ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 19/06/2018 n. 176

Resoconto n. 176 - 10^ legislatura
Resoconto 176a Seduta pubblica
Martedì, 19 giugno 2018
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 10.34

PRESIDENTE

A causa del protrarsi dei lavori della Seconda Commissione, rinvio l'inizio della seduta alle ore 11.15.
Ricordo a tutti i colleghi che il primo punto con il quale inizieremo il Consiglio è la surroga del collega Colman e le interrogazioni arrivano dopo, quindi si vota subito.
Ripresa lavori alle ore 11.15.
La Seduta è sospesa alle ore 10.34
La Seduta riprende alle ore 11.33

PRESIDENTE

Iniziamo la Seduta odierna. Diamo inizio alla 176a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 14321 del 14 giugno 2018 e dell'integrazione prot. n. 14429 del 15 giugno 2018.
PUNTO
1



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO


Ha comunicato congedo

Luca ZAIA
Il congedo è concesso.
Inoltre ha comunicato la sua assenza il consigliere Zorzato.
PUNTO
1.1



SURROGA DEL CONSIGLIERE REGIONALE MARINO FINOZZI CON IL SIGNOR MAURIZIO COLMAN (DELIBERAZIONE N. 69/2018)

PRESIDENTE

Dobbiamo partire, come da integrazione all'ordine del giorno che avete ricevuto lo scorso 15 giugno, con la surroga del consigliere Marino Finozzi con il signor Maurizio Colman e questa è una votazione che deve avvenire appunto all'inizio dei lavori proprio per rendere l'Assemblea di nuovo completa.
Metto in votazione la surroga del consigliere Finozzi con il signor Maurizio Colman.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Invito il collega Maurizio Colman a prendere posto in Aula. Prego, se accompagnate il collega Colman.
Se vuole, il collega Colman può fare un intervento iniziale, poi avrò bisogno di quattro o cinque minuti per resettare il sistema informatico e poi riprenderemo con le interrogazioni. Collega Colman, prego.

Maurizio COLMAN (Liga Veneta – Lega Nord)

Buongiorno a tutti. Buongiorno, Presidente. Buongiorno a tutti quelli che, grazie alla surroga avvenuta, posso chiamare colleghi Consiglieri.
Io arrivo in quest'Aula quando il treno è già partito, è già iniziato, quindi sono sicuro che avrete la necessaria pazienza se non troppo avvezzo a regolamenti e procedure di questo Consiglio, potrò commettere magari qualche imprecisione o qualche svista. Io di mio, conto di portare la pregressa esperienza di Sindaco svolta nel mio Comune, il mio Comune Piovene Rocchette, e anche un passaggio all'interno della Provincia di Vicenza.
In questa assise siedono molti amministratori e sono sicuro che tutti voi, tutti noi siamo consci dell'importanza di valutare quello che è l'aspetto della ricaduta delle scelte che vengono qui prese e che poi si riverberano inevitabilmente nei nostri territori, in quanto credo che essere al servizio delle nostre comunità sia intanto una funzione da svolgere tramite l'ascolto preventivo e l'elaborazione poi di soluzioni che possano far sì che il Veneto possa occupare e possa tornare ad occupare quei posti di rilievo che merita e che ha nel suo DNA.
Devo essere onesto con voi, cari colleghi Consiglieri, mi fate un po' di invidia, mi fate un po' di invidia perché durante questo mandato c'è stato il referendum sull'autonomia del Veneto, che è partito e che ha trovato la sintesi in questo Consiglio, di cui all'epoca non facevo parte, ma a cui ho aderito con spirito quasi nazionalistico a quella indizione di volontà popolare. Ringrazio tutto il Consiglio per quella bella pagina di storia che vi siete sicuramente guadagnati e per la vostra presenza sicura all'interno di libri di storia.
Non mi dilungo oltre, auguro a tutto il Consiglio un buon lavoro e spero che accettiate il mio umile contributo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Noi invece auguriamo buon lavoro a lei e sappiamo che sicuramente le sue precedenti esperienze amministrative saranno utili sia al lavoro qui in Commissione, sia al lavoro in Aula, ma anche il lavoro che il Consiglio regionale fa in proiezione anche esterna verso il territorio. Grazie ancora per la sua presenza.
Sospendiamo un attimo per resettare il sistema informatico e poi riprendiamo con le interrogazioni.
La Seduta è sospesa alle ore 11.38
La Seduta riprende alle ore 11.44
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Massimo GIORGETTI

PRESIDENTE

Ricominciamo i lavori del Consiglio con le interrogazioni.
PUNTO
3



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Interrogazione a risposta immediata n. 269 del 30 novembre 2016 presentata dai consiglieri Berti, Brusco, Baldin, Bartelle e Scarabel relativa a "PONTE DELLA LIBERTA' PISTA CICLABILE 'SRADICATA' AVEVAMO GIA' SEGNALATO L'ANOMALA ATTESA DEL COLLAUDO, QUAL E' IN REALTA' LA SITUAZIONE?"

"Premesso che:
- in data 5 novembre 2015 avevamo già sollevato la questione pista ciclabile tra Mestre e Venezia lungo il Ponte della Libertà già finita al centro di numerose polemiche a causa dei ritardi nella realizzazione della c.d. "passarella";
- in data 11 giugno scorso durante una "bomba d'acqua", come ripreso anche dalla stampa locale, la pavimentazione della pista ciclabile è stata "sradicata" dal vento, eppure l'opera era stata consegnata ad aprile ma il collaudo non è ancora terminato;
Tutto ciò premesso i sottoscritti consiglieri
interrogano la Giunta regionale
per sapere qual è lo stato reale della pista ciclabile?"

PRESIDENTE

È data per illustrata. La parola all'assessora De Berti.

Ass.ra Elisa DE BERTI

"L'itinerario ciclabile che collega Mestre a Venezia, lungo la S.R. 11 "Padana Superiore", si percorre, in corrispondenza del tratto finale del Ponte della Libertà, su di una passerella a sbalzo con vista sulla laguna, lunga circa 2,5 Km.
L'opera è stata progettata e realizzata totalmente a cura del Comune di Venezia per il tramite della Società Azienda Veneziana della Mobilità S.p.A.
Come noto, in data 11 giugno 2016, una tromba d'aria ha provocato ingenti danni alla passerella ciclopedonale, quali lo sradicamento della pavimentazione, che era stata consegnata e aperta al transito solo due mesi prima, rendendola di fatto inutilizzabile.
I tecnici del Comune di Venezia, di AVM, dell'impresa ed il progettista dell'opera, si sono prontamente attivati per chiarire esattamente quali fossero le cause di tali disastrose conseguenze, se attribuibili a carenze progettuali o al solo evento calamitoso, e appurate le responsabilità, hanno provveduto al celere ripristino del collegamento ciclopedonale.
A metà settembre 2016 sono iniziati i lavori di ripristino da parte della ditta che aveva eseguito i lavori e a fine settembre 2016 la pista ciclopedonale è stata completata ed inaugurata.
Nel corso del 2018 il Comune di Venezia sta provvedendo, grazie ad un finanziamento europeo Pon Metro, alla progettazione del prolungamento di circa 170 metri della passerella a sbalzo sul Ponte della Libertà, per superare l'attuale strettoia presente sul marciapiede del ponte, problema segnalato da tanti ciclisti. Da quanto appreso dal Comune di Venezia i lavori inizieranno presumibilmente nel corso del 2019".

PRESIDENTE

La parola al collega Brusco per la risposta.

Manuel BRUSCO (Movimento 5 Stelle)

Buongiorno. Ringrazio l'Assessore per la risposta.
Era una mozione vecchia, fatta in seguito a una segnalazione pervenuta dopo quello che era stato il secondo incidente avvenuto alla pista ciclabile e volevamo solo avere delle informazioni in merito.
So che il progetto sta procedendo, quindi ringrazio l'Assessore per la risposta, poi mi farò dare la risposta scritta.

Interrogazione a risposta immediata n. 563 del 3 aprile 2018 presentata dai consiglieri Sinigaglia, Fracasso, Azzalin, Moretti, Pigozzo, Salemi, Zanoni, Zottis e Guarda relativa a "CAMPOSAMPIERO: SI DIMETTONO TRE MEDICI DI PEDIATRIA. QUALI AZIONI PER GARANTIRE UN ELEVATO STANDARD DI QUALITA' DEI SERVIZI?"

"Premesso che:
- nei giorni scorsi tre medici hanno deciso di dare le dimissioni dal reparto di Pediatria dell'ospedale Civile "Pietro Cosma" di Camposampiero (Pd);
- le motivazioni della suddetta scelta sono contenute in una lettera che le tre professioniste hanno rivolto al direttore generale dell'Ulss 6 Euganea e ai responsabili della struttura sanitaria, evidenziando le carenze del sopra citato reparto, da loro definito come "(...) molto impegnativo, con un elevato grado di complessità assistenziale, dove spesso è stato necessario sacrificarsi a causa della carenza di personale medico dovuto al turn over e alla difficoltà di trovare pediatri neonatologi disposti a lavorare in ospedale in attesa di una riorganizzazione che stabilizzasse l'organico (...)";
- nella suddetta lettera viene messo in rilevo che la scelta di mantenere due unità operative distinte, a Camposampiero e a Cittadella, anziché sviluppare un unico reparto di pediatria su due ospedali "(...) ha impedito di realizzare le prospettive di crescita di un'attività pediatrica di eccellenza come quella portata avanti nel nostro ospedale, mantenendo invece due realtà separate con organici ristretti e ricambio professionale difficile (...)";
- i tre suddetti medici denunciano ancora "(...) turni serrati con maggior rischio di errore, dove errore significa mettere a repentaglio la vita dei bimbi, e perdita di tutta l'attività specialistica sviluppata con grandi investimenti sia in termini di formazione del personale sia in termini economici (...).
Considerato che:
- la vicenda sopra riportata non rappresenta un caso isolato di abbandono professionale registratosi negli ultimi tempi nelle strutture sanitarie dell'Alta Padovana: alcune defezioni si sono verificate anche presso l'ospedale di Cittadella, come ad esempio quella del primario di Ortopedia che ha scelto di trasferirsi a Bassano;
- in generale l'episodio sopra riportato solleva forte preoccupazione ed apre pesanti interrogativi sul futuro degli ospedali spoke nel territorio padovano e veneto. La denuncia delle tre professioniste infatti mette sotto accusa la programmazione regionale e in particolare le disfunzioni a seguito della riorganizzazione delle nuove Ulss che sembra favorire l'accentramento dei professionisti negli ospedali hub a scapito degli ospedali periferici;
- il mantenimento di un elevato livello qualitativo dei servizi sanitari prestati a livello territoriale dipende dalle strategie, dalle attenzioni e dalle azioni messe in campo dall'istituzione regionale.
Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali
chiedono al Presidente della Giunta regionale
quali iniziative ed azioni ha intenzione di concretizzare per garantire l' elevato standard qualitativo dei servizi prestati sia dal reparto di Pediatria di Camposampiero sia, in generale, dalle strutture sanitarie operanti nell'Alta Padovana?"

PRESIDENTE

Prego, collega Sinigaglia, per la presentazione.

Claudio SINIGAGLIA (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
A Camposampiero è successo un fatto molto grave e insolito: si sono dimessi tre pediatri della struttura di Neonatologia pediatrica di Camposampiero. Non sono stati licenziati, già fatto grave in sé se fosse successo questo, ma si sono dimessi, si sono licenziati, perché hanno scritto una lettera e denunciano una grave situazione di lavoro: il rischio dell'attività che loro stanno facendo con orari di lavoro impossibile, con un aggravio insostenibile, è un rischio per la salute dei bambini stessi e il fatto, dicono, di non aver concentrato l'attività di pediatria tra i due ospedali porta ad ulteriori seri e gravi rischi che potrebbero compromettere chiaramente l'attività stessa che portano avanti.
Nell'alta padovana sta succedendo che si dimettono i tre pediatri di Camposampiero, ma anche a Cittadella ci sono primari e medici che si spostano altrove.
Sta succedendo che nella riorganizzazione degli hub e spoke tutti preferiscono concentrarsi negli hub e negli spoke si cerca di trovare una soluzione diversa, alternativa.
Qui c'è una collocazione dei lavoratori, una carenza di personale, una situazione molto grave che non sta trovando una risposta, mancano medici, ma laddove ci sono, ci sono anche queste scelte incredibili, soprattutto in questo contesto storico, di persone che si dimettono.
E non è neppure la giustificazione che i pediatri trovano posto nel territorio, perché non è automatico e matematico che si trovino risposte dal territorio. Quindi l'interrogazione chiede come la Giunta intenda garantire l'elevato standard di qualità nell'assistenza e nella cura, che finora è stato garantito a livello regionale, di fronte a questi episodi che hanno di per sé un esito sconcertante. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Coletto, per la replica.

Ass.re Luca COLETTO (Liga Veneta – Lega Nord)

"Preliminarmente si rappresenta che i competenti uffici regionali con nota prot. n. 149352 del 20 aprile 2018 hanno chiesto al Direttore Generale dell'Azienda ULSS n. 6 – Euganea – una memoria in merito alla vicenda descritta dai Consiglieri interroganti.
Il Direttore Generale dell'Azienda citata ha risposto con nota prot. n. 76291 del 3 maggio 2018, allegata alla presente risposta (Allegato A), alla quale si rinvia.
Si evidenzia, comunque, che, come ricordato in quest'ultima nota, la riorganizzazione delle nuove ULSS disposta dalla L.R. 19/2016 non ha in alcun modo determinato modifiche alla programmazione ospedaliera ed, in particolare, alla dotazione di posti letto delle Unità Operative di Pediatria delle strutture di Camposampiero e Cittadella, definita con le Deliberazioni della Giunta Regionale n. 2122/2013 e n. 678/2017.
Si evidenzia, poi, quanto rappresentato dall'Azienda in ordine ai molteplici procedimenti attivati per l'acquisizione di medici pediatri.
Si rappresenta, altresì, che l'Area Sanità e Sociale ha autorizzato, e autorizza, la generalità delle richieste formulate dall'Azienda ULSS n. 6 di autorizzazione all'acquisizione di medici pediatri, sia nelle forme del lavoro dipendente che in quelle del lavoro autonomo.
Si sottolinea, infine, che per ovviare alla carenza del personale medico pediatria in ambito regionale, la Regione Veneto nel corso degli anni ha finanziato contratti di formazione specialistica presso le due scuole di specializzazione in Pediatria degli Atenei veneti, aggiuntivi rispetto a quelli finanziati dallo Stato. In particolare, dall'anno accademico 2012/2013 all'anno accademico 2016/2017 la Regione ha finanziato 33 contratti. In quest'ultimo anno il finanziamento è stato limitato a soli due contratti, in quanto la capacità formativa delle due scuole di specializzazione in Pediatria degli Atenei di Padova e, soprattutto, di Verona, è stata completamente saturata da contratti finanziati dallo Stato e da altri enti".

PRESIDENTE

La parola al collega Sinigaglia per la replica.

Claudio SINIGAGLIA (Partito Democratico)

Assessore, non sono assolutamente soddisfatto della sua risposta, anche perché è una non risposta in realtà. Io ho chiesto che tipo di intervento si può fare di fronte a tre medici che si dimettono.
Il primo intervento è sempre stato quello di dare loro le garanzie che ci sarebbe stato un pronto intervento, in modo tale che l'organizzazione del lavoro sarebbe cambiata e quindi anche il loro paventato rischio sarebbe diminuito, il rischio di compiere di fronte a questo stress lavorativo, a questo ritmo di lavoro con turni notturni massacranti, senza pause.
Questo non è stato fatto. E' inutile rispondermi che ci sono poche specializzazioni che stanno partendo in questi ultimi anni, che la Regione sta facendo la sua parte, qui si tratta di organizzazione. La programmazione non è cambiata, anche se a livello di Pediatria è stato aggiunto un primariato a Cittadella, ma non è una questione di solo mancanza di personale, anche di organizzazione del personale; se si dimettono 3, bisogna impedire che questi si dimettano, perché si sono dimessi?
Bisogna capire il perché, prima di arrivare alle dimissioni qualcuno dovrà intervenire: qualcuno dovrà impedire queste dimissioni, perché è veramente enorme quello che è successo, perché che tre decidano di dimettersi è veramente un fatto enorme.
Non sono stati garantiti nel loro fattore di rischio di professionalità, nella formazione: è questo che sta succedendo; non è solo un unico campanello d'allarme, lo sto dicendo da alcuni mesi: la riorganizzazione delle ULSS non sta avvenendo in maniera omogenea, in maniera compiuta e sta procurando questi effetti. È necessario intervenire e capire il perché succedono queste cose per intervenire.
L'organizzazione vuol dire che non è consona rispetto alle aspettative, che è quella di garantire una qualità dell'assistenza come si deve nella nostra Regione.

Interrogazione a risposta immediata n. 568 del 17 aprile 2018 presentata dalla consigliera Bartelle relativa a "ISTITUTO ASSISTENZA ANZIANI DI VERONA, CONCORSO PER RSPP: IL NOMINATIVO DELL'UNICO CANDIDATO AMMESSO SENZA RISERVA A SOSTENERE LE PROVE E QUELLO DEL DIPENDENTE ADDETTO A TALE MANSIONE FINO AL 31 DICEMBRE 2017 SONO UGUALI, E' UN CASO DI OMONIMIA? LA REGIONE FACCIA CHIAREZZA"

"Premesso che:
- l'Istituto Assistenza Anziani Verona, P.IVA 00864460233 corrente in Via S. Baganzani n. 11 37124 Verona (VR), con protocollo n. 18152 del 13.11.2017 bandiva "un concorso pubblico per titoli ed esami, per la copertura di 1 posto di Istruttore Amministrativo RSPP a tempo parziale verticale 50% e indeterminato (Cat. C. 1 C.C.N.L. Enti Locali)" http://oldweb.iaaverona.it/DocumentiOnLine/ Concorsi/2017_ISTR_AMM_RSPP_Bando.pdf;
- tra i requisiti di ammissione era previsto: "possesso dei requisiti stabiliti per il ruolo di RSPP dall'art. 32 del D.Lgs. 81/2008 e dall'Accordo Stato-Regioni in data 7 luglio 2016 per il settore ATECO di riferimento: formazione di base per ASPP e RSPP - Mod. A; formazione per ASPP e RSPP - Mod. B corso comune e settore specifico B - SP3 Sanità residenziale in corso di validità; formazione specifica per RSPP - Mod. C; attestati di partecipazione ai corsi di aggiornamento quinquennali per il settore di riferimento" (cfr. bando pag. 1 lett. e);
- il termine per la presentazione delle domande era fissato per le ore 12.00 del 11.12.17;
- con determinazione dirigenziale n. 146 del 13.03.18 (prot. 3915) veniva ammesso senza riserva a sostenere le prove fissate per il giorno 19.04.18 un solo candidato (oltre ad altri sette ammessi con riserva) http://oldweb.iaaverona.it/DocumentiOnLine/Concorsi/RSPP_2017_Elenco_ammessi_calendario_prove.pdf;
- consultando l'organigramma generale http://oldweb.iaaverona.it/ DocumentiOnLine/AMM_Trasparente/AMM_T_010_Organizzazione/Organigramma05.pdf, l'elenco del personale assunto a tempo determinato http://oldweb.iaaverona.it/DocumentiOnLine/AMM_Trasparente/AMM_T_030_Personale/PERS_no_tempo_indetermianto_01.pdf e la determinazione di cui al p.to precedente risulta che il nominativo del Responsabile Servizio RSPP in servizio presso la struttura tra il 01.01.2015 e il 31.12.17 e il nominativo dell'unico candidato ammesso senza riserva a sostenere le prove del 19.04.18 sono identici;
- che l'istituto IAA di Verona è una struttura accreditata presso la Regione Veneto ex L.R. 22/2002
tutto ciò premesso
si chiede alla Giunta e all'assessore competente
di riferire, dopo aver espletato le opportune verifiche presso la struttura, se la coincidenza tra il nome dell'unico candidato ammesso senza riserva e il nome del Responsabile Servizio RSPP in servizio sino al 31.12.17 sia un caso di omonimia".

PRESIDENTE

Prego, Consigliera, se vuole illustrarla.

Patrizia BARTELLE (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Sa che non perdo mai un'occasione. Saluto il nuovo collega che oggi per la prima volta siede in questo Consesso: le auguro un buon inizio e un buon proseguimento della sua attività.
Questa può sembrare un'interrogazione banale, ma banale per chi la subisce non è mai una cosa del genere.
Come sapete, qua, c'è stata una selezione per un concorso, al quale concorso hanno fatto domanda otto persone.
La domanda di partecipazione senza nessuna limitazione è stata fatta soltanto nei confronti di una persona, mentre le altre sette domande sono state accettate con riserva; fatalità la persona, la situazione che è stata posta alla mia attenzione, è stata questa: consultando l'organigramma generale della casa di riposo della struttura che ha indetto questo concorso, risultava che la persona che era stata ammessa senza nessuna riserva, aveva già ricoperto quel ruolo per due anni ed era proprio il nominativo dell'unico candidato che è stato ammesso senza problemi.
Una domanda sorge spontanea a chi si sente tante volte preso un po' per il naso per partecipare a questi concorsi che sembrano già avere un nome e un cognome per il vincitore oppure, come abbiamo purtroppo ho ascoltato poco fa, i lavoratori delle cucine, che si sono visti scalzati da un appalto che prevedeva una limitazione al reintegro anche ai posti di lavoro.
Questa è una situazione un po' complessa che ai più rientra nella fase ingiustizie già viste, che partono come ingiustizia. Grazie.

PRESIDENTE

Assessora Lanzarin, ha la parola.

Ass.ra Manuela LANZARIN (Zaia Presidente)

"Con riferimento alla questione, la Direzione competente ha provveduto a chiedere chiarimenti all'Istituto Assistenza Anziani. L'Ente ha risposto con nota registrata al protocollo regionale al numero 180250 del 16 maggio 2018. Si riporta, di seguito, un estratto della medesima.
"L'Ipab Istituto Assistenza Anziani ha n. 515 dipendenti e pertanto, ai sensi dell'art. 31 comma 6 lettera g) del D. Lgs 81/2008 deve istituire il servizio di prevenzione e protezione e, ai sensi del successivo comma 7 del medesimo articolo, il responsabile di tale servizio deve essere interno.
Con deliberazione n. 13 del 14/12/2016 sono stati approvati il piano triennale delle assunzioni 2017/2019 ed il programma per l'anno 2017, in cui risulta vacante e disponibile un posto di Istruttore Amministrativo RSPP part time 50% (Cat. C 1).
Con determinazione n. 321/13523 del 11/08/2017 è stata indetta procedura di mobilità per tale ruolo ai sensi dell'art. 30 del D. Lgs 165/01 con scadenza il 18/09/2017 e contestualmente è stata inviata la comunicazione ex art. 34 bis del D. Lgs 165/01.
Non sono pervenute domande di partecipazione all'avviso di mobilità ed è pervenuta, con nota prot. n. 13858 del 22/08/2017, la comunicazione di non disponibilità di lavoratori iscritti nelle liste della provincia di Verona e delle altre province del Veneto aventi i profili richiesti.
Con deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 59 del 14/12/2017 è stato approvato il piano annuale del fabbisogno di personale anno 2018 e, nello specifico, l'Allegato A da cui si evince la presenza di n. 1,42 posti vacanti nel profilo di Istruttore Amministrativo (Cat. C 1) al quale assegnare l'incarico di RSPP.
All'atto della scadenza dei termini di consegna della domanda per il concorso sopra citato sono pervenute n. 16 domande, tra cui anche quella del Sig. Petro Rizzo.
In sede di verifica delle domande pervenute, la Commissione ha rilevato che l'unica domanda ammissibile senza riserva di regolarizzazione, ai sensi dei requisiti pervisti dal bando n. 18152 del 13/11/2017, era quella del Sig. Rizzo, mentre n. 7 candidati risultavano ammessi con riserva di regolarizzazione dei documenti e/o dichiarazioni mancanti entro il 06/04/2018 e n. 8 candidati risultavano esclusi perché privi dei requisiti richiesti dal bando sopra citato.
Con determinazione dirigenziale n. 188/5974 del 13/04/2018 è stato approvato l'elenco definitivo dei candidati ammessi.
Con determinazione n. 567/20608 del 29/12/2017, nelle more di espletamento del concorso, ci si è avvalsi della professionalità del p.i. Pietro Rizzo tramite affidamento diretto del servizio RSPP ai sensi dell'art. 36, comma 2, lettera a) del D. Lgs 18/04/2016 n. 50 e smi, dal 01/01/2018 al 28702/2018 e con successiva determina dal 01/03/2018 fino alla fine della procedura concorsuale prevista".
Alla comunicazione sopra riportata sono stati allegate le copie dei documenti citati e dei verbali di concorso della Commissione esaminatrice".

PRESIDENTE

Intende replicare, collega? Prego.

Patrizia BARTELLE (Movimento 5 Stelle)

Ringrazio della risposta l'Assessore, che si presta sempre in maniera puntuale alle nostre richieste, però ovviamente non sono soddisfatta, questo lo avevo già messo in qualche maniera nelle premesse, perché se da un punto di vista tutto può andare bene, ho delle perplessità su com'è terminato il tutto. Comunque la ringrazio.

Interrogazione a risposta immediata n. 576 del 9 maggio 2018 presentata dal consigliere Montagnoli relativa a "UNILEVER DI SANGUINETTO: LA REGIONE SIA PARTE ATTIVA PER EVITARE LA MOBILITA' DEI DIPENDENTI E SCONGIURARE IL RISCHIO CHIUSURA O DELOCALIZZAZIONE DELLO STABILIMENTO VERONESE"

"Premesso che:
- l'azienda Unilever è una multinazionale anglo-olandese proprietaria di 400 marchi tra i più diffusi nel campo dell'alimentazione, bevande, prodotti per l'igiene e per la casa;
- nel 1966 è nata Unilever Italia e ad oggi, con sede centrale a Roma e 5 stabilimenti produttivi su tutto il territorio, impiega circa 3.500 dipendenti. Unilever è presente nel mercato alimentare italiano con alcuni tra i più noti marchi, tra cui Lipton, Knorr, Calvé, Algida, Magnum, Carte d'Or;
- le quattro storiche unità produttive italiane di Caivano (Napoli), Sanguinetto (Verona), Casalpusterlengo (Lodi) e Pozzilli (Isernia) sono gli stabilimenti tra i più avanzati in Europa per dimensione, sicurezza, tecnologia, rispetto dell'ambiente e produttività;
- nello stabilimento di Sanguinetto, specializzato nella produzione di brodo a marchio Knorr, vengono impiegati 204 dipendenti a tempo indeterminato.
Appurato che la multinazionale il 12 aprile scorso ha avviato la procedura di mobilità per 42 dipendenti che coinvolgerebbe tutti i settori di produzione dello stabilimento, senza alcuna distinzione di mansione.
Considerato che:
- le organizzazioni sindacali hanno già avviato una serie di incontri con la multinazionale per cercare soluzioni alternative o comunque per limitare il numero di dipendenti coinvolti nella riorganizzazione;
- la suddetta riorganizzazione sembrerebbe sia solo l'inizio di una progressiva riduzione della produzione nello stabilimento veronese, che comporterà la successiva chiusura o delocalizzazione dello stabilimento, già ventilata a novembre scorso;
- l'attuale difficile congiuntura socioeconomica ci impone di trattare con la massima attenzione e presenza ogni caso di delocalizzazione o crisi delle aziende del nostro territorio, tenendo conto, inoltre, che il territorio veronese è già profondamente segnato dalle situazione di crisi, che perdurano oramai da mesi, delle aziende Ferroli, Glaxo SmithKline, Dal Colle e Melegatti.
Il sottoscritto consigliere regionale
interroga la Giunta regionale
per sapere quali azioni intende intraprendere affinché venga sospesa la procedura di mobilità e scongiurare l'eventuale chiusura o delocalizzazione dello stabilimento della multinazionale Unilever di Sanguinetto, facendosi parte attiva fin da subito ai tavoli di confronto con l'azienda e le parti sindacali".

PRESIDENTE

Assessora competente è la collega Donazzan che non vedo. Replicherà l'assessora Lanzarin. Il collega Montagnoli la dà per letta. Quindi la parola alla collega Lanzarin.

Ass.ra Manuela LANZARIN (Zaia Presidente)

"Unilever Italia Manufacturing S.r.l. è una delle principali aziende del largo consumo in Italia, nei settori alimentare e della cura della casa e della persona. La Società ha la propria sede centrale a Roma, oltre a quattro stabilimenti produttivi sul territorio nazionale, che impiegano oggi complessivamente 1.356 dipendenti nelle sedi di Caivano (Napoli), Casalpusterlengo (Lodi), Pozzilli (Isernia) e Sanguinetto (Verona), dove sono occupati 204 lavoratori.
La Società italiana appartiene alla multinazionale anglo-olandese Unilever, che oggi può contare su un ventaglio di marche sia global sia local, molte delle quali dominanti nei loro settori di vendita. È presente in 90 paesi con 200 filiali e si presenta come il gruppo più importante nel settore dei beni di largo consumo.
Il fatturato del Gruppo a livello europeo del comparto Food ha visto un perdurante declino nel corso degli ultimi anni, con una perdita dell'1,5% nel 2016 e del 2,5% nel 2017. Ugualmente il contesto italiano, di cui fa parte anche lo stabilimento di Verona, ha visto un declino del fatturato pari al 5% dal 2015 al 2017.
Per fronteggiare tali perdite, l'Azienda ha avviato una profonda riorganizzazione che coinvolge anche il sito produttivo di Sanguinetto. Conseguentemente, Unilever Italia in data 12 aprile 2018 ha avviato una procedura di licenziamento collettivo ai sensi della legge n. 223/91, formalizzando la presenza di n. 42 esuberi, tutti sul sito produttivo di Sanguinetto, ove si producono dadi da brodo, cibo liofilizzato e confetture.
Tale procedura si trova ora nella fase sindacale, ma l'Assessorato all'istruzione, alla formazione, al lavoro e pari opportunità sta seguendo da vicino l'evolversi delle trattative tra Azienda e Organizzazioni sindacali, anche con l'ausilio delle Istituzioni locali direttamente interessate alla procedura.
Qualora le Parti lo richiedessero, anche in ottemperanza alla L. n. 223/91, gli uffici regionali competenti, che seguono l'evolversi della vicenda, convocherebbero il tavolo di trattativa al fine di tutelare nel miglior modo possibile sia l'occupazione sia il futuro del sito produttivo e le professionalità nello stesso presenti".

PRESIDENTE

Prego, collega Montagnoli, per la replica.

Alessandro MONTAGNOLI (Liga Veneta – Lega Nord)

Grazie all'Assessore per la replica alla mia interrogazione.
Ci sono gli incontri con le parti sindacali, sembra che sia un po' ridotto il personale in esubero, ma l'Unilever è uno dei punti che rappresenta il problema italiano, c'è una concorrenza europea oltre al problema del settore, una concorrenza europea che va su un tema di cui il nuovo Governo sta puntando i piedi, un'Europa in cui le condizioni siano uguali per tutti, perché se abbiamo dei Paesi in cui abbiamo dei costi inferiori, penso che sia una questione assolutamente da incominciare, come in tanti altri casi, a discutere, perché c'abbiamo un mercato uguale per tutti, la concorrenza c'è.
In questo caso, la speranza che si possa ridiscutere, che la Regione possa seguire tutto l'iter di questa azienda, importantissima in questo territorio della Bassa veronese, soprattutto nel Comune di Sanguinetto. Grazie.

PRESIDENTE

Passiamo adesso alle interrogazioni a risposta scritta.
PUNTO
4

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA PRESENTATA DALLA CONSIGLIERA BARTELLE RELATIVA A "È VERO CHE L'UNITÀ DI ANESTESIA E RIANIMAZIONE DELL'OSPEDALE DI VENEZIA È STATA ED È GESTITA IN MODO NON CONFORME?" (INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA N. 523) RINVIATA

"Premesso che risulta alla scrivente che l'Unità di Anestesia e Rianimazione dell'Ospedale di Venezia sia stata e sia tuttora interessata da malagestio, in particolare:
a) alcuni servizi della U.O. predetta sarebbero tenuti formalmente attivi, ancorché scarsamente o affatto utilizzati, per giustificare l'impiego extra orario di parte del personale il quale, in tal modo, percepirebbe indebitamente somme di denaro aggiuntive rispetto a quelle di base a titolo di compenso per prestazioni in realtà non effettuate;
b) la ripartizione degli emolumenti straordinari legittimi evidenzierebbe una sproporzione di natura discriminatoria;
c) il caso sarebbe oggetto di indagini da parte della magistratura.
Se ciò venisse effettivamente accertato la circostanza costituirebbe sia un danno economico sia uno scadimento del livello assistenziale dei pazienti, infatti, il personale non concretamente attivo potrebbe essere ricollocato in aree e/o strutture in cui l'organico è oggettivamente sottodimensionato.
La sottoscritta Consigliera
interroga la Giunta regionale
per sapere:
1) se la Regione sia a conoscenza delle circostanze esposte;
2) in caso di risposta negativa al quesito di cui al p.to 1 quali azioni intenda intraprendere, e con che tempistiche, per verificare la sussistenza di quanto esposto;
3) in caso di risposta positiva al quesito di cui al p.to 1, previa dettagliata illustrazione – anche documentale – di quanto sinora accertato, quali azioni abbia sinora intrapreso e intenda intraprendere in futuro, per porre fine alla questione esposta ed evitarne il ripetersi in futuro."
PUNTO
5

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA PRESENTATA DAL CONSIGLIERE RUZZANTE RELATIVA A "RISPOSTA A INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA N. 531 DEL 18 GENNAIO 2018: LA GIUNTA NON SI È SOFFERMATA, RISPETTO AL QUESITO POSTO, SUI PARAMETRI DI VALUTAZIONE INSERITI NEGLI ATTI DI GARA PER L'AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO DI RISTORAZIONE PER LE AZIENDE SANITARIE DEL VENETO" (INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA N. 546) RINVIATA

"Premesso che con Deliberazione n. 17/IIM del 26 gennaio 2018, la Giunta regionale approvava il testo della risposta all'interrogazione a riposta scritta n. 531 del 18 gennaio 2018, presentata dal sottoscritto consigliere.
Rilevato che nell'ambito del testo della risposta di cui alla citata deliberazione, richiamata la sussistenza della Commissario di Azienda Zero, dopo un excursus argomentativo teso a illustrare la struttura della procedura di evidenza pubblica di specie e oggetto dell'interrogazione, si specificava che "il capitolato speciale ha disciplinato ogni elemento tecnico-normativo orientato a favorire la massima partecipazione e concorrenzialità da parte del mercato (presenza di più lotti, presenza di alternativo sistema di produzione pasti)".
Richiamato il seguente passaggio della propria precedente interrogazione a risposta scritta in argomento, nella parte in cui si evidenziava il seguente punto del disciplinare di gara: "in particolare nell'Allegato 5 al Disciplinare di gara (Criteri di valutazione) tra i parametri di valutazione di cui alla lettera D "Tempi di attivazione del servizio" per i lotti nn. 1, 2, 3, 5 e 6 era previsto quanto segue "Disponibilità del/i centro/i di cottura al momento della stipula del contratto con avvio del servizio entro 30 giorni dalla sottoscrizione del contratto (Punti 5)"".
Considerato che la risposta approvata dalla Giunta regionale non si sofferma e non illustra, in alcun modo, alla luce del quesito posto, le motivazioni di carattere tecnico e sostanziale, che, sulla scorta dell'analisi fattuale del mercato di riferimento, hanno condotto all'inserimento del predetto parametro di valutazione.
Il sottoscritto consigliere
interroga la Giunta regionale
per sapere:
1) quali sono le motivazioni di carattere tecnico e sostanziale soggiacenti all'inserimento nell'Allegato 5 al Disciplinare di gara del seguente parametro: "Disponibilità del/i centro/i di cottura al momento della stipula del contratto con avvio del servizio entro 30 giorni dalla sottoscrizione del contratto (Punti 5)";
2) se non ritiene che l'inserimento del parametro di valutazione di cui al punto 1) si sia posto quale elemento tale da restringere l'effettività della libera concorrenza?".
PUNTO
6

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA PRESENTATA DAL CONSIGLIERE RUZZANTE RELATIVA A "CONTRIBUTI REGIONALI PER LA METANIZZAZIONE DEL TERRITORIO: LA GIUNTA REGIONALE HA VERIFICATO SE LE SOMME EROGATE AI BENEFICIARI SIANO STATE FEDELMENTE DICHIARATE AI FINI DELLA DETERMINAZIONE DELLE TARIFFE NELLE STIME PERITALI PER LA MESSA IN GARA DEL SERVIZIO DI DISTRIBUZIONE DEL GAS NATURALE?" (INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA N. 569) RINVIATA

"Premesso che:
- con legge regionale 22 gennaio 1987, n. 2 (abrogata dall'articolo 1, comma 1, della legge regionale 13 agosto 2009, n. 19 ) e con l'art.16 della Legge regionale 1 febbraio 1995, n. 6 (afferente il solo aumento del limite di importo oggetto dei contributi regionali) la Regione del Veneto ha disciplinato il proprio apporto al fine di incentivare "l'estensione e la razionalizzazione della rete di metanizzazione" nel territorio regionale (art. 1 lr n. 2/87), stabilendo di promuovere "l'elaborazione di programmi per aree territoriali, avvalendosi di apposite convenzioni con gli Enti energetici o società preposti nel settore, anche a livello locale. Mediante convenzioni, la Giunta regionale attiva inoltre l'assistenza tecnica nelle fasi di progettazione, esecuzione ed esercizio delle iniziative a favore degli Enti locali singoli, consorziati o costituiti in società che deliberino di gestire direttamente il servizio di distribuzione del metano. (art. 2, commi 1 e 2, lr n.2/87)";
- in particolare, l'art. 3, comma 3, della legge regionale n.2/87, stabiliva il seguente presupposto fondamentale per l'erogazione del contributo a carico del bilancio regionale: "I contributi sono concessi a condizione che gli Enti locali deliberino di gestire il servizio di distribuzione del metano direttamente, tramite loro aziende, consorzi o Società per azioni nelle quali la loro partecipazione sia maggioritaria";
- che l'art. 4 della prefata legge individuava le spese ammissibili a contributo in quelle per progettazione esecutiva, esecuzione dei lavori, impianti e forniture, IVA nella misura di legge, indennità connesse con la realizzazione delle opere e per adduttori secondari, cabine di decompressione, reti cittadine di distribuzione, nonché eventuali oneri a carico degli Enti locali per la realizzazione degli adduttori principali;
Appurato a seguito di riscontri effettuati presso i competenti uffici regionali, l'effettivo pagamento agli enti beneficiari a titolo di contributo per complessivi € 11.347.008,34, limitatamente al solo periodo 1992 al 2008;
Rilevato che:
- l'art. 14 del decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164 "Attuazione della direttiva n. 98/30/CE recante norme comuni per il mercato interno del gas naturale, a norma dell'articolo 41 della legge 17 maggio 1999, n. 144", in tema di attività di distribuzione del gas naturale, al comma 1 stabilisce che "L'attività di distribuzione di gas naturale è attività di servizio pubblico. Il servizio è affidato esclusivamente mediante gara per periodi non superiori a dodici anni. Gli Enti locali che affidano il servizio, anche in forma associata, svolgono attività di indirizzo, di vigilanza, di programmazione e di controllo sulle attività di distribuzione, ed i loro rapporti con il gestore del servizio sono regolati da appositi contratti di servizio, sulla base di un contratto tipo predisposto dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas ed approvato dal Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto" e al comma 8 dispone che "Il nuovo gestore, con riferimento agli investimenti realizzati sugli impianti oggetto di trasferimento di proprietà nei precedenti affidamenti o concessioni, è tenuto a subentrare nelle garanzie e nelle obbligazioni relative ai contratti di finanziamento in essere o ad estinguere queste ultime e a corrispondere una somma al distributore uscente in misura pari al valore di rimborso per gli impianti la cui proprietà è trasferita dal distributore uscente al nuovo gestore. Nella situazione a regime, al termine della durata delle nuove concessioni di distribuzione del gas naturale affidate ai sensi del comma 1, il valore di rimborso al gestore uscente è pari al valore delle immobilizzazioni nette di località del servizio di distribuzione e misura, relativo agli impianti la cui proprietà viene trasferita dal distributore uscente al nuovo gestore, incluse le immobilizzazioni in corso di realizzazione, al netto dei contributi pubblici in conto capitale e dei contributi privati relativi ai cespiti di località, calcolato secondo la metodologia della regolazione tariffaria vigente e sulla base della consistenza degli impianti al momento del trasferimento della proprietà"
- l'art. 46 bis (Disposizioni in materia di concorrenza e qualità dei servizi essenziali nel settore della distribuzione del gas), commi 1 e 2, del Decreto legge 1/10/2007, n. 159, stabilisce che "Al fine di garantire al settore della distribuzione di gas naturale maggiore concorrenza e livelli minimi di qualità dei servizi essenziali, i Ministri dello sviluppo economico e per gli affari regionali e le autonomie locali, sentita la Conferenza unificata e su parere dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, individuano entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto i criteri di gara e di valutazione dell'offerta per l'affidamento del servizio di distribuzione di gas previsto dall'articolo 14 comma 1, del decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164, tenendo conto in maniera adeguata, oltre che delle condizioni economiche offerte, e in particolare di quelle a vantaggio dei consumatori, degli standard qualitativi e di sicurezza del servizio, dei piani di investimento e di sviluppo delle reti e degli impianti. 2. I Ministri dello sviluppo economico e per gli affari regionali e le autonomie locali, su proposta dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas e sentita la Conferenza unificata, determinano gli ambiti territoriali minimi per lo svolgimento delle gare per l'affidamento del servizio di distribuzione del gas, a partire da quelli tariffari, secondo l'identificazione di bacini ottimali di utenza, in base a criteri di efficienza e riduzione dei costi, e determinano misure per l'incentivazione delle relative operazioni di aggregazione."
- l'articolo 24 decreto legislativo 1 giugno 2011, n. 93, sostituisce il comma 8 del previgente articolo 14 del D.lgs. n. 164 del 2000 con disposizione il cui secondo capoverso ha il seguente tenore "[...] Nella situazione a regime, al termine della durata delle nuove concessioni di distribuzione del gas naturale affidate ai sensi del comma 1, il valore di rimborso al gestore uscente è pari al valore delle immobilizzazioni nette di località del servizio di distribuzione e misura, relativo agli impianti la cui proprietà viene trasferita dal distributore uscente al nuovo gestore, incluse le immobilizzazioni in corso di realizzazione, al netto dei contributi pubblici in conto capitale e dei contributi privati relativi ai cespiti di località, calcolato secondo la metodologia della regolazione tariffaria vigente e sulla base della consistenza degli impianti al momento del trasferimento della proprietà."
- con Decreto 22 maggio 2014 il Ministero dello Sviluppo Economico ha emanato le "Linee Guida su criteri e modalità applicative per la valutazione del valore di rimborso degli impianti di distribuzione del gas naturale" precisando che sia il c.d. VIR (Valore industriale residuo) il rimborso spettante al gestore uscente in caso di subentro di un nuovo soggetto. Tale valore di rimborso, calcolato in conformità con l'art. 5 del Regolamento gare di cui al DM 226/2011 e alle Linee Guida del 7 Aprile 2014, a seguito dell'affidamento mediante gara d'ambito, rappresenta (delibere Autorità n. 367/2014 e 775/2016) il valore iniziale delle immobilizzazioni nette di località, ovvero la base per il calcolo degli ammortamenti e della remunerazione del capitale proprio netto investito nei casi in cui il gestore entrante sia diverso dal gestore uscente nel medesimo territorio comunale;
Considerato che:
- la corretta dichiarazione al Regolatore dei contributi pubblici ricevuti contribuisce significativamente al minor valore della cd "Regolatory Asset Base (RAB)" e di conseguenza consente di pervenire a una minore tariffa per il cittadino utente, mentre si determina una maggiorazione nel caso di omessa o parziale indicazione. Ciò comporta, all'evidenza, un indebito arricchimento del gestore del servizio e influisce negativamente sulla promozione della concorrenza e tutela del consumatore finale, fondamenti questi che costituiscono la ratio della direttiva comunitaria richiamata;
- dai dati resi noti dal Regolatore in ambito gare gas, risulterebbe che, oltre alle mancate dichiarazioni ai fini tariffari, interi bacini di reti e impianti per la distribuzione del gas sono stati oggetto di trasferimenti diretti e nelle valutazioni di stima non si è minimamente tenuto conto in deduzione dei finanziamenti pubblici a suo tempo erogati, con la conseguenza che i cittadini pagheranno una seconda volta l'intero valore degli impianti;
Accertato che a seguito dell'accesso effettuato presso i competenti uffici dell'amministrazione regionale, la Regione del Veneto ha erogato numerosi contributi ai sensi della legge regionale 22 gennaio 1987, n. 2 (Contributi finanziari ai comuni per interventi di metanizzazione nel Veneto);
Evidenziato che stante peraltro quanto si ricava dall'ampia e risalente cronaca giornalistica locale, ai fini della gestione reti e impianti del gas i comuni partecipanti all'ex Consorzio del Conselvano, alla liquidata Azienda Speciale Consorziale Padova Sud nonché alcuni comuni dell'ex Consorzio del Basso Vicentino, tutti beneficiari di contributi, confluirono nell'alveo di Cosecon Distribuzione S.p.A., divenuta Veneto Distribuzione e poi Enerco Distribuzione (che oggi risulta acquisita da Ital Gas1) con socio di maggioranza – soci e proprietari i comuni dell'area del conselvano, due comuni dell'ex consorzio Basso Vicentino, la Provincia di Padova e la Regione del Veneto tramite Veneto Sviluppo S.p.A.– la Cosecon S.p.A. - Società per lo sviluppo economico del Conselvano;
Appurato che dagli elenchi pubblici delle partecipazioni azionarie detenute da Veneto Sviluppo2 risulta che tale società ha detenute azioni (pari al 10,84%) di Attiva S.p.A. dichiarata fallita e subentrata a Cosecon S.p.A.-Società per lo sviluppo economico del Conselvano, di cui sopra;
Il sottoscritto consigliere
interroga la Giunta regionale
per sapere se con riferimento ai contributi regionali erogati ai sensi della legge regionale 22 gennaio 1987, n. 2 e anche in considerazione del ruolo di azionista già assunto della Regione del Veneto in Attiva S.p.A. per il tramite di Veneto Sviluppo S.p.A.:
1) abbia o meno verificato che le somme erogate a titolo di contributo siano state oggetto di fedele dichiarazione da parte dei soggetti beneficiari in sede di determinazione delle tariffe di località;
2) abbia o meno verificato che le somme erogate siano state oggetto di fedele dichiarazione da parte dei soggetti beneficiari con particolare riferimento alla valorizzazione a stima industriale delle infrastrutture (perizie VIR) ai fini della messa in gara e trasferimento oneroso degli impianti;
3) in caso di risposta negativa a quanto rilevato sub 1) e 2), se abbia o meno comunque intenzione di predisporre e/o richiedere le opportune attività ispettive e di verifica in ordine alla corretta imputazione dei contributi regionali erogati ai fini della determinazione delle tariffe di località e della messa in gara e trasferimento oneroso degli impianti in discorso.

PRESIDENTE

Andiamo in ordine: al punto 4 per l'IRS n. 523 non c'è ancora la risposta, nemmeno per l'IRS n 546 al punto 5 e per l'IRS N. 569 al punto 6.
Prego, collega, sull'ordine dei lavori.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Liberi E Uguali)

Grazie, Presidente.
Sull'ordine dei lavori e per richiamo al Regolamento. Essendo iscritto al n. 5, è da un po' di tempo che questa interrogazione è iscritta, perché io l'ho presentata il 16 febbraio, tocca un tema che è assolutamente delicato proprio in queste ore.
Pochi minuti fa, alcuni colleghi erano a un incontro con le organizzazioni sindacali che sono preoccupate per le prospettive di 850 lavoratori del Veneto del settore mense delle aziende ospedaliere del Veneto.
Io avevo posto in questa interrogazione, due questioni: la questione delle clausole sociali e la questione delle modalità con le quali è stata condotta la gara di appalto relativa alla ristorazione.
Nel capitolato della gara d'appalto c'è scritto che bisogna favorire la massima partecipazione e concorrenzialità da parte del mercato; dopodiché si sono attribuiti 5 punti all'azienda che è in grado di avere un centro di cottura da almeno un mese funzionante, presso la Regione Veneto: ce n'è una sola azienda che è in queste condizioni, mi sembra che le due cose siano in palese contrasto l'una all'altra.
Chiedo, Presidente, a norma del Regolamento di avere risposta a questa interrogazione, perché è iscritta all'ordine del giorno, è la seconda volta che faccio un'interrogazione su questa materia, perché la prima non mi aveva soddisfatto e quindi ho dovuto ripresentarla, perché c'è una certa attenzione sociale, la dico così, e perché il nostro Regolamento prevede che una volta che viene iscritta all'ordine del giorno, deve essere data risposta.
Altrimenti è inutile quella norma del Regolamento, che prevede un obbligo di risposta e di iscrizione al primo Consiglio utile, ma non ho dubbi che la Giunta ha intenzione di rispondermi nel più breve tempo possibile.
Paziento oggi, ma chiedo che alla prossima seduta la Presidenza si impegni a far rispettare il nostro Regolamento alla Giunta regionale.

PRESIDENTE

Collega Bartelle, voleva intervenire?

Patrizia BARTELLE (Movimento 5 Stelle)

Ne ho facoltà, grazie.

PRESIDENTE

Rispetto a cosa?

Patrizia BARTELLE (Movimento 5 Stelle)

Rispetto alla mia interrogazione, per la quale ho chiesto anche la volta scorsa spiegazioni. Anche la mia è all'ordine del giorno.

PRESIDENTE

Mi scusi, lei dovrebbe intervenire nel momento in cui affrontiamo quel punto lì.

Patrizia BARTELLE (Movimento 5 Stelle)

Mi perdoni, è stato troppo veloce, stavo guardando, porti pazienza.

PRESIDENTE

Speravo che la risposta che stavo per dare al collega Ruzzante, che solleciteremo, prendiamo atto sia sufficiente anche per lei, anche perché alternative non ce ne sono.

Patrizia BARTELLE (Movimento 5 Stelle)

Se mi permette però io vorrei che fosse sollecitata ancora in maniera maggiore per quanto mi riguarda.

PRESIDENTE

Provvederemo.

Patrizia BARTELLE (Movimento 5 Stelle)

L'interrogazione che ho presentato ancora nel 28 novembre 2017, a detta di molti, vorrei che fosse smentita.

PRESIDENTE

Sì, però nell'ordine dei lavori, non a detta di molti. Quindi lei chiede? Siccome stiamo parlando su un punto che avevamo già superato.

Patrizia BARTELLE (Movimento 5 Stelle)

Sì, però anche la volta scorsa ho chiesto questo, perché son stata tacciata di aver lanciato un allarme sociale.

PRESIDENTE

Questo non c'entra nulla.

Patrizia BARTELLE (Movimento 5 Stelle)

Avrei bisogno di una risposta. Grazie.

PRESIDENTE

Andiamo avanti, grazie Consigliera.
Il punto 6, non è pervenuto nemmeno questa volta al consigliere Ruzzante, solleciteremo.
PUNTO
7



INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA PRESENTATA DAI CONSIGLIERI RUZZANTE E ZANONI RELATIVA A "PROGETTO DI RICERCA TRA ENTE PARCO COLLI EUGANEI E UNIVERSITÀ DI PADOVA - DIPARTIMENTO DI MEDICINA ANIMALE, PRODUZIONE E SALUTE: SONO STATI RILEVATI POTENZIALI RISCHI PER LA SALUTE UMANA E PER GLI ANIMALI DOMESTICI?" (INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA N. 572)

"Premesso che:
- con Decreto n. 87 del 04/08/2017 il Commissario straordinario dell'Ente Parco Colli Euganei ha approvato lo schema di convenzione con l'Università di Padova - Dipartimento di Medicina Animale, Produzioni e Salute (MAPS);
- il predetto schema di convenzione, della durata di ventiquattro mesi, è funzionale, stante quanto dichiarato alla premesse del decreto in oggetto, ad evidenziare l'eventuale circolazione e la prevalenza di agenti infettivi zoonosici e non in ungulati selvatici dei colli euganei e in eventuali artropodi vettori; strumentale a tale finalità è l'attività di prelievo dagli animali abbattuti e/o catturati nell'ambito del Piano regionale di contenimento della popolazione di ungulati al fine di fornire i campioni biologici che verranno sottoposti ad analisi laboratoristiche a cura dei laboratori del Dipartimento MAPS.
Precisato che nelle premesse del decreto commissariale e all'articolo 5, comma 2, dello schema di convenzione, si legge che "[...] i risultati della suddetta ricerca saranno di proprietà di entrambe le parti contraenti e saranno oggetto di pubblicazione scientifica su riviste scelte dai responsabili del progetto stesso".
Evidenziato il seguente passaggio di cui all'articolo 1, comma 3, dello schema di convenzione: "Scopo del progetto è valutare la circolazione e la prevalenza di agenti infettivi in alcuni casi trasmessi da vettori. Tali agenti infettivi possono avere una valenza zoonosica (ad esempio Borrelia spp., Bartonella spp., Rickettsia spp., Anaplasma spp., virus dell'epatite E etc.) e quindi possono essere potenzialmente trasmessi all'uomo, o possono creare danno sanitario ed economico nel caso l'ungulato selvatico rappresenti un serbatoio di patogeni per popolazioni di animali domestici (Bluetongue virus, Schmallenberg virus, ...)".
Considerato che la notizia di un eventuale riscontro di agenti infettivi potenzialmente trasmissibili all'uomo, con particolare riferimento alla c.d. peste suina africana, o che costituiscano fonte di danno sanitario ed economico nel caso in cui l'ungulato selvatico rappresenti un serbatoio di patogeni per popolazione di animali domestici, dovrebbe essere oggetto di immediata comunicazione agli organi competenti ai fini della valutazione delle misure da attivare, non potendosi ritenere prevalente quanto ai fini della ricerca previsto all'articolo 6 dello schema di convenzione in punto di riservatezza del programma di attività e di obbligo di segretezza per quanto riguarda fatti, informazioni, cognizioni e documenti.
I sottoscritti consiglieri regionali
interrogano la Giunta regionale
per sapere:
1) se, con riferimento al rischio di trasmissione degli agenti infettivi all'uomo e al rischio che l'ungulato selvatico rappresenti un serbatoio di patogeni per popolazioni di animali domestici, il progetto di ricerca tra Ente Parco Colli Euganei e Università di Padova di cui in premessa abbia o meno riscontrato o sia in possesso di elementi e informazioni tali da poter desumere circa l'elevata probabilità di sussistenza dei predetti rischi con particolare riferimento alla presenza o meno di ceppi dei virus della famiglia Asfaviridae e cioè delle Peste suina africana;
2) in caso di risposta affermativa a quanto richiesto sub 1) quali misure urgenti e straordinarie la Regione del Veneto intende adottare in caso di possibile trasmissione di detti agenti infettivi".

PRESIDENTE

Prego, collega, se la vuole illustrare.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Liberi E Uguali)

Sì, brevemente perché la questione è molto chiara. Durante un incontro con alcune associazioni della zona e dell'area del Parco dei Colli, era presente anche il collega Zanoni e per questo abbiamo co-firmato questa interrogazione a risposta scritta, ci è stato posto un problema molto preciso relativamente ad una situazione a rischio per la salute umana e per gli animali domestici, quello relativo ad un'indagine che è stata condotta da parte del Commissario straordinario dell'Ente Parco dei Colli Euganei con l'Università di Padova, il Dipartimento di medicina animale, produzioni e salute, relativamente al rischio o alla potenzialità di rischio, io la metto in questi termini, perché è per questo che ho rivolto un'interrogazione a risposta scritta alla Giunta, relativamente al rischio di forme di infezione virus della famiglia asfaviride, e cioè della peste suina africana, di possibilità di diffusione di questa pesantissima e rischio di malattia tra i cinghiali del Parco dei Colli Euganei.
Siccome l'indagine relativa a questo aspetto è stata condotta da parte dell'Ente Parco Colli Euganei e l'Università di Padova, io credo sia giusto avere riscontro di questa indagine che è stata fatta, cioè si dia notizia relativamente alla presenza o meno, se è stata riscontrata o meno, la presenza della peste suina africana fra i cinghiali del Parco dei Colli Euganei, come misura urgente nei confronti della popolazione, per i possibili rischi di trasmissione di agenti infettivi, ma anche nei confronti degli della fauna domestica, degli animali domestici; quindi da entrambi i punti di vista credo sia giusto avere informazioni e notizie precise circa questa indagine condotta da un Ente che dipende dalla Regione Veneto, appunto l'Ente Parco Colli Euganei e dall'Università di Padova.
Se per favore ci può dare notizie circa questa indagine che è stata condotta.

PRESIDENTE

Grazie. Prego, Assessore Coletto, ha la parola.

Ass.re Luca COLETTO (Liga Veneta – Lega Nord)

"Le indagini relative alla Convenzione citata riguardanti lo stato sanitario degli animali abbattuti nel corso di piani programmati di abbattimento e l'eventuale circolazione di agenti infettivi rilevanti per la salute animale e/o umana non hanno ancora avuto inizio, stante il limitato numero di campioni sinora raccolti. Essi, infatti, per motivi di razionalizzazione delle attività di laboratorio e dell'uso delle risorse, saranno processati quando il prelievo di campioni sarà riferito all'intera annualità.
Si precisa che l'Ente Parco Colli Euganei, in base alla convenzione con l'Università di Padova – Dipartimento di Medicina Animale, Produzione e Salute (MAPS), si impegna esclusivamente a fornire i campioni biologici che verranno sottoposti ad analisi di laboratorio a cura dei laboratori del Dipartimento MAPS.
È in ogni caso assunto da entrambe le controparti che eventuali riscontri di agenti trasmissibili sottoposti a denuncia ufficiale saranno prontamente segnalati ai servizi veterinari competenti.
Si rende noto comunque che la presenza della Peste Suina Africana (sostenuta da un Asfarvirus, che non colpisce la specie umana ma unicamente i suidi, esotico per il nostro Paese con l'eccezione della Sardegna) non è oggetto delle iniziative previste.
Essa infatti è unicamente presente, oltre che nella Regione citata, solamente nel continente africano e nei seguenti Paesi: Georgia, Armenia, Azerbaijan, Russia, Ucraina, Bielorussia, Lituania, Polonia, Lettonia, Estonia, Moldavia, Repubblica Ceca, Romania. La situazione epidemiologica relativa a tale emergenza è oggetto dell'interesse dell'Unione Europea che ne ha rafforzato la sorveglianza nelle aree attualmente a rischio. Un eventuale ingresso in aree dell'Unione Europea attualmente indenni, sarebbe sotto il controlli dei Servizi Veterinari Nazionali.
I risultati di indagini condotte in passato su popolazioni di ungulati del Parco, sono state oggetto di pubblicazione e non evidenziano una situazione epidemiologica che si discosta da quella del territorio circostante e che non desta particolari allarmi".

PRESIDENTE

Collega Ruzzante, per la replica.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Liberi E Uguali)

Grazie, Presidente.
Mi dichiaro ovviamente soddisfatto della risposta, raccomandando all'Assessore la necessità di rendere immediatamente trasparenti questi dati, perché quando la popolazione è a conoscenza di un'indagine che è condotta e non conosce i risultati di questa indagine, ovviamente crea un allarmismo che va in qualche modo corretto attraverso la trasparenza, attraverso la pubblicazione dei dati.
Le raccomando di invitare la Presidenza del Parco dei Colli e l'Università di Padova a rendere immediatamente pubblici questi dati relativi ai controlli che avverranno sui capi di bestiame presenti all'interno del Parco dei Colli.
Mi dichiaro anche soddisfatto per l'altra parte della riflessione, quella relativa alla peste suina e alla necessità di mantenere alto il livello di guardia, proprio per evitare che il rischio di una malattia così infestante, dal punto di vista animale, possa in qualche modo intaccare anche i nostri territori.
Quindi mi dichiaro soddisfatto per la risposta di oggi, attendo, ma non ho dubbi su questo, la informazione con trasparenza dei nuovi dati che verranno presentati a fine anno.
PUNTO
8



INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA PRESENTATA DAL CONSIGLIERE RUZZANTE RELATIVA A "INCENDIO PRESSO LA SEDE SEV DI POVEGLIANO VERONESE (VR): UN ALTRO PREOCCUPANTE SEGNALE PROVENIENTE DALLA GESTIONE DEL CICLO DEI RIFIUTI IN VENETO." (INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA N. 573) RINVIATA


Premesso che:
- nella giornata del 15 aprile scorso un incendio ha colpito l'azienda SEV corrente in Povegliano Veronese (VR) e specializzata nelle operazioni di smaltimento e trattamento di rifiuti;
- si tratta dell'ennesimo incendio che interessa aziende operanti nel settore della gestione del ciclo dei rifiuti. Casi del genere interessano con sempre maggiore frequenza il territorio regionale e più in generale il territorio del settentrione, come emerge dalla relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti (v. Relazione sul fenomeno degli incendi negli impianti di trattamento e smaltimento di rifiuti del 17 gennaio 2018);
- negli ultimi tre anni i casi d'incendio presso centri di smaltimento rifiuti sono raddoppiati rispetto al passato, riguardando nella metà dei casi proprio impianti localizzati nell'Italia settentrionale e in particolare in Veneto.
Evidenziato che nell'ambito della propria interrogazione a risposta immediata n.423 dello 01/09/2017, a oggi non ancora definita, il sottoscritto Consigliere, elencando precedenti atti di sindacato ispettivo sul medesimo tema, portava all'attenzione della Giunta regionale il preoccupante aumento d'incendi a danno di aziende specializzate nel ciclo dei rifiuti, segnalando il fondato timore circa le possibili connessioni di tali accadimenti con la ormai acclarata presenza della criminalità organizzata di stampo mafioso in territorio veneto.
Considerato che l'incendio da ultimo verificatosi ai danni della SEV di Povegliano Veronese, aggiungendosi a quelli già oggetto di precedenti atti di sindacato ispettivo, non può non contribuire ad alimentare le preoccupazioni che da tali fatti derivano anche con riferimento alle conseguenze in punto di ambiente e salute pubblica.
Il sottoscritto consigliere regionale,
interroga la Giunta regionale
per sapere:
1) se abbia già svolto o abbia intenzione di far eseguire tramite ARPAV accertamenti sul grado di pericolosità delle sostanze rilasciate dall'incendio occorso alla SEV di Povegliano Veronese (VR) e quanto al fine di consentire l'eventuale adozione di tutte le misure necessarie a tutela della salute;
2) quali verifiche ha eseguito o intenda eseguire per conoscere se, nel caso di specie, siano state rispettate le indicazioni contenute nell'AIA, comprese quelle indicate dall'ARPAV e nella VIA?
3) quali attività intende porre in essere al fine di raccogliere elementi idonei da sottoporre alla valutazione degli organi inquirenti?

PRESIDENTE

Sul punto n. 8 all'ODG non è ancora pervenuta la risposta dalla Giunta regionale.
PUNTO
9



INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA PRESENTATA DAL CONSIGLIERE RUZZANTE RELATIVA A "CITTADINI VITTIME DEL "NODO GAZZERA": LA GIUNTA REGIONALE INTERVENGA PER RISOLVERE LE CONSEGUENZE SUL TERRITORIO DERIVANTI DAL FALLIMENTO DEL SFMR" (INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA N. 574)
E, PUNTO AGGIUNTIVO ALL'ORDINE DEL GIORNO
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA PRESENTATA DAI CONSIGLIERI PIGOZZO E ZOTTIS RELATIVA A "SFMR GAZZERA-MESTRE: NUOVO STOP AI LAVORI E ANCORA DISAGI ALLA POPOLAZIONE. QUANTO È COSTATA QUESTA ODISSEA?" (INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA N. 526)

Interrogazione a risposta scritta n. 574.
"Premesso che:
- i residenti in via Gazzera Alta nel territorio della Municipalità di Chirignago Zelarino-Comune di Venezia da anni sono "ostaggi" dell'interclusione creata dai due passaggi a livello esistenti che ne limitano la libertà di movimento;
- questa condizione di sostanziale isolamento è tale per cui è possibile parlare di una vera e propria "periferia" formata invero a poche decine di metri in linea d'aria dal centro città;
- la situazione è ulteriormente aggravata dalla presenza dei cantieri per la realizzazione delle opere connesse al Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale.
Precisato che riguardo ai cantieri del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR) presso il cosiddetto "nodo Gazzera", il Consiglio di Municipalità ha approvato l'ordine del giorno n. 3 del 12 aprile 2018 - che si intende qui integralmente richiamato - esprimendo preoccupazione circa le tempistiche di conclusione dei lavori, impegnando il Sindaco e la Giunta comunale ad "attivare in tempi celeri l'iter necessario ad individuare le soluzioni per lo spostamento degli abitanti di via Gazzera Alta compresa fra i due passaggi a livello, coinvolgendo la Regione Veneto che deve assumersi le proprie responsabilità per il fallimento dello SFMR e per le condizioni in cui versano i cittadini vittime del "nodo Gazzera"".
Evidenziato che la realizzazione delle opere connesse al SFRM prevede la chiusura definitiva dei due passaggi a livello, tale per cui il collegamento del quartiere ai servizi sarà garantito esclusivamente da sottopassi ciclopedonali.
Considerato che:
- l'Assessore regionale ai lavori pubblici, alle infrastrutture e ai trasporti, incontrando la Prima e la Seconda commissione consiliare circa la chiusura del contenzioso tra la Regione del Veneto e Net Engineering ha di fatto annunciato il tramonto del progetto SFMR;
- la soluzione necessaria per il "nodo Gazzera" non può consistere soltanto nell'ultimazione dei cantieri SFMR, che pure è indispensabile, in quanto al termine dei lavori permarrebbe la condizione di isolamento degli abitanti, ciò in virtù di quanto sopra evidenziato.
Il sottoscritto consigliere
interroga la Giunta regionale
per sapere:
1) quali siano le tempistiche previste per la realizzazione delle opere connesse al SFMR relative al "nodo Gazzera";
2) se intenda attivarsi, in concerto con il Comune di Venezia, Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. e F. S. Sistemi Urbani S.r.l. - e con quali modalità - al fine di ricreare le condizioni affinché possa avvenire il trasferimento dei residenti di via Gazzera Alta, intrappolati tra i due passaggi a livello, in altro luogo dove poter garantire migliori condizioni di vita".
Interrogazione a risposta scritta n. 526.

Premesso che:
- con interrogazione a risposta immediata n. 324 del 15 marzo 2017 i sottoscritti Consiglieri avevano denunciato la situazione di totale stallo in cui versavano i lavori infrastrutturali dell'SFMR, in particolare quelli relativi ai cantieri per l'eliminazione dei due passaggi a livello Km 1+337 e 1+455 di Mestre, via Gazzera e alla realizzazione delle stazioni "Gazzera" e "Via Olimpia";
- la situazione sembrava essersi avviata a soluzione lo scorso aprile, quando la Regione e il consorzio Kostruttiva (vincitore dell'appalto nel 2009) avevano sottoscritto un accordo transattivo che prevedeva l'ultimazione dei lavori entro 330 giorni, dunque nella primavera 2018;
- con tale atto la Regione Veneto si era impegnata a riconoscere al consorzio riserve per 1.850.000 euro, solamente, però, una volta conclusi i lavori e pagati i subappaltatori;
- dalla lettura dei quotidiani, pare che Kostruttiva non sia riuscita a reperire sul mercato i finanziamenti necessari a mantenere gli equilibri economici dei cantieri e che, conseguentemente, i soci della cooperativa "Cotau" (che ha in subappalto i sopracitati lavori delle stazioni SFMR di Gazzera e via Olimpia), non avendo fondi a disposizione per procedere con le opere e stipendiare gli addetti ai lavori, abbiano comunicato la rinuncia all'appalto, e deliberato la messa in liquidazione della stessa cooperativa.
Considerato che:
- da quanto si apprende sembra che lo scioglimento del contratto con la Regione possa decretare il fallimento dello stesso consorzio Kostruttiva dato che avrebbe come conseguenza l'escussione di una fideiussione da quasi 2 milioni di euro, nonché il pagamento di penali pari alla medesima cifra;
- l'Assessore regionale ai Trasporti ha reagito alla situazione comunicando ai media che "le due nuove fermate ferroviarie non resteranno incompiute" ed informando di aver chiesto un incontro con l'Amministratore delegato di RFI per "verificare un'azione congiunta finalizzata a portare a termine le lavorazioni".
Considerato altresì che anche nella più rosea delle previsioni, che riguarda la possibilità che i cantieri possano un giorno ripartire, di certo vi è soltanto un allungamento delle tempistiche (mesi, se non addirittura anni) e quindi dei disagi che ancora una volta sono costretti a subire i cittadini della zona, che ancora attendono la sistemazione della viabilità e torneranno a convivere con il degrado ed i pericoli conseguenti al nuovo abbandono dei cantieri.
Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri
chiedono alla Giunta regionale

- quali forme di vigilanza sull'andamento dei lavori sono state attuate da parte della Regione;
- sulla base di quali garanzie, a fronte delle problematiche emerse a più riprese, sia stata sottoscritta la transazione di aprile 2017 con il consorzio Kostruttiva;
- ammesso che le opere vengano concluse, quanti saranno complessivamente i maggiori costi sostenuti dalla Pubblica Amministrazione e in quale percentuale sono lievitati gli importi dei vari appalti rispetto alla originaria previsione di progetto."

PRESIDENTE

Veniamo alla n. 574, che è stata presentata dal consigliere Ruzzante, e a quella di pari tema presentata dal collega Pigozzo.
Se lo desiderate, facciamo anche la doppia presentazione oppure solamente il collega Pigozzo. Prego.

Bruno PIGOZZO (Partito Democratico)

Grazie. Comincio io.
Il tema dell'andamento dei lavori dei cantieri di questa opera, che era inserita dentro al Piano SFMR, l'abbiamo già credo ricordato in più occasioni, tramite mozioni o altre interrogazioni precedenti in Aula, in questi ultimi anni.
Purtroppo la procedura di affidamento ha avuto delle peripezie anche abbastanza complicate che sono state sembrava risolte lo scorso anno, poi ad un certo punto c'è stato un nuovo stop, eccetera. A fronte di tutto questo travaglio procedurale, che sembra adesso risolto, nel senso che le ultime notizie sono positive, immagino che l'Assessore risponderà positivamente in questo senso, però l'altra domanda che ponevo all'Assessore è: alla fine di tutto questo travaglio quali e quanti sono i maggiori costi per la Pubblica Amministrazione in merito ai ritardi avuti e se è previsto nella procedura di valutazione anche un eventuale rimborso da parte della Regione, anzi nei confronti della Regione da parte di chi non ha ottemperato alle clausole contrattuali, visto che purtroppo le lungaggini comunque hanno dei costi inevitabili.

PRESIDENTE

Prego, collega Ruzzante, a lei la parola.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Liberi E Uguali)

Aggiungo solo due battute alle considerazioni del collega Pigozzo. Io sono stato in visita in questa realtà, ostaggio di un doppio passaggio a livello, veramente una situazione... credo ce ne siano poche analoghe a quella che ho visto, anche perché non è che sono poche abitazioni, sono un numero di abitanti importante tra queste due interclusioni.
In realtà io credo che il problema di via Gazzera alta, che viene da distante, cioè non è una questione che è nata ieri mattina, è una cosa che nasce distante dalla realizzazione della stazione SFMR, lì a Gazzera e altre situazioni che hanno fatto la particolarità di quel nodo, non possa essere risolta solo attraverso il completamento dei lavori, ma vada risolta in maniera un po' più radicale, decidendo se in quel luogo è possibile ed è compatibile la presenza di così tante famiglie. Credo che il nocciolo della questione sia assolutamente questo. Come si è fatto in altre occasioni e in altre situazioni, certo con un numero di abitanti più circoscritto, si sono previste anche delle forme di compensazione o di alternativa dal punto di vista abitativo: è stato così per moltissimi passaggi a livello, è stato così per moltissime opere pubbliche, dove si "offre" un'alternativa.
Così è veramente impossibile mantenere quelle presenze umane in un territorio che rischia di essere poi ancora più isolato forse al completamento dei lavori, perché per raggiungere parti del quartiere devono fare un giro veramente immenso.
Quindi ci affidiamo anche a lei, Assessore, da un lato per completare i lavori, dall'altro per trovare insieme al Comune di Venezia una soluzione che sia in qualche modo definitiva per gli abitanti di questa zona, che hanno pazientato veramente per un lungo periodo, e che si meritano una risposta che sia adeguata, all'altezza e che possa in qualche modo essere una risposta anche definitiva.
Risposta congiunta della Giunta regionale.
"La Regione del Veneto con la sottoscrizione dell'Atto transattivo Rep. n. 33880 del 30.05.2017 ha inteso risolvere, al fine del perseguimento dell'interesse pubblico, le criticità generate dall'Appaltatore nell'esecuzione dei lavori cosiddetti "Nodo Gazzera", a seguito della procedura fallimentare dell'impresa esecutrice ad esso consorziata, che avrebbe portato alla immediata risoluzione contrattuale.
I contenuti stabiliti nell'Atto transattivo, a garanzia dell'interesse pubblico, con particolare riferimento ai nuovi termini contrattuali, consistevano:
• nell'assegnazione all'Appaltatore di ulteriori 330 giorni naturali e consecutivi, decorrenti dalla data di sottoscrizione dell'Atto, ovvero al 24.04.2018, per il completamento di tutte le opere dell'appalto principale "alla perfezione";
• nell'assegnazione all'Appaltatore di n. 2 "milestones", ovvero a 190 e a 250 giorni naturali e consecutivi decorrenti dalla data di sottoscrizione dell'Atto, corrispondenti al 05.12.2017 e al 03.02.2018, entro cui dovevano essere ultimati rispettivamente i lavori dell'Int. 1.09 - Raccordo viario Brendole/Castellana e dell'Int. 1.08 - Nuova Fermata S.F.M.R. di Gazzera. Il mancato rispetto di detti termini avrebbe comportato l'applicazione di una penale pari al 2 per mille per giorno di ritardo, calcolata sull'importo di contratto, con una soglia massima del 15%, corrispondente a Euro 2.221.826,50, il cui superamento avrebbe determinato la risoluzione per inadempimento del contratto d'appalto ai sensi dell'art. 136 dei D.Lgs. 163/2006. In particolare, il mancato rispetto del primo termine (05.12.2007) oltre i 30 giorni naturali e consecutivi avrebbe comportato la risoluzione per inadempimento del contratto e l'applicazione della penale nella misura massima del 15%, nonché l'escussione della polizza fideiussoria emessa dall'Appaltatore.
Con la sottoscrizione dell'Atto transattivo l'Appaltatore ha inoltre rinunciato a circa il 95% dell'importo delle riserve iscritte nei documenti contabili.
A seguito della sottoscrizione dell'Atto di cui sopra, l'Appaltatore riprese le lavorazioni di cantiere e la Regione, nell'ambito delle proprie competenze, ha costantemente verificato l'avanzamento dei lavori, sia tramite il proprio RUP che attraverso la Direzione Lavori, convocando, fra l'altro, n. 6 tavoli tecnici (a partire dal 15.06.2017 e fino al 1.12.2017) volti al monitoraggio dell'esecuzione del contratto e dell'avanzamento del cantiere.
In detti tavoli tecnici, in più occasioni, è stato rilevato l'avvio rallentato delle attività, con conseguente rischio da parte dell'Appaltatore di non rispettare i termini di ultimazione dei lavori, in particolare del primo termine assegnato, ovvero il 5.12.2017 per l'Int. 1.09 - Raccordo Brendole-Castellana, per il quale l'Atto transattivo consentiva un ritardo non superiore ai 30 giorni.
Nel corso dell'ultimo tavolo tecnico del 1.12.2017, a fronte dell'ulteriore grave ritardo nell'esecuzione dei lavori, l'Appaltatore aveva manifestamente dichiarato l'improvviso aggravamento della situazione finanziaria dell'impresa esecutrice (Cotau Soc. Coop.). Le conseguenze della preannunciata crisi aziendale si sono immediatamente palesate con una drastica riduzione del personale presente in cantiere e, con essa, delle attività lavorative. Specificatamente, in data 12.12.2017 il Direttore dei Lavori, a seguito della verifica del mancato completamento dei lavori dell'Ini. 1.09 - Raccordo Brendole-Castellana nei termini fissati, ha segnalato l'assenza di attività produttive in tutte le aree del cantiere e, in particolare, il giorno 15.12.2017 ha rilevato che la ditta Cotau Soc. Coop, procedeva con l'allontanamento dal cantiere di materiali ed attrezzatura varia.
Tale circostanza, a seguito di un puntuale esame dei fatti, ha imposto al RUP la necessità di proporre la risoluzione contrattuale, accolta dal Direttore della Direzione Infrastrutture Trasporti e Logistica con decreto n. 2 in data 28.02.2018.
La Regione del Veneto, a seguito della succitata risoluzione contrattuale, al fine di non gravare ulteriormente sul disagio della cittadinanza, in data 05.03.2018 ha comunicato alla società R.F.I. S.p.a., alla società Veneto Strade S.p.A. e al Comune di Venezia, anche con riferimento all'espressa disponibilità degli Enti in tal senso, l'intenzione di coinvolgerli nell'esecuzione dei lavori mancanti, finalizzati al completamento delle opere di rilevato che la ditta Cotau Soc. Coop, procedeva con l'allontanamento dal cantiere di materiali ed attrezzatura varia.
Tale circostanza, a seguito di un puntuale esame dei fatti, ha imposto al RUP la necessità di proporre la risoluzione contrattuale, accolta dal Direttore della Direzione Infrastrutture Trasporti e Logistica con decreto n. 2 in data 28.02.2018.
La Regione del Veneto, a seguito della succitata risoluzione contrattuale, al fine di non gravare ulteriormente sul disagio della cittadinanza, in data 05.03.2018 ha comunicato alla società R.F.I. S.p.a., alla società Veneto Strade S.p.A. e al Comune di Venezia, anche con riferimento all'espressa disponibilità degli Enti in tal senso, l'intenzione di coinvolgerli nell'esecuzione dei lavori mancanti, finalizzati al completamento delle opere di cui trattasi, da attuarsi mediante la sottoscrizione di un Accordo di Programma con ciascun Ente o Amministrazione coinvolta.
L'Amministrazione regionale, infatti, ha ritenuto prioritario assicurare la più rapida ripresa dei lavori mancanti, anche considerando l'ubicazione del cantiere, che si trova in pieno centro urbano di Mestre-Venezia ed in fregio a più linee ferroviarie, con evidenti risvolti negativi, in termini di sicurezza e qualità della vita dei residenti nelle aree interessate dai cantieri oggi sospesi.
Proprio in tale ottica, Regione del Veneto, in data 06.04.2018, a seguito della compilazione del verbale dello stato di consistenza con l'Appaltatore, ha provveduto a consegnare le aree di cantiere, nonché le opere in esse realizzate, ciascuno per la propria competenza, ai tre Enti sopracitati, che, pertanto, a decorrere da tale data provvedono alla guardiania e gestione delle stesse.
In data 28.05.2018 la Giunta regionale con delibera n. 758 ha approvato gli schemi di Accordo di Programma, in corso di sottoscrizione con i citati Enti, aventi sostanzialmente i seguenti contenuti:
1. individuazione di R.F.I. S.p.A., Comune di Venezia e Veneto Strade S.p.A. quali stazioni appaltanti e soggetti responsabili dell'esecuzione rispettivamente dei contratti di:
• "Lavori di completamento della realizzazione delle fermate ferroviarie lungo la linea "Venezia-Udine" e lungo la linea "Venezia-Trieste", previste rispettivamente nell'Int. 1.08 - Nuova Fermata S.F.M.R. di Gazzera e nell'Int. 1.10 - Nuova Fermata S.F.M.R. di Olimpia/Mestre Centro del Lotto D3";
• "Lavori di completamento dell'Ini. 1.08 - Nuova fermata S.F.M.R. di Gazzera, dell'Int. 1.09 -Raccordo viario Brendole/Castellana e dei lavori complementari del Lotto D3";
• "Lavori di completamento dell'Int. 1.10 - Nuova Fermata S.F.M.R. di Olimpia/Mestre Centro del Lotto D3";
2. sviluppo da parte della Regione Veneto, entro la fine del corrente anno, dei progetti esecutivi dei predetti lavori di completamento, da consegnare rispettivamente a R.F.I. S.p.A., Comune di Venezia e Veneto Strade S.p.A. per l'appalto dei lavori di completamento assegnati;
3. finanziamento da parte della Regione del Veneto delle somme necessarie per l'esecuzione dei predetti lavori, per un importo complessivo pari ad Euro 12.000.000,00 a cui sommare Euro 2.000.000,00 quale contributo da parte del Comune di Venezia.
Gli schemi di Accordo di Programma, di cui alla delibera della Giunta regionale n. 758/2018, hanno come oggetto la regolamentazione dei rapporti con R.F.I. S.p.A., Comune di Venezia e Veneto Strade S.p.A. per il completamento dei lavori connessi agli interventi di realizzazione delle fermate ferroviarie, lungo la linea Venezia-Trieste e lungo la linea Venezia-Treviso, nonché alla viabilità complementare, nel rispetto dei progetti esecutivi approvati nel 2009. Detti progetti non prevedevano alcun intervento della Regione del Veneto finalizzato al trasferimento dei residenti di via Gazzera Alta, ubicati tra due linee ferroviarie, in altro luogo. Il progetto esecutivo dei lavori di completamento, in fase di redazione da parte della Regione del Veneto, in analogia al progetto esecutivo approvato nel 2009, garantisce comunque l'accessibilità veicolare e ciclopedonale alle abitazioni poste nell'area compresa fra le due linee ferroviarie, che risulterà, tuttavia, meglio servita alla conclusione del progetto generale di collegamento alla via Castellana, anch'esso in corso di progettazione da parte della Regione del Veneto.
Nel contempo, è stato avviato il procedimento nei confronti dell'Appaltatore per il risarcimento dei danni derivanti dalla risoluzione contrattuale oggetto del decreto n. 2 in data 28.02.2018, che prevedono, tra l'altro, la copertura finanziaria per maggiore spesa che sarà sostenuta per riappaltare i lavori di completamento."

PRESIDENTE

La parola alla collega De Berti per la risposta congiunta.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Chiedo, siccome la risposta è lunga perché giustamente del cantiere della Gazzera, ne stiamo parlando da anni, io vi leggerei della risposta la parte centrale, poi ve la do ed è ampia. Ovviamente sono a disposizione per ulteriori eventualmente valutazioni.
L'Amministrazione regionale ha ritenuto prioritario assicurare la più rapida ripresa dei lavori mancanti - ricordo che siamo al 70% di lavori eseguiti, manca sostanzialmente un 30% di lavori - anche considerando l'ubicazione del cantiere, che si trova in pieno centro urbano di Mestre-Venezia e in fregio a più linee ferroviarie, con evidenti risvolti negativi in termini di sicurezza e qualità della vita dei residenti nelle aree interessate dai cantieri oggi sospesi.
Proprio in tale ottica la Regione del Veneto in data 6 aprile 2018, a seguito della compilazione del verbale dello stato di consistenza con l'appaltatore, ha provveduto a consegnare le aree di cantiere, nonché le opere in essere realizzate, ciascuno per la propria competenza, ai tre Enti sopracitati, ossia Veneto Strade, Città Metropolitana ed RFI, che pertanto a decorrere da tale data, provvedono alla guardiania e gestione delle stesse.
In data 28 maggio 2018 la Giunta regionale con delibera 6758, ha approvato gli schemi di accordo di programma in corso di sottoscrizione con i citati Enti, aventi sostanzialmente i seguenti contenuti, abbiamo sostanzialmente suddiviso in tre blocchi l'esecuzione dei lavori: 1) individuazione di RFI, Comune di Venezia, Veneto Strade, quali stazioni appaltanti e soggetti responsabili dell'esecuzione rispettivamente dei contratti di un primo lavoro di completamento della realizzazione delle fermate ferroviarie lungo la linea Venezia – Udine e lungo la linea Venezia – Trieste, previste rispettivamente nell'intervento 1.08 nuova fermata SFMR di Gazzera e nell'intervento 1.10 nuova fermata SFMR di Olimpia Mestre, centro del lotto D3; lavori di completamento dell'interno 1.08 nuova fermata SFMR di Gazzera dell'intervento 1.09 raccordo viario Brendole - Castellana e dei lavori complementari del lotto D3; il terzo è il lavoro di completamento dell'intervento 1.10 nuova fermata SFMR di Olimpia Mestre centro del lotto D3;
2) Sviluppo da parte della Regione Veneto entro la fine del corrente anno dei progetti esecutivi dei predetti lavori di completamento da consegnare rispettivamente ad RFI, Comune di Venezia e Veneto Strade per l'appalto dei lavori di completamento assegnati.
3) Finanziamento da parte di Regione Veneto, delle somme necessarie per l'esecuzione dei predetti lavori, per un importo complessivo pari a 12 milioni - ovviamente il ribasso non viene più riconteggiato, bisogna riappaltare al prezzo originario - a cui sommare i 2 milioni a carico del Comune di Venezia, quindi 12 milioni a carico di Regione Veneto, 2 milioni a carico del Comune di Venezia.
Gli schemi di accordo di programma di cui alla delibera della Giunta regionale hanno come oggetto la regolamentazione dei rapporti con RFI, Comune di Venezia e Veneto Strade per il completamento dei lavori connessi agli interventi di realizzazione delle fermate ferroviarie lungo la linea Venezia – Trieste e lungo la linea Venezia – Treviso, nonché alla viabilità complementare nel rispetto dei progetti esecutivi approvati nel 2009.
Detti progetti non prevedono alcun intervento della Regione del Veneto finalizzato al trasferimento dei residenti di via Gazzera Alta, ubicati tra le due ferrovie, in alto tra le due linee ferroviarie, in altro luogo.
Il progetto esecutivo dei lavori di completamento in fase di redazione da parte della Regione del Veneto, in analogia al progetto esecutivo approvato nel 2009, garantisce comunque l'accessibilità veicolare e ciclopedonale alle abitazioni poste nell'area compresa tra le due linee ferroviarie, che risulterà tuttavia meglio servita alla conclusione del progetto generale di collegamento alla via Castellana, anch'esso in corso di progettazione da parte della Regione Veneto.
Nel contempo è stato avviato il procedimento nei confronti dell'appaltatore per il risarcimento dei danni derivanti dalla risoluzione contrattuale, oggetto del Decreto n. 2 del 28 febbraio 2018, che prevedono tra l'altro la copertura finanziaria per maggiore spesa, che sarà sostenuta per appaltare i lavori di completamento.

PRESIDENTE

Chi replica? Invertiamo, adesso il collega Ruzzante.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Liberi E Uguali)

Dopo la leggerò perché è molto complessa, però insomma mi sembra che i tre stralci prevedano un'accelerazione rispetto al completamento dei lavori.
Io suggerirei, mi permetto di suggerirlo, lo faccio in diretta dal Consiglio, di arrivare a un momento di incontro con la popolazione residente: c'è un comitato, quindi una rappresentanza di loro Assessore, mi farò parte di questa, insieme al collega Pigozzo, in modo tale che vengano fatti con trasparenza questi passaggi, sappiano, conoscano i tempi; sono stati anche troppo pazienti.
Se io vivessi in quelle condizioni, non so se sarei così paziente, lo dico con estrema franchezza e sono una persona molto paziente nella mia vita. Veramente siamo dentro a un sistema in cui quel blocco di lavori ha generato una situazione che, se è sopportabile per un breve periodo, non può essere portata ai tempi in cui è stata portata dal ritardo della realizzazione dei lavori.
Quindi ben venga l'avanzamento lavori, ma forse dentro a questo accordo bisogna trovare anche qualche soluzione più concreta per gli abitanti, quindi forse dentro ad un incontro possiamo provare ad incontrare o a trovare dei punti di incontro tra le esigenze dei cittadini, che abitano in quella zona, rispetto a quello che la Regione, il Comune, RFI, Veneto Strade, tutti i soggetti che sono parte in causa, la Città Metropolitana, possono realizzare per alleviare almeno un po' le loro condizioni, che sono veramente di precarietà, ed è un peccato perché era una zona che era inserita in un contesto urbano normale e improvvisamente si è trovata dentro un cantiere che assomiglia più a Beirut che non ad una cittadina inserita nel centro di Mestre.

PRESIDENTE

Prego, collega Pigozzo.

Bruno PIGOZZO (Partito Democratico)

Grazie per la risposta. In qualche modo avevamo già letto anche di recente i comunicati che davano per riassegnata l'ultima fase di completamento dei lavori e credo che un sospiro di sollievo da parte della cittadinanza sicuramente ci possa essere, anche se nel frattempo, come diceva adesso il collega, c'è un'aspettativa della Municipalità, anzi delle due, perché in realtà abbiamo la Municipalità di Mestre e quella di Zelarino Chirignago che sono un po' confinanti rispetto a questa situazione che più volte, come lei saprà, hanno fatto richiesta di avere un incontro, che fino a un certo punto, capisco, non poteva essere chiarificatore, perché la materia era ancora da affrontare e da risolvere, adesso finalmente che i dati sono tutti noti credo che sia compito e anche dovere da parte dell'Assessore dare una risposta a queste richieste.
Per quanto mi riguarda l'ho già difesa in un paio di occasioni, dove lei non era presente, ma credo che sia giusto che lo faccia in prima persona. Prendo atto volentieri di una parte delle richieste che avevo fatto, cioè che è in corso una richiesta di risarcimento danni, non so se magari leggendo completamente la risposta potrò avere anche cognizione di quanto è questa richiesta e valutare se effettivamente è congrua rispetto ai disagi e alle lungaggini che sono state accumulate in questi anni; comunque con le rinnovo anche da parte mia questa ulteriore richiesta ad incontrare la cittadinanza, magari insieme al Comune, insieme all'Assessore, che appunto anche l'ultima volta, l'Assessore Boraso era presente con la Municipalità di Mestre e di Zelarino Chirignago.
PUNTO
10



INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA PRESENTATA DAL CONSIGLIERE RUZZANTE RELATIVA A "PERSISTENZA DEI CATTIVI ODORI PROVENIENTI DAL BIODIGESTORE DELLA "SOCIETÀ AGRICOLA TOSETTO S.S." DI LIMENA (PD): COSA HA FATTO E COSA HA INTENZIONE DI FARE LA GIUNTA REGIONALE?" (INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA N. 578) RINVIATA

"Premesso che persiste quanto già segnalato dal sottoscritto consigliere attraverso propria interrogazione a risposta immediata (n.1230 del 2 marzo 2015) con riferimento ai cattivi odori provenienti dal biodigestore "Società agricola Tosetto s.s." di Limena (PD).
Preso atto che nell'ambito della risposta alla successiva interrogazione a risposta immediata n. 251 del 14 ottobre 2016, presentata dal Consigliere Sinigaglia e dal sottoscritto, la Giunta regionale (Dgr n. 271/IIM del 6/12/206) formalizzava il proposito di avviare "per il tramite delle sue strutture tecniche, considerata questa ripresa del diffuso disagio della popolazione, in ispecie quella residente nel quartiere Arcobaleno di Limena, [...] in collaborazione con ARPA Veneto, una nuova campagna di rilievi più mirati per comprendere l'esatta fonte delle emissioni odorigene nonché le molecole effettivamente coinvolte. Tale indagine che sarà avviato nelle prossime settimane in collaborazione con ARPA Veneto, Azienda ULSS competente e Comune di Limena potrà avvalersi delle più avanzate indagini olfattometriche realizzate anche in altre Regioni italiane".
Considerato che:
- come sopra detto, i residenti del quartiere Arcobaleno di Limena (PD) continuano a segnalare alle istituzioni pubbliche la persistenza di consistenti e sgradevoli emissioni odorigene provenienti dal citato impianto;
- la Giunta regionale, da ultimo con Deliberazione n. 1343 del 09 ottobre 2015, ha emesso il provvedimento costituente autorizzazione unica ai sensi ai sensi dell'art. 12, commi 3 e 4, D.lgs. n. 387/2003, a integrazione e modifica delle precedenti autorizzazioni sul punto.
- Specificato che l'art. 111 Legge regionale 30 dicembre 2016, n. 30 (Collegato alla Legge di stabilità regionale 2017) prevede, al comma 1, che "Al fine di contemperare il ricorso all'uso di fonti energetiche rinnovabili con le esigenze di tutela della salute umana, di protezione dell'ambiente e di tutela del paesaggio, di contenimento del consumo di suolo, di preservazione delle risorse naturalistiche, relativamente agli impianti energetici a biomassa, agli impianti energetici a biogas e gas di discarica e di processi di depurazione di potenzialità uguale o superiore a 999 kW elettrici si applicano le disposizioni di cui al presente articolo" e, conseguentemente, al comma 6, che "La Giunta regionale, al fine di predisporre le linee guida regionali per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, ai sensi del decreto ministeriale 10 settembre 2010 "Linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili", avvia attività di studio per definire le ulteriori misure atte a garantire il rispetto delle esigenze pubbliche di tutela, prevenzione e preservazione di cui al comma 1".
Tutto ciò sopra premesso il sottoscritto consigliere
interroga la Giunta regionale
per sapere:
1) se è stata effettuata in collaborazione con ARPA Veneto la campagna di rilievi, secondo il proposito formalizzato con la Dgr n. 271/IIM del 6 dicembre 2016 e quali sono stati gli esiti di detti rilievi, ove effettuati?
2) perché non sono state ancora predisposte ed emanate le Linee Guida di cui al comma 6 dell'art.11 della Legge regionale 30 dicembre 2016, n. 30 ?"

PRESIDENTE

La risposta all'IRS n. 578 non è pervenuta dalla Giunta regionale.
PUNTO
11



INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA PRESENTATA DAL CONSIGLIERE SCARABEL RELATIVA A ""FREEDOM OF INFORMATION ACT" (FOIA) ANCHE IN ITALIA CON IL DECRETO LEGISLATIVO 97/2016: COME INTENDE PROCEDERE LA GIUNTA PER ASSICURARE A TUTTI I CITTADINI IL LIBERO DIRITTO DI ACCESSO A OGNI INFORMAZIONE DELLA REGIONE?" (INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA N. 374)

"Premesso che:
- il libero accesso alle informazioni e ai documenti detenuti dalla Pubblica Amministrazione consente la piena libertà di espressione da parte dell'individuo, che rappresenta uno dei princìpi fondamentali degli ordinamenti democratici e che in Italia è garantita dall'articolo 21 della Costituzione; il diritto di accesso costituisce altresì il presupposto di una piena partecipazione dei cittadini alla vita democratica, andando a rendere meno asimmetrico il rapporto tra Ente pubblico e privati;
- ogni cittadino, infatti, ha diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero e ha libertà d'opinione, esprimendo le proprie convinzioni e idee sia individualmente sia collettivamente, e a questo si accompagna quindi il diritto di formare correttamente le medesime entrando in possesso delle informazioni detenute da chi amministra la Cosa Pubblica;
- tale diritto di accesso è altresì fondamentale per ciascuno di noi per tutelare i nostri diritti nei confronti della Pubblica Amministrazione e per contrastare corruzione e criminalità organizzata, a patto che esso sia garantito da norme sulla trasparenza dell'azione Amministrativa moderne, di larga applicazione e facilmente utilizzabili dai cittadini;
- in virtù di ciò, la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha riconosciuto quello di accesso alle informazioni detenute dai Governi come diritto umano, in base al quale la Pubblica Amministrazione ha obblighi di informazione, pubblicazione e trasparenza e i cittadini hanno diritto a chiedere ogni tipo di informazione prodotta e posseduta dalle Amministrazioni che non contrasti con la sicurezza nazionale o la privacy;
- a oggi più di 90 Paesi democratici si sono dotati di cosiddetti "Freedom of Information Acts" (FOIA), atti normativi che riconoscono e disciplinano tale diritto di libero accesso; quanto all'Italia, trattasi del recente decreto legislativo 97/2016 che finalmente garantisce a ogni cittadino il libero accesso a ogni informazione della Pubblica Amministrazione, segnando una netta inversione di tendenza rispetto al passato;
- i cittadini italiani, infatti, hanno ora diritto a conoscere dati e documenti in possesso della Pubblica Amministrazione in forma gratuita anche in assenza di un interesse diretto; in caso di rifiuto di rilascio di un documento, lo stesso dovrà essere adeguatamente motivato e il cittadino potrà rivolgersi in proposito al responsabile anticorruzione o al difensore civico.
Considerato che:
- la Giunta regionale del Veneto non eccelle quanto a trasparenza, basti pensare che è fatto notorio tra gli addetti ai lavori che le deliberazioni della medesima vengano trasmesse al Consiglio regionale con notevole lentezza, dopo settimane dalla loro approvazione se non solo quando vengono pubblicate nel Bollettino ufficiale della Regione (BUR), nel qual caso per poterne leggere il testo passano addirittura dei mesi;
- la funzione di controllo e indirizzo riconosciuta da Statuto e da Regolamento al Consiglio regionale, quindi, viene pesantemente ostacolata da tali ritardi se non persino resa impossibile in determinati casi;
- è ragionevole supporre che simili ritardi colpiranno in maniera più significativa i semplici cittadini che, avvalendosi del nuovo istituto disciplinato dal decreto legislativo 97/2016, accederanno verosimilmente in forma massiva a informazioni e documenti sinora loro negati in virtù della vecchia normativa di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 241.
Il sottoscritto consigliere
interroga la Giunta regionale
per sapere quali iniziative intenda intraprendere per assicurare un tempestivo ed efficace riscontro al probabile considerevole aumento delle richieste di accesso a dati e documenti della Regione del Veneto che perverranno dai cittadini in seguito all'emanazione del decreto legislativo 97/2016".

PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scarabel, che la vuole illustrare.

Simone SCARABEL (Movimento 5 Stelle)

Grazie. La Corte europea dei diritti dell'uomo ha riconosciuto quello dell'accesso alle informazioni detenute dai Governi e dalle Amministrazioni come un diritto umano, in base alla quale la Pubblica Amministrazione ha obblighi di informazione, pubblicazione, trasparenza, e i cittadini hanno diritto a chiedere ogni tipo di informazione prodotta e posseduta dall'Amministrazione, che non contrasti con la sicurezza nazionale o la privacy. Ad oggi più di 90 Paesi democratici si sono dotati dei cosiddetti "Freedom of Information Act" (FOIA), atti normativi che riconoscono e disciplinano tale diritto di libero accesso.
Quanto all'Italia trattasi del recente Decreto legislativo 97/2016, che finalmente garantisce a ogni cittadino è libero accesso ad ogni informazione della Pubblica Amministrazione segnando una netta inversione di tendenza rispetto al passato. I cittadini italiani infatti hanno ora diritto a conoscere dati e documenti in possesso della Pubblica Amministrazione in forma gratuita prima cosa, e anche in assenza di un interesse diretto, cosa altrettanto importante. In caso di rifiuto di rilascio di un documento, lo stesso dovrà essere adeguatamente motivato e il cittadino potrà rivolgersi in proposito al Responsabile anticorruzione o al Difensore civico.
Considerato che la Giunta regionale, lo dimostra anche il fatto che questa interrogazione è iscritta all'ordine del giorno per scadenza dei termini, e comunque abbiamo ad ogni Consiglio regionale l'evidenza che un po' fa fatica a star dietro a 50 Consiglieri regionali, la mia interrogazione ha come obiettivo di chiedere alla Giunta se è dotata di adeguate risorse per far fronte a eventuali richieste da parte appunto di 5 milioni circa di cittadini del Veneto e come intende strutturarsi per rispondere prontamente alle varie richieste dei cittadini, che potranno essere pervenute all'Amministrazione grazie a questo Decreto legislativo 97 del 2016. Vi ringrazio.

PRESIDENTE

La parola all'Assessora Lanzarin, che sostituisce il Presidente nella risposta. Prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN (Zaia Presidente)

"In relazione al quesito formulato dalla interrogazione a risposta scritta in oggetto si specifica quanto segue.
A seguito delle modifiche introdotte nell'ordinamento dal D.Lgs. 25 maggio 2016, n. 97, il quadro normativo in materia di accesso civico è caratterizzato dalla compresenza di un accesso civico "semplice" ai sensi dell'art. 5, comma 1, del D.Lgs. n. 33/2013, che attiene agli obblighi di pubblicazione sul sito istituzionale, e di un accesso civico "generalizzato" (o "FOIA") ai sensi dell'art. 5, comma 2, del medesimo Decreto legislativo.
Con D.G.R. n. 1798 del 15 novembre 2016, l'Amministrazione ha costituito un apposito Gruppo di Lavoro formato dalle strutture regionali maggiormente coinvolte dalla disciplina in questione, al fine di individuare tempestivamente idonee soluzioni alle problematiche derivanti dall'attuazione della normativa, anche in relazione all'accesso civico "FOIA".
Ciò sotto i profili della definizione delle modalità per la gestione delle richieste di accesso da parte degli uffici regionali e dell'implementazione delle soluzioni operative connesse all'adempimento degli obblighi di pubblicazione, nel rispetto delle prime linee guida adottate da ANAC con determinazioni n. 1309 e n. 1310 del 28/12/2016, nel frattempo intervenute.
Con D.G.R. n. 408 del 06 aprile 2017, pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione n. 43 del 5 maggio 2017, sono stati approvati i documenti denominati "Disciplina in materia di accesso" (allegato A) e "Istruzioni operative" (allegato B), elaborati dal predetto Gruppo di Lavoro a beneficio degli utenti esterni che possono avvalersi delle indicazioni e della relativa modulistica in tema di accesso civico semplice e generalizzato (FOIA).
Il suddetto provvedimento, la relativa modulistica e il Registro degli Accessi, che viene pubblicato semestralmente con i relativi aggiornamenti, sono consultabili nel sito regionale, alla sezione "Amministrazione Trasparente", sottosezione "Altri contenuti" "Accesso civico", come indicato nelle Linee Guida di ANAC n. 1310 del 28 dicembre 2016.
I contenuti della D.G.R. n. 408 del 06 aprile 2017, sono stati altresì presentati nel corso della Giornata della Trasparenza, tenutasi il 3 dicembre 2017, alla presenza di istituzioni pubbliche, autonomie locali, enti e società regionali e associazioni di categoria".

PRESIDENTE

Vuole replicare, Consigliere? Prego.

Simone SCARABEL (Movimento 5 Stelle)

Sì. Sono soddisfatto della risposta a cui non potevo essere a conoscenza nel momento in cui ho presentato questa interrogazione il 25 gennaio del 2017.
Chiedo gentilmente copia e ringrazio l'Assessore.
PUNTO
12



INTERVENTI DI PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE DELL'INVECCHIAMENTO ATTIVO. PIANO TRIENNALE 2018-2020 (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 69) (DELIBERAZIONE N. 71/2018)

Relazione di maggioranza della Quinta Commissione consiliare.
Relatore in Aula il consigliere Franco Gidoni; Correlatore la consigliera Patrizia Bartelle.
"Signor Presidente, Colleghi Consiglieri,
la Regione del Veneto con la Legge regionale n. 23 del 08 agosto 2017 ha riconosciuto e valorizzato il ruolo delle persone adulte o anziane nella comunità, promuovendone la partecipazione alla vita sociale, civile, economica e culturale e favorendo la costituzione di percorsi per l'autonomia e il benessere nell'ambito dei loro abituali contesti di vita.
Con lo stesso atto normativo è stata istituita la Consulta regionale per l'invecchiamento attivo che ha il compito di partecipare alla progettazione e programmazione degli interventi coordinati e integrati a favore delle persone adulte o anziane negli ambiti della prevenzione, della salute e della sicurezza, della partecipazione, della formazione permanente, del lavoro, della cultura e del turismo sociale, dello sport e del tempo libero, dell'impegno civile e del volontariato e delle politiche abitative e ambientali.
Il sopracitato atto normativo prevede, altresì, che la Giunta regionale definisca un Piano sull'invecchiamento attivo, di durata triennale, che stabilisce gli indirizzi e le strategie per l'invecchiamento attivo e alla cui redazione partecipano i rappresentanti della Consulta regionale per l'invecchiamento attivo.
Tale Piano è approvato dal Consiglio regionale.
La Consulta regionale per l'invecchiamento attivo, regolarmente insediatasi in data 26 marzo 2018, nella seduta del 04 maggio 2018 ha approvato il documento recante: "Piano triennale 2018-2020. Interventi di promozione e valorizzazione dell'invecchiamento attivo. Legge regionale 8 agosto 2017, n. 23 ".
Tutto ciò considerato, si sottopone all'approvazione del Consiglio regionale il documento recante: "Piano triennale 2018-2020. Interventi di promozione e valorizzazione dell'invecchiamento attivo, legge regionale 8 agosto 2017, n. 23 ", di cui all'Allegato A) al presente provvedimento che costituisce parte integrante dello stesso.
La Quinta Commissione consiliare, al termine dell'istruttoria sul provvedimento ha espresso parere favorevole a maggioranza (favorevoli: il presidente Boron e i consiglieri Brescacin, Villanova (Zaia Presidente), Gidoni, Barbisan R., Semenzato (Liga Veneta – Lega Nord), Pigozzo, Moretti, Salemi, Sinigaglia (Partito Democratico), Barbisan F. (Centro destra Veneto - Autonomia e libertà), Ferrari (Alessandra Moretti Presidente), Berti (Movimento 5 Stelle), Barison, Berlato (Fratelli d'Italia - Movimento per la cultura rurale); astenuto il consigliere Bartelle (Movimento 5 Stelle)".

PRESIDENTE

C'è un emendamento che provvediamo a distribuire. Nel frattempo, partiamo con la presentazione da parte del Relatore, che è il Consigliere Gidoni.
Prego, ha la parola.

Franco GIDONI (Liga Veneta – Lega Nord)

Grazie, Presidente.
Gentili colleghi, la Regione del Veneto con la legge regionale 23 del 2017 ha riconosciuto e valorizzato il ruolo delle persone adulte o anziane nella comunità, promuovendone la partecipazione alla vita sociale, civile, economica e culturale e favorendo la costituzione dei percorsi per l'autonomia del benessere nell'ambito dei loro abituali contesti di vita.
Con lo stesso atto normativo è stata istituita la Consulta regionale per l'invecchiamento attivo, che ha il compito di partecipare alla progettazione e programmazione degli interventi coordinati e integrati a favore delle persone adulte o anziane negli ambiti della prevenzione, della salute e della sicurezza, della partecipazione, della formazione permanente, del lavoro, della cultura e del turismo sociale, dello sport e del tempo libero, dell'impegno civile e del volontariato e delle politiche abitative e ambientali.
Il sopracitato atto normativo prevede altresì che la Giunta regionale definisca un piano sull'invecchiamento attivo di durata triennale, che stabilisce gli indirizzi e le strategie per l'invecchiamento attivo di durata triennale, che stabilisce gli indirizzi e le strategie per l'invecchiamento attivo e alla cui redazione partecipano i rappresentanti della Consulta regionale per l'invecchiamento attivo, tale Piano è approvato dal Consiglio regionale.
La Consulta regionale per l'invecchiamento attivo, regolarmente insediatosi in data 26 marzo 2018, nella seduta del 4 maggio ha approvato il documento recante Piano triennale 2018-2020, Interventi di promozione e valorizzazione dell'invecchiamento attivo, Legge regionale 23/2017.
Tutto ciò considerato, si sottopone all'approvazione del Consiglio regionale il documento recante il Piano, di cui all'allegato A del presente Provvedimento, che costituisce parte integrante dello stesso. Ricordo che la Quinta Commissione Consiliare ha approvato il provvedimento con parere favorevole a maggioranza, con l'astensione del Consigliere Bartelle. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Correlatore, che è la consigliera Bartelle, ha la parola.

Patrizia BARTELLE (Movimento 5 Stelle)

Grazie. Noi stiamo parlando della Legge regionale 23/2017 in base alla quale la Giunta, di concerto con la Consulta regionale, per l'invecchiamento attivo predispone il Piano triennale degli interventi per la promozione e la valorizzazione dell'invecchiamento attivo; quindi ad oggi stiamo discutendo il triennio 2018 e 2020, con relativa norma finanziaria.
Adesso andrò a motivare le perplessità che avevo durante la discussione e l'approvazione, che mi ha visto unica astenuta a un documento che ha visto il gradiente di tutti gli altri colleghi della Quinta Commissione. Mi sono astenuta in sede di Commissione sul provvedimento in esame perché non mi convinceva la parte finale, quella relativa allo stanziamento; francamente non mi convinceva la somma di un milione di euro per una progettualità così vasta e così accurata, quale quella predisposta dall'Assessore Lanzarin. Quindi, modestamente, ho provato a documentarmi e subito ho trovato un bando della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che sempre per l'invecchiamento attivo, e grosso modo per gli stessi filoni di intervento, stanzia un milione di euro per le sole province di Padova e Rovigo. Il bando io ce l'ho qui, l'ho trovato in rete, in maniera semplicissima, ed dà tre pagine di Regolamento, una cosa molto semplice, se volete, ripeto, ve lo condivido, e quindi valutate bene cosa sto dicendo.
Mi sono fatto quattro conti ed ho considerato che la Fondazione Cariparo, che certamente non butta i soldi dalla finestra, almeno fino alla gestione Finotti, che ho seguito personalmente in quanto Finotti era una persona che abitava in un Comune limitrofo al mio, quindi la Fondazione stanzia un milione di euro per due Province, è evidente che la Regione del Veneto dovrebbe stanziare almeno 5 milioni di euro per tutte e sette le Province venete, due conti così.
Subito dopo mi soggiunto un secondo pensiero, sul piano squisitamente operativo: se l'ho saputo io, semplice consigliere regionale che non farà mai l'Assessore ai Servizi Sociali e penso che questo sia pacifico, cosa impediva all'Assessore regionale ai Servizi sociali di coordinarsi con la Fondazione Cariparo per interventi nelle province di Padova e Rovigo, almeno per non sovrapporsi ed evitare inutili doppioni?
Inoltre, per passare dal piano semplicemente operativo ad un piano per così dire più propositivo, perché non rivolgersi alle altre fondazioni bancarie presenti in Veneto ed il cui territorio di riferimento insiste, perdonatemi il passaggio ma è per ridurre e rendere immediatamente l'immagine, sono Province di matrice più leghista di quelle di Padova e Rovigo.
Perciò, capisco che le fondazioni del veronese o del trevigiano, stando a quanto si legge sui giornali siano state negli ultimi anni meno lungimiranti della Fondazione Cariparo, ma comunque qualche soldino di cofinanziamento sicuramente non l'avrebbero negato, se non altro per la dovuta riconoscenza che si doveva a quella maggioranza politica che negli enti locali di rispettiva competenza ne aveva nominato gli amministratori.
Riprendendo in mano i miei conti, se la Regione stanziasse 5 milioni di euro, avrebbe la forza economica di chiedere alla Fondazione Cariparo almeno di raddoppiare lo stanziamento già per quest'anno e di andare a contrattare con le altre Fondazioni venete un impegno di 2 milioni di euro complessivo per il prossimo anno; ciò significa mobilitare almeno le risorse per 7 milioni di euro per il 2018 e per 9 milioni di euro nel 2019.
Si tratterebbe così di passare dalle parole ai fatti, magari prendendo spunto proprio dal bando pubblicato dalla Fondazione Cariparo, di cui mi ha colpita l'estrema concretezza e semplicità: nel bando si coglie pochissima burocrazia, l'eliminazione d'acchito delle strutture intermedie, quali aziende, ULSS, Comuni e la volontà di rivolgersi direttamente alle associazioni e alle cooperative che lavorano quotidianamente sul territorio.
È, secondo me, una lezione di concretezza che potrebbe servire anche a noi per rendere davvero incisivi gli interventi che la Regione andrà a programmare.
In conclusione, chiedo di integrare il provvedimento con tre modifiche: la prima è di coordinarsi con la Fondazione Cariparo per la somma già in essere, relativamente per le Province di Padova e Rovigo; la seconda è di avviare un tavolo di concertazione con tutte le Fondazioni bancarie del Veneto, per studiare la progettualità e i relativi finanziamenti per l'anno 2019; la terza è di prevedere una specifica discussione di questo provvedimento, riportarlo all'interno della Quinta Commissione, per trovare le opportune modalità di snellimento burocratico e di semplificazione. Lascio a voi.

PRESIDENTE

Collega Ruzzante, prego.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Liberi E Uguali)

Ho chiesto all'Assessore di parlare prima in modo tale che possa dare una risposta anche alle mie valutazioni e alle mie considerazioni; poi lo farò in sede di presentazione dell'emendamento, credo sia l'unico che è stato presentato.
Sostanzialmente, il tema che io vorrei porre, è un tema con il quale ci confrontiamo quotidianamente in questa Regione: l'ultimo caso, ne ho fatto un ordine del giorno che ho consegnato all'Aula, quello di un'azienda nel padovano, la Exo Italia, che improvvisamente decide di esportare la produzione delle famose ciabatte crocs, mi pare si chiamino, 56 dipendenti che vengono lasciati a casa di punto in bianco.
Queste multinazionali vanno dove si guadagna un centesimo in più, un centesimo basta per eliminare l'importanza del capitale umano, perché è così, funziona così questo mondo: se io posso produrre lo stesso prodotto a 500 chilometri di distanza, varcando un confine qualunque esso sia e quel prodotto riesce a darmi un guadagno di 0,01 centesimi in più per scarpa che produco, di punto in bianco lascio a casa cinquantasei lavoratori, che vuol dire, sempre lo ricordo, 56 famiglie e sposto la produzione dove cavolo mi pare; magari ho ricevuto risorse da Veneto Sviluppo, magari ho ricevuto risorse dalla Regione, magari ho ricevuto risorse dallo Stato e sposto la produzione a seconda di dove a me conviene, senza dover pagare un euro di quelle scelte che faccio.
È un tema con il quale quotidianamente in questo palazzo, nel palazzo della Giunta, ci dobbiamo occupare, attraverso atti di sindacato ispettivo, incontri. L'assessore Donazzan non era qui presente perché stava incontrando dei lavoratori prima, non ha risposto all'interrogazione perché stava incontrando dei lavoratori, abbiamo incontrato i lavoratori della sanità, quotidianamente avviene in questo.
Perché ne parlo all'interno di un tema come quello dell'invecchiamento attivo? che è un tema che sembrerebbe riguardare più un'età più anziana che quella del lavoro. Ed è vero che per la stragrande maggioranza delle azioni questi sono i temi, di come potersi sentire utile, importante, come mantenere una vita attiva sotto il profilo sportivo, sotto il profilo dell'utilità sociale, e sono queste in genere le azioni previste.
Nel documento, ed è questo che mi ha un po' portato a formulare l'emendamento, si parla anche di occupazione e formazione, perché ovviamente è un problema, dal un lato con l'innalzamento dell'età pensionabile, cioè non stiamo più parlando di persone che vanno in pensione a sessant'anni, a cinquantotto, stiamo parlando di persone che hanno previsioni di andare in pensione a sessantasette, sessantotto, e forse anche oltre, perché il meccanismo è tale che prevede che più aumenta l'età media della popolazione, le speranze di vita, le lancette dell'orologio si possono spostare ancora più avanti. Allora cosa succede ad un lavoratore di 50, 55 anni, quando gli capita una multinazionale che per farsi i cavoli suoi sposta la produzione e lo lascia a casa, e ha un'età tale nella quale è difficile potersi riciclare, poter trovare un altro lavoro?
Credo che un provvedimento di questa natura, certo, debba occuparsi di far fare la ginnastica dolce alle persone ultraottantenni, certo, debba occuparsi di come far sentire utile l'anziano all'interno di un territorio, di come utilizzare le sue competenze, le sue conoscenze, la sua saggezza, certo, sono tutte cose importantissime, non le voglio in qualche modo mettere su un piano di priorità inferiore, ma non c'è ombra di dubbio che oggi noi abbiamo a che fare con questa drammatica situazione, di persone che perdono il posto di lavoro a 55 anni e non sanno dove sbattere la testa per arrivare all'età pensionabile.
Questa non può essere considerata una cosa meno importante per garantire l'accesso all'età dell'invecchiamento attivo, perché questi manco ci arrivano all'età dell'invecchiamento attivo, perché sono ancora considerati in età lavorativa.
Siccome nella premessa si parla dell'occupazione e formazione, si parla dell'occupabilità attraverso la formazione, io ho previsto attraverso l'emendamento, che mi permetto di suggerire, di inserire anche nelle azioni previste, non solo nella pianificazione, nella progettualità, ma anche nelle azioni previste dal Piano per l'invecchiamento attivo la possibilità di prevedere risorse che vadano nella direzione dell'occupazione e formazione, quindi di un invecchiamento attivo nel mercato del lavoro, perché è un nocciolo della questione che probabilmente vent'anni fa non avevamo, ma oggi abbiamo in maniera così drammatica, quotidianamente, persino nel Veneto, io non oso immaginare in altre aree del Paese dove la disoccupazione è ben superiore rispetto a quella del Veneto. Se noi lo viviamo già drammaticamente qui, figuriamoci che cosa è in altre parti d'Italia.
Quindi mi permetto di suggerire questo emendamento, così la faccio breve, e mi permetto di suggerire un ordine del giorno nei confronti di quei lavoratori della Exo Italia di Maserà di Padova, per dire che anche loro hanno diritto a un invecchiamento attivo e a includere tra le iniziative finanziate nel 2018, afferenti al piano triennale 2018/2020, le iniziative rientranti all'articolo 4 della legge regionale 8 agosto 2017, n. 23 , che è esattamente quella che riguarda la formazione per generare nuova occupazione.
Mi permetto di portare questo tema. Non ho una parere negativo rispetto agli altri contenuti della legge, lo voglio chiarire, perché siamo all'interno di azioni che in questa deliberazione amministrativa 69 prevedono un piano triennale fatto di attività che favoriscono la partecipazione sociale delle persone anziane, favoriscono la capacità di sentirsi parte integrante della società, quindi di garantire una salute e una vita autonoma più in là nel tempo.
Tra l'altro, faccio notare che produrre buone azioni, da questo punto di vista, significa anche ridurre i costi economici, i costi del sociale e i costi sanitari: è dimostrato sostanzialmente che chi fa una pratica sportiva costante nel corso della sua vita ha i costi sanitari di 20 anni più in là di età, quindi siamo di fronte a persone che in qualche modo risparmiano, fanno risparmiare alla collettività costi economici grazie al loro stile di vita, quindi figuriamoci quanto sono importanti queste cose, però mi son permesso di aggiungere questo tema, perché secondo me, è un tema sul quale non si è fatto a sufficienza finora e secondo me possiamo utilizzare anche queste norme per produrre un'azione innovativa nel campo dell'occupabilità delle persone che sono comunque in età adulta, ma non a sufficienza da poter essere già in pensione.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie. Sinigaglia, prego.

Claudio SINIGAGLIA (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Noi abbiamo votato favorevolmente in Commissione per questo Piano triennale di interventi di promozione e valorizzazione dell'invecchiamento attivo.
La legge è una legge importante, di riferimento alla nostra Regione e anche quella stesura di questo Piano triennale ha il pregio di mettere assieme tutte le iniziative che vengono compiute per l'invecchiamento attivo, dai diversi soggetti che sono via via interessati.
Per quello che riguarda la salute e la vita autonoma, un invecchiamento attivo e in buona salute, vengono richiamate anche tutte le proposte che vengono portate avanti dal Dipartimento Prevenzione della aziende e del sistema socio-sanitario regionale. E' su questo che vorrei soffermarmi, se l'Assessore mi segue un attimo, perché la legge propone un monitoraggio al termine dei due anni, se non mi sbaglio, per capire come sta andando la legge nello specifico.
Però sarebbe importante, a mio giudizio, anche capire come stanno proseguendo le varie attività, tipo: Guadagnare Salute oppure il sistema di Sorveglianza Passi, Progressi nelle aziende sanitarie per la salute in Italia, Passi d'Argento che sono coordinati dal Ministero del Lavoro, ma che si traducono poi in ogni azienda sanitaria, in ogni ULSS, in iniziative specifiche di prevenzione, che hanno delle ricadute nel territorio, di cui devo dire la verità conosciamo ben poco, e quindi il Piano triennale potrebbe darci la possibilità di capire come sta andando. Dico un altro: il progetto Sollievo per la non autosufficienza.
Qui sono elencate tutta una serie di attività che vengono chiaramente messe in evidenza, in maniera coordinata, all'interno di questa proposta triennale ed è un pregio questo: finalmente abbiamo una lettura complessiva a 360 gradi di tutto ciò che viene fatto dalla Regione Veneto a favore dell'invecchiamento attivo.
Chiaramente c'è chi ha maggiore incidenza e chi ha minore incidenza, nella legge abbiamo attivato anche delle innovazioni e quindi nelle proposte vengono chiarite quali sono queste innovazioni. Parlo di un'altra iniziativa, soprattutto nel bellunese, è partito il progetto Stacco. Quindi capire tutti questi progetti, a un certo punto, invece di aspettare due anni, se magari a settembre, ottobre, facciamo un monitoraggio: questo stiamo facendo, questo ha un pregio elevato, questo sta funzionando bene, gli altri invece stanno attivando questo tipo di energie, questo tipo di supporto, questo tipo di finanziamenti collaterali e quindi hanno determinate qualità e determinati difetti.
Anche nell'inserimento dell'invecchiamento attivo al mercato del lavoro, qui si dice chiaramente anche per il POR FSE quello che è coinvolto e quindi si mette in chiaro che nell'ambito dell'inserimento lavorativo della formazione dei soggetti anziani, che vogliamo vengano reinseriti nel mondo del lavoro, attingiamo i fondi del POR FSE.
È chiaro che se riusciamo a stanziare qualcosa di più, come chiedeva il consigliere Ruzzante, ben venga, quindi io non sono contrario alla ripartizione che ha chiesto, anche se mi rendo conto che nell'invecchiamento attivo noi abbiamo attivato fino all'anno scorso, il Servizio Civile anziani, che andava sostanzialmente ad incidere sulla partecipazione sociale: soprattutto ai Comuni davamo quel contributo che consentiva ai Comuni di impiegare queste persone per l'attraversamento stradale dei bambini davanti alla scuola oppure per il sostegno ai musei o per altre funzioni, anche il sostegno alla Polizia Locale nelle zone ZTL, c'era appunto la persona anziana che riceveva anche un bonus per attivare questa partecipazione sociale, la cittadinanza attiva si è espressa attraverso, fino all'anno scorso, al cosiddetto Servizio Civile per anziani e veniva finanziato fino a tre anni fa con, milione di euro, da un 3 anni a questa parte con 700.000,00 euro.
Anche da questo punto di vista bisognerebbe capire se riusciamo appunto poi ad incentivare questi fondi, perché un milione era circa quanto davamo per la partecipazione sociale, adesso introduciamo altri due obiettivi importanti, se riusciamo ad incentivare o ripartire in maniera più adeguata e più consona è quanto abbiamo nei tre obiettivi fondamentali che ci siamo dati.
Un'altra richiesta è, per esempio, di monitoraggio, quello che si chiama Fido a favore degli anziani, che è stata una legge anche questa innovativa, dopo due anni di sperimentazione come sta andando?
Se raccogliamo tutte queste indicazioni e riusciamo a fare un primo monitoraggio in modo tale che poi in linea; per il 2018 abbiamo visto questo stanziamento, è stato focalizzato su questi interventi, però nel 2019, magari forte del monitoraggio che abbiamo fatto a settembre/ottobre, riusciamo ad andare a incidere su azioni specifiche e su attività che vogliamo potenziare oppure decidiamo anche di lasciar perdere, perché vediamo che non sono produttive in quanto non vanno ad incidere sui comportamenti in maniera positiva.
Quindi è un giudizio positivo però la richiesta è quella di tenere presente anche occupazione e formazione e se riusciamo appunto a stanziare qualcosa già da subito, soprattutto se riusciamo a fare il punto della situazione, in modo tale da continuare con questo Piano triennale nel miglior modo possibile, facendo un monitoraggio ante rispetto a quello che è previsto da due anni. Grazie.

PRESIDENTE

A chiusura della discussione generale, l'assessora Lanzarin, prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN (Zaia Presidente)

Ringrazio tutti i Consiglieri che sono intervenuti.
Come è stato ricordato, questo è un provvedimento che ha visto la luce in questo Consiglio l'anno scorso, oggi va a conclusione dell'iter previsto appunto nella legge che prevedeva quindi un Piano triennale, su cui poi ricavare il piano annuale.
Il primo Piano annuale 2018, ringrazio anche per la celerità con cui oggi arriviamo in Aula, ci permetterà appunto di una volta conclusa tutto l'iter, di procedere con i bandi, in modo da mettere nelle condizioni gli Enti locali, le ULSS, il Terzo Settore, insomma chi vorrà partecipare, di poter avere il tempo necessario per partecipare.
È stato ricordato appunto che lo stanziamento che noi abbiamo a disposizione è un milione di euro per il 2018 e poi la partita la giocheremo quando parleremo del bilancio 2019, consci e consapevoli, io credo, dei risultati che probabilmente avremmo ottenuto.
Condivido e anche sposo la richiesta di avere un monitoraggio globale di tutti gli interventi. Se avete visto questo provvedimento proprio vuole dare una lettura trasversale che non è più una lettura solo legata alle politiche sociali fini a se stesse, ma le politiche sociali assieme alla parte sanitaria, prettamente sanitaria, assieme alla parte di formazione e lavoro, proprio per tutti i discorsi che sono stati detti poc'anzi.
Cercando di far dialogare intanto tre direzioni diverse, Assessorati diversi, mettendo in uno stesso provvedimento e uno stesso strumento di lavoro, tutti i provvedimenti e le progettualità che oggi sono in itinere.
In questa prima fase ci siamo focalizzati e concentrati sulle due linee sanità e quindi prevenzione, attività motoria, se vogliamo, partecipazione collettiva e quant'altro partecipazione sociale, perché sono le due linee, che sia in Consulta, sia in tutti i momenti di discussione, approfondimento, di confronto sono emersi e anche perché, come abbiamo detto anche in Commissione, per quanto riguarda la linea formazione e lavoro, i fondi sono quelli del Fondo Sociale Europeo, del FSE, che già hanno messo in campo tutta una serie di iniziative: pensiamo solo a quelle dei tutor rispetto alle persone, il cambio generazionale oppure pensiamo anche agli over 45 e over 55, insomma ci sono diverse iniziative, che hanno già anche una copertura diciamo che arriva appunto dal FSE.
Il primo momento lo dedichiamo solo alle altre due progettualità, alle altre due linee e quindi non mettiamo come intervento quello legato alla professione, alla preparazione, al pensionamento, all'accompagnamento degli over 55, la legge Fornero e tutti i discorsi che conosciamo, però che verranno approfonditi cercando di mettere in rete tutti i provvedimenti che ci sono.
Ripeto, nella discussione per il bilancio e quindi nel trovare gli stanziamenti per il 2019, credo che avremo anche una visione complessiva rispetto alle ricadute che questa prima applicazione della legge sull'invecchiamento attivo ha avuto e ha nel territorio e riusciremmo a fare una programmazione più cogente, più puntuale.
Per quanto riguarda invece, mi sorprendono tutti i discorsi che ha fatto la consigliera Bartelle, perché effettivamente non conosciamo come funziona.
Oggi il mondo delle fondazioni agisce da solo, con bandi propri, suddivisi per Provincia; in alcune Province dà di più, in alcune Province dà di meno; per linee di finanziamenti legati a chi interviene più nel sociale, chi interviene più in base anche ai propri Statuti, alle proprie linee di intervento e quant'altro.
Faccio un esempio molto semplice: la Cariparo ha fatto un bando per i pulmini, per le associazioni, per i pulmini di aiuto disabili e anziani, non ha certo interpellato la Regione, rispetto al fabbisogno oppure rispetto al fatto se la Regione aveva una linea uguale su questo fronte.
Il discorso con le fondazioni è un discorso che non ha nessuna concretezza, nel senso che le fondazioni fanno le proprie linee di intervento, possono partecipare gli enti del terzo settore come gli Enti locali e quant'altro, dipende da quanto le fondazioni investono sulla parte sociale, Cariparo ammettiamo che investe molto, molto più di fondazione Cariverona e quindi effettivamente ha anche una ricaduta sul territorio molto importante, da sempre, quindi a Cariparo va riconosciuta che ha questa forza sul territorio del Polesine e del padovano, le altre un po' meno.
È chiaro che noi abbiamo una discussione aperta con le fondazioni, soprattutto rispetto a quelli che sono gli interventi terzo settore, COGE. Sappiamo che oggi siamo in una situazione confusa con il codice del terzo settore eccetera, però per quanto riguarda gli altri interventi, non c'è sicuramente una progettualità di questo tipo.
Stiamo anche noi cercando sempre più di mettere all'interno dei bandi la co progettazione, la rete, per far sì che effettivamente ci sia un lavoro di squadra, ma poi il nostro lavoro si ferma molto prima.
È chiaro poi che se paragoniamo l'Ente locale Istituzione con la Fondazione, rispetto a burocrazia e quant'altro, credo che sappiamo tutti che stiamo parlando di due mondi diversi, di due modi di agire diversi, quindi noi siamo vincolati a quelle che sono le normative di essere Ente istituzionale, ente locale, le fondazioni chiaramente hanno meno vincoli rispetto all'ente locale, alle Istituzioni, in questo caso Regione o l'Istituzione comunale.

PRESIDENTE

Prego, il Correlatore.

Patrizia BARTELLE (Movimento 5 Stelle)

Ringrazio l'assessore Lanzarin, che ha riportato bene le sue intenzioni, che tra l'altro erano ben state argomentate anche durante la Commissione, la votazione della Commissione.
Io rimango della mia idea, perché sappiamo benissimo che le fondazioni, è vero che sono degli enti autonomi, però sappiamo benissimo come vengono determinati i Consigli di Amministrazione: la politica non è così lontana e aliena da quello che è l'attività poi sul territorio delle azioni etiche delle fondazioni.
Assessore, io ritengo che una concertazione con queste fondazioni, sia un punto di partenza. Ripeto, 2 milioni di euro messi dalla Cariparo su un territorio praticamente, su un programma se non identico, molto simile a quello che quanto previsto da questo documento che andiamo ad approvare, io ringrazio il cielo di appartenere alla Provincia di Rovigo, perché mi vedrò riconosciuta nel mio territorio oltre al milione di euro messo dalla Fondazione Cariparo, anche la quota stabilita dalla Regione.
Le mie perplessità erano proprio legate alla gestione finanziaria, perché c'era la possibilità sicuramente di fare un lavoro più concreto, più ampio e andava anche a rispondere probabilmente alle richieste che ha fatto il consigliere Ruzzante.
Mai al mondo mi sarei schierata in maniera contraria a questo documento. La mia astensione era proprio per le motivazioni che ho detto: ritengo veramente che sul territorio sia possibile fare qualcosa di più, un di più, con l'aiuto di queste fondazioni, che sono sensibilissimi ai temi locali.

PRESIDENTE

Grazie. Chiudiamo qui la sessione mattutina.
La Quinta Commissione deve dare un parere sull'emendamento e sull'ordine del giorno in essere; l'Ufficio di Presidenza lo fa seduta stante in Aula.
Ripresa dei lavori ore 14.45 con le votazioni sulla PDA n. 69.
La Seduta è sospesa alle ore 13.11
La Seduta riprende alle ore 14.55

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori.
Signori, riprendiamo posto. Siamo agli emendamenti sulla PDA n. 69.
Siamo all'emendamento n. A0001 di pagina 1 del collega Ruzzante.
Consigliere Gidoni, parere.


Franco GIDONI (Liga Veneta – Lega Nord)

Grazie, Presidente.
Mi dispiace che manchi il collega Ruzzante perché avevo un invito al ritiro, nel senso che - ecco qui il collega Ruzzante - come si evince dal Piano, a pagina 21, c'è una tabellina in cui si vede come avvengono le coperture del Piano: sulla salute vita in autonomia invecchiamento attivo in buona salute vi si provvede con il fondo sanitario regionale, di cui poi lo stanziamento successivo; per quanto riguarda la partecipazione sociale invecchiamento attivo alla comunità, vi si interviene sempre col fondo sanitario regionale di cui lo stanziamento successivo; per quanto riguarda, invece, l'occupazione formazione, invecchiamento attivo nel mercato del lavoro, oggi esistono già delle fonti di finanziamenti basate sul fondo sociale europeo, sui POR FSE 2014/2020 e sul fondo regionale ex articolo 37 della legge regionale 3/2009, sono già risorse disponibili, con bandi anche già in fase di attuazione, che si prevede usciranno a breve, pertanto questa linea è già coperta da finanziamento.
Ora andare a stralciare i soldi dalle altre due linee che non hanno copertura per andare a finanziare questa linea che è già coperta sembra, così, un attimo, non consono, non congruo.
Per cui invitavo il collega Ruzzante al ritiro, essendo quanto da lui proposto già previsto in legge.

PRESIDENTE

Ruzzante mi sembra abbia accolto l'invito, però sentiamo cosa pensa.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Liberi E Uguali)

Grazie, Presidente.
Sì, mi è stato spiegato che sostanzialmente se noi finanziassimo con queste risorse la parte relativa occupazione formazione, taglieremo risorse, di fatto, non solo agli altri due capitoli che vanno finanziati, salute e vita, in autonomia e partecipazione sociale, ma riceveremo meno risorse dal POR FSE per quel che riguarda l'occupazione e la formazione.
Quindi ritiro l'emendamento, mantengo invece l'ordine del giorno, perché quello rappresenta un punto di riferimento per una specifica azienda in crisi e, quindi, in qualche modo è sicuramente connesso al senso di questo Piano.

PRESIDENTE

Quindi l'emendamento n. A0001 viene ritirato.
Siamo all'ordine del giorno con numerazione n. A0002.

Ordine del giorno presentato dal consigliere Ruzzante relativo a "La Giunta regionale attivi già dal 2018 le azioni previste dall'articolo 7 della legge regionale 8 agosto 2017, n. 23 "Promozione e valorizzazione dell'invecchiamento attivo"" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Interventi di promozione e valorizzazione dell'invecchiamento attivo. Piano triennale 2018-2020" (Proposta di deliberazione amministrativa n. 69) (Deliberazione n. 70/2018)

"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO:
- l'articolo 7 della legge regionale 8 agosto 2017, n. 23 , ascrive alla competenza della Regione " [...] la realizzazione di interventi di carattere sociale che agevolino il completamento della vita lavorativa, la preparazione al pensionamento e il trasferimento di competenze ai lavoratori più giovani;
PRECISATO:
- che la declinazione applicativa della specifica disposizione è enucleata nel contesto delle " Linee strategiche del Piano Triennale ai sensi dell'articolo 4 della legge e di cui alla Proposta di deliberazione amministrativa n. 69, ove, sub "Occupazione e formazione: invecchiamento attivo nel mercato del lavoro", è specificato che: "Il processo di invecchiamento sta caratterizzando anche la forza lavoro e, nello specifico, le persone con occupazione all'interno del mondo produttivo con ricadute sul piano organizzativo delle aziende fino alle ristrutturazioni con determinazione di esuberi che il più delle volte tendono a riguardare i lavoratori senior. Si tratta quindi di avviare percorsi atti a migliorare l'adattabilità al cambiamento da parte dei lavoratori più anziani, agevolando il completamento della vita lavorativa, la preparazione al pensionamento e il trasferimento di competenze ai lavoratori più giovani;
-che proprio i lavoratori senior sono tra quelli maggiormente esposti alle attuali crisi occupazionali che negli ultimi mesi hanno coinvolto il territorio regionale; si pensi, solo per citare un caso tra quelli di più rappresenta il paradigma di privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite, alla procedura di licenziamento collettivo dei 56 lavoratori della Exo Italia s.r.l. di Maserà di Padova;
RILEVATO:
-che il piano triennale 2018-2020, tra gli interventi da realizzare direttamente in attuazione della legge e del medesimo piano e che trovano copertura nel Bilancio di previsione relativo al periodo 2018-2020 nell'ambito delle risorse allocate nella Missione 12 "Diritti sociali, politiche sociali e famiglia" - Programma 03 'interventi per gli anziani" - Titolo 1 "Spesa corrente", non annovera gli interventi riguardanti la linea strategica " occupazione e formazione: invecchiamento attivo nel mercato del lavoro";
RITENUTO:
- che, ad onta di quanto è dato leggere nel piano triennale ( [...] E' da evidenziare che, aldilà delle linee di azione specificatamente dedicate all'invecchiamento attivo, la tematica dell'occupazione dei senior è strettamente connessa a quella degli interventi attivati per fronteggiare le situazioni di crisi occupazionale, causa principale della fuoriuscita dal mercato del lavoro dei lavoratori anziani. Dunque, tali problematiche vengono affrontate dalla programmazione regionale anche attraverso altri obiettivi del POR, volti a promuovere l'occupabilità dei soggetti che hanno perso il lavoro, e attraverso gli interventi urgenti di politica del lavoro finanziati sulla base dell'art. 37 della LR n. 3/2009 , volti alla riqualificazione e ricollocazione (outplacement) di lavoratori dipendenti o ex dipendenti, risultanti in esubero a seguito di processi di riorganizzazione aziendale resi necessari da nuove esigenze di mercato"), l'attuale contingenza di crisi occupazionale che coinvolge i lavoratori deve essere immediatamente fronteggiata con l'attivazione di ogni specifica politica attiva regionale, quale ne sia la fonte legislativa di riferimento, e dunque anche attraverso l'attivazione degli interventi di cui all'articolo 7 della Legge regionale 8 agosto 2017, n. 23 ;
Tutto quanto sopra premesso
Impegna la Giunta regionale
A includere tra le iniziative finanziate nel 2018 e afferenti al Piano triennale 2018-2020 le iniziative rientranti nell'articolo 4 della legge regionale 08 AGOSTO 2017, n. 23 ".
Metto in votazione l'ordine del giorno n. A0002.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Consigliera Salemi, prego.

Orietta SALEMI (Partito Democratico)

Solo per la dichiarazione di voto, Presidente.
Per ribadire che a un anno di distanza dall'approvazione della legge, su cui avevamo manifestato parere favorevole, eravamo anche intervenuti, ricordo, nell'occasione della discussione d'Aula dove avevamo portato anche delle modifiche che erano state accolte poi dall'Assessore e dalla Giunta.
Noi andiamo ad esprimere, anche questa volta, parere favorevole per questo Piano, lo ha già anticipato il collega Claudio Sinigaglia, perché riteniamo che, comunque, tutti i provvedimenti che vadano nella direzione di un'attenzione all'invecchiamento attivo, come processo, perché per fortuna parliamo di invecchiamento e non di vecchiaia attiva, perché quando si parla di invecchiamento sembrerebbe, dice il Presidente, un conflitto di interessi; in realtà l'invecchiamento attivo è un processo, per fortuna, e dentro questo processo davvero le persone che hanno raggiunto i 65 anni di età, perché questa è l'età soglia che determina la definizione di "anziano", possono ridefinire in qualche modo e anche riappropriarsi di un proprio progetto di vita.
Noi ne offriamo gli strumenti, questo è importante, l'Assessore li ha appunto elencati prima e li ha spiegati prima ed è apprezzabile il fatto che, di fronte a un nuovo paradigma culturale – perché poi di fatto di questo si tratta – l'Amministrazione regionale si doti di strumenti adeguati per rispondere a questo nuovo paradigma, sfruttando ovviamente anche le opportunità che vengono offerte dalla programmazione europea.
Per cui noi esprimiamo voto favorevole rispetto a questo Piano, ricordando però, Assessore, che nella clausola valutativa della legge c'è proprio l'impegno da parte delle strutture e della Giunta a relazionare in Commissione i vari step di adeguamento delle azioni portate avanti nella progettualità stessa. Grazie.

PRESIDENTE

Ruzzante, prego.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Liberi e Uguali)

Grazie, Presidente.
Chiarito il punto relativo agli aspetti della formazione e dell'occupazione, sul piano complessivamente mi sento anch'io di esprimere un parere favorevole, perché sono linee di tendenza di carattere generale sulle quali c'è una condivisione sostanzialmente, sia sulle azioni, sia sulle indicazioni di coloro che devono essere i soggetti attuatori, sia nelle finalità. Quindi in realtà su questo Piano, avendo come riferimento anche le normative europee, sinceramente farei fatica anche solo ad astenermi rispetto ai contenuti.
Rimane un dato politico, sul quale non ho dubbi che dobbiamo iniziare a ragionare, ed è elencato nelle premesse di questo piano, ma continuiamo a far finta che questo problema non sussista. Nei prossimi vent'anni, anzi meno, nei prossimi dodici anni – perché qua c'è scritto tra il 2010 e il 2030 – la popolazione ultraottantenne è destinata ad aumentare del 57,1% e abbiamo idea di che cosa significano questi dati? E i rapporti in Veneto tenderanno ad avere 155 anziani ogni 100 giovani.
Vi introduco solo un aspetto di questa cosa: come farà a stare in equilibrio il sistema previdenziale qualcuno prima o poi me lo dovrà spiegare, perché con 155 anziani e 100 giovani il sistema previdenziale salta, salvo che invertiamo questa tendenza e i nostri ragazzi iniziano a fare figli in quantità industriale, ma non mi pare che sia questa la tendenza dell'Italia e del Veneto (il Veneto peggio dell'Italia e Italia peggio dell'Europa). Quindi questa è una tendenza assolutamente negativa e l'altra possibilità è quella in qualche modo di trovare persone che vengano nel nostro territorio che in qualche modo generino una società più in grado di stare in equilibrio.
C'è un dato qui che io inizio a contestare perché ho visto che negli ultimi anni questa tendenza è in calo, cioè l'aumento della previsione della speranza di vita: negli ultimi anni stranamente, incredibilmente e più rapidamente di quello che si pensava, non è sempre andata in incremento, ma c'è stato a livello italiano un rallentamento, se non addirittura un passo indietro, quindi non è detto che arriveremo a una speranza di vita di 87,7 anni per gli uomini e 92,2 per le donne, come è scritto qui, perché anche questo ovviamente farebbe la differenza, perché porterebbe a un indice di vecchiaia pari a 240 anziani ogni 100 giovani.
Se già oggi è difficile immaginare un mondo nel quale ci sono 150 anziani ogni 100 giovani, provate a pensare a un mondo dove ci sono 240 anziani ogni 100 giovani.
Ecco, io credo che questo sia il tema prioritario con il quale l'Europa, l'Italia e il Veneto devono fare i conti nei prossimi anni.


PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altri interventi, quindi pongo in votazione la PDA n. 69.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
13



PROGETTO DI LEGGE RELATIVO A "NORME PER LA RIORGANIZZAZIONE E LA RAZIONALIZZAZIONE DEI PARCHI REGIONALI" (PROGETTI DI LEGGE NN. 143/2016 E 217/2017) (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 23/2018)

Relazione di maggioranza della Seconda Commissione consiliare.
Relatore Consigliere Francesco Calzavara.
"Il testo della presente proposta normativa nasce dalla scelta compiuta dalla Commissione consiliare competente, in sede di esame dei progetti di legge n. 143, di iniziativa della Giunta regionale, e n. 217, di iniziativa consiliare, di estrapolare e considerare soltanto la parte degli stessi relativa alla governance, ovvero le regole, le procedure, le strategie che riguardano la gestione e il governo degli Enti parco regionali.
Si è reputato, infatti, prioritario e urgente, rispetto alla proposta complessiva contenuta nei due progetti di legge - abbinati ed unificati nell'istruttoria - dettare una nuova disciplina limitatamente all'organizzazione degli Enti parco, formulando a tal fine, sulla base dei progetti di legge presentati, un autonomo testo di normativa e rinviando ad un momento successivo, e quindi eventualmente ad un nuovo progetto di legge, la disciplina relativa alla tutela della rete ecologica regionale.
E', infatti, di ben trentaquattro anni fa la legge regionale 16 agosto 1984, n. 40 "Nuove norme per la istituzione di parchi e risente naturali regionali", a seguito della quale vennero istituiti nel territorio della Regione del Veneto cinque Parchi naturali regionali secondo la seguente sequenza temporale:
Parco Regionale dei Colli Euganei, L.R. n. 38 del 10.10.1989;
Parco Naturale Regionale della Lessinia, L.R. n. 12 del 30.01.1990;
Parco Naturale Regionale delle Dolomiti d'Ampezzo, L.R. n. 21 del 22.03.1990;
Parco Naturale Regionale del Fiume Sile, L.R. n. 8 del 28.01.1991;
Parco Naturale Regionale del Delta del Po, L.R. n. 36 del 08.09.1997.
Nel frattempo a livello nazionale è altresì intervenuta sulla materia la legge n. 394 del 6 dicembre 199, "Legge quadro sulle aree protette", che al Titolo III, relativo alle aree protette regionali, detta principi fondamentali cui il legislatore regionale si attenga in questa materia.
Si rammenta, poi, che la legge regionale 18 marzo 2011, n. 7 "Legge finanziaria regionale per l'esercizio 2011", all'articolo 10 dispone la razionalizzazione ed il riordino degli Enti strumentali della Regione del Veneto. E gli Enti parco hanno, per l'appunto, natura di enti strumentali. All'esito della citata L.R. n. 7 del 2011 la Giunta regionale, con deliberazione n. 1841 del 8 novembre 2011, ha avviato la ricognizione dell'attività gestionale degli Enti strumentali e sono state fissate le conseguenti direttive transitorie in materia di assunzione e sulla riduzione della spesa per il personale degli Enti interessati. Tra questi, i cinque parchi regionali.
Successive deliberazioni della Giunta regionale (n. 769 2012, 2563/2012, 907/2013, 2591/2013, 2341/2014) hanno prorogato l'efficacia della predetta deliberazione, in attesa delle singole riforme di comparto (parchi e altre aziende regionali).
Sono queste le ragioni per le quali è apparsa non ulteriormente procrastinabile la revisione e l'aggiornamento delle leggi regionali istitutive dei quattro Parchi naturali regionali (Parco Regionale dei Colli Euganei, Parco naturale regionale della Lessinia, Parco naturale regionale del Fiume Sile, Parco regionale del Delta del Po), quanto alla governarne degli stessi, ponendo una disciplina degli organi di governo e gestione comune ed omogenea.
Per quanto attiene agli aspetti costituzionali, in seguito alla riforma del Titolo V e alle successive indicazioni giurisprudenziali della Corte Costituzionale, la materia della protezione della natura, funzione fondamentale degli Enti gestori delle aree naturali protette, assume una configurazione autonoma rispetto a quella della tutela dell'ambiente ovvero alle materie contermini di governo del territorio, configurandosi secondo la locuzione costituzionale quale "tutela dell'ecosistema "
Analogamente la materia del paesaggio rimane ambito distinto da quello dell'ambiente e del governo dei territorio e, secondo autorevole dottrina, il bene paesaggistico, nella tutela e valorizzazione di previsione costituzionale, rientra nel concetto di bene culturale e non in quello di bene ambientale.
Il nuovo testo dell'art. 117, comma 2, lettera s) Cosi, attribuisce alla potestà legislativa esclusiva dello Stato la tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali", mentre il comma 3 dello stesso articolo assegna alla competenza regionale concorrente la "valorizzazione dei beni culturali e ambientali. La riforma del Titolo V della Costituzione vede quindi entrare le materie dell'ambiente e dell'ecosistema collegate insieme dalla nozione di tutela, fra le competenze legislative esclusive dello Stato, apparentemente separate, quindi, dalle altre materie affidate alla competenza concorrente o esclusiva delle Regioni.
Sul punto è sempre la Corte Costituzionale che, respingendo una interpretazione letterale del nuovo articolo 117 Cost., afferma che: "...A questo riguardo va però precisato che non tutti gli ambiti materiali specificati nel secondo comma dell'art. 117 possono, in quanto tali, configurarsi come 'materie ' in senso stretto, poiché, in alcuni casi, si tratta più esattamente di competenze del legislatore statale idonee ad investire una pluralità di materie " (cfr. sentenza n. 282 del 2002). In questo senso l'evoluzione legislativa e la giurisprudenza costituzionale portano ad escludere che possa identificarsi una "materia" in senso tecnico, qualificabile come "tutela dell'ambiente", dal momento che non sembra configurabile come sfera di competenza statale rigorosamente circoscritta e delimitata, giacché, al contrario, essa investe e si intreccia inestricabilmente con altri interessi e competenze. In particolare, dalla giurisprudenza della Corte antecedente alla nuova formulazione del Titolo V della Costituzione è agevole ricavare una configurazione dell'ambiente come "valore" costituzionalmente protetto, che, in quanto tale, delinea una sorta di materia "trasversale ", in ordine alla quale si manifestano competenze diverse, che ben possono essere regionali, spettando allo Stato le determinazioni che rispondono ad esigenze meritevoli di disciplina uniforme sull'intero territorio nazionale (cfr., da ultimo, sentenze n. 507 e n. 54 del 2000, n. 382 del 1999, n. 273 del 1998).
In primo luogo si rileva che è assegnata alla competenza della legislazione regionale la regolamentazione di quanto previsto all'articolo 23 della citata legge 394 del 1991 ed ogni altra disciplina che, per quanto concerne i profili attinenti alla tutela del paesaggio e dell'ambiente, non contrasti con le disposizioni statali, potendo eventualmente indicare, rispetto ad esse, maggiori livelli di tutela. Se è chiara la ripartizione delle competenze in riferimento alla disciplina paesaggistica e ambientale che, secondo ormai una giurisprudenza consolidata, si può affermare appartenga primariamente allo Stato che la esercita in via esclusiva, meno chiara invece è la competenza in ordine alla disciplina organizzativa del Parco, strettamente connessa con quell'insieme di previsioni che coinvolgono gli organi dell'Ente parco, per il quale si ritiene che rientri, solo in parte, tra le norme di principio dettate dalla legge n. 394 del 1991, che le regioni sono tenute ad osservare. In questo senso, infatti, pare potersi considerare principio la previsione di una organizzazione amministrativa del Parco attraverso gli organi delineati dalla normativa statale e la presenza dello Statuto, che ne disciplina la forma in ragione della sua specificità. Trattasi di principi di carattere generale che lasciano tuttavia margine alla disciplina regionale di dettare le modalità ed i limiti entro i quali il Parco, attraverso lo Statuto, regola la propria forma organizzativa. Infatti, nel rispetto di tali principi, la competenza regionale in materia di organizzazione amministrativa dei parchi sembra potersi spingere anche ad una disciplina di dettaglio sugli organi e sulle regole di funzionamento, anche in funzione della unicità e armoniosità della gestione dei Parchi stessi, fermo restando che va comunque riconosciuto allo Statuto uno spazio di autonomia di dettare le ulteriori regole necessarie per il funzionamento dell'Ente, nel rispetto della normativa regionale. La comparazione della normativa attualmente vigente pone in evidenza alcuni aspetti relativi all'organizzazione amministrativa degli Enti Parco regionali del Veneto che è opportuno razionalizzare e adeguare alle modifiche generali intervenute nel settore della Pubblica Amministrazione.
L'odierna proposta legislativa disciplina, dunque, il riordino degli Enti Parco regionali per valorizzare il modello organizzativo delle aree protette del Veneto migliorandone l'efficacia della gestione e razionalizzando la spesa, ai sensi dell'articolo 10 della legge regionale n. 7 del 2011, attraverso l'unificazione della distinta e diversa normativa che attualmente interessa le govenance dei Parchi regionali in Veneto.
Il testo si compone di tredici articoli divisi in tre Capi, le cui disposizioni non si applicano "ai parchi la cui gestione, ai sensi dell'art. 22, comma 1, lettera e) della legge n. 394 del 1991, è affidata alle Regole o alle Comunioni familiari montane, comunque denominate, e la cui organizzazione è disciplinata nella relativa legge regionale istitutiva del parco " (art. 1. comma 2). Il riferimento è, attualmente, alla legge regionale 22 marzo 1990, n. 21 "Norme per l'istituzione del Parco delle Dolomiti d'Ampezzo", in considerazione della natura giuridica delle Regole d'Ampezzo, Ente gestore del Parco.
L'art. 2 della Proposta affida la gestione dei parchi regionali agli Enti parco, enti di diritto pubblico, dotati di personalità giuridica, con sede legale e amministrativa nel rispettivo territorio. L 'attività degli Enti parco è sottoposta alla vigilanza della Giunta regionale e si conforma agli obiettivi, strategie ed indirizzi che la stessa Giunta definisce omogeneamente per i parchi del Veneto, a garantire l 'unitarietà della politica di settore, di gestione e comunicazione. Ed, agli stessi fini di omogeneità nella gestione, la Giunta regionale fornisce agli Enti parco il supporto tecnico ed amministrativo necessario della struttura regionale competente per le aree naturali protette.
Per l'istruttoria dei provvedimenti in materia paesaggistica di cui all'articolo 45 bis, comma 2, della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio", l'Ente Parco e i Comuni che ricadono parzialmente nel territorio dei parco, possono avvalersi reciprocamente, previa convenzione, dei rispettivi uffici; a tal fine l'Ente Parco delibera in merito tramite il Consiglio direttivo. Resta fermo che i comuni e l'ente parco devono essere inseriti nell'elenco degli enti idonei di cui all'articolo 45 ter, commi 3 e 4, della medesima legge regionale n. 1 1 del 2004 (art. 2. comma 4). La norma dispone, inoltre, che la Giunta possa affidare all'Ente parco la gestione di eventuali beni del patrimonio regionale rientranti nell'area del parco (art. 2. comma 5): e che in caso di persistente inattività o inefficienza nella gestione del parco, il Presidente della Giunta provveda ai sensi della L.R. 53 del 1993 sulla disciplina dell'attività di vigilanza e di controllo sugli enti amministrativi regionali (art. 2. comma 6).
Gli Organi degli Enti parco (articolo 3) sono la Comunità del parco (articolo 4). il Consiglio direttivo (articolo 5). il Presidente del parco (articolo 6) ed il Revisore dei conti (articolo 7).
Organismi con funzione propositiva e consultiva sono, invece, la Consulta del parco (articolo 8) ed il Comitato tecnico-scientifico (articolo 9).
Le fondamentali disposizioni innovative comuni agli Enti parco, in ordine alla natura, composizione e funzioni degli organi di governo, sono di seguito riassunte.
La Comunità del parco, presieduta dal Presidente del parco, è organo rappresentativo del territorio e degli enti locali interessati dal parco, tant'è che ne sono componenti i sindaci di ciascun comune il cui territorio è ricompreso nel parco o loro delegati permanenti. Ulteriormente la compongono tre soggetti designati dalla Giunta regionale in possesso di adeguato curriculum ed esperienza in materia di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale¬ rurale nonché in materia gestionale - amministrativa. I componenti della Comunità vengono nominati con decreto del Presidente della Giunta regionale. L'Organo esprime l'indirizzo politico-amministrativo del parco e delibera in merito alle questioni attribuite alla sua competenza dallo statuto del parco. L'art. 4 sottopone all'approvazione della Comunità lo statuto, i bilanci preventivo e consuntivo ed i regolamenti. Spetta alla Comunità l'adozione del Piano ambientale per il parco di cui all'art. 10 della legge regionale n. 40 del 1984 che ne prevede l'approvazione con delibera del Consiglio regionale. Della predisposizione del piano ambientale è invece investito il Consiglio direttivo (art, 5, comma 2, lettera b).
La Comunità individua due nominativi, fra i sindaci che la compongono, in possesso di curriculum ed esperienza adeguati alla gestione di un parco, da comunicare al Presidente della Giunta regionale per il consiglio direttivo. Il Presidente della Giunta regionale provvederà direttamente a detta nomina, qualora la comunicazione non abbia luogo nei trenta giorni previsti (comma 5, lettera b dell'art. 4).
Il Consiglio direttivo (art. 5) è organo esecutivo dell'Ente Parco, nominato dal Presidente della Giunta regionale e formato dai menzionati due componenti espressi dalla Comunità, da un sindaco componente della Comunità scelto dal Presidente della Giunta regionale e da due fra i tre ulteriori componenti della Comunità designati a questa dalla Giunta regionale. Pertanto i cinque componenti del Consiglio direttivo sono espressione del Presidente della Giunta regionale, quanto ai primi tre, espressione della Comunità, quanto agli ulteriori due.
L'Organo è presieduto dal Presidente del parco, nominato dal Presidente della Giunta regionale fra i componenti del Consiglio stesso (ex art. 6, comma 1) ed elegge tra i suoi membri un vice presidente. Spetta a detto Organo la definizione ed attuazione degli obiettivi di governo ed amministrazione del parco, nell'ambito dell'indirizzo politico-amministrativo posto dalla Comunità. Lo statuto definisce puntualmente le funzioni del Consiglio, cui comunque è riservata, come detto, l'organizzazione e funzionamento dell'Ente e la proposta di piano ambientale del parco. Disposizioni particolari detta l'art. 5 (commi 6 e 7), in ragione della specificità dei territori montani, per il parco della Lessinia, nel cui consiglio direttivo siede, fermi restando i componenti d'espressione del Presidente della Giunta regionale, "un componente individuato dalla Comunità del parco ai sensi della lettera b) del comma 5 dell'articolo 4 e un componente rappresentante dei proprietari terrieri, costituiti in associazione e che rappresentino almeno la maggioranza dei terreni agro-silvo-pastorali, privati, inclusi nel parco.
Dopo gli articoli da 4 a 9, dedicati a ruolo, funzioni e modalità di nomina degli organi, seguono:
- l'articolo 10, relativo a ruolo, funzioni e modalità di nomina del direttore del parco e modalità di assunzione del personale di cui il medesimo si avvale;
- l'articolo 11, con le disposizioni transitorie e finali. In particolare, è stabilito che entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge:
gli Enti parco provvedono alla costituzione della Comunità del parco e del Consiglio direttivo. A tale fine la Comunità del parco viene convocata e presieduta dal componente della stessa più giovane di età (in caso di mancato adeguamento, è previsto il commissariamento) ;
la Giunta regionale nomina il revisore dei conti ed il supplente, quantifica i gettoni di presenza per i componenti degli organi e provvede alla ricognizione delle risorse umane e strumentali dei parchi regionali;
la Giunta regionale provvede alla ricognizione dei rapporti giuridici e patrimoniali, dei beni e delle risorse umane e strumentali funzionali all'attività del Parco della Lessinia al fine del successivo subentro alla Comunità Montana della Lessinia da parte del nuovo Ente parco.
- l'articolo 12. che individua le disposizioni di legge da modificare e abrogare, precisando che le medesime continuano a trovare applicazione per le parti non in contrasto e compatibili con quanto previsto dalla legge;
- l'articolo 13. che contiene la norma finanziaria.
Sui progetti di legge la Seconda Commissione consiliare ha espresso a maggioranza (favorevoli il presidente Calzavara ed i consiglieri Michieletto e Rizzotto del Gruppo consiliare Zaia Presidente, ed il consigliere Montagnoli del Gruppo consiliare Liga Veneta Lega Nord; contrari i consiglieri Zanoni e Fracasso del Gruppo consiliare Partito Democratico, il consigliere Ruzzante del Gruppo consiliare Gruppo Misto - Liberi e Uguali ed il consigliere Brusco del Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle; astenuti il consigliere Conte del Gruppo consiliare Veneto per l'Autonomia - Alleanza per il Veneto ed il consigliere Giorgetti del Gruppo consiliare Forza Italia - Alleanza per il Veneto) parere favorevole alla sua approvazione da parte del Consiglio regionale".

Francesco CALZAVARA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Arriviamo anche in questo caso, come su altri argomenti che la Seconda Commissione ha affrontato nel corso di questi tre anni, a rivedere una legge antica: è del 1984 la legge che istituiva i parchi nel Veneto e credo che, da questo punto di vista, una legge debba avere la capacità nel corso degli anni di essere contemporanea ai bisogni e quindi probabilmente in futuro vedremo leggi molto più vicine ai bisogni che cambiano nel corso degli anni, così come sono cambiate le esigenze di chi ha costituito i parchi nel Veneto a partire dal 1985.
Sono cinque i Parchi nel Veneto, rappresentano il 3% del territorio del Veneto (574 ettari), coinvolgono 52 Comuni e hanno alle loro dipendenze 70 dipendenti a tempo indeterminato e una quindicina di dipendenti a tempo determinato, quindi una realtà consistente, importante, un patrimonio che il Veneto ha costruito nel corso di questi anni e che ha visto, in particolar modo nel corso degli ultimi anni, una difficoltà a creare una capacità gestionale che dia risposte a territori e aspettative come quella dei parchi.
Per questo questa legge, che ha avuto un percorso di analisi di due progetti di legge, quello espresso dalla Giunta e quello espresso dal consigliere Azzalin, ha ritenuto come prioritario, in considerazione proprio dello stato commissariale che hanno tutti i Parchi del Veneto, di estrapolare da queste due leggi l'organizzazione del governo dei parchi, perché riteniamo che questa sia la priorità in questo momento.
Poi ci sarà naturalmente tempo e spero voglia da parte di tutti di riprendere tutto il tema ambientale che era inserito all'interno della legge e quindi la Rete Natura, tutta la rivisitazione delle aree SIC, cioè tutto quello che era previsto all'interno di quei progetti di legge riguardanti la parte ambientale sarà sicuramente oggetto di una ripresa da parte della Giunta e da parte di questa Commissione, per arrivare, entro la fine del mandato, anche con una nuova legge per quanto riguarda quella parte ambientale. Ma oggi la priorità è dare ai Parchi del Veneto una nuova governance, una governance che riteniamo sia da garantire proprio in considerazione di quello che è successo negli ultimi anni, che dia stabilità e capacità di governo di questi parchi attraverso delle maggioranze che si creino all'interno degli organi che abbiamo previsto in questa legge, tali da permettere al Presidente e al direttivo di attuare le politiche che ritengono siano doverose per quei parchi e che emergono da quelli che sono gli altri organi inseriti all'interno di questa legge e quindi la Consulta del Parco, che questa sorta di agorà del Parco, dove tutte le associazioni, tutti gli stakeholder, tutte le persone che hanno interesse a proporre qualcosa nel parco, avranno modo di essere coinvolti e avranno modo di essere sentiti.
Da questa agorà del Parco arriviamo a qualcosa di più ristretto, una sorta di Consiglio comunale del Parco, che è la comunità, che deve avere la capacità di fare sintesi di quello che emerge all'interno del parco stesso, della Consulta, ma deve avere la responsabilità di iniziare a tradurre le tante proposte, le tante idee che possono emergere da un confronto di sensibilità diverse all'interno del Parco in qualcosa di realmente attuabile, come è attuabile il Piano Ambientale del Parco, come è attuabile un bilancio che dia indicazioni a quella che riteniamo poi debba essere la Giunta esecutiva, chi effettivamente governa quotidianamente il Parco e quindi il Direttivo del Parco, la capacità di dare con chiarezza quelle che sono le indicazioni e le aspettative di questi due organi e avere, all'interno dell'organo, una maggioranza tale che gli permetta di attuare quelle che sono le indicazioni che emergono dalla volontà della comunità e della Consulta.
La discussione all'interno della Commissione, che è stata credo ampia, è stata interessante, tra l'altro per due volte abbiamo ascoltato gli stakeholder: in una prima fase quando abbiamo affrontato l'esame della legge 143 e 217 e li abbiamo riascoltati quando abbiamo estrapolato da questi due progetti di legge la governance; abbiamo ritenuto di risentirlo un'altra volta, proprio perché pensavamo che fosse giusto comprendere anche da parte loro, quali erano le esigenze e le perplessità rispetto a quelle che erano le nostre proposte.
Credo che nel confronto che abbiamo avuto dai Sindaci, alle associazioni di categoria, ai proprietari dei terreni in alcune parti del nostro Veneto, emerga l'esigenza di riuscire a garantire un equilibrio tra la governabilità di un Direttivo e la rappresentanza di questo Direttivo.
Crediamo che la proposta che facciamo all'interno di questa legge sia un buon risultato, un buon equilibrio, tra riuscire ad avere tre rappresentati all'interno di un Direttivo di cinque che siano l'espressione della Giunta regionale, in particolar modo, ma del Consiglio regionale che stanzia le risorse a disposizione dei fondi.
Vi ricordo che nel bilancio abbiamo inserito circa 3 milioni e 8 per il funzionamento di questi parchi; in altri tempi parchi giravano attorno ai 6/7 milioni all'anno di finanziamento, ma purtroppo la contrazione delle disponibilità regionali ha colpito anche i parchi.
Riteniamo che queste tre figure che vengono espresse dalla Giunta regionale siano la garanzia di governabilità e di capacità di incidere nelle decisioni del Parco, ma con la formulazione che abbiamo inserito all'interno di questa legge riteniamo di avere garantito anche la rappresentanza, perché dei cinque che sono i componenti del Direttivo, tre sono espressione del territorio: due emergono dalla comunità, uno è un Sindaco, che viene sì nominato da dal Presidente della Giunta, ma è un Sindaco del territorio.
Abbiamo tre rappresentanti della Giunta regionale, ma abbiamo tre rappresentanti del territorio; la rappresentanza è assolutamente tenuta in considerazione e garantita, permetterà naturalmente all'interno di questo Direttivo di esprimere quelle che sono le sensibilità di quel Parco, senza avere delle preclusioni dal punto di vista delle appartenenze.
Il territorio in questo caso, avrà modo di esprimere quelle che riterrà le cose più giuste e da portare avanti all'interno di quel Parco.
Era una necessità quella di fare subito una legge della governance proprio perché, come dicevo all'inizio, gran parte dei Parchi sono commissariati e quindi le tempistiche che ci siamo dati con l'approvazione odierna, o al massimo domani, io confido oggi, con l'approvazione oggi di questa legge e con le tempistiche che ci siamo dati in termini di indizione dei bandi, riteniamo che entro l'anno si possa effettivamente arrivare all'individuazione di nuovi Direttivi e dare finalmente uno slancio a questi Parchi, che nella precedente legge, vi ricordo, avevano dato un'ampia facoltà negli Statuti ognuno di organizzarsi come un po' voleva.
Oggi uniformiamo il governo dei parchi con degli organi che sono ben chiari e attraverso dei percorsi che la Giunta regionale riuscirà a garantire nei tempi che ci siamo dati.
Gli organi, il Presidente, il Consiglio Direttivo, la Comunità del Parco, la Consulta del Parco, il Direttore del Parco e il Comitato tecnico-scientifico; queste riteniamo siano le strutture che garantiranno in futuro un buon governo del Parco.
Nel corso, come dicevo, delle audizioni sono emerse ulteriori sensibilità, che hanno trovato una prima parte accoglimento con una serie di emendamenti che sono stati presentati da parte nostra, da parte della maggioranza, e che saranno ulteriormente arricchiti di ulteriori tre emendamenti, che arriveranno nel corso di qualche minuto e che saranno poi oggetto di un Comitato di Presidenza, dove abbiamo ritenuto di risolvere alcune questioni che erano emerse nel corso della discussione; una in particolar modo per quanto riguarda la legittimità di tutta la legge, perché facevamo riferimento a una specificità montana, che era quella della Lessinia.
Abbiamo trovato una soluzione che poi cercheremo di far condividere ai più, tenendo conto che esiste una parte del nostro territorio e un Parco, in particolar modo quello della Lessinia, che ha una sua specificità che è quella dei proprietari dei terreni. Quindi abbiamo trovato una formula che secondo noi trova anche in questo caso equilibrio tra una necessità che c'è, che è quella di far sì che i proprietari dei terreni che svolgono l'attività del settore primario in quel Parco abbiano una rappresentanza garantita, attraverso una condivisione con le associazioni del settore primario.
Altro elemento importante che abbiamo inserito, oltre ad aver allargato proprio in considerazione di alcune sollecitazioni che erano emerse nel corso della discussione, ma di alcune proposte che sono inserite anche negli emendamenti fatti dal correlatore Azzalin, un riequilibrio all'interno della comunità portando a due i rappresentanti del mondo ambientalista della comunità; questo perché si ritiene che il mondo ambientalista debba trovare all'interno del Parco una dignità, una dignità che è fatta anche di numeri di rappresentanza e quindi riteniamo che i due che fanno da contraltare a quelli del settore della promozione turistica, a quelli dell'associazione venatoria, a quelli del settore primario, due rappresentati creano un giusto equilibrio per avere la capacità all'interno del Parco di avere delle rappresentanze che abbiano nei temi ambientali una spiccata sensibilità.
Altre cose non ci sono, se non la convinzione che in un momento come questo che, come dicevo all'inizio, nasce da un periodo nel quale i parchi, soprattutto legati a una conflittualità interna dei parchi, hanno visto emerge più quella funzione vincolistica che quella di promozione del territorio, di grande opportunità per questi territori di diventare un elemento di attrazione, di sviluppo e invece è prevalsa più la questione del Parco come elemento di vincolo e di impossibilità di fare qualsiasi cosa, proprio perché Parco, io sono convinto che questo chiaro indirizzo di avere tre elementi espressi dalla Giunta regionale, in questa fase, che è una fase nuova per quanto riguarda i Parchi, garantisca che questo patrimonio ambientale, questo patrimonio turistico e questo patrimonio del settore primario, possa nel corso dei prossimi anni, con adeguati stanziamenti, avere la capacità anche in questo caso di diventare un elemento di forza di tutto il Veneto, di quelle che sono le proposte che il vento riesce fare dal punto di vista imprenditoriale e dal punto di vista turistico, ma soprattutto dal punto di vista ambientale.
In Seconda Commissione parliamo di ambiente, è assolutamente coerente il percorso che stiamo facendo di tutela del consumo del suolo, di leggi che parlano di cave, dove non si parlano di nuove cave e di valorizzazione del tema ambientale attraverso una governance che sono convinto nei prossimi anni, possa dare quei risultati che forse la legge del 1984 auspicava, ma che per troppo tempo non abbiamo visto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
La parola del correlatore Azzalin.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Devo dare atto al Presidente Calzavara dello sforzo compiuto e della sua onestà intellettuale nel condurre le varie fasi che hanno portato al PDL di oggi.
Questo non significa che mi associ a quanto proposto, significa però che si è comportato correttamente e che probabilmente io gli ho fatto presente che fatto 30 bisogna fare 31, probabilmente gli è mancato lo sforzo di reni necessari in questa ultima fase, per arrivare magari un qualcosa di maggiormente condiviso.
Difficilmente noi potremo condividere questa legge, ma cerco di motivare le ragioni: siamo ancora in tempo in realtà per modificare un qualcosina.
Io però voglio fare brevemente una premessa, perché la premessa è figlia anche di un ragionamento politico: nel 2012, vado via veloce, sono state fatte tre proposte, una della maggioranza, il PDL 286, una dell'opposizione e una da parte dei Comuni del Parco Colli; nel 2016, a Legislatura nuova, il 143 della maggioranza è stato depositato, poi l'opposizione ne ha presentato un altro, che riprendevano sostanzialmente i vecchi progetti di legge.
Ebbene: l'iter non è avanzato. Ma allora uno si chiede: era un problema perché non avevi la maggioranza nelle nomine che dovrei fare? No. Di solito, voglio dire, ci si rifà al ragionamento: avevi la maggioranza per approvare la legge.
Ebbene: c'era la maggioranza, c'è la maggioranza per approvare la legge, nonostante questo siamo stati fermi degli anni perché? Veti incrociati?
Io penso una cosa molto più banale e semplice, non ci credete a questa questione, nonostante che oggi ci presentate un progetto di legge sulla governance dei Parchi, la questione ambientale non rientra tra le vostre priorità politiche, perché quello che presentate oggi smentisce qualsiasi ragionamento di carattere ambientale.
Dicembre 2016, tentativo di smantellare il Parco Colli e Lessinia, con un articolo di finanziaria, poi accantonato per la ribellione dei Sindaci.
Nessuna iniziativa è stata intrapresa, mi dispiace, lo dico perché c'è anche un collega del mio territorio che è Assessore, per affrontare la questione del Parco interregionale. C'è una legge nazionale che dice: è istituito il Parco del Delta del Po, l'unica cosa che può precluderlo è il fatto se non raggiungete l'intesa come Regione Emilia e Veneto. Ebbene, io domando sommessamente: ma avete intenzione di convocare una riunione e provare a dire: sì siamo d'accordo; no, non siamo d'accordo, a meno che sappiamo il perché. Su questo non è che vi chiediamo molto, è anni; prima le leggi istitutive, adesso hanno fatto una legge, quindi dà nelle mani della Regione la facoltà di proseguire o meno.
Qui non si tratta di dire: sono d'accordo, non sono d'accordo. C'è stato il MAB-Unesco, non nascondiamoci, un MAB-Unesco costato zero euro e non 700.000 euro come gli studi della candidatura, scandalosamente fatti per la candidatura del Prosecco di Valdobbiadene; 700.000 euro, rispetto agli 0 euro spesi per il MAB-Unesco Delta del Po, collega Gerolimetto.
Nel frattempo sono stati commissariati tutti i Parchi del Veneto; 2014 la Lessinia; 2015 il Delta del Po; 2016 i Colli, poi prorogato; 2018 il Parco del Sile, collezionando così un record più unico che raro, tutti i Parchi.
Ma, guardate, parlate tanto di sensibilità, l'attaccamento al territorio, sapete come sono nate queste cose? Si narra in quel dei Colli Euganei che all'inaugurazione dei Vulcani della precedente edizione, invitato l'Assessore Corazzari, ai Parchi, fa l'inaugurazione, poi a un certo punto si gira verso il Sindaco che era lì presente di Battaglia Terme, che mi ha autorizzato anche a farne il nome, il Sindaco Momolo, e gli dice: "Ah, Sindaco, guarda che stamattina ti abbiamo commissariato il Parco". Allora il Sindaco cosa fa dopo; telefona al Presidente del parco Callegaro, esponente di Forza Italia, e gli dice: "Ma ascolta, ma sapevi che hanno commissariato il Parco? "No, io sono stato ieri sera assieme a Pan e non mi ha detto nulla". Cioè, voglio dire, parliamo di sensibilità, parliamo di vicinanza al territorio, parliamo di interesse dei Sindaci; questa è la realtà, questi sono i rapporti che avete con il territorio.
Finalmente arriviamo a giugno 2018, legge di riforma e l'ha fatta semplicemente - e qui sta tutta l'abilità del Presidente, anche altri hanno collaborato, ovviamente - cioè siccome non è più possibile prorogare i commissariamenti, allora inventate la leggina sulla governance, pomposamente venduta chissà come quale riforma. Il fatto di fare una riforma, se una legge non dice nulla e peggiora lo stato dell'arte, è una legge che va cambiata e che non può nobilitarsi del fregio di essere una riforma e di per sé sinonimo di buona cosa. Non è così.
Un'occasione persa, perché non si sono affrontate le questioni che attengono alla rete ecologica regionale. E' vero quel dato che diceva il Presidente di un 3% della superficie regionale, ma è anche vero che accanto a quel 3% c'è un altro 18%, 19%, di tutta la rete ecologica nazionale, Rete Natura 2000, ZPS, SIC, eccetera, che fanno parte di quel patrimonio ecologico di questa Regione, che va messo in rete, va complessivamente valutato e programmato e sui Parchi - per ritornare ai Parchi - occorreva dare, lo dice anche la stessa legge 394. Io capisco la necessità di uniformare e accentrare però, guardate, che l'accentramento non è di per sé sempre un qualcosa di positivo mettere insieme, perché si negano anche le specificità.
A ogni singolo Parco andava assegnato, noi l'abbiamo detto nella nostra proposta, una singola missione di scopo, che rendesse valutabile, verificabile il suo lavoro, che definisse degli obiettivi, che rendesse concreta è interessata maggiormente la partecipazione. Cosa ha questo di strano? Questa è la scommessa. Queste cose non sono state fatte.
E le questioni ambientali, guardate, io la penso molto diversamente dal Presidente, cioè non sono i fiori all'occhiello di questa Giunta, perché se è stata fatta una riforma, piena di deroghe, sul consumo di suolo è vero che fino al 2050 possiamo cementificare in questa Regione una superficie che mette insieme tutto il Comune di Padova, più quello di Vicenza, più quello di Treviso e per quanto riguarda le acque cosa c'è? Possiamo vantarci di essere una Regione che ha le acque pulite?
Dall'ultimo rapporto ISPRA il Veneto è la quarta Regione peggiore in Italia, con residui di pesticidi nel 91% delle acque superficiali e nel 36% di questi casi la presenza è oltre gli standard consentiti.
Allora chi parla di ambiente, chi parla che vuole candidare il Veneto, tutta la Regione è candidabile l'Unesco. C'era un detto de "Il Gattopardo": se vuoi che nulla cambi, chiedi che tutto cambi. Probabilmente è anche un po' gattopardesco il nostro Governatore, perché fare questa affermazione significa che alla fine nessuno è titolato ad avere dei titoli più di altri, perché ragioniamoci un po': vanifichiamo e banalizziamo quello che è anche il titolo di riconoscimento dell'Unesco dicendo queste cose, per non far torto a nessuno siccome non mi impegno per lo "Stradon del vin", siccome non mi impegno per altre zone, per la Valpolicella, ma mi impegno solo per il Prosecco di Valdobbiadene, è evidente che allora dico tutto. Ottenuto quello - io spero che la trasferta in Bahrain sia positiva - ottenuto quello: risolto i problemi.
Ma torniamo alla questione più specifica: cos'è un Parco. Il Parco non è un Ente turistico, non è un Ente produttivo, è un Ente di conservazione della natura e nasce per questo.
I Parchi non vanno intesi come santuari che mummificano il territorio, la protezione deve essere dinamica, dobbiamo salvaguardare la biodiversità legandola allo sviluppo e gli Enti Parchi sono ontologicamente legati al territorio e, quindi, dico questo perché poi arriveremo anche a definire le nomine e allora metteremo, per esempio, tutte le categorie sullo stesso piano e, quindi, approcciandoci al tema in maniera sbagliata, perché non è che qua si tratta di dire chi è più amico degli ambientalisti o chi è più amico degli agricoltori o chi degli operatori turistici. Se dobbiamo nominare degli organismi per gli Enti Parco, è evidente che i principali riferimenti sono le associazioni ambientaliste.
Se dobbiamo nominare i dirigenti degli Artigianfidi per il credito agricolo, è evidente che i principali riferimenti sono le associazioni agricole, non sono certo le associazioni museali che abbiamo in questa Regione; non le metto sullo stesso piano. Ebbene, invece, in questa legge c'è un sovvertimento dei principi che regolano la questione delle aree protette nel nostro Paese.
Guardate, un Parco nel contempo è un Ente di natura territoriale e strumentale. Allora noi lo trasformiamo, voi lo trasformate questo Parco perché diventa né un Ente territoriale, perché occorre - se è un Ente territoriale - tener presente della rappresentanza e della sintesi della rappresentanza dei territori in personificata dai Sindaci, se è un Ente strumentale occorre dargli una autonomia funzionale, come la si dà anche agli altri Enti Parco.
Non basta dire: "Scelgo io i rappresentanti del territorio, sono del territorio ma li scelgo io", completiamo la frase, Presidente, perché tu hai detto: "Ci sono le rappresentanze del territorio, li scelgo io". Allora non sta nelle logiche perché, per esempio, noi nei prossimi giorni, se mai qualcuno vorrà degnarsi di metterlo all'ordine del giorno, avremo anche la nomina dei Consigli di Amministrazione degli ATER e questi non vengono scelti dal Presidente, vengono eletti da questo Consiglio. Perché, i soldi che diamo alle ATER sono di qualcun altro, non della Regione? Non è un Ente strumentale l'ATER? Però cambia, sui Parchi che questo invaghimento di possesso estremo.
Allora, in altri termini c'è una rappresentanza non diretta, ma mediata da questa azione del Presidente della Giunta regionale. Parliamo tanto di centralismo e altro che centralismo romano: magari decidessero Roma in questo caso! Andatevi a rileggere la 394 e vedete come sono fatte le nomine, ma per venire anche a quello che è il comportamento contraddittorio del Presidente di questa Regione: sono due anni che è ferma la nomina del Presidente del Parco delle Dolomiti d'Ampezzo e sapete perché? Perché quella Presidenza va fatta d'intesa tra il Ministero e il Presidente della Regione e il Presidente della Regione non è d'accordo sull'individuazione del Ministero, che individua nella persona di Irma Visalli la Presidente. Dopo replichi, Assessore.
Allora, il Presidente della Giunta regionale si rifiuta di firmare, d'intesa con il Ministero, quella nomina e allora non è Parco nazionale? Ebbene, se non c'è l'accordo del Presidente regionale non va avanti la nomina, però nei Parchi locali decide il Presidente senza neanche sentire i Sindaci del territorio. Va bene così? Intanto là c'è il Vicepresidente, non c'è il Presidente, per colpa vostra, ma lasciamo stare. Tu non sei credibile perché se il principale affossatore dell'autonomia della tua Provincia.
Guardate, sulla questione dei proprietari della Lessinia ho sentito che c'è un cambiamento e questo mi sembra saggio da parte della maggioranza perché mettere nella Giunta, come è stato definito, nel Comitato esecutivo, sarebbe come se devo fare il Piano regolatore nel mio Comune e allora dico che i principali proprietari delle aree libere entrano in Giunta e assieme determinano la pianificazione; è chiaro che c'è un conflitto di interessi. Mi pare che su questo abbiate avuto una riflessione che ci può portare a un articolo molto diverso. Se stava come è nella legge, probabilmente c'è un conflitto che è evidente, non che si possa molto obiettare su questo.
Per terminare, la faccio breve e voglio fare solo una domanda alla Lega: cosa vuol dire "padroni a casa nostra"? E chi sono i padroni, caro assessore Bottacin? E qual è la casa nostra? Decido io di Treviso perché è casa mia? Ma anche io che sono del Polesine voglio decidere a casa mia, anche i padovani vogliono decidere a casa loro. Qua non è che voi avete cambiato lo slogan da "padroni a casa nostra" a "padroni a casa tua", perché questa è la realtà di questa legge.
Parliamo dell'autonomia: l'autonomia fa leva su due principi, cioè che le risorse rimangano al territorio e che ci sia una responsabilizzazione dei territori e voi avete sovvertito anche questo perché dite che siccome i soldi li do io, pago io e decido io.
Allora, guardate, intanto i soldi vengono anche da quei territori su cui voi volete decidere e imporre le vostre scelte, in primo luogo, e, in secondo luogo, se questo fosse il ragionamento, non si capirebbe perché la Regione Veneto deve decidere lei sui soldi che trasferisce Roma e viceversa oppure i Comuni, attenzione, perché su questo meccanismo non ci siamo.
Quindi in questo modo voi indebolite in realtà le rappresentanze del territorio e le nomine, vostro malgrado, nonostante le indicazioni di oggi, mi riserverò, a completamento delle nomine che avverranno sugli Enti Parco, di fare un'interrogazione facendo l'elenco di quelle nomine e associandole ai ruoli politici che avranno.
Attendo con favore e sono disponibile, collega Gidoni, a fare autocritica e a dire che mi avete smentito in positivo. Tu lo sai che non ho remore in questo e non ho problemi particolari, però ti voglio aspettare al varco.
Su questo voi di fatto inaugurate un nuovo modello neocentralista regionale e almeno abbiate il coraggio di dire quello che volete fare, non di affermare il contrario rispetto a quello che effettivamente fate. Perché io ho sentito in questi giorni e anche nei giorni scorsi che in definitiva i Sindaci non è che si sono comportati bene, perché se c'è un'impasse negli Enti Parco questa spartizione tipo Pro Loco ha un po' bloccato l'attività e bisogna porre un rimedio. Allora un riequilibrio ci può anche stare, una mortificazione no, è cosa diversa.
E se noi vogliamo rilanciare gli Enti Parco, non possiamo prescindere dal territorio e concordo con l'affermazione che va tramutato l'approccio rispetto a un contesto dove prevalgono i vincoli, a un contesto in cui deve esserci la convinzione delle opportunità, però io non posso prescindere, perché questo avvenga, dal far marciare il funzionamento e il rilancio di questi Enti dalle gambe dei protagonisti e di chi vive quel territorio, in primis le rappresentanze istituzionali, le quali devono avere un'autonomia vera e non devono distinguersi solo in vicinanza a questo o quel rappresentante politico del partito di governo.
Avessi tu i titoli della Visalli, faremmo un affare in questa Giunta, dopo che già uno l'abbiamo fatto. Io non mi permetto di dare giudizi, però sai che la Visalli è una che ha i titoli.
Avete nominato perfino delle rappresentanze in luogo della Regione e nel suo curriculum è scritto: militante iscritto della Lega, che diventava un titolo.
Allora, cari signori della maggioranza, non venitemi a fare la morale perché uno è iscritto al PD, adesso di iscritti al PD ne abbiamo anche pochi, quindi quelli che abbiamo lasciateceli.
Ma siete voi che sviate il problema. Stiamo al tema concreto: se vogliamo rilanciare questi Parchi, noi abbiamo dato disponibilità e lo manifesteremo anche durante il corso del dibattito con i nostri emendamenti; alcuni, se vanno nel senso che diceva a grandi linee il Presidente, vedranno la nostra partecipazione e penso anche che sia opportuno che alcuni nostri emendamenti siano valutati un po' più razionalmente.
In quanto a nomine, siccome parliamo di governance, non di reti ecologiche, di programmazione e quant'altro, non possiamo prescindere e mettere sullo stesso piano le categorie, ma dobbiamo dar loro dei ruoli, per cui credo che su questo ci siano ancora margini, perché è nell'interesse della Regione.
Potrei farvi – e nel corso del dibattito magari vi erudirò in questo – degli esempi in cui non serve e non c'entra avere maggioranze strasicure e quant'altro, perché se dovevamo guardare alla possibilità di approvare una legge, questa Amministrazione poteva approvare una legge anche nel 2013, anche nel 2016 e allora è un tema di volontà politica. Adesso ci venite a dire che, perché funzionino i Parchi, li deve nominare qualcuno, ma guardate che di sovrani illuminati ne ha avuti tanti la storia, ma anche di re pazzi e noi legiferiamo per il futuro, non per l'oggi e Zaia non ci sarà sempre.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Bruno PIGOZZO

PRESIDENTE

La parola al collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Andiamo ad esaminare e a votare una legge di riforma sui parchi che stavamo attendendo da anni.
C'era un buon progetto di legge da parte del nostro Gruppo, un progetto di legge della Giunta regionale, per una materia sicuramente molto importante, una materia che è cara a molti cittadini: la tutela della biodiversità, la conservazione della natura. Sappiamo che la natura e l'ambiente è un bene prezioso, in particolare i parchi naturali, sono luoghi ricchi di biodiversità, di natura, di ambiente e di ambiente spesso anche incontaminato, quindi delle aree del nostro territorio che vanno sicuramente salvaguardate, con tutta l'attenzione e l'impegno possibile.
I nostri giovani e quindi anche tutti i cittadini qui possono avere un contatto con la natura, genuino e possono osservare da vicino l'ambiente, i fiumi, gli animali e quindi appassionarsi anche a questa tematica, perché conoscere naturalmente poi vuol dire anche amare.
Abbiamo una situazione ambientale, paradossalmente in Veneto, invece molto preoccupante: l'inquinamento dell'aria, abbiamo le acque sempre più inquinate, le acque di falda ma anche le acque superficiali, questo ce lo dice un autorevole agenzia nazionale, che è l'ISPRA, abbiamo un uso a volte scriteriato di sostanze chimiche in agricoltura, i pesticidi: sono nate associazioni, comitati, per gli abusi di questo utilizzo; abbiamo la monocultura ormai in alcune Province del Prosecco, abbiamo distese di capannoni ancora vuoti di aree industriali che dovremmo recuperare. centinaia di cave esatto esaurite, ma mai ricomposte, mai recuperate, in barba in questo caso alle leggi.
I Parchi sono, a mio avviso, una necessità, però come Regione abbiamo molta strada da fare. I Parchi della nostra Regione ricoprono una percentuale del 5,1%, compreso il Parco Nazionale, quindi siamo ben al di sotto della media nazionale del 10% di territorio protetto a parco; in compenso abbiamo le aree di Rete Natura 2000, che sono il 22% del territorio, molte delle quali che coincidono con i Parchi, che però ancora non decollano: questa era un'occasione per fare una legge organica, complessiva, che tutelasse anche quelle aree, non lo abbiamo voluto fare, ci siamo adattati a portare in Aula una legge sul Governo, ovvero su gli Istituti, sulle rappresentanze dei Parchi, la cosiddetta governance.
A mio avviso questa è una legge monca, ci occupiamo di dire come funzionano gli organi del Parco, ma non ci occupiamo di dire come tutelare la natura che c'è in questi Parchi, rilanciarli e così via.
Il Consiglio Europeo dei Ministri dell'Unione Europea nel 2011 ha approvato la strategia europea per la conservazione della biodiversità e ci chiede di dare piena azione alla normativa europea sulla tutela delle aree protette, Rete Natura 2000, migliorare lo stato di conservazione degli habitat, migliorare ripristinare gli ecosistemi e i servizi ecosistemici, laddove possibile.
Abbiamo delle responsabilità alle quali ancora non diamo seguito. Le aree naturali protette sono strumenti fondamentali per la strategia di conservazione della biodiversità e degli ecosistemi; tra queste aree naturali abbiamo appunto i parchi regionali, i parchi nazionali e le aree di Rete Natura 2000, ovvero le aree tutelate in base alla direttiva Habitat e alla direttiva Uccelli, i SIC Siti di Importanza Comunitaria, e le Zone di Protezione Speciale.
Abbiamo la legge sulle aree protette, colleghi, Presidente, che è vecchissima, del 1984, sono passati 34 anni; dopo 34 anni uno sforzo in più per presentare una legge, approvarla, secondo me, ci stava; abbiamo una legge nazionale, la legge quadro sui parchi, la 394, anch'essa del '91, anch'essa quindi molto datata, sono 27 anni e ci riduciamo a fare questa leggina, che a mio avviso, scusate il diminutivo, ma in effetti se andiamo a vedere anche la sostanza son pochi articoli, che in realtà siamo costretti a fare, perché abbiamo commissariato tutto quello che si poteva commissariare, abbiamo avuto un commissariamento, raffiche di commissariamenti, e quindi, siccome non si possono più prorogare, avevamo bisogno di un supporto giuridico-legislativo per mantenere i nostri parchi e trovare una soluzione.
I parchi sono una speranza anche per il futuro, per le nuove generazioni, perché sono un luogo di pace con l'ambiente, con la natura, un luogo dove le attività economiche hanno un valore aggiunto, perché sono compatibili con l'ambiente, c'è una agricoltura che deve essere sostenibile, quindi un luogo dove si mettono in pratica delle buone pratiche per la tutela dell'ambiente, ma che consentano anche ai residenti, alla società residente, a tutti i soggetti economici, di poter svolgere le loro attività in maniera intelligente e rispettosa dell'ambiente.
Dovremmo considerarli come dei laboratori per il futuro, perché abbiamo capito che l'ambiente deve essere rispettato e nel futuro, a mio avviso, dovremmo considerare tutto ciò che Madre Terra ci dà nella nostra Regione, alla stregua di come la trattiamo nei parchi, con massima attenzione, perché sappiamo che è una risorsa che non è inesauribile, è una risorsa esauribile.
A che punto siamo? A mio avviso, in Regione Veneto non siamo a buon punto, perché la nostra possiamo dire che una Regione amica o nemica dei parchi? Con tutti questi commissariamenti, come abbiamo considerato i parchi in questi ultimi anni?
Come un qualcosa di importante da valorizzare o come un fastidio che doveva essere addirittura commissariato, togliendo potere alle comunità locali di autogestione, andando contro a un federalismo dei parchi?
La nostra non è una Regione amica dei parchi anche per altre due questioni, è stato ricordato anche prima dal collega; basta pensare a quello che è stato votato in Aula nel dicembre del 2016, il collegato alla Legge di Stabilità, gli articoli 70 e 71, uno dava la possibilità di smantellare praticamente il Parco dei Colli Euganei e l'altro quello della Lessinia.
Invece di fare dei provvedimenti utili ad aumentare quella percentuale da vergogna, che abbiamo in Veneto, metà della media nazionale protetta Parco, abbiamo fatto, avete fatto, due norme che consentivano di diminuire la superficie di due importanti parchi del Veneto; vi potete considerare amici dei parchi o nemici dei parchi? A mio avviso, questa non è una maggioranza, come è stato detto prima, che non si interessa la questione dei parchi, ma è addirittura una maggioranza nemica dei parchi, perché dovremmo presentare in quest'Aula leggi che vanno ad aumentare quella superficie, non che vanno a diminuirla.
Per fortuna però, in quel caso, chi vi ha dato una sonora lezione, sono state le comunità locali, che invece di adoperare quella legge per diminuire la superficie dei parchi, come era stata pensata, ad esempio per il Parco dei Colli Euganei, si è deciso di lasciare inalterata la questione; per il Parco della Lessinia invece purtroppo si è deciso di diminuirla, ma per fortuna, visto che ci si è resi conto, vi siete resi conto, che la popolazione del Veneto i parchi li vuole, non li vuole distruggere, non li vuole diminuire, siamo arrivati al punto di non dare fortunatamente attuazione all'articolo 70 e 71 della legge 30 del 2016, perché non sono stati portati in tempo utile, in Commissione prima e in Consiglio dopo, quei provvedimenti utili a diminuire le superfici di quei parchi.
È stato ricordato prima, ma è giusto ricordarlo ancora: che cosa non va di questa legge? L'accentramento delle norme che accentrano nelle mani di pochi, nelle mani della Giunta regionale, nelle mani del Governatore, la possibilità di scegliere chi mettere all'interno del Consiglio direttivo e per quanto riguarda la scelta del Presidente del Parco.
Qui, a mio avviso, visto che è un termine che vi sta caro, voi state utilizzando la ruspa contro le prerogative della comunità locale di scegliersi i propri rappresentanti in seno al Parco. Le ruspe che cosa ci azzeccano con i parchi? Poco. E nemmeno col federalismo e nemmeno con l'autodeterminazione di questi Sindaci e di questi cittadini che vivono all'interno del Parco e ciò anche, a mio avviso, in contrasto con la legge 394 quadro sui Parchi.
La dimostrazione deriva anche da quell'articolo che è stato licenziato dalla Commissione Ambiente per quanto riguarda i proprietari terrieri all'interno del Consiglio Direttivo del Parco della Lessinia.
So che c'è - abbiamo visto - un emendamento, menomale, che mitiga un po' ma che, a mio avviso, non risolve la situazione, perché i problemi di possibile conflitto con norme superiori e col fatto che la materia paesaggistica ambientale è in capo allo Stato e che la legge 394 prevede precise disposizioni, per quanto riguarda questi istituti locali degli Enti Parco si può, a mio avviso, ancora adesso, configurare una possibile probabile incostituzionalità, nel momento in cui all'interno del Consiglio direttivo si vanno a mettere alcune figure, di certe categorie. Guardate, questo non lo dico io, ma lo ha detto la Corte Costituzionale, ci sono fior di sentenze che parlano chiaro e che dicono che vanno previste delle rappresentanze equilibrate di tutte le componenti sociali all'interno del Parco e, sicuramente, il luogo non è il Consiglio direttivo.
Dicono che il coinvolgimento di diversi Enti territoriali interessati rappresenta uno snodo procedimentale di essenziale rilievo, in quanto la partecipazione è volta a realizzare un compiuto e bilanciato apprezzamento delle varie esigenze e finalità, che la realizzazione dell'area protetta mira a perseguire. Ce lo dicono le sentenze della Corte Costituzionale, ce lo ha segnalato anche l'Ufficio Legislativo del Consiglio regionale.
A mio avviso, si tratta di un conflitto di interessi, perché - voglio ricordare - che il Consiglio direttivo ha dei ruoli importantissimi, che non possiamo dimenticarci. Ad esempio, parlo della questione del piano ambientale, ma parlo anche della programmazione del Parco, tutte questioni molto importanti.
Scusate, ho preso la legge, perché volevo anche ricordarlo: "Il Consiglio direttivo provvede all'organizzazione e al funzionamento dell'Ente, propone alla Comunità del Parco il Piano Ambientale, esercita ogni altra funzione assegnatagli dallo Statuto". Cosa mettiamo? Una sola di tutte le categorie che possono avere interessi nel Parco, una sola di queste la mettiamo qua dentro, a mio avviso si manifesta un preciso conflitto d'interesse e anche un conflitto con le norme superiori e, quindi, la possibilità di incostituzionalità.
La questione della mancata previsione del rappresentante delle Province l'abbiamo risolta, perché ho visto che ci sono degli emendamenti.
L'autorizzazione paesaggistica, anche qui è un punto a mio avviso molto delicato: vengono previste delle convenzioni per consentire ai Comuni di provvedere a questo tipo di autorizzazioni e in audizione non solo le associazioni ambientaliste, alcune, ma anche l'università, un rappresentante di una università e anche alcuni Sindaci ci hanno detto: "Guardate, che bisogna che ciò resti in capo all'Ente Parco perché in realtà altrimenti cosa fa l'Ente Parco, se non dare degli indirizzi uniformi per tutti i Comuni? Andiamo a dare competenze ai Comuni, perché poi magari vadano in ordine sparso? E poi alcuni Sindaci ci hanno anche detto: "Ma abbiamo noi le competenze; abbiamo noi le risorse umane per rispondere a questo?"
L'altra questione: sono stati inseriti - addirittura con degli emendamenti - delle previsioni di inserimento delle associazioni venatorie all'interno degli organismi del Parco; ma negli organismi del Parco i cacciatori, quando sappiamo che la caccia nei Parchi è vietata? Abbiamo visto che i cacciatori, le associazioni venatorie che in questo Consiglio sono, a mio avviso, sovra rappresentate, abbiamo visto che da quel mondo sono arrivati dei precisi attacchi ai Parchi, dei progetti di leggi che prevedevano la riduzione dell'80%, ad esempio del Parco dei Colli, e chi non vuole i Parchi li mettiamo dentro ai posti di comando dei Parchi; anche questo, a mio avviso, è una contraddizione. Per non parlare poi dei problemi che sono sorti grazie a questa attività, ai ripopolamenti, pensiamo alla questione dei cinghiali nel Parco dei Colli, all'allarme che ciò ha destato, ai problemi che sono nati, abbiamo sentito anche stamattina la risposta dell'Assessore alla mia interrogazione e del collega Ruzzante.
Quindi con la nostra manovra emendativa proviamo a risolvere il problema delle questioni sollevate, come l'accentramento degli organi, le varie nomine regionali, eliminare la questione dei proprietari terrieri messi nel Consiglio direttivo, prevedere l'autorizzazione paesaggistica in capo al Parco, prevedere che all'interno del Parco vadano rappresentanti che i Parchi li vogliono, no che li combattono, rendere locali le nomine, togliendo questo esagerato potere che è stato dato alla Giunta regionale e al Presidente regionale, prevedere che ci siano maggiori professionalità e anche competenze per quanto riguarda la conservazione della natura in materia ambientale, per quanto riguarda il direttore, ma anche il Presidente, cioè non possiamo mettere un Presidente qualsiasi che non ha mai avuto a che fare con questioni di ambiente e di tutela della natura, prevedere una maggior trasparenza dei lavori del Consiglio, mettendo anche i vari verbali e relazioni dei vari organismi on line, prevedere l'obbligo da parte del Presidente del Parco di predisporre, con cadenza annuale, o del Consiglio direttivo, un rapporto sull'attività svolta dal Parco, sui vari problemi legati alla questione Parco, vincoli paesaggistici, l'applicazione del piano ambientale, i vari conflitti che ci sono all'interno del Parco, le violazioni e le sanzioni che sono state elevate e qualsiasi altra informazione utile per avvicinarsi anche ai cittadini, dare maggior dignità e ruolo alla Consulta del Parco, prevedere un numero minimo di componenti del Comitato Tecnico Scientifico, possiamo dire un massimo di nove, possiamo metterne anche uno solo, diamo un minimo di dignità, prevediamo un numero per questi importanti attori e, quindi, dare anche un ruolo più importante, non solo consultivo al Comitato tecnico scientifico, prevedere che venga sentito; prevedere per il direttore del Parco almeno una laurea magistrale. Abbiamo quattro Parchi in Veneto, cioè quattro regionali, pensiamo che su 5 milioni di cittadini veneti non abbiamo almeno quattro figure che abbiano determinate professionalità, esperienze e un titolo di studio al passo coi tempi?
Poi, che si preveda anche per il Presidente un adeguato curriculum; dopo ho visto che in uno dei vostri ultimi emendamenti avete tolto, dalla Comunità del Parco, avete tolto le associazioni animaliste e scientifiche, cosa che avevamo inserito in Commissione. Bene. Sempre peggio!
Quindi, a mio avviso, ripeto - e concludo - serviva scrivere questa legge usando il cuore, la passione, le competenze, con la finalità di tutelare maggiormente la natura, di tutelare i nostri Parchi.
È una legge molto sterile, che si occupa di nomine, che si occupa di Istituzioni del Parco, che avrà delle ripercussioni minime e non è al passo con i tempi e con gli obiettivi che l'Unione Europea, ma anche l'Italia, ci dà come Regioni, per tutelare i nostri territori.
Noi dovremmo correre su questa materia, ve l'ho detto prima, siamo indietro, siamo sotto la media rispetto alle altre Regioni e, quindi, credo che si doveva osare di più. Sicuramente è stato fatto un lavoro da parte del Presidente della Commissione, importante, però gli obiettivi non sono quelli che noi ci auguravamo e auspicavamo anche col nostro progetto di legge.
Non ci siamo. Non ci siamo assolutamente e, quindi, io mi auguro che almeno si pensi, a breve, di proporre almeno un progetto di legge che vada a colmare tutte quelle lacune che lasciamo in sospeso, perché abbiamo - ricordavo prima - una legge regionale vecchia di 34 anni; è una vecchia legge antica, ormai, che non è più al passo coi tempi.
Che cos'è accaduto da 34 anni a questa parte in Veneto: consumo del suolo, cambiamenti climatici, urbanizzazione diffusa, agricoltura meccanizzata; c'è molta strada da fare e questa è una legge che non è al passo coi tempi, una legge che nasce già vecchia.

PRESIDENTE

Grazie. La parola a Brusco Manuel.

Manuel BRUSCO (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Vicepresidente.
Volevo partire con un ringraziamento che va al presidente Calzavara per aver condotto i lavori della Commissione fino in Consiglio: è stato un percorso lungo, un percorso anche intenso, perché abbiamo avuto la possibilità di fare un numero importante di audizioni, magari non tutte quelle che avremmo voluto, ma abbiamo avuto diversi cicli di audizioni, abbiamo incontrato le associazioni di categoria, i professionisti, le associazioni ambientaliste e abbiamo avuto anche la possibilità, con l'ultimo ciclo appunto di raccolta di commenti da parte di questi soggetti, di capire come la situazione relativa ai Parchi, alla loro gestione e alle aree naturalistiche del Vento sia in questo momento disastrosa.
Si deve, quindi, intervenire in maniera importante con una legge, una legge che andava fatta per tutte le parti che compongono i Parchi, sia per la governance, la cosiddetta gestione amministrativa, sia anche per la gestione della fauna e delle risorse fisiche presenti nei Parchi.
Nel progetto di legge iniziale depositato dalla Giunta, questi intenti erano presenti e comunque era presente anche l'altro progetto di legge presentato dai colleghi della minoranza, ricalcanti appunto alcuni percorsi iniziati nella scorsa legislatura e, a causa di dissensi interni alla maggioranza, tutto l'aspetto relativo alla gestione della fauna e delle risorse naturali dei parchi delle aree protette del Vento, parte che io ritengo essere ancora fondamentale, è stata stralciata, è stata eliminata. Questa è la più grande critica che anch'io pongo alla maggioranza, che, ripeto, nel suo progetto di legge iniziale aveva un intento nobile, che era quello di andare a risolvere sia l'aspetto dei conti, sia anche quello della gestione pratica dei parchi, perché sappiamo molto bene che noi andremo a sistemare con questa parte di legge probabilmente l'assetto amministrativo, ma ci sarà poi tutto il grosso problema della gestione della fauna e della parate naturalistica dei parchi.
Su questo io vi invito, se avete problemi nella maggioranza, a trovare collaborazioni, come Movimento 5 Stelle siamo disponibili ad andare avanti e a fare un progetto di legge assieme, che veramente porti alla risoluzione dei problemi gravi che in questo momento ci sono nei Parchi regionali del Veneto, i Parchi, come voi scrivevate nella vostra legge come definizione, sono importanti perché sono un laboratorio per la conservazione e l'implementazione della biodiversità, sono il luogo in cui svolgere attività economiche ambientali e sociali. I Parchi non devono essere un peso per chi ci vive e per chi ci lavora, ma devono essere un'opportunità e lo sono stati per un po' di tempo. E' vero sono stati calati dall'alto, c'è stata poca concertazione, la politica ambientale in questa Regione è sempre stata fallimentare dal passato e ce la ritroviamo ora, dobbiamo gestire anche le scelte sbagliate del passato, molto spesso non concertate con i territori. Andavano bene i Parchi forse quando erano dei ricettori di contributi europei, dove tutti ovviamente ricevevano risorse, per ci andavano almeno all'inizio, ma ora che ovviamente le risorse devono essere razionalizzate per qualcuno sono un peso.
Allora facciamo sì che queste aree naturalistiche – dirò "Parchi" per semplificare, ma poi ci sarebbe da parlare anche di tutta la rete ecologica di questa Regione, che comunque è un patrimonio immenso – non siano un peso, ma diventino il volano per uno sviluppo diverso, uno sviluppo che, come è stato ripetuto, deve cambiare. Non si devono più fare capannoni, non si faranno più cave, bisogna puntare a uno sviluppo alternativo, dobbiamo pensare al 2050 quando ragioniamo, con una visione diversa di come sarà il mondo. Anche quando parliamo di progetti di grandi opere, molto spesso contestiamo alcuni altri progetti megagalattici che vengono proposti, che probabilmente nel 2050 saranno già vecchi e sono già vecchi adesso perché frutto di mentalità di 30-40 anni fa, che ci dobbiamo portare avanti e che continuiamo a trascinare avanti.
Ecco, allora concentriamoci perché i Parchi vengano accettati anche da chi vive e da chi lavora appunto in quei territori.
Abbiamo fatto un'esperienza bellissima con la Quarta Commissione e ringrazio anche il presidente Possamai: abbiamo visitato tutti i Parchi del Veneto. Probabilmente si pensava di trovare dei luoghi ben gestiti, dei luoghi dove tutto funzionasse e invece abbiamo riscontrato come nei Parchi ci siano dei problemi seri, perché manca il personale, mancano risorse, molto spesso non c'è dialogo con le Istituzioni. Allora forse sì, avendo un dialogo tra Parchi, Istituzioni ed Enti regionali che molto spesso, come è stato in quest'Aula e io sono d'accordo, attualmente sono dei carrozzoni che mangiano soldi, che utilizzano risorse, ma che le sprecano perché non c'è appunto una concertazione, un dialogo per esempio con la Regione o con altri organismi, forse perché sono commissariati, come avete detto voi.
Probabilmente se tutto il Consiglio fosse venuto fare queste esperienze di queste visite, avreste visto come, ad esempio, la proposta di tagliare parti di Parchi o di razionalizzare alcune risorse, non è la scelta migliore, perché nel disastro in cui si trovano i commissari, i direttori stanno lavorando per garantire il futuro di queste aree in maniera migliore.
Ecco, questa era la prima parte. Ripeto, abbiamo iniziato un percorso in cui c'era un testo di legge che era anche condivisibile, dobbiamo andare avanti con una legge che voteremo, ma l'altra parte di legge sarà anche criticata nella relazione da parte del Presidente Calzavara, che giustamente dice che è una legge vecchia, ma dovevamo tenerci una legge dell'84; questa legge che andiamo a votare in alcune parti striderà con la nuova legge nazionale che verrà rivista, non sarà appaiata in alcuni passaggi e spero che non sia l'ennesima legge che verrà impugnata da parte della Corte Costituzionale o di altri organi a livello nazionale. E' cambiato il Governo, però spero che questa legge non verrà toccata, perché sarebbe l'ennesimo fallimento di una politica che appunto ha dimostrato di avere alcuni problemi.
Spero che non sia una legge che miri solo a far bella figura, a risolvere i problemi di facciata e che si fermi qui senza poi andare ad affrontare quello che ho detto prima, ovvero andare a risolvere dei problemi anche dal punto di vista naturalistico e mi auguro che i componenti che verranno scelti da parte della Regione siano delle persone, delle figure legate al territorio e che siano dei soggetti competenti. Io ho chiesto con i miei emendamenti che fossero persone comunque con un grado di istruzione consono e legato alle attività che dovranno poi svolgere, che siano persone del territorio, che siano persone legate alle attività economiche del territorio.
E, non per sminuire il ruolo della Giunta, ma, come abbiamo fatto per altri provvedimenti in questa legislatura, abbiamo chiesto che fossero scelti dal Consiglio regionale, perlomeno dopo un parere della Commissione competente: abbiamo lavorato tanto, abbiamo prodotto un testo di legge con cui si arriverà, dal punto di vista amministrativo, a risolvere i problemi che attualmente affliggono i Parchi e sarebbe stato almeno opportuno un parere della Commissione consiliare, ma ho visto stamattina sugli emendamenti che purtroppo tutti questi miei intenti verranno cassati.
Sarebbe opportuno ragionare anche su quelle che poi devono essere le consulenze che dovranno avere le figure che si insedieranno all'interno dei Parchi e mi auguro che si avvalgono anche di corsi. Per esempio, l'ho già citato, l'unico master universitario che esiste su questo alla Ca' Foscari, guidato dal dottor Olivi, sta formando persone appunto che si dovranno occupare della gestione della fauna e delle risorse naturali.
Mi auguro che vengano rispettati i ruoli di tutti gli organi del Parco, dal comitato tecnico-scientifico, che ritengo sia molto importante, alla Consulta, che non deve essere solamente un luogo in cui vengono inserite alcune associazioni, alcuni componenti, ma che non vengono ascoltati. Mi auguro e spero che le consulte vengono convocate più spesso di quanto è inserito in legge e che il loro parere venga ascoltato in maniera importante, così come è il ruolo della comunità del Parco che è stato spiegato prima.
Da parte mia c'è sempre stato sostegno, penso sarà il punto più delicato, alla presenza dei proprietari terrieri all'interno del Consiglio direttivo; ritengo che sia il primo passaggio per avere i cittadini dentro le Istituzioni.
Posso essere obiettivo, nel senso, avrei preferito probabilmente che il proprietario terriero, ho visto l'emendamento che proporrete, fosse tra i soggetti scelti direttamente dal Presidente, così da lasciare più spazio all'extra Giunta regionale, alle figure non scelte direttamente dal Presidente della Giunta, voterò la presenza dei proprietari terrieri, anche se rimango un po' critico: avrei preferito che fosse scelto dal Presidente della Giunta.
C'è un passaggio delicato, l'ho detto prima, ho avuto modo di raccogliere le ultime osservazioni dell'ultimo ciclo di audizioni: è la gestione dei beni patrimoniali dei Comuni, che erano delle comunità, ma che noi che noi non facevano parte del Parco.
Non vorrei che quei Comuni dovessero pagare e perdere quei beni patrimoniali che avevano investito per il sostegno nel parco, faremo un emendamento o un ordine del giorno; mi auguro che venga accolto, perché questo è un punto particolare, era stato sollevato, mi ricordo, dall'Assessore del Comune di Crespadoro e da altri Comuni, come la gestione dei beni demaniali, del demanio; il Comune di Dolcé aveva chiesto la possibilità di gestirli come Comune, sono delle riserve, sono delle proprietà appunto demaniali, che ricadono interno dei Comuni: è importante dare una risposta a quei Comuni che chiedono di poterle gestire in modo autonomo.
Avevo chiesto con gli emendamenti, che le procedure di selezione del Direttore e delle altre figure del Consiglio che verranno scelte dalla Regione, dentro la comunità, fossero fatte in modo più trasparente e magari, ripeto, con un passaggio all'interno del Consiglio regionale.
Mi auguro e vado a chiudere, che si proceda in fretta con la fase B, la legge che poi porterà a risolvere il problema anche dalla gestione di parchi dal punto di vista naturale e poi analizzeremo i le gli emendamenti fatti; credo sia stato fatto comunque un lavoro se parziale, comunque un primo passo e in parte sono contento di aver partecipato ai lavori di questa Commissione.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto la parola il consigliere Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Innanzitutto ringrazio il Presidente della Commissione, Calzavara, che ha condotto in maniera egregia fino qui un percorso, che io credo oggi andremo a approvare solo una prima parte, perché io ho vissuto anche nei vari incontri fatti con gli Amministratori locali, per quanto riguarda il resto del testo che farà parte un altro provvedimento, che va a rivedere la disciplina relativa ai Parchi, le aree protette del Veneto, e che presenta comunque degli aspetti molto importanti di semplificazione, di aggiornamento, di una visione dei Parchi che è nata molti anni fa su un concetto puramente vincolistico di protezione e che vuole trasformare il Parco secondo una nuova visione di opportunità per lo sviluppo, di strumento, di motore, che possa dare valore aggiunto al territorio e a tutte quelle risorse economiche, in particolare quelle dell'agricoltura e il turismo, che insistono sul territorio dei Parchi veneti.
Credo che questa è una prima parte, ma una prima parte importante, che introduce degli elementi di grande novità, soprattutto la partecipazione nella gestione del Parco, dei principali attori dell'ambiente, dei principali operatori ecologici sull'ambiente del territorio del Parco, che sono gli agricoltori: ammettere e coinvolgere quelli che finora erano soggetti terzi, quasi visti in contrapposizione, quasi che vedevano il Parco con sospetto, perché calava vincoli, impedimenti alla loro attività, oggi diventano protagonisti perché il Parco diventi qualcosa che possa creare prospettive per valorizzare i loro prodotti.
C'è una domanda di ambiente, una domanda di benessere, una domanda di salubrità crescente, parlavo proprio in questi giorni scorsi con un amico agricoltore, uno di quelli seri, che da anni fa le mele biologiche in Lessinia e mi ha detto che le medie di quest'anno li ha già venduti a prezzi molto buoni, ma lui fa il biologico vero, non quello che è solo di facciata, si è creato una credibilità e quindi è un esempio da seguire. Ecco che l'ambiente può non essere antitetico allo sviluppo, ma diventare un fattore di sviluppo stesso.
Questa nuova visione e soprattutto è oggi sposata da tanti iniziative imprenditoriali, anche in Lessinia, di giovani imprenditori che hanno creato delle piccole reti commerciali, hanno saputo valorizzare, tra sformare i loro prodotti, hanno saputo insomma creare anche attività connesse all'agricoltura, creare reddito e continuare a vivere in montagna.
Ora coinvolgere nella gestione questi soggetti, significa renderli partecipi fino in fondo nel creare prospettive per lo sviluppo economico del loro territorio. Quindi un parco che non è semplicemente la sommatoria di vincoli e non deve essere sommatoria di vincoli, ma deve essere visto soprattutto come un fattore di sviluppo: questa è la filosofia sposata in questa prima parte della legge e con la prossima legge credo che si sarà il completamento di questa nuova impostazione, moderna, contemporanea, che dà il giusto peso giusto valore ai parchi.
Dovete capire che quando si dice la conservazione, chi conserva l'ambiente non sono certo gli ambientalisti, ma chi fa la manutenzione: sono gli operatori ecologici che sistemano il viottolo, la strada; se frana un muretto lo ricostruiscono, se c'è da pulire una posta per l'abbeveraggio del bestiame la puliscono, se c'è da rimettere sulla da aggiustare, manutenzionare una malga lo fanno.
Per far questo è semplice operazioni molto spesso c'è una burocrazia che ti blocca: devi fare una valutazione DI incidenza-ambientale, montagne di carte, carte da bollo, tempi, costi e spesso i costi della burocrazia sono addirittura maggiori dei costi degli di piccoli interventi che sono poco più di manutenzione ordinaria, che quotidianamente, tradizionalmente, sono sempre stati fatti senza dover incorrere a montagne di carte e file agli sportelli comunali del parco.
Credo che la seconda parte sia altrettanto importante come la prima parte che riguarda la governance. Quindi auspico pertanto alla Commissione di andare avanti e lavorare, perché quanto prima meglio, anche entro la fine dell'anno, si arrivi a completare il quadro completo che riguarda i parchi e le aree protette del Veneto.
Un parco che non sia solo sommatoria dei vincoli, perché se ci fermassimo a una sommatoria di vincoli, io mi chiedo a cosa serve il parco. C'è bisogno di creare un Ente perché sovraintende a dei vincoli? I vincoli si pongono, possiamo farne a meno; c'è un Ente se c'è la capacità di creare una prospettiva di sviluppo compatibile con l'ambiente, su quel territorio: ecco che l'Ente può essere di supporto, può essere sussidiario, alle attività che insistono su quel territorio, in maniera tale che queste attività vengano svolte in modo tale da consentire la conservazione della parte, ma anche la permanenza delle attività su quel territorio.
Ripeto, senza la presenza dell'agricoltore, senza produrre la presenza di coloro che quotidianamente vivono nel parco, non fanno solo scampagnata del fine settimana, ma vivono quotidianamente nel cercare di manutenzionare questo territorio, senza la loro partecipazione, parchi così belli come abbiamo, non li avremo, avremo territori selvaggi, territori ingestiti e ingestibili.
Voglio fare un'altra considerazione sul concetto di ambiente, sul concetto di conservazione: noi non dobbiamo scambiare il parco come il luogo dove tutto è intoccabile, dove non si può fare nulla, perché il concetto di natura selvaggia è paradossalmente antitetico allo stesso concetto di conservazione della natura.
Oggi non c'è nessun ambito del territorio che non sia stato plasmato, toccato e gestito nel passato, nel presente, dalle mani dell'uomo: occorre l'equilibrio; questo equilibrio è spesso una normativa ideologica, come quella sui parchi italiani, è stato compromesso in alcuni casi.
Paradossalmente queste normative di iperprotezione, hanno fatto e stanno facendo più danni di quello che era la normale prassi che per millenni gli agricoltori e gli allevatori della montagna hanno portato avanti col buon senso e ci hanno consegnato questo bel patrimonio di cui oggi possiamo tutti godere e fruire.
Cerchiamo di portare qui il concetto di conservazione, ma con il buon senso, cioè quell'equilibrio: certe posizioni ideologiche vanno evitate, perché creano più danni che vantaggi all'ambiente stesso.

PRESIDENTE

Grazie. Il collega Conte non è presente in Aula, quindi passiamo alla collega Cristina Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Alessandra Moretti Presidente)

Grazie, Presidente.
Nell'affiancarmi ai ringraziamenti a tutta la struttura e ai colleghi che si sono occupati della discussione di questo importante e delicato passaggio della revisione della legge dell'84, lo ricordavate tutti, non ribadisco i concetti già espressi da alcuni colleghi, in particolare dal correlatore Azzalin, riguardo al PDL monco, della parte relativa alla valorizzazione della mission principale dei Parchi, cioè la tutela dell'ambiente. Non mi soffermo sul particolare per cui questo PDL riconosce a stento quegli stakeholder del territorio che si occupano, in primis, di tutela ambientale, ma vorrei ricollegarmi alle parole espresse dal collega Colman proprio all'inizio di questa seduta, tra l'altro le auguro davvero un buon lavoro, stamattina ribadiva la centralità del territorio, dei suoi amministratori e invitava a ragionare valutando le ricadute sul territorio stesso delle scelte che noi facciamo all'interno di quest'Aula.
Nulla di più giusto, ma come si va ad attuare tutto questo, con una legge che fa spallucce di fronte alle preoccupazioni ribadite anche in quest'Aula dagli amministratori, dai Sindaci, sul toto nomine e sui ruoli di indirizzo accentrati nelle mani del Presidente e della sua Giunta. Bisognerebbe, invece, prendersele a cuore queste preoccupazioni. Le Amministrazioni, in rappresentanza delle comunità e di questi territori che bisogna, giustamente, rappresentare, richiamano alla centralità dei territori, al ruolo centrale dei suoi rappresentanti, anche delle associazioni e degli ambiti civili, al valore rappresentativo del Consiglio regionale.
Sono richieste che non si possono liquidare con un semplice: è una scelta politica, perché il rilancio dei Parchi - lo sapete meglio di me - non avviene con l'immagine dei palazzi veneziani perché fagocitano i territori; il rilancio parte da territori attori, non spettatori e non comparse.
La legge nazionale che ci deve ispirare non soltanto nella forma, attenzione, ma anche nella sostanza, è la 394 del 1991 e ribadisce la centralità degli Enti Locali, la ribadisce nella gestione e nella programmazione del Parco e della sua vitalità.
Se ogni scelta di indirizzo dell'attività del Parco e delle sue nomine è legata alle preferenze di Palazzo Balbi parliamo di un progetto di legge che contro la 394 rischia davvero uno scontro frontale.
I Parchi, colleghi, sono stati pensati nell'84 come strumento per la tutela e lo sviluppo del patrimonio ambientale del territorio, assieme al territorio e ora sembra essere davvero chiaro il cambio di rotta; Parchi come diretta emanazione di una Giunta veneta che l'autonomia la vuole per sé ma non la tutela per gli altri, per cui è vero, c'è molto da fare, non arriva tardi collega Colman, e davvero glielo auguro, di poter continuare a lavorare con questi principi; si preoccupi della garanzia dell'autonomia non soltanto della nostra Regione, ma anche dei nostri territori, anche in questa occasione, perché sull'obiettivo garanzia autonomia dei territori, probabilmente c'è ancora molto da fare.
Adesso ragioneremo sugli emendamenti, con proposte interessanti. Vi prego cortesemente di accogliere l'appello anche del correlatore Azzalin, proprio per far sì che questa legge abbia perlomeno una rappresentanza è una rappresentazione di quello che è il desiderio anche dei territori, la garanzia dell'autonomia dei territori nella gestione del patrimonio, non come emanazione della Giunta, ma come emanazione della volontà di cittadini, associazioni, volontariato e realtà di iniziative locali.

PRESIDENTE

Grazie. Conte non è ancora rientrato.
Berlato Sergio Antonio, prego a lei.

Sergio Antonio BERLATO (Fratelli d'Italia – Movimento per la cultura rurale)

Ritengo le critiche, che sono state avanzate nei confronti di questo progetto di legge, assolutamente ingenerose e ingiustificate.
È stato detto più volte questa non è una norma che si prefigge il compito di sostituire la legge 40 dell'84, né di andare in conflitto con la tra 394/91.
Questa è una norma che si limita ad affrontare la questione della governance dei Parchi; ha questo obiettivo, dall'inizio è stato detto chiaramente che ha questo obiettivo.
Per quanto riguarda la revisione o la sostituzione della legge 40 dell'84, la legge regionale sulle aree protette, approvata dalla Regione del Veneto prima della 394/91, che è la legge quadro sulle aree protette, per quanto riguarda questa norma questa questione verrà affrontata a tempo debito, io credo che già si stia lavorando proprio per predisporre una legge che possa rendere attuale la legge 40/84, non abbiamo nessuna intenzione di fare cose diverse.
Semplicemente si è ritenuto indispensabile ed urgente affrontare la questione della governance per passare dalla fase commissariale a una fase gestionale più snella e più producente e dopodiché si passerà alla seconda fase che sarà quella, appunto, della revisione o sostituzione della legge 40/ 84.
Voglio ricordare, qualcuno dei colleghi dell'opposizione, prima ha fatto accenno al mancato inserimento del tema di Rete Natura 2000, che non ha nulla a che vedere con le aree protette ai sensi della tra 394/91; Rete Natura 2000 è una rete ecologica comunitaria, che è prevista da due direttive comunitarie, la 43/92 e la ex 409/79, poi nuovamente rubricata in 147 del 2009, sono due direttive che hanno previsto nel territorio di tutta Europa la creazione di aree per la tutela delle specie in cattivo stato di conservazione e in via di estinzione, prevedendo la creazione di zone di protezione speciale (ZPS), questo lo prevede la direttiva "Uccelli", la 147 del 2009 e l'altra direttiva, la 43/92, che prevede la creazione di aree definite, inizialmente come siti di importanza comunitaria, che poi diventeranno zone speciali di conservazione, una volta ufficializzate dall'Unione Europea, aree che vengono istituite per proteggere gli habitat naturali, dentro i quali vivono le specie in cattivo stato di conservazione, che devono essere protette ai sensi della 147/2009 attraverso le zone di protezione speciali.
Sono cose completamente diverse. Non hanno nulla a che vedere le aree facenti parte di rete Natura 2000 con le aree protette ai sensi della 394/91. Cose completamente diverse. Mischiare le due cose vuol dire o non conoscere la tematica o volerla confondere apposta per arrivare, magari, a sottoporre a Rete Natura 2000 ai vincoli della legge, che noi consideriamo la più liberticida che abbia conosciuto il nostro Paese: la 394/91; una legge che calpesta i diritti e le prerogative dei Sindaci, dei Presidenti delle Province e delle Regioni, con delle imposizioni che vengono attuate direttamente a livello statale, senza tenere in debita considerazione le esigenze del territorio.
Questo è successo in più occasioni con l'applicazione della 394/91; di questo parleremo.
È utile che si tengano distinte le due cose per non fare confusione.
Un'altra puntualizzazione per quanto riguarda la questione del Parco del Delta del Po, quel Parco qualcuno voleva diventasse Parco nazionale, qualcun altro vorrebbe diventasse Parco interregionale, ma che noi riteniamo opportuno che rimanga Parco regionale, per poterlo gestire direttamente, senza sottoporre questo Parco alle decisioni di un Ente sovraregionale che, magari, non conosce o non tenga in debita considerazione le esigenze del territorio.
Quindi il parco interregionale è una previsione della normativa statale, da poco approvata, che ha una grande merito, che è quello di aver tolto il ricatto del Parco nazionale.
La 394 prevedeva che, se nel giro di un determinato periodo non fosse stato approvato il Parco interregionale, il Governo avesse lo strumento per poter intervenire direttamente e imporre il Parco nazionale; fortunatamente questa norma è stata tolta, è stato tolto il ricatto ed è rimasta la norma che dice che se le Regioni, d'intesa tra di loro, vogliono creare il Parco interregionale, lo possono fare, ma se non c'è l'intesa tra di loro il Parco del Delta del Po rimane Parco regionale.
Noi abbiamo approvato in quest'Aula una mozione, approvata a larga maggioranza, che prevede che la Regione del Veneto voglia mantenere il Parco del Delta del Po, come Parco regionale, migliorando nella governance, facendo investimenti adeguati, per fare in modo che il Parco del Delta del Po, come tutti gli altri Parchi nella nostra Regione, non si limiti ad un coacervo di vincoli insostenibili, ma si traduca in opportunità di crescita per il territorio e per le attività produttive che in esso vengono esercitate.
Altra puntualizzazione su un'imprecisione che è stata affermata da alcuni Consiglieri: la Regione del Veneto vuole smantellare i Parchi, ma proprio perché non abbiamo nessuna intenzione di smantellare i Parchi, ma vogliamo fare in modo che diventino da aree imbalsamate ad aree fonti di grande opportunità, vogliamo fare in modo da valorizzare le aree sottoposte al regime di parco, non certo smantellarle, né l'abbiamo fatto quando abbiamo presentato quelle due norme che riguardavano e riguardano tuttora perché sono norme vigenti – voglio ricordare che se qualcuno pensa che le abbiamo dimenticate, si sbaglia di grosso – che prevedono non lo smantellamento del Parco dei Colli Euganei o lo smantellamento del Parco della Lessinia: quelle due norme prevedono la riclassificazione, non lo smantellamento delle aree a Parco, per fare in modo che ci sia un diverso livello di tutela delle aree in base alla valenza naturalistica e faunistica. Questo non certo prevedendo il mantenimento di vincoli assolutamente assurdi in aree che non hanno nulla a che vedere con quelle che dobbiamo essere in grado di tutelare dal punto di vista paesaggistico.
Quello era l'obiettivo e abbiamo anche detto, per rispetto nei confronti del territorio, che saranno i Sindaci dei Comuni interessati dal Parco della Lessinia e dal Parco dei Colli Euganei a indicarci il livello di riclassificazione: ci siamo presi l'impegno di ascoltare e di prendere atto delle indicazioni che arrivano dai Sindaci. Alcuni del Parco dei Colli Euganei ci hanno chiesto esplicitamente di riclassificare alcune aree e la stessa cosa è stata fatta per il Parco della Lessinia, per cui noi non vogliamo imporre nulla, ma prendere atto delle indicazioni che sono arrivate dai Sindaci in rappresentanza dei loro cittadini e quindi chiediamo con forza che la Giunta regionale dia seguito a quel tipo di indicazioni che sono arrivate dai Sindaci dei due Parchi, in modo tale da poter dare riscontro alle loro richieste.
Non era questo l'impegno che avevate chiesto anche voi come opposizioni? Non era questo che ci chiedevate quando dicevate che volevamo smantellare i parchi e bisognava ascoltare i Sindaci, magari politicizzati, che avevano ben altri intenti? Ebbene, nonostante la loro appartenenza e la loro opposizione preconcetta, noi abbiamo detto che offriamo ai Sindaci lo strumento per poter riclassificare le aree incluse nel Parco, nel pieno rispetto di quanto previsto da 394/91. Se ci sono dei Sindaci che ritengono di non utilizzare quello strumento, ne risponderanno nei confronti dei loro cittadini; se ci sono dei Sindaci, invece, che vogliono utilizzare quello strumento, la Regione dia seguito e ascolto a quel tipo di indicazione che arriva dai Sindaci. Solo questo abbiamo chiesto noi ed è quello che vogliamo che venga fatto, né più e né meno.
Rispondo al collega Zanoni, che ha la sua solita posizione preconcetta nei confronti dei cacciatori e chiede cosa ci fanno i cacciatori nelle consulte dei Parchi: non c'è mica ad andare a caccia all'interno dei Parchi quindi cosa ci fanno i cacciatori negli organismi di gestione? I cacciatori sono quelli che conoscono, che hanno esperienza gestionale, che sono a disposizione per intervenire laddove i presunti ambientalisti e animalisti non sanno intervenire, perché magari sono presi da non conoscenza e, se diamo uno strumento per gestire la fauna selvatica come avviene adesso nel Parco dei Colli Euganei, chiedo al collega Zanoni e agli altri colleghi che si pongono questo problema chi credono che stiano facendo gli interventi di contenimento dei cinghiali nel Parco dei Colli Euganei.
Allora, quelli che voi dicevate che fossero fantasmi, cioè i cinghiali che devastavano, e avete fatto anche delle scorribande per censire i cinghiali alle dieci di mattina lungo le strade dei Colli Euganei e avete detto che non ci sono cinghiali in base ai vostri censimenti, eppure mi sembra che le persone autorizzate dall'Ente Parco abbiano finora effettuato il contenimento, prelevando diverse centinaia di cinghiali che voi non avevate visto attraverso i vostri censimenti farsa.
Allora, per il prelievo degli animali in esubero che producono danni alle colture agricole nel territorio o rappresentano un pericolo per l'incolumità delle persone, gli interventi devono essere fatti attraverso l'utilizzo di strumenti adeguati e tra questi anche armi da fuoco: io vedrei un animalista prendere in mano un'arma da fuoco con l'evidente prospettiva di spararsi su un piede o di tagliarsi una mano con un coltello. Io già lo vedo, quindi dobbiamo fare in modo che gli interventi autorizzati a persone specificatamente preposte possano essere fatti nella conoscenza degli strumenti indispensabili per garantire la corretta gestione del patrimonio faunistico a tutela del territorio, a tutela delle colture agricole e a tutela dell'incolumità dei cittadini.
In caso contrario sarebbe come dire: ma cosa ci fanno gli alpini dentro la Protezione Civile? Non c'è mica da fare guerra, non c'è mica da utilizzare mitragliatori, cannoni o altre cose del genere? Sarebbe la stessa affermazione che ignorantemente potrebbe essere utilizzata, confondendo quello che viene fatto in tempo di pace con quello che viene fatto in tempo di guerra.
Allora chi è esperto e chi si mette a disposizione e conosce il territorio può essere utilizzato per il bene della collettività e questo è semplice: ecco il motivo per il quale abbiamo chiesto ed ottenuto che all'interno dei vari organismi di gestione e delle consulte ci siano persone esperte tra gli agricoltori, tra i cacciatori, tra gli ambientalisti, tra tutti coloro che conoscono e vogliono garantire la corretta gestione di queste aree e anche la fauna che c'è dentro. E' semplice, niente di più naturale rispetto a questo: chi si scandalizza della presenza di queste persone esperte ha una prevenzione ideologica, che manifesta una mancanza di volontà di affrontare seriamente le questioni legate alla corretta gestione del patrimonio faunistico ambientale.
Noi, però, non ci abbandoniamo alle ideologie, alle isterie, non si abbandoniamo alle demagogie, ma vogliamo semplicemente che chiunque possa contribuire positivamente, mettendo a disposizione il proprio volontariato, la propria conoscenza, la propria capacità gestionale, se li mette a disposizione al servizio della collettività, ben venga, perché tutti gli interventi che vengono fatti vengono fatti sulla base di specifiche autorizzazioni che vengono emanate nel pieno rispetto delle normative vigenti, niente di più e niente di meno.
Io voglio ringraziare il presidente Calzavara per la pazienza che ha avuto nell'ascoltare anche tante presunte verità all'interno della Commissione, ascoltando anche tutti coloro che avevano titolo per parlare e dire la propria opinione: tutte le opinioni sono rispettabili, però una cosa sono le opinioni e una cosa è la conoscenza. La gestione si fa con la conoscenza, non con l'imbalsamazione oppure con l'approccio ideologico prevenuto.
Questo è lo spirito che ha mosso la Commissione e i Consiglieri che hanno partecipato ai lavori, che poi si sono tradotti in questo progetto di legge che noi voteremo convintamente perché riteniamo che sia un progetto di legge intelligente, sensato, obiettivo, uno strumento adeguato per poter facilitare la gestione attraverso una più snella governance, ascoltando il territorio, coinvolgendo le comunità locali e arrivando a dotare chi vuole garantire la tutela del nostro territorio di strumenti adeguati per poter intervenire dove serve e quando serve per il bene della collettività. Ecco il motivo per il quale noi voteremo favorevolmente questa proposta di legge, in attesa di poter affrontare l'altra parte, che è quella relativa alla revisione o sostituzione di quella che è stata definita un'antica legge, che è la 40 dell'84, una legge che magari partiva da un presupposto diverso, da un approccio ideologico anche diverso, rispetto a quello che dobbiamo avere.
Speriamo di poter arrivare a una legge moderna, che possa trasformare queste aree protette in opportunità e fare in modo che i parchi non siano, come sono stati definiti dal collega Brusco, ben venga, da parte degli esponenti di 5 Stelle questa consapevolezza, che ha definito i parchi come carrozzoni mangiasoldi, non devono più esserlo, se lo sono stati, bisogna fare in modo che le risorse, siccome sono risorse pubbliche, devono essere utilizzate come investimento per trasformare queste risorse pubbliche in opportunità per l'intera collettività e per far crescere il nostro territorio.
Questo è l'obiettivo che ci muove, questo è l'approccio che vogliamo continuare a mantenere ed è questo il motivo per il quale noi saremo pronti a fare la nostra parte, per dare il nostro contributo come l'abbiamo fatto per questo progetto di legge, lo daremo anche per la nuova legge che andrà a sostituire la legge 40 dell'84.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Massimo Giorgetti

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Berlato.
Consigliere Conte, prego.

Maurizio CONTE (Veneto per l'Autonomia – Alleanza per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Sicuramente un ringraziamento al lavoro fatto dal Presidente e alla Commissione, che sono riusciti anche questa volta, a individuare un percorso e soprattutto anche delle soluzioni, che sicuramente vanno a favore del territorio.
Al di là che sia ancora una legge tra virgolette monca, perché appunto tratta solamente l'aspetto della governance e saremo in attesa di quella che sarà invece la parte legata alla tutela vera e propria della rete ecologica regionale, ma sicuramente è un tema che viene affrontato guardando alle piccole verità peculiarità dei singoli parchi; inizialmente io ero a favore di unire in una gestione unica, una rete unica regionale, che superasse le singole gestioni territoriali.
Forse proprio nella fase anche di dibattito di confronto, la peculiarità stessa dei parchi, le differenze dei parchi, le situazioni che confliggono o infliggono necessità di soluzioni differenti rispetto a territori differenti, questo permette sicuramente di avere individuato in questa legge una soluzione che possa essere nella diversità dei territori e dei parchi stessi, una soluzione di governance che possa in qualche maniera adattarsi alle singole realtà.
Questo si è visto in particolare per il Parco della Lessinia, per esigenze legate alla rappresentanza delle proprietà territoriali presenti in quello specifico parco, ma anche rispetto alle osservazioni e su questo sicuramente è stato necessario il confronto ulteriore che è stato fatto proprio con gli Amministratori locali, con i Sindaci, che appunto in fase finale hanno ulteriormente dato indicazioni con le loro osservazioni, per migliorare ulteriormente quello che è il testo che stiamo per licenziare.
È sicuramente anche una presa d'atto di quella che è stata la volontà della Commissione di considerare certe situazioni, in particolare quella ad esempio del Parco Colli, che vedeva nell'ambito della parte legata alle autorizzazioni paesaggistiche e a tutta una gestione, che finora è stata gestita direttamente dal Parco, nel mantenere quel sistema che sicuramente avrebbe creato invece forti difficoltà nell'ambito della gestione da parte dei singoli Comuni.
Un percorso che ci permette di individuare una sistema di governance, che finalmente va a definire e a superare la fa le fasi commissariali e questo sicuramente pesa nell'ambito di una gestione che molto spesso perde l'opportunità che, sicuramente un Commissario nella sua funzione, non può cogliere, rispetto invece a un organo di governance eletto o possiamo dire, anche nominato, ma che può sicuramente rappresentare in maniera diretta, quelle che sono le istanze e una diretta gestione da parte del territorio.
Io spero che sia proprio questo l'obiettivo: guardare a una governance che dia valore aggiunto al territorio e che lavori per quanto riguarda la riduzione del peso burocratico, che forse è stato l'elemento molto spesso anche di conflittualità, che ha visto certi territori, ma soprattutto i cittadini all'interno del parco, essere consapevoli di una situazione che molto spesso poteva creare situazioni di appesantimento di quelle che sono le procedure, le procedure autorizzative ad esempio a livello paesaggistico, ambientale, a livello urbanistico, che molto spesso incidono sulla concezione da parte del cittadino, invece di un'opportunità legata appunto al parco, gli elementi di appesantimento burocratico.
Sarà proprio questa la sfida legata alla parte successiva della legge che dovrà andare verso una tutela della rete ecologica regionale, ma anche a una semplificazione di quelli che sono aspetti che impattano in maniera notevole sui territori, anche all'interno appunto dei parchi.
Sarà sicuramente l'aspetto che guarda all'ambiente e alle criticità nell'ambiente: il Delta del Po, che ritengo sia fondamentale mantenere come parco regionale, dovrà però superare certe situazioni, certe limitazioni, che vanno a infliggere in maniera anche pesante sulla gestione di certe attività, la pesca.
Il bisogno anche di riaprire le bocche di porto, che sono elemento fondamentale per permettere queste attività e molto spesso la parte burocratica e di limitazione normativa, va a incidere in maniera fortemente negativa su quello che è l'opportunità di mantenere, anche legate a quel territorio, certe specifiche attività imprenditoriali.
È su questo che dovremmo lavorare per guardare anche se fosse necessario, al superamento di norme nazionali, che visto anche la Costituzione del nuovo Governo, dovrà comprendere in maniera importante che l'aspetto dell'autonomia è legata anche alla possibilità di certi territori, soprattutto da parte delle Regioni, di poter gestire anche all'interno dei parchi regionali, situazioni conflittuali, che possano trovare soluzioni consone alle esigenze di chi ci vive, in maniera conforme anche alla legge, senza quindi andare a creare conflittualità, che poi incidono in maniera negativa sul rapporto di un ente come il Parco, con quella che è la vita di chi ci vive al suo interno.
Il Parco Colli: abbiamo situazioni legate a situazioni industriali pesanti, le cementerie; a quelli che sono aspetti di impatti ambientali notevoli, che hanno bisogno anche di un rispetto delle norme, sicuramente a livello ambientale, ma soprattutto anche guardare a situazioni che hanno compromesso questo.
Mi ricordo solo di quella che è una situazione legata all'utilizzo del rifiuto, come prodotto da utilizzare per la produzione energetica all'interno delle cementerie: questa è stata una volontà che all'epoca il ministro Clini, tecnico all'epoca assunto, mi sembra dal Governo Monti, ha potuto appunto autorizzare questo utilizzo per le cementerie; questo sta creando sicuramente una forte difficoltà anche da parte degli enti di controllo, l'ARPAV stessa, perché purtroppo la situazione dei limiti rispetto agli inceneritori di rifiuto, che hanno sicuramente una norma più restrittiva, sta creando una forte preoccupazione nel territorio. Ma noi dobbiamo anche superare, ad esempio, con quello che sarà la necessità di guardare alla riorganizzazione ambientale e di tutela ecologica dei Parchi quelle che sono le esigenze che arrivano, ad esempio, dal Parco Colli, per quanto riguarda anche quell'ultima impugnativa che è stata fatta da parte del Governo, sulla nuova legge sulle cave.
L'obiettivo che avevamo e abbiamo è quello di tutelare un'attività legata al territorio, legata alla tradizione, legata alla necessità di mantenere quelle quantità minime che sono fondamentali anche per quello che è il restauro dei nostri centri storici.
Quelle cave di trachite che grazie magari a nuove tecnologie meno impattanti, sotto l'aspetto ambientale, possono dare una soluzione a quella che è il mantenimento di attività imprenditoriali legate alla nostra tradizione.
Ci sarà, quindi, bisogno di entrare in merito, trovare una soluzione, andare a modificare quel Piano Ambientale anche del Parco che riveda norme che non sono più consone ai tempi e alle esigenze di quel territorio, coinvolgendo sicuramente i Sindaci e anche tutto quel territorio e, quindi, tutte quelle associazioni legate al territorio che vanno dal mondo ambientale, al mondo imprenditoriale, al mondo agricolo, che hanno sicuramente bisogno però di potere trovare un equilibrio tra norme e vivibilità di quel territorio.
Non parliamo di quella che è la situazione della difesa, nell'ambito agricolo, di quelle che sono le attività legate alla coltivazione di quei territori, in particolare, ripeto, quello del Parco Colli, di una situazione di forte pressione antropica da parte della fauna selvatica, quei cinghiali che, purtroppo, per norme anche nazionali sono limitative nell'ambito di quella che è una selezione che riteniamo sia necessaria per garantire l'equilibrio naturale del territorio legato al Parco.
Quindi è proprio su questo che il Presidente Calzavara (seconda Commissione) avranno sicuramente ancora da lavorare nell'ambito dell'aspetto ambientale, di quello che sarà un completamento di questa legge che, preannuncio, vedrà il mio voto favorevole, io penso anche di quello che sarà l'intergruppo di Alleanza per il Veneto. Grazie
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Bruno PIGOZZO

PRESIDENTE

Grazie. La parola a Claudio Sinigaglia. Prego.

Claudio SINIGAGLIA (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Io, invece, esprimo tutta la mia delusione di fronte a questa legge. La considero un commissariamento camuffato e non attiva quel salto di qualità che, invece, sarebbe necessario per capire che idea di Parco, che idea di ambiente, cosa vogliamo promuovere con i parchi, qual è il cuore di questa legge?
Vado via molto veloce perché penso ci comprendiamo subito e forse è inutile anche prenderci in giro.
Qual è il cuore di questa legge? Il cuore di questa legge è il Consiglio direttivo.
Da chi è composto il Consiglio direttivo? Da due direttamente nominati da Zaia, più un terzo nominato da Zaia, quant'è il numero dei componenti del Consiglio direttivo? 5. La maggioranza chiara e nominata da Zaia che, come avviene anche per le ULSS, se viene nominato Direttore Generale, la prima cosa che deve fare il Direttore Generale è eseguire gli obiettivi, i contenuti, le attività che, chi ha nominato, vuole portare avanti.
Allora tutto si gioca su questo cuore della legge, il cuore dice chiaramente che siamo di fronte ad una scelta che non appartiene al territorio, ma che appartiene al Governatore. L'obiettivo di questa scelta è razionalizzare, ridurre i costi, contenere. Non è un percorso di promozione, di sviluppo delle attività dei Parchi, è completamente finalizzata a questo; tanto che abbiamo tirato via una parte del primo articolo, l'ho chiesto io di tirarlo via in modo tale che non fosse così esplicito, che diceva chiaramente che l'obiettivo di questa legge era quello di razionalizzare i costi, anzi di razionalizzare e ridurre i costi, diceva chiaramente: "In ossequio alla legge - di cui adesso non ricordo il numero- che abbiamo approvato nella precedente legislatura".
Questo è. Il resto: la comunità, la Consulta, l'Osservatorio Scientifico funzionano se chi è chiamato a gestire fa funzionare le altre componenti, anche il revisore è nominato dalla Giunta, ma qui diamolo per scontato, sta nominando i Revisori dappertutto.
Quindi, veramente, siamo riusciti nell'incredibile svolta fatta dalla Commissione, che di fronte alla proposta di legge della Giunta 143, che diceva che Zaia ne nominava uno nel Consiglio direttivo, siamo riusciti a venire in Aula, forte dell'autonomia del Consiglio regionale e ne abbiamo tre nominati da Zaia: pensate che capolavoro abbiamo fatto! Potete sempre dire che è merito dell'opposizione questa svolta, ma, di fronte alla proposta di legge 143, che diceva che Zaia nominava un componente del Consiglio direttivo e gli altri quattro erano espressione del territorio, alla fine del percorso, dopo le audizioni, ho letto il contenuto delle audizioni, nessuno ha detto: vogliamo che tre componenti del Consiglio direttivo siano nominati da Zaia: a me non risulta, cioè hanno parlato di tutt'altro, hanno detto che la governance deve essere in sintonia con il territorio, ma non che ne devono essere nominati da Zaia almeno tre.
Ditemi dove siete andati a scoprire questo legame con il territorio, che è praticamente commissariato: è un commissariamento camuffato da parte di Zaia, continua il commissariamento, sono due – tre anni che abbiamo il commissariamento, non potete più prorogarlo, ci siamo inventati questa formula di un commissariamento camuffato. Questo è il segreto di questa legge.
Per il resto aggiungiamo, togliamo, mettiamo. A proposito: i tre della Giunta chiaramente non possono essere del Consiglio regionale, adesso io sono anche stupito perché mi sembrava che qualche altro fosse convinto di questa scelta da parte del Consiglio regionale, perché il Consiglio regionale ne nomina due della maggioranza e uno dell'opposizione: potevamo rappresentare politicamente il quadro. Dopo è chiaro che magari in Consiglio direttivo Zaia metteva quelli della maggioranza, ma almeno nella comunità ce ne sarebbe stato uno del territorio nominato dall'opposizione; neanche questo: devono essere nominati direttamente da Zaia in modo tale da tenere sotto controllo, in libertà vigilata, tutta la gestione dei Parchi.
Questa non è promozione, questo non è sviluppo, questo non è un rapporto con il territorio, è un'altra cosa, quindi finiamola di prenderci in giro.
Questo è il nocciolo duro della legge, è il cuore della legge, questa è la scelta che avete fatto, questa purtroppo è un'ottica minimalista della concezione della gestione dei Parchi. Allora, se è un contenimento dei costi, diciamocelo fino alla fine, non prendiamoci in giro: questo è il cuore della legge, questo state portando avanti, il resto fa parte della nebulosa serie delle argomentazioni per dire che siamo tutti ambientalisti. E' vero: siamo tutti ambientalisti, però c'è chi pronuncia l'ambientalismo in una maniera, cioè di partecipazione, condivisione, promozione e sviluppo del territorio, e chi invece lo porta avanti un'altra maniera, contenendo i costi, cercando di ridurre il più possibile i costi. Questa è la linea che è passata e che passerà e per questo esprimo tutta la mia delusione di fronte a una proposta di legge che diventerà legge, che è un commissariamento camuffato, punto e basta.
Ripeto che anche gli auditi sono stati presi in giro, perché hanno parlato di altro, hanno parlato su proposte di legge che erano diverse, hanno parlato non dicendo esattamente quello che noi abbiamo messo in legge e quindi audire o non audire a questo punto non cambia assolutamente nulla, perché è uno sforzo di ascolto che poi non si traduce in contenuti che la legge recepisce. Quindi, se le audizioni devono fare questa fine, che senso ha?
Questo è il quadro della legge, questo è il motivo per cui esprimo tutta la mia delusione. Aspettiamo, neppure con tanta enfasi, nuovi passaggi, perché temiamo nuovi passaggi.
Io ho a cuore il Parco dei Colli perché è quello che conosco meglio, sono già venute fuori delle perplessità sul Parco dei Colli, ma in questi ultimi anni abbiamo parlato di cave, abbiamo parlato di cinghiali a, proposito, volevo dire a Berlato che nessuno in questo momento sta facendo la caccia ai cinghiali nel Parco dei Colli.

PRESIDENTE

Chiedo scusa, c'è stato un blocco del sistema: dobbiamo riavviare e riprendiamo subito.
Nel frattempo comunico che sono stati distribuiti gli emendamenti del Relatore, dal 92 al 96, e del Correlatore, dal 97 al 99, quindi sono 8 emendamenti, ci sono 15 minuti per i subemendamenti, quindi alle 17.16 il tempo per la consegna dei subemendamenti.
Un attimo di pazienza collega Sinigaglia dopo riprendiamo, tenga il filo dell'intervento in mente.
Il collega Ruzzante ha fatto una richiesta, prego.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Liberi E Uguali)

Chiedo scusa anzi al collega Sinigaglia.
Io almeno personalmente, ma credo anche gli altri colleghi, non abbiano nessuna intenzione di fare 20, 30, 50 subemendamenti, però dateci il tempo di leggerli, perché sono diversi emendamenti e sono il cuore della riforma; ce l'avete in parte descritti, però voglio leggerli, se permetti, carta canta.
Ci metto 10 minuti a leggerli, se voglio fare un subemendamento non ho il tempo.
Le chiederei 25 minuti, 20 minuti, 25 insomma.

PRESIDENTE

Ha ragione, sono le 17.02: facciamo alle 17.30 per i subemendamenti.
Tenga conto che erano stati distribuiti ancora, voi eravate fuori; mi dispiace ma son cose che dobbiamo tutti seguire con attenzione.
Prego, collega Sinigaglia.

Claudio SINIGAGLIA (Partito Democratico)

Stavo sottolineando un aspetto particolare del Parco Colli, di come sia stato oggetto di particolare attenzioni, di come stiano succedendo diverse operazioni, attività che mettono in serio dubbio l'attività stessa del Parco.
Recentemente la scoperta di tracce di diossina, il discorso delle cave, i cementifici, il Parco dei cocuzzoli, dopo il Parco di Cocuzzoli, abbiamo sentito che siccome c'è un Sindaco che ha espresso un parere diverso rispetto a tutti gli altri, ci sarà il Parco con il buco, perché siccome si trova, questo Comune, in mezzo al Parco, avremo il Parco dei Colli con il buco se, appunto, ci sarà la soddisfazione da parte di questo Sindaco, che ha detto che vuole rivedere i confini del Parco, allora avremo il Parco con il buco.
Ci sono i cinghiali; ma stavo dicendo: da alcuni mesi a questa parte non sta succedendo nulla con i cinghiali, l'attività di cattura dei cinghiali è finita da almeno quattro mesi a questa parte, perché il passaggio del personale a Veneto Agricoltura, ha portato appunto a sistemazioni eccetera.
Poi si è scoperto che per abbattere i cinghiali ci vuole l'assicurazione e quindi l'attività si è fermata e i cinghiali continuano a proliferare al Parco Colli, sono tanti e numerosi.
un parco senza identità e soprattutto vincoli, non serve a nulla; non serve a nulla, fa fare passi indietro.
Allora su questo ci stiamo giocando una legge che, ripeto, a mio giudizio, è deludente perché il cuore non fa altro che dare a Zaia il potere di gestire i Parchi, ma non nella logica di promozione, nella logica di riduzione dei costi e su questo, chiaramente, stiamo facendo un capovolgimento degli orizzonti, degli obiettivi.
Ho sentito declamare tanti obiettivi anche, sinceramente, lungimiranti, belli, arricchenti, il turismo, la promozione. Però, ecco, rispetto alle scelte fatte mi sembra che sia un passo indietro notevole.
Chiudo ricordando ancora: questo è un passo indietro, rispetto alla stessa proposta di legge presentata dalla Giunta; la 143 prevedeva un unico elemento, Presidente, sicuramente, nominato da Zaia, adesso ne abbiamo 3, ci sarà il Presidente e gli altri due, sempre maggioranza e gli altri due cosa volete che facciano? Si adegueranno alle indicazioni del Presidente e della sua maggioranza, nominati da Zaia.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Montagnoli, prego.

Alessandro MONTAGNOLI (Liga Veneta – Lega Nord)

Grazie, Presidente, a nome della Lega esprimo il voto favorevole.
Ringrazio anch'io il Presidente Calzavara, che come sempre ha ben gestito questa importante riforma. Sappiamo che è una parte della normativa sui Parchi, però già la nostra Commissione ha portato in Consiglio leggi importanti (dal PRAC, alla legge sulle cave, consumo del suolo) e oggi mettiamo un altro tassello nella logica di gestire meglio i nostri Enti di livello territoriale, con una efficacia, prendendo atto di quello che abbiamo visto in questi anni, sicuramente nel percorso di questa legge, bisogna anche ringraziare l'Assessore Corazzari, che l'ha seguita non solo qui, ma anche a livello locale.
La logica è quella del territorio, questo lo abbiamo detto e lo ribadiamo. Perché vedete, voi dite: fa tutto Zaia. Bastava forse che mettessimo che le norme, invece, di farle il Presidente, le faceva il Consiglio, in parte vi portavate a casa un posticino forse eravate contenti.
La logica nostra di prendere atto di quello che abbiamo visto in questi anni è evidente, conosco maggiormente il Parco della Lessinia, che è nel veronese, ascoltando i territori, e l'abbiamo fatto in audizione due volte, anche l'ultima volta, prendendo atto di quello che ci hanno detto e anche cercando di migliorare il testo che qui vedete, anche con gli ultimi emendamenti, con la volontà di far crescere le nostre comunità, di far crescere, nel caso in particolare, la Lessinia, che ha anche una specificità.
Avete continuato ad attaccare i proprietari, che sono fino adesso stati esclusi dalla gestione del Parco, e li ho conosciuti anch'io, sono persone che credono nel rilancio di questa zona, forse, invece, qualcuno in questi anni l'ha gestito come centro di potere ed è questo che vogliamo togliere.
Quindi c'è assolutamente una rappresentanza anche nel direttivo, tre membri, quantomeno, sono del territorio, su cinque, ed è questo quello che conta.
Certo che la responsabilità ce l'ha chi li nomina anche; due sono individuati dalla comunità, il Presidente che nomina un Sindaco e chi ha anche dei titoli, ce le prendiamo noi le responsabilità, in questo settore come negli altri, ma con l'obiettivo di migliorare l'attuale gestione dei Parchi e di dargli una prospettiva, di dargli un futuro e questo è il messaggio che ci hanno lanciato anche chi ci vive lì, che viene dal mondo agricolo, dal mondo rurale ed è questo che abbiamo inserito nella norma, inserendo anche le richieste del mondo agricolo, che prima non c'era, lo abbiamo inserito nella comunità, le rappresentanze di tutte le associazioni, accogliendo anche la richiesta di inserire le Province.
Prendiamo atto che oggi i Parchi non sono ben visti, se andiamo in Lessinia la gestione della fauna del Parco non è ben vista, è vista come una cosa burocratica, un carrozzone e c'è l'idea lungimirante di tutti noi e del territorio, mi auguro insieme, le associazioni insieme ai Sindaci, di fare un cambio di passo. Questo è lo spirito con cui noi abbiamo improntato questa legge. Per cui centralità del territorio, governabilità, che è evidente, perché se siamo arrivati negli anni con i commissariamenti significa che qualche problema c'è stato, quindi la forte volontà di rilancio delle nostre realtà, che sono bellissime, tenendo conto delle specificità.
La Lessinia aveva una specificità, che sono i proprietari, molti allevatori, molti giovani che credono in questo territorio.
Per cui ritengo che abbiamo fatto una buona legge, ascoltando tutti quanti e nel prosieguo ci auguriamo che riusciremo a fare anche la seconda parte, ma il messaggio oggi che vogliamo dare al Consiglio assolutamente è che nel nostro DNA quello che conta è il territorio: buona parte di noi ha fatto il Sindaco, per cui ragioniamo come ragionano i Sindaci, teniamo conto di quelle specificità e di tutte quelle che sono le realtà e le possibilità di crescita che ci sono, per cui ringrazio tutti i colleghi che hanno lavorato e anche tutte le proposte che ci sono arrivate dalle varie categorie, il Presidente e l'Assessore.
La speranza è che si chiuda questo provvedimento, si nominino finalmente le gestioni nuove dei Parchi e si possa crescere nel nostro territorio facendo turismo, facendo economia, facendo bella la Lessinia e tutti gli altri Parchi della nostra Regione.

PRESIDENTE

Grazie. La parola al collega Ruzzante per la discussione generale.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Liberi e Uguali)

Grazie, Presidente.
Sul provvedimento che è qui sottoposto alla nostra attenzione innanzitutto voglio fare un distinguo, perché poi dirò alcune cose critiche, rispetto ai contenuti, però non c'è ombra di dubbio che vanno ringraziati gli uffici per il lavoro che è stato fatto di supporto alla Commissione e desidero ringraziare anche il Presidente della Commissione, Francesco Calzavara, per il metodo corretto di conduzione della Commissione. Abbiamo avuto la possibilità di ascoltare due volte tutti gli stakeholders relativi a questa legge e questo ci ha aiutato a capire, a comprendere, forse anche, a dire la verità, ad avvicinare alcune posizioni che in realtà erano molto più distanti all'inizio della discussione di questa legge e quindi in qualche modo la conduzione corretta da parte della maggioranza in Seconda Commissione è avvenuta: non possiamo dire di no, non ci sono stati ristretti tempi e anche, tutto sommato, in qualche maniera qualche risultato l'opposizione lo porta a casa oggi, non possiamo negare neanche questo e credo vada anzi sottolineato, perché sennò sembra sempre che stiamo qui a pettinare le bambole, come diceva qualcuno. Qualche risultato, rispetto a come era inizialmente pensata questa legge, è stato portato a casa.
Io sono, però, ovviamente insoddisfatto dei risultati, ma sono insoddisfatto più per un aspetto generale, cerco di spiegarlo così: il Veneto, in questi ultimi anni si è contraddistinto a livello nazionale per dati non proprio positivi e, per esempio, siamo la seconda Regione d'Italia per consumo di suolo, abbiamo un consumo di suolo che è di 4-5 punti superiore a quello nazionale e siamo la Regione che è al primo posto dal punto di vista turistico. Noi dovremmo invertire i fattori dello sviluppo del Veneto, dovremmo mettere al centro il cuore pulsante di questa Regione, che dovrebbe essere l'aspetto ambientale. Io non vi capisco quando voi agite avendo più attenzione al mattone e al cemento piuttosto che al verde, l'ambiente e a tutto ciò che ci restituisce una Regione bellissima, che è bellissima non per merito del presidente Zaia, ma per i secoli di ambiente che si è generato, i secoli anche che hanno restituito, dal punto di vista architettonico e monumentale, una bellissima Regione.
Allora, pensare che i Parchi non li consideriamo come una risorsa, dal punto di vista turistico, dal punto di vista culturale, dal punto di vista ambientale, è veramente un errore grave: qui non è una questione solo di conservazione di un'area e di una risorsa, ma dovrebbe essere l'esatto contrario, dovrebbe essere un volano per l'investimento, dovrebbe essere al centro della nostra attenzione, come in qualche modo fare dei Parchi, un elemento che attrae ancora più turismo, che è in grado di dare ancora più risposte qualitative rispetto al nostro territorio.
Io non ce l'ho con la presenza delle associazioni venatorie nella Consulta, dico che è un po' illogico, cioè in un luogo dove è vietata la caccia, è vero che c'è il problema dei cinghiali, ma non è stato assolutamente risolto.
Lo ricordava il collega Sinigaglia, abbiamo fatto un incontro in questi giorni: io non lo vedo molto spesso presente ai nostri lavori l'Assessore Pan, farebbe bene a venire, perché, soprattutto su una legge, come questa secondo me doveva esserci l'Assessore all'agricoltura, ma farebbe bene a svegliarsi un po' fuori, rispetto alla questione dei cinghiali, svegliarsi un po' fuori in senso politico Presidente, sa quanto sono sempre molto parco nei miei giudizi.
Le assicuro che abbiamo avuto incontri con associazioni di agricoltori, cittadini residenti nel Parco dei Colli Euganei: non è cambiato nulla!
La situazione è gravissima, è una situazione difficilissima.
Abbiamo fatto decine di interrogazioni, informo il collega Berlato, quale censimento dei cinghiali?
C'è qualcun altro che ha le passioni per i censimenti.
Noi abbiamo posto già tre anni fa e anche nella passata Legislatura il problema dei cinghiali, perché siamo a contatto diretto con la gente che vive nel Parco dei Colli e sappiamo quanto è un problema questo; problema questo e chi ha introdotto i cinghiali che non esistevano nel Parco dei Colli Euganei fino a vent'anni fa.
Si sveglino coloro che devono agire rispetto a questa cosa.
Tra l'altro, stamattina c'è anche stata una manifestazione da parte dei Forestali che sono preoccupati della gestione su Veneto Agricoltura, perché è tutt'altro che apposto FLAI-CGIL, FAI CISL e UIL, hanno fatto una manifestazione, hanno protestato, perché c'è una certa tensione, una certa preoccupazione che venga risolto definitivamente il tema dei Forestali.
Io la trovo una presenza poco congrua; avrebbe avuto più senso le associazioni sportive dentro alla Consulta dei Parchi, perché le associazioni sportive?
Perché in tutte le aree Parco del mondo, si generano, per esempio, piste ciclabili, si genera una connessione tra luoghi della salute, dal punto di vista anche dell'attività motoria, e la presenza di un Parco, cioè un'area protetta: avrebbe avuto molto, ma molto più senso.
Come hanno senso le presenze degli agricoltori: lì può diventare un volano anche per le produzioni; avere il marchio Parco Colli, sapere che in quell'area protetta viene fuori un determinato prodotto, può avere una sua valenza, può avere una sua importanza, può avere una sua incidenza.
Vedete che i parchi non rappresentano un qualcosa di ostruttivo, ma diventa qualcosa di costruttivo, addirittura un volano.
Il motivo per cui io sono fortemente arrabbiato per come siete arrivati alla conclusione di questa legge, è che l'unica preoccupazione del Presidente Zaia è di mantenere le mani sui Parchi, cioè la scelta di avocare a sé, la scelta di tre membri e mi concentro su uno in particolar modo, che si chiama Sindaco, che è stato eletto direttamente dal popolo secondo la nostra Carta costituzionale, esattamente come il Presidente Zaia, mi spiegate la ratio di forze autonomiste nel decidere che è il Presidente della Regione a decidere chi rappresenta i quindici Sindaci del Parco Colli Euganei all'interno del Consiglio direttivo?
È una negazione di una autonomia territoriale; siano i Sindaci a decidere chi li rappresenta, è molto semplice quello che diciamo.
Riportiamo al Consiglio regionale le nomine, faccio notare anche questo ai colleghi: qui non si tratta di voler pretendere che ci sia Tizio piuttosto che Caio, ma avere la garanzia di una rappresentanza anche delle opposizioni, credo che sia buona norma (se foste voi all'opposizione la pensereste così): su cinque membri di un Comitato direttivo, credo che sia buona norma che ci sia un rappresentante almeno delle opposizioni, credo che sia una buona norma e tenerli in Consiglio avevano questa funzione, mantenerle nella Giunta, invece, ha la funzione di rappresentare solo la maggioranza; un po' le mani dei Partiti sui Parchi, fine. È inutile girarci tanto intorno, se c'era una rappresentanza anche delle opposizioni, questo dubbio sarebbe stato in qualche modo tolto.
L'ultima considerazione che voglio fare, poi torneremo nella discussione degli emendamenti, io ne ho presentati diversi, alcuni verranno cassati, altri li presenterò, è che si è persa - ho l'impressione - una buona occasione; già avevamo avuto un responso, sono stati consultati i Sindaci del Parco Colli: 11 hanno risposto che l'area va bene, due hanno chiesto l'espansione dell'area, solo due hanno chiesto la restrizione dell'area.
Il responso c'è già stato; se e da quei territori questo è il responso, allora forse dovevamo avere un po' più coraggio e andare un po' più in là, la gente del territorio questi parchi li vuole e se li tiene ben stretti, perché sa che fuori dai parchi c'è solo speculazione edilizia.

PRESIDENTE

Grazie. Salemi, prego.

Orietta SALEMI (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Il collega mi dà dei suggerimenti.
Intanto ho ascoltato con molta attenzione il dibattito anche perché non sono parte della Commissione, anche se ovviamente il tema mi interessa, non soltanto come cittadina del Veneto, ma in particolar modo anche come cittadina della Provincia di Verona e quando si parla della Provincia di Verona è chiaro che il cuore di tutti i veronesi batte per la Lessinia.
Persino il cuore del collega Montagnoli che rappresenta la nostra Bassa pianura.
È chiaro che non è che degli altri Parchi siamo disinteressati o non ci vogliamo occupare, anzi; è che una considerazione che mi veniva da fare rispetto al territorio veronese era questa: il 5% del territorio veronese è occupato dall'area del Garda e sull'area del Garda, come deve essere, c'è una forte spinta di promozione turistica, si considera in qualche modo l'area del Garda come uno dei diciamo brand di Verona e dimentichiamo che il 46% del nostro territorio veronese appartiene alla collina e alla montagna, il che significa che considero quella parte del territorio una parte del territorio interessato dal Parco della Lessinia.
C'è una necessità di valorizzazione di quell'area, così come penso che sia per gli altri Parchi di cui stiamo discutendo oggi.
Questa è una prima considerazione per dire che, certamente, non esiste una fazione che vuole il Parco come luogo, come è stato detto, spazio mummificato e un'altra fazione, un'altra scuola di pensiero, per dirla più elegantemente, che vuole fare del Parco il luna park, cioè la degenerazione dello spazio naturale.
Io penso che queste due linee possano andare di comune accordo, possono prevedere in qualche modo una sintesi, che veda nel Parco uno spazio prezioso di patrimonio naturale, ma che possa avere tutte le vocazioni allo sviluppo, che un pensiero che vogliamo fare, meritano.
Detto questo, la legge si occupa, nonostante il titolo sia: "Norme per la riorganizzazione dei parchi regionali", la legge di fatto si occupa solo di un segmento di tutta la riorganizzazione, perdendo di vista quella che potrebbe essere la mission dei Parchi, quindi il contenuto vero di una legge sui Parchi, è destinato a quale missione vogliamo dare noi ai Parchi, quale intendimento è sotteso alle finalità e agli obiettivi che noi vogliamo darle alla tutela dei Parchi, e si occupa esclusivamente della governance, come è stato detto. Quindi è una sorta – passatemi l'espressione – di maquillage rispetto a un Ente strumentale che necessitava di una revisione dal punto di vista degli Enti di governance, che non poteva più attendere questa revisione, vista la situazione del commissariamento.
Io ho esperienza della Lessinia e dico: ben venga questa legge di revisione della governance, però penso che non ci possa bastare questo. Lo dico perché in qualche modo l'intervento sul Consiglio direttivo, è stato detto già molto dai colleghi, non voglio dilungarmi, ha dei punti di criticità, perché se anche vogliamo dare lo spazio e la dignità di rappresentanza ai proprietari, come si diceva per quanto riguarda il Parco della Lessinia, e lo dicevano i colleghi prima di me, questa rappresentanza va a scapito della rappresentanza dei Sindaci che in qualche modo sono i tutori dell'interesse pubblico, perché noi sappiamo che i Sindaci rappresentano questo. Allora forse dovevamo pensare a un direttivo diverso numericamente, non lo so, 5 membri, però questo toglie in qualche modo l'attenzione della rappresentanza dell'interesse pubblico. E questo credo che, al di là di tutto, i Sindaci l'abbiano espresso, come l'hanno espresso fuori l'hanno espresso anche nelle sedi istituzionali e anche in Commissione.
Però voglio fermare l'attenzione, Assessore, su questo particolare che è stato forse già detto dal collega Brusco, ma che ritengo importante per quanto riguarda il Parco della Lessinia: c'è un elemento di criticità che è rappresentato dalla specificità della Lessinia e cioè da quei sette Comuni della Comunità Montana che non fanno parte del Parco. C'è una sorta di disallineamento tra la Comunità Montana e il Parco che implica, come detta la legge, la ridefinizione e la ricognizione dei rapporti giuridici e patrimoniali, c'è un momento che rappresenta un momento di incertezza nell'avvicendamento tra un Ente gestore e l'altro. Che tipo di risposta diamo noi a quei sette Comuni della Comunità Montana della Lessinia che sono fuori dal Parco e che bene hanno contribuito in tutti questi anni con risorse umane, con energie spese, anche con quote patrimoniali in qualche modo, perché hanno partecipato all'assetto patrimoniale questi Comuni, dicevo che risposta diamo noi nel momento in cui ci sarà il subentro al nuovo Ente? Questo è un tema che va affrontato, e va affrontato anche perché c'è il combinato disposto di questa proposta di legge che sta venendo avanti sulla riorganizzazione degli Enti Locali, che prevede in qualche modo da parte della Giunta lo scioglimento della Comunità Montana della Lessinia; se questo avviene, perché bisognerebbe poi che i 18 Comuni della Comunità della Lessinia si organizzassero nell'Unione dei Comuni, qui si crea sicuramente un vulnus.
Quindi chiedo all'Assessore di fare chiarezza nella sua relazione, magari dopo il mio intervento, dopo l'intervento dei colleghi.
Mi concentro sulla Lessinia perché ritengo, non essendo parte della Commissione, di poter parlare più che altro del territorio di cui ho conoscenza, delle peculiarità e anche delle criticità che si vengono a delineare con questo combinato disposto normativo, senza pensare poi che i diciotto Comuni della Lessinia dovranno obtorto collo diventare una Unione dei Comuni. Io guardavo prima che da un punto di vista dell'estensione territoriale noi andiamo da Dolcè a Badia Calavena o a Vestenanova, il che significa che noi dovremmo comunque fare la proposta dell'Unione dei Comuni, perché è giusto, come è previsto dalla proposta normativa che sta venendo in essere, ma dovremo in qualche modo interpellarli i rappresentanti di questi territori, di questi diciotto Comuni, per riuscire a capire di trovare la quadra, e di trovare la quadra nel momento in cui la comunità viene sciolta, se non si forma l'Unione dei Comuni, e questi Comuni si troveranno a dover gestire l'avvicendamento e il subentro al nuovo Ente Parco.
In sostanza, io chiedo un chiarimento, Assessore, rispetto a questo passaggio delicato, che comunque è un passaggio su cui la legge non fa chiarezza, in questo momento, e che riguarda evidentemente anche le ricadute della governance di cui abbiamo parlato.
Chiudo nel dire che questi sono problemi in qualche modo aperti, che si assommano ai problemi che già i colleghi hanno portato alla luce e su cui hanno insistito in maniera molto più pregnante ed efficace di quanto non possa fare io, però penso che se si voleva davvero mettere mano, così come è detto nella relazione introduttiva, a quegli articoli della legge che sono stati stralciati, dopo 34 anni ci si aspettava che la montagna non partorisse un topolino.

PRESIDENTE

Grazie. Guadagnini, prego.

Antonio GUADAGNINI (Siamo Veneto)

Grazie, Presidente.
Io prendo la parola perché mi ha stimolato la riflessione fatta dal collega Ruzzante, il quale teorizzava una correlazione inversa tra tutela dell'ambiente e presenza turistica; io credo che sia vero esattamente il contrario, però, perché se noi andiamo a vedere le presenze turistiche delle grandi città sono nettamente superiori a quelle dei posti dove è tutelato l'ambiente, dove ci sono i laghi, le piante e il mare. Quindi, secondo me, se il criterio è quello di stimolare il turismo, credo che bisognerebbe aumentare invece la superficie costruita, sia per quanto riguarda gli edifici storici, sia per quanto riguarda quelli non storici, perché per esempio Dubai ha una presenza turistica massiccia ed è stata costruita in pochi anni, quindi tutto fa pensare che vale esattamente il contrario.
Tra l'altro si faceva una riflessione prima che se fossero state in vigore delle norme particolarmente restrittive ai tempi in cui è stata costruita nei secoli Venezia, Venezia non ci sarebbe, perché per costruire Venezia è stato fatto scempio di tutto il Cansiglio e di tutto il Cadore, piante che sono state abbattute per solidificare il territorio di Venezia, in più hanno fatto scempio di tutte le cave di marmo e compagnia per costruire gli edifici, hanno costruito che più non si poteva fino quasi dentro alla laguna, e quindi se non ci fosse stata questa deregulation Venezia non ci sarebbe. E uno si chiede: ma allora val proprio la pena accanirsi su un'eccessiva regolamentazione, quando i risultati invece sono quelli come la costruzione di una città, che è la migliore al mondo, che è Venezia?

PRESIDENTE

Grazie. L'assessore Corazzari, per chiudere la discussione generale.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
Innanzitutto vorrei porgere un sentito ringraziamento ai Commissari della Seconda Commissione e in particolare al Presidente Calzavara per il lavoro che è stato svolto sinora e che viene quindi lasciato all'Aula. Certamente è stato fatto un esercizio di estremo equilibrio, di attenzione nei confronti del territorio e dei soggetti interessati, avendo ben presente la condivisione degli obiettivi che erano già indicati nel PDL presentato dalla Giunta. Una proposta che ha trovato delle modifiche importanti, direi anche sostanziali, nell'ambito dell'esame in Commissione e che ha visto la necessità e l'urgenza di adoperarsi per definire quella che sarà la nuova governance dei parchi, rimandando a una fase successiva l'esame per quanto riguarda la rete ecologica regionale.
Io su questo vorrei anche dare un segnale di impegno da parte della Giunta, laddove riteniamo che anche questa parte, che era originariamente ricompresa nel progetto di legge della Giunta e degli altri progetti presentati, rientrerà tra le nostre indicazioni prioritarie e pertanto auspico che sia affrontata nei tempi più prossimi possibile.
Certamente oggi occorreva dare una governance ai nuovi Parchi, ai parchi, perché occorre continuare a credere in questi Parchi; non vogliamo con questo individuare unicamente delle negatività rispetto alle passate gestioni, ma siamo certi che si possa e si debba fare meglio e si possa e si debba fare di più.
Questo innanzitutto da un punto di vista del messaggio che vogliamo trasmettere: ovvero credere nei Parchi come elementi e motori di sviluppo dei territori, credere nei Parchi non solamente come luogo di conservazione, ma interpretati come grande opportunità per chi vive e lavora nei territori ricompresi dei Parchi.
Io vorrei sottolineare come dobbiamo uscire da una visione ideologica dei Parchi e dobbiamo rilanciare i Parchi per far sì che i primi interessati al buon funzionamento dei Parchi, siano le genti che vivono sul territorio dei Parchi.
Troppo spesso dimentichiamo che nei territori impegnati e occupati dai nostri Parchi, vivono e lavorano, hanno i propri destini, migliaia e migliaia di cittadini veneti: parliamo di decine di migliaia in ciascuno di questi Parchi, penso solo al Parco del Delta del Po che conosco bene, dove ci sono 80.000 cittadini impegnati, altrettanti sul Parco dei Colli.
Questo vuol dire che se non abbiamo la piena condivisione di fare un lavoro di sinergia con chi vive su questi territori, di far sì che loro per primi sentano propri i Parchi e li sentano come una grande opportunità, avremo comunque fallito la nostra missione.
La nostra missione non deve essere quella di avere un giocattolino che piace a qualcuno che magari vive in una metropoli e è comodamente seduto sul proprio divano di casa, dobbiamo riuscire a fare interpretare il parco come un'opportunità da chi vive nel territorio del parco e può vedere nel parco una possibilità, una potenzialità di sviluppo delle proprie attività.
Aggiungo: questo poi si interpreta perfettamente e si sposa perfettamente col concetto di tutela ambientale, perché laddove non c'è la presenza dell'uomo, laddove non ci sono i nostri agricoltori, i nostri allevatori, i nostri pescatori, non c'è tutela ambientale, non c'è cura del territorio, c'è solo abbandono e degrado.
Questo dobbiamo chiarirlo in modo puntuale, pur nel rispetto della legge 394, che sappiamo e auspichiamo venga modificata il prima possibile, noi dobbiamo riuscire ad interpretare i Parchi come un elemento di opportunità, prima di tutto per chi vive e lavora in questi luoghi e che con noi voglia sviluppare in modo sostenibile la crescita di questi territori.
Penso che, quindi, questa mission che forse non è stata sempre ben percepita, affinché venga realizzata, necessiti di una governance snella, di una governance efficace, di una capacità di prendere delle decisioni efficienti, che siano coerenti con quelle che sono le strategie della Regione.
Prima si diceva: si vuole togliere l'autonomia.
Io dico solo che è importante che noi incardiniamo i nostri Parchi, i nostri cinque meravigliosi Parchi, all'interno di un sistema che sia coordinato e coerente; non a caso l'articolo 2 dice che: "La Giunta regionale deve definire obiettivi e linee strategiche di indirizzo dei Parchi regionali, coordinarne le iniziative e fornirne il supporto tecnico e amministrativo necessario a garantire l'unitarietà della politica del settore e della gestione della comunicazione".
Questo è un elemento fondamentale, questi sono obiettivi fondamentali e, pertanto, la Regione vuole prendersi le proprie responsabilità e vuole poter gestire con questi indirizzi e con queste linee strategiche i propri Parchi e lo vuole fare insieme ai territori.
Non a caso, il grande equilibrio che è stato trovato, è un equilibrio tra una gestione più snella ed una capacità comunque di rappresentare i territori, perché laddove esistono organi che non sono organi consultivi, ma come la comunità di Parco, organi che approvano lo Statuto, approvato il bilancio preventivo e consuntivo, approvano i Regolamenti, adottano il Piano ambientale, dentro questo organo che la Comunità del parco, si è voluto avere rappresentanti non solo tutti i Sindaci che già di per sé rappresentano il proprio territorio e la propria comunità, ma bensì anche le categorie rappresentanti il mondo del settore primario, del turismo, le associazioni ambientaliste con una presenza addirittura rafforzata e anche il mondo venatorio.
Io dico non vedo nessuna controindicazione o contrarietà al fatto di indicare il mondo venatorio come un grande alleato dei Parchi, perché se è pur vero che nei Parchi non può essere svolta caccia perché la legge nazionale questo prevede, è anche vero che se non avessimo oggi, per esempio, il sostegno del mondo venatorio al contenimento, per esempio, di specie nocive, come quelle dei cinghiali, avremmo molte difficoltà in più e quindi occorre che i cacciatori siano cointeressati al fatto che il parco sia un Parco che funziona, è un Parco che dà risposte, un Parco che può essere un volano di sviluppo e di miglioramento ambientale, perché è interesse ad avere un ambiente uno sviluppo sostenibile e un ambiente naturale integro e integrale, è interesse pieno anche delle associazioni venatorie.
Sottolineo, per me occorre uscire dall'ideologia ed avere una nuova alleanza tra mondo ambientalista, Parchi, rappresentanze istituzionali del territorio, rappresentanze produttive e anche il mondo venatorio e della pesca sottolineerei.
Sono state dette molte cose, io ho ascoltato con l'attenzione che mi contraddistingue.
Per quanto ci riguarda il PdL sulla rete ecologica c'è l'impegno ad andare avanti; c'è anche un impegno per quanto riguarda la perimetrazione, perché noi abbiamo presentato un emendamento, è stato detto, abbiamo voluto ascoltare i territori, i territori ci hanno dato delle risposte e noi su questa strada vogliamo proseguire.
Naturalmente abbiamo incontrato anche delle difficoltà di ordine tecnico-giuridico, perché è un percorso che non era stato precedentemente realizzato, ma ci impegneremo a superarle, questo lo dico sia per quanto riguarda la realtà del Parco della Lessinia e anche per quanto riguarda la realtà del Parco Colli, che seppure abbia dato indicazione per la gran parte del mantenimento dell'attuale perimetro, ha avuto anche delle posizioni distinte, che tra l'altro hanno riguardato un Comune che recentemente è andato al voto e penso che quindi alla luce anche del dibattito che possa essere scaturito da questo tipo di posizione, ha dato una presa di atto ben chiara da parte della popolazione residente.
Vorrei rispondere al consigliere Sinigaglia, che diceva che il prelievo dei cinghiali è attualmente fermo: non è vero, stanno comunque uscendo le squadre, escono attualmente due giorni alla settimana, usciranno presto autonomamente per un lasso di tempo più ampio.
Il numero dei prelievi, in base ai dati che abbiamo, è in costante aumento da tre anni a questa parte, siamo arrivati ad oltre 2.000 prelievi per quanto riguarda l'anno scorso e vogliamo continuare su questa strada e lo faremo con determinazione.
Vado alla conclusione.
Per quanto riguarda, invece, la consigliera Salemi, nelle norme transitorie si stabilisce che la Giunta regionale provvede alla ricognizione dei rapporti giuridici e patrimoniali dei beni e delle risorse umane e strumentali funzionali all'attività del Parco della Lessinia, al fine del subentro alla Comunità montana della Lessinia da parte del nuovo Ente Parco.
Questo riguarderà anche i Comuni che fan parte della Comunità Montana, che facevano parte della Comunità Montana e non lo solo del Parco, sottolineo come il Parco della Lessinia è stato commissariato proprio perché i Comuni tra loro non hanno trovato l'intesa per trasformare la Comunità Montana e l'Unione Montana come prevedeva la legge.
Chiudo dicendo sul Parco del Delta del Po, ho sentito il consigliere Azzalin, che ha un grande afflato nei confronti del Parco unico, noi su questo abbiamo votato una mozione, Consigliere.
Abbiamo fatto incontri già sul territorio, noi abbiamo detto che nessuno verrà a comandare a casa nostra, questa è una cosa che deve essere chiara: nessuno verrà a comandare nel Parco del Delta del Po veneto.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Allora, in questo momento dobbiamo riordinare gli emendamenti, ma soprattutto dare un parere ad emendamenti e subemendamenti pervenuti, quindi sospendiamo per dieci minuti e riprendiamo alle 17.55.
Riunioni dell'Ufficio di Presidenza e Consigliere interessati in Sala del Leone. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 17.45
La Seduta riprende alle ore 17.59

PRESIDENTE

L'inizio lavori è posticipato alle ore 18.05.
La Seduta è sospesa alle ore 17.59
La Seduta riprende alle ore 18.11

PRESIDENTE

Colleghi, direi che siamo pronti per riprendere, anche se mi pare sia in fase di riscrittura un articolo o un passaggio sostanziale di un articolo, quindi prego gli Uffici legislativi di provare ad accelerare i lavori.
Partiamo dall'articolato. Invito tutti i colleghi a entrare, anche chi distrae gli Assessori. Proviamo a partire con gli emendamenti.
Siamo all'articolo 1. Naturalmente voi avete il fascicolo di base, avete avuto gli emendamenti e i subemendamenti distribuiti oggi, mi auguro che abbiate fatto ordine.
Emendamento n. B0035, presentato dai consiglieri Zanoni e Azzalin, che prevede:
"Al comma 1 dell'articolo 1 dopo le parole "delle procedure programmatorie e gestionali" sono aggiunte le seguenti parole: "sempre al fine della conservazione e della tutela dell'ambiente naturale"
Non vedo interventi. Parere favorevole del Relatore.
Pongo in votazione l'emendamento n. B0035.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva
Votiamo l'articolo 1 così come modificato. Zanoni, abbiamo modificato secondo i suoi intendimenti, non è d'accordo?
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva
Siamo all'articolo 2.
Emendamento n. B0037, presentato dal consigliere Brusco, che prevede:
"Il comma 2 dell'articolo 2 è così sostituito: "2. La Giunta regionale definisce gli obiettivi dei parchi regionali sulla base degli indirizzi definiti dal Consiglio regionale, coordina le iniziative e fornisce il supporto tecnico e amministrativo necessario a garantire l'unitarietà della politica di settore, della gestione e della comunicazione"
Non vedo interventi. Azzalin, prego.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Io credo che sia giusto sostenere questo emendamento, ma mi dà la stura, motivo per parlare di un argomento. La Regione, attraverso i suoi organismi, definisce la programmazione delle attività e, quindi, fissa anche gli obiettivi, dà le linee strategiche e quant'altro; l'aspetto gestionale competerebbe agli Enti strumentali o quant'altro, che vengono individuati dall'Ente regionale per poi applicare quelle linee strategiche, come anche gli Enti territoriali non strettamente dipendenti dalla Regione, ma che in qualche modo hanno le politiche che si rifanno a una programmazione regionale. Anche questo, per esempio, è un dato su cui noi anche nella gestazione di questo provvedimento non abbiamo, secondo me, riflettuto in maniera approfondita. Corazzari prima, nella sua replica, ha detto: la Regione vuole prendersi la propria responsabilità e gestire i Parchi.
Mi permetto, Assessore, di farle rilevare che non è compito precipuo della Regione gestire, lei dovrebbe avere un ruolo di programmazione; probabilmente questo spiega perché abbiamo così tanti ritardi sul PTRC, perché abbiamo così tanti ritardi sulla programmazione regionale in senso complessivo, perché c'è più una volontà politica tesa a gestire, a sostituirsi a chi, invece, avrebbe il ruolo di gestire, e la Regione avrebbe il ruolo da un lato di programmare, ha le leggi, ha gli strumenti per verificare l'attività di gestione, non ha certo bisogno surrettiziamente di individuare modalità di controllo che non hanno motivo d'essere, perché poi si rifà a uno strano senso dell'efficacia, per cui in base alla maggioranza che c'è in quell'Ente io determino il funzionamento, oppure chi lo determina. Io credo invece che questo sia sbagliato. Ecco perché penso che sia giusto definire gli obiettivi dei Parchi regionali sulla base degli indirizzi definiti dal Consiglio regionale, coordinare le iniziative, fornire il supporto tecnico e amministrativo, eccetera. Questo di per sé è già sufficiente rispetto ai quadri.
Poi dopo gli articoli successivi su cui bisognerebbe ragionare dovrebbero essere conseguenti, e invece noi adesso definiamo dei compiti per la Regione di definizione delle linee strategiche e dopo dico: va beh, me le definisco e me le gestisco, e gli altri li coinvolgo se e in quanto, e comunque nelle forme e nei modi che io decido, quindi sottraendo l'autonomia al territorio.
Questo è il vulnus che si crea con questa legge: una forza autonomista che va contro l'autonomia del territorio, sopprimendolo e in qualche modo mortificandolo. Perché poi è vero che su questo non c'è molta attenzione, ma è vero che poi si accorgeranno i destinatari di questa legge del contenuto di questa legge. Comunque daremo la sveglia noi a qualcuno, magari, per farglielo presente.
Quindi da questo punto di vista la continua ostinazione poi nella fase di nomina di non tener conto di quanto è comunque scritto nelle finalità, nelle premesse, nel ruolo della Regione, ma si passa stranamente a contraddire quanto si era scritto nel disegno di legge presentato dalla Giunta medesima, è quantomeno una storia singolare che dovrebbe essere spiegata, cosa che non lo è e che non trova fondamento politico, perché la storia della maggiore efficienza non ha un fondamento, perché è indimostrabile, casomai è dimostrabile il contrario. Quando io non valorizzo l'autonomia di un territorio ho difficoltà a far funzionare le cose, questo è il tema. Grazie.

PRESIDENTE

Vi comunico che in uscita dal Ponte di Libertà è tutto bloccato, quindi stiamo qua, abbiamo tempo per lavorare, è tutto bloccato. I treni funzionano.
Non vedo altri interventi. Parere contrario del Relatore.
Metto in votazione l'emendamento n. B0037
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0048, presentato dal consigliere Ruzzante, che prevede:
"Il comma 2 dell'articolo è così modificato: "2. La Giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare, definisce annualmente, sulla base degli stanziamenti disponibili sul bilancio pluriennale, gli obiettivi e le linee strategiche di indirizzo dei Parchi regionali, coordina le iniziative e fornisce il supporto tecnico e amministrativo necessario a garantire l'unitarietà della politica di settore, della gestione e della comunicazione"
Prego, Ruzzante.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Liberi E Uguali)

Grazie, Presidente.
Non sono intervenuto su quello del collega Brusco, perché in realtà è abbastanza simile a quello che ho predisposto io; l'unica differenza è che io restituisco alla competente Commissione consiliare il ruolo specifico che le spetta, cioè quello di giudicare e valutare la programmazione che la Giunta deve in qualche modo definire annualmente.
Quali sono gli aspetti importanti di questo emendamento, dei contenuti di questo emendamento? Uno, che si definiscono annualmente le politiche nell'ambito dei Parchi; due, si stabilisce quali sono le risorse che si mettono a disposizione dei Parchi, perché anche nel corso di questi ultimi anni se una sofferenza i Parchi hanno vissuto è esattamente anche quella dal punto di vista economico, cioè se crediamo nei Parchi dobbiamo anche investire in termini di risorse, personale e quant'altro; terzo aspetto, che le linee strategiche per quel che riguarda i Parchi regionali devono essere uniche, che non significa ovviamente che esistono delle specificità che rendono diversa l'area del Parco dei Colli Euganei rispetto al Parco della Lessinia o rispetto ad altre aree, ma c'è, da un punto di vista regionale, una unitarietà della politica di settore della gestione della comunicazione: questa è un po' la questione che dobbiamo in qualche modo affrontare.
Per esempio – e ritorno su questo tema – gli aspetti connessi alla questione del turismo non sono banali rispetto alle aree dei Parchi, perché non sono sfruttate a sufficienza; potrei citare mille esempi, cito quelli che conosco e che mi sono più vicini: noi abbiamo l'area termale più importante d'Italia, anzi forse a livello europeo; quell'area termale è solo parzialmente connessa all'area del Parco dei Colli, cioè la ricaduta sull'area del Parco dei Colli, pur essendo all'interno dello stesso Parco dei Colli, perché vale per il Comune di Abano, vale per il Comune di Montegrotto, vale per il Comune di Battaglia (ormai l'area termale è ridotta al minimo), però sono aree che sono all'interno del Parco dei Colli. Il rapporto e la connessione è minima e, invece, dovremmo in qualche modo progettare e avere un'idea di come poter sviluppare le presenze turistiche e qualificarle rispetto all'area in questione, all'area del Parco dei Colli.
Complessivamente anche tutte le altre aree dei Parchi possono rappresentare un volano per territori che non sempre hanno una grande prevalenza turistica: io lo so che a Venezia i turisti arrivano a prescindere, lo sappiamo che sul Garda arrivano a prescindere, lo sappiamo che sull'area costiera arrivano a prescindere, a Jesolo piuttosto che a Caorle o a Chioggia, ma non è la stessa cosa nelle aree dei Parchi, dove le presenze turistiche non sono così elevate.
Allora, avere una visione unitaria serve a far uscire l'idea dei Parchi semplicemente e meramente dall'idea di aree puramente protette: togliamoci dalla testa che qui c'è qualcuno che vuole le aree Parchi nel modello dei Parchi degli Stati Uniti, dove non si tocca niente, lì si lascia così com'è, se cade un albero resta lì, perché la nostra visione è invece ovviamente inserita all'interno di un contesto sociale e urbano che non può essere cancellato: dobbiamo trovare il modo per fare di queste aree protette delle aree che valorizzano il nostro territorio, soprattutto in aree nelle quali i Parchi rappresentano un'occasione di attrazione, non sono aree già frequentate naturalmente da un punto di vista turistico. Vi assicuro che conosco benissimo l'area del Colli Euganei, per esempio, e non è così: è frequentata tantissimo l'area termale, ma sicuramente non quella dei Colli, quindi è un'occasione per valorizzare un territorio e per essere volano di sviluppo, ma in un modello di sviluppo alternativo a quello che abbiamo conosciuto dagli anni 50 al 2010, sono anni che hanno devastato i territori.

PRESIDENTE

Grazie. La parola alla collega Guarda.

Cristina GUARDA (Alessandra Moretti Presidente)

Grazie, Presidente.
Innanzitutto domando la possibilità al presentatore dell'emendamento di sottoscriverlo.
Oltre al fatto del toccare quella particolare espressione, cioè una progettazione che definisce annualmente sulla base delle disponibilità stabiliti in bilancio, per cui con una progettazione anche seria e non di fantapolitica. Mi piace il ragionamento portato dal Presidente Ruzzante, in particolar modo ragionando sul tema del turismo. E' evidente che la mission dei Parchi è la tutela del patrimonio ambientale, però parallelamente è altrettanto evidente – ce ne siamo resi conto anche nelle visite organizzate dalla Quarta Commissione – che quanto è centrale la tutela ambientale, tanto è grande la potenzialità per presenza turistica stagionale all'interno di queste aree.
C'è un problema di calo demografico con una diminuzione della popolazione? Sì ed è un evidente problema, ma in tutta la logica complessiva di strutturazione di politiche anche per il turismo, anche per l'implementazione delle opportunità lavorative nel territorio, può essere una risposta o perlomeno un aiuto, un supporto alle giovani famiglie che si vogliono spendere per il territorio.
In particolar modo, su cosa mi augurerei che il Consiglio e la Giunta possano aiutare e sostenere le realtà territoriali? Nella promozione di quelle che sono le opportunità di green tourism e di slow tourism; sono target specifici e davvero preziosi per il territorio dei Parchi, però assistiamo ad una diminuzione importante di quella che è la fruizione da parte del turista sportivo, del turista interessato al turismo sostenibile. Un esempio eclatante possono essere, per esempio, gli impianti della Lessinia; chi la vive quotidianamente sa meglio di me qual è la situazione.
Per cui da questo emendamento, quindi anche dalla concretezza della progettazione delle indicazioni rispetto alle politiche per valorizzare i Parchi del territorio, concretezza stabilita anche all'interno del ragionamento in bilancio, si vada a progettare un'opportunità turistica ad hoc, con il duplice obiettivo di uno sviluppo, di un recupero, per esempio, delle strutture esistenti e il recupero anche delle opportunità rivolte alla popolazione locale di una valorizzazione economica di quello che è anche il loro amore e la loro passione per la terra. Per cui grazie dell' input, sicuramente molto interessante.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Non vedo altri interventi. Parere contrario del Relatore.
Metto in votazione l'emendamento n. B0048.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0034, presentato dal consigliere Zanoni, che prevede:
Al comma 2 dell'articolo 2 dopo le parole "La Giunta regionale" inserire le seguenti parole: ",sentita la competente commissione consiliare "
Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Presidente, come ricordava adesso la collega Guarda, anche con la Quarta Commissione abbiamo avuto modo di incontrare i responsabili dei parchi commissariati e fare anche dei sopralluoghi, quindi grazie al Presidente Possamai per queste iniziative, che hanno dato anima e corpo alla Quarta Commissione. Abbiamo potuto toccare con mano queste realtà, perciò nel momento in cui la Giunta regionale è chiamata a definire le politiche, gli obiettivi, le linee strategiche in materia di Parchi, è bene che anche il Consiglio regionale sia in qualche modo coinvolto. Ecco perché questo emendamento, che prevede di sentire la competente Commissione consiliare quando appunto la Giunta regionale emana queste direttive e stabilisce i programmi e le linee strategiche, i finanziamenti dei Parchi in Veneto.
Quindi pareva una proposta condivisibile, anche in linea con quello che stiamo facendo ad esempio in Quarta Commissione.

PRESIDENTE

Azzalin, prego.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Sono particolarmente contento, il Senegal vince 2 a 0 con la Polonia, colleghi della Lega; magari per decreto aboliremo le vittorie degli africani. Così, giusto per impreziosire un po' il dibattito. Non mi resta altro che consolarmi, a volte.
Il territorio viene escluso, cioè decide qualcun altro in luogo suo. La Giunta è lei che decreta le linee strategiche e quant'altro, il Consiglio non viene interessato da questo. Si chiede, con questo sommesso emendamento: "sentita la competente Commissione consiliare". Ora la domanda che formulo è questa: questo "sentita la Commissione", visto anche il rapporto che c'è, il funzionamento anche delle Commissioni, non mi sembra che ci siano dei pareri latenti da mesi o che blocchino le attività, però questo è un modo per coinvolgere la Commissione rispetto alle linee strategiche. Qua non si parla di nomine, qua non c'è il pericolo di mettere in discussione le scelte che vengono compiute a Palazzo Baldi; qua però si interviene su una cosa che sarebbe di compito anche del Consiglio regionale, non è che questo è chiedere un qualcosa che va contro le proprie prerogative. Nelle leggi di semplificazione, nei collegati, è tutto un tagliare "sentita la Commissione". Se noi andiamo a vedere quella che era la legislazione in questa Regione cinque anni fa e la vediamo a distanza di cinque anni, una delle cose che balza evidente è la soppressione del "sentito la Commissione competente". In tanti casi si può giustificare, in tanti no.
Su questo, che sarebbe un passaggio di coinvolgimento rispetto alle politiche, non mi sembra che sia una cosa che ne rallenti o che ne mini l'efficienza, perché voi avete legato l'efficienza degli Enti Parco al fatto che ci sia una maggioranza degli organismi direttivi, espressione dell'illuminato.
Non viene messo in discussione questo.
io chiedo che si valuti in maniera particolare e che non si connoti questo "sentito" la Commissione" come una perdita di tempo. Voglio fare un esempio: ci sono argomenti molto corposi che vengono nelle Commissioni, me ne viene in mente uno adesso, per esempio i piani dell'Avepa. L'Avepa è un Ente autonomo che lavora e ci presenta dei Piani consistenti, ci sarebbe da dire molto; se non avessimo quei rendiconti, quelle relazioni, in cui viene il direttore in Commissione assieme anche ai dirigenti, a seconda delle cose che vengono illustrate, a volte ci sono dei dibattiti che vanno avanti, poco, tanto, comunque i Consiglieri vengano messi in condizione di conoscere maggiormente anche il significato di determinate scelte, eccetera. Poi la discussione in genere interessa una parte minima magari del plafond che c'è contenuto; se si ritiene si va in Aula, perché si può chiedere che la cosa vada in Aula, in genere questo non succede. Succede che però c'è un'illustrazione, c'è una discussione di merito, non sono certo quelle due o tre ore che vanno via su questa questione, su un Ente importante. Che su una questione che si ritiene strategica per il territorio, per l'ambiente, non ci sia quantomeno un interessamento del Consiglio regionale che può evidenziare alcune questioni alla Giunta, non mi sembra che possa inficiare l'efficienza degli Enti Parco o che li metta in discussione o che ne rallenti l'attività.
Su questo vi chiedo una riflessione di carattere politico, perché sulle nomine ci avete detto non se ne parla, sui numeri non se ne parla, su questo non se ne parla, ora che noi si chieda di avere un coinvolgimento su queste questioni se ne può parlare, oppure dobbiamo aspettare l'interrogazione che pone la questione, che va in mezzo ad altre 10 mila questioni, su questo e quell'altro? Poi va a finire così. Se c'è invece questo, consente di avere dei chiarimenti, meglio.

PRESIDENTE

Grazie. Ruzzante, prego.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Liberi E Uguali)

Grazie, Presidente.
Chiedo intanto al collega Zanoni di poter sottoscrivere questo emendamento, sostanzialmente è simile a quello precedente, quindi ovviamente ne chiedo la sottoscrizione e lo sostengo.
Guardo un attimo ai colleghi della maggioranza, perché delle volte si va avanti e si decidono le cose, poi è difficile modificare ragionevolmente il parere che si è espresso magari all'interno di una riunione di maggioranza; ma qui siamo di fronte alla programmazione, non è neanche definito come avevo previsto io nel mio emendamento: annualmente, cioè potrebbe essere una volta per sempre. La Giunta regionale definisce obiettivi e linee strategiche di indirizzo dei parchi regionali; ora, perché mai questo atto di indirizzo della Giunta regionale non deve passare per un parere in una Commissione, che ha l'obbligo magari di esprimersi entro 30 o 60 giorni, a seconda di quello che vogliamo definire, e che ha solo un potere interlocutorio nei confronti della Giunta? Tra l'altro c'è una maggioranza assoluta all'interno di una Commissione. Non c'è neanche scritto l'annualità di questo impegno, ma può essere definito una volta per sempre nell'ambito della legge sui Parchi regionali.
A me pare una cosa ragionevole, ma ragionevole anche dal vostro punto di vista, non solo dal mio che sto all'opposizione, cioè se non coinvolgiamo la Commissione nemmeno sugli atti programmatori della Giunta, ha ragione il collega Azzalin, qui non è in discussione la maggioranza di chi dirige, della governance dei Parchi, qua è in discussione il fatto che la Giunta dà un atto di indirizzo che viene presentato in una Commissione, la Commissione può dare suggerimenti e la Giunta può fare quello che vuole di questi suggerimenti, non è che ha l'obbligo, anche ammesso che si raggiunga una maggioranza in una Commissione nella quale la maggioranza ha la maggioranza e quindi sarà la maggioranza del Consiglio ad esprimere il parere, ma di raccogliere quei suggerimenti e farli rientrare nell'atto di indirizzo da parte della Giunta.
Mi sembra una cosa sinceramente di buon senso, di ragionevolezza, che non rallenta l'iter amministrativo, ma semplicemente lo rafforza perché, raccolto il parere delle Commissioni, la Giunta può in qualche modo avere suggerimenti e idee nuove, raccoglierle oppure negarle, ma comunque in qualche modo coinvolgere il Consiglio regionale in questi atti di indirizzo che vuole dare perché stiamo parlando di obiettivi e linee strategiche: qui non è questione di gestione, ma è proprio l'atto in qualche modo attraverso il quale la Giunta definisce quali sono gli obiettivi e le linee strategiche dei Parchi in una visione unitaria e non in una visione spezzettata sul singolo e specifico Parco, che rappresenta un elemento di gestione e quindi ovviamente compete alla maggioranza.
Io mi auguro sinceramente, anche se ne avete già discusso e probabilmente avete già assunto una posizione, che possiate rivedere il punto di vista su questo: mi appello anche un po' all'Assessore, che possa in qualche modo aiutarci, almeno su questo punto, cioè non cambiano le competenze della Giunta, rimangono in capo alla Giunta, non cambia l'iter di applicazione della legge perché è evidente che non ne rallenta più di tanto la possibile applicazione. Quindi mi auguro che almeno su questo si possa avere un parere favorevole. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Sono stati distribuiti gli emendamenti 110 e 111, peraltro già illustrati in Ufficio di Presidenza; tra l'altro il 110 sostituisce il 93, quindi è una cosa ben chiara e spiegata prima. 10 minuti per eventuali subemendamenti.
Collega Brusco, prego.

Manuel BRUSCO (Movimento 5 Stelle)

Prendo la parola innanzitutto per chiedere la sottoscrizione al proponente di questo emendamento, come avevo accennato anche nel mio intervento in discussione generale: credo che pensare alla possibilità di accettare questo emendamento sia un fatto di buonsenso perché viene chiesto di sentire la Commissione consiliare competente su un argomento che, tra l'altro, è di competenza della stessa Commissione: noi abbiamo prodotto il testo della legge che oggi andiamo a votare e poi penso che sia anche una forma di tutela per la Giunta, a parte l'aspetto democratico che ha.
Io avevo fatto anche degli emendamenti in questo senso, che però verranno cassati e, visto che non viene cambiato il ruolo della Giunta, qui non si sta chiedendo di far scegliere alla Commissione consiliare i nomi di coloro che dovranno sedere nella comunità o nel Consiglio, credo che accettare il ruolo che abbiamo noi della Commissione consiliare nel senso descritto in questo emendamento sia una cosa di buonsenso.
Chiedo la sottoscrizione e spero che venga accettato.

PRESIDENTE

Assessore Corazzari, prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Solo per precisare che il passaggio nella Seconda Commissione già avviene per quanto riguarda le linee di investimento sui Parchi, quindi c'è un coinvolgimento di fatto, perché quando si decidono le destinazioni delle linee di investimento si va a discutere e ad analizzare quelle che sono anche le strategie dei Parchi e le azioni dei Parchi.

PRESIDENTE

Relatore Calzavara, prego.

Francesco CALZAVARA (Zaia Presidente)

Solo a ulteriore integrazione, lo vedremo nel corso della presentazione dei prossimi emendamenti. Vi ricordo che abbiamo accettato che il Consiglio direttivo invii annualmente alla Commissione consiliare competente, in materia di aree naturali, una relazione di quello fatto e di quello che farà. Quindi quello che è il piano futuro dei cinque parchi, la Commissione avrà ogni anno la possibilità di confutare quali saranno le strategie di ogni Parco rispetto a una pianificazione regionale complessiva.

PRESIDENTE

Sull'emendamento n. B0034 c'è parere contrario del Relatore.
Pongo in votazione l'emendamento n.  B0034
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva
Emendamento n. B0049, presentato dal consigliere Ruzzante, che prevede:
Il comma 3 dell'articolo 2 è così modificato:
"Fermo restando l'obbligo di vigilanza in capo alla Giunta regionale, l'Ente parco nell'esercizio delle funzioni allo stesso ascritte e tenuto conto degli obiettivi e delle strategie di cui al comma 2, può avvalersi e richiedere la collaborazione tecnica della struttura regionale competente in materia di aree naturali protette"
Lo illustra? Prego, Ruzzante.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Liberi E Uguali)

È vero quello che ha detto il collega Calzavara relativamente a un mio emendamento che stamattina era stato accolto, quindi lo troveremo poi nel testo, viene assorbito dall'emendamento della maggioranza, ed è importante perché quella è la programmazione specifica poi proprio Parco per Parco, quindi in qualche modo recupera quell'emendamento lì.
Siccome era una volta per sempre della legge, secondo me, se ci concedevate anche quello non cambiava poi di molto.
Relativamente all'emendamento 49, l'emendamento interviene su un aspetto che è quello della collaborazione tecnica da parte degli Enti Parchi. Ovviamente qui resta in capo alla Giunta l'obbligo di vigilanza, e questo non si discute; si stabilisce però la possibilità che gli Enti Parco, nell'esercizio delle funzioni che sono state ad essi attribuite da parte della Giunta, e tenuto conto degli obiettivi e delle strategie, può avvalersi e richiedere la collaborazione tecnica della struttura regionale competente in materia di aree naturali protette. Questo ci è stato ovviamente segnalato dalle strutture degli Enti Parco. Credo sia un emendamento anche questo di buonsenso, cioè consentiamo alle strutture degli Enti Parco di potersi avvalere del personale competente per materia e, quindi, di poterlo utilizzare.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0049, con parere contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva
Emendamento n. B0036, presentato dal consigliere Brusco, che prevede:
Al comma 3 dell'articolo 2 dopo le parole "degli indirizzi tecnici forniti dalla struttura regionale competente in materia di aree naturali protette" aggiungere le parole "e del Comitato tecnico-scientifico di cui all'articolo 9"
Lo dà per letto. Parere contrario del Relatore.
Metto in votazione l'emendamento n. B0036.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva
Emendamento n. B0033, presentato dai consiglieri Zanoni e Azzalin, che prevede:
" Il comma 4 dell'articolo 2 è soppresso ".
Zanoni lo illustra.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Articolo 2, comma 4. È sicuramente una delle disposizioni di questa legge che più lasciano perplessi. Come ricordavo in discussione generale, durante le audizioni abbiamo avuto modo di ascoltare attentamente, per più di una volta, sia i rappresentanti delle associazioni ambientaliste, sia alcuni Sindaci che vivono e che hanno il loro territorio comunale all'interno di Parchi regionali, ma anche i rappresentanti di Università che effettivamente si ponevano la questione in merito alle procedure che devono essere espletate, ad esempio di autorizzazioni paesaggistiche, se era una cosa fattibile senza criticità quella di affidare questi compiti ai singoli Comuni, ancorché con convenzioni.
Quindi c'erano queste forti perplessità con le quali si diceva che è meglio lasciare queste competenze in seno all'Ente Parco così ci sarà, per quanto riguarda questa delicata attività amministrativa e burocratica autorizzativa, la possibilità di dare anche linearità e una gestione uniforme all'interno dello stesso Parco, evitando magari che le singole Amministrazioni comunali possano andare ognuna per conto proprio.
Pertanto sarebbe effettivamente utile ripensare, come ho avuto modo di ripetere e di dire in Commissione più volte, a questo emendamento, a questo comma e quindi credo che sarebbe più che opportuno che la maggioranza approvasse questo emendamento soppressivo di questo comma 4 dell'articolo 2, che non è esente da problemi anche applicativi.

PRESIDENTE

Ruzzante, prego.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Liberi e Uguali)

Semplicemente per chiedere la sottoscrizione di questo e del successivo emendamento sulla tutela paesaggistica. Condivido la riflessione e il ragionamento fatto dal collega Zanoni e quindi chiedo la sottoscrizione di questi due emendamenti.

PRESIDENTE

Il presentatore accetta. Anche i colleghi Guarda e Azzalin chiedono la sottoscrizione e il collega Zanoni accetta.
Non vedo altri interventi. Metto in votazione, con parere contrario del Relatore, l'emendamento N. B0033.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0032, presentato dal consigliere Scarabel, che prevede:
" Il comma 4 dell'articolo 2 è così sostituito:

4.Ai fini dell'esercizio delle funzioni in materia paesaggistica di cui all'articolo 45 bis, comma 2, delle legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio" l'Ente Parco deve essere inserito nell'elenco degli Enti idonei di cui all'articolo 45 ter, comma 3, della medesima legge regionale n. 11 del 2004"
C'è la sottoscrizione di tutti i colleghi precedentemente citati.
Non vedo interventi, per cui metto in votazione l'emendamento n. B0032 con parere contrario del Relatore.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0092, presentato dal consigliere Calzavara, capo II, articolo 2, comma 5, modificativo, che prevede:
"Alla fine del comma 5 dell'articolo 2 sono aggiunte le seguenti parole: "o al comune nel cui territorio tali beni ricadono".
E' stato già spiegato ampiamente in Commissione, non vedo interventi, per cui lo metto in votazione con parere favorevole del Relatore.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 2 così come modificato.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 3, su cui ci sono emendamenti.
Emendamento n. B0068, presentato dal consigliere Calzavara, che prevede:
"L'articolo 3 è sostituito dal seguente "Art. 3 - Organi dell'Ente parco.
1. Sono organi dell'Ente parco:
a) la Comunità del parco;
b) il Consiglio direttivo;
c) il Presidente;
d) il Revisore dei conti;
e) la Consulta del parco;
f) il Comitato tecnico-scientifico

2. Ferma restando la disciplina statale in materia di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi di cui al D.Lgs 8 aprile 2013, n. 39 "Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell'articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190", qualora non diversamente disciplinato dal presente Capo, per le nomine e le designazioni di competenza regionale si applica la legge regionale 22 luglio 1997, n. 27 "Procedure per la nomina e designazione a pubblici incarichi di competenza regionale e disciplina della durata degli organi' "
Lo dà per letto. Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0068 con il parere favorevole del Relatore.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Questo era un emendamento praticamente sostitutivo. Devo elencare quelli che decadono? Datemi i numeri, grazie. Quindi decade l'emendamento n. B0079 e l'emendamento n. B0050.
Siamo sul subemendamento 112 del correlatore. Questo ha già un parere o no? C'è un sub del n. B0110, che è il n. B0112 del collega Azzalin.
Subemendamento n. B0112, presentato dal consigliere Azzalin, che prevede:
"Il comma 1 è così sostituito:
" 1. La Comunità del parco è composta:
a) dal sindaco di ciascun comune il cui territorio è ricompreso nel parco, oppure da un suo delegato permanente;
b) da tre soggetti designati dalla Giunta regionale in possesso di adeguato curriculum ed esperienza in materia di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale-rurale nonché in materia gestionale - amministrativa.
c) da quattro soggetti designati dalla Consulta di cui all'articolo 8 in rappresentanza delle seguenti attività e associazioni:
1) attività produttive-agricole;
2) attività di promozione turistica;
3) associazioni ambientaliste;
4) associazioni animaliste e scientifiche;
5) associazioni sociali e culturali;
6) associazioni di volontariato;
7) associazioni venatorie e ittiche;
8) da un rappresentante della Provincia e della Città metropolitana di Venezia, territorialmente interessate; nel caso in cui il parco comprenda il territorio di più province , ovvero di una o più province e della Città metropolitana di Venezia, partecipa unicamente l'Ente con maggior estensione territoriale"
Azzalin, prego.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Su questo è stato riscritto l'elenco delle associazioni. Abbiamo discusso anche prima in Ufficio di Presidenza sugli emendamenti, c'è stato un chiarimento anche da parte del Presidente su questo, perché dopo c'è un assorbimento di alcune associazioni in categorie; di fatto non c'è una preclusione per entrare nel Parco, gradirei che su questo fosse il Presidente a chiarire la cosa all'Aula. Grazie.

PRESIDENTE

Il consigliere Calzavara voleva proprio farlo, prego.

Francesco CALZAVARA (Zaia Presidente)

Invitato dal correlatore, cercherò di spiegare uno dei primi emendamenti importanti che abbiamo presentato in questa fase di discussione in Aula. Mi dispiace di aver sentito nel corso della discussione, prima di affrontare il voto, che più di qualcuno ha ritenuto inutile e poco attenta l'attenzione che la maggioranza ha avuto nel corso delle audizioni, quella che è stata l'evoluzione di questa legge, del primo testo di governance rispetto a quello che andremo ad approvare spero stasera, o al massimo domani.
Vi ricordo, e parliamo ad esempio della comunità, che nella prima scrittura della legge nella comunità c'erano dentro solo i Sindaci e i tre componenti della Giunta regionale, quindi dire che non abbiamo ascoltato il territorio, dire che ad esempio per quanto riguarda i Colli Euganei non abbiamo ascoltato il rappresentante della Strada del Vino che riteneva fosse giusto che i rappresentanti della promozione turistica fossero inseriti all'interno del Parco, è probabilmente un momento di distrazione di qualche collega che in quel momento non ha seguito i lavori delle audizioni, perché credo che da questo punto di vista ci sia stata invece, soprattutto nell'ultima fase di audizione, una forte sensibilità che la maggioranza ha dimostrato nell'ascoltare alcune cose che sono emerse all'interno della discussione, come ad esempio quella di ritenere nella nuova composizione della comunità necessario aumentare la presenza dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste. E quindi rispetto a zero che c'erano prima, o una prima proposta che era di uno, oggi arriviamo a due rappresentanti del mondo ambientalista, proprio perché riteniamo sia un modo per riequilibrare quelle sensibilità che ci devono essere all'interno del parco.
Detto questo, l'articolo 4 così, come riconfigurato, cerca oltre nell'andare a ridefinire quelle che sono le associazioni che poi avranno una loro rappresentanza all'interno della comunità, e quindi quelle del settore primario, quello delle associazioni di promozione turistica, due rappresentanti delle associazioni ambientaliste, un rappresentante delle associazioni venatorie e uno delle associazioni ittiche. Tra l'altro, rispetto alla piccola polemica che riguarda le associazioni venatorie, sono andato a guardare un po' in giro le leggi; nella progressista Provincia di Trento, a conduzione del Presidente Dellai, tra i tanti rappresentanti nel comitato di gestione c'è anche un membro designato dall'associazione dei cacciatori più rappresentativa della Provincia di Trento e un membro designato congiuntamente dalle associazioni o società di pescatori sportivi locali concessionari di diritti di pesca, eccetera, eccetera. Quindi vuol dire che la sensibilità del mondo venatorio è riconosciuta anche in altre parti d'Italia.
All'interno di questo articolo abbiamo anche riscritto il modo con cui si andrà a individuare i due componenti che emergeranno dalla discussione all'interno della comunità, come anticipavo durante la discussione, tre sono di espressione della Giunta, uno di questi è un Sindaco, i due che rimangono uno di questi rappresentanti verrà indicato dalle associazioni maggiormente rappresentative del settore primario. Siamo sul sub, però anticipo...

PRESIDENTE

Mi sembrava che lei avesse chiesto proprio al Relatore una spiegazione sull'emendamento depositato. Siamo sul sub, ma se prendiamo lo stenografico, nel suo intervento lei chiedeva al Relatore spiegazioni sull'emendamento depositato.
Bene, vedo che ogni tanto condividiamo qualcosa. Grazie, collega.
Metto in votazione, con parere contrario del Relatore, il subemendamento n. B0112.
È aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Subemendamento n. B0114, presentato dal consigliere Zanoni, che prevede:
"Sostituire nella lettera b) «dalla Giunta regionale» con «dal Consiglio regionale»".
Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Proprio a dimostrazione che io voglio bene a tutti voi, vi do la facoltà di intervenire come Consiglieri regionali su questa materia, sostituendo in queste nomine il potere, dato dalla legge così formulata, alla Giunta regionale, con quello dato al Consiglio regionale.
Ditemi voi se non è giusta questa proposta che vi stiamo facendo.

PRESIDENTE

La sua bontà e incredibile.
Prego, collega Azzalin.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Qui parliamo della Comunità ed è uno dei punti che noi contestiamo della scelta che è intervenuta da parte della maggioranza sulle nomine, perché nella Comunità, se dovessimo fare i giusti rapporti, il Presidente della Giunta regionale nomina il Presidente, altri due componenti nel Consiglio direttivo e la Comunità ha tre rappresentanti della Regione. Quindi la logica vorrebbe che questi rappresentanti fossero espressi dall'organo sovrano della Regione e cioè dal Consiglio regionale. Non è tanto un chiedere, come peraltro è giusto e l'ha già fatto anche qualche altro collega, che ci siano anche rappresentanti della minoranza, ma io ricordo che su questo ci sono atteggiamenti diversi da parte dell'Amministrazione, cioè noi abbiamo atteggiamenti diversi a seconda degli enti: già rilevavo questa mattina nella discussione generale che nelle ATER, per esempio, decide il Consiglio e in quanti organismi decidiamo le nomine come Consiglio?
Allora non si capisce perché su questo debba essere la Giunta, cambiando anche una propria opinione di alcuni mesi fa, per cui domando sempre, come un nastro ripetitore, se questo toglierebbe efficienza al Parco. Alla fine, dei tre nominati dalla Regione, il Presidente ne sceglie due per il Consiglio direttivo, può scegliersi i due della maggioranza, e quello della minoranza rimane nella Comunità.
Quindi ancora una volta non si metterebbe in discussione la facoltà di nominare la maggioranza assoluta dei membri del Consiglio direttivo da parte del Presidente, anche se noi decidiamo che i tre rappresentanti della Regione, che vanno in Comunità, vengono indicati dal Consiglio e di questi tre Zaia potrebbe nominare i due della maggioranza.
Perché c'è questa ostinazione nel non riporre nel Consiglio regionale la facoltà, che mi sembra coerente con la Legislazione vigente, per analogia con le altre scelte, e che mi sembra coerente anche per quel coinvolgimento? Parliamo di coinvolgimento, quindi non si spiega, perché poi avete la facoltà di indicare il Presidente e addirittura verrete avanti con un emendamento in cui, per far spazio alle categorie, togliete un posto ai Sindaci e dite che siete d'accordo sulla categoria degli agricoltori, però il rappresentante lo nomina la Comunità.
Poi la discussione in questi giorni ha portato ad ampliare di fatto anche questo ruolo del Presidente della Giunta regionale e riporre la facoltà di nominare e di designare i rappresentanti nella Comunità, non nel Consiglio, non mette in discussione quello che viene definito l'obiettivo e il motivo per cui si fanno certe scelte e cioè l'efficienza, il fatto che bisogna snellire, il fatto che, se ripongo le decisioni in capo ai Sindaci, succede che le cose non vanno avanti e quindi io avoco con me la facoltà di nominare e di far funzionare le cose: in questo modo non metto in discussione questa tesi, però consento che nell'organo massimo dell'ente Parco ci sia un'espressione del Consiglio regionale, nelle sue articolazioni.
Su questo, non ci potete rispondere che è una scelta politica, ma ci dovete spiegare se questa cosa è congruente con il ragionamento che avete fatto prima: qual è il nesso? Dobbiamo fare una legge che deve anche decretare le scelte per il futuro e non si capisce perché c'è questa auto espropriazione da parte del Consiglio di proprie facoltà.
Chiudo Presidente, sono dodici secondi, e la ringrazio di questa digressione.

PRESIDENTE

Collega Ruzzante, prego.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Liberi E Uguali)

Sarò rapido su questo, perché il ragionamento è molto semplice.
Intanto chiedo la sottoscrizione dell'emendamento al collega Zanoni, ma la proposta che lui ha avanzato riguarda veramente ciascun Consigliere che è in quest'Aula in questo momento, perché decidiamo adesso e la legge poi si applicherà e produrrà i suoi effetti nei prossimi mesi.
La domanda è: volete voi contribuire in qualche modo a decidere per un terreno che è collocato nella vostra Provincia? Penso ai suoi colleghi di Padova rispetto all'ente Parco Colli Euganei, penso a quelli della Lessinia rispetto all'ente Parco di Verona e così per la Provincia di Rovigo. Cioè la domanda è: volete voi che a decidere sia una persona sola, cioè il Presidente della Giunta regionale, o volete contribuire come Consiglieri regionali? Siete stati in fondo eletti anche voi dal popolo, non è che non siete rappresentanti di un pezzettino, di una quota parte della maggioranza che costituisce questo Consiglio regionale e senza una maggioranza in un Consiglio regionale non esiste un Presidente della Giunta.
Allora, questo è il punto e la domanda di fondo: ha ragione – lei sa che io cerco di mantenermi sempre in un'onestà intellettuale – il presidente Calzavara quando ricorda che, da dove eravate partiti, per certi versi avete prodotto qualche elemento di incontro rispetto alle audizioni che sono avvenute, ma non su questo punto: su questo punto c'è stato un arretramento, perché inizialmente era attribuito al Consiglio, che vuol dire che in cinquantesimi a ciascuno di voi, collega Berlato, collega Barison, collega Valdegamberi, cioè eravate titolari di una quota parte delle nomine dell'ente Parco della vostra Provincia, non dell'ente Parco che ha sede a Palazzo Balbi.
Allora, non si può togliere questo potere al Consiglio regionale o, meglio, in quota parte a ciascun Consigliere regionale che può contribuire, se viene votato qui, almeno ad una riunione del Gruppo consiliare, specie se è consistente, nella quale può dire se è d'accordo o no, ma dubito che, se avviene, invece, la nomina al di là del Canal, qualcuno chiamerà al telefono il Consigliere titolare di un cinquantesimo del potere del Consiglio e della rappresentanza popolare per chiedere la sua opinione per l'ente Parco: nomino io e decido io chi nominare in termini di Sindaci e quant'altro.
Credo che questo sia l'elemento che è insito all'interno di questo emendamento: prima le nomine spettavano al Consiglio, pochissime e rarissime erano quelle che spettavano al Presidente della Giunta, adesso stiamo togliendo anche questo piccolo potere che aveva ancora il Consiglio e, un pezzettino alla volta, stiamo svuotando il senso anche di questa Assemblea.
Guardate, io non sono mai stato appassionato di nomine, ma qui non è una nomina per gestione di pezzi di potere, non è la nomina a Veneto Sviluppo: qui siamo dentro una nomina che riguarda il mio territorio e io non vorrei che fosse, anche se io fossi della maggioranza, il mio Presidente a decidere senza sentire la mia opinione.

PRESIDENTE

Collega Calzavara, prego.

Francesco CALZAVARA (Zaia Presidente)

Il tema della Giunta regionale o del Consiglio regionale credo che sia stato quello più dirimente nella discussione di questi mesi: è stata fatta una scelta che, come dicevo in relazione, mira a garantire la governance; è una scelta e il tempo dirà se questa assunzione di responsabilità premierà la crescita dei Parchi.
Però, per quanto riguarda l'articolo specifico, non mi scandalizzerei più di tanto sulla nomina da parte della Giunta regionale, perché nella comunità, rispetto alla scelta iniziale, oggi abbiamo a che fare nel Parco dei Colli Euganei con sedici Comuni (Dolomiti 1, la Lessinia 15, il Delta del Po 9 e il Sile 11) e a questi componenti si aggiungono altri sette, che sono quelli dell'articolo 4 e poi i tre della Giunta regionale. Quindi, all'interno della Comunità l'incidenza delle scelte della Giunta regionale è di ben poco peso.
Che poi questi siano propedeutici ad essere nominati all'interno del direttivo è un altro tipo di ragionamento, però nella Comunità i tre scelti dalla Giunta regionale hanno questo peso di 3 su 20, di 3 su 15, quindi questo è il valore che la Giunta regionale avrà all'interno della Comunità, questi sono i numeri dei Parchi. Altra cosa, invece, riguarda la Giunta esecutiva ed è altrettanto vero che la Comunità fa cose importanti: fa il piano ambientale, fa lo statuto, approva i bilanci e il Consiglio direttivo esegue.
Quindi il peso della Regione che noi diamo all'interno della Comunità è ben poca cosa rispetto alla rappresentanza che il territorio ha, sia dal punto di vista politico con i Sindaci e la Provincia, sia dal punto di vista delle associazioni che vengono ampiamente rappresentate al suo interno.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altri interventi.
Metto in votazione il subemendamento n. B0114, con il parere contrario del Relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva
Siamo sempre sui subemendamenti.
Subemendamento n. B0115, presentato dal consigliere Zanoni, che prevede:
"Togliere dalla lettera g) le parole: «delle associazioni venatorie e da uno»".
Non vedo interventi. Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Molto velocemente, Presidente. Sicuramente molte cose che sono state dette nelle audizioni sono state recepite, nessuno nega questo, però, come è stato detto dal collega che mi ha preceduto, in questo caso non si sono volute ascoltare.
In merito a questo emendamento, va detto che si propone di togliere il rappresentante delle associazioni venatorie, io penso anche per sollevarle da un fastidio, perché lo abbiamo – diciamoci le cose come stanno – e nessuno lo può smentire: le associazioni venatorie non amano i parchi e infatti in ogni occasione, in ogni legge che è stata istituita – io ricordo la legge sul Parco del Sile – chi contrastava queste leggi erano le associazioni venatorie, perché nei parchi è vietata la caccia: loro hanno questo hobby, se togli loro il territorio, sono contrari.
Lo hanno sollevato in tanti e quindi si tratta di creare un articolo più lineare.
Poi non si può dire, collega Calzavara, che in certe Province esiste questa realtà perché, come la tutela della fauna è una questione trasversale, anche la caccia è una questione trasversale, anche se il Presidente che lei ha nominato in realtà proprio del PD non è, è di un partito autonomista.
Al di là di questo, tanto per dire, di fronte alla legge però tutti devono rispondere e le faccio l'esempio dell'ex Presidente della Provincia vicina, Durnwalder, che ieri è stato condannato dalla Corte di Appello della Corte dei Conti a pagare più di mezzo milione di euro perché per anni ha insistito a far cacciare specie di animali protetti e, grazie alle associazioni LAV e LAC, è stato portato davanti ai tribunali del TAR e dopo davanti alla Corte dei Conti. Quindi è un precedente che, a mio avviso, dovrebbe far fischiare le orecchie a molti Amministratori, non solo della Provincia di Bolzano, di quella Regione, ma un po' di tutte le Regioni d'Italia, nel senso che la fauna selvatica, patrimonio indisponibile dello Stato, non può essere adoperata per fare propaganda elettorale e creare consenso, ma deve essere tutelata in base alle leggi statali e comunitarie: è un precedente che, secondo me, lascerà il segno e quindi credo che sia più che legittimo questo emendamento.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi, per cui metto in votazione il subemendamento n. B0115, con il parere contrario del Relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva
Subemendamento n. B0113, presentato dal consigliere Azzalin, che prevede:
"Alla lettera b) del comma 5 dell'articolo 4 sono aggiunte le seguenti parole: dopo le parole «dei due soggetti indicati dalla comunità» sono aggiunte le seguenti «uno viene individuato dalla Comunità in una rosa di TRE nominativi individuati dalle associazioni ambientaliste maggiormente rappresentative»".
Collega Azzalin, prego.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.
Siamo sempre sulle nomine. Va bene nominare un rappresentante del settore primario, però sarebbe il caso di aggiungere anche un rappresentante delle associazioni ambientaliste e non vorrei che qua ci dividessimo e impostassimo il ragionamento su chi è più a favore delle associazioni ambientaliste: qua il problema è che noi dobbiamo rapportare le nomine alle funzioni dell'Ente.
Allora, premesso che avete deciso che avete la maggioranza, che addirittura nominate i tre nella Comunità e, anche se contano pochissimo rispetto alla quantità di Sindaci, cosa volete che sia e quindi se li tiene la Giunta (invece sarebbe stato un motivo in più per coinvolgere il Consiglio, a mio avviso), per cui io propongo che un rappresentante delle associazioni ambientaliste sia tra quelli indicati dalla Comunità per far parte del direttivo: uno lo nominano i tre Sindaci e uno le associazioni ambientaliste.
Quindi questo ci può stare ed è vero che poi farete un emendamento per cui direte che uno fa parte del settore primario, ma mettiamo anche uno delle associazioni ambientaliste, non è un problema, e quindi mantenete la maggioranza, i Sindaci li può indicare il presidente Zaia, nessuno discute sulla nomina che sarà sicuramente indiscutibile, super partes e non si rifarà a nessuna parte politica, nominerà sicuramente il miglior Sindaco della zona, non sarà amico di questo o quell'altro, ma proprio per questo io sono convinto in questa fase che magari si possa arrivare a delle indicazioni di nomine con questi presupposti. Allora i due che indica la Comunità, li individua uno tra le associazioni del primario, con i proprietari in alcuni casi.
Badate che la contraddizione è ancor più stridente perché uno di quei due, nel caso della Lessinia di sicuro, deve essere nominato, ma sarà uno delle associazioni dei proprietari, che sentiranno le associazioni agricole, che rientreranno nei due che la comunità indicherà per la nomina in Consiglio, proprio anche per contemperare ed equilibrare la presenza. Questo non tanto per vedere un discorso di contrappesi perché in un Cda che si rispetti – ed è sempre stato così perché poi sennò le cose non marciano – non si va avanti per voti di maggioranza o minoranza, ma nel Cda c'è gente che è indicata per rispettare quella linea strategica e deve contribuire per la sua parte, in base al suo ruolo, alle sue caratteristiche, alle sue competenze, per far funzionare quel Consiglio di Amministrazione e rispettare quello che la Giunta regionale ha definito che fa parte delle linee strategiche dei Parchi.
Allora io dico che, per far funzionare e per conseguire quegli obiettivi, non si può considerare addirittura i proprietari e non considerare neanche un rappresentante delle associazioni ambientaliste, che potrebbe sicuramente essere un elemento utile, perché guardate che la presenza di uno e la non presenza dell'altro, a mio avviso, è un elemento che può decretare un'impugnativa di questa norma, perché è una contraddizione troppo forte sul piano legislativo con i principi della legge in vigore, perché poi quello che esce dalla porta rientra dalla finestra per i rappresentanti terrieri.
Allora, qua io ho proposto questo emendamento perché avete scelto le categorie del primario, e sono d'accordo, e poi le categorie ambientaliste, perché tanto i Sindaci li nomina già Zaia, quindi abbiamo già due su cinque che sono Sindaci: uno è il Presidente e due sono le categorie. Già questo darebbe un senso diverso, mi permetto di dire, alla legge.

PRESIDENTE

Grazie. La parola al consigliere Valdegamberi.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Solo una sottolineatura: dobbiamo superare la contrapposizione tra proprietari, agricoltori e ambientalisti. Io sono dell'opinione che i primi ambientalisti, che vogliono bene al proprio territorio, sono proprio coloro che coltivano la terra, che ci hanno consegnato questo bel territorio salvato, quindi l'agricoltore, per quanto mi riguarda, è l'ambientalista per eccellenza, non è quello del sabato o della domenica, ma è quello che sta sempre sulla terra, la coltiva, la ama e non la rovina. Quindi non capisco perché questa contrapposizione, sembra quasi che uno che è agricoltore non sia ambientalista.
Poi in questa norma è previsto che siano proprietari, però agricoltori, gente che coltiva la terra, che vive in montagna, non solo nei fine settimana, ma vive sempre in montagna a contatto con l'ambiente. Io credo che questo abbia una priorità sugli altri.

PRESIDENTE

Grazie. La parola al collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Ho ascoltato l'ultimo intervento del collega Valdegamberi e mi chiedo dove viva e se veramente ogni tanto va fuori dalle mura di casa e va a vedere quello che accade in campagna, perché potrebbe valere in senso generale quello che lei ha detto, però lei parla di agricoltori e questo è un emendamento in tema. Io ho visto, ad esempio, una distruzione di habitat ad opera di un'agricoltura invasiva, ho visto distruggere siepi centenarie in campagna, diserbare siepi, distruggere habitat che erano sempre stati lì, messi dai vecchi agricoltori che sapevano quanto utili fossero i fossati e le siepi, perché bisogna recuperare fino all'ultimo metro per mettere prosecco.
È piena la campagna di esempi come questi e sicuramente ci saranno i bravi agricoltori, ma non mi può dire che gli agricoltori sono come gli ambientalisti, perché quando si tratta di fare profitto, le assicuro che non tutti gli agricoltori hanno le attenzioni dovute.
Ecco perché è giusto e sacrosanto il subemendamento che abbiamo presentato, che ha appena illustrato il collega Azzalin, perché le associazioni ambientaliste devono essere messe.
Anch'io credo che si faccia rientrare dalla finestra quello che è uscito dalla porta, perché è stato finalmente tolto quell'emendamento che prevedeva questa eccezione alla regola sulla questione della Lessinia, però adesso ci troviamo questi due nuovi soggetti diversi da quelli della lettera b) del comma 1, eccetera, da comunicare al Presidente della Giunta regionale per il Consiglio direttivo. Anche qui creiamo un problema in un organismo che ha dei compiti molto importanti, come appunto il Consiglio direttivo, che qualcuno chiama anche Consiglio di Amministrazione, perché è un organismo che ha dei compiti importantissimi: provvede all'organizzazione e al funzionamento dell'Ente e propone alla Comunità del parco il Piano ambientale, che è una sintesi di molte sensibilità, ed esercita ogni altra funzione assegnatagli dallo Statuto.
Se noi mettiamo all'interno delle rappresentanze specifiche e non creiamo, invece, il giusto equilibrio con le varie componenti – e giustamente noi proponiamo anche la componente ambientalista – che cosa faranno questi rappresentanti che voi volete inserire? Tireranno giustamente acqua al proprio mulino. Quindi era meglio evitare di mettere degli interessi specifici, lasciare all'interno del Consiglio direttivo dei componenti che vengono scelti per le loro professionalità, che vengono scelti appunto nel territorio, ma che non siano espressione precisa di certe componenti economiche.
PRESIDENTE
Silenzio in Aula, grazie.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Questo creerà sicuramente dei disequilibri, ma non solo.
Poi, come ho detto anche questa mattina durante la discussione generale, una norma del genere potrebbe anche essere oggetto di violazioni di norme superiori, di norme dello Stato relative all'ambiente, in particolare la legge quadro che prevede determinati pesi e contrappesi per quanto riguarda le rappresentanze nei vari gradi e nelle varie Istituzioni. Va bene mettere certe espressioni dentro alla Consulta del Parco? Metterle all'interno di altri organismi come la Comunità passi, però andare ad inserirli nel Consiglio direttivo credo che sia una scelta veramente avventata, che creerà sicuramente attriti e poi probabilmente ci porterà a dei giudizi e anche a possibili impugnazioni.
Magari il nuovo Governo, quando vedrà questa legge, dirà: "Questa qua è una legge regionale del Veneto che non è proprio in linea con la legge statale", per cui creiamo delle discrepanze di rappresentanza e magari gli uffici legislativi del Ministero dell'Ambiente andranno a vedersi anche la giurisprudenza e, guardando quella che è la giurisprudenza, leggeranno tutti i precedenti e si chiederanno se questa non sia una legge da impugnare.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Gerolimetto, prego.

Nazzareno GEROLIMETTO (Zaia Presidente)

Grazie. Non volevo intervenire, ma il collega Zanoni questa volta ha fatto delle affermazioni che condivido, perché ha esordito dicendo che gli agricoltori non sono come gli ambientalisti e perlomeno su una cosa andiamo d'accordo: gli agricoltori sono gente di buonsenso, sono quelli che custodiscono la terra e ci vivono in simbiosi, non sono quelli che il sabato e la domenica vanno a passeggiare e poi vogliono comandare sulla proprietà altrui. Lei, se vuole vedere la siepe, si compri il terreno, se la coltivi e non pretenda che siano gli altri a coltivare il suo benessere: sia lei a coltivare il benessere di tutti, se lo vuole fare, non pretenda che siano gli altri a farlo per suo conto.

PRESIDENTE

Bene. Signori, calma in Aula.
Non vedo altri interventi, quindi metto in votazione il subemendamento n. B0113 con parere contrario del Relatore.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0110, presentato dal consigliere Calzavara, che prevede:
"L'articolo 4 è sostituito dal seguente
«1. La Comunità del parco è composta:
a) dal Sindaco di ciascun Comune il cui territorio è ricompreso nel parco, oppure da un suo delegato permanente;
b) da tre soggetti designati dalla Giunta regionale in possesso di adeguato curriculum ed esperienza in materia di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale-rurale nonché in materia gestionale – amministrativa;
c) da un rappresentante della provincia e della città metropolitana di Venezia territorialmente interessate; nel caso in cui il parco comprenda il territorio di più province, ovvero di una o più province e della città metropolitana di Venezia, partecipa unicamente l'ente con maggior estensione territoriale;
d) da un rappresentante delle associazioni espressione delle attività produttive del settore primario;
e) da un rappresentante delle associazioni di promozione turistica;
f) da due rappresentanti delle associazioni ambientaliste;
g) da un rappresentante delle associazioni venatorie e da uno delle associazioni ittiche.
2. I componenti della Comunità del parco sono nominati con decreto del Presidente della Giunta regionale.
3. La Comunità del parco è presieduta dal Presidente del parco e alle riunioni partecipa di diritto il direttore del parco.
4. La Comunità definisce l'indirizzo politico-amministrativo del parco, orientandone l'attività complessiva, e delibera in merito a tutte le questioni generali che le sono attribuite dallo statuto. In particolare:
a) approva lo statuto;
b) approva i bilanci preventivo e consuntivo;
c) approva i regolamenti;
d) adotta il piano ambientale per il parco.
5. La Comunità del parco:
a) è convocata dal Presidente del parco almeno due volte l'anno, nonché ogni volta venga richiesto da un terzo dei suoi componenti;
b) individua, entro i trenta giorni successivi alla sua costituzione, i nominativi di due soggetti, diversi da quelli di cui alla lettera b) del comma 1, in possesso di adeguato curriculum ed esperienza in materia gestionale-amministrativa o in materia di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale-rurale, da comunicare al Presidente della Giunta regionale per il Consiglio direttivo. A tal fine la Comunità del parco viene convocata e presieduta dal componente della stessa più giovane di età. Trascorso inutilmente detto termine, il Presidente della Giunta regionale provvede direttamente alla nomina degli stessi. Dei due soggetti indicati dalla Comunità uno viene proposto dalle associazioni più rappresentative nel settore produttivo-primario che svolga la sua attività principale nel parco. Nel caso in cui nel territorio del parco sia costituita un'associazione di proprietari che rappresenti almeno il 60% dei terreni agro-silvo-pastorali privati, inclusi nel parco, l'indicazione del rappresentante del settore agricolo produttivo avviene da parte dell'associazione dei proprietari, sentite le succitate associazioni del settore primario.
6. Ai componenti della Comunità del parco spetta un gettone di presenza, quantificato dalla Giunta regionale ai sensi dell'articolo 11, secondo la normativa vigente»".
Consigliera Rizzotto, prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Il collega Calzavara prima aveva già iniziato a illustrare questo emendamento, che è un sostitutivo di questo articolo e farà decadere anche diversi altri emendamenti e sub e, così come abbiamo già concordato, vi sono anche degli emendamenti già presentati che sostituiscono altri articoli fondamentali.
Come ha detto prima il collega – ed è vero – io credo che come lavoro anche dalla Commissione, ci abbiamo lavorato tanto, abbiamo dedicato tanto tempo e penso che non si possa negare che vi è stata la massima disponibilità ed apertura ad accogliere anche diverse delle vostre proposte e questo è un emendamento che ne è un esempio. Ma soprattutto abbiamo anche ascoltato anche tutte le varie audizioni che ci sono state: lo ricordava prima e abbiamo detto più volte che, rispetto alla versione iniziale, anche quella stessa della Giunta, noi ci siamo assunti una responsabilità, come membri della Seconda Commissione, di tener conto di tutte le varie istanze che ci sono state presentate.
E questo lo dimostra perché abbiamo inserito il rappresentante della Provincia che non c'era, abbiamo inserito un rappresentante delle associazioni espressione dell'attività produttiva del settore primario, un rappresentante delle associazioni di promozione turistica, due rappresentanti delle associazioni ambientaliste (Azzalin, ne avevamo messo una, tu hai chiesto di metterne almeno due e ne abbiamo messe due), un rappresentante delle associazioni venatorie e uno delle associazioni ittiche, perché questo sostitutivo inserisce di prevedere anche uno delle associazione ittiche, proprio perché nel territorio abbiamo queste realtà così varie.
Quindi in questo organismo importante che è la Comunità del Parco, abbiamo dato la massima partecipazione e presenza di tutti i soggetti interessati per la vita anche del Parco e la Comunità ha un ruolo fondamentale, come dice l'articolo, perché si occupa di approvare lo statuto, approvare i bilanci preventivo e consuntivo, approvare i regolamenti e adottare il piano ambientale per il Parco, oltre che ovviamente dare l'indirizzo politico-amministrativo del Parco, orientandone l'attività complessiva.
Allora, io capisco che su delle cose abbiamo delle posizioni molto diverse e ne abbiamo discusso anche per mesi – sempre poi le stesse cose, tra l'altro – però penso che si possa dare atto che siamo stati molto aperti e disponibili ad accogliere tante cose.
Però bisogna anche essere onesti, e mi riferisco in particolare al collega Zanoni e al collega Azzalin e agli interventi che hanno fatto finora: anche se ripetete la stessa cosa altre duecento volte non è che noi cambiamo idea; ci siamo fatti anche noi un'idea, abbiamo modificato le nostre idee iniziali accogliendo tante cose, però bisogna anche ammettere che, fra quelli che sono venuti e hanno presentato delle osservazioni, le opinioni sono anche molto divergenti.
C'è il collega Zanoni che vede solo gli ambientalisti, non vede altro: tutto il resto del mondo è da condannare e ci ha dato degli esempi con alcune frasi che ha pronunciato anche prima. È rispettabile, la sua è un'opinione, ma c'è chi, invece, sostiene che sia importante la presenza di uno del mondo agricolo, chi del mondo dei cacciatori, chi del mondo ittico, chi del mondo della promozione turistica, ciascuno ha le sue visioni. Tutti volevano avere un ruolo in questo organismo importante che è la Comunità e gliel'abbiamo dato: li abbiamo inseriti, li abbiamo accolti.
Un altro elemento importante, secondo me, è anche che una delle cose che ci hanno detto tutti nelle audizioni e nelle osservazioni che ci hanno scritto, è che questa legge serve, per cui dobbiamo farla presto. Noi non abbiamo la pretesa di aver fatto il meglio della legge possibile, assolutamente no, la potremo sempre migliorare, vedremo anche come va, ma dobbiamo uscire da una situazione di commissariamento di questi parchi e rendere questi organismi anche un po' più snelli, come abbiamo cercato di fare, forse anche sbagliando, con le scelte che abbiamo fatto nel direttivo. Però noi almeno ci mettiamo la faccia e ci proviamo.
Abbiamo cercato – e questo l'avete visto e l'avete anche detto – anche di modificare il testo, abbiamo accolto anche molte delle vostre proposte e se adesso facciamo anche un'operazione un po' di ostruzionismo e interveniamo duemila volte sempre dicendo le stesse cose, per carità, è legittimo, fate pure, ma non è che cambiamo idea; le posizioni le abbiamo colte, le abbiamo capite, le rispettiamo: rispettiamo le vostre e voi rispettate anche le nostre, che sono sicuramente anche frutto di valutazioni ponderate, come anche quello di riconoscere che nel territorio vi sono anche delle associazioni di proprietari di terreni che hanno chiesto a gran voce di essere rappresentati.
Per questo abbiamo ritenuto di inserire questa norma in questa maniera prevedendo che dei due soggetti indicati dalla Comunità, uno viene proposto dalle associazioni più rappresentative del settore produttivo primario, che svolga la sua attività principale nel parco, e nel caso in cui nel territorio del parco sia costituita un'associazione di proprietari che rappresenti almeno il 60% dei terreni agrosilvopastorali privati inclusi nel parco, l'indicazione del rappresentante del settore agricolo produttivo avviene da parte dell'associazione dei proprietari, sentite le succitate associazioni del settore primario. Quindi anche questo abbiamo accolto, che era una delle richieste che ci hanno fatto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Questo è finalmente il maxi emendamento che ha fatto cadere anche altri nostri emendamenti e che appunto va a modificare la disposizione dell'articolo che disciplina la Comunità del Parco. Quindi è vero quello che dice la collega Rizzotto, va riconosciuto che sono state recepite più di alcune delle nostre proposte; ad esempio, una delle più importanti è stata di passare da un rappresentante delle associazioni ambientaliste appunto a due rappresentanti, quindi si raddoppia la presenza degli ambientalisti all'interno della Comunità del Parco.
È falso però dire, collega Rizzotto, che ho una posizione preconcetta nei confronti di tutti quelli che non sono ambientalisti e questo non è vero, perché io ho ascoltato, ad esempio molto attentamente, per fatalità, proprio i rappresentanti delle associazioni dei proprietari dei terreni della Lessinia, che erano seduti proprio qua davanti, e ho condiviso alcuni dei loro interventi, nel senso che hanno rappresentato bene chi sono, quello che fanno quello, le loro attività, la loro opera anche di tutela dell'ambiente.
Nessuno ha niente da dire su questo, il fatto è che noi non stiamo dicendo se sono bravi, se sono cattivi, che ci sono i cattivi e i bravi, non stiamo facendo le schedature, nessuno fa la schedatura, non vogliamo schedare i cimbri, oggi magari tocca a loro e domani tocca ai cimbri, nessuno vuole fare queste schedature, anche se vanno di moda attualmente i censimenti e le schedature, ma semplicemente, siccome stiamo parlando di leggi, ci sono diversi gradi di rappresentanza, diverse Istituzioni previste da questa legge, ed era semplicemente inopportuno mettere nel Consiglio direttivo qualcuno, quando si poteva metterlo benissimo, come già è previsto, nella Consulta e nell'altro organismo previsto da questa legge, ovvero la Comunità.
Dopodiché mi spiace che il consigliere Gerolimetto se la sia presa, ma forse non era molto attento quando sono intervenuto perché ci sono dei bravissimi agricoltori che tutelano le fasce arborate e le siepi: ne conosco moltissimi che hanno una certa responsabilità e disponibilità a tutelare l'ambiente del loro terreno. Nessuno dice che non hanno diritti, anzi io sono uno di quelli che agli agricoltori – ho proposto anche delle modifiche e degli emendamenti – andrebbe riconosciuto anche un qualcosa per chi per legge può andare nei loro terreni e mi riferisco a chi esercita l'attività venatoria. Ad esempio, la legge prevede dei riconoscimenti e dei rimborsi che il Veneto non ha mai elargito agli agricoltori e quindi ribadisco che ci sono dei bravi agricoltori, come ci sono anche dei bravi i cacciatori.
Con la collega Guarda e la collega Bartelle ho presentato da poco un'interrogazione che riguarda un brutto episodio di personaggi che col fuoristrada...

PRESIDENTE

Se rimaniamo sull'argomento è meglio, grazie.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

...con il fuoristrada hanno ucciso un gallo cedrone in un'area vietata al transito e chi mi ha segnalato la cosa è un cacciatore, quindi non è vero che vedo solo gli ambientalisti e non ascolto gli altri: io parlo con tutti e collaboro con tutti.
Era una questione di buonsenso, secondo me, non prevedere in questo emendamento e quindi magari vanno bene alcune parti del comma 1, ma sul comma 5 proprio non ci siamo: la lettera b) del comma 5, a mio avviso, rappresenta grosse problematicità.


PRESIDENTE

Grazie. Collega Azzalin, prego.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Senza la benché minima acrimonia, collega Rizzotto, il confronto e la dialettica può portare anche a cambiare opinione: una volta la puoi cambiare te, una volta la cambio anch'io, ma quando la cambiamo noi, per esempio, non ci avete mai sentito dire che abbiamo cambiato idea e dovete ritenervi contenti. Non l'abbiamo mai detto e allora ci vuole un minimo anche di cortesia istituzionale, perché poi finisci il tuo intervento dicendo che è una legge che serve e bisogna fare presto, ma, vivaddio, l'ho tenuta io ferma sei anni? Tutto ha un limite e adesso poniamo dei problemi, per carità, ma ci confrontiamo.
Tu dici che noi abbiamo già scelto e non ci muoviamo, ma io ti rispondo, con tutta la cortesia, che, siccome c'è un Regolamento, c'è una modalità di voto e c'è una facoltà di spiegare, tu mi ribadirà n volte, a seconda di quante volte interveniamo, che è una scelta politica e io ti dirò perché quella scelta politica è sbagliata n volte che riterrò opportuno. M questo con il rispetto nei tuoi confronti e del Presidente, al quale do atto della conduzione, anzi mi sono complimentato con lui e, secondo noi, si perde un'occasione di tutte le argomentazioni che abbiamo detto.
Poi ci sono dei ragionamenti politici, perché io l'ho abbozzato in Commissione, Presidente, perché dissi che dovevamo fare la Commissione per approfondire una serie di argomenti e io pensavo che si potesse un po' discutere del senso di alcuni emendamenti e vedere di trovare una condivisione: poi siete venuti con delle proposte e avete detto che abbiamo fatto queste proposte, un po' raccogliamo, eccetera. Allora ho fatto un ragionamento e ho detto: non è che svuotiamo la Consulta prelevandoli e portandoli in Comunità e di fatto diamo poco senso: non si potrebbe ragionare dando magari qualche ruolo in più alla Consulta? Infatti, se tanto mi dà tanto, non si capisce perché il rappresentante del settore primario lo devo mettere in Consiglio direttivo e non quello delle associazioni ambientaliste, per esempio: è giusto, ma è una giustezza a metà, perché non l'avete completata con l'altro ragionamento che dicevamo.
Allora voi continuate a dire che noi arriviamo fin lì e io continuerò a dirti, argomentando in maniera diversa, che siamo di fronte a una scelta sbagliata, perché alla fine non ci avete mai detto perché avete cambiato idea così, perché noi non è che abbiamo fatto una discussione, abbiamo avuto più bozze dello stesso provvedimento, non una e ogni volta c'era un'ipotesi diversa, finché alla fine per fortuna che ci siamo fermati alla terza, perché sennò, se avessimo fatto la quarta, avremmo avuto i quattro quinti che nominava il Palazzo Balbi. Adesso la butto anche così.
Quindi non offendetevi se noi ribadiamo una cosa. Voi la volete votare stasera? Se finiamo stasera la votiamo stasera, sennò la voterete domani mattina e noi voteremo contro. Non accogliete neanche una proposta, ma c'è la possibilità di correggerlo ancora, e io non pongo mai limiti alla provvidenza.
Salvini è arrivato a fare il Ministro dell'Interno, ti pare che io molli su questa cosa? Uno non molla da una parte e uno non molla dall'altra e io vorrei capire perché devo mollare: ti rompi le scatole a stare in Consiglio regionale fino alle 20.00? Abbiamo anche un'ottima indennità, possiamo annoiarci, poi il Presidente di certo non si annoia perché deve aggiornare continuamente Facebook e sicuramente è molto più interessato a quello e non a una legge di programma.
Detto questo, io continuerò nelle argomentazioni, perché le scelte nostre sono giuste e le vostre potrebbero essere migliorate – mettiamola così – su una legge importante, perché limitarsi a delle nomi e poi "strucca strucca" alla fine diventa che faccio tutto io e quello tuo lo decido in parte anch'io, questo è quello che salta fuori e questo noi continueremo a denunciare questo fatto. C'è poco interesse dal punto di vista dell'opinione pubblica? Io credo che gli stakeholder e i Sindaci, nel momento in cui vedranno la legge, qualche cambiamento l'avranno, perché in tanti vorrebbero essere amici, però pochi saranno i prescelti.

PRESIDENTE

La parola al collega Scarabel.

Simone SCARABEL (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente. Io vorrei fare un intervento un po' diverso perché a me interessa poco chi nomina chi, quanti vanno a questo e quanti vanno a quello.

PRESIDENTE

Silenzio in Aula. Collega Ruzzante, per favore; quando lei parla vuole silenzio e anche Scarabel se lo merita. Dica pure, prego.

Simone SCARABEL (Movimento 5 Stelle)

Grazie. Io volevo far notare una cosa: secondo me, sarebbe importante definire meglio, all'articolo 4, lettera b), le caratteristiche che devono avere i tre soggetti designati dalla Giunta regionale, perché qua parliamo di adeguato curriculum in materia di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale e rurale, benissimo, nonché in materia gestionale e amministrativa, benissimo; però oltre alle competenze di materia gestionale e amministrativa, secondo me, sarebbe veramente importante che queste figure avessero anche la competenza di riuscire a intercettare i finanziamenti europei, perché se noi riusciamo a inserire anche questa figura all'interno della Comunità del Parco e poi da qui verranno pescate le figure da mettere nel Consiglio direttivo, potremmo intercettare quei fondi europei per riuscire poi a far partire dei progetti che coinvolgano i proprietari terrieri, i coltivatori, gli ambientalisti, cioè dare delle risorse aggiuntive da spendere veramente in progetti all'interno di questi Parchi regionali, perché sappiamo benissimo che le risorse che possiamo mettere direttamente sono limitate.
Se riuscissimo, quindi, ad intercettare dei finanziamenti europei da spendere concretamente all'interno dei nostri Parchi, secondo me, sarebbe veramente un grandissimo aiuto per tutte le categorie che poi usufruiranno del Parco e lo andranno a gestire. Quindi io suggerisco di andare a specificare questo e, secondo me, il posto giusto sarebbe qua, se voi ritenete che sia una proposta comunque di buonsenso, che potrebbe essere accolta da altre parti.
Mi rendo conto del tempo in cui faccio questa osservazione e raccomandazione, però veramente credo che sarebbe importante riuscire a mettere almeno una figura di queste tre con queste particolari caratteristiche, nella logica di riuscire a portare più risorse, oltre a quelle che riuscirà a mettere direttamente la Regione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Collega Ruzzante, prego.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Liberi E Uguali)

Io credo che ci voglia sempre una certa ragionevolezza da parte della maggioranza nel condurre l'Aula come l'avete tenuta questa mattina molto bene, avanzando anche alcune proposte modificative e accogliendo anche alcune proposte dell'opposizione: io questo lo riconoscono, come credo che l'abbiano riconosciuto altri colleghi prima di me.
Mi pareva ragionevole il fatto che dividessimo, siccome la materia è molta e siamo arrivati fino quasi alle cinque con la discussione genere, il Consiglio in due giornate: non avevamo convocato a caso anche per la giornata di mercoledì, c'era una certa ragionevolezza nell'andare in questa direzione; non cambiava poi nulla dal punto di vista della sostanza politica, non è che, se non l'approviamo stasera, domani non siete in grado di dare attuazione a questa legge. Mi pare che abbiamo condotto un buon lavoro, c'è stato anche un lavoro di Commissione che andava assolutamente fatto ed era essenziale fare.
Ora si vuole forzare, ma non c'è nessun problema e infatti, come vede, io non mi pongo mai limiti e problemi, però forse, da questo punto di vista, ha ragione il collega Azzalin a dire che, se si vuole andare avanti, vediamo di trovare dei punti ulteriori di intesa, se ci sono e se sono a disposizione della maggioranza su punti qualificanti e mi riferisco a questioni che i colleghi che hanno seguito più e meglio di me il provvedimento possono in qualche modo avanzare per accelerare i tempi di approvazione della legge, sennò mi dispiace ma la differenza politica resta.
Ha ragione il collega Calzavara a dire che siamo nell'ambito della comunità, però è propedeutico a quello che arriverà dopo ed è vero che qui nomina poco il Presidente della Giunta, ma lo nomina dopo, nel punto decisivo, nel cuore della legge. Io ripeto che a me dispiace che non venga colto questo aspetto dell'importanza che una nomina sia di competenza del Consiglio rispetto a una di competenza della Giunta: a me sorprende perché in tutte le Assemblee elettive dove sono stato eletto, dal Consiglio comunale della mia città fino al Parlamento, quando l'Esecutivo si assumeva le funzioni che erano proprie dell'Assemblea c'era una certa reazione, cioè si capiva e si comprendeva perfettamente che, se il potere veniva accentrato nelle mani di pochi, cambiava aspetto, cambiava in qualche modo funzione.
E c'è anche la funzione dell'esercizio del ruolo di Consigliere regionale, nonostante siate arrivati qui con migliaia di voti di preferenza e abbiate fatto una battaglia nel vostro territorio per essere eletti in questo Consiglio regionale, compreso l'ultimo arrivato, nel senso che comunque era immediatamente il primo dei non eletti, quindi ha comunque battuto altri colleghi che erano in quella lista della sua Provincia, per cui siete anche voi titolari di un pezzettino di importanza, di un pezzettino di potere. Ebbene, non è possibile che una cosa che prima era di competenza del Consiglio passa automaticamente nelle mani del Presidente della Giunta e non vi ponete il problema, il tema, la domanda.
Io non ho dubbi che la collega Rizzotto – adesso uso lei, non per la persona, ma per la funzione e il ruolo, cioè il Capogruppo di un Gruppo di maggioranza – domani mattina sarà a Palazzo Balbi a discutere le nomine, ma ho qualche dubbio che ci arriverà un collega, chiunque altro, e questo fa la differenza in democrazia, anche all'interno di una maggioranza: non so come dirlo, però anche questo ha la sua importanza e la sua valenza.
Non è questo l'emendamento nel quale vi chiediamo di risolvere la questione, ma è quello relativo alle nomine: non si toglie nulla alla maggioranza, sarà la maggioranza a decidere ovviamente perché avete i numeri, ma in una collegialità che passa attraverso quest'Aula e non di là del Canal, perché di là del Canal c'è una sola persona e qua 51.

PRESIDENTE

Collega Calzavara, prego.

Francesco CALZAVARA (Zaia Presidente)

Rispetto alla volontà di tentare di arrivare all'approvazione di questa sera, è perché essenzialmente, con l'approvazione di questo articolo, si risolvono quelli che sono stati i temi più discussi all'interno della Commissione, che mi pare di capire che, nonostante la maggioranza abbia accolto molte delle cose che sono arrivate dalla minoranza, non vi soddisfa. E allora non si può dire "o fate come dite noi o sennò...", perché altrimenti non esiste una maggioranza e non esiste un'opposizione o allora si fa una cosa diversa, si porta il 143, non lo si discute nemmeno in Commissione, e siccome quello che è venuto fuori dalla Giunta è quello giusto, lo si approva senza la discussione.
L'arricchimento che c'è stato di questo testo in Commissione credo che sia una cosa che vi dovrebbe anche soddisfare e gratificare, perché rispetto a quello che era scritto nel 143 è ben altra cosa: è un testo che, per quanto riguarda la governance, che nel 143 era sfiorata, credo soddisfi i territori, soddisfi chi ci ha lavorato e ha contribuito per arricchirlo in termini di partecipazione, che magari non ha, secondo le vostre indicazioni, la totalità di quello che vi aspettavate, ma è sicuramente migliore rispetto a quello che era scritto all'interno del 143.
Quindi oggi arrivare ancora, dopo quattro mesi di discussione, a dire che la legge non va bene credo che non trovi da questo punto di vista delle soluzioni che possano vedere una volontà da parte vostra di arrivare velocemente all'approvazione di questa legge o di votarla a favore perché vi ricordo che anche in altre leggi, nonostante la grande disponibilità della Commissione ad accogliere molte delle cose che sono state discusse, poi c'è stato sempre il voto contrario da parte vostra. Per la legge sul consumo del suolo abbiamo perso due anni per farla e il dato finale è stato il voto contrario da parte vostra: questo è il dato a distanza di tre anni di confronto all'interno della Commissione.
Quindi io credo che sia responsabile da parte nostra accettare alcune delle vostre indicazioni, ripeto che non c'era nessuno del mondo ambientalista e ne abbiamo messo uno, poi avete ritenuto che, siccome c'era anche il settore primario e della promozione turistica, non fosse sufficiente, per cui lo abbiamo riequilibrato con due, e adesso volete che sia individuato anche nel Comitato direttivo, poi mettiamoci che ritenete che il Presidente debba nominare uno delle associazioni ambientaliste e forse siete arrivati al risultato che volevate fin dall'inizio. Lasciate una discrezionalità, da questo punto di vista, al Presidente che, come dicevo prima, si assume le responsabilità.
Per quanto riguarda l'individuazione da parte del settore primario e poi, in caso, dei proprietari dei terreni, è proprio perché, sulla scorta delle audizioni che abbiamo fatto, ci siamo resi conto che i proprietari dei terreni devono diventare i primi attori della valorizzazione e della promozione del Parco, non devono essere ancora visti come quelli che pensano che nella Lessinia vanno nella Comunità del Parco o nel Direttivo per fare la variante urbanistica e poter fare il condominio. Se siamo fermi ancora a pensare che il proprietario dei terreni all'interno di un Parco sia lì per costruire un condominio, è una visione archeologica, non antica, di quello che riteniamo possa essere il valore dei Parchi all'interno della nostra Regione.
Cercate di dare fiducia a queste persone, che hanno tutto l'interesse che questi Parchi, che oggi molto probabilmente sono per loro un costo, possano diventare, come abbiamo detto tutti, un'opportunità di crescita del territorio, ma di valorizzazione anche della loro proprietà.
Per questo abbiamo voluto inserire questo 60%, che diventa significativo all'interno dei Parchi e se domani il Parco del Sile, il Parco dei Colli Euganei o il Parco del Delta del Po avranno un'associazione che rappresenterà il 60%, anche loro avranno diritto di esprimere un loro rappresentante, che sono convinto avrà l'obiettivo ma anche l'ambizione di migliorare la qualità del Parco dove è inserito e del direttivo che andrà a comporre.
Quindi credo che sia un equilibrio giusto che abbiano trovato. Rimane, come dicevo all'inizio, la differenza tra Giunta e Consiglio, però su questo non ci comincerete e quindi andremo avanti così. Grazie.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi, per cui metto in votazione l'emendamento del Relatore n. B0110, sostitutivo dell'articolo 4, con parere favorevole del Relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva
L'articolo 4 praticamente è approvato, perché l'emendamento era sostitutivo.
Decadono gli emendamenti B0100, B0102, B0103, B0104, B0105, B0101, B0106, B0093, B0097, B0069, B0031, B0051, B0080, B0038, B0077, B0082, B0053, B0052, B0081, B0083, B0030, B0039, B0029, B0028, B0070, B0027. Tutti questi emendamenti che ho elencato sono decaduti.
Passiamo all'articolo 5.
Emendamento n. B0099, presentato dal consigliere Azzalin, che prevede:
"L'articolo 5 è così sostituito:
Art. 5 - Consiglio Direttivo.
1. Il Consiglio direttivo è nominato dal Presidente della Giunta regionale ed è formato:
a) da un componente scelto dal Presidente della Giunta regionale tra i tre soggetti di cui alla lettera b)del comma 1, dell'articolo 4;
b) da un componente scelto dal Presidente della Giunta regionale tra i sindaci di cui alla lettera a) del comma 1, dell'articolo 4;
c) da un componente scelto dal Presidente della Giunta regionale in una terna di nominativi individuati di intesa fra le associazioni espressione del settore delle attività produttive del settore primario;
d) dai due componenti individuati dalla Comunità del parco ai sensi della lettera b) del comma 5 dell'articolo 4.
2. Il Consiglio direttivo, nell'ambito dell'indirizzo politico-amministrativo stabilito dalla Comunità del parco, definisce ed attua gli obiettivi di governo e di amministrazione del parco, promuovendo ed esercitando allo scopo ogni idonea ed opportuna iniziativa. In particolare:
a) provvede all'organizzazione e al funzionamento dell'Ente;
b) propone alla Comunità del Parco il piano ambientale;
c) esercita ogni altra funzione assegnatagli dallo statuto.
3. Il Consiglio direttivo è presieduto dal Presidente del parco ed elegge, tra i suoi componenti, un vicepresidente.
4. In caso di morte, dimissioni, decadenza o altra causa di impedimento definitivo all'esercizio delle funzioni dei componenti del Consiglio direttivo, il Presidente della Giunta regionale avvia il procedimento per la nomina di un nuovo componente, che rimane in carica fino alla scadenza naturale del mandato del suo predecessore.
5. Il Consiglio direttivo invia annualmente alla Commissione consiliare competente in materia di aree naturali protette e ai Comuni facenti parte del parco, una dettagliata relazione sull'attività svolta, nonché sul funzionamento dell'Ente Parco".
Prego, collega Azzalin.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Allora, non la potete mettere, oppure la mettete come ritenete voi, noi la rimettiamo come anche noi riteniamo, però c'era una possibilità di mediazione vera perché, rispetto alla scelta che avete fatto, cambiando idea, di votare i tre quinti, ricordo al Presidente che la formulazione del 143 è: "Il Consiglio Direttivo è nominato dal Presidente della Giunta, su proposta della Comunità del Parco ed è formato da cinque componenti della Comunità, di cui almeno uno scelto tra quelli designati dalla Giunta, in possesso di adeguata esperienza eccetera". Questa era la proposta che avete depositato a firma di Zaia e tutti gli altri.
Noi vi abbiamo proposto di mettere i tre della Comunità in Consiglio e probabilmente avremmo già votato la legge, magari si faceva una serie di emendamenti, invece ci mettete in condizione di ribadire la nostra posizione, ma su questo non avete voluto arretrare di un millimetro, però partivate da lì e non ci avete spiegato il perché di questo cambiamento di idea.
L'altro elemento è che anche questo emendamento che io propongo è un elemento di mediazione e non ci sarebbe nulla di scandaloso, in pratica si lasciano i due componenti in capo alla Comunità, che sceglie i Sindaci, e l'agricoltore lo sceglie in quota Zaia, tra due che deve scegliere: questo è il senso di questo emendamento, cioè io non casso l'agricoltore, ovviamente, rimane lì, però Zaia nomina il Presidente, nomina un rappresentante, nomina uno indicato dalle categorie e due li indica la Comunità, due Sindaci. Non è un elemento di mediazione questo?
Qual è la protervia, l'arroganza, il non rispetto della maggioranza, qual è? Vi imponiamo un ambientalista in Consiglio Direttivo? Lo chiediamo? Avete già detto di no perché qua non discutiamo di ambiente, come se non discutessimo di ambiente, però questo è un elemento di mediazione.
Ha sempre nelle mani il Presidente la facoltà di nominare i tre quinti, sia chiaro, cioè nomina tutto il Consiglio e sceglie i tre quinti: il Presidente, un membro e l'agricoltore. Sapete come funzionano le nomine in Fondazione? Quando chiedono ai Comuni capoluogo e alle Province le terne e dopo scelgono il componente, ma se non è gradito non passa e chi fa la terna deve indicare delle persone all'altezza, secondo certi requisiti, e chi nomina è coerente con le scelte della Fondazione. Parliamo di Fondazioni bancarie e il meccanismo della scelta delle terne dà due possibilità: una di sentire coinvolto il territorio e di esprimersi e poi comunque di esprimere un gradimento rispetto a delle scelte su cui ti misuri e puoi scegliere magari chi ha determinate competenze, specialità, eccetera.
In questo caso l'ambito è quello agricolo, certamente le associazioni possono indicare nomi autorevoli sull'agricoltura sostenibile e quant'altro, però la scelta è del Presidente, che poi sceglie gli altri due.
Allora questo emendamento non mette in discussione la maggioranza all'interno dei Consigli di Amministrazione, dei CdA e ridà al territorio, ai Sindaci in particolare, più ruolo perché due li indicano loro come Comunità, mentre nel 143 la Comunità indicava tutti e cinque, mentre adesso ne indicano due e ditemi dove sta la protervia della minoranza rispetto a questo provvedimento.
Allora, Presidente, lei può dire che non è d'accordo, però non che noi siamo arroganti e che non rispettiamo le maggioranze no: la maggioranza ha cambiato idea e non ci dà una spiegazione logica perché non metto in discussione...

PRESIDENTE

Grazie, è chiuso l'intervento. Consigliere Ruzzante, prego.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Liberi e Uguali)

Allora, qui ci sono diversi emendamenti, uno dietro l'altro, che propongono con un po' di fantasia diverse soluzioni alternative rispetto a quella individuata e indicata dalla maggioranza. Io ve ne faccio presente una: una volta scelti i tre dal Presidente della Giunta, scegliamo due soggetti che, in base alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 4, sono uno di maggioranza e uno di opposizione. E' quello che dicevo qualche mezz'ora fa. Cioè volete consentire, in un Consiglio Direttivo di cinque persone, la garanzia che almeno uno non sia espressione della maggioranza? Non avete preso il 100% dei voti di questa Regione e quindi almeno uno su cinque sia espressione della minoranza.
Guardate, non è un soggetto che prendiamo dalle fila degli iscritti e, a parte che, se venisse applicato alla Lega questo criterio, avremmo centinaia di posti da riassegnare: lo sapete, è inutile che ve lo dica, basta guardare le ATER, quindi stendiamo veramente un velo pietoso su questo, nel senso che non è questo un criterio e, secondo me, sarebbe anche sbagliato applicarlo. Non sono mai stato uno che si è vergognato della tessera che aveva in tasca e non ho nessuna intenzione di farlo per il futuro, però voi non lo applicate a voi stessi, quindi non vedo perché l'opposizione debba applicarlo ai propri rappresentanti.
Ma stiamo parlando dei nominativi già indicati dal Comitato del Parco, che in qualche modo ci indica dei nomi e scegliamo tra quei nomi uno più gradito all'opposizione, cioè è possibile che su cinque nomi uno sia in qualche modo espressione anche di un punto di vista diverso, che svolga anche una funzione di controllo? Poi non è così perché dentro a questi Comitati Direttivi non si è maggioranza e opposizione: è sempre stato così e sempre sarà così; però che uno su cinque possa essere espressione altra rispetto allo Zaia pensiero, non mi sembra una cosa non comprensibile.
Avete già deciso tutto come deve avvenire: tre li indica il presidente Zaia e scegliamo che uno sia espressione della maggioranza e uno sia espressione dell'opposizione tra i nominativi che sono stati indicati. Mi pare una cosa ragionevole e continuate a chiederci perché, ma, scusatemi, pensate per un attimo di essere voi all'opposizione: vi proponiamo che cinque su cinque siano scelti dalla maggioranza, sostanzialmente, o graditi alla maggioranza, mettiamola come vogliamo, perché nelle terne comunque si sceglie quello più gradito, su quindici Sindaci si va a scegliere quello più gradito, può essere anche in minoranza rispetto a quel territorio, ma io sceglierò quello della mia parte. E' mai possibile che non riusciate a capire che su cinque uno deve essere espressione della minoranza? Abbiamo anche norme regolamentari che prevedono questo: quando le nomine sono superiori a tre, uno deve essere dell'opposizione, questo prevedono i nostri regolamenti. Qui avete aggirato e girato attorno e alla fine su cinque ve li nominate tutti e cinque voi. Mi pare un po' ingordigia questa, mi pare un po' un atto di arroganza.
Guardi, io ho capito perfettamente, quando hanno parlato i rappresentanti malgari, che c'è una differenza tra il concetto di proprietario che ho io dei Colli Euganei e quello dei malgari, l'ho capito perfettamente, anche perché ho parlato con alcuni di loro, e so perfettamente che quei malgari hanno una funzione e avranno una visione tutelante rispetto all'area del Parco e non certo di tipo speculativo. Ma possibile che non riusciate a capire che non potete avere il 100%? Non siete il 100% di questa Regione, non siete il 100% di quei parchi e su cinque, uno può essere espressione culturale di altri, perché significa nominare magari la componente ambientalista. Questa è la mediazione che vi chiediamo.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Salemi, prego.

Orietta SALEMI (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Adesso non so se l'Assessore voglia farmi da angelo custode.

PRESIDENTE

Assessore Corazzari, eviti di fare l'inquietante presenza alle spalle della Salemi: sembrava il gufo. Ha proprio un'attrazione per lei, collega.

Orietta SALEMI (Partito Democratico)

Pensavo che l'Assessore volesse collaborare per vedere se riusciamo a trovare la quadra.
Ho ascoltato anche con attenzione l'intervento del collega Calzavara, che diceva che in fondo abbiamo lavorato tanto rispetto a quella che era la versione originaria e riteniamo, più che esservi venuti incontro, Presidente Calzavara, di aver trovato un punto di sintesi e di mediazione, perché più che altro qui non si tratta tanto di concedere alla minoranza piuttosto che alla maggioranza, ma credo che la questione sia di trovare in qualche modo una buona sintesi rispetto a tutte le istanze che sono emerse, dalle audizioni del territorio alle esigenze di rappresentanza delle due parti in Consiglio.
Qui ci pare che il tema sia davvero per certi versi anche condivisibile perché, se è vero che l'impressione è che di fatto poi ci sia un po' l'idea dell'asso pigliatutto, che viene, da quello che capisco io, legittimata dal fatto che in fondo, se il controllo è della Regione, garantisce un coordinamento di coerenza dentro il territorio regionale rispetto alle singole istanze territoriali. Questa è la ragione che porta forse ad indebolire anche il ruolo dei Sindaci, perché io capisco, sempre pensando al mio territorio, che forse la difficoltà maggiore – lo accennava l'Assessore prima – è nata proprio dal fatto che ci sono interessi discordanti, molto spesso di piccolo territorio e allora questo condiziona. Però è pur vero che i Sindaci sono eletti direttamente nei propri territori ed è anche vero che il Sindaco rappresenta l'interesse pubblico e allora o riconosciamo il ruolo del Sindaco e il ruolo di rappresentanza che hanno i Sindaci, oppure lo disconosciamo o, quantomeno, lo disconosciamo nella pratica.
Io credo che l'emendamento del collega Azzalin vada nella direzione della mediazione, mentre diciamo che quello del collega Ruzzante era forse un po' azzardato, più spinto. Ora, possiamo condividerla o non condividerla, ma quella proposta del collega Azzalin è una strada di mediazione. Io credo che sia questo il vero oggetto del contendere, presidente Calzavara, più che l'articolo relativo alla Comunità del Parco: lei diceva che, in fondo, risolto l'articolo della Comunità poi andiamo avanti, ma io credo che questo sia il passaggio dirimente ed è il passaggio dirimente nella misura in cui noi riteniamo di voler rappresentare davvero anche le istanze di chi vuole fare, prima di tutto, l'interesse pubblico.

PRESIDENTE

Collega Calzavara, prego.

Francesco CALZAVARA (Zaia Presidente)

Sarebbe facile la battuta che non siamo il 100%, ma siamo i tre quinti, visti gli ultimi sondaggi della Lega, perché di tre quinti si parla, cioè non è il 100%, ma sono tre quinti del Consiglio direttivo, che è composto da un Sindaco, che in tanti Parchi non è necessariamente vicino all'attuale Amministrazione, ma in futuro potrebbe esserlo, così come potrebbe cambiare il Presidente della Giunta regionale, quindi è un Sindaco che può essere scelto all'interno della Comunità tra loro; c'è un rappresentante delle associazioni del settore primario, che potrebbe essere completamente contrario all'attuale maggioranza perché non è che, se uno fa l'agricoltore, necessariamente vota Lega, ma può votare Pd, può votare Fratelli d'Italia, può votare Forza Italia, quello che vuole.
Quindi identificare i due che vengono scelti all'interno della Comunità come già appartenenti alla Lega, lo trovo non corretto, perché non è così. E dei tre nominati da Zaia, c'è un Sindaco e, nell'emendamento che abbiamo corretto e che vedrete quando finiremo di votare questo, diamo la possibilità a Zaia di nominare un altro Sindaco.
Quindi, addirittura, all'interno del direttivo del Parco ci potrebbero essere tre Sindaci, che quindi garantiscono l'espressione del territorio, diventano maggioranza all'interno del Consiglio Direttivo e naturalmente, in questo caso, tengono conto anche di appartenenze diverse, perché è molto probabile che il Sindaco che emergerà dalla Comunità, sarà forse di diversa appartenenza rispetto all'attuale maggioranza.
Quindi crediamo che questo equilibrio che oggi abbiamo cercato di trovare, sia un tentativo di mediazione tra rappresentanza per garantire il territorio, ma anche la governabilità, perché credo – ma è emerso anche nella discussione che abbiamo fatto prima – che i Parchi si sono impantanati perché all'interno dei vari Consigli direttivi si è fatta molta politica e si è fatto poco ambiente, si è fatta molta appartenenza da una parte e dall'altra e poca progettualità con i pochi soldi che erano a disposizione.
Oggi riteniamo che con tre certi che rispondono al Presidente della Regione si possa iniziare una nuova visione dei Parchi: è una scommessa, come tutte le cose che si fanno e che si impostano, però credo che questa sia la strada giusta in questo momento per dare un'inversione di tendenza a Parchi che sono rimasti nell'immaginario di tutti vincolistici e di poca creazione di valore all'interno della nostra Regione.

PRESIDENTE

Bene. Non vedo altri interventi, quindi metto in votazione con parere contrario del Relatore l'emendamento n. B0099.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Subemendamento n. B0107 all'emendamento n. B094 presentato dal consigliere Ruzzante, che prevede:
"La lettera b) dell'articolo 5 è così modificata: "dal Sindaco del Comune tra quelli di cui alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 4 che alle elezioni amministrative immediatamente precedenti la nomina abbia ottenuto il maggior numero di voti ponderato sulla base popolazione legale del comprensorio dell'ente parco e della percentuale di votanti presso il singolo Comune""
Prego, Ruzzante

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Liberi E Uguali)

Presidente, è sostanzialmente quello che ho già avuto modo di evidenziare prima, cioè restituiamo al Consiglio almeno la nomina di due componenti, uno scelto dalla maggioranza e uno scelto dalla minoranza, ma non tra la popolazione, tra i 5 milioni di abitanti del Veneto, ma tra i soggetti di cui alla lettera b, comma 1, dell'articolo 4, quindi quelli indicati dalla Comunità: siamo sempre dentro a quell'ambito di possibilità di selezione.
È vero, collega, che la nomina diretta da parte di Zaia appartiene ai tre quinti, ma non c'è la garanzia di una rappresentanza dell'opposizione, cioè il punto è diverso, non so come spiegarlo. In qualsiasi luogo, da che mondo è mondo, da quando contavate il 3% e adesso contate il 40-50-60%, la garanzia all'opposizione di una presenza che controlli e verifichi è un sinonimo di democrazia; non so come spiegarlo, ma è semplice il concetto.
Io questa garanzia, rispetto ai nominativi che vengono proposti, non la vedo ed è vero che due non vengono direttamente scelti dalla maggioranza, però non è assolutamente garantita la presenza di un rappresentante vicino alle posizioni dell'opposizione, che poi non si tratta di un rappresentante dell'opposizione, ma semplicemente di uno che va a svolgere una funzione ed eserciti un certo tipo di controllo rispetto a quello che è un ente.
Quello che non capisco e mi sfugge è perché non volete questa presenza: perché temete la presenza di almeno uno su cinque, il 20%? Abbiamo preso un po' di più, cioè in questo Consiglio sono rappresentate all'opposizione forze che hanno preso il 50,1% dei voti. Poi vedremo nel 2020 perché, sa, si fa presto a salire e poi a scendere, anche molto rapidamente: ne ho visto qualcuno dei miei ex colleghi di partito, che era salito, salito e oggi non mi pare che sia più così in voga. Allora stiamo un po' cauti e calmi rispetto all'atteggiamento.
Il punto essenziale è: l'opposizione all'interno di un Consiglio Direttivo, di Consiglio di Amministrazione, chiamatelo come volete, è una presenza funzionale alla democrazia o no? Se voi foste all'opposizione sono convinto che dareste una risposta diversa da quella che lei mi ha dato.
È abbastanza banale e semplice la questione: veramente avete trasformato un buon lavoro e io l'ho detto fin dal primo intervento, non ho presentato 240 emendamenti (lei sa che sono capace di farli, l'ho dimostrato, credo, e lo dimostrerò), ho presentato alcuni emendamenti e alcuni sono stati anche accolti, quindi vuol dire che erano ragionevoli.
Ho avuto un atteggiamento, ma mi pare anche, devo dire la verità gli altri colleghi dell'opposizione, molto disponibile, che ha dimostrato, in qualche modo, un lavoro che da parte della maggioranza è stato fatto, una disponibilità soprattutto da parte sua, Presidente, l'abbiamo riconosciuto tutti questo, ma il problema politico è: volete che l'opposizione sia o si senta rappresentata attraverso un soggetto terzo che non rappresenta direttamente uno che necessariamente ha la tessera in tasca? Può essere un amministratore, può essere un rappresentante delle associazioni, qualunque esse siano, abbiamo anche qualche rappresentante forse delle associazioni degli agricoltori, cioè uno che in qualche modo l'opposizione possa riconoscere come un soggetto che viene a controllare, ma nell'esercizio della funzione della democrazia, non per bloccare i lavori.
Questa è la domanda essenziale alla quale state rispondendo di no e a me dispiace, perché il lavoro che è stato fatto rischia di essere inficiato da questo: le mani della politica su questi Parchi, cioè non volete il controllo, non volete la verifica e, secondo me, è un errore grave, anzi è un errore gravissimo.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi, per cui metto in votazione il subemendamento n. B0107 all'emendamento n. B094 con parere contrario del Relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0094, presentato dal consigliere Calzavara, che prevede:
"L'articolo 5 è sostituito dal seguente:
«Art. 5 – Consiglio Direttivo.
3. Il Consiglio direttivo è nominato dal Presidente della Giunta regionale ed è formato:
a) da due componenti scelti dal Presidente della Giunta regionale tra i soggetti di cui alle lettere a) e b) del comma 1, dell'articolo 4;
b) da un componente scelto dal Presidente della Giunta regionale tra i Sindaci di cui alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 4;
c) dai due componenti individuati dalla Comunità del parco, ai sensi della lettera b) del comma 5 dell'articolo 4.
2. Il Consiglio direttivo, nell'ambito dell'indirizzo politico-amministrativo stabilito dalla Comunità del parco, definisce ed attua gli obiettivi di governo e di amministrazione del parco, promuovendo ed esercitando allo scopo ogni idonea ed opportuna iniziativa. In particolare:
a) provvede all'organizzazione e al funzionamento dell'Ente;
b) propone alla Comunità del parco il piano ambientale;
c) esercita ogni altra funzione assegnatagli dallo statuto.
3. Il Consiglio direttivo è presieduto dal Presidente del parco ed elegge, tra i suoi componenti, un vicepresidente.
4. In caso di morte, dimissioni, decadenza o altra causa di impedimento definitivo all'esercizio delle funzioni di componente del Consiglio direttivo, il Presidente della Giunta regionale avvia il procedimento per la nomina di un nuovo componente, che rimane in carica fino alla scadenza naturale del mandato del suo predecessore.
5. Ai componenti del Consiglio direttivo, ad esclusione del Presidente, spetta unicamente il rimborso delle spese di missione strettamente collegate all'espletamento del mandato e debitamente documentate, nonché un gettone di presenza, quantificato dalla Giunta regionale ai sensi dell'articolo 11, nel rispetto della normativa vigente.
Il Consiglio direttivo invia annualmente alla Commissione consiliare competente in materia di aree naturali protette e ai Comuni facenti parte del Parco, una dettagliata relazione sull'attività svolta, sul funzionamento dell'ente parco e sul programma di conservazione della natura, di sviluppo sostenibile e promozione, per l'anno successivo".
Prego, consigliere Calzavara.

Francesco CALZAVARA (Zaia Presidente)

Come anticipavo, abbiamo riscritto l'articolo 5 che riguarda il Consiglio direttivo, con alcune specifiche: in particolar modo abbiamo inserito che tra i componenti che può scegliere il Presidente della Giunta ci siano anche i Sindaci, che in una prima fase venivano esclusi, cioè oltre al Sindaco del territorio del Parco, che viene sicuramente nominato dal Presidente, diamo la possibilità che tra i due componenti uno possa essere un ulteriore Sindaco, non necessariamente lo sia.
Poi, accogliendo delle indicazioni emerse in Commissione, ma anche scritte in qualche emendamento, abbiamo inserito il comma 6, nel quale si dice che il Consiglio Direttivo invia annualmente alla Commissione consiliare competente in materia di aree naturali protette e ai Comuni facenti parte del Parco una dettagliata relazione sull'attività svolta sul funzionamento dell'Ente Parco e sul programma di conservazione della natura di sviluppo sostenibile e promozione per l'anno successivo. Quindi la Seconda Commissione ha un continuo monitoraggio di quello che è stato realizzato, ma anche di quello che si farà nell'anno successivo.

PRESIDENTE

Collega Ruzzante, prego.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Liberi e Uguali)

Questo è un esempio di collaborazione, perché questa parte finale era contenuta similarmente in un mio emendamento ed è stata accolta dalla maggioranza, quindi è veramente un peccato e io lo dico con dispiacere, cioè sono convinto che bastava veramente poco e mi sorprende l'atteggiamento del presidente Zaia, perché non c'è ombra di dubbio che a questo punto la volontà è stata sua, di questo non avrei dubbi, cioè ha un nome e un cognome questa legge: si chiama "presidente Zaia". E mi dispiace non potergli rivolgere la domanda, ma lo vediamo talmente poco in quest'Aula da non potergli rivolgere domande.
Ma la volontà politica di escludere l'opposizione è stata sua perché non c'è ombra di dubbio che la maggioranza consiliare, soprattutto dentro la Seconda Commissione, abbia fatto di tutto e di più – lo sottolineo tre volte – per venire incontro ad alcune esigenze: questo emendamento non è poca cosa, ma significa che ogni anno la Seconda Commissione riceve da ogni Consiglio Direttivo di ogni Parco una relazione in materia su come stanno quelle aree naturali, sulla progettazione, sulla programmazione, sulla conservazione della natura. Quindi io riconosco, Presidente – vorrei che non ci fossero dubbi in quest'Aula – che questo è un accoglimento di un emendamento non banale ed è molto importante per il contenuto di questa legge, ma allora non c'è ombra di dubbio che, siccome questo è stato l'atteggiamento fin dall'inizio della maggioranza in questo Consiglio, la volontà di escludere l'opposizione e la possibilità che su cinque membri venga esclusa l'opposizione, è in capo al Presidente della Regione, che non vuole il controllo sugli Enti, non vuole la presenza dell'opposizione, vuole il 100%.
Quindi la responsabilità politica è ancor più grave perché io non credo che siano limitati i poteri del Presidente della Giunta, credo che abbia disponibilità ampia, talmente ampia da non sentirsi mai in obbligo di venire in quest'Aula, quindi dorme tra due guanciali, però penso che un riconoscimento alla possibilità di mettere l'opposizione nelle condizioni di svolgere fino in fondo e appieno il proprio ruolo lo doveva fare: è un atto di arroganza grave del presidente Zaia questo.
Io non so se va in contrasto questa norma, non ho mai chiesto agli uffici legislativi del Consiglio se questa norma in qualche modo possa andare in contrasto con altre norme previste nello Statuto e nel Regolamento, che dicono e dichiarano che, qualora le nomine siano superiori a un certo numero, è garantita – dicono questo il nostro Statuto e il nostro Regolamento – la presenza delle opposizioni. Ma lo vedremo, lo stabiliremo e in qualche modo valuteremo se non è il caso di fare riferimento anche a questa norma di carattere generale, che in qualche modo salvaguarda: nelle nomine, quando dobbiamo nominarne più di tre, uno è sempre dell'opposizione, è garantito, mentre qui su cinque zero.
Potete spiegarla come volete, però è così, ed è un peccato che per questa volontà del presidente Zaia di imporre i suoi uomini dentro le Istituzioni che appartengono a tutti, quindi appartengono per una quota parte anche all'opposizione, si sia scelto invece un atto di arroganza grave, pesante, di voler imporre il tutto. Ma sa, come dicevo prima, gli ascensori salgono e scendono, e questi atti di arroganza solitamente vengono compresi all'esterno, perché si capisce che quando uno non vuole il controllo, evidentemente ha una funzione e un obiettivo di poter esercitare rispetto a questi enti altre funzioni che non siano quelle della buona amministrazione. Questo lascia sempre un po' di amaro in bocca in quest'Aula e riduce i poteri della democrazia.

PRESIDENTE

Consigliere Azzalin, prego.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Guardate, a parte il continuo a ripetere che le modifiche, non tutte ma alcune, sono state concesse su richiesta dell'opposizione, per cui almeno su questo ci date atto che probabilmente qualche miglioria è stata fatta grazie anche a noi, sennò non l'avreste inserita e che la condividete, avete fatto un'ulteriore modifica; ecco perché prima auspicavo che comunque non si arrivasse ad una quarta bozza, perché se non chiudiamo in questa seduta del Consiglio, la legge peggiorerà ancora sotto questo profilo, perché le lettere a) e b) del comma 1 dell'articolo 4 significano una cosa molto semplice e, come ho detto oggi pomeriggio e dirò ancora, voglio vedere le nomine complete dei quattro Parchi come saranno fatte e poi ce lo sapremo raccontare in questo Consiglio. Il tempo sarà breve, saremo ancora Consiglieri regionali, presumo, tra tre mesi, anche perché abbiamo accorciato i tempi, per cui lo vedremo.
Siccome poi le scelte sono tutte in capo al Presidente e alla Coldiretti dall'altro lato, si fa presto: quelli sono i componenti. Significa che avremo due Sindaci nominati dal Presidente, poi avremo un altro Sindaco scelto dal Presidente, per cui possono essere tre i Sindaci nominati dal Presidente in base a questo articolo, quattro con quello della Comunità, più l'agricoltore. Bene, ma non avete detto voi che bisognava sottrarre ai Sindaci, ai quali si imputava una responsabilità sul fatto che si erano impantanati i Parchi, che erano un po' delle grandi Pro Loco? Non l'abbiamo detto noi, abbiamo detto anche noi che qualche limite c'era, ma l'avete detto voi.
Però dove sta la differenza? Che prima erano Sindaci che si sceglievano tra di loro e ora voi dite: "Se li scelgo io invece sono bravi". Guardate, io non ci giurerei, primo. Secondo: contraddite, al di là di questa differenza se uno è amico o non amico, nei fatti le cose, perché da un Esecutivo fatto da ogni Sindaco, da uno per Comune, di fatto arrivate alla stessa cosa. E siccome adesso probabilmente avete più richieste, è opportuno indicare più Sindaci, perché poi è evidente che, se penso per esempio al Delta del Po, non ci scappa che saranno quattro i Sindaci dentro il Consiglio esecutivo: sono pronto a scommettere con il collega Corazzari; io in politica non scommetto mai, ma su questo scommetto. Quattro Sindaci saranno, collega Corazzari, e uno della Giunta della Coldiretti. Poi però andiamo a vedere le qualifiche perché non tutti quelli delle Giunte sono agricoltori come te, c'è agricoltore e agricoltore anche in Coldiretti. Comunque, per carità, è sempre un rappresentante del mondo che va rappresentato.
Quindi questo è il punto: vi siete contraddetti nei fatti rispetto alle vostre dichiarazioni. Poi, ripeto, forse non lo sapete, lo voglio riprendere: esistono modalità, strumenti, leggi, che consentono all'Amministrazione regionale di monitorare, di fare controlli preventivi e successivi a qualsiasi atto di un Ente strumentale o Ente derivato da parte della Regione, per cui il non considerare questo in capo all'Amministrazione regionale, che è una sorta di un controllo analogo, sostanzialmente, che esiste e fate funzionare le cose solo se, invece, c'è una maggioranza politica che risponde al Presidente, ripeto, pur con tutti i limiti, anche questa cosa qua non va bene, perché è un decretare il funzionamento delle Istituzioni, pensando al contingente, non pensando a un funzionamento futuro, a una garanzia democratica, a stimolare risorse, all'autonomia del territorio, ragionamenti di carattere politico che andavano fatti su questo.
Comunque mi premeva sottolineare che per fortuna che adesso votiamo l'articolo, sennò poi avremmo un ulteriore peggioramento, da qui a qualche ora.

PRESIDENTE

Bene. Non vedo altri interventi. Metto in votazione l'emendamento n. B0094 del Relatore, con parere favorevole del Relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
È approvato con questa votazione l'articolo 5, perché era sostitutivo.
Decadono gli emendamenti nn. B0084, B0086, B0056, B0085, B0054, B0026, B0025, B0055, B0024, B0057, B0075, B0074, B0021, B0046, B0023, B0058, B0020, B0059.
Adesso andiamo all'articolo 6.
Emendamento n. B0087, presentato dai consigliere Azzalin, Zanoni e Sinigaglia, che prevede:
"Il comma 1, dell'articolo 6 è sostituito dal seguente:
«1. Il Presidente del Parco è nominato dal Presidente della Giunta regionale fra i cinque componenti del Consiglio Direttivo in possesso di adeguata esperienza in materia naturalistico-ambientale o di carattere amministrativo»".
Prego, consigliere Azzalin.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Non c'è altra spiegazione, questa è una dicitura che penso conosciate. Non spiego la diversità. Mi fermo qui.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Sicuramente è un emendamento utile a migliorare la legge ed è un miglioramento perché diamo, praticamente, alcune specifiche per quelle che devono essere le caratteristiche del Presidente del Parco, cioè che sia in possesso di adeguata esperienza in materia naturalistico-ambientale o di carattere amministrativo; tra l'altro non c'è scritto: "...in materia naturalistico-ambientale e di carattere amministrativo" a meno che ci sia questa esperienza molto importante per chi va a presiedere un Ente Parco, che sappiamo essere un Ente complesso, con diverse Istituzioni, che vanno coordinate, con compiti molto importanti, con dei Parchi che abbiamo, da superfici veramente molto importanti e mi riferisco in particolare al Parco della Lessinia e al Parco dei Colli Euganei.
Quindi mi pare che sia lecita questa nostra richiesta di prevedere che non sia un soggetto preso a caso, uno che magari non si è mai occupato di ambiente, che non ha avuto esperienze di carattere amministrativo, ma che sia qualcuno che si può mettere lì, al di là del fatto che sia di nomina politica, ma che abbia anche delle competenze, perché al giorno d'oggi, a mio avviso, la competenza è una cosa fondamentale per andare ad amministrare un bene pubblico, come in questo caso un parco.

PRESIDENTE

Consigliere Calzavara, prego.

Francesco CALZAVARA (Zaia Presidente)

Scusate, forse ho letto male io, ma il Presidente è nominato tra i tre che sono individuati dalla Giunta regionale, che devono avere determinate caratteristiche, secondo l'articolo 4 della Comunità del Parco: "Da tre soggetti designati dalla Giunta regionale, in possesso di adeguato curriculum, esperienze in materia di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale e rurale, anche in materia gestionale e amministrativa".
Quindi dentro lì abbiamo messo le caratteristiche che devono avere i tre, da cui poi arriva il Presidente, e credo che sia sufficiente.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi, per cui metto in votazione con parere contrario del Relatore l'emendamento n. B0087.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0088, presentato dai consiglieri Azzalin, Zanoni e Sinigaglia, che prevede.
"Il comma 1 dell'articolo 6 è sostituito dal seguente:
«1. Il Presidente del Parco è nominato dal Presidente della Giunta regionale e scelto fra tre soggetti, in possesso di adeguata esperienza in materia di tutela delle aree protette e della biodiversità, designati dalla Comunità del parco»".
Prego, collega Azzalin.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Invece è sostanziale qua, credo che di non essermi sbagliato, però prima c'è una differenza, perché avevo ripreso la dicitura pari pari del 143, per cui siete riusciti a votare contro la vostra legge.
Esistono anche qua modalità diverse e anche questo è un punto di mediazione perché la Comunità indica tre rappresentanti e il Presidente sceglie: sceglie sempre il Presidente, ma è il ragionamento che dicevo prima, dell'Esecutivo, figuriamoci se passa questo.
è una scelta politica, in altre leggi regionali il Presidente o viene nominato dalla Comunità o viene nominato dal Consiglio Direttivo o viene nominato dal Presidente su indicazione della Comunità; in nessuna legge regionale italiana, che riguarda le aree protette, il Presidente viene scelto dal Presidente della Giunta regionale senza nessun filtro o indicazione di altro organismo. Vi basta?
è vero che abbiamo fatto delle cose uniche in questo Paese: avete fatto una legge per la quale non c'era bisogno di spendere 14 milioni, avete fatto tante cose che si potevano evitare in questo Paese e in questa Regione perché che erano inutili, quindi probabilmente anche questa lo sarà, però io dico che su questo, per esempio, era una scelta non dico di mediazione, ma di coinvolgimento diverso: rispetto ad una terna, il Presidente sceglieva, tutto qua. Grazie.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi, per cui metto in votazione, con parere contrario del Relatore, l'emendamento n. B0088.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0076, presentato dal consigliere Giorgetti, che prevede:
"Al comma 1 dell'art. 6 dopo le parole «Giunta regionale» sono aggiunte le seguenti parole: «sentiti gli interessati»".
Non vedo interventi, per cui lo metto in votazione con il parere contrario del Relatore.
Collega Azzalin, se vuole, lei prenda la parola in tempo debito, io lascio tempo, glielo assicuro. Grazie. Guardi che ho guardato.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0040, presentato dal collega Brusco, che prevede:
" Al comma 1 dell'articolo 6 tra le parole «Il Presidente del parco è nominato dal Presidente della Giunta regionale» e le parole «fra i componenti del Consiglio direttivo» aggiungere le parole «sentita la competente Commissione consiliare»".
Lo dà per letto. Non vedo interventi, per cui lo metto in votazione con il parere contrario del Relatore.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0019, presentato dai consiglieri Zanoni e Azzalin, che prevede:
"Al comma 1 dell'articolo 6 dopo le parole «fra i componenti del Consiglio direttivo» sono aggiunte le seguenti parole «in possesso di adeguato curriculum ed esperienza in materia di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale-rurale»".
Lo dà per letto. Non vedo interventi. Metto in votazione l'emendamento n B0019 con il parere contrario del Relatore.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. B0089, presentato dal consigliere Azzalin ed altri, viene ritirato.
Emendamento n. B0022, presentato dai consiglieri Zanoni e Azzalin, che prevede:
"5bis. Il Presidente del parco, sentito il consiglio direttivo, predispone con cadenza annuale un rapporto sull'attività svolta dal parco nel quale sono contenuti: problemi legati alla gestione dei vincoli paesaggistici e idrogeologici; applicazione del piano ambientale del parco; rapporti e/o conflitti con i comuni del parco; violazioni e sanzioni elevate a carico di terzi; contenziosi in essere; ogni altra informazione ritenuta utile.
5ter. Detto rapporto viene pubblicato sul portale internet del parco e trasmesso entro trenta giorni dalla sua stesura alla giunta regionale, alla commissione consigliare competente per materia, ai consigli comunali dei comuni ricadenti nel territorio del parco, ai componenti della consulta di cui all'articolo..."
Lo dà per letto. Non vedo interventi, per cui metto in votazione l'emendamento n. B0022 con il parere contrario del Relatore.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'articolo n. 6. Metto in votazione l'articolo 6.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 7.
Emendamento n. B0018, presentato dal collega Zanoni, che prevede:
"Al comma 2 dell'articolo 7 dopo le parole «Qualora riscontri» sopprimere la parola «grave»".
Prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

A mio avviso è molto di buonsenso, nel senso che si dice che, in merito al Revisore dei Conti, esercita il riscontro contabile sugli atti dell'ente Parco secondo le norme e i regolamenti di contabilità vigente – vediamo quanto importante è il ruolo del Revisore dei Conti – e qualora riscontri gravi irregolarità nella gestione, il Revisore ha l'obbligo di riferire immediatamente alla Giunta regionale. Allora, è molto discrezionale e, a mio avviso, se riscontra irregolarità, deve comunque dare conto alla Giunta regionale, quindi si trattava semplicemente di sopprimere la parola "grave", in modo che, se ci sono irregolarità, questo deve comunicarle, che siano gravi, medie, alte o pesanti: le irregolarità che restano comunque irregolarità.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altri interventi, per cui metto in votazione, con parere contrario del Relatore, l'emendamento B0018.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 7.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 8.
L'emendamento n. B0071 del Relatore viene ritirato.
Emendamento B0098, presentato dal collega Azzalin, che prevede:
"Art. 8 - Consulta del Parco
1. Gli enti parco svolgono la propria attività garantendo la più ampia informazione, improntano l'attività gestionale e le scelte di pianificazione e di programmazione alla più ampia partecipazione dei cittadini mediante appositi strumenti di informazione e di consultazione previsti nello statuto.
2. Per le finalità previste dal comma 1, l'Ente parco si avvale della Consulta, organismo propositivo e consultivo, formato dai rappresentanti delle associazioni più rappresentative a livello locale, individuate dagli statuti degli enti parco tra:
a) attività produttive-agricole;
b) attività di promozione turistica;
c) associazioni ambientaliste;
d) associazioni animaliste e scientifiche;
e) associazioni sociali e culturali;
f) associazioni di volontariato;
g) associazioni venatorie e ittiche.
3. La Consulta designa, quattro rappresentanti tra le associazioni di cui al comma 2 che fanno parte della Comunità di cui all'articolo 4, ed esprime proposte e pareri:
a) sui regolamenti del parco;
b) sul piano ambientale del parco;
c) sui programmi di gestione e valorizzazione del parco;
4. I pareri di cui al comma 3 sono adottati entro il termine di trenta giorni dalla data di ricevimento della richiesta, trascorso il quale se ne prescinde.
5. La Consulta del parco è nominata dal presidente della Giunta regionale ed è presieduta dal presidente del parco che la convoca almeno due volte l'anno.
6. Ai componenti della Consulta del parco non spetta alcuna indennità né rimborso spese.
Le sedute della Consulta sono pubbliche e il suo funzionamento è stabilito dallo Statuto".
Prego, collega Azzalin.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Semplicemente sulla Consulta si dice che ci sono delle categorie e io ho rifatto un po' l'elenco delle associazioni, in maniera da essere certi che, almeno nella Consulta, ci siano queste associazioni, però se avete deciso che comunque ci sono anche se non ci sono, dite voi: mi rimetto al Presidente di Commissione, che a volte è più saggio della media.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi. Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Trenta secondi, non voglio fare ostruzionismo. Rispetto alla formulazione precedente, sono scomparse, ancorché si dica che ci sono – è giusto quello che ha detto Azzalin – però è difficile vederle se non sono esplicitate, perché prima c'era scritto appunto "associazioni animaliste, associazioni scientifiche, associazioni sociali e culturali", mentre qui non ci sono.
Qualcuno può pensare che ci siano dei macro gruppi, ma in realtà è difficile vederle dove voi dite che sono messe.

PRESIDENTE

Non vedo interventi, per cui metto in votazione, con parere contrario del Relatore, l'emendamento n. B0098.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Subemendamento n. B0108, presentato dal consigliere Zanoni, che prevede:
"Modificare la lettera c) aggiungendo: «animaliste e scientifiche»".
Non vedo interventi, per cui lo metto in votazione con il parere contrario del Relatore.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Subemendamento n. B0109, presentato dal collega Ruzzante, che prevede:
"La lettera d) del comma 2 dell'articolo 8 è soppressa".
Non vedo interventi, per cui lo metto in votazione con il parere contrario del Relatore.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0095, presentato dal consigliere Calzavara, che prevede:
"Art. 8 - Consulta del Parco.
1. Gli Enti Parco svolgono la propria attività garantendo la più ampia informazione, improntano l'attività gestionale e le scelte di pianificazione e di programmazione alla più ampia partecipazione dei cittadini mediante appositi strumenti di informazione e consultazione previsti nello statuto.
2. Per le finalità previste dal comma 1, l'Ente parco si avvale della Consulta, organismo propositivo e consultivo, formato dai rappresentanti delle associazioni più rappresentative a livello locale individuate dalla Giunta regionale ai sensi dell'articolo 11, tra:
a) attività produttive del settore primario
b) attività di promozione turistica
c) associazioni ambientaliste
d) associazioni venatorie ed ittiche.
3. La Consulta designa i quattro rappresentanti delle associazioni di cui al comma 2, che fanno parte della Comunità ai sensi dell'art. 4, comma 1, lettere d), e), f) e g), ed esprime proposte e pareri:
a) sui regolamenti del parco;
b) sul piano ambientale per il parco;
c) sui programmi di gestione e valorizzazione del parco.
4. I pareri di cui al comma 3, sono adottati entro il termine di trenta giorni dalla data di ricevimento della richiesta, trascorso il quale se ne prescinde.
5. La Consulta del parco è nominata dal Presidente della Giunta regionale ed è presieduta dal Presidente del parco che la convoca almeno ogni sei mesi.
6. Ai componenti della consulta del Parco non spetta alcuna indennità né rimborso spese.
7. Le sedute della Consulta sono pubbliche e il suo funzionamento è stabilito dallo Statuto".
Collega Calzavara, prego.
Francesco CALZAVARA (Partito Democratico)
Questo è un ulteriore emendamento che abbiamo riscritto, però era necessario perché rischiava di creare delle incomprensioni nell'individuazione delle quattro categorie che riteniamo poi debbano essere inserite nella Comunità e quindi abbiamo riscritto che sono inserite le attività produttive del settore primario, perché prima c'era scritto "del settore agricolo", ma si rischiava di escludere il mondo della pesca e invece nel settore primario vengano ricomprese quelle agricole e quelle del settore della pesca.
Abbiamo poi individuato in associazioni ambientaliste un'unica macro categoria dove sono inserite anche tutte le associazioni di volontariato, un po' perché si ritiene che, in particolar modo nel mondo ambientalistico, chi partecipa a un'associazione ambientalista, di fatto fa volontariato.
E abbiamo ricompreso all'interno della promozione turistica n situazioni che si possono verificare all'interno dei Parchi, che vanno dal noleggiatore di biciclette nel Parco del Delta del Po ai ristoratori che magari promuovono una determinata tipologia di attrazione enogastronomica in quel Parco.
Ecco, queste quattro categorie, come poi vedremo nell'articolo 11, vengono stimolate dalla Giunta a dimostrare il loro interesse a partecipare alla vita del Parco, perché all'interno di questa Consulta l'aspirazione di questa legge è che ci sia la più ampia partecipazione possibile: tutti quelli che hanno interesse che il Parco si tuteli e si sviluppi, al contempo devono dimostrare il loro interesse di partecipare alla vita del Parco. A quel punto la Giunta aggrega per queste quattro macro categorie e, all'interno di queste, esprimeranno il loro partecipanti all'interno della Comunità.
Abbiamo inserito che ci sia un obbligo e capisco che questi sono piccoli segnali di apertura rispetto alle aspettative che avevate, ma anche questo è un ulteriore segnale di considerazione delle proposte che sono state fatte dalla minoranza: abbiamo inserito al comma 5 che la Consulta del Parco è nominato dal Presidente della Giunta regionale ed è presieduta dal Presidente del Parco, che la convoca almeno ogni sei mesi. Questo per cercare di dare anche un impegno temporale proprio per far sì che la Consulta sia un organo vivo e non che venga convocato quando hanno voglia e tempo, ma ci siano delle scadenze temporali che li impegna a far sì che la Consulta possa essere quello strumento di proposta e di idea che riteniamo diventi una ricchezza di questa legge ed una ricchezza dei Parchi.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altri interventi per cui metto in votazione l'emendamento n. B0095, con parere favorevole del Relatore.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Quindi con questa votazione abbiamo approvato l'articolo 8 perché era sostitutivo.
Decadono gli emendamenti numeri B0047, B0090, B0060, B0017, B0078, B0063, B0015, B0016, B0041, B0061, B0062, B0014, B0013 e B0012.
Emendamento n. B0009, presentato dai consiglieri Zanoni e Azzalin, che prevede:
"Il comma 2 dell'articolo 9 è così sostituito:
2. Il comitato è composto da 9 componenti, nominati dal presidente del parco di cui uno con professionalità nel campo della conservazione della natura, e gli altri scelti tra esperti nelle seguenti discipline: giuridica o economica, botanica, zoologia, scienze agronomiche-forestali, zootecnia, geologia, scienze ambientali, storia, etnografia. Nel caso in cui il presidente del parco non provveda entro 60 giorni dalla sua nomina, il direttore della struttura regionale competente in materia di aree naturali protette, provvede in via sostituiva".
Prego, consigliere Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Va preso atto che il Comitato scientifico è un organismo molto importante per garantire l'apporto del mondo scientifico all'attività gestionale dei Parchi. Naturalmente c'è bisogno all'interno di un Parco di molte professionalità e qui sono ben elencate: giuridica, economica, botanica, esperto in zoologia, scienze agronomiche e forestali, zootecnia, geologia, scienze ambientali, storia, etnografia.
Si parlava prima di quello che c'è, ad esempio, nel Parco della Lessinia e abbiamo visto anche il museo e abbiamo capito quanto è importante appunto che sia un parco in tutti i suoi aspetti.
Quindi non è il caso di prevedere che questo Comitato scientifico così importante sia composto da un massimo di nove componenti, senza mettere un numero minimo, viste tutte le materie da cui questo Comitato scientifico è interessato per cui, a nostro avviso, sarebbe il caso che ci siano almeno appunto nove componenti. Tra l'altro è un Comitato scientifico che svolge un ruolo molto importante, perché esprime, ricordo, pareri su provvedimenti come il Piano ambientale per il parco, i regolamenti del parco, i bilanci, le variazioni ai bilanci e il conto consuntivo, quindi hanno un ruolo sicuramente molto importante e ognuno con le sue competenze può avere delle visioni diverse e dare anche dei suggerimenti appunto per quanto di competenza.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altri interventi, per cui metto in votazione l'emendamento n. B0009, all'articolo 9, con il parere contrario del Relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B 0010, presentato dal consigliere Zanoni, che prevede:
" Al comma 2 dell'articolo 9 sostituire le parole «un massimo di» con le parole «un minimo di»".
Zanoni lo dà per letto.
Non vedo interventi, per cui, con il parere contrario del Relatore, metto in votazione l'emendamento n. B0010.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0011, presentato dal consigliere Zanoni, che prevede:
"Al comma 2 dell'articolo 9 sopprimere le parole «un massimo d»".
Zanoni lo dà per letto. Non vedo interventi, per cui, con il parere contrario del Relatore, metto in votazione l'emendamento n. B0011.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0042, presentato dal consigliere Brusco, che prevede:
"Al comma 2 dell'articolo 9 tra le parole «nominati dal Presidente del parco» e le parole «di cui uno con professionalità giuridica o economica» aggiungere le parole «tramite una procedura pubblica e trasparente individuata dalla Giunta regionale con apposito provvedimento»".
Non vedo interventi. Con il parere contrario del Relatore metto in votazione l'emendamento n. B0042.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0043, presentato dal consigliere Brusco, che prevede:
"Al comma 2 dell'articolo 9 tra le parole «e gli altri scelti» e le parole «tra esperti nelle seguenti discipline» inserire le parole «in modo da rispecchiare le finalità e gli scopi che hanno determinato l'istituzione del parco»".
Parere contrario del Relatore.
Metto in votazione l'emendamento n. B0043.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0044, all'articolo 9, presentato dal consigliere Brusco, che prevede:
"Al comma 2 dell'articolo 9 dopo la parola «etnografia» inserire le parole «pianificazione paesaggistica, conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale»".
Parere favorevole del Relatore.
Metto in votazione l'emendamento n. B0044.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. B0091, presentato dai consiglieri Azzalin, Zanoni e Sinigaglia, viene ritirato dal collega Azzalin, grazie.
L'emendamento n. B0064, presentato dal consigliere Ruzzante, viene ritirato.
Emendamento n. B0008, presentato dal consigliere Zanoni, che prevede:
"Alla fine del comma 4 dell'articolo 9 sono aggiunte le seguenti parole:
«Il Comitato esprime altresì parere su questioni e problematiche ambientali di attualità inerenti il parco»".
Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Mi stavo chiedendo, appunto visto che il Comitato tecnico-scientifico esprime pareri su provvedimenti come il Piano ambientale, i regolamenti del parco, bilancio e variazioni di bilancio, conto consuntivo, ci sono molte altre attività che, a mio avviso, necessitano di un parere, di un supporto scientifico, che praticamente non sono incluse; quindi propongo di inserire che il Comitato esprime altresì parere su questioni problematiche e ambientali di attualità inerenti il parco: mi riferisco, ad esempio, al problema delle predazioni del lupo nel Parco della Lessinia, al problema dei cinghiali nel Parco dei Colli e mi pare che il Comitato tecnico-scientifico debba esprimersi su tematiche così importanti.
Non ho capito perché non è stato accettato.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altri interventi, per cui metto in votazione l'emendamento n. B0008 con parere contrario del Relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0007, presentato dal consigliere Zanoni, che prevede:
"Al comma 5 dell'articolo 9 le parole «trascorso il quale se ne prescinde» sono sostituite dalle parole «prorogabili in caso di necessità di ulteriori trenta giorni»".
Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Vengono dati dei tempi limitati di trenta giorni, entro i quali si prescinde dal parere, ma magari sono pareri tecnici su materie che abbisognano di certi approfondimenti e noi sappiamo che, ad esempio, nelle Commissioni a volte ci vuole del tempo per esaminare certe questioni, quindi qui era solo per dare la possibilità di ulteriori trenta giorni, perché a volte non è così semplice esprimere dei pareri su questioni magari complesse.

PRESIDENTE

Grazie. Con il parere contrario del Relatore è aperta la votazione sull'emendamento n. B0007.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 9, come emendato.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo n. 10.
Emendamento n. B0065, presentato dal consigliere Ruzzante, che prevede:
"Il comma 1 dell'articolo 10 è così modificato:
"1. L'incarico di direttore è conferito dal Presidente del parco, sentito il Consiglio direttivo, con contratto di diritto privato della durata massima di cinque anni, eventualmente rinnovabile per una sola volta, ad un soggetto in possesso di un diploma di laurea ai sensi dell'ordinamento previgente al Decreto del Ministro dell'Università e della Ricerca Scientifica e tecnologica 3/11/1999 n. 509 o laurea specialistica, o magistrale, conseguita presso un'Università Statale della Repubblica italiana o presso un'Università non statale abilitata a rilasciare titoli accademici aventi valore legale, scelto tra:
a) Personale regionale o dei parchi, con qualifica dirigenziale e in possesso di specifica e comprovata esperienza maturata in materia di tutela delle aree protette e della biodiversità;
b) Personale regionale o dei parchi con incarico di posizione organizzativa ai sensi della LR 54/2012 in possesso di specifica e comprovata esperienza maturata in materia di tutela delle aree protette e della biodiversità;
c) Personale non regionale in possesso di una particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica in materia di tutela dell'ambiente e della biodiversità, desumibile dalla formazione universitaria e post-universitaria, da pubblicazioni scientifiche e da concrete esperienze di lavoro maturate, nelle medesime materie e per almeno sei anni".
Lo dà per letto. Non vedo interventi, per cui metto in votazione l'emendamento n. B065 con parere contrario del Relatore.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0006, presentato dal consigliere Zanoni, che prevede:
"Al comma 1 dell'articolo 10 sopprimere le parole «anche triennale»".
Non vedo interventi per cui lo metto in votazione con parere contrario del Relatore.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0005, presentato dal consigliere Zanoni, che prevede:
"Al comma 1 dell'articolo 10 sostituire le parole «anche triennale» con la parola «magistrale»".
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico)

Emendamento che prevede, per quanto riguarda il Direttore del Parco, che esso debba avere un diploma di laurea magistrale invece che triennale.

PRESIDENTE

Grazie. Metto in votazione, con parere contrario del Relatore, l'emendamento n. B0005.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0045, presentato dal consigliere Brusco, che prevede:
"Al comma 1 dell'articolo 10 sostituire la parola «adeguata» con «almeno quinquennale»".
Lo dà per letto. Parere contrario del relatore.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0002, presentato dal consigliere Zanoni, che prevede:
"Dopo la lettera d) del comma 2 dell'articolo 10 è inserita la seguente lettera dbis) è responsabile della trasparenza degli atti del parco".
Con il parere contrario del Relatore lo metto in votazione.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. B0072, all'articolo 10 presentato dal consigliere Calzavara, che prevede:
" Il comma 3 dell'articolo 10 è sostituito dal seguente:
«3. Il trattamento economico del direttore è determinato dalla Giunta regionale con riferimento all'estensione e alle caratteristiche di ciascun parco nonché in considerazione dell'entità delle risorse umane e strumentali allo stesso assegnate. Detto trattamento economico non può comunque superare quello annuo onnicomprensivo dei direttori regionali di Direzione di cui alla legge regionale n. 54 del 2012»".
Con parere favorevole del Relatore, lo metto in votazione.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. B0004, presentato dal consigliere Zanoni, che prevede:
"Al comma 4 dell'articolo 10 sopprimere le seguenti parole «ovvero da personale comandato o da parte dei Comuni territorialmente interessati o dalla Regione»".
Con parere contrario del Relatore, lo metto in votazione.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 10, come emendato.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo all'articolo 11.
Emendamento n. B0073, presentato dal consigliere Calzavara.
Prego, collega Calzavara.

Francesco CALZAVARA (Zaia Presidente)

Il n. B0073 viene ritirato e viene sostituito dal n. B0096, che è l'88 bis.

PRESIDENTE

Benissimo.

Francesco CALZAVARA (Zaia Presidente)

Modifica solo leggermente, restringendo i tempi che diamo alla Giunta, per attuare tutto quello che abbiamo scritto all'interno di questa legge per arrivare quanto prima l'individuazione del nuovo Consiglio Direttivo dei Parchi, e quindi rispetto a 90 andiamo ha 60 giorni, al comma 1, da 60 giorni a 30 giorni nel comma 2, e al comma 4 da 90 giorni a 60 giorni.
Abbiamo anche inserito un comma 8, che recita: "Gli organi, nonché le eventuali gestioni commissariali dei Parchi esistenti al momento dell'entrata in vigore della presente legge, restano in carica fino alla costituzione dei nuovi organi".

PRESIDENTE

Quindi gli emendamenti n. B0073 e n. B0096 vengono ritirati e si vota l'emendamento B0111, che è l'ultimo depositato in sostituzione dei precedenti. Mi dica se sbaglio, Relatore. Perfetto.
Emendamento n. B0111, presentato dal consigliere Calzavara, che prevede:
" L'articolo 11 è sostituito dal seguente:
«Art. 11- Disposizioni transitorie e finali.
1. Entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale individua, previo apposito bando, le associazioni più rappresentative a livello locale di cui all'articolo 8, comma 2, e le invita a designare, entro i successivi trenta giorni, i rappresentanti per la Consulta di ciascun parco.
2. Entro trenta giorni successivi allo scadere dei termini di cui al comma 1, il Presidente della Giunta regionale convoca la Consulta di ciascun parco ai fini delle designazioni dei sei rappresentanti delle associazioni di cui al comma 2, dell'articolo 8, che fanno parte della Comunità; dette associazioni si esprimono nella Consulta con votazioni separate per ciascuna categoria di appartenenza.
.
3. Nel caso in cui le associazioni non designino i propri rappresentanti nei termini previsti dai commi 1 e 2, la Consulta e la Comunità del parco sono comunque validamente costituite.
4. Entro sessanta giorni dall'entrata in vigore in vigore della presente legge la Giunta regionale designa, per ciascun parco, i tre soggetti che fanno parte della Comunità ai sensi della lettera b) del comma 1 dell'articolo 4.
5. Gli Enti parco, entro novanta giorni dalla costituzione del Consiglio direttivo, adeguano il proprio Statuto a quanto previsto dalla presente legge; decorso inutilmente detto termine, la Giunta regionale provvede in via sostitutiva predisponendo uno schema di Statuto da sottoporre alla Comunità per l'approvazione.
6. La Giunta regionale, entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge:
a) Nomina il Revisori dei conti e il supplente;
b) Quantifica i gettoni di presenza per i componenti della Comunità del parco, del Consiglio direttivo, del Comitato tecnico-scientifico, nonché l'indennità di carica del Presidente del parco;
c) Provvede alla ricognizione delle risorse umane e strumentali dei parchi regionali al fine di provvedere al nuovo assetto organizzativo dei parchi stessi;
d) Provvede alla ricognizione dei rapporti giuridici e patrimoniali, dei beni e delle risorse umane e strumentali funzionali all'attività del parco della Lessinia al fine del successivo subentro alla Comunità Montana della Lessinia da parte del nuovo Ente parco.
7. Tutti i riferimenti alla Comunità Montana presenti nella legge regionale 30 gennaio 1990, n. 12 'Norme per l'istituzione del Parco naturale regionale della Lessinia', sono da intendersi fatti all'Ente parco naturale regionale della Lessinia.
Gli organi, nonché le eventuali gestioni commissariali dei parchi esistenti al momento dell'entrata in vigore della presente legge, restano in carica fino alla costituzione dei nuovi organi»".
Non vedo interventi. Per cui metto in votazione l'emendamento B0111, sostitutivo dell'articolo 11, con il parere favorevole del Relatore naturalmente.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Decade l'emendamento n. B0003.
Siamo sull'articolo 12.
Emendamento n. B0066, presentato dal consigliere Ruzzante, che prevede:
"Il comma 2 dell'articolo 12 è soppresso".
Lo dà per letto. Con parere favorevole del Relatore è aperta la votazione sull'emendamento n. B0066.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. B0001, presentato dal collega Zanoni, che prevede:
"Il comma 3 dell'articolo 12 è soppresso".
Lo dà per letto. Non vedo interventi, per cui lo metto in votazione con il parere contrario del Relatore.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Decade il n. B0067 che era uguale.
Metto in votazione l'articolo 12, come emendato.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 13: "Norma finanziaria".
Non vedo interventi, per cui metto in votazione l'articolo 13.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo al voto finale del provvedimento.
Sull'ordine dei lavori la parola al collega Berlato.

Sergio Antonio BERLATO (Fratelli d'Italia – Movimento per la cultura rurale)

Per concordare, Presidente. Siccome io avevo convocato la Terza Commissione per domani alle ore 13.00 e presumibilmente finiremo stasera con i lavori del Consiglio, approfitto del fatto che siamo qua tutti e manca solo la consigliera Zottis, che però può essere avvisata dai colleghi del PD, per stabilire domani la convocazione della Commissione, magari anticipando: avevamo previsto Commissione per domani e per giovedì e potremmo anticipare tutto a domani, se i colleghi sono d'accordo, in modo da evitare di venire anche giovedì. Quindi, chiedo se possiamo fare tutto il pomeriggio di domani o la mattina di domani mattina.
Se i colleghi sono d'accordo per la mattina e non ci sono elementi ostativi, sarei dell'avviso di chiedere l'anticipazione della convocazione alle ore 10.30 e andremmo avanti esaurendo i punti all'ordine del giorno.

PRESIDENTE

Intanto proseguiamo con le dichiarazioni di voto sul provvedimento in essere. Ce ne sono? Consigliere Ruzzante, prego.

Piero RUZZANTE (Gruppo Misto – Liberi E Uguali)

Grazie, Presidente.
Su questo provvedimento mi sarebbe piaciuto un esito finale diverso. Ho già avuto modo di dire che alcune cose da me proposte e proposte dell'opposizione sono state accolte, ma non è stato accolto il punto essenziale che l'opposizione proponeva, cioè la possibilità di svolgere la funzione di controllo: evidentemente al presidente Zaia il controllo dà fastidio perché su cinque membri non ne consente neppure uno alle opposizioni. Credo che questo sia un atto, come ho già detto prima, di arroganza, un atto sbagliato, politicamente sbagliato, che in qualche modo non si ripara attraverso altri emendamenti che sono stati accolti nel corso della discussione di questo provvedimento.
Quindi mi dispiace che su una questione delicata, importante, così territoriale, si siano fatte sostanzialmente tre scelte: la prima in qualche modo di esautorare gli Amministratori locali dalla possibilità di indicare autonomamente, perché sono rappresentanti di Enti autonomi dalla Regione, i propri rappresentanti all'interno del Comitato direttivo. Quindi i Sindaci sono primi cittadini, ma non dentro all'Ente parco, perché sono secondi cittadini. Io avevo proposto, attraverso emendamenti, la possibilità che lo scegliessero direttamente i Sindaci con un voto ponderato in base al numero degli abitanti, ma purtroppo su questo avete esautorato i territori: scegliete voi quali sono i Sindaci degni di stare all'interno del Comitato direttivo.
Punto secondo: avete cancellato la possibilità per il Consiglio regionale di incidere sulla governance, quindi avete riportato e centralizzato il luogo della decisione nelle mani del Presidente della Giunta e non più del Consiglio. Anche questa è una scelta di accentramento che toglie democraticità alle scelte che si fanno.
Punto terzo, il più grave dal punto di vista politico: non consentite la presenza, su cinque membri del Comitato direttivo, di un rappresentante scelto dalle opposizioni, non dell'opposizione, nel senso che non è una nomina che sarebbe in capo all'opposizione, ma lo dovrebbe scegliere all'interno dei nominativi che associazioni, Sindaci e altri rappresentanti territoriali hanno indicato.
Io li trovo tre atti che non possono contemplare, presidente Calzavara, nemmeno da parte mia, e parlo ovviamente a nome di Liberi e Uguali, nemmeno il voto contrario. Io non sono solito fare sceneggiate dentro a quest'Aula, però penso che quando si toglie la possibilità a un'opposizione che vale il 50,1%, ad oggi, dentro questo Consiglio, si toglie la possibilità e l'opportunità di essere rappresentata con un membro su cinque, pari al 20%, viene meno un rapporto di democraticità all'interno di quell'Ente, e quindi ho scelto in maniera radicale di non partecipare al voto finale, perché credo che anche il voto contrario a questa scelta sarebbe in qualche modo un'assunzione di responsabilità da parte mia.
Allora credo che il voto che meglio mi rappresenta a questo punto è quello di non partecipare al voto, ovviamente in segno di protesta sono qui, non è che me ne vado, anche perché forse si deve affrontare un altro punto all'ordine del giorno, ma non parteciperò al voto in segno di protesta per la protervia, per l'arroganza del presidente Zaia, che non ha voluto nemmeno un rappresentante all'interno degli Enti Parco, e questa io credo che sia una cosa oltre la quale non si possa andare e si doveva avere un atteggiamento diverso.
Mi dispiace perché la maggioranza non si è comportata in maniera scorretta all'interno di questo dibattito, ma il presidente Zaia evidentemente ha imposto che ci fossero solo rappresentanti a lui graditi.

PRESIDENTE

Grazie. Consigliere Azzalin, prego.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Sei anni, una leggina perché non potete più prorogare i commissariamenti, e in ogni caso rispetto anche alle obiezioni che ho sentito, potrebbe non essere, eccetera... io non ho mai visto una nomina di un Presidente di un Ente che sia contro la Giunta. Non esiste, non è mai esistito e figuriamoci se esiste questa possibilità, ma poi il tema non è quello. La realtà è che noi siamo di fronte, a parte lo svilimento del Consiglio, alla negazione anche che esistono delle maggioranze, esistono delle minoranze, esiste un Consiglio regionale che ha dei ruoli e che non è stato riconosciuto, e vi siete auto sconfessati, rinunciate alla vostra autonomia, perché questo è il problema, rinunciate alla vostra autonomia come Consiglieri e la togliete ai territori, perché queste sono le disposizioni, quindi la mortificazione è doppia oltre ai territori.
Questa è una legge che non rilancerà i Parchi, questa è una legge che istituzionalizza il commissariamento politico, perché nessuno di quei nominati di quelle maggioranze avrà l'autonomia e il coraggio di dissentire o di sostenere una questione diversa. Mi preoccupa anche sotto questo profilo, per cui parlare di rilancio è un eufemismo e per buttarla in politica, l'ho detto stamattina, da baroni a casa nostra diventate baroni a casa degli altri. Io attendo le leggi sulla biodiversità e, ahimè, ci metteremo le mani nei capelli, quei pochi che sono rimasti, sulla riperimetrazione, vedremo anche che fine fa questa legge, perché credo che qualche riflessione a livello statale la faranno rispetto a un provvedimento di questo tipo, che è un unicum in Italia, non esiste in nessuna Regione italiana.

PRESIDENTE

Lasciate parlare Azzalin, per favore. Basta brusio in Aula.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Qui ho fatto la rassegna delle Regioni, la Toscana, l'Umbria, la Liguria, l'Emilia Romagna, il Piemonte, fino alla Calabria e mi fermo e in nessuna Regione il Presidente decide la maggioranza dei Consigli Direttivi, e io mi rifaccio anche a lei Presidente del Consiglio, perché pochi giorni fa abbiamo approvato... Mi sta ascoltando?

PRESIDENTE

Le assicuro che io l'ascolto sempre, anche quando dice cose gratuite.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Ma è suo dovere, Presidente. E anch'io, quando dice cose regalate, l'ascolto.

PRESIDENTE

Benissimo.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Allora, le voglio ricordare che la settimana scorsa o due settimane fa abbiamo approvato una legge che modifica il regolamento e abbiamo modificato anche il discorso dei congedi: se lo ricorderà, vero, Presidente? Bene. E abbiamo detto che è in analogia peraltro a tanti altri provvedimenti, come succede e come fanno in altre Regioni, perché la verifica di quello che fanno in altre Regioni sul piano legislativo è un riferimento continuo che si fa, è una prassi, per cui, Presidente, non si venga più a dire queste cose: per quel che mi riguarda, io, anche sulla cosa più ovvia, voterò contro e stigmatizzerò la sua incoerenza. Quando mi interessa sono coerente e vi chiedo, Consiglieri e Ufficio di Presidenza, di fare come nelle altre Regioni, ma ricordatevi che nelle altre Regioni non succede che un Presidente nomina i tre quinti di un Consiglio.
Poi, siccome le insistenze di parte del mondo agricolo sono tali, dice che ci concede la nomina, però quella che dovevano fare i Sindaci, sottraendola ai Sindaci, collega Gerolimetto, per cui anche la vostra nomina, seppure importante a livello direttivo, è un qualcosa che va a mettere in discussione la rappresentanza territoriale, perché tutto quel che si vuole, però saranno ben più importanti i Sindaci. Però ci hanno pensato le due paroline finali di mettere "e", per cui si recupera in quel versante.
Quindi, per chiudere io farò un'interrogazione su quelle che saranno le nomine, corredate di parentele, amicizie e quant'altro e sui tempi andremo a vedere; siccome gli altri ci sono e addirittura siamo passati da un'ipotesi di Presidenti che possono essere anche contrari all'autonomia e all'efficienza, sull'efficienza monitoreremo giorno per giorno e valuteremo anche le scelte del Parco perché, se tanto mi dà tanto, assisteremo purtroppo ancora in quest'Aula a un'ulteriore messa in discussione dei Parchi e vedremo quale sarà la politica ambientale che svilupperete e che ci proporrete o se questo Consiglio sarà degno di avere ancora un'interlocuzione su questa materia. Si fa tutto di fretta e le ricordo, Presidente, che domani c'era un Consiglio che poteva continuare, ma bisogna finire perché domani abbiamo altri impegni, mentre le Commissioni si devono adeguare, ma bisogna fare in fretta, tutto in fretta, tutto è inutile, tutto non serve, basta che decida l'illuminato e ripeto che esistono i sovrani illuminati ed esistono i re pazzi, come sono esistiti nella storia.
Noi legiferiamo per il futuro e continuare a fare questi ragionamenti sul contingente perché abbiamo un cavallo che tira e questo ci consente comunque e sempre di avere dei risultati perché va avanti, a prescindere dalle corsie e si può permettere di cambiare idea oggi rispetto a quello che diceva ieri e rispetto a quello che diceva l'altro ieri, eccetera, non è una cosa che porta distante: è vero che oggi la politica non ha riferimenti e quindi si può contraddire con molta facilità e anche con molta spavalderia, però io tengo al ruolo delle Istituzioni e vi devo dire che questo modo di fare le leggi in questo Consiglio mortifica il ruolo non solo dei destinatari di questo provvedimento, ma anche di questo Consiglio, che trova tutto inutile perché bisogna fare in fretta.
Anch'io stasera avevo degli impegni che ho disdettato per continuare a mantenere la mia presenza in Aula, mentre altri non lo hanno fatto, comunque ognuno risponde delle proprie scelte: è stata fatta una legge, avevamo detto di chiedere e non c'è stata neanche la cortesia di avviare la richiesta, perché si diceva che si faceva tardi, alla Conferenza delle Autonomie locali, perché eravamo di fatto di fronte a un provvedimento completamente diverso. Ed è fittizio il discorso che proviene dal 143 e dal 217: non è affatto vero, viene da un punto di vista formale, da un punto di vista sostanziale ed è modificato profondamente.
Per fortuna – e chiudo su questo – finiamo dopo la terza bozza, perché se andassimo avanti un'altra settimana, Corazzari è abituato a fare le capriole sul piano politico, però avremmo subìto un'ulteriore mortificazione in questo Consiglio Comunale. Un'altra volta, collega Corazzari, che decidi di commissariare un parco, abbi la cortesia di avvisare i Sindaci, perché ti posso confessare che quella è stata un'umiliazione per chi rappresenta un territorio e se tu fossi stato Sindaco e fosse venuto l'Assessore comunale a dirti: "Guarda, Sindaco, che abbiamo fatto così, eccetera...", avrei voluto vedere come avreste reagito e come ti saresti sentito. Ti saresti sentito in filiera politica e rispettato nella tua dignità di Sindaco rispetto agli altri che sono stati mortificati, che prima gli dite su e poi, perché sono amici vostri, probabilmente rinominerete nel Consiglio di Amministrazione.
Vedo, Presidente, che guarda in maniera insofferente i 47 secondi, le posso assicurare che arrivo ad un secondo, perché così l'insofferenza arriva alla fine.

PRESIDENTE

Le posso assicurare che non stavo guardando i secondi.

Graziano AZZALIN (Partito Democratico)

Siccome lei mi ha concesso non più di undici secondi quando dovevo terminare la frase, è evidente che lei mi toglierà la parola dopo il terzo secondo, e io le posso assicurare che c'è anche una mortificazione del suo ruolo. Lei probabilmente ha già la testa in Europa e credo che assisteremo ad una sua nuova campagna elettorale tra qualche mese, ma questo è un altro elemento su cui possiamo scommettere; d'altro canto i viaggi dalla Crimea a questo ci abituano.

PRESIDENTE

Grazie, collega Azzalin. Prego, consigliere Montagnoli.

Alessandro MONTAGNOLI (Liga Veneta – Lega Nord)

Grazie, Presidente. Sarò ultraveloce per esprimere il voto favorevole della Lega.
Mi dispiace anche degli attacchi, che ritengo squallidi, perché il Presidente non se li merita, perché ci ha lasciato ampia autonomia e noi, come sempre, abbiamo ascoltato tutti in due casi: due volte abbiamo fatto l'audizione, abbiamo migliorato i testi, rappresentando il territorio con i Sindaci, nella Comunità, nel Parco, nel Direttivo; ci sono sia i rappresentanti del mondo agricolo che della promozione turistica, abbiamo accolto le vostre idee e forse qui il presidente Calzavara è troppo bravo, a volte forse ascoltiamo troppo, perché abbiamo discusso delle cose, anche con l'opposizione.
Forse non dovevamo cogliere niente prima e arrivare qui e darvi qualcosina, invece pensavamo di chiudere velocemente, perché pensiamo di aver dato un taglio importante a questa legge, che il territorio rappresentato, nessuna imposizione, poi vogliamo migliorare tutti i parchi, considerando le varie realtà diverse, e dicono anche la Lessinia in cui ne avete fatte di ogni sui proprietari, che chi li ha conosciuti hanno solo il bene e la voglia di migliorare la Lessinia.
Qui siamo convinti di aver fatto una buona legge, poi è ovvio che noi facciamo le nomine, ci prendiamo la responsabilità come sempre, ma ci misuriamo solo in fase...

PRESIDENTE

Collega Azzalin. Nessuno l'ha interrotta! La sua scortesia è di fronte a tutti. Nessuno l'ha interrotta!

Alessandro MONTAGNOLI (Liga Veneta – Lega Nord)

Noi abbiamo totale fiducia di Zaia, penso che vi abbiamo tolto il giocattolino con qualche associazione ambientalista che, invece di fare il bene del territorio, fa solo politica, ma andiamo avanti così.

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, in difformità dal suo Capogruppo.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Che sia in difformità al mio Capogruppo non serve dirlo, tutti lo sanno, non basta dichiararlo, è un dato di fatto, per quanto bene gli voglia e viceversa.
Voglio semplicemente in breve complimentarmi per questo lavoro, ringraziare l'Assessore, ringraziare il Preside della Commissione, ringraziare tutti i Consiglieri che l'hanno votato, perché credo che questa legge oggi segni un passo nuovo, una svolta storica nel modo di concepire i Parchi. Siamo tutti d'accordo che sulla tutela dell'ambiente oggi c'è una domanda sempre più crescente in quanto a solubilità, a benessere ambientale e il Parco può diventare anche una garanzia anche per i prodotti della terra del Parco, che non deve essere semplicemente visto come una sommatoria di vincoli, ma diventare un'opportunità.
L'inserimento all'interno del Parco dei proprietari che sono agricoltori, allevatori, persone che vivono quotidianamente le difficoltà di questa montagna – nel caso della Lessinia della montagna – diventa un modo nuovo, apre un percorso nuovo di sviluppo, dove abbiamo tanti giovani in montagna che hanno investito, che hanno voglia di crescere, che credono nella montagna e non sono ostili al Parco, ma vogliono che sia modulato, che crei opportunità e non semplicemente che sia un insieme di ostilità, come abbiamo avuto spesso finora.
Io credo che dopo questa legge occorra approvare l'altra parte della legge, perché occorre poi togliere una serie di vincoli che oggi ci sono, che sono nel testo di legge che è in bozza, in esame nelle Commissioni, e che prevede appunto di togliere, perché questo completerebbe un quadro di una visione nuova dei parchi, un parco come opportunità e non come vincolo.

PRESIDENTE

Collega Berlato, prego.

Sergio Antonio BERLATO (Fratelli d'Italia – Movimento per la cultura rurale)

Ho già preannunciato il voto favorevole di Fratelli d'Italia a questo provvedimento, che ha dei grandi meriti perché recepisce in larga misura le indicazioni che sono arrivate da tutti i rappresentanti delle categorie economiche e sociali, dai Sindaci del territorio, e recepisce quelle indicazioni. Il testo è sostanzialmente modificato e migliorato rispetto al testo che è arrivato in Commissione e credo che ci siano stati anche dei miglioramenti in quest'Aula e quindi questo deve essere salutato più che positivamente.
L'obiettivo è quello di riuscire a trasformare questi parchi da carrozzoni mangiasoldi e da strumenti per imbalsamare il territorio invece a fonti di grandi opportunità. Ribadisco che la grande sfida della Regione sia questa: fare in modo da trasformare queste aree protette in opportunità, soprattutto per coloro che vivono all'interno di quest'area protetta, in particolar modo le persone che vivono all'interno di queste aree protette, persone che lavorano, vivono e che non possono essere solamente vittime dei vincoli purtroppo previsti dalla legge quadro sulle aree protette, la 394/91, perché, che ci piaccia o no, purtroppo anche le aree protette a livello regionale devono sottostare ai vincoli di una legge che io ho sempre contestato, la 394/91, la legge quadro sulle aree protette, una legge che spesso mortifica chi opera all'interno di queste aree protette, prevarica il diritto decisionale dei Sindaci, di chi è democraticamente eletto, però questa è la legge nazionale.
Io mi auguro fortemente che questa legge nazionale possa essere modificata, perché già da tempo attendevamo una modifica di questa legge; sono state presentate già anche in questa legislatura delle proposte di legge di modifica della 394, mi auguro che possano essere approvate per fare in modo che questa legge nazionale possa diventare anch'essa una fonte di grandi opportunità e di conseguenza liberare le Regioni dai vincoli che spesso devono essere imposti proprio per effetto dell'applicazione di quella legge statale.
Io credo che sia importante adesso proseguire sulla strada che abbiamo intrapreso. Ci siamo dotati di una legge che snellisce la governance, che responsabilizza i Sindaci, che coinvolge tutte le categorie economiche e sociali che sono interessate alla corretta gestione della fauna e dell'ambiente e credo che sia un notevole passo in avanti in questa direzione. Ed è per quello che noi riteniamo opportuno fare in modo adesso di proseguire con il nostro lavoro, affrontando l'altra parte che abbiamo già annunciato, che è quella della revisione/sostituzione della legge 40/'84, una legge che non solo è datata, ma è anche oramai inadeguata ad affrontare le sfide che ci attendono e che ci portano a valorizzare le aree protette nel nostro territorio.
Ho fatto più volte menzione alla necessità di non confondere le aree protette ai sensi della 394/91 Rete Natura 2000, che è la rete ecologica comunitaria, che non prevede vincoli esasperati, ma prevede opportunità; questo era l'obiettivo dell'Unione Europea nell'emanazione delle due direttive di riferimento, la 147/2009 e la 43/'92. Ci auguriamo che le due questioni possano continuare a essere distinte, per fare in modo che non commettiamo l'errore di sottoporre ai vincoli della 394 anche Rete Natura 2000, è una cosa che sarebbe una sciagura per il nostro territorio.
Il nostro voto quindi sarà convintamente favorevole e torno a ringraziare il presidente Calzavara, non solo per la pazienza, ma anche per l'abilità con la quale ha condotto i lavori anche in questa occasione: lo devo dire sinceramente. L'approvazione di questa legge è un ulteriore risultato positivo che il presidente Calzavara è riuscito a incarnierare in questa legislatura; numerosi sono stati i provvedimenti di qualità che sono usciti dalla Seconda Commissione, senza nulla togliere ai provvedimenti che sono usciti dalle altre Commissioni, però ritengo che la sua pazienza, la sua determinazione, la sua grande abilità abbiano portato anche in questo caso ad un risultato che non è soddisfacente, è molto più che soddisfacente.
Credo che, al di là della posizione critica che possono avere le opposizioni, per molti aspetti anche comprensibile perché l'opposizione fa il suo mestiere, anche se a volte esagera nel farlo, però non spetta a noi dare dei giudizi, credo che in cuor loro anche i Consiglieri di opposizione avranno la possibilità di ammettere che il testo che è uscito da quest'Aula, frutto del lavoro di tutti i Consiglieri, sia un testo sicuramente positivo.
Il nostro voto sarà sicuramente a favore di questo provvedimento.

PRESIDENTE

Grazie. La parola al relatore Calzavara, prego.

Francesco CALZAVARA (Zaia Presidente)

Come sempre, al termine di un percorso di una legge, è il momento dei ringraziamenti. I ringraziamenti all'Assessore Corazzari, alla sua struttura, al dottor Viti, al dottor De Osti, che hanno costantemente monitorato e contribuito alla costruzione di questa legge, alla dottoressa Pantaleoni, che con molta pazienza ha fatto una, due, tre, poi si è fermata nelle bozze, ma era pronta anche per la quarta – se può consolarla, Consigliere Azzalin – e alla dottoressa Colucci, che ha coordinato i lavori prima del gruppo di lavoro e poi della Seconda Commissione, per arrivare a questo testo.
Abbiamo molto discusso in questi mesi, quindi c'è poco da aggiungere. Sono convinto che sia stato fatto un buon lavoro, come diceva bene la Consigliera Rizzotto, sicuramente perfettibile e nel tempo vedremo l'applicazione di questa legge, ma è un buon punto di partenza per far ripartire i parchi e far comprendere come diventeranno un patrimonio del nostro Veneto, un ulteriore patrimonio del nostro Veneto.
Abbiamo due anni a disposizione, consigliere Azzalin e consigliere Ruzzante, da qui alla fine del mandato e io sono convinto che in questi due anni riusciremo a dimostrare e a sconfessare che le scelte che verranno fatte dal presidente Zaia saranno legate ad una professionalità e ad una capacità di gestire e rilanciare i parchi; quindi io sono convinto che prima della fine di questa legislatura ci ritroveremo e ci misureremo sulla qualità delle persone che il presidente Zaia metterà a capo di questi parchi, perché ha ritenuto, assumendosi la responsabilità con i tre quinti, di individuare delle persone che abbiano veramente la capacità di rilanciare questo patrimonio del Veneto, e sono altresì convinto che questi due anni a disposizione sono un tempo congruo per far sì che, risolto il problema della governance, che era comunque un problema all'interno del 143 e del 217, si possa, nell'arco di questa legislatura, riprendere in mano il tema della biodiversità e dare dopo 34 anni una nuova legge ai Veneti e ai parchi che credo che da troppo tempo l'aspettano.
Grazie a tutti della passione, della pazienza e della competenza che ci avete messo nel cercare di migliorare quel testo che era emerso dalla Giunta e dal primo progetto Azzalin.

PRESIDENTE

Grazie a lei, per il consueto ottimo lavoro che ha fatto e mi auguro farà ancora nella sua Commissione.
Non vedo altri interventi. Metto in votazione il progetto di legge nel suo complesso, come emendato, relativo alla riorganizzazione e razionalizzazione dei parchi regionali.
E' aperta la votazione.
( Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
14



PROPOSTA DI MODIFICA DEL REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI GIORGETTI E BARISON RELATIVA A "MODIFICA DEL REGOLAMENTO REGIONALE 14 APRILE 2015, n. 1 "REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO" E DISPOSIZIONI TRANSITORIE E DI PRIMA APPLICAZIONE". (PROPOSTA DI REGOLAMENTO INTERNO N. 2) (DELIBERAZIONE N. 72/2018)

Relazione di maggioranza della Prima Commissione consiliare.
Relatore in Aula il consigliere Alessandro Montagnoli; Correlatore il consigliere Stefano Fracasso.
"La presente proposta di modifica del Regolamento del Consiglio regionale, muovendo dall'esperienza di prima applicazione del medesimo nei lavori della decima legislatura ed al fine di proseguire nel percorso di specializzazione dei consiglieri nelle materie - il che costituisce uno dei motivi conduttori del citato Regolamento - intende operare una ridefinizione dell'assetto delle competenze di policy delle diverse commissioni consiliari permanenti, articolando le politiche di settore nelle seguenti quattro commissioni: per le politiche del territorio e dell'ambiente, per le politiche socio-sanitarie, per le politiche economiche ed agricole, per le politiche dei servizi alla persona.
Con specifica disposizione transitoria e di prima applicazione, si dispone per gli adempimenti di istituzione della nuova Commissione – l'ultima tra quelle elencate - e per la riassegnazione degli atti già assegnati e non licenziati dalla commissione consiliare interessata dalla modifica dell'assetto delle competenze.
Nella seduta n. 159 del 16 gennaio 2018 il Consiglio regionale deliberò il rinvio di questa proposta di modifica alla commissione competente - che lo aveva approvato a maggioranza nella seduta n. 68 del 1° febbraio 2017 - per un supplemento di istruttoria.
La commissione ha successivamente esaminato la proposta nella seduta n. 124 del 18 aprile 2018, nel corso della quale sono stati depositati alcuni emendamenti al testo.
Ha poi concluso il supplemento di istruttoria nella seduta n. 130 del 30 maggio 2018, durante la quale sono stati approvati tre emendamenti: uno tra questi prevede che la presidenza della commissione competente - tra l'altro - in materia di valutazione delle politiche pubbliche sia affidata ad un componente di opposizione, con decorrenza dalla prima elezione del presidente in questione, successiva a quella di entrata in vigore di tale modifica.
La Prima Commissione consiliare ha dunque approvato il provvedimento a maggioranza, con le modifiche di cui sopra, nella citata seduta del 30 maggio 2018.
Hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei gruppi consiliari Liga Veneta-Lega Nord, Zaia Presidente, Forza Italia-Alleanza per il Veneto, Centro destra Veneto-Autonomia e libertà. Si sono astenuti i rappresentanti dei gruppi consiliari Fratelli d'Italia-Movimento per la cultura rurale, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alessandra Moretti Presidente e la componente politica Liberi E Uguali del Gruppo Misto."

PRESIDENTE

Come concordato con i Capigruppo, passiamo al punto n. 14 all'ordine del giorno: "Regolamento del Consiglio Regionale del Veneto, disposizioni transitorie e di prima applicazione". Proposta di regolamento interno n. 2.
Collega Montagnoli, prego.

Alessandro MONTAGNOLI (Liga Veneta – Lega Nord)

Con questo atto andiamo a modificare il Regolamento del Consiglio Regionale sulla composizione delle Commissioni, che passano da cinque a sei, e la Sesta Commissione ha le attuali seguenti competenze: politiche per l'istruzione, la formazione del lavoro, politiche per la ricerca, politiche per la cultura, la promozione della legalità, il turismo e lo sport. La Terza Commissione ha politiche economiche, politiche agricole e politiche per la montagna, ivi comprese Caccia e Pesca, politiche forestali e dell'energia. Queste sono le modifiche delle Commissioni, mentre le altre rimangono inalterate.
Inoltre l'altra modifica, come da accordi già presi tra i Gruppi consiliari, riguarda la Presidenza della Quarta Commissione, che è la modifica dell'articolo 2, che è affidata a un componente delle opposizioni a far data dalla prima nomina del nuovo Presidente. Queste sono le modifiche del Regolamento votate in Commissione e che oggi presentiamo al Consiglio.

PRESIDENTE

Collega Salemi, prego.

Orietta SALEMI (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Andiamo a ratificare di fatto questa sera un percorso avviato già parecchio tempo fa. Se ricordate, come viene anche precisato correttamente nella relazione, c'era stato un rinvio il 16 gennaio dalla seduta consiliare in Commissione, poi c'è stato un riesame in Commissione, questo è avvenuto a gennaio, ad aprile c'è stato il riesame di questa proposta, e poi in maggio il supplemento di istruttoria. Direi che dopo ampio, attento e anche discusso dibattito, siamo arrivati a una sintesi che in qualche modo fa anche onore agli impegni presi dall'Aula.
Noi riteniamo che ci sia la necessità di intervenire. Abbiamo già spiegato in Commissione le motivazioni che ci hanno portato...

PRESIDENTE

Silenzio in Aula. Collega Zanoni, grazie.

Orietta SALEMI (Partito Democratico)

È vero che è anche tardi, però non per questo diciamo che non sia importante anche questo passaggio per la nostra legislatura.
Dicevo che anche in Commissione il voto è stato di massima condivisione.

PRESIDENTE

È possibile fare silenzio in Aula? Se volete che sospendiamo e torniamo domani ditelo. Va bene, sospendo se volete. Sì, infatti, però sta disturbando la collega Salemi, va bene? Sta disturbando, lo sta facendo adesso. E disturba la sua vice Capogruppo. Non parlava sommessamente, stava disturbando. Io non l'appunto, collega. Si guardi allo specchio e forse vedrà qualcosa.
Prego, collega Salemi.

Orietta SALEMI (Partito Democratico)

È un po' un peccato, Presidente, ma probabilmente è perché uno, finito il momento della tensione, si rilassa e allora poi succede questo. Però noi riteniamo che non sia meno importante, dopo una legge come quella che abbiamo votato in Aula per la riorganizzazione dei parchi, anche quello che stiamo per andare a votare.
Non la voglio fare lunga perché è anche tardi e siamo tutti stanchi, così come abbiamo espresso, dopo lungo e anche attento dibattito in Commissione, che sia anche giunto il momento di porre fine a questo iter, che va avanti non soltanto da gennaio di quest'anno, ma già anche dallo scorso anno. È stato a lungo dibattuto, abbiamo raggiunto una sintesi ed è per questo che riteniamo che si debba in qualche modo andare al varo.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Scarabel, prego.

Simone SCARABEL (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente. Siamo giunti alla discussione della Sesta Commissione alle dieci meno venti, dopo che ci abbiamo provato diverse volte. Anche in fase di sede di bilancio avevo cercato di fare degli emendamenti che andavano a toccare la questione dell'innalzamento dei costi che ci sarà con una Commissione in più, perché una Commissione in più vuol dire un Ufficio di Presidenza in più, un Presidente, un Vicepresidente, eccetera, eccetera, e non è la questione di poca importanza.
Secondo me, le premesse con cui è nata questa Sesta Commissione in realtà sono sbagliate, perché più che una motivazione tecnica c'è una motivazione politica, forse quasi caratteriale, di un contrasto che si è andato via via conclamando sempre più evidentemente tra un Assessore e il Presidente della Terza Commissione che, nonostante sia a tutti gli effetti la Commissione che ha votato più provvedimenti in termini assoluti, da qualsiasi punto di vista statistico la vogliamo vedere, c'è il bisogno di dividere la Terza Commissione e di farne una appositamente ritagliata attorno alla figura di un assessore e mezzo, perché comunque ci sono anche altre competenze che esulano quelle di un assessore.
Quindi io ritengo che questa Sesta Commissione nasca con le premesse sbagliate, avevo preparato tutta una serie di emendamenti tecnici che andavano a definire meglio, visto che stiamo parlando di Regolamento, quindi nel modo specifico il funzionamento delle Commissioni, avevo previsto degli emendamenti tecnici per rivedere un po' la questione della figura del Presidente delle Commissioni che, a mio avviso, dovrebbe essere una figura di garanzia, esattamente come è quella del Presidente del Consiglio, che deve rappresentare sia la maggioranza, ma anche l'opposizione, ed essere a garanzia di tutto il Consiglio, quindi volevo prevedere un'ampia maggioranza anche per i Presidenti delle Commissioni per mantenere e rafforzare questa figura di garanzia.
Abbiamo appena salutato il presidente Finozzi che, secondo me, ha incarnato, anche senza questo Regolamento, quello che dovrebbe essere l'esempio: parlo di lui perché l'ho avuto come Presidente di Commissione, ma magari è lo stesso per la Seconda, di cui non faccio parte, però, secondo me, incarnava veramente una figura di garanzia, di rispetto e di correttezza anche verso le minoranze, però volevo che questa cosa fosse rafforzata da un'ampia maggioranza per l'elezione del Presidente.
Poi volevo evitare che si ripetesse la situazione, che abbiamo visto qualche mese fa, del rinnovo della Quinta Commissione, in cui è stato eletto come Vicepresidente un consigliere che era stato eletto all'inizio della legislatura, tra le file della maggioranza, e volevo un po' arginare e mettere ordine a queste situazioni.
Credo che a quest'ora non ci siano le condizioni per fare una discussione tecnica nel merito di queste questioni, quindi preannuncio già il ritiro di tutti i miei emendamenti sul merito di questa modifica del Regolamento e preannuncio già, ripeto, non perché abbia ostilità, ma per andare meglio a trattare le materie del lavoro, della cultura, del turismo, che ripeto, non voglio assolutamente sminuire, che è giusto che abbiano gli spazi, ma secondo me dovevate pretendere che queste materie trovassero gli spazi dentro la Terza Commissione che era stata definita, non arrendervi e creare una Commissione apposita.
Quindi ripeto che solo per questo e per le premesse, preannuncio già che noi voteremo in maniera contraria.

PRESIDENTE

Quindi vengono ritirati gli emendamento numeri C0001, C0002, C0003 e C0004, presentati dal collega Scarabel.
Passiamo alla votazione dell'articolato, avendo conclusa la discussione generale.
Articolo 1.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 2.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 3.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 4.
E' aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
E' chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo al voto finale, se non ci sono dichiarazioni. Consigliere Scarabel, prego.

Simone SCARABEL (Movimento 5 Stelle)

Brevissimamente, solo perché mi ero dimenticato di sottolineare un'altra questione che era rimasta in sospeso durante la Commissione: c'era la questione di andare a ridefinire il peso dei voti all'interno delle Commissioni consiliari permanenti. Noi, essendo istituita la Sesta Commissione, siamo meno delle Commissioni e quindi questo problema non si pone per il nostro Gruppo, però tutti i Gruppi al di sopra dei sei membri avranno una difficoltà a riassegnare i pesi all'interno delle Commissioni; questo ve lo andrete a vedere, perché non c'è stato il tempo di ridefinirlo.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altre dichiarazioni di voto.
Metto in votazione la proposta di Regolamento interno n. 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Signori, un attimo di attenzione, scusatemi. Viene chiuso qui il Consiglio di oggi, quindi non c'è la prosecuzione domani.
La Terza Commissione anticipa la sua convocazione alle ore 11.00.
Collega Berlato, prego.

Sergio Antonio BERLATO (Fratelli d'Italia – Movimento per la cultura rurale)

Io sono qui al servizio dei componenti della Commissione. Ho semplicemente dato la disponibilità di poterci convocare domani quando volete; se volete che ci convochiamo alle ore 14.30 per me va anche bene, l'importante è che siamo presenti alla Commissione.
Signor Vicepresidente, è inutile che lei parli a nuora perché suocera intenda. Se convochiamo alle ore 11.00 può andar bene?

PRESIDENTE

Tutti i componenti della Terza sono presenti, a parte la collega Zottis. Il presidente Berlato ha detto alle ore 11.00. Presidente Berlato, cede alla violenza? Mi dica.

Sergio Antonio BERLATO (Fratelli d'Italia – Movimento per la cultura rurale)

Presidente, per favorire la presenza di tutti i Consiglieri componenti, alle ore 11.30.

PRESIDENTE

Tutti i componenti della Terza Commissione sanno che è alle 11.30.
Il Presidente Berlato avviserà personalmente la collega Zottis, che non è presente.
Il Consiglio viene concluso ora. Grazie.
La Seduta termina alle ore 21.49
Il Consigliere segretario
f.to Simone Scarabel

Il Presidente
f.to Roberto Ciambetti
Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.
Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Elisabetta Fabris


Note

1 https://finanza.repubblica.it/News/2017/12/06/italgas_perfezionata_acquisizione_di_enerco_distribuzione_s_p_a_-239/
2 https://www.venetosviluppo.it/portal/portal/vs/Trasparenza/Enti/SocietaPartec
https://www.venetosviluppo.it/alfresco/service/att/PARTECIPAZIONI_SOCIETARIE_130215.pdf
Verbale n. 176 - 10^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 176
MARTEDÌ 19 GIUGNO 2018


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTI MASSIMO GIORGETTI E BRUNO PIGOZZO

PROCESSO VERBALE A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 176a seduta pubblica – martedì 19 giugno 2018
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 14321 del 14 giugno 2018 e dell'integrazione prot. n. 14429 del 15 giugno 2018.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 10.34.

Il PRESIDENTE aggiorna la seduta alle ore 11.15.

La seduta è sospesa alle ore 10.34.

La seduta riprende alle ore 11.33.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che è in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia.

È inoltre in congedo il consigliere Zorzato.

Punto n. 1.1) all'ordine del giorno


Surroga del consigliere regionale Marino Finozzi con il signor Maurizio Colman (Deliberazione n. 69/2018)  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, il punto in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Ferrari, Guarda, Barbisan Fabiano, Bassi, Casali, Barison, Berlato, Donazzan, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Forcolin, Gidoni, Marcato, Montagnoli, Possamai, Semenzato, Baldin, Brusco, Scarabel, Ruzzante, Valdegamberi, Salemi, Zanoni, Zottis, Guadagnini, Negro, Boron, Bottacin, Brescacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Villanova.

Hanno votato no:

Astenuti:

Interviene il consigliere Colman.

Interviene il PRESIDENTE.

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 11.38 per motivi tecnici.

La seduta riprende alle ore 11.44.

Assume la Presidenza il Vicepresidente Massimo Giorgetti

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


Interrogazioni a risposta immediata
n. 269 del 30.11.2016
presentata dai consiglieri Berti, Brusco, Baldin, Bartelle e Scarabel
"Ponte della Libertà pista ciclabile "sradicata" avevamo già segnalato l'anomala attesa del collaudo, qual è in realtà la situazione?"

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Brusco (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

n. 563 del 03.04.2018
presentata dai consiglieri Sinigaglia, Fracasso, Azzalin, Moretti, Pigozzo, Salemi, Zanoni, Zottis e Guarda
"Camposampiero: si dimettono tre medici di pediatria. Quali azioni per garantire un elevato standard di qualità dei servizi?"

Interviene il consigliere Sinigaglia (Partito Democratico) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Coletto (Liga Veneta – Lega Nord) che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Sinigaglia (Partito Democratico) in sede di replica.

n. 568 del 17.04.2018
presentata dalla consigliera Bartelle
"Istituto assistenza anziani di Verona, concorso per RSPP: il nominativo dell'unico candidato ammesso senza riserva a sostenere le prove e quello del dipendente addetto a tale mansione fino al 31 dicembre 2017 sono uguali, è un caso di omonimia? La Regione faccia chiarezza."

Interviene la consigliera Bartelle (Movimento 5 Stelle) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin (Zaia Presidente) che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Bartelle (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

n. 576 del 09.05.2018
presentata dal consigliere Montagnoli
"Unilever di Sanguinetto: la Regione sia parte attiva per evitare la mobilità dei dipendenti e scongiurare il rischio chiusura o delocalizzazione dello stabilimento veronese"

Interviene l'assessora Lanzarin (Zaia Presidente) che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Montagnoli (Liga Veneta – Lega Nord) in sede di replica.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Bartelle relativa a "È vero che l'Unità di Anestesia e Rianimazione dell'ospedale di Venezia è stata ed è gestita in modo non conforme?" (Interrogazione a risposta scritta n. 523) RINVIATA  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE dichiara che l'IRS in oggetto viene rinviata perché non è pronta la risposta della Giunta regionale.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dal consigliere Ruzzante relativa a "Risposta a interrogazione a risposta scritta n. 531 del 18 gennaio 2018: la Giunta non si è soffermata, rispetto al quesito posto, sui parametri di valutazione inseriti negli atti di gara per l'affidamento del servizio di ristorazione per le aziende sanitarie del Veneto" (Interrogazione a risposta scritta n. 546) RINVIATA  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE dichiara che l'IRS in oggetto viene rinviata perché non è pronta la risposta della Giunta regionale.

Sull'ordine dei lavori interviene il consigliere Ruzzante (Gruppo Misto - Liberi E Uguali) sulla mancata risposta dell'IRS in oggetto.

Sull'ordine dei lavori interviene la consigliera Bartelle (Movimento 5 Stelle) sulla mancata risposta della IRS 523.

Interviene il PRESIDENTE che risponde ai consiglieri Ruzzante e Bartelle.

Punto n. 6) all'ordine del giorno


Interrogazione a risposta scritta presentata dal consigliere Ruzzante relativa a "Contributi regionali per la metanizzazione del territorio: la Giunta regionale ha verificato se le somme erogate ai beneficiari siano state fedelmente dichiarate ai fini della determinazione delle tariffe nelle stime peritali per la messa in gara del servizio di distribuzione del gas naturale?" (Interrogazione a risposta scritta n. 569) RINVIATA  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE dichiara che l'IRS in oggetto viene rinviata perché non è pronta la risposta della Giunta regionale.

Punto n. 7) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dai consiglieri Ruzzante e Zanoni relativa a "Progetto di ricerca tra Ente Parco Colli Euganei e Università di Padova - Dipartimento di medicina animale, produzione e salute: sono stati rilevati potenziali rischi per la salute umana e per gli animali domestici?" (Interrogazione a risposta scritta n. 572)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Ruzzante (Gruppo Misto - Liberi E Uguali) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Coletto (Liga Veneta – Lega Nord) che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Ruzzante (Gruppo Misto - Liberi E Uguali) in sede di replica.

Punto n. 8) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dal consigliere Ruzzante relativa a "Incendio presso la sede SEV di Povegliano Veronese (VR): un altro preoccupante segnale proveniente dalla gestione del ciclo dei rifiuti in Veneto." (Interrogazione a risposta scritta n. 573) RINVIATA  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE dichiara che l'IRS in oggetto viene rinviata perché non è pronta la risposta della Giunta regionale.

Punto n. 9) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dal consigliere Ruzzante relativa a "Cittadini vittime del "Nodo Gazzera": la Giunta regionale intervenga per risolvere le conseguenze sul territorio derivanti dal fallimento del SFMR" (Interrogazione a risposta scritta n. 574)  [RESOCONTO]


e, punto aggiuntivo all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dai consiglieri Pigozzo e Zottis relativa a "SFMR Gazzera-Mestre: nuovo stop ai lavori e ancora disagi alla popolazione. Quanto è costata questa odissea?" (Interrogazione a risposta scritta n. 526)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che, considerata l'analogia dell'argomento, la Giunta regionale risponde anche alla IRS n. 526.

Intervengono i consiglieri Pigozzo (Partito Democratico) e Ruzzante (Gruppo Misto - Liberi E Uguali) che illustrano le rispettive IRS in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde, congiuntamente, per conto della Giunta regionale, alle IRS in oggetto.

Intervengono i consiglieri Ruzzante (Gruppo Misto - Liberi E Uguali) in sede di replica sulla IRS n. 574 e Pigozzo (Partito Democratico) in sede di replica sulla IRS n. 526.

Punto n. 10) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dal consigliere Ruzzante relativa a "Persistenza dei cattivi odori provenienti dal biodigestore della "Società Agricola Tosetto S.S." di Limena (PD): cosa ha fatto e cosa ha intenzione di fare la Giunta regionale?" (Interrogazione a risposta scritta n. 578) RINVIATA  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE dichiara che l'IRS in oggetto viene rinviata perché non è pronta la risposta della Giunta regionale.

Punto n. 11) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dal consigliere Scarabel relativa a ""Freedom of Information Act" (FOIA) anche in Italia con il decreto legislativo 97/2016: come intende procedere la Giunta per assicurare a tutti i cittadini il libero diritto di accesso a ogni informazione della Regione?" (Interrogazione a risposta scritta n. 374)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Scarabel (Movimento 5 Stelle) che illustra IRS in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin (Zaia Presidente) che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Scarabel (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

Punto n. 12) all'ordine del giorno

Interventi di promozione e valorizzazione dell'invecchiamento attivo. Piano triennale 2018-2020 (Proposta di deliberazione amministrativa n. 69) (Deliberazione n. 71/2018)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Gidoni (Liga Veneta – Lega Nord) che svolge la relazione di maggioranza per conto della Quinta Commissione consiliare e Bartelle (Movimento 5 Stelle) che svolge la relazione di minoranza per conto della Quinta Commissione consiliare.

In discussione generale interviene il consigliere Ruzzante (Gruppo Misto - Liberi E Uguali).

Durante l'intervento del consigliere Ruzzante assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti

In discussione generale intervengono il consigliere Sinigaglia (Partito Democratico) e l'assessora Lanzarin (Zaia Presidente) e Bartelle (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 13.11.

La seduta riprende alle ore 14.55.

Si passa all'esame degli emendamenti.

Sull'emendamento n. A1 intervengono i consiglieri Gidoni (Liga Veneta – Lega Nord) e Ruzzante (Gruppo Misto - Liberi E Uguali) che lo ritira.

Si passa all'esame dell' ordine del giorno n. A2 collegato alla proposta in esame.

Ordine del giorno presentato dal consigliere Ruzzante relativo a "La Giunta regionale attivi già dal 2018 le azioni previste dall'articolo 7 della legge regionale 8 agosto 2017, n. 23 "Promozione e valorizzazione dell'invecchiamento attivo" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Interventi di promozione e valorizzazione dell'invecchiamento attivo. Piano triennale 2018-2020" (Proposta di deliberazione amministrativa n. 69) (Deliberazione n. 70/2018)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, l'ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Ferrari, Guarda, Barbisan Fabiano, Bassi, Casali, Barison, Berlato, Donazzan, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Colman, Forcolin, Gidoni, Marcato, Montagnoli, Possamai, Semenzato, Bartelle, Brusco, Ruzzante, Azzalin, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Dalla Libera, Negro, Conte, Boron, Bottacin, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Villanova

Hanno votato no:

Astenuti:

In dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Salemi (Partito Democratico) e Ruzzante (Gruppo Misto - Liberi E Uguali) che si dichiarano a favore.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Ferrari, Guarda, Barbisan Fabiano, Bassi, Casali, Barison, Berlato, Donazzan, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Colman, Forcolin, Gidoni, Marcato, Montagnoli, Possamai, Semenzato, Baldin, Berti, Brusco, Scarabel, Ruzzante, Valdegamberi, Azzalin, Pigozzo, Salemi, Sinigaglia, Zanoni, Zottis, Guadagnini, Dalla Libera, Negro, Conte, Boron, Bottacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Villanova

Hanno votato no:

Astenuti:

Bartelle

Punto n. 13) all'ordine del giorno

Progetto di legge relativo a "Norme per la riorganizzazione e la razionalizzazione dei parchi regionali" (Progetti di legge nn. 143/2016 e 217/2017) (Deliberazione legislativa n. 23/2018)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Calzavara (Zaia Presidente) e Azzalin (Partito Democratico) che svolgono per conto della Seconda Commissione consiliare rispettivamente le relazioni di maggioranza e di minoranza.

Durante l'intervento del consigliere Azzalin assume la Presidenza il Vicepresidente Bruno Pigozzo

In discussione generale intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico), Brusco (Movimento 5 Stelle), Valdegamberi (Gruppo Misto), Guarda (Alessandra Moretti Presidente) e Berlato (Fratelli d'Italia – Movimento per la cultura rurale).

Durante l'intervento del consigliere Berlato assume la Presidenza il Vicepresidente Massimo Giorgetti

In discussione generale interviene il consigliere Conte (Veneto per l'Autonomia – Alleanza per il Veneto).

Durante l'intervento del consigliere Conte assume la Presidenza il Vicepresidente Bruno Pigozzo

In discussione generale interviene il consigliere Sinigaglia (Partito Democratico) che viene interrotto per un guasto tecnico.

Intervengono sull'ordine dei lavori il PRESIDENTE e per un breve intervento il consigliere Ruzzante (Gruppo Misto - Liberi E Uguali).

Il consigliere Sinigaglia (Partito Democratico) conclude l'intervento.

Durante l'intervento del consigliere Sinigaglia assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti

In discussione generale intervengono i consiglieri Montagnoli (Liga Veneta – Lega Nord), Ruzzante (Gruppo Misto - Liberi E Uguali), Salemi (Partito Democratico), Guadagnini (Siamo Veneto) e l'assessore Corazzari.

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 17.45 per consentire alla Seconda Commissione consiliare di dare parere sugli emendamenti presentati.

La seduta dopo un rinvio riprende alle ore 18.11.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

L'emendamento n. B35 all'articolo 1 posto in votazione col sistema elettronico è approvato.

L'articolo 1 posto in votazione col sistema elettronico è approvato come emendato.

Interviene il consigliere Azzalin (Partito Democratico) che si dichiara a favore all' emendamento n. B37 all'articolo 2.

L'emendamento n. B37 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico, è respinto.

Sull'emendamento n. B48 all'articolo 2 intervengono i consiglieri Ruzzante (Gruppo Misto - Liberi E Uguali) che lo illustra e Guarda (Alessandra Moretti Presidente) che chiede di sottoscriverlo.

L'emendamento n. B48 all'articolo 2 posto in votazione col sistema elettronico è respinto.

Sull'emendamento n. B34 all'articolo 2 intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico) che lo illustra, Azzalin (Partito Democratico), Ruzzante (Gruppo Misto - Liberi E Uguali) che chiede di sottoscriverlo, Brusco (Movimento 5 Stelle) che chiede di sottoscriverlo, l'assessore Corazzari e il consigliere Calzavara (Zaia Presidente).

L'emendamento n. B34 all'articolo 2 posto in votazione col sistema elettronico è respinto.

Interviene il consigliere Ruzzante (Gruppo Misto - Liberi E Uguali) che illustra l'emendamento n B49 all'articolo 2.

Gli emendamento nn. B49 e B36, all'articolo 2 posti in votazione separatamente col sistema elettronico, sono respinti.

Sull'emendamento n. B33 all'articolo 2 intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico) che lo illustra e Ruzzante (Gruppo Misto - Liberi E Uguali) che chiede di sottoscriverlo.

Il PRESIDENTE dichiara che i consiglieri Guarda e Azzalin chiedono di sottoscrivere l'emendamento n. B33.

Gli emendamenti nn. B33 e B32 all'articolo 2, posti in votazione separatamente col sistema elettronico, sono respinti.

L'emendamento n. B92 all'articolo 2 posto in votazione col sistema elettronico è approvato.

L'articolo 2 posto in votazione col sistema elettronico è approvato come emendato.

L'emendamento n. B68 sostitutivo dell'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico, è approvato.

Il PRESIDENTE dichiara preclusi gli emendamenti nn. B79 e B50.

Sul subemendamento n. B112 all'emendamento n. B110 sostitutivo dell'articolo 4 intervengono i consiglieri Azzalin (Partito Democratico) che lo illustra e Calzavara (Zaia Presidente).

Il subemendamento n. B112 posto in votazione col sistema elettronico è respinto.

Sul subemendamento n. B114 all'emendamento n. B110 sostitutivo dell'articolo 4 intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico) che lo illustra, Azzalin (Partito Democratico), Ruzzante (Gruppo Misto - Liberi E Uguali) e Calzavara (Zaia Presidente).

Il subemendamento n. B114 posto in votazione col sistema elettronico è respinto.

Il subemendamento n. B115 all'emendamento n. B110 sostitutivo dell'articolo 4 illustrato dal consigliere Zanoni (Partito Democratico), posto in votazione col sistema elettronico, è respinto.

Sul subemendamento n. B113 all'emendamento n. B110 sostitutivo dell'articolo 4 intervengono i consiglieri Azzalin (Partito Democratico) che lo illustra, Valdegamberi (Gruppo Misto), Zanoni (Partito Democratico), Gerolimetto (Zaia Presidente).

Il subemendamento n. B113 posto in votazione col sistema elettronico è respinto.

Sull'emendamento n. B110 sostitutivo dell'articolo 4 intervengono i consiglieri Rizzotto (Zaia Presidente), Zanoni (Partito Democratico), Azzalin (Partito Democratico), Scarabel (Movimento 5 Stelle), Ruzzante (Gruppo Misto - Liberi E Uguali) e Calzavara (Zaia Presidente).

L'emendamento n. B110 sostitutivo dell'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico, è approvato.

Il PRESIDENTE dichiara decaduti gli emendamenti o subemendamenti nn. B100, B102, B103, B104, B105, B101, B106, B93, B97, B69, B31, B51, B80, B38, B77, B82, B53, B52, B81, B83, B30, B39, B29, B28, B70 e B27 a seguito dell'approvazione dell'emendamento B110.

Sull'emendamento n. B99 sostitutivo dell'articolo 5 intervengono i consiglieri Azzalin (Partito Democratico) che lo illustra, Ruzzante (Gruppo Misto - Liberi E Uguali), Salemi (Partito Democratico) e Calzavara (Zaia Presidente).

L'emendamento n. B99 sostitutivo dell'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico, è respinto.

Il subemendamento n. B107 all'emendamento n. B94 sostitutivo dell'articolo 5 illustrato dal consigliere Ruzzante (Gruppo Misto - Liberi E Uguali), posto in votazione col sistema elettronico, è respinto.

Sull'emendamento n. B94 intervengono i consiglieri Calzavara (Zaia Presidente) che lo illustra, Ruzzante (Gruppo Misto - Liberi E Uguali) e Azzalin (Partito Democratico).

L'emendamento n. B94 sostitutivo dell'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico, è approvato.

Il PRESIDENTE dichiara decaduti gli emendamenti nn. B84, B86, B56, B85, B54, B26, B25, B55, B24, B57, B75, B74, B21, B46, B23, B58, B20 e B59 a seguito dell'approvazione dell'emendamento B94.

Sull'emendamento n. B87 sostitutivo dell'articolo 6 intervengono i consiglieri Azzalin (Partito Democratico) che lo illustra, Zanoni (Partito Democratico) e Calzavara (Zaia Presidente)

L'emendamento n. B87 posto in votazione col sistema elettronico è respinto.

L'emendamento n. B88 sostitutivo dell'articolo 6 illustrato dal consigliere Azzalin (Partito Democratico), posto in votazione col sistema elettronico, è respinto.

Gli emendamenti nn. B76, B40 e B19 all'articolo 6, posto in votazione separatamente col sistema elettronico, sono respinti.

L'emendamento n. B89 è ritirato dal consigliere Azzalin (Partito Democratico).

L'emendamento n. B22 all'articolo 6, posto in votazione col sistema elettronico, è respinto.

L'articolo 6 posto in votazione col sistema elettronico è approvato nel testo presentato dalla competente commissione consiliare.

L'emendamento n. B18 all'articolo 7 illustrato dal consigliere Zanoni (Partito Democratico), posto in votazione col sistema elettronico, è respinto.

L'articolo 7 posto in votazione col sistema elettronico è approvato nel testo presentato dalla competente commissione consiliare.

Il PRESIDENTE dichiara ritirato l'emendamento n. B71 all'articolo 8.

Sull'emendamento n. B98 sostitutivo dell'articolo 8 intervengono i consiglieri Azzalin (Partito Democratico) che lo illustra e Zanoni (Partito Democratico).

L'emendamento n. B98 posto in votazione col sistema elettronico è respinto.

I subemendamenti nn. B108 e B109 all'emendamento n. B95 sostitutivo dell'articolo 8, posti in votazione separatamente col sistema elettronico, sono respinti.

L'emendamento n. B95 sostitutivo dell'articolo 8, illustrato dal consigliere Calzavara (Zaia Presidente), posto in votazione col sistema elettronico, è approvato.

Il PRESIDENTE dichiara decaduti gli emendamenti nn. B47, B90, B60, B17, B78, B63, B15, B16, B41, B61, B62, B14, B13 e B12 a seguito dell'approvazione dell'emendamento B95.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico) che illustra l'emendamento B9 all'articolo 9.

Gli emendamenti nn. B9, B10, B11, B42 e B43 all'articolo 9, posti in votazione separatamente col sistema elettronico, sono respinti.

L'emendamento n. B44 all'articolo 9 posto in votazione col sistema elettronico è approvato.

Il PRESIDENTE dichiara ritirati gli emendamenti nn. B91 e B64 all'articolo 9.

Gli emendamenti nn. B8 e B7 illustrati dal consigliere Zanoni (Partito Democratico), posti in votazione separatamente, sono respinti.

L'articolo 9 posto in votazione col sistema elettronico è approvato come emendato.

Gli emendamenti nn. B65, B6, B5 illustrato dal consigliere Zanoni (Partito Democratico), B45 e B2 all'articolo 10, posti in votazione separatamente col sistema elettronico, sono respinti.

L'emendamento n. B72 all'articolo 10 posto in votazione col sistema elettronico è approvato.

L'emendamento n. B4 all'articolo 10 posto in votazione col sistema elettronico è respinto.

L'articolo 10 posto in votazione col sistema elettronico è approvato come emendato.

Interviene il consigliere Calzavara (Zaia Presidente) che ritira gli emendamenti nn. B73 e B96 all'articolo 11 e illustra l'emendamento n. B111 sostitutivo dell'articolo 11, che posto in votazione col sistema elettronico è approvato.

Il PRESISENTE dichiara decaduto l'emendamento n. B3.

L'emendamento n. B66 all'articolo 12 posto in votazione col sistema elettronico è approvato.

L'emendamento n. B1 all'articolo 12 posto in votazione col sistema elettronico è respinto.

Il PRESISENTE dichiara decaduto l'emendamento n. B67.

L'articolo 12 posto in votazione col sistema elettronico è approvato come emendato.

L'articolo 13 posto in votazione col sistema elettronico è approvato nel testo presentato dalla competente commissione consiliare.

Sull'ordine dei lavori interviene il consigliere Berlato (Fratelli d'Italia – Movimento per la cultura rurale).

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Ruzzante (Gruppo Misto - Liberi E Uguali) che dichiara di non partecipare al voto, Azzalin (Partito Democratico) che si dichiara contrario, Montagnoli (Liga Veneta – Lega Nord), Valdegamberi (Gruppo Misto), Berlato (Fratelli d'Italia – Movimento per la cultura rurale) che si dichiarano a favore e Calzavara (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Barbisan Fabiano, Bassi, Casali, Barison, Berlato, Donazzan, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Colman, Forcolin, Gidoni, Montagnoli, Possamai, Semenzato, Valdegamberi, Dalla Libera, Negro, Boron, Bottacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Villanova

Hanno votato no:

Guarda, Baldin, Brusco, Scarabel, Azzalin, Pigozzo, Salemi, Zanoni

Astenuti:

Ferrari

Punto n. 14) all'ordine del giorno

Proposta di modifica del Regolamento del Consiglio regionale d'iniziativa dei consiglieri Giorgetti e Barison relativa a "Modifica del Regolamento regionale 14 aprile 2015, n. 1 "Regolamento del Consiglio regionale del Veneto" e disposizioni transitorie e di prima applicazione" (Proposta di regolamento interno n. 2) (Deliberazione n. 72/2018)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Montagnoli (Liga Veneta – Lega Nord) che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Salemi (Partito Democratico) e Scarabel (Movimento 5 Stelle) che ritira gli emendamenti nn. C1, C2, C3 e C4.

I quattro articoli che compongono la proposta di regolamento, posti in votazione separatamente col sistema elettronico, sono approvati.

In dichiarazione di voto finale interviene il consigliere Scarabel (Movimento 5 Stelle) che dichiara voto contrario a nome del gruppo.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico, la proposta di regolamento in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Ferrari, Guarda, Barbisan Fabiano, Casali, Barison, Berlato, Donazzan, Barbisan Riccardo, Ciambetti, Coletto, Colman, Forcolin, Gidoni, Montagnoli, Possamai, Semenzato, Ruzzante, Valdegamberi, Azzalin, Pigozzo, Salemi, Zanoni, Dalla Libera, Negro, Boron, Bottacin, Calzavara, Gerolimetto, Lanzarin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Villanova

Hanno votato no:

Baldin, Brusco, Scarabel

Astenuti:

Bassi

Interviene il consigliere Berlato (Fratelli d'Italia – Movimento per la cultura rurale) sull'ordine dei lavori in riferimento alla Terza Commissione.

Il PRESIDENTE dichiara che la seduta di domani è sconvocata e che la Terza Commissione è convocata domani mercoledì 26 giugno 2018 alle ore 11.30.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 21.49.

Consiglieri presenti:
AZZALIN Graziano
LANZARIN Manuela
BALDIN Erika
MARCATO Roberto
BARBISAN Fabiano
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Riccardo
MONTAGNOLI Alessandro
BARISON Massimiliano
NEGRO Giovanna
BARTELLE Patrizia
PIGOZZO Bruno
BASSI Andrea
POSSAMAI Gianpiero
BERLATO Sergio Antonio
RIZZOTTO Silvia
BERTI Jacopo
RUZZANTE Piero
BORON Fabrizio
SALEMI Orietta
BOTTACIN Gianpaolo Enrico
SANDONA' Luciano
BRESCACIN Sonia
SCARABEL Simone
BRUSCO Manuel
SEMENZATO Alberto
CALZAVARA Francesco
SINIGAGLIA Claudio
CASALI Stefano
VALDEGAMBERI Stefano
CIAMBETTI Roberto
VILLANOVA Alberto
COLETTO Luca
ZANONI Andrea
COLMAN Maurizio
ZOTTIS Francesca
CONTE Maurizio

DALLA LIBERA Pietro

DONAZZAN Elena

FERRARI Franco

FORCOLIN Gianluca

GEROLIMETTO Nazzareno

GIDONI Franco

GIORGETTI Massimo

GUADAGNINI Antonio

GUARDA Cristina





IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Simone SCARABEL






IL PRESIDENTE
Roberto CIAMBETTI









N.B. Gli emendamenti indicati nel processo verbale sono consultabili presso l'Ufficio attività istituzionali

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Paola Lombardo