ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 15/12/2020 n. 5

Resoconto 5a Seduta pubblica
Martedì, 15 dicembre 2020
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
 
La Seduta inizia alle ore 11.03
 

PRESIDENTE

Buongiorno. Ci sono dei colleghi che stanno ancora arrivando dopo l'esame tamponi, quindi rinvio l'inizio della seduta alle ore 11.15.
 
La Seduta è sospesa alle ore 11.04
 
 
La Seduta riprende alle ore 11.27
 

PRESIDENTE

Colleghi, se ci accomodiamo, chi deve stare in Aula, e tutti gli altri, se si collegano attraverso Concilium. Ricordo che si entra in Concilium, si entra nella seduta e si clicca in basso a destra sul segno "più" e su "presenza" per marcare la presenza.
Ricordo a tutti anche che, comunque, si deve firmare per la presenza il consueto foglio presenze, che è qui in Aula.
Chiedo anche alla collega Ostanel di marcare la presenza perché non la vedo presente su Concilium. Formaggio adesso c'è, bene.
Chi è collegato in Webex, se spegne i microfoni, perché sentiamo qualche dietro le quinte, che potrebbe qualche volta risultare anche non gradevole.
Abbiamo il numero legale, quindi inizio la seduta.
Diamo inizio alla 5a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 16853 del 10 dicembre 2020.
PUNTO
1
 
   

APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 4a seduta pubblica del 27 novembre 2020.
PUNTO
2
 
   

COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Fabrizio BORON
I congedi sono concessi.
PUNTO
3
 
   

INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4
 
   

RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Ho una sola interrogazione, che è la n. 17, della collega Ostanel.

Interrogazione a risposta immediata n. 17 del 13 novembre 2020, presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "LA LEGGE REGIONALE SUL CONTROLLO DI VICINATO È INCOSTITUZIONALE, QUALI I COSTI PER I VENETI?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'Interrogazione)
"Premesso che:
- è notizia di ieri la bocciatura da parte della Corte Costituzionale dell'intera, fatto piuttosto raro, legge regionale del Veneto n. 34/2019 sul cosiddetto "controllo di vicinato", dichiarata incostituzionale;
- le motivazioni della decisione risiedono nella "ritenuta invasione, da parte del legislatore regionale delle competenze riservate dalla Costituzione al legislatore statale", indicando espressamente quelle che invece competono alle Regioni in materia di sicurezza;
- alle Regioni, infatti, è invece consentito prevedere interventi a sostegno della cosiddetta "sicurezza secondaria", con azioni volte a rafforzare nel contesto sociale una cultura della legalità, nonché a rimuovere le condizioni nelle quali possono svilupparsi fenomeni di criminalità;
- tale ruolo andrebbe quindi esercitato rimuovendo, appunto, le condizioni di povertà, emarginazione, mancata inclusione sociale, ovvero ampliando le politiche di welfare e sostenendo azioni di cittadinanza attiva volte ad aggregare i cittadini in una logica di solidarietà, partecipazione e mutuo-aiuto derivante da processi di conoscenza e fiducia reciproca tra vicini, unitamente a interventi volti a rimuovere situazioni di degrado urbanistico, sociale e culturale, e al recupero delle aree o dei siti in stato di bisogno, così come previsto dall'art. 4 D.L. 14/2017.
Tutto ciò premesso la sottoscritta Consigliera
interroga il Presidente della Giunta regionale e l'assessore competente
per sapere quante risorse siano state finora investite nella scrittura e implementazione di una norma il cui profilo di incostituzionalità era stato fin da subito evidenziato".
Intende presentarla?

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Sì, Presidente, intendo presentarla.

PRESIDENTE

Prego. Però, mi chieda la parola sempre con Concilium, così facciamo sì che i verbali siano in automatico, o quasi. Perfetto. Ostanel, ha la parola.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Illustro questa interrogazione sul controllo di vicinato, anche perché si lega alla discussione che avremo oggi rispetto al bilancio previsionale.
La pubblicazione della sentenza n. 236/2020 della Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità dell'intera legge della Regione Veneto n. 34/2019 e questo ci dà l'occasione per ragionare nuovamente su un tema importante, quello della sicurezza, delle politiche locali e di come noi riusciamo, con gli strumenti che abbiamo, a garantire la sicurezza dei nostri cittadini.
La Corte ha affermato due princìpi principali, che credo siano importanti: la materia della sicurezza in senso stretto e la prevenzione e il monitoraggio dei fenomeni criminali sono strettamente riservati alla legislazione statale; secondariamente, quello che ha detto la Corte Costituzionale è che, invece, dovrebbe essere garantita, da un Ente come la Regione Veneto, la sicurezza in senso secondario, quindi assicurando quelle politiche pubbliche per la promozione della sicurezza integrata, che, come definita dalla legge, è il bene pubblico che afferisce alla vivibilità e al decoro delle città, da perseguire anche attraverso interventi di riqualificazione e rigenerazione anche urbanistica, ma soprattutto sociale e culturale.
In qualche modo, in questi anni abbiamo visto vari Comuni che si sono spesi per, invece, usare una legge che è stata dichiarata incostituzionale e su cui noi abbiamo attivato Comuni e cittadini, tra l'altro con un impatto non positivo rispetto al controllo e alla sicurezza che quella legge voleva avere. Abbiamo visto, soprattutto in pandemia, che, invece, dovremmo puntare su un altro tipo di interventi, che favoriscano la coesione sociale.
Per chiudere, la domanda che voglio fare in questa interrogazione è capire, e quest'Aula lo deve sapere, quanti soldi siano stati spesi per mettere in atto questa legge incostituzionale. Abbiamo visto, inoltre, che nel bilancio che andremo a votare successivamente sono stati lasciati pure dei costi relativi a questa legge, però dichiarata incostituzionale, quindi ho bisogno di conoscere i costi.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
L'assessore Corazzari chieda la parola attraverso Concilium. Va bene. Intanto risponde così e sistemate. Togliete anche quella cosa strana che è in cima al banco del collega Corazzari. Collega Corazzari, quella cosa strana la puoi mettere sotto? Bravo.
Prego, Assessore.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Con riferimento all'Interrogazione a risposta immediata n. 17 ove si chiede spiegazione delle risorse investite nella scrittura e attuazione della L.R. 8 agosto 2019, n. 34 avente ad oggetto "Norme per il riconoscimento ed il sostegno della funzione sociale del controllo di vicinato nell'ambito di un sistema di cooperazione interistituzionale integrata per la promozione della sicurezza e della legalità", si rappresenta quanto segue.
Giova innanzi tutto ricordare che la Legge regionale 8 agosto 2019, n. 34 , come è noto, è stata approvata dal Consiglio Regionale il 31 luglio 2019, esercitando "la potestà legislativa nel rispetto della Costituzione, dei vincoli derivanti dall'ordinamento europeo e dagli obblighi internazionali" così come previsto dall'art. 19 comma 1 della Legge regionale statutaria 17 aprile 2012, n. 1.
In merito alla richiesta del ricorrente su "quante risorse siano state finora investite nella implementazione della norma" va subito chiarito che a seguito della Delibera del Consiglio dei Ministri del 3 ottobre 2019, con la quale la Legge regionale 8 agosto, n. 34 è stata impugnata interamente presso la Corte Costituzionale ai sensi dell'art. 127 della Costituzione, in quanto ritenuta materia preclusa al legislatore regionale dall'art. 117, comma 2, lett. h) della Costituzione, la Giunta Regionale ha ritenuto prudente non dare avvio all'attuazione della legge in attesa della sentenza.
Alla luce di quanto sopra la Giunta Regionale ha reputato opportuno non impegnare alcuna somma, essendo comunque già concretamente impegnata a collaborare, anche finanziariamente, al potenziamento generale del servizio di sicurezza territoriale, non ultimo anche mediante i fondi messi a disposizione degli Enti Locali e delle imprese produttive in base alla Legge regionale n. 9 del 7 maggio 2002 "Interventi regionali per la promozione della legalità e della sicurezza"".

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie. Con riferimento all'interrogazione a risposta immediata n. 17, ove si chiede spiegazione delle risorse investite nella scrittura e attuazione della legge regionale 8 agosto 2019, n. 34 , avente ad oggetto "Norme per il riconoscimento ed il sostegno della funzione sociale e del controllo di vicinato nell'ambito di un sistema di cooperazione interistituzionale integrata per la promozione della sicurezza e legalità", si rappresenta quanto segue.
Giova innanzitutto ricordare che la legge regionale 8 agosto 2019, n. 34 , come è noto, è stata approvata dal Consiglio regionale il 31 luglio 2019 e vorrei sottolineare che è stata approvata all'unanimità ed è stata sottoscritta da tutti i Gruppi di quest'Aula, esercitando la potestà legislativa nel rispetto della Costituzione e dei vincoli derivanti dall'ordinamento europeo e dagli obblighi internazionali, così come previsto dall'articolo 19, comma 1, della legge regionale statutaria del 17 aprile 2012, n. 1.
In merito alla richiesta del ricorrente su quante risorse siano state finora investite nell'implementazione della norma, va subito chiarito che, a seguito della delibera del Consiglio dei Ministri del 3 ottobre 2019, con la quale la legge regionale 8 agosto n. 34 è stata impugnata interamente presso la Corte Costituzionale, ai sensi dell'articolo 127 della Costituzione, in quanto ritenuta materia preclusa al legislatore regionale dall'articolo 117, comma 2, lettera h), della Costituzione, la Giunta regionale ha ritenuto prudente non dare avvio all'attuazione della legge in attesa della sentenza.
Alla luce di quanto sopra, la Giunta regionale ha reputato opportuno non impegnare alcuna somma, essendo comunque già concretamente impegnata a collaborare anche finanziariamente al potenziamento generale del servizio di sicurezza territoriale, non ultimo anche mediante i fondi messi a disposizione degli enti locali e delle imprese produttive in base alla legge regionale n. 9 del 7 maggio 2002 "Interventi regionali per la promozione della legalità e della sicurezza".

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Ostanel, per la replica.
Chieda sempre la parola con il tastino, grazie. Sarò pedante su questa cosa, proprio perché va in automatico poi in registrazione, sennò dobbiamo modificare i verbali in corsa.
Prego, consigliera Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Assessore, della risposta.
Non sono soddisfatta per due motivi: uno è perché non ho sentito il costo, quindi non mi è stata data risposta rispetto a quanto questa Regione ha speso e quindi a quanto i cittadini hanno speso per una legge incostituzionale che, comunque, a mio parere, e a nome del mio Gruppo, che non era presente in Aula e quindi non ha votato e non avrebbe votato questa norma, sui territori non sta avendo l'impatto che doveva avere.
Faccio un esempio molto semplice: durante la pandemia abbiamo visto che l'unico tema importante e l'unico tema su cui noi dovremmo investire è quello di riuscire a dare sostegno a quelle reti sociali che hanno permesso, in piena pandemia, anche quando lo Stato non arrivava o anche quando la Regione non arrivava, di creare delle reti di mutuo aiuto e di supporto soprattutto per gli anziani soli, le persone più povere e le persone che arrivano anche da altri Paesi e che magari si trovano ad essere fuori dalle reti sociali.
Quindi, piuttosto che investire fondi su una legge incostituzionale che fa fare dei gruppi WhatsApp, dove i cittadini controllano i territori, ma in qualche modo, come ha detto la Corte Costituzionale, in questa maniera non risolvono delle questioni, ma semplicemente magari chiamano la Polizia per andare a sgomberare un assembramento che non ha nulla a che vedere con la microcriminalità, la questione vera, invece, è come avere un ruolo come Regione per arrivare a fare quello che la Corte Costituzionale dice, cioè prevenzione e non controllo diretto, che invece è garantito e deve essere fatto dallo Stato.
Quindi non sono soddisfatta perché non ho sentito il costo. Vedremo dopo nel bilancio che 200.000 euro ancora sono in quel bilancio per una legge che è incostituzionale e infatti ho proposto vari emendamenti che prendono questi soldi per metterli su altro, ma anche perché, appunto, non mi è stata data risposta rispetto anche a come poi tutto questo...

PRESIDENTE

Grazie, collega.
PUNTO
5
 
   

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

C'era una richiesta di iscrizione, ai sensi dell'articolo 111, di un'interrogazione della collega Guarda, l'interrogazione n. 3, ma non c'è risposta, quindi lei non può intervenire perché non c'è risposta sulla sua richiesta, ma deve intervenire ai sensi dell'articolo 111.
Prego, Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Io avevo chiesto di poter avere risposta a questa interrogazione che ha un titolo molto molto importante, per i vicentini in particolar modo, ed è: "Elevatissime concentrazioni di PFOA nel territorio del Comune di Trissino. La Giunta regionale attiverà approfondimenti specifici?".
Arrivare oggi, dopo che su Trissino si è discusso notevolmente anche negli scorsi anni, non soltanto perché è il territorio da cui parte una contaminazione che riguarda il Basso Veronese, il Basso Vicentino, il Basso Padovano, il Rodigino, ma anche perché a Trissino stesso negli anni scorsi avevamo denunciato come ci potesse essere una contaminazione e un avvelenamento della cittadinanza di quel Comune per emissioni in aria ed evidentemente, alla luce di questi dati riportati in questa interrogazione, anche oggi attraverso l'acqua e attraverso anche l'inquinamento del terreno.
Di fronte a questa situazione, per anni ci avete detto e la Giunta regionale ci ha confermato che non c'era bisogno di intervenire con un'indagine epidemiologica, con un'indagine sulla qualità della salute dei cittadini di Trissino, delle concentrazioni eventuali di PFAS all'interno del loro sangue, non c'era necessità perché non c'era il rischio per questa cittadinanza. Ci avete detto così, così come l'avete detto per il rodigino, che su quel territorio non si dovevano fare approfondimenti.
Alla luce di questi risultati, è vergognoso non avere una risposta nei tempi, anche perché se l'andamento è quella di non rispondere nei tempi, così come si vedeva nella scorsa Legislatura, evidentemente non ci ascoltiamo e non ascoltate la richiesta che una minoranza e anche i Consiglieri di maggioranza fanno e hanno fatto anche negli scorsi anni, dato il ritardo evidente. In secondo luogo non ci intendiamo sul principio per cui queste questioni vanno prese seriamente e non bisogna tardare, perché i cittadini di Trissino, così come di quelli del Basso Veronese, dell'area del Vicentino e del Padovano, di Arzignano, della Valle dell'Agno e di tutti i cittadini di Montecchio, devono essere sottoposti ad uno screening, perché se i dati sono questi e la contaminazione è così evidente ed espansa, non ci si può girare dall'altra parte.
Si ha paura di un risultato? Si ha paura di vedere concentrazioni all'interno del sangue dei cittadini di Trissino elevate, magari superiori a quelle rilevate all'interno del sangue dei cittadini della mia area?
Qui stiamo parlando di salute, stiamo parlando di un territorio che vede una percentuale di morti e di patologie legate all'ipercolesterolemia molto elevate rispetto al resto del Veneto; stiamo parlando di difficoltà a procreare e non si ride di fronte alla difficoltà e alla ostilità di un ambiente alla vita.
Pertanto vi chiedo cortesemente di sollecitare e siccome l'attesa sarà sicuramente molto lunga, spero vivamente e chiedo al Presidente di interfacciarsi con la Giunta per garantire questo diritto almeno di avere una risposta e una chiarezza.

PRESIDENTE

Cosa che ho già fatto. Grazie, collega.
Il collega Lorenzoni voleva intervenire sull'ordine lavori.
Me lo chiede con il tastino? Grazie.
Lorenzoni, sull'ordine dei lavori, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Io volevo intervenire per manifestare un po' la sorpresa dell'inizio di questo Consiglio, perché noi, come rappresentanti dell'opposizione, ci aspettavamo di vedere in Aula il Presidente e che venisse a relazionare sulla situazione sanitaria; abbiamo, invece, appreso della giustificazione e ci chiediamo se ci sia qualcosa di più importante rispetto al relazionare a quest'Aula sulla situazione sanitaria in atto.
Stiamo vivendo il momento più drammatico degli ultimi anni del nostro territorio e ricordo che abbiamo avuto un quarto dei contagiati negli ultimi giorni, cioè il Veneto è diventata l'emergenza nazionale – questo hanno detto questa mattina tutti i media – con un numero di morti, purtroppo, di 148 l'altro giorno, e ieri per fortuna sono scesi e mi auguro che rimanga basso, ma il numero dei morti e il numero delle persone ricoverate in terapia intensiva in Veneto in questo momento è un'emergenza assoluta.
Allora, iniziare a discutere del bilancio senza avere una relazione chiara e mi auguro anche esaustiva sul fronte di come intendiamo affrontare questo momento, credo che sia assolutamente indispensabile, per cui vorrei chiedere al presidente Ciambetti di farci sapere quando intendiamo mettere al corrente quest'Aula della situazione. È forse più importante partecipare a una conferenza stampa rispetto a partecipare ai lavori dell'Aula? Io mi auguro che non sia così, perché sarebbe uno sfregio all'autorevolezza di questo Consesso.
Vorrei chiedere se è prevista e quando, perché io ritengo inopportuno e grave parlare del bilancio senza sapere cosa sta succedendo nelle nostre RSA e cosa sta succedendo nei territori.
Un'affermazione di ieri del Presidente Zaia che ha detto che i posti in terapia intensiva non sono attivabili perché manca il personale mi ha fatto tremare i polsi, perché siamo zona gialla perché abbiamo tanti posti in terapia intensiva e in questo momento...

PRESIDENTE

Io sono d'accordo sull'ordine dei lavori, però riportiamo le cose esatte. Okay? Grazie.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

No, guardi, le posso dare i riferimenti di stampa in cui il Presidente dice: "Non sono attivabili perché manca il personale" e cito la casa di cura Casa Albergo di Lendinara, dove ci sono 101 ospiti positivi, non ricordo il numero dei morti, ma sono veramente rimasto allibito quando sono venuto a conoscenza della situazione.
Io penso che dobbiamo prioritariamente essere informati, sul piano istituzionale, di questa situazione, perché procedere con la discussione sugli aspetti economici penso sia...

PRESIDENTE

Grazie, collega Lorenzoni, ha terminato il suo tempo.
Le rispondo brevemente io da Presidente del Consiglio.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Se posso chiudere, dare la responsabilità ai Sindaci e al Governo...

PRESIDENTE

No, no, no, perché sull'ordine dei lavori lei poteva parlare, ma non può fare un'interrogazione a microfono come lei sta facendo in questo momento.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

La ringrazio. Attendo risposta.

PRESIDENTE

Quindi, le rispondo intanto come Presidente del Consiglio. Questo Consiglio è convocato perché una Conferenza dei Capigruppo lo ha deciso e, tra l'altro, è un Consiglio che guarda un provvedimento che è anche incardinato nello Statuto e nel Regolamento, cioè il provvedimento che riguarda il bilancio pluriennale. Quindi, è un Consiglio che è convocato in maniera assolutamente legittima e, anzi, doverosa, mi sento di dire.
Zaia non ha bisogno di avvocati difensori, però le assicuro che le riunioni in via continuativa – in questo momento ce n'è una in corso con i direttori generali – e con il Governo sono all'ordine della mezz'ora, quindi, se c'è un momento in cui probabilmente il Presidente ha anche qualche impegno è proprio questo periodo.
Comunque, ripeto, il suo intervento all'inizio era anche legittimo, ma se ha delle interrogazioni specifiche su Lendinara o altro, le fa per iscritto.
Sommessamente dico che oggi pomeriggio ci sarà sicuramente, perché adesso è impegnata, l'assessora Lanzarin, che sicuramente qualcosa ci dirà sulla situazione sanitaria.
Quindi mi fermo qua, però ripeto che il Consiglio regionale è legittimamente convocato, il Presidente Zaia ha mandato un congedo e penso che mai come in questo momento sia anche giustificato questo congedo.
Villanova, sull'ordine dei lavori.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Volevo tranquillizzare il collega Lorenzoni proprio sul fatto che nelle prossime ore avremo qui l'assessora Lanzarin, che sicuramente informerà il Consiglio sulla situazione sanitaria.
Per quanto riguarda la convocazione di questo Consiglio, io ricordo che nella Capigruppo c'era anche lei, consigliere Lorenzoni, quindi sulla legittimità, come è stato detto dal Presidente pochi attimi fa, penso che pochi abbiano qualcosa da dire.
Sul fatto che questo Consiglio verrà informato dal punto di vista sanitario, posso tranquillizzarla perché nel pomeriggio o comunque nelle prossime ore avremo l'assessora Lanzarin, che ci informerà su com'è la situazione.

PRESIDENTE

Camani, immagino sull'ordine dei lavori.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Molto brevemente, soltanto per ricordare, a me per prima, che il presidente Luca Zaia è prima di tutto un Consigliere regionale e che, quindi, proprio come per noi, sarebbe suo dovere partecipare a tutte le sedute del Consiglio regionale, tanto che lei all'inizio della seduta ne giustifica l'assenza.
Quindi, la richiesta del consigliere Lorenzoni non è una richiesta che sta sulle nuvole, ma che si fonda sulla considerazione rispetto al fatto oggettivo che ancora una volta il Presidente Zaia non è in Aula.
Normalmente non poniamo questioni di questo genere e lo sa anche lei, perché comprendiamo esattamente quello che lei ci ha appena spiegato, cioè che il Presidente Zaia è impegnato in altrettanto importanti riunioni, però la richiesta che ha fatto il consigliere Lorenzoni è di un'altra natura, Presidente, ed è in riferimento alla situazione particolarmente grave che si sta vivendo in questo momento.
Quindi, la domanda che io le rivolgo è la seguente: di fronte alla richiesta dello speaker di minoranza di avere la presenza del Presidente Zaia, senza nulla, ovviamente, togliere all'autorevolezza e all'importanza della presenza anche dell'Assessore competente, quindi rispetto alla richiesta che il Consigliere speaker di minoranza ha fatto al Presidente del Consiglio di riferire al Presidente Zaia il nostro desiderio di averlo in Aula e di sentire lui direttamente, nella sede istituzionalmente preposta per questo, che è il Consiglio regionale, non la sede della Protezione civile di Marghera, le chiedo, Presidente, se lei ha intenzione di farsi carico di riferire questa richiesta al Presidente – e quindi il nostro intervento sull'ordine dei lavori si chiude perché ci fidiamo, ovviamente, del suo impegno – o se, invece, perché dalla sua risposta mi viene più da pensare così, dobbiamo pensare a qualche altro strumento istituzionale per chiedere al Presidente di fare ciò che, a nostro giudizio, dovrebbe essere un suo dovere.
Capisco che ci sono altre opinioni.

PRESIDENTE

L'interlocuzione del sottoscritto con il Presidente Zaia è costante e continua e sicuramente gli riporterò quanto richiesto in quest'Aula, però ripeto che, siccome sento abbastanza spesso il Presidente Zaia, le convocazioni, ad esempio, della Stato-Regioni o degli incontri tecnici che avvengono normalmente con Boccia, Speranza e magari Arcuri, tipo quella di ieri sui vaccini, sono all'ordine della mezz'ora, ripeto. Quindi, è difficile anche per il Presidente Zaia programmare la sua giornata..
Tutto ciò detto, io riporterò al Presidente Zaia la richiesta dello speaker di minoranza.
Non vedo altri interventi, quindi, proseguiamo con l'ordine del giorno.
PUNTO
6
 
   

NOMINA DEL SEGRETARIO GENERALE DEL CONSIGLIO REGIONALE. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 8) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 109/2020)

Relazione della Prima commissione consiliare.
Relatore in Aula il consigliere Soranzo.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione illustrativa)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
la Prima Commissione consiliare ha esaminato, in data 9 dicembre 2020, la deliberazione amministrativa n. 125 del 27 novembre 2020 proposta dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, relativa all'affidamento dell'incarico di Segretario generale del Consiglio al dott. Roberto Valente.
La Commissione, dato atto che il candidato è in possesso dei requisiti di esperienza, professionalità, capacità organizzativa e di direzione, nonché di adeguata preparazione, come risulta dal curriculum allegato alla deliberazione sopra indicata, propone all'Assemblea di conferirgli il suddetto incarico per la durata di tre anni, con eventuale rinnovo sino al termine della corrente legislatura regionale e comunque non oltre i sei mesi successivi alla fine della stessa.
La Prima Commissione ha approvato all'unanimità la proposta di deliberazione amministrativa n. 8, con i voti favorevoli dei rappresentanti dei gruppi consiliari Liga Veneta per Salvini Premier, Zaia Presidente, Lista Veneta Autonomia, Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni, Forza Italia-Berlusconi-Autonomia per il Veneto e Partito Democratico Veneto".

PRESIDENTE

Prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Mi viene da dire buongiorno a tutti i colleghi ufficialmente, visto che nessuno l'ha dato.
Sono a proporre all'ordine del giorno quello che prevede la legge regionale n. 53 del 31.12.2012, articolo 16, ai sensi dell'articolo 58, comma 3, dello Statuto regionale, a seguito della delibera n. 125 del 27 novembre 2020 dell'Ufficio di presidenza.
Devo dire che mai avrei pensato di essere proprio io, e per questo ne ho un grande onore, a relazionare su questo punto e proporre all'ordine del giorno quello che, di fatto, le norme statutarie, la legge regionale e tutte le normative vigenti ne fanno di fatto un passaggio obbligatorio, ma non così tanto o poco di rilievo.
Il conferimento dell'incarico del Segretario generale del Consiglio regionale è un passaggio fondamentale e avviene oggi, appunto, con una votazione che ha visto nella Commissione competente un voto unanime, con 41 voti a favore, nell'individuazione di una figura, che quindi viene proposta, che è quella il dottor Valente.
Dico che non è un passaggio di poco conto, considerata soprattutto la figura del dottor Valente, che oggi rappresenta, credo a nome di tutti, nei fatti, nelle votazioni della stessa Commissione, ma a parere di tutti coloro che hanno vissuto con lui un percorso pluriennale nelle varie funzioni, competenza, professionalità, disponibilità, oltre a una grande conoscenza della storia della macchina del Consiglio regionale e delle regole di questo Consiglio nella loro evoluzione.
Non è di poco conto che è estensore anche di quelle che sono le linee guida che ci sono state poi consegnate al nostro insediamento e non è poi di poco conto quello che la storia di questo dirigente, di questo Segretario racconta. Con sé porta – e credo che sia questo il motivo principale – un elemento che non è così scontato in tutte le Istituzioni e lo dico con grande chiarezza e trasparenza, alla luce della mia esperienza, perché la politica ha la brutta abitudine talvolta di sconfinare e mettere i funzionari nelle posizioni che sono poco consone ai funzionari, mentre sono più politiche. Ebbene, credo di poter dire che oggi il dottor Valente è garanzia di terzietà, è garanzia di buon andamento della macchina istituzionale del Consiglio regionale, è garanzia di saper trattare con competenza, garanzia, equidistanza e imparzialità, nell'interesse collettivo di tutte le Istituzioni della Regione Veneto nell'ambito del Consiglio, in maniera assolutamente equidistante, con grande competenza e grande garanzia a 360 gradi.
Ecco, quindi, che a questo suo modo di lavorare e a questo suo modo di porsi nei confronti di qualunque Consigliere, di qualsiasi Gruppo di appartenenza, ha dato un grande valore alla funzione che è andato a ricoprire fino ad oggi e che credo di poter dire andrà che a ricoprire per i prossimi tre anni, perché questa proposta prevede l'incarico di tre anni, che può essere poi rinnovata fino al termine della corrente legislatura e, comunque, non oltre i sei mesi successivi alla fine della stessa.
Quindi penso di poter dire che, ringraziandolo per il lavoro svolto e per la continuità anche che potrà dare sicuramente a tutti i provvedimenti, continuità che oggi è garanzia, secondo me, anche di velocità, vista la complessità dei provvedimenti che stiamo affrontando ogni giorno, potrà essere sicuramente la miglior risposta la proposta che già la Commissione ha individuato nel dottor Valente quale nuovo Segretario regionale del Veneto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
L'importanza dell'atto è anche che quest'Aula si esprima sulla nomina del Segretario generale, che non è una cosa scontata anche per altre cose, quindi è importante che il Consiglio si esprima.
Ha chiesto la parola il collega Zottis; prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È un atto estremamente importante perché si tratta della nomina del Segretario generale per i prossimi tre anni, ma anche della nomina di un Segretario generale che abbiamo potuto conoscere, per chi c'è stato nella scorsa legislatura, già nei cinque anni precedenti.
Quindi, inizio con il ringraziare il dottor Valente per il lavoro fatto e per la collaborazione che c'è stata anche in questi mesi, a conferma dell'attività che il Consiglio regionale può fare se si ritrova anche nelle condizioni di trasparenza e di coinvolgimento.
Si tratta di una figura che chiaramente è immagine e garanzia di democrazia verso l'interno e verso l'esterno ed è per questo che siamo a richiedere nuovamente al dottor Valente di poter avere un'attività di completo coinvolgimento di tutto il Consiglio regionale nei prossimi tre anni, un coinvolgimento che sia costante e che possa vederci con un dialogo continuativo.
Queste sono le richieste che oggi ci troviamo a fare, anche come espressione all'interno dell'Ufficio di Presidenza, della minoranza, ma soprattutto ci ritroviamo a constatare che forse, attraverso di lui, potremmo anche migliorare quelli che sono alcuni aspetti di comunicazione e di gestione, che ci hanno portato alle volte ad avere un confronto, alle volte acceso e alle volte un po' meno acceso, anche tra maggioranza e minoranza nel corso, per quanto mi riguarda, di questi sei anni.
Quindi chiudo tornando a ringraziarlo e tornando a ricordare l'importanza estrema di questa figura e anche la sua delicatezza, per cui tante volte anche noi ci ritroviamo a fare alcune richieste, ma dobbiamo considerare che deve essere mantenuto un equilibrio stabile e un equilibrio trasparente sempre e comunque. Questo credo sia un onere e un onore che il dottor Valente potrà portare avanti con successo nei prossimi tre anni, garantendo, per quanto ci riguarda, la massima collaborazione e chiedendo la massima collaborazione.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega. La parola al collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Mi fa piacere intervenire a sostegno della candidatura del dottor Valente che, pur essendo un padovano, non avevo il piacere di conoscere, l'ho conosciuto nel momento in cui ho approcciato il Consiglio e devo dire che ne ho da subito apprezzato le capacità e il ruolo, in qualche maniera, di coordinatore di una macchina amministrativa che è piuttosto complessa, e articolata nel funzionamento del Consiglio. Questa sicuramente è una garanzia di poter lavorare qui in Consiglio in modo efficace, in modo efficiente e dando la possibilità a tutti di esprimere le proprie posizioni nel rispetto delle regole e anche nella sicurezza di avere un apparato amministrativo in grado di mettere i paletti corretti per la discussione e per la nostra attività di Consiglieri.
Ci tengo ad esprimere il supporto a questa candidatura e l'apprezzamento nei confronti della professionalità e anche della passione che il dottor Valente mette nel suo lavoro, che ritengo abbia dato un forte rilievo all'identità dei lavori di questo Consiglio e che penso possa continuare negli anni a venire in modo proficuo.
Pertanto credo di esprimere un po' il sentimento di molti Consiglieri nel ritenere che sia una scelta opportuna, una scelta che aiuta tutti noi a lavorare al meglio. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei Giacomo Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Anch'io volevo intervenire sul punto, anche a nome del Gruppo del Partito Democratico, nel senso che in un momento di particolare difficoltà e complessità, come quello che stiamo vivendo, sicuramente anche scegliere le figure giuste al posto giusto ha un valore ulteriore. Quindi, una figura esperta e competente come quella del dottor Valente, secondo noi, è fondamentale in questa fase.
Pertanto siamo sicuramente favorevoli alla scelta che avete compiuto e che proponete a questo Consiglio, nel senso che abbiamo davanti un tempo sicuramente complicato e il fatto di poter contare sulla professionalità e su una figura come il dottor Valente pensiamo che sia cruciale. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Collega Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Sottoscrivo gli apprezzamenti al dottor Valente che sono stati espressi da chi mi ha preceduto e voglio esprimere il sostegno a questa candidatura da parte di tutti i nostri Gruppi, in quanto il dottor Valente si è dimostrato un esempio per la professionalità, per la cortesia e per chi ha vissuto l'esperienza più o meno drammatica dell'acqua grande dell'anno scorso, anche per come ha gestito quell'emergenza che ci ha colpito a novembre di un anno fa.
Quindi io voglio esprimere il nostro sostegno a questa candidatura, augurando anche buon lavoro per questi prossimi anni al dottor Valente.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È doveroso dire che questo è un momento importante, un momento in cui non stiamo facendo un passaggio di poco conto, ma è un momento in cui si decide, in parte, quella che sarà una parte integrante dei lavori del Consiglio dei prossimi anni.
Sicuramente visibili a tutti sono le competenze, la disponibilità e la professionalità del dottor Valente, elementi, come diceva qualcun altro, da non dare per scontati in un momento storico importante come questo, dove spesso le macchine amministrative di vari enti a vario titolo balzano alla cronaca proprio per mancanza di figure professionali di esperienza. Abbiamo la fortuna, oggi, di poter votare una persona che questi requisiti e queste caratteristiche li ha tutti.
Questo Consiglio ha bisogno di lavorare in questi anni tanto e bene e, per quel poco che io stesso ho potuto vedere, la figura e la competenza del dottor Valente possono essere di aiuto e di supporto a quest'Aula.
Ci auguriamo, però, che la garanzia di democrazia e di imparzialità, cosa che finora è stata, non venga mai a mancare, perché questo, soprattutto per noi Consiglieri appena arrivati, a differenza di chi ha avuto la fortuna di poterci lavorare insieme prima e conoscerlo, è un importante atto di fiducia, un atto che non va su una logica politica di contrapposizione: la maggioranza da una parte e la minoranza dall'altra. È un atto che vuole sgombrare quelle che sono anche le legittime fazioni che spesso si creano all'interno dell'Aula; è un atto che dice di fare una politica buona e seria tutti insieme almeno nelle scelte di quelle figure chiare e importanti, che dovranno in qualche modo essere – usando anche un termine forte e improprio – una linea guida, un faro per quelle che saranno anche le vicende che in quest'Aula si verranno a creare.
Quindi, soprattutto per noi Consiglieri appena arrivati che, ripeto, non hanno questo come elemento scontato e acquisito, a differenza dei colleghi che hanno già vissuto questa esperienza, è un importante atto di fiducia, che sicuramente non sarà deluso, però è bene ricordare che il nostro voto rappresenta onori e oneri per il dottor Valente e ci auguriamo che, come oggi è stato, ovvero disponibilità e imparzialità nella figura del dottor Valente non sono mai mancate, sarà anche domani. Infatti credo che su certe vicende e su certe scelte lavorare tutti insieme, lavorare come un'Aula unica, non dividerci, non entrare in mezzo a conflittualità politiche, pur di marcare un pezzo di territorio e dire qualcosa di diverso, debba essere fatto.
Anche fuori vedo che sono d'accordo: c'è un'ola di ultras fuori, che non so se acclama, Presidente, al mio intervento o alla nomina di Valente, ma comunque vediamo che sono arrivati.
Detto questo, mi accodo e ringrazio anche il relatore per le parole importanti che ha usato, perché questo è un atto di fiducia importante, che soprattutto chi è appena arrivato fa, ma siamo sicuri e ci auguriamo di non avere ripensamenti su questa importante azione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Venturini.

Elisa VENTURINI (Forza Italia – Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
C'è un adagio che dice che morto un papa se ne fa un altro, ma io non ci ho mai creduto perché è sempre difficile trovare la persona giusta da mettere al posto giusto nel momento giusto, perché questo implica esperienze e competenze che non si maturano in poco tempo, richiedono anni, richiedono impegno, richiedono fatica.
Allora, con piacere sosteniamo la figura del dottor Valente, perché è la figura adatta in questo contesto e devo dire che, in questi mesi, secondo me, la caratteristica fondamentale è stata la sua capacità di risolvere i problemi. Allora, in una macchina burocratica impegnativa come può essere quella di un Ente pubblico come quello della Regione Veneto, avere una persona che ti risolve il problema in tempi rapidi fa la differenza ed è una cosa che apprezzo tantissimo, perché la concretezza e il fatto di essere pragmatici permette di risolvere i problemi.
Allora un ringraziamento per l'attività svolta fino a questo momento e il sostegno e la fiducia per l'attività che svolgerà ancora.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio anch'io il consigliere Soranzo per la relazione che ci ha proposto.
Noi oggi andiamo a eseguire una nomina che rappresenta un'importante funzione di questo Consiglio regionale, una funzione che ha ovviamente una rilevanza strategica dal punto di vista formale, perché al Segretario generale, ovviamente, viene chiesta la capacità di organizzare i lavori in maniera ordinata, puntuale e precisa, ma è una funzione che ha anche degli aspetti di natura informale, che sono altrettanto importanti, come la capacità di cogliere le necessità politiche e operative di questo Consiglio.
Quindi, dentro questa figura si intrecciano competenze di natura prettamente tecnica e anche capacità di lettura del contesto politico e, per svolgere nella maniera migliore questa funzione, non serve solo la competenza, ma serve anche sensibilità e intelligenza.
Io penso che, mai come oggi, sia necessario provare a costruire insieme le condizioni per far riacquisire al Consiglio regionale una centralità perché viviamo una fase politica in cui molto spesso il potere tende a spostarsi dagli organi rappresentativi agli organi esecutivi, ma io credo che, invece, questa tendenza vada contrastata e che si debba lavorare per tornare a offrire a questo Consiglio, ma in generale a tutti gli organismi che comprendono gli eletti, una nuova centralità, una nuova dignità.
Ecco perché oggi è ancora più importante individuare figure che abbiano le competenze e l'autorevolezza che, insieme al Presidente Ciambetti, possano contribuire in questa direzione.
Il dottor Valente ha certamente le competenze tecniche e il curriculum che è allegato al documento direi che lo dimostra in maniera inequivocabile e anche da nuova consigliera regionale devo dire che le testimonianze che i Consiglieri presenti anche nella Legislatura precedente ci hanno riportato confermano indiscutibilmente il giudizio positivo, in relazione alle competenze tecniche del dottor Valente.
Ma devo dire che ha anche delle qualità umane e personali idonee, adatte e adeguate ad affrontare con equilibrio anche le sollecitazioni di natura diversa che dentro questa Assemblea si possono sviluppare. E questa è una sensazione che abbiamo maturato fin dai primi mesi di questa legislatura e quindi, se vogliamo, anche con una conoscenza relativamente superficiale della professionalità del dottor Valente, ma che fin da subito ci ha consentito di coglierne, prima ancora che le competenze tecniche, l'intelligenza umana e personale.
Quindi, ribadendo ovviamente che condividiamo l'indicazione che ci è stata fornita rispetto a questa figura importante, lo giudichiamo pienamente all'altezza del ruolo e certamente non faremo mancare la nostra condivisione in questo importante passaggio.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Personalmente, tanto più in quest'epoca in cui viviamo un periodo molto difficile da un punto di vista organizzativo, strutturale e gestionale, anche nel Consiglio stesso, anche del personale stesso, una continuità è evidente che si auspica e, di conseguenza, sostengo anch'io, a nome di Europa Verde, questa importante carica votando il dottor Valente come rinnovato Segretario di questo organo.
Alla luce dell'esperienza fatta negli scorsi anni e alla luce del fatto che è evidente che nel prossimo anno e in quelli a venire ci sarà naturalmente un'esigenza di azione e di garanzia nei rapporti tra maggioranza e minoranza importante, alla luce del fatto che tanto più oggi il personale è sottoposto a dalle intense pressioni da un punto di vista proprio lavorativo, sia da un punto di vista organizzativo che anche psicologico, così pesanti e importanti, come abbiamo visto nella prima epoca del Covid e anche in emergenze come quella dell'acqua alta dello scorso anno, eccetera, evidentemente avere una figura di garanzia e capace di gestire questi fenomeni emergenziali con l'efficacia e l'efficienza necessari, è più che necessario.
Quindi il voto sarà favorevole. Apprezziamo il fatto che ci sia una convergenza da parte di tutto il Consiglio, per cui penso che sia anche un bel risultato per il dottor Valente potersi vedere sostenuto da tutte le parti politiche all'interno di questo Consiglio. L'augurio è che da oggi in poi ci sia un rinnovato impegno, di cui siamo certi, in tutela e in garanzia della funzione che egli svolge e che siamo certi potrà realizzare con le migliori capacità e con la migliore disposizione d'animo.
Un rammarico naturalmente è perché il dottor Valente, così appassionato di viaggi, così appassionato di esplorare il mondo, eccetera, con questo impegno, con questo incarico nuovamente sarà impegnato a rimandare qualche viaggio di cui ci ha parlato e quindi, gli auguriamo di poter vivere questo periodo con la giusta serenità e magari poterci raccontare ancora i suoi progetti futuri e le sue curiosità rispetto a questa passione, che accomuna molti di noi e accomuna anche lui.

PRESIDENTE

Gli daremo comunque da fare, non si annoierà.
Collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Condivido pienamente quanto è stato detto sinora in relazione alla figura del dottor Valente e vorrei solo aggiungere una cosa che per me è molto importante, cioè la presenza: io l'ho sempre visto presente all'interno del Consiglio e negli uffici e non è da poco. In un momento del genere, in cui abbiamo bisogno di professionalità, di competenza e di passione, io credo che anche l'essere presente a volte ci dia quella garanzia e quella tutela di cui abbiamo bisogno tutti. Sappiamo come funziona la macchina burocratica e sappiamo quanta difficoltà pone in essere nello sviluppo delle materie in ognuno di noi, soprattutto per l'andamento del Consiglio regionale che è un Consiglio anche importante sotto l'aspetto legislativo e delle proprie funzioni, per cui, è importante da una parte la competenza e la professionalità, ma anche l'esserci sempre.
Io veramente mi associo al Gruppo e a tutti coloro che hanno parlato nel fare gli auguri di buon proseguimento di lavoro e di portare avanti sempre con l'equilibrio delle varie parti la gestione che sin d'ora è stata fatta e lo ringrazio per il lavoro svolto.

PRESIDENTE

Grazie. Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Devo dire che, insieme ai colleghi del mio Gruppo, a parte Joe Formaggio che è qui accanto e che, già prima che noi fossimo eletti, mi aveva raccontato quante volte era stato ripreso in Aula dal dottor Valente per i suoi comportamenti, non sempre quella che è la prima impressione che si ha di una persona, poi corrisponde effettivamente alle caratteristiche che quella persona dimostra di avere.
Ascoltando gli interventi dei miei colleghi, che in quest'Aula hanno sicuramente maturato maggiore esperienza anche nella conoscenza del dottor Valente, mi sono stupito e meravigliato nel riconoscere che tutti, a prescindere dal fatto che siedano su uno scranno, in un banco, in una posizione, che appartengono a una forza politica o a uno schieramento, hanno ricavato nella propria esperienza personale, anche individuale, le stesse idee riferite al dottor Valente, persona cortese, capace, intelligente, disponibile, con un contegno invidiabile e che sicuramente può rappresentare per tutti noi una garanzia di efficienza nei prossimi tre anni. Mi associo, però, a quanto detto dalla collega Guarda, che è intervenuta prima, nel dire che probabilmente andranno a sottrarre a lui delle disponibilità di tempo per le proprie passioni, ma credo davvero che con il dottor Valente Segretario generale, tutta questa Assemblea guadagni un punto di riferimento utile all'interesse del Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Anche per quanto mi riguarda, vorrei esprimere il mio sostegno al segretario Valente. Già nel precedente Consiglio, nella precedente Legislatura ci siamo trovati ad avere a che fare con delle situazioni difficili e mi riferisco a quanto è successo poco più di un anno fa con l'acqua "granda", che è entrata all'interno dell'Aula consiliare, cogliendoci tutti impreparati. E quell'occasione abbiamo notato proprio la costanza e il sangue freddo dimostrato dal Segretario, che ha sempre operato con celerità sia per la buona riuscita dei Consigli, sia anche in situazioni come quella che si è verificata. Da lì abbiamo potuto constatare la sua tenacia, il suo lavoro costante, oltre che, dal punto di vista personale, una grande disponibilità nei confronti dei Consiglieri.
Infine, credo anche che l'esperienza in questo campo e soprattutto in una situazione come quella che stiamo vivendo, in un periodo del tutto straordinario, in cui servono persone competenti al posto giusto e al momento giusto, faccia veramente la differenza, per cui esprimo tutto il mio sostegno al dottor Valente per il suo rinnovo.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Formaggio, prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia ‒ Giorgia Meloni)

Presidente, molto velocemente.
Visto che siamo tutti d'accordo, auguro un grandissimo in bocca al lupo per il lavoro che dovrà fare al dottor Valente e non mi preoccuperei tanto, come il collega Speranzon e la collega Guarda: è ancora un giovanotto, quindi potrà viaggiare quando andrà in pensione. Quindi, nell'augurargli buon lavoro, visti i colleghi, gli auguro anche una lunga vita.

CIAMBETTI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie. Non vedo altri interventi.
Brevemente, anche da parte mia, dopo aver sentito tutto ciò, guardate che ha anche qualche difetto il dottor Valente, non è che sia proprio tutto perfetto. Naturalmente sto scherzando. Io penso di conoscerlo da molto tempo, sicuramente da più tempo rispetto a tanti di voi, e dire questo mi crea una profonda tristezza sapere e pensare quanto sto invecchiando anch'io. Nel 2006, se ben ricordo, io ebbi a dirigere una Commissione speciale e mi fu affidato come dirigente il dottor Valente, quindi lo conosco da un po' di tempo e, se c'è una sua caratteristica, è proprio quella di affrontare e risolvere i problemi: è un problem solver che funziona sempre, quasi sempre, abbastanza bene.
Mi permetto di dire che un pregio di Valente è anche di riuscire a dialogare con tutti, essere sempre persona di equilibrio e neutra quando svolge il suo ruolo di Segretario generale e ha anche la qualità di aver ha saputo circondarsi e scegliere un gruppo di persone che ha fatto funzionare bene il Consiglio regionale la scorsa legislatura.
Siamo diventati, per molti temi, anche riferimento a livello nazionale e vi assicuro che io ho un punto di vista e vedo come funzionano altre Assemblee legislative e devo dire che il nostro Consiglio regionale, anche grazie appunto al dottor Valente, ha assunto, su certi temi, un ruolo guida e ruolo di riferimento.
Chiudiamo gli interventi e passiamo alla votazione per chiamata nominale, con la distribuzione delle schede per l'elezione del Segretario generale del Consiglio regionale, PDA n. 8.
Distribuiamo le schede ai Consiglieri, non agli Assessori naturalmente. I colleghi che sono fuori penso l'abbiano già avuta.
La parola alla collega Sponda per l'inizio della chiamata dei Consiglieri. Alessandra, inizia pure.
Seguiremo l'ordine alfabetico: preparatevi.
Si vota qui fisicamente e chi è negli uffici deve raggiungere l'ampia Aula.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Buongiorno. Iniziamo la chiamata dal consigliere Andreoli.
Marco ANDREOLI
Erika BALDIN
Fabiano BARBISAN Ha votato
Roberto BET Ha votato
Anna Maria BIGON
Simona BISAGLIA Ha votato
Fabrizio BORON
Alberto BOZZA
Sonia BRESCACIN Ha votato
Vanessa CAMANI Ha votato
Elisa CAVINATO Ha votato
Milena CECCHETTO Ha votato
Giulio CENTENARO Ha votato
Laura CESTARI Ha votato
Silvia CESTARO Ha votato
Roberto CIAMBETTI Ha votato
Enrico CORSI Ha votato
Marco DOLFIN Ha votato
Marzio FAVERO Ha votato
Nicola Ignazio FINCO Ha votato
Joe FORMAGGIO Ha votato
Nazzareno GEROLIMETTO Ha votato
Stefano GIACOMIN Ha votato
Cristina GUARDA Ha votato
Arturo LORENZONI Ha votato
Silvia MAINO Ha votato
Gabriele MICHIELETTO Ha votato
Jonatan MONTANARIELLO Ha votato
Elena OSTANEL Ha votato
Giuseppe PAN Ha votato
Tomas PICCININI Ha votato
Daniele POLATO Ha votato
Giacomo POSSAMAI Ha votato
Gianpiero POSSAMAI Ha votato
Giovanni PUPPATO Ha votato
Tommaso RAZZOLINI Ha votato
Filippo RIGO Ha votato
Silvia RIZZOTTO Ha votato
Luciano SANDONA' Ha votato
Francesca SCATTO Ha votato
Enoch SORANZO Ha votato
Raffaele SPERANZON Ha votato
Alessandra SPONDA Ha votato
Stefano VALDEGAMBERI Ha votato
Elisa VENTURINI Ha votato
Roberta VIANELLO Ha votato
Alberto VILLANOVA Ha votato
Andrea ZANONI
Marco ZECCHINATO Ha votato
Francesca ZOTTIS Ha votato
Seconda chiamata
Erika BALDIN Ha votato
Anna Maria BIGON Ha votato
Fabrizio BORON
Alberto BOZZA Ha votato
Andrea ZANONI
PRESIDENTE
Bene, con la seconda chiamata abbiamo esaurito la votazione del punto n. 6) all'ordine del giorno.
Invito allo scrutinio della PDA n. 8 e intanto noi proseguiamo con l'ordine dei lavori.
PUNTO
7
 
   

CONVALIDA DELL'ELEZIONE DEI CONSIGLIERI REGIONALI COMPONENTI L'UFFICIO DI PRESIDENZA, AI SENSI DELL'ARTICOLO 37 DELLO STATUTO. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 110/2020)

PRESIDENTE

Vi spiego brevemente. L'Ufficio di presidenza, come previsto dall'articolo 37 dello Statuto e dall'articolo 7 del Regolamento, ha esaminato, nella seduta del 9 dicembre 2020, ai fini della convalida delle elezioni dei consiglieri Ciambetti, Finco, Zottis, Sponda e Baldin. Questo perché? Perché l'Ufficio di presidenza ha anche la funzione di Giunta per le elezioni, quindi, con la convalida dell'Ufficio di presidenza, partono le procedure per la verifica dell'eleggibilità di tutti noi. Quindi, è un atto propedeutico proprio a portare, nella prima seduta utile di gennaio, la convalida di tutti quanti noi per l'undicesima Legislatura.
Non sussistendo, nei confronti dei sopraccitati Consiglieri, alcuna delle cause di ineleggibilità o incompatibilità e guardate tutte le dichiarazioni rilasciate con voto unanime e palese, si propone al Consiglio regionale la convalida dell'elezione dei consiglieri regionali Ciambetti, Finco, Zottis, Sponda e Baldin.
Dobbiamo passare alla votazione del punto n. 7) all'ordine del giorno.
Votazione elettronica a scrutinio segreto.
Apriamo la votazione.
Chiedo a tutti i colleghi di attivare Concilium e di passare alla votazione: si vota "sì" naturalmente, altrimenti l'Ufficio di presidenza non può convalidare tutti quanti.
Ricordo a tutti che è aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Bozza, vediamo: non ti vedo. Prova a premere "presenza" di nuovo.
Leggo velocemente chi vedo che non ha votato: Camani, Bigon, Razzolini, Polato, Bozza è in fase di rientro, Joe Formaggio e Corsi. Bozza ha votato.
Signori, siamo ampiamente sopra il numero legale.
Dichiaro chiusa la votazione.
Il Consiglio approva
Grazie. Unanimità.

PUNTO
8
 
   

RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI VILLANOVA, BET, PAN, RIGO, ANDREOLI, CECCHETTO, CESTARI, CIAMBETTI, CORSI, DOLFIN, FAVERO, FINCO, GIANPIERO POSSAMAI, PUPPATO, MICHIELETTO, BISAGLIA, BRESCACIN, CAVINATO, CENTENARO, CESTARO, GEROLIMETTO, GIACOMIN, MAINO, RIZZOTTO, SANDONÀ, SCATTO, SPONDA, VIANELLO, ZECCHINATO, VENTURINI, BOZZA, GIACOMO POSSAMAI, CAMANI, BIGON, MONTANARIELLO, ZANONI, ZOTTIS, SPERANZON, POLATO, FORMAGGIO, RAZZOLINI, SORANZO, GUARDA, BALDIN E LORENZONI RELATIVA A "SOSTEGNO A PIEVE DI SOLIGO PER LA CANDIDATURA A CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2022". (RISOLUZIONE N. 2) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 111/2020)

PRESIDENTE

Se intende presentarla, prego, Villanova.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Con questa risoluzione chiedo ai colleghi Consiglieri di dare il proprio sostegno a quella che è una candidatura che darebbe un grande lustro a tutta la nostra Regione e che, ovviamente, per ragioni note, mi riempie anche di orgoglio: stiamo parlando della candidatura a Capitale italiana della cultura del 2022 di Pieve di Soligo.
Pieve di Soligo è un paese che si trova nel centro di quello che è un territorio riconosciuto, proprio da poco tempo, patrimonio dell'umanità dell'UNESCO, un paese che ha dato i natali ad uno dei più grandi poeti italiani del Novecento, Andrea Zanzotto, oppure che ha dato la residenza a degli illustri concittadini, come Toti Dal Monte e Giuseppe Toniolo.
La candidatura di Pieve di Soligo è rimasta l'ultima in corsa per quello che riguarda i Comuni del Veneto. Già nella scorsa Legislatura avevamo fatto una risoluzione per appoggiare tutte le candidature venete e in questo momento Pieve di Soligo è entrata nella short list che la vede tra le ultime dieci candidate finaliste.
Il dossier che ha presentato Pieve di Soligo si caratterizza per una serie di investimenti a favore del territorio, non solo per quel Comune, ma per tutti i Comuni limitrofi, in modo da generare sviluppo per un'intera area che in questo momento sta crescendo e deve crescere anche in futuro.
In particolar modo, il fatto di legare quello che è il turismo insieme alla cultura è sicuramente una strategia chiave per quello che è lo sviluppo non solo di questo paese o di questo territorio, di cui stiamo parlando, ma per tutta la nostra regione. Quindi, con un dossier che parla di decostruzione generativa, connessione digitale, albergo diffuso e distretto del cibo, questa candidatura sicuramente è qualcosa che si pone a vantaggio di un territorio molto più ampio, che probabilmente sarà tutta la provincia di Treviso.
È una candidatura che vede la Regione già schierata al fianco del Comune, che vede già la Regione attiva nel promuovere alcune di queste aree di intervento che ho citato prima, che sicuramente vedrà una Regione attiva per fare in modo che, dopo aver avuto il riconoscimento proprio dell'UNESCO per le Colline del Prosecco come patrimonio dell'umanità e Cortina quale sede delle Olimpiadi 2026, potrebbe vedere nel riconoscimento di Pieve di Soligo come Capitale della cultura italiana per il 2022 un ennesimo riconoscimento per tutto il nostro territorio. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo interventi. Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Io intervengo molto volentieri su questo punto, un po' perché nella delibera, nella proposta, ho visto nominare Zanzotto, poeta che amo, e, tra l'altro, sono felice di averlo sentito nominare perché è proprio lui che ha descritto e definito due concetti secondo me importanti per questa regione: uno è il progresso scorsoio, cioè il fatto che nei suoi scritti lui abbia fatto vedere sempre come il Veneto, nel corso del tempo, sia stato distrutto, soprattutto da un consumo di suolo che era troppo forte, soprattutto nelle sue zone, quelle zone. E poi il concetto di "paesaggire", che da urbanista mi piace molto perché significa conoscere il territorio camminando a piedi e andando a vedere effettivamente cosa c'è.
E ha fatto due battaglie Zanzotto prima di morire: la prima proprio sul consumo di suolo e quindi io penso che se oggi lui fosse ancora vivo, farebbe un commento rispetto a una delle proposte che abbiamo visto in Commissione qualche giorno fa sul cantiere veloce, perché va sostanzialmente contro quella che è la legge urbanistica che in questa Regione è stata approvata nel 2017 e che cerca di arrivare al consumo di suolo zero. Quindi, mi piace vederlo nominato lì perché ci mette di fronte all'evidenza che noi dobbiamo continuare su quella linea, cioè la linea di non consumare più suolo, soprattutto se poi vogliamo tutelarlo e mostrarlo anche in una competizione, come quella della Capitale della cultura.
Un altro punto importante di questo testo, secondo me, è il fatto che si dica che è importante lavorare su un territorio fatto di piccoli Comuni e il Veneto ha tantissimi piccoli Comuni, dei Comuni sui quali dobbiamo investire, però la domanda che pongo e che porrò poi quando ne ridiscuteremo è come vogliamo lavorare per rendere questi piccoli Comuni più attrattivi. La Capitale europea della cultura ‒ abbiamo visto cosa è successo a Matera ‒ è un'iniziativa importantissima, attrae dei fondi, attrae delle persone, attrae visitatori e quello che pongo all'attenzione qui, ma lo riproporrò quando ci sarà l'opportunità, è alzare la guardia, tenere l'attenzione alta sul coinvolgimento degli attori che quell'evento, poi, devono gestirlo, farlo e renderlo sostenibile.
Ad esempio, ho visto i tre punti, ho guardato anche il progetto, quello che si trova di questo progetto che è stato proposto, che mi sembra buono, e il tema, ad esempio, dell'albergo diffuso permette davvero di coinvolgere tutti quei Comuni ‒ io vengo da Motta di Livenza e conosco bene quei Comuni ‒ che hanno bisogno davvero di investire su una forma di turismo dolce e che riesca a prendere dentro tutto un insieme di Comuni e non solo focalizzarci, magari, sulle Colline del Prosecco. Questo anche perché quelle colline, in realtà, hanno una parte positiva e una parte negativa: quella negativa è il fatto che anche lì abbiamo visto quanto territorio sia stato consumato in maniera sbagliata. Ovviamente non dico che è tutto sbagliato, ma anche lì dobbiamo porci dei punti di attenzione.
L'altro punto importante credo sia la parte digitale, come abbiamo visto soprattutto ora, ma poi anche il fatto che si dica: "Andiamo a lavorare sui capannoni sfitti". Ecco, questo è un tema che, da urbanista, mi pone a favore e sono contenta che ci sia perché ci sono 11.000 capannoni sfitti in tutto il Veneto e, se davvero sappiamo usare quei fondi per fare un progetto innovativo, nuovo, come hanno fatto tantissime altre realtà, ad esempio, il Comune di Milano, che ha fatto un progetto molto interessante che si chiama "Manifattura in città" ed è ovvio che è una cosa diversa, perché è Milano, noi davvero possiamo in questa Regione pensare che trainiamo questi fondi per andare a costruire un progetto lungimirante e innovativo, visto che parliamo anche di cultura e innovazione.
Però davvero poniamo l'attenzione sul coinvolgimento dei Comuni, dei Sindaci, delle persone che questi fondi poi li utilizzeranno, e permettetemi di chiudere con il comparto e il settore culturale: lo aspettavate perché parlo solo di questo in quest'Aula, però il tema è che, se arriveranno tutti questi fondi e saremo vincitori, avremo un comparto di artisti, maestranze, attori, scrittori, artisti (Zanzotto lo richiama e, se fosse qua, lo direbbe), per cui coinvolgiamoli per fare in modo che da questi fondi e dal fatto che potrebbe diventare Capitale della cultura un paese come Pieve di Soligo, davvero portiamo tutte le nostre migliori menti artistiche ad essere coinvolte in uno degli eventi che potrebbe diventare davvero trainante e anche aprire un modello innovativo di Capitale europea della cultura. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Il voto non può che essere favorevole. È evidente che abbiamo accompagnato, come ricordava bene prima il capogruppo Villanova, come anche negli scorsi anni abbiamo sostenuto le diverse candidature presenti e vedere Pieve di Soligo all'interno delle dieci selezionate, quindi così vicina a un risultato così importante, ci fa assolutamente ben sperare, proprio anche alla luce del fatto che l'anno prossimo vi sarà il ricordo del centenario di Andrea Zanzotto, che è nato nella casa presente proprio a Pieve di Soligo.
In realtà la consigliera Ostanel mi ha anticipato perché anche io vorrei riferire come sia molto importante fare in modo che questa cultura, questa tradizione che ci viene lasciata da un punto di vista culturale, ma proprio anche di interpretazione delle istanze e degli obiettivi che poi devono anche essere tradotti politicamente, sia una tradizione, un lascito culturale di Zanzotto. È evidente che tanto più oggi questa candidatura, con questo centenario che arriverà il prossimo anno, ci deve responsabilizzare e deve farlo in un'ottica più che positiva perché questa è l'opportunità delle opportunità per andare poi ad intervenire, non soltanto con un sostegno, che è doveroso, ma con un affiancamento di tutte quelle politiche che sono necessarie per mettere a frutto l'opportunità che potrà essere data ai territori che vengono interessati da questa importante nomina.
Quindi, alla luce di questo, ribadisco che è molto bello poter condurre assieme e affiancare la popolazione, la cittadinanza, l'imprenditoria locale, le diverse maestranze del settore della cultura, tanto capace di produrre all'interno del nostro territorio da un punto di vista poi anche di sostenibilità economica, non soltanto da un punto di vista culturale e da un punto di vista di interesse di rivivicazione dell'umore, delle istanze che poi è anche la richiesta del territorio di essere interessato, di aiutare a fare un passaggio che sia anche di tipo personale, emotivo, psicologico, mentale, quindi culturale, non soltanto di tipo operativo.
Quindi tutte queste azioni rientrano all'interno di un percorso che politicamente siamo chiamati ad attuare con i buoni propositi del Piano del Turismo, ma poi anche con tutte quelle azioni che sono necessarie per fare in modo che questa candidatura possa esprimersi al meglio e far ritornare al territorio tutte le opportunità, specie alla nuova generazione che ci ha manifestato un dato di emigrazione molto importante, che identifica proprio nei luoghi capaci di dare opportunità di interazione culturale, artistica e sociale. Ecco, tutta questa popolazione di nuova generazione comincia a dire: "Guarda che mi interessa abitare in un luogo che mi dà opportunità di interazione e di valorizzazione dal punto di vista culturale": questo è un dato importantissimo che ci può riportare al centro anche questo tipo di iniziativa politica.
Il sostegno a Pieve di Soligo per la candidatura a Capitale italiana della cultura 2022 è necessario. Europa Verde la sostiene con forza e con molta condivisione, apprezza la possibilità di poterlo esprimere all'interno di questo voto prima della definizione della città candidata prescelta. Allo stesso tempo, non dimentichiamoci che, a prescindere dall'esito, Pieve di Soligo e tutte quelle città che hanno partecipato e hanno promosso la propria candidatura, tutte le realtà che ancora oggi ci stanno manifestando un'intenzione e progettualità anche concrete e forti di valorizzazione da un punto di vista storico-culturale, stanno chiamando la Regione affinché ci sia un intervento importante di interconnessione da un punto di vista strutturale, viabilistico, da un punto di vista di trasporto e da un punto di vista di promozione, capaci di dare vita anche a quei territori e non soltanto a quelle che sono le principali mete turistiche, anche culturali, della nostra Regione.

PRESIDENTE

Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È importante questo ordine del giorno, questa mozione, perché ci dà anche la possibilità – e per questo ringrazio il collega Villanova – di ricordare come un'intuizione del Partito Democratico porti alla nascita delle capitali della cultura. Quando Matera quella volta diventò capitale della cultura, l'intuizione del Ministro Franceschini fu proprio quella di continuare su questo percorso, creando anche capitali della cultura italiana per dare vere e proprie opportunità di crescita e di sviluppo sotto tutti i punti di vista.
Con queste situazioni si consolida o si crea, come dicevano anche i colleghi prima, un grande affiatamento tra il pubblico ed il privato, spesso con l'importante coinvolgimento anche della cittadinanza coinvolta. Uno dei primi sostegni per questo importante, a quanto detto dai colleghi, alla candidatura di Pieve di Soligo arriva proprio dai Parlamentari del Partito Democratico: quando la stessa cosa fu fatta a Roma, De Menech invitò anche tutti i territori e tutti gli organi di governo della zona a sostenere Pieve di Soligo per le varie ragioni che venivano dette prima e la città trevigiana è entrata nella lista delle dieci città italiane che si contendono questo importantissimo titolo di Capitale della cultura 2022.
Il progetto, come sentivamo prima e non serve ripeterlo, è tra i più interessanti e innovativi, però partendo proprio da un'idea di fondo, che è quello che coinvolgimento dell'intero territorio circostante vada avanti con azioni che non si esauriscono agli eventi del 2022, ma è importante il fatto che si punti a rendere le zone della sinistra del Piave stabilmente attrattive sotto il profilo culturale.
C'è anche un aspetto economico che non va sottovalutato e infatti il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali erogherà un contributo di un milione di euro alla città che vincerà e l'istituto della legge Art Bonus prevede, inoltre, l'esclusione delle risorse investite nella realizzazione del progetto dal vincolo del Patto di Stabilità, che attualmente in parte è già stato eliminato sotto tanti aspetti, però la finalità in parte dà anche un'agevolazione economica a chi porterà a casa questo importante titolo.
È importante anche un'altra cosa, cari colleghi: tra le dieci città finaliste ci sono Ancona, Bari e L'Aquila, che sono capoluogo di provincia, Taranto, Trapani e Verbania, Cerveteri, Procida, Volterra e, appunto, Pieve di Soligo. E, al netto di come andrà, il fatto di essere già tra le ultime dieci città in gara, comunque su uno scenario nazionale importante, che vede coinvolti anche importanti territori, c'è un pezzo di Veneto, c'è Pieve di Soligo. Ci auguriamo tutti che vinca, però già questo è un traguardo importante: quando si parla di cultura, un pezzo di Veneto c'è.
Pertanto in queste settimane è importante fare tutto quello che serve, un ultimo sforzo da parte di tutti, senza colore e identità di partito, per portare a segno questo risultato.
Vorrei concludere con le parole del Segretario provinciale del Partito Democratico di Treviso che, nel descrivere proprio questo importante traguardo, che ci auguriamo si possa raggiungere, dice: "Quello di Pieve di Soligo è un dossier di cui i trevigiani dovrebbero essere orgogliosi, altamente competitivo perché coerente con le grandi sfide del nostro tempo, particolarmente sentite nella nostra provincia, cura dell'ambiente, sostenibilità e coesione sociale, che, nel richiama l'eredità culturale e spirituale di due giganti come Zanzotto e Toniolo, diventano agenti di sviluppo di un territorio. Il compito di tutti, ai vari livelli, è di sostenere e promuovere la qualità di questo progetto e di dare seguito, con atti concreti, alla visione di territorio di comunità, di cui questa candidatura si fa espressione".
Io aggiungerei, visto il risultato a cui oggi si auspica di arrivare, che non è solamente un dossier di cui i trevigiani dovrebbero andare orgogliosi, ma i veneti dovrebbero andarne orgogliosi perché, guardate, noi oggi lo stiamo discutendo in Aula come un atto importante, ma ripeto che è fondamentale che, quando si parla di città importanti e di titoli avuti precedentemente da città come Matera, famosa in tutto il mondo, ci sia un pezzo di Veneto, che probabilmente per noi è un piccolo territorio, ma agli occhi dell'Italia intera assume un carattere importantissimo.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega. La parola alla collega Brescacin, prego.

Sonia BRESCACIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente. Chiedo la possibilità di apporre la firma a questa risoluzione. Grazie.

PRESIDENTE

Il proponente accetta, quindi aggiungiamo la firma della collega Brescacin.
Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intanto ci tengo a ringraziare il collega Villanova per averci dato l'occasione di intervenire in Aula oggi su un tema molto importante con la presentazione di questa risoluzione. È un orgoglio per tutto il Veneto e per i veneti poter essere, come diceva bene il consigliere Montanariello prima, una delle Regioni che esprime una delle città finaliste per questa importante occasione, che è l'individuazione come Capitale della cultura.
È una proposta coraggiosa, una proposta innovativa che il Veneto fa, a differenza di altre Regioni, investendo su una piccola realtà territoriale, nella convinzione che non siano le dimensioni a decretare il successo di un'operazione, ma la capacità di costruire, attorno a questa proposta, la condivisione più ampia possibile. Quindi è naturale che anche noi, come Partito Democratico, sosteniamo l'iniziativa della città e quindi anche la risoluzione presentata dal collega Villanova e, se è d'accordo, sarebbe per noi importante poter sottoscrivere, come tutti i Consiglieri del Gruppo del Partito Democratico, la risoluzione.
È importante però, come dicevano in un certo senso anche le consigliere Guarda e Ostanel negli interventi prima, che questo Consiglio, nel momento in cui, come mi pare di capire, si appresterà ad approvare all'unanimità questa risoluzione, faccia anche uno sforzo in più e quindi, dietro a quel voto a favore dato convintamente tutti insieme, ci sia anche – e questo dobbiamo dircelo – una volontà di costruire insieme le condizioni per formulare una riflessione generale su alcuni temi, che poi proverò rapidamente a dire, e anche una manifestazione di volontà di voler fare insieme questa riflessione.
Una è quella che hanno già sottoposto all'attenzione del Consiglio le colleghe in precedenza e cioè se davvero noi pensiamo che Pieve di Soligo – e lo pensiamo – possa essere un esempio di come il territorio possa offrire potenzialità di sviluppo, anche senza i grandi fenomeni di urbanizzazione, allora dobbiamo fare insieme una riflessione su quale deve essere il sistema, il meccanismo, il paradigma che noi vogliamo offrire di sviluppo alle nostre comunità venete.
Dall'altro lato, una riflessione importante che dovremmo provare a condividere, è su come la cultura può diventare non soltanto un elemento a cui si dedicano pochi addetti ai lavori, ma può diventare un vero strumento di promozione territoriale e turistica. Da questo punto di vista non posso che richiamare ciò che avevo detto, se non ricordo male, in una delle prime sedute di questo Consiglio e cioè come anche la parte politica che si occupa di cultura sarebbe stato importante che fosse collegata alla parte politica che si occupa di turismo. Infatti, se è vero che l'enogastronomia è un elemento importante dell'offerta turistica, a mio giudizio è ancor più vero che ormai con le modificazioni che ci sono nella domanda turistica globale, sarebbe sempre più necessario collegare le scelte politiche che riguardano il turismo strettamente anche all'offerta culturale.
L'ultimo elemento che vorrei sottoporre all'attenzione di questo Consiglio e che è collegato esattamente ai primi due è il tema dell'overturism, cioè nel momento in cui noi proponiamo Pieve di Soligo come Città della cultura per il 2022, dovremmo anche essere nelle condizioni di poter dire che il turismo che abbiamo in mente per il futuro non è quello delle grandi capitali, come questa città, che sottopone quelle stesse comunità a degli stress importanti dal punto di vista di sostenibilità ambientale e che, invece, vogliamo realmente investire su una offerta turistica che sia diffusa, che valorizzi le tante eccellenze di questo territorio, che si occupi realmente non solo della redditività delle imprese, ma anche della capacità che il fenomeno turistico ha di rendere ricche le comunità che ospitano le grandi risorse attrattive che questa Regione ha.
Quindi nel ribadire – e vado a chiudere – l'apprezzamento per questa risoluzione del collega Villanova e rinnovare la dichiarazione di voto favorevole su questa proposta, auspichiamo anche che insieme il Consiglio possa produrre dei passi avanti nella riflessione politica sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale che vogliamo dare allo sviluppo dei nostri territori e della nostra Regione.

PRESIDENTE

Grazie. Giacomo Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Ci tenevo anch'io a dare il sostegno alla risoluzione del capogruppo Villanova, a nome del Gruppo del Partito Democratico, nel senso che abbiamo visto nelle scorse settimane la foto e il comunicato stampa fatto collegialmente, in cui c'era il Capogruppo che oggi ha proposto la risoluzione, ma c'era il proponente Marco Zavotti, c'era il Sindaco, c'erano tante figure, perché la cosa interessante – abbiamo avuto occasione di approfondirla bene in questi giorni – è l'idea che sia una candidatura territoriale, quindi certamente Pieve di Soligo, ma con le Terre alte della Marca Trevigiana. Questo è estremamente importante, estremamente interessante perché ci dà l'idea della promozione di un territorio composito, di un territorio bellissimo del nostro Veneto e quindi consideriamo molto importante poter ambire e poter concorrere ed è già significativo essere entrati nella short list delle dieci potenziali capitali.
Il Presidente Ciambetti è anche Consigliere comunale in Città di Vicenza e quindi sa che è anche una questione affrontata nella nostra città per ragionamenti futuri, ma crediamo che sia fondamentale che il Veneto, su partite come questa, ci sia, si esprima insieme, con candidature unitarie: in queste circostanze è Pieve. C'è tutto il nostro sostegno, perché per inciso andiamo verso una fase fondamentale per la cultura e per il turismo, come per moltissimi altri comparti, nel senso che tutti noi ci rendiamo conto di qual è la situazione oggi, di come, per esempio, purtroppo per tante realtà che magari avevano il titolo di capitale o avevano mostre, grandi attività, quest'anno e l'anno prossimo si tramutano in grandi occasioni mancate. Il 2022 probabilmente sarà un anno – lo speriamo tutti – in cui, invece, si riparte fino in fondo e si riparte con grande forza, per cui potrebbe anche essere uno dei grandi messaggi, dei grandi segnali di ripartenza per la cultura e per il turismo del nostro territorio.
Pertanto pieno sostegno su temi come questi: da parte nostra ci sarà sempre disponibilità dal punto di vista pubblico e qui in Aula a sostenere iniziative come questa. Quindi grazie per avere presentato questa risoluzione e il Partito Democratico sarà sicuramente favorevole.

PRESIDENTE

Giuseppe Pan.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Mi fa piacere sentire oggi che il Consiglio regionale del Veneto si esprima su questa risoluzione, presentata dal capogruppo Villanova, in maniera coesa perché ricordo ai colleghi che comunque soprattutto la figura di Zanzotto, che naturalmente è legata a una grande vita, a una grande esperienza di vita, poeta che non è solo di Pieve di Soligo – non me ne voglia il collega Villanova – è stato un poeta che ha lasciato grandi tracce di sé, come sappiamo bene io e i tanto colleghi che sono di Padova e della provincia, con la sua opera all'Università di Padova.
Quindi sicuramente è un'occasione per vedere il Veneto protagonista della cultura, che non è solo una cultura – ho sentito prima l'intervento del collega Montanariello – legata a una parte politica o a un Ministro che è di turno o legata in particolare a una visione di sinistra, ma io direi che è una visione generale, è una visione di tutti noi in quanto possiamo vedere una luce in fondo al tunnel dopo un periodo così triste.
Io direi che comunque è un'occasione per tutti noi e spero che poi i contributi che anche il Ministero della Cultura voglia dare a questo territorio siano importanti, perché la crisi del turismo, la crisi economica, che ha anche colpito queste parti, ha bisogno di una risposta concreta, ha bisogno di una risposta che faccia vedere all'Italia, all'Europa e al mondo quali siano le eccellenze non solo delle nostre città più belle, come Venezia, Verona e naturalmente tutte le altre, ma anche di un territorio che è diventato, appunto, come è stato ricordato, patrimonio dell'Unesco, un territorio che ha delle grandi eccellenze naturalmente diffuse. Quindi noi crediamo in un turismo più sostenibile e più legato, appunto, all'albergo diffuso, allo slow turism, comunque un turismo che venga a conoscere i nostri territori, ma anche i nostri prodotti, come il Prosecco, come i nostri formaggi, come tutti quei prodotti trasformati in quest'area, di questo territorio, che sono l'eccellenza del nostro Veneto.
Quindi io chiudo chiedendo, a nome anche del Gruppo Liga Veneta-Lega, del Gruppo Zaia Presidente e della lista Veneta Autonomia, la sottoscrizione della risoluzione.

PRESIDENTE

Poi penso che il primo firmatario farà sintesi di queste sottoscrizioni, ma ha dato parere favorevole in questo momento.
Anna Maria Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Come si può non essere d'accordo con questa risoluzione di cui ringrazio anch'io Villanova per averla presentata e per averci dato la possibilità di discuterla in questo Consiglio oggi? Io credo che il turismo culturale sia fondamentale e quindi mi associo alle dichiarazioni già fatte anche dai miei colleghi, soprattutto anche nella volontà, se possibile, di sottoscriverla perché credo che sia importante presentarla all'unanimità.
Non è solo una cosa importante e fondamentale per Pieve di Soligo, ma per tutto il Veneto, per cui se è all'interno di quelle dieci potenziali città che sono in lista, io credo che dobbiamo assolutamente tutti insieme sostenere la nostra e quindi portarla avanti perché gli obiettivi sono quelli appunto di un turismo anche alternativo e quello culturale io credo che sia fondamentale, soprattutto anche in vista del fatto che non è una città di grandi dimensioni, anzi, ma è molto bella e quindi partiamo da qua tutti insieme. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Elisa Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
In questi anni mi è capitato di partecipare a tavoli nazionali dove c'erano i rappresentanti di tutte le Regioni italiane e un tratto che ho in qualche maniera sempre apprezzato e visto in altre parti d'Italia è la coesione dei territori nel portare avanti quelle che erano le istanze.
Allora, questo è un caso ed è un'occasione che capita anche a noi. Vedi, collega Villanova, con piacere questo è il momento di fare squadra, come Veneto: si parte da un territorio, però a prescindere dall'appartenenza politica, a prescindere dalla nostra provenienza territoriale, è questo il momento di fare squadra per la valenza culturale sicuramente del luogo, per le opportunità che ci possono essere da un punto di vista economico per il nostro Veneto, ma è soprattutto una dimostrazione che riusciamo ad essere coesi, che riusciamo a dare un messaggio, di fronte a tutti, comunque di una realtà che crede e che ha dei valori di riferimento.
Allora, anche come Gruppo di Forza Italia, chiedo di poter sottoscrivere la candidatura perché riteniamo fondamentale dare un messaggio in questo senso: credere in alcuni valori, tra cui quello fondamentale della cultura e del valore del nostro territorio.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio intanto il collega Villanova perché ritengo particolarmente importante questa candidatura, un po' per quello che hanno detto anche i colleghi in precedenza, cioè per quello che rappresenta o può rappresentare per Pieve e per il territorio limitrofo. È un insieme potenzialmente di bellezza e alle volte viene detto: calcoliamo la bellezza interna lorda di un territorio, che è fatta di infrastrutture, che è fatta di cultura, di paesaggio e di innovazione e i progetti allegati danno questo tipo di visione.
Quello che io mi auguro, come prima ha detto anche la collega Ostanel, è che, proprio in memoria anche di Zanzotto, la Regione sia in grado di portare avanti questa visione con estremo equilibrio, perché il rispetto di quella bellezza sta anche poi nella strategia e nella continuità di questa progettualità.
Alle volte ci sono candidature che arrivano e poi passano: in qualche modo si fanno degli investimenti, come abbiamo visto anche purtroppo alcune volte con le Olimpiadi, ci sono degli investimenti che vengono fatti e poi non vengono manutentati o non hanno una loro continuità. Queste candidature che parlano di cultura e di bellezza, invece, dovrebbero avere proprio come scopo quello di lasciare in tutto il territorio limitrofo, come ha ben detto il capogruppo Villanova prima, qualcosa che resta ai posteri e fa capire anche alle generazioni future qual è la visione che anche noi abbiamo voluto in qualche modo consegnare e che quel territorio ha costruito in modo partecipato, insieme sia alle Amministrazioni, sia ai soggetti culturali, sia ai soggetti associativi, che hanno in qualche modo vissuto e che hanno voluto la candidatura e che la stanno perseguendo con sacrifici di natura diversa, di natura sociale, di natura culturale e di natura economica.
Grazie al Capogruppo. È un onore poter anche sottoscrivere la candidatura stessa.

PRESIDENTE

Grazie. Richiesta di sottoscrizione da parte della collega Zottis.
Arturo Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Fa piacere anche a me intervenire in questo ambito per sostenere questa idea. Il progetto della Capitale italiana della cultura nasce nel 2014 da un'idea di Dario Franceschini, allora Ministro della Cultura, e credo che rappresenti uno stimolo sano al territorio per coagularsi intorno ad un'idea alta della valorizzazione dei propri valori, delle proprie cose belle.
Il fatto che nell'Aula ci sia una condivisione su questo progetto a me fa molto piacere perché è un modo per sostenere una condivisione di un'idea di cultura che, per la nostra terra, è identitaria, una cultura che non è solo l'aspetto legato all'espressione artistica, ma è legato proprio a un modo di vivere, a un modo di interpretare il proprio ruolo e la propria interazione con il territorio.
Questo credo che sia importante perché l'elemento distintivo di questa candidatura è legato proprio alla valorizzazione di un territorio, che ha una tradizione, potrei dire millenaria, e che rappresenta un elemento forte del Veneto. Quindi grazie a chi ha avuto l'idea di proporla.
Io ricordo che già quella per il 2023 è fissata, quindi era rimasto un foro nel 2022, non so come mai, mai nessuna città del Veneto è stata insignita di questo ruolo e finora sono sempre stati finora dei capoluoghi di provincia, quindi, l'auspicio è che veramente possa rappresentare questa candidatura l'opportunità di portare fuori dai luoghi più centrali della cultura, verso una cultura del territorio, che credo rappresenti qualcosa di importante per il Veneto, ma non solo. Che poi questo abbia delle ricadute dal punto di vista economico e che possa rappresentare, come è stato detto, un elemento emulativo anche per altri territori, è un fatto molto importante, però adesso ne vedo più l'aspetto di riconoscimento di un ruolo e un'identità della cultura veneta, che credo meriti di essere portato all'attenzione nazionale, e non solo.
Grazie a chi l'ha promosso. L'auspicio veramente è che si riesca a portare a casa questo risultato.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Alberto Bozza, prego. Collega Bozza, la vedo collegato, ma forse ha problemi di comunicazione.
Chiudiamo qui la discussione generale.
Il proponente vuole fare un intervento di replica? Non si vede.
Io qua vedo Villanova, Montanariello e adesso Soranzo.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia ‒ Giorgia Meloni)

Chiedo scusa, Presidente, il doppio clic non aveva funzionato. Sarò veloce.
Innanzitutto io credo di intervenire, aprendo l'intervento a nome del Gruppo di Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni, con un plauso al capogruppo Villanova, che in qualche modo esprime, seppur fuori microfono, perplessità per il fatto che tutti stiano in modo unanime sostenendo questa mozione. La verità è che non c'è nulla di strano: dovrebbe essere sempre così, cioè salutare con soddisfazione un'iniziativa per la quale va un plauso al capogruppo Villanova perché noi da quest'Aula dobbiamo lanciare il messaggio che il Veneto è unito e, nonostante ci sia in questo momento un'emergenza che vede tutti i comparti in crisi, in primis quello che è fondamentale per la nostra economia e sicuramente determinante, quale il turismo, è capace di non solo di lavorare all'emergenza sanitaria al momento contingente, ma anche di guardare al prossimo futuro.
Io vorrei anche dire che il Gruppo di Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni, Presidente, desidera sottoscrivere questa proposta, però voglio lasciare a verbale un pensiero, una riflessione importante: guardate, con molto pragmatismo, io credo di poter dire che questa è l'occasione che abbiamo per far sì, come dovremmo fare sempre, che noi, come Consiglieri di Fratelli d'Italia, sosterremo sempre in tutte le occasioni, in tutti i modi, tutte le opportunità per cui il Veneto sia protagonista e protagonista unito per un concetto: tentare di cogliere tutte le opportunità possibili per il prossimo futuro, sfruttando al meglio ciò che è.
Il Veneto in questo provvedimento racconta storia, radici, percorsi, economie, paesaggio, proposte di turismo sostenibile, ma non è una novità: forse qualche parte del mondo ancora non se ne è accorto, ma noi vogliamo accorgercene e, con molto pragmatismo, abbiamo anche la volontà di prenderci l'impegno di deliberare questa proposta e votarla, ma facendoci carico ognuno di noi anche di chiamare ogni Sindaco dei Comuni veneti nel portare loro il messaggio di sostenerla a loro volta e portare questo impegno presso tutti i parlamentari veneti, affinché se ne facciano carico anche a loro volta. Questo perché il Veneto deve, speriamo, contare sull'aiuto di tutti e il sostegno di tutti, perché vi è sicuramente un tema che non è di poco conto, che è quello dell'opportunità certamente economica, ma è proprio sulla ricchezza del paesaggio, sulla nostra storia e sulle radici, su quello che siamo, che possiamo fare la differenza, faremo la differenza e abbiamo fatto la differenza.
Quello che voglio dire io è che nei prossimi mesi noi abbiamo bisogno di cavalcare tutte le opportunità e speriamo anche questa per dare un'opportunità per cui ci sia certamente l'atterraggio di risorse economiche, certamente sistemi per cui si possa portare il Veneto o ogni singola cittadina del nostro Veneto in ambiti, in territori, in nazioni, in Paesi dove la promozione porta il nome del Veneto e porta economia. Economia significa sviluppo, crescita, posti di lavoro, opportunità e questi sono sicuramente elementi dei quali il Veneto nei prossimi mesi, già a partire dall'anno prossimo, non potrà fare a meno e dovrà, con il coltello tra i denti, lavorare per conquistarseli.
Quindi un grazie credo di poter dire a chi prima di ora si è speso per inseguire questo obiettivo, perché a loro va un ringraziamento e un invito, invece, voglio fare – penso che sarà quasi scontato – affinché come Commissione Sesta si lavori per dare tutto il sostegno non solo al territorio, ma a tutta la programmazione. Immagino che lo stesso assessore Caner, insieme a tutti gli Assessori competenti, lavoreranno per sostenerla insieme al presidente Zaia e a tutti noi: non dico niente perché sono anche un po' scaramantico, ma sicuramente, se dovessimo, anche su questo, vincere una grande sfida, saremo in grado di esprimere tutto il potenziale anche nelle sedi competenti.
Quindi ringrazio per tutto il lavoro che è stato fatto e ovviamente il voto è favorevole a sostenere questa proposta.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Marzio Favero.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Salve. Mi permetto di intervenire a sostegno di questa candidatura per un motivo semplice: quand'ero Sindaco ho portato Montebelluna ad essere finalista nel medesimo concorso promosso dal Ministero e allora ci confrontavamo con realtà come Trento piuttosto che Palermo, che alla fine fu quella che si aggiudicò il titolo quell'anno.
Io sottolineo un aspetto che è importante: nell'augurare la vittoria a Pieve di Soligo, ricordo che, però, in concorsi come questi è più importante il percorso che si compie che non l'esito finale. L'esito finale era un importo all'epoca di un milione di euro, senz'altro utilissimo, poi ce la medaglietta di Capitale della cultura, ma il tema vero è la costruzione di un piano strategico per una città, di un piano strategico dedicato alla cultura. Nel caso di Montebelluna, che è una città impresa, la nostra scelta fu quella di proporre una visione della cultura che non fosse quella della catena terminale della produzione del valore, cioè del tempo libero, bensì la cultura intesa come anello iniziale della catena di produzione di valore, quindi quella bussola che orienta le scelte che si fanno in politica piuttosto che all'interno del sistema delle imprese nel nostro territorio.
In questo senso, auguro senz'altro la miglior fortuna all'intrapresa di Pieve di Soligo e desidero poter sottoscrivere questa proposta, perché credo che poi ci vorrà la solidarietà di tutto il territorio regionale e, quando parlo di solidarietà di tutto il territorio regionale, intendo dire che, al di là del fatto che Pieve vinca o meno, è giusto che la nostra Regione stia al fianco di questa cittadina nel suo percorso, proprio perché può diventare un modello per altre realtà.
E io credo di poter affermare che Montebelluna ha realizzato tutti gli obiettivi che si era posta nel suo dossier. È stato un percorso non semplice, ma che ha visto, poi, convenire sulle nostre scelte la Regione piuttosto che istituti bancari importanti e quindi credo sia un tipo di esperienza che è giusto affrontare.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Bozza, prego.

Alberto BOZZA (Forza Italia ‒ Berlusconi ‒ Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio il collega Villanova perché ha portato sicuramente una discussione importante in quest'Aula e ha dimostrato anche come si possa essere uniti politicamente di fronte a una battaglia, una sfida sicuramente prestigiosa per il nostro Veneto: lo dico orgogliosamente da veneto.
Credo che vadano fatti i complimenti anche all'Amministrazione comunale di Pieve di Soligo, che è riuscita davvero a far sì che questa piccola realtà eccellente del nostro Veneto sia riuscita a fare sistema con un progetto capace di costruire attorno a sé, di fatto, l'attrattiva e la capacità culturale di un grande territorio e di una grande città. Credo che questo sia il modo esemplare di come il Veneto, quando vuole, sa fare sistema e di come può anche mettere a frutto le proprie eccellenze con un progetto che preveda una filiera, una sinergia e un insieme anche di collegamenti importanti, logici, culturali, di valorizzazione di eccellenze, che ha fatto sì che dalle colline ai centri storici, in una filiera unica, in una logica unica, in un filo conduttore di straordinaria bellezza e capacità attrattiva, sia riuscita a entrare nella top ten delle candidature.
Quindi credo che vada dato atto che, quando si vuole, anche le capacità amministrative locali riescono davvero a far grande il nostro territorio, il nostro Veneto. Lo dico orgogliosamente da veneto e lo dico con molto dispiacere nel cuore da veronese, perché Verona è una città che ha cercato di entrare nell'ambita competizione ed è rimasta esclusa addirittura dalle dieci. Quindi credo sia un dispiacere da veronese, ma sono orgoglioso, da veneto, oggi sottoscrivere questo documento e se pensiamo come un'Amministrazione con poco più di 30.000 euro sia riuscita davvero a mettere insieme un progetto attrattivo per tutta l'Italia, io credo che, come dicevo prima, non bisogna essere grande come città per poter esprimere la grandezza della propria capacità. Pieve di Soligo è riuscita a farlo, Verona non è riuscita a farlo.
Sono orgoglioso come veneto di sottoscrivere e davvero con piacere ospiterà a Verona o andrò a Pieve di Soligo a imparare dall'assessore Luisa Cigagna della propria Amministrazione come si fa a presentare un progetto degno di essere culturalmente veneti. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Allora, il proponente per l'intervento di chiusura e poi Montanariello per dichiarazioni di voto. Prego, Villanova.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti per il sostegno a questa risoluzione. Voglio tranquillizzare il collega Soranzo che è intervenuto: non sono stupito di questo appoggio avuto a livello bipartisan, anche perché, se vede bene, io a Pieve di Soligo siedo nei banchi dell'opposizione eppure oggi sono qui a portare questa risoluzione proprio a sostegno di quella che è un'iniziativa che ci vede legati, in quanto chi ha lavorato con me nella Sesta Commissione nella passata legislatura sa che, per quanto mi riguarda, la cultura è un tema che ci deve vedere tutti uniti, come abbiamo fatto per la riforma della cultura proprio nella passata legislatura, che è passata all'unanimità dopo 34 o 35 anni che era ferma qui in Consiglio regionale. Quindi è un tema che ci vede e mi vede particolarmente attento e che di sicuro non mi vede stupito di questo sostegno bipartisan da parte di tutti i Gruppi del Consiglio.
Io voglio veramente ringraziare per quello che stiamo facendo qui oggi perché penso sia un bell'esempio e su questi temi ci dobbiamo muovere in maniera unita per promuovere il nostro territorio. Quindi grazie veramente a tutti i colleghi.

PRESIDENTE

Grazie al collega Villanova, che scuramente ha accettato tutte le richieste di sottoscrizione: è pervenuta a microfono. Anche Guarda sottoscrive.
Montanariello, dichiarazioni di voto.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Ringrazio il collega Villanova per aver accettato che anche noi del Partito Democratico sottoscrivessimo questa importante risoluzione che arriva con orgoglio. Guardate, mi fa piacere, collega Villanova, che lei prenda in maniera positiva questo appoggio bipartisan perché io credo che adesso, come prima sull'altro punto, quando si andava a confermare il Segretario generale, noi in quest'Aula stiamo dando un esempio di Veneto protagonista e unito sui temi importanti, stiamo dando un esempio di come noi rappresentanti nell'emiciclo regionale, sui temi importanti, sui temi che fanno bene ai nostri territori, mettiamo da parte la schermaglia politica, che da parte nostra non c'è mai, se non quando le circostanze dell'Aula lo richiedono. In questo caso credo che sia un passaggio importante perché noi parliamo sempre dei Partiti di appartenenza, di Veneto eccellente, di Veneto unito, di Veneto che viaggia a una marcia in più rispetto a tante altre realtà e questo ne è un esempio e quindi, laddove si parla di promozione ed economia, come diceva il collega, marchiata Veneto, è bene fare sintesi, dopodiché ci sarà tempo per tutte le altre vicende che non ci vedranno in sintonia.
Le dico di più: la ringrazio anche personalmente perché questa risoluzione mi ha anche dato l'opportunità di giungere ad una mia conclusione personale, che sarà quella di vedere nella mia città, dove la prossima primavera andremo al voto e che spero e son convinto che riconquisteremo, di portare tra i punti del nostro programma quella di candidare Chioggia anche capitale della cultura. Quindi lancio un monito agli altri Consiglieri regionali chioggiotti a prendere questi spunti importanti, come Pieve di Soligo, e facciamo squadra anche noi e mettiamo la prossima volta, quando ci sarà la nuova Amministrazione, tra i punti di tutti i programmi elettorali di candidare Chioggia a capitale della cultura.
Questo è un momento buio, un momento difficile a causa della pandemia – lo sappiamo, non occorre dircelo – però in un momento in cui ormai leggeri sono i nostri sogni per ovvi motivi, tanto per usare una frase di Zanzotto, io credo che oggi stiamo dando, con questo esempio di unità, l'esempio di come si fa squadra sui temi non importanti, ma importantissimi, perché per noi è un ordine del giorno, per la città di Pieve di Soligo è la fine di un percorso che ha visto un'Amministrazione locale, l'impresa locale e i cittadini lavorare tanto, portando anche dei risultati che riescono a mettere insieme la politica, laddove altri elementi la dividono.
Quindi ripeto che, quando leggeri ormai sono i nostri sogni, in maniera convinta e unita noi riusciamo a fare sintesi e saremo non solo convintamente firmatari e ringraziamo per aver accettato la nostra umile firma, ma anche la voteremo e la porteremo nelle sedi opportune, laddove parleremo con i nostri riferimenti ad altri livelli, perché crediamo davvero su questo e la ringraziamo ancora perché scopro oggi che forse siamo molto più vicini quando si parla di alcuni temi, di quanto qualcuno possa immaginarsi.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Rimanendo in zona, Erika Baldin per dichiarazioni di voto.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Presidente, solo per sottoscrivere la risoluzione, visto che non posso farlo in Aula. Grazie.

PRESIDENTE

Benissimo. Non vedo altri interventi, quindi metto in votazione la risoluzione n. 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)

Enrico CORSI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Presidente, non mi arriva la maschera. Io ho votato a favore.

PRESIDENTE

Sto guardando, infatti. Corsi e Nicola Finco mancano al voto, dei presenti.

Enrico CORSI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Voto favorevole.

PRESIDENTE

Corsi, non ho capito.

Enrico CORSI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Favorevole.

PRESIDENTE

Riesci mica a premere il tastino?

Enrico CORSI (Liga Veneta per Salvini Premier)

No. Adesso sto cercando di capire.

PRESIDENTE

Va bene. A verbale Corsi favorevole, mentre Finco è arrivato.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Unanimità. Grazie.
Torniamo al punto n. 6): Proposta di nomina del Segretario generale. Do l'esito della votazione: 48 presenti, 48 votanti, una scheda nulla, 47 favorevoli. Penso ci sia stato un errore.
Viene nominato il segretario Roberto Valente, che invito a venire in Aula. Gli facciamo dire due parole, prego.

Roberto VALENTE – Segretario Generale

Io in realtà non avrei parole, perché me le avete comunque tranciate nel momento in cui sentivo tutte queste vostre dichiarazioni.
Intanto volevo ringraziarvi veramente di cuore per quanto avete detto e, con l'occasione, vorrei ringraziare e salutare il Presidente della Regione Luca Zaia, il Presidente del Consiglio, l'Ufficio di Presidenza perché chiaramente da loro è partita la proposta di nomina, questa nomina che io ho sempre detto che rappresenta un unicum nel panorama delle nomine dei vertici, perché sappiate che sia a livello veneto, sia anche a livello delle altre Regioni, non c'è altra nomina di un vertice in una Regione che venga votata a scrutinio segreto in un'Aula consiliare. Questo lo decisero i Consiglieri regionali nel 1970 col primo Statuto: in realtà venivano eletti anche i Segretari di Giunta così e nel 2012 fu mantenuto questo solo per il Segretario generale del Consiglio.
Devo dire che questa per me è una nomina molto importante perché dà non solo l'autorevolezza che le compete, ma anche un senso di responsabilità enorme, grandissimo, che io ho portato sulle spalle in questi cinque anni e che continuerò a portare, ma senza mai abbassare la guardia, sempre ricordando quei voti e quelle espressioni che mi furono dati nel 2015, ma che oggi sono stati rinnovati.
Io colgo anche l'occasione per ringraziare tutti i miei collaboratori perché, se io guido una squadra, guido anche una squadra perché ho delle persone efficienti, sempre pronte, sempre accanto a me in qualsiasi momento della giornata, che va dalla mattina presto fino a mezzanotte. Colgo l'occasione per ringraziare la squadra di dirigenti, di funzionari, ma anche degli impiegati e anche degli addetti a questo palazzo, perché ricordiamoci che c'è tutta una squadra di persone che lavora quotidianamente al servizio del Consiglio regionale, di cui io umilmente sono il primo servitore e continuerò ad esserlo fino alla fine. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Segretario.
Bene, interrompiamo qui la seduta e la riprendiamo alle ore 14.45.
Nel frattempo l'Ufficio di presidenza della Prima commissione inizia a guardare un po' di emendamenti per dare il parere. Parlate con il Presidente Sandonà per sapere dove trovarvi per iniziare a lavorare. Grazie.
 
La Seduta è sospesa alle ore 13.36
 
 
La Seduta riprende alle ore 14.52
 

PRESIDENTE

Colleghi, se ci accomodiamo, riprendiamo i lavori.
Attendiamo un attimo il correlatore.
PUNTO
9
 
   

RIALLINEAMENTO DELLA NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA REGIONALE (DEFR) 2020-2022 A SEGUITO DELLE CONSEGUENZE DERIVANTI DAL COVID-19. DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE 5 NOVEMBRE 2019, N. 118. ARTICOLO 36, COMMA 3 E ALLEGATO 4/1, PUNTO 6, DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 118/2011. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 3) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 112/2020)

Relazione della Prima commissione consiliare.
Relatore in Aula il consigliere Sandonà, correlatore il consigliere Giacomo Possamai.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
con deliberazione 19 giugno 2019 n. 64/CR la Giunta regionale adottò il DEFR 2020-2022, che il Consiglio approvò il 5 novembre 2019, con deliberazione amministrativa n. 117.
Successivamente, con deliberazione n. 107/CR dell'8 ottobre 2019 la Giunta regionale adottò la Nota di aggiornamento al DEFR 2020-2022, che il Consiglio approvò il 5 novembre 2019, con deliberazione amministrativa n. 118.
Tale Nota recepì, laddove pertinente, quanto contenuto nella Nota di aggiornamento del DEF nazionale, aggiornando i contenuti del DEFR vigente, in particolare relativamente allo scenario economico-sociale e di finanza regionale, e indicando gli obiettivi strategici dell'azione regionale, dando attuazione al principio della programmazione ai sensi del citato articolo 36 del D.Lgs. n. 118/2011.
A seguito dell'emergenza sanitaria causata nel corrente esercizio dal Covid-19 e degli impatti avuti sul tessuto socio-economico, la Giunta ha ritenuto opportuno, considerata l'eccezionalità della situazione, riallineare i contenuti della Nota di aggiornamento al DEFR 2020-2022 adottando la deliberazione n.108/CR del 26/10/2020.
Con tale provvedimento, in particolare, si è provveduto ad aggiornare i testi collegati alla programmazione dei fondi della politica di coesione. Da un lato, la deliberazione riscontra un rallentamento nella definizione del ciclo programmatorio 2021-2027, riconducibile ai provvedimenti volti al contenimento dell'emergenza Covid-19 che hanno portato ad una temporanea sospensione delle attività inerenti agli incontri tematici territoriali programmati per l'animazione del dialogo partenariale; dall'altro, sempre a seguito dell'emergenza e a fronte delle recenti modifiche introdotte dall'Unione europea in merito alla normativa che disciplina l'utilizzo dei fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE), precisa che si mira a cogliere le opportunità offerte in tema di riprogrammazione dei fondi FSE e FESR e ad attivare misure ad hoc a favore delle imprese e del sistema sanitario regionale, anche in linea con quanto previsto dalla deliberazione della Giunta regionale 31 marzo 2020, n. 404 (recante "Priorità di investimento perseguibili nell'ambito della politica di coesione della Regione del Veneto 2014-2020 con le risorse del FESR e del FSE per potenziare i servizi sanitari, tutelare la salute e mitigare l'impatto socio-economico del COVID-19, alla luce della proposta di Regolamento relativa alla "Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus adottata dalla Commissione europea" COM(2020) 113 e prime ipotesi di iniziative regionali).
Il provvedimento, inoltre, ha ritenuto necessario riallineare i testi collegati alla cooperazione internazionale, sia nel nell'ambito del turismo che nell'ambito delle relazioni e rappresentanze internazionali.
Riassumendo brevemente i passaggi intercorsi, ricordo che la Giunta regionale ha trasmesso il provvedimento al Consiglio regionale in data 3 novembre 2020.
Il 4 novembre è stato assegnato in sede referente alla Prima Commissione e, per il parere sugli aspetti di competenza, alle Commissioni Seconda, Terza, Quinta e Sesta.
Il 18 novembre 2020 è stato illustrato in Prima commissione, con partecipazione estesa a tutti i consiglieri regionali, dall'assessore al bilancio.
Successivamente, il 4 dicembre, il Consiglio delle Autonomie Locali ha espresso parere favorevole sul medesimo.
Infine, nella seduta n. 6 del 9 dicembre, acquisiti i pareri favorevoli delle altre commissioni per gli aspetti di competenza, la Prima Commissione ha concluso i propri lavori sull'argomento, licenziando a maggioranza il provvedimento e proponendo al Consiglio regionale la sua approvazione.
Hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei gruppi consiliari Liga Veneta per Salvini Premier, Zaia Presidente, Lista Veneta Autonomia, Forza Italia-Berlusconi-Autonomia per il Veneto, Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni
Si sono astenuti i rappresentanti del gruppo consiliare Partito Democratico Veneto".

PRESIDENTE

Relatore è il collega Luciano Sandonà. Prego.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
In data 30 giugno 2020, con deliberazione della Giunta regionale n. 65, sono state adottate le proposte di modifica della Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza Regionale DEFR per il triennio 2020-2022.
Il DEFR 2020-2022 rappresenta in maniera sintetica il quadro congiunturale, internazionale e nazionale, sviluppando in particolar modo il tema dell'Agenda 2030 e della conseguente Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, prescrive il contesto economico-finanziario regionale individua alcune linee di indirizzo per il confronto con il Governo, volte ad agevolare le condizioni per la realizzazione di un assetto della finanza territoriale ordinato e responsabile, le linee direttive generali di politica finanziaria regionale e il quadro finanziario generale di riferimento.
Nelle premesse fornisce, infine, un quadro di riferimento per la spesa, basandosi sui dati di bilancio di previsione 2019-2021.
La Nota di aggiornamento al DEFR 2020-2022 recepisce, ove pertinente, quanto contenuto nella Nota di aggiornamento al DEF nazionale, aggiorna i contenuti del DEFR, in particolare per quanto riguarda lo scenario economico-sociale e di finanza regionale e contiene gli obiettivi strategici dell'azione regionale, dando attuazione al principio della programmazione ai sensi del citato articolo 36 del decreto legislativo n. 118/2011.
A seguito dell'emergenza sanitaria causata dal Covid-19 e dagli impatti avuti sul tessuto socio-economico, si ritiene opportuno, data l'eccezionalità della situazione, un riallineamento dei contenuti della Nota di aggiornamento al DEFR 2020-2022 secondo quanto riportato nell'allegato A, che costituisce parte integrante e sostanziale del presente provvedimento. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Correlatore: il collega Giacomo Possamai.
Mi chiedi la parola col... sì, grazie. Ripeto, sarò pedante in questo, ma serve per la corretta... non è per te, lo dico a tutti, cioè chiedete la parola attraverso Concilium perché così la verbalizzazione avviene praticamente in automatico e... deve premere due volte. Possamai ha la parola.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Come correttamente riferito dal relatore Sandonà, si tratta di un provvedimento tecnico che però quest'anno ha un valore particolare, cioè il fatto che si sia reso necessario sta ovviamente, diciamo così, nella dinamica dei tempi che stiamo vivendo, visto che si tratta di un provvedimento che di fatto si è reso necessario per l'emergenza Covid, che ha portato, considerata l'eccezionalità della situazione, a dover riallineare i contenuti della Nota di aggiornamento. In particolare ovviamente c'è l'aspetto della programmazione dei fondi della politica di coesione sul fronte anche poi del ciclo programmatorio '21-'27 perché c'è stato un rallentamento nella sua definizione, che ha causato la sospensione delle attività e, poi sempre a seguito dell'emergenza Covid-19 e a fronte della modifica dei regolamenti, la Regione ha inteso cogliere le opportunità offerte sul fronte della riprogrammazione dei fondi. Quindi di fatto c'è stata una necessaria riprogrammazione su questo fronte causato appunto dalla pandemia.
L'altro aspetto insomma che si è voluto toccare nel riallineamento è quello legato ai testi collegati alla cooperazione internazionale sia nell'ambito del turismo sia delle relazioni delle rappresentanze internazionali perché è assolutamente evidente che il contesto su questo fronte è mutato.
Su questo punto, per quanto mi riguarda, questo è.

PRESIDENTE

Grazie. Sì, è un punto prettamente tecnico e che non penso possa avere grande valenza. Collega Camani...
A microfono interviene la collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie. Mi scuso, Presidente, se non sono riuscita a prenotarmi come lei giustamente ci richiama a fare ma si sta aggiornando il programma.
Io vorrei solo fare due brevi considerazioni rispetto a questo punto all'ordine del giorno perché, se da un lato è vero che stiamo affrontando un documento che sostanzialmente ci riporta ad una fase passata, sia in termini politici che di programmazione, ci sono un paio di questioni che sono avvenute allora e che poi sono anche in parte alla base della scelta, della decisione della Giunta di riallineare questo Documento di Economia e Finanza, che secondo me vale la pena approfondire perché ci può anche dare dei punti di riferimento, delle occasioni di riflessione per ciò di cui parleremo nelle prossime ore.
Il primo argomento riguarda la nuova gestione, seppure emergenziale, delle politiche comunitarie: come ha detto il capogruppo Possamai, infatti, con questo riallineamento noi sostanzialmente registriamo, all'interno del Documento di Economia e Finanza Regionale, la risposta immediata che l'Unione Europea ha voluto dare già a metà marzo ai Paesi membri in riferimento all'emergenza sanitaria ed economica da Covid e cioè mettendo insieme, attraverso delle proposte che la Commissione Europea ha elaborato e che poi il Parlamento ha approvato sostanzialmente all'unanimità, si sono messe in campo, dicevo, delle azioni volte a amplificare, a rendere più efficaci le potenzialità dei fondi europei e del loro utilizzo, proprio con l'obiettivo di mitigare gli effetti della crisi da Covid.
Quindi, dicevo, già a metà marzo la Commissione ha proposto di indirizzare i 37 miliardi dei fondi strutturali prioritariamente ai Paesi maggiormente colpiti dall'epidemia e quindi in particolare anche all'Italia. Sono stati quindi 37 miliardi dall'Unione Europea che immediatamente sono arrivati ai Paesi che più erano esposti al contagio, per investimenti sulla spesa sanitaria, per le piccole e medie imprese e nei confronti dei tanti altri settori particolarmente vulnerabili al Covid.
In aprile, quindi poco più di un mese dopo, ulteriori nuove misure sono state introdotte, che avevano la finalità di massimizzare la flessibilità nell'uso dei fondi sia strutturali, sia di investimento e quindi fondi FESR, FSE e Fondo di coesione. Sono stati dotati di una flessibilità particolare per il trasferimento dei fondi, sono state indicate nuove regole soprattutto per il Fondo Europeo Agricolo, che proprio il Veneto sa quanto essere strumento fondamentale per poter sostenere le nostre imprese. Poi nuove regole per l'utilizzo degli indennizzi e degli aiuti per i soggetti più indigenti.
Ho voluto fare questa precisazione perché sapete, colleghi, quanto i fondi comunitari rappresentino sostanzialmente la principale leva di investimento pubblico europeo nelle economie dei Paesi membri e la rapidità e l'efficacia dell'azione che le organizzazioni e le Istituzioni comunitarie hanno dimostrato fin dai primi mesi della pandemia, un elemento importante che dobbiamo riconoscere e che io credo possa esserci utile anche nel futuro se, come auspichiamo, questa maggiore flessibilità nell'utilizzo dei fondi non diventi una risposta emergenziale ad una crisi, ma diventi davvero un nuovo modo che l'Europa ha di intendere la possibilità per i Paesi membri di utilizzare i fondi europei. Poi, immediatamente dopo che l'Europa ha fornito le nuove regole, altrettanto rapidamente il Governo, con il Ministro della Coesione territoriale, ha coordinato la fase, come si usa dire ormai da un po' di mesi, di messa a terra garantendo il mantenimento del vincolo della destinazione territoriale delle risorse.
Ecco perché noi, con questo riallineamento, sostanzialmente assumiamo nel Documento di programmazione economica della nostra Regione, non solo una riprogrammazione generica dei fondi, ma una vera e propria accelerazione delle politiche europee di coesione.
Il secondo elemento su cui vorrei chiedere all'Aula una riflessione riguarda, invece, un altro aspetto che è stato oggetto di questo riallineamento e cioè la necessità - anche questa immagino dettata dall'emergenza - di riorganizzare sia le risorse, sia l'attività delle Forze dell'ordine che erano impegnate nelle azioni di contrasto alla criminalità organizzata in azioni più prettamente collegate alla tutela dei cittadini in riferimento all'emergenza pandemica.
Io questo lo capisco e ci sta: ci siamo trovati a dover gestire un fenomeno che impattava in maniera violenta sulle nostre comunità e abbiamo pensato che fosse necessario garantire la sicurezza di queste nuove situazioni che si stavano determinando. Però c'è un problema, c'è stato un problema e ne parlo proprio perché non vorrei che perseverasse. Perché in realtà abbiamo visto come e quanto le organizzazioni criminali si stiano rafforzando durante la pandemia, intanto attraverso quel meccanismo criminale che è il welfare mafioso di prossimità. Come sapete, le organizzazioni criminali fondano la rete di collusione e di relazione sui territori, anche nel nostro, proprio perché sono in grado di offrire un supporto economico alle persone, alle famiglie, alle imprese che hanno difficoltà. È evidente come la crisi economica e le difficoltà di tante imprese e famiglie che si sono trovate a dover affrontare, proprio nei primi mesi della pandemia, durante i mesi del lockdown, difficoltà di natura economica, siano stati per le infiltrazioni criminali terreno fertile di iniziativa, tanto che si sono prodigate nell'offrire sostegno a tutte quelle imprese che avevano necessità di liquidità, a tutte quelle famiglie che erano sprovviste temporaneamente di reddito.
Pensate che il Veneto insieme alla Campania sono le due Regioni da cui nei primi sei mesi del 2020 sono giunte più richieste di aiuto da parte di soggetti vittime di usura. Questo ci dà la misura di come tutte le società, anche la nostra, in un momento di difficoltà, quando non trova le Istituzioni, tende a rivolgersi alle organizzazioni criminali. Ecco perché neanche nel momento dell'emergenza bisogna abbassare la guardia.
Le organizzazioni criminali non hanno approfittato e non approfittano della pandemia solo per rafforzare le proprie articolazioni sul territorio dal punto di vista appunto del welfare mafioso di prossimità. La Procura Antimafia di Venezia ha già certificato come nei primi sei mesi del 2020 in Veneto moltissime organizzazioni criminali si siano messe all'opera per sfruttare, in maniera appunto criminale, i benefici previsti dal Governo nazionale per aiutare il sistema economico per fronteggiare la crisi. La Camera di Commercio di Padova ha fatto uno studio che ha dimostrato come una quota significativa degli aiuti che il Governo ha stanziato per le imprese nei primi sei mesi dell'emergenza Covid sia stata destinata ad imprese che erano state aperte da meno di un mese e intestate a soggetti che avevano già precedenti per reati legati all'organizzazione mafiosa.
Questo vi dà la misura di come, da un lato, la mafia e le organizzazioni criminali, soprattutto in Veneto, utilizzano il sistema economico e le sue fragilità per radicarsi e di come, a maggior ragione, la guarda su queste questioni non possa essere mai abbassata, sia perché ovviamente la presenza delle organizzazioni criminali nel nostro territorio incide negativamente sul livello di democrazia delle nostre comunità, ma anche perché quella stessa presenza incide pesantemente sul comparto e sul livello di competitività e di leale concorrenza delle nostre imprese.
Sarebbe interessante sapere esattamente quante risorse nazionali sono state assegnate ad imprese in sospetto di mafia e dunque tolte alle imprese sane che ne avevano necessità della nostra Regione. Quindi è importante certamente concentrarsi, lo è stato in passato e lo sarà anche nei prossimi mesi: fare in modo che l'attenzione delle Forze dell'ordine sia impegnata nella tutela dei cittadini e della loro sicurezza urbana, diciamo così, direi anche nel controllo del rispetto delle regole visto il periodo, ma è altrettanto importante non abbassare la guardia sulla necessità che le Forze dell'ordine siano impegnate e costantemente nella protezione del nostro territorio da questo tipo di fenomeno. Vi ringrazio.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
I colleghi in precedenza hanno già sottolineato quelli che sono i punti qualificanti e su cui vogliamo comunque attenzionare l'Aula ma anche il mondo esterno. È sicuramente sui fondi europei il riallineamento del DEFR, anche perché la collega Camani ha giustamente detto che i fondi europei sono le leve principali di sviluppo e di rilancio dell'economia di qualsiasi Regione e di qualsiasi Stato.
Questo è vero nel momento in cui sappiamo però interpretare in modo corretto l'uso dei fondi, lo è nel momento in cui sappiamo interpretare in modo corretto quelle che sono le richieste del mondo socio-economico (inc.), nel momento in cui sappiamo comunque riuscire a finanziare e anche a spingere quelle che sono delle filiere che guardano al futuro, perché è un mondo che guarda al futuro. Penso a tutto il tema che riguarda il clima.
Se riusciamo a mantenere fede a tutto quello che c'è scritto nel DEFR, sicuramente un bellissimo riallineamento in questo caso e sicuramente un bellissimo libro dei sogni, solo e soltanto con la questione del clima riusciamo a vincolare il fondo verso quelle che sono le imprese che stanno realmente innovando per quanto riguarda l'impatto climatico, per quanto riguarda l'impatto sul clima dei nuovi mezzi. Questo lo facciamo se per esempio iniziamo ad avere un'interlocuzione, quello che chiederemo per il futuro anche, sul tema dei progetti che si sono scelti nel Recovery Fund. Sono sicuramente tutti progetti importanti, però quello che a me interessa è che in questi progetti ci siano degli indicatori che ci dicano se sono questi progetti sono utili per il nostro territorio e sono utili per un rilancio del nostro territorio, se sono utili per l'occupazione nuova oggi più di ieri del nostro territorio, sono utili perché il Veneto continui ad essere un mercato aperto verso l'estero.
È con questo spirito che interpretiamo anche il ripianamento del DEFR e la partita dei fondi europei, è con questo spirito che vorremmo guardare a quelle che sono le progettualità presentate e per cui chiediamo che sul Recovery Fund ci sia un'interlocuzione all'interno del Consiglio su quelli che sono stati i principi con cui si sono scelti i progetti, con quelli che sono stati i principi che dettano poi la scelta di finanziare determinati progetti piuttosto che altri, quelli che sono gli indicatori di monito che poi terranno fede o non terranno fede a quelli che sono i principi dettati dal riallineamento del DEFR.
Tocco il secondo tema, (inc.) collega Camani, ha detto delle cose importantissime per quanto riguarda la legalità: ricordiamoci che, proprio su questo tema, chi comunque può aiutare le Forze dell'ordine sono proprio i nostri amministratori locali, che hanno bisogno però di sostegno, che hanno bisogno di capire come gestire tutta la partita legata, per esempio, agli appalti, perché sono i primi che rischiano, sono i primi che rischiano di cadere dentro comunque determinati mercati che si avvicinano in modo subdolo e quasi sconosciuto. Lo abbiamo visto nei territori: non è un'onta, è un fatto, ormai è un fatto, un fatto che noi dobbiamo ripudiare e lo dobbiamo fare attraverso azioni concrete.
Quindi bene quello che voi avete scritto all'interno del riallineamento del DEFR, dove diciamo che si deve e si può fare anche di più. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Buongiorno a tutti i colleghi.
Questo riallineamento, pur essendo una questione, come si diceva prima, tecnica, ha dei contenuti comunque importantissimi perché va a prendere atto dei nuovi aiuti, anche in particolare dell'Unione Europea, per affrontare la questione dell'emergenza causata da questa pandemia.
È sicuramente un'occasione molto importante per la nostra Regione anche per andare ad approfondire quelle tematiche che preoccupano i nostri cittadini, quella che è la crisi economica, quella che deve essere la ripresa economica e intervenire in tutti quei settori che, grazie a questa interruzione della normalità, può causare dei fenomeni di illegalità.
Quindi ci vuole massima attenzione da parte della nostra Regione, di coordinamento nell'utilizzo di questi fondi perché, in un momento delicato come questo, c'è chi può approfittarsene e quindi, come è stato ricordato prima, possono esserci questi fenomeni malavitosi che si infiltrano in una situazione molto problematica e purtroppo siamo una Regione con una grande vivacità imprenditoriale, ma anche, proprio per questo, con una possibilità di vedere molti imprenditori che possono soffrire di questa attività con carenza di liquidità e quindi a volte magari tentati da scorciatoie che possono portare a delle ripercussioni molto negative.
Le infiltrazioni malavitose sappiamo che sono un fenomeno che è stato portato alla luce anche molto recentemente con una serie di interventi da parte della magistratura, ma dobbiamo ricordare anche tutte quelle misure di tutela ambientale che devono essere messe in atto in questi momenti in cui, appunto, queste norme di tutela dell'ambiente possono essere bypassate proprio a causa della crisi economica: mi riferisco, ad esempio, allo smaltimento delle sostanze tossiche, allo smaltimento di rifiuti. Qui purtroppo in Veneto abbiamo un tessuto che potrebbe diventare fertile se non stiamo attenti, perché, come abbiamo visto anche dalle cronache giudiziarie di questi ultimi tempi, che in una Regione come la nostra, che ha capannoni vuoti disseminati in ogni dove – si parla in un censimento fatto dalla Giunta regionale di 11.000 capannoni – che possono diventare siti interessanti per chi vuole smaltire in maniera illecita i rifiuti.
Quindi sicuramente è un momento molto delicato in cui la Regione può avere un ruolo importantissimo, però bisogna essere molto accorti, perché è una situazione che sappiamo tutti drammatica quella del Covid: i dati di oggi, 165 decessi, sono veramente molto allarmanti. Abbiamo una situazione sanitaria collegata a una situazione economica, che veramente può comportare delle ripercussioni ancora peggiori. Quindi questi fondi europei utilizzati nel migliore dei modi devono essere una possibilità per contrastare questa situazione, che è veramente terribile per tutti i veneti e dalla quale, auspichiamo, se ne possa uscire al più presto.

PRESIDENTE

Grazie, collega Zanoni. Collega Guarda, prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Grazie, intanto, ai colleghi che mi hanno preceduta. Benissimo, affrontiamo una questione tecnica, però ne approfittiamo anche per un'analisi da un punto di vista anche di strategia politica, dato che d'ora in poi, anche grazie a questo atto, siamo formalmente chiamati ad un'iniziativa politica che sia il più condivisibile possibile e più capace di guardare a un lungo periodo, che deve restituire risposte all'interno del territorio, non soltanto da un punto di vista di servizi sanitari e sociali (aspetto su cui evidentemente ci dobbiamo dedicare), ma anche da un punto di vista economico e di rilancio professionale, anche delle opportunità per le nuove generazioni, dato che ne pagheranno sicuramente e ne pagheremo le conseguenze di ciò che stiamo vivendo oggi.
Alla luce del fatto che stiamo discutendo di un Documento di economia e finanza che tratta anche il tema della gestione dei futuri fondi del Recovery Fund, dei fondi Next Generation EU, questi temi devono trovarci attivi. Devono trovarci attivi nel rispondere a due presupposti principali: il primo lo vorrei riprendere da una riflessione che già nella scorsa Legislatura facevo ai colleghi, se lo ricorderanno e perdonatemi se ripeto la questione. Da un punto di vista operativo quest'epoca sta mettendo di fronte l'imprenditoria locale, specie i piccoli e medi imprenditori, a dei rischi che non sono indifferenti e sono rischi non soltanto dettati da condizioni economiche molto gravose di quest'epoca, ma sono rischi che sono anche trasferiti al domani da un metodo politico che evidentemente non risponde all'esigenza attuale. Risponde a una criticità economica da un punto di vista di risorse pubbliche, ma non risponde all'esigenza immediata dell'imprenditore che tutte queste misure che si sovrappongono, copia e incolla, di incentivo all'indebitamento stanno trasferendo, da qui a due anni, un carico, un peso, da un punto di vista di costi di gestione, per riuscire a sopravvivere oggi e magari non riuscire un domani, dato che comunque il mercato sarà difficile riattivarlo nella dimensione di prima, dato che comunque alcuni settori già soffrivano precedentemente al Covid.
Ecco, si stanno trascinando, di qui a due anni, delle criticità che il solo accesso al credito oggi non riuscirà a sostenere. Per cui, l'interrogativo e l'aspetto su cui è da mesi che cerco di interrogarvi, mi interrogo anch'io e interrogo i colleghi che hanno la possibilità al Governo di intervenire: è proprio quello di ristabilire anche un ordine rispetto a tutta questa sovrapposizione di interventi copia e incolla tra livello statale e livello regionale che alla fin fine però non riescono a rispondere a questa esigenza e c'è un rischio. Nel Veneto l'imprenditoria è molto importante, ha un livello qualitativo sicuramente molto alto, esiste però un livello di presenza di piccole e medie imprese così sensibili e così in difficoltà, anche soltanto per una poca competenza da un punto di vista finanziario che alcuni imprenditori purtroppo hanno testimoniato e ce lo raccontano anche le associazioni di categoria, non sto dicendo nulla di diverso, da chi ogni mese si vede magari la richiesta di un fido per pagare l'F24. Di fronte a questo noi ci dobbiamo interrogare rispetto a quella che è la funzione educativa, ma dall'altra parte anche la difficoltà proprio di generare strumenti che siano realmente a disposizione poi di un'imprenditoria che deve resistere e non deve spostare il problema da qui a dopodomani.
Qui non si tratta di non avere fiducia nel mondo imprenditoriale veneto, anzi, si tratta di avere coscienza del fatto che esistono delle realtà di imprese più a rischio proprio perché forse non li si accompagna bene, non li si è accompagnate bene nell'ambito della formazione ma allo stesso tempo perché gli si va ad aggiungere degli strumenti che rischiano di essere un boomerang.
L'altro aspetto su cui mi piaceva intervenire, dato che la collega Camani ha introdotto la questione della gestione illegale del potere, vorrei porre la questione da un altro punto di vista che è quindi la gestione del potere tout court e dunque il ruolo che dovrà essere garantito alle figure femminili nella gestione, nella progettazione, nella garanzia, nella spesa poi dei fondi europei del Recovery Fund.
Questo aspetto è un aspetto molto delicato e importante perché molto spesso viene bypassato, si pensa sia scontato. Non lo è perché il Recovery Fund, così come votato dal Parlamento europeo, così come richiesto da una notevole quantità di parlamentari, ma anche di cittadini e di parlamentari italiani, fa rientrare all'interno della sua struttura... chiedo scusa, se non interessa nessun problema, però io avrei piacere di terminare il discorso anche perché magari anche la collega Sfonda essendo donna, magari è sensibile anche al tema rispetto appunto alla gestione dei fondi a misura di parità di genere.
Il piano per gli stimoli economici contiene esplicitamente, a seguito di una grande battaglia fatta in Parlamento Europeo, proprio a partire dall'esperienza di Europa Verde e da Alexandra Geese, contiene esplicitamente piani per una redistribuzione più equa dei fondi e una valutazione dell'impatto di genere dei fondi distribuiti. Di questo si dovrà occupare questa Regione, di questo si dovrà occupare anche la nostra Regione. Il budget di lungo periodo dell'Unione Europea include addirittura una valutazione chiamata "gender budgeting", per cui una metodologia di bilancio di genere che riesce a mettere insieme anche quei dati, ad analizzarli, a costruire una traduzione politica di ciò che bisogna fare per andare a risollevare quel gap che evidentemente c'è anche in Veneto (i dati ce lo raccontano) e che magari, anche all'interno di questi documenti, dovrà essere affrontato con un maggiore coraggio e in maniera più esplicita.
Per cui questi due aspetti: uno è il fattore di una riflessione politica rispetto agli aiuti al mondo delle imprese in questa fase, l'altra parte invece è sull'applicazione che dovremmo dare in futuro di queste misure, della famosa manovra richiesta (inc.), firmata da tantissime donne in Italia, proprio perché si riconosce l'Italia essere un Paese con un gap nella possibilità di realizzazione sia professionale che anche personale e sociale tra uomo e donna notevole. Di questo stiamo parlando, stiamo parlando di ripartire nell'epoca post Covid in cui non soltanto l'Europa, non soltanto a livello nazionale, ma anche a livello regionale saremo chiamati ad esprimerci su questo aspetto e saremo chiamati a valorizzare la nostra componente femminile, non soltanto citando il Cantiere delle donne, ma collaborandoci attivamente e costruendo insieme quelle strategie che sono necessarie per ristabilire un po' di ordine, dato che anche in questo territorio soffriamo questa differenza, la soffriamo in particolar modo nella nuova generazione, tanto più che la nuova generazione è quella più a rischio povertà, più a rischio nella ripresa post Covid.
 
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO
 

PRESIDENTE

Grazie, Consigliera. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bigon Anna Maria, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Mi trovo a condividere quelli che sono stati gli interventi in precedenza fatti: noi avremmo la disponibilità di fondi enormi e dovremmo tener conto delle necessità del post Covid, soprattutto per quanto riguarda il mondo delle imprese e per quanto riguarda ovviamente il settore giovanile. Ma dobbiamo anche pensare alla ricostruzione di quelle che sono le conseguenze, anche sanitarie, che ci saranno, perché noi stiamo vivendo un'emergenza – e mi auguro che oggi appunto se ne discuterà, come ha chiesto anche prima il nostro portavoce Arturo Lorenzoni – che è quella sanitaria; avevamo già, prima di questa emergenza, delle liste d'attesa molto lunghe e ci troveremo nel post Covid a riprendere in mano tutta la situazione aggravata da questo periodo.
Abbiamo visto che i fondi che sono arrivati anche dal Governo non sono stati spesi completamente per quanto erano i finanziamenti predestinati. Faccio un piccolo esempio che è alla portata e a conoscenza di tutti: l'Unità speciale di supporto ai medici di base è fondamentale in questa fase e sarebbero fondamentali anche per il prosieguo, ne sono state attivate circa la metà, eppure i fondi sono arrivati. Tanti altri fondi arrivati per gli infermieri di famiglia: ne abbiamo attivati circa 20 su 100 previsti. Anche i fondi che arriveranno, anche i fondi europei dovremo essere in grado prima di tutto di destinarli sicuramente per riprendere in mano un po' la situazione del post Covid, sia sull'aspetto economico che sociale, che sanitario, ma anche spenderli e velocemente. Perché la capacità, poi, di un'Amministrazione è anche questa: di poterli investire e saperli investire.
Al di là della normativa che abbiamo a livello statale e tante volte sentiamo dire che tutto dipende dalla burocrazia, è vero, ma in parte. Perché? Perché di fatto questa emergenza ci ha fatto anche "godere" di normative più agevoli, soprattutto per quanto riguarda la semplificazione. Per cui, non è nemmeno questo il problema. È il fatto di saper gestire le somme portandole veramente a disposizione del territorio. Altrimenti sono cose che rimangono sulla carta, con tempi molto lunghi e di cui non possiamo goderne beneficio.
Tra l'altro, abbiamo anche il turismo che noi dovremo prendere in mano, oltre che la sanità ovviamente e l'economia. Turismo per il Veneto è fondamentale, è importantissimo: noi abbiamo, ad esempio, la zona del Lago, sul veronese, che comunque vive per l'80% del turismo, oltre che per il mare, a Venezia, Chioggia, eccetera. Quindi, è una parte fondamentale dove dovremo investire risorse per riportare in vita quelle attività che nel frattempo, magari, hanno subìto dei danni molto, molto forti.
Pertanto, mi auguro che vengano sicuramente, da una parte, gestiti all'interno di un potere corretto, tenendo conto che le infiltrazioni sono ancora più presenti, soprattutto per le disponibilità economiche che ci sono in questi momenti, ma soprattutto saperli gestire immediatamente, trasferendoli sul territorio in breve termine. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliera. Ha chiesto di intervenire la collega Ostanel. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie.
Intervengo semplicemente per portare l'attenzione su quello che potrebbe essere aggiunto dal Next Generation EU rispetto a quello che abbiamo visto in questa Nota di allineamento perché mi sembra di poter dire che, nel momento in cui noi ci troviamo di fronte ad un momento particolare, pensare a quello che dall'Europa arriva, non solo in termini di finanziamento, ma anche di modalità con cui questi soldi possono essere spesi da una Regione, sarebbe stato importante per noi vederlo all'interno di questa Nota di riallineamento e anche magari discuterne oggi in Aula.
Quando ho visto la DGR 1529 del 17 novembre che spiega quali sono alcune delle opere su cui noi spenderemo questi 25 miliardi e sono ben sei su nuove strade e autostrade, sono andata a vedermi quali sono i principi che l'Unione europea pone per la spesa di quella che è la somma dei 25 miliardi e c'è un principio molto interessante, che forse non interessa a tutti qui in Aula, però credo sia importante. Sapete perché? Ve lo dico col cuore: se noi non rispettiamo queste questioni quei soldi verranno dichiarati inammissibili e noi non li potremo spendere. Quindi il contributo che sta dando magari non è perfettamente allineato a quello che stiamo discutendo però mi sento di darlo lo stesso perché credo che un programma di Governo - e di questo stiamo discutendo - debba tenere conto di quello che è e di quello che andremo a ricevere dal Next Generation EU.
L'Unione Europea dà un punto fondamentale che si chiama "Do Not Harm Principle". Significa che se noi andiamo contro ad alcune questioni che non hanno posto quei soldi ci verranno tolti, anche se li avremmo già spesi ed andremo in indebitamento e sono sei punti fondamentali che hanno poco a che fare con i 6 miliardi che spendiamo in strade e autostrade e sono: mitigazione dei cambiamenti climatici, adattamento ai cambiamenti climatici, protezione delle acque, transizione all'economia circolare, riduzione dell'inquinamento atmosferico, supporto di biodiversità ed ecosistemi.
Io sto in silenzio fino a che non sento silenzio in Aula.

PRESIDENTE

Prego, collega, prego. Non ha bisogno dell'avvocato difensore la collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

In Aula, coi miei studenti, faccio così: sto in silenzio finché loro non stanno in silenzio, quindi userò questo...

PRESIDENTE

La collega Guarda le ha insegnato bene. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Bene. Grazie. Scusate, però io sto in silenzio perché ci credo nella discussione che facciamo in quest'Aula. Poi magari tra qualche anno cambierò idea.
Un'altra cosa che c'è all'interno di Next Generation EU che secondo me è importante è il fatto che anche le regioni si possono eventualmente dotare di un comitato di responsabilità sociale.
Perché lo dico? Perché nel momento in cui noi decidiamo dove investire questi soldi, probabilmente mettere nella condizione anche tutte le parti sociali di essere presenti nella fase di attuazione è una cosa che voglio vedere e vorrei vedere in questa Regione. Lì all'interno viene descritto proprio dal documento nazionale e anche dall'Unione Europea il fatto che vengano coinvolte categorie come l'Università, come i centri di ricerca, come tutte le categorie produttive, ma permettetemi di aggiungere anche tutte quelle realtà che magari noi non siamo ancora coscienti del fatto che si sono organizzate, come ad esempio abbiamo visto anche nel mondo culturale dove non solo le realtà rappresentate fanno parte di quel mondo e probabilmente Next Generation EU ci sta facendo vedere che lì dobbiamo andare, cioè andare a vedere tutti quelli che finora non sono mai stati accolti e presi in carico dalle politiche pubbliche.
Ecco, io anche se questo è un punto tecnico, il contributo che volevo dare alla discussione è: cerchiamo, anche in una nota di aggiornamento e riallineamento del DEFR, di pensare che quello che arriva da Next Generation EU, i 25 miliardi, fanno parte e danno un contributo a tutto il programma di Governo, non sono una lista della spesa da mettere in una DGR e in qualche modo non discuterla qui dentro, perché le parti sociali e quelle che ho citato prima, anche l'Università e i Centri di ricerca, hanno un potenziale ruolo di guida che, secondo me, è un valore aggiunto. Siamo un territorio che questo valore aggiunto ce l'ha ed è importante che questo faccia un'aggiunta alla nostra programmazione.
Quindi il contributo è semplicemente di merito, di contenuto ad una cosa tecnica, che però penso possa essere di interesse per tutta l'Aula. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Ostanel.
Collega Giacomo Possamai, prego. Un attimo perché non la vedo ancora prenotato. Adesso, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Io volevo fare solo una considerazione vista anche la piega che ha preso la discussione generale su questo punto, ma che in realtà è profondamente collegata alla Nota, nel senso che ci sarà tempo per discuterne, però c'è un punto importante ed è che la Giunta, se non vado errato – ma posso sbagliarmi – il 17 novembre o comunque intorno a metà novembre, ha approvato il PRRR (che il presidente Zaia, quando l'ha presentato, ha detto: "Non è una pernacchia, quindi ditelo scaglionato", lo facciamo anche noi) che è un provvedimento fondamentale, nel senso che è la via veneta al Recovery Fund. Diciamo così: è una lista dei desideri, più o meno condivisibili da parte nostra, ma di questo magari ci sarà occasione di discutere, da parte della Regione Veneto sul fronte del Recovery. Tutti noi sappiamo, perché leggiamo i giornali, che in questo momento non è chiarissimo come sarà ancora indirizzata la cabina di regia e l'organizzazione di questi fondi, però noi pensiamo che sia una discussione fondamentale, nel senso che tutti... Capogruppo, a chi è che lo chiedete? A Renzi. Se ha occasione di sentirlo, poi mi fa sapere. Poi mi fa sapere. È un riflesso pavloviano.
Finisco il punto. Grazie, comunque, Assessore.
Proseguo. Dicevo, perché? Perché tanti quattrini così, per dirla in maniera poco tecnica, non li abbiamo visti mai e temo che non li vedremo mai nel senso che... così pochi... no, non era quello il senso, Capogruppo. Così tanti soldi in così poco tempo e quei soldi ci saranno, sono arrivati per un motivo, non perché li ha portati Babbo Natale e neanche la Befana, visto che siamo in clima, ma perché, purtroppo, in mezzo a una pandemia si è resa necessaria una spesa assolutamente straordinaria da parte dell'Unione Europea, tanto che per la prima volta sono finanziati di fatto in parte con debito europeo, quindi scavalcando un tema di cui per decenni si è discusso e per decenni si è trovata la ferma opposizione di larga parte dei membri in particolare dei Paesi del Nord.
Questo per dire che quel tema, cioè il tema di come il Veneto intende spendere quei soldi, ma soprattutto di come intende rapportarsi con il Governo per stare dentro a una filiera che sarà inevitabilmente nazionale, perché parliamo di grandi progetti strategici, pensiamo sia fondamentale che venga discusso in questo Consiglio, nel senso che, di fatto, si tratta di un documento per ora ‒ mi immagino ‒ di indirizzo e quindi, nei prossimi mesi, anche dentro la dinamica del rapporto con il Governo nazionale, si andrà veramente a definire come quei soldi saranno spesi.
Ci sembra evidente che una discussione di questa importanza, su fondi così rilevanti e senza precedenti, sia necessario che veda il coinvolgimento del Consiglio. Sarà una cosa di cui, ovviamente, parleremo dopo il bilancio, non in questi giorni, però vi preannunciamo che da parte nostra su questo ci sarà una richiesta di discutere in Consiglio e anche di capire nei prossimi mesi, nel rapporto con il Governo, che linea dare e che richieste fare. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie collega. Ha chiesto di intervenire l'assessore Calzavara, prego.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie. Buon pomeriggio a tutti.
Io non entrerei tanto in questo provvedimento che è, come dire, una sorta di atto dovuto proprio perché si riallinea rispetto a una situazione che abbiamo vissuto nel mese di maggio e di giugno e che ha visto la Giunta regionale e poi il Consiglio impegnarsi in tutti quei provvedimenti che cercavano di dare una prima risposta a una situazione emergenziale come quella che stiamo vivendo con questa pandemia. Però, siccome mi pare di capire che il tema di Next Generation EU sia centrale su tutti i tre provvedimenti che andremo a ragionare in sequenza e quindi questo, l'adozione del DEFR e la Nota di aggiornamento del DEFR, vorrei che fosse chiaro, ma per certi versi lo ha anticipato adesso il collega Possamai, che l'operazione che è stata fatta a livello di Giunta regionale è essenzialmente quella di una ricognizione di tutti quelli che sono i progetti che potevano avere una, come dire, aderenza a quelle che sono le linee prioritarie in termini di finanziamento nei prossimi mesi.
Abbiamo ben chiaro che la Comunità europea ha identificato nei colori verdi e blu, il verde dell'ambiente e il blu dell'innovazione tecnologica, le due linee prioritarie di investimento e quindi naturalmente si è cercato di fare una prima mappatura di tutto quello che già era in animo della Regione del Veneto e che non trovava delle fonti di finanziamento e che attraverso quello che arriverà avrà modo di trovare soddisfazione. Però da questo punto di vista il dimensionamento anche dei progetti - e quindi questo monte che fa 24 miliardi - credo che poi debba trovare una sorta di correlazione con quella che sarà la effettiva disponibilità che il Veneto avrà in questi fondi. La sensazione dai primi incontri e dai primi confronti in Conferenza Stato-Regioni su questi temi è che comunque i 200 miliardi non saranno distribuiti con la logica della quota regionale e quindi dell'8% tradizionale, sui quali di fatto, in maniera matematica, avremmo circa 16 miliardi, ma ad esempio stanno già ragionando su una ripartizione di carattere territoriale e quindi premiare ancora una volta il Centro Sud utilizzando questi fondi cercando di far sì che il divario digitale e/o economico possa trovare, attraverso i fondi della Comunità Europea, uno stimolo per recuperare rispetto al gap del Nord.
Quindi non necessariamente sarà così ed è per questo che diventa difficile poter fare qualsiasi tipo di ragionamento rispetto alla progettualità, perché credo che, in maniera seria, si debba sapere prima quali saranno le cifre a disposizione che la Regione del Veneto avrà in termini di progettualità: da lì predisporre un documento che necessariamente, nella sua essenza della programmazione, deve trovare uno spazio di discussione all'interno di quest'Aula in modo che ci sia un confronto su quelle che riteniamo possano essere le priorità.
Quindi io confido che nei prossimi mesi, una volta approvato il bilancio, che ha un suo corso, questo documento arrivi in maniera concreta, nel senso che abbiamo effettivamente le risorse a disposizione e possa vedere la Giunta regionale naturalmente proporre una serie di iniziative che tengono conto di cose che abbiamo già in progettualità pronte da fare, ma che naturalmente devono essere vicine a quelle che riteniamo possano essere le linee di finanziamento più credibili proprio per portare a casa questi soldi.
Quando tutto questo ci sarà chiaro, speriamo che il Governo ci dia i tempi per poter fare anche queste cose. Io sono da poco Assessore: oggi abbiamo fatto una delibera che assegna al Veneto 3.600.000 euro per l'innovazione digitale. Su un bando di 31 milioni complessivamente a livello nazionale, solo 6 Regioni sono riuscite a presentare questo progetto: ce lo hanno fatto fare in 48 ore. Scadeva a quell'ora e se non lo presentavi lo perdevi. C'è stata capacità reattiva da parte degli uffici a trovare anche delle soluzioni di carattere amministrativo, ci appoggeremo all'ANCI per far sì che l'ANCI sia il nostro intermediario nei confronti dei Comuni e dare delle risposte per portare a casa 3.650.000 euro a disposizione delle Amministrazioni locali.
Ecco, io spero che il Governo non metta le Amministrazioni regionali nelle condizioni di dover predisporre un documento che traccia la loro visione per i prossimi 10-15 anni attraverso questi fondi in 48 ore: spero che ci sia un Governo che abbia la capacità realmente di rapportarsi con le Regioni e di utilizzare al meglio questi fondi, naturalmente attraverso anche un confronto che questo Consiglio avrà sicuramente modo di sviluppare.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Calzavara.
Assessore Marcato, voleva intervenire? Okay.
Non vedo altre richieste di intervento. Ci sono dichiarazioni sul provvedimento? Non ci sono dichiarazioni di voto, perciò passiamo alla votazione del punto n. 9): Riallineamento della Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza Regionale 2020-2022.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Abbiate pazienza. C'è un rallentamento del sistema.
Siete riusciti a votare tutti quanti?
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
10
 
   

ADOZIONE DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA REGIONALE (DEFR) 2021-2023. ARTICOLO 36, COMMA 3, E ALLEGATO 4/1 E 6 DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 118/2011 E SS.MM.II.. ARTICOLO 7 E SEZIONE III DELLA LEGGE REGIONALE n. 35/2001 . (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 4) INIZIO

Relazione della Prima commissione consiliare.
Relatore in Aula il consigliere Sandonà; correlatore il consigliere Giacomo Possamai.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione unificata della PDA n. 4 e della PDA n. 5)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
Ci troviamo oggi ad approvare il Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR), che come ormai noto rappresenta il principale strumento della programmazione regionale, previsto dal Decreto Legislativo n. 118/2011 in materia di armonizzazione contabile.
Il Decreto prevede all'articolo 36, comma 3, che le Regioni ispirino la propria gestione al principio della programmazione, adottando a tal fine il bilancio di previsione finanziario, riferito ad un arco temporale almeno triennale, elaborato sulla base delle linee strategiche e delle politiche contenute nel DEFR.
In ordine ai tempi di adozione, l'Allegato 4/1 ("Principio contabile applicato concernente la programmazione di bilancio"; paragrafo 4.1) del citato Decreto prevede che il DEFR debba essere adottato dalla Giunta regionale e trasmesso al Consiglio entro il 30 giugno dell'anno antecedente a quello cui il documento si riferisce. Oltre a ciò, è previsto dal D.Lgs. n. 118/2011, Allegato 4/1, punto 6. che la Nota di aggiornamento del DEFR, vada adottata e proposta al Consiglio entro 30 giorni dalla presentazione della Nota di aggiornamento del DEF nazionale, per le conseguenti deliberazioni, e comunque non oltre la data di presentazione sul disegno di legge di bilancio.
Ripercorrendo più nello specifico i passaggi susseguitisi in questo 2020, che tra le tante cose si è contraddistinto anche per l'avvio della nuova legislatura, possiamo individuare i seguenti passaggi.
Con deliberazione n. 66/CR del 30 giugno 2020, la Giunta ha adottato il DEFR per il triennio 2021-2023 e lo ha trasmesso in pari data al Consiglio - dove ha assunto il n. 122 tra le proposte di deliberazione amministrativa depositate nel corso della passata legislatura - per la successiva approvazione mediante atto deliberativo.
Il 1° luglio la pda n. 122 è stata assegnata alla Prima Commissione consiliare.
Al concludersi della decima legislatura, stante la decadenza dei progetti di legge e degli altri atti non approvati dall'Assemblea, come previsto dal Regolamento consiliare all'articolo n. 133, la proposta inerente il DEFR è stata nuovamente assunta dalla Giunta regionale con propria deliberazione n. 109/CR del 26 ottobre 2020, quindi trasmessa al Consiglio ove in questa nuova legislatura è stata rubricata come pda n. 4.
Nel mentre, è intercorso l'aggiornamento del DEF Nazionale, avvenuto il 5 ottobre, per cui la Giunta regionale ha provveduto ad adempiere ai termini di legge coordinando il DEFR con gli aggiornamenti della finanza pubblica nazionale, approvando la Nota di aggiornamento con deliberazione n. 110/CR del 26 ottobre 2020 e trasmettendola al Consiglio, ove è stata rubricata come pda n. 5.
Le due pda in parola sono state assegnate alla Prima Commissione consiliare in data 4 novembre 2020.
Nella seduta n. 3 della Prima commissione consiliare, svoltasi in data 18 novembre, ha avuto luogo l'illustrazione delle pda 4 e 5, da cui ha preso avvio il successivo iter di esame da parte delle commissioni Seconda, Terza, Quinta e Sesta, che hanno espresso i rispettivi pareri sui provvedimenti, per le parti di competenza;
Il Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) si è espresso in data 4 dicembre con parere favorevole all'unanimità dei presenti.
Il testo del DEFR 2021-2023 che andremo a discutere, comprensivo della Nota di aggiornamento, si struttura in vari capitoli, con contenuto in parte tipico, ovverossia dettato dal D.Lgs. 118/2001, in parte appositamente arricchito.
Il provvedimento inizia col rilevare la connessione tra i diversi principali strumenti di programmazione, sia di carattere politico, sia di natura più prettamente amministrativa; questo sia perché siamo all'inizio della legislatura, seppure in continuità con la precedente amministrazione, sia perché utile ai fini della trasparenza e del monitoraggio dell'attività di governo. Ecco che quindi la prima parte si concentra sulla correlazione tra il documento programmatico che andiamo oggi a trattare, e la visione del Veneto contenuta nel proprio Programma di Governo per il quinquennio 2020-2025. Si ritrovano di fatto i 7 aggettivi dati al Veneto, vale a dire "autonomo", "vincente", "eccellente", "attraente", "sostenibile", "connesso", "in salute", i quali rappresentano altrettante priorità e sfide che la corrente legislatura vorrà assumere, declinandole in obiettivi strategici del DEFR.
Nel secondo capitolo si pone in evidenza la connessione con la Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile (SRSvS), approvata proprio in quest'Aula dal Consiglio regionale veneto, primo in Italia, il 20 luglio scorso. Il fatto che questa strategia permei in maniera così pervasiva la Nota, ben rappresenta l'impegno che l'amministrazione regionale assume verso un modello di sviluppo in grado di migliorare il benessere economico, la coesione sociale e il rispetto dell'ambiente.
Il capitolo relativo al quadro macroeconomico offre una disamina ad ampio raggio, che spazia dallo scenario internazionale per calarsi poi in quelli italiano e veneto, relativamente agli aspetti più rilevanti per l'economia. Nello stesso capitolo vengono riservati appositi paragrafi relativi alle imprese, all'export, al turismo, al mercato del lavoro, alla mobilità ed al traffico, e infine un focus sulla qualità della vita e dell'aria che respiriamo, con un raffronto tra i livelli di inquinamento prima e durante il lockdown.
Il capitolo relativo al contesto della finanza pubblica ed al quadro generale di finanza regionale si divide in due parti. La prima, a fronte dei dati relativi alla congiuntura economica che stiamo vivendo e allo scenario tendenziale, inizia con uno spaccato sull'impiego delle risorse pubbliche e delle politiche di governo definite a livello statale, e traccia un'analisi della gestione economica nelle amministrazioni locali (sottosettore della PA che ricomprende anche le regioni, gli enti locali e gli enti del servizio sanitario), con dati disponibili fino all'anno 2019. La seconda parte è riservata alle relazioni finanziarie Stato-Regioni, in cui possiamo trovare le misure la tutela degli equilibri di bilancio delle Regioni per l'esercizio finanziario in corso, le richieste, la parte delle Regioni, per la manovra relativa al 2021, un dettaglio su finanziamento e su spesa sanitaria, ed infine sul trasporto pubblico locale. Non vengono dimenticate, comunque, le sfide sulle riforme da attuare, vale a dire il federalismo fiscale e l'autonomia differenziata, con cenno ai relativi profili finanziari.
Quanto al capitolo relativo agli ambiti della programmazione internazionale, europea e nazionale, posto che ci troviamo alla conclusione del periodo di programmazione 2014-2020 e all'avvio del successivo ciclo 2021-2027, la trattazione si sofferma maggiormente sulla politica di coesione dell'Unione europea, che da un lato si aggancia ai principali riferimenti internazionali, quali ad esempio gli obiettivi dei Green Deal, e dall'altro costituisce la cornice per l'erogazione dei fondi europei, per il tramite dei programmi operativi, ad ognuno dei quali viene riservato un apposito paragrafo.
Il DEFR 2021-2023, con relativa Nota di aggiornamento, si rapporta con il bilancio, e dalla lettura abbinata di questi documenti se ne ricava "cosa si farà" e "quanto" verrà messo a disposizione, in termini di risorse finanziarie, a livello di missione e programma, per il perseguimento degli obiettivi.
Tale lettura combinata parte già in riferimento alla cornice di spesa definita allo stato attuale, vale a dire il bilancio di previsione per il triennio 2020-2022 approvato con legge regionale 25 novembre 2019, n. 46 ; viene pertanto fornito il riepilogo generale delle spese per missioni relativo al suddetto bilancio, con successive variazioni.
Infine, per quanto riguarda la pandemia legata al Covid-19, che ha caratterizzato purtroppo questo 2020, con effetti anche nei prossimi esercizi, il DEFR 2021-2023 riserva un apposito capitolo centrato soprattutto sulla crisi economico-finanziaria che è venuta a generarsi e sulle misure che il Veneto ha adottato per contrastare gli effetti negativi della pandemia, messe in campo per settori quali la sanità, il sociale, il lavoro, l'agricoltura e la pesca, l'istruzione e la formazione, il turismo e la cultura. Si tratta di misure immediatamente attivate, tradotte sia nella proroga dei termini relativi a scadenze per bandi e progetti, sia nella riallocazione delle risorse economiche preesistenti. A queste misure si aggiungerà poi il piano di ripresa e resilienza, predisposto dalla nostra Regione, che vuol essere strumento sia attuativo della Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile, sia propulsivo per una veloce ripresa del nostro territorio.
Al termine di questi capitoli sono presenti le schede obiettivo, attuative delle linee strategiche individuate nel DEFR. Si tratta di schede organizzate per Missioni, in analogia alla strutturazione del bilancio, così da permettere una più agevole lettura in parallelo. Ognuna di queste schede contiene, oltre alla descrizione, i soggetti concorrenti, i destinatari, gli strumenti di attuazione, quelli di concertazione, gli indicatori ed i target, le strutture responsabili, la caratterizzazione nell'ambito della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile.
Vale la pena rammentare che nell'ambito di un sempre maggior coordinamento tra gli strumenti regionali di programmazione e controllo, la Nota costituisce punto di riferimento per il Piano della Performance (che viene aggiornato e adottato annualmente, in base alle disposizioni del D.Lgs. n. 150/2009) e per il Piano triennale per la prevenzione della corruzione.
Costituisce inoltre presupposto alla manovra di bilancio per il triennio 2021-2023, costituita da tre progetti di legge oggetto di successivo esame da parte di quest'Assemblea.
Al fine di verificare che la gestione si svolga in condizioni di efficienza ed efficacia, tali da permettere il raggiungimento delle finalità istituzionali, l'Amministrazione continuerà a monitorare e controllare, attraverso l'applicativo informatico SFERe, l'andamento delle attività programmate per poter, eventualmente, procedere con gli opportuni interventi correttivi in caso di scostamento rispetto alle previsioni.
A conclusione di questa relazione unificata sulle proposte di deliberazione amministrativa n. 4 e n. 5, riprendo sinteticamente i passaggi intercorsi nel 2020:
- il 4 novembre sono state assegnate alla Prima Commissione consiliare, nonché alle Commissioni Seconda, Terza, Quinta e Sesta per l'espressione del parere sugli aspetti di competenza, ai sensi dell'articolo 61 del Regolamento;
- il 18 novembre sono state illustrate ai consiglieri regionali;
- il 1° dicembre la Prima Commissione ha effettuato le consultazioni in merito alla pda n. 5 con una platea qualificata di soggetti portatori d'interesse, valutando le osservazioni che i medesimi hanno formulato nel corso della seduta o depositato, anche successivamente, in forma scritta;
- tra il 2 ed il 3 dicembre le citate Commissioni hanno espresso i rispettivi pareri sui provvedimenti, per le parti di competenza;
- il 4 dicembre il Consiglio delle Autonomie Locali ha espresso parere favorevole sui medesimi;
- nella seduta n. 6 del 9 dicembre la Prima Commissione ha licenziato i provvedimenti a maggioranza proponendo al Consiglio regionale la loro approvazione.
Hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei gruppi consiliari Liga Veneta per Salvini Premier, Zaia Presidente, Lista Veneta Autonomia, Forza Italia-Berlusconi-Autonomia per il Veneto, Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni
Si sono astenuti i rappresentanti del gruppo consiliare Partito Democratico Veneto".

PRESIDENTE

Il relatore è il Consigliere Sandonà. Prego.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
In data 30 giugno 2020, con deliberazione della Giunta regionale n. 66, è stato adottato il Documento di Economia e Finanza Regionale DEFR relativo agli anni 2021-2023. Il DEFR 2021-2023 rappresenta in maniera sintetica il quadro congiunturale, internazionale, nazionale e regionale, evidenziando come la crisi sanitaria causata dal Covid-19 abbia avuto inevitabili effetti anche sul piano socio-economico, descrivendo brevemente le misure complessivamente adottate dalla Regione per fronteggiare l'emergenza.
Il documento illustra il contesto di finanza pubblica e il quadro generale di finanza regionale ed individua alcune linee di indirizzo per il confronto con il Governo soprattutto in tema di federalismo fiscale; fornisce un quadro di riferimento per la spesa basandosi sui dati di bilancio di previsione 2020-2022 approvato con legge regionale 25 novembre 2019, n. 46 .
Un particolare aspetto che ha implicazioni sul DEFR 2021-2023 è costituito dalla Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile adottata con delibera di Giunta regionale del 12 maggio 2020, n. 49, che delinea le traiettorie future per uno sviluppo sostenibile nel Veneto 2030 in chiave sociale, economica ed ambientale.
Il documento individua sei macro aree strategiche di intervento.
Primo: per un sistema resiliente e rendere il sistema più forte ed autosufficiente.
Secondo: per l'innovazione a 360 gradi e rendere l'economia e l'apparato produttivo maggiormente protagonisti nella competizione globale.
Terzo: per il benessere di comunità e persone, creare prosperità diffuse.
Quarto: per un territorio attrattivo, tutelare e valorizzare l'ecosistema socio-ambientale.
Quinto: per una riproduzione del capitale naturale, ridurre l'inquinamento di aria acqua e terra.
Sesto: per una governance responsabile, ripensare il ruolo dei governi locali anche attraverso le opportunità delle nuove tecnologie.
Ogni macroarea è declinata in linee di intervento che costituiscono obiettivi strategici dell'Amministrazione e che come tali vengono assunti a riferimento anche dal DEFR 2021-2023.
Sulla base del quadro normativo su esposto e al fine di garantire la giusta relazione con il sistema del bilancio, come di consueto al DEFR 2021-2023 della Regione Veneto, alla medesima struttura, classificazioni, missioni e programmi di bilancio. Nell'ambito in ogni missione sono descritti gli indirizzi strategici per il triennio successivo, mentre nei programmi sono rappresentati gli indirizzi operativi dell'azione amministrativa volti a perseguire le finalità delle missioni. Per ogni programma inoltre sono individuati i risultati attesi.
Il DEFR 2021-2023, di cui all'allegato A del presente provvedimento, che ne forma parte integrante e sostanziale, si caratterizza per i seguenti aspetti: l'individuazione degli obiettivi strategici che derivano dalle linee di intervento della strategia regionale per lo sviluppo sostenibile ma riguardano anche ambiti ad esso non collegati; l'identificazione degli obiettivi operativi prioritari che daranno attuazione agli obiettivi strategici per i quali in sede di Nota di aggiornamento al DEFR, che vedremo nel punto successivo, si procederà ad inserire, per ciascuno di essi, la scheda obiettivo di dettaglio in analogia con quanto avvenuto negli anni scorsi; una matrice di collegamento tra gli obiettivi operativi prioritari in Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel settembre 2015 e la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile; l'individuazione nell'allegato Indirizzi alle società e agli enti degli obiettivi riferiti alle società controllate e partecipate, agli enti strumentali e degli ambiti entro cui agiscono altri enti e società collegati all'azione amministrativa regionale del territorio. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Sandonà.
Ha chiesto di intervenire il collega Giacomo Possamai in qualità di correlatore, però si deve prenotare.
Forse sta scaricando tutti gli emendamenti. Va bene, inizia e contiamo il tempo, perché non so, ci vorrà qualche minuto per scaricare tutto..
Prego, collega.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Il DEFR, come illustrato prima di me dal relatore Sandonà, è un documento strategico, fondamentale perché è quello che di fatto definisce le linee di economia e di finanza di una Regione. Nel documento che abbiamo per le mani – questo per noi è un elemento importante e interessante – c'è un profondo legame con l'Agenda 2030 da un lato e dall'altro naturalmente è intrecciato al programma 2025 del presidente Zaia che ci è stato illustrato qualche mese fa in Consiglio ed è un documento che si colloca, con ogni evidenza, in un momento del tutto particolare in un contesto sociale che è caratterizzato in profondità dalla situazione dell'emergenza e che quindi è profondamente influenzato da quello che stiamo vivendo, da una pandemia che ha colpito fortissimamente tutta la nostra società.
Quindi, da questo punto di vista, tutto ciò che, per esempio, riguarda la sanità in questo documento per noi ha avuto un'attenzione assolutamente particolare, ma non ne parliamo ora, ne parliamo successivamente sulla Nota di aggiornamento dal punto di vista emendativo, perché è evidente che di tutte le misure contenute all'interno del DEFR o, meglio, di tutte le strategie contenute all'interno del DEFR, quelle che più di tutte sono state toccate, più di tutte sono state ovviamente condizionate da quello che stiamo vivendo, sono quelle che hanno a che fare con la sanità.
Dopodiché l'elemento chiave è che il DEFR e la strategia che vi è all'interno non può essere un libro dei sogni, non può essere pura teoria, ma deve avere riscontro con la realtà, deve essere costruita non soltanto nella sua fase di redazione, ma nella sua fase di attuazione in rapporto con tutto ciò che sta nella società del Veneto, dagli Enti locali alle università, ai cittadini, alle imprese, perché è evidente che anche ciò che noi oggi possiamo prevedere, ciò che noi oggi possiamo pensare, ciò che noi oggi possiamo inserire in un documento di programmazione, in una fase come quella che stiamo vivendo, sarà profondamente condizionato nei prossimi mesi.
Prima si accennava – sarà, anche qui, una grande sfida – a come si intreccia il DEFR con da un lato il Next Generation EU e il Recovery Fund, quindi le grandi misure europee e come il Governo vorrà declinare quei 209 miliardi a livello italiano, con ciò che la Regione Veneto deciderà di fare, perché oggi di fatto noi non abbiamo un quadro chiaro perché non sappiamo ancora come quelle risorse con che linee verranno spese a livello nazionale, più che altro con che quantità su ciascun capitolo.
Per cui, come diceva prima l'assessore Calzavara correttamente, quello che è stato consegnato agli atti da parte della Giunta di fatto è un raccolto, un collage, di provvedimenti, idee, tesi e progetti degli anni passati. Non c'è un disegno al momento regionale, ma perché si deve inserire dentro a un disegno nazionale e questo disegno naturalmente andrà anche a condizionare profondamente le linee che sono contenute all'interno del DEFR, che di fatto riportano, come diceva prima il consigliere Montanariello, le sette questioni, i sette obiettivi, i sette target che ci sono stati illustrati. Appunto lo dicevo prima in questo Consiglio, il Veneto autonomo, vincente, eccellente, attraente, sostenibile, connesso e in salute, che facevano parte del programma di Governo presentato dalla coalizione che sosteneva Luca Zaia e che oggi la Giunta si trova ad attuare e che sono profondamente legati, però, in tutto il DEFR... e ripeto, questo è l'aspetto per noi interessante. Dopodiché, come vedrete, abbiamo fatto molti interventi per mettere a punto alcune misure, perché su alcuni fronti, invece, a nostro avviso era carente, ma è profondamente legato alla strategia regionale per lo sviluppo sostenibile e, quindi, collegato al DEFR in questa direzione, quindi sul fronte della sostenibilità economica, della sostenibilità sociale, della sostenibilità ambientale.
C'è però un aspetto importante che è quello della sostenibilità istituzionale, nel senso – l'avete citato anche voi più volte all'interno del documento – non soltanto in rapporto con l'autonomia, ma al fatto che tutti questi tre capisaldi che stanno dentro lo sviluppo sostenibile stanno dentro a un contesto di risorse e di possibilità di attuarle che non dipende solamente da questa Regione. Per cui la declinazione dell'Agenda 2030 a livello nazionale, la strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, ma a livello regionale noi abbiamo il dovere di inserirci in quel percorso, di inserirci in quel tracciato e di dare una lettura veneta di ciò che vogliamo provare ad attuare tramite questo DEFR.
Quali sono, in realtà, gli strumenti che noi abbiamo e che il DEFR cerca di recepire, e su cui nei prossimi mesi ci troveremo a confrontarci? Prima abbiamo chiesto un ragionamento sul dedicare almeno un Consiglio, ma noi speriamo, in realtà, che sia un percorso a come spendere le risorse europee. In realtà, noi sappiamo che le linee di finanziamento, le risorse europee essenzialmente sono su tre fronti: Next Generation EU (di cui abbiamo parlato anche in precedenza), SURE (che di fatto è la misura che va a garantire e a intervenire su tutte le difficoltà legate a lavoratori e imprese). Stiamo vedendo già, purtroppo, in queste settimane le difficoltà di tantissime imprese. Io vengo dalla Provincia di Vicenza, come più di qualcuno presente in quest'Aula: abbiamo visto che cosa sta capitando alla Forall/Pal Zileri, quindi a una realtà storica del nostro territorio. Era in difficoltà precedentemente, ma la fase economica che stiamo vivendo è arrivata come una mazzata per una realtà che già soffriva.
E poi, ovviamente, c'è il quadro finanziario pluriennale, di cui parlavamo anche prima, nel ragionamento sul punto precedente, che oggi ci porta a una ridiscussione perché tutto il settennato 2021-2027 è sottoposto, ovviamente, a un ragionamento nuovo, a un rafforzamento profondo del bilancio. Per cui, questi 750 miliardi complessivi, di cui però l'Italia sarà il Paese che potrà godere della principale parte, sono una grande occasione. Quindi, il Piano di resilienza, anzi di ripresa e resilienza del Veneto, che prevede oltre 150 progetti, deve essere profondamente innestato dentro quelle che sono le linee guida dell'Europa, per cui al rafforzamento della capacità di rispondere a shock (e di shock ne stiamo vivendo uno importante, purtroppo il più importante da decenni a questa parte, proprio in questi mesi), alla transizione verso il digitale, al sostegno dell'occupazione e degli investimenti.
Questa è una grandissima opportunità anche per la nostra Regione: l'occasione di avere risorse rilevantissime per costruire finalmente la transizione verde, la transizione al digitale e la transizione energetica per la nostra Regione è un'opportunità che non possiamo assolutamente permetterci di perdere. Anche perché - e questo ci veniva detto, se non ricordo male, anche nella prima seduta di questo Consiglio in cui ci siamo trovati a votare le linee programmatiche - il 2020 per il Veneto è stato ancor più difficile per alcuni versi rispetto al resto del Paese sul piano economico, ma per un motivo molto semplice ed è la tipologia di economia che ha il Veneto. Il Veneto è una delle Regioni d'Italia con il più basso tasso di economia pubblica, se mi passate l'espressione, o comunque di economia generata dallo Stato rispetto a tutte le altre e quindi faccio due esempi classici: se pensate a cosa ha significato per il comparto del turismo, ma anche per il comparto dell'industria e della piccola impresa veneta quest'anno, capiamo perché il PIL pro capite in Veneto – qua me lo sono evidenziato perché mi aveva colpito profondamente - il PIL pro capite nel 2020 viene ipotizzato pari a 31.028 euro con una riduzione di circa 2.800 euro rispetto al 2019: in pratica è il 10% delle risorse che le persone hanno possibilità di utilizzare.
Quindi siamo davanti veramente a una stagione di straordinaria difficoltà. Noi abbiamo provato sul DEFR a lavorare, o meglio, sulla Nota di aggiornamento, come vedrete, con alcune misure specificando alcuni aspetti che non erano affrontati direttamente e fino in fondo perché pensiamo che sia fondamentale che queste missioni intreccino tutti gli aspetti e tutte le tematiche che questa Regione si troverà ad affrontare nei prossimi mesi. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ha chiesto di intervenire la consigliera Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È chiaro che, abbiamo detto più volte, che il DEFR è un documento strategico. Secondo me però è un documento strategico tanto quanto questo documento riesce a far prendere corpo a quel patto che viene richiesto da più parti (inc.) più parti che si rappresentano da un punto di vista economico, che ci rappresentano un punto di vista sociale.
Più volte nelle osservazioni che ci sono arrivate c'era richiesto - anche oggi Sangalli è intervenuto richiedendo di nuovo - un patto per la sostenibilità. Lo chiede al Governo, lo chiede alle Regioni.
Un patto della sostenibilità è chiaro che si ricollega a tutto quello che è il tema della resilienza, ma se noi andiamo a interrogarci se stiamo ponendo i giusti paletti della resilienza all'interno del Documento di Economia e Finanza della Regione Veneto ci sono alcuni passi che secondo me andrebbero rafforzati, che in qualche modo andrebbero affrontati una volta per tutte con maggiore coraggio.
Se noi pensiamo alla resilienza vuol dire garantire, creare quelle garanzie territoriali di supporto all'economia e alle persone di muoversi liberamente e di creare in qualche modo un luogo attrattivo e sicuro.
Se parliamo di resilienza, oggi più di ieri con la pandemia, saltano alla luce quelli che sono comunque gli elementi di criticità di tutto quello che è l'aspetto del territorio riguardante i servizi sociali, tutto quello che è l'aspetto che andrebbe rafforzato all'interno dei servizi territoriali. Questo lo abbiamo chiesto più volte, ma anche all'interno di questo documento noi ci aspettiamo che alcuni emendamenti vengano accolti proprio perché ci sembra che si sposti molto l'attenzione, anche per alcune note giustamente, sull'aspetto della persona, sull'aspetto della famiglia, sull'aspetto della domiciliarità, ma poco si insista sulla rete dei servizi territoriali. Penso allo svuotamento che c'è stato nel corso degli ultimi decenni, non nel corso degli ultimi anni, per quanto riguarda i consultori per esempio, che avrebbero bisogno di essere rivitalizzati, per quanto riguarda i servizi che riguardano tutto l'aspetto della psichiatria.
Questi sono solo alcuni temi che riguardano la resilienza, ma se mi sposto su altri assi e penso a tutto il tema dell'agricoltura: anche qui abbiamo molto da fare per quanto riguarda l'aspetto di creare quelle note di innovazione anche, che richiede il mondo agricolo oggi più di ieri. Infatti ci chiede di intervenire nel sostegno delle filiere in modo diverso, ci chiede di creare le condizioni di innovazione per un legame sempre più forte tra quello che è l'agroindustria, il commercio e l'agricoltura, che ci chiedono di liberare gli spazi non utilizzati per creare quel consumo di suolo zero tanto ricercato e tanto proclamato più volte, per creare quelle condizioni di rivitalizzazione delle città che i giovani ci stanno chiedendo.
Quando parliamo di Patto per il Veneto è chiaro che è doveroso che le nuove generazioni siano al centro delle nostre attenzioni, ma per porre le nuove generazioni al centro delle nostre attenzioni e per essere resilienti dobbiamo fare in modo che questi giovani si possano muovere in Italia e in Europa in modo agevole. È ancora più forte la richiesta che noi facciamo di finanziare ulteriormente tutti quelli che sono i trasporti pubblici che permettano ai giovani di muoversi con facilità, come avviene anche all'estero.
È chiaro che un elemento cruciale allora è quello della digitalizzazione che ci permette di muoverci velocemente, di fare le cose più velocemente e di metterci in interconnessione; se la pandemia ha avuto uno dei pochi elementi "positivi", perché parlare di positività è come dire una cosa che non esiste, è proprio quello di aver fatto scoppiare l'esigenza della digitalizzazione in un Paese che era un Paese per vecchi. Ma la digitalizzazione va promossa. Ce lo dice oggi un articolo fatto da Sangalli, che dice: "Ma vogliamo o no capire che, per rilanciarci non servono solo... sono utilissimi e doverosi i ristori, ma serve proprio un rilancio dell'economia digitale anche per quanto riguarda il commercio, per quanto riguarda tutti i lavori che stanno nascendo e che potrebbero nascere grazie a questo settore?". La Regione su questo ha un potere enorme. Noi all'interno del DEFR abbiamo proprio fatto degli emendamenti specifici per creare le condizioni di resilienza all'interno della Regione Veneto, che si deve continuare ad aprire verso l'estero, che deve continuare ad avere un primato di apertura verso l'estero e che deve, nello stesso tempo, fare in modo che le proprie risorse umane rimangano all'interno del Veneto, che si sentano accolte all'interno della Regione Veneto.
Questo non può non passare per un altro elemento che è quello sicuramente degli spostamenti, che è quello del lavoro, ma che è anche quello di sentirsi sicuri all'interno della nostra Regione, che è quello di sentirsi accolti all'interno della nostra Regione. Allora ritorna l'elemento della legalità che citavamo all'inizio, ritorna come patto della legalità per i nostri amministratori, ritorna come patto della legalità con i nostri cittadini. Su questo ha ragione il capogruppo Possamai: c'è un elemento fortissimo che va ancora più ricalcato all'interno del DEFR sul dovere istituzionale che prima di tutto abbiamo noi per quanto riguarda tutto l'aspetto della trasparenza, dell'informatizzazione, del legame che dimostriamo attraverso la nostra presenza nel territorio.
Quello che noi chiediamo è che questo documento possa anche essere snellito in alcune sue parti. Non serve fare il libro dei sogni, serve creare le condizioni vere di vita per i cittadini veneti, serve creare quelle condizioni di benessere che da tanto tempo stiamo cercando, serve creare quelle condizioni di mobilità dalla montagna al mare che da troppi anni stiamo aspettando.
Questo è quello che stiamo chiedendo: non libri dei sogni, ma atti concreti. È quasi un asciugare anche, per alcuni aspetti, alcuni elementi per renderli più puntuali e più prestigiosi per una Regione che ha tutte le potenzialità e le caratteristiche per esserlo. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
A me fa piacere intervenire in merito a questo Documento di Economia e Finanza Regionale, che credo rappresenti il più alto documento in termini di proposta e di programmazione di questo Consiglio. Quindi ritengo che sia un documento di grande, grande importanza. È per questa ragione che avrei sperato in qualcosa di più ambizioso. E lo dico cercando di spiegarmi. Per la prima volta quest'anno il documento si deve incrociare con quelli che sono i 17 obiettivi di sostenibilità proposti dalle Nazioni Unite, che secondo me, in questo momento, rappresentano l'agenda politica più completa e più organica che possa essere disponibile. Il tema vero è come declinare questi 17 obiettivi, con tutti i loro sotto-obiettivi, in una politica che sia capace di dare una spinta al territorio. Questa è la parte che manca, secondo me, nel documento che ci è stato proposto, nel senso che è stato fatto un lavoro diligente, ma secondo me è un lavoro che è stato fatto dai funzionari in continuità con quella che è la politica del passato.
Purtroppo il 2020 è un anno di rottura con il passato come pochi ce ne sono stati prima. Io l'ho già detto in quest'Aula. I consumi elettrici di quest'anno sono diminuiti più che durante la Seconda Guerra Mondiale. È una cosa incredibile che non avremmo mai pensato di poter vedere in un Paese come il nostro. Pensare in termini di continuità in questo momento vuol dire rimanere indietro. Il mio timore è che questo documento, se non sarà emendato in maniera forte, rischi veramente di condannare la nostra Regione a rimanere indietro.
Io voglio sottolineare come questa pandemia maledetta che stiamo vivendo sia stata un acceleratore dei processi formidabile: ha veramente concentrato, nell'arco di questi 6-7 mesi, processi che noi pensavamo avrebbero richiesto forse qualche anno, forse addirittura qualche decennio se pensiamo all'evoluzione del modo di lavorare che abbiamo avuto.
Dobbiamo pensare come queste nuove condizioni debbano essere gestite nell'ambito dell'indirizzo politico. Qui veramente io faccio una raccomandazione: prendiamoci il tempo di capire come tradurre questi princìpi generali, che, ripeto, sono assolutamente validi e sono recepiti correttamente nella parte iniziale del documento, in obiettivi concreti, ma dobbiamo dare più concretezza a questo documento perché sennò abbiamo fatto il compito, accederemo alle risorse che l'Europa ‒ speriamo presto ‒ metterà a disposizione, ma non avremo dato quella spinta alla crescita economica del nostro territorio che è assolutamente necessaria.
Qui vanno fatte le scelte. Io veramente mi raccomando: politica vuol dire prendersi la responsabilità delle scelte e dobbiamo avere il coraggio di spingere la nostra economia verso un rinnovamento. La spinta per il digitale, per citare uno degli aspetti, è una spinta che deve veramente forzare il rinnovamento organizzativo delle imprese verso la digitalizzazione. Ma c'è un altro ambito dove io raccomando veramente di spingere che è la riorganizzazione dei servizi secondo un principio di circolarità dell'economia. Manca questa parte nel documento di spingere le imprese dei servizi sul territorio a riorganizzarsi, a ripensare l'organizzazione dei servizi in una logica più sostenibile e più circolare, per usare i termini che sono usati a livello... faccio un esempio: la raccolta dei rifiuti è una delle attività che assorbe, diciamo così, tanto denaro dalle tasche di ciascuno di noi come cittadini, ma dobbiamo ripensarla in una logica sostenibile e vuol dire riorganizzare la raccolta, ma riorganizzare la gestione.
Pensate ai trasporti dei rifiuti: quanti chilometri fa il rifiuto che ciascuno di noi mette nel contenitore che ha a casa o vicino a casa. Ecco, è la politica che deve forzare questi processi di riorganizzazione del servizio andando anche a minimizzare i chilometri fatti perché ogni chilometro fatto da un chilo, da una tonnellata di rifiuti, è CO2, è traffico, è, diciamo così, non sostenibilità.
Noi questi processi non possiamo pensare che vengano gestiti autonomamente dalle imprese, li dobbiamo aiutare, li dobbiamo forzare. Su questo, anche i processi in corso dal punto di vista organizzativo delle imprese del territorio veneto... penso a MUVEN, che è un processo su cui, io credo, si debba dare delle linee di indirizzo perché appunto questo acceleratore sennò rischia di andare in una direzione che non è quella voluta.
Allora l'auspicio è veramente che questo documento possa diventare l'elemento con cui dare una spinta economica al nostro territorio, a ridare competitività. L'enfasi che dà l'Europa su questo pacchetto è legata proprio alla consapevolezza che ripensare i servizi in una logica circolare, in una logica sostenibile, ripensare al sistema energetico in una logica decarbonizzata, vuol dire dare delle opportunità alle imprese del territorio. Questo noi dobbiamo fare, ma lo dobbiamo fare convintamente, non, diciamo così, accettando di essere portati in una direzione perché quella è la direzione, diciamo così, su cui c'è l'accesso ai fondi. Su questo lasciatemi fare una sottolineatura ad un concetto che ha già introdotto il consigliere Possamai e che è il Piano regionale per la ripresa e la resilienza. Noi stiamo discutendo il nostro bilancio e va bene, ma questo documento che è stato inviato a Roma in forma di bozza pesa per 25 miliardi, cioè pesa più del bilancio stesso.
Io veramente faccio una richiesta: prendiamoci il tempo anche di poterlo discutere perché è importantissimo. Io credo che la funzione di programmazione stia al Consiglio e quindi penso sia importante che il Consiglio abbia la possibilità di confrontarsi su questo per individuare degli obiettivi, ma non solo, anche per individuare delle priorità, perché alla fine non c'è una scala di priorità nelle azioni che sono state individuate nel DEFR. Invece io credo che sia importantissimo andare a individuare degli interventi prioritari sulla base di quelle che sono le priorità che noi decidiamo.
Questo è di nuovo un invito alla responsabilità della politica e io credo che manchi nel documento una parte metodologica che ci aiuti a definire questa scala delle priorità: cioè noi dobbiamo, sulla base di un'analisi costi-benefici, individuare di tutte le azioni che ci sono quali sono quelle che vengono per prime, quelle che hanno valore, che creano valore per i nostri cittadini. Io penso che questo debba essere fatto in modo esplicito. Allora la raccomandazione che faccio alla Giunta è: aiutateci a individuare quelli che sono gli interventi che hanno maggiore e minore priorità.
Torno sul settore elettrico che conosco bene. Per autorizzare degli investimenti da parte di Terna, che è il gestore della nostra energia elettrica, c'è un'analisi costi/benefici che è definita ad un livello di dettaglio esasperato addirittura, ma questo perché, siccome è fatta con i soldi di ciascuno di noi, ogni investimento deve mostrare di avere un ritorno importante per i cittadini.
Io credo che ogni azione, ogni soldo che noi spendiamo dei nostri cittadini debba mostrare di avere un ritorno in termini sociali, in termini di creazione di valore.
La raccomandazione che faccio è: introduciamo questa parte di analisi costi/benefici per giustificare anche quello che facciamo, perché sennò è solo la sensibilità dell'uno verso la sensibilità dell'altro, mentre io credo che non ci sia una sensibilità dell'uno o dell'altro, ma ci siano piuttosto dei bisogni del territorio.
Questa strategia che l'Europa ci suggerisce va proprio nella direzione di dare crescita economica, sostenibilità dal punto di vista ambientale e sicurezza dal punto di vista della resilienza, per usare il termine che è diventato di moda e piace. Però alla luce di questi obiettivi dobbiamo giustificare un intervento piuttosto che un altro. Io sono convinto – lo vedremo, penso, dopo – che alcuni degli interventi proposti nel DEFR, alla luce di un'analisi obiettiva, secondo questi criteri, non riuscirebbe facilmente a superare un'analisi di questo tipo. Per cui la raccomandazione che faccio è di guardare con grande realismo e di aiutarci a giustificare questa programmazione, avendo l'ambizione di creare una discontinuità rispetto alla politica del passato perché ne abbiamo bisogno. È stato detto dei momenti di difficoltà delle imprese, ma io penso che, se siamo più veloci nell'andare a identificare quelle che sono le linee su cui spingere le imprese, il nostro territorio può trovare una competitività rapidamente. Se così non facciamo, rischiamo veramente di essere lasciati indietro. Gli esempi, penso, li potremo vedere successivamente quando andremo a discutere i singoli punti.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Ha chiesto di intervenire la collega Guarda Cristina, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Chiedo scusa di aver raggiunto il mio posto in ritardo. Grazie intanto, Consiglieri, per l'attenzione.
Oggi si inizia una discussione così importante e bella. Devo essere sincera: nei cinque anni precedenti uno dei momenti più significativi e anche un po' più avvincenti dell'approvazione degli atti che accompagnano il bilancio preventivo era quello di leggere il Documento di Economia e Finanza. Interverrò ora in maniera unificata intervenendo quindi sia sulla PDA n. 4, che è l'adozione del DEFR, che sulla Nota di aggiornamento, la PDA n. 5.
Devo dire che è straordinario poter vedere come missione dopo missione vi possa essere, in realtà, una reale unità politica sui temi. Diciamocelo, è evidente da questo Documento di Economia e Finanza racconta tutto ciò che ogni cittadino vorrebbe per il nostro territorio a prescindere dall'orientamento politico. C'è un "ma" purtroppo e il "ma" è quello che accompagna ogni anno la discussione e l'approvazione di questo documento, un "ma" che mi attanaglia e immagino, anzi mi auguro, cominci a interrogare anche voi. Che senso ha inserire tutto, proclamare azioni di risanamento ambientale, sconvolgimenti e servizi per giovani famiglie, novità stimolanti per aziende, se poi da anni questi buoni propositi si ripetono, ma sono fermi al palo? È un po' come quando ‒ e molte colleghe mi capiranno ‒ si chiede al marito appassionato di "fai da te" di sostituire quella lampadina rotta o di aggiustare la tapparella che è da mesi che è ferma e non si alza da settimane. L'attesa alle volte è così lunga che alcuni si sono pure inventati la professione del "marito in affitto", un nuovo orizzonte comunicativo del tuttofare, che ogni volta ci tocca chiamare per risolvere lentezze o vane promesse.
Purtroppo qui non esiste una Regione in affitto e non possiamo delegare agli altri azioni sul trasporto pubblico locale, la risposta all'emergenza ambientale che influisce nettamente sulla nostra vita, sulle nostre morti premature. L'alternativa è cedere ciò che è già nostra autonomia, cosa che, in effetti, state facendo con le multiutility, quindi, la vendita di gas, elettricità eccetera in Veneto che vendete ad altri pur di non affrontare il problema di competenza della Regione del Veneto, di facilitare la vita dei cittadini sommersi da bollette, contratti e consumi sempre più costosi e sempre più confusi.
O come sulla questione Covid, dove la Regione pare delegare le scelte più difficili al Governo, tanto non l'affrontate né questo né altro sul DEFR.
Andiamo per ordine, Missione n. 1 "Contrasto al crimine mafioso e all'illegalità". Chi non sarebbe d'accordo? È evidente che su questo punto ci trovate assolutamente al vostro fianco, tanto che anche nella passata Legislatura tanto spesso ci siamo soffermati su questo aspetto. Ma come si fa a prevedere tutte queste grandi battaglie, tutto questo accompagnamento degli imprenditori veneti, tutta questa azione nell'educazione della nuova generazione, nella formazione delle persone addette ai lavori se stanziate 30.000 euro in bilancio su queste leggi? Con 30.000 euro cosa pensiamo di fare? Un dépliant informativo?
Missione n. 2. Dite che l'obiettivo è garantire il diritto allo studio universitario. Ovviamente su questo tema, guardate, a mille ci andiamo dietro, a mille vi sosteniamo, però ogni anno non si stanziano sufficienti risorse e fondi regionali e rimangono quindi esclusi dal diritto allo studio universitario moltissimi studenti, alle volte impedendone addirittura la continuazione degli studi. Senza parlare del connesso tema del costo del trasporto pubblico locale per gli studenti. Una proposta per alleggerire i genitori da un pensiero in più, quello dell'abbonamento, che pesa economicamente in maniera gravosa, specie per chi ha più figli e più volte bocciata, quella di rendere gratuito l'accesso al trasporto pubblico locale agli studenti.
Passo alla Missione 6, quella dei giovani e delle politiche giovanili: sono davvero riducibili al solo sport e stili di vita positivi e alla partecipazione nel Consiglio regionale dei Ragazzi o nei Consigli comunali dei Ragazzi? Vi sembra sia sufficiente ridurre la nostra generazione, le nostre nuove generazioni a questo? Non a soggetti capaci e attivi nel fare la differenza con la propria passione non solo sportiva, con la propria competenza il progetto per la propria esistenza? Non una parola sulla tutela del processo dell'autonomia del giovane: aspetto su cui invece negli scorsi anni avevate approvato alcuni emendamenti. Non una parola sulla proposta dalla minoranza, non una parola sulla risposta alla crisi economica di cui anche i miei coetanei sono vittime e non solo a seguito dell'emergenza Covid, perché eravate voi, nel vostro Documento di Economia e Finanza del 2017 a dire che un giovane su tre non riusciva ad affrontare una spesa straordinaria di 800 euro.
Non siamo scomparsi! Questa generazione in difficoltà c'è, siamo qui e a fatica molti nostri anche coetanei, visto che ci sono molti giovani qui, cercano di trovare un affitto che possa non prosciugare... chiedo scusa, capogruppo Villanova, che possa non prosciugare più della metà del... beh, io sono stata in silenzio quando lei è intervenuto.
Siamo qui a fatica nel cercare un appartamento...

PRESIDENTE

Colleghi, lasciate terminare la collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

...a fatica a cercare un appartamento che non prosciuga più di metà dello stipendio che normalmente... di un primo stipendio che normalmente un giovane prende.
A fatica mettiamo i soldi per spendere e pagare i tre abbonamenti che dobbiamo acquistare, a fatica riusciamo a costruire una famiglia e a pagare 600 euro al mese di asili nido. 600 perché i vostri fondi a supporto della nuova generazione dei bimbi 0-3 fino all'anno scorso supportavano soltanto il 25% dei bambini dagli 0 ai 3 anni. Voi parlate di sperimentazione all'interno della legge sulla famiglia, che ho votato favorevolmente e sulle politiche familiari, che ho votato favorevolmente perché credo nel valore aggiunto delle politiche regionali per la famiglia, riconosco l'importanza di questo strumento, ma adesso è il caso, dopo questo primo anno, d'ora in poi non potremmo più parlare di sperimentazioni: sperimentazioni di fondi per il bonus neonatale, di sperimentazioni per il biglietto unico... basta! Verifichiamo come fare. Mentre altre Regioni stanno già agendo, sostenendo i genitori con redditi normali, non soltanto quelli con redditi a ridosso della povertà, ma con redditi normali che chiedono soltanto di poter avere quegli strumenti che consentano loro di continuare a lavorare per progettare il proprio futuro, non tanto per pagare baby sitter e asili.
Non appassionerete mai la nuova generazione alla partecipazione alle Istituzioni pubbliche, pensando alla specifica Missione 6, se non renderete le Istituzioni pubbliche funzionali alle esigenze della nuova generazione; tanto più se i fondi del Servizio civile regionale, ad esempio, non coprono nemmeno le domande di partecipazione che i giovani di buona volontà presentano ogni anno: come pensiamo di valorizzare quella generazione positiva che molto spesso viene dimenticata nei vostri discorsi quando si parla della nuova generazione, perché emerge sempre la pecora nera e magari il più pigro, non tanto quello che, invece, vuole fare la differenza (ricordo le discussioni sul servizio militare obbligatorio di qualche anno fa)?
Missione 7 "Turismo": si sostiene che si vuole puntare sul turismo slow e outdoor, benissimo, sono d'accordo e ho condiviso, votando anche favorevolmente, tutte quelle iniziative che potevano portare verso questa direzione, come la legge appunto nell'ambito del turismo equestre piuttosto che del cicloturismo, eccetera. Si ritiene che, diversificando l'offerta verso le offerte più trend di oggi, si faccia la differenza e nulla di più vero, ma proprio quelle leggi – penso anche a quella sul turismo equestre – se si approvano leggi su forme di turismo specifico, ma poi vengono abbandonate a se stesse come anche strumenti che sono nati non soltanto negli scorsi anni e che magari si devono un po' rodare, si devono organizzare, ma anche quelle sulle vie del vino, ad esempio, o le ville palladiane disseminate sul territorio ancora non interconnesse fra di loro, senza un progetto specifico di promozione o rimangono sconnesse proprio dalla carenza di servizi di trasporto, dall'assenza di un piano di promozione anche delle aree rurali che porti a rimettere al centro anche quei territori che non sono fondamentalmente dei prodotti turistici oggi rilevanti all'interno del panorama internazionale o nazionale.
Vi soffermate sul rinnovamento delle strutture: benissimo, lo condivido, ma non vi accorgete che spesso nel territorio mancano servizi essenziali come Infopoint o mappe del territorio o una rete internet che ci consenta di accedere a quel turismo digitale di cui si parla all'interno di questo documento e che è un progetto rilevante. Ancora si continuano a promuovere eventi e app differenti per quindici tipi di turismo differenti, esprimendo pienamente la logica dell'economia di scala nota ai buoni imprenditori.
Missione 8 "Edilizia abitativa e assetto del territorio": scrivete che si vuole perseguire l'obiettivo del contenimento del consumo di suolo. Attenzione, non zero, contenimento. Nei fatti, però, poi lo condite con progetti di legge come quello che abbiamo cominciato ad affrontare la scorsa settimana in Commissione Seconda che sburocratizzano cantieri, forzando addirittura la Costituzione. Per cui, qui c'è un problema anche di coerenza.
Riferite che desiderate incrementare la disponibilità di alloggi all'Edilizia residenziale pubblica. Perfetto. Ci trovate sul pezzo, lo sosteniamo, se viene portato avanti questo impegno. Ma avete messo mai in progetto un piano straordinario? Perché con le risorse in bilancio si può o non si può affrontare questo reale piano straordinario per gestire l'Edilizia residenziale pubblica, sbloccando anche tutto quel cortocircuito che c'è nella nuova generazione di cui vi parlavo prima. Aumentiamo o meno la posta in bilancio perché lo sblocco degli sfratti provocherà un SOS a livello comunale che interesserà la Regione. Questo è un problema reale.
Due numeri: al 31/12/2019, a Vicenza soltanto, 511 sfratti; 2.659 provvedimenti di sfratti, invece, in Veneto; per morosità: 2.400 su 2.659. Quindi c'è un problema sociale ed economico gravissimo. Nel 2019, erano 3.700 le richieste di esecuzione di sfratto e l'esecuzione è stata soltanto di 1.600, poi bloccate per l'emergenza Covid. Rimangono, quindi, 2.000 famiglie che sono in attesa dello sfratto del 2019 e che si sommeranno a quelle del 2020, con l'implementazione poi anche di quello che può essere l'impatto a causa dell'emergenza Covid. Questo è un problema sociale che dobbiamo affrontare.
Un altro dato che ci può aiutare per capire perché è importantissimo andare a definire una strategia straordinaria sull'Edilizia residenziale pubblica è quello aggiornato a luglio del Fondo affitti Covid costruito appositamente per questa emergenza: 18.800 domande sono arrivate in Regione Veneto, pagate 5.600. Nel bando in scadenza in questi giorni, anzi il 14 dicembre, se non sbaglio, per cui ieri, ci aspettiamo che il numero di domande cresca di molto, anche perché il parametro della riduzione delle entrate è sceso dal 50, previsto dal bando di luglio, al 30%. Quindi, questo aumenterà la platea di persone interessate e ci imporrà di valutare quelle che sono le azioni da mettere in atto, in maniera tale che dal 2020 in poi per queste emergenze ci possa essere una risposta di natura sociale, ma anche di natura di gestione del patrimonio edilizio, che non è evidentemente sufficiente, non era sufficiente a rispondere alle esigenze già nel 2019, doppiamente non lo sarà dopo l'emergenza Covid. Case popolari, insomma.
Sviluppo sostenibile. Scrivete che volete valorizzare le aree naturali protette. Benissimo. Europa Verde sottoscrive questo tipo di impegno, così come penso ogni Consigliere della parte d'opposizione, ma quello che ci domandiamo è: questo impegno voi l'avete scritto nel Documento di Economia e Finanza e volete perseguirlo, come negli scorsi anni, ripresentando i progetti di legge per tagliare le superfici delle aree dei parchi regionali del Veneto? Sulla difesa del suolo, quando saranno centrali i Consorzi di Bonifica anche in questi bilanci? Non per spartirvi, però, delle nomine, come abbiamo visto negli scorsi anni, ma anche come responsabilità economica, con un contributo che sia dignitoso delle responsabilità dei Consorzi di Bonifica. Il contributo della Regione del Veneto si aggira intorno all'1% di tutte le risorse che alla fin fine i Consorzi di Bonifica mettono in campo per fare quella vera attività di contrasto all'emergenza e al rischio idrogeologico, che è la prevenzione. Prevenzione in un territorio che è fatto di una rete di corsi d'acqua irrigui molto, molto importante. Sono d'accordo che sei d'accordo. Con interventi che servono per fare quell'attività di prevenzione necessaria per evitare le conseguenze che abbiamo visto in questi giorni e anche conseguenze peggiori, con risvolti mortali.
Poi, evidentemente, è per noi prioritario l'obiettivo di contribuire alla riduzione dell'inquinamento dell'aria, degli inquinamenti delle acque e del risparmio di quest'ultima. Era un impegno, lo è adesso un impegno per Europa Verde e di conseguenza in Consiglio regionale e sosteniamo questo vostro tipo di approccio, ma lo era anche negli scorsi anni: cinque anni fa iniziai proprio questa battaglia sostenendo la priorità di intervenire nel controllo degli scarichi industriali, accompagnando le imprese ‒ attenzione, non osteggiandole, ma accompagnandole ‒ verso percorsi virtuosi, primo tra tutti l'utilizzo del ciclo chiuso da sempre bocciato all'interno di questo Consiglio regionale, necessario per tutelare i corsi d'acqua che oggi ricevono gli scarichi, in primis l'inquinatissimo Fratta-Gorzone, giusto per parlare di uno abbastanza famoso, ma anche per tutelare da rischi di inquinamento le falde, inquinamenti simil-Miteni e per tutelare cittadini e agricoltori dall'abuso dello spostamento di acqua dalla falda ai fiumi in risposta ad una vorace necessità produttiva, che è la prima causa di depauperamento delle falde acquifere, assieme naturalmente alla cementificazione. Togliere dalle falde più acqua di quella che la nostra terra, così cementificata, può assorbire, è un danno gravissimo e i danni si contano anche oggi con l'agricoltura che viene di fatto obbligato a fermarsi nei giorni più siccitosi assieme ai cittadini serviti dagli acquedotti, che boccheggiano cercando di prelevare acqua a sufficienza in una falda sempre più povera.
Sempre per rispondere al tema ambiente, impegnarsi sul tema PFAS e acquedotti è ormai un obiettivo più che consolidato, che sono felice di poter condividere con voi e naturalmente insomma, dato che alcuni progetti vedranno il termine del prossimo anno, ormai insomma scontato. Non dico già perché nel 2021 saranno trascorsi ben otto anni da quando l'Istituto Superiore e il Ministero sollecitavano di progettare le alternative al servizio acquedottistico dei cittadini avvelenati dai PFAS, processo iniziato nel 2018 invece e fino ad oggi a pagare siamo noi con l'aumento delle bollette, l'esposizione ai PFAS che è continuata anche se in misura di nanogrammo e non più di microgrammo e quindi anche i rischi conseguenti alla salute dato che va ad accumularsi all'interno del sangue. L'esposizione di donne in gravidanza, di bambini, di neonati, oltre ai malati esposti a ulteriori rischi per l'interferenza di questo inquinante, ci ha messo nelle condizioni in questi anni di un deficit e di un debito nei confronti di questa cittadinanza. Tutte conseguenze che si potevano evitare e su cui abbiamo proposto e proposto e proposto e ci ritroviamo naturalmente a otto anni dopo.
Misura 10 "Trasporti e viabilità". È bene che sia valorizzato il trasporto pubblico locale, per cui è giusto che venga scritto così questo obiettivo per migliorarne l'accessibilità, renderlo facile da scegliere, metterlo in connessione con i mezzi su ruote e mezzi invece ferroviari, mettere in connessione bici e ferro. Siamo d'accordissimo, ma le sperimentazioni anche qui continuano a ripresentarsi a danno di chi il trasporto pubblico potrebbe davvero invece utilizzarlo. Sperimentazioni del sistema metropolitano di superficie, sperimentiamo invece il biglietto unico e poi le aziende del trasporto pubblico non si accordano.
Poi passano gli anni, poi non ci si crede più e si cancellano i processi iniziati. Che questo però non ricapiti ed è il motivo per cui diciamo: benissimo questo obiettivo, è un obiettivo lungimirante, ma qui il tempo è trascorso e qui non abbiamo più tempo da perdere.
Misura 12 sulle politiche sociali: al centro le famiglie, bambini, anziani e persone con disabilità. Benissimo. Anche su questo aspetto ci trovate assolutamente concordi, ma traduciamo in fatti la riforma delle case di riposo: cominceremo ad adeguare la quota che la Regione deve fornire per alleggerire le rette che pesano come macigni sulle spalle di anziani e familiari, i famosi 3.000 euro al mese? Cominciamo a ragionare, date le lentezze nazionali, su misure più consistenti in sostegno ai caregiver? Stanziamo fondi sufficienti per i nidi? Ritroviamo il coraggio di scommettere sui consultori per rispondere alle esigenze formative e sociali dei neo genitori, degli adolescenti, per rispondere alle esigenze delle persone indigenti, per la prevenzione delle dipendenze? In questa emergenza implementiamo il sistema di supporto psicologico e lo mettiamo bene in rete con i cittadini? Riprendiamo in mano i servizi per le persone con disagi mentali e rimettiamo al centro la strategia del mutuo aiuto?
Sono alcune sollecitazioni, dato che fino ad oggi su questi temi ci siamo espressi molte volte, abbiamo discusso molte volte, ma alla fin fine ci siamo ritrovati in una difficoltà poi di azione, in una mancata traduzione. Cominciamo a prendere sul serio anche le sollecitazioni di chi sommessamente trova il coraggio di dire, per quanto riguarda la misura sulla sanità, che forse non ci sono soltanto eccellenze, ma c'è anche qualche ostacolo: per esempio nel rendere accessibili i servizi su temi un po' delicati, come quelli delle malattie rare, delle malattie neuromuscolari, dei disturbi alimentari. Temi su cui vi sentite molto spesso talmente sicuri che anche in Commissione, così come in Consiglio, venite a dirci che in realtà sono i familiari e le persone affette da queste patologie e da questi disagi a non essere sufficientemente informati dei servizi offerti dalla Regione del Veneto.
Insomma, una persona che soffre da 23 anni di una malattia neuromuscolare come la sclerosi multipla non può essere cosciente della qualità dei servizi della Regione del Veneto, lui che li vive in prima persona? Sia mai che in Veneto ci siano carenze reali.
Allora cominciamo invece a prendere seriamente quelle sollecitazioni, senza derubricare le preoccupazioni o le sollecitazioni che vengono da chi vive direttamente queste esperienze, sennò arriveremo a casi limite come quello che, per esempio, abbiamo affrontato negli scorsi mesi in una parte della mia ULSS, con malati che impiegano sei mesi per riuscire ad avere ciò che spetta loro di diritto, cioè i farmaci in fascia C per chi ha un'assistenza domiciliare anche medica: sei mesi per avere in restituzione un servizio che gli è dovuto gratuito e mezza giornata per cancellarlo.
Misura 15 "Imprese": nel Documento di Economia e Finanza si afferma che l'obiettivo primario è sostenere l'artigianato e come non dirsi d'accordo? Abbiamo fatto anche una bella legge insieme, che deve ancora, però, essere implementata in alcune parti: penso a quella dei maestri artigiani. Ma come pensiamo di soddisfarli? Metteremo, questa volta, a disposizione immediatamente le risorse per gli investimenti, quei milioni che dovevano sostenere l'internazionalizzazione, la digitalizzazione eccetera? Oppure aspetteremo, come fatto negli scorsi anni, quattro anni per riuscire a realizzarli e a metterli sul tavolo?
Finisco con la Misura 16, l'"Agricoltura". Affermare di voler usare al meglio i fondi del Piano di sviluppo rurale è un'evidente affermazione condivisibilissima, o no, Assessore? Chi non lo vorrebbe? Ma come se ogni anno rimaniamo incastrati, Assessori, in un turbine di accesso al credito al danno del nuovo imprenditore, del giovane imprenditore, nella totale assenza di un'azione che lo accompagni dopo i primi cinque anni di inizio, magari anche nella totale assenza di un aiuto all'investimento della generazione, invece, over, quella che magari ha la possibilità di investire senza per forza accendere un nuovo debito in banca, ma riesce e potrebbe riuscire con l'aiuto di questa Regione a realizzare al meglio gli obiettivi della propria impresa?
Poi come li investiamo questi fondi? Cominciamo a ragionare su valutazioni che identifichino realmente la qualità degli investimenti e il ritorno degli investimenti in termini di riposizionamento del mercato, in termini di abbassamento dei costi di produzione. Valutiamo il loro vero valore aggiunto.
Ancora, dite di voler rispondere alle emergenze del settore agricolo. Benissimo. Ma con che fondi? Se alla fine di ogni anno ci troviamo ad agire a emergenza ormai conclamata e a elemosinare i fondi per il contrasto alle calamità naturali, agli inquinanti, alla lotta contro le fitopatie, agli insetti alloctoni e non si investe nulla, se non i fondi europei per lo sviluppo e per l'innovazione delle nostre imprese?
Nel mentre altre Regioni si stanno spingendo verso azioni di ricerca e di innovazione con fondi propri e ripensano al PSR non come strumento emergenziale, di risposta quindi all'emergenza, ma come vero volano di progettazione. Una differenza su cui chiedo una riflessione, anche in vista della riorganizzazione della struttura del nuovo PSR dal 2023.
Insomma, "Tra il dire e il fare – è vero – c'è di mezzo un mare", in questo caso un grande mare. Badate bene, non è un problema di risorse economiche, perché i fondi europei ci sono, le risorse per il sociale e le imprese sono le stesse di quelle di altre Regioni dove si aiutano realmente i neogenitori con gli asili, si agisce realmente per facilitare l'utilizzo del trasporto pubblico e renderlo sempre più popolare, ma forse ‒ come diceva anche il presidente Zaia ‒ l'unica cosa che manca sapete qual è? Sono quei 200 euro annui chiesti in più a chi ha un reddito di 100.000 euro. 200 euro annui. Un contributo di solidarietà che non dovrebbe spaventare chi onestamente riconosce che anche in Veneto, ahimè, c'è chi fatica ad arrivare a fine mese, non soltanto quella categoria che voi da più di qualche anno vi ostinate a proteggere, ribadisco, per 30 euro essenzialmente al mese.

PRESIDENTE

Grazie, collega Guarda. Ha chiesto di intervenire il collega Andrea Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo che stiamo esaminando è uno dei punti più importanti della manovra di bilancio, cioè le politiche regionali che vanno a pianificare le attività della Regione per i prossimi anni. A mio avviso, ci sono molti obiettivi condivisibili. A nostro avviso, ce ne sono molti. Il documento è anche fatto bene. Il fatto è che non ci sono delle vere e proprie priorità.
Come è già stato detto, si fa riferimento alla programmazione economica, però non ci sono obiettivi prioritari su altri. Quindi tutto va a finire in questa lunga, anche precisa, elencazione che naturalmente non trova una declinazione nei particolari. A mio avviso e a nostro avviso i fondi dovrebbero essere destinati a filoni, a pilastri principali. Noi lo abbiamo anche detto: abbiamo presentato una manovra emendativa molto articolata.
La Regione Veneto, anche per la ricchezza dell'imprenditoria, la vivacità che l'imprenditoria ha sempre manifestato, dovrebbe concentrarsi sull'innovazione tecnologica, dovrebbe concentrarsi sulla tutela dell'ambiente. I fondi che arriveranno sono veramente molti. Sono stati citati prima: il Next Generation EU, poi c'è anche tutto il filone dei fondi del Green New Deal. Abbiamo un'opportunità per la riconversione green di tutte le attività produttive della nostra Regione. Naturalmente, in questo contesto, nell'era della pandemia, del Covid, dobbiamo pensare a rafforzare il sistema sanitario, il sistema socio-sanitario e soprattutto quello della prevenzione.
Nel DEFR viene citato il collegamento con gli obiettivi dell'Agenda ONU 2030. Io credo sia un documento molto importante, che è stato oggetto di diverse sedute del Consiglio regionale e delle Commissioni competenti nella precedente legislatura, che fa una fotografia veramente molto importante e anche dettagliata della situazione della nostra Regione, definendo per ciascuno degli obiettivi anche uno standard, una performance e che ci vede però in difficoltà su alcuni filoni. Ne cito solo alcuni per dare qualche esempio: la questione della biodiversità che ci vede come maglia nera in Italia, la questione della transizione energetica e del contrasto ai cambiamenti climatici, la questione dell'agricoltura biologica.
È un documento che va anche nel dettaglio, però poi, quando si tratta di definire degli obiettivi, ma soprattutto di realizzarli, un po' tutto si annacqua (non c'è un cronoprogramma, non ci sono, a nostro avviso, dei fondi destinati a ciascuno di questi obiettivi in maniera puntuale) e quindi resta un documento che non potrà produrre le modifiche necessarie per dare le risposte alle esigenze di cambiamento che stiamo vivendo in questa epoca di pandemia, di emergenza climatica, di emergenza ambientale.
Poi penso anche a quello che dovrebbe essere il piano che va, tra l'altro, a utilizzare questi importanti fondi dell'Unione Europea, il Piano regionale di ripresa e resilienza, si nota che ancora c'è una vecchia logica di fondo che è quella delle grandi opere, che quella è dell'ulteriore consumo di suolo. Questo a mio avviso non va bene.
Il recovery fund dovrà servire a rafforzare il sistema socio-sanitario inoltre, a contrastare la povertà e a rafforzare il trasporto pubblico in chiave sostenibile. Ci sono sicuramente – i miei colleghi che mi hanno preceduto l'hanno ricordato – diversi filoni sui quali si può intervenire per rafforzare questo documento e, come Gruppo del Partito Democratico, abbiamo presentato diversi emendamenti. Ci sono dei punti che sicuramente devono essere migliorati: ad esempio bisogna definire e prevedere, all'interno di questo documento per quanto riguarda la Missione 3 un piano per una programmazione dei progetti mirati in tema di prevenzione e contrasto alla criminalità. Oggi subiamo le cronache quasi quotidiane di nuovi filoni d'indagine, di processi. La situazione dell'emergenza Covid, soprattutto dell'emergenza economica nata dalla crisi del Covid, crea in Veneto un tessuto che è abbastanza fertile per quanto riguarda le infiltrazioni malavitose. Da più parti si è lanciato questo allarme e quindi serve realizzare un piano con tutte queste azioni e progetti mirati perché non restino solo dei buoni intendimenti, senza poi essere declinati in misure concrete, in azioni concrete.
Poi, per quanto riguarda la Missione 08, serve sicuramente ridurre il consumo di suolo. Come Veneto abbiamo questa legge del 2017 che, se negli articoli iniziali aveva enunciato dei principi importantissimi per la tutela del consumo del suolo, poi abbiamo visto che nella sua declinazione non ha sortito gli effetti sperati perché abbiamo, da parte dell'Istituto superiore per la prevenzione ambientale, l'ISPRA, dei bollettini che ci dicono che purtroppo la nostra Regione è quella che da tre anni a questa parte, nelle relazioni annuali di ISPRA, consuma più suolo. Ci portiamo un'eredità del passato molto pesante (11.000 capannoni vuoti e 500.000 case sfitte), ma, nonostante tutto, si continua a consumare suolo.
Qui ecco che sarebbe importantissimo effettuare dei monitoraggi stringenti per quanto riguarda l'applicazione di questa norma, ma anche un approfondimento per una sua revisione in modo tale che diventi veramente una norma utile a contrastare il consumo del suolo visto che purtroppo, volente o nolente, registriamo settimanalmente notizie di nuovi cantieri di capannoni, di centri commerciali, di centri logistici che consumano centinaia di ettari di terreno di suolo.
Sempre per la Missione 08 sarebbe fondamentale prevedere un Piano pluriennale per l'ampliamento dell'offerta dell'edilizia pubblica; un'edilizia pubblica che risulta carente e che tornerà sempre più utile per quanto riguarda, appunto, anche la questione del Covid-19, dei problemi economici che ci saranno perché l'edilizia pubblica agevolata può essere uno sfogo per chi veramente si trova nelle condizioni di non avere più un'abitazione. Chi è in Seconda Commissione lo sa benissimo: registriamo spesso delle vendite che i Comuni mettono in atto di questo patrimonio però vediamo pochissime realizzazioni in essere dell'edilizia pubblica ed è un paradosso questo, perché se pensiamo comunque che i privati detengono mezzo milione di case sfitte, comunque resta la domanda e la necessità di dare queste case a chi non può permettersi di comprarsi una casa nuova. Questo è un problema che sta purtroppo aumentando appunto a causa anche di questa crisi economica del Covid.
Un'altra misura che deve essere incrementata è l'incremento del fondo sostegno degli affitti per la casa: abbiamo visto tutti questi servizi televisivi di persone che perdono il lavoro, perdono la casa e sono costretti a vivere in automobile oppure le code, mai prima registrate, davanti ad associazioni ONLUS che distribuiscono generi alimentari. Ci sono molti che non arrivano a fine mese e di conseguenza non ce la faranno a pagare i canoni di affitto: ecco che serve rafforzare anche questo sostegno importantissimo in questa situazione.
Sulla Missione 09 serve realizzare un piano straordinario di monitoraggio e bonifica dei siti inquinati. ARPAV sta già facendo un buon lavoro, però noi dobbiamo passare ai fatti: ci sono molte situazioni incontrollate, dove non ci sono le messe in sicurezza, dove non ci sono le bonifiche, che comunque sono costosissime, ma non ci sono nemmeno le messe in sicurezza e spesso abbiamo questi rifiuti in situazioni non controllate, che possono inquinare la falda acquifera e possono essere anche oggetto di incendi dolosi. Penso a quelle tipologie di rifiuti che purtroppo sempre più spesso ci portano nei nostri capannoni vuoti.
Poi abbiamo la necessità di porre fine a quella parentesi che si è aperta da decine di anni, che è il disinquinamento dell'area di Porto Marghera, un'area importantissima che abbiamo qui fuori dal palazzo, perché a 5 chilometri, in linea d'aria, c'è questo sito. È da anni che se ne parla, sono arrivati molti finanziamenti, ci sono diverse competenze, però non si vede la fine. Credo ci voglia uno scatto d'orgoglio affinché ci sia un lavoro profondo per arrivare alla chiusura di questo disinquinamento. E poi pensare al dopo, cosa sicuramente necessaria. Pensiamo ai fondi che arriveranno, pensiamo al Green New Deal: possono essere opportunità importantissime, ma dobbiamo essere pronti, quindi dobbiamo chiudere la parentesi, perché fino a quando non si disinquina non si può passare alla fase 2.
Sempre stando alla 09, bisogna essere pronti al Green New Deal. Ricordo che sono 1.000 miliardi che arrivano dall'Unione europea in dieci anni, che sono stanziati proprio per la crisi ambientale e climatica. Dobbiamo essere pronti, quindi dobbiamo mettere in moto un piano, azioni utili a contribuire a diminuire le emissioni che alterano il clima. Lo dobbiamo fare con un piano straordinario. Bisogna andare a rivedere le norme e i piani regionali che possono incidere sulla riduzione di queste emissioni aumentando la sostenibilità ambientale. Lo dobbiamo fare in tutti i settori, come i trasporti, l'energia, l'agricoltura, l'industria, il commercio e il turismo.
Poi bisogna focalizzarsi per favorire le tecnologie utili a diminuire queste emissioni e garantire, naturalmente, forme di aiuti e incentivi a tutte queste attività sostenibili. Abbiamo un'occasione veramente unica nei prossimi dieci anni perché se da una parte abbiamo il Next Generation UE e il Recovery Fund qui abbiamo il Green New Deal, che comunque non è stato scalfito e resta uguale e resta un'opportunità veramente importantissima in una Regione come la nostra appunto dove, lo ricordavo prima, abbiamo un tessuto imprenditoriale vivacissimo che, se ben indirizzato, aiutato, potrà cogliere delle opportunità importantissime che potrebbero portare dei miglioramenti ambientali fondamentali di disinquinamento, di miglioramento della qualità della vita, ma miglioramento anche della situazione economica. Però per utilizzare questi fondi dobbiamo essere pronti. Lo siamo? A mio avviso dobbiamo realizzare appunto questi piani straordinari e intervenire in tutti questi settori in modo da poter usufruire di questi importantissimi fondi.
Sempre nella Missione 09, serve realizzare un piano straordinario per la bonifica dei siti inquinati. Ce ne sono moltissimi, abbiamo siti inquinati in moltissimi dei nostri Comuni, puntualmente con i colleghi presentiamo degli emendamenti al bilancio per il tabellare di finanziamento e quant'altro. Sono cose che dovrebbero entrare a regime, che devono essere affrontate e devono essere risolte. Ci sono molti casi. Anche qui ci vuole un piano e anche qui potremmo utilizzare quei fondi che arrivano dall'Unione Europea.
Per quanto riguarda la Missione 09 credo che un'altra azione che la Regione dovrebbe attuare è quella di utilizzare i fondi europei per i parchi. Abbiamo delle superfici a parco che sono metà in percentuale rispetto alla media nazionale e dobbiamo eliminare quelle intenzioni, anche recenti, che vedevano la nostra Regione intenzionata a diminuire le superficie a parco. Devo dire che sono rimasto sorpreso quando ho letto nella parte Programma 09.05 l'affermazione che "bisogna uscire dal concetto di vincoli e divieti anacronistici che vigono all'interno dei parchi". Guardiamoci attorno: vediamo com'è messo il nostro territorio, il livello di cementificazione, consumo di suolo, inquinamento. Almeno nei parchi manteniamo queste regole che non devono essere viste come un freno, ma come un'opportunità per avere ancora degli angoli naturali importanti dove attivare attività sostenibili: dobbiamo attrarre il turismo ecosostenibile, che è sempre più presente ed è in crescita in tutta l'Unione europea. C'è sempre più domanda di turismo verso le aree naturali e noi ne abbiamo molte: dobbiamo vederle come un'opportunità, non come un problema. Naturalmente, bisogna essere lungimiranti. Anche qui, dobbiamo profittare di quello che già in alcuni casi è stato fatto, ma che si fa con maggiore intensità in molti altri Stati dell'Unione Europea, che è quello di utilizzare i programmi Life Plus che bene si adattano alle aree protette.
Dobbiamo pensare anche a nuove forme di tutela, ad esempio, della fauna selvatica. Ricordo che il Piano nazionale di contrasto al bracconaggio vede proprio in Veneto tre punti critici. Anche qui, proprio per andare incontro alla tutela della biodiversità che ci vede nell'Agenda 2030 arrancare, dovremmo investire di più.
Per quanto riguarda la tutela delle acque, sappiamo che nella nostra Regione abbiamo i casi dei PFAS, ma non solo, ne abbiamo molti altri. Dovremo ripensare ad alcune norme, ma soprattutto ad aumentare i controlli, a intensificare i controlli, perché le cronache quasi giornaliere delle Province della nostra Regione ci dicono che ci sono troppi fenomeni di inquinamento, di scarichi abusivi reflui, di scarichi industriali, di scarichi delle aziende vitivinicole. I nostri fiumi sono perennemente sotto attacco.
Poi sappiamo che, quando tutte queste sostanze entrano nell'acqua dei fiumi, possono esserci ricadute anche sull'alimentazione umana. Quindi dobbiamo tutelare di più le nostre falde acquifere e prevenire questi fenomeni di inquinamento soprattutto in questo periodo di crisi economica dove più di qualcuno potrebbe essere tentato, per risparmiare qualche euro, di sbarazzarsi di sostanze tossiche attraverso questi scarichi illegali. Quindi, la lotta a queste violazioni va intensificata. La Regione, a mio avviso, dovrebbe fare di più anche per individuare le fonti primarie di inquinamento o di alcuni casi di inquinamento che si sono verificati e che sono ancora in essere nella nostra Regione.
Sempre per la Missione 09, bisogna intensificare anche i controlli nelle emissioni in atmosfera. Anche qui con molti dei colleghi ci siamo occupati, più o meno recentemente, di casi di emissioni in atmosfera che hanno ammorbato l'aria in centri residenziali nei nostri Comuni; bisogna aumentare questi controlli e bisogna anche stare attenti a quelle che sono le emissioni di fonti rinnovabili che spesso hanno degli effetti collaterali: mi riferisco alle biomasse, ai biogas. Spesso si sono sollevati e sono nate addirittura associazioni, comitati, perché l'area inquinata è una questione di carattere anche sanitario: tant'è vero che solo il mese scorso siamo stati condannati, purtroppo, dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea per la violazione della direttiva sulla qualità dell'aria.
Sappiamo, perché è stato un problema che ha sollevato la stessa ARPAV del Veneto, come l'inquinamento dell'aria poi possa in qualche modo accentuare quella che è l'incidenza anche delle malattie respiratorie: in una pandemia dove appunto i polmoni sono i principali attaccati, diciamo così, giova a tutti avere un'aria più salubre, un'aria meno inquinata. Bisognerebbe cercare di migliorare quello che è il coordinamento tra il Piano dell'aria e il Piano energetico regionale. Purtroppo, lo abbiamo visto spesso: si è puntato verso delle fonti rinnovabili che hanno creato problemi di inquinamento e quindi bisognerebbe mettere a regime un coordinamento tra i due Piani.
Un'altra cosa che bisognerebbe fare, Missione 13, è cercare di rendere più efficiente il registro dei tumori del Veneto mettendo in relazione i dati con gli impatti ambientali. Bisognerebbe cercare di adottare dei sistemi già presenti in alcuni Stati dell'Unione Europea, tra l'altro sistemi conosciuti, c'erano anche dei progetti pilota fatti anche in Veneto, che ci sono stati illustrati anche in Seconda Commissione nella precedente legislatura, molto interessanti, che mettevano in relazione le patologie con gli impatti ambientali. Questo sarebbe molto importante e darebbe una mano a capire perché accadono alcuni fenomeni appunto di salute che va in deficit proprio a causa di questi inquinamenti.
Vado a conclusione. Nella Missione 15 è fondamentale aumentare i controlli presso tutte le aziende di tutte le dimensioni, al fine di combattere quei fenomeni che abbiamo visto manifestarsi in maniera più accentuata negli ultimi anni, nell'ultimo anno, quali il caporalato, lo sfruttamento e anche spesso l'assenza di sicurezza nei luoghi di lavoro. Siamo una Regione dove ci sono moltissimi incidenti, siamo una Regione dove purtroppo stanno aumentando quei fenomeni - e lo abbiamo visto da indagini fatte dalla Guardia di Finanza, ma anche dai Carabinieri, dalla Polizia di Stato - per quanto riguarda lo sfruttamento delle persone: abbiamo gli schiavi di casa nostra. Una denuncia proprio della scorsa settimana: in un laboratorio le persone venivano pagate un centesimo a cap. C'è un fenomeno molto preoccupante e anche qui bisognerebbe, a mio avviso, fare di più.
Fare di più anche, Missione 16, per quanto riguarda l'agricoltura: serve incentivare di più l'agricoltura biologica e quell'agricoltura che fa meno uso di pesticidi, più amica dell'ambiente e anche della salute. In Veneto ricordo - e questi sono dati che arrivano dal Report 2030 Agenda ONU del Veneto sostenibile - siamo al 2,3% di superficie a biologico contro una media del 12% nazionale. Dobbiamo sicuramente fare di più.
Concludo. Va realizzata una attenta analisi dei costi/benefici e benefici economici e ambientali delle diverse fonti di energia rinnovabile: bisogna puntare su quelle che più si adattano alla nostra Regione, senza creare problemi secondari. Mi riferisco alle biomasse e al biogas col problema dell'inquinamento dell'aria, al mini idroelettrico col problema che causano ai corsi d'acqua, alla biodiversità. Puntiamo a quelli invece che hanno minor ricadute e che nell'analisi costi/benefici risultano le più appropriate, quelle che convengono di più, quelle che poi costano meno alla collettività, costano meno all'ambiente, meno all'economia e danno più risultati.
Infine, ci vuole un piano straordinario, Missione 17, di transizione verso l'energia da fonti rinnovabili e sostenibili: quei fondi che arriveranno dall'Europa devono essere utilizzati bene, dobbiamo essere pronti. Abbiamo una prospettiva di dieci anni, dobbiamo partire però da subito su come vogliamo utilizzarli, dove li dobbiamo indirizzare, come li vogliamo investire. Prima il collega Possamai ricordava come il PIL pro capite dei veneti si sia abbassato ‒ ho preso nota ‒ da 33.000 euro a circa 31.000 euro all'anno. Dobbiamo cercare di utilizzare questi fondi per aumentare anche il benessere dei veneti aumentando la qualità della vita. Questi fondi sono fatti per aumentare le performance in veste sostenibile, per disinquinare, per creare un'economia sostenibile, un'economia green, amica del clima e potrebbe essere anche amica, se fatta bene, applicata bene, dei veneti migliorando la loro qualità della vita.
Ho finito. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Grazie a lei, collega.
Sospendo la seduta cinque minuti per permettere il ricambio d'aria.
Ci aggiorniamo alle ore 17.20.
 
La Seduta è sospesa alle ore 17.14
 
 
 
La Seduta riprende alle ore 17.31
 

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori dell'Aula Consigliere Formaggio! Consigliere Formaggio, la prego. Consigliere Formaggio!
Ha chiesto di intervenire la collega Baldin Erika, prego. Consigliere Formaggio!

Erika BALDIN (Movimento 5 stelle)

Grazie, Presidente.
Ringrazio anch'io il relatore Sandonà per aver illustrato il documento, quello fondamentale di questa manovra di bilancio triennale e anche i colleghi che hanno apportato delle osservazioni più che giuste per questa discussione in corso.
Il DEFR è il Documento di Economia e Finanza della Regione Veneto e, come dicevo, è il presupposto della manovra di bilancio per il triennio 2021-2023 che esamineremo da qui ai prossimi giorni. In questo intervento toccherò alcuni aspetti specifici del DEFR e illustrerò quella che è la mia manovra emendativa nel suo complesso.
Il DEFR, quindi, rappresenta il cuore della manovra economico-finanziaria e ne riassume, in effetti, tutti gli aspetti legati alla programmazione. È nel DEFR che si stabiliscono gli obiettivi e le linee guida articolati in missioni e programmi e il DEFR costituisce senz'altro un documento importantissimo per questa Regione.
Se una programmazione efficiente, precisa e puntuale risulta fondamentale in un periodo di pace, lo è ancora di più – passatemi questa espressione – in periodi di guerra come quello che stiamo vivendo attualmente. Mi riferisco, come potete immaginare, al periodo di epidemia mondiale che è in corso e che ha sconvolto e continua a sconvolgere le nostre vite.
Credo, quindi, non si possa iniziare a discutere del DEFR senza prima aver ringraziato tutto il personale sanitario che è coinvolto in prima linea in questa epidemia. Quindi, ringrazio tutti i medici, gli infermieri, tutti gli operatori e il personale amministrativo che è di loro supporto. Un grazie di cuore perché, se siamo oggi qui nelle condizioni di esaminare un bilancio e di discuterne, lo dobbiamo principalmente al loro lavoro e al loro servizio per il Paese.
Parto quindi da alcuni dati contenuti nel DEFR. Nel mese di aprile sono state autorizzate nella nostra Regione circa 113 milioni di ore di cassa integrazione-guadagni, vale a dire che in un solo mese sono state autorizzate quasi lo stesso numero di ore di tutto il 2010, anno durante il quale la crisi economica è stata più dura. Questo è proprio un punto preciso della Nota di aggiornamento al DEFR a pagina 60. Il totale complessivo aggiornato ad agosto è di 269 milioni di ore di CIG autorizzate; a queste ore se ne aggiungono altre, che sono quelle coperte dai fondi di solidarietà, per un totale di oltre 100 milioni di ore autorizzate da gennaio ad agosto. Il settore che registra la difficoltà maggiore, come sappiamo, è quello degli esercizi pubblici, degli alberghi e le attività connesse. Per questi lavoratori nel solo mese di aprile sono state concesse più del triplo delle ore di tutto il 2013, l'anno più duro della crisi economica.
L'impatto del Covid sulla nostra economia è stato enorme e lo testimonia più di tutti i dati sulla nostra prima industria che è il turismo: nei primi otto mesi dell'anno le presenze turistiche sono diminuite del 55,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Tutto ciò si è tradotto nell'esplosione, come vi dicevo, delle ore di cassa integrazione ma anche in un drastico calo dell'occupazione, certamente mitigato dal blocco dei licenziamenti imposto dal Governo.
Il risultato è che, secondo una recente statistica, il PIL pro capite nel 2020 viene ipotizzato con una riduzione di circa 2.800 euro rispetto al 2019 e anche il reddito pro capite disponibile assume una notevole diminuzione rispetto al 2019 con riflessi che si riverberano anche sull'emergenza abitativa, anche questa per il momento frenata dal blocco degli sfratti deciso dal Governo.
Tutti questi dati vanno letti tenendo a mente i numeri dell'emergenza finanziaria che in queste ultime due settimane ha registrato circa 1.000 morti. Oggi abbiamo avuto un'altra triste scoperta: 165 morti soltanto ieri, più dei 150 registrati nella settimana scorsa in un solo giorno. Secondo le stime, appunto, il 50% di chi entra in terapia intensiva non ne esce. Non si contano gli appelli dei medici, delle Autorità scientifiche, degli infermieri. Non serve dire che ci sono posti letto ma ci sono operatori e operatrici sanitari costretti a turni massacranti. Abbiamo letto tutti penso la notizia degli infermieri costretti ad usare il pannolone perché non hanno nemmeno il tempo per fermarsi per andare in bagno.
Dico tutto questo per far capire la misura delle circostanze assolutamente gravi in cui ci troviamo. Sono circostanze assolutamente straordinarie che impongono a ciascuno di noi la massima serietà e responsabilità, con la consapevolezza forte di stare vivendo un'emergenza sanitaria e non solo, che ci ha accolto in larga parte impreparati ma forse non saremo mai stati in grado di essere preparati a una emergenza mondiale di questo tipo di fronte alla quale era forse impossibile appunto farsi trovare pronti, un'epidemia globale che è giunta attualmente alla sua seconda ondata e alla quale tutti i Governi del mondo cercano di dare delle risposte, chi più chi meno adeguate.
Non sta a me giudicare quale sia la risposta più efficace; lasciatemi dire però che guardando a ciò che è avvenuto in altri Paesi penso che vada dato atto al nostro Governo - ma ancor prima al nostro Sistema Sanitario Nazionale - di aver messo in campo una risposta straordinaria per un'emergenza del tutto straordinaria.
Cosa sarà dopo l'emergenza Covid? È una domanda. Non sono io tra quelli che hanno o credono di avere la palla di cristallo per immaginare quando e come potremmo uscire dalla fase dell'emergenza. Penso però che di una cosa possiamo essere certi: del fatto che c'è un mondo pre Covid, un mondo nel Covid (quello di oggi) e ci sarà e ci deve essere per forza un mondo post Covid, che necessariamente sarà diverso dal mondo che conoscevamo prima, perché la pandemia rappresenta una cesura, un trauma collettivo che attraversa le generazioni e che lascerà il segno più di qualsiasi altro evento che abbiamo vissuto fino ad oggi, forse a parte qualcuno dei nostri nonni che ha vissuto sulla propria pelle la Seconda Guerra Mondiale.
Ora vedete, se è vero che c'è un mondo pre Covid, nel Covid e post Covid, ci deve essere per forza e c'è un Veneto pre Covid, nel Covid e post Covid ed è proprio alla luce di queste considerazioni che la manovra di cui stiamo discutendo in queste ore assume un rilievo importantissimo e particolare. Il 2020, infatti, non è e non sarà ricordato come un anno normale, un anno come gli altri. Nel 2020, l'anno del Coronavirus, programmare la manovra di bilancio vuol dire saper cogliere la sfida che si apre di fronte a noi.
Occorre fare il punto della situazione. L'ultima analisi del mondo pre Covid è provare a immaginare un futuro post Covid, delineando le linee di intervento fondamentali per il futuro del nostro amato Veneto. Non è una sfida da poco, me ne rendo conto. Sono convinta che sia proprio compito di chi governa tracciare la strada e assumersi la responsabilità, anche quando la visibilità davanti è scarsa.
Arriviamo, quindi, al merito del DEFR, un documento che coglie in parte alcune delle sfide. Come Movimento 5 Stelle valuteremo questo DEFR nel suo complesso, con il senso di responsabilità che la realtà che ci troviamo di fronte ci impone, senza polemiche e senza sensazionalismi, consapevoli del nostro ruolo in questa fase delicatissima che ci vede come forza politica al Governo e come forza di opposizione in quest'Aula.
Come ho già detto, il bilancio del 2020 ha inevitabilmente un carattere di eccezionalità. Con esso le circostanze della pandemia e dell'emergenza sanitaria. L'eccezionalità di questa sessione, tuttavia, risalta anche dal recentissimo insediamento di questo Consesso. Siamo con delle modalità oggi qui collegati del tutto eccezionali, abbiamo fatto anche delle Commissioni con modalità del tutto eccezionali. Pensiamo, ad esempio, alla difficoltà dei portatori di interesse di intervenire nel nostro dibattito attraverso l'uso degli strumenti informatici, che, come abbiamo riscontrato molto spesso, non sono del tutto agevoli nemmeno per noi, pensiamo a chi non ha dimestichezza in questi termini.
Mi conceda una battuta, Presidente. Si è detto più volte che in questa Legislatura l'opposizione non ha il numero minimo per convocare un Consiglio straordinario, ma ogni Consiglio di questa Legislatura è un Consiglio straordinario.
Battute a parte, capite bene il punto. In una fase come questa il fattore tempo diventa cruciale ed è inevitabile che nell'accelerazione complessiva dei processi sia l'Esecutivo a condurre le danze. Avviene a livello nazionale con l'attività intensa di decretazione d'urgenza adottata dal Governo e avviene in maniera, anche qui, marcata a livello regionale con i bollettini quotidiani del Presidente e una serie di ordinanze che ricadono sulle nostre vite, sulle nostre abitudini.
Qualche cittadino mi chiede, in maniera un po' provocatoria, se la sede della Giunta regionale si sia trasferita a Marghera e in un certo qual senso corrisponde al vero. Questo solo per dire, ma senza far polemica, che Salvini e Meloni, in pieno lockdown, trovavano il tempo per accusare Conte di accentrare su di sé le conferenze stampa a reti unificate, di accentrare su di sé un'attenzione e una visibilità, ma forse dovrebbero fare un giro da queste parti, ripeto, senza polemica. Anzi, io dico che questa situazione è normale in un periodo di crisi come questo, è normale che l'attenzione si sposti verso l'Esecutivo, verso chi comanda, che ha il dovere di dare risposte in tempi rapidi, sia a Venezia che a Roma, possibilmente – questo è un appello che faccio a tutti – nel massimo spirito di collaborazione istituzionale.
Da Roma però, dobbiamo dire la verità, sono arrivati degli aiuti importanti. Vi do qualche cifra. Tra il Decreto Rilancio e il Decreto Ristori, i contributi a fondo perduto destinati al Veneto superano gli 800 milioni di euro. Altri 20 milioni di euro si sono previsti con il Decreto Ristori 4 per porre un freno al debito finanziario del 2020. Risorse che dovranno essere impiegate come ristoro alle attività che hanno sofferto durante questa maledetta crisi. Ci sono poi le operazioni finanziate dal Fondo di garanzia, quelle stanziate dal Decreto Cura Italia in poi che ha visto in Veneto un totale di 13 miliardi di euro di importo finanziato, quindi una cifra molto, molto importante. Si può consultare sul sito www.fondodigaranzia.it quello che sto dicendo.
In particolare, focalizzandosi sul settore pesca e agricoltura, vediamo che gli operatori della nostra Regione hanno apprezzato molto questo strumento. Infatti, abbiamo già toccato quota 130 milioni di euro di finanziamento per le imprese agricole e di pesca, attivati grazie al Fondo di garanzia. Soldi che vanno a sommarsi alle altre misure straordinarie adottate dal Governo e ne cito alcune: quella dell'indennità Covid di 950 euro per i pescatori e anche i soci di cooperativa o l'esonero dei contributi previdenziali e assistenziali per tutto il 2020.
Non mi dilungo sulle ricadute nazionali positive del Super Ecobonus e anche sulle misure di sostegno sociale, come i bonus per la spesa, recentemente finanziati dal Governo con un'altra tranche di 30 milioni.
Non voglio nemmeno soffermarmi sull'incremento del numero delle Forze dell'ordine. Forse qualcuno avrà sottolineato, si sarà reso conto che sono arrivati a livello di varie Province nuovi Agenti di Polizia, nuovi Carabinieri: ad esempio 55 a Venezia, 62 a Vicenza e 74 a Padova. Sono numeri importanti.
Torniamo a quelle che sono, dal mio punto di vista, le priorità di questo bilancio regionale e quelle che sono le priorità per noi e per tutti i cittadini del Veneto. La prima è senz'altro la salute, la seconda è la sostenibilità ambientale. Su questi aspetti infatti si concentrano la maggior parte delle mie proposte emendative alla manovra di bilancio. Lasciate che vi spieghi però, prima di passare all'illustrazione degli emendamenti e dei temi che intendo toccare, il perché. La pandemia ci ha ricordato che la salute è il bene più grande che abbiamo, è un bene primario per l'individuo e le comunità, è un bene comune. Dobbiamo dirlo con forza perché è un diritto individuale del cittadino ed è anche un interesse pubblico: senza salute non c'è lavoro e nemmeno economia. Evito le osservazioni banali, quelle che però dovrebbero essere scritte nero su bianco: basta con la privatizzazione della sanità, mettiamo una pietra tombale sulla stagione dei tagli, torniamo ad investire seriamente sul personale sanitario con nuove assunzioni. Sotto questo profilo la risposta del Governo c'è stata: sono stati assunti 20.000 operatori della sanità, sono stati aumentati i posti letto, anche in deroga ai limiti di spesa e ci sono state altre misure per potenziare la capacità del nostro Sistema sanitario nazionale della Protezione civile e degli altri soggetti pubblici impegnati a fronteggiare l'emergenza.
Il secondo tema è quello dell'ambiente, che è fortemente connesso al tema della salute: la salute non è soltanto un'assenza di malattia. Essere in salute vuol dire stare bene. Invece in questi anni osserviamo che la nostra Regione, il nostro Veneto sempre di più è in balia di eventi calamitosi che siano il Covid, che siano alluvioni, Acqua Granda e chi più ne ha più ne metta. Questi fenomeni saranno sempre più frequenti e sempre più calamitosi, quindi dobbiamo essere preparati al peggio, come si suol dire. Questo è l'avvertimento degli esperti, questo è l'assunto alla base della strategia europea del Green New Deal e dell'intervento straordinario messo in campo dal Recovery Plan con 750 miliardi a livello comunitario e più di 200 miliardi a livello di Stato Italia: un grandissimo risultato del Governo Conte.
Adesso arrivo agli emendamenti che ho presentato. Tutti questi temi, che sono stati approfonditi all'interno del DEFR, dove si fa riferimento al, come si diceva prima qualcuno sorrideva, al PRRR già approvato dalla Giunta regionale, sul quale dovrebbero essere scritti gli interventi di priorità da parte di questa Regione, finanziati, come vi dicevo, dal Recovery Plan. Dovrebbe indicare le priorità. Dico dovrebbe perché non sempre è così e mi sono sorpresa di ritrovare all'interno di quelle righe una richiesta da parte della Giunta di 70 milioni per l'inceneritore di Fusina: un progetto che sto combattendo assieme a associazioni e comitati. Questo è il Piano che è pubblicato sul Bollettino regionale: ho informato il ministro Costa di quello che stava avvenendo segnalando la palese contraddizione delle linee europee. Perché guardate, l'Europa prevede come ultima chance l'incenerimento dei rifiuti; mette prima una serie di altre attività che si devono necessariamente fare, quindi il riciclo, il riuso e riutilizzo, ma anche cercare di produrre meno imballaggi, trovare altre modalità sostenibili. Invece qui si disattende completamente tutto e si parte appunto da una condizione, da un sistema di riciclaggio che non è appunto quello che noi intravediamo per il futuro.
La Giunta chiede quindi fondi dei Recovey Fund per un'azione che è in netta contraddizione con queste linee europee. Non è soltanto una questione formale, ma è anche una questione di visione del Veneto che, come vi dicevo, deve guardare al periodo post Covid. Come immaginiamo noi questo Veneto? Un Veneto terra di inceneritori o vogliamo un Veneto terra di riciclo, riuso e riduzione dei rifiuti? Ricordo anche, però, per onor del vero, che siamo già tra i primi posti in Italia per raccolta differenziata e anche un buon esempio a livello europeo. Continuo a credere in una Regione all'avanguardia su questo tema. Sono contraria, quindi, all'inceneritore di Fusina e presenterò un ordine del giorno che tocca questo aspetto.
Connesso a questo tema c'è anche quello del biomonitoraggio. Faccio mio l'appello di medici e pediatri a fare due biomonitoraggi sui quali la spesa è veramente minima. Ci sono già le strumentazioni per porli in esecuzione. Si tratta di verificare, secondo questi medici, questi esperti, la presenza di diossina nel latte materno e di metalli pesanti nelle unghie dei bambini, come recentemente fatto nei pressi di un inceneritore di Forlì. Questi dati testimoniano dei livelli sensibili di inquinamento nel nostro sistema ed è imprescindibile conoscerli prima di dare avvio ad un impianto certamente impattante sulla nostra salute. Anche su questo, quindi, ho presentato un ordine del giorno.
Come vedete, c'è un intreccio tra il tema della salute e quello dell'ambiente quando si parla di rifiuti. Su questo aspetto si concentrano altri emendamenti che ho presentato e che vi illustrerò nel prosieguo. In primo luogo sono convinta che, dopo anni di incentivo all'usa e getta, ci sia il bisogno, la necessità, di invertire la rotta viste le problematiche ambientali a livello mondiale: come quella delle microplastiche che sono entrate nel nostro sistema linfatico, nelle nostre catene alimentari, nei terreni e nelle acque. Serve invertire la rotta e investire su un modello circolare che preveda non solo il riciclo, ma anche il riuso, l'allungamento dei cicli di vita dei prodotti e la considerevole diminuzione degli imballaggi inutili.
Per questi motivi ho presentato un altro emendamento che contiene una proposta per promuovere le attività di vendita di prodotti alla spina o prodotti sfusi del tutto in linea, tra l'altro, con le linee e gli obiettivi strategici del Recovery Plan che sono richiamati nel DEFR.
Ho presentato anche un emendamento più specifico, che riguarda molto da vicino il territorio in cui vivo. Sappiamo che il 30% dei rifiuti pescati in mare è costituito da fili, fili di pesca, cime, che rappresentano la parte più preponderante del rifiuto ripescato in mare, che alla fine va a trovare la sua ultima destinazione sulle spiagge e sulle rive dei fiumi. Secondo la normativa europea anche gli Stati hanno il dovere di limitare, con percentuali importanti, questo tipo di rifiuti abbandonati. L'inquinamento da plastica ogni anno lascia tracce sugli ecosistemi. Infatti, come vi dicevo, sono state ritrovate tracce di microplastica anche all'interno degli esseri viventi, dunque intervenire su questo aspetto vuol dire garantire non solo una maggiore tutela del mare, ma anche aiutare la salute, l'occupazione e il territorio.
Mari protetti e più in salute significano una ricostruzione più rapida degli stock ittici, quindi si può dare una mano veramente forte a chi oggi vive di pesca, per sostenere il settore della marineria in un'emergenza come questa a livello mondiale.
Chiedo anche una maggiore attenzione per il litorale: veniamo da una settimana, anzi da settimane in cui si sono verificati degli scompensi sulle nostre coste, delle mareggiate terribili. Un'attenzione particolare va data alla necessità di sostenere i ripascimenti delle spiagge, dando un contributo straordinario ai Comuni colpiti.
C'è un altro emendamento che riguarda la difesa del suolo. Purtroppo anche questo è un tema che ci tocca da vicino e credo sia arrivato il momento di intervenire urgentemente anche per la sistemazione dei fiumi e la messa in sicurezza degli argini. Ho un sacco di segnalazioni da parte di cittadini che temono per la propria abitazione, non solo, anche per la propria salute, dato che anche su questo si sta facendo e si è fatto poco in passato.
Lo ripeto ancora una volta, quindi: difesa della salute e tutela dell'ambiente. Il Veneto post Covid deve ripartire da qui. Il Recovery Plan è una grande opportunità che non possiamo sprecare: sono 200 miliardi ottenuti dal Governo ed è sicuramente un'occasione che, appunto, non possiamo perdere e non possiamo sprecarla con interventi vecchi come l'inceneritore di Fusina. Dobbiamo, invece, sfruttare quelle risorse come un volano di crescita, per una reale transizione green della nostra economia che metta al centro la salute e l'ambiente. Bisogna saper guardare al futuro, in definitiva, per il bene dei veneti. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Il DEFR è un argomento e un documento molto importante che noi tutti abbiamo il dovere di analizzare, verificare e soprattutto è un atto politico, uno dei più importanti che abbiamo all'interno dell'intera legislatura ed è nostro dovere valutarlo, valutarlo bene perché io nell'esaminarlo ho trovato e verificato che manca comunque di coraggio: è ordinario e quindi interverremo soprattutto su determinati argomenti.
Da un certo punto di vista io credo che la parola fondamentale sia prevenzione. Guardate, negli ultimi due anni i cittadini della Regione Veneto hanno speso circa 340 milioni di euro di tasca propria per quanto riguarda le visite ad esempio specialistiche, nel senso che sapevamo già nel pre Covid che le liste d'attesa erano lunghissime, tanto che il servizio pubblico non riusciva sicuramente a garantire quelle che erano le visite all'interno dei termini prescritti dal medico di base e quindi i cittadini stessi hanno dovuto pagare le visite private e sborsare queste somme molto rilevanti. Da un certo punto di vista mi chiedo se non sia necessario - e lo ritengo opportuno - intervenire per il post Covid soprattutto quando avremo non solo quello che era il pre Covid ma anche tutte le sospensioni fatte in questo periodo. Le emergenze, che di fatto son state in parte ottemperate, ma di fatto l'ordinarietà è stata completamente spostata a dopo, quindi fra qualche mese avremo un'ulteriore emergenza. Io credo che in questo momento avremmo dovuto quantomeno tener presente quello che abbiamo notato tutti in questo periodo: la carenza di personale e di specialisti. Sulla base di questo la Regione deve assolutamente prender atto e intervenire su questo fronte, aumentando quindi personale medico, non solo all'interno ospedaliero, ma anche proprio di specialisti, in modo tale da poter ottemperare alle esigenze che avremo nel dopo Covid. Non solo per eliminare le tante attese che abbiamo nelle visite, ma anche per cercare di recuperare e fare questa prevenzione per cui un'eccellenza, una sanità di eccellenza deve assolutamente fare.
Anche perché se noi interveniamo sulla prevenzione sappiamo perfettamente che evitiamo la cura, quindi se otteniamo quantomeno un investimento sicuramente rilevante, nel medio e lungo termine, è un ritorno economico.
Per quanto riguarda poi sempre la missione relativa alla sanità, la parola che io non ho visto è quello della salute mentale: noi abbiamo circa 100.000 cittadini nel Veneto che sono affetti da malattie mentali o da disagio mentale, non sempre sfociato in una disabilità, ma comunque sono dei percorsi che queste persone stanno facendo. Il Veneto è una delle Regioni che investe meno per quanto riguarda la salute mentale. Sicuramente nel post Covid troveremo anche questa difficoltà, aumentata tra l'altro nel numero dei cittadini che avranno bisogno di percorsi di tal genere, per cui dovremmo assolutamente intervenire con questo bilancio, io credo, nell'investire ancora di più per quanto riguarda proprio la salute mentale.
Poi tra l'altro nella nostra Regione Veneto siamo carenti e non abbiamo assolutamente ad esempio dei reparti psichiatrici per ragazzini, nel senso che se uno di 15 o 16 anni ha uno scompenso, anche occasionale, che magari può essere sicuramente risolto nell'arco di qualche giorno e questo succede spesso e spesso lo troviamo magari anche nei tentativi di suicidio che nell'età dell'adolescenza hanno alcuni o negli scompensi che possono esserci dovuti magari a un disagio momentaneo, vengono ricoverati ovviamente non in Pediatria perché la Pediatria non li accoglie, ma vengono ricoverati nelle strutture per adulti, con dei ritorni negativi perché i ragazzini rimangono anche all'interno per 1, 2, 3 settimane, a volte un mese. Ovviamente all'uscita da queste - raccontano le famiglie ma anche gli stessi medici di base - spesso non solo non curano, ma magari peggiorano perché l'ambiente non è sicuramente a loro confacente.
Per cui credo che un'eccellenza del Veneto, come è a portata del Veneto, dove abbiamo sicuramente la ricchezza economica e anche dovremmo averla, quantomeno culturale, dobbiamo puntare anche su una dignità della malattia e soprattutto della cura e quindi intervenire anche con questi settori che altre Regioni hanno fatto e potrebbe essere sicuramente un vanto per la Regione Veneto intervenire per queste disabilità che devono essere anche introdotti all'interno del mondo del lavoro, che attualmente è carente per loro e quindi dovremmo accompagnarli anche. Investendo su che cosa? Investendo sul personale anche e quindi in psichiatria mancano tanti psichiatri, soprattutto a livello territoriale: nei Distretti mancano psicologi, mancano educatori. Per loro dovremmo e soprattutto anche per l'età giovane, in modo tale da curarli e non solo da accompagnarli...

PRESIDENTE

Collega Formaggio, la mascherina, per cortesia.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

...dovremmo preparare per loro degli interventi anche territoriali maggiori, quindi assumere anche in questo caso.
Dopodiché, le strutture ospedaliere e sanitarie. Credo che l'eccellenza passi anche dalla bellezza e tante volte, magari, la qualità della struttura ne alza il livello di qualità. Quindi dobbiamo mettere a disposizione delle somme per la ristrutturazione in modo tale che ci siano strutture riqualificate, quindi in grado di accogliere dignitosamente, ovviamente, i pazienti che verranno ospitati per la cura.
Nel DEFR, tra l'altro, vedo pochi investimenti, pochi indirizzi soprattutto per quanto riguarda i giovani. Noi dobbiamo intervenire anche con loro, perché tanti giovani, soprattutto negli ultimi anni, vanno via dal Veneto. Perché? Perché lo trovano poco attrattivo sotto l'aspetto lavorativo e sotto l'aspetto anche sociale. Lavorativo perché? Perché di fatto nella Regione Veneto sappiamo che una buona parte della percentuale dei giovani non svolge il lavoro per cui ha studiato. Per cui, dobbiamo assolutamente investire - e lo dirò finché non lo faremo - su quello che è l'orientamento, quello che, ovviamente, indirizza il ragazzo a scegliere il percorso scolastico corretto o adeguato alle sue caratteristiche, alle sue doti. Solo così potremo, magari, creare anche quella attrattività che oggi manca, perché se è vero che cinque su dieci non fanno il percorso per cui hanno studiato, è altrettanto vero che fanno fatica ad inserirsi anche nel mondo del lavoro. Quindi, dobbiamo tornare ad investire.
Non solo, dobbiamo fare in modo che rimangano qua, quindi, anche il lavoro professionale: investire tantissimo sui corsi professionali. Negli ultimi anni non lo abbiamo fatto: tante scuole sono chiuse, tante specializzazioni non ci sono più. Credo, invece, che dobbiamo assolutamente investire molto, molto di più su questi settori, perché non tutti i ragazzi fanno licei o istituti per cui servono magari i cinque e poi il post diploma. Quindi i percorsi professionali sono fondamentali per cercare di inserire ogni ragazzo, in base alle proprie doti, alle proprie capacità, nella scuola che a lui si adegua e si addice di più. Questo perché? Perché automaticamente, dopo avremo un ragazzo che quantomeno è soddisfatto di quello che ha fatto e potrà trovare quella attrattività all'interno del mondo del lavoro per cui ha seguito il percorso e, quindi, rimanere anche nel Veneto. Sono cose semplici, però bisogna ovviamente cercare di percorrerle, di inserire delle somme di denaro e soprattutto di supportarle con progetti.
La sicurezza. Guardate, io ho sempre puntato sulla sicurezza, che non è solo di tipo di Polizia giudiziaria o, quantomeno, di autorità, ma è anche la sicurezza sociale. La sicurezza sociale è fondamentale. Quindi la prevenzione non va solo sull'aspetto sanitario, ma anche sull'aspetto sociale. Dove si investe sotto l'aspetto sociale e si cerca di eliminare quello che è il disagio, automaticamente nel percorso degli anni avremo anche una diminuzione di quelli che sono i reati. Le due sicurezze sono parallele, ma sono entrambe importanti.
Sul sociale bisogna investire tantissimo: eliminare le sacche di povertà, intervenire su chi ha bisogno, intervenire sulle famiglie che non ce la fanno e quindi investire somme di denaro, ma non solo, bisogna avere anche una predisposizione e, ovviamente, un organigramma che sia in grado anche di fare questo, quindi aumentando quello che è il numero degli educatori e aumentando quello che è il numero degli assistenti sociali, psicologi, supportare gli Enti locali che, di fatto, conoscono i territori en quindi sanno dove incidere e intervenire.
Ma la sicurezza sociale non passa solo dall'intervento personale, passa anche dai luoghi, quindi, intervenire anche in quelle che sono le periferie è fondamentale. Ricreare quella bellezza, riqualificare i luoghi all'interno delle periferie, riportare i negozi in vita nelle periferie o nei paesi, che magari si sono spopolati per quanto riguarda le attività commerciali, è fondamentale, perché crea relazione, crea qualità di vita e soprattutto servizi. Anche la riqualificazione urbana evita anche il disagio, perché è fondamentale: dove c'è bellezza automaticamente c'è una minore incidenza di quella che è l'illegalità. Quindi, bisogna intervenire qua.
C'era un progetto che veniva riqualificato e soprattutto qualificato, ma non solo, finanziato anni fa dalla Regione Veneto, che era quello dei centri commerciali naturali. È un progetto che, secondo me, bisogna riportare in vita, perché è fondamentale: significa creare centri commerciali all'interno dei paesi, evitando gli spopolamenti dal paese verso l'esterno. Noi dobbiamo assolutamente mettere in condizione l'Ente locale e i paesi di avere la possibilità di riqualificare i loro centri, di riportare in vita quelli che erano i negozi di vicinato, di fare in modo che i servizi siano all'interno del paese. Se noi portiamo fuori dai paesi i servizi automaticamente non c'è relazione, automaticamente non c'è attività sociale e, quindi, si interrompe quella catena fondamentale di vita e di qualità di vita che è importante per quanto riguarda la crescita delle persone e delle famiglie della società ed è lì che si instaura il meccanismo dell'illegalità e che si evita con queste catene. Quindi dare incentivi agli Enti locali sicuramente, ma soprattutto anche alle persone per riportare in vita quelli che sono appunto i centri spopolati del nostro Veneto.
Un altro percorso che dovremmo incidere, che è sul DEFR ed è fondamentale, ma su cui dobbiamo investire anche delle somme è la natalità: noi abbiamo un problema nel Veneto che è appunto la denatalità e quindi come dobbiamo fare per contrastare questo ritmo che sappiamo perfettamente a che conseguenze porterà. Noi abbiamo un aumento dell'età esponenziale che ci vedrà, nell'arco di vent'anni, a diminuire quella che è l'età giovanile in modo drastico con tutte le conseguenze economiche e sociali che avremo e che non sto qua a dire perché le conosciamo.
La natalità va supportata con quelli che sono i servizi gratuiti 0-6 anni: noi dobbiamo mettere nelle condizioni le famiglie di poter avere dei figli, indipendentemente dalla loro condizione economica. Gratuiti perché? Perché il figlio, perché il bambino che nasce deve essere preso in carico dalla società e dalla comunità, non può essere solo un carico, problema, una gioia ovviamente, della famiglia, ma è una questione collettiva e di comunità e quindi ci dobbiamo far carico di loro, mettendo gratuiti i servizi 0-6 anni, dando alle famiglie degli incentivi. Noi sappiamo che il Governo è intervenuto con l'assegno unico, che è una cosa fondamentale: dovrà il Governo assolutamente anche intervenire per quanto riguarda l'aumento e la parità del congedo per entrambi i genitori. Soprattutto la Regione può investire tantissimo sui servizi, aumentando anche il numero di posti delle scuole materne e nei servizi ma soprattutto rendendoli gratuiti, dando ai giovani anche una casa popolare o quantomeno a costo agevolato e intervenire nei canoni di locazione. Il reddito sappiamo che è sempre più precario, sappiamo che spesso è a termine, sappiamo che non è a volte adeguato per avere una famiglia con tutti i costi che dobbiamo sostenere mensilmente. Per cui li dobbiamo assolutamente aiutare.
Un altro intervento dovrà essere quello della SPISAL. Anche qua la prevenzione, che è una parola magica che va usata in tutti i settori: dobbiamo avere un ritorno quantomeno economico ma anche sociale importante. Qua evitiamo la morte delle persone: sappiamo che è un problema fondamentale per il Veneto e lo SPISAL sta attendendo da tempo l'aumento di personale; dobbiamo assolutamente intervenire con assunzione di tecnici, di operatori, di ingegneri, in modo tale da evitare attraverso i controlli quelli che sono appunto i rischi di morte o quantomeno di infortuni a danno del mondo del lavoro.
Un altro intervento fondamentale a mio parere, ma a parere del Gruppo, è quello di vaccini: noi abbiamo visto in questo periodo di pandemia quanto sono importanti. Siamo sempre stati nel rischio del sotto soglia o quantomeno di non avere l'immunità di gregge, che noi dobbiamo assolutamente ottenere e quindi la Regione deve metterli e proporremo di metterli gratuitamente in modo tale che non ci siano dubbi sul fatto dell'aumento del numero di chi se ne avvale e anche all'interno delle strutture, per gli operatori sanitari, dove il numero di vaccinati spesso non è altissimo. Quindi bisogna cercare di aumentare in modo tale da dismettere il meno possibile quelle che sono le malattie trasmissibili ovviamente agli anziani, ai bambini e negli ospedali. Grazie.
 
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
 

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Un'informazione di servizio prima di cedere la parola al collega Montanariello. Siccome prima qualcuno me l'ha chiesto, voglio chiarire che le spese elettorali di tutti i candidati, gli eletti e non, devono, entro tre mesi dall'elezione, presentarle alla Corte dei Conti, al Collegio regionale di Garanzia elettorale... la Corte d'Appello, scusami, la Corte d'Appello. Quindi entro il 20 di dicembre vanno depositate.
Per quanto riguarda il Consiglio regionale sono tre mesi dalla proclamazione, quindi la data è il 7 di gennaio, ma visto che li depositiamo alla Corte d'Appello, fatelo contestualmente anche in Consiglio regionale che così poi da gennaio, quando si rientrerà, potranno avere... perché noi dobbiamo dare pubblicità anche delle nostre spese elettorali, quindi l'ufficio dovrà elaborare questi dati. La data è il 20 di dicembre alla Corte d'Appello. Mi raccomando non facciamo confusione e il consiglio è: presentatele entrambe entro il 20 dicembre.
Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Innanzitutto vorrei cominciare con alcune considerazioni di carattere metodologico. Non solo discutiamo di un provvedimento nei fatti già superato dal punto successivo, ma anche lo stesso punto successivo, di cui discuteremo dopo, è stato liquidato, in molti dei suoi passaggi, senza ulteriori confronti.
È decisamente insufficiente come modalità – soprattutto mi riferisco a quando ci sono state le audizioni – per corrette relazioni tra i soggetti componenti del tavolo di concertazione e per un confronto di merito vero e sostanziale. Le maggiori criticità, a nostro avviso, sono che è indispensabile una forte coerenza tra le analisi del contesto economico e sociale, le priorità individuate e le misure programmate. Troppo spesso, infatti, agli obiettivi strategici non corrispondono impegni, risorse e interventi adeguati nella definizione dei programmi e degli obiettivi operativi nelle missioni. Alcuni esempi li faceva prima la collega Guarda, quando diceva che in alcune parti delle missioni si vuol dare spazio ad alcuni tipi di iniziative, di politiche, che alla fine non corrispondono a capitoli di bilancio necessari perché essi vengano portati avanti.
Diventa prioritaria l'attivazione di un sistema di monitoraggio e controllo dinamico e periodico rispetto a quelli che sono gli avanzamenti delle attività programmatiche e i risultati che si spera di ottenere, in modo da evitare che la teoria resti teoria e non si crei un cortocircuito tra quella che diventa una descrizione ripetitiva annuale di obiettivi formali e quelli che sono gli obiettivi che veramente si tenta di perseguire.
Molto spesso, guardate, colleghi, il rischio di questo tipo di documenti programmatici e politici è che si spendano migliaia di pagine in una lunga, importante e anche bella programmazione, però il rischio reale è che dopo a questa, come in alcuni casi abbiamo visto, anche in questo DEFR, non corrispondano, da una parte, investimenti veri per mettere a frutto quelle che sono le volontà politiche e, dall'altra, che ci sia ogni volta non un libro dei sogni, ma un proclamo di intenti, di manifesti nel dire che si vuol fare qualcosa e dopo diventano un po' come nelle Amministrazioni locali i Piani triennali delle opere pubbliche: si scrive sempre quello che si vuol fare, si ripetono ogni anno e restano lì. Io, quindi, credo che dovremmo cercare di fare lo sforzo vero e reale di fare anche un'attività importante di monitoraggio tra quelli che sono gli ottimismi della volontà che spesso vedono seguire il pessimismo della realtà.
Presidente, io non sono Gramsci, purtroppo per voi non avete Gramsci in Aula, provo a imitarlo, però già il fatto che l'abbia nominato ha dato un valore aggiunto a questo documento che stiamo discutendo. Presidente, mi fa piacere che ci sia ancora un po' di sinistra viva in quest'Aula: siamo passati da chi ci dice che andrà a scuola dagli Assessori del PD a chi ricorda Gramsci; Pian pianino a fine legislatura ci chiameremo "compagni", vedrete.
Presidente, io non vorrei dire, però ho detto "compagni" e a Marcato si sono subito illuminati gli occhi. Metta ordine. Sdrammatizziamo un po'.
Colleghi, amici e compagni, continuando il discorso, faccio alcune riflessioni di carattere generale anche sui diversi capitoli del DEFR.
Il quadro generale post lockdown si sta manifestando in tutta la sua drammaticità non solo sotto l'aspetto sociale, ma anche sul versante economico, sul versante occupazionale, sul versante personale. Spesso è bene ricordare, non perché ognuno di noi non lo sa, ma perché è sempre bene ricordarlo, che, quando parliamo di numeri, quando parliamo di posti di lavoro persi, dietro ogni posto di lavoro perso ci sono madri e padri di famiglia che incominciano a grattarsi la testa su come pagare il mutuo a fine mese, dietro ogni posto di lavoro perso si entra a rimettere in discussione la dignità dell'uomo che può essere libero di far studiare i propri figli e dare da mangiare alle proprie famiglie, dietro ogni posto di lavoro perso subentra la disperazione e l'umiliazione dell'essere umano che non è più in grado di far fronte alle esigenze di quelli che sono spesso i suoi affetti più cari, da una parte, e quella che è l'onorabilità stessa del suo percorso di vita messa in discussione quando si trova a non dover, anche fisicamente, più poter pagare quelli che sono gli impegni presi.
La drammaticità della mancanza o della perdita di occupazione non sono solo numeri, sono realtà che si riversano sul reddito familiare, sono realtà che si riversano sulle persone e, guardate, molto spesso con persone che non hanno la forza di reagire o con persone più sfortunate magari di chi vive in una Regione come la nostra dove sotto tanti aspetti riesce ad avere anche un sistema occupazionale diverso e spesso sfociano in tragedia. Per questo io non sono un amante di chi la politica la fa con i numeri, io credo che la politica si faccia con i politici, i politici che si assumono la responsabilità delle scelte che fanno, i politici che mettono cuore, che mettono anima e che mettono anche quella che è la loro esperienza nelle scelte politiche. Per questo io culturalmente sono uno di quelli che rigetta la politica ragionieristica: la politica dei conti la fanno i ragionieri, noi qui siamo uomini eletti dal popolo e all'interno ragionieri non ce ne sono tanti.
C'è stato un calo dei consumi, un calo degli investimenti che genera un disagio sociale crescente all'interno di una generalizzata difficoltà di ripresa. Tutto ciò che noi stiamo vivendo, cari colleghi, oggi è una situazione difficile perché ci troviamo ad affrontare il primo step di questa maledetta pandemia, che è quello di combatterla, che è quello di salvare la vita ai nostri cittadini, che è quello di limitare il contagio, ma arriveranno momenti molto più duri, quando finiranno i sistemi di aiuti e di ammortizzatori sociali e riprenderanno gli sfratti, come diceva qualcuno prima, finiranno i blocchi dei licenziamenti, finirà in qualche modo quella forma di aiuti che dagli Enti a vario titolo arrivano. Lì ci imbatteremo nella vera disperazione sociale, cari colleghi, perché un domani, quando tutto quello che abbiamo appena elencato cesserà di esserci, il problema che causerà disagio e, ahimè, purtroppo, anche situazioni sicuramente drammatiche non sarà più la pandemia, ma saranno anche le situazioni familiari che si verranno a creare: giovani che dovranno smettere di studiare perché i genitori hanno perso il lavoro, giovani coppie che dovranno rinunciare a sposarsi perché non avranno più uno stipendio per farsi il mutuo, operai che dovranno cercare altro da fare, magari non sempre in un'età giovane, rientrando magari in categorie svantaggiate e sensibili che non vuol dire per forza aver qualcosa, ma semplicemente avere cinquant'anni e aver perso il posto di lavoro. In definitiva un quadro preoccupante e incerto che richiede in tutti gli ambiti un ruolo centrale del sistema pubblico attraverso l'attivazione di investimenti e una forte e leale collaborazione tra tutti i livelli istituzionali e di governo per scongiurare una grave crisi strutturale del nostro Paese.
È più che mai necessario costituire le condizioni per una ripresa strutturale e un rilancio positivo delle attività produttive, dei servizi e dei conseguenti livelli occupazionali, perché, guardate, se non si riesce a trovare lo strumento da una parte per rimettere in moto l'economia quando tutto sarà passato e dall'altra per tentare di aiutare quelle imprese e quelle realtà produttive, quel tipo di mondo economico che ancora riesce a reggere, ricordiamoci sempre che un'azienda che chiude per colpa della pandemia non è un'azienda che riaprirà dopo la pandemia, i posti di lavoro che si perdono a causa della pandemia non saranno posti di lavoro che ritorneranno dopo la pandemia, le realtà economiche, anche consolidate, che andranno in difficoltà e cesseranno la loro attività non è un atto scontato e dovuto, anzi sicuramente non succederà in tanti dei casi che dopo la pandemia riprenderanno.
Riprenderà il servizio pubblico, ritornerà il turista, ritornerà la guida turistica, ritornerà l'utente a Venezia, ritornerà il vaporetto, riapriremo quei reparti degli ospedali dove magari l'ordinaria amministrazione è stata un po' rallentata e torneranno i servizi, ma non torneranno tutte quelle realtà private che avranno cessato di esistere, dove spesso alle spalle porteranno, con la loro chiusura, lo scomparire di eccellenze, lo scomparire di tradizioni familiari. Penso alle imprese artigiane: lo scomparire anche di un pezzo di storia e cultura di forma di mestieri. Parlavo proprio l'altro giorno con alcuni artigiani e mi è rimasto un po' impresso che un artigiano diceva che, per questa pandemia, ha avuto un impatto molto violento sul suo lavoro e quindi dovrà in qualche modo cessare l'attività e la sua più grande preoccupazione non era cessare l'attività, ma era che, dopo anni e anni che portava avanti una tradizione familiare, una tradizione di un mestiere, una tradizione di una realtà che ormai era parte consolidata della sua famiglia e del suo mondo, andava a chiudere; e diceva: meno male che non c'è più il mio papà e non vedrà che l'azienda che lui ha costruito dovrà chiudere.
Questa è un'altra faccia di drammaticità della pandemia, è un'altra faccia di quella medaglia dura che ci dovrà vedere, non subito, ma sicuramente tornare a fare i conti con essa. È indispensabile farlo mantenendo e rafforzando le misure di sicurezza e prevenzione e le garanzie fondamentali per la tutela di chi lavora e della cittadinanza tutta.
L'emergenza che viviamo ha reso ancora più evidente il ruolo fondamentale delle strutture e dei servizi pubblici e ha accentuato la necessità di un loro adeguato e strutturale potenziamento. Mi viene in mente la sanità: per quanti anni abbiamo assistito alla narrazione che i servizi pubblici sono spesso fatti da aziende carrozzone da efficientare nel nome dello spazio al privato? Anche sull'esempio della stessa Lombardia, pensare che dove arriva il privato costa meno, si fa prima e si fa meglio. Oggi la sanità per prima ci sta insegnando che è il pubblico a essere in prima linea per combattere questa pandemia. Sì, c'è il privato, dove viene chiesto, però stiamo imparando che dove, da una parte, le strutture private chiudono e si mettono alla bonaccia, dall'altra parte ci sono le strutture pubbliche, con i loro medici, infermieri, con il loro personale, che continuano a combattere, che continuano a far fronte a una carenza spesso cronica e strutturale di mancanza di personale, che continuano a fare la missione per cui hanno studiato una vita.
Quindi in questo momento, io sono anche per dirci che deve essere, per la politica, anche il momento delle riflessioni, deve essere anche il momento per cominciare a pensare cosa tutti noi, senza accusa alcuna, in questi anni abbiamo pensato che fosse giusto, che fossero tipi di politiche sagge e oggi vediamo che viene a mancare. Lo stesso vale per i servizi pubblici: vediamo quanto presto in alcune realtà le aziende di trasporto private sono saltate, lasciando dei territori scollegati. Alla fine ci sono alcuni tipi di servizi al cittadino che io credo e noi crediamo che debbano restare pubblici, debbano avere un aiuto pubblico e si debba, da una parte, valorizzare quelle attività pubbliche che lavorano bene e, dall'altra, quando uno lavora male, anche avere il coraggio di dire che non deve andare avanti o che va messo mano.
Ci convince la decisione di fare stime sul breve periodo 2020-2021, consapevoli che nessuno oggi è in grado di fare proiezioni attendibili oltre questo periodo temporale. Nessuno poteva prevedere a gennaio di quest'anno come sarebbe stato ad aprile; a giugno pensavamo fosse finito e nessuno avrebbe immaginato che saremmo arrivati a dicembre messi peggio di quel marzo che a gennaio non immaginavamo. Quindi, anche su questo è difficile anche per chi deve programmare il fatto di programmare e progettare ad ampio respiro, quindi, bene anche il fatto che si provi a fare una programmazione, sì, da una parte lungimirante, dall'altra però con cognizione di causa, che ci porta a dire che le stime a lungo periodo forse non sono le migliori in questo frangente.
In una situazione che stava ancora scontando gli effetti della crisi economica 2008-2012, c'è il rischio concreto che i pesanti impatti previsti sul PIL veneto, causati in misura maggiore dal calo dell'export e del settore turistico, determinino una crisi strutturale e una fase fortemente recessiva. Tutti quanti ricordiamo fino a due-tre anni fa che si cominciava a gioire in tante realtà del fatto che si era superato il momento di crisi, gli impatti negativi che si avevano avuti, le imprese cominciavano a rimettersi in moto, una parte di economia fatta di export ormai era diventata consolidata, alcuni circuiti turistici ormai erano valore acquisito per il nostro territorio. Ricordiamoci che, al di là di quella finestra, dove oggi ci sono aziende che lasciano a casa lavoratori e in alcuni casi anche senza ammortizzatori sociali e situazioni drammatiche dove per strada non si vede un'anima viva neanche per consumare un caffè, fino a un anno e mezzo fa lì in quella stessa realtà si parlava di chiudere la città, si parlava di mettere i tornelli, anzi, hanno anche tentato di metterli, si parlava di contingentare le presenze a Venezia, si parlava di mettere un ticket nelle bocche d'accesso a Venezia, a Punta Sabbioni, a Chioggia. Guardi, Assessore, se lo fanno adesso, credo che sia difficile anche trovare chi vende il ticket.
Quindi siamo passati in una situazione purtroppo fortemente drammatica e, guardate, io non sono uno di quelli che va contro il contingentare il flusso turistico, io sono uno di quelli che dice che Venezia deve avere un turismo più alto e più di qualità, io sono uno di quelli che sostiene che, ahimè, purtroppo una città come Venezia non può permettersi quel turismo giornaliero mordi e fuggi, che spesso è un aggravio sulle casse economiche della collettività per quello che in qualche modo è il costo della sua visita all'interno della città, per corrispondere dopo a un guadagno pari a zero.
Io lavoro nel turismo e Venezia è un patrimonio che deve essere aperto a tutti, però se si trova un giusto equilibrio, forse si riesce anche a non far gravare sulle tasche della cittadinanza intera quello che è il costo di tutto quello che abbiamo appena elencato, ma non per questo i tornelli possono essere la soluzione. Io sono di un altro parere: io sono del parere che, quando noi andiamo in giro per il mondo ci sono delle località dove paghiamo e chi vuole andare sa che hanno un costo, quello sia il modo migliore di fare una selezione naturale del turismo, senza mettere i recinti e i tornelli che non si mettono più nemmeno negli allevamenti intensivi per decidere chi vive e chi muore a fine giornata.
Detto questo, che era una piccola parentesi, vedo l'Assessore al Bilancio che so che è anche parte del mondo del turismo e quindi, Assessore, avremmo mai immaginato noi un anno fa, un anno e mezzo fa, mentre si parlava di limitare la gente che veniva nella nostra città, nelle nostre spiagge, nelle montagne, di far pagare dieci euro se vogliono venire, di chiudere il tornello, andare con i Comuni delle Amministrazioni locali limitrofi a trovare posti dove mettere il gabbiotto per la tassa di arrivo, che oggi probabilmente dovremmo noi andare da loro – ed è un'ironia ma forse neanche tanto per dire – e dire che diamo loro 10 euro se vengono da noi, non la facciamo pagare più, ma la diamo. Infatti, tra le varie misure messe in campo dal Governo, c'è anche quella di incentivare in qualche modo le vacanze perché la situazione è talmente critica che è saltato anche lì un sistema.
Guardate, noi abbiamo avuto un paio di esempi fuori la porta, fuori la finestra che abbiamo appena elencato anche in maniera ironica, però alla fine questa crisi sta determinando veramente forse una rottura insanabile con un pezzo di quel PIL veneto che forse non si riprenderà più, perché io mi pongo una domanda: domani finisce la pandemia – speriamo subito – avremo i servizi per ritornare a fare turismo, Assessore? Quanti di quegli alberghi riusciranno a riaprire, quanti di quei ristoranti riusciranno ad aprire, quante di quelle cicchetterie di giovani che si indebitavano per un'esperienza imprenditoriale riusciranno ad aprire? Quante aziende di servizio pubblico avranno ancora retto e non parliamo solamente di quelle pubbliche, ma di chi fa servizio pubblico con aziende private, chi ti porta in giro per la laguna a fare viaggi, chi ti porta in giro per i colli a fare le escursioni.
Quindi la situazione è davvero drammatica sotto quell'aspetto lì e per intervenire in questa situazione bisogna stimolare e incrementare la domanda interna, la crescita dimensionale, la capacità competitiva delle imprese Veneto, puntando sugli investimenti, sulla qualità e sulla specializzazione. In altre parole, non si può sperare solo in una rapida ripresa dell'export, come unica ancora di salvezza dell'economia veneta, l'economia veneta anche altro oltre all'export. Il sistema delle Autonomie locali è stretto tra le maggiori uscite le minori entrate in conseguenza del Covid-19 e la necessità imprescindibile di intervenire al ripiano degli sforamenti dei bilanci 2020/2021 è fondamentale e deve essere l'impegno di tutti i livelli istituzionali e deve essere volontà politica senza colore di tutti, perché, se salta il sistema delle Amministrazioni locali, vuol dire che salta il sistema Paese, vuol dire che salta il sistema servizi, vuol dire che salta il sistema sociale, vuol dire che salta il sistema territorio. Quindi noi all'interno delle nostre logiche politiche dovremmo anche pensare a tutte quelle realtà locali che combattono per mettere insieme nei bilanci del Comune il pranzo con la cena.
Comunque, cari colleghi, noi scherziamo però è vero che tanti qui dentro siamo amministratori locali e sappiamo benissimo le difficoltà.
Guarda, lo prendo come un complimento perché ti ritengo troppo intelligente per pensare che fosse una battuta al ribasso, ti farei un complimento opposto.
Quindi vedo tanti colleghi amministratori locali e non su un'altra riflessione su quanto siamo in difficoltà anche nei nostri Comuni nel fare i bilanci, perché se qui in Regione, grazie a un sistema che in qualche modo può avere visioni politiche diverse ma comunque dà un minimo ancora di manovra e di margine, a livello di Amministrazioni locali si parla di aziende pubbliche che non sanno più neanche da dove prendere i soldi per far ripartire i servizi minimi. Ripeto – e tutti voi sicuramente lo sapete più di me, vista l'esperienza che tanti di voi hanno nelle Amministrazioni locali – che diventa importante anche cominciare a ricordare e a farci carico di quelle singole realtà che non riescono più a chiudere i bilanci e che in questo momento sforano spesso per dare quella sopravvivenza amministrativa di cui c'è bisogno.
È per questo che io spero che il Governo centrale, spero che l'Europa e spero che anche la nostra Regione cerchino di farsi carico tutti insieme, ripeto, senza distinzione di colore e volontà politica, di quello che può essere un vero piano di rimpinguamento, là dove bisognerà ripianare gli sforamenti degli enti locali.
Si continua a valorizzare la scelta politica di non incrementare la pressione fiscale e si ripropone la decisione di non aumentare l'addizionale IRPEF, invece personalmente credo, anche in virtù di qualche intervento e qualche dato numerico che ha detto prima chi mi ha preceduto, che in una situazione di crescente disagio economico e sociale, in realtà, questa scelta sia fortemente iniqua verso le fasce di reddito più basso o a rischio di esclusione sociale.
Una volta, parlando di IRPEF, abbiamo sentito "tassa e spendi", ma non è così: anche io sotto tanti aspetti sono contrario, anche io non sono d'accordo sulla patrimoniale, perché andrebbe a colpire chi già ha un patrimonio e lo ha pagato una volta allo Stato, una volta alla banca con gli interessi e magari un'altra volta in maniera indiretta, tra notaio, bollette e allacciamenti. Però, in un momento difficile come questo, non possiamo non prenderci seriamente nel dire che chi guadagna delle cifre importanti può mettere, per un periodo di un anno, di due, finché dura il Covid, 30-40-50 euro al mese: io credo che sia non facile, perché quando chiedi a una persona anche un euro di tasse, è difficile politicamente ed è anche, a volte, difficile per chi lo paga, perché mentalmente non è una cosa che ti viene spontanea.
Però se noi pensiamo che c'è chi guadagna anche più di 100.000 euro l'anno, possiamo chiedere 200-300 euro all'anno per evitare che tutto quel sistema difficile che verrà avanti possa in qualche modo essere anche aiutato da questa forma, che non chiamo neanche "tassazione", ma di partecipazione sociale di condivisione tra chi ha di più e chi ha di meno. Io non mi scandalizzerei se guadagnassi 100.000-150.000 euro l'anno a pagare 30-40 euro al mese, anzi, se vedo che quei soldi dopo non sono spesi male, ma sono spesi bene, cosa che sicuramente una Regione come la nostra saprebbe fare, sarei anche contento, perché sono andati a finire nelle tasche giuste.
Anche su questo bisogna eliminare il retropensiero culturale che ogni volta che si parla di una forma di contributo da parte chi ha di più, ci sia una sinistra che propone di spendere, ci sia qualcuno che vuole tassare i ricchi: no, è una situazione drammatica e di crisi e ripeto che io non mi scandalizzo se sotto alcuni aspetti chi ha di più, per un lasso temporale emergenziale, aiuti chi ha di meno, soprattutto in una Regione come questa che spesso ha dimostrato di saper fare virtù delle proprie risorse e, quindi, non sarebbero soldi pagati per nulla, ma magari andrebbero all'interno anche di un meccanismo che vedrebbe il nostro vicino di casa forse evitare di piangere la sera perché non riesce a pagare la scuola al figlio, ma magari avrebbe un aiuto che lo aiuterebbe anche moralmente a essere più lucido per affrontare questa crisi e rifarsi una vita dopo la pandemia, qualora fosse stato uno di quelle persone sfortunate a perdere il posto di lavoro.
Riteniamo che sia necessaria nella fase emergenziale anche una riflessione sulla complessità e le difficoltà della situazione sanitaria, economica e sociale, che non possiamo non avere e non possiamo non pensare a un coordinamento o, peggio ancora, a un rapporto conflittuale tra i diversi livelli istituzionali. È un po' quello che dicevo prima quando si parlava dei bilanci degli Enti locali: occorre trovare quelle formule di coordinamento tra i vari livelli istituzionali per salvare anche i nostri Comuni, soprattutto in una regione come il Veneto che ha molti più Comuni di altre Regioni in termini proprio di Ente istituzionale, quindi, diventerebbe importante anche dare un segnale.
La fase più acuta della gestione sanitaria ci ha ribadito come nessuno si salva da solo. Poiché le Amministrazioni locali sono il livello di maggiore prossimità con la popolazione residente, va rafforzata e valorizzata la loro capacità di gestire, organizzare ed erogare l'attività amministrativa e i servizi pubblici, evitando qualsiasi forma di nuovi centralismi regionali. Non bisogna alimentare le divisioni e bisogna smettere di utilizzare l'autonomia come alibi e panacea per tutti i mali. La Regione si impegni a fare il suo con le tante titolarità di cui dispone.
Basta pensare alla parziale attuazione del Piano socio sanitario o al ritardo nel Piano dei trasporti per vedere come l'autonomia, anche lì dove c'è, spesso non diventa la soluzione, se dall'altra parte può diventare uno stimolo.
Il settore della cultura ha pagato un prezzo altissimo con il Covid-19 e allora si usi questa involuta, ma purtroppo esistente occasione e opportunità per ripensare agli strumenti per valorizzare al massimo le priorità e per valorizzare l'immenso patrimonio veneto di bellezza, arte e cultura: bisogna promuovere proposte culturali e turistiche, con progetti che coinvolgano tutto il territorio regionale.
Il nuovo Piano regionale dei trasporti arriva solo dopo una lunga assenza programmatoria e, nonostante ciò, non si assume l'obiettivo strategico di passare dal trasporto di quote significative di persone e merci dalla gomma al ferro, dalla strada alla ferrovia; nelle zone a bassa domanda si sta passando ad una logica economista del trasporto pubblico locale e basta pensare dove c'è l'incentivazione di quella forma di servizi a chiamata, che vuol dire che se, hai bisogno di un mezzo che ti viene a prendere e ti porta da qualche parte, c'è un numero che chiami e ti viene a prendere: questo vuol dire ridurre la possibilità di avere un servizio pubblico locale. Guardate, sotto alcuni aspetti posso dirvi che anche nella città da dove io provengo, che è il sesto Comune del Veneto e quindi non proprio una città di piccola dimensione, questo sta accadendo perché lì dove questa crisi ha cominciato a impattare e a gestire una linea che una volta era pubblica c'è un privato, c'è stata una riduzione di servizi, c'è stata una riduzione di fermate, c'è stata una riduzione di capillarità in un territorio dove non c'è neanche la ferrovia, dove non ci sono altri vettori, nonostante il più grande dato di quel territorio, quindi di Chioggia, sia il pendolarismo nei confronti di Venezia e Padova.
Esiste solo una strada che si chiama Romea, non c'è una ferrovia se non per Rovigo, non ci sono altre forme di collegamento e l'unica linea che porta 5.000 pendolari al giorno da Chioggia a Venezia e Padova, spesso per dare quelli che sono anche i servizi pubblici essenziali come sanità o trasporto, è privatizzata e molto spesso – oggi sentivo l'ultima – la corsa ultima che da Venezia tornava a Chioggia è stata soppressa. Questo vuol dire che se tu sei un operaio che lavori a Venezia, devi usare la tua giornata per pagarti il parcheggio perché è stato soppresso anche quel tipo di servizio.
Così si mette a rischio il diritto alla mobilità, bisogna lavorare di più sulla mobilità sostenibile e sull'interconnessione degli assi viari e di trasporto, forzare sulla mobilità sostenibile, accelerare l'ammodernamento dei parchi mezzi pubblici e privati, aumentare i collegamenti aeroportuali (vedi Verona quanto necessità di questo); si indica come obiettivo strategico il sostegno, però senza indicare le azioni conseguenti e le risorse impegnate. Quindi anche qui si indica una priorità da voler fare, però dall'altra parte non si capisce questa priorità con quali azioni la si vuole fare e con quali risorse economiche la si vuole portare avanti. Bisogna difendere e rilanciare la vocazione manufatturiera ed industriale del Veneto e non so se state seguendo questi giorni come tutta l'industria del mondo del calzolaiato stia andando in crisi, di come lo stesso tipo di settore che ci vedeva leader nell'esportazione nel manufatturiero stia andando in crisi, senza forme ben precise di tutela per salvare quel tipo di impresa, quel tipo di tradizione e quel pezzo di cultura del nostro territorio.
Bisogna difendere e rilanciare, quindi, cari colleghi, tutta quella che è la vocazione manufatturiera del nostro territorio con l'investimento di progetti di intervento pubblico. Allora, serve continuità nel sostegno al reddito occupazionale e dell'impresa e questa bisogna usarla come un'occasione per preparare un riposizionamento strategico per una maggiore sostenibilità dell'offerta.
Vorrei chiudere con due piccole riflessioni rifacendomi a quello che è stato un intervento che l'altra volta abbiamo fatto in Aula, quando si parlava dell'assestamento di bilancio; purtroppo non ci sono, Assessore, critiche perché nessuno è bravo in questi momenti, ognuno di noi fa la sua parte, dice quelle che sono le sue idee e l'occasione di un documento così importante anche per essere in maniera antipatica e lunga protagonisti nel dire come la pensiamo, però, guardi, partendo proprio dal fatto che nessuno è bravo e nessuno ha la soluzione in tasca, chiunque governa è bravo quando la indovina ed è meno bravo quando va male.
Io credo che, però, un grande sforzo dovremmo farlo tutti insieme, maggioranza, minoranza, Regione, Comuni, Governo, ed è il grande sforzo di cominciare a pensare che quello che è successo finora e a cui siamo abituati ora non può più essere, non si può più pensare di fare i bilanci in termini ragionieristici, non si può più pensare di fare bilanci su spartizioni di capitoli in base all'assessorato, in base al peso specifico, in base a una ricomposizione di un equilibrio politico; non si può più pensare che tutto ciò che noi finora abbiamo conosciuto possa continuare a essere così, perché io credo questo sia il momento di cui bisogna avere il coraggio di fare grandi scelte, bisogna avere il coraggio di mischiare le carte, bisogna avere il coraggio di dire che su tante cose bisogna cominciare a ragionare diversamente.
Guardi, Assessore, probabilmente non sarà neanche il caso specifico di questo emiciclo, però finora la politica continua a ragionare in termini tradizionali, quando invece il popolo si aspetta dalla politica un colpo di reni nel ripensare anche la stessa politica in maniera diversa, nel rimescolare le carte, nell'avere il coraggio di dire che tante cose che fino a ieri potevano essere in un modo, oggi non possono più essere così e devono essere diverse.
Non so se ho detto tutto, forse mi sono scordato qualcosa, ma magari ci sarà un'altra occasione per intervenire e aggiungere qualche pezzettino che, nell'emozione, mi sono scordato di trasmettere. Sicuramente il momento è complesso e la voglia di dare un contributo a questo importante documento ci porta anche a essere lunghi, ma sicuramente non lunghi in maniera ostruzionistica, ma in maniera propositiva e costruttiva, cercando con umiltà di dire quello che pensiamo, sapendo che probabilmente non sarà utile, ma potrà essere ascoltato e ho visto un emiciclo attento e interessato a tutti gli interventi che ci sono stati.
Quindi credo che questo importante contributo che stiamo dando alla discussione possa essere un passo avanti per metterci tutti insieme e cominciare a fare, come abbiamo fatto prima, quando si parlava di Pieve di Soligo, un ragionamento trasversale su quelle che sono le cose importanti per il nostro Veneto, se vogliamo che continui ad essere bello, eccellente ed efficiente, come siamo abituati a vederlo, anche se ogni tanto ci sarebbe da sottolineare qualcosa. Però guardiamo le cose positive: è sempre bene lavorare per fare e non per distruggere, è sempre bene lavorare per attivare azioni positive e non per criticare.
Non è un momento facile, non invidio i membri della Giunta in questo momento, che si dovranno trovare di fronte a delle richieste legittime che vengono dall'Aula e dovranno mettere in campo delle scelte politiche, però credo che una profonda riflessione e una legittima suspicione ognuno di noi dovrebbe prendersela per cercare di mettere il massimo.
Vi ringrazio. Chiudo e ripeto che non so se ho detto tutto, ma al limite chiederò se si può integrare.

PRESIDENTE

Pessimismo dell'intelligenza e ottimismo della volontà, diceva Gramsci. Lei mi pareva l'avesse detto un po' diversamente. La uso spesso questa.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, però mi dia atto che non ho detto: "Come dice Gramsci".

PRESIDENTE

No, non l'hai detto perché, appunto, hai detto l'esatto contrario.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, la mia è una frase di Montanariello.

PRESIDENTE

Citazione: Jonatan Montanariello.
Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Non è facile intervenire a quest'ora e penso che sarà difficile anche ricevere l'attenzione, però ci provo.
Quando ho iniziato a studiare questo bilancio, il DEFR e tutti i documenti contenuti, il tentativo che ho fatto è stato quello di vedere le persone che stanno fuori da quest'Aula, perché mi sto rendendo conto, visto che è la mia prima esperienza qui, che spesso, a forza di stare qui, a forza di guardare i documenti, a forza di lavorare da legislatori quali siamo e delle persone che cercano di guidare questa Regione, spesso ci dimentichiamo di tutto quello che c'è fuori. Allora, dietro a ogni numero del famoso Allegato 16 o dietro a tutte le proposte che erano contenute nel DEFR, ho provato a vedere le persone che stavano dietro quei numeri e dietro quelle proposte e ho trovato dei grandi assenti, che sono il motivo per cui trovo questo documento insufficiente: prima di tutto i giovani.
Parlo dei giovani, perché credo abbiate letto l'ultimo rapporto Censis, che fa vedere come i giovani, oltre ad altre categorie, che sono quelle di cui parlerò in questo intervento e che sostanzialmente hanno ispirato anche la manovra emendativa che ho fatto, come Il Veneto che Vogliamo, a questo documento, siano interessati da due dati abbastanza preoccupanti: il primo è che il 50,3% dei giovani sta peggio dei loro genitori e lo sappiamo già benissimo, però è importante ribadire questo concetto e portarlo all'attenzione di quest'Aula; l'altro è che il 40% cento dei giovani ha deciso e sta decidendo di non avviare un'attività di impresa perché non si sente sicuro di poter investire in questo momento.
Questi due dati fanno vedere una cosa, secondo me, allarmante, come è allarmante anche che nel nostro DEFR i giovani siano citati pochissimo soprattutto rispetto ad un unico tema, che è quello dello sport, mentre la parte dell'attenzione ai giovani rispetto a come poter rispondere a una lacuna che c'è nella loro capacità di essere occupati e, quindi, di avere un futuro migliore, in questo documento io non l'ho trovata.
Quindi vi riporto, visto che mi piace portare qua anche delle storie di vita quotidiana, che ho avuto la fortuna di parlare con parecchi giovani dai quindici ai diciotto anni all'interno di un focus group che ho fatto, perché sto cercando di progettare una scuola di politica dedicata ai più giovani, usando i soldi, gli emolumenti che ricevo come Consigliera regionale. Quindi, un 20% voglio metterlo lì, sto costruendo questo progetto e ho coinvolto dei giovani dai sedici ai diciotto anni e mi hanno raccontato tre cose. La prima è che sostanzialmente loro pensano che la politica sia distante, perché non riescono a vedere la politica che parla loro di come sarà questo mondo tra 10-15 anni e una cosa che mi ha sconvolto è il fatto che chiedono una progettualità di lungo periodo più di quanto io mi sarei aspettata.
Il secondo punto che mi hanno raccontato è: "A noi non piacciono le ideologie" e per una persona che appunto fa parte di un movimento, una lista civica di centrosinistra questa cosa mi ha fatto riflettere anche su come la parte politica a cui appartengo ha usato questa parola nel corso della storia: non ho visto la richiesta di ideologia ma ho visto la richiesta di idee concrete su cui risolvere delle questioni molto molto puntuali. Io penso che la politica abbia il compito in generale di fare questo e questo documento, che dà tra l'altro la previsione per i prossimi anni ed è un documento per noi importantissimo, non dà risposte concrete proprio a quella parte di popolazione che è la più colpita dalla crisi economica che seguirà la crisi pandemica, cioè la parte più giovane.
Posso chiedere un po' di silenzio? Grazie. Scusi, Presidente, se l'ho chiesto io ma non è facile parlare col brusio.
Poi un'altra cosa che, appunto, manca in questo documento è l'attenzione a una seconda categoria che abbiamo visto essere quella più colpita, che è la parte femminile della popolazione: il 93% delle donne – dice il rapporto Censis – di quelle inoccupate, non cercano nemmeno più lavoro perché non si sentono di avere nessuna possibilità di trovarlo e, anche rispetto a questo, il nostro documento, quindi quello che noi ci accingiamo a fare nei prossimi anni, manca, secondo me, di una presa in carico di un'emergenza che sarà sempre più forte.
Allora, nel lavorare a come migliorare questo documento e quindi anche alle proposte emendative, io mi sono concentrata molto su questi due ambiti, almeno inizialmente, quindi anticipo uno degli emendamenti sul DEFR che ho proposto, come Il Veneto che Vogliamo , prendendo anche il documento, il programma che abbiamo elaborato insieme in questi anni. La Regione Veneto è l'unica Regione del nord-est che ha ancora una soglia ISPE di 39.000 euro, mentre io credo che in questo momento, e non solo io, lo dicono anche degli economisti, aumentarla a 50.000 euro permetterebbe di aumentare la fascia dei beneficiari soprattutto di quelle famiglie che in realtà sono oggi una classe media colpita in maniera forte dalla crisi.
Su questo non abbiamo fatto abbastanza perché, se andiamo a guardare quanti fondi mettiamo sulle borse di studio e quindi per il diritto allo studio, noi abbiamo un fabbisogno molto più alto e mettiamo invece in bilancio solo, diciamo solo, 5 milioni e mezzo, quando in realtà avremmo un fabbisogno di 14 milioni. Questa è una cosa che viene denunciata da tutte le associazioni studentesche indipendentemente dalla parte politica a cui appartengono: in Regione Veneto noi abbiamo un numero di idonei non beneficiari delle borse di studio che deve assolutamente essere sanato. Quindi una priorità che manca all'interno di questo DEFR è il fatto di lavorare in maniera forte a rendere il diritto allo studio un vero diritto all'interno di questa Regione e siamo ancora molto lontani.
Un altro tema che si lega al tema giovanile, che ho inserito anche qui in un emendamento sul DEFR che illustro ora e spiego ora solo perché fa parte del ragionamento più generale, è il fatto che durante la pandemia, avendo appunto dovuto fare didattica on line, si sono resi più forti le diseguaglianze rispetto al fatto che quei giovani che hanno dei disturbi di apprendimento, delle difficoltà di apprendimento ne hanno avuti molto di più facendo didattica on line. C'è una risposta che può essere data rispetto a un lavoro sull'inserimento degli psicologi a scuola, ma anche degli psicologi di base, quindi quelli che lavorano sui territori in collaborazione coi Comuni e con chi ha le unità di strada di questi Comuni, ed è una proposta che secondo me sulla parte sanità e sociale darebbe delle risposte concrete a una fascia di popolazione che, probabilmente, pagherà in futuro non solo la crisi economica, ma anche il fatto di aver perso più di un anno di socializzazione e di attenzione da parte degli istituti scolastici.
Passo poi alle donne, che, come ho detto già prima, sono la seconda categoria più colpita dalla crisi che seguirà la crisi pandemica l'emergenza che stiamo vivendo e qui ripeto una cosa che ho già detto in quest'Aula all'attenzione, cioè l'abbassare le rette degli asili nido. Proporrò e presenterò negli emendamenti che vedremo nei prossimi giorni 2 milioni dedicati ad abbassare le rette degli asili nido, che penso sia una priorità che non ha colore politico e pensando che le donne sono proprio quelle che fanno più fatica a entrare nel mondo del lavoro, soprattutto ora, noi dobbiamo pensare che un investimento forte vada fatto lì e anche su quelle donne che hanno subito violenza a causa del lockdown più di prima e che appunto pensare che l'autonomia di queste donne si erga e arrivi anche attraverso il lavoro è molto molto importante.
Quindi anche negli emendamenti che presenterò c'è il tentativo di dire: guardiamo all'uscita sicura delle donne dai percorsi di supporto post violenza, al fatto che l'inserimento lavorativo sia una delle cose che le aiuta proprio a essere sicure non solo da chi fa violenza contro di loro, ma anche proprio nella società in generale.
Il filo conduttore che ho visto mancare in particolare all'interno di questo DEFR è proprio la risposta in generale a tutte le categorie che saranno colpite dalla crisi economica. Ho visto questo documento un po' come il primo documento che ci è stato presentato il nostro primo giorno, su cui io avevo fatto un discorso molto simile: ho visto un documento che andava bene pre crisi Covid, invece probabilmente noi dovevamo essere capaci di aggiornarlo e di renderlo effettivo rispetto a un mondo che nei prossimi anni sarà diverso da quello che abbiamo visto fino ad ora.
Qui c'è il tema del lavoro precario e cito un dato del CENSIS: 5 milioni di lavoratori precari o lavoratori in nero che questa crisi ha spazzato via e spazzerà via ed è ovvio che ce ne saranno anche in questa regione. Ahimè, tanti di questi sono proprio i lavoratori della cultura, che cito sempre in quest'Aula e anche il Governo era indietro rispetto a questo e ha, infatti, istituito un meccanismo, che è l'extra FUS, che io spero un giorno venga istituito in maniera formale anche all'interno di questa Regione, per tutti gli operatori che lavorano fuori dai circuiti delle partecipate e sostanzialmente delle partecipate della nostra Regione, che, come abbiamo anche visto in audizione, fanno un lavoro egregio e importante nel nostro territorio. Abbiamo anche una serie di operatori culturali che stanno fuori da questo mondo, che sono proprio quelli che stanno perdendo il lavoro e che non faranno più quel lavoro tra qualche anno.
Anche qui mi sono concentrata nel lavoro che ho fatto, grazie al supporto di Il Veneto che Vogliamo, sul tema della cultura, provando principalmente a prendere dei provvedimenti che già sono previsti, come i 10 milioni alle imprese e i 4 milioni dedicati al fatto che sono avanzati dei fondi di bilancio, che vengono poi reinseriti in questa manovra, pensando che si possano rendere prioritari all'interno di questi due provvedimenti degli interventi proprio per questo settore, in particolare per le imprese culturali e creative che fanno innovazione e, dall'altro lato, le maestranze, che sono artigiani che lavorano e che oggi sono veramente colpiti da questa crisi in maniera forte.
L'idea è che questa debba essere, io credo – e l'ho portato come emendamento – la direzione che questo documento prende in carico, quello di arrivare verso i più deboli, cioè di rispondere alle persone più deboli nel mercato del lavoro.
Vado ancora sugli ultimi due punti sul mercato del lavoro. Una cosa che oggi è chiesta dalle parti sociali, come abbiamo visto anche nelle audizioni veloci, troppo veloci che abbiamo dovuto fare, è la richiesta, ad esempio, di firmare finalmente un protocollo regionale sugli appalti che dia chiarezza e tutela non solo ai lavoratori, ma anche a tutto il comparto che sta dietro una procedura di appalto. Ma allo stesso tempo – questa è una cosa che ho già portato qui, ma che voglio ribadire – ci sono delle strutture che oggi gestiscono in appalto dei centri diurni, dei centri anziani e tantissime altre realtà nell'ambito sociale e i costi Covid vengono sostanzialmente scaricati sui lavoratori.
Ho fatto e ho portato qui anche l'esempio di un IPAB di Mestre che gestiva e che gestisce un centro per bambini psichici e che in qualche modo chiedeva ai loro lavoratori della cooperativa di avere le notti passive. Allora, la Regione Veneto ha il compito, io credo, di intervenire pagando i costi aggiuntivi che la crisi Covid ha portato ad avere, dimodoché sia lo Stato e in questo caso l'Istituzione regionale che supporta questo momento di crisi e non faccia pagare tutto questo, invece, agli ultimi, anche in questo caso ai lavoratori. Questo anche perché sapete che a livello nazionale finalmente si sta arrivando a firmare dei contratti di lavoro nazionali che aumentano la paga oraria di queste persone nelle cooperative e noi dobbiamo in qualche modo essere a supporto di chi gestisce questi enti e che oggi ha avuto più costi, altrimenti chi pagherà saranno i lavoratori.
Quindi arrivo alla fine a una proposta che mi sembra importante sempre nell'ambito lavorativo, che non ho trovato nel DEFR e che io ho aggiunto. È una cosa che, tra l'altro, la Regione Veneto ha già iniziato a fare, ma non l'ho trovata all'interno del documento citato e penso vada aggiunta: la pratica che già abbiamo virtuosa in questa regione del workers buyout. In Canada, dove ho vissuto per due anni, ho visto in maniera forte quanto i lavoratori che prendono in mano un'azienda che è sottoposta alla crisi possano fare in modo che quell'azienda non chiuda. Ma soprattutto questo tipo di intervento può essere usato per far passare quello che diceva prima il collega Montanariello: magari qualcuno che ha un'azienda, non vuole più fare quel lavoro e in qualche modo noi la perdiamo e la chiudiamo perché l'anziano signore non vuole più fare quel lavoro; ma i lavoratori che ci sono dentro possono prenderla e dare continuità. Ci sono delle esperienze virtuose in questa Regione molto molto interessanti che, ad esempio, Legacoop ha sostenuto in vari territori della nostra Regione.
La cosa importante è lavorare ad una proposta che sia legislativa, perché c'è un vuoto, per permettere anche alla Regione di sostenere questo tipo di attività, questo tipo di intraprese che sono diverse da quelle che appunto vediamo tutti i giorni e quindi nel DEFR ho proposto di aggiungere una parte su questo.
Permettetemi di chiudere – e poi chiudo davvero – rispetto ad un intervento che è già stato fatto e io credo sia importante: quando io mi sono trovata di fronte a questo documento, ho cercato di vedere se c'era quello che anche il presidente Luca Zaia aveva citato qualche settimana prima rispetto al fatto che si era reso conto che mancava una parte di fondi da poter investire, perché in questa Regione non abbiamo la possibilità di avere un'addizionale; con addizionale intendo il fatto che chi fa parte, ad esempio, della nostra classe sociale, perché ne facciamo parte, abbia un reddito più alto di tantissimi cittadini che qui in Veneto stanno accanto a noi e, oltre a noi, tutta una serie di altri lavoratori che in realtà sono i lavoratori di solito più tutelati e coperti, cioè che hanno un reddito sopra i 75.000 euro.
Anche qui, avendo vissuto in Canada, mi sono resa conto di più che non è una questione solo di quante tasse paghiamo, perché credo che ne paghiamo effettivamente troppe, ma perché? Perché non le pagano tutti e appunto l'evasione fiscale è ancora una cosa che in questa Regione e in questa Nazione non abbiamo preso abbastanza in carico, ma allo stesso tempo quello che dobbiamo pensare è che, se noi riusciamo a non colpire la classe media, ma colpiamo solo chi se lo può permettere, è meglio. Tra l'altro, prima l'hanno già citato con una richiesta veramente ridicola perché sono 200 euro l'anno e pensiamo che questi soldi vadano vincolati ad una serie di attività, quindi anche qui il contributo di solidarietà, cioè dire alle persone: "Stai pagando per questo", io credo che i cittadini veneti oggi lo accetterebbero, sarebbero nella condizione di poterlo accettare.
Il problema che abbiamo di fronte è anche quello che, quando noi diciamo che in Italia le persone non vogliono pagare le tasse, è perché, ahimè, poi non vedono nello Stato il ritorno di tutto quello che viene loro chiesto, se non fino a qualche tempo fa nella sanità. Allora noi dovremmo davvero iniziare a fare una discussione su questo e io ho proposto nel DEFR, ma anche negli emendamenti che discuteremo nei prossimi giorni, un punto su questo perché credo che quest'Aula possa iniziare a fare un ragionamento e credo di non essere l'unica che ha pensato che forse qualche errore fino a qui è stato fatto. Io credo che pensare a un contributo di solidarietà potrebbe essere una soluzione per avere 70 milioni in più, 200 euro l'anno le persone che possono li possono versare per avere 70 milioni di euro in più da investire nelle priorità che ci diamo per i prossimi anni. E le priorità penso di averle descritte e sono sicuramente quella di stare vicino alle persone che verranno in qualche modo colpite dalla crisi.
Noi dobbiamo ragionarci adesso perché sarà una crisi peggiore di quella del 2008 che colpirà nei prossimi due anni e il fatto è che ci sono all'interno di queste persone colpite delle categorie che verranno colpite ancora di più, cioè i giovani e le donne, nel mercato del lavoro e chi è più precario soprattutto in ambito del lavoro della cultura e del sociale. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, ha chiesto la parola l'assessora Manuela Lanzarin.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Sì, grazie Presidente.
Mi corre l'obbligo di intervenire anche per chiarire alcune partite che ho sentito durante questa discussione, importante e sicuramente costruttiva.
È chiaro che il bilancio che stiamo analizzando quest'anno è un bilancio diverso dagli altri anni, contestualizzato, per forza di cose, in quello che stiamo vivendo, nella situazione che stiamo cercando appunto di traghettare, però è altrettanto vero che non possiamo, io credo, proprio per la situazione che stiamo vivendo e per quello che sta succedendo, polemizzare o strumentalizzare, ma, di fronte a quello che sta succedendo, dovremmo essere invece molto più compatti, soprattutto quando ci sono situazioni di un certo tipo che ho sentito in quest'Aula o che ho letto sui giornali in questi giorni.
È innegabile che la nostra Regione stia attraversando un momento duro per quanto riguarda l'emergenza della pandemia, un momento sicuramente difficile, un momento che sta mettendo a dura prova il nostro sistema sanitario, ma un momento in cui il nostro sistema sanitario sta mettendo in evidenza anche la virtuosità e, soprattutto, l'organizzazione di cui è dotato, ma i numeri sono importanti, li sentite ogni giorno. Qualcuno critica anche il fatto che i numeri vengano detti ogni giorno e che ci sia un momento in cui ogni giorno vengono comunicati, ma io penso che sia anche un atto di trasparenza comunicare ogni giorno com'è la situazione, come si sta evolvendo, quelle che sono le criticità, quelli che sono i problemi che si affrontano.
Come saprete sicuramente, in queste settimane, negli ultimi giorni abbiamo numeri dettati anche dal grande impegno e dalla grande organizzazione di cui il Veneto si è dotato e pensiamo solo alla diagnostica nel fare i tamponi. La nostra è una Regione che fa il doppio dei tamponi giornalieri di qualsiasi altra Regione (50.000 tamponi al giorno, tra molecolari e rapidi), mentre delle altre Regioni – ve le cito perché ho parlato direttamente con i miei colleghi e mi sono fatta dire quanti tamponi fanno, proprio per cercare di fare un paragone – l'Emilia-Romagna fa circa 20.000 tamponi, tra rapidi e molecolari; ne fa 5.000 perché ha appena siglato l'accordo con le farmacie con 2 milioni di tamponi, quindi l'Emilia-Romagna prevede di aumentare molto di più questa capacità con i tamponi rapidi, ma oggi fa 20.000 tamponi al giorno; il Lazio ne fa 30.000 circa, sempre comprese le due tipologie, e la Lombardia 35.000.
È chiaro che noi, avendo iniziato molto presto con questo tipo di diagnostica, oggi abbiamo sicuramente un numero più importante di positivi, come abbiamo detto, ma non è un dato che viene nascosto o viene tacitato: è dettato dal fatto che si cercano i positivi. Pensiamo solo agli interventi che vengono fatti nelle scuole, pensiamo agli interventi che vengono fatti nei confronti dei contatti stretti: il Lazio ha deciso di non fare più i tamponi ai contatti stretti, quindi mette le persone direttamente in quarantena, in isolamento, senza fare il tampone. Quindi le dimensioni dei dati cambiano e vanno analizzate in base a questo.
È altrettanto vero, però, che il numero che noi dobbiamo guardare sempre credo sia anche com'è la risposta sanitaria e ci amareggia, ma soprattutto non è veritiero, quando sentiamo affermazioni rispetto a quelle che sono le situazioni dei nostri ospedali. Che ci sia una situazione di emergenza questo lo riconosciamo, lo abbiamo sempre manifestato, ma che ci siano situazioni che ci dicono che non ci sono posti letto, che non riusciamo a ricoverare le persone o che non riusciamo a dare un posto, quindi lasciamo in attesa o addirittura facciamo morire le persone in situazioni non dignitose, non dà atto, non fa merito e soprattutto non è ‒ permettetemi ‒ giusto nei confronti dei tanti lavoratori del sistema sanitario Veneto, che stanno lavorando in modo encomiabile. Non è dire qualcosa contro la Regione, contro il Presidente o contro l'Assessorato, ma è dire qualcosa contro, io credo, le persone che si stanno impegnando e che lavorano effettivamente in modo encomiabile, che stanno facendo dei sacrifici, perché dei sacrifici stiamo facendo, perché voi sapete qual è la situazione del personale.
E quando sento: "Non avete assunto, non assumete, non spendete i soldi che vi sono stati dati nei due decreti, il DL n. 18 e il DL n. 34", dico che la Regione Veneto finora ha autorizzato più di 3.500 assunzioni, ne sono state fatte 2.500, ogni giorno ci sono manifestazioni di interesse, ci sono concorsi, c'è la ricerca spasmodica di personale che non si trova. Quindi, non è la non volontà, come ho sentito a più riprese in quest'Aula, di assumere le persone, ma è un problema generalizzato, che non ha solo il Veneto, ma che ha tutta l'Italia. Non a caso, il nuovo bando che ha aperto la Protezione civile nazionale oggi per quanto riguarda la vaccinazione, che mira ad assumere 12.000 infermieri e 3.000 medici, dove pensate che trovino quei 12.000 infermieri che noi non riusciamo a trovare o a dare per le case di riposo? È un argomento, credo, che condividete con noi rispetto a questo.
Quindi, io credo che sia giusto inquadrare com'è la situazione, sia giusto dire che la situazione è una situazione sicuramente di criticità, è una situazione che deve essere monitorata, che ci deve porre tutti nella massima attenzione e massima allerta, che deve far sì che ci sia, quindi, una condivisione delle scelte, ma non che ci sia una situazione di questo tipo in cui sembra che non ci sia un governo sul territorio e ci sia una situazione di emergenza totale, perché credo che non sia il messaggio giusto che dobbiamo dare ai cittadini, alle persone che hanno bisogno di rivolgersi ai nostri servizi, né altrettanto alle persone che lavorano all'interno dei nostri servizi.
Non è sicuramente piacevole sentire e vedere che da una situazione di criticità dettata da molte cause, che può essere quella legata all'ospedale di Montebelluna, che non è un ospedale Covid, ma comunque ha concentrato tutti i pazienti di una zona molto più vasta, in cui si sono concentrate in un certo momento una serie di situazioni che hanno portato, quindi, sicuramente a un numero maggiore di salme, descrivere quella situazione come una situazione di emergenza totale, perché non è così. È una situazione dettata anche da determinate questioni che possono essere quella dell'organizzazione di celebrazioni di un certo tipo, dell'organizzazione legata a parrocchie, Comuni, di organizzazioni legate al fatto che i familiari stessi chiedono di poter ritardare il rito perché molti familiari sono in quarantena e quindi vorrebbero partecipare, quindi chiedono di ritardare però credo che non sia corretto aver letto o aver sentito immagini che, invece, danno una descrizione che non è la descrizione che invece oggi sta vivendo e vive la nostra Regione.
Ripeto che nessuno vuole minimizzare, siamo i primi e credo che il presidente Zaia ogni giorno lo faccia mettendoci la faccia, ma soprattutto dicendo che la situazione è una situazione che ci preoccupa, è una situazione di emergenza, una situazione che sta mettendo a dura prova il nostro sistema, però è un sistema che oggi dà delle risposte, un sistema che ha si è dotato dei piani modulari che, in base alle fasce di rischio, in base a quelli che sono i momenti, riesce a dare delle risposte, in base a quelle che sono le necessità riesce comunque a mettere in campo tutta una serie di azioni e sono sicuramente le azioni poi di fermare le attività, di contrarre l'attività chirurgica.
Sappiamo che l'Azienda della provincia di Verona anche in questa seconda ondata è molto in difficoltà, ha iniziato a contrarre maggiormente ancora di più l'attività chirurgica proprio per permettere al proprio personale di aiutare, di andare in soccorso, di dare una mano nei reparti dove serve, ma funziona così dappertutto perché il personale non è che lo possiamo inventare, non lo possiamo neanche tenere lì chiuso a chiave e pensare di utilizzarlo quando serve, non c'è il personale anche se volessimo farlo, anche se avessimo la capacità di farlo, anche se non ci fossero imposizioni nazionali, limiti di personale e quant'altro che c'erano e sono stati tolti con questa emergenza – bisogna ricordarlo – non sarebbe possibile farlo.
Quindi questo è quello che sta succedendo, ma quello che sta succedendo con la responsabilità di governare una situazione di emergenza nazionale, un'emergenza legata sicuramente ai numeri che ci riguardano come Regione Veneto. Se ci sarà modo, anche nei prossimi giorni o già domani mattina non sarò in Aula, ma ci sarò nel pomeriggio quindi nel pomeriggio eventualmente posso replicare, rispondere ad ulteriori domande perché domani mattina c'è un incontro per quanto riguarda il piano vaccinale e quindi organizzazione di quello che sarà lo step successivo. Noi ci auguriamo, invece, sia uno step che effettivamente possa far iniziare anche un nuovo corso e, quindi, sarò qui disponibile per le vostre domande e per chiarire qualsiasi cosa.
Però io mi auguro che anche da questo bilancio, da questa discussione che ci sarà, ci sia questo spirito perché, ripeto, non è la contrapposizione o comunque la rivendicazione di chi è da una parte e dall'altra parte in un momento di questo genere, ma effettivamente di riconoscere quelle che possono essere le problematicità, quelli che possono essere i problemi, quelle che sono oggi le situazioni che stiamo vivendo e cercare di dare una risposta concreta su questo. Io questo mi auguro, questo mi aspetterei proprio perché credo che il momento sia un momento difficile, difficile per tutti, difficile per il nostro sistema, ma soprattutto nel rispetto non tanto alla parte politica, che oggi ha l'onore e siede da questa parte, ma nel rispetto soprattutto dei tanti lavoratori del mondo della sanità.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore, la parola alla collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Inizia formalmente con questo punto all'ordine del giorno la cosiddetta discussione attorno alla sessione di bilancio regionale, una discussione viziata dai tempi ristretti che abbiamo subito, complice certamente il rinnovo del Consiglio regionale in autunno, in una fase dell'anno non consueta, appunto, per le elezioni, che ha accumulato tanti provvedimenti di natura anche diversa, che sono però tutti propedeutici al bilancio. Ma arriviamo stretti anche per quella che alle minoranze è sembrata una scarsa disponibilità della maggioranza a voler costruire insieme la programmazione del futuro, un atteggiamento naturalmente legittimo che nasconde però, a nostro giudizio, forse un po' di arroganza dovuta probabilmente al grande consenso registrato dal Presidente Zaia solo poco mesi fa, ma che noi ancora una volta ribadiamo che giudichiamo sbagliato perché, a nostro avviso, preclude la possibilità di raggiungere un risultato migliore, quello a cui tutte le forze possono contribuire.
Noi pensiamo, invece, che oggi serva il contributo positivo di tutti, di chi siede in Consiglio quanto di chi da fuori ci avanza richieste e ci espone aspettative. Ecco perché avremmo auspicato in generale un percorso di ascolto e di audizioni più vasto, più approfondito che consentisse un confronto vero e aperto con la società veneta, ma i tempi, le condizioni generali e le volontà politiche hanno prodotto un processo diverso, ma tutto questo ovviamente non cambia le nostre intenzioni con cui abbiamo lavorato e lavoreremo anche nelle prossime impegnative giornate.
Con queste intenzioni, dunque, di costruire insieme per il Veneto, per la nostra parte partecipiamo a questa sessione di bilancio partendo dal documento politico più importante il Documento di Economia e Finanza, poi aggiornato, come vedremo nella giornata di domani, che rappresenta ‒ per usare le parole del Presidente Zaia ‒ le linee programmatiche dell'azione di governo locale.
Le teorie riportate in questo Documento triennale di programmazione sono molto interessanti e devo anche riconoscere un certo sforzo intellettuale nell'offrire un'elaborazione che ricerca una certa coerenza di intenti con i princìpi fondamentali di Agenda 2030 e con i conseguenti documenti regionali, un documento in cui c'è tanto, c'è quasi tutto. Sono, mi pare, oltre cinquecento pagine dense, in cui però, a nostro giudizio, si trova applicata la teoria delle buone intenzioni; al contempo, però, devo registrare la totale estraneità di questo documento al tempo che stiamo vivendo e questo vale, ovviamente, per il DEFR e, con ancora maggiore gravità, a mio giudizio, per la relativa nota di aggiornamento, di cui discuteremo dopo.
Al netto delle buone intenzioni, al netto anche, in certi passaggi, dei toni autocelebrativi, per esempio, della lettera di apertura del Presidente, siamo, a nostro giudizio, di fronte a un documento in totale distonia con ciò che accade fuori da questo palazzo, nello specifico di questo momento – sul punto poi tornerò – e più in generale per ciò che molto probabilmente ci aspetta nei prossimi mesi e nei prossimi anni.
Ho ascoltato davvero con interesse gli interventi di tutti i colleghi di minoranza, perché solo loro sono intervenuti, e penso che, sulla base anche di questi interventi, si dovrebbe aprire una riflessione tutti insieme. Delle volte, però, ascoltando gli interventi, mentre noi siamo qui, in questa sorta di bolla, di acquario – qualcuno lo definisce così – fuori da questo palazzo sta cambiando il mondo, sta crollando il mondo. La situazione dei contagi, e faccio riferimento anche all'intervento dell'Assessore, la situazione delle strutture sanitarie, la situazione della terapia intensiva, dei reparti, pure degli obitori, è una situazione preoccupante.
Spero che si capisca perché, a nostro giudizio, questa discussione delle volte sembra surreale. Per carità, è anche vero che forse tutti pensavamo e speravamo di affrontare questa situazione in un contesto diverso, in un contesto in cui ci fossimo lasciati la pandemia alle spalle, in un contesto magari nel quale il modello sanitario veneto avesse potuto ancora una volta dimostrare le sue eccellenze. Sarebbe piaciuto, anche in questa seconda ondata, essere l'esempio dell'eccellenza in sanità nel nostro Paese, invece, ci troviamo ad affrontare questa situazione, Assessore, in una situazione sanitaria completamente diversa da quella che abbiamo vissuto durante la prima ondata.
Io penso che oggi tra le responsabilità vere la politica debba dire su questo punto, almeno su questo, come stanno realmente le cose e la prima questione, Assessore, è partire dai numeri, dai numeri dei contagi e dei decessi, che fanno del Veneto oggi la prima regione in Italia di questa drammatica classifica. Di fronte a questi numeri io credo, con molta onestà e senza strumentalizzare, che il tempo delle scuse e delle giustificazioni sia finito. Lo dico davvero senza polemica. Le assicuro, Assessore, che nessuno di noi si sente meglio davanti all'immagine di Zaia oggi che alza il cartello con scritto "165 morti", quindi, nulla di più distante dalla strumentalità, però non regge più la spiegazione dell'elevato numero di tamponi per giustificare il numero di contagi. Non regge più la rassicurazione che in ogni caso abbiamo un sistema sanitario che, pur sotto pressione, regge perché abbiamo ancora tanti posti, perché questa è una spiegazione che mi porta a pensare che, finché abbiamo posti letto, posti in terapia intensiva, la gente si può ammalare. Ed è proprio sbagliato.
Quindi, Assessore, il tema non è soltanto di mettere sotto processo o sotto verifica il sistema sanitario se funziona o no, lo faremo a tempo debito e sul punto torno: il punto è dirci insieme che così non va bene e che così non si può andare avanti. La ricerca delle responsabilità la faremo dopo, quando il dramma sarà passato, però oggi questo Consiglio deve dirsi con onestà che le cose così non vanno.
Allora io ringrazio l'assessora Lanzarin di essere presente in questo Consiglio, però è necessario che torni il Presidente Zaia e affronti in maniera compatta e coesa con tutto il Consiglio questa fase drammatica. Guardi, ha ragione quando si appella alla ricerca di unità per governare questa fase, però l'unità parte da questo Consiglio, non con un uomo solo al comando che fa le conferenze stampa a Marghera. Allora, venga il Presidente, ci racconti come stanno le cose e trovi in un Consiglio, nel suo Consiglio regionale unito e coeso, le risposte collettive da dare a questo dramma, perché non si può chiedere coesione, non si può chiedere sostegno, non si può chiedere il patto politico per affrontare insieme il dramma, ma pensare di escludere la minoranza la decisione dalla discussione allora se vogliamo l'unità, insieme, se diciamo che non è il tempo dei processi ma il tempo delle soluzioni.
Venga il Presidente, ammetta che così non si può andare avanti e troverà nelle minoranze la disponibilità a raccogliere la sfida e, se ci saranno le restrizioni, saremo i primi a sostenere questa posizione, però una soluzione va presentata perché le assicuro, Assessore, il tempo dei cartelli che raccontano e fotografano e basta, a mio giudizio, è finito perché non possiamo più permetterci di sbagliare stavolta, come probabilmente abbiamo fatto a maggio, a giugno, dopo il lockdown, in cui pensavamo di aver superato il peggio, perché siamo dentro ad una vera e propria catastrofe esistenziale, intesa come distruzione di lungo periodo delle potenzialità di crescita e di sviluppo, una fase in cui i normali margini di errore si riducono tantissimo.
L'emergenza che stiamo vivendo era certamente assolutamente imprevedibile fino a pochi mesi fa e oggi dobbiamo trovare il modo per mitigare nell'immediato le conseguenze e progettare nel lungo la ricostruzione e questo vale per gli aspetti di natura sanitaria e ci sarà un tempo, Assessore, in cui capiremo come si può migliorare ciò che non ha oggettivamente funzionato, ma vale anche per gli aspetti di natura sociale. Allora, qui sì ha detto molto bene il consigliere Montanariello che diventa cruciale chiedersi come e se l'attuale sistema possa gestire anche una crisi di medio periodo.
Dal mio punto di vista la pandemia non determina da sola fenomeni strutturali positivi che possano risolversi, bensì rafforza le tendenze che sono già esistenti e le aggrava dentro una crisi generale e questa tendenza alla crisi, cioè la depressione economica, potrà essere contrastata solo se ad essa contrapponiamo, opponiamo delle scelte politiche di cambiamento radicale del sistema perché la crisi che la pandemia ha innescato riguarda tanto la capacità di produrre, quanto quella di spendere e quindi non basterà come misura l'espansione della spesa, ma serviranno provvedimenti di pianificazione pubblica che riorganizzino nel loro complesso il sistema economico e sociale.
Allora questo DEFR e la Nota di aggiornamento successiva appaiono in totale disconnessione con la realtà con la quale siamo costretta a confrontarci, perché non basta aggiungere all'interno di ogni paragrafo il capoverso che dice che la situazione del Covid ha aggravato il comparto e quindi faremo qualcosa, non bastano cioè piccoli interventi correttivi all'impianto del passato per dire di essere pronti per ciò che avverrà dopo, ma serve un ripensamento complessivo, serve coraggio e serve responsabilità.
Allora guardiamo la realtà per quella che è, cercando di preservarci da alcune critiche: non vogliamo parlare male del Veneto o dei veneti, come furbescamente si vuole liquidare qualche volta questa discussione, sebbene sia un artifizio retorico utile per chi parla, che mette in difficoltà chi ascolta, però il vero problema è cosa vogliamo fare domani. Si ipotizza che l'impatto economico degli effetti del Covid sarà più pesante in Veneto che nelle altre regioni e questo dipende dal fatto che abbiamo un tessuto imprenditoriale che incide molto più di quello delle altre Regioni nel PIL e quindi, se il sistema produttivo si ferma, la caduta è più pesante, corriamo il rischio che le fatiche e gli impegni che abbiamo messo in campo in questi dieci anni per recuperare i danni della crisi economica del 2008 verranno completamente bruciati, ritorniamo indietro con le lancette di tredici anni.
Io penso che in questo contesto noi dovremmo cancellare dal nostro linguaggio le categorie fuorvianti di parentesi, interruzioni e simili, perché la radicalità e l'ampiezza della pandemia determina e sta determinando un punto di svolta tale da pregiudicare le stesse idee di progresso, di sviluppo, di innovazione, perlomeno fino a come le hanno praticate le imprese fino ad oggi. Tutti i nostri modi di intendere la società verranno modificati da questa pandemia ed è per questa ragione principale che non mi convince l'impostazione politica di questo documento, perché si limita a modificare, ad adeguare per corrispondere all'emergenza l'impianto che già c'è e non ha la piena consapevolezza della misura e della dimensione del cambiamento e delle sfide che abbiamo di fronte.
Penso che siamo a un bivio e dobbiamo decidere se immaginare un semplice ritorno alla situazione precedente alla crisi, il cosiddetto "metodo alluvione": quando un territorio subisce un evento alluvionale, si tampona con degli interventi ciò che è accaduto e si cerca di ripristinare esattamente tutto com'era prima. Penso che questo sia un approccio sbagliato, che non comprende il radicale cambiamento che questa pandemia sta determinando nella nostra società. Oppure si introducono modelli nuovi di resilienza, un argomento, un tema, un termine che usate spesso nel DEFR, ma che sia realmente una resilienza trasformativa, cioè che accresca, da un lato, le capacità di resistere agli shock, ma anche in grado di generare cambiamenti dell'assetto della società.
I 37 obiettivi strategici che indicate nel documento, a mio giudizio, non costituiscono una piattaforma politica tale da poter corrispondere a questa necessità di resilienza trasformativa di cui vi parlavo prima. Farò solo due o tre esempi sui temi che più mi interessano e sembrano anche, a mio giudizio, più paradigmatici. Il primo riguarda, ovviamente, il sistema produttivo ed economico, che è il motore vero del nostro Veneto. Io davvero apprezzo ‒ ho avuto anche modo di dirglielo personalmente ‒ la pervicace volontà dell'Assessore Marcato di costruire bandi, erogare contributi, aiuti, utili, Assessore, fondamentali nella fase del lockdown, nel momento della difficoltà massima, nel momento in cui le attività produttive erano necessariamente bloccate o lavoravano a regime ridotto, utili, ma non sufficienti, colleghi.
Credo che oggi non ci si possa affidare solo alla propensione, all'imprenditorialità delle nostre imprese, che finora si sono certamente distinte per capacità di resistenza, per creatività, per voglia di lavorare. Oggi non hanno bisogno solo di risorse, ma anche di un indirizzo politico che dica a queste imprese qual è il modello produttivo nuovo, in grado di resistere agli shock, in grado di resistere alla competizione globale, in grado di resistere alle grandi innovazioni che abbiamo alle porte. In questo processo di ricostruzione, rinnovamento, rigenerazione del tessuto produttivo la centralità delle Istituzioni è l'elemento di garanzia che tiene insieme un progetto che non sia di una singola impresa che vince il bando perché è particolarmente innovativa, ma che è la missione di sviluppo che la Regione più importante dal punto di vista produttivo l'Italia si dà.
Allora dobbiamo spiegarci, chiederci, interrogarci, definire verso dove vogliamo andare verso dove vogliamo chiedere al nostro sistema produttivo di andare; l'innovazione è il tema attorno a cui l'assessore Marcato giustamente prova a sfidare il sistema, però c'è un'altra leva di cambiamento che manca in questa programmazione e che invece, a mio giudizio, è fondamentale che è la sostenibilità e una conversione green, non intesa come roba da ambientalisti, ma intesa come scelta strategica fondamentale di politica pubblica industriale, io credo che sia indispensabile che diventi la caratteristica dell'imprenditorialità della nostra Regione.
Il secondo esempio che vado a fare – approfitto anche della presenza dell'assessore Caner – è sul turismo. Guardate in ambito turistico, Assessore: nel DEFR 21/23 si ripropongono strumenti e finalità del DEFR 20/22 spesse azioni sulla promozione, stesse azioni sulla organizzazione turistica, stesse azioni sulle fiere le Pro Loco, che hanno funzionato benissimo in questi anni i dati sulle presenze e gli arrivi turistici della nostra Regione hanno fatto del Veneto la prima in Italia; però, Assessore, è cambiato il mondo, è cambiato il mondo in generale con questa pandemia e, in particolare, è cambiato il mondo turistico è un settore che paga un prezzo altissimo, legato sia alle chiusure ma anche al limite della mobilità delle persone, è il settore per il quale la ripresa appare più lontana, ed è vero che il settore turistico è per definizione il settore resiliente, proprio perché è un settore flessibile, perché se c'è un problema a orientare i flussi in una destinazione li spostiamo facilmente in un altro.
È avvenuto in passato, pensate alla fase degli attacchi terroristici, dove i flussi si sono spostati hanno smesso di frequentare mete che erano considerate a rischio e si sono riorientate da un'altra parte una flessibilità che solo questo settore ha. Il problema è che mai il settore turistico si è trovato ad affrontare uno shock che avviene contemporaneamente ovunque e quindi la capacità di resistere elasticamente si riduce. Poi il settore turistico, rispetto ad altri, è profondamente vulnerabile malgrado i ritmi di crescita perché dipende esclusivamente dall'andamento della domanda e quindi la vulnerabilità, la variabilità delle dinamiche che devono essere governate è incredibile e mai era accaduto da quando si è sviluppato il turismo moderno che questa vulnerabilità venisse attaccata a livello globale ovunque. Siamo di fronte ad un cambiamento generale che non riusciremo ad affrontare con gli strumenti convenzionali. Faccio due esempi: promozione turistica, oltre 2 milioni di euro, se non ricordo male. Finora abbiamo utilizzato i mezzi tradizionali, anche i social ormai sono un mezzo tradizionale, no? Ma cosa sappiamo di cosa sarà il turismo tra sei mesi, quali saranno i messaggi attorno ai quali costruire un'attrattività di una destinazione? Soprattutto per una Regione come la nostra che presenta sostanzialmente nei punti di forza un'offerta turistica, non dico vecchia, ma matura. Se è vero che il Covid ha cambiato tutto, anche il modo con cui le persone percepiscono l'idea di destinazione turistica, di vacanza, come pensiamo di far tornare il Veneto competitivo quando proponiamo modelli turistici ancora orientati al turismo di massa che prevede un'offerta standardizzata perché la nostra forza sono le spiagge? È evidente che qua non abbiamo di fronte la sfida soltanto di aumentare o diminuire le risorse della promozione turistica. Io nella Missione turismo avrei voluto capire qual è l'idea di turismo Veneto del futuro in questo contesto globale, così come le fiere, che sono sempre state un veicolo fondamentale per sfondare soprattutto in alcuni mercati esteri. Ma cosa possiamo immaginare che saranno le fiere nell'era turistica post pandemia?
Guardi, Assessore, lo citava anche qui il consigliere Montanariello prima: banalmente chiederci quale sarà il futuro turistico di Venezia è una sfida epocale che dovremmo affrontare e non solo perché non vedremo per molto le file per imbarcarsi sui vaporetti, ma perché da anni sappiamo che quelle file sono insostenibili dal punto di vista ambientale e dal punto di vista sociale. Allora perché non approfittare di questo grande cambiamento per immaginare un futuro diverso anche per Venezia? Come per tutte le grandi metropoli europee.
O la stessa innovazione: non c'è una parola rispetto alle innovazioni tecnologiche sulla missione del turismo. Non si tratta, Assessore, semplicemente anche qua di fare un bando che premia le aziende che hanno un progetto singolo innovativo: qua si tratta che siamo una Regione che fa ancora la propria programmazione turistica sulla base dei dati degli arrivi e delle presenze. Basta! Non abbiamo altri dati a disposizione: arrivano in ritardo anche, in ritardo di mesi. Non utilizziamo le innovazioni tecnologiche per capire quali sono gli orientamenti della domanda e questo sa perché, Assessore, e chiudo sul turismo?
Mi dispiace che il consigliere Finco non sia interessato.
Sa perché a mio giudizio, assessore Caner, giudico profondamente sbagliata l'impostazione turistica di questa Regione? È un'opinione naturalmente. Perché è un'impostazione tutta orientata sull'offerta, cioè io ho la mia offerta, che ho organizzato attraverso un processo tutto imposto dall'alto, perché le destinazioni turistiche non sono nate dai territori, le avete decise a tavolino e quelle che non venivano su spontaneamente le abbiamo anche un po' spinte e abbiamo messo le nostre offerte che già esistevano a disposizione del mercato, magari anche nei modi migliori.
Io invece oggi penso che il futuro sia costruire le politiche turistiche orientandole dal lato della domanda e cioè utilizzando gli strumenti che ci sono, per capire cosa i turisti si aspettano. È un esempio naturalmente quello del turismo, che mi sta particolarmente a cuore e sul quale io credo ci potrebbero essere ampi margini per lavorare, ma gli stessi discorsi potrei farli sul tema del lavoro, perché in questi mesi di restrizioni, di chiusure - lo diceva bene la consigliera Baldin - abbiamo fatto e dobbiamo fare i conti con una contrazione drammatica del mercato del lavoro che ci ha messo di fronte ad uno scenario che non eravamo abituati a vivere: Regione rispetto alle altre d'Italia, con i tassi di disoccupazione molto bassi, dei tassi di soggetti inattivi molto bassi e dall'oggi al domani ci ritroviamo ad essere una Regione che, come tante altre, deve fare i conti con la precarietà del lavoro, la precarietà dei lavoratori dipendenti con i contratti a termine che non li hanno visti rinnovati, la precarietà con il lavoro dei liberi professionisti che pensavano di essere al sicuro dalla disoccupazione e che oggi si ritrovano a non avere più la possibilità di lavorare e anche la precarietà del lavoro delle tante piccole e piccolissime imprese che hanno reso grande la nostra Regione e che oggi non sono più nelle condizioni di riaprire. Quindi anche su questo tema ci troviamo di fronte ad una realtà che va al di là di ciò che ci saremmo mai aspettati e ovviamente - e lo dico ai membri della Giunta presente - non c'è una forza politica in grado per definizione di affrontare queste sfide.
Il mio non è un intervento ideologico, però purtroppo per me, per fortuna evidentemente per qualcun altro, oggi questa responsabilità ce l'avete voi e noi stiamo costruendo, abbiamo costruito l'attività emendativa e lavoriamo dentro a questo Consiglio per provare a trovare insieme le risposte a queste domande, però per farlo dobbiamo partire dalla condivisione che queste domande ci sono, cioè dobbiamo essere consapevoli - e vado a chiudere – che a queste domande non si può rispondere con delle risposte ordinarie.
Quindi il sistema sanitario, assessora Lanzarin, ha funzionato, dimostra qualche crepa e su quelle crepe bisogna intervenire, penso alla territorialità, penso all'accentramento eccessivo, a nostro giudizio, delle decisioni in capo ad Azienda Zero, penso ad un investimento poco efficace e proficuo in alcuni strumenti che avrebbero aiutato in questa fase in particolare e in generale che possono aiutare la garanzia della salute delle persone. Lo dico sulle attività economiche perché penso che a parte mettere risorse è necessario individuare un modello nuovo. Lo dico per il settore turistico e ho già parlato abbastanza, lo dico per il settore del trasporto pubblico locale, di cui ha parlato lungamente consigliere Montanariello, lo dico per il comparto della cultura, come ci ha spiegato bene la consigliera Ostanel: sono tante le sfide che abbiamo davanti.
Oggi con questa sessione di bilancio iniziamo un percorso. Ovviamente ci confronteremo, oggi iniziamo. Vi chiediamo però di affrontare con noi, con questo punto di vista, mettendo anche un po' in discussione ciò che pensiamo e le convinzioni. Ecco il richiamo al presidente Zaia di venire in Aula. Nessuno lo vuole attaccare, però scenda un po' dal piedistallo e provi a sporcarsi le mani e lo dico come consiglio anche spassionato al Presidente, se ci ascolterà. Circondarsi di Yes Man, cioè di persone che ti dicono sempre: "Sei il più bravo, non sbagli mai, vai avanti così", accresce l'ego. I colleghi di Fratelli d'Italia si cancellano dall'elenco, però siete gli unici.
Grazie. Stavo finendo.
È utile nel senso che rende più sicuri di sé, più determinati, però delle volte fa perdere qualche pezzo della riflessione. Quindi non temete di venire in quest'Aula: troverete una minoranza e una posizione che prova a offrire un punto di vista, lo vedrete con le centinaia di emendamenti che abbiamo presentato. Però vi chiediamo davvero con sincerità di darci una mano nel costruire le condizioni perché questa pandemia non sia un vicolo cieco per la nostra Regione ma diventi un'occasione per poter ripartire questa volta sì insieme. Grazie.

PRESIDENTE

Formaggio.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente. Grazie, colleghi.
Ho preso appunti tutto il pomeriggio, li ho messi in Google e in pratica oggi abbiamo parlato della Cambogia, di Pol Pot, ascoltandovi, cioè non del grande Veneto. Ho sentito parlare soltanto di digitalizzazione, green e di resilienza. La resilienza è la capacità di un corpo di assorbire gli urti e di reagire. Se noi vogliamo reagire a questo urto, mi metto bene la mascherina, caro Segretario, dobbiamo investire su chi lo crea il PIL, dobbiamo investire sulle imprese, dalle grandi alle più piccole, perché quando mi dite che il Veneto è formato da tutte impresette, vi ricordo che queste impresette lavorano per le grosse imprese. Allora se dobbiamo parlare soltanto di green e dobbiamo vergognarci delle nostre care e amate zone industriali grigie e brutte, vi ricordo che dobbiamo parlare di concia, dobbiamo parlare di imprese che usano l'asfalto, che è brutto e nero, dobbiamo parlare di chimica, dobbiamo parlare di siderurgia. Come facciamo a fare le acciaierie green? Quello che voglio dire a questa nobile Aula è che non siamo disastrati come ho sentito tutto il pomeriggio, ma il mio micro intervento - perché finisco alle 8, sono le 19.59, quindi finisco alle 20.00 - è soltanto per andare a letto tranquillo perché altrimenti spaventavo i miei bambini se raccontavo l'immagine del Veneto di questo pomeriggio. Spero che domani gli Assessori intervengano o siete soltanto degli Yes Man?
Quindi o indirizziamo i prossimi tre anni (2020 – 2023) di soldi a chi il PIL lo crea e non soltanto a mance e a sussidi, come ho sentito nel pomeriggio, oppure altrimenti davvero possiamo dare un giro di chiave. Quindi o interveniamo su chi crea ricchezza e crea soldi... guardate, gli imprenditori che sono sempre bistrattati sono anche loro che creano sociale perché dal prete a tutti gli altri e a tutte le associazioni vanno sempre dalle imprese a battere cassa. Quindi o dirottiamo tutte le nostre risorse su chi crea PIL oppure non andiamo da nessuna parte. Ben venga l'informatizzazione, ben venga il green, però diamo una mano alle imprese e vedrete che la poca disoccupazione che c'è in Veneto si riduce a zero.
Questo è il riassunto di quello che ho sentito oggi pomeriggio perché non mi sembra che meritiamo e meritano, parlo anche per gli Assessori, quello che ho sentito. Se domani gli emendamenti sono più cospicui del DEFR o avete sbagliato mestiere, cari Assessori, oppure c'è qualcosa che non va nella nostra minoranza, con il massimo rispetto. Buonanotte e buona cena a tutti. Fine.

PRESIDENTE

Fermi tutti. Dichiaro chiusa la discussione generale con l'intervento di replica finale dell'assessore Calzavara.
Prego, Assessore.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Ringrazio il collega Formaggio per questa iniezione di ottimismo dopo un pomeriggio dove il pessimismo cosmico era leitmotiv della discussione.
Vorrei solo dire due cose per dimensionare anche questo provvedimento. È il primo DEFR che la Regione Veneto fa dopo aver approvato la Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile: è un documento che ha solo la Regione del Veneto, nessun'altra Regione ha un documento simile a quello che ha approvato lo scorso 12 maggio la Giunta e successivamente il Consiglio, che è naturalmente una traccia di quello che riteniamo sia giusto fare da qui al 2030. Quindi è il primo documento che, rispetto al DEFR tradizionale, interseca quelli che sono gli elementi, le finalità e le macroaree che sono state inserite all'interno della strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, nelle 6 macroaree, nei 37 obiettivi strategici, nei 90 obiettivi operativi prioritari nei 176 operativi complementari. È un percorso che si sta costruendo nel corso di questi anni, che molto probabilmente inizieremo a vedere quando, attraverso un sistema di monitoraggio che lo vedremo nel corso del 2021, attraverso appunto questo applicativo informativo che si chiama SFER, inizieremo a capire il grado di attuazione di questo percorso avendo anche l'umiltà di correggerlo qualora effettivamente dovesse succedere qualcosa all'interno di questo procedimento che è in corso.
Due interventi. Io credo che per la profondità degli interventi che ho sentito su questo tema domani andiamo direttamente sulla Nota di aggiornamento al DEFR, perché mi pare che tutti quanti avete in qualche modo, credo in maniera esaustiva, espresso le vostre perplessità su questo documento che, tra l'altro, vengono poi sintetizzati all'interno degli emendamenti, perché domani, nella discussione con gli emendamenti, io credo che ogni Assessore e ogni collega che è qui con me oggi avrà modo di spiegare cosa ha fatto, cosa farà e dimostrare che molto probabilmente alcune delle cose che sono emerse nel corso della discussione non sono così necessariamente vere. Domani credo che ognuno di noi avrà modo di spiegare gli ultimi cinque anni e quello che forse probabilmente vorrà fare nei prossimi cinque.
Mi piacerebbe, come nuovo Assessore al Bilancio, anch'io pensare a un bilancio creativo. Il bilancio creativo è la cosa più fantastica che si può fare, poi invece ci sono le leggi, ci sono i decreti legislativi, c'è il 118, c'è tutto un sistema che ci impone numeri, ci impone tabelle e ci impone tutta una serie di cose che inevitabilmente devono riportarci alla realtà e a cercare di, con le risorse che abbiamo a disposizione, di dare delle risposte ai tanti bisogni. Tanti bisogni che sono quelli che sono stati inseriti all'interno di questo DEFR. Se non li avessimo inseriti probabilmente, collega Guarda, lei oggi ci direbbe che manca qualcosa. Lei oggi ha evidenziato che c'è tutto.
Allora o c'è tutto o manca qualcosa. Riteniamo che per la capacità che ha questa Regione di analizzare quelli che sono i bisogni e il costante rapporto con gli stakeholder abbia dimostrato che lì c'è tutto. Poi come farlo, quando farlo naturalmente dipende dalle scelte, dalle priorità e dalle risorse che sono a disposizione.
Per questo - e chiudo - credo che la possibilità in questa Legislatura di avere quella forma di autonomia che aspettiamo da tanto tempo ci permetterebbe, con senso di responsabilità, di attuare in maniera molto più veloce alcune delle cose che abbiamo scritto all'interno di questo DEFR.

PRESIDENTE

Grazie. È chiusa la discussione generale come ho detto prima.
L'intervento dell'Assessore viene sempre fatto a chiusura della discussione generale.
Domani mattina ricordo si inizia alle ore 10:00. L'Ufficio di presidenza della Prima commissione si trova prima per dare dei pareri a un po' di emendamenti, quindi il Presidente Sandonà sa... scusatemi, fermi tutti.
Chiudiamo qui la seduta, domani mattina con le dichiarazioni di voto si voterà il punto n. 10). Ripeto: comunque la Prima commissione si trova per dare il parere sugli emendamenti del punto n. 11).
 
La Seduta termina alle ore 20.07
 
Il Consigliere segretario
f.to Erika BALDIN
 
Il Presidente
f.to Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 5
MARTEDì 15 DICEMBRE 2020


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI
 
INDICE

Processo verbale della 5a seduta pubblica – martedì 15 dicembre 2020
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto nella deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 105 del 13 novembre 2020.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 16853 del 10 dicembre 2020.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 11.03.

Il PRESIDENTE rinvia la seduta alle ore 11.15.

La seduta è sospesa alle ore 11.04.

La seduta riprende alle ore 11.27.

Il PRESIDENTE comunica all'Aula le modalità di svolgimento della seduta odierna.

Punto n. 1) all'ordine del giorno


Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che s'intende approvato il processo verbale della 4a seduta pubblica di venerdì 27 novembre 2020.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e il consigliere Boron.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 17 del 13.11.2020
presentata dalla consigliera Ostanel
"La legge regionale sul controllo di vicinato è incostituzionale, quali i costi per i veneti?"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'Interrogazione a risposta immediata in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 3, del Regolamento


Il PRESIDENTE comunica che la Giunta non ha fornito risposta all'Interrogazione a risposta scritta n. 3 della collega Guarda.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde).

Sull'ordine dei lavori intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), Villanova (Zaia Presidente) e Camani (Partito Democratico Veneto).


Punto n. 6) all'ordine del giorno


Nomina del Segretario generale del Consiglio regionale. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 8) APPROVATA (Deliberazione n. 109/2020)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) il quale svolge la relazione illustrativa per conto della Prima commissione consiliare e indica la candidatura del dottor Roberto Valente come proposto, all'unanimità, dall'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale.

In discussione generale intervengono i consiglieri Zottis (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Villanova (Zaia Presidente), Montanariello (Partito Democratico Veneto), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Camani (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde), Bigon (Partito Democratico Veneto), Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Baldin (Movimento 5 Stelle), Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e il Presidente Ciambetti (Liga Veneta per Salvini Premier).

Il PRESIDENTE illustra le modalità di voto.

La consigliera segretaria Sponda (Zaia Presidente), su invito del Presidente, procede all'appello nominale della votazione, a scrutinio segreto, della nomina in oggetto.

Il PRESIDENTE proclama il risultato della votazione.

Assegnati n. 51
Presenti votanti n. 48

Schede bianche n. 0
Schede nulle n. 1

Hanno votato "SI" n. 47
Hanno votato "NO" n. 0

Risulta nominato il dottor Roberto Valente.

Interviene il dottor Valente.

Punto n. 7) all'ordine del giorno


Convalida dell'elezione dei Consiglieri regionali componenti l'Ufficio di Presidenza, ai sensi dell'articolo 37 dello Statuto. APPROVATA (Deliberazione n. 110/2020)  [RESOCONTO]


Il Presidente CIAMBETTI svolge la relazione per conto dell'Ufficio di presidenza.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, a scrutinio segreto, il provvedimento in oggetto.

Il Consiglio approva

Assegnati n. 51
Presenti votanti n. 41
Voti favorevoli n. 41

Punto n. 8) all'ordine del giorno


Risoluzione presentata dai consiglieri Villanova, Bet, Pan, Rigo, Andreoli, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gianpiero Possamai, Puppato, Michieletto, Bisaglia, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Vianello, Zecchinato, Venturini, Bozza, Giacomo Possamai, Camani, Bigon, Montanariello, Zanoni, Zottis, Speranzon, Polato, Formaggio, Razzolini, Soranzo, Guarda, Baldin e Lorenzoni relativa a "Sostegno a Pieve di Soligo per la candidatura a Capitale italiana della cultura 2022". (Risoluzione n. 2) APPROVATA (Deliberazione n. 111/2020)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Villanova (Zaia Presidente) che illustra la risoluzione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Guarda (Europa Verde), che chiede di sottoscriverla, Montanariello (Partito Democratico Veneto), Brescacin (Zaia Presidente), che chiede di sottoscriverla, Camani (Partito Democratico Veneto), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) che chiede di sottoscriverla a nome del gruppo Partito Democratico, Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) e Bigon (Partito Democratico Veneto) che chiedono di sottoscriverla, Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) che chiede la sottoscrizione anche come gruppo Forza Italia, Zottis (Partito Democratico Veneto) che la sottoscrive, Lorenzoni (Gruppo Misto), Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che chiede di sottoscriverla anche a nome del gruppo Fratelli d'Italia, Favero (Liga Veneta per Salvini Premier) e Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto) che la sottoscrive.

Chiusa la discussione generale, interviene il consigliere Villanova (Zaia Presidente) in sede di replica.

In dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto) e Baldin (Movimento 5 Stelle) che la sottoscrive.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la risoluzione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE sospende la seduta per consentire all'Ufficio di presidenza della Prima commissione consiliare di esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 13.36.

La seduta riprende alle ore 14.52.

Punto n. 9) all'ordine del giorno


Riallineamento della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza regionale (DEFR) 2020-2022 a seguito delle conseguenze derivanti dal Covid-19. Deliberazione del Consiglio regionale 5 novembre 2019, n. 118. Articolo 36, comma 3 e Allegato 4/1, punto 6, del decreto legislativo n. 118/2011. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 3) APPROVATA (Deliberazione n. 112/2020)  [RESOCONTO]


Intervengono il consigliere Sandonà (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima commissione consiliare, e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Zottis (Partito Democratico Veneto), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde).

Durante l'intervento della consigliera Guarda assume la Presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

In discussione generale intervengono i consiglieri Bigon (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) e l'assessore Calzavara.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Cavinato, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Guarda, Baldin, Zanoni, Zottis, Lorenzoni, Ostanel, Possamai Giacomo, Camani

Astenuti:

Bigon

Non votanti:

nessuno

Punto n. 10) all'ordine del giorno


Adozione del Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) 2021-2023. Articolo 36, comma 3, e allegato 4/1 e 6 del Decreto legislativo n. 118/2011 e ss.mm.ii.. Articolo 7 e sezione III della legge regionale n. 35/2001 . (Proposta di deliberazione amministrativa n. 4) INIZIO  [RESOCONTO]

Intervengono il consigliere Sandonà (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima commissione consiliare, e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima commissione consiliare.

Durante l'intervento del consigliere Possamai Giacomo assume la funzione di consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

In discussione generale intervengono i consiglieri Zottis (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto), Guarda (Europa Verde) e Zanoni (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 17.14.

La seduta riprende alle ore 17.31.

In discussione generale intervengono le consigliere Baldin (Movimento 5 Stelle) e Bigon (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento della consigliera Bigon assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

In discussione generale intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), l'assessora Lanzarin, i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto) e Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

Interviene l'assessore Calzavara in sede di replica.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale è già convocato per domani, mercoledì 16 dicembre 2020, alle ore 10.00.

La seduta termina alle ore 20.06.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BOZZA Alberto
POLATO Daniele
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Giacomo
CAMANI Vanessa
POSSAMAI Gianpiero
CAVINATO Elisa
PUPPATO Giovanni
CECCHETTO Milena
RAZZOLINI Tommaso
CENTENARO Giulio
RIGO Filippo
CESTARI Laura
RIZZOTTO Silvia
CESTARO Silvia
SANDONA' Luciano
CIAMBETTI Roberto
SCATTO Francesca
CORSI Enrico
SORANZO Enoch
DOLFIN Marco
SPERANZON Raffaele
FAVERO Marzio
SPONDA Alessandra
FINCO Nicola Ignazio
VALDEGAMBERI Stefano
FORMAGGIO Joe
VENTURINI Elisa
GEROLIMETTO Nazzareno
VIANELLO Roberta
GIACOMIN Stefano
VILLANOVA Alberto
GUARDA Cristina
ZANONI Andrea
LORENZONI Arturo
ZECCHINATO Marco
 
ZOTTIS Francesca
   
   
IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Erika BALDIN
 
   
   
   
 
IL PRESIDENTE
Roberto CIAMBETTI
   
   
   

N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba