ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 21/10/2020 n. 2

Resoconto n. 2 - 11^ legislatura
Resoconto 2a Seduta pubblica
Mercoledì, 21 ottobre 2020
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 13.04

PRESIDENTE

Signori, buongiorno.
Diamo inizio alla 2a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 13483 del 17 ottobre 2020.
PUNTO
1



COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

PRESIDENTE

Allora, brevemente vi spiego le modalità della seduta di oggi: l'Ufficio di Presidenza, riunitosi ieri appunto per riuscire a gestire la seduta in un'Aula particolare come la nostra, ha deciso che per questa seduta in presenza ci siano circa 50 persone in Aula, compresi gli Assessori, mentre i rimanenti Consiglieri, quattro in acquario e gli altri in Sala del Leone.
Faremo delle votazioni per le surroghe degli Assessori per alzata di mano e poi proseguiamo con le comunicazioni dei componenti di Giunta e l'illustrazione del programma di governo da parte del Presidente della Giunta, come previsto dal Regolamento e dallo Statuto della Regione.
In accordo, anche parlando con alcuni rappresentanti della minoranza, l'illustrazione del presidente Zaia sarà fatta anche per quanto riguarda le informazioni sull'emergenza sanitaria e quindi gli interventi per ogni Consigliere si allungano a 15 minuti eventuali per ogni Consigliere per l'intervento dopo l'informativa del Presidente.
Tutto chiaro? Grazie.
Partiamo con le surroghe degli Assessori al punto n. 2.
PUNTO
2



SOSTITUZIONE DELLA CONSIGLIERA REGIONALE ELISA DE BERTI CON IL SIGNOR MARCO ANDREOLI. AFFIDAMENTO DELLA SUPPLENZA. LEGGE REGIONALE 16 GENNAIO 2012, n. 5 , ARTICOLO 24, COMMA 1 TER. (DELIBERAZIONE N. 96/2020)

PRESIDENTE

Sostituzione della consigliera regionale Elisa De Berti con il signor Marco Andreoli e affidamento della supplenza ai sensi della legge regionale 16 gennaio 2012, n. 5 , articolo 24, comma 1 ter.
Come ho detto, la votazione sarà per alzata di mano. Il dottor Rota mi aiuta con gli esiti della votazione nella Sala del Leone.
Votano solo i Consiglieri. Naturalmente gli Assessori per questi anni ci supporteranno sicuramente in altra maniera.
Metto in votazione la sostituzione della collega De Berti con il signor Marco Andreoli, per alzata di mano.
È aperta la votazione.
(Votazione a scrutinio palese per alzata di mano)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
All'unanimità.
Grazie.
Quindi invito il collega Marco Andreoli ad entrare in Aula. Grazie.
PUNTO
3



SOSTITUZIONE DEL CONSIGLIERE REGIONALE GIANPAOLO ENRICO BOTTACIN CON IL SIGNOR GIOVANNI PUPPATO. AFFIDAMENTO DELLA SUPPLENZA. LEGGE REGIONALE 16 GENNAIO 2012, n. 5 , ARTICOLO 24, COMMA 1 TER. (DELIBERAZIONE N. 97/2020)

PRESIDENTE

Senza spiegare tutti gli articoli e le motivazioni precedenti, passiamo alla sostituzione del collega Gianpaolo Bottacin con il signor Giovanni Puppato.
Metto in votazione la sostituzione.
Contrari? Astenuti?
(Votazione a scrutinio palese per alzata di mano)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
All'unanimità anche questa surroga.
Quindi, invito Giovanni Puppato a entrare in Aula.
PUNTO
4



SOSTITUZIONE DEL CONSIGLIERE REGIONALE FRANCESCO CALZAVARA CON LA SIGNORA ROBERTA VIANELLO. AFFIDAMENTO DELLA SUPPLENZA. LEGGE REGIONALE 16 GENNAIO 2012, n. 5 , ARTICOLO 24, COMMA 1 TER. (DELIBERAZIONE N. 98/2020)

PRESIDENTE

Punto n. 4.
Sostituzione del collega Francesco Calzavara con la signora Roberta Vianello.
Votazione aperta.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
(Votazione a scrutinio palese per alzata di mano)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Anche in questo caso all'unanimità.
Prego Roberta Vianello di entrare in Aula.
PUNTO
5



SOSTITUZIONE DEL CONSIGLIERE REGIONALE FEDERICO CANER CON IL SIGNOR GIANPAOLO POSSAMAI. AFFIDAMENTO DELLA SUPPLENZA. LEGGE REGIONALE 16 GENNAIO 2012, n. 5 , ARTICOLO 24, COMMA 1 TER. (DELIBERAZIONE N. 99/2020)

PRESIDENTE

Sostituzione del collega Federico Caner con il signor Gianpiero Possamai.
Chi è favorevole? Contrari? Astenuti?
(Votazione a scrutinio palese per alzata di mano)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Anche in questo caso approvato all'unanimità.
Prego Gianpiero Possamai di rientrare in Aula.
PUNTO
6



SOSTITUZIONE DEL CONSIGLIERE REGIONALE CRISTIANO CORAZZARI CON LA SIGNORA LAURA CESTARI. AFFIDAMENTO DELLA SUPPLENZA. LEGGE REGIONALE 16 GENNAIO 2012, n. 5 , ARTICOLO 24, COMMA 1 TER. (DELIBERAZIONE N. 100/2020)

PRESIDENTE

Sostituzione del collega Cristiano Corazzari con la signora Laura Cestari.
È aperta la votazione. Chi è favorevole? Contrari? Astenuti?
(Votazione a scrutinio palese per alzata di mano)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Anche in questo caso, all'unanimità.
Prego Laura Cestari di entrare in Aula.
PUNTO
7



SOSTITUZIONE DELLA CONSIGLIERA REGIONALE ELENA DONAZZAN CON IL SIGNOR JOE FORMAGGIO. AFFIDAMENTO DELLA SUPPLENZA. LEGGE REGIONALE 16 GENNAIO 2012, n. 5 , ARTICOLO 24, COMMA 1 TER. (DELIBERAZIONE N. 101/2020)

PRESIDENTE

Sostituzione della collega Elena Donazzan con il signor Joe Formaggio.
È aperta la votazione. Chi è favorevole? Contrari? Astenuti?
(Votazione a scrutinio palese per alzata di mano)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Anche in questo caso unanimità.
Prego Joe Formaggio di ritornare in Aula.
PUNTO
8



SOSTITUZIONE DELLA CONSIGLIERA REGIONALE MANUELA LANZARIN CON LA SIGNORA MILENA CECCHETTO.AFFIDAMENTO DELLA SUPPLENZA. LEGGE REGIONALE 16 GENNAIO 2012, n. 5 , ARTICOLO 24, COMMA 1 TER. (DELIBERAZIONE N. 102/2020)

PRESIDENTE

Punto n. 8: sostituzione della collega Manuela Lanzarin con la signora Milena Cecchetto.
Chi è favorevole? Contrari? Astenuti?
(Votazione a scrutinio palese per alzata di mano)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Anche in questo caso, approvato all'unanimità.
Prego Milena Cecchetto di entrare in Aula.
PUNTO
9



SOSTITUZIONE DEL CONSIGLIERE REGIONALE ROBERTO MARCATO CON IL SIGNOR GIUSEPPE PAN. AFFIDAMENTO DELLA SUPPLENZA. LEGGE REGIONALE 16 GENNAIO 2012, n. 5 , ARTICOLO 24, COMMA 1 TER. (DELIBERAZIONE N. 98/2020)

PRESIDENTE

Punto n. 9.
Sostituzione del consigliere Roberto Marcato con il collega Giuseppe Pan.
Chi è favorevole? Contrari? Astenuti?
(Votazione a scrutinio palese per alzata di mano)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Approvato all'unanimità.
Il collega Pan è a casa per motivi di salute e ci raggiungerà fra qualche giorno.
Bene, espletate queste formalità nuove per il Consiglio regionale, abbiamo reintegrato l'Assemblea nei numeri consoni per il Consiglio regionale del Veneto.
Passiamo al punto n. 10.
PUNTO
10



COMUNICAZIONE DEI COMPONENTI DELLA GIUNTA REGIONALE E ILLUSTRAZIONE DEL PROGRAMMA DI GOVERNO DA PARTE DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE, AI SENSI DELL'ARTICOLO 51, COMMA 3, DELLO STATUTO E CON LE MODALITÀ DI CUI ALL'ARTICOLO 6 DEL REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE.

PRESIDENTE

Il Presidente farà anche un'informativa sulla situazione dell'emergenza sanitaria.
Presidente, prego.

Luca ZAIA (Presidente della Giunta regionale)

Grazie.
Si sente? Adesso si sente.
Intanto, grazie, perché oggi oltretutto è una giornata importante per questa legislatura, è la giornata, di fatto, di ufficiale insediamento di questa nuova legislatura. Ci sono degli adempimenti burocratici che abbiamo seguito anche nell'altra seduta e oggi si parlerà dell'esordio della Giunta, cosa che è prevista nelle mie comunicazioni, dopodiché del programma di governo e varie ed eventuali.
Intanto passerei alla parte più formale, che è quella della comunicazione dell'avvenuta nomina della Giunta.
Il sottoscritto avrà come competenze e deleghe la comunicazione, l'informazione, l'attuazione dell'autonomia regionale differenziata, il federalismo, i referendum consultivi previsti dalle leggi regionali, relazioni internazionali e cooperazione allo sviluppo, cooperazione transfrontaliera e transnazionale, funzioni di controllo e ispettorato, competenze istituzionali Stato-Regioni e quindi le Conferenze istituzionali, rapporto con il Parlamento nazionale ed europeo, attuazione degli investimenti, giochi olimpici e paralimpici invernali 2026 ed altri grandi eventi, statistica.
Vicepresidente è stata nominata l'assessore Elisa De Berti, che avrà competenza su: affari legali, lavori pubblici, infrastrutture e trasporti; nello specifico affari legali e contenzioso, lavori pubblici, sviluppo locale e IPA, infrastrutture, programmazione dei trasporti, trasporto pubblico locale, navigazione interna e portuale e mobilità sostenibile.
All'assessore Giampaolo Bottacin: programmazione per la salvaguardia ambientale e cambiamenti climatici, tutela del suolo e dell'aria, ciclo integrato dell'acqua, difesa del suolo e mitigazione del rischio idrogeologico, foreste, cave, protezione civile, antincendio boschivo, specificità della Provincia di Belluno, coordinamento Piano straordinario, alienazioni immobili e partecipazioni.
Calzavara Francesco: bilancio e controllo finanziario, finanze e tributi, documenti di programmazione regionale, attuazione del programma di governo, rapporti con il Consiglio regionale, rapporti con il credito, partecipazioni societarie, risorse umane, affari generali, demanio e patrimonio, sistema informatico, e-government e agenda digitale, semplificazione amministrativa, trasparenza e anticorruzione, rapporti con Enti locali, riordino funzioni di competenza regionale e funzioni metropolitane.
Assessore Federico Caner: partecipazione alle conferenze istituzionale in supporto al Presidente, programmazione FAS e FSC, Programmi FERS, Programma Italia-Croazia, turismo, trasporti a fune, commercio estero e internazionalizzazione, economia e sviluppo montano, attività promozionali, politiche dell'agricoltura e zootecnia, politica agricola comune (PAC), Piano sviluppo rurale, FEOGA, Programma comunitario LEADER, fitosanitario, produzioni ambientali e vegetali, bonifica.
Assessore Corazzari: pianificazione territoriale e urbanistica, beni ambientali e culturali, tutela del paesaggio, parchi e aree protette, caccia, pesca e acquacoltura, polizia locale, sicurezza, cultura, spettacolo e sport, edilizia sportiva, edilizia di culto, edilizia residenziale pubblica, identità veneta, flussi migratori, veneti nel mondo, diritti umani e minoranze linguistiche.
Assessore Elena Donazzan: politiche dell'istruzione, diritto allo studio, scuole paritarie – so che potrebbe risultare noiosa questa elencazione, ma mi hanno detto che bisogna leggere tutto – edilizia scolastica, programmazione della formazione professionale, programmi comunitari FSE, politiche per il lavoro, pari opportunità, università e ricerca, ricerca fondamentale con riferimento ai rapporti con le Università venete e gli istituti di ricerca nazionali e regionali, accordi di programma ai sensi del decreto MISE 1° aprile 2015.
Assessore Manuela Lanzarin: programmazione sanitaria e sociosanitaria, tutela della salute, igiene pubblica, programmazione edilizia a finalità collettive, attuazione dell'articolo 20, sicurezza alimentare, servizi veterinari, programmazione e servizi sociali, interventi a favore della famiglia, dei minori, dei giovani, degli anziani e portatori di handicap, non autosufficienza e disabilità, violenza di genere, nidi e servizi innovativi, settore del no profit e del volontariato, rapporti con le istituzioni di assistenza, riforma del settore.
Assessore Roberto Marcato: artigianato, commercio, acque minerali e termali, piccole e medie imprese, industria, fiere e mercati, distretti, ricerca e innovazione, imprenditoria giovanile e femminile, energie per tutte le filiere, tutela del consumatore, sviluppo banda larga, riconversione polo industriale di Marghera, legge speciale per Venezia.
Io avrei terminato con la comunicazione della Giunta, ma prima di parlare del programma, Presidente, vorrei informare i Consiglieri presenti che deposito contestualmente in questa seduta, oltre a parlare del programma e dare le comunicazioni di Giunta, anche nove proposte di legge. Ve le elenco velocemente, ma poi ovviamente sono a disposizione dei Consiglieri, i quali avranno modo di affrontarle e discuterle in sede di Commissione e poi, ovviamente, in Aula.
La prima proposta di legge riguarda la legge regionale di semplificazione e di adeguamento ordinamentale, che è una necessità per l'XI Legislatura: si sottopongono all'esame dell'Aula una serie di norme di semplificazione dei procedimenti e comunque è necessario porre chiarezza e definire situazioni che, nello svolgersi della X Legislatura, abbiano determinato intralcio e difficoltà all'efficace ed efficiente operare dell'Amministrazione regionale. Sono una sessantina di articoli: fondamentalmente si parla di ordinamento organizzativo delle strutture di Giunta, di governo del territorio, di infrastrutture e lavori pubblici, la difesa del suolo, le politiche economiche, le foreste e l'agricoltura, la sanità e il sociale.
La seconda proposta di legge è intitolata "Norme per la promozione di un sistema di economia circolare e per il consumo". La proposta introduce nell'ordinamento regionale, ovviamente, i princìpi dell'economia circolare, cioè un'economia ispirata ad uno sviluppo ecosostenibile e di riduzione degli sprechi focalizzata sul recupero del prodotto. Poi vedrete nello specifico con calma di cosa si tratta.
La terza proposta di legge sono interventi in favore dei giovani e delle future generazioni: anche qui si intende favorire le nuove politiche per i giovani compresi dai 15 ai 35 anni e sostanzialmente, si parla di favorire l'inserimento dei giovani nel mondo della scuola, della formazione, del lavoro e della cultura anche attraverso il trasferimento di competenze tra le diverse generazioni, valorizzazione della cultura del merito, le competenze e il talento e l'utilizzo dell'accesso alle nuove tecnologie informatiche, favorire l'autonomia abitativa dei giovani lavoratori dipendenti e autonomi e dei giovani studenti, promuovere misure di politica attiva del lavoro dirette in particolar modo a creare le condizioni di assunzione in forma stabile dei giovani, accompagnare il passaggio tra il mondo della scuola e quello del lavoro, promuovere e sostenere forme di tirocinio e dottorati di ricerca, intervenire in ambiente sociale per prevenire e contrastare ogni fenomeno di bullismo.
Questa è un'estrema sintesi, ovviamente, di quello che dice poi la proposta di legge.
La quarta proposta di legge riguarda l'istituzione del premio Elena Lucrezia Cornaro – come sapete, secondo la miglior storiografia, risulta essere la prima donna al mondo ad essersi laureata nel 1678 – quale riconoscimento riservato alle cittadine venete o di origine veneta: si istituisce questo premio che può essere ovviamente anche questo oggetto di valutazione e dà un segnale importante anche rispetto a questo tema.
Proposta di legge: "Disposizioni per la trasformazione delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza". Che cosa è? Stiamo parlando delle IPAB, ovvero la proposta di legge prevede la trasformazione delle IPAB che svolgono attività di erogazione di prestazioni sociosanitarie in aziende pubbliche di servizi alla persona, potendo le stesse costituirsi in consorzi. Le IPAB che, invece, non svolgono attività sociosanitarie potranno trasformarsi in associazioni o in fondazioni di diritto privato.
La proposta di legge n. 6 è la modifica alla legge regionale 24 agosto del '79 "Norme per l'istituzione e il funzionamento dell'Istituto regionale per le Ville venete". Anche qui l'idea è quella di far fronte alle esigenze organizzative dell'Istituto regionale per le Ville venete che da tempo necessita di integrare professionalità a supporto delle attività istituzionali essenziali.
Proposta n. 7: "Razionalizzazione e riordino della governance regionale nel settore idraulico forestale e della difesa del territorio del settore della tutela ambientale". La legge qui incide sulla governance degli enti che operano nel settore idraulico forestale a difesa del territorio e dell'ambiente, nel servizio idrico integrato, eccetera. Fondamentalmente si coinvolgono molti soggetti che sono i Geni Civili, gli Uffici forestali regionali, Veneto Agricoltura e altri ancora e società ad esempio come Veneto Acque.
Proposta di legge n. 8: "Razionalizzazione e riordino della governance regionale nel settore delle infrastrutture e dei trasporti". Incide sulla governance degli Enti che operano nel settore delle infrastrutture e dei trasporti, quali cave, Infrastrutture Veneto, Veneto Strade e Autovie Venete.
Proposta 9 (ed ho concluso, perdonatemi questa esposizione didascalica): "Modifica alla legge regionale 29 giugno 2012, n. 23 che recita: Norme in materia di programmazione socio-sanitaria e approvazione del Piano socio sanitario regionale 2012/2016 ed ulteriori disposizioni". La proposta di legge introduce un limite massimo di età anagrafica di 65 anni per la nomina a Direttore Generale dell'area sanità e sociale, analogamente a quanto previsto per i Direttori Generali delle ULSS e prevede ovviamente anche il relativo trattamento economico, che sia omnicomprensivo.
Io non avrei altro da aggiungere su queste proposte di legge che do agli atti.
Adesso passerei all'esposizione del programma e ovviamente cercherò di farlo in maniera molto repentina e un po' didascalica, quindi spero che non ci siano incomprensioni, ma comunque resto a disposizione poi per la discussione, se avete delle domande da fare. Vi ricordo che noi abbiamo depositato il programma di governo presso la Corte d'Appello per cui è un documento ufficiale, anche se non era dovuto per legge, ma abbiamo ritenuto, come nella passata legislatura, depositarlo in maniera tale che restasse agli atti fin dal primo giorno dell'inizio della campagna elettorale con il deposito delle liste.
In generale questa è una legislatura che sarà segnata in maniera indelebile da tutta la vicenda Covid, è inevitabile che si inizi così questa legislatura. Incontrando i Consiglieri dico: noi abbiamo la fortuna di rappresentare i veneti in questa undicesima Legislatura però è pur vero che questa rappresentanza ci coinvolgerà anche in una missione non facile: basti pensare che, se dovessimo partire dal lavoro, questo Covid per noi oggi pesa circa 60.000 posti di lavoro persi e non sappiamo, alla fine, quale sarà la contabilità finale, perché quando cesseranno i vincoli di non licenziabilità e ci saranno le casse integrazioni in deroga, questi 60.000 posti di lavoro sicuramente lieviteranno.
Quindi siamo ancora in un periodo di limbo, nel quale, ovviamente, cerchiamo di muoverci. Tra l'altro, un'attività che abbiamo fatto, se ci giriamo indietro, in maniera importante è quella di oltre 300 crisi collettive e contenziosi di lavoro affrontati da questa Amministrazione, assolutamente brillantemente perché abbiamo affrontato anche crisi importanti che ricordate tutte. Una per tutte, potrei citare l'Electrolux (1.200 dipendenti), piuttosto che le partite nella Provincia di Belluno, le partite nel Veronese, insomma potrei stare qui a farvi una lista di aziende che sono venute qui a chiedere aiuto assieme ai loro lavoratori.
Debbo dire che anche questa attività per noi significa sicuramente accompagnamento di queste imprese, evitarne il default, quindi il mantenimento dell'occupazione, che è il primo obiettivo e vi ricordo che noi siamo entrati in Covid con una percentuale di disoccupazione che era del 6,6%, se non la migliore d'Italia, eravamo dietro Trento e Bolzano, che oggettivamente, per tutta una serie di motivazioni che evito di star qui ad elencare, erano di poco davanti a noi.
Insomma, il merito di questa Regione è stato sempre quello che il lavoro di squadra fatto con le imprese, con le rappresentanze sindacali e con gli investimenti regionali ci ha permesso anche di portare in dote questo 6,6% di disoccupazione.
Oggi abbiamo questa inquietudine, che è un'inquietudine di natura economica, da un lato, e dall'altro di natura sanitaria ed è di natura economica perché ci occupiamo di imprese, progetti di reindustrializzazione, ma io direi anche della rinazionalizzazione di molte attività produttive che sono fuori da questo contesto. Noi abbiamo sempre amato dire "Timisoara è l'ottava Provincia veneta", la delocalizzazione, che io non demonizzo, però è pur vero che molte imprese hanno avviato questi progetti da un lato di reindustrializzazione e dall'altro, definiamola ancora in maniera più importante, anche di rinazionalizzazione. Abbiamo capito che l'autosufficienza passa anche attraverso processi produttivi sostenibili.
Un esempio banalissimo, se volete, e ci pensate, è quello delle mascherine e dei dispositivi. Noi ci siamo ritrovati a marzo totalmente sguarniti di dispositivi per il Covid e abbiamo capito che, come Paese, ma anche come continente, lasciatemelo dire, come Europa, dipendevamo direttamente da coloro che avevano dapprima diffuso l'infezione, perché è partita da quei Paesi, e dall'altro, neanche a farlo apposta, dalle stesse località... E non è un accostamento malizioso, ma è la storia di quello che è accaduto. Avevamo anche le nostre produzioni di dispositivi. Questa è la sfida maggiore, che è una sfida che poi si compenetra, ovviamente, con quelli che sono i comparti e vedo gli Assessori così a volo d'uccello.
Io non ho un discorso scritto, cerco di dirvi a voce e con il cuore quello che penso di tutta questa partita e di quello che sarà il nostro fare, che se da un lato è quello di sostegno alle imprese, sostegno all'occupazione, di essere presenti con le attività produttive, ma anche di pensare che tra le attività produttive che soffrono c'è anche un comparto che soffre ancora di più, che è quello del comparto del turismo, che non è un comparto irrilevante, perché il comparto del turismo in Veneto pesa, e pesa in maniera importante. Intanto chiude il bilancio di questa annualità finanziaria 2020 in maniera disastrosa. Si calcola che, mediamente, la perdita di bilancio nel comparto turistico sia oltre il 60-65%, mediamente. Dall'altro lato vi ricordo che non stiamo parlando del parco giochi del Veneto, stiamo parlando della più grande industria che c'è in Veneto, uguale circa a 18 miliardi di fatturato, sembra strano, non si dice mai, ma è la prima industria in Veneto, e siamo i primi in Italia per turismo con 70 milioni di presenze turistiche. Cresciamo bene tutti gli anni.
Quest'anno il freno a mano è stato tirato violentemente per questa impresa nonostante si siano fatti degli investimenti sui fondi comunitari, sulle riconversioni e sul rinegoziare con l'Europa anche per tutta quella che è la destagionalizzazione di questo comparto. Basti pensare ai case history della montagna veneta che ha visto una mole di investimenti. A che cifra siamo sulla montagna veneta? Fondi comunitari. Sui 30 milioni di euro. Grazie. Proprio per la destagionalizzazione, che una delle sfide: fare in modo che il mare non abbia la sua stagione da giugno a settembre, ma la allunghi maggiormente piuttosto che la montagna, che possa essere la montagna estiva o invernale, ma assolutamente più attrattiva.
In tutto questo contesto noi cerchiamo di venirne fuori con delle politiche ovviamente sempre performanti, ma lo vedrete anche nel bilancio che sta preparando l'assessore Calzavara, cofinanziando fin dall'inizio i fondi comunitari. Ricordo che questa Amministrazione per prima nella storia ha avuto il coraggio di mettere ogni anno a bilancio 65 milioni di euro per cofinanziare i fondi comunitari, che ci ha permesso di investire tutto quello che potevamo investire e dar modo ai cittadini di approfittare dell'opportunità delle erogazioni comunitarie e dall'altro anche di accedere all'overbooking. Infatti questa è una Regione che, sia sul Fondo Sociale Europeo (20.000 ragazzi che sono sostenuti dal Fondo Sociale Europeo in Veneto), sia su FSC e FESR, dai programmi LEADER e tutti i programmi che abbiamo di natura comunitaria, ha speso tutto e ha anche chiesto di poter avere di più.
Questo si va ovviamente a interfacciare con un programma di bilancio che vogliamo portare avanti, che sarà ancora tax free. Non lo diciamo come vanto, però è pur vero che dal 2010 questa è l'unica Regione in Italia che non applica tasse, c'è sempre qualche Pierino che va a dire in giro ai cittadini: ma tu hai l'addizionale IRPEF regionale; vi ricordo che quella è una voce purtroppo che noi abbiamo contestato anche legalmente perché quando è stato il Governo Monti ha mantenuto la tassa, è una tassa che va a Roma, ma ha voluto mantenere la dicitura; abbiamo detto di chiamarla "addizionale IRPEF nazionale" e quindi noi abbiamo questo guaio che, non percependo noi risorse, però il nome della tassa resta regionale.
Più o meno non abbiamo prelevato in questi anni molto oltre un miliardo 179 milioni di euro all'anno dalle tasche dei veneti, non solo per l'addizionale ma per le addizionali che non abbiamo applicato, restiamo ancora mosca bianca finché ce la facciamo in questo contesto nazionale, sono ormai quasi 12 miliardi di euro non prelevati in questi anni, coscienti del fatto che abbiamo ereditato la crisi della Lehman Brothers nel 2008, abbiamo accompagnato anni non facili: penso al 2011, penso ai quasi 200 suicidi, penso allo sportello che abbiamo aperto per dare assistenza ai molti artigiani e molti cittadini in difficoltà.
Oggi ovviamente ci ripresentiamo pensando che le aziende devono averci al loro fianco, pensando che ci deve essere progettualità, tant'è vero che anche oggi in Giunta ne abbiamo parlato e l'idea è quella ancora di riunire tutti gli stakeholders del mondo produttivo affinché si possa ancora costruire questo percorso assieme; lo dico perché, se a qualcuno fosse sfuggito tutto quello che si è fatto fino ad oggi lo abbiamo negoziato e costruito assieme alle rappresentanze, nessuno si può chiamare fuori e nessuno può dire che non è mai stato ascoltato perché tutti i miei Assessori in questi anni si sono adoperati affinché al fianco delle iniziative ci fosse sempre un consenso, una condivisione o quantomeno un'informazione nel momento in cui qualcuno non condivide qualcosa, non sempre si possono accontentare tutti.
Questo tema, ovviamente, è un tema che riguarda l'economia, è un tema che riguarda e guarda con attenzione e preoccupazione all'occupazione, che è forse la vera sfida che dobbiamo affrontare e molte imprese sono state toccate dal lockdown soprattutto in Veneto dove noi abbiamo un modello di sviluppo che non è fordista, è lo sviluppo della piccola e media impresa, è lo sviluppo ovviamente del distretto industriale diffuso, è lo sviluppo di aziende che per l'80% hanno meno di 15 dipendenti, delle nostre 600.000 partite IVA. Ma è anche lo sviluppo di un territorio che vive molto di internazionalizzazione: se con Lehman Brothers ci siamo salvati nonostante la crisi, è perché avevamo poco mercato domestico in molte imprese; oggi avere il tanto mercato internazionale ci penalizza in virtù del fatto che il mondo è in sostanziale lockdown e vedete la stessa Germania che dice: "Io ho 22.000 componenti per realizzare una Volkswagen, però mi rendo conto che, se l'Italia non ha le frontiere aperte dal Veneto, non mi arrivano una marea di componenti" che vengono realizzati dai sistemi di diagnosi che realizziamo noi in Veneto agli interni, alle parti in pressofusione o estrusioni per gli interni delle macchine piuttosto che altri particolari, centraline o quant'altro.
Detto questo, ovviamente, in tutto questo contesto ci inseriamo anche con la seconda parte del Covid, l'altra parte che ci riguarda, quella dell'emergenza sanitaria. Se da un lato c'è un'emergenza occupazionale/economica, dall'altro c'è un'emergenza di natura sanitaria e la natura sanitaria è presto detta: Noi abbiamo avuto il primo caso di Covid il 21 febbraio 2020, come voi ben sapete, grazie alla lungimiranza di un medico – è bene ricordarlo – di Schiavonia, che aveva questi due pazienti che non guarivano, continuavano ad avere questa polmonite interstiziale che gravava sempre di più sulla salute di questi due cittadini; decide di avviare i cittadini per un dubbio diagnostico di possibile Sars-Covid-19 al tampone.
Da lì inizia la storia dell'applicazione del Piano di sanità pubblica, redatto dalla dottoressa Francesca Russo, direttore del Dipartimento Prevenzione, ma sembra quasi che il Covid abbia scoperto i Piani di sanità pubblica, che abbia scoperto i tamponi, che abbia scoperto i medici, che abbia scoperto i respiratori e invece voglio ricordarvi che il sistema diagnostico è un sistema vecchio come il mondo, quindi il tema della diagnostica è un tema che comunque è sempre stato e ha lambito la sanità e idem il tema dei piani.
Questa Regione ha realizzato il Piano per la Sars, ha realizzato il Piano per la West Nile, ha realizzato il Piano per l'aviaria, realizza piani pandemici in continuazione quando c'è il warning dell'OMS. Poi accade che se hai culo ‒ scusatemi l'espressione ‒ non ti arriva niente e il piano va in magazzino, ma questa volta è arrivato.
Il piano della dottoressa Russo – magari mi dilungo un attimo, però è utile per i Consiglieri che volessero avere un quadro chiaro e, per chi volesse la storia, tutte le date possiamo darvele perché c'è una brochure che parla di tutta la storia del Covid, con riunioni già da gennaio – viene depositato l'11 febbraio. Perché vi parlo di questo? Il piano prevedeva che, nel momento in cui ci fosse stato il primo caso, ci fosse una riunione tempestiva della task force provinciale dove c'era il caso, tant'è vero che alle 5, alle 6 del pomeriggio il 21 febbraio ci chiamano e andiamo lì a Padova presso l'ULSS a parlare di questo caso. Allora avevamo questi due pazienti, tutte e due ricoverati a Schiavonia, ma residenti a Vo'. Il primo morto di Covid in Italia è il signor Trevisan, che è stato appunto il primo paziente.
In quel piano, in quella serata io personalmente decido, contro il parere anche del tavolo, mi permetto di dire, perché non c'era nessuna indicazione OMS, decido di far fare i 3.500 tamponi a tutti i cittadini di Vo', semplicemente perché eravamo davanti a una cosa ignota. Io i virus li ho studiati all'università, però capisci che il virus lo combatti se lo conosci. Questo virus ancora non lo conoscevamo, ma avevamo un'arma, che era quella della diagnostica, e capire chi avesse avuto il contagio. Ne viene fuori che dai primi due contagiati di Vo' la campagna dei 3.500 tamponi che ho fatto fare e vi ricordo che i giorni dopo dicevano sui giornali che mi avrebbero denunciato alla Corte dei Conti per danno erariale, dei 3.500 tamponi ne esce che 83 persone erano positive asintomatiche, delle quali poi 11 sono finite in ospedale, successivamente, sempre a Vo'. Il bilancio di Vo' è di questa ottantina-novantina finale di cittadini infettati e cinque morti. Questa è la storia di Vo'.
Da lì, appunto, vi dico solo due date importanti: una è il 13 marzo – se volete segnarvela – quando inizia il Piano di sanità pubblica, cioè la Regione con il Piano previsto depositato chiude dieci ospedali in Veneto e li fa diventare Covid Center. Tra l'altro, la sera del 21 io do disposizione, come soggetto attuatore incaricato dal Governo, di chiudere l'ospedale di Schiavonia, di mettere le tende riscaldate fuori da tutti gli ospedali hub del Veneto, le tende della Protezione Civile, tanto è vero che Schiavonia penso che alle 8-9 di sera aveva già le tende montate e di far fare i famosi tamponi. Il 13 marzo parte il Piano di sanità pubblica con la creazione dei dieci ospedali Covid, e quindi parliamo di Schiavonia, che è stato il primo ospedale Covid, di Dolo, di Villafranca, dell'Ospedale di Belluno, del San Camillo Treviso, di Jesolo e poi Vittorio Veneto e Santorso. Quindi parte questa partita.
Il 13 marzo noi avevamo 111 pazienti in terapia intensiva e dal 21 febbraio al 13 marzo, esattamente in una ventina di giorni, 111 pazienti in terapia intensiva, dei quali non sapevamo nulla, era come tenere un bicchiere pieno di acqua stando dentro la nave con un mare in burrasca: sapevamo che era una polmonite interstiziale, che poi è diventato un tema di trombi e microtrombi e quindi di coaguli e di anticoagulanti, ma nell'evoluzione dei protocolli di cura non conoscevamo così bene il Remdesivir che oggi peraltro l'OMS in una ricerca importante dice che non è determinante nel calo della terapie intensive, è utile nelle fasi precoci della malattia.
Se stavamo poi nel tempo pensavamo di capire come funzionava l'Avigan, abbiamo provato altri farmaci, siamo centro multicentrico di sperimentazione per l'OMS con Verona, con la professoressa Tacconelli, abbiamo sperimentato il plasma iperimmune e siamo gli unici ad aver creato la Banca del plasma con la dottoressa De Silvestro a Padova e quindi con la sperimentazione con la dottoressa Cattelan che somministra ancora oggi il plasma iperimmune per il candidato ideale che lei ritiene che possa essere assolutamente aiutato anche da questo.
Però il 13 marzo c'erano 111 persone in terapia intensiva, entriamo in lockdown, il picco delle terapie intensive lo abbiamo avuto il 29 marzo con 356 persone ricoverate.
Io vi dico questi numeri perché di solito chi parla, parla senza sapere questi numeri oppure parla perché non ha responsabilità.
Voi diffidate sempre da chi parla e non ha la responsabilità giuridica di garantire le cure ai cittadini perché io, quando esco da qua, non è che chiudo la cartellina e dico: adesso vado a farmi una passeggiata! So che finché non sarà andato via il Covid io sono il materiale responsabile assieme alla mia Amministrazione di quello che accadrà in Veneto, fermo restando che non abbiamo la sfera della verità in mano.
Allora il 29 marzo: 356, abbiamo visto che l'andamento è sempre a campana, una curva a campana di questi fatti, noi abbiamo analizzato anche le curve degli altri Paesi perché durante il Covid, mentre altri perdevano tempo a chiacchierare, noi abbiamo tessuto rapporti settimanali con la Corea, ad esempio, perché comunque abbiamo cercato subito di mutuare le esperienze degli altri, la Corea ne è uscita con velocità, ad aprile la Corea aveva celebrato le elezioni, la Cina ne è uscita con velocità però con delle misure drastiche e pesanti, Singapore ne è uscito.
Il Giappone ha fatto un altro modello di gestione: se vi interessa, a Tokyo esiste un solo ospedale di riferimento Covid Center, se tu hai la febbre alta devi andare solo lì, tu non ti puoi neanche presentare in altri ospedali; a Tokyo non si danno i bollettini quotidiani come li diamo noi, i cittadini non sono in grado di dirvi quante persone sono in terapia intensiva.
Però il 13 marzo noi avevamo 494 terapie intensive allestite in Veneto, quelle ordinarie sufficienti per il Veneto, sufficienti per gli oncologici, per i trapiantati, per i politraumatizzati, per gli infartuati, per gli ictus, per tutti quelli che sono i traumi gravi che hanno bisogno di cure intensive. Da subito, con il Piano di sanità pubblica che avevamo adottato, le abbiamo portate a 825. Non siamo mai arrivati all'esaurimento, però quando avevamo 356, il 29 marzo, voi ci sommate ‒ scrivetelo a fianco ‒ più 200, perché noi abbiamo sempre garantito l'attività straordinaria e non abbiamo, ad esempio, mai interrotto i trapianti. Questa è l'unica regione dove si è continuato a trapiantare.
Ricordo che nella prima unità di crisi il dottor Flor esordisce e dice: "Presidente, ho un fegato. Cosa facciamo?". Si continua a trapiantare, ma per continuare a trapiantare ci vogliono le terapie intensive, ci vogliono le separazioni dei percorsi, perché non possiamo mischiare pazienti dei quali ancora non sappiamo l'evoluzione con pazienti che non hanno il Covid.
Detta così, in soldoni, vi ricordo che la permanenza media di un paziente allora era di 30-35 giorni in ospedale, addirittura in quelle prime fasi il paziente veniva portato e accompagnato fino alla sua negativizzazione in ospedale, cosa che oggi non accadrebbe. Siamo stati noi i primi a porre la questione dei CT, delle amplificazioni in laboratorio e voi sapete che, quando tu cerchi un virus, qualsiasi virus, in laboratorio, se non lo vedi ‒ vi faccio un esempio banale ‒ ingrandisci la lente e ogni ingrandimento si chiama "amplificazione", ma non è così, non c'entra niente la lente. È un esempio stupido per rendere l'idea: è come se fosse una maglia da pesca, ingrandisci e ogni ingrandimento ti permette di cercarlo sempre in maniera più visiva, a un certo punto lo trovi, però abbiamo capito che sopra un certo numero di CT, di ingrandimenti, di amplificazioni nella fase di ricerca molecolare il virus perde forza.
Quando l'abbiamo detto noi, apriti cielo, ci hanno massacrato, mentre oggi è letteratura che sopra i 32 CT il virus non si ritiene più contagioso o, meglio, si pensa che la carica virale sia tale per cui non ci sia più la necessità di pensare che l'individuo sia infettante. Lo dice al punto tale che addirittura ci sono quelle negativizzazioni lunghe. Vi ricordate gli articoli di quelli che dicevano: "È passato un mese e non si negativizza"? Ecco, lo dice addirittura una norma, che adesso dice che dopo un tot, anche se uno resta positivo, viene considerato riammissibile nel contesto sociale.
Del resto, è il principio dell'auto, se ci pensate: se noi pensassimo che il virus sia l'auto da ricercare in un capannone buio e entrassimo con la calamita per cercarla, l'auto è grande ci basta una calamita piccola. Quando vediamo al buio che dobbiamo ingrandire la calamita vuol dire che il pezzo di ferro è piccolo, ma allora abbiamo beccato un cerchione, un pezzo di cofano, ma non abbiamo beccato l'auto. Allora, in tutto questo contesto, noi abbiamo accompagnato questo percorso che non è stato facile, ma è stato di grande innovazione. Questa è una Regione, ad esempio, che ha portato nel contesto nazionale tutto il tema della diagnostica rapida.
Quando ne parlavo io, parlo in prima persona, si diceva che era un'esaltazione. Guardate che è impensabile che un virus, che una pandemia così importante, una massa critica di numeri così importanti a livello internazionale non induca le multinazionali ad essere molto produttive, tanto è vero che noi abbiamo iniziato per primi in Veneto presso l'ospedale di Treviso, con il dottor Rivoli, a testare i primi kit dei tamponi rapidi che erano osteggiati da molti e poi l'evoluzione con 11.000 test in doppio con il tampone molecolare ci ha permesso di arrivare alla validazione con lo Spallanzani e oggi il tampone rapido è in questo momento la star nazionale. Ma anche questo verrà superato perché ormai le multinazionali, se prima c'erano solo i coreani, oggi ci sono venti multinazionali che propongono test rapidi, le multinazionali stanno lavorando tutte per il test in auto somministrazione, quindi baby tampone, reazione veloce da fare in modo tale che uno come si fa la glicemia a casa o si fa il test di gravidanza si fa anche questo.
Poi, ovviamente, c'è il tema della biosorveglianza, perché nel momento in cui fai il test da solo, qualcuno deve saperlo che hai fatto il test e cosa c'era scritto nel risultato del test. Abbiamo passato l'estate e non sto qui a dire che noi abbiamo fatto i provvedimenti più duri chiudendo e istituendo le prime zone rosse a livello nazionale assieme alla Lombardia e all'Emilia-Romagna: abbiamo portato ordinanze di chiusura delle scuole, abbiamo chiuso il Carnevale tanto per ricordarlo. Io sono stato quello che ha inventato i 200 metri da casa, che non è che sia piaciuto molto ai cittadini: non spostarti oltre 200 metri da casa. Però, insomma, è stata tutta una restrizione iniziale con un allargamento delle norme a livello finale con la ripresa.
C'è qualche problema? Pensavo che parlaste con me. Con la mascherina è difficile capire.
Allora, dicevo, l'accompagnamento, l'estate la conoscete: in estate abbiamo avuto un'evoluzione che è stata di totale o quasi totale remissione della presenza del virus a livello sanitario ospedaliero. Abbiamo avuto pochissimi casi, direi casi residuali a inizio estate di coloro che erano malati gravi che avevamo ereditato dalla primavera in terapia intensiva, e poi una sostanziale remissione e i dati sono sotto gli occhi di tutti. Fino a questi giorni abbiamo avuto poi un inizio di crescita della curva assolutamente sotto controllo rispetto ai dati che avevamo nella scorsa settimana, nel senso che proprio in virtù del Piano di sanità pubblica che ho presentato ieri con le cinque fasi siamo gli unici a livello nazionale ad aver presentato un piano finalmente leggibile.
Noi abbiamo avuto in una prima fase 50 malati in terapia intensiva che si è risolta, ormai li abbiamo superati; oggi siamo nella seconda fase con 51 malati a 150, noi ne abbiamo 66 in questo momento in terapia intensiva, ovviamente a fianco ad ogni fase, poi la seconda fase e la terza fase sarà 150, 250, la quarta 250, 400 e la quinta oltre 400, a fianco ad ogni fase ovviamente ci sono le misure sanitarie per gli ospedali. Conclusa questa seconda fase che si conclude con i 150 pazienti in terapia intensiva si passa alla terza fase e da lì scatta ovviamente l'apertura di dieci ospedali Covid Center che immagino sarà più graduale che immediata, forse si inizierà con qualche paziente prima e poi si arriverà a regime nelle prime fasi della terza fase.
Oggi la situazione qual è? La situazione di oggi, di questa mattina, è che ci sono 66 pazienti in terapia intensiva, vedrete un bollettino che è oltre 1.100 positivi, però vi invito a guardare i dati, come si dice, con assoluta obiettività, perché abbiamo avuto il cambio del sistema informatico e dalla Provincia di Venezia abbiamo circa 500 positivi del 15 di ottobre ad oggi che son stati violentemente scaraventati dentro al sistema stanotte, oggi, quindi mediamente abbiamo dai 5-600 forse oggi abbiamo 700 persone positive.
Vi ricordo che dietro ad ogni persona, anche per parlare un po' di Contact tracing, noi facciamo ormai dai 25.000 ai 30.000 tamponi al giorno in parte molecolari e in parte ovviamente tamponi da screening, tamponi rapidi, che son quelli che sono spesso utilizzati nei drive in, nelle scuole. Tentiamo di andare con le macchinette e quindi con il baby tampone mini invasivo che va in fossa nasale e non in rinofaringe.
Vi dico solo che noi guardiamo con attenzione questo evolversi, è chiaro che la curva la vediamo con i modelli matematici, va presa la parte nella quale si impenna e il nostro ruolo qual è? Fare in modo che si impenni con gradualità e che si impenni il meno possibile nel senso che si alzi il meno possibile. Da questo vi dico che il tema della restrizione di lockdown in questo momento assolutamente in questo momento lockdown non ce n'è e non ne prendiamo. Ci stiamo confrontando, abbiamo ancora il 96% dei positivi che non sono sintomatici, quindi quando vedete qualsiasi dato calcolate che il 96% delle persone non sta sviluppando in questo momento sintomi.
Da domani riapriamo l'unità di crisi in pianta stabile su Marghera, domani ci sarà la prima riunione dell'unità di crisi per adottare il Piano di sanità pubblica. Cercheremo anche di affinare il modello matematico, che comincia ad avere massa di dati utili per cominciare a tracciare una proiezione. Siamo, oggi, a dire ai cittadini cosa? A dire fondamentalmente questo: l'utilizzo del distanziamento sociale e della mascherina è un grande lavoro di squadra che possiamo fare. Perché questo? Perché io vedo che alcuni negazionisti o ‒ come si può dire? ‒ meno catastrofici continuano a tirar fuori le tabelle di mortalità del Covid. Noi abbiamo avuto 2.400 morti fino a adesso su circa 40.000 contagiati, prendono le tabelle di mortalità dell'influenza piuttosto che dei fumatori piuttosto che di quelli che attraversano sulle strisce pedonali o altre menate del genere e mettono in piedi la teoria: ci preoccupiamo per nulla.
Ammesso e non concesso che questo sia vero e partendo dal presupposto che rispettiamo le idee di tutti, però c'è un problema che dobbiamo spiegare ai cittadini: il primo problema del Covid è la cura del paziente, che oggi si fa con efficienza. Il vero problema è il caos che si crea negli ospedali. Il carico negli ospedali porta il collasso della sanità. Noi abbiamo una sanità che eroga 80 milioni di prestazioni sanitarie all'anno. Voi capite che fermare un mese, due mesi la sanità del Veneto vuol dire ritrovarsi 7 milioni di prestazioni al mese che se ne vanno in fumo, che vanno recuperate con non poca fatica in un sistema che comunque è sempre con il fiato corto, anche perché di medici non ne abbiamo a sufficienza.
Vi ricordo che questa Amministrazione ha aumentato l'organico degli infermieri pre-Covid e degli OSS pre-Covid, quindi, non è vero che sono diminuiti gli infermieri e gli OSS pre-Covid, ma abbiamo diminuito di 700 gli amministrativi, se proprio vi interessa tutto il dato. Ma non siamo riusciti ad aumentare i medici, perché in Italia mancano 56.000 medici e non è colpa del Governo di ieri e dell'altro ieri, si parla della notte dei tempi. Io mi sono laureato nel '93 e ricordo che, quando mi sono iscritto all'università, dicevano a tutti noi studenti: "Non iscriverti a Medicina perché sarai disoccupato", questa era la frase. Oggi il risultato è che potremmo avere una generazione di cinquantenni medici, che non lo sono, ce ne mancano 56.000, di cui 1.300 sono veneti che non abbiamo in organico.
E oggi ci ritroviamo anche con la difficoltà che il medico può scegliere dove andare a lavorare. Infatti, se voi osservate, i grandi dibattiti sono su Pieve di Cadore, sono su Adria, sono sugli ospedali più di periferia, perché, giustamente, i giovani medici cercano sempre l'ospedale super-strutturato, perché è quello dove si può fare magari più esperienza, c'è più casistica, si fa più curriculum. Però, voglio anche dire che noi, nonostante la norma nazionale del Governo, la "Lorenzin", che prevedeva la chiusura di tutti i punti nascita sotto i 500 parti all'anno, eroicamente io li ho tenuti tutti aperti per dare un segnale, perché altrimenti, quando tu chiudi il punto nascita, sotto i 500 abitanti finisce che ti sparisce il punto nascita, quindi la ginecologia, la pediatria e finisce che l'ospedale si specializza sempre per le malattie di quelli più adulti, definiamoli così. Vuol dire che pian piano lo svuoti questo ospedale e anche questa è stata una scelta di quello che abbiamo voluto fare.
Il futuro è quello che bisogna rimboccarsi le maniche, pancia a terra; se poi conoscete qualcuno che ha la sfera della verità, se mi firma una cambiale in bianco sulle sue proprietà, mandatecelo che noi lo assumiamo subito, ma il problema è che nessuno sa che evoluzione avrà. Abbiamo una certezza: questo virus, come è arrivato, se ne andrà. La Spagnola, che è stato un virus anche quello importante, ha fatto due esordi, uno nel '18 e uno nel '19 e poi se ne è andato. La Peste se ne è andata. Hanno costruito una basilica. Penso che sia fondamentale uscirne con meno ossa rotte possibili.
Il sistema sanitario del Veneto tiene, abbiamo degli operatori eccezionali, le accademie assolutamente sono sempre state al nostro fianco, abbiamo un management della sanità che ha sempre prodotto bene, con tutte le sfaccettature di una macchina complessa che eroga, come vi ho detto, 80 milioni di prestazioni, 2 milioni di accessi ai pronto soccorso, quasi 60.000 dipendenti, 68 ospedali. Anche qui, tanto perché vi resti il dato, delle 494 terapie intensive, solo 44 sono attribuibili ai privati: un'altra "monata" che si sente spesso dire in giro è che abbiamo consegnato tutto ai privati, ma assolutamente no. Questa è una Regione che, per quanto riguarda il peso dei privati sull'offerta sanitaria del Veneto, è tra le più basse d'Italia: siamo intorno al 10%. Ma è una scelta che è stata fatta e, se voi prendete le carte e la foto dei privati che io ho ereditato nel 2010 e fate un'altra istantanea, vedrete che è perfettamente sovrapponibile.
Peraltro, debbo anche dire che noi abbiamo una fortuna: i nostri privati non sono gruppi quotati in borsa, come accade magari in giro per il mondo. I nostri privati sono l'Opera del San Camillo, sono l'Opera Don Calabria, insomma sono privati che chiamo durante il Covid, ho chiamato Suor Lenzi del San Camillo, avranno 150-200 posti letto, e ho chiesto: "Ci serve un favore. Deve chiudere l'ospedale per i malati Covid. Lei è più vicina al Ca' Foncello e abbiamo bisogno di differenziare". Ha detto: "Guardi, vi ringrazio perché ci permettete di fare il quarto voto e mettere a repentaglio la nostra vita per gli altri"; questi sono i nostri privati e la nostra interlocuzione è un'interlocuzione diretta e sicuramente non aumentativa. Magari qualcuno sarà cattolico, però vi dico quello che mi ha risposto la suora, mentre altri mi avrebbero risposto: "Quanto mi dai?", perché poi funziona così.
Allora, questo è lo scenario, stiamo affrontando questo tema, le terapie intensive oggi sono potenziali nel senso che abbiamo le macchine che abbiamo portato a casa, non abbiamo bisogno di dire: dobbiamo fare una gara per comprare macchine, noi abbiamo preparato tutto già nell'invernata, arriviamo a 1.016 nel Piano di sanità pubblica, ma abbiamo fatto scrivere 1.000, abbiamo autosufficienza per dispositivi mediamente per otto mesi, ma alcuni dispositivi arrivano anche a due anni e vi dico già che c'è un dispositivo che si trova con difficoltà sui mercati che sono i guanti; ve lo dico magari perché qualcuno fra qualche mese magari dice: "Ah, ma i guanti non li avete comprati", ne abbiamo, però forse la difficoltà più grande è questa.
La programmazione prevede questo, con uno scenario che noi abbiamo mutuato, validato della primavera scorsa. Vi do solo un dato che è una risposta a quelli che sanno sempre tutto, l'azienda ospedaliera di Padova pre-Covid utilizzava 950 camici al mese, sapete quanto ne utilizza durante il Covid? 4.500 al giorno. Voi capite che era impossibile ipotizzare un magazzino, cioè noi abbiamo 17 milioni di FP2 a magazzino, adesso non mi ricordo il numero, non so forse 20 milioni o giù di lì o forse anche di più, forse 29, non mi ricordo più, di mascherine chirurgiche.
Oggi sul fronte della dotazione non abbiamo problemi, sul fronte delle terapie intensive non abbiamo problemi, il tema della pressione sugli ospedali sì perché oggettivamente, cari signori, se avessimo mille persone in terapia intensiva, il sistema andrebbe in crash, cioè noi abbiamo mille letti, mille respiratori, diffusori, abbiam tutto in postazione, abbiamo dei reparti chiusi sottochiave da aprile, già allestiti, le chiavi ce le ha il dottor Rosi, le ho fatte consegnare al dottor Rosi, per evitare che qualcuno colonizzasse questi micro reparti che abbiamo lasciato in giro. Però è pur vero che, se lo scenario è quello delle 400-500 terapie intensive, da un lato avremo una pressione paurosa con una necessità che è la richiesta che sto facendo al Ministro di avviare anche dei corsi veloci per rianimatore anche per gli altri medici, noi non abbiamo rianimatori per mille terapie, ma non li ha nessuno in Italia. Dall'altro lato, vi ricordo che 800, 500, 600 terapie intensive vuol dire avere gli ospedali concentrati sui Covid, ma oltre alle terapie intensive, dovete pensare alla leva che fa più o meno per noi 1-4: vuol dire che se tu hai un paziente in terapia intensiva, minimo ne hai quattro dentro per le corsie, all'infettiva, pneumologia e così via.
Quindi, ogni giorno ha la sua pena, come dico io. Pian piano ne verremo fuori. Bisogna avere nervi saldi, fare in modo che la programmazione sia sempre applicata in maniera rigorosa. Ogni giorno ha le sue varianti: ci sono le varianti negative e ci sono quelle positive. Sul fronte della diagnostica noi siamo molto speranzosi, sul fronte della clinica vi annuncio già che c'è un nuovo farmaco in arrivo che dovrebbe permetterci di fare una nuova sperimentazione e sembra che sia molto promettente. Poi ci sono gli anticorpi monoclonali e quando arriveranno in Europa – lo possiamo annunciare – saremo noi oggetto di uno studio multicentrico per testare anche gli anticorpi monoclonali.
Per chiudere a volo d'uccello, la sanità avrà bisogno in questa Legislatura ancora dei tagliandi. La sanità è una macchina complessa, come vi ho descritto. L'assessore Lanzarin dovrà portare avanti ancora qualche riforma, perché è una sanità che si evolve, una sanità che utilizzerà sempre di più l'intelligenza artificiale. Pensate che ieri quello che era un modo di fare i test, molto analogico e di laboratorio, oggi viene ridotto a una smart card con un microchip che è grande la metà di una tessera, di una card normale. Proprio approfittando dell'intelligenza artificiale e di studi fatti e sostenuti da multinazionali, anche da realtà no profit, arrivano oggi degli strumenti. Sono grandi come un iPhone: tu ci metti una goccia di sangue e ti dà l'emocromo, quindi, non hai neanche le difficoltà che avevamo prima. Ci sono contesti nei quali gli anziani delle case di riposo vengono caricati in ambulanza, portati in ospedale, fanno il prelievo, tornano a casa per avere le analisi del sangue. Questo è il ragionamento.
Quindi, una sanità che si evolve, una sanità che dovrà sempre più valorizzare la medicina territoriale, aggiustando anche il tiro dove serve. Abbiamo capito che la conformazione del Veneto è una conformazione che prevede, qualora ci fossero medici per tutti, il medico in ogni paese e il vecchio sistema di fare in modo che gli anziani possano raggiungere in bicicletta o con altri mezzi velocemente l'ambulatorio del medico, invece nelle città, magari, la medicina di gruppo o le realtà aggregate riescono comunque a dare il servizio in egual misura.
La medicina territoriale. Stiamo investendo nelle USCA, che porteremo a un centinaio. Quindi ancora il tema della diagnostica, del testing. Abbiamo aperto una quarantina o una trentina – adesso non ricordo quanti siano – di punti di accesso rapido per i tamponi. Ne faremo anche h24 in ogni ULSS, almeno uno ogni ULSS, però, vi ricordo che anche qui sul fronte del testing bisogna essere chiari, guardarci in faccia, nelle palle degli occhi: quando tu hai mille contagiati al giorno, per quanto poco abbiano dei contatti, hanno una ventina di contatti, il che vuol dire che su 1.000 contagiati hai 20.000 tamponi da fare solo per i loro contatti, più tutto quello che farai dopo. Infatti, in questo momento noi stiamo tamponando, ad esempio, ogni sette giorni, tutte le case di riposo, proprio per metterle ancora più in sicurezza, e ogni sette giorni tutti i medici in prima linea (infettivi, terapie intensive, pneumologie). Insomma, tutti i contesti nei quali il malato Covid transita.
Riforme della sanità: umanità e sicuramente un rapporto con la medicina territoriale, i medici di base, eccetera, ma anche cominciare ad adottare le intelligenze artificiali. Ci sono stati proposti dei buoni prodotti che penso si possano intersecare, anche perché il mondo sta cambiando, il mondo è sempre meno analogico e sempre più digitale.
Sul fronte dell'ambiente – e vado a chiudere velocemente – voi sapete che le sfide sono molte in Veneto, che ha 600.000 imprese e infatti qualcuno dice che, atterrando in Veneto, di notte sembra Los Angeles per la diffusione che ha di insediamenti umani. È ovvio che l'attenzione rispetto alla qualità dell'ambiente, al consumo del suolo, a tutte le partite ambientali è un'attenzione che c'è da vicino e lo abbiamo dimostrato con i PFAS: nonostante le critiche della prima ora, poi tutti hanno potuto verificare che oggi siamo ancora l'unica Regione in Italia che può dire ai suoi cittadini che il limite dei PFAS in Veneto è zero nelle acque, a differenza delle altre Regioni dove li puoi ancora bere, perché ancora non abbiamo ben capito per quale motivo ormai da due anni non si decidono a Roma di fissare i limiti dei PFAS. I PFAS per noi non sono solo questa legge, che ha 43 ricorsi, perché c'è anche qualcuno a cui va bene avere in acqua i PFAS, ma anche per un altro motivo: non è che gli va bene di averli in acqua, ma contesta perché è un diritto democratico dissentire.
Dall'altro lato, voglio anche ricordare il completamento della condotta che arriva dalle montagne e che porta acqua nuova: sono 80 milioni di investimento, ormai siamo anche avanti nella fase di realizzazione, tant'è vero che sento ogni tanto che mi dicono "apriamo un altro tratto, facciamo un altro tratto".
In generale, penso che sia una grande sfida quella dell'ambiente e, non a caso, ho presentato anche una proposta di legge sull'economia circolare e l'assessore Bottacin seguirà, oltre al tema ambientale, anche tutto quello della Protezione Civile, dei guai che comunque i cambiamenti climatici ci portano. Abbiamo visto di tutto in questi anni, abbiamo visto 100.000 ettari di bosco rasi al suolo, io ho visto una villa veneta nella Riviera del Brenta rasa al suolo da un tornado, poi l'acqua alta e altre partite.
Il MOSE è un'altra partita da affrontare, non ancora conclusa perché c'è un tema di gestione, di costi: sono circa 100 milioni di euro all'anno, ma è anche un tema gestionale rispetto anche ad alcuni temi di protocolli da applicare dei quali parleremo, insomma stiamo affrontando anche questo tema. Sul fronte infrastrutturale noi continuiamo a confermare le opere già programmate e penso che entro la prima quindicina di novembre apriremo un altro importante tratto, quello fino a Bassano, della Pedemontana veneta, sono 94 chilometri e mezzo di superstrada (ancora la chiamiamo superstrada, ma spero per poco). Stiamo parlando di 36 Comuni attraversati e 14 caselli: è oggi l'opera più grande in cantiere in Italia, sono 2.258.000.000 di euro di opere.
Abbiamo ereditato un cadavere eccellente, siamo riusciti a chiudere questa partita con non poche difficoltà e vi ricordo, a scanso di equivoci, che non è una mia invenzione, non è una nostra invenzione, però serve questa strada, nasce nei primi anni '90 in questa Regione, il progetto attuale in cantiere è del 2002, la gara del 2006, l'aggiudicazione del 2009 perché si sono battagliati in tribunale, quindi chi è lì non è mio amico o amico degli amici, come dice qualcuno – sapete quelli che fanno le riunioni nelle cabine telefoniche ultimamente – ma sono lì in virtù di una sentenza del tribunale.
Questa infrastruttura ha avuto un inizio lavori nel 2011, quindi sostanzialmente sono nove anni di cantiere, che poi si è arrestato, avevamo 300 milioni di espropri da pagare e siamo riusciti a liquidare tutti gli espropri, fra l'altro, penso al 90% in maniera consensuale e bonaria. Oggi si va verso un'ultimazione e mi diceva anche l'ingegner Pellegrini, che segue l'opera, che verosimilmente alla fine di quest'anno o nei primissimi mesi del 2021 sarà ultimata con i suoi svincoli, tranne l'innesto sulla A4 Montecchio perché sapete che lì c'è stata una battaglia.
Noi ci eravamo proposti per realizzarlo e hanno detto che noi non possiamo realizzare l'innesto, lo deve fare Società Autostrade, e la Padova-Brescia non so, la Brescia-Padova e dall'altro l'innesto a Treviso nord, di mezzo ci resta la galleria di Malo, che son 6 chilometri, che è comunque dissequestrata e che arriverà un po' più in ritardo visto e considerato che ha avuto purtroppo, in virtù di un brutto incidente mortale, giustamente il sequestro da parte della Procura per le indagini.
Sulle infrastrutture continuiamo a identificare centrale il tema della portualità. Difendiamo l'idea che le navi debbano uscire dal Canale della Giudecca, dal bacino San Marco. C'è già un'ordinanza, un decreto per le navi sopra le 96.000 tonnellate, però è pur vero che tutte le grandi navi se ne devono uscire. Pensate che il decreto si chiama "Clini-Passera" e risale al febbraio 2012, quando eravamo noi al Governo e in continuazione diciamo a tutti i Governi: "Fate quello che volete, basta che escano da lì". Adesso sembra che ci sia un accordo per utilizzare il Canale dei Petroli, quindi una via alternativa di navigazione, con tutti gli annessi e connessi, ma l'importante è che decidano e si tolgano queste grandi navi dal bacino San Marco, dal Canale della Giudecca. C'è chi, invece, sostiene che debbano proprio uscire dalla laguna e a questo punto vuol dire rinunciare alla crocieristica, ma noi non facciamo parte di questa linea di pensiero.
Sul fronte dei trasporti, vi ricordo che continueremo a investire: abbiamo una richiesta che avanzeremo in maniera importante per fugare ogni dubbio, visto che stiamo parlando di programma di governo e poi mi zittisco, Presidente, perché ho visto l'orario: chiediamo che venga realizzata e completata l'alta velocità e l'alta capacità, quella che viene comunemente chiamata TAV.
Mancano all'appello 5 miliardi di euro, però è pur vero che se il recovery fund dovesse arrivare in questo Paese, una quota parte di queste infrastrutture potrebbe essere realizzata, ad esempio, con questi fondi. Parlo di questa infrastruttura, della TAV, e parlo, ad esempio, dell'ospedale di Padova, del Policlinico universitario di Padova (sono 600 milioni di opere), ma di molte altre opere ancora.
Siamo pronti per firmare la Via del Mare, che dovrebbe essere forse chiusa. Stiamo aspettando la Corte dei Conti, ma mi dicevano che sembra che possiamo essere messi nelle condizioni di chiudere e sbloccare anche questa infrastruttura. E poi tutto quello che è il trasporto pubblico locale, con tutte le necessità che ne derivano, però consegniamo ai veneti, sostanzialmente, tutta la flotta nuova per quanto riguarda il materiale rotabile, che ha un'età media di cinque anni. Abbiamo preso in mano, mi ricordo, nel 2010, quando siamo arrivati, carrozze e treni che erano impresentabili, mentre oggi il panorama è molto diverso.
C'è ancora il tema della Adria-Mestre, che resta un problema che va risolto e sul quale vogliamo investire.
Non ho parlato del sociale, sul quale esprimo solo una considerazione: ne parliamo spesso in Giunta con l'Assessore e penso che sia fondamentale che noi dobbiamo pensare sicuramente alle persone che stanno peggio di noi, e ce ne sono molte. Sociale vuol dire anche povertà: il 10% dei veneti non sbarca il lunario, almeno 500.000 persone a fine mese non arrivano a chiudere il loro bilancio mensile, non hanno di che per mangiare. Dall'altro verso, c'è tutto il tema della non autosufficienza, della disabilità, sulla quale l'Assessore si è impegnato a un progetto importante. Non prescinde dal fatto che anche oggi la proposta delle IPAB va in questa direzione, cioè sarà un'Amministrazione, sarà una legislatura caratterizzata da riforme nel sociale e anche dalla possibilità di aiutare i meno abbienti e soprattutto le famiglie in difficoltà.
Penso a tutta la non autosufficienza che è tra le mura domestiche, che male viene gestita proprio per l'impossibilità spesso, soprattutto in un contesto sociale in cui si è sempre più vecchi e sempre con meno figli, per cui la difficoltà è che l'ammortizzatore sociale non esiste più, esistono gli interventi pubblici oppure la comunità non è in grado al suo interno di risolvere queste partite.
Guardate, io evito di star qui a parlarvi ancora di agricoltura, di turismo, che non sono le Cenerentola e mi rendo conto che ho parlato molto, però voglio dirvi che l'impegno sarà totale nella difesa identitaria dei prodotti, nella volontà di continuare ad ammodernare questo turismo, approfittando di questo mondo digitale che ci aiuta sempre di più nella promozione, nella destagionalizzazione, nell'aiuto alle imprese.
Non vuole essere, però, la nostra una presentazione di programma incentrato sulle promesse, ma sui fatti. Sono dieci anni che governiamo e potete andare a prendervi le mie relazioni delle altre due legislature e vedere se poi abbiamo mantenuto o meno quello che abbiamo promesso. Penso che abbiamo fatto anche di più rispetto a quello che dicevamo negli insediamenti, perché poi abbiamo capito una cosa, cioè che strada facendo ci sono sempre delle novità, spesso sono problematiche, altre volte sono degli aiuti come sono state le Olimpiadi, ad esempio.
Le Olimpiadi sono state un felice evento che ci porta quantomeno a dare una mano alla montagna veneta e non solo. Ieri, peraltro, annuncio che ho avuto una videoconferenza con il presidente Bach del CIO per parlare di Olimpiadi, per parlare di bob, per parlare di spesa, di ecosostenibilità, di alberi, di lavori. Ci candideremo ancora a qualche grande evento internazionale, abbiamo in animo di presentare altre candidature, abbiamo in animo, insomma, di consegnare fra cinque anni un Veneto che sia ancora più bello di quello che è oggi.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
È aperta la discussione sul punto. Ricordo che non ci sarà una votazione su questo punto come previsto dal Regolamento e dallo Statuto.
Zanoni, prego.

Andrea ZANONI

Grazie, Presidente.
Buongiorno al presidente Zaia, al Presidente, ai colleghi e alle colleghe.
Vado subito al sodo, senza tanti preamboli.
Ci troviamo in questa prima seduta con dibattito e prendiamo naturalmente atto – è già stato detto anche troppo – che avete vinto, avete stravinto queste elezioni e quindi adesso dovete governare e dovete governare i problemi del Veneto che sono molti e molti sono stati ricordati dall'intervento del presidente Zaia: il lavoro, la sanità, la crisi climatica e ambientale, la crisi economica dovuta dal Covid, il problema del turismo. Quindi, buon lavoro e buon governo.
Questi vostri importanti risultati hanno creato naturalmente delle novità anche per quanto riguarda i lavori di questo Consiglio perché il numero dei Consiglieri di minoranza è tale che alcune prerogative che la minoranza di solito ha per attuare quell'azione dovuta, appunto, alle minoranze di controllo per quanto riguarda la gestione e il programma della maggioranza non ci saranno: mi riferisco ai Consigli straordinari che non potremo più chiedere (ne abbiamo fatti molti: sulle banche, sui PFAS, sull'ambiente), poi alle convocazioni delle Commissioni, alle richieste di audizioni anche queste molto importanti, alla richiesta della Conferenza dei Capigruppo.
Chiedo appunto, proprio perché ci troviamo in una situazione tale, di attivare perlomeno quelle norme che sono previste dallo Statuto e mi riferisco alla Commissione di garanzia statutaria: non abbiamo mai attivato questo importante meccanismo utile a difendere anche le prerogative delle minoranze, a maggior ragione in questa legislatura in cui abbiamo un numero risicato di Consiglieri di minoranza, che non ci permette di attivare quelle forme di partecipazione. Quindi ci appelliamo, appunto, al presidente Zaia affinché faccia approvare una legge che noi avevamo tra l'altro già depositato nella decima Legislatura, ma che non è mai stata considerata e che ripresenteremo a breve per questa undicesima Legislatura, perché altrimenti continuiamo a giocare una partita senza l'arbitro.
Per quanto riguarda il programma e anche le dichiarazioni che sono state fatte dopo questa vostra importantissima vittoria – mi riferisco a quella che è stata dichiarata come una rivoluzione liberista – quasi quasi mi aspettavo di vedervi seduti da questa parte dell'Aula, per coerenza.
A parte gli scherzi, per ora su questo, visto che il Presidente ha citato la mancata maggiorazione dell'addizionale IRPEF, va detto che la Regione Veneto resta l'unica Regione dove i ricchi non sono chiamati a dare il loro contributo: questa è una Regione riches tax free, una Regione che non tassa i ricchi e lo ha ricordato il Presidente nel programma, nella campagna elettorale, nella pubblicità, e poi mancano i soldi per alcuni servizi per i non autosufficienti. Quante mamme e papà abbiamo sentito e quanti atti ispettivi abbiamo fatto proprio perché sono stati fatti dei tagli all'assistenza per i non autosufficienti? Se vogliamo che questa Regione sia veramente equa e solidale, dobbiamo allinearci alle altre, che sicuramente non sono tutte laburiste, ma, come sappiamo, hanno dei Governi che sono simili, della stessa parte politica del nostro. Il Presidente ha ricordato adesso che 500.000 cittadini veneti non hanno da mangiare fino a fine mese, per cui cerchiamo di rendere la Regione più solidale e allineiamoci a quelle altre dove non è morto nessuno e dove tutte le imprese continuano comunque a funzionare.
Per quanto riguarda il Veneto, le prospettive, causa anche Covid, sono veramente terribili: si parla di possibili 100.000 disoccupati a gennaio e 60.000 posti già persi, per cui credo che l'impegno debba essere massimo, ma ci vogliono strategie, ci vogliono interventi, ci vogliono linee da seguire, che non vedo scritte chiaramente.
Credo che sarà importantissima la partita per la nostra Regione nell'utilizzo dei fondi del recovery fund, ma soprattutto del green new deal: 1.000 miliardi che l'Unione Europea distribuirà ai 27 Stati membri, quindi anche alle Regioni, importantissimi anche per creare posti di lavoro, dare una risposta a questa crisi e anche disinquinare, che è una cosa importantissima per la nostra Regione. Questa sarà sicuramente un'opportunità storica, la prova del nove, secondo me, secondo noi, sulla capacità di questa Regione di utilizzare questi fondi europei.
Per quanto riguarda il consumo del suolo, qui è stato citato, però anche in questo caso non troviamo delle risposte adeguate e faccio un piccolo esempio: a Treviso negli ultimi mesi sono stati annunciati otto nuovi centri commerciali in meno di cinque chilometri, ne spunta uno al mese e l'altro giorno ne è spuntato un altro. Dobbiamo sapere che, oltre a cementificare e a distruggere il territorio, questi nuovi centri commerciali per ogni nuovo dipendente che creano, ne distruggono altri quattro; dobbiamo pensare di più ai posti di lavoro a chilometro zero.
Anche qui, a mio avviso, la legge sul consumo del suolo si è dimostrata inadeguata, perché non ha toccato il comparto del commercio e da tre anni siamo la Regione in vetta alle classifiche per il consumo del suolo. L'altro auspicio nostro è quello di fermare questo saccheggio di posti di lavoro con nuove norme che si adattino a questa nuova realtà.
Intanto, i nostri giovani manifestano, occupano i campi destinati a questi centri commerciali e molti si rifanno alle richieste e agli accorati appelli di Greta Thunberg, altri all'enciclica di Papa Francesco "Laudato si'". Ecco, su questo, mi permetto, cari colleghi e colleghe, egregio Presidente, di consigliarvi di prendervi mezza giornata e leggere l'enciclica di Papa Francesco, perché credo che dovrebbe essere un riferimento per tutti quelli che, come noi, fanno politica.
Per quanto riguarda il rinascimento del Veneto, le Olimpiadi e le colline del Prosecco, patrimonio Unesco, io credo che sono risultati importanti, ma dovremmo guardare un po' meno in grande, perché se guardiamo troppo in grande poi ci dimentichiamo di problemi molto importanti. Abbiamo avuto dei problemi e sicuramente queste conquiste non vanno a risolverli: mi riferisco ai cittadini truffati dalle banche venete, mi riferisco ai campi cementificati e asfaltati, ai 40.000 giovani che hanno dovuto andare all'estero per trovare fortuna, alle 500.000 case sfitte che non sono ancora utilizzate, agli 11.000 capannoni vuoti, all'inquinamento da PFAS, al radicamento della mafia, all'aria tossica che respiriamo. La vedo dura parlare di rinascimento.
La mafia è un altro dei temi che poco sono stati toccati da queste linee programmatiche, ma la mafia non è più infiltrata. come viene scritto da questo programma, ma radicata in Veneto, per cui serve una riflessione e un'analisi su come agire. È solo di ieri la notizia, signori colleghi, di 32 condanne per mafia, 116 anni di carcere, 15,8 milioni di beni confiscati e tra i condannati ci sono cognomi come Schiavon, Biason, Zaniolo, Lovo o Semenzato. Vi sembrano nomi meridionali? Questi sono mafiosi veneti doc. Nel programma si parla di infiltrazioni mafiose, ma qui la mafia ormai è radicata, quindi bisogna combattere il radicamento della mafia.
Le infiltrazioni che volete combattere fanno parte del passato, bisogna cambiare strategia, abbiamo troppi capannoni vuoti. Ce li stanno riempiendo di rifiuti con le ecomafie, vedi, ad esempio, i sequestri che sono stati fatti proprio ieri dalla magistratura e sull'evasione fiscale: anche qui speravo di vedere qualcosa in più e invece viene citata nel programma come un fastidio; a pagina 55, si dice che crea burocrazia, che ci vogliono adempimenti burocratici che vanno ad appesantire le nostre aziende. Niente lotta all'evasione? Niente tasse ai ricchi?
Quindi non venga a dirci Presidente che questo vostro modello di Veneto è solidale con i meno fortunati, con chi ha meno, non è così, non va bene anche su questo bisogna che ci sia un impegno maggiore da parte della Regione.
Poi sull'agricoltura sostenibile, so che è una cosa che le sta a cuore, Presidente, e nel programma, tra l'altro, ho letto che, per quanto riguarda le colline UNESCO, si prevede un inverdimento tramite impianto di nuove siepi e alberi, però quello che i cittadini possono vedere, andando a percorrere queste aree, spesso sono disboscamenti, ruspe in azione, fiumi inquinati da scariche di minacce, i pesticidi nei centri abitati sono stati dati 580.000.000 di euro in dieci anni nel settore della viticoltura, settore importantissimo. Bisogna condizionare i fondi al biologico, alla sostenibilità perché poi altrimenti si rischia di puntare tutto sulla quantità e poi abbiamo dei produttori locali che pubblicamente, come è successo ieri l'altro su un quotidiano locale, si lamentano perché il Prosecco viene venduto a 1,99 euro.
Quindi l'invito, Presidente, è di trasformare i proclami, le dichiarazioni e i buoni auspici per un'agricoltura sostenibile in legge: abbiamo cinque anni davanti, questo è l'auspicio nostro per un Veneto sostenibile e per un'agricoltura più moderna.
Per quanto riguarda la superstrada Pedemontana Veneta, che lei ha citato, purtroppo questa, grazie anche a errori del passato, rischia di diventare un cappio al collo per i veneti perché in questa undicesima Legislatura arriveranno i nodi al pettine, andremo a vedere i flussi di traffico se sono sufficienti a dare le entrate alla Regione tali per poter coprire quella quota fissa che dovremmo pagare al privato, un privato che ci ha portato a lavori con crolli nella galleria – l'ha ricordato – crateri aperti sopra queste gallerie, materiali non conformi, sequestri penali da magistratura, incidenti mortali. Ma la domanda che le faccio è: quali penali sono state applicate finora per tutti questi disservizi? Ce ne dica uno, Presidente. Avete dato 300 milioni di euro per salvare questa azienda privata dal fallimento, ma che cosa avete chiesto per tutti i disservizi che ci ha creato? State dalla parte di Veneto o dalla parte del privato? E poi su questa cosa di andare a dire che terminerà nei primi mesi del 2021 l'innesto di Montecchio, la galleria di Malo, che lei ha ricordato, solo queste due partite ci dicono che andremo, purtroppo, ben oltre.
L'altra questione importantissima, per noi fondamentale, è l'SFMR, la metropolitana di superficie, per una mobilità sostenibile. Viene citata in questo programma come nel programma del 2015 e la cosa che mi ha lasciato veramente perplesso è che si dice che si rende necessario verificare lo svolgimento del progetto, in relazione sia agli investimenti per il suo completamento, sia alle risorse disponibili. Si rende necessario verificare questo, ma finora perché non è stato verificato?
E poi quand'è che avremo finalmente il biglietto unico per evitare che una persona per fare 20 chilometri debba munirsi di tre abbonamenti o tre biglietti diversi? Questo Veneto, ormai, come ha detto lei, sembra una Los Angeles, perché è tutto urbanizzato, quindi, ha bisogno di queste interconnessioni, di queste modalità di movimento veloci.
Sulle liste di attesa ho trovato scritto che ci sarà una sanità ultra-connessa a chilometri zero e volevo solo ricordare che, per determinate aree di cittadini all'interno di tali province, a volte bisogna fare decine, se non centinaia di chilometri andata e ritorno, come accade per i cittadini del trevigiano, zona Paese, Treviso, Quinto, che ottengono delle impegnative, per andare dove? Magari all'ospedale di Motta. Anche qui, si va a scaricare la razionalizzazione di Azienda Zero delle ASL sulle famiglie: pensate che cosa vuol dire portare un anziano, un parente a 50 chilometri di distanza in questo nostro Veneto iper-urbanizzato, con il traffico alle stelle. Vuol dire che certi costi li scarichiamo sul privato e anche questo non va bene.
Avevo diverse altre cose, ma vado in velocità.
Anche sull'autonomia non ha detto niente, ma c'è stato il referendum, domani sono tre anni. Allora ci ha preso in giro Roma oppure i veneti sono stati presi in giro da un referendum che non è servito a nulla? Bisogna capire queste cose. Aveva annunciato, nell'estate 2018, all'autonomia, poi il 22 ottobre 2018, entro la fine del 2018, il 21 dicembre 2018 era stata annunciata per Natale, il 15 febbraio del 2019 doveva arrivare il 3 aprile 2019, dopodiché, il vostro Governo è caduto e adesso il gioco è più facile perché basta dare la colpa all'attuale Governo e di autonomia non se ne parla più.
Ho trovato la parola "biodiversità" citata pochissime volte e anche qui è una partita importante. L'agenda 2030 ci vede in deficit proprio sulla vita sulla Terra, obiettivo importantissimo: aAnche qui mi aspettavo di vedere qualcosa di più. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Lorenzoni ha la parola, prego.

Arturo LORENZONI

Grazie, Presidente. Un saluto a tutti i colleghi Consiglieri, un saluto al presidente Zaia.
Oggi abbiamo l'opportunità di confrontarci su un documento che non deve essere il documento di una Giunta, ma deve essere il documento di una Regione. Io penso che sia importante che condividiamo degli obiettivi per i prossimi cinque anni, che siano gli obiettivi di tutti i veneti: questo per me è veramente importante. Per questa ragione ritengo che il documento non sia adeguato, perché non dà delle risposte puntuali ad una serie di esigenze dei cittadini e delle imprese del Veneto che sono importanti e che io credo che siano trattati in maniera troppo superficiale in questo documento.
Chiedo l'attenzione di tutti i Consiglieri, veramente: facciamo una valutazione se sia opportuno approvare oggi questo documento o se non sia opportuno prendersi il tempo per fare un ragionamento, perché qui, come cercherò di dire sinteticamente, ci sono tanti punti che in qualche maniera richiederebbero un'attenzione maggiore.
A pagina 49 del documento che ci è stato consegnato stamattina si dice: "Al momento, però, il Veneto è, di fatto, una Regione Covid free". Ma possiamo fare un'affermazione del genere oggi? Lei, Presidente, ci ha illustrato tutta la storia dal 21 febbraio in avanti, con tutti i passaggi e tutto quello che è accaduto, magari sorvolando su alcune cose che, secondo me, sarebbero importanti – lo dico da dipendente dell'Università di Padova – come il ruolo che hanno avuto i colleghi della Scuola di Medicina. Credo sia stato un ruolo importante nell'affrontare i primi momenti della reazione al Covid, però mi chiedo anche: la app Zero Covid Veneto, di cui ci ha parlato il 20 agosto, che sembrava dovesse essere la risposta per il tracciamento, per la sicurezza dei cittadini del Veneto, che fine ha fatto? Possiamo permetterci di non implementare la app Immuni che il Governo ha promosso e che si sta integrando a livello europeo? Perché? Per quale ragione? C'è stato un ritardo nell'applicazione?
I numeri che stiamo vedendo oggi, purtroppo, sono preoccupanti e lo dico da persona che è passata per questo sfortunato incontro con il virus, che vi assicuro non è piacevole. Lei ci ha dato dei dati e ci ha detto che il 97% è asintomatico, però su 40.000 contagiati 2.400 morti, solo il 6%. Come tornano questi numeri? Io avrei piacere che lei ci spiegasse meglio. 400 morti su 40.000 contagiati. Cumulato, certo, sì, sì, parlo di cumulati.
Quindi a me piacerebbe capire meglio come siano stati affrontati questi aspetti che io credo i cittadini della nostra Regione hanno diritto di capire.
Nelle 168 pagine del documento, ci sono tantissime cose e mi soffermo solo su alcune perché io ritengo che siano importanti.
C'è una dialettica retorica autocelebrativa che, secondo me, non ci aiuta: vincente, eccellente, attraente, sostenibile, connesso, in salute. Ma siamo sicuri che diamo una descrizione realistica della nostra Regione in questo modo?
Mi soffermo su alcuni punti. Si parla di Veneto eccellente, ma possiamo pensare che il nostro sistema economico possa superare la crisi drammatica che stiamo vivendo senza nulla di concreto? Mi riferisco al capitolo 3, non c'è un'azione concreta proposta, e mi chiedo: quale ruolo per Veneto Sviluppo, quale regia perché le imprese di pubblica utilità non diventino tutte controllate extra Veneto? Ma pensiamo veramente di poter fare una politica di rilancio economico senza affrontare questi aspetti? C'è una parte sulla digitalizzazione piena di belle parole, però non c'è la parola V-six nel documento, ma possiamo pensare di fare una politica sulla digitalizzazione senza dare un ruolo a infrastrutture presenti nella nostra Regione come quella?
L'ha già detto il consigliere Zanoni: la permeabilità tra ricerca e impresa come si pensa di gestirla? Non è possibile programmare i prossimi cinque anni sulla base di un documento così superficiale e lo dico con delusione profonda, da cittadino prima ancora che da rappresentante dell'opposizione. Io mi aspettavo un documento molto più incisivo, molto più concreto.
Passo al punto 5: Veneto Sostenibile, le tematiche che veramente ho letto con attenzione.
Agenda 2030 dell'ONU: è bellissima la parte ricognitiva sui 17 SDGs da sottoscrivere in pieno, ma cosa c'è di concreto nell'affrontare le tematiche importantissime della decarbonizzazione? Nnon c'è un'azione, una proposta in termini concreti. La legge 14/2019 "Veneto 2050" per contenere il consumo di suolo: è questo quello che pensiamo di mettere in campo per decarbonizzare? Io mi auguro che non sia così, sennò davvero il lavoro da fare è molto grande.
È così che pensiamo di raccordare le azioni sul nostro territorio con quella che è Agenda 2030 dell'ONU, con quello che è il green deal europeo, cioè con quella che è la tendenza a livello mondiale di utilizzare la sostenibilità come fattore di rilancio economico? Io credo che veramente siamo in difficoltà, perché rimaniamo esclusi da tutta una serie di veicoli di investimento. E non c'è una volta citato il Next Generation EU, non c'è una volta citato il MES. Ma come pensiamo di utilizzare i fondi, che io mi auguro arrivino presto nel nostro territorio? Possiamo approvare un programma del prossimo quinquennio senza dire una parola su questo? Io non so, è imbarazzante. Io chiedo veramente di integrare questo documento con delle indicazioni da questo punto di vista, sennò di cosa parliamo?
Produrre green jobs e economia circolare: le parole d'ordine di oggi per non dire nulla. Quali azioni, Presidente, si intende mettere in atto? Come attuare il Piano dei trasporti e la loro decarbonizzazione? Come dare concretezza alla conversione del ciclo dei rifiuti? Come decarbonizzare la produzione di energia elettrica? Come sostenere le imprese di pubblica utilità a riconvertire i servizi in una logica circolare sostenibile? Ha presentato un progetto di legge. Vedremo con attenzione la documentazione, ma credo che il documento programmatico debba contenere delle linee concrete su questi aspetti.
Come gestire le concessioni delle reti gas, dovendo abbandonare il gas medesimo entro trent'anni per gli impegni che abbiamo assunto a livello nazionale ed internazionale? Non c'è una parola su questo. Ed è una partita da alcuni miliardi l'anno. Dobbiamo affrontare questi aspetti se non vogliamo prendere in giro i nostri cittadini. Come disegnare la riassegnazione delle concessioni idroelettriche? Nel 2029 scadono. Le nostre Regioni vicine hanno già affrontato il tema e noi possiamo non citare questo tema nel documento di programmazione?
Ci sono degli aspetti puntuali, lasciatemelo dire. È umiliante leggere un'affermazione del tipo: "Il percorso carbon free potrà procedere lungo due direttrici: medio periodo, volto alla lotta dell'inquinamento atmosferico". L'anidride carbonica non è un inquinante, non possiamo scrivere una cosa del genere in un documento ufficiale di questo Consiglio, non possiamo fare scivolate di questo tipo, per cui chiedo veramente di correggere questi errori grossolani.
Plastic free, sostituzione delle stoviglie. Ma veramente pensiamo che sia questo il punto per la politica di riduzione dell'uso della plastica quando abbiamo alcune tra le più grosse aziende mondiali nel settore della plastica? E ci preoccupiamo delle stoviglie e delle sagre? Veramente dobbiamo immaginare quale sia la transizione di un sistema produttivo importantissimo nella nostra regione legato al settore della plastica, ma dal lato dell'offerta, non dal lato della domanda.
E vengo all'energia green. Si parla di dati italiani, non del Veneto. Il Partito Democratico ha presentato un lavoro nel 2019 sulla completa decarbonizzazione nella produzione di energia in Veneto, un documento, secondo me, fatto in maniera robusta, ma qualche volta copiare è utile, prendere spunto non è una cosa deplorevole e avrebbe qualificato moltissimo il documento che andiamo ad approvare.
Un piano industriale attivatore di investimenti sul e per il territorio, per decarbonizzare la Regione al 2050, ma non c'è nessuna traccia degli investimenti che dobbiamo andare a fare.
Anche sulla mobilità vedo idee sfocate. Che ci voleva ad andare oltre i concetti generici – parlo del paragrafo 6.4 – e programmare, per esempio, la prima strada digitale? Si sta lavorando in tutto il mondo sui veicoli a guida autonoma, sulla conversione verso l'elettrico, ma perché non pensiamo a una delle infrastrutture che servono alla nostra Regione, proponendo di essere i primi, utilizzando i fondi europei? Diamo qualcosa di concreto in questo documento, per non parlare di termini vuoti. Credo che sia veramente, se non lo facciamo, un'occasione perduta.
Tutto il mondo vede nella transizione energetica, nell'economia circolare, nella ricerca della sostenibilità un'opportunità industriale e noi non sappiamo andare oltre i pochi concetti generali espressi dal documento? Io non credo. Questo non fa giustizia al mondo delle imprese venete, non fa giustizia al mondo della ricerca del Veneto, non fa giustizia ai cittadini del Veneto, che possono e devono aspirare a molto di più.
Vengo al punto 5.6 sulla lotta al cambiamento climatico. Mezza paginetta sulla rete di monitoraggio, cioè la più grande sfida che l'umanità deve affrontare in questo momento, la gestione del cambiamento climatico, in termini di adattamento e di circoscrizione degli effetti noi la liquidiamo con mezza paginetta. Io sono imbarazzato da cittadino, prima ancora che da rappresentante di questo Consiglio.
Anche sul Veneto connesso non ci sono azioni specifiche, solo belle promesse, condivisibili ma insufficienti a capire cosa si debba fare in concreto. Come integriamo i poli logistici, come sviluppiamo la rete viaria, come finanziamo le opere? E qui vengo sulla Pedemontana veneta: bella la descrizione dei cantieri, ma abbiamo caricato un debito da 158.000.000 e il rischio traffico che prima era sul privato lo abbiamo lasciato sul pubblico. Non è mai stato sul privato? Benissimo. Complimenti per la rinegoziazione del contratto del 2017, tra l'altro nel documento si prevede a fine 2020 la copertura del 70% della popolazione con la banda larga, cioè siamo al 21 ottobre e prevedere che in due mesi si completi la cosa credo che non sia raccontare le cose correttamente ai cittadini.
Presidente, da cittadino veneto le dico che mi imbarazza che questo sia il progetto di azione di governo del prossimo quinquennio, troppo disallineato dalla progettualità internazionale, troppo autocentrato a celebrarsi, troppo misero rispetto alla grande capacità progettuale delle nostre imprese, delle nostre università e delle nostre intelligenze. Con queste premesse non aspettiamoci che i giovani trovino stimoli per rimanere in Veneto. Non si governa guardando indietro e non si può mantenere il consenso evitando con cura le scelte divisive. Le spese le paghiamo tutti purtroppo dopo.
Prendiamoci il tempo per emendare questo documento: ce lo chiedono i nostri giovani oltre le appartenenze politiche.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Sì, consigliere Lorenzoni, la informo che oggi non dobbiamo approvare e votare nessun tipo di provvedimento ma, sulla base dell'articolo 6 del nostro Regolamento, il Presidente ha illustrato la Giunta e ovviamente le linee programmatiche per i prossimi cinque anni, quindi non dobbiamo emendare e votare assolutamente nulla.
Ha chiesto la parola il Consigliere Razzolini Tommaso, prego.

Tommaso RAZZOLINI

Buongiorno Presidente. Buongiorno cari colleghi.
Voglio ringraziare il Gruppo Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni, al quale appartengo, per aver scelto la figura più giovane come portavoce per intervenire in questo dibattito.
La scelta non è casuale ma vuole evidenziare l'attenzione che Fratelli d'Italia vuole dare alle nuove generazioni naturalmente orientate alle sfide dell'avvenire. Innanzitutto desideriamo augurare un buon lavoro ai componenti della nuova Giunta regionale, consapevoli che questa legislatura inizia in un periodo non meno difficile e problematico rispetto alla fine della precedente. Vogliamo sottolineare che il Gruppo consiliare di Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni c'è ed è presente. Come componenti della coalizione che governa il Veneto, come rappresentanti di un centrodestra nazionale, intende impreziosire i contenuti e le attività del Governo di questo Consiglio regionale.
Il lavoro che ci attende fin da subito non sarà di certo facile: per questo auspichiamo che tutto il Consiglio, indipendentemente dallo schieramento politico, lavori per raggiungere gli obiettivi che possono dare forza e sostegno al tessuto economico e sociale del Veneto e dei cittadini veneti.
Innumerevoli sono le sfide che dovremo affrontare nel corso di questa Legislatura: oltre ai tanti temi già elencati da lei, Presidente, penso al mondo del lavoro e della formazione, al sociale e alla sanità, al turismo e all'agricoltura, imprese e lavoro, lavoro e famiglia; con la famiglia penso alla coesione sociale, ai nostri anziani, al mondo dell'istruzione e delle associazioni, ad esempio quelle sportive, ricreative, sociali e culturali, oggi sempre più in difficoltà. Ma ci sarà il tempo per lavorarci nelle Commissioni e nel territorio che oggi rappresentiamo.
In questi mesi i cittadini e le imprese del Veneto vivono nel disorientamento determinato dalle dichiarazioni contraddittorie degli esponenti del Governo italiano, che a più riprese avevano assicurato noi tutti garantendo una pioggia di aiuti e sostegni, che per il momento non si sono visti. È difficile immaginare che l'attuale architettura della burocrazia italiana, unita alle contraddizioni della maggioranza che guida la nostra nazione, possa rassicurarci sull'utilità e la tempestività degli interventi destinati alla nostra ripresa.
Ecco perché il Gruppo di Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni sarà in prima linea nel sostenere che siano le Regioni a gestire le sfide strategiche con i fondi che dovrebbero essere dati al Governo italiano attraverso il recovery fund. Noi siamo la dimostrazione concreta di saper gestire e impegnare le risorse finanziarie, comunitarie e nazionali: abbiamo dimostrato capacità di governo e di amministrazione.
Fratelli d'Italia porta un contributo di uomini e di idee che, siamo certi, per il profilo personale e professionale degli appartenenti al nostro Gruppo consiliare, saprà qualificare l'attività politica. Siamo tutti provenienti da esperienze di governo del territorio e questo è il valore aggiunto che mettiamo a disposizione della coalizione di lei, Presidente, e di tutti i colleghi.
Il 2019 è stato l'anno migliore per quanto riguarda la disoccupazione, l'occupazione, l'export e il turismo. Questa Legislatura inizia con delle gravi difficoltà per tutti i settori economici e sociali e siamo chiamati ad essere all'altezza delle aspettative dei veneti: il nostro impegno e il nostro ascolto non mancheranno e la nostra capacità propositiva nemmeno.
Nel concludere, voglio rivolgere un pensiero, a nome del Gruppo di Fratelli d'Italia, alle persone in difficoltà, a chi è malato, a chi non si sente adeguatamente ascoltato, ai giovani che non vogliono vedere ipotecato il loro futuro da scelte miopi: ci impegniamo a portare le loro voci all'interno di questa Aula.
Buon lavoro a tutti noi e che Dio ci benedica.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere.
Ha chiesto la parola la consigliera Guarda Cristina.

Cristina GUARDA

Grazie, Presidente.
Anzitutto colgo l'occasione per portare il saluto e mi congratulo con tutti quanti i colleghi per essere qui oggi. Sono particolarmente fiera di poter rientrare in quest'Aula rappresentando quello che è un progetto, quello di Europa Verde, di una federazione internazionale ed ecologista, promotore della reale sostenibilità, quella che mette in rete la tutela ambientale prioritaria con la sostenibilità di natura economica e di natura sociale, ricordando che non vi può essere famiglia, non vi può essere impresa capace di vedere il proprio futuro all'interno di un territorio se questo territorio ha un ambiente che non è sano e non è ospitale.
È per questo che inizio questa legislatura proprio ricordando l'impegno di una sostenibilità che metta al centro l'uomo e l'ambiente come un essere solo, come una realtà unica. Oggi inizia formalmente l'attività di questo Consiglio regionale da un punto di vista progettuale e ammetto che non vedo davvero l'ora di capire che cosa, al di là delle linee programmatiche della Giunta, questo Consiglio regionale pensa rispetto alle problematiche dirimenti la capacità progettuale, ciò che dovremmo progettare e confrontare insieme, perché questo è un Consiglio regionale fatto di uomini e di donne che non rispondono a comandi, ma sono chiamati a discutere, a confrontarsi, a scontrarsi anche dove è necessario – vero, consigliere Formaggio – e nel frattempo a confrontarsi, a scontrarsi dove è necessario, perché noi capiamo perfettamente che dal conflitto si può generare davvero un'occasione nuova, una soluzione. Questo tipo di confronto nella scorsa legislatura, purtroppo, però, Consigliere, molto spesso è mancato.
L'ascolterò volentieri dopo, quando vorrà parlare.
Alle volte i silenzi di chi occupava i posti di maggioranza, quei posti in cui oggi voi sedete, lo ammetto, quei silenzi erano ogni tanto un po' imbarazzanti per me, anche come giovane rappresentante di questa Istituzione. Devo essere sincera e faccio degli esempi sulla riforma della sanità: il Piano sociosanitario, la mancata riforma delle IPAB che viene presentata oggi come progetto di legge e spero vivamente – anche all'assessore Lanzarin questo lo lancio come messaggio – sia all'altezza delle aspettative e delle prerogative che un nostro carissimo collega, molto impegnato su questo tema, Claudio Sinigaglia, si sarebbe aspettato da questa Istituzione.
Parlo di silenzi di fronte anche a molte discussioni legate al tema del cambiamento climatico o dell'emergenza ambientale dei PFAS, silenzi spesso accompagnati da voti negativi e da una mancata condivisione progettuale e vi posso garantire che dove, invece, c'è stata chiarezza da parte vostra, da parte dei colleghi di maggioranza, dove c'è stato coraggio nell'esprimere il proprio pensiero, anche se in conflitto, in contrasto con quello espresso dalle opposizioni, lì molto spesso se n'è venuti fuori con una capacità generativa ancora migliore e alle volte si è riusciti a dare anche un risultato con un voto unanime che ha fatto onore a tutti quanti.
Non ultimo cito anche il progetto di legge per le politiche familiari, che è stato ben accolto, che abbiamo strutturato insieme anche con molta capacità di condivisione, che naturalmente deve vedere esito poi anche dopo progettuale pratico, anche nei prossimi mesi, e anche magari un aumento di risorse dato che naturalmente le esigenze in questo comparto non sono mai finite. Ciò che temo – e questo ve lo dico con molta franchezza e con molto rispetto – è come il Consiglio possa lavorare nei prossimi cinque anni, perché 41 a 10 è un rapporto impari frutto di una legge elettorale che avete approvato voi di maggioranza lo scorso anno, senza accogliere la richiesta di una clausola di garanzia per le minoranze, senza accogliere la richiesta di una clausola di garanzia per le minoranze. In questo modo saltano, come sapete bene, i meccanismi previsti da Statuto e Regolamento per consentire a chi in minoranza ritiene di dover porre al centro della discussione temi urgenti.
Penso al Consiglio straordinario e porto un esempio, quello del 22 marzo 2016, che consentì per la prima volta di parlare e di confrontarci in Consiglio regionale, non sui giornali, su PFAS e inquinamento delle acque: in quell'occasione furono tante le proposte avanzate, prese in considerazione poi negli anni successivi anche dalla Giunta regionale, grazie all'apporto preziosissimo della cittadinanza attiva fatta di cittadini e associazioni di donne, mamme che hanno fatto la differenza e continuano a farla ancora oggi. Questo identifica anche il valore poi della figura femminile, che oggi presenta anche i numeri più consistenti in questo Consiglio regionale, per cui auspico un'importante collaborazione, esempi di questi atti, di queste proposte rilanciate in Consiglio straordinario: limiti cautelativi per le acque potabili, progetto sulle patologie tiroidee, fino alla gestione delle acque irrigue, per esempio con il LEB o con altri strumenti.
Quindi sono tutte questioni che sono state poste allora e che sono state utili, a dimostrazione di come anche chi non c'era come il ruolo delle minoranze sia un ruolo che magari da molti è depotenziato, magari è considerato fastidioso anche in quest'Aula tanto da depotenziarlo poi anche con la legge regionale, ma alla fine magari viene più utile e riesce a fare il bene della comunità attraverso una collaborazione che è reciproca, portando a delle soluzioni che magari da soli non sareste riusciti a raggiungere.
Per questo oggi vi chiedo un'evoluzione, che è la seguente: dato il numero impari, voi stessi dovete diventare supplenti del ruolo che è dato alla minoranza e che le minoranze non possono svolgere per questi numeri che, con la passata legge elettorale, non avreste avuto in questo Consiglio, al di là del risultato che abbiamo avuto con queste elezioni. Oggi parlo personalmente a ognuno di voi: se volete essere democratici, se volete difendere la democrazia che avete scelto di rappresentare candidandovi in un'Istituzione così grande, allora dovrete difendere le prerogative di questa minoranza aprendo la mente.
No, non c'è nulla da ridere, collega. Bisognerà aprire la mente di fronte alle istanze che presentiamo, alle proposte che presentiamo, tutelando il diritto di discuterle e di progettarle insieme. Lo dice la Costituzione, la legge regionale elettorale non lo dice, naturalmente, ma in caso contrario vuol dire che c'è qualcosa da nascondere, vuol dire che non si vuole lasciare lavorare. In caso contrario sarete personalmente responsabili dell'oscuramento della democrazia in Veneto.
Detto questo, entro nel merito del confronto dei temi che avete presentato nelle linee programmatiche che tanto abbiamo atteso, dato che durante la campagna elettorale non è che se ne sia propriamente parlato. Devo dire che queste linee guida sono sufficientemente generiche da consentirci una vasta condivisione in termini ideali e su questo non ci piove, per cui condivido molti dei passaggi che sono stati posti come priorità, ma purtroppo vi è un'assenza di chiarezza in termini pratici.
Parto da un presupposto: qui dobbiamo dirci chiaramente e chiarirci rispetto a una posizione che questo Consiglio deve prendere, a volto scoperto e non soltanto nei social, sul fatto se intendiamo o meno impegnarci con estrema energia per il contrasto non del cambiamento, ma dell'emergenza climatica vera e propria. Dovete essere chiari su questo punto perché, come Europa Verde, vogliamo essere certi che la progettazione per la transizione delle nostre imprese e dei nostri lavori verso le opportunità date dalla green economy citate in questo documento siano affidate a politici che non neghino l'esistenza di un'emergenza e che non vadano a derubricare i rischi che ci vengono prospettati: l'innalzamento del livello delle acque, che si mangerà parte dei territori costieri; l'emergenza siccità, che obbligherà molti settori, molte imprese, dall'agricoltura all'industria, a chiudere le serrande, se non saremo in grado di accompagnarli in questo processo di riconversione o di innovazione del processo produttivo; l'urgenza della gestione dei grandi fenomeni meteorologici calamitosi e del rischio idrogeologico, che richiedono piani per la gestione delle piogge torrenziali, che devono essere raccolte con sistemi che non sono quelli attualmente in uso, data l'impossibilità di assorbimento da parte del terreno cementificato, specie nella zona pedemontana, penso, oppure ancora il vento che crea danni incalcolabili e l'abbiamo visto anche insieme in questo Consiglio e che obbliga, specie dopo l'esperienza Vaia, a progettare un Piano efficiente per la gestione delle nostre foreste, dei nostri boschi, dagli eventi avversi con piani emergenziali ad hoc che altre Regioni stanno già studiando o hanno già messo in pratica (penso a Piemonte e Lombardia) e dei loro risvolti anche economici, perché nuove filiere imprenditoriali locali come quella del legno possono trarre il meglio anche da fenomeni così gravi e così rischiosi.
Se cominciamo a chiarirci sul fatto dell'emergenza climatica, dobbiamo chiarirci anche su un'altra questione. Di cosa parliamo quando parliamo di rischio sanitario e del rischio sanitario che corriamo gravemente in Veneto causato dall'emergenza inquinanti? Aria, acqua e suolo in Veneto sono matrici che richiedono davvero il 300% del nostro impegno. Sono matrici stra-abusate che oggi ci si ritorcono contro e noi ne abbiamo un esempio, quello dei PFAS, su cui dovremmo discutere assiduamente per risolvere ciò che ancora non è risolto. Mi riferisco ad alcune problematiche sanitarie, non ancora affrontate, delle famiglie che ancora non sono connesse all'Acquedotto e che viaggiano con taniche piene di acqua anche soltanto per lavarsi i denti e dalla gestione delle acque reflue delle imprese al mondo dell'agricoltura, che merita delle risposte e dei progetti chiari, che ci sono, perché li avevamo anche condivisi negli scorsi anni. Questo per un semplice motivo, perché noi vogliamo produrre benissimo e senza nessun problema nell'affrontare questo tema, senza derubricarlo o magari deriderlo come magari molto spesso si può pensare di fare il caso.
Il caso PFAS causa il 20% di patologie cardiovascolari in più nella zona rossa e danni a uomini e donne anche nella capacità riproduttiva. È un esempio che si affianca alle rilevazioni europee che vedono il 20% delle morti premature in più, il 24% per la precisione, a causa dell'inquinamento ambientale ed è evidente che nei prossimi cinque anni questi dati, questi numeri ci obbligano ad un'azione che è la più grande opera del Veneto, che non è né la superstrada Pedemontana, né la TAV, ma è l'opera di bonifica dei 644 siti inquinati del Veneto e l'azione di prevenzione ambientale sanitaria congiunte in modo tale da rispondere a tutti quei territori che vengono esposti a dei rischi sanitari a causa dell'ambiente.
In ultimo due accenni me li permetto su due temi a me più cari, che sono quello dell'agricoltura, il mondo da cui io provengo, e quello del sociale, perché se non ci si occupa del benessere dei nostri concittadini, specie di chi soffre di malattie rare, disabilità, di povertà non si sarebbe degni di occupare quest'Aula.
Di fronte al peso economico e sociale del lavoro degli agricoltori veneti, delle realtà cooperative agroindustriali connesse ad essi, di fronte al peso dell'azione di noi agricoltori per la tutela del patrimonio agroambientale, ammetto che leggere qua e là pochi riferimenti al futuro delle politiche agricole del Veneto mi ha un po' preoccupata: è troppo generico e, scritto anche da un Presidente che è stato ex Ministro di questo settore, non ci si può accontentare di dirci a noi giovani agricoltori che dobbiamo puntare sul ricambio generazionale e sulla formazione, senza dirci che cosa vorrà fare del chilometro zero, senza raccontarci come vorrà promuovere il rapporto fra imprese, tra servizi e consumatori locali con i nostri prodotti realizzati a chilometro zero.
Ma come pensa di guidare noi agricoltori nell'evoluzione ecologica delle nostre imprese citate all'interno di questo documento giustamente, senza però parlarci di ciò che più preoccupa costantemente tantissimi, anzi tutti gli agricoltori e allevatori del Veneto, cioè la fauna selvatica dalla montagna alla pianura? E non parlo di lupo soltanto, ma parlo di cinghiali, parlo di tutti quegli animali che creano delle difficoltà nella gestione del patrimonio agro-zootecnico e, di conseguenza, esige una progettazione chiara, senza parlare dei rischi che viviamo quotidianamente a causa dell'emergenza climatica che con siccità e piogge battenti mette a durissima prova non soltanto chi sceglie l'ottica del biodinamico, del biologico, ma mette in difficoltà apicoltori, produttori, allevatori in generale nel duro rapporto con il doveroso percorso di riduzione dell'utilizzo dei prodotti fitosanitari, verso l'agricoltura di precisione, connubio tra innovazione e tradizione che doveva essere trattato in questo documento al paragrafo 4.8, nel capitolo 4.8 ma il capitolo 4.8 non c'è.
Ora, bene che si citino i milioni che la Regione ha messo a disposizione per la sostenibilità, ma si specifichi che questi 100 milioni citati non sono fondi della Regione del Veneto – magari in bilancio fossero stanziati! – ma sono fondi del Piano di sviluppo rurale non del tutto destinati, tra l'altro, alla questione della sostenibilità, ma rispetto al ricambio generazionale ed investimenti di vario genere e per questo lo preciserei anche per rispetto del mondo del biologico che in questa Regione necessita di avere una maggiore chiarezza, una maggiore capacità progettuale e realmente condivisa e concertata all'interno della Commissione Terza.
Attenzione, un punto fondamentale su questo aspetto, rispetto all'utilizzo dei fondi, è il tema della sburocratizzazione: vi è un passaggio in questo testo che parla proprio del superamento dei bandi e delle circolari, controllando a posteriori i beneficiari. Attenzione, perché questo è un tema su cui bisognerà discutere chiaramente, essere chiari, Assessore. Il controllo a posteriori ‒ vedi tema 600 euro ‒ molto spesso può venire anche in contrasto con il nostro bene, l'utilizzo dei fondi, che sono della collettività, non di Zaia.
Altri aspetti li dovremo affrontare sul tema delle politiche giovanili perché questi progetti di legge presentati anche oggi non vengano a cadere, come è successo in passato. Sono contenta che si parli di autonomia abitativa perché vuol dire che è servito il lavoro di questi anni di sollecitazione. Bisognerà parlare, naturalmente, dell'assistenza sociale e del sostegno sociale alle famiglie, ma ascoltando realmente le famiglie, che in questi anni hanno sollecitato la Regione e molto spesso non hanno ricevuto risposta.
Intanto, vi ringrazio. Alla prossima.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL

Gentile Presidente, gentili Assessori e Assessore, Consiglieri e Consigliere, prima di tutto volevo congratularmi per la nomina di tutti, per le elezioni anche dei nuovi colleghi con cui lavorerò in questo Consiglio regionale. Non a caso ho usato la duplice accezione, femminile e maschile perché volevo iniziare questo discorso con un primo intervento, visto che parliamo molto – e anche nel documento l'abbiamo scritto – del fatto che siamo il Consiglio regionale con, finalmente, una grande quota femminile eletta e di presenza. Penso che il tema in questo documento non sia affrontato in maniera abbastanza specifica.
Da ricercatrice e da docente all'università ho letto questo documento con grande interesse, prendendo degli appunti, guardando i singoli punti di questo documento. Ebbene, mi aspettavo che dopo dieci anni di governo, oltre alla parte dell'analisi, ci sarebbe stata anche la parte di proposta puntuale, soprattutto su alcuni dei settori che ritengo, e anche Il Veneto che vogliamo ritiene, siano quelli ‒ diciamo così ‒ irrinunciabili per portare questa Regione ad andare verso un obiettivo, che credo sia di tutti, cioè quello dell'inclusione, della piena parità rispetto alla questione femminile.
Non so se avete letto il rapporto della Caritas di qualche settimana fa, che è molto molto preoccupante, con i dati sulla povertà, di cui ha parlato anche il presidente Zaia. Ma in realtà in questo documento manca anche una parte specifica rispetto al tema della povertà: l'identikit della persona che è più colpita è la donna che ha quarant'anni, che ha dei figli a carico e che ha dei contratti di tipo precario. L'anno scorso sono state queste le persone che hanno acceduto per la prima volta ai servizi della Caritas, ai servizi territoriali, mentre gli anni precedenti questo non accadeva.
Un altro punto critico del documento è quello di sostenere che, sostanzialmente, questo documento poteva essere scritto "tot" mesi prima del Covid e letto oggi: diciamo che i riferimenti al Covid sono troppo pochi, sono 38 in tutte le pagine, quando in realtà noi dovremmo avere avuto un documento che parlava di come questa Regione deve svoltare in un'epoca di profonda crisi, che colpisce soprattutto alcuni settori e fasce della nostra società, le donne per prime.
Un altro tema importantissimo, all'interno sempre della questione femminile, è un tema che potrebbe portare quelle 37.000 neomamme che l'anno scorso hanno dovuto scegliere in questa Regione tra...

PRESIDENTE

Se il collega Formaggio vuol discutere di altri temi, può uscire.
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL

La ringrazio, perché parlare con la voce sotto non è facile e penso anche che sia un contributo di tutti quello di ascoltarci reciprocamente, visto che anch'io ho ascoltato quello che è stato detto prima.
Un altro tema interessante, secondo me, su cui questa Regione deve puntare per fare una svolta che non ha mai fatto, è quello di dare alle 37.000 neomamme che l'anno scorso hanno dovuto scegliere tra il lavoro e la cura dei figli, l'opportunità di non dover scegliere tra il lavoro, la carriera e la cura della propria famiglia. Come si può fare? Questo non c'è nel documento programmatico ed è molto grave.
Noi dobbiamo abbassare la tassa degli asili nido perché siamo l'undicesima Regione per accesso agli asili nido, l'ultima tra le Regioni del nord, ma dobbiamo far vedere che questa Regione per stare al passo con i tempi, non può essere l'ultima del nord Italia per accesso agli asili nido. Siamo una Regione dove le famiglie sostengono il 70% delle rette degli asili nido, mentre la Regione Veneto copre il 30%. Noi dobbiamo arrivare al fatto che le rette degli asili pubblici siano gratuite per tutte le famiglie del Veneto, come sta facendo l'Emilia-Romagna e anche questa Regione deve andare in questa direzione, ma questo manca nel documento programmatico. Quindi, da donna che rientra in quella categoria delle quarantenni che sono a rischio di povertà perché ha un contratto precario, penso che dovremmo pensare in questo momento a dare una risposta alla conciliazione tra vita lavorativa e famiglia per le donne di questa Regione.
Faccio una proposta a tutte le Consigliere donne che sono sedute in quest'Aula e anche alle Assessore, indipendentemente dalle forze politiche a cui appartengono, di lavorare in maniera trasversale su questo tema, tutte insieme, come ha fatto anche il Parlamento, perché è ora di iniziare a pensare che la questione femminile non ha un colore politico.
Altra proposta che, secondo me, è interessante è quella di pensare che all'interno di questo documento programmatico – che abbiamo capito che non si vota oggi, ma credo che sia importante anche che tutti noi abbiamo l'opportunità di dire come lo avremmo voluto vedere diverso, perché siamo appunto all'opposizione di questa Regione – un tema fondamentale è quello di dire che in questa Regione serve un osservatorio per la parità di salario. Non abbiamo un osservatorio fatto con le categorie economiche, con quelle datoriali, con i sindacati, che vada a vedere cosa succede nelle aziende private, ma anche pubbliche, e anche probabilmente nella Regione, vedere come e se alle donne è garantita la stessa possibilità di fare carriera conciliandola con la cura dei figli. Il dato nazionale è che le donne al 50% non scelgono il part-time in maniera libera, lo scelgono perché sono costrette a farlo per stare a casa con i propri figli, quindi questa Regione ha l'opportunità di svoltare in un sistema di welfare che le permetta davvero di conciliare vita lavorativa e vita familiare.
Il secondo punto su cui volevo portare la vostra attenzione è una politica attenta ai territori, perché tante volte nel documento viene citata, ma credo, da padovana che in realtà lavora a Venezia ma è nata a Motta di Livenza in provincia di Treviso, che quest'Aula deve pensare che non ci sono potentati locali dove ogni singolo Consigliere, che ha preso le sue preferenze, lavora, ma noi dobbiamo pensare ad un lavoro collettivo che ci permetta di dire dove e soprattutto in quali territori questa Regione deve lavorare meglio.
Faccio l'esempio di Padova: nel documento noi non abbiamo visto un riferimento al termalismo, al turismo dei Colli e delle aree termali, ma credo che voi sappiate che la legge che definisce l'uso delle acque termali è vecchia (1980) e ha bisogno di una revisione, ma che questa revisione deve essere fatta solo in compartecipazione con tutti gli attori che questa risorsa importantissima per quell'area utilizzano, deve essere fatta in maniera partecipata e deve essere fatta per usare quell'acqua in maniera utile sia per il termalismo, sia anche per la parte energetica soprattutto degli edifici pubblici e privati. Perché lo dico? Perché non so se lo sapete, ma ogni giorno nell'area dei Colli vengono sprecati 44 milioni di litri d'acqua a 30 gradi perché noi non sappiamo usare quello che di quell'acqua è una potenzialità, quella energetica, che può essere conciliata con quella sanitaria.
Allora la legge che deve essere rivista va rivista, secondo me, in questo senso. Parlo del Covid, faccio un appunto di qualche minuto, ma penso sia molto in questo momento anzi urgente, ma parlo delle questioni trasversali al Covid, cioè quelle cose che abbiamo visto non essere state messe a posto per tempo anche da questa Regione che si poteva preparare prima, come il trasporto pubblico. Sono arrivati i soldi del trasporto pubblico aggiuntivi solo dieci giorni fa alle aziende del trasporto pubblico, le aziende hanno faticato a mettere le corse aggiuntive, ci siamo trovati nelle città con gli autobus che venivano a essere più pieni di quello che doveva succedere. Questo ritardo non può essere non discusso anche pubblicamente, perché credo sia importante sostenere che il trasporto pubblico va potenziato non solo in emergenza Covid, ma anche in futuro e su questo c'è da fare un lavoro molto importante.
L'altro tema è quello della casa, un altro elemento trasversale che abbiamo visto, in epoca di emergenza, come ha colpito alcuni e non altri, a seconda della casa che avevano. Se dobbiamo guardare alla questione sociale, che secondo me oggi è il faro che ci deve guidare, perché entreremo in un momento di crisi epocale, noi dobbiamo lavorare a un piano per la casa pubblica. Anche questo manca nel documento. La Regione Emilia ‒ la cito come esempio perché è una Regione che conosco, anche per questioni lavorative, e conosco i documenti ‒ ha messo 21 milioni di euro per un piano sulla casa pubblica per ristrutturare tutte le case di proprietà pubblica non ancora utilizzate che, invece, vengono messe a posto, dando dei fondi ai Comuni. Questo manca nel documento. E ci troveremo in una fase di emergenza abitativa post-Covid, con le persone che non hanno un lavoro, a cui noi dovremo saper rispondere.
Chiudo con due punti. Uno si lega alla questione sanità. Ho saputo oggi che si sta lavorando e succederà che lavoreremo su una legge, sulla riforma delle IPAB. Dipende da che riforma sarà, perché stanno arrivando delle vertenze grosse da parte di operatori che lavorano nelle IPAB, come la Buon Pastore a Venezia, come a Papozze l'Opera Pia Bottoni, la cui gestione sta scaricando sui lavoratori, ma anche sulla qualità dei servizi, i costi della gestione di gare al massimo ribasso. Questa cosa qui deve finire: nel momento in cui ci sono degli utenti nelle IPAB i cui servizi non vengono garantiti con qualità e ai lavoratori viene chiesto di non essere pagati le notti, ritenendole passive, noi ci troviamo di fronte a una situazione in cui chi pagherà sono le famiglie che hanno le persone dentro le strutture gestite in questa maniera. La riforma deve essere fatta in una modalità che permetta maggiore qualità del servizio e un'adeguata tutela dei diritti dei lavoratori, che ‒ credetemi ‒ sono spesso non guardati anche dalle parti sociali e dai sindacati, ma sono i nuovi schiavi di questa epoca, quelli che lavorano nelle cooperative sociali. Noi pensiamo che qui si debba fare un lavoro fondamentale.
L'ultimo è un settore per me essenziale e importantissimo, e guardo anche l'assessore Corazzari, a cui chiedo davvero di prendere su questo un impegno importante: i lavoratori della cultura. Dico "lavoratori", perché i lavoratori della cultura sono persone che lavorano, producono il 10% del PIL di questa Regione, quando a livello nazionale il settore produce solo il 6%.
Ci troviamo di fronte ad un comparto economico – così va chiamato – che entra in una crisi, ma ci è già entrato, perderà il lavoro, non potrà più lavorare e noi non possiamo gestire il settore cultura come è stato fatto in epoca pre-Covid: noi abbiamo di fronte un'emergenza che ci deve imporre di lavorare in un'altra maniera.
Propongo che i bandi devono essere pluriennali e all'interno di un Fondo unico per la cultura che permetta agli operatori e ai lavoratori della cultura di avere davanti una programmazione almeno triennale, perché si troveranno, invece, ad avere delle serie di difficoltà che devono essere, appunto, programmate per tempo.
L'altro tema è quello del lavoro, l'ammortizzatore sociale che già dallo Stato in qualche modo arriverà in aggiunta agli aiuti che sono già stati dati nei mesi precedenti: non possiamo permetterci di perdere persone che sono dentro un settore, ripeto, produttivo importantissimo per questa regione.
Terzo: la partecipazione di questi attori. Noi ci troviamo di fronte agli operatori culturali che io ho coinvolto, ad esempio, in un percorso partecipativo che ne ha coinvolti più di 300 nei mesi scorsi durante l'epoca Covid e quello che mi è stato detto e riportato è il fatto che non c'è nessun reale meccanismo di inclusione e partecipazione, se non per quelli che si associano a delle organizzazioni che diventano le rappresentanti presso le Istituzioni regionali. Questa Regione ha un comparto di piccoli operatori culturali, teatri indipendenti, locali che producono musica dal vivo di un livello altissimo che noi, come Regione, dobbiamo sostenere in maniera forte e non possiamo permetterci di perderli per strada. Non possiamo nemmeno permetterci che, invece, grandi player gestiscano in subappalto i fondi e che in qualche caso siano anche poi gli enti che controllano la distribuzione di questi fondi. Questa cosa non va bene e va fermata.
Ultimo – è sempre l'ultimo, ma questo sarà davvero l'ultimo – punto è il tema della scuola, che viene citato nel documento. Dobbiamo arrivare a pensare che pagare i soldi per le famiglie per permettere ai loro figli di andare a scuola sarà sempre più difficile: lo sappiamo e non ci dobbiamo nascondere di fronte a questo. Il diritto allo studio viene garantito se si abbassa la tassa regionale per il diritto allo studio, fino possibilmente al suo annullamento, e se vengono tolti tutti quei costi che gravano sulle famiglie, come il trasporto pubblico. Di qui il biglietto unico per il trasporto pubblico, che può e deve essere gratuito, come farà la Regione Emilia Romagna per le persone sotto i 18 anni: questo vuol dire che sono cose che vengono fatte nella Regione qui dietro, tra l'altro la Regione che sta accogliendo tutti i nostri ragazzi che escono, emigrano e non vanno solo all'estero, ma vanno soprattutto lì. Dobbiamo pensare anche che una Regione diventa più attrattiva se noi le permettiamo di avere più persone che accedono al diritto all'istruzione, che accedono all'università e credo che noi abbiamo il compito di andare nella direzione di togliere costi alle famiglie in maniera forte e in maniera determinata.
Siamo a Venezia, e un punto su questo bisogna dirlo: Venezia è una città che va tutelata in maniera forte rispetto al turismo e infatti nel documento – l'ho letto in maniera attenta – parliamo appunto di un turismo da influencing, invece penso che in questa Regione noi dobbiamo lavorare per fare in modo che una città come Venezia venga tutelata anche nella possibilità di avere un turismo che è accessibile, ma allo stesso tempo permette ai suoi residenti di vivere in maniera felice, cosa che appunto negli anni precedenti non è stata fatta e un'attenzione deve essere data. Vi ringrazio.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS

Grazie, Presidente.
Un saluto a tutti i colleghi, al Presidente un ringraziamento, alle colleghe e un buon lavoro a tutti quanti noi.
Lei, Presidente, ha iniziato l'elenco dei progetti di legge con un progetto di legge che chiaramente andrà visionato per poterlo giudicare, in cui parlava di semplificazione, ma credo che sicuramente la semplificazione, come la sburocratizzazione, sia un elemento a noi molto caro e più volte sollecitato anche dal mondo sociale ed economico. Questo, però, deve andare di pari passo – perché lo scrive anche nel programma più volte – con la questione della partecipazione e infatti più volte nel programma si ripete: partecipazione degli operatori e ascolto degli operatori.
Dobbiamo comunque produrre progetti di legge che sono già stati visionati e partecipati da chi sta fuori e io aggiungo una partecipazione, come qualche collega ha già detto, chiara anche da chi sta dentro e quindi un coinvolgimento sempre più continuativo anche all'interno delle Commissioni. Parlo di partecipazione perché, se vogliamo veramente cogliere quella sfida culturale, che purtroppo ci è capitata tra capo e collo, che il Covid in qualche modo ci ha imposto o comunque ha accelerato – non ha fatto solo questo, purtroppo, ma questo comunque è un elemento che è incontrovertibile – è necessaria un'alleanza forte tra società, Istituzioni ed economia.
Questo comporta uno scatto sia di velocità, sia di capacità da parte nostra perché è chiaro che il sistema delle audizioni, così come lo abbiamo visto e così come lo abbiamo vissuto, non è forse il sistema migliore o sempre migliore per riuscire a produrre progetti di legge e risultati velocemente. Credo che, se vogliamo accettare la sfida culturale di un Veneto che continui a parlare di autonomia, sia ora che anche il Veneto dimostri di interpretare con sempre più forza quella che prima è stata in parte citata, che è la sfida dell'internazionalizzazione, una sfida culturale che dovrebbe vedere il Veneto propositore di quelli che non sono solo l'accettazione dei fondi indiretti, di cui ha parlato bene prima il presidente Zaia, ma quelli che sono anche tutti i fondi diretti, e parlo soprattutto della ricerca, su cui dopo torno. Parlo del fatto che l'internazionalizzazione può essere la capacità, nel momento in cui andiamo a parlare, per esempio, come prima è stato citato dal Presidente, delle sfide del recovery fund, con delle progettualità che possono interpretare questa direzione.
Per quanto riguarda il turismo, c'è uno strumento che il recovery fund ha già avviato, che è l'innovazione sul turismo, che va proprio nella direzione dell'industrializzazione della ricerca, che dovrebbe proprio avvicinare quello che è il mondo produttivo con il mondo universitario. Qui è chiaro che la linea della Regione, l'investimento della Regione Veneto, e anche dell'Italia, ma della Regione Veneto, se vuole essere motore trainante anche delle imprese, deve essere maggiore: deve esserci un accompagnamento e un confronto continuo, richiesto più volte, con il mondo universitario e con l'internazionalizzazione del mondo universitario.
Prima la collega Ostanel ha citato la questione di trattenere i giovani all'interno della Regione Veneto, perché noi siamo, tra le Regioni del nord, quelli che hanno un gap maggiore tra entrate e uscite. Bene, per l'attrazione della Regione Veneto sono sicuramente importanti le proposte che abbiamo sentito, come le proposte che vengono dal mondo sindacale e universitario, che sono quelle di abbassare le soglie ISEE, di aumentare le borse di studio, di agevolare anche chi risiede fuori sede all'interno per frequentare l'università, ma è anche importante che questa Regione diventi sempre più attrattiva da un punto di vista industriale. È per questo che diventa centrale anche il rapporto di internazionalizzazione universitario e non è solo una questione produttiva, né politica, ma diventa una questione fondamentale per lo sviluppo di questo territorio e diventa fondamentale quando noi diciamo che avvieremo con Veneto Sviluppo delle misure di accompagnamento delle imprese, che non può non passare per un'intercettazione non solo dei fondi, ma dei processi di internazionalizzazione dei progetti che guardano quello che prima citava il collega Lorenzoni per quanto riguarda le energie.
Il mondo produttivo è già pronto, ma se noi ci facciamo schiacciare dal mondo produttivo tedesco, allora continueremo a subire determinati processi e su questo la Regione può fare molto e deve fare molto: è qui che noi dimostriamo se siamo in grado di mettere insieme il processo di partecipazione con il processo di semplificazione.
Sui bandi indiretti dico che forse bisogna migliorare anche il sistema di monitoraggio, nel senso che va benissimo usare tutti i fondi, però bisogna forse essere un po' più puntuali nel capire, quando facciamo i bandi, se poi esattamente quei bandi vanno a buon fine in termini di obiettivi che il bando si poneva.
Faccio solo un accenno, perché lo conosco magari meglio di altri, al bando dei distretti del commercio, che è sicuramente un bando positivo, è sicuramente un bando che ha permesso a molte Amministrazioni di portare a casa denaro per rendere più belle le proprie città, ma tra bello e maggiormente attrattivo c'è un gap. Allora, anche su quel bando io mi auguro ci sia una riflessione su come rimettere insieme il pubblico e il privato e sul fatto che ogni investimento che viene fatto all'interno di una città deve produrre o occupazione o benessere o bellezza: non può essere che una Amministrazione pubblica non faccia con costanza un monitoraggio su questi elementi che io ho messo adesso come tre principi, ma che possono anche variare e sui quali, chiaramente, deve esserci un processo di riflessione e di analisi puntuale.
Lo dico perché è attraverso le collaborazioni internazionali che noi, insieme ad altre Regioni, possiamo comunque produrre ricchezza. Lo dico perché è il mondo del terziario, che occupa il 54% del PIL in Veneto, che più volte ce lo sollecita, proponendo quello che è stato accolto, che è l'Osservatorio della sburocratizzazione, perché era una proposta mi pare di Confcommercio che è stata accolta all'interno del programma giustamente, ma ce lo propongono mettendo proprio al centro turismo, bellezza e rispetto del territorio. O dimostrate che siete in grado di portarlo a casa e quindi abbattete quello che è il consumo di suolo e quello che è il livello di inquinamento atmosferico oppure i primi ad essere delusi dalla Regione Veneto saremo noi. Mi riferisco a quel mondo economico che ha sicuramente votato in gran parte probabilmente per questo Presidente e per questa Giunta, perché i dati lo dicono, ma anche un mondo economico che mette un altolà, giustamente, perché la politica o è a servizio di chi la vota oppure alla politica è giusto che, a un certo punto, venga messo anche l'altolà.
Per quanto riguarda la parte di consumo di suolo che è stata già ben citata più volte, c'è un problema – l'abbiamo anche detto – e abbiamo anche iniziato un percorso nel mandato precedente, che è tutta quella che è la programmazione della grande distribuzione: noi non possiamo più subire la programmazione della grande distribuzione, non possiamo più subire i processi di e-commerce, ma dobbiamo iniziare di nuovo, perché questo svaluta il territorio. Se io inserisco una GDO, che non so per quanti anni durerà perché comunque ci sono stati dei processi di grandi centri commerciali di chiusura e sempre più forti sono questi processi, nel momento in cui chiude, oltre a non aver garantito occupazione e ad aver lasciato a casa centinaia o migliaia di persone, ho anche dato un processo di svalutazione del patrimonio del territorio in cui ho inserito quello stabile.
Il tema del consumo di suolo, essendo già stato citato prima, lo lascio per ultimo, non per importanza, ma solo come tipo di ragionamento e, quindi, da qui mi collego al fatto che abbiamo, sicuramente, fatto delle leggi che hanno fatto dei passi in avanti, ma sono delle incompiute perché, nel momento in cui parliamo di Veneto Parco e non inseriamo quello che ho detto prima e non mettiamo a sistema realmente quello che è il sistema del trasporto col sistema del turismo, è inutile che parliamo di destagionalizzazione perché non poniamo le condizioni proprio di funzionamento, di spostamento di quello che dovrebbe essere il soggetto che in qualche modo va in giro a visitare il Veneto anche nel periodo che non è proprio quello stagionale. Su questo poi mi ricollego al fatto che, se noi vogliamo un Veneto parco, probabilmente dobbiamo cominciare ad avere, sempre in quel principio di partecipazione, uno schema diverso di modo di legiferare.
Ci sono all'interno dello Statuto, del Regolamento della Regione Veneto, dello Statuto, dei riconoscimenti speciali ad alcuni territori, le cosiddette aree omogenee: io credo che quel processo di legiferazione sulle aree omogenee debba cominciare a diventare un processo di legiferazione unito alla questione di Veneto parco complessivo di tutte le aree della Regione Veneto, anche per le questioni che prima si citavano per quanto riguarda, per esempio, il turismo termale. Lo dico perché credo che questo sia un modo per razionalizzare e per pianificare meglio quelli che sono anche gli interventi anche commerciali e perché credo sia un modo più rispettoso anche nei confronti degli amministratori locali, che si potrebbero vedere protagonisti effettivi di una pianificazione e di quelli che possono essere poi dei fondi per fare degli investimenti e da parte dell'Amministrazione regionale una maggiore possibilità di controllo e di destinazione di fondi non a pioggia, ma destinati ad obiettivi.
Poi cerco di velocizzare su alcuni elementi che ci sono all'interno del programma. Si parla giustamente di scuola, di istituti tecnici superiori, del fatto che bisogna dare maggiore spazio al mondo scientifico, di legalità, di cyberbullismo, che è stato citato anche dal Presidente e su questo faccio un piccolo appunto: sempre nell'oggettività di dire di rendere il Veneto più attrattivo, è una questione per quanto riguarda la legalità di un maggiore impegno di spesa; l'abbiamo richiesto più volte, per far funzionare quelli che sono anche degli organismi che esistono e che sono previsti all'interno del nostro Statuto, l'altro però è anche una programmazione che deve diventare sempre almeno triennale perché altrimenti tutto ciò che viene proposto decade magari in eventi anche importanti, di grande impatto comunicativo ed emotivo, ma che lasciano poca traccia su un impatto di natura culturale e formativa.
L'altro passaggio che voglio fare per avviarmi verso la chiusura è collegato all'accessibilità, ma connesso a quello che sta succedendo anche con il Covid; prima ho detto alcune cose e aggiungo che con il Covid sono anche esplose alcune emergenze. Prima, giustamente, veniva citata la questione femminile, veniva citata la questione della povertà, ma io aggiungo che c'è un impegno che noi dobbiamo prendere, se vogliamo il Veneto attrattivo e rendere, quindi, tutti nelle stesse condizioni per girare il Veneto, per potersi muovere oltre il Veneto, per poter stare bene, per vivere con un minimo di dignità, che è quello, chiaramente, della disabilità e della disabilità psichica.
Io spero che nel presentarsi con la Quinta Commissione ci possa essere un percorso non solo di informativa, come quello che abbiamo visto oggi, concentrato su alcune parti che riguardano la problematica Covid, ma una riflessione più profonda su tutto quello che sta succedendo nelle famiglie, che non hanno trovato sempre, purtroppo, anche per il lockdown, un sostegno per quanto riguarda proprio i pesi che subisce chi ha all'interno delle proprie famiglie cari con disabilità e soprattutto con disabilità psichica, che sono di vari livelli. Sull'autismo è stato fatto anche un manifesto, che credo possa essere ridiscusso, che va proprio imperniato anche nella situazione che stiamo vivendo.
Aggiungo sulla situazione Covid altri due aspetti che mi auguro possano essere approfonditi, perché abbiamo dimostrato alcune debolezze: una è la questione delle case di riposo, affinché si possa portare avanti comunque anche il lavoro precedente in cui andiamo ad analizzare realmente cosa è successo e cosa sta succedendo. È bene che si facciano maggiori tamponi, però ho letto prima, sul giornale "L'Amico del Popolo" che, mi pare a Ponte nelle Alpi, tre quarti degli ospiti sono malati e metà personale è malato. È una situazione ancora in fortissima fibrillazione, per ci la riforma è importante. È chiaro – ha ragione la collega – che dobbiamo leggerla prima di esprimere un giudizio, però a questo, probabilmente, va accompagnato anche un presidio sempre più costante su questo e su tutto quello che è il settore prevenzione.
Chiudo su altri due punti, di cui uno riguarda sempre il Covid e non: l'Emilia-Romagna ha preso una linea per il potenziamento delle linee di trasporto pubblico locale e ha fatto alcune scelte per potenziare il numero di autobus. Mi auguro ci possa essere uno stesso processo di confronto con le aziende per poterlo portare avanti e non solo su questo. Più volte viene citata all'interno del documento la questione dei costi standard, che credo sia fondamentale e importante, soprattutto nel processo, che si sta portando avanti con il ministro Boccia, dell'autonomia: penso che sia, come è stato previsto nel Piano del trasporto pubblico locale, prioritaria e immediata la revisione della legge n. 25, proprio per andare in quella direzione e in una direzione che guardi ai reali fabbisogni anche della gomma, perché abbiamo parlato del ferro, ma non abbiamo parlato della gomma – ne parlerà poi qualche altro collega successivamente – sulla quale vorrei un punto di riflessione un po' più puntuale.
Chiudo dicendo che prima giustamente il collega Lorenzoni faceva riferimento alle risorse europee del MES e del recovery fund. Il MES è chiaro che è una situazione spinosa, che ha creato contraddizioni all'interno sia della maggioranza che della minoranza, però sta a noi usare gli strumenti finanziari in modo adeguato: non si creano debiti nel momento in cui, come ha detto il Presidente, si creano processi di investimento sui quali abbiamo già chiaro quali sono le ricadute sociali e occupazionali, si creano debiti nel momento in cui si sta fermi. Allora, io mi auguro che da questa Regione, che tanto vuole l'autonomia, ci sia uno scatto proprio di orgoglio nell'andare a richiedere dove noi vorremmo investire questo denaro, perché il denaro esiste e, per scontri politici e partitici, per me è inaccettabile perdere anche un euro nel momento in cui c'è un livello di povertà come quello che abbiamo sentito prima dalla collega Ostanel.
Chiudo facendo un'altra proposta, unendomi alla collega Ostanel, che è quella di riprendere il progetto di legge che era stato presentato in Sesta Commissione sul bilancio di genere proprio nella direzione che la collega ha indicato prima.
Vi ringrazio e auguro a tutti buon lavoro.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN

Oggi in questa seduta c'è stata l'illustrazione del programma del presidente Zaia 2020-2025, ai sensi del Regolamento e, trattandosi di un programma di governo appunto 2020-2025, nell'averlo già spogliato e studiato, devo ammettere che in linea di principio i contenuti delle linee programmatiche tracciate dal presidente Zaia ci trovano concordi nelle intenzioni mostrate. È veramente una bella sfida che il Movimento 5 Stelle raccoglie con entusiasmo anche dai banchi dell'opposizione, ma sempre con spirito costruttivo e collaborativo: accingersi a costruire e a sostenere una serie di misure pensate, infine, per il benessere dei cittadini di tutto il Veneto.
Per richiamare i capitoli del programma, anche il Movimento 5 Stelle vuole un Veneto autonomo, vincente, eccellente, attraente, sostenibile, connesso e in salute. Se proprio una critica può essere mossa alle buone intenzioni, dal nostro punto di vista, nell'assunto che il risultato non cambi, noi certamente modificheremmo l'ordine dei fattori, mettendo l'uomo al centro, al primo posto, partendo dal suo benessere e poi arrivando a migliorare ciò che lo circonda e, quindi, innanzitutto ben venga un Veneto in salute, un Veneto sostenibile e un Veneto connesso e poi anche un Veneto autonomo, eccellente, vincente e attraente.
Per rimanere come primo punto sulla salute, riprendo quella che è la massima sapientemente riportata nel programma di Arthur Schopenhauer: "La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente", quindi sia benvenuto, quale indispensabile premessa alla nostra azione politica, un Veneto in salute. Condividiamo l'azione politica volta – e qui votiamo i concetti espressi dal Presidente – ad una sanità oltre che a chilometri zero, anche per l'abbattimento delle liste d'attesa, così come la volontà di continuare ad investire in sanità e in ricerca scientifica, a un sistema sanitario della nostra Regione che si basi su un modello di tipo socio-sanitario, in cui la componente assistenziale territoriale assume una rilevanza vitale per l'intero insieme. Ciò risulta consono a garantire un'adeguata assistenza alle persone che non dovranno mai essere lasciate sole, ma richiede un nuovo sistema di long term care, termine anglosassone in cui si comprendono tutti gli interventi di natura sanitaria o assistenziale a favore delle persone anziane o disabili non autosufficienti.
Nel contesto sanitario l'emergenza Covid ci ha insegnato che in ogni momento è sempre indispensabile farsi trovare preparati al peggio perché l'impreparazione può provocare danni inimmaginabili alle persone: il sistema sanitario deve essere in grado di resistere ad una potenza d'urto formidabile, mettendo in campo mezzi e personale in quantità adeguate. Perciò occorre tener presente che gli ospedali sono un punto di riferimento per il cittadino e, affinché continuino ad esserlo, devono rimanere vicini ai cittadini dei territori più svantaggiati, in primis le zone di montagna e le isole.
Centralizzare gli ospedali significa discriminare tra cittadini con servizi migliori e cittadini con servizi inadeguati, partendo dal presupposto che le tasse le paghiamo tutti in egual misura; anche per questo la nostra particolare attenzione va al mondo della disabilità e mi fa piacere averlo sentito da più voci in quest'Aula oggi verso chi in questo periodo ha sofferto maggiormente: agli anziani e alle famiglie più in difficoltà. Abbiamo ascoltato le storie di chi vive ogni giorno enormi ingiustizie, dalla scarsità di strutture specifiche per autistici, ad esempio, le cui famiglie sono costrette a sobbarcarsi dei maggiori costi per il benessere e le cure dei loro figli senza aiuti da chi è maggiormente attrezzato per fornire loro assistenza, familiari che devono provvedere ai bisogni di chi vive in casa con loro per insufficienza di posti nelle strutture ospitanti e così tanti si trovano ad assistere genitori, nonni, parenti, improvvisandosi assistenti sanitari. La vera sfida è quella di assicurare ad ogni cittadino veneto un'assistenza il più possibile continuativa e onnicomprensiva.
Un altro punto per me molto importante è: Veneto sostenibile, carbon free e plastic free. Queste parole sono musica e già in tempi non sospetti avevo depositato un progetto di legge sulla riduzione della plastica monouso e sull'incentivazione delle rivendite di prodotti alla spina, progetti mai approdati alla discussione; la stessa sorte è toccata anche ad un progetto di legge sulle colonnine di ricarica per auto elettriche.
Questi concetti appartengono alla nostra visione del mondo, in sintonia con la natura e la salute, però riteniamo che si stia facendo ancora troppo poco per limitare la nostra impronta ecologica, nonostante la consapevolezza delle difficoltà che comporta invertire un sistema consumistico in cui noi siamo nati e cresciuti. Un'azione concreta in questo senso, che si può fare, e subito, è il diniego all'ampliamento dell'impianto di Fusina, progetto contestato da larga parte del territorio veneziano, soprattutto perché significa non voler vedere il problema, nascondere la polvere sotto il tappeto. È arrivato, ora, il momento di rimuovere la polvere, aprire le finestre e finalmente respirare aria pulita.
Altro punto fondamentale riguarda il trasporto pubblico locale capillare, senza distinzioni tra cittadini di serie A e cittadini di serie B. La passata Legislatura verrà ricordata per la fine del progetto dell'SFMR, un progetto nato negli anni Ottanta. Si pensi che il primo protocollo d'intesa tra Regione, Ferrovie dello Stato e Ministero dei Trasporti è stato firmato nel 1988, quando io non ero ancora nata. Questo progetto ambizioso, una cura del ferro che prevedeva di collegare il Veneto e i veneti con interventi quali l'eliminazione dei passaggi a livello, la creazione di nuove stazioni, l'orario cadenzato, eccetera, è stato realizzato, però, solo in minima parte e purtroppo nel 2018 è stato di fatto abbandonato dalla Regione.
Questa nuova Legislatura dovrà, allora, essere dedicata a una nuova sfida per la mobilità pubblica e sostenibile capillare nel territorio regionale, senza distinzioni tra veneti di serie A e veneti di serie B. Ci sono ancora nel nostro Veneto territori mal collegati o del tutto scollegati, dove non ci sono alternative al mezzo privato. Questi territori devono essere connessi al loro interno e al resto della regione: si tratta di un obiettivo ambizioso, che richiede investimenti importanti e coraggiosi. Noi crediamo che questi interventi vadano fatti: li chiediamo con forza e li sosterremo nel corso di questa legislatura.
Un primo passo che si può subito mettere in pratica – e l'ho sentito nominare anche prima – è l'introduzione di un biglietto unico per tutti i mezzi di trasporto all'interno del territorio regionale: si tratta di unificare le tariffe e il sistema di bigliettazione delle oltre trenta aziende del trasporto pubblico locale e ferroviario, in modo tale che ogni viaggiatore possa acquistare, al momento della partenza, un unico titolo di viaggio indipendentemente dal numero di mezzi che dovrà cambiare. È una piccola rivoluzione in grado di rendere la vita più semplice ai nostri pendolari e ai milioni di turisti che ogni anno visitano la nostra regione. Dal 15 luglio scorso, con il voto del Consiglio regionale, il biglietto unico è finalmente entrato a pieno titolo nella programmazione della Regione Veneto all'interno del Piano regionale dei trasporti e riteniamo, altresì, importante che il biglietto unico sia citato come progetto strategico all'interno di questo programma di governo. Ora si tratta, appunto, di realizzarlo.
Ultimo punto, importante, è l'importanza della digitalizzazione come nuova frontiera del lavoro e base di partenza per le imprese. Questa epidemia ha consentito al Paese di premere sull'acceleratore del digitale divenuto oramai un'esigenza imprescindibile per il lavoro, la scuola e le imprese.
Ci siamo scoperti impreparati a cogliere le opportunità, ma la consapevolezza di ciò, siamo convinti, ci darà la spinta per non perdere i treni del futuro. La sfida è quella di eliminare il digital divide, una nuova causa di diseguaglianza sociale o, meglio, come viene riconosciuto anche dai nostri giudici, addirittura un presupposto di danno esistenziale. Inoltre, l'ONU considera internet, in una sua risoluzione, alla stregua di un diritto fondamentale dell'uomo ai sensi dell'articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e del cittadino.
In conclusione, signor Presidente e signori Consiglieri, come Movimento 5 Stelle, senza sottrarci al ruolo di controllo vigile e attento cui deve essere ispirata l'azione del nostro Gruppo di opposizione in questa legislatura, vogliamo innanzitutto essere costruttivi e ottimisti per lavorare al meglio per il benessere di tutti i cittadini veneti e la crescita del Veneto.
Buon lavoro a tutti.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI

Presidente Zaia, Presidente Ciambetti, colleghi, ben ritrovati.
Nel passato mi è capitato di essere presente in quest'Aula altre volte come rappresentante dei Comuni del Veneto ed era un piacere, un onore poter rappresentare le istanze delle Municipalità venete; oggi sono in un'altra veste, con un'altra prospettiva, ma è sempre un onore essere con voi, lavorare insieme a voi, maggioranza e minoranza, per l'interesse dei veneti.
Come Forza Italia faremo la nostra parte perché abbiamo ricevuto un mandato dai veneti, ci impegneremo, lo faremo con lealtà, lo faremo con dignità, Presidente, perché questa dignità deriva da tanti anni di umile amministrazione pubblica sul territorio e dall'esperienza maturata con tanta fatica. Saremo impegnati affianco al Presidente nella battaglia delle battaglie, che è quella per l'autonomia: non a caso Forza Italia ha riprodotto il vocabolo "autonomia" nel logo di presentazione della lista, proprio per dire l'importanza che noi diamo.
E non è vero quello che dice il collega Zanoni che niente è stato fatto, perché proprio oggi c'è un commento del professor Bertolissi su "Il Mattino di Padova" che dice molto bene di cosa noi ora abbiamo bisogno e cioè la tenacia e la perseveranza. Leggo molto brevemente: "Questo esito è stato generato dalla politica dei piccoli ma saldi passi, il Governo Gentiloni ha sottoscritto una pre-intesa, quindi Erika Stefani, Ministro del primo Governo Conte, ha avviato una procedura senza precedenti destinata a coinvolgere l'intero Consiglio dei Ministri. Il ministro Francesco Boccia ha ottenuto dal Governo che il disegno di legge quadro sia inserito fra i collegati alla Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza propedeutico alla legge di bilancio 2021, è un convoglio di essenziale importanza che dà prova di un movimento in atto lento ma tenace ed è la tenacia che conta". Noi saremo tenaci e ci crediamo.
Gli anni che avremo di fronte, le settimane, i mesi non saranno per niente facili, però una cosa ho imparato nel 2010 con il Presidente nella calamità, cioè che i cittadini chiedono due cose: presenza e organizzazione. Allora noi dobbiamo avere presenza ed organizzazione per dare risposta ai cittadini e alle loro necessità e, quindi, siamo vicini al nostro tessuto produttivo, alle nostre imprese, cerchiamo di essere vicini a coloro che più hanno bisogno e lo faremo perché ci crediamo.
Allora noi vogliamo veramente un Veneto che sia autonomo, che sia vincente, che sia eccellente, che sia solidale, che sia forte, che sia connesso, che dia delle risposte. Noi ci siamo, siamo presenti, senza chiacchiere, con i fatti, lavorando, rimboccandoci le maniche.
Buon lavoro, Presidente. Buon lavoro, colleghi.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO

Grazie, Presidente.
Comincerei augurando buon lavoro ai colleghi tutti e augurando buon lavoro a questa nuova Giunta, al presidente Ciambetti e al presidente Zaia. I cittadini veneti vi hanno scelto, vi hanno scelto a gran voce ed è giusto, come sempre, riconoscere il popolo sovrano. Quindi siete lì, governate e noi vi auguriamo buon lavoro. In questa avventura di cinque anni faremo tutto quello che sarà nelle nostre condizioni per essere propositivi quando servirà e duri e intransigenti quando il caso lo richiederà.
Io partirei da alcune considerazioni che, sinceramente, non ho visto molto sviscerate all'interno di quelle che erano le linee programmatiche di questa Giunta e di questo programma di lavoro quinquennale. Partirei da alcuni passaggi proprio sul TPL, sul Trasporto pubblico locale, un tema che più colleghi hanno ripreso all'interno del loro dibattito, un tema che, in qualche modo, tocca tutti noi. Se partiamo dal presupposto che la mobilità è un diritto costituzionale, credo che altrettanto debba essere importante la tutela del Trasporto Pubblico Locale ed il fatto che le risorse al Trasporto pubblico locale mai come in questo periodo vanno necessariamente riviste.
Credo che la grande sfida che ci attende sarà quella di essere all'altezza di riuscire a garantire servizi sicuri ed affidabili anche con le problematiche derivanti da questa pandemia.
I servizi sicuri e affidabili non si garantiscono solamente dando spazio ai privati, laddove possa essere la soluzione più veloce e indolore, ma si fanno anche mettendo maggiori contributi sul Trasporto Pubblico Locale. In questo scenario, una città che merita maggiore attenzione, non perché siamo qui, ma perché è una città che per la sua conformazione di territorio merita maggiore attenzione è proprio Venezia. Perché parto da Venezia? Perché fu proprio la Regione Veneto stessa, a suo tempo, a rimodulare i contributi sul Trasporto Pubblico Locale, penalizzando proprio la Provincia di Venezia, perché quella volta, nello scenario dei ragionamenti messi in campo dall'allora Presidente della Commissione Trasporti, il turismo, con dato oggettivo, riusciva a garantire un finanziamento importante già di suo con la fruizione dei propri servizi alla città di Venezia.
Bene, noi quei ricordi li abbiamo in mente forti e chiari. Io ero qui, non in quest'Aula, ero sotto con i miei colleghi a protestare contro quei tagli, anzi, nemmeno tagli, ridistribuzioni, che sono andate in alcune Province dove, probabilmente, neanche sono stati usati tutti, sicuramente non sono stati usati tutti, a danno di città come Venezia dove il trasporto pubblico diventa fondamentale, perché uno non può partire dalla propria isola a nuoto o decidere di prendere il proprio mezzo.
Oggi, stando alla vostra concezione di quello che è il trasporto, la storia vi mette alla prova, la storia vi lancia una sfida, la storia vi dice che, se quella volta avete detto "c'è il turismo, togliamo", oggi che il turismo non c'è dovete rimettere. Oggi la storia vi dà la grande opportunità di misurare se quel vostro ragionamento era in coerenza, se quel vostro ragionamento era davvero un ragionamento politico che poteva avere senso, per quanto io personalmente non condivida, oppure era un ragionamento politico sotto un altro aspetto, che era quello di portare maggiori risorse da una parte e toglierle dall'altra.
Un'altra grande sfida che ci attende è quella assolutamente di un servizio integrato, di un servizio integrato vero, di un servizio integrato importante tra ferro e gomma e acqua lì dove c'è. In questi anni va riconosciuto che, se nell'ottimismo della volontà e nella propositività di questa Regione c'è di fare un servizio integrato e di agire anche su alcuni scenari come il biglietto unico, è seguito il pessimismo della realtà, perché non si è riusciti ad avere quella linea dura e propositiva nel riuscire a coinvolgere le Amministrazioni locali, spesso titolari dei contratti di servizio, per mettere in campo tutti quegli scenari che avrebbero prodotto non solo il biglietto integrato, ma anche un'integrazione dei servizi importante e fondamentale. Infatti non si può pensare di andare a ritoccare le risorse del Trasporto Pubblico Locale dove ci sono alcuni pezzi della nostra regione che vedono un accavallarsi di linee e di competenze.
Sulle infrastrutture, per quanto ci riguarda, a proposito di CAV, Concessioni Autostradali Venete, pur riconoscendo il ruolo strategico e virtuoso della società autostradale partecipata da ANAS e dalla Regione, visto il considerevole accantonamento degli importi utili di bilancio raggiunto in questi dieci anni da CAV, quale destinazione si vuole dare a queste risorse che sono a disposizione, come per accordi e per legge previsti, delle necessità del territorio? Crediamo sia doverosa, oltre al necessario ammodernamento e alla sicurezza della tratta autostradale, la salvaguardia dei livelli occupazionali e professionali e i livelli di servizio all'utenza pagante che deve essere sempre al centro dell'attenzione: ascoltare le necessità e le richieste dei territori e concludere finalmente gli impegni che si sono presi con i Comuni della Riviera del Brenta, gli impegni che si sono presi con i Comuni del Miranese quando abbiamo realizzato il passante, le opere viarie complementari di Mirano e del Miranese, l'arretramento della barriera di Mestre a Roncoduro tra Mira e Dolo, un ipotetico nuovo casello della Riviera del Brenta tra Dolo e Stra e le dovute opere viabili complementari che attraversano i Comuni e che mettono in una migliore condizione i collegamenti tra la Riviera del Brenta e la Saccisica.
Inoltre importante sarà capire quale futuro avrà l'altra società partecipata che si occupa della grande viabilità della Regione, Veneto Strade, e in quale contesto verrà inserita nel progetto di una grande società che ambisce a gestire le autostrade e le strade regionali venete, così come, cari colleghi – lo dico con particolare passione perché mi tocca personalmente – urla vendetta il fatto che non sia completato il terzo stralcio dell'Arzaron, che è quella strada di collegamento che porta al Polesine, alle spiagge, ai fruitori di quel tipo di servizio turistico e non direttamente in rete con la provincia del Veneziano e diventa uno snodo per tutta l'area della Bassa Padovana, strada realizzata in due dei tre lotti e misteriosamente finanziata, ma le risorse sono state spostate e non più realizzata.
La stessa non è solamente una vicenda del basso Veneziano, ma una vicenda che coinvolge i collegamenti con la Saccisica e la città di Padova e non è solamente un ragionamento che va per decongestionare il traffico, ma un'importante valvola di sfogo soprattutto nei periodi di intensità turistica, per le spiagge di Chioggia a quelle dell'area del Delta del Po, una strada davvero strategica. Si parla tanto di Romea, ma nessuno a volte dice che la vera, l'unica vera alternativa al momento realizzabile può essere il completamento del terzo stralcio dell'Arzaron ed è sicuramente una politica nostra, sicuramente una scelta nostra e non va rimandata a Roma, è una competenza nostra che è stata fatta per due dei suoi tre pezzi.
Ovviamente tutto ciò è in un mosaico un po' più grande che dovrà vedere anche ragionare finalmente su un nuovo tracciato della Romea, che dovrà vederci necessariamente dialogare con la Regione Emilia e diventare degli interlocutori forti con il Governo centrale per riuscire finalmente a capire nel mosaico stradale e viario veneto come collochiamo questo nuovo tracciato della Romea così come la Pedemontana al netto di quelle polemiche che ci possono essere.
Credo che, arrivati a questo punto, la Pedemontana debba necessariamente essere completata e si debbano, in questa fase, derubricare le polemiche e completarla; dopo spetterà alla politica anche andare a fare un dibattito politico e tecnico, laddove sarà richiesto, per capire davvero i costi/benefici e se, per quanto rende, è sostenibile la scelta, però oggi va sicuramente conclusa.
Poco abbiamo sentito sulla portualità, se non spesso demandare ad altri responsabilità, però sicuramente va ricordato che in uno scenario delicato come questo c'è stato uno sciopero pochi giorni fa e un ragionamento sulla portualità va fatto e sicuramente vanno forniti tutti gli strumenti affinché si possa lavorare su una conca di navigazione alternativa a quelle che sono oggi le preoccupazioni di imprese e di lavoratori. Si forniscano tutti i supporti necessari per poterlo fare e ormai l'Autorità portuale è unica, quindi dobbiamo anche cominciare a ragionare su un'Autorità portuale unica che veda anche un dislocamento di quelle che sono le proprie competenze.
Bisogna rendere i porti accessibili, anche usando i fondi che questo Governo ha messo a disposizione, sfruttando anche il Protocollo Fanghi, che pare sia in dirittura d'arrivo e possa finalmente essere una risposta a quesiti che da anni tenevano bloccate alcune partite. Certo, è un capitolo delicato e complesso, per carità, nessuno ha la bacchetta magica, però sulla crocieristica, come diceva prima anche il Governatore, sicuramente qualcosa va fatto.
Per quanto ci riguarda, Marghera non può essere solamente un palliativo in attesa di soluzioni migliori, Marghera può essere anche la soluzione, perché no, noi non possiamo perdere le grandi navi, non possiamo perdere quel pezzo di portualità che genera indotto, economia e posti di lavoro, però dobbiamo cominciare a ragionare su soluzioni definitive, non su palliativi, altrimenti chi viene da noi non verrà più da noi, perché nessuno va a investire su dei terminal dove, nella guerriglia civile delle parti politiche, non si dà certezza a chi viene a investire 30, 40, 50 milioni di euro per fare uno scalo. Fanno prima ad andare a Trieste, fanno prima ad andare in Croazia, se va avanti così. Quindi, l'ipotesi Marghera va valutata seriamente e ‒ perché no? ‒ in vista anche di quel ragionamento dell'Autorità portuale unica, pensare che anche Chioggia può essere un punto d'approdo per le navi di piccolo cabotaggio, sostenibili anche con quello che è l'ambiente circostante.
Sulla sanità credo sia doveroso, in un momento come questo, fare un passaggio importante. Abbiamo costruito una sanità molto improntata sugli ospedali hub e questo va bene sotto l'aspetto dell'alta specialistica e della diagnostica, però il pericolo registrato è il depotenziamento degli ospedali territoriali, che sono quelli dove il cittadino in prima battuta si rivolge. Il pericolo vero è che il cittadino dopo si rivolga verso altre strutture, verso i famosi hub. Mi permetta di incrociare questo discorso con quello che facevo prima: se si decide di fare gli ospedali hub e si decide di creare dei punti di alta specialità, può anche andare bene, però bisogna dire ai cittadini che si devono spostare dagli ospedali spoke a quelli hub, che ci debba essere una linea di collegamento come minimo per portarli. A oggi questo spesso manca. Il vero pericolo, quindi, è che gli hub si intasino e che andiamo a finire su un pendolarismo sanitario, ma credo che una Regione di eccellenza come questa non si possa permettere un pendolarismo sanitario.
La vicenda Covid ha reso in maniera molto evidente che c'è bisogno di strutture territoriali forti ed efficienti e, laddove ci sono stati tagli ai posti letto degli acuti, questa può essere una scelta che deve avere, però, gambe, come era previsto, ma non sempre è risultato nella realtà dei fatti, per quelle strutture intermedie di hospice e ospedali di comunità. Allora sì che il taglio dell'acuto può avere una logica, però, se non ci sono le strutture intermedie, e parlo di un territorio che di due ne ha vista mezza, un grande ragionamento, magari costruttivo, va fatto, mettendoci al tavolo, perché altrimenti, se noi ci fermiamo a metà, possiamo dire che la metà è bella, ma se non la raggiungiamo, siamo sempre a metà dell'opera.
Bisogna anche lavorare sulle liste d'attesa, sui pronto soccorso, con assunzioni reali di tutto quello che è l'indotto sanitario: le liste d'attesa non si abbattono con uscite mediatiche, le liste di attesa si abbattono con fatti veri e concreti.
Un ultimo passaggio va fatto sulla pesca, molto spesso derubricata perché crediamo che sia sempre una competenza dell'Unione Europea, che sia una competenza distrettuale, che sia una competenza ministeriale. Invece, sappiamo benissimo che non è così, perché le acque interne, le acque salmastre, le acque dolci sono competenza della Regione.
Vedo qui l'Assessore che nel Polesine ha anche lavorato su un pezzo dell'importante Carta Ittica: Assessore, la Carta Ittica è importante, dobbiamo portarla in dirittura d'arrivo, perché senza Carta Ittica noi non avremo mai quell'uniformità normativa e gestionale tra tutte le varie province, così come dobbiamo cominciare a capire adesso che i FEAMP sono in dirittura d'arrivo e non ci saranno più. Con i FEAMPA come ci comportiamo? Visto che già le linee guida che dà l'Europa sono abbastanza arzigogolate, vogliamo ancora appesantirle queste linee guida o vogliamo attenerci a quelle europee? Se l'Europa dice che possiamo usare il FEAMPA per comprare un colore, dobbiamo lasciarlo comprare, non dobbiamo aggiungere che deve avere il tappo, deve avere la punta, deve essere gialla o deve essere verde, perché più burocratizziamo, più difficile diventa. Questa è una grande sfida che ci aspetta, Assessore, e credo che tutti insieme possiamo affrontarla e tentare di portarla a casa nel migliore dei modi.
Inoltre, Assessore, una rivisitazione alla legge n. 16 va fatta: aveva tentato di farla Pan nell'ultimo periodo, ma non è andata in porto e urla vendetta una rivisitazione della legge n. 16. Non si può pensare che, se all'interno di un Consorzio un consociato ha problemi, si resti fuori dal bando intero, così come maggiore attenzione va agli aspetti sanitari e delle aree di monitoraggio. Le risposte devono essere puntuali alle imprese. Ci vogliono restrizioni di tempistica, non può essere che, se all'interno di un'area c'è un problema, non si manda a pescare la gente per venti giorni.
Potremmo parlarne, ma concludo dicendo che anche sugli eventi atmosferici dobbiamo fare la nostra parte: non si può cominciare a ragionare ogni volta che la duna viene spostata oppure c'è una duna primitiva e viene tolta tutta perché là viene tolto il prodotto, ma i pescatori portano il pane per le loro famiglie e, quindi, mi auguro che nella visione anche della tutela del litorale costiero ci sia un'attenzione a quella che è la ricomposizione ambientale, dove è vero che bisogna ragionare sul ripascimento delle coste, ma bisogna anche ragionare su quelli che devono essere dei riconoscimenti dati ai pescatori, laddove vanno a salvare il prodotto prima che viene portato via per i ripascimenti su dune primitive e dune anche naturali. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON

Grazie, Presidente.
Intanto inizio anch'io con l'augurare a tutti buon lavoro. Abbiamo cinque anni davanti e credo che l'obiettivo di tutti, maggioranza e opposizione, sia quello di tutelare i cittadini nel miglior modo possibile, di migliorare la loro qualità di vita, sia sotto l'aspetto economico che della salute e da qui parto; parto perché io ho fatto solo l'ultimo anno di mandato, però ho fatto il Sindaco dieci anni, conosco bene il territorio, conosco bene le problematiche della Regione, della Provincia da cui provengo e soprattutto i diritti e i bisogni che hanno alcune persone, soprattutto quelle svantaggiate. Partiamo da lì perché se noi parliamo di eccellenza, dobbiamo pensare che l'eccellenza deve garantire tutti, indipendentemente dal reddito.
A me si rivolgono tantissime persone anche perché di fatto, avendo fatto il Sindaco, spesso magari ti vedono ancora come rappresentanza individuale di quella realtà territoriale di cui spesso hanno bisogno e non sanno a chi rivolgersi e, quindi, ho spesso delle mamme di ragazzini psichiatrici che vengono ricoverate negli ospedali per adulti, non hanno magari la cura terapeutica appropriata, non ancora partita, ho tanti anziani che mi chiamano dicendo che la visita è stata fissata dopo otto mesi dalla prescrizione medica anche se il medico dava 30 giorni o magari delle richieste per quanto riguarda appunto il settore del SerT, della psicologia dove abbiamo visto dei tagli o quantomeno possiamo integrare. Quindi credo che l'eccellenza debba essere sicuramente migliorata per quelli che non hanno la possibilità economica di pagarsi magari la visita medica privata, che vede lo specialista migliore e soprattutto nell'arco di qualche giorno.
Dobbiamo anche aiutare quelle famiglie che hanno gli anziani in casa e che non hanno magari il posto in casa di riposo convenzionato, dobbiamo aiutare quelle famiglie, soprattutto donne, che non hanno la possibilità di seguire da una parte gli anziani, da una parte i figli nello stesso tempo per il lavoro perché non hanno la capacità reddituale familiare di poter sostenere con dignità la propria famiglia.
Abbiamo anche dei medici donne – ne abbiamo anche parlato – che hanno il diritto di poter andare in gravidanza senza mettere in difficoltà i loro colleghi uomini, perché le turnazioni all'interno della sanità sono spesso abbastanza pesanti. Vediamo, soprattutto con il post-Covid, io credo, uno stress da parte dei medici notevole, soprattutto in vista anche della riapertura di questi contagi, questo aumento esponenziale che li vedrà sicuramente in prima linea ancora per qualche mese sicuramente, finché non avremo un vaccino che ci tuteli tutti.
Il nostro lavoro dovrà essere quello di essere punto di riferimento per aumentare prima di tutto quei medici all'interno degli ospedali, dare un servizio di territorio, e per "di territorio" intendo, appunto, la mancanza di psichiatri, di psicologi, di educatori, di OSS, quindi integrare proprio nel numero anche queste persone, dare la possibilità alle famiglie di avere tutti questi servizi, ma soprattutto anche di integrare quella che è la medicina territoriale, che tanto ha dato in questo periodo. Sappiamo che dobbiamo integrarla di circa 300 unità, sappiamo che dobbiamo supportare ancora di più la medicina di gruppo, sappiamo che dobbiamo dare servizi che la gente si aspetta. Perché? Perché in un'eccellenza io credo che dobbiamo soprattutto, e mi piace ribadirlo, sostenere chi non è stato, magari, in quei 340 milioni di euro che il cittadino veneto ha speso negli ultimi anni per pagarsi le visite mediche. Questo sarà il nostro lavoro principale, credo.
Soprattutto, mi vengono in mente anche, come diceva prima il collega, gli ospedali territoriali intermedi, di comunità: anche lì abbiamo necessità perché noi abbiamo un'eccellenza, che è quella soprattutto di intervento chirurgico, ma poi abbiamo la famiglia che ha bisogno anche di inserire il proprio familiare, la propria persona, il proprio caro all'interno di strutture che per qualche mese le tengano, perché le lungodegenze sappiamo che sono state sostituite con questi ospedali di comunità. Quindi, questi ospedali di comunità sono fondamentali non solo per il servizio che fanno direttamente alla persona, ma sono fondamentali per la famiglia, che noi, credo, consideriamo il bene più prezioso che abbiamo all'interno della nostra società.
Dobbiamo supportare e incrementare quelli che sono gli infermieri, le USCA – ne abbiamo già parlato – che sono fondamentali. Abbiamo ricevuto finanziamenti, per cui dobbiamo farne buon uso e sicuramente andare avanti con quella linea, proprio a supporto anche dei medici.
Dobbiamo anche aumentare, secondo me, il fondo di ricerca, ad esempio, per le malattie rare, che "rare" spesso non sono, perché tanti le hanno e anche le Università hanno bisogno di avere certezze nella collocazione dei loro specializzandi. Credo che dovremmo anche pensare a quelle che sono le Università e quindi cercare anche di abbassare le rette per aumentare la possibilità di un ragazzo di entrare all'Università eliminando, indipendentemente dal reddito, quelle che sono le difficoltà di alcuni e quindi dare accesso all'istruzione a tutti, perché tutti ne abbiamo diritto, così come tutti abbiamo diritto al lavoro.
Noi abbiamo tantissime persone che vanno via anche in cerca di lavoro. Allora, ritornare anche a quello che si faceva una volta, che era, ad esempio, l'orientamento, una pratica molto semplice a volte magari pensata o assecondata come non necessaria o superficiale, ma pensate che una buona parte dei nostri ragazzi che forniamo non fanno lo stesso lavoro per cui hanno studiato. Perché poi se ne vanno? Cerchiamo di analizzare. Se noi investiamo anche sull'orientamento e cerchiamo di capire qual è l'indirizzo esatto per questo ragazzo, probabilmente poi sarà più soddisfatto all'interno del lavoro e quindi potremmo avere anche delle persone in più, dei ragazzi in più che magari rimangono nel Veneto, dando loro anche delle opportunità ovviamente maggiori.
La capacità reddituale è fondamentale ed è fondamentale io credo anche non solo per la dignità personale della famiglia, ma soprattutto anche perché deve essere riconosciuto il proprio lavoro. Torno al discorso dei medici: è fondamentale, per tenere questi medici e sperare che non vadano via, cercare di essere interlocutori forti, se necessario con il Governo, per aumentare loro quelle che sono le disponibilità economiche. Non possiamo pensare che abbandonino il pubblico per andare in altre regioni, in altri Stati o nel privato. Credo che dobbiamo partire essenzialmente dal pubblico, perché è il pubblico che garantisce tutti ed è il servizio pubblico che non guarda la disponibilità economica e qua è fondamentale. È un concetto che noi dobbiamo supportare e portare avanti.
Sulle donne credo di aver fatto tante battaglie anche come Sindaco per la parità di genere e per il bilancio di genere. Credo che sia fondamentale e lo porteremo avanti come progettualità e progetto. Questo è nato in Europa, ma soprattutto dà una possibilità all'interno del proprio bilancio di spendere indipendentemente dai settori. Non possiamo avere settori più importanti e settori meno importanti, perché tutti i settori sono importanti, dall'edilizia, alla famiglia, ai servizi sociali, alla scuola, all'istruzione.
Il bilancio di genere è anche questo, è anche questo e quindi dobbiamo tornare anche a investire tanto su alcuni settori che sembrano secondari, ma sono fondamentali per la crescita di una società quale quella veneta che è ricca, che sostanzialmente sta meglio di tante altre, ma che spesso magari non vede un livello pari sotto l'aspetto culturale e noi dobbiamo puntare lì, partendo proprio dall'accesso e anche magari una lotta per quanto riguarda una battaglia per quanto riguarda il numero chiuso in determinate università. Io credo che dovremmo anche rivedere alcuni aspetti sotto l'aspetto proprio da una parte del diritto allo studio, ma dall'altro anche dell'accesso al lavoro e della parità.
Ecco, per quanto riguarda il piano di emergenza, io l'ho visto, l'ho studiato e credo che in alcune zone non può essere classificata come media regionale sono alcune più grave rispetto ad altre e quindi già magari siamo in una situazione pre-Covid come ospedali per cui le situazioni dovrebbero essere viste appunto da USL e USL indipendentemente dalla media regionale e soprattutto, ecco, e soprattutto abbiamo un problema di tamponi abbiamo degli accessi che devono essere aumentati perché abbiamo delle file molto lunghe e spesso non ancora le ASL sono in grado di andare nelle scuole quando intervengono, quando c'è la segnalazione di un positivo per cui, ecco, dovremmo anche cercare di potenziare questi servizi perché io credo che il tracciamento subito dopo l'individuazione del positivo sia fondamentale, se noi torniamo a tracciare e a consolidare quelle che sono le linee che abbiamo avuto dopo la prima parte di epidemia credo che faremmo la cosa più corretta e giusta in assoluto.
Per quanto riguarda le terapie intensive, sentivo prima appunto che abbiamo 44 terapie intensive negli ospedali privati convenzionati, 450 nel privato. Ecco io chiederei comunque un peso maggiore nel privato convenzionato, se è possibile, perché le terapie comunque saranno discriminatorie rispetto ad alcuni servizi se noi andiamo a incidere tanti in alcuni settori noi rischiamo di chiudere alcuni ospedali all'esterno per tanti servizi e quindi cercare di far supportare questo peso anche dai privati convenzionati che comunque in alcuni casi hanno avuto dei benefici per le convenzioni perché io penso alla riabilitazione, penso a tanti servizi che comunque stanno gestendo loro io credo che noi faremo un bel servizio per il pubblico in modo tale da suddividere il peso e da tenere aperto quei servizi per tutte le altre patologie di cui abbiamo veramente tanta necessità. Grazie a tutti e buon lavoro ancora.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI

Grazie, Presidente. Buon lavoro al presidente Zaia e a tutta la Giunta.
Io sono convinta che oggi deve essere il giorno del dialogo, del confronto, della collaborazione per il Veneto e per i veneti, ma se vogliamo partire con questi presupposti, dobbiamo, almeno dentro questo Consiglio, cominciare a dirci delle parole di verità. Guardate, il documento che ci avete consegnato, il programma di governo non dice le parole di verità ai veneti e a questo Consiglio, perché la narrazione che fate di questa Regione, in salute, rampante, che corre come un treno, è una narrazione che non corrisponde alla realtà che è sotto gli occhi dei Consiglieri e dei cittadini che incontriamo quotidianamente.
Guardi, Presidente, non lo dico io, lo diceva Banca d'Italia nel 2019 quando diagnosticava una riduzione congiunturale per la dinamica imprenditoriale del Veneto e lo dice lo stesso bollettino dell'Ufficio della Statistica della Regione Veneto, che parla di un rallentamento ciclico, un indebolimento della fase espansiva nel periodo precedente il Covid per questa Regione.
Capirete che è difficile per noi aprire una fase di confronto in assenza di un impegno autentico di comprensione e, dunque, di diagnosi dei processi in corso. Soprattutto sparisce da questo programma di Governo il tema della pandemia. Cancellato. Dunque, le previsioni che vi sono contenute, a mio giudizio, sono assolutamente inattendibili. Quando, invece, sappiamo tutti che il Covid sarà, purtroppo, la lente attraverso cui noi saremo chiamati a guardare tutti i fenomeni e tutti gli eventi dei prossimi mesi e dei prossimi anni.
A tal proposito, non posso che ringraziare il Presidente per la sintesi che ci ha fatto di ciò che è avvenuto in questa Regione in riferimento alla pandemia, una sintesi che ha sfiorato in alcuni punti toni addirittura agiografici, ma che è sempre utile per capire come siamo arrivati qua.
Non si può non notare che forse, proprio ripercorrendo ciò che è accaduto nei mesi scorsi, dobbiamo ammettere che qualcosa ci è sfuggito di mano. Credo che il problema più grosso sia stato che non abbiamo imparato in quei mesi duri quanto sia, invece, importante tracciare i positivi e che la regola che la prevenzione, quindi il tracciamento dei positivi è la migliore cura, doveva essere l'argomento, l'orientamento che ci dovevamo dare nei mesi da luglio in poi.
Il racconto che ci ha fatto, Presidente, conferma le preoccupazioni che rimangono su questo tema. Vede, nessuno di noi chiude la cartellina rispetto all'emergenza della pandemia. Abbiamo, noi, come Partito Democratico, chiesto infatti la discussione in quest'Aula, sebbene non ci sfuggano le diverse responsabilità a cui siamo chiamati. Però, vogliamo farle sapere che chiediamo la costituzione di un flusso costante di informazioni che, in modo trasparente, coinvolga quotidianamente anche il Consiglio regionale sull'evoluzione della pandemia, perché se davvero ci deve essere un impegno per evitare che la curva si impenni, le chiediamo di venirci a spiegare qual è il modello che si vuole seguire per evitare questo fenomeno, perché se davvero esclude il lockdown le vorremmo chiedere sulla base di cosa afferma con una certa certezza questa dichiarazione, perché io credo che l'aumento dei contagi sia pericoloso per la salute e per l'economia tanto quanto il lockdown.
Tutti siamo richiamati alla responsabilità di lavorare per evitarlo. Poi, vede, a proposito di parole di verità, credo che oggi, dopo che ci siamo già passati e nel momento in cui ci apprestiamo a rientrare nella fase acuta, è giusto applaudire le cose che sono andate bene, ma è anche giusto provare a mettere le mani avanti rispetto a ciò che bene non è andato, in maniera laica e auspico anche con una reciproca disponibilità all'ascolto.
Le chiedo, Presidente, di costruire insieme a noi una narrazione pubblica, veritiera e rassicurante su ciò che sta accadendo in Veneto. Le chiedo di costruire insieme a noi una pianificazione degli interventi non solo di natura ospedaliera, ma anche di natura sanitaria e sociale. Le chiedo anche, Presidente, di ripensare l'impostazione ideologica della legge n. 19 su azienda zero, in particolar modo in riferimento alla centralizzazione della filiera delle decisioni, perché mi sono convinta durante questa pandemia che il territorio sarà il protagonista della fase di contrasto al Covid e noi al territorio dobbiamo tornare a fornire gli strumenti necessari.
Per tutte queste ragioni, credo che l'unico servizio possibile che possiamo dare al Veneto noi Consiglieri di questa legislatura è offrire una proposta concreta e reale, che corrisponda alla verità, alla realtà nella quale siamo immersi e ragionare quindi su interventi strutturali che abbandonino la retorica dannosa del rinascimento veneto e che provino a misurarsi con le difficoltà che abbiamo davanti.
Allora, siccome lo sappiamo tutti, signor Presidente, che non sarà, purtroppo, la legislatura delle Olimpiadi e del Prosecco, ma sarà la legislatura del Covid e della crisi economica, proprio per questa e con questa consapevolezza voi dovete dirci oggi, chiaramente, che Veneto vi immaginate immerso in questo dramma globale.
Approfitto, dunque, della sua disponibilità, Presidente, a rispondere a delle domande, e le farò alcune domande.
La prima domanda che viene spontanea leggendo questo documento, perché io non ho avuto una risposta chiara, è quale idea di sviluppo ha per questa Regione. Le difficoltà del nostro sistema produttivo pagano il conto del fallimento di un sistema ereditato nel secolo scorso e dimostrano che oggi serve una nuova idea di sviluppo che renda più robusto, più competitivo, più dinamico e aggiungo più equo il nostro sistema economico perché lo spostamento progressivo del valore e dal lavoro al capitale in questi decenni ha prodotto disuguaglianze che ormai sono insostenibili. Il consigliere Lorenzoni ha offerto un paradigma di sviluppo, quello orientato alla sostenibilità, attendiamo di capire qual è la proposta di questa nuova Giunta.
Poi, la seconda domanda che le rivolgo, signor Presidente, è: quali investimenti intendete mettere in campo? Perché è evidente che nella straordinarietà della fase che ci apprestiamo a vivere ci sarà una carenza particolare degli investimenti di natura privata perché le imprese in difficoltà avranno meno risorse da immettere in campo e allora a questa difficoltà del privato deve, oggi più che mai, corrispondere uno sforzo importante del pubblico con un rilancio vero degli investimenti. Allora le chiedo in quale direzione intende orientare questi investimenti, cosa servirà al Veneto del 2030 perché non ci saranno risorse per tutto, lo stiamo già vedendo, e allora bisognerà concentrare energie e denaro in alcune direzioni specifiche e la complessità dell'oggi, signor Presidente, non può essere affrontata con la programmazione di dieci anni fa semplicemente riconfermata come se nulla fosse successo.
Terza domanda che le rivolgo, signor Presidente, è: il terziario, il turismo sono i comparti maggiormente colpiti, non solo dal lockdown, ma più in generale in questo tempo dell'incertezza, della paura, della restrizione della mobilità della persona, il turismo ma anche l'accoglienza, la ristorazione, l'intrattenimento necessitano di interventi straordinari e coraggiosi, altro che influencer è la destagionalizzazione con i turisti che non ci sono, non serve a niente. E quindi chiedo quali risposte strutturali si intende dare ad una crisi che investe uno dei comparti economici più importanti della nostra Regione. Io le dico, Presidente, che non condivido l'idea di accorpare la delega al turismo a quella dell'agricoltura, non perché mi sfugga la connessione tra l'agroalimentare e il turismo, ma se noi pensiamo che il turismo è un settore strategico, per il turismo serve un'idea di politica industriale. Allora perché non assegnare quella delega a chi già si occupa di questo? L'assessore Marcato sono sicura che lavorerebbe con lo stesso impegno dell'assessore Caner, nel caso. Perché non assegnare la delega ad un impianto di natura, di progettazione industriale?
Infine c'è il tema più delicato, Presidente – e mi avvio alla conclusione – di questa pandemia, che non ha messo e non sta mettendo sotto stress solo la struttura economica e sanitaria, ma mina le fondamenta, le relazioni sociali e le relazioni delle comunità. Lo sappiamo: la recessione economica diventa terreno fertile per la nascita di nuove povertà. Già oggi un veneto su cinque è a rischio di esclusione sociale. Già oggi cresce pesantemente l'incidenza dei nuovi poveri anche nella nostra regione. E sappiamo già chi pagherà il conto di questa crisi drammatica, l'hanno già citato le colleghe: quella che abbiamo davanti sarà una recessione al femminile perché la pandemia colpisce i servizi, settore in cui prevale l'occupazione femminile, che infatti già sta calando drammaticamente.
E la precarietà del lavoro delle donne sta già producendo conseguenze, e i carichi di lavoro a casa cresciuti durante il Covid continuano a non essere suddivisi in maniera equa. Penso che su questo tema o la politica interviene rapidamente oppure la situazione è destinata ad aggravarsi. Quindi, le chiedo, Presidente, quali interventi siete in grado di mettere in campo per contrastare questa tendenza, che continua a spingere le donne progressivamente ai margini di questa società.
Signor Presidente, in sintesi, io credo che queste siano le sfide che avremo davanti in questa Legislatura. Io penso che questo Consiglio regionale meriti da lei e dalla sua Giunta delle risposte adeguate. Quale modello di sviluppo? Quali interventi pubblici strategici intendete mettere in campo da qui ai prossimi anni? Quale futuro per il turismo della prima regione italiana per arrivi e presenze turistiche? Quali proposte concrete per contrastare i cambiamenti climatici e per, finalmente, evitare che la fragilità strutturale di questa regione diventi un dramma quotidiano e costante per tante famiglie e tante imprese?
Ho come l'impressione che la passeggiata con la maglietta della Protezione civile il giorno dopo l'alluvione non funzionerà più. I veneti meritano una risposta più efficace, e noi possiamo impegnarci per questo.
Infine, la grande questione delle diseguaglianze. A queste domande io credo voi dobbiate rispondere oggi in Consiglio e nei prossimi mesi con la vostra attività legislativa.
Questa volta, signor Presidente, membri della Giunta, credo che non vi basteranno le soluzioni ordinarie che avete messo in campo negli ultimi dieci anni. Non ci si potrà più limitare ad assecondare l'operosità, la buona volontà, la capacità dei veneti di girarsi indietro le maniche.
È grande il consenso che avete raccolto nelle urne solo poche settimane fa, a mio giudizio, in parte, anche immeritato, ma non potrà essere utilizzato, signor Presidente, in questa occasione per fare quello che volete. Semmai proprio il contrario.
Credo che dovrete usare quel grandissimo consenso per sentirvi pienamente addosso la responsabilità, la grande responsabilità di dover dare ai veneti le risposte a queste e a tante altre domande. Non vi mancherà mai la nostra collaborazione per il Veneto e per i veneti, a condizione che non rinunciate mai, che rinunciate presto anzi all'ordinaria amministrazione e decidiate finalmente, finalmente, di portare il Veneto nel futuro.
Grazie, Presidente.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ha chiesto la parola il Consigliere Possamai Giacomo. Prego.

Giacomo POSSAMAI

Buongiorno, Presidente. Buongiorno alla sua Giunta, buongiorno ai Consiglieri e un augurio di buon lavoro.
Prima di me hanno parlato in tanti, per cui su tanti argomenti non tornerò, invece concentro il mio intervento su un filo conduttore, che è quello dei numeri, nel senso che in politica i numeri contano ed è oggettivo che i numeri del suo consenso, Presidente, del vostro consenso, siano stati impressionanti: il Presidente di Regione più votato di sempre dal 1970 ad oggi, il 76,8%. Quindi, lungi da noi mettere in discussione il giudizio popolare, che è sempre sovrano e indiscutibile. Se mi permettete una battuta, come diceva lo zio di Peter Parker in uno dei capolavori della letteratura contemporanea, da grandi poteri derivano grandi responsabilità; per chi non è appassionato di fumetti, stiamo parlando di Spiderman della Marvel.
Il punto è che quelli elettorali non sono gli unici numeri da considerare e contare nella vita politica, nella vita di un territorio, ma ci sono molti altri numeri che hanno un valore e che pensiamo che valga la pena discutere in quest'Aula. Faccio parte come molti altri o insomma alcuni altri Consiglieri di una generazione che sta lentamente, ma neanche tanto, abbandonando il Veneto, 15.000 solo lo scorso anno verso l'estero, molti di più verso altre Regioni d'Italia che sono più difficili da contare perché non trasferiscono la residenza ma si stima che siano almeno il doppio e attenzione che è un dato molto veneto perché se ci paragoniamo alle Regioni più vicine a noi (Emilia Romagna e Lombardia) siamo l'unica Regione con un saldo negativo da questo punto di vista, d'altronde il Veneto a chi si deve paragonare con tutto rispetto, al Molise o alla Basilicata? Non penso, perché vuol dire che è un tema, che un problema profondo cioè.
Qual è la ragione: sono tantissime, ma al di là della narrazione che possiamo avere e che diciamo così è il filo conduttore del programma di governo che discutiamo oggi il tema di fondo è che abbiamo smesso di essere una Regione attrattiva o che perlomeno non lo siamo più come un tempo. È colpa del destino cinico, è colpa di Roma, non lo so, di sicuro chi negli ultimi dieci anni se consideriamo il presidente Zaia 25 se prendiamo le tre legislature precedenti di Giancarlo Galan questo tema se lo devono porre fino in fondo anche perché il dramma soprattutto negli ultimi anni è che non sono più soltanto i cervelli che vanno a fare i professori a Londra, i cercatori in Australia, ma l'ingegnere o il normale laureato o anche non laureato che va a Brescia invece che a Modena, dicevo prima che le ragioni sono tantissime, ce n'è una che è banale e di cui in Veneto si parla pochissimo ma che è la più banale che ci sia, è quella salariale: il Veneto è la seconda economia d'Italia ed è l'ottava Regione per stipendi e salari per cui una persona giovane ma anche non giovane che deve decidere se vivere qui o vivere in una Regione in cui prende 200, 300, 400 euro in più al mese, probabilmente se ne ha la possibilità decide di andare via e ci sono tanti indicatori che ci segnalano questo, ce n'è un altro che è sempre banale ma che è interessante.
Se noi guardiamo negli ultimi cinque anni il Veneto ha perso 13.645 abitanti, non tantissimi, diretti in una Regione che ne ha milioni ma è profondamente indicativo perché stando sempre al ragionamento di prima cioè il paragone è con le due Regioni che ci sono vicine, sono le uniche due Regioni che, insieme a Trento e a Bolzano, crescono e aumentano i loro abitanti.
Oggi non ne abbiamo parlato, perlomeno non ne abbiamo sentito parlare dal Presidente, ma la parola più proferita in questi anni è stata "autonomia". È il primo capitolo del programma di governo. Domani sarà il terzo anniversario del referendum. Stiamo parlando di Regioni che l'autonomia non ce l'hanno e che stanno a fianco a noi.
Ne dico un'altra di questione che non è stata detta oggi e che, secondo me, è significativa, perché si collega anche qui al tema dell'autonomia. Dieci anni fa eravamo padroni a casa nostra, per stare a uno slogan caro alla Lega. Oggi abbiamo i padroni in casa. Penso che dieci anni fa avevamo due banche, avevamo multiutility che in gran parte erano controllate sul territorio, avevamo un diverso assetto sul piano autostradale. Siamo diventati terra di conquista, anche qui, spesso di emiliani e lombardi.
Ma al di là della disamina di quello che è capitato in questi anni, mi permetto un passaggio sul futuro e un passaggio propositivo. Il presidente Zaia ha spesso detto in questi anni che tante cose non si potevano fare perché mancavano i soldi. Anche oggi è passato di nuovo il messaggio che non si mettono le mani nelle tasche dei veneti, con il ragionamento sull'addizionale IRPEF. Bene. Nei prossimi anni, l'abbiamo detto, l'ha detto più di qualcuno oggi, ma lo sentiamo dire molto spesso, ci sarà una grande iniezione di liquidità, di quattrini pubblici nel nostro Paese. Penso, ovviamente, in primis al Recovery Fund. 209 miliardi. Se in Veneto ci cascasse il 10% non sarebbe una follia. Per che cosa vanno usati questi soldi? Ripeto, sono tanti i temi: dissesto idrogeologico, riconversione industriale, fonti di energia, patrimonio edilizio, ambiente.
Io provo a dire tre cose. La prima: tra dieci anni ‒ non cento anni ‒ il 50% delle auto di Volkswagen monteranno motori elettrici. Il principale settore economico del Veneto è la meccanica e una quota rilevante della meccanica è la filiera dell'automotive. Meno che l'Emilia-Romagna, ma i pezzettini di metallo li facciamo anche noi. Se nei prossimi dieci anni facciamo soltanto tondini di metallo per i motori a scoppio, tra dieci anni metà di quei tondini ce li teniamo in magazzino, per cui i fondi, per esempio, sulla riconversione industriale dobbiamo avere bene in mente dove li vogliamo mettere. Penso ai trasporti. Prima il presidente Zaia diceva che rispetto alle relazioni di mandato si è sempre fatto di più. Io ho avuto la voglia di leggermi il programma del 2015 in cui la SFMR era spiegata e, diciamo così, spinta molto più che in quello che abbiamo letto stamattina e la SFMR, invece, non si è vista nel mandato scorso. Ecco, penso che quello sia un progetto, invece, strategico per il Veneto, e che, se avremo la forza e le risorse per farlo, sia un progetto da riprendere, perché i ragazzi, prima parlavo del tema salariale, non se ne vanno mica solo perché li paghiamo poco, ma anche perché in Veneto, per andare all'Università o per andare a lavorare, o prendi la macchina o prendi la macchina e non hai un trasporto che ti porti all'Università o al lavoro.
Ultimo punto di proposta di ragionamento. Oggi si è parlato di consumo di suolo, si è parlato di aspetti edilizi. Penso che abbiamo davanti una grandissima opportunità, perché il più grande problema ambientale del Veneto in assoluto, probabilmente, perché è la sua peculiarità, sono le polveri sottili, che per il 65% sono colpa del riscaldamento e del raffreddamento degli edifici.
Se io metto in fila ecobonus, incentivi di ogni genere e tipo, il fatto che oggi tutto va nella direzione della diminuzione del consumo del suolo, abbiamo davanti una possibilità straordinaria di rigenerazione urbana di questo territorio. Però, anche la Regione deve fare la sua parte. Il Governo, insomma, lo Stato l'ha fatto, l'Europa lo fa con fondi grandi sull'efficientamento energetico degli edifici. Ne ho dette tre, ma potrebbero essere tante.
Prima ho citato, anche un po' scherzosamente, Spiderman e le responsabilità. Però, il mandato così forte che lei ha ricevuto, Presidente, le dà una forza grande anche nei confronti del Governo nazionale e per quello che ci sarà possibile nell'interesse del Veneto avrà la nostra collaborazione su questo, ma su progetti precisi, perché la bellezza del Recovery fund, l'elemento più importante è che non saranno e non possono essere soldi a pioggia, possono essere soltanto soldi su investimenti strutturali. Quindi, anche un Paese che è stato allergico in questi anni all'idea di fare investimenti veri sul futuro è costretto a farli.
Chiudo con un ragionamento sull'epidemia e mi permetta anche qui una battuta: se il riferimento ai negazionisti della mascherina era su Salvini, speriamo che la ascolti, perché sarebbe importante per tutti. Può essere. Speriamo che la ascolti anche lui, ma non l'ho mai sentito negare l'utilizzo della mascherina però. Vado avanti, dicevo che io non sono tra quelli che ha passato gli scorsi mesi a criticare lei, Presidente, o la sua Giunta sulla gestione dell'emergenza in primavera, per un motivo perché ci si è trovati a gestire un'emergenza che nessuno di noi conosceva e una situazione assolutamente complicata esattamente come il Governo che però non ha ricevuto lo stesso trattamento da parte delle opposizioni.
Ora però entriamo in una fase completamente diversa perché, come ha detto lei giustamente, conosciamo molto meglio il virus e abbiamo avuto mesi per prepararci alla seconda ondata, per cui anch'io faccio qualche domanda e la faccio qui perché qui ha un valore diverso rispetto al fatto di farla sui giornali o sulla stampa.
La prima è sull'App Immuni per la quale vorrei capire per quale ragione la dottoressa Russo si è assunta ogni responsabilità sulla stampa però mi farebbe piacere capire invece da parte della Giunta, da parte della parte politica perché dopo aver annunciato una diversa, qualche mese fa lo si raccontava prima, e non averla fatta si sia di fatto deciso di non procedere, di non portare avanti quello che era il progetto nazionale, io ce l'avevo sul telefonino, ero convinto che servisse evidentemente finora non è servito a nulla.
Il secondo è l'aspetto dei tamponi oggi sui giornali c'è il racconto delle liti della Polizia che ha dovuto intervenire fuori dal punto tamponi di Schio perché c'era un grande assembramento dico proviamo a guardare quello che sta capitando da altre parti da ieri in Toscana i tamponi si prenotano on line e si fa il tampone restando in auto, passando lungo la corsia.
Un ultimo aspetto sui vaccini antinfluenzali le leggo rapidissimamente un messaggio, ma questa è veramente una domanda su quello che si intende fare e su come ci si sta muovendo, è un sms che mi è arrivato proprio durante la discussione: "Sono andato dal medico per farmi il vaccino antinfluenzale, lo facciamo da quattro anni come profilassi avendo una figlia con patologie oncologiche pregresse, i vaccini sono terminati l'infermiera mi ha detto che ne avevano 100 e li hanno somministrati solo a pazienti in cura e over 65, lasciandone comunque fuori una parte, ma è mai possibile che quest'anno Regione e ULS non si siano preoccupati di distribuirle gratuitamente in quantità superiore gli altri anni?" Io ho letto il testo della sua conferenza stampa di qualche mese fa in cui annunciava di averne acquistati molto di più però vorrei capire che cosa è successo, ovviamente parliamo di Vicenza.
Chiudo dicendo che viviamo in tempi eccezionali, temo saranno tempi eccezionalmente difficili e di grande incertezza in cui la polemica tra maggioranza e opposizione spesso risulta stucchevole agli occhi dei cittadini e non è questo il nostro intento e non sarà questo l'intento nei prossimi mesi. La volontà è quella di dare un contributo e di farlo fino in fondo in un momento così difficile.
Vi chiediamo, però, come è stato fatto prima da altri colleghi, di coinvolgere fino in fondo quest'Aula e le Commissioni in un momento così complicato, di darci la possibilità di svolgere fino in fondo il lavoro di consiglieri per il quale siamo stati eletti.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Ha chiesto la parola la consigliera Rizzotto Silvia. Prego.

Silvia RIZZOTTO

Grazie, Presidente.
Anche da parte mia un saluto a tutti i colleghi, quelli riconfermati e quelli nuovi, in quest'Aula, che sono tanti, tra l'altro, questa volta. Qualcuno prima ricordava anche quanti siamo come maggioranza, tra l'altro, numericamente.
Oggi iniziamo questa XI Legislatura. L'impegno, il lavoro che abbiamo svolto nel precedente mandato ‒ io sono al secondo mandato qui in Consiglio regionale ‒ ci ha portato a questo grandissimo risultato del 76%, che abbiamo avuto come coalizione, un risultato che è stato anche definito "risultato alla veneta" per la sua straordinarietà. Questo ci riempie tutti noi di grande soddisfazione, e non vi è dubbio. Però penso che questo sia dovuto soprattutto a un gran lavoro che c'è stato, ma soprattutto ad un grande Presidente che abbiamo, che è Luca Zaia. Se non avessimo avuto un Presidente del genere questo risultato non lo avremmo avuto. Io sono convinta di questo. E tanti di noi non sarebbero qui in quest'Aula. E poi, in seguito a questo, anche un gran lavoro di squadra che c'è stato nel rispetto dei ruoli di ciascuno. È stata un'Amministrazione, anche quella precedente, che ha lavorato moltissimo.
Prima ho sentito dire che dobbiamo lasciar stare, rinunciare all'ordinaria amministrazione, ma non mi pare che abbiamo avuta tanta ordinaria amministrazione in passato. La nostra è stata considerata anche una Legislatura dei record per numero di leggi che abbiamo approvato (mi pare 258 o 268 circa), ma non tanto per il numero, quanto soprattutto per la qualità delle leggi che abbiamo fatto. Abbiamo fatto delle riforme che erano attese in Veneto da decenni. Qualcuno forse non si è accorto che le abbiamo fatte, ma ci hanno impegnato molto, con il coinvolgimento di tutti, impiegando il tempo che era necessario per riuscire ad approvarle.
Tra l'altro, abbiamo avuto un mandato che, anche a livello di ordinario, ha avuto anche poco dal punto di vista meteorologico. Appena eletti c'è stata la tromba d'aria in Riviera del Brenta. Poi abbiamo avuto la tempesta Vaia, abbiamo avuto l'acquagranda, adesso abbiamo il Covid. Quindi, di ordinario ho visto ben poco. Però siamo sempre stati operativi sul pezzo grazie al nostro Presidente.
Questa soddisfazione che noi abbiamo per questo risultato comunque ci riempie anche di una grande responsabilità, una responsabilità alla quale noi non ci vogliamo sottrarre assolutamente. I veneti si aspettano molto da noi. Ce l'hanno detto chiaramente, anche con questo risultato alle urne. Si aspettano da noi delle risposte rapide, veloci ai loro problemi.
Per questo ringrazio il presidente Zaia per averlo fatto anche da subito, perché ha rispettato il Regolamento, ma ha anticipato addirittura i tempi massimi che gli erano consentiti ed è venuto qui in Aula subito a presentare la propria Giunta e a illustrare il programma di governo.
Prima ho sentito parlare di parole di verità e chi ha usato questo termine forse dovrebbe anche imparare cosa sono le parole di verità, perché il presidente Zaia è qui oggi per rispetto del Regolamento. Leggetevelo, avete tempo. Alcuni di voi sono nuovi, ma c'è modo anche di leggerlo: articolo 51 dello Statuto, comma 3, e articolo 6 del Regolamento. Quindi, è qua per questo motivo e non, come ho sentito dire a una collega ieri sera in televisione, che è una grande vittoria del PD che oggi c'è Zaia in Aula. Non è vero, non è vero.
Un'altra cosa che non sapete, perché alcuni di voi sono nuovi, è che quando il Presidente viene in Aula o quando ci sono delle tematiche particolari o lui o un suo delegato hanno sempre relazionato, sempre coinvolto il Consiglio. Sull'emergenza Covid l'assessore Lanzarin quante volte è venuta nelle Commissioni, è venuta in Consiglio, ci sono state riunioni di Capigruppo anche con il presidente Zaia. Sempre il massimo coinvolgimento.
Queste sono le parole di verità per chi c'era e le sa. Chi parla per niente, magari prima deve studiare e non riempirsi la bocca di questo.
Credo che su questo programma che oggi è stato illustrato questo è un programma su cui ho sentito tante cose, un'elencazione di problemi che hanno in Veneto: mancano le visioni. Questo è un programma di visione. Questo è un programma di mandato con la visione nostra che abbiamo per il futuro, un programma che è condiviso da tutta la nostra coalizione, perché è il nostro programma di Amministrazione, quindi anche con gli alleati, che ringrazio anche per i loro interventi che ci sono stati prima, che prevede diversi punti che sono stati citati prima.
Il primo punto, non per ordine di priorità, qualcuno ha detto "inverto" e ringrazio la collega Baldin che condivide questi punti, quindi un bel cambiamento ha avuto anche il Movimento 5 Stelle nel vedere, invece, finalmente, che abbiamo anche un programma che possono condividere anche loro, bel cambiamento, però non sono messi in ordine di priorità, sono messi in ordine di visioni. Una delle priorità, non lo nascondiamo, chiaramente è quella del Veneto autonomo. Domani sono tre anni dal referendum per l'autonomia. I veneti si aspettano questo, i veneti si meritano questo. Noi dobbiamo superare questa logica di regionalismo che va ad uniformare le varie Regioni andando a penalizzare quelle virtuose. Su questo tutti dobbiamo essere d'accordo ed impegnarci, al di là dei colori politici, perché questo si aspettano tutti i veneti, perché il risultato del referendum di tre anni fa questo chiede. Su questo penso che l'impegno non possa mancare perché anche in campagna elettorale io ho sentito tutti i partiti, tutti i colori che si riempivano la bocca di autonomia. Bene, dimostriamolo con i fatti presso i propri referenti che abbiamo, nazionali, di riuscire a portare a casa quello che il Veneto aspetta.
Poi abbiamo delle emergenze, certo ci sono delle emergenze, questa del Covid è quella più pesante, come ha detto anche il Presidente, è un'emergenza di carattere sanitario, ma anche economico e questa sarà una sfida vera, sfida vera che noi abbiamo. Regione Veneto è preparata per questo per affrontarla non sarà facile ma noi ci siamo ognuno per rispetto dei propri ruoli che ha. Le sfide sono tante, sono state dette, nel tempo ci sarà modo appunto anche di mettere in atto delle azioni con dei progetti di legge dei provvedimenti.
Ringrazio il Presidente per aver già presentato oggi nove progetti di legge che saranno l'inizio anche di questa legislatura, inizieremo a lavorarci velocemente. Guardate, ho sentito tante parole anche sul rapporto tra maggioranza e minoranza. Volevo ricordare alla collega che se siamo 41 a 10 perché questo ci hanno dato i cittadini col loro voto come ruoli, okay, questo non è perché la maggioranza si è modificata la legge perché volevo ricordarle che quella legge che abbiamo approvato a maggio del 2018 ha avuto 13 voti contrari solo perché una parte della minoranza l'ha votata con la maggioranza, forse lei non se lo ricorda perché lei magari ha votato contro però tanto per ricordarglielo che una parte della minoranza l'ha votata, quindi quando lei dice che ce la siamo fatta come maggioranza non è così.
Poi, guardi, noi cercheremo di aprire la mente alle vostre proposte se siamo proprio democratici, io credo che alcuni di voi il termine democratico lo conoscano soltanto perché ce l'hanno nel nome del partito, quindi da parte nostra guardi c'è la massima disponibilità e l'abbiamo dimostrato lo dico anche ai nuovi, lo dico anche a quelli riconfermati credo che noi abbiamo lavorato bene. C'è sempre stato un dialogo e questo non verrà meno, dialogo nelle Commissioni, dialogo anche in Aula, pur avendo anche degli scontri perché chiaramente abbiamo anche delle idee diverse, proveniamo anche da partiti diversi e ci possono essere anche all'interno di una stessa coalizione, di uno stesso gruppo anche delle opinioni diverse e quindi il confronto sempre ben venga, è sempre aperto, è sempre disponibile però alla fine bisogna decidere perché la nostra priorità è quella di dare risposte e risposte veloci.
Chiaramente questa disponibilità che penso è stato detto anche durante l'ultimo Consiglio regionale della scorsa legislatura è stata riconosciuta penso da tutti i capigruppo nei vari colori che c'erano in Aula che il dialogo c'è stato pur nella diversità dei ruoli il dialogo non è mai mancato e credo che non ci sia motivo per cui adesso noi ci stravolgiamo e non ci sia. Siamo tutti qua per rappresentare i veneti con ruoli diversi, con rispetto dei ruoli perché noi siamo Consiglio regionale, insieme ai Consiglieri, c'è un Presidente, c'è una Giunta e confido chiaramente che come c'è stato anche in passato anche in questo mandato gli Assessori siano presenti, che vengano nelle Commissioni, che vengano in Consiglio per relazionare o per dare disponibilità a rispondere a delle domande sulle tematiche di vostra competenza.
Credo che questo ci sia. Ripeto, purché ci sia rispetto. Il che vuol dire che se poi iniziamo, invece, a perdere tempo, ad essere ostruzionistici, a cercare soltanto la critica fine a se stessa, prenderemo atto anche noi, e il dialogo un po' si allenta. Se, invece, c'è una proposta concreta, il confronto ci può essere e lavoriamo tutti per la stessa finalità di migliorare al massimo i vari provvedimenti che via via nel tempo ci troveremo in Aula. Quindi, da parte nostra l'apertura c'è verso tutti, però anche da parte vostra deve esserci un po' più di rispetto e coerenza e un po' più di parole di verità anche verso questa maggioranza.
Presidente, la ringrazio. Auguro buon lavoro a lei e alla sua squadra.
Grazie.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi, quindi, passiamo alla replica del Presidente. Prego.

Luca ZAIA (Presidente della Giunta regionale)

Grazie.
"Replica" è una parola grossa. Vi ho ascoltato con attenzione, anche quando ero fuori, perché ero vicino al video.
Io non ho letto Spiderman, però ho letto le Memorie di Adriano, tra le tante cose, e mi è venuto in mente che Adriano diceva che il grado di soddisfazione è direttamente proporzionale alle aspettative.
Onestamente, adesso dico per i colleghi, per quelli che non sono debuttanti in questo Consiglio, che mi sentirei di dire: rilassatevi. Ho visto in alcuni casi un piglio che è da Vietcong nella foresta ancora in attesa che arrivi qualcuno a fare la battaglia. Noi qui abbiamo sempre ragionato con l'opposizione, che io chiamo "minoranza", abbiamo sempre approfittato di tutto quello che di positivo c'è, non abbiamo mai fatto polemiche.
Guardate, quando io presentavo – anche se a volte alcuni di voi la banalizzano – la candidatura delle Olimpiadi, mentre io lavoravo per portare a casa le Olimpiadi, qualcuno dei vostri diceva che erano "puttanate", perché tali sono i termini che abbiamo letto sui giornali, piuttosto che altre iniziative. Ho l'impressione che ci sia un retaggio culturale che dobbiamo superare. Volete fare un percorso assieme? Questa è la sede giusta. Non volete farlo? Ritiratevi nell'Aventino e state lì, fate passare cinque anni. Non so cosa farci, ma non posso neanche accettare che si offendano i veneti, perché quando si dice che immeritatamente questa Amministrazione ha preso il consenso, quando si dice che comunque è un'Amministrazione che vende fuffa state semplicemente offendendo i veneti. Prendetene atto. Cosa volete che vi dica? Io non mi sarei mai permesso di dire questo. Non è che tutti quelli che non vi hanno votato sono degli idioti, anche perché con questi numeri la certificazione del popolo veneto da idiota è da idioti farla. Punto.
Io non ho altro da aggiungere. Dopodiché, scusate, io sono una persona che si è sempre confrontata con chiunque. Ho fatto maggioranza e anche opposizione. Ho sempre rispettato chi era in maggioranza e ho sempre rispettato anche l'opposizione. Voi non ne troverete uno che possa dire che io ho offeso, ho fatto, non ho ascoltato. Poi, le idee buone fanno camminare i popoli. Questo è poco, ma sicuro. Avete delle idee? Confrontatevi nelle sedi, ma di certo non veniamo qui a lezione da voi.
Alcuni atteggiamenti dei vostri interventi non mi sono piaciuti. Io non parlo mai così in questo Consiglio. Per me, la lista della spesa non la venite a fare. Se siete convinti di essere più bravi, avete anni per lavorare e convincere i veneti. È inutile che ci veniate a raccontare... Perché poi alcuni...
Scusate, faccio questo ragionamento anche per un altro motivo: ma possibile che non ci sia un minimo di orgoglio di essere veneti dentro qui? Possibile che quando parlate del Veneto dovete solo dire male del Veneto? Che i giovani non restano qui e non lavorano, che l'economia va male, che c'è disoccupazione, che la montagna si spopola, che non c'è autonomia e l'ambiente... Fermatevi un attimo. Vivete nel peggior posto del mondo? Allora, ditelo, certificatelo e finisce lì. Il mondo intero ci guarda con attenzione, riconosce le nostre eccellenze culturali, le nostre eccellenze ambientali.
Vi fanno schifo le imprese? Abbiamo 600.000 partite IVA. Vi fanno schifo? Più di qualcuno di voi ha lavorato in quelle imprese. Allora, se abbiamo oggi dei problemi ambientali li recuperiamo, dobbiamo lavorare tutti assieme, ma non è che siamo sempre dalla parte di quelli che distruggono, perché non è così, non lo possiamo accettare.
Bene, parliamo di giovani. È inutile, è innegabile riconoscere che comunque c'è una mobilità da parte dei giovani che è unica nel suo genere, forse è il segno dei tempi. Non so Lorenzoni che è quasi coetaneo mio, ma se avessimo avuto le opportunità che hanno oggi i ragazzi di viaggiare e le avessimo avute nei nostri anni avremmo viaggiato molto di più anche per lavoro. Ricordo che quando ero all'Università e andai a cercare un volo aereo, anzi a fine delle superiori, per Londra costava 1 milione e mezzo di lire ed era impraticabile per un figlio del popolo. Poi, se uno è figlio di papà va dappertutto, però questa è la verità. Oggi le distanze si sono abbreviate. Pensate solo alle connessioni che abbiamo, la possibilità di fare una videochiamata, un videomessaggio o fare una videoconferenza in qualsiasi parte del mondo in qualsiasi momento senza tante complicazioni. È ovvio che la globalizzazione interessa anche la mobilità dei nostri giovani, però onestà intellettuale vuole di dire che, ad esempio, la mobilità dell'Italia, del nostro Paese è esattamente quella che ha la Germania, che hanno altri Paesi.
Noi, forse, abbiamo un difetto che siamo meno attrattivi ma allora se vogliamo discutere di attrattività e se non la vogliamo buttare anche in politica e guardare fino in fondo da dove arriva questa attrattività dobbiamo riconoscere una costruzione che è avvenuta in questi anni che comunque pone dei limiti. I nostri ragazzi, soprattutto le ultime generazioni, comunque non hanno abbandonato l'idea di mettersi in proprio però comunque trovano l'ufficio complicazioni affari semplici, comunque hanno un total rei tax del 66% come tassazione globale o costi totali dell'impresa il che vuol dire che il nostro imprenditore quando alza la serranda, visto che qualcuno ha detto che noi ci vantiamo solo di aver tolto le tasse ai veneti, il nostro imprenditore veneto quando alza la serranda ha un effetto su total rei tax che è l'effetto Paese che è 22 punti di meno rispetto alla media europea, quindi a parità di serrande i nostri sono degli imprenditori eroi; vogliamo fare questo percorso?
Però dobbiamo avere anche l'onestà di dire quali sono le leve d'azione che ha un'Amministrazione regionale e quali ad esempio a livello del Parlamento e di Governo. Sapete non è facile, e io posso anche annunciare a Possamai che abbiamo già un progetto di quasi 30 miliardi di euro già scritto nero su bianco e debbo anche dire per la solita efficienza la stavamo mandando a Roma, quando ho visto i commenti sui giornali ho detto: "Ferma tutto" era già era già andato in Giunta e ho detto: "Fermate tutto" perché quando si ha ben ancora capito quali saranno gli elementi poi, perché poi se vado a leggere vedo sacrosanti i ragionamenti che tu hai fatto però è altrettanto vero che poi leggo i commenti e sembra che il recovery fund alla fine venga destinato secondo le aspettative dei singoli Ministri, anche legittime, se volete, sono stato anch'io Ministro e quando sei Ministro pensi al tuo oggetto sociale che è quello di seguire il Ministero. Vedo che tutti i Ministri di fatto ne hanno esauriti forse una decina di Recovery Fund rispetto ai 209 miliardi che abbiamo dei quali fra l'altro un'ottantina sono anche a fondo perduto.
Noi ci siamo su queste partite però abbiamo anche l'obbligo di dire ai veneti come stanno le cose, il tema della riconversione delle aziende, attenzione, che il ruolo del pubblico è accompagnare l'azienda dai cancelli dell'azienda alle porte del mercato noi non possiamo né fare gli imprenditori, né andare a dire a uno: guarda cambi i tondini di ferro e fai centraline per la diagnosi delle Volkswagen, ma neanche andare sul mercato a fare i loro commerciali però possiamo creare i presupposti ma è esattamente quello che abbiamo fatto in tutti questi anni. Il fatto che abbiamo puntato sulle riconversioni industriali, sulle reindustrializzazioni ma sono i vostri Governi che ci hanno finanziato e che hanno creduto nei nostri progetti a me sembra quasi masochista alcuni ragionamenti che ho sentito, cioè avete i vostri a Roma che riconoscono i nostri progetti come virtuosi a livello nazionale, venite qua e venite a dirci che qua non funziona niente, l'economia non va, sono tutti disoccupati, la gente è triste, non c'è più neanche il sole, anzi non sorge neanche più, c'è solo la notte.
Non è così il Veneto. Se voi avete questa immagine del Veneto, a me spiace, io non la posso condividere. Ma lo dico non per difendere delle attività, però non posso neanche, consigliera, pensare che venga così banalizzata l'azione della sanità. Noi veramente ci abbiamo rimesso un pezzo di fegato a seguire questa partita. Non è proprio così banale. Non è proprio così banale stare seduti in tribuna allo stadio di calcio e sapere come andrà la partita, perché a bordo campo c'è un'altra sensazione. La differenza che c'è tra noi e molti è una sola: noi comunque abbiamo la responsabilità della cura di questi cittadini.
Sui tamponi dico che ne facciamo quasi 30.000 al giorno, ma avete un'idea di cosa sono 30.000 tamponi? Abbiamo un ingegnere gestionale che segue tutti i tempi e i metodi per i tamponi. Abbiamo dichiarato che dobbiamo riuscire a farli in 7-8 minuti. Sto parlando dell'esecuzione materiale del tampone, cioè infilare lo stecco sulle due narici, se non è molecolare sennò c'è anche la gola. Moltiplicate e vedete. È inutile che facciamo credere ai veneti che possiamo fare tamponi all'infinito. È impossibile. È impossibile, perché oltre un certo muro arriva il muro del suono, non si va, è finita, finisce tutto. Facciamo 60.000 tamponi alla settimana e siamo gli unici in Italia che fanno i tamponi ogni settimana agli operatori delle case di riposo e a tutti i loro ospiti. Facciamo ai 54.000 dipendenti della sanità tamponi ancora ogni venti giorni e ogni sette giorni a quelli in prima linea, come vi ho detto prima. Avete idea che qua sbagliamo tutto? Per carità. Probabile che noi stiamo vedendo un film che non esiste. Magari siamo dei sonnambuli. Abbiate almeno il coraggio di scrivere nero su bianco queste robe, almeno restano nella storia e ognuno dice la sua. Perché io non so più cosa dire.
Rispetto alle attività che ho fatto ho anche l'obbligo di difendere una squadra di medici, di operatori, di scienziati, di accademici che comunque hanno condiviso il nostro percorso. E lo stanno condividendo. Se non ci credete, potete assolutamente farvi dare tutte le carte. Attenzione, carte ai consiglieri, da quando ci sono (io non rispondo per gli altri), non sono mai state negate. Una roba deve essere chiara, e guardatemi nelle palle degli occhi: che non venga mai a sentir dire che vi viene negata una carta, perché voi avete accesso a tutto l'archivio della Regione. I vecchi consiglieri che sono qui, delle minoranze, lo possono confermare. Zanoni per primo può confermare che non gli hanno mai negato una carta. Giusto? Non ho sentito. Tu domandi bancali di carta è ovvio... Però, lo voglio dire, lo voglio dire perché penso che sia corretto stabilire le regole del rapporto. Proposte costruttive: noi ci siamo e lo abbiamo dimostrato con l'altra, con la vecchia legislatura. Il tema dei documenti è giusto ed è corretto. Gli uffici hanno mandato di darli prioritariamente, velocemente agli uffici.
Dopodiché, ci sono questioni che voi considerate assolutamente dirimenti che volete... Noi, nero su bianco, rispondiamo. Voi scrivete e noi rispondiamo. Questi sono i termini. Dopodiché, ho sentito parla di app Immuni. Sulla app Immuni non c'è nessun segreto o mistero di Fatima. Non c'è niente. Posso dirvi la verità? Ho letto direttamente sui giornali quello che stava accadendo. Potete crederci o non crederci. Abbiamo chiesto, ho chiesto io alla dottoressa Russo, la potete anche interpellare in Commissione, quando ci sarà la Commissione, ho chiesto: "Guardi, siccome è una partita vostra, faccia una dichiarazione e si faccia intervistare".
La dottoressa Russo dice, carte alla mano, di avere un'interlocuzione con il Ministero, con gli uffici del Ministero, non sono cose che seguiamo noi, rispetto alla quale dice: attenzione che, secondo noi, c'è una falla nel sistema, perché quando arriva la segnalazione al cittadino dice "lei ha avuto un contatto con un positivo", ma vorremmo capire se ha avuto un contatto con un positivo che era in ospedale e quindi aveva una mascherina, la condizione... Sennò esplodono i tamponi.
Peraltro, vorrei ricordarvi, visto e considerato che giustamente c'è questa ansia di rintracciare con il contact tracing tutto quello che è positività e contatti, visto e considerato che qualcuno ha detto che se andiamo all'autodiagnosi a questo punto ci scappa tutto di mano, a parte il fatto che tutto qui, il Piano di sanità pubblica è basato sulla responsabilità e senso civico, perché lo capite da soli, ma colui che ha avuto un contatto e gli arriva il messaggio sul telefonino può andare dal suo medico, può non andare dal suo medico. Capite che è sempre un fatto di senso civico. È inutile che facciamo tanti ragionamenti. Il suo medico, quando lo avrà visto, come fa ad avvisarci che lo ha visto? Come scatta la macchina? Ci sono dei passaggi che, mi ha spiegato la dottoressa Russo, dovrebbero essere perfezionati, sennò noi non sappiamo mai il rapporto... Avendo noi un Piano di sanità pubblica e avendo il servizio Dipartimento di prevenzione che è costituito per legge secondo i dettami nazionali, se questo servizio del Dipartimento di prevenzione e il cittadino fa così e va da un'altra parte ci vuole una connessione, sennò noi non sappiamo mai nulla di quello che succede. Tutto qua.
La nostra app, non so chi l'ha detto, che ho annunciato la nostra app e poi è sparita, forse l'ha detto anche qualcun altro, Lorenzoni, scusami, l'avete detto forse in un paio.
La volete tutta la verità? Abbiamo la app pronta per la biosorveglianza. Ho chiesto io che non fosse attivata perché ho detto: guardate che se la attiviamo ci diranno che è la contrapposizione alla app Immuni. Semplice nell'ultima riunione ho detto: adesso rifatela partire che fra l'altro ha un'altra funzione rispetto all'App Immuni la nostra biosorveglianza parla ai positivi già concreti, li monitora e segue percorsi positivi fino alla negativizzazione vede una community di positivi di contatti e li segue in maniera tale.
Tra l'altro ieri ne abbiamo discusso pensando anche ad introdurre il tema, voi sapete che tutti quelli che sono in isolamento fiduciario a casa hanno fondamentalmente, dovrebbero avere la telefonata quotidiana, che dice: "Come va oggi?" tutte ste storie, capite quando son grandi numeri è difficile fare le telefonate a tutti a questo punto proprio ieri o l'altro ieri abbiamo detto: introduciamo anche digitalmente la possibilità di avere una sorta di pulsante warning piuttosto che un semaforo, uno dice è verde: oggi sto bene non serva che mi chiami, in maniera tale che scremiamo anche il tema dei contatti. Questa è l'unica vicenda.
Sui vaccini abbiamo comprato per primi in Italia 1.332.000 dosi forse ancora qualcuno non l'ha capito: i vaccini non è che si trovano per strada, li abbiamo comprati ancora prima che li facessero, a giugno noi abbiamo fatto la gara: 8.500.000 di euro la legge prevede che noi dobbiamo erogare per legge e vaccinare, rispondo a Giacomo Possamai, dobbiamo vaccinare prima le categorie previste per legge, io non so quale sia il caso di questa signora probabilmente lo è anche in una categoria, i medici hanno le loro dotazioni che sono state distribuite, le farmacie stiamo tentando di incrementare ma l'accordo nazionale deve dare l'1,5% che è niente perché? Perché la preoccupazione è che avendone pochi si perde la possibilità di vaccinare tutti quelli che ne hanno diritto perché il circuito della farmacia che per noi è fondamentale è però un circuito che rischia di andar fuori dall'avente titolo, rischia di dire: "Trova Luca Zaia per comprarsi il vaccino, se lo fa fare da un medico" però attenzione ragazzi le dosi di vaccini pur avendole comprate non è che è arrivato un camion e ci ha scaricato 1.300.000 dosi magari, ci vengono date a singhiozzo come arrivano, quindi non c'è nessuna inefficienza della Regione rispetto all'approvvigionamento, non c'è nessuna inefficienza della Regione rispetto alla distribuzione; distribuiamo quello che abbiamo. Questo è un tema peraltro che tocca da vicino altre Regioni che ci hanno chiesto addirittura prestiti, oltretutto se vogliamo dirla tutta fino in fondo, ci hanno chiesto un aiuto nelle prime fasi perché addirittura non c'è dappertutto il vaccino che arriva, nell'ottica della solidarietà tra Regioni abbiamo anche questo aspetto mutualistico e che portiamo avanti.
Poi ci è stato chiesto, si è parlato del modello di sviluppo, io ho preso anche degli appunti. Sì tutto il tema, quale Veneto del futuro, modello di sviluppo, cioè non è che siamo a scuola qui. Io ho presentato un programma e l'ho depositato. Questo è il programma. Del modello di sviluppo del Veneto all'inizio della seduta ne ho parlato, anche se molto velocemente, lo riconosco. Se volete continuo a parlarvene. Non è che siamo una banda di sprovveduti e che i veneti impropriamente e improvvidamente vi hanno scelti. I veneti sanno come amministriamo. Piaccia o non piaccia, questa è la squadra di governo.
Noi abbiamo una responsabilità, pensate, ce l'abbiamo doppia: prima di tutto, dare risposta a tutti coloro che ci hanno dato consenso, in secondo luogo, non deludere il vostro elettorato che ci ha votato, che probabilmente tornerà nel vostro alveo. No, non ci ha votato il vostro elettorato, è rimasto a casa, ha ragione, il vostro elettorato è vostro. Noi non abbiamo nessuna azione di convincimento, però ci sentiamo ancora di più questa responsabilità. Io ho molti amici, che non votano il mio partito e i nostri partiti, che comunque ci hanno scelto, è una scelta di campo fatta. Non ci vedo nulla di scandaloso.
Però, ripeto, se l'atteggiamento è questo, quello di venire qui e cominciare, lancia in resta, a provocare, a dire che questo Veneto è un Veneto impresentabile e non funziona nulla, perdonatemi, io ho anche l'obbligo di difenderli questi veneti. Ripeto: la patente di idioti ai veneti non la farò mai dare a nessuno.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Abbiamo concluso l'ordine del giorno.
Chiudiamo qui la seduta. Verrete riconvocati a domicilio.
Grazie a tutti. Arrivederci.
La Seduta termina alle ore 17.12
Il Consigliere segretario
f.to Erica BALDIN

Il Presidente
f.to Roberto CIAMBETTI


Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Paola Lombardo

Verbale n. 2 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 2
MERCOLEDì 21 OTTOBRE 2020


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 2a seduta pubblica – mercoledì 21 ottobre 2020

La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 13483 del 17 ottobre 2020.

Il Presidente Roberto CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 13.04.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Comunicazioni del Presidente  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica all'Aula le modalità di svolgimento della seduta odierna.

Punto n. 2) all'ordine del giorno


Sostituzione della consigliera regionale Elisa De Berti con il signor Marco Andreoli. Affidamento della supplenza. Legge regionale 16 gennaio 2012, n. 5 , articolo 24, comma 1 ter. APPROVATA (Deliberazione n. 96/2020)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione, a scrutinio palese per alzata di mano, il punto in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.
Hanno votato sì:
Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Villanova, Zaia, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il consigliere Marco Andreoli è invitato ad entrare in Aula.

Punto n. 3) all'ordine del giorno

Sostituzione del consigliere regionale Gianpaolo Enrico Bottacin con il signor Giovanni Puppato. Affidamento della supplenza. Legge regionale 16 gennaio 2012, n. 5 , articolo 24, comma 1 ter. APPROVATA (Deliberazione n. 97/2020)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione, a scrutinio palese per alzata di mano, il punto in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Villanova, Zaia, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il consigliere Giovanni Puppato è invitato ad entrare in Aula.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Sostituzione del consigliere regionale Francesco Calzavara con la signora Roberta Vianello. Affidamento della supplenza. Legge regionale 16 gennaio 2012, n. 5 , articolo 24, comma 1 ter. APPROVATA (Deliberazione n. 98/2020)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione, a scrutinio palese per alzata di mano, il punto in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Villanova, Zaia, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

La consigliera Roberta Vianello è invitata ad entrare in Aula.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Sostituzione del consigliere regionale Federico Caner con il signor Gianpiero Possamai. Affidamento della supplenza. Legge regionale 16 gennaio 2012, n. 5 , articolo 24, comma 1 ter. APPROVATA (Deliberazione n. 99/2020)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione, a scrutinio palese per alzata di mano, il punto in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zaia, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il consigliere Gianpiero Possamai è invitato ad entrare in Aula.

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Sostituzione del consigliere regionale Cristiano Corazzari con la signora Laura Cestari. Affidamento della supplenza. Legge regionale 16 gennaio 2012, n. 5 , articolo 24, comma 1 ter. APPROVATA (Deliberazione n. 100/2020)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione, a scrutinio palese per alzata di mano, il punto in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zaia, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

La consigliera Laura Cestari è invitata ad entrare in Aula.

Punto n. 7) all'ordine del giorno

Sostituzione della consigliera regionale Elena Donazzan con il signor Joe Formaggio. Affidamento della supplenza. Legge regionale 16 gennaio 2012, n. 5 , articolo 24, comma 1 ter. APPROVATA (Deliberazione n. 101/2020)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione, a scrutinio palese per alzata di mano, il punto in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zaia, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il consigliere Joe Formaggio è invitato ad entrare in Aula.

Punto n. 8) all'ordine del giorno

Sostituzione della consigliera regionale Manuela Lanzarin con la signora Milena Cecchetto. Affidamento della supplenza. Legge regionale 16 gennaio 2012, n. 5 , articolo 24, comma 1 ter. APPROVATA (Deliberazione n. 102/2020)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE pone in votazione, a scrutinio palese per alzata di mano, il punto in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zaia, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

La consigliera Milena Cecchetto è invitata ad entrare in Aula.

Punto n. 9) all'ordine del giorno

Sostituzione del consigliere regionale Roberto Marcato con il signor Giuseppe Pan. Affidamento della supplenza. Legge regionale 16 gennaio 2012, n. 5 , articolo 24, comma 1 ter. APPROVATA (Deliberazione n. 103/2020)


Il PRESIDENTE pone in votazione, a scrutinio palese per alzata di mano, il punto in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zaia, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE comunica che il consigliere Pan, per motivi di salute, ha chiesto congedo.

Punto n. 10) all'ordine del giorno


Comunicazione dei componenti della Giunta regionale e illustrazione del programma di governo da parte del Presidente della Giunta regionale ai sensi dell'articolo 51, comma 3, dello Statuto e con le modalità di cui all'articolo 6 del Regolamento del Consiglio regionale  [RESOCONTO]

Interviene il Presidente della Giunta regionale Zaia il quale comunica i componenti della Giunta regionale da lui nominati: Elisa De Berti, Gianpaolo Bottacin, Francesco Calzavara, Federico Caner, Cristiano Corazzari, Elena Donazzan, Manuela Lanzarin e Roberto Marcato.

Il Presidente della Giunta regionale Zaia illustra il programma di governo e, ai sensi dell'articolo 72 del Regolamento, comunica lo stato dell'emergenza sanitaria.

In discussione generale intervengono i consiglieri Zanoni e Lorenzoni.

Durante l'intervento del consigliere Lorenzoni assume la Presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

In discussione generale intervengono i consiglieri Razzolini e Guarda.

Durante l'intervento della consigliera Guarda assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

In discussione generale intervengono i consiglieri Ostanel, Zottis, Baldin, Venturini, Montanariello, Bigon e Camani.

Durante l'intervento della consigliera Camani assume la Presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

In discussione generale intervengono i consiglieri Giacomo Possamai e Rizzotto.

Durante l'intervento della consigliera Rizzotto assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Interviene il Presidente della Giunta regionale Zaia in sede di replica.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 17.12.

Consiglieri presenti:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PICCININI Tomas
BISAGLIA Simona
POLATO Daniele
BORON Fabrizio
POSSAMAI Giacomo
BOZZA Alberto
POSSAMAI Gianpiero
BRESCACIN Sonia
PUPPATO Giovanni
CAMANI Vanessa
RAZZOLINI Tommaso
CAVINATO Elisa
RIGO Filippo
CECCHETTO Milena
RIZZOTTO Silvia
CENTENARO Giulio
SANDONA' Luciano
CESTARI Laura
SCATTO Francesca
CESTARO Silvia
SORANZO Enoch
CIAMBETTI Roberto
SPERANZON Raffaele
CORSI Enrico
SPONDA Alessandra
DOLFIN Marco
VALDEGAMBERI Stefano
FAVERO Marzio
VENTURINI Elisa
FINCO Nicola Ignazio
VIANELLO Roberta
FORMAGGIO Joe
VILLANOVA Alberto
GEROLIMETTO Nazzareno
ZAIA Luca
GIACOMIN Stefano
ZANONI Andrea
GUARDA Cristina
ZECCHINATO Marco
LORENZONI Arturo
ZOTTIS Francesca








IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Erika BALDIN










IL PRESIDENTE
Roberto CIAMBETTI









PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin, Gabriella Gamba