZZI |
|
|
|
|
IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Moreno TESO |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Migotto Giuseppe
Elaborazione testo a cura di Azzolini Loredana