ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 02/02/2021 n. 11

Resoconto 11a Seduta pubblica
Martedì, 2 febbraio 2021
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
 
La Seduta inizia alle ore 14.08
 
 

PRESIDENTE

Diamo inizio all'11a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 1552 del 28 gennaio 2021.
Colleghi, se ci accomodiamo, chiedo a tutti di accedere al sistema Concilium e marcare la presenza.
Colleghi, buongiorno a tutti.
Lo ripeto sia per chi è in Aula che per chi è in ufficio: entrare in Concilium e marcare la presenza; quando siete entrati, andate in basso a sinistra, dove c'è il pulsante "PIÙ" e marcate la presenza, altrimenti non figurate presenti.
Iniziamo la seduta odierna.
PUNTO
1
 
   

APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della 9a seduta pubblica del 22 dicembre 2020 e della 10a seduta pubblica del 19 gennaio 2021.
PUNTO
2
 
   

COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
I congedi sono concessi.
PUNTO
3
 
   

INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4
 
   

RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Assessora Lanzarin, inizio con Corazzari intanto? Io direi che iniziamo con Corazzari che oggi risponde anche per l'assessore Elisa De Berti.
Non vedo la collega Guarda, quindi partiamo con quella del collega Zanoni, che invece ho già sentito prima in collegamento, la IRI n. 48.

Interrogazione a risposta immediata n. 48 dell'11 gennaio 2021 presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon e Guarda relativa a "INSEGUIMENTO NOTTURNO DI QUATTRO ESEMPLARI DI LUPO PER DUE CHILOMETRI CON TEMPERATURE SOTTO LO ZERO. LA REGIONE INTENDE VERIFICARE L'EPISODIO PER INDIVIDUARE IL RESPONSABILE E FAR APPLICARE SANZIONI PREVISTE?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- di recente nel web sono state diffuse immagini vergognose relative a un video realizzato con il cellulare da un uomo (1) che, a bordo della sua macchina, si è messo ad inseguire quattro lupi, costringendoli a correre senza tregua per evitare di essere investiti;
- il suddetto video, che sembra essere stato girato presso il Passo Tre Croci in direzione di Auronzo di Cadore (BL), mostra per tre lunghi minuti i quattro lupi correre senza sosta per sfuggire all'auto con i fanali puntati su di loro. L'uomo che sta registrando il video commenta "Adesso li scanno, voglio vedere" per poi suonare il clacson più e più volte e continuare a dire. "Non cedono di mezza virgola". Verso la fine quando solo un esemplare continua a correre mentre gli altri si sono tolti dalla strada, risalendo i "muri" di neve laterali, si vede chiaramente come l'automobilista affianchi con l'auto l'animale, rischiando potenzialmente di investirlo. Nel registrare le immagini l'autore del video dice che sono ormai due chilometri che le "bestie", come le definisce più volte, stanno correndo e che il video serve a "dimostrare la presenza di lupi in valle".
Tenuto conto che:
- in pieno inverno, con le temperature rigide di questi giorni, è quasi certo che questi lupi vadano incontro alla morte, visto l'enorme e spropositato dispendio di energie e vista la rottura del branco;
- l'inseguimento di un'animale con il proprio mezzo nelle condizioni descritte può costituire il reato di cui all'art. 544 ter del Codice Penale, nonché violazioni con sanzioni amministrative previste dalle norme di tutela della fauna selvatica e del codice della strada;
- in particolare il lupo è una specie tutelata particolarmente protetta e fa parte di un elenco di specie particolari di cui all'art. 2 della legge 157/1992 ed è considerato patrimonio indisponibile dello Stato. Inoltre questa specie garantisce il contenimento degli ungulati con particolare riferimento al cinghiale, specie prolifica e causa di danni all'agricoltura.
Tutto ciò premesso e considerato, i sottoscritti consiglieri
chiedono all'Assessore regionale alla Caccia e Pesca
se intende intervenire per far individuare il responsabile del suddetto episodio di maltrattamento di una specie selvatica particolarmente protetta dalle norme comunitarie e statali e conseguentemente far applicare le previste sanzioni".
________________________

(1) https://corrierealpi.gelocal.it/regione/2021/01/07/news/branco-di-lupi-sul-passo-tre-croci-inseguito-in-macchina-dall-agricoltore-vendicativo-1.39744433?fbclid=IwAR0DwhO44gtQvNeiIXVmIPneyJPVjX_Uc7VI35GdTQ0KJyxEnzWlQl6XJvA

PRESIDENTE

Zanoni, mi deve chiedere la parola, se intende presentarla, col sistema Concilium: me la chieda col pulsantino.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Chiedo la parola col Concilium.

PRESIDENTE

Sì, però non ti vedo. Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Bene. Grazie, Presidente.
Questo è un episodio che è stato riportato dalla cronaca, dai giornali, ma anche da molte televisioni locali e non solo, relativo ad immagini che si sono registrate presso Passo Tre Croci ad Auronzo di Cadore, nei giorni in cui c'erano praticamente metri di neve, dove un privato cittadino ha ripreso col proprio telefonino l'inseguimento lungo la pubblica via, una strada di montagna, dove a destra e a sinistra c'erano due muri alti un metro e forse più, un branco di quattro lupi. Voi potete immaginare esemplari questa specie, carnivori, di fronte a condizioni meteo avverse, con temperature al di sotto dello zero da giorni, inseguiti da un'autovettura, naturalmente intrappolati perché erano in questo corridoio.
Siccome il lupo è una specie particolarmente protetta dalle norme nazionali, europee e dalla Convenzione di Washington, la richiesta era praticamente relativa al fatto che, considerando che in pieno inverno, con le temperature rigide di questi giorni, è quasi certo che questi lupi vadano incontro alla morte, visto l'enorme e spropositato dispendio di energie e vista la rottura del branco, considerato che questo atteggiamento costituisce maltrattamento di animali ai sensi dell'articolo 543 ter del codice penale, il lupo è una specie ritenuta particolarmente protetta dalle norme nazionali, europee e internazionali, è una specie utilissima all'agricoltura per il contenimento di ungulati, in particolare il riferimento è nei confronti del cinghiale che è una specie proficua, alloctona, inserita per motivi venatori in regione Veneto e causa di danni all'agricoltura, la domanda che io e le colleghe Anna Maria Bigon e Cristina Guarda facciamo all'Assessorato è se intende intervenire per far individuare il responsabile del suddetto episodio di maltrattamenti di una specie particolarmente protetta.

PRESIDENTE

Grazie. L'assessore Corazzari per la risposta.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"L'episodio riportato dagli interroganti risulta essere stato oggetto di immediata verifica da parte delle competenti Autorità di Polizia Giudiziaria, alle quali la Regione sta garantendo il pieno supporto, ai fini dell'accertamento dell'autore - la cui identità è stata peraltro resa nota nei giorni immediatamente successivi anche dai mezzi di stampa - e dell'accertamento dei possibili profili di carattere sanzionatorio del fatto accaduto, accertamenti sui quali vige il segreto istruttorio".

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
L'episodio riportato dagli interroganti risulta essere stato oggetto di immediata verifica da parte delle competenti Autorità di Polizia giudiziaria, alle quali la Regione sta garantendo il pieno supporto ai fini dell'accertamento dell'autore – la cui identità è stata peraltro resa nota nei giorni immediatamente successivi anche dai mezzi di stampa – e dell'accertamento di possibili profili di carattere sanzionatorio del fatto accaduto, accertamenti sui quali vige il segreto istruttorio.

PRESIDENTE

Grazie. Per la replica il collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Diciamo che è una replica abbastanza stringata. Io capisco che vige il segreto istruttorio e questo mi fa ipotizzare e sperare anche in un procedimento penale a carico del responsabile. Magari, considerato che è una specie molto importante e tutelata, una parola in più, come ad esempio: "Ci costituiremo parte civile per tutelare un patrimonio che la legge considera indisponibile", non sarebbe dispiaciuta.
Comunque ringrazio lo stesso per la risposta, nonostante sia veramente molto striminzita. Grazie.

PRESIDENTE

Una risposta quasi da avvocato.
Passiamo, anzi ritorniamo all'IRI n. 6 della collega Guarda.

Interrogazione a risposta immediata n. 6 del 27 ottobre 2020 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "TRIBUNALE DI VENEZIA ACCERTA CARATTERE DISCRIMINATORIO DEL COMPORTAMENTO DI REGIONE DEL VENETO E ULSS 3 RIGUARDO ALL'ORDINARIO ACCESSO ALLE CURE DEI MINORI STRANIERI IRREGOLARMENTE SOGGIORNANTI: QUALE LA SITUAZIONE PRESSO LE ALTRE ULSS VENETE?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- con propria recente sentenza, il Tribunale di Venezia ha accertato il carattere discriminatorio di specifiche omissioni organizzative compiute da Regione del Veneto e dall'ULSS 3;
- i fatti che hanno dato origine al ricorso ex art. 44 D.Lgs. 25/07/1998, n. 286 presentato dall'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione riguardano il mancato e accertato apprestamento di un servizio ambulatoriale pediatrico pubblico accessibile gratuitamente equiparabile al pediatra di libera scelta cui dà diritto l'iscrizione al SSN, tal per cui i cittadini stranieri minori di età irregolarmente soggiornanti sarebbero dovuti necessariamente transitare per il pronto soccorso pediatrico, con carenza, pertanto, dell'ordinario accesso alle prestazioni non urgenti.
Rilevato che:
- tra le cause cui è ascrivibile in prima istanza il complessivo contegno omissivo tenuto da Regione del Veneto e ULSS 3 - questa in esecuzione proprio delle Linee guida regionali - va annoverata proprio la vigente Dgr n. 753 del 4 giugno 2019 recante "Linee guida in materia di assistenza sanitaria ai cittadini appartenenti all'Unione Europea e ai cittadini extracomunitari";
- non è la prima volta che un giudizio attinge atti formati dalla maggioranza di governo regionale nel tentativo di rendere concreto lo slogan "Prima i veneti" attraverso la violazione dei diritti dei minori di origine straniera, si pensi alla dichiarata incostituzionalità dell'art. 1, comma 1, della legge della Regione Veneto 21 febbraio 2017, n. 6 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 23 aprile 1990, n. 32 , «Disciplina degli interventi regionali per i servizi educativi alla 2 prima infanzia: asili nido e servizi innovativi») in materia di accesso agli asili nido.
Preso atto che la Regione del Veneto dovrà dunque intervenire nei termini di sentenza per eliminare l'accertata discriminazione.
Tutto ciò premesso, la sottoscritta Consigliera
interroga l'Assessore regionale alla Sanità e al Sociale
per sapere se rispetto a quanto in premessa intenda rimediare con assoluta urgenza all'omissione discriminatoria accertata con sentenza, anche attraverso specifica verifica presso le restanti ULSS venete".

PRESIDENTE

Prego, Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Dovrebbe vedere la richiesta di parola. Perfetto.
Con questa interrogazione ho desiderato chiedere alla Giunta regionale un aggiornamento rispetto alla condizione verificata dal Tribunale di Venezia, che ha accertato, appunto, questa discriminazione, con l'omissione di quello che è un servizio previsto per minori irregolarmente soggiornanti all'interno del nostro territorio, ma che comunque necessitano e richiedono – e per legge viene specificata – la garanzia dei servizi sanitari a loro dedicati. Per questo motivo, dato l'accertamento anche del Tribunale su questa omissione, l'ULSS 3 del territorio veneziano, ho chiesto di sapere, rispetto a quanto descritto, come si è inteso rimediare, con assoluta urgenza immagino, all'omissione discriminatoria accertata con la sentenza, anche poi attraverso quella che era una verifica ULSS per ULSS dello stato di attuazione e di garanzia di questo servizio.

PRESIDENTE

Grazie. Per la risposta l'assessora Lanzarin.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Con DGR n. 753 del 04 giugno 2019 di cui all'oggetto "Linee guida in materia di assistenza sanitaria ai cittadini appartenenti all'Unione Europea e ai cittadini extracomunitari" è stato espressamente previsto che la tutela della salute e l'assistenza sanitaria, sul territorio regionale, a favore dei minori stranieri non in regola con le norme relative all'ingresso e al soggiorno siano garantite tramite l'accesso alla più ampia e capillare rete dei Consultori familiari presenti in ambito distrettuale, nelle more dell'emanazione di precise indicazioni ministeriali, finalizzate a rendere operativamente fattibile l'iscrizione al S.s.n., ai sensi del D.P.C.M. 12 gennaio 2017, della citata categoria di minori irregolarmente presenti sul territorio regionale e privi di codice fiscale.
Preso atto che l'iscrizione al S.s.n. di un cittadino, con conseguente assegnazione del Medico di Medicina Generale o del Pediatra di Libera Scelta, è possibile unicamente in presenza di un codice fiscale alfanumerico o numerico provvisorio, generato dall'Agenzia delle Entrate, quale unica amministrazione competente in materia, sussiste in capo alle Aziende Ulss l'impossibilità tecnica di provvedere all'iscrizione al S.s.n. per i soggetti privi del codice fiscale. La generazione di un codice fiscale da parte di un'Amministrazione non competente comporterebbe infatti una violazione della normativa nazionale vigente.
La stessa ordinanza n. 5191 del Tribunale di Venezia del 19 ottobre 2020 ravvisa la necessità di prevedere un servizio ambulatoriale pediatrico pubblico accessibile gratuitamente equiparabile al Pediatra di Libera Scelta cui dà diritto l'iscrizione al S.s.n.
Accertato che nella Regione Veneto ogni minore presente sul territorio è tutelato in tema di salute indipendentemente dalla nazionalità e dallo status di appartenenza, con nota regionale prot. n. 456522/2020 del Direttore dell'Unità Organizzativa Cure Primarie e Strutture Socio-Sanitarie Territoriali, si è ribadito quanto già previsto nella citata DGR a tutela del diritto di assistenza ai minori stranieri sopracitati, chiedendo espressamente a tutte le Aziende Ulss di garantire la presa in carico degli stessi per il tramite di appropriate soluzioni organizzative aziendali, anche attraverso la rete dei Consultori, assicurando così l'erogazione di una idonea assistenza sanitaria mediante gli ambulatori pediatrici".

Ass.ra Manuela LANZARIN

Con DGR 753 del 4 giugno 2019 è stato espressamente previsto che la tutela della salute e l'assistenza sanitaria sul territorio regionale, a favore dei minori stranieri non in regola con le norme relative all'ingresso e al soggiorno, siano garantite tramite l'accesso alla più ampia e capillare rete dei consultori familiari presenti in ambito distrettuale.
Nelle more dell'emanazione di precise indicazioni ministeriali, finalizzate a rendere operativamente fattibile l'iscrizione al Servizio sanitario nazionale, ai sensi del DPCM del 12 gennaio 2017, della citata categoria di minori irregolarmente presenti sul territorio regionale e privi di codice fiscale.
Preso atto che l'iscrizione al sistema sanitario nazionale di un cittadino con conseguente assegnazione del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta è possibile unicamente in presenza di un codice fiscale alfanumerico o numerico provvisorio, generato dall'Agenzia delle Entrate, quale unica Amministrazione competente in materia, sussiste in capo alle aziende ULSS l'impossibilità tecnica di provvedere all'iscrizione al Sistema sanitario nazionale per i soggetti privi di codice fiscale.
La generazione di un codice fiscale da parte l'Amministrazione non competente comporterebbe, infatti, una violazione della normativa nazionale vigente. La stessa ordinanza del Tribunale di Venezia del 19 ottobre 2020 ravvisa la necessità di prevedere un servizio ambulatoriale pediatrico pubblico, accessibile gratuitamente, equiparabile al pediatra di libera scelta, da cui dà diritto l'iscrizione al Sistema sanitario nazionale.
Accertato che nella Regione del Veneto ogni minore presente sul territorio è tutelato in tema di salute, indipendentemente dalla nazionalità e dallo status di appartenenza, con nota della Regione del Veneto, si è ribadito quanto sia previsto nella citata DGR a tutela del diritto di assistenza dei minori stranieri sopracitati, chiedendo espressamente a tutte le aziende ULSS di garantire la presa in carico degli stessi per il tramite di appropriate soluzioni organizzative aziendali, anche attraverso la rete dei consultori, assicurando così l'erogazione di una idonea assistenza sanitaria mediante gli ambulatori pediatrici.

PRESIDENTE

Grazie. Per la replica la collega Guarda, che mi prende sempre la parola con Concilium.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Sì, l'avevo già fatto.

PRESIDENTE

No. Grazie. Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Probabilmente si è disconnesso.
Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta. Devo ammettere che sono felice che sia stato fatto questo sollecito alle ULSS per garantire questo tipo di servizio, ma magari auspicavo un approfondimento in più rispetto a quanto, all'interno delle diverse ULSS, questo servizio sia stato o meno appunto garantito anche precedentemente e allo stato di attuazione fino ad oggi, però magari ci sarà l'occasione di approfondire questo tema all'interno di un approfondimento dedicato in Commissione Quinta, nel momento in cui il tempo ce lo consentirà.
Intanto ringrazio di questa disponibilità di risposta e speriamo che tutto questo non debba poi essere più riaffrontato all'interno del nostro territorio.

PRESIDENTE

Grazie. Passiamo all'IRI 13 della collega Anna Maria Bigon.

Interrogazione a risposta immediata n. 13 del 6 novembre 2020 presentata dalla consigliera Bigon relativa a "NEL VERONESE MANCANO PIÙ DI 100 MEDICI DI BASE! COSA STA FACENDO LA GIUNTA REGIONALE PER RISOLVERE QUESTA GRAVE EMERGENZA?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- nel Veronese, più che in altre zone del Veneto, il problema della carenza dei medici di famiglia è diventato una vera e propria emergenza;
- delle oltre 300 aree definite "carenti" in Veneto, quasi un terzo si collocano nella provincia scaligera, dove nel corso di un decennio i medici di Medicina Generale sono diminuiti di oltre cento unità. Attualmente dei 128 posti vacanti ne sono stati ricoperti soltanto 23;
- da mesi in provincia e nella stessa città di Verona si assiste a scene deplorevoli. Il 3 novembre scorso i media hanno dato notizia di lunghe code davanti al distretto sanitario di via del Capitel, fra Borgo Trieste e San Michele Extra, con momenti di alta tensione. Un centinaio di persone rimaste senza medico di base a seguito di un pensionamento, ha atteso in fila (alcuni dalle 6 del mattino) nel primo giorno utile per sceglierne uno nuovo. La coda di cittadini formatasi nella mattinata sarebbe servita soltanto per acquisire un numero, finalizzato ad ottenere un appuntamento per il pomeriggio. L'esasperazione dovuta alle lunghe ore di attesa (nonostante l'"emergenza Covid" in atto), la mancanza di informazioni telefoniche, il malfunzionamento dei sistemi informatici e l'impossibilità di accedere alle strutture, hanno fatto degenerare la situazione, tanto da rendere necessario l'intervento dei carabinieri.
Tenuto conto che enormi disagi vengono vissuti anche nelle zone rurali e montane della provincia veronese e delle altre province del Veneto, dove spesso i cittadini per curarsi devono affrontare lunghi ed estenuanti spostamenti, sostenendo spese ingenti; in queste zone rischiano di chiudere anche le piccole farmacie, che non hanno più nemmeno un ambulatorio di riferimento.
Tutto ciò premesso, la sottoscritta consigliera
chiede all'Assessore regionale alla Sanità
quali provvedimenti urgenti intende mettere in atto per evitare situazioni incresciose come quelle descritte in premessa che alimentano tensioni e creano enormi disagi, soprattutto alle fasce più deboli della popolazione".

PRESIDENTE

Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Mi sente, Presidente?

PRESIDENTE

Certamente, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie mille.
Con questa interrogazione ho raccontato quello che era un episodio che è successo a Verona durante le lunghe code di attesa per cercare di avere un medico sostitutivo del precedente che era andato via. Il problema, però, a Verona è ancora più aggravato, nel senso che anche nell'ultimo periodo vediamo tanti pensionamenti o quanto meno medici di medicina generale che smettono la professione di medico di base e quindi lasciano migliaia di persone, di cittadini senza medico.
Quindi, con questa interrogazione, al di là dell'episodio particolare di San Michele Extra, volevo chiedere che intenzioni ha la Regione proprio sul Veronese, vista la grave situazione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Risponde l'assessora Lanzarin, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"In relazione all'oggetto, a seguito delle informazioni e approfondimenti richiesti all'Azienda Ulss n. 9, si rappresenta quanto segue.
L'emergenza Covid e il conseguente divieto di assembramenti ha comportato presso l'Azienda la rivisitazione delle procedure di accesso agli sportelli distrettuali, ivi compreso l'Ufficio scelte e Revoche del medico, mediante accesso su appuntamento. A ciò si è affiancata una procedura di scelta del medico online attivata a livello aziendale – articolata in due fasi distinte: richiesta online e a seguito della presa in carico da parte dell'operatore addetto successiva assegnazione del professionista.
Nel corso del 2020 sono cessati per pensionamento n. 54 medici addetti all'assistenza primaria, di cui 7 nell'ambito che comprende i quartieri afferenti alla sede distrettuale di Via del Capitel (Distretto 1- Comune di Verona – Borgo Venezia) oggetto della segnalazione. Per far fronte a dette cessazioni in 22 casi si è dovuto ricorrere all'attivazione di incarichi provvisori, mentre in un caso, previa autorizzazione regionale, all'aumento temporaneo del massimale individuale a 1800 assistiti di alcuni medici disponibili.
Ad oggi risultano in servizio 538 medici di medicina generale addetti all'assistenza primaria titolari, 11 con incarico temporaneo e 18 con incarico provvisorio.
Per quanto attiene nello specifico i disagi segnalati nel mese di novembre presso la sede distrettuale di Verona- Via del Capitel, questi sono avvenuti a causa del concomitante inserimento nel quartiere di San Michele di due nuovi medici titolari, della concomitante cessazione di due medici con incarico provvisorio e della conseguente necessità da parte dei rispettivi assistiti di dover scegliere il nuovo medico titolare, non potendo lo stesso essere assegnato d'ufficio.
L'Azienda ha, inoltre, rappresentato che anche a seguito delle temporanee assenze del personale amministrativo, in buona parte anch'esso colpito dal Covid, l'Azienda ha tempestivamente provveduto a potenziare il servizio mediante temporanea assegnazione dell'attività a ditta esterna, al fine di ridurre al minimo possibile i tempi di assegnazione del medico.
Per completezza informativa in tema, si evidenzia che annualmente nella graduatoria regionale sono presenti oltre 800 medici, che tuttavia spesso non accettano le zone carenti proposte. Da parte regionale sono state presentate alcune proposte di integrazione dell'Accordo Collettivo Nazionale per la medicina generale chiedendo che vengano previste specifiche forme di incentivazione all'accettazione e/o penalizzazioni in caso di mancata accettazione/rinuncia alle zone carenti. La tematica, infatti, deve necessariamente trovare una definizione a livello di normativa nazionale, in ottica di uniformità e omogeneità tra le Regioni.
Si rappresenta, altresì, che negli ultimi anni è stato, inoltre, incrementato notevolmente il numero degli studenti ammessi al corso di formazione specifica in medicina generale, che ad oggi annovera quasi 500 medici in formazione nel triennio (rispettivamente: corsisti ordinari inseriti al corso tramite concorso, corsisti ammessi ex Decreto Calabria e corsisti soprannumerari inseriti al corso ai sensi della L. 401/2000).
Si segnala, infine, che sono state avviate - tramite Azienda Zero - tutte le procedure previste dall'Accordo Collettivo Nazionale vigente per l'attribuzione degli incarichi: in via di trasferimento, in via di inserimento ex graduatoria, in via di assegnazione tramite procedura SISAC (ampliando così la ricerca di disponibilità sull'intero territorio nazionale) ed infine, coinvolgendo i medici frequentanti il corso di formazione specifica in medicina generale (procedura a tutt'oggi in corso)".

Ass.ra Manuela LANZARIN

Nel corso del 2020 sono cessati per pensionamento n. 54 addetti all'assistenza primaria, di cui 7 nell'ambito che comprende i quartieri afferenti alla sede distrettuale di via del Capitel, oggetto della segnalazione.
Per far fronte a dette cessazioni, in 22 casi si è dovuto ricorrere all'attivazione di incarichi provvisori, mentre in un caso, previa autorizzazione regionale, all'aumento temporaneo del massimale, individuabile a 1.800 assistiti di alcuni medici disponibili. Ad oggi risultano in servizio 538 medici di medicina generale addetti all'assistenza primaria titolari, 11 con incarico temporaneo e 18 con incarico provvisorio.
Per quanto attiene nello specifico i disagi segnalati nel mese di novembre presso la sede distrettuale, questi sono avvenuti a causa del concomitante inserimento nel quartiere di San Michele di due nuovi medici titolari, della concomitante cessazione di due medici con incarico provvisorio e della conseguente necessità, da parte dei rispettivi assistiti, di dover scegliere il nuovo medico titolare, non potendo lo stesso essere assegnato d'ufficio.
L'Azienda, inoltre, ha rappresentato che, anche a seguito della temporanea assenza del personale amministrativo, in buona parte anch'esso colpito da Covid, l'Azienda ha tempestivamente provveduto a potenziare il servizio mediante temporanea assegnazione dell'attività a ditta esterna, al fine di ridurre al minimo possibile i tempi di assegnazione del medico.
Per completezza informativa in tema, si evidenzia che annualmente nelle graduatorie regionali sono presenti oltre 800 medici, che tuttavia spesso non accettano le zone carenti proposte. Da parte regionale sono state presentate alcune proposte di integrazione all'accordo collettivo nazionale per la medicina generale, chiedendo che vengano previste specifiche forme di incentivazione all'accettazione e/o penalizzazione in caso di mancata accettazione o rinuncia delle zone carenti. La tematica, infatti, deve necessariamente trovare una definizione a livello di normativa nazionale, in ottica di uniformità e omogeneità tra le Regioni.
Si rappresenta, altresì, che negli ultimi anni è stato, inoltre, incrementato notevolmente il numero degli studenti ammessi al corso di formazione specifica in medicina generale, che ad oggi annovera quasi 500 medici in formazione nel triennio, rispettivamente corsisti e ordinari, inseriti nel corso tramite concorso, corsisti ammessi, ex decreto Calabria, corsisti soprannumerari inseriti al corso ai sensi della legge 401 del 2000.
Si segnala, infine, che sono state avviate tramite Azienda Zero tutte le procedure previste dall'accordo collettivo nazionale vigente per l'attribuzione degli incarichi in via di trasferimento, in via di inserimento (ex graduatorie), in via di assegnazione (tramite procedure SISAC) ed infine coinvolgendo i medici frequentanti il corso di formazione specifica in medicina generale.
Aggiungo solo, Presidente, rispetto a questa interrogazione – so e ho viste che ne stanno arrivando altre di altri territori – che il problema della mancanza dei medici di medicina generale è un problema reale, è un problema molto diffuso, tenete conto che noi oggi in Veneto avremo circa 250 zone carenti, però abbiamo, come è stato letto, 800 medici in graduatoria e abbiamo corsi che stanno sfornando nel triennio più di 500 medici.
Qual è il problema? Il problema è che...

PRESIDENTE

Assessora, la invito a chiudere.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Il problema è che in molti casi non accettano le zone carenti e quindi sono attirati da altri incarichi e noi non abbiamo nessuno strumento per poi individuare o comunque far andare i medici in queste zone carenti, sennonché, come è stato citato nell'interrogazione, una modifica a livello nazionale dell'ACN su cui, col Ministro e anche le altre Regioni, si sta spingendo perché effettivamente questo sta diventando un problema molto serio.

PRESIDENTE

Grazie. Per la replica, Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Volevo ringraziare l'Assessore e chiedo se posso avere la copia scritta della risposta.

PRESIDENTE

Assolutamente sì.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie mille.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Facciamo prendere fiato un po' alla Lanzarin. Ritorniamo alle interrogazioni di Corazzari con l'IRI n. 41 della collega Guarda ed altri.

Interrogazione a risposta immediata n. 41 del 28 dicembre 2020 presentata dai consiglieri Guarda, Lorenzoni, Giacomo Possamai, Camani, Zanoni, Zottis e Bigon relativa a "LA GIUNTA REGIONALE INTERVERRÀ PRESSO IL COMUNE DI VERONA PER FAR RIMEDITARE IL PROVVEDIMENTO DI REVOCA DELLA CITTADINANZA ONORARIA DELLA CITTÀ ALLO SCRITTORE ROBERTO SAVIANO?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- con deliberazione n. 52 del 23 dicembre 2020, il Consiglio comunale del Comune di Verona ha deliberato la revoca della cittadinanza onoraria della Città già conferita allo scrittore Roberto Saviano;
- a quanto è dato leggere sulla stampa, locale e nazionale, circa le motivazioni a fondamento della predetta deliberazione di revoca la stessa sarebbe determinata dall'utilizzo di frasi, reputate poco rispettose, pronunciate dallo scrittore verso l'attuale segretario del partito "Lega per Salvini Premier".
Rilevato che lo scrittore Roberto Saviano sì è notoriamente contraddistinto per l'alto valore del proprio contributo, anche in termini di notevole sacrificio della propria libertà personale, nella lotta contro la criminalità organizzata di stampo mafioso.
Evidenziato che:
- proprio di recente, il Consiglio regionale del Veneto ha istituito con legge il premio "Francesco Saverio Pavone", dedicando appunto alla memoria del magistrato in prima linea nel Veneto nel contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso;
- la legge regionale n. 48 del 2012, annovera, tra le proprie finalità, il sostegno ad iniziative di sensibilizzazione della società civile e delle istituzioni pubbliche, finalizzate alla promozione dell'educazione alla legalità, alla crescita della coscienza democratica, all'impegno contro la criminalità organizzata e diffusa, le infiltrazioni e i condizionamenti di stampo mafioso nel tessuto economico e sociale del territorio regionale.
Rilevato che l'adottato provvedimento di revoca della cittadinanza onoraria del Comune di Verona allo scrittore Roberto Saviano, in quanto atto a valenza fortemente simbolica è tale da porsi in netta antitesi con il lavoro che la Regione del Veneto, anche con il coinvolgimento dei comuni, ha avviato nell'attuazione delle politiche di sicurezza di specie, anche attraverso gli specifici percorsi di sensibilizzazione attivati a mente della legge n. 48 del 2012, si veda da ultimo la Dgr n. 303 del 10 marzo 2020, di declinazione biennale del Progetto attuativo della "Giornata regionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie", tanto che, come si legge sul sito web del partner ufficiale della Regione nell'attuazione del programma in questione, il prossimo capoluogo ospitante la Giornata regionale dovrebbe essere proprio Verona, anche in tal senso, dunque, è da ritenersi opportuno un intervento di moral suasion da parte dell'istituzione regionale.
Tutto ciò sopra premesso, i sottoscritti consiglieri
interrogano la Giunta regionale
per sapere se non intenda intervenire presso il Comune di Verona al fine di patrocinare il ritiro del provvedimento di revoca della cittadinanza onoraria della Città di Verona allo scrittore Roberto Saviano".

PRESIDENTE

Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

La storia penso che la conosciate tutti quanti per cui vado direttamente al dunque.
Alla luce del fatto che si è appreso di questa scelta di revocare la cittadinanza a Saviano nella città di Verona e dato che comunque la motivazione per cui si è riconosciuta l'urgenza di andare a identificare questo personaggio pubblico, scrittore e grande battagliero, per far emergere un fenomeno evidentemente sommerso e sempre più nella difficoltà di contrastare, eccetera, ecco che evidentemente andare a perseguire l'obiettivo di non mettere in dubbio ciò che è battaglia etica, sociale, culturale, economica anche del nostro territorio, di contrasto alla mafia, ritengo che sia necessario.
Questo anche perché non verificare l'urgenza di intervenire per garantire la concretezza e la qualità del lavoro che lui e altre persone hanno fatto per fare emergere e rendere sempre più disponibile la conoscenza di questi fenomeni malavitosi all'interno dei nostri territori, all'interno del territorio italiano e non soltanto, riuscire a valorizzare questo tipo di apporto può dare maggiore coraggio anche agli imprenditori locali piuttosto che al cittadino veneto di non aderire, non adeguarsi a quello che sembra essere sempre più uno schema che dobbiamo combattere, cioè quello del contrasto alle infiltrazioni mafiose.
In tutta questa situazione la richiesta era che la Giunta riuscisse ad intervenire per ripristinare il patrocinio ed intervenire quindi presso la città di Verona, in modo tale da consentire il rispetto anche di quelle che sono le indicazioni di quanto è stato anche approvato ed è all'interno dello Statuto della nostra Regione.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Assessore Corazzari per la risposta.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Con riferimento all'Interrogazione a risposta immediata n. 41 ove si chiede un intervento da parte della Giunta Regionale in merito al provvedimento di revoca della cittadinanza onoraria della Città di Verona allo scrittore Roberto Saviano, si rappresenta quanto segue.
La Giunta Regionale è pienamente impegnata nel sostenere azioni di sensibilizzazione della società civile finalizzate alla promozione della educazione alla legalità e all'impegno contro la criminalità organizzata sia sul fronte legislativo, con l'avvio delle linee programmatiche della nuova legge regionale 23 giugno 2020, n. 24 "Normativa regionale in materia di Polizia Locale e Sicurezza Urbana" proposte con la DGR/CR n. 129 del 22/12/2020 in fase di approvazione da parte della I Commissione consiliare, sia su quello operativo, con una serie di iniziative volte a rafforzare la cultura della legalità e la lotta alle infiltrazioni criminali ai sensi della L.R. 48/2012. A titolo esemplificativo ma certamente non esaustivo è possibile menzionare: la DGR n. 303 del 10 marzo 2020, che approva il programma, valevole per le edizioni 2021 e 2022, delle iniziative inerenti la celebrazione della "Giornata regionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie", istituita dall'art. 17 della LR n. 48/2012 .
La DGR n. 633 del 8 maggio 2018 con la quale è stato approvato un Protocollo di Intesa tra la Giunta Regionale, il Consiglio Regionale e l'Università di Padova, Dipartimento di Scienze Economiche ed Aziendali "Marco Fanno", per la realizzazione di ricerche ed eventi sui temi della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, della corruzione nonché per la realizzazione di modelli operativi in tema di contrasto al crimine organizzato e mafioso, alla lotta alla corruzione ed all'usura e per la promozione della cultura della legalità. L'evento finale di tale attività dovrà tenersi entro i primi mesi del 2021, da organizzare presso il Consiglio Regionale.
La presentazione entro il mese di gennaio 2021 alla IV Commissione consiliare della DGR/CR n. 133 del 29/12/2020 Relazione informativa biennale, alla competente Commissione Consiliare, per il monitoraggio dello stato di attuazione della legge regionale 28 dicembre 2012, n. 48 "Misure per l'attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, della corruzione nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile". Art. 19, comma 3, della Legge Regionale n. 48/2012 .
Quelli esposti costituiscono degli esempi significativi dell'impegno e dell'azione della Giunta Regionale in favore della legalità, ben consapevole che è assolutamente necessario combattere a fondo questi fenomeni, per evitare soprattutto il diffondersi di cultura contraria alla legalità, in un momento delicatissimo per l'economia italiana e veneta in particolare legata alla difficile situazione legata alla pandemia da Covid-19. Per questo motivo la Giunta Regionale attraverso tali interventi intende perseguire e rafforzare la Cultura della legalità e la sensibilità sociale sui temi della lotta ad ogni forma di criminalità e di corruzione.
In merito al provvedimento di revoca della cittadinanza onoraria della Città di Verona allo scrittore Roberto Saviano, la Regione Veneto ritiene non di propria competenza intervenire nei confronti del Comune di Verona, in quanto la decisione è stata votata dal Consiglio Comunale ai sensi dell'art. 7 del "Regolamento per il conferimento della cittadinanza onoraria e della civica benemerenza" approvato con Delibera del Consiglio comunale di Verona n. 2 del 12/02/2015, nel pieno delle proprie competenze previste dall'art. 42 del D.Lgs. 18/08/2000, n. 267 "Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali"".

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Con riferimento all'interrogazione, ove si chiede un intervento da parte della Giunta regionale in merito al provvedimento di revoca della cittadinanza onoraria della città di Verona allo scrittore Roberto Saviano, si rappresenta quanto segue: la Giunta è pienamente impegnata nel sostenere azioni di sensibilizzazione della società civile, finalizzate alla promozione dell'educazione alla legalità e all'impegno contro la criminalità organizzata, sia sul fronte legislativo, con l'avvio delle linee programmatiche della nuova legge regionale 24/2020 "Normativa regionale in materia di Polizia locale e sicurezza urbana", proposte con DGR/CR n. 129 del 22 dicembre 2020 in fase di approvazione da parte della Prima Commissione (e poi le abbiamo approvate), sia su quello operativo, con una serie di iniziative volte a rafforzare la cultura della legalità e la lotta alle infiltrazioni criminali ai sensi di quanto previsto dalla legge regionale 48/2012.
A titolo esemplificativo, ma certamente non esaustivo, è possibile menzionare la DGR 303 del 10 marzo 2020, che approva il programma valevole per le edizioni 2021 e 2022 delle iniziative inerenti le celebrazioni della Giornata regionale della Memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime della mafia, istituita dall'articolo 17 della stessa legge regionale 48/2012.
Ricordiamo poi la DGR 633 del 2018 con la quale è stato approvato un protocollo d'intesa tra la Giunta regionale, il Consiglio regionale e l'Università di Padova - Dipartimento di Scienze economiche e aziendali "Marco Fanno", per la realizzazione di ricerche ed eventi su temi della prevenzione del crimine organizzato mafioso, della corruzione, nonché per la realizzazione di modelli operativi in tema di contrasto al crimine organizzato e mafioso, alla lotta alla corruzione e all'usura e per la promozione della cultura della legalità.
L'evento finale di tale attività dovrà tenersi entro i primi mesi del 2021 e sarà organizzato presso questo Consiglio regionale.
La presentazione alla Quarta commissione della DGR 133 del 29 dicembre 2020, relazione informativa biennale, per il monitoraggio dello stato di attuazione della legge 28 dicembre 2012 n. 48 "Misure per l'attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, della corruzione, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile", così come previsto dall'articolo 19, comma 3, della medesima legge.
Quelli esposti costituiscono degli esempi significativi dell'impegno dell'azione della Giunta regionale in favore della legalità, ben consapevole che è assolutamente necessario combattere a fondo questi fenomeni per evitare soprattutto il diffondersi di cultura contraria alla legalità, in un momento delicatissimo per l'economia italiana e veneta in particolare, legata alla difficile situazione legata alla pandemia del Covid-19.
Per questo motivo la Giunta regionale, attraverso tali interventi, intende perseguire e rafforzare la cultura della legalità e sensibilità sociale sui temi della lotta a ogni forma di criminalità e corruzione.

PRESIDENTE

Assessore...

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Ho quasi finito.

PRESIDENTE

No, deve finire, sennò le chiudo il microfono: non posso farla sforare oltre un certo...

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Mancano due righe.
In merito al provvedimento di revoca – e andiamo al succo dell'interrogazione – della cittadinanza onoraria della città di Verona allo scrittore Roberto Saviano, la Regione Veneto ritiene non di propria competenza intervenire nei confronti del Comune di Verona, in quanto la decisione è stata votata dal Consiglio comunale ai sensi dell'articolo 7 del Regolamento per il conferimento della cittadinanza onoraria e della civica benemerenza, approvato con delibera del Consiglio comunale n. 2, il 12.2.2015, nel pieno delle proprie competenze previste all'articolo 42.

PRESIDENTE

Grazie. Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Io sono contenta che ci sia stato anche questa elencazione delle azioni rispetto all'attuazione della legge 48 e, di conseguenza, sono contenta che ci sia questa convergenza nell'attuare ciò che è stato previsto dalla legge regionale 48 del 2012. Allo stesso tempo, però, questi messaggi rischiano di essere invalidati da una presa di posizione palesemente politica, che mette sullo stesso piano quella che è un'opinione personale rispetto a fenomeni e affermazioni politiche sulla politica nazionale rispetto, per esempio, a scelte di leader partitici come quello appunto del partito cui fate parte in molti di voi, il partito Lega, e quello che è il valore intrinseco di una persona, di un professionista, di uno scrittore che ha avuto il coraggio di esprimersi e ha rinunciato alla libertà della propria vita pur di portare avanti quella che era una denuncia che ha creato morte.
Capisco che questo tema possa creare una divisione di opinione, nessun problema: questa cosa io l'accetto e la rispetto, ma allo stesso tempo io chiedo il rispetto del fatto che vi è un messaggio da queste cittadinanze onorarie che danno rilievo all'impegno profuso da persone come Roberto Saviano e altre, nella lotta a fenomeni che creano danno alla comunità e nella battaglia, invece, per promuovere buone pratiche e buone scelte.
In questo caso la scelta dell'allora Consiglio comunale di Verona aveva un senso nel rispetto delle leggi e delle priorità che la Regione del Veneto si è data, oggi questa scelta sta creando un danno anche di immagine di quella che è l'attuazione di quanto la Regione del Veneto definisce prioritario, cioè il contrasto alla mafia.

PRESIDENTE

Passiamo all'IRI n. 21, sempre della collega Guarda.

Interrogazione a risposta immediata n. 21 del 19 novembre 2020 presentata dalla consigliera Guarda, relativa a "INTERVENTI A FAVORE DELLA FAMIGLIA E COVID-19: L'ASSEGNO PRENATALE POTRÀ ESSERE ESTESO ANCHE AI NUCLEI FAMILIARI DEI NATI PRIMA DELL'ENTRATA IN VIGORE DEL PROVVEDIMENTO DI GIUNTA CHE FISSA I CRITERI PER L'ACCESSO?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- la legge regionale 28 maggio 2020, n. 20 "Interventi a sostegno della famiglia e della natalità", all'art.7, comma 1, stabilisce che La Giunta regionale al fine di sostenere la natalità e le spese connesse alla cura e all'accoglienza del nascituro e, alla lettera a) dispone l'istituzione di "un assegno prenatale finalizzato a fronteggiare i costi legati alla gravidanza e le spese fondamentali nei primi mesi di vita del bambino"; il comma 3 dell'art.7 della legge in argomento dispone che "La Giunta regionale, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, disciplina i criteri e le modalità per l'assegnazione delle risorse destinate alle finalità di cui al comma 1.";
- la Deliberazione di Giunta regionale n. 1204 del 18 agosto 2020, recante "Assegno prenatale: disciplina sperimentale in attuazione della legge regionale n. 20 del 28 maggio 2020, "Interventi a sostegno della famiglia e della natalità", artt. 6, 7 e 8.", dispone l'introduzione di una disciplina sperimentale inerente ai criteri e alle modalità per l'assegnazione delle risorse destinate al sostegno della natalità, come specificati dall'Allegato A alla Deliberazione.
Rilevato che l'Allegato A al predetto provvedimento di Giunta delimita il novero dei destinatari dell'assegno prenatale a quei i nuclei familiari dei neonati/e successivamente alla data di approvazione del provvedimento e che con Decreto direttoriale n. 99 del 15 settembre 2020 tale perimetro è stato individuato nei nati dal 19 agosto 2020.
Considerato che la pandemia da sars-cov-2 e i conseguenti provvedimenti di prevenzione, a qualsiasi livello di governo adottati, hanno inevitabilmente generato condizioni di instabilità economica a carico delle famiglie venete, in particolare per quelle comunque arricchite dall'ingresso di un nuovo nato. In questo contesto, appare irragionevole, pur comprendendo la razionalità tecnica dei 2 menzionati provvedimenti d'amministrazione stante la ratio della specifica disposizione di legge cui forniscono applicazione in concreto, limitare l'accesso all'assegno prenatale in parola ai soli nati successivamente al 19 agosto 2020.
Tutto ciò premesso, la sottoscritta Consigliera
interroga la Giunta regionale
per sapere se non ritenga opportuno estendere anche ai nuclei familiari dei nati nel 2020 e in data antecedente il 19 agosto 2020 l'accesso all'assegno prenatale regolato in via sperimentale con Dgr n. 1204 del 18 agosto 2020".

PRESIDENTE

Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
In maniera molto breve identifico quella che era la richiesta che è già identificata dal titolo dell'interrogazione: con questa interrogazione volevamo porre, come Europa Verde e anche in nome di tanti cittadini, che hanno festeggiato con noi l'approvazione lo scorso anno della legge sulle politiche familiari del Veneto, valorizzando in particolar modo, proprio come buona pratica legislativa, la proposta di attuare anche in Veneto quella che è una prospettiva di servizio alle nuove famiglie e ai nei-genitori: da una parte c'era il bonus prenatale, che forse tutti consideriamo e forse dobbiamo accordarci magari su che cosa significa e quale peso vogliamo che abbia all'interno della nostra comunità, dall'altra parte un progetto sperimentale per la progressiva gratuità anche dell'asilo nido e quindi del servizio al neo genitore.
L'attuazione di questa legge ha avuto realizzazione nella parte che era già strutturata, per cui i servizi già esistenti e le misure già esistenti per le famiglie numerose, monoparentali, orfani, eccetera, ma dall'altra parte la sperimentazione per quanto riguarda queste prime due misure descritte (bonus e aiuto per asili nidi) ha avuto una realizzazione parziale, cioè la sperimentazione sui nidi non è avvenuta, mentre quella sul bonus prenatale sì, però ha creato uno spartiacque: il 19 di agosto.
Di conseguenza, questa interrogazione voleva porre il tema anche di questa parte di nuovi veneti nati nel 2020, dal 1° gennaio fino al 18 agosto, che si sono visti esclusi dalla misura appunto dei 1.000 euro di bonus prenatale e quindi verificare l'opportunità di un'azione anche in questa direzione, per cercare di risollevare famiglie che sono state escluse da una misura sicuramente molto utile, ma allo stesso tempo che hanno vissuto i danni di una gravidanza di un parto addirittura in un'epoca di crisi economica, sociale e sanitaria come il Covid.

PRESIDENTE

Grazie. Per la risposta l'assessora Lanzarin, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Con la legge regionale numero 20 del 28 maggio 2020 "Interventi a sostegno della famiglia e della natalità", l'Amministrazione Regionale ha avviato un percorso di rinnovamento a favore della famiglia, che prevede obiettivi sfidanti e di lungo periodo, volti a riconoscere e a sostenere la famiglia nel libero svolgimento delle sue funzioni sociali e al contrasto del tasso di denatalità.
Nel disegno complessivo previsto dalla legge, i contributi sono una delle modalità di intervento, da integrare con l'approntamento e lo sviluppo dei servizi per la famiglia (necessariamente), erogati non solo dalle istituzioni pubbliche ma anche da quelle private e dalle "reti sociali" (di cui è ricco il nostro territorio regionale).
A tal fine, la legge prevede un programma triennale degli interventi ed una "cabina di regia" per la valutazione degli stessi (costituita dalla Regione, dagli Enti Locali, dalle AAUUSSLL e da organismi di rappresentanza delle famiglie).
Con la deliberazione numero 1204/2020, si è previsto un intervento analogo all' "assegno di natalità" INPS (messo in atto dallo Stato da alcuni anni), che rimane possibile azionare ad integrazione di altre modalità di sostegno, attivate dal Comune in modo autonomo, dalla stessa Regione (per esempio per le "famiglie fragili", di cui alla deliberazione numero 1309/2020) oppure, ancora, dallo Stato (integrazione del reddito, agevolazioni fiscali eccetera).
La data di acquisizione di efficacia della deliberazione ha determinato la decorrenza dell' "assegno prenatale", che rimane una misura sperimentale, da valutare con la "cabina di regia", puntando al coordinamento e all'integrazione con le iniziative attivate dalle altre istituzioni pubbliche e private del nostro territorio regionale. è esclusa ogni correlazione tra la data di decorrenza dell' "assegno prenatale" e qualsiasi misura di ristoro, attivata dalla Regione, per fare fronte agli effetti prodotti dall'emergenza epidemiologica COVID-19 sulla salute pubblica e sul tessuto socio-economico regionale.
Alla luce di quanto sopraesposto si conferma l'impostazione organizzativa stabilita con la deliberazione numero 1204/2020, nel rispetto dei principi e delle finalità proprie della Regione del Veneto e della legge regionale numero 20 del 28 maggio 2020".

Ass.ra Manuela LANZARIN

Nel disegno complessivo previsto dalla legge, i contributi sono una delle modalità di intervento da integrare con l'approntamento e lo sviluppo dei servizi per la famiglia erogati non solo dalle istituzioni pubbliche ma anche da quelle private e dalle reti sociali.
A tal fine la legge prevede un programma triennale degli interventi ed una cabina di regia per la valutazione degli stessi, costituita dalla Regione, Enti locali, ULSS e organismi di rappresentanza delle famiglie.
Con la deliberazione 1204 del 2020 si è previsto un intervento analogo all'assegno di natalità INPS, che rimane possibile azionare ad integrazione di altre modalità di sostegno attivate dal Comune in modo autonomo, dalla stessa Regione (per esempio le famiglie fragili di cui alla delibera n. 1309 del 2020) oppure ancora dallo Stato (integrazione del reddito, agevolazioni fiscali, eccetera).
La data di acquisizione ed efficacia della deliberazione ha determinato la decorrenza dell'assegno prenatale, che rimane una misura sperimentale da valutare con la cabina di regia, puntando al coordinamento e l'integrazione con iniziative attivate dalle altre Istituzioni pubbliche e private nel nostro territorio regionale. È esclusa ogni correlazione tra la data di decorrenza e l'assegno prenatale e qualsiasi misura di ristoro attivata dalla Regione per fare fronte agli effetti prodotti l'emergenza epidemiologica Covid sulla salute pubblica o sul tessuto socio-economico regionale.
Alla luce di quanto sopra esposto, si conferma l'impostazione organizzativa stabilita con la deliberazione n. 1204 del 2020 nel rispetto dei principi e delle finalità proprie della Regione Veneto e la legge regionale 20 del 28 gennaio 2020.
È stata una misura sperimentale, che è arrivata solo con l'approvazione dei provvedimenti nel mese di agosto, quindi aveva valenza dal mese di luglio in poi, quando ha avuto valenza. Ricordiamo che abbiamo trovato una copertura di 8 milioni, cosa che prima non era mai stata trovata. È chiaro che poteva avere solo questo range di copertura da quando sono stati approvati i provvedimenti, però ricordiamoci che è una legge importante, credo una legge che ha qualificato questo Consiglio e il passaggio che arriverà anche a breve in Quinta Commissione, quello del piano triennale, che non è passato perché non c'era il tempo, su quella credo che potranno maturare tutte le discussioni del caso.

PRESIDENTE

Grazie. Guarda per la replica, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Mi riservo di leggere poi la risposta all'interrogazione in maniera più precisa, ma mi sembra che in realtà la risposta ha dato per scontato il fatto che non si possa intervenire per quella fascia di cittadini che ha avuto un figlio dal 18 agosto al 1° gennaio precedente.
Io mio rendo conto delle questioni tecniche che lei ha rilevato, sta di fatto che, dietro la volontà politica di attivare un certo determinato tipo di strumento come questo, ci si poteva aspettare che la reazione da parte della cittadinanza esclusa potesse essere così delusa e così rammaricata dal fatto che, appunto, questo sarebbe stato per il 2020 uno strumento valido per metà e uno strumento che, tra l'altro, in un'epoca di crisi, ha creato un'ulteriore differenziazione fra famiglie e fra neonati, che non ha fatto bene in un clima sociale come quello che abbiamo vissuto.
Pertanto, come si fa a pensare di attivare una misura di questo tipo partendo neanche dalla seconda metà, ma da agosto, per cui negli ultimi quattro-cinque mesi dell'anno? Politicamente questa la pongo come una domanda anche all'Assessore, proprio perché, se ci si fa garanti di un'attivazione, di una nuova opportunità di questo rilievo e se il problema appunto è anche la disponibilità economica, ripensare a questa misura, a seconda non soltanto di quella che è poi stata la scelta fatta di 1.000 euro per ogni neonato dal 19 agosto, lo si poteva, invece, strutturare in maniera diversa, consentendo anche, attraverso una validazione dello strumento in maniera differente, di intervenire anche nei mesi precedenti.
Questo è stato fatto anche in passato in altre situazioni e, siccome si è vissuta anche la campagna elettorale promuovendo uno strumento positivo come questo, come quello della legge 20 del 2020, votata all'unanimità, è davvero drammatico ed è umiliante dover affrontare oggi questo tipo di discussione, sapendo che poi anche all'interno del bilancio non ci sono le risorse sufficienti per riprendere e riportare.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo alla IRI n. 26, sempre della collega Guarda.

Interrogazione a risposta immediata n. 26 del 27 novembre 2020 presentata dalla consigliera Guarda a "SANITÀ DI PROSSIMITÀ A RECOARO TERME: QUALE FUTURO?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- presso il comune di Recoaro Terme è istituita una medicina di gruppo, in atto gestita da quattro medici di base, e che funge altresì da punto prelievi;
- è pervenuta notizia circa l'imminente pensionamento di tre dei quattro medici di base in servizio;
- a tale futuro contesto, di certo non rassicurante, è peraltro da aggiungere che, stante l'avvenuto pensionamento dell'unico pediatra che serviva il paese, la medicina pediatrica è in atto servita da un solo medico che raggiunge il paese tre giorni alla settimana, con un giorno dedicato esclusivamente alle emergenze.
Considerato che:
- il comune più vicino (Valdagno) dista 10 km da Recoaro Terme;
- la maggior parte della popolazione servita è composta da anziani, e non è certo auspicabile che questi debbano spostarsi nei casi in cui si renda necessario effettuare un consulto medico.
I sottoscritti consiglieri regionali
interrogano la Giunta regionale
per sapere quali sono le previsioni d'intervento rispetto a quanto sopra rilevato nell'ottica di garantire adeguata continuità dei servizi di sanità di prossimità ai cittadini di Recoaro Terme (VI)".

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Do per letta questa.

PRESIDENTE

La dà per letta. Risponde l'Assessora Lanzarin, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"In relazione all'oggetto, a seguito delle informazioni e approfondimenti richiesti all'Aulss n. 8, si rappresenta che l'Azienda in questione ha rappresentato di aver intrapreso le seguenti azioni straordinarie al fine di garantire l'assistenza nell'ambito comunale in questione.
La Medicina di Gruppo di Recoaro Terme, costituita da quattro medici, sarà riorganizzata per il pensionamento al 31.12.2020 di n. 2 medici. Dei due medici che rimangono in servizio, uno è disponibile alla proroga del contratto per un anno, l'altro è disponibile a proroga di 6 mesi. E' stato dato un incarico a tempo indeterminato ad un nuovo medico al fine di mantenere la Medicina di Gruppo, che deve essere composta almeno da tre medici. Gli assistiti del quarto medico, verranno, quindi, ridistribuiti fra i tre professionisti che comporranno la rinnovata Medicina di Gruppo ed altro medico sempre in servizio a Recoaro (non in medicina di gruppo), con capienza e possibilità di ricevere nuovi assistiti.
L'Azienda ha rappresentato, inoltre, che dato che la sede della Medicina di Gruppo è di proprietà dell'Aulss n. 8, la quota di affitto verrà ridotta e rapportata a tre medici anziché quattro. I rifiuti speciali, le pulizie, la manutenzione ordinaria e straordinaria saranno per un periodo concordato gestiti dall'Aulss, come pure verrà garantito il collegamento alla rete internet. Il personale di assistenza di studio, attualmente impegnato per 49 h/sett.na, sarà riassorbito all'interno del contratto in essere con la Cooperativa di riferimento e in questa fase di passaggio ciò sarà a carico dell'Aulss n. 8 senza alcun onere per i medici.
Si ritiene che tali azioni permetteranno alla popolazione di Recoaro di avere ancora la Medicina di Gruppo e l'assistenza territoriale all'interno del Comune in attesa di assegnare incarichi stabili a medici titolari che accetteranno stante il futuro ed inderogabile pensionamento dei due medici a causa del raggiungimento dei 70 anni di età.
Per completezza informativa in tema, si evidenzia in via generale che:
• annualmente nella graduatoria regionale sono presenti oltre 800 medici, che tuttavia spesso non accettano le zone carenti proposte;
• da parte regionale sono state presentate alcune proposte di integrazione dell'Accordo Collettivo Nazionale per la medicina generale chiedendo che vengano previste specifiche forme di incentivazione all'accettazione e/o penalizzazioni in caso di mancata accettazione/rinuncia alle zone carenti. La tematica, infatti, deve necessariamente trovare una definizione a livello di normativa nazionale, in ottica di uniformità e omogeneità tra le Regioni;
• negli ultimi anni è stato, inoltre, incrementato notevolmente il numero degli studenti ammessi al corso di formazione specifica in medicina generale, che ad oggi annovera quasi 500 medici in formazione nel triennio (rispettivamente: corsisti ordinari inseriti al corso tramite concorso, corsisti ammessi ex Decreto Calabria e corsisti soprannumerari inseriti al corso ai sensi della L. n. 401/2000);
• sono state avviate - tramite Azienda Zero - tutte le procedure previste dall'Accordo Collettivo Nazionale vigente per l'attribuzione degli incarichi: in via di trasferimento, in via di inserimento ex graduatoria, in via di assegnazione tramite procedura SISAC (ampliando così la ricerca di disponibilità sull'intero territorio nazionale) ed infine, coinvolgendo i medici frequentanti il corso di formazione specifica in medicina generale (procedura a tutt'oggi in corso)".

Ass.ra Manuela LANZARIN

La medicina di gruppo di Recoaro Terme, costituita da quattro medici, sarà riorganizzata per il pensionamento al 31.12.2020 di due medici; dei due medici che rimangono in servizio uno è disponibile alla proroga del contratto per un anno, l'altro è disponibile alla proroga di sei mesi. È stato dato un incarico a tempo indeterminato ad un nuovo medico al fine di mantenere la medicina di gruppo che deve essere composta da almeno tre medici.
Gli assistiti del quarto medico verranno, quindi, ridistribuiti tra i professionisti che compongono la rinnovata medicina di gruppo ed altro medico sempre in servizio a Recoaro non in medicina di gruppo con capienza e possibilità di ricevere nuovi assistiti.
L'azienda ha rappresentato, inoltre, che dato che la sede della medicina di gruppo è di proprietà dell'ASL. la quota di affitto verrà ridotta rapportata ai tre medici anziché quattro.
I rifiuti speciali, le pulizie, le manutenzioni ordinarie e straordinarie saranno per un periodo concordati gestiti dall'ASL come pure verrà garantito il collegamento alla rete internet. Il personale di assistenza di studio attualmente impegnato per 49 ore settimanali sarà riassorbito all'interno del contratto in essere con la cooperativa di riferimento e in questa fase di passaggio ciò sarà a carico dell'ASL 8, senza alcun onere per i medici.
Si ritiene che tali azioni permetteranno alla popolazione di Recoaro di avere la medicina di gruppo e l'assistenza territoriale all'interno del Comune, in attesa di assegnare incarichi stabili a medici titolari che accetteranno stante il futuro ed inderogabile pensionamento dei due medici a causa dei raggiunti limiti di età (settant'anni).
Per completezza informativa si evidenzia in generale che – sono le stesse cose che ho già riportato per la risposta per quanto riguarda Verona – la situazione vede 800 medici in graduatoria, 500 che escono dal corso, ma con le stesse difficoltà che ho manifestato prima, in questo caso vedete che l'ULSS 8 Berica mette in campo anche tutta una serie di azioni e anche di oneri, proprio per incentivare, ma il problema rimane ugualmente, anche se parliamo non di medico singolo, ma di medicina di gruppo e quindi è chiaro che questa è una problematica che va affrontata, ma ripeto che oggi non abbiamo strumenti se non quello che dovrebbe essere il cambiamento della ACN nazionale.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Guarda per la replica.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore della risposta.
Condivido anch'io le sue stesse preoccupazioni rispetto alla condizione attuale. È stata utile la presentazione dell'interrogazione proprio per cercare di avere chiarezza rispetto a questo specifico argomento e anche dare notizia ai cittadini di quello che l'ULSS 8 Berica ha attivato nel frattempo, in realtà andando a cercare di contenere la questione già l'anno scorso per cui negli ultimi mesi dell'anno, non soltanto oggi. Questo è un esempio di come questo tipo di iniziative possono aiutare anche a quella che è una giusta informazione e quella che è anche una condivisione col territorio preoccupato per le garanzie dei propri servizi.

PRESIDENTE

Grazie. Passiamo alla IRI n. 30 della collega Ostanel.

Interrogazione a risposta immediata n. 30 del 2 dicembre 2020 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "PRONTO SOCCORSO REGIONALI, MEDICI SENZA PERCORSO FORMATIVO POST LAUREA. LA REGIONE FACCIA CHIAREZZA"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- è noto come i reparti di Pronto Soccorso dei nosocomi veneti stiano facendo fronte alla carenza di personale medico ricorrendo al reclutamento di medici da cooperative;
- Anaao Assomed, con un comunicato pubblicato in data 28.11.2020 sul sito web della sezione regionale, rivendica la propria "ampia iniziativa di denuncia contro l'illegittimo reclutamento di medici non specialisti da parte degli Enti Sanitari" evidenziando come si tratterebbe di una procedura illegittima anche secondo le magistrature superiori;
- l'associazione, inoltre, chiarisce che "la carenza del personale medico non può in alcun modo rappresentare un alibi di comodo per eludere sistematicamente ed in modo consolidato la normativa vigente" e denuncia, da un lato, che si tratterebbe di una delega "di cure e servizi a soggetti privati la cui selezione è, a nostro giudizio, inadeguata" e, dall'altro, che detto personale non avrebbe nemmeno "iniziato un percorso formativo post laurea".
Considerato che la situazione si appalesa rischiosa per la garanzia del diritto alla salute dell'utenza.
La sottoscritta consigliera
interroga la Giunta regionale
per sapere quali azioni intenda porre in essere in relazione ai fatti esposti".

PRESIDENTE

Prego, Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Con questa interrogazione, mi riferisco alle due delibere del 14 agosto scorso in cui la Regione Veneto ha dato il via libera all'assunzione con contratti autonomi di 320 giovani medici laureati abilitati, ma non ancora in possesso della specializzazione per l'area di Pronto soccorso e 180 medici per medicina internistica. Questo fatto, che è stato fatto appunto in un momento di emergenza, ha fatto vedere però una questione, che è stata segnalata soprattutto da alcuni attori nel dibattito pubblico: l'Università di Padova e l'Università di Verona hanno, ad esempio, inviato una nota dove dicevano che l'assunzione di questi 320 medici non specializzati e dei 180 è destinata a determinare un duplice effetto negativo in quanto da un lato abbassa la qualità dell'assistenza ai cittadini, specialmente in aree critiche nelle quali la preparazione e la competenza sono quanto mai necessarie, dall'altro preclude ai giovani laureati qualsiasi possibilità di carriera impiegandoli a tempo indeterminato, ma di fatto con una precarietà legata al proprio contratto.
Anche il sindacato dei medici ha spiegato che c'erano soluzioni alternative, ad esempio quella prevista dal decreto Calabria di aumentare le borse di studio oppure far entrare gli specializzandi del penultimo e dell'ultimo anno nel Sistema Sanitario Nazionale.
Siccome mi è stata segnalata questa da varie realtà e anche dagli specializzandi di cui abbiamo parlato in quest'Aula già quando abbiamo approvato l'odg relativo alle borse di studio, però dobbiamo ancora riuscire a ottemperare – e ricordo che è stato votato all'unanimità – rispetto a questa interrogazione chiedo di sapere quali intenzioni si intendono porre in relazione ai fatti esposti, cioè di avere personale che risulta essere non preparato nei Pronto soccorso, ma questo si lega a quello che l'Assessore diceva rispetto alla mancanza di personale, che sappiamo essere un tema nazionale; questo mi è ben chiaro perché i Governi, indipendentemente dal colore politico, non hanno investito sul reclutamento, però mi interessa capire a livello regionale cosa intendiamo fare.

PRESIDENTE

Grazie. Per la risposta all'assessora Lanzarin.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Con interrogazione a risposta immediata n. 30, presentata in data 2 dicembre 2020, ad oggetto "Pronto soccorso regionali, medici senza percorso formativo post laurea. La Regione faccia chiarezza", la Consigliera Ostanel interrogava la Giunta regionale, "per sapere quali azioni intenda porre in essere ..." con riguardo alle circostanze esposte in un comunicato di Anaoo Assomed che sosteneva il reclutamento di personale medico, nei Pronti soccorsi dei nosocomi veneti, a mezzo cooperative, in assenza di adeguata formazione professionale. Giova, innanzitutto, evidenziare che, in attuazione dell'art. 6 bis del D.Lgs. 165/2001, la Giunta regionale, da ultimo con DGR 2005/2019, formula precisi indirizzi in materia di esternalizzazione di servizi, circoscrivendoli a specifici requisiti la cui sussistenza deve essere rispettata dalle singole Aziende sanitarie, in conformità agli indirizzi della suprema magistratura amministrativa (cfr. Sentenza Consiglio di Stato n. 1571/2018). Le difficoltà di reclutamento di personale medico sono note a tutti e riguardano l'intero territorio nazionale. Tali difficoltà hanno portato all'adozione, in via eccezionale, di tutta una serie di strumenti eccezionali e alternativi al lavoro subordinato (es. ricorso all'attività libero professionale, acquisto di prestazioni) al solo scopo di ovviare al rischio di interruzione di pubblico servizio. In tale contesto, si colloca anche l'esternalizzazione di servizi in parola. Deve essere evidenziato, al riguardo, che, ferme restando le direttive regionali sopra citate e la responsabilità delle singole Aziende nella procedura di acquisizione del servizio nel rispetto del Codice dei Contratti Pubblici, gli organismi regionali competenti (quali la CRITE che esamina gli appalti di servizi di valore pari o superiore ad € 200.000) circoscrivono il possibile ricorso alle procedure di esternalizzazione alla presenza di determinati presupposti: innanzitutto, l' impossibilità di reperire personale medico mediante le procedure ordinarie di reclutamento, dando indicazione di inserire, nei documenti di gara, la clausola di recesso nel caso in cui si riesca a reclutare personale dipendente con le modalità ordinarie. In tal modo, si evidenzia che la presenza di personale medico non strutturato, nei presidi ospedalieri e in particolare nei Pronti Soccorso, è del tutto eccezionale e legata ad esigenze che non possono essere altrimenti soddisfatte. Gli organismi regionali danno indicazione, inoltre, alle Aziende di porre in essere tutti i percorsi riorganizzativi necessari allo scopo di contenere il ricorso alle procedure di esternalizzazione e di partecipare a tutte le procedure di reclutamento espletate da Azienda Zero. La durata temporale di tali contratti viene circoscritta a periodi di tempo limitati e si richiama l'attenzione sulla verifica del possesso dei titoli che rimane nell'esclusiva competenza dell'Azienda sanitaria. Negli atti degli organismi regionali si precisa, inoltre, che devono essere valutate tutte le incompatibilità in materia di pubblico impiego; che non potrà essere previsto l'utilizzo del ricettario rosso e che dovrà essere verificato il rispetto della normativa vigente in materia di orario di lavoro. Per il personale medico dei Pronto Soccorsi viene, inoltre, verificato che il capitolato sottoposto a disamina richieda il possesso della specializzazione o, in alternativa, il possesso di corsi dedicati in linea con quanto previsto dalle disposizioni regionali per il personale medico del pronto soccorso e dell'emergenza territoriale. Si evidenzia, da ultimo, che le esigenze straordinarie che portano a consentire la presenza di medici non strutturati si sono vieppiù aggravate nel periodo COVID, tuttavia il ricorso a questa fattispecie resta contenuto e circoscritto".

Ass.ra Manuela LANZARIN

Giova innanzitutto evidenziare che, in attuazione dell'articolo 6 bis del disegno di legge 165/2001, la Giunta regionale, da ultimo con DGR 2005 del 2019, formula precisi indirizzi in materia di esternalizzazione dei servizi, circoscrivendoli a specifici requisiti, la cui sussistenza deve essere rispettata alle singole aziende sanitarie in conformità agli indirizzi della Suprema Magistratura amministrativa.
Le difficoltà di reclutamento di personale medico sono note a tutti e riguardano l'intero territorio nazionale: tali difficoltà hanno portato all'adozione, in via eccezionale, di tutta una serie di strumenti eccezionali e alternativi al lavoro subordinato (es. ricorso all'attività libero professionale, acquisto di prestazioni), al solo scopo di ovviare al rischio di interruzione di pubblico servizio.
In tale contesto si colloca anche l'esternalizzazione dei servizi in parola. Deve essere evidenziato al riguardo che, ferme restando le direttive regionali sopra citate e la responsabilità delle singole aziende nelle procedure di acquisizione del servizio, nel rispetto del codice dei contratti pubblici degli organismi regionali competenti, quali la CRITE, che esamina gli appalti di servizi e di valori pari o superiori a 200.000 euro, circoscrivono il possibile ricorso alla procedura di esternalizzazione alla presenza di determinati presupposti, innanzitutto l'impossibilità di reperire personale medico mediante la procedura ordinaria di reclutamento, dando indicazioni di inserire nei documenti di gara la clausola di recesso nel caso in cui si riesca a reclutare personale dipendente con le modalità ordinarie.
In tal modo si evidenzia che la presenza di personale medico non strutturato nei presidi ospedalieri, in particolare nei Pronto Soccorso è del tutto eccezionale e legata a delle esigenze e che non possono essere altrimenti soddisfatte. Gli organismi regionali danno indicazioni, inoltre, alle aziende di porre in essere tutti i percorsi riorganizzativi necessari allo scopo di contenere il ricorso alle procedure di esternalizzazione e di partecipare a tutte le procedure di reclutamento espletate da Azienda Zero. La durata temporale di tali contratti viene circoscritta a periodi di tempo limitati e si richiama l'attenzione anche sulla verifica del possesso dei titoli, che rimane nell'esclusiva competenza dell'Azienda sanitaria.
Negli atti degli organismi regionali si precisa, inoltre, che devono essere valutate tutte le incompatibilità in materia di pubblico impiego, che non potrà essere previsto l'utilizzo del ricettario rosso e che dovrà essere verificato rispetto alla normativa vigente in materia di orario di lavoro.
Per il personale medico del Pronto Soccorso viene, inoltre, verificato che il capitolo sottoposto a disamina richiede il possesso della specializzazione o, in alternativa, il possesso di corsi dedicati, in linea con quanto previsto dalle disposizioni regionali per il personale medico del Pronto Soccorso dell'emergenza-urgenza territoriale.
Si evidenzia da ultimo che le esigenze straordinarie che portano a consentire la presenza di medici non strutturati si sono aggravate nel periodo Covid, tuttavia il ricorso a questa fattispecie resta contenuto e circoscritto.

PRESIDENTE

Grazie. Per la replica, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Assessora.
Mi ritengo soddisfatta della risposta perché è ampia, esaustiva e anche chiara. Il carattere eccezionale di questo provvedimento è quello che mi aspetto di sentire e quello che mi aspetto poi di vedere nella futura azione, nel senso che credo sia importante monitorare continuamente che le aziende ospedaliere usino eventualmente questa possibilità solo legata a un carattere eccezionale che abbiamo visto durante il Covid.
Quello che io ho raccolto in questa fase di ascolto è il fatto che quello che si teme è che questa eccezionalità non avvenga, nel senso che poi si continua. Allora semplicemente indico che sia importante verificare, soprattutto in quei territori dove il personale sanitario non va, penso ad esempio alla montagna, che è una delle questioni che anche prima discutevamo, dove probabilmente questo trend di appaltare e, quindi, contrattare personale medico con questo tipo di contratti è più facile perché si trovano ancora meno medici, come ci è stato segnalato: lì probabilmente fare un ragionamento su come, invece, portare personale medico stabile a rimanere in quei posti, come ad esempio con degli incentivi veramente forti, può essere anche un'idea di soluzione.
Quindi davvero la temporaneità e l'eccezionalità chiedo e spero che sarà continuamente verificata. Grazie

PRESIDENTE

Grazie a lei. Passiamo alla IRI n. 31, sempre della collega Ostanel.

Interrogazione a risposta immediata n. 31 del 4 dicembre 2020 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "REALIZZAZIONE RESIDENZE SOCIO SANITARIE PER UTENZA CON PROBLEMATICHE PSICHIATRICHE. QUALI GLI INTERVENTI PREVISTI?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- la DGR n. 1673/18 prevede la realizzazione di Residenze Socio-Sanitario Psichiatriche (RSSP) in ogni ULSS, destinate all'accoglienza di utenti con patologia psichiatrica grave, di età superiore ai 45 anni, che abbiano già effettuato un percorso terapeutico-riabilitativo residenziale per almeno 10 anni senza aver acquisito sufficiente autonomia;
- come indicato nella delibera, la finalità di una RSSP è l'accoglienza e la gestione della vita quotidiana, orientata al supporto e al mantenimento delle abilità residue degli accolti, prevedendo che la struttura sia "collocata in un contesto che favorisca l'integrazione socio-relazionale, facilmente accessibile e servita dai mezzi di trasporto, al fine di garantire i contatti familiari e sociali e/o in ambiti residenziali che facilitino l'assistenza e l'integrazione socio-sanitaria";
- tuttavia risulta alla scrivente che nella ULSS 7 Pedemontana sarebbero in fase di realizzazione 2 RSSP presso il Centro Servizi di Montecchio Precalcino, nell'area dove un tempo sorgeva l'Ospedale Psichiatrico Provinciale;
- si tratta di una struttura isolata e non servita dai mezzi pubblici, nella quale sono già collocate n. 2 RSA, di cui una per persone con problematiche psichiatriche e l'altra per persone con gravissima disabilità;
- collocare in tale contesto ulteriori quaranta persone peraltro ancora relativamente giovani, impedendo loro di fatto occasioni di relazione e di impegno occupazionale, contrasta palesemente con la previsione della delibera richiamata e si configurerebbe come un ritorno all'epoca precedente alla legge n. 180/78;
Considerato che:
- anche da altri territori arrivano segnalazioni di raggruppamenti di utenti con problematiche psichiatriche all'interno di grandi strutture;
- se quanto esposto fosse accertato si tratterebbe di una inversione del processo di delocalizzazione ed integrazione sociale su cui si è lavorato negli ultimi decenni.
Tutto ciò premesso la sottoscritta Consigliera
interroga il Presidente della Giunta regionale e l'assessora competente
come la Regione Veneto intenda intervenire in relazione alle circostanze riportate".

PRESIDENTE

Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questa è una segnalazione che mi è arrivata dall'Alto Vicentino, in particolare per una residenza socio sanitaria psichiatrica, che è stata collocata all'interno di un'area ospedaliera che aveva già la presenza di utenti che hanno gravi problematiche.
Questa interrogazione, al di là del caso specifico su cui appunto chiedo una risposta, ha l'obiettivo in realtà di mettere alla luce una questione, cioè che se noi vogliamo lavorare sul tema della sanità pubblica, in questo caso nello specifico sulle problematiche del disagio psichico, che sono in continuo aumento in particolare in questo momento, l'idea di avere delle strutture socio sanitarie ricettive che non sono dentro contesti già problematici, ma che sono al di fuori e dove quindi viene data la possibilità agli utenti di avere tutta una serie di servizi aggiuntivi di integrazione di lavoro, anche al di là della tutela sanitaria attraverso i farmaci, ci permette di realizzare quello che c'è scritto anche nei documenti della Regione rispetto alla tutela della salute pubblica, in particolare del disagio psichico e psicologico.
Quindi in generale, oltre a quella dell'Alto Vicentino, ci sono altre strutture che sono state segnalate, che cito per compiutezza dell'intervento: ad esempio a Valdobbiadene è stata segnalata la stessa questione e anche in altre aree.
Comunque, relativamente a questa interrogazione, io chiedo di capire come si vuole intervenire in particolare per quanto riguarda la struttura dell'Alto Vicentino, dove appunto è stato segnalato che queste persone stanno dentro una struttura dove già stanno delle persone che hanno gravi patologie e quindi gravi insufficienze e, quindi, in realtà questo atteggiamento farebbe sì che si vada in una direzione contraria rispetto a quello che è contenuto nei documenti della Regione Veneto. Grazie.

PRESIDENTE

Per la risposta l'assessora Lanzarin.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"In riscontro al quesito formulato, la Direzione Programmazione Sanitaria-LEA ha interpellato, con nota del 17 dicembre 2020 prot. n. 536421, l'Azienda Ulss 7 Pedemontana che ha fornito le precisazioni di seguito riportate.
La Residenza Socio-Sanitaria Psichiatrica (RSSP) è una nuova unità di offerta definita nella delibera di Giunta 1673/2018, destinata al trattamento terapeutico-riabilitativo di soggetti affetti da patologia psichiatrica con caratteristiche di cronicità, in carico al Dipartimento di Salute Mentale. Nella RSSP vengono erogate le prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e sociali, rientranti nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza, nonché degli eventuali livelli integrativi regionali, nel rispetto delle funzioni ed attività previste dalle disposizioni regionali per questa specifica tipologia di unità di offerta.
Lo scopo della RSSP è quello di fornire all'utente accoglienza e gestione della vita quotidiana ed è orientata al supporto ed al mantenimento delle abilità residue.
Le aree di intervento sono:
• Terapeutico-riabilitativa: accoglienza, trattamento psicologico, psicoeducativo, intervento gruppale e uscite risocializzanti;
• Sociale-territoriale: interventi di "rete" rivolti al contesto di vita, per facilitare l'inserimento nel tessuto sociale, di socializzazione esterna e di coinvolgimento degli Enti.
Le attività delle RSSP riguardano:
• attività riabilitative ed abilitative necessarie alla vita quotidiana, attività motorie, attività di autonomia ed igiene personale, attività di socializzazione, attività di percorsi di integrazione sociale;
• funzioni educative e di coordinamento, la programmazione delle attività, la condivisione dei percorsi a livello singolo e di gruppo;
• funzioni educative-assistenziali che comprendono attività educative-assistenziali di cura ed igiene personale e degli ambienti, prestazioni educative e riabilitative programmate in relazione alle esigenze individuali.
Nel capitolato del bando per l'acquisto dei servizi necessari, è stato dato particolare rilievo alla necessità di soddisfare le esigenze riabilitative ed assistenziali dell'utenza precedentemente descritte, prevedendo, fra l'altro automezzi dedicati finalizzati a garantire le uscite a carattere risocializzante. Per completezza, vale la pena di sottolineare come una quota rilevante di utenti destinati ad essere accolti presso i due moduli di RSSP, come si evince chiaramente dalla rilevazione del fabbisogno riportato nell'allegato C della DGR 1673/2018, sono di fatto già residenti da molti anni nella RSA sita a Montecchio Precalcino.
Pertanto, la scelta di collocare in questo contesto i due moduli di RSSP, nel soddisfare le esigenze di garantire adeguati e formali standard per l'utenza psichiatrica, nel solco di una presa in carico dipartimentale integrata e volta all'approccio riabilitativo di rete, permette anche di evitare una ricollocazione forzata in un contesto logistico diverso di molti soggetti fragili, favorendo altresì la continuità trattamentale in un ambiente a loro noto e rassicurante".

Ass.ra Manuela LANZARIN

La residenza socio sanitaria psichiatrica RSSP (poi la ritroviamo con questa sigla) è una nuova unità d'offerta definita dalla delibera di Giunta 1673 del 2018, destinata al trattamento terapeutico riabilitativo di soggetti affetti da patologia psichiatrica con caratteristiche di cronicità, a carico del Dipartimento di salute mentale.
Nella RSSP vengono erogate le prestazioni sanitarie, socio sanitarie e sociali rientranti nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza, nonché degli eventuali livelli integrativi regionali nel rispetto delle funzioni ed attività previste dalle disposizioni regionali per questa specifica tipologia di unità di offerta.
Lo scopo della RSSP è quello di fornire all'utente l'accoglienza e gestione della vita quotidiana ed è orientata al supporto e al mantenimento delle abilità residue. Le aree di intervento sono: terapeutico riabilitativo, accoglienza, trattamento psicologico, psico-educativo, intervento gruppale e uscite risocializzanti, sociale territoriale, interventi di rete coinvolti nel contesto di vita per facilitare l'inserimento nel tessuto sociale, di socializzazione esterna e di coinvolgimento degli enti.
Le attività delle RSSP riguardano: attività riabilitative ed abilitative necessarie alla vita quotidiana, attività motoria, attività di autonomia, di igiene personale, attività di socializzazione, attività di percorsi di integrazione sociale, funzioni educative di coordinamento, la programmazione delle attività, la condivisione dei percorsi a livello singolo e di gruppo, funzioni educativo-assistenziali che comprendono attività educative e assistenziali, di cura ed igiene personale e degli ambienti, prestazioni educative e riabilitative programmate in relazione alle esigenze individuali.
Nel capitolato del bando per l'acquisto dei servizi necessari è stato dato atto e particolare rilievo alla necessità di soddisfare le esigenze riabilitative assistenziali dell'utenza precedentemente descritte, prevedendo, tra l'altro, automezzi dedicati finalizzati a garantire le uscite a carattere di socializzante.
Per completezza val la pena di sottolineare come una quota rilevante di utenti destinati ad essere accolti presso i due moduli, come si evince chiaramente dalla rilevazione del fabbisogno riportato nell'allegato, sono di fatto già residenti da molti anni nell'RSA sita a Montecchio Precalcino. Pertanto la scelta di collocare in questo contesto i due moduli di RSSP, nel soddisfare le esigenze di garantire adeguati e formati standard per l'utenza psichiatrica, nel solco di una presa in carico dipartimentale integrata e volta all'approccio riabilitativo di rete, permette anche di evitare una ricollocazione forzata in un contesto logistico diverso di molti soggetti fragili, favorendo altresì la continuità trattamentale in un ambiente a loro noto e rassicurante.

PRESIDENTE

Grazie. Per la replica la collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Assessora.
Conoscevo cosa sono le RSSP e anche il fatto che, come lei ha illustrato, dai documenti cercano di favorire l'integrazione socio-relazionale, però il tema dell'interrogazione era proprio pensare che, se queste strutture vengono poste all'interno di contesti dove ci sono già dei pazienti e soprattutto sono in contesti anche, a livello urbanistico e territoriale, delocalizzati e lontani, non solo in questo specifico caso, ma anche in altri che mi sono stati segnalati, è più difficile, ad esempio, per i genitori o i familiari andare a trovare gli utenti, ma soprattutto anche tutte quelle attività che sono previste e che lei ha giustamente ricordato non sono facili da realizzare come in altri contesti.
Allora, anche qui la questione, secondo me, è il termine "monitoraggio", nel senso che dalle carte si evince che le RSSP hanno la finalità di andare in linea con la legge Basaglia, per fortuna, e non di riospedalizzare in termini psichiatrici, però davvero ci si segnalano, almeno a me sono stati segnalati, vari momenti in cui poi il paziente, quando è lì dentro, non trova quell'ambito, non trova quell'ambiente che magari nelle carte è scritto.
Quindi davvero chiedo, come un po' per l'interrogazione precedente, di tenere le orecchie tese – non so se si può dire in un'Aula così – e di stare attenti a verificare perché in alcune di queste realtà quel tipo di principi che ha scritto su carta non vengono sempre realizzati e approvati e credo che in questo momento di pandemia, in cui tra l'altro le malattie psichiatriche stanno aumentando e le persone che probabilmente utilizzeranno questi servizi saranno sempre di più, noi dobbiamo veramente pensare di monitorare, verificare e controllare che quello che c'è scritto sulla carta e quello che la legge Basaglia ha istituito venga davvero preso in carico. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Passiamo all'interrogazione n. 32 della collega Zottis ed altri.

Interrogazione a risposta immediata n. 32 del 4 dicembre 2020 presentata dai consiglieri Zottis, Montanariello e Bigon relativa a "ULSS 4 - CARENZA MEDICI DI BASE: GRAVE PROBLEMA DIFFUSO IN TUTTA LA REGIONE. LA GIUNTA INTENDE AL PIÙ PRESTO INTERVENIRE?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- in questi giorni i quotidiani locali si sono occupati, ancora una volta, del problema della carenza dei Medici di Medicina Generale nel territorio dell'Azienda Ulss 4, dove il loro numero è insufficiente a coprire l'intera utenza;
- i cittadini a fronte di continui avvicendamenti e sostituzioni sono costretti a scegliere il medico di base con sede in località diverse da quelle di residenza: si tratta di veri e propri viaggi con conseguenti disagi, soprattutto per chi non è automunito, per le persone anziane e per i disabili.
Considerato che:
- nel territorio di competenza dell'Azienda Ulss 4, il problema della copertura delle zone carenti e delle aggregazioni funzionali territoriali è ormai generalizzato;
- in tutta la regione vi sono zone scoperte dal servizio di medicina generale (in particolare nei comuni di montagna, dove spostarsi è ancor più difficile e gravoso) e, senza un cambio di rotta, visto il crescente numero di pensionamenti di medici di base (calcolato in 45 mila per il periodo 2018-2023), la situazione è destinata a raggiungere livelli allarmanti.
Ritenuto che:
- sia doveroso che la Regione affronti urgentemente il problema della carenza dei medici di base e che riveda le aggregazioni funzionali territoriali per venire incontro alle esigenze degli utenti del servizio sanitario regionale, soprattutto quelli anziani e disabili;
- l'emergenza Covid-19 ha dimostrato quanto sia importante la rete territoriale dei medici di base, che se ben strutturata, può evitare un uso improprio dei Pronto soccorso e degli ospedali che, soprattutto durante i picchi della pandemia, non possono permettersi di accogliere casi non gravi.
Tutto ciò premesso, i sottoscritti consiglieri
chiedono all'Assessore regionale alla Sanità
se intende intervenire al più presto per risolvere il problema della carenza dei medici di base e per rivedere le aggregazioni funzionali territoriali al fine di evitare difficoltà e disagi a un numero crescente di cittadini utenti dell'Ulss 4 Veneto Orientale e di tutto il territorio veneto".

PRESIDENTE

La Zottis dà per letta l'interrogazione.
Risponde l'assessora Lanzarin, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"In relazione all'oggetto, l'Azienda di riferimento territoriale - Aulss 4 - contattata in data 23.12.20 per le verifiche del caso ha rappresentato quanto segue.
Per l'anno 2020 nel territorio aziendale sono state dichiarate 31 zone carenti, delle quali solo 5 sono state assegnate (peraltro una di queste per trasferimento). Con la cessazione per pensionamento di 17 medici sono stati attivati 6 incarichi provvisori ex art. 38 dell'ACN vigente.
L'iter di conferimento ha origine nell'invio massivo di richiesta di disponibilità ai medici inseriti nella graduatoria vigente, specificando i Comuni interessati alla cessazione dei medici, qualora non sia stato possibile l'assorbimento degli assistiti da parte degli altri medici operanti nello stesso ambito di riferimento.
Al fine di incoraggiare l'ingresso dei medici per incarichi provvisori, l'Azienda si è adoperata a far usufruire locali di proprietà, a collaborare con i Comuni per la ricerca di altri locali idonei alle attività ambulatoriali favorendo la massima capillarità possibile, in considerazione del territorio aziendale molto vasto.
L'Azienda in tema ha precisato inoltre che " .. nelle ipotesi di mancata disponibilità si è attivata la ricerca per l'ingresso come incaricati provvisori di medici non iscritti in graduatoria ma frequentanti la scuola di specializzazione ed in ultima analisi si è pure provveduto alla ricerca di medici abilitati con esperienza in sostituzioni.
Nei casi di mancata individuazione di medici a ricoprire incarichi provvisori, in ultima ratio si è infine data la possibilità - sempre previo confronto con le OO.SS di categoria - a medici già in attività, di acquisire pazienti temporaneamente in via straordinaria, in deroga al massimale individuale, in attesa dell'esito delle procedure relative alle zona carenti e nel caso di specie negli ambiti territoriali n. 1 e 5.
L'Azienda ha inoltre rappresentato che:
• sono tuttora in via di definizione, al fine di favorire i medici già incaricati provvisori e per una migliore assistenza agli utenti, alcune aggregazioni in medicina di gruppo con l'ausilio dei collaboratori di studio e del personale sanitario previsto;
• al fine di favorire la più ampia scelta del medico da parte degli utenti, è stato avviato un confronto con le OO.SS di categoria per la revisione degli attuali ambiti territoriali (per la metà di gennaio è previsto un comitato aziendale ai fini della trattazione della tematica in questione).
In via generale, per completezza informativa, si rappresenta inoltre quanto segue.
• Annualmente nella graduatoria regionale sono presenti oltre 800 medici, tuttavia pochi di questi accettano le zone carenti proposte.
• Da parte regionale sono state presentate alcune proposte di integrazione dell'Accordo Collettivo Nazionale per la medicina generale chiedendo che vengano previste specifiche forme di incentivazione all'accettazione e/o penalizzazioni in caso di mancata accettazione/rinuncia alle zone carenti. La tematica deve necessariamente trovare una definizione a livello di normativa nazionale, in ottica di uniformità e omogeneità tra le Regioni.
• Negli ultimi anni è stato inoltre incrementato notevolmente il numero degli studenti ammessi al corso di formazione specifica in medicina generale nella Regione Veneto, che ad oggi annovera quasi 500 medici in formazione nel triennio (rispettivamente: corsisti ordinari inseriti al corso tramite concorso, corsisti ammessi ex Decreto Calabria e corsisti soprannumerari inseriti al corso ai sensi della L. 401/2000). Ciò per disporre di un "serbatoio" ancora maggiore, al fine di agevolare ulteriormente la possibilità di assegnazione e copertura delle zone carenti.
• Sono state in ogni caso attivate - tramite Azienda Zero - tutte le procedure previste dall'Accordo Collettivo Nazionale vigente per l'attribuzione degli incarichi: in via di trasferimento, in via di inserimento ex graduatoria, in via di assegnazione tramite procedura SISAC (ampliando così la ricerca di disponibilità sull'intero territorio nazionale) ed infine, coinvolgendo i medici frequentanti il corso di formazione specifica in medicina generale (procedura a tutt'oggi in corso).
Alla luce di quanto sopra, sono pertanto state espletate tutte le manovre adottabili e tutte le iniziative utili presso le competenti sedi".

Ass.ra Manuela LANZARIN

Per l'anno 2020 nel territorio aziendale sono state dichiarate 31 zone carenti delle quali solo cinque sono state assegnate, peraltro una di queste per trasferimento; con la cessazione per pensionamento di 17 medici sono stati attivati sei incarichi provvisori. L'iter dei conferimenti ha origine nell'invio massivo di richieste di disponibilità ai medici, inseriti nelle graduatorie vigenti, specificando i Comuni interessati alla cessazione dei medici, qualora non sia stato possibile l'assorbimento degli assistiti da parte degli altri medici operanti nel medesimo territorio.
Al fine di incoraggiare l'ingresso dei medici per incarichi provvisori, l'azienda si è adoperata a fare usufruire locali di proprietà, a collaborare con i Comuni per la ricerca di altri locali idonei alle attività ambulatoriali, favorendo la massima capillarità possibile in considerazione del territorio aziendale molto vasto.
L'azienda in tema ha precisato inoltre che nelle ipotesi di mancata disponibilità si è attivata la ricerca per l'ingresso come incarichi provvisori di medici non iscritti in graduatoria, ma frequentanti la scuola di specializzazione ed in ultima analisi si è pure provveduto alla ricerca di medici abilitati con esperienza in sostituzione.
Nei casi di mancata individuazione dei medici a ricoprire incarichi provvisori, in ultima ratio, si è infine data la possibilità, sempre previo confronto con le sigle sindacali di categoria, a medici già in attività di acquisire pazienti temporaneamente in via straordinaria, in deroga al massimale individuale in attesa dell'esito delle procedure relative alle zone carenti e, nel caso di specie, negli ambienti territoriali numero 1 e 5.
L'azienda ha, inoltre, rappresentato che sono tuttora in via di definizione, al fine di favorire i medici, gli incarichi provvisori per una migliore assistenza agli utenti, alcune aggregazioni di medicina di gruppo con l'ausilio dei collaboratori di studio del personale sanitario previsto. Al fine di favorire la più ampia scelta del medico da parte degli utenti è stato avviato un confronto con le sigle sindacali di categoria per la revisione degli attuali ambiti territoriali: per la metà di gennaio è previsto un comitato aziendale al fine della trattazione della tematica in questione.
Anche questa osservazione segue le altre due per ULSS 9 e per l'ULSS Berica a Recoaro e quindi con le stesse problematiche e con le stesse considerazioni che ho prima esposto.

PRESIDENTE

Grazie. Per la replica, collega Zottis.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta, rimango chiaramente in attesa, ma questo anche con l'azienda, per quanto riguarda la revisione degli ambiti che erano gli elementi diciamo di richiesta anche da parte di molte amministrazioni per una maggiore facilità, anche da parte degli utenti, di recarsi presso i medici.
L'altro aspetto che penso potrebbe essere interessante è capire – però questo magari all'interno delle Commissioni – come magari si sono attivate le diverse ULSS perché, dando uno sguardo, ci sono state alcune azioni sentivo prima, un qualcosa di interessante anche nell'ULSS Berica. Quindi credo che sull'argomento, al di là insomma di quello che viene fatto, che è assolutamente prioritario e darebbe una risposta maggiormente completa sul tavolo Stato-Regioni, potrebbe essere anche interessante capire le diverse ULSS come stanno agendo e soprattutto in aree in cui il territorio è maggiormente complesso per creare maggiore attrattività.
Comunque la ringrazio e approfondirò per quanto riguarda l'aspetto degli ambiti.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Passiamo all'IRI n. 49 di Zanoni ed altri.

Interrogazione a risposta immediata n. 49 dell'11 gennaio 2021 presentata dai consiglieri Zanoni, Camani, Bigon, Zottis, Lorenzoni, Guarda e Ostanel relativa a "SUPERSTRADA PEDEMONTANA VENETA: RIFIUTI INTERRATI IN PIENO GIORNO IN UN CANTIERE DELLA SUPERSTRADA PEDEMONTANA A SAN VITO DI ALTIVOLE (TV). QUALI PROVVEDIMENTI INTENDE PRENDERE LA REGIONE?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- in data 8 gennaio 2021 un cittadino ha realizzato un video relativo ad un cantiere della Superstrada Pedemontana Veneta a San Vito di Altivole, dove si vede un mezzo pesante al lavoro che ricopre con del terreno un cumulo di rifiuti;
- oltre all'operatore del camion che stava compiendo la manovra, il video riprende tre soggetti facenti parte delle maestranze del cantiere, con tanto di giubbotto catarifrangente, che assistono alla scena nella più assoluta tranquillità e normalità;
- il tutto è avvenuto alla luce del sole consentendo al cittadino di riprendere il video del misfatto che ora ha fatto il giro del web ed è stato mostrato anche dall'edizione del TG regionale della Rai in data 10 gennaio 2021. Considerato che:
- non è la prima volta che nel cantiere di quest'opera vengono rinvenuti ingenti quantità di rifiuti di vecchie discariche, anche pericolosi, come documentato da diverse interrogazioni presentate da più consiglieri nella precedente legislatura;
- detto occultamento di rifiuti potrebbe non essere il primo e perciò serve intensificare i controlli del cantiere.
Tutto ciò premesso e considerato, i sottoscritti consiglieri
chiedono al Presidente della Giunta regionale
quanti interventi, in particolare di controllo e sanzionatori, intende attivare o sollecitare rispetto a quanto qui segnalato?".
PRESIDENTE
C'era un'interrogazione simile anche della collega Rizzotto, che però non si è riusciti ad essere inserita in questo odg.
Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Mi farò allora portavoce anche della collega Rizzotto, visto che il tema è lo stesso.

PRESIDENTE

Non si allarghi troppo, collega, si fidi.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ho sempre piacere di aiutare i colleghi.
L'8 gennaio 2021, in quel del cantiere della Superstrada Pedemontana Veneta, a San Vito di Altivole, un mezzo pesante ha praticamente ricoperto con un cumulo di terreno un quantitativo di rifiuti. Tre soggetti presenti sul posto, con giubbotto catarifrangente, quindi evidentemente degli operatori del cantiere – sappiamo che sono tutti cantieri recintati e segnalati e dei privati non possono entrare in questi cantieri – hanno assistito a questa scena.
Come si è saputo di questo fatto? Si è saputo perché un cittadino residente ha immortalato la scena che riprendeva appunto questo atto, che è illecito, perché sotterrare i rifiuti sappiamo tutti che è illecito, soprattutto se si tratta tra l'altro di un cantiere di un'opera pubblica. Quindi le notizie sono andate anche nei telegiornali regionali, nei telegiornali della RAI, nei telegiornali delle emittenti private.
Non è la prima volta che i rifiuti nella Pedemontana vengono occultati o vengono rinvenuti: ci sono stati diversi casi di rinvenimento di vecchie discariche, di rinvenimento di rifiuti anche pericolosi come l'amianto: è tutto documentato ed è tutto oggetto di diverse interrogazioni anche da parte mia e di altri colleghi.
Abbiamo presentato questa interrogazione per sapere quali interventi vuole fare la Giunta.

PRESIDENTE

Grazie, collega. La risposta all'assessora De Berti.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"In data 9 gennaio, sabato, un cittadino ha postato sul web un video di ripresa delle lavorazioni di completamento di una scarpata nord di Pedemontana a San Vito di Altivole (TV), con interramento di alcuni rifiuti.
In particolare si vedeva lo scarico di terre vegetali per la costituzione del mantello e l'inerbimento successivo della scarpata.
Per quella tratta, infatti, Pedemontana è in trincea e pur essendo completato da tempo tutto lo scavo e quindi definite le scarpate, ormai anche consolidate ed inerbite, in quel punto è stato necessario ricostituire la scarpata in quanto sino a questi giorni utilizzato come discenderia al cantiere dalla vicina strada comunale.
Nel momento in cui la Struttura di Progetto ha preso visione della notizia del video, ha effettuato immediatamente la richiesta al concessionario di una relazione sui fatti ed ha avvertito i Carabinieri del NOE e l'ARPAV.
Nella medesima giornata il concessionario faceva sapere alla Regione di aver provveduto a dissotterrare quanto il video aveva evidenziato, con un escavatore, inviando il filmato girato durante le operazioni. Lo stesso concessionario affermava che si trattava di rifiuti non pericolosi, abbandonati da terzi, consistenti in sacchi di plastica per malta fina e grassello, vuoti. Il tipo di malta è tipica di cantieri edili di costruzione di edifici di civile abitazione, per intonaci, non utilizzata nel cantiere stradale di Pedemontana. Riferiva inoltre di aver già contattato i Carabinieri per sporgere denuncia in merito all'abbandono di tali rifiuti da parte di ignoti.
Purtroppo casi di abbandono di rifiuti in cantiere, scaricati nottetempo, si sono già verificati in tutto il tracciato di Pedemontana, con regolare denuncia ai Carabinieri e alle autorità competenti, oltre che con comunicazione posta agli atti della Regione. Nel registro dei rifiuti del cantiere al 31 dicembre 2020 se ne contano ben 76, di cui 34 lungo il lotto 1, 11 lungo il lotto 2 e 31 lungo il lotto 3.
E' da evidenziare che questi casi di ritrovamento di rifiuti abbandonati sono da distinguere nettamente da quelli di rinvenimento di rifiuti durante gli scavi, sia che siano censiti in discariche (Montecchio o Villorba), sia che non lo siano (Trissino, Trevignano, ecc), in relazione al "Codice dell'ambiente" che ne detta le norme per la gestione.
In data 11 gennaio 2021 il Direttore della Struttura regionale di Progetto Pedemontana Veneta, si è recato sul posto congiuntamente a Carabinieri NOE e Carabinieri Forestali, personale ARPAV e concessionario per un sopralluogo finalizzato a verificare la situazione e valutare le azioni più opportune da attuare, in primis nell'ottica della salvaguardia e della sicurezza ambientale.
Si è appurato che i rifiuti oggetto dell'interramento, rimossi dalla scarpata e ancora presenti ai piedi della stessa, erano secondo la descrizione già depositati.
Al fine di escludere la presenza di ulteriori rifiuti interrati in altri punti della scarpata di recente realizzazione, il medesimo giorno sono state eseguite verifiche a campione, mediante scavo, effettuando sondaggi ogni 10 metri. Non è stata rilevata la presenza di altri materiali estranei, così come certificato da ARPAV con relazione, acquisita al prot. Regionale n. 15003 del 14.01.2021.
Sulla base di quanto riscontrato si è confermata la tesi che i rifiuti siano stati abbandonati da ignoti. Detta ipotesi è avvalorata da un ulteriore ritrovamento di materiali simili a quelli erroneamente interrati nella scarpata, a circa 550 metri di distanza, in prossimità del cantiere SPV, al confine tra i Comuni di Altivole e Riese Pio X.
In relazione alle responsabilità circa i fatti segnalati sono comunque in corso le dovute indagini da parte dei Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente.
Si ricorda, infine, che l'episodio di cui trattasi è di natura diversa rispetto al rinvenimento di rifiuti emersi durante gli scavi, sia che fossero segnalati (Montecchio, Villorba) che non segnalati (Trissino, Trevignano, ecc), quali relitti di una pratica, spesso abusiva, ma sistematica e diffusa in tutto il territorio attraversato dalla Pedemontana; in tali circostanze, ogni ritrovamento di rifiuti sepolti è stato sempre gestito con il coinvolgimento di tutti gli Enti competenti, mediante valutazioni congiunte e il supporto operativo e tecnico di ARPAV.
Quanto ai controlli sul concessionario, gli stessi sono dettati dalla normativa (Codice dei contratti, Linee guida ANAC n. 9 del 2018, ecc.) e dal contratto sottoscritto, con i suoi allegati, in particolare l'allegato E.
Per quanto agli atti normativi e contrattuali il ruolo di controllo e monitoraggio che esplica il concedente è relativo all'andamento e rispetto del contratto, sul piano tecnico, dei tempi, economico e finanziario.
Al fine di essere maggiormente efficaci in tale azione, nel 2017 è stato approvato dalla Regione un progetto di sistematizzazione del monitoraggio e controllo, poi articolato in protocolli d'intesa con il concessionario per le singole tematiche: legalità, espropri, tempi, costi, subappalti e contratti, ambiente, finanziario, varianti in corso d'opera di competenza del D.L.. Sono in fase di approvazione i protocolli relativi alla ricognizione delle denunce delle attività di costruzione di strutture portanti, anche in zona sismica, e per i dati di verifica dell'infrastruttura durante la messa in esercizio.
Pertanto tutte le azioni che sino al 2017 sono state compiute con singole richieste da parte del concedente al concessionario, successiva esibizione dei dati e della documentazione attinente e quindi relazione di verifica, con notevole dispendio di tempo e risorse, sono state ricondotte ad un sistema basato su piattaforme condivise informatiche, compilate entro tempi definiti compatibili per i controlli, a pena di sanzioni, contenenti tutti i dati relativi ai vari sub-procedimenti, cui gli uffici regionali hanno potuto accedere con la definizione di una matrice di controlli random dei dati e della documentazione, con report mensili.
Le penali previste sono relative:
- alla mancata compilazione delle piattaforme informatiche create nei tempi previsti, ad oggi non ancora irrogate perché una volta messo in mora per la penale, come da norma, il concessionario ha sempre provveduto all'adempimento;
- ai ritardi sul programma del pagamento degli espropri, cui il concessionario si è attenuto strettamente;
- ai ritardi nell'ultimazione dei lavori, penali che potranno essere irrogate e pagate solamente dopo il completamento dei lavori, al fine dell'esatto computo delle stesse, cosa, come noto, non ancora avvenuta;
- a inadempienze in sede di esercizio dell'infrastruttura, in base all'allegato E del TAC, ad oggi non ancora irrogate per mancanza di motivi;
- a inadempienze rispetto al protocollo di legalità, per il quale sono state irrogate tre sanzioni per un totale di 1.066.328,82 euro, due già pagate e la terza oggetto di un ricorso ancora pendente avanti al Presidente della Repubblica.
In aggiunta, per quanto riguarda la parte dell'ambiente, la Regione, al fine di essere ancora più efficace nella verifica dell'operato del Concessionario, ha sottoscritto una convenzione onerosa con ARPAV per lo svolgimento di campagne di analisi in contraddittorio con il Concessionario, mirate a verificare sia le risultanze, che le modalità di esecuzione dei prelievi. Le eventuali segnalazioni esterne, di sindaci o cittadini, qualora supportate da circostanze fondate, hanno sempre portato all'effettuazione di ulteriori supplementi di indagini.
Tuttavia, la Struttura di Progetto non ha funzioni di autorità ambientale e non può pertanto sanzionare come tale. La vigilanza dell'ufficio è pertanto finalizzata affinché l'opera non subisca battute d'arresto o rallentamenti per motivi relativi ad eventuali illeciti. Il sistema di controllo sino ad oggi attuato ha dato i risultati sperati, poiché nei procedimenti di verifica attivati dalle autorità competenti non sono emersi rilievi; pertanto si intende continuare con il medesimo metodo".

Ass.ra Elisa DE BERTI

Presidente, grazie.
Comunico già che è lunga.

PRESIDENTE

Vedo tante cose scritte.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Sì, è lunga, mi fermerà lei quando è il momento e poi la messa a disposizione del consigliere Zanoni.

PRESIDENTE

Certamente, prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

In data 9 gennaio, sabato, un cittadino ha postato sul web un video di ripresa delle lavorazioni di completamento di una scarpata nord di Pedemontana a San Vito di Altivole, con interramento di alcuni rifiuti. In particolare si vedeva lo scarico di terre vegetali per la costituzione del mantello e l'inerbimento successivo della scarpata; per quella tratta, infatti, Pedemontana è in trincea e, pur essendo completato da tempo tutto lo scavo e quindi definite le scarpate, ormai anche consolidate ed inerbite, in quel punto è stato necessario ricostituire la scarpata in quanto, sino a questi giorni, utilizzato come discenderia al cantiere della vicina strada comunale.
Nel momento in cui la struttura di progetto ha preso visione della notizia del video, ha effettuato immediatamente la richiesta al concessionario di una relazione sui fatti ed ha avvertito i Carabinieri del NOE e l'ARPAV; nella medesima giornata il concessionario faceva sapere alla Regione di aver provveduto a dissotterrare quanto il video aveva evidenziato, con un escavatore, inviando il filmato girato durante le operazioni.
Lo stesso concessionario affermava che si trattava di rifiuti non pericolosi, abbandonati da terzi, consistenti in sacchi di plastica per malta fina e grassello vuoti; il tipo di malta è tipica di cantieri edili di costruzione di edifici di civile abitazione per intonaci, non utilizzata nel cantiere stradale di Pedemontana. Riferiva, inoltre, di aver già contattato i Carabinieri per sporgere denuncia in merito all'abbandono di tali rifiuti da parte di ignoti.
Purtroppo casi di abbandono di rifiuti in cantiere scaricati nottetempo si sono già verificati in tutto il tracciato di Pedemontana, con regolare denuncia ai Carabinieri e alle autorità competenti, oltre che con comunicazione posta agli atti della Regione. Nel registro dei rifiuti del cantiere al 31 dicembre 2020 se ne contano ben 76, di cui 34 lungo il lotto 1, 11 lungo il lotto 2 e 31 lungo il lotto 3.
È da evidenziare che questi casi di ritrovamento di rifiuti abbandonati sono da distinguere nettamente da quelli di rinvenimento di rifiuti durante gli scavi, sia che siano censiti in discariche (Montecchio e Villorba, per esempio), sia che non lo siano (Trissino e Trevignano), in relazione al codice dell'ambiente che ne detta le norme per la gestione.
In data 11 gennaio 2021 il direttore della struttura regionale di progetto Pedemontana veneta si è recato sul posto, congiuntamente a Carabinieri NOE e Carabinieri forestali, personale ARPAV e concessionario per un sopralluogo finalizzato a verificare la situazione e valutare le azioni più opportune da attuare, in primis nell'ottica della salvaguardia della sicurezza ambientale. Si è appurato che i rifiuti oggetto dell'interramento rimossi dalla scarpata e ancora presenti ai piedi della stessa erano, secondo la descrizione, già depositati.
Al fine di escludere la presenza di ulteriori rifiuti interrati in altri punti della scarpata di recente realizzazione, il medesimo giorno sono state eseguite verifiche a campione mediante scavo effettuando sondaggio ogni dieci metri: non è stata rilevata la presenza di altri materiali estranei, così come certificato da ARPAV, con relazione acquisita al protocollo 15003 del 14 gennaio.
Sulla base di quanto riscontrato si è confermata la tesi che i rifiuti siano stati abbandonati da ignoti e detta ipotesi è avvalorata da un ulteriore ritrovamento di materiali simili a quelli erroneamente interrati nella scarpata a circa 550 metri di distanza...

PRESIDENTE

Assessore De Berti, la invito a chiudere.

Ass.ra Elisa DE BERTI

...in prossimità del cantiere SPV al confine fra i Comuni di Altivole e Riese Pio X.
Siccome non sono neanche arrivata a metà, lascio a disposizione la risposta all'interrogazione e ringrazio il vicepresidente Finco di avermi prontamente segnalato il video il 9 gennaio. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Diamo copia della risposta anche al collega Rizzotto, che ha fatto analoga interrogazione.
Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Se da una parte sono soddisfatto perché si è visto che c'è stato subito l'intervento dei Carabinieri, dei Carabinieri forestali, del concessionario, del NOE, della Regione e dell'ARPAV, dall'altra devo dire che sono più preoccupato di prima perché? Perché vengo a sapere dall'Assessore, che ringrazio naturalmente per la risposta, che finora sono stati censiti 76 casi di abbandono. Spero che il censimento di questi casi non sia la punta dell'iceberg perché mi viene da pensare che il cantiere della superstrada pedemontana veneta sia stato considerato da parte di molti un luogo dove smaltire illegalmente i rifiuti: mi viene da pensare anche questo.
Siccome io ho visto ancora questi cantieri, perché naturalmente vivendo in provincia di Treviso, una delle due Province interessate, ci passo spesso, ma sono tutti recintati, ci sono le recinzioni con le reti da cantiere, con i divieti e quant'altro.
Mi chiedo come sia possibile, anche perché per scaricare quei rifiuti, non è che uno entri a piedi e va a scaricarli: lì bisogna entrare con dei mezzi, con dei camioncini, con i furgoni, con dei mezzi più o meno pesanti. Quindi mi sto chiedendo effettivamente se non sarebbe meglio fare un po' di vigilanza in più preventiva, perché capisco che qui c'è stato il clamore del video che è andato sulla RAI e quindi si sono precipitati tutti, ma, a mio avviso, dovremmo pensare meglio a come prevenire queste cose perché su 76 abbandoni, quanti sono quelli che non sono stati censiti? Allo stesso modo poteva finire questo caso perché, se non c'è il cittadino che filmava, i rifiuti venivano interrati tranquillamente. Quindi la richiesta è: più prevenzione e magari meno denunce, anche eclatanti.

PRESIDENTE

Grazie. Passiamo all'IRI n. 50, sempre del collega Zanoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 50 dell'11 gennaio 2021 presentata dai consiglieri Zanoni, Camani, Bigon, Zottis, Lorenzoni e Ostanel relativa a "SUPERSTRADA PEDEMONTANA VENETA: LA CORTE DEI CONTI RILEVA RITARDI NEI LAVORI, SANZIONI INAPPLICATE, PREVISIONI DI FLUSSI DI TRAFFICO NON ATTENDIBILI E MANCATO RECUPERO DELL'IVA. QUALI PROVVEDIMENTI INTENDE PRENDERE LA REGIONE?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che i recenti rilievi della Corte dei Conti sullo stato di avanzamento e di esecuzione dei lavori per la realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta, contenuti nella delibera n. 182/2020/GEST del 14/12/2020 della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti di Venezia, mettono in evidenza una serie di gravi criticità.
Considerato che:
- in base al cronoprogramma contrattuale la scadenza dell'11 settembre 2020 riguardava solo la galleria di Malo, per le altre tratte il termine dei lavori era stato fissato per il 31 dicembre 2017 e il 31 dicembre 2019. Attualmente per il completamento di tutte le opere previste è stata stabilita la data del 6 febbraio 2022;
- i magistrati contabili chiedono per quale motivo, a seguito dei ritardi sopra richiamati, non siano state applicate le sanzioni pecuniarie previste dalle clausole negoziali della convenzione;
- la Terza convenzione, approvata nel 2017 dal Consiglio regionale, prevede che per 39 anni il privato incasserà un canone annuo variabile (dai 153 milioni del 2020 ai 332 del 2059) mentre la Regione percepirà gli introiti derivanti dai pedaggi. In base a previsioni ottimistiche della stessa Regione alla fine della concessione il saldo attivo dovrebbe attestarsi sui 143 milioni di euro (circa 3,5 all'anno). Come ha rilevato la Corte dei Conti nel suddetto calcolo deve essere considerato anche il contributo dello Stato (pari a 614 milioni) e così il saldo diventa negativo per 471 milioni, con relativo ammanco di 12 milioni di euro all'anno;
- la Corte dei Conti precisa che il piano del traffico presenta "fattori di instabilità e incertezza." e solleva la questione relativa ai tempi di realizzazione delle interconnessioni con le autostrade A4, A31 e A27 nonché la sospensione di alcune opere complementari che sono state escluse dal contratto della SPV. Infine evidenzia che la velocità massima di percorrenza resta fissata a 110 km/h nonostante la Regione avesse promesso i 130 come previsto in autostrada. Tali criticità potrebbero portare a una diminuzione del 13 per cento delle stime dei flussi di traffico e conseguentemente degli introiti da pedaggio con ricadute negative sui conti che dovranno poi essere ripianati dai contribuenti veneti;
- altro rilievo evidenziato è la mancata riscossione di 20.147.000 euro di Iva da parte del concessionario e il conseguente invito a provvedervi con tempestività.
Tutto ciò premesso e considerato. i sottoscritti consiglieri
chiedono al Presidente della Giunta regionale
quali provvedimenti verranno presi in merito alle sanzioni inapplicate, alla mancata riscossione dell'Iva e per fare chiarezza sulla previsione dei relativi flussi di traffico".

PRESIDENTE

Zanoni intende presentarla? Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sì, la presento, Presidente, grazie.
Sono venuti al pettine sicuramente molti nodi con questo intervento della Corte dei Conti del 14 dicembre 2020, che fa una disamina delle problematiche di questo cantiere, di questa grande opera. Ci sono ritardi a non finire: avevamo una scadenza dell'11 settembre 2020, quella del 31 dicembre 2017, del 31 dicembre 2019 e adesso siamo al 6 febbraio 2022. Sono previste delle sanzioni per i ritardi e la Corte dei Conti dice: "Perché non le avete applicate?". Questo è il primo grande problema.
Poi la Corte dei Conti ci dice: avete fatto i calcoli delle entrate, avete detto che dovete pagare un tot ogni anno per 39 anni, avete anche detto che ci sarà un saldo positivo di 3,5 milioni all'anno, però non avete messo in conto i 614 milioni di euro che ha pagato lo Stato e, così facendo, altro che saldo positivo annuale, ci sarà una perdita di 12 milioni di euro l'anno. E inoltre dice: siccome tutto sta in piedi con il flusso di traffico, c'è l'incertezza di tutti i collegamenti con la A4, la A31 e la A27, che porta al ribasso i flussi del traffico.
Inoltre dice: perché non avete riscosso i 20 milioni di euro di IVA versati indebitamente al concessionario?
Poi dice anche: se vuoi che la gente vada, paghi e tu incassi i pedaggi, perché non hai ancora portato da 110 a 130 il limite di velocità?
Allora, ci sono una serie di problematiche e la domanda è: quali provvedimenti verranno presi in merito alle sanzioni non applicate per i ritardi e alla mancata riscossione dell'IVA.

PRESIDENTE

Grazie, collega. De Berti per la risposta, grazie.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"La Corte dei Conti, Sezione Regionale di Controllo, con nota registrata al protocollo regionale n. 540163 del 21 dicembre 2020 ha trasmesso la deliberazione di controllo/referto sullo stato di attuazione di Pedemontana Veneta, con l'allegata relazione. La Corte ha concluso il lavoro di controllo, all'esito delle articolate e complesse attività istruttorie svolte nell'espletamento del controllo di gestione e sul fondamento dei riscontri del contraddittorio, affermando che con la stipulazione nel 2017 del TAC (Terzo Atto Convenzionale) ha consentito di conseguire effetti di rilevanza positiva, consistenti - in primo luogo - nell'accelerazione dei tempi di esecuzione dei lavori, i quali sono progrediti in percentuali significative rispetto all'anteriore situazione di stallo ed ha inoltre raccomandato all'Amministrazione regionale:
- "...di procedere all'adozione di misure organizzative di rafforzamento delle attività di vigilanza e di monitoraggio dei tempi di completamento delle opere, valutando contestualmente la sussistenza dei presupposti contrattuali per l'applicazione delle sanzioni pecuniarie da ritardo, salvo l'accertamento motivato di eventuali cause di giustificazione da riconoscere in favore del concessionario." Ad oggi non è possibile applicare alcuna penale considerato che nel contratto non vi sono penali intermedie, ma solamente una penale mensile finale. Il TAC prevedeva il completamento di tutta l'infrastruttura entro l'11 settembre 2020, cosa che non è avvenuta. La Regione non ha assentito alcun altro cronoprogramma, pur chiedendone l'aggiornamento, con il quale il concessionario ha dichiarato che ultimerà nel febbraio 2022. Sarà pertanto da accertare, alla fine dei lavori di tutta l'infrastruttura, e solo allora, il ritardo complessivo per il calcolo della penale e l'applicazione della sanzione, in relazione anche alla valutazione delle cause.
- "...di procedere ad un'approfondita verifica sull'attuale attendibilità delle stime di traffico allegate al TAC, anche al fine di adeguare i dati previsionali all'avveramento di situazioni di fatto, che presentano -allo stato degli atti- un significativo margine d'incertezza incidente sul valore dell'investimento e sull'idoneità dell'opera a generare i corrispondenti flussi di cassa, con estensione delle attività di verifica al monitoraggio delle situazioni "in itinere". La Regione è consapevole che le stime dei flussi di traffico, in quanto tali, sono previsioni che si basano su presupposti che nel tempo possono mutare. La Corte suggerisce alla Regione, essendo passato del tempo ed essendo accaduti nel frattempo alcuni eventi, di verificare tali presupposti al fine di poter eventualmente aggiornare le stime in relazione al mutare od evolversi delle situazioni, prevedendo correttamente, quanto più ci si avvicina al momento dell'entrata in esercizio dell'intera infrastruttura, le più corrette poste a bilancio in entrata ed uscita. La Regione ha già commissionato nel 2019 un primo approfondimento degli studi alla società TRT di Milano per la verifica, tra l'altro, dei flussi ai singoli caselli e per la verifica dei flussi nel caso di messa in esercizio senza connessione diretta con la A4. Dalla stima si è evidenziata una possibile riduzione del 13% del flusso per la mancata connessione con la A4. I lavori, come noto, sono in fase di realizzazione da parte della società di gestione della autostrada BS-PD, ma la data di ultimazione è sfasata in avanti rispetto a quella di Pedemontana. La Regione, dopo aver tentato di poter realizzare direttamente tali lavori per poter concludere in tempo utile per la messa in esercizio dell'intera Pedemontana, ha riscontrato la preclusione da parte di ANAC. Sta pertanto seguendo e monitorando periodicamente gli esecutori, manifestando preoccupazione per i danni conseguenti; la compulsione utilizzata dalla Struttura di Progetto sul MIT e sulla Società di A4 ha già ottenuto notevoli risultati di organizzazione dei cronoprogrammi dei lavori della connessione, con riduzione, ad oggi, di quasi un anno dei tempi di esecuzione. Inoltre con l'approfondimento si è evidenziato che le opere complementari sospese ed escluse dal quadro economico da parte del commissario prima dell'avvio della gestione ordinaria presso la Regione, peraltro consistenti in adeguamenti stradali su due arterie per tratte che complessivamente risultano inferiori a 10 km, non causano significative conseguenze. Per la questione della velocità di percorrenza è noto che può essere adeguata a 130 km/h con la trasformazione in autostrada. La Regione ha avviato il procedimento relativo con formalizzazione a breve dell'istanza al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Infine, la Regione ha già in programma un ulteriore aggiornamento delle previsioni sui flussi di traffico anche con un approfondimento relativo alla verifica di possibili azioni di marketing mix ed incentivazione all'utilizzo della nuova infrastruttura, con individuazione di alcune leve, come quella tariffaria, di affiliazione o abbonamento, ed altre.
- "...la vigilanza sull'esatto e tempestivo adempimento dell'obbligo di resa del conto giudiziale gravante sul concessionario sulla gestione delle tratte già in esercizio, a garanzia della trasparenza della finanza pubblica". La Struttura di Progetto ha già provveduto a sollecitare e mettere in mora il concessionario, nominato agente contabile, alla trasmissione dei dati necessari per poter adempiere agli obblighi ricordati.
- "...la tempestività nelle iniziative di recupero nei confronti del concessionario dell'importo di € 20.147.000 indebitamente liquidato a titolo di IVA non dovuta sulla quota di contributo finanziata per la realizzazione dell'opera." La Struttura di Progetto ha già provveduto a richiedere al concessionario la somma pagata indebitamente, a sua volta già versata da quest'ultimo all'erario".

Ass.ra Elisa DE BERTI

Presidente, stessa questione di prima: mi ferma quando è il momento.
La Corte dei Conti, Sezione regionale di controllo, con nota registrata al protocollo regionale del 21 dicembre 2020, ha trasmesso la deliberazione di controllo referto sullo stato di attuazione di Pedemontana Veneta con l'allegata relazione.
La Corte ha concluso il lavoro di controllo, all'esito delle articolate e complesse attività istruttorie svolte nell'espletamento del controllo di gestione sul fondamento dei riscontri del contraddittorio, affermando che, con la stipulazione nel 2017 del TAC, ha consentito di conseguire effetti di rilevanza positiva, consistenti in primo luogo nell'accelerazione dei tempi di esecuzione dei lavori, i quali sono progrediti in percentuali significative rispetto all'anteriore situazione di stallo ed, inoltre, ha raccomandato all'Amministrazione regionale di procedere all'adozione di misure organizzative di rafforzamento dell'attività di vigilanza e di monitoraggio dei tempi di completamento delle opere, valutando contestualmente la sussistenza dei presupposti contrattuali per l'applicazione delle sanzioni pecuniarie da ritardo, salvo l'accertamento motivato di eventuali cause di giustificazione da riconoscere in favore del concessionario.
Ad oggi non è possibile applicare alcuna penale, considerato che nel contratto non vi sono penali intermedie, ma solamente una penale mensile finale. Il TAC prevedeva il completamento di tutta l'infrastruttura entro l'11 settembre 2020, cosa che non è avvenuta e la Regione non ha assentito alcun altro cronoprogramma, pur chiedendone l'aggiornamento, con il quale il concessionario ha dichiarato che ultimerà nel febbraio 2022.
Sarà, pertanto, da accertare, alla fine dei lavori di tutta l'infrastruttura e solo allora, il ritardo complessivo per il calcolo della penale e l'applicazione della sanzione, in relazione anche alla valutazione delle cause, di procedere ad una approfondita verifica sull'attuale attendibilità delle stime di traffico allegate al TAC, anche al fine di adeguare i dati previsionali all'avveramento di situazioni di fatto, che presentano allo stato degli atti un significativo margine di incertezza, incidente sul lavoro dell'investimento e sull'idoneità dell'opera a generare i corrispondenti flussi di cassa con l'estensione delle attività di verifica al monitoraggio delle situazioni in itinere.
La Regione è consapevole che le stime dei flussi di traffico in quanto tali sono previsioni che si basano su presupposti che nel tempo possono mutare.
La Corte suggerisce alla Regione, essendo passato del tempo ed essendo accaduti nel frattempo alcuni eventi, di verificare tali presupposti al fine di poter eventualmente aggiornare le stime in relazione al mutare o evolversi delle situazioni...

PRESIDENTE

Assessore, grazie.

Ass.ra Elisa DE BERTI

...prevedendo correttamente (arrivo al punto, Presidente) prevedendo correttamente, quanto più ci si avvicina al momento dell'entrata in esercizio dell'intera infrastruttura, le più corrette poste a bilancio in entrata e in uscita.
Consigliere Zanoni è a sua disposizione la risposta all'interrogazione.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Zanoni per la replica.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio la gentilissima Assessore, che appunto mi ha anticipato che mi fornirà la risposta.
Dai toni, soprattutto della prima parte, mi viene da chiedere se abbiamo letto gli stessi documenti della Corte dei Conti perché quello che ho letto io è, a mio avviso, molto preoccupante e si parla, per quanto riguarda le sanzioni, di penale mensile finale, cioè mi sto chiedendo se la Corte dei Conti ha preso un granchio, se ha letto male la convenzione perché quello che dice la Corte dei conti è che chiaramente dovevamo prevedere delle sanzioni, mentre adesso mi viene detto che le sanzioni si fanno alla fine e sarà sicuramente da approfondire la questione.
Altra cosa che prima nella brevità dell'introduzione, considerati i limiti di esposizione non avevo letto, è che la previsione di tutti questi mancati collegamenti con la A4 la A31 e la A27, stando alla Corte dei Conti, potrebbe portare a una diminuzione del 13% delle stime dei flussi di traffico e questo va a peggiorare ulteriormente quelli che sono i bilanci di questa superstrada.
Per quanto riguarda naturalmente la risposta leggeremo i documenti, volevo anche ricordare che questa è un'interrogazione che avevamo depositato l'11 gennaio, quindi ringrazio anche per la velocità – magari fossero tutti così veloci come l'assessore De Berti – ed era sottoscritta anche dai colleghi Camani, Bigon, Zottis, Lorenzoni e Ostanel.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Abbiamo concluso con le interrogazioni iscritte all'ordine del giorno.
PUNTO
5
 
   

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Non ci sono risposte alle interrogazioni ai sensi dell'articolo 111. Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Io mi ritrovo ulteriormente a dover intervenire su questa questione, perché è da più di tre mesi che stiamo aspettando risposta insieme, penso, ai Consiglieri del Vicentino interessati a questo particolare aspetto di Trissino e all'inquinamento che ha causato, partendo da Trissino, la contaminazione, l'avvelenamento e di conseguenza le problematiche sanitarie che ha colpito l'intera cittadinanza del Basso Veronese, Basso Vicentino e Basso Padovano.
Alla luce di questo, sono tre mesi che chiedo semplicemente dove sia stato il punto di prelievo dell'acqua di falda contaminata con questi livelli espressi all'interno dell'interrogazione, cioè 26.540 nanogrammi/litro di PFOA e, se rispetto a questi rilievi la Giunta interverrà o interviene già ora con un biomonitoraggio, una presa in carico sanitaria dei cittadini di quel territorio, anche soltanto con una verifica del livello di contaminazione del sangue dei cittadini di quel territorio. Da tre mesi aspetto questa risposta e ammetto che è abbastanza umiliante non averla perché credo che, di fronte a una contaminazione avvenuta, in questo caso per Trissino, via acqua, ma anche via aria, un inquinamento che in altri territori attualmente classificati zona rossa A o B, ha causato conseguenze gravissime da un punto di vista sanitario (ipercolesterolemia, patologie tiroidee, anomalie nella crescita degli adolescenti, interferenza con la capacità di generare figli, patologie neonatali e della maternità) gravissime, di cui paghiamo le conseguenze noi cittadini delle zone contaminate, è evidente che il Piano straordinario per la presa in carico di questi cittadini debba essere ampliato includendo i cittadini di Trissino. Che cosa sono loro? Cittadini di serie B? Lo sono anche insieme ai cittadini di Montecchio Maggiore, di Arzignano e di Rovigo? La domanda era questa, sono tre mesi che aspetto risposta e credo che tutti quanti, anche i Consiglieri di maggioranza, debbano averla.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Proseguiamo con l'ordine del giorno.
PUNTO
6
 
   

PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI FINCO, CIAMBETTI, SPONDA, BALDIN, ZOTTIS, POLATO E FORMAGGIO RELATIVA A "MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 10 AGOSTO 2001, n. 18 "ISTITUZIONE, ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO DEL COMITATO REGIONALE PER LE COMUNICAZIONI (CORECOM)"". (PROGETTO DI LEGGE N. 26) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 2/2021)

Relazione della Prima commissione consiliare.
Relatore in Aula il consigliere Finco.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione illustrativa)
"Signor Presidente, colleghi Consiglieri,
come noto il Corecom è organo di garanzia e di controllo in materia di comunicazioni: esercita funzioni proprie e funzioni delegate dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Nell'ultimo mandato, che ha segnato l'avvio delle cosiddette "deleghe di seconda fase", ha altresì intrapreso attività di carattere innovativo, come l'istituzione dello Sportello per la tutela della reputazione digitale ("Sportello Help Web Reputation") e l'organizzazione di eventi formativi sul cyberbullismo nelle scuole secondarie in ciascun ambito provinciale.
Deve darsi conto che il Corecom, sulla base dei questionari compilati dagli utenti, ha conseguito un giudizio positivo superiore al 95% per tutte le attività, con particolare riferimento alle attività di conciliazione e di definizione.
Anche durante il lockdown il Corecom ha garantito con continuità l'erogazione dei servizi ed è stato riscontrato un aumento della produttività del personale impiegato nel lavoro agile, come dimostra l'incremento pari al 25% del numero delle udienze di conciliazione svolte nel periodo marzo-ottobre 2020 rispetto al numero delle udienze gestite nel periodo marzo-ottobre 2019.
Con il presente progetto di legge si ritiene (articolo 1), anche sulla scorta di quanto già operato da altre regioni, di eliminare, a regime, il divieto di rielezione immediata (oggi in Veneto sono possibili più mandati, ma con il limite della non consecutività) e stabilire la possibilità di rielezione per massimo due mandati consecutivi, atteso che tale modifica, peraltro in linea con il principio generale del doppio mandato consecutivo per le nomine e designazioni a pubblici incarichi di competenza regionale previsto dalla legge regionale n. 27 del 1997, consente di garantire adeguata continuità istituzionale nell'organo di gestione, di consulenza della Regione e di controllo in materia di comunicazioni; d'altro canto prevedere un secondo mandato consecutivo costituisce un mero ampliamento delle possibilità di scelta del Consiglio regionale, che nella propria discrezionalità potrà rieleggere uno, tutti o nessuno dei componenti.
I successivi articoli costituiscono (articolo 2) un adeguamento della disciplina delle incompatibilità ai mutamenti intervenuti nell'assetto istituzionale delle autonomie locali (con riferimento alle città metropolitane) ed (articolo 3) il recepimento espresso, anche in legge, del percorso che ha condotto alla attivazione delle cosiddette "deleghe di seconda fase", avendo il Consiglio regionale individuato in tali deleghe, previste dalla convenzione sottoscritta il 26 marzo 2018 fra il Presidente dell'AGCOM e il Presidente del Corecom del Veneto (in adesione all'accordo quadro del 28 novembre 2017 fra l'AGCOM, la Conferenza delle regioni e delle province autonome e la Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome) e nel considerevole ampliamento delle competenze del Corecom che ne deriva, occasione ulteriore e nel contempo riconoscimento, del rafforzamento del ruolo istituzionale di presidio sul territorio a garanzia dei cittadini e degli utenti, nonché di interlocutore privilegiato per gli operatori del settore delle comunicazioni (e, a tal proposito, si rimanda a quanto già illustrato, più ampiamente, in sede di deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 6 del 2017 e n. 8 del 2018).
Completano l'articolato le disposizioni di carattere tecnico, in ordine alla clausola di neutralità finanziaria (articolo 4) e di immediata entrata in vigore (articolo 5).
Nella seduta del 20 gennaio 2021 il progetto di legge n. 26 è stato illustrato in Prima Commissione dal consigliere Finco; nella medesima seduta si è provveduto ad un primo esame del testo.
Nella successiva seduta del 27 gennaio 2021 la Commissione ha concluso i propri i lavori approvandolo all'unanimità, dopo aver apportato una modifica all'articolo 3.
Hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei gruppi consiliari Liga Veneta per Salvini Premier (Cestari, Corsi, Favero), Zaia Presidente (Cestaro, Gerolimetto, Centenaro, Sandonà), Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni (Polato, Speranzon), Forza Italia-Berlusconi-Autonomia per il Veneto (Venturini), Lista Veneta Autonomia (Piccinini) e Partito Democratico Veneto (Camani, Possamai Giacomo)".

PRESIDENTE

Prego, Finco.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Com'è noto, il Corecom è un organo di garanzia e di controllo in materia di comunicazioni, esercita funzioni proprie e funzioni delegate dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Nell'ultimo mandato, che ha segnato l'avvio delle cosiddette seconde deleghe, ha, altresì, intrapreso attività di carattere innovativo, come l'istituzione dello sportello per la tutela della reputazione digitale e l'organizzazione di eventi formativi sul cyber bullismo nelle scuole secondarie in ciascun ambito provinciale.
Deve darsi conto che il Corecom, sulla base dei questionari compilati dagli utenti, ha conseguito un giudizio positivo superiore al 95% per tutte le attività, con particolare riferimento alle attività di conciliazione di definizione.
Anche durante il lockdown il Corecom ha garantito con continuità l'erogazione dei servizi ed è stato riscontrato un aumento della produttività del personale impiegato nel lavoro agile, come dimostra l'incremento pari al 25% del numero delle udienze di conciliazione svolte nel periodo marzo-ottobre 2020, rispetto al numero delle udienze gestite nel periodo stesso dell'anno precedente.
Con il presente progetto di legge si ritiene, anche sulla scorta di quanto già operato da altre Regioni, di eliminare a regime il divieto di rielezione immediata (oggi in Veneto sono possibili più mandati, ma con il limite della non consecutività) e stabilire la possibilità di rielezione per massimo due mandati consecutivi, atteso che tale modifica, peraltro in linea con il principio generale del doppio mandato consecutivo per le nomine e designazioni a pubblici incarichi di competenza regionale, previsto dalla legge regionale n. 27 del '97, consente di garantire adeguata continuità istituzionale nell'organo di gestione e di consulenza della Regione e di controllo in materia di comunicazioni. D'altro canto, prevedere un secondo mandato consecutivo costituisce un mero ampliamento della possibilità di scelta da parte del Consiglio regionale.
I successivi articoli costituiscono un adeguamento della disciplina dell'incompatibilità, i mutamenti intervenuti nell'assetto istituzionale delle Autonomie locali ed il recepimento espresso anche in legge del percorso che ha condotto all'attivazione delle cosiddette "deleghe di seconda fase", avendo il Consiglio regionale individuato in tali deleghe, previste dalla convenzione sottoscritta il 26 marzo 2018 fra il presidente dell'AGCOM e il Presidente del Corecom del Veneto, e nel considerevole ampliamento delle competenze del Corecom che ne deriva, occasione ulteriore e nel contempo riconoscimento del rafforzamento del ruolo istituzionale e di presidio sul territorio a garanzia dei cittadini e degli utenti, nonché di interlocutore privilegiato per gli operatori del settore delle comunicazioni.
Il presente testo è stato illustrato il 20 gennaio in Prima Commissione consiliare e approvato all'unanimità il 27 gennaio.
Questo è un testo che nasce dopo l'insediamento dell'Ufficio di Presidenza: ho avuto un incontro con il CdA del Corecom, abbiamo analizzato l'attuale situazione di questo importante organo di controllo e abbiamo valutato l'opportunità – ovviamente poi sarà il Consiglio regionale a decidere in merito – di poter dare agli attuali componenti del Corecom la possibilità di fare un secondo mandato consecutivo. Ovviamente, ripeto, questa è una possibilità.
Debbo dire che il Corecom negli ultimi cinque anni ha fatto un ottimo lavoro, questo non lo dico perché ho la delega e ho visto come ha lavorato, ma perché parlano i dati infatti, come è detto bene nella relazione, sono aumentate le cause di conciliazione, c'è stata tutta l'attivazione delle seconde deleghe e quindi, anche in una logica di continuità, secondo me, è una possibilità che diamo agli attuali componenti del Corecom.
All'interno del progetto di legge si dà, inoltre, la possibilità di individuare anche un Vicepresidente, sempre di questo importante organo, e le sfide per il futuro sono moltissime. Oggi con il Corecom stiamo lavorando presso l'AGCOM per tutta la questione dello switch-off, sapete che dobbiamo liberare delle frequenze per dare spazio al 5G e quindi a settembre di quest'anno ci sarà questo switch-off, che però andrà a creare, ad oggi, tutta una serie di problematiche per quel che riguarda la ricezione del segnale in alcune aree del Veneto: parlo in particolare di tutta l'area del Veneto orientale, piuttosto che della Bassa Veronese e del Rodigino. Questo, se non viene rivista ovviamente la pianificazione fatta, andrebbe ad oscurare le emittenti locali in una considerevole parte del Veneto che andrebbe calcolata più o meno sui 500.000 abitanti.
Quindi su questo si sta lavorando, nella speranza ovviamente di poter intervenire quanto prima e il lavoro che si sta facendo è un lavoro importante.
Stiamo lavorando anche ad un regolamento per quel che riguarda i domini delle pagine Facebook e Instagram dei Comuni, perché oggi appartengono sostanzialmente ad una persona fisica, quindi a un dipendente del Comune, che se per caso il giorno dopo decide di fare qualcos'altro, si porta via le password, gli account e quant'altro e quindi oggi noi cerchiamo di regolamentare anche questa disciplina.
Poi, visto l'alto numero di conciliazioni fatte nell'ultimo anno, quello a cui vorremmo puntare nei prossimi anni è di aprire degli sportelli Corecom sul territorio regionale, magari trovando la collaborazione dei Comuni sopra i 15.000 abitanti, in modo da far conoscere questo importante organo che abbiamo, ma soprattutto per dare un servizio importante ai cittadini del nostro territorio, che piano piano stanno iniziando a conoscere questo importante organismo, che – lo ripeto – ha veramente lavorato bene nel corso degli ultimi anni, grazie ovviamente al CdA, ma grazie anche alla struttura che ho avuto modo di conoscere. Invito tutti voi anche, se ne avete l'occasione, a fare un giro a Mestre, vicino anche al Garante, perché abbiamo queste due grandi realtà, che magari spesso non sono conosciute bene dal Consiglio regionale, ma che hanno veramente un ruolo importante, per quel che riguarda il Garante all'interno del tessuto sociale del nostro territorio, mentre per quel che riguarda il Corecom come organo di garanzia per le comunicazioni.
Questo progetto è stato approvato all'unanimità.
Ho presentato, anche su indicazione della collega Camani, un semplicissimo emendamento che riguarda le incompatibilità, che casomai illustrerò successivamente oppure se vuole anche illustrarlo la collega Camani, non c'è nessun problema; l'ho presentato io in quanto sono l'unico Relatore, non c'è il Correlatore sul provvedimento e quindi l'ho presentato per conto della collega Camani, ma lo condividiamo anche come maggioranza.

PRESIDENTE

L'emendamento n. A0001 è in fase di distribuzione. Mi pare sia concordato. Do tre minuti per eventuali subemendamenti.
C'è qualche intervento per caso? Non ne vedo. Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Solo perché comunque mi ha preceduto il vicepresidente Finco in merito alla necessità di promuovere una campagna per far conoscere ai cittadini le funzioni importanti che svolge il Corecom perché veramente, soprattutto per quanto riguarda le vertenze che li vedono coinvolti con le compagnie telefoniche, svolge una funzione fondamentale e quindi ben venga questa proposta di diffusione della conoscenza del Corecom.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Molto velocemente volevo associarmi anche al messaggio positivo lanciato dal vicepresidente Finco e relatore di questo progetto di legge, relatore e correlatore all'unisono anche per la minoranza. L'esperienza avuta negli anni scorsi con il Corecom è stata davvero molto positiva e questo lo volevo riportare proprio anche per prendere lo spunto da quanto affermato dalla collega Venturini prima della necessità di divulgare e rendere più fruibile e a conoscenza del cittadino veneto quelli che sono gli strumenti che il Corecom mette a disposizione loro. Ma questo non soltanto del cittadino per le questioni giustamente riportate prima dalla consigliera Venturini, quanto, per esempio, anche per il sistema associazionistico e il mondo sociale che si adopera nell'attività di assistenza e di promozione di messaggi positivi e di sensibilizzazione rispetto a delle pratiche che sono da perseguire per la garanzia, per esempio, della salute, eccetera.
Quindi, alla luce di questo, essendo a disposizione il Corecom per dare un supporto extra e consentire anche una divulgazione più efficiente ed efficace di questi messaggi attraverso il sistema televisivo, ma anche attraverso quelle che sono le possibilità di incontri e di approfondimenti ad hoc, credo che questo sia un utilissimo strumento anche per tutto il nostro complesso mondo di associazionismo e di volontariato, che ha la necessità di trasmettere un messaggio propositivo, un messaggio di sensibilizzazione. Grazie a questo strumento, a questo ente, il Corecom può riuscire a ottenere quei risultati sperati.
Pertanto questo progetto di legge e questa futura legge siano di buon auspicio per una valorizzazione ulteriore del lavoro fino ad oggi fatto nei diversi settori e nella divulgazione di quelle che sono le reali opportunità date al cittadino e al sistema complesso associazionistico positivo del territorio veneto.

PRESIDENTE

Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire solo in sede di dichiarazione di voto, ma intervengo adesso e non lo faccio dopo, nel senso che mi collego alle discussioni che stiamo facendo rispetto alla funzione di Corecom. In Commissione abbiamo lavorato parecchio e ho riguardato tutti i documenti, che ovviamente non conoscevo essendo al primo mandato, e siccome siamo sostanzialmente d'accordo, non ho proposto un odg, come volevo fare, perché mi sembra che la discussione in Aula sia esattamente nella direzione che sto per dire.
Allora, nella relazione che noi abbiamo analizzato e visto anche al Consiglio precedente, abbiamo visto, ad esempio, il lavoro che il Corecom fa in collaborazione con le Consigliere di parità della Regione Veneto, ma anche delle Consigliere di parità delle sette Province, relativamente, ad esempio, all'uso del corpo della donna non solo on line, ma anche in generale nella rappresentazione dei mass media. Credo che questa sia una direzione in generale – e mi sembra di capire che siamo d'accordo – da intraprendere con il lavoro di Corecom, su cui fa già molto, però credo che sia importante anche coinvolgere di più la Commissione competente che esiste, appunto, in Regione rispetto al tema della parità di genere.
Un altro tema che mi sembrava interessante portare all'attenzione di quest'Aula è quello delle fake news, su cui nella relazione che abbiamo approvato la scorsa seduta si menziona qualcosa: c'è uno scenario pericoloso su questo e credo che in futuro anche il Corecom abbia il compito, come è già stato scritto nella relazione e ovviamente ne abbiamo già discusso, sia importante che su questo si faccia un lavoro forte anche rispetto proprio al linguaggio d'odio che vediamo essere utilizzato, ahimè – mi permetto di dirlo – anche sulla pagina del Consiglio. So che il Consiglio regionale ha una policy, perché sono andata a cercarla, rispetto alla moderazione del nostro strumento di social network e penso sia importante che, quando usciamo con un comunicato noi stessi, questa cosa venga eventualmente anche verificata.
Vediamo che questo tema dell'hate speeck, soprattutto nei social, è sempre più forte soprattutto rivolto in realtà a chi poi si occupa della cosa pubblica; a livello nazionale esiste la Commissione Segre, che io penso sia interessante rispetto a questo tema, proprio per fare in modo che un Ente così importante, la cui funzione, tra l'altro, devo ammettere che prima di entrare qui dentro io stessa – e l'ho già detto in Commissione – conoscevo poco, e quindi mi associo agli altri Consiglieri che anche in Commissione hanno detto di volersi impegnare nel rendere il Corecom più conosciuto ai cittadini comuni.
Questo è un tema per me importantissimo perché le persone che forse non hanno un livello educativo alto e che magari non sono vicino alla cosa pubblica io credo che non sappiano cosa è Corecom, mentre mi sono resa conto io stessa, vedendo i vari documenti, che è un Ente a cui ci si può rivolgere per varie questioni, alcune le ho segnalate qui in questo intervento, penso a tutte le volte che sui social, ad esempio, siamo vittime come donne di hate speeck, c'è un ente regionale importante e penso che le persone debbano sapere meglio della sua esistenza e di come si usa.
Allora magari l'impegno è anche di pensare ad una campagna in futuro sul tema della violenza femminile e dell'uso dell'hate speeck sui social, che magari noi stessi potremmo proporre immagino anche nella Commissione competente, proprio per rafforzare il ruolo di questo ente sui temi di frontiera: il cyberbullismo è uno di questi, che abbiamo già visto essere presente nel lavoro di Corecom, il tema della violenza di genere intesa come tutto quell'atteggiamento online che porta la donna ad essere descritta in una maniera non appropriata. Su questo penso che si possa fare molto di più.
Quindi semplicemente il mio intervento è per ribadire l'importanza di un ente che io stessa conoscevo poco e sancire l'impegno anche come Consigliera, come altri hanno detto, di renderlo più fruibile e magari di investire proprio su quelle linee di lavoro che oggi sono quelle di frontiera più importanti. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Non vedo altri interventi.
Sospendo per un minuto per dar tempo all'Ufficio di Presidenza della Prima Commissione di riunirsi un attimo vicino al relatore e dare un parere sull'emendamento. Rimaniamo tutti in Aula, grazie, e collegati chi invece è collegato dall'ufficio.
Bene, è stato dato il parere sull'emendamento n. A0001.
Essendo chiusa la discussione generale, passiamo all'articolato.
Siamo all'articolo 1. Colleghi entrate in Concilium e concentratevi sulla votazione.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 2 e c'è l'emendamento n. A0001.
Emendamento n. A0001, presentato dal consigliere Finco, articolo 2, comma 1bis, modificativo, che prevede:
"Dopo il comma 1 dell'articolo 2 è inserito il seguente comma:
1bis) Alla lettera g) del comma 1 dell'art. 4 della legge regionale 10 agosto 2001, n. 18 dopo le parole: "socio o dipendente" aggiungere le seguenti "con funzioni direttive"".
Qualcuno interviene o lo diamo per letto?

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Presidente, chiedo scusa.

PRESIDENTE

Chi parla?

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Soranzo Enoch. Non sono riuscito a votare l'articolo 1 perché non è comparsa la schermata della votazione.

PRESIDENTE

A verbale, Soranzo ha votato a favore.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, molto gentile.

PRESIDENTE

Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Semplicemente volevo motivare la mia astensione, non perché non rispetti assolutamente il ragionamento portato dalla collega Camani, quanto perché appunto questa riduzione dell'incompatibilità, dal mio punto di vista, in questo caso non corrisponde a quello che poi era stato il progetto così come pensavo di approvarlo e così come confrontato anche con le persone che sono intervenute nella condivisione di questo progetto di legge. Di conseguenza, personalmente appunto volevo spiegare il motivo dell'astensione che non è dovuto appunto a una difficoltà rispetto ad una valutazione, che può essere naturalmente soggettiva di partito in partito: per quanto riguarda Europa Verde, riteniamo che l'articolo originario potesse essere più che sufficiente anche per garantire l'autonomia dell'ente.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento A0001 col parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Avete votato tutti?
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 2, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 3.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passo all'articolo 4.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 5.
È aperta la votazione sull'articolo 5.
(Votazione elettronica)
Chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Se non ci sono dichiarazioni di voto, metto in votazione il progetto di legge n. 26 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7
 
   

PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI ZAIA, FINCO, RIZZOTTO, CAVINATO, SANDONÀ, BRESCACIN, MICHIELETTO, VILLANOVA, DOLFIN, ZECCHINATO, VIANELLO, BET, CIAMBETTI E CENTENARO RELATIVA A "MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 24 AGOSTO 1979, n. 63 "NORME PER L'ISTITUZIONE E IL FUNZIONAMENTO DELL'ISTITUTO REGIONALE PER LE VILLE VENETE "I.R.V.V."", ED ULTERIORI DISPOSIZIONI". (PROGETTO DI LEGGE N. 7) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 3/2021)

Relazione della Prima commissione consiliare.
Relatore in Aula il consigliere Favero.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione illustrativa)
"Signor Presidente, colleghi Consiglieri,
con la presente proposta di legge si intendono apportare alcune importanti modifiche alla legge regionale 24 agosto 1979, n. 63 "Norme per l'istituzione e il funzionamento dell'Istituto regionale per le ville venete "I.R.V.V.", come da ultimo modificata dalla legge regionale 24 ottobre 2019, n. 43 "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 24 agosto 1979, n. 63 ".
In particolare, la presente proposta intende far fronte a talune esigenze, segnalate anche dall'Istituto, che riguardano principalmente l'organizzazione e il funzionamento dello stesso.
Si compone di cinque articoli che di seguito si descrivono.
Con l'articolo 1 la proposta di legge in parola integra l'articolo 25 della predetta legge regionale di ulteriori due commi: il comma 3 bis e il comma 3 ter, allo scopo di equiparare il trattamento economico accessorio del personale dell'Istituto con quello del personale della Giunta regionale del Veneto.
Nello specifico, il comma 3 bis si propone di applicare il principio di armonizzazione del trattamento economico accessorio del personale dell'Istituto regionale ville venete con quello del personale della Giunta regionale del Veneto con la previsione dell'incremento dei fondi, destinati al trattamento economico accessorio del personale dell'Istituto, in analogia con la disposizione di cui all'art. 1, comma 800 della Legge di Bilancio 2018 che ha previsto la progressiva armonizzazione del trattamento economico del personale delle città metropolitane e delle province, transitato in altre amministrazioni pubbliche, con quello del personale delle amministrazioni di destinazione.
La nuova disposizione del comma 3 bis disciplina inoltre nel dettaglio come debbano essere incrementati i fondi destinati al trattamento economico accessorio del personale dell'Ente, anche di livello dirigenziale, disponendo che tale incremento non deve superare la differenza tra il valore medio individuale del trattamento economico accessorio del personale dell'amministrazione regionale e quello corrisposto al personale in servizio presso l'Istituto, calcolato con riferimento all'anno 2016. Ciò al fine di consentire una concreta soluzione alle problematiche riguardanti il trattamento economico del personale dell'Istituto.
La proposta formulata con il nuovo comma 3 ter, stante l'assoggettamento del personale dell'Istituto, anche in tema di trattamento economico, alla normativa regionale – come stabilito dal comma 2, secondo capoverso, del citato articolo 25 – prevede l'applicazione anche al personale dell'Istituto dell'articolo 33, comma 1, ultimo periodo, "Assunzione di personale nelle regioni a statuto ordinario e nei comuni in base alla sostenibilità finanziaria" del decreto legge 34/2019, convertito con legge n. 58/2019, che prevede la possibilità di incrementare il fondo del trattamento economico accessorio, nell'ipotesi di futuri incrementi della consistenza di personale gravante sul fondo stesso a seguito di nuove assunzioni da concorso o di nuove immissioni di personale per il tramite dell'istituto della mobilità in entrata.
Con l'articolo 2 la presente proposta di legge inserisce l'articolo 25 bis "Supporto per le attività di gestione" nella l.r. 63/1979.
Il comma 1 di tale nuovo articolo dispone che l'Istituto si avvale prevalentemente di proprio personale, assunto secondo le previsioni dell'articolo 25, per l'esercizio delle proprie funzioni.
Il comma 2 introduce invece la previsione della possibilità da parte dell'Istituto di avvalersi della collaborazione e del supporto tecnico delle strutture della Giunta regionale per lo svolgimento delle attività inerenti alla gestione interna dell'Ente. Tale norma persegue l'obiettivo di soddisfare concretamente l'esigenza di intervenire a supporto dell'Istituto per quelle attività la cui gestione, se lasciata in carico al solo personale dell'IRVV, comporterebbe delle diseconomie non disponendo il personale dell'Istituto di quelle conoscenze tecniche specifiche, già consolidate invece nelle strutture regionali "specializzate" nella materia. In ordine a ciò l'Istituto potrebbe quindi, garantendo una economica gestione delle risorse, dedicarsi alla sua principale "mission" e quindi anche alle nuove e più articolate funzioni assegnate dalla recente legge regionale 43/2019. Si tenga conto inoltre che l'articolo 20 della legge regionale n. 44/2019 "Collegato alla legge di stabilità regionale 2020" prevede che gli enti strumentali della Regione, al fine di ottimizzarne gli investimenti e favorirne l'evoluzione unitaria, entro due anni dall'entrata in vigore della legge, aderiscono al Sistema informativo della Regione del Veneto (SIRV) e che, nelle more dell'adozione dei criteri tecnici da parte della Giunta regionale, sono avviati progetti di convergenza tra i sistemi informativi della Giunta regionale e quelli degli enti strumentali. Da qui l'opportunità che l'IRVV si avvalga fin da subito del supporto della competente e specializzata struttura regionale.
Il comma 3 prevede che l'Istituto presenti formale richiesta per l'attivazione delle previste forme di collaborazione con le strutture regionali, le quali saranno esercitate nei limiti di quanto stabilito con provvedimento di Giunta regionale.
Il comma 4 prevede infine che l'Istituto, qualora necessiti di incrementare il proprio personale con particolari e specifiche professionalità, possa avvalersi, mediante stipula di apposita convenzione, di personale in distacco dalla Giunta regionale, in applicazione di quanto disposto dall'articolo 20 bis della l.r. 54/2012 "Legge regionale per l'ordinamento e le attribuzioni delle strutture della Giunta regionale in attuazione della legge regionale statutaria 17 aprile 2012, n. 1 'Statuto del Veneto'".
L'articolo 3 è invece una disposizione di carattere eccezionale che non si inserisce all'interno della legge regionale n. 63/1979 ma rimane nella sola legge di novellazione.
Il comma 1 prevede, in considerazione dell'emergenza COVID 19, la possibilità di sospendere, per i proprietari delle ville venete interessati che ne facciano richiesta, il pagamento, a decorrere dal mese di febbraio 2020, di due rate semestrali del piano di ammortamento dei mutui concessi ai sensi dell'art. 20 della legge regionale 63/1979.
Con questa disposizione si propone di dare un sostegno a molti proprietari di ville venete che si sono trovati in difficoltà a causa dell'attuale emergenza sanitaria.
Il comma 2 prevede la deroga a quanto stabilito dall'art. 19 della legge regionale n. 63/1979 per quanto attiene il pagamento degli interessi.
Il comma 3 introduce invece un limite all'applicazione della suddetta moratoria stabilendo che i proprietari non in regola con il rimborso delle rate di mutuo, non potranno beneficiare della sospensione sancita dalla presente disposizione.
L'articolo 4 prevede la clausola di neutralità finanziaria, in quanto dall'attuazione del provvedimento non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
L'articolo 5, infine, dispone l'entrata in vigore della legge il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto.
Nella seduta del 22 dicembre 2020 il progetto di legge n. 7 è stato illustrato in Prima Commissione dall'assessore Corazzari; nella medesima seduta si è provveduto ad un primo esame del testo.
Nella seduta del 13 gennaio 2021 il provvedimento è stato esaminato e nella seduta del 27 gennaio, acquisito il parere espresso dalla Sesta Commissione in data 20 gennaio per gli aspetti di competenza, la Prima Commissione ha concluso i propri i lavori approvandolo all'unanimità.
Hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei gruppi consiliari Liga Veneta per Salvini Premier (Cestari, Corsi, Favero), Zaia Presidente (Cestaro, Gerolimetto, Centenaro, Sandonà), Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni (Polato, Soranzo, Speranzon), Forza Italia-Berlusconi-Autonomia per il Veneto (Venturini), Lista Veneta Autonomia (Piccinini) e Partito Democratico Veneto (Camani, Possamai Giacomo)".

PRESIDENTE

Relatore è il collega Favero.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Sì, Presidente. La proposta che vede come primo firmatario Zaia e ha anche il sostegno e la firma di altri Consiglieri regionali, mira nell'articolato a introdurre alcune novità organizzative che interessano il funzionamento dell'Istituto Regionale Ville Venete.
All'articolo 1 si prevede l'armonizzazione del trattamento economico del personale dell'Istituto regionale Ville Venete con quello della Giunta regionale e anche la possibilità di incrementare i relativi fondi nel caso l'istituto dovesse assumere nuovo personale.
All'articolo 2 si prevede la possibilità, da parte dell'Istituto regionale, di avvalersi della collaborazione del personale della struttura regionale in caso vi sia l'esigenza di particolari competenze, così come è prevista la possibilità di avere personale distaccato, attraverso una convenzione, sempre da parte della struttura della Giunta regionale.
Il terzo articolo prevede, in via transitoria, la possibilità, per i proprietari di ville non morosi, di chiedere la sospensione del pagamento delle rate dei mutui per l'anno 2020, a causa dell'emergenza Covid.
È appena il caso di sottolineare l'importanza che ha avuto, per la storia di questa Regione, l'Istituto Regionale Ville Venete ed è forse opportuno anche ricordare che l'Istituto regionale Ville Venete è la prosecuzione di un'altra realtà che all'epoca portava il nome di Ente Regionale Ville Venete, che venne istituito nel 1958, dopo quella che è stata chiamata la più bella battaglia civile per i diritti della cultura in Veneto. Protagonisti ne furono personaggi come Muraro, Cevese, Mazzotti, Negro e altri ancora: a loro dobbiamo il fatto che il patrimonio delle Ville Venete da allora in poi sia stato oggetto di particolare attenzione da parte anche dell'Amministrazione pubblica.
L'Ente porta avanti politiche per la tutela, la valorizzazione e il sostegno delle Ville, il sostegno economico ai proprietari e le Ville costituiscono oggi forse il landmark più fondamentale per il paesaggio veneto, tant'è che, nell'ambito della Sesta Commissione, si è ritenuto di programmare un calendario di incontri con il Presidente e il Direttore dell'Istituto Regionale Ville Venete per approfondire le tematiche che sono di interesse dell'Istituto, ma anche per creare le premesse per il dialogo poi con la Seconda Commissione, che dovrà elaborare il Piano paesaggistico.
Sottolineo che la relazione iniziale è stata resa più aderente all'articolato accogliendo le osservazioni prodotte dal consigliere Camani.
La Sesta Commissione ha visto questa proposta, la Prima Commissione l'ha approvata all'unanimità e io confido che l'intero Consiglio possa essere dello stesso avviso.

PRESIDENTE

Grazie. Non c'è il Correlatore perché è stata approvata all'unanimità in Commissione.
Se non ci sono interventi, io passo all'articolato.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 2.
È aperta la votazione sull'articolo 2.
Collega Guarda, scusatemi. Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Ci ha messo un po' a caricarsi la richiesta.
Guardate, io intanto vorrei ringraziare davvero il consigliere Favero per l'introduzione di questo progetto di legge perché è stato assolutamente all'altezza dello strumento e lo ringrazio.
Valorizzo e voterò a favore – lo annuncio già da adesso – questo progetto di legge, però ho una perplessità rispetto a questo articolo, perché evidentemente, per poter espletare le proprie le funzioni, l'ente ha necessità di personale in numero adeguato, eccetera. Quello che mi "perplime" è appunto la relazione fra un personale di Giunta che in questi anni non è aumentato, ha delle funzioni notevolmente importanti per assistere non soltanto il compito amministrativo della Giunta, ma poi anche tutto ciò che concerne la parte legislativa di proposta, di gestione e di progettazione; mi lascia perplessa il fatto che riescano o meno a seguire le urgenze dell'Istituto Ville Venete.
Questa è una perplessità che pongo perché, se il personale della Giunta avesse il tempo per dedicarsi a queste funzioni, probabilmente ci sarebbe un problema di attuazione e poi anche di impegno nell'attuazione delle politiche regionali. Di conseguenza, io ritengo che sia opportuno evidentemente in questo caso esplorare e sperimentare questa funzione, ma valutare attentamente quella che poi è la garanzia di lavoro di chi, all'interno della Giunta, ha naturalmente delle funzioni sue propria, in assistenza a quella che è la necessità di realizzare e di progettare ciò che poi cade all'interno del territorio, in un'ottica sia di programmazione turistica, che anche di progettazione e di valorizzazione culturale e artistica.
Quindi, alla luce di questo, pongo la mia titubanza, pur avendo comunque un parere positivo nei confronti della legge nel suo complesso.

PRESIDENTE

Collega Favero, prego.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Guardi, collega Guarda, vengo dalla trincea degli enti locali e le assicuro che, quando scattano collaborazioni fra gli uffici e con i soggetti esterni, di solito si hanno più stimoli per tutti e anche il personale lavora con più motivazione, perché diventa un'occasione di arricchimento personale. Quindi io credo che l'introduzione di questa possibilità o di collaborazione o anche di eventuale distacco, magari temporaneo, di qualche professionalità, possa essere un'opportunità in più in termini di flessibilità, ma anche in termini di arricchimento: la collaborazione fra gli uffici porta di solito a migliorare la prospettiva, ad ampliarla, a consentire a ciascuno di sentirsi parte di un qualcosa di più organico e di meno meccanico.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi. Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 3.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
Collega Valdegamberi se abbassa un po' il volume. Grazie. Se volete sospendiamo un po', una mezz'oretta, tre quarti d'ora per poi riprendere. Grazie.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 4.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 5. Metto in votazione l'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È in fase di distribuzione l'ordine del giorno che dobbiamo votare adesso.
Possamai, non vedo la votazione, mentre Speranzon ha votato a favore.
Allora, Possamai a verbale che vota a favore.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Aspettiamo un attimo che viene caricato, un minuto, l'ordine del giorno su Concilium, così anche i colleghi che sono in ufficio possono averlo a disposizione. Intanto i Capigruppo se lo leggono e decidono.
ODG n. C1

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Guarda, Lorenzoni, Camani e Giacomo Possamai relativo a "LA GIUNTA SI IMPEGNI A CONSIDERARE LE VILLE VENETE COME ELEMENTO CHIAVE DEL FUTURO PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Modifiche alla legge regionale 24 agosto 1979, n. 63 "Norme per l'istituzione e il funzionamento dell'Istituto regionale per le Ville Venete "I.R.V.V."", ed ulteriori disposizioni". (Progetto di legge n. 7) APPROVATO (Deliberazione n. 3/2021)

"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
l'Istituto Regionale Ville Venete, come rivendicato sul proprio sito web, "ha catalogato 4.243 edifici, di cui 3.807 in Veneto e 436 in Friuli Venezia Giulia". Grazie al lavoro dell'istituto è stato possibile porre in essere attività di conservazione e valorizzazione di questo inestimabile patrimonio regionale;
risulta evidente la necessità di promuovere ulteriormente la conoscenza del patrimonio delle ville presenti nel territorio regionale coordinando e mettendo in rete tutte le realtà direttamente e indirettamente collegate. Nello specifico è fondamentale valorizzare al massimo tali edifici nel piano paesaggistico in modo da mantenerne inalterata l'eredità storica e architettonica che, oltretutto, costituiscono una importante risorsa anche sul piano turistico;
oltre alle Ville Veneto, la nostra Regione è ricca di patrimoni culturali e naturali, tangibili e intangibili, anche riconosciuti come patrimoni mondiali dell'Unesco, che possono essere armonicamente integrati in un piano paesaggistico come elementi che valorizzano un'identità territoriale e forme di attrattività per il turismo lento;
CONSIDERATO CHE:
come risulta dalla DGR n. 1176 dell'11.08.2020 è già stato approvato lo schema di Protocollo d'Intesa tra la Regione Veneto e il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo per l'elaborazione congiunta del Piano paesaggistico culturale che si inserirà nel più ampio quadre del PTRC già approvato;
Il Piano Paesaggistico è uno strumento del governo del territorio importante, capace di coniugare tutela del paesaggio, con la valorizzazione armonica del patrimonio culturale e naturale della Regione Veneto;
Tutto ciò premesso il Consiglio Regionale
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a velocizzare la redazione del Piano paesaggistico regionale attribuendo alle ville venete e al patrimonio culturale e naturale della Regione Veneto la più alta considerazione in quanto peculiarità identitarie del paesaggio veneto e di conseguenza a porli come presupposto nel perseguimento di tutti gli obiettivi del piano ambientale, territoriale e paesaggistico".

PRESIDENTE

Finché è in fase di caricamento, la collega Ostanel lo illustra.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
È un ordine del giorno che, a partire dalla discussione che abbiamo avuto in Commissione 6, è stata molto produttiva credo: anche il consigliere Favero aveva indicato – e lo ha già detto nella relazione introduttiva – il tema del Piano paesaggistico. Siccome ne abbiamo discusso anche con il Presidente di Ville Venete e il Piano paesaggistico è comunque all'odg del lavoro di quest'Aula e della Giunta, l'odg semplicemente dice che le Ville Venete in generale, ma tutto il patrimonio culturale e naturale della Regione è un asset importante del futuro Piano paesaggistico; altre Regioni hanno fatto lo stesso e si vede la differenza.
Ville Venete a 4.000 edifici che, tra l'altro, come si è evidenziato in Commissione, sono alle volte troppo poco conosciuti e anche poco fruiti in realtà, perché magari non sono inseriti in un piano di itinerari che il cittadino sa e che quindi non sa di poter andare a visitare, magari facendo appunto del turismo lento. Se, invece, tutto questo è messo all'interno di un piano e ovviamente un piano non è nulla se non viene poi comunicato e realizzato, io non sono assolutamente una persona che pensa che il piano vada sia di per sé utile se poi non viene attuato, mentre se noi prendiamo Ville Venete e lo inseriamo all'interno del futuro Piano paesaggistico come un asset, la cosa potrebbe appunto dare un valore aggiunto.
Ne abbiamo già discusso in Commissione e mi pareva che ci fosse anche una generale unanimità tra i componenti della Commissione 6 e quindi io ho deciso di proporre un odg per ribadire questo concetto, che magari nel progetto di legge specifico non è menzionato. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Formaggio, prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Condivido l'importanza delle Ville Venete, ma teniamo conto che nel futuro Piano paesaggistico, visto che sono anche 9.000, ci sono aziende vicino, ci sono impianti produttivi e quindi non dobbiamo soltanto valorizzare queste Ville Venete, ma dobbiamo tutelare gli impianti produttivi che creano lavoro in Veneto. Grazie.

PRESIDENTE

Bene. Non vedo altri interventi. Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Io ringrazio il consigliere Formaggio per aver posto questa questione, perché in realtà sembra che l'attenzione posta in questo ordine del giorno sia in contrasto con quella che è una realizzazione economica all'interno del nostro territorio. Io ritengo che, invece, si possa pensare a un percorso condiviso di valorizzazione reciproca di quella che è una parte importantissima del nostro sistema di produzione economico e anche poi lavorativo e sociale, anche con l'altra parte di creazione di prodotto interno lordo all'interno della nostra Regione, che è l'ambito culturale e l'ambito turistico e artistico.
Alla luce di questo, io ritengo che sia opportuno rilevare giustamente l'attenzione posta dal consigliere Formaggio come una questione da tenere in considerazione, senza però svalorizzare quello che è uno strumento che è necessario ed è doveroso per la garanzia del contesto in cui le Ville Venete si vanno ad inserire e questo deve essere una priorità: se questo Consiglio vota all'unanimità questo tipo di progetto di legge, che potrà votare all'unanimità anche quello che potrà essere il processo di valorizzazione di questo strumento importantissimo di promozione turistica, culturale e storica, probabilmente questo Consiglio potrà per la prima volta trovarsi a lavorare in maniera congiunta senza per forza creare questa opposizione forte fra l'uno e l'altro mondo.
 
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO
 

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ha chiesto di intervenire il consigliere Favero. Prego.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Confesso che il nostro orientamento era quello di respingere questo ordine del giorno ma per un motivo semplice: è così scontato da sembrare pleonastico. Ma, dopo l'intervento di Formaggio, abbiamo cambiato idea e ci ha convinto che è opportuno che noi si faccia questo gesto perché pensare di non inserire il patrimonio delle Ville Venete, che è un patrimonio che ci viene invidiato a livello mondiale, nel Piano paesaggistico per le esigenze delle attività produttive, è evidentemente un qualcosa che fa scivolare nell'imbarazzo – lo dico con grande affetto a Formaggio – e questo soprattutto perché la storia delle Ville Venete si intreccia a doppio mandato con lo sviluppo delle imprese venete.
È opportuno capire che, fra la fine del Settecento e i primi dell'Ottocento, nelle Ville Venete la manodopera contadina veniva impiegata, alla fine dell'anno agrario, anche per le attività di trasformazione manufatturiera, perché i mercanti veneziani erano astutissimi e pronti a sfruttare tutte le opportunità economiche. È per questa ragione che alla fine dell'Ottocento il Veneto era già la terza Regione industriale del Paese. C'è quel mito che è stato inventato e sostenuto anche da giornalisti pure autorevoli come Stella, secondo cui l'industrializzazione del Veneto sarebbe partita nel '65, più o meno, ma non è così: all'inizio degli anni Venti, quando il regime fascista volle fare uno studio sulla consistenza del sistema produttivo italiano, risultava che il Veneto era la terza Regione industriale del Paese. Certo, all'epoca l'Italia era ancora un paese a prevalente economia agricola, ma la dimensione industriale manifatturiera c'era ed è partita proprio a fianco delle Ville, il che spiega abbastanza bene perché abbiamo un paesaggio strambo che mescola assieme Ville Venete, attività produttive, abitazioni popolari e via discorrendo.
Sono questioni che non è il caso di affrontare oggi, ma è opportuno che noi siamo tutti consapevoli che serve ancora oggi portare avanti quella battaglia nobile per la difesa delle Ville Venete perché le Ville Venete costituiscono in terraferma una straordinaria Venezia rarefatta, che si richiama alla tradizione millenaria di una civiltà che è sempre stata una talassocrazia aperta al mondo e al confronto con tutte le culture e quelle ville sono il simbolo di tale civiltà.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ha chiesto di intervenire Giacomo Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Devo dire che è faticoso intervenire dopo il consigliere Favero sul punto, però mi si permetta una battuta nel senso che volevo capire un po' meglio l'intervento del consigliere Formaggio, cioè se di fatto è una proposta di inserire qualche fabbrica o qualche capannone nel giardino della rotonda o a Villa Contarini, perché se questo è lo schema, val la pena di approfondirlo nel senso che sono certo che daremo di che discutere ai giornali e al sistema informativo della nostra Regione.
Se così non è, e spero che così non sia, perché è evidente che stiamo parlando di tutelare ciò che c'è, non certo di abbattere ciò che magari è stato costruito, ma di tutela di un paesaggio, mi sembra evidente che, come ha detto molto bene il consigliere Favero, è impensabile oggi andare a pensare di inserire contesti o impianti produttivi affianco a ville, anche perché, al di là del tema più prettamente culturale che è stato descritto bene adesso, c'è veramente un tema economico e di ragionamento sul futuro di questa Regione.
Infatti, se noi diciamo che siamo – ed è vero – la prima Regione per presenze turistiche in Italia, che sulla cultura e sulla tutela del patrimonio culturale dobbiamo investire anche per quella ragione e ripeto, non soltanto, ma l'altra e cioè della tutela del patrimonio culturale in quanto tale, come ha già detto molto bene il consigliere Favero, l'idea che le ville non le valorizziamo, non le tuteliamo e non le mettiamo anche a patrimonio comune, come uno dei fattori che possono aiutare il futuro di questa Regione, penso che siamo veramente fuori strada.
Noi avevamo già intenzione di votare a favore dell'ordine del giorno, ma devo dire che, a maggior ragione, alla luce di questa discussione, votiamo a favore ancora più convintamente.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ha chiesto intervenire Joe Formaggio; prego, Consigliere.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Pensate che una delle Ville Venete è di mia proprietà, quindi lungi da me voler offuscare le Ville Venete all'interno del territorio veneto perché Villa Pigafetta ad Albettone è mia, però quello che voglio spiegare a quest'Aula, che magari mi ha frainteso nell'intervento di prima, è che i colleghi della minoranza stanno utilizzando le Ville Venete per bloccare una cava ad Albettone perché dista a meno di un chilometro, i colleghi della minoranza usano sempre le Ville Venete per dire che non si può costruire il capannone, non si può fare la zona industriale, non possiamo ampliare la zona artigianale, non possiamo fare questo.
Allora, io sono innamorato delle mie Ville Venete, di quelle di tutti gli altri, però che questo non blocchi lo sviluppo industriale, caro collega Possamai, di questa Regione perché con le Ville Venete non mangiamo: questo è il messaggio.
Voterò a favore, però sappiate che sarò sempre vigile su questa cosa. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Formaggio. Ha chiesto di intervenire l'assessore Corazzari, almeno prima era iscritto, adesso è sparito: si iscriva, collega. Prego, assessore Corazzari.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Riguardo a questo ordine del giorno, vorrei solo sottolineare come l'impegno, che è già stato assunto in sede di votazione del PTRC nella scorsa legislatura, era quello di porci come obiettivo importante di questa legislatura l'approdo al Piano paesaggistico e quindi è un impegno che confermo in questa sede con la nuova composizione del Consiglio. È un impegno che, devo dire, si è dimostrato molto complesso e gravoso, ma non per una mancanza di volontà politica, bensì per il fatto che la nostra Regione, da un punto di vista dei vincoli, è assolutamente esorbitante dal contesto nazionale: ne abbiamo una quantità enormemente maggiore rispetto alle altre Regioni e parliamo di migliaia di vincoli in confronto a realtà di Regioni importanti, come possono essere la Toscana o l'Emilia Romagna, che hanno dei numeri molto molto molto inferiori e quindi, anche da un punto di vista operativo, si sono trovate di fronte ad un compito meno gravoso.
Ma questo perché? Io lo interpreto, in base anche alla discussione che è sorta da questo Consiglio, come un'esemplificazione di quello che è un modello di sviluppo veneto, che è storicamente risalente, che vede proprio nelle Ville Venete la più plastica rappresentazione, ovvero luoghi di eccellenza monumentale e artistica, che diventavano il perno attorno a cui si sviluppavano le comunità e quindi la nostra economia, il nostro sistema economico; questo ha comportato quello che è la conurbazione veneta, ha comportato questo paesaggio veneto che è l'intersecazione delle attività dell'uomo nel territorio naturale bellissimo in cui ci troviamo. Per questa ragione sicuramente le Ville Venete ne fanno parte, ne sono parte integrante e ne sono la più solida rappresentazione e non vi può che essere condivisione su un intento come quello proposto da questo ordine del giorno.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Non vedo altri interventi, quindi passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. C0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ci sono dichiarazioni di voto? Non ne vedo. Ripeto, ci sono dichiarazioni di voto sul provvedimento? Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Molto brevemente perché rimanga agli atti la posizione del Gruppo del Partito Democratico su questo provvedimento.
Noi crediamo che sia finalmente utile risolvere la questione annosa della retribuzione del personale dell'Istituto delle Ville Venete e dico annosa perché è da tempo che sappiamo che esiste questa incongruenza tra ciò che la normativa ci richiedeva e ciò che nella prassi veniva fatto e finalmente con questa legge – questo è il cuore della legge – consentiamo una soluzione concreta alla problematica che riguarda, appunto, il trattamento economico del personale dell'Istituto.
Ci convincono anche gli altri due aspetti che la legge tocca, cioè la possibilità di collaborare con il personale della Giunta per la definizione di alcune attività inerenti a aspetti prettamente gestionali e operativi, che certamente sono lontani dalle competenze del personale utilizzato presso l'Istituto Ville Venete e che, invece, trovano dentro il personale della Giunta tutte le competenze necessarie, così come la possibilità di utilizzare personale in distacco dalla Giunta per un aumento, implementazione e miglioramento delle attività legate all'Istituto per le Ville Venete.
Ovviamente condividiamo anche la proposta di sospendere alcune rate degli ammortamenti dei mutui che i proprietari di ville stanno sostenendo e questo non solo perché ovviamente la crisi economica colpisce tutti e colpisce anche le persone che si occupano di un patrimonio culturale come le Ville Venete, ma perché crediamo che sia un segnale, ovviamente nella limitatezza del provvedimento, che può farci sentire più vicini ai problemi delle persone.
Questo è un provvedimento, a nostro giudizio, doveroso. Naturalmente, tutto questo non è sufficiente per provare a percorrere quegli obiettivi che il relatore Favero ci ha indicato, collegati all'importanza del patrimonio culturale e artistico delle nostre ville. Noi ci aspettiamo dunque – e apprezziamo da questo punto di vista l'impegno dell'assessore Corazzari – che questo provvedimento, che è sostanzialmente un provvedimento tecnico, che sana un'antica ingiustizia, sia propedeutico però ad una scelta politica molto più forte di investimento, di contenuto, di politiche ed economico rispetto a questo grande patrimonio.
Oggi ci troviamo, dunque, a condividere, suppongo all'unanimità, questo provvedimento. Non so se nel momento in cui faremo quel salto, cioè ipotizzeremo, prefigureremo degli investimenti su questo patrimonio, ci potranno essere delle divergenze, ma a noi interessa che sia chiaro che l'industria culturale e turistica sono due settori strategici per la nostra Regione e riteniamo opportuno che in questi settori si continui ad investire.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ha chiesto di intervenire anche il collega Zanoni, ma siccome c'è una sola dichiarazione di voto per Gruppo, non le do la parola.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sul Regolamento, Presidente.

PRESIDENTE

Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

È appena stato votato un ordine del giorno che, dopo una verifica fatta, non è stato consegnato a chi sta partecipando al Consiglio in remoto, né è stato inviato tramite e-mail. È possibile, Presidente? Ci può chiarire questo aspetto?

PRESIDENTE

Mi dicono che è caricato su Concilium ed è anche stato inviato per posta elettronica, quindi, collega Zanoni, verifichi meglio, per cortesia.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sulla posta elettronica non è arrivato, ho già verificato.

PRESIDENTE

Ogni tanto deve aggiornare l'applicazione, collega.
Se non ci sono altre dichiarazioni di voto, procediamo con la votazione del progetto di legge nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Sospendiamo i lavori per il ricambio d'aria dell'Aula. Aggiorniamo il Consiglio alle ore 16.35.
La Seduta è sospesa alle ore 16.21
La Seduta riprende alle ore 16.44
 

PRESIDENTE

Riprendiamo dal punto n. 8) all'ordine del giorno.
PUNTO
8
 
   

PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI ZAIA, FINCO, RIZZOTTO, CAVINATO, SANDONÀ, BRESCACIN, MICHIELETTO, VILLANOVA, DOLFIN, ZECCHINATO, VIANELLO, BET, CESTARI, CIAMBETTI E CENTENARO RELATIVA A "RAZIONALIZZAZIONE E RIORDINO DELLA GOVERNANCE REGIONALE NEL SETTORE DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI". (PROGETTO DI LEGGE N. 9) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 4/2021)

Relazione della Seconda commissione consiliare.
Relatore in Aula il consigliere Zecchinato.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
con deliberazione del Consiglio regionale n. 75 del 14 luglio 2020 è stato adottato il nuovo Piano Regionale dei Trasporti (PRT) 2020-2030 le cui finalità sono quelle di promuovere una mobilità sostenibile mediante un assetto unitario delle diverse politiche che riguardano il settore trasporti, nel rispetto delle diverse competenze amministrative dello Stato, dei Comuni e della Città Metropolitana.
Trattasi di un settore particolarmente complesso e in continua evoluzione che necessita di una pianificazione dinamica su cui impostare interventi infrastrutturali adeguati ad assolvere ai fabbisogni del territorio e dell'utenza. In quanto piano strategico e dinamico, esso richiede altrettante azioni adeguate e tempestive anche a livello organizzativo.
Per tali motivi, con il presente progetto di legge, in attuazione di quanto specificato dalla Strategia 8 di Piano "Strategie di governo, programmazione e controllo" (Azione 8.1 - Rafforzamento della governance e della gestione dei trasporti regionali, anche con istituzione/revisione del ruolo delle società regionali per la gestione diretta di infrastrutture e servizi di interesse regionale"), si intende intervenire sulla definizione dell'assetto organizzativo ed operativo che sia improntato in un'ottica di semplificazione dei soggetti operanti nel settore allo scopo di assicurare elevati standard di qualità ed efficienza nella gestione e manutenzione delle infrastrutture e degli impianti e nella erogazione dei servizi, anche attraverso la valorizzazione del patrimonio esistente.
Al fine di realizzare tali obiettivi il progetto di legge incarica la Giunta regionale di adottare, entro 12 mesi dall'insediamento, uno specifico disegno di legge di riordino organizzativo ed operativo, fissando alcuni criteri indispensabili per la creazione di una struttura dinamica e innovativa di governance attraverso la costituzione di diversi soggetti e perimetrandone i loro compiti; in particolare sono previsti uno o più soggetti che si occupino della rete stradale, ferroviaria e della navigazione mentre ci si indirizza verso una holding per l'ambito autostradale. Viene confermato il mantenimento alla regione di alcune funzioni di particolare rilevanza da gestire mediante un soggetto (STP) previsto nel Piano regionale, nonché una serie di criteri che promuovono lo sviluppo tecnologico. Infine, la previsione di un soggetto regolatore dei servizi che svolga efficacemente tale funzione.

La presente proposta di legge non comporta nuovi o maggiori oneri per il bilancio regionale".

Acquisiti i pareri favorevoli della Prima Commissione (seduta del 20 gennaio 2021) e del Consiglio delle Autonomie Locali (seduta del 21 gennaio 2021), la Seconda Commissione nella seduta del 28 gennaio ha concluso i propri i lavori in ordine al progetto di legge n. 9 e lo ha approvato a maggioranza.

Hanno espresso voto favorevole il Presidente Rizzotto ed i Consiglieri Bet, Cavinato, Centenaro, Michieletto, Vianello e Zecchinato (Zaia Presidente), Cestari e Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier), Formaggio, Polato e Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Bozza (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) e Valdegamberi (Misto).

Astenuti: i Consiglieri Montanariello e Zanoni (Partito Democratico Veneto) e Guarda (Europa Verde).

Non ha partecipato al voto la Consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo)."

PRESIDENTE

Prego, collega se vuole illustrare il provvedimento.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Con deliberazione del Consiglio regionale n. 75 del 14 luglio 2020 è stato approvato il Piano Regionale dei Trasporti (il PRT 2020/2030) e innovato la precedente pianificazione sui trasporti regionali. Le finalità sono quelle di promuovere una mobilità sostenibile mediante un assetto unitario delle diverse politiche che riguardano il settore dei trasporti nel rispetto delle diverse competenze amministrative. Stiamo pertanto parlando di un settore e un aspetto di interesse generale e che si inserisce nel quadro della gestione frutto della disarticolazione delle competenze tra Stato e Regione derivante dal 112 del '98, dal decreto legislativo.
Con questo progetto di legge, che è relativo solo a una parte del PRT, in attuazione di quanto è specificato innanzitutto dall'obiettivo 8 del Piano regionale dei Trasporti, denominato appunto "Sviluppare una nuova governance integrata della mobilità regionale", declinato poi con la Strategia 8 dello stesso Piano e l'Azione 8.1, che riguarda il rafforzamento della governance e della gestione dei trasporti regionali anche con istituzione e revisione del ruolo delle società regionali per la gestione diretta di infrastrutture e di servizi di interesse regionale. Si intende quindi intervenire sulla definizione dell'assetto organizzativo ed operativo che sia improntato in un'ottica di semplificazione dei soggetti operanti.
Con il progetto di legge si incarica sostanzialmente la Giunta regionale di adottare, entro 12 mesi dall'entrata in vigore della legge - com'è definito poi si vedrà nell'articolo 3, che prevede il giorno successivo dalla pubblicazione della legge - di adottare uno specifico disegno di legge di riordino organizzativo ed operativo fissando alcuni criteri indispensabili per la creazione di una struttura dinamica e innovativa di governance attraverso la costituzione di diversi soggetti e perimetrandone i loro compiti. In particolare, sono previsti uno o più soggetti che si occupino della rete stradale, ferroviaria, della navigazione, mentre ci si indirizza verso una holding per l'ambito autostradale.
Questa proposta di legge, come si vedrà poi nell'articolo 2, non comporta nuovi o maggiori oneri per il bilancio regionale. Sono stati acquisiti i pareri favorevoli sia della Prima Commissione del 20 gennaio 2021, del Consiglio Autonomie Locali nella seduta del 21 gennaio 2021 e della Seconda Commissione con parere appunto del 28 gennaio 2021.
Questo progetto di legge riguarda, come abbiamo visto, in particolare la governance, quindi va a rivedere la governance delle infrastrutture e dei trasporti e tratta un aspetto importantissimo per il Veneto. La nostra Regione, ricordiamolo, ha un particolare sistema insediativo policentrico, è attraversata da tre corridoi multimodali europei e quindi il sistema dei trasporti e il sistema infrastrutturale rivestono una particolare importanza anche in vista di quanto di disporrà il Piano, per quello che è dato finora sapere, nazionale per la Ripresa e la Resilienza che destina il 14% delle risorse previste al sistema infrastrutturale. Da qui la rilevante portata del PdL, a nostro avviso, che assegna finalità, criteri e anche una temporalità (appunto i 12 mesi) alla Giunta per la predisposizione di un decreto di legge.
Il PdL non costituisce delega legislativa, ma ha una primaria valenza politica di coinvolgere il Consiglio regionale nella propria attività di indirizzo.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Do ora la parola al correlatore Jonatan Montanariello, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di minoranza)

"Signor Presidente, colleghi consiglieri,

Sotto ogni considerevole aspetto, spiccherebbe anche agli occhi degli osservatori meno attenti che l'approccio da voi oggi utilizzato è del tutto riduttivo e svilente rispetto ad una riforma che è attesa ormai da anni, considerato che l'ultima legge in materia di trasporto è datata 1998, la legge regionale n. 25.

Siamo alla montagna che partorisce un topolino e lo veste da gatto a Carnevale per renderlo più simpatico: una legge che ha come primo firmatario il Presidente della Giunta che in veste di Consigliere chiede a sé stesso di fare una legge dettandosi perfino le tempistiche. Ne dobbiamo però prendere atto senza porre preconcetti sul metodo. Siamo certi che il percorso sia frutto di attenti studi che mirano, più che a presentare un progetto di legge, a tenere alto il brand politico della maggioranza che potrà dire di aver fatto una legge su questo tema, come promesso in campagna elettorale. Bene, siamo contenti, ma fateci vedere la legge perché a oggi non esiste.

Fatta questa premessa, siamo consapevoli della delicatezza del tema, trattando un argomento che come non mai in questi ultimi mesi è diventato di interesse quotidiano e che ci ricorda come quello che serve sia una vera e propria riforma in materia: per questo motivo, se da una parte critichiamo aspramente il percorso individuato per arrivare in aula, dall'altra proporremo degli emendamenti per dare a questa legge un po' di contenuto e sostanza. Vogliamo far uscire da quest'Aula un testo mirato e preciso, che dia delle linee guida chiare il più possibile, cosa che ci auguriamo sia nell'interesse di tutti.

Sappiamo già che il motivo di questo percorso è che questa legge fa riferimento al Piano regionale dei trasporti, ma è anche vero che molte cose che dovranno essere materia di attuazione di questa legge non sono contenute nel Piano regionale dei trasporti: quale sarà il ruolo dei territori nella nuova governance; come si intende attuare una politica mutualistica di compensazione del sostentamento del trasporto pubblico locale; come intervenire concretamente sulle specificità dei territori dopo aver preso atto più volte nel PRT della loro esistenza; come attuare concretamente l'integrazione tariffaria ed il biglietto unico, manifesto da troppi anni ormai sbandierato; come coinvolgere gli enti locali in maniera attiva e tante altre piccole e grandi cose, come ad esempio la certezza che tutte le risorse ricavate da risparmi economici e dall'efficientamento, efficacia ed economicità ridiventino servizio in più per il cittadino o investimento sull'innovazione del trasporto.

Dite che questo progetto di legge si richiama al PRT, un testo composto da 193 pagine divise in 8 obiettivi, 8 strategie e 37 azioni, che ha avuto un processo partecipativo con un documento preliminare di piano che è stato presentato e discusso durante otto incontri che hanno coinvolto circa 700 persone e successivamente sette incontri territoriali che hanno interessato l'insieme delle Province del Veneto, sono state ricevute 110 osservazioni da parte di 88 soggetti che hanno riguardato 46 contributi sulle infrastrutture di trasporto, 13 sulla logistica, porti e interporti, 13 contributi in ambiente territorio e turismo, 10 contributi in Trasporto pubblico regionale e altri 28 contributi in vari temi: come è possibile quindi proporre oggi una legge fatta di una sola pagina e due articoli?
Ci rendiamo conto che è alquanto riduttivo ed insolito? Detto ciò, l'alto principio e l'importante finalità del provvedimento ci porta comunque a non cadere nella provocazione e a non sbattere la porta, cosa che non renderebbe giustizia alle esigenze del popolo veneto e ragion per cui, pur contestando il metodo e gli scarsi contenuti, tenteremo in maniera costruttiva di apportare contenuti e sostanza in questa legge. Sostanzialmente, tante cose che in qualche modo vengono richiamate in questo progetto di legge sono cose sulle quali facciamo fatica a dire di no, perché come centrosinistra sono almeno 25 anni che chiediamo la tariffazione unica, sono tanti anni che oltre a chiedere l'integrazione chiediamo che ci siano i riconoscimenti di alcune specificità, quindi il problema per noi non sono le finalità. Il difficile è capire che mandato diamo, pur sapendo che successivamente dovrà essere predisposta un'altra legge: pur non dissentendo su quelli che sono i manifesti in epigrafe è questa la nostra preoccupazione oggettiva e per la quale abbiamo proposto i nostri emendamenti."

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sotto ogni considerevole aspetto spiccherebbe anche agli occhi degli osservatori meno attenti che questo tipo di approccio e strumento da voi oggi utilizzato è del tutto riduttivo e svilente ad una riforma che è attesa ormai da anni, considerando che l'ultima legge in materia di trasporto è datata 1998, la Legge regionale 25.
Siamo alla montagna che partorisce un topolino e lo veste da gatto a Carnevale per renderlo più simpatico: una legge che ha come primo firmatario il Presidente della Giunta, che in veste di Consigliere si chiede da solo di fare una legge e si detta le tempistiche (12 mesi).
Ma prendiamo atto senza porre preconcetti sul metodo. Siamo certi che il percorso sia frutto di attenti studi che mirano, più che a presentare un progetto di legge, a tenere alto il brand politico della maggioranza che potrà dire di aver fatto una legge su questo tema come promesso in campagna elettorale. Bene, siamo contenti, ma fateci vedere la legge perché a oggi non esiste.
Fatta questa piccola premessa, però siamo consapevoli e consci che il tema è fortemente delicato, trattando un argomento che, come non mai, diventa di interesse quotidiano in questi ultimi mesi e che sempre più spesso ci ricorda come una riforma in materia è quello che serve. Ragion per cui divideremo il nostro operato in due vettori: il primo è un'aspra critica sul percorso individuato per fare ciò; il secondo, per rispetto dell'importanza del tema, seppur riportato da voi solo nei titoli in epigrafe e delle sue ricadute sul Veneto e del suo impatto sul popolo veneto e per rispetto del lavoro messo in campo da chi sostiene che questo sia il giusto approccio, pur non condividendolo, come credo si sia capito, proveremo con alcune azioni a demandare questa legge per darle un po' di contenuto e sostanza essendo comunque una sorta di legge delega.
Quindi, vogliamo tentare di far uscire da quest'Aula un testo più mirato e preciso, cosa che crediamo sia nell'interesse dell'Aula stessa, che tenta di dare delle linee guida chiare il più possibile.
Sappiamo che la risposta è che questa legge fa riferimento al Piano regionale dei Trasporti, ma è anche vero che molte cose che dovranno essere materia di attuazione di questa legge, non sono "soddisfattamente" contenute neanche nel Piano regionale dei Trasporti: come, ad esempio, quale sarà il ruolo dei territori nella nuova governance, come si intende attuare una politica mutualistica di compensazione del sostentamento del trasporto pubblico locale, come intervenire concretamente sulle specificità dei territori dopo aver preso atto più volte nel PRT della loro esistenza, come attuare concretamente l'integrazione tariffaria ed il biglietto unico (manifesto da troppi anni ormai sbandierato), come coinvolgere gli Enti locali in maniera attiva e tante altre piccole e grandi cose, come ad esempio la certezza che tutte le risorse ricavate dai risparmi economici e dell'efficientamento, efficacia ed economicità ridiventino servizio in più per il cittadino o investimento sull'innovazione del trasporto.
Capiamo che questo progetto di legge si richiama al PRT, ma se valutiamo che il PRT è fatto da 139 pagine e compone 8 obiettivi, 8 strategie e 37 azioni, un piano che ha avuto un processo partecipativo con un documento preliminare di piano che è stato presentato e discusso in otto incontri, che hanno coinvolto circa 700 persone, successivamente 7 incontri territoriali che hanno interessato l'insieme delle Province del Veneto e sono state ricevute 110 osservazioni da parte di 88 soggetti che hanno riguardato 46 contributi sulle infrastrutture di trasporto, 13 sulla logistica, porti e interporti, 13 contributi in ambiente territorio e turismo, 10 contributi in trasporto pubblico regionale e altri 28 contributi in vari temi. Eccetera, eccetera, eccetera: non mi dilungo perché sono tutti dati riportati all'interno del PRT e basta sfogliarlo. Ed oggi spirano una legge fatta di una pagina e due articoli.
Al netto di tutto ci rendiamo conto che il tutto è alquanto riduttivo ed insolito. Ma detto ciò, l'alto principio e l'importante finalità del tutto ci porta comunque a non cascare nella provocazione di sbattere la porta, cosa che non renderebbe giustizia alle esigenze del popolo veneto. Ragion per cui, non contestando il metodo e i contenuti, ma il metodo e gli scarsi contenuti, proveremo con un percorso comune e costruttivo a trovare una strada che veda maggiori contenuti e sostanza nel mandato che oggi diamo alla Giunta con questo atto identificato come Progetto di legge 9.
Quindi sostanzialmente, tante cose che in qualche modo vengono richiamate in questo progetto di legge non vi nascondo, cari colleghi, che sono cose sulle quali in qualche modo facciamo anche fatica a dire di no, perché noi come centrosinistra sono 25 anni che chiediamo l'integrazione, sono 25 anni che in qualche modo noi chiediamo la tariffazione unica, sono tanti anni che, oltre a chiedere l'integrazione, chiediamo che ci siano i riconoscimenti di alcune specificità. Quindi sostanzialmente, quelle che sono le finalità non sono un problema per noi, perché vi dirò di più: tante di queste finalità le possiamo anche condividere in un pezzo di strada insieme. Quello che è difficile è capire con questi titoli, pur sapendo che ci sarà un'altra legge che arriverà, che mandato diamo, perché un mandato lo diamo se facciamo un progetto di legge, altrimenti non è più un progetto di legge.
Allora io credo che, pur non dissentendo - e ripeto - in quelli che possono essere i manifesti in epigrafe, c'è una preoccupazione oggettiva di quello che è il mandato che diamo, che secondo noi, visto che è una legge che delega una legge, dovrebbe essere sicuramente sotto tanti aspetti più blindato o, perlomeno, più rassicurante di come si sviluppano dopo i manifesti che noi oggi, in qualche modo, in epigrafe tentiamo di approvare in modo da poter avere un ruolo attivo su quella che sarà la legge stessa che arriverà. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Montanariello. Ha chiesto di intervenire il consigliere Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente. Spero che mi si senta.

PRESIDENTE

Sì, la sentiamo benissimo.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Dunque in verità prima del... volevo fare un intervento ma lo voglio capovolgere o, meglio, rivedere alla luce dell'ultimo intervento del collega Montanariello. Innanzitutto, il metodo noi lo condividiamo. Faccio prima l'intervento politico e poi quello magari più amministrativo, tecnico-amministrativo successivamente, perché ritengo che sia doveroso lasciare agli atti di questo Consiglio le posizioni in modo chiaro e sicuramente operativo.
Innanzitutto, dal punto di vista del metodo, noi lo condividiamo totalmente. Il fatto che il presentatore sia il Consigliere regionale, nonché Presidente e Governatore di questa Regione, Luca Zaia e ringrazio il relatore consigliere Zecchinato, perché è proprio nel messaggio, se non nel valore amministrativo, ma ha anche un valore di carattere amministrativo, il fatto di proporre un PdL e quindi una proposta di legge, perché sappiamo benissimo tutti noi Consiglieri regionali, come l'ha anche affermato nella verifica e negli atti di questa legge anche l'Ufficio Legislativo, il Servizio Affari giuridici e legislativi, che di fatto i Consiglieri regionali potevano benissimo - e in primis lo poteva fare certamente anche il consigliere regionale nonché governatore Zaia - utilizzare altri strumenti per dare un indirizzo politico quale la risoluzione, quale altri strumenti normativi o provvedimenti normativi che sono a disposizione di ogni Consigliere regionale.
Ma voglio proprio dirlo a nome insomma anche del mio Gruppo: il fatto che si provveda con una legge sta a significare, a nostro avviso e lo condividiamo, che ci sia bisogno di uno strumento che fissi dei paletti, seppur discutibili - ognuno chiaramente è libero di dare la valutazione e dare la valutazione del giudizio che ritiene - ma dei paletti importanti con una legge. Non era, secondo me, sufficiente solo una risoluzione, non era sicuramente... qualsiasi altro atto di indirizzo politico poteva essere interpretato in modo diverso. Una legge invece ha un valore importante, un messaggio importante e vengo al punto.
Per chi conosce - io ritengo di essere uno che ha avuto la possibilità di vedere lavorare un po' più da vicino - un quadro normativo e un quadro di quello che è il sistema trasportistico e infrastrutturale della Regione Veneto, una Regione, come diceva il collega Zecchinato, nella relazione, che è al centro e "gioca" oggi, virgolettato il termine gioca, e giocherà sicuramente un ruolo fondamentale per la propria Regione e per l'Italia intera nell'incrocio di tre corridoi, che collega da nord a sud e da est a ovest l'Europa, che vede nei propri hub delle merci e nelle infrastrutture intermodali un punto di forza oggi, ma lo dovrà essere strategicamente anche domani, che, per conformità, è sempre stato e può sicuramente avere un ruolo determinante.
Ecco allora che è troppo riduttivo e sicuramente è importante avere la possibilità che sia certamente la Giunta, a nostro avviso, a mettere in essere una proposta di legge, che arriverà se verrà approvato questo disegno, che possa scremare sicuramente da un punto di vista di un osservatorio molto più elevato e che metta insieme – ed è questa la bontà, secondo noi, del provvedimento – tutto il quadro: un quadro generale nella verifica della situazione infrastrutturale autostradale, da quella del trasportistico, da quella del ferroviario (quindi la famosa integrazione che Montanariello ricordava ferro/gomma), ma in un sistema unico, in una visione strategica unica e che darà la possibilità poi, in una prossima legge, al Consiglio regionale di avere un quadro generale più chiaro, consapevole, ampio e tecnicamente verificato, legittimo e ci si augura, dal punto di vista della concorrenza delle leggi, in essere.
Ricorderà chi era in Commissione Seconda che proprio il sottoscritto ha posto all'Assessore e al Presidente - e ringrazio tutti e due - il tema della concorrenza della legge 56/2014 dove, al comma 85, punto b), riserva esclusiva competenza nella pianificazione del trasporto pubblico locale agli enti di area vasta quali le Province (non solo le Province, ma anche le Città Metropolitane).
Ora, è chiaro che serve una verifica in un quadro che possa verificare le competenze delle norme, delle opportunità e soprattutto anche le strategie migliori, ma adesso vorrei anche andare un po' più in profondità: noi riteniamo che sia davvero un'opportunità unica quella di fissare dei tempi per avere un disegno di legge che possa far diventare la Regione Veneto strategicamente importante, non solo a livello italiano, ma anche a livello europeo, ma riteniamo anche che l'aspetto più interessante, oltre agli scopi che sono richiamati all'articolo 1, commi a), b), d) e) e anche dell'articolo 2 con la definizione delle azioni, quelle che sono, invece – se posso dire – non solo nei tempi, ma utili a individuare i risultati attesi delle azioni.
Quando nel progetto di legge si va a verificare, anche agli atti, nelle varie note, che le proposte di azioni, che noi abbiamo visto sono verificare la possibilità di riunire in un soggetto unico la gestione, piuttosto che verificare la possibilità di sostituire l'attuale assetto in un nuovo modello di gestione, le proposte e le azioni che si vedono poi enunciate nell'individuazione dei modelli di gestione armonizzata del TPL su gomma a livello regionale, la definizione della classificazione delle reti statali e regionali, l'individuazione di un unico soggetto per la gestione rete stradale regionale, l'individuazione di un soggetto unico per la gestione della rete autostradale e così via, pone però anche in essere un aspetto non di poco conto dal mio punto di vista e penso dal punto di vista di molti, ossia quello che da sempre, soprattutto nell'ultimo periodo, si vuole raggiungere: fare una fotografia esatta di tutto quello che è il mondo infrastrutturale di collegamento e di trasporto pubblico su quella che è la storia anche della nostra Regione. Sono quelle che sono le valutazioni delle azioni sulla base della maturità e dei livelli di maturità delle stesse, dove definisce invarianti nel project review e nei fabbisogni, ossia verificare che cosa c'è già in corso sulla base del Piano Regionale dei Trasporti, su quelle che sono le opere previste ma che sono state precedentemente previste, approvate o approvate e non finanziate e quelli che sono i fabbisogni per eventuali altre esigenze. Quindi fa il punto su quello che c'è e che non è partito, su quello che c'è, che non è partito e che magari è superato o va aggiornato o migliorato, con quello che poi è anche fare il punto sul fabbisogno necessario sia in termini di progettazione che di risorse economico-finanziarie in un quadro generale di un sistema che, di fatto, deve funzionare insieme, sia nell'ambito trasportistico-passeggeri, sia nell'ambito delle merci, sia dei collegamenti, ma soprattutto anche nell'ambito - senza togliere nessuno - ai servizi sia ai nostri concittadini ma anche a tutto ciò che in Veneto, grazie a Dio, arriva dal punto di vista di passeggeri nel mondo del business e soprattutto del turismo.
Ecco, è per questi motivi che sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista dell'esperienza che potrà, speriamo, nel termine fissato da questo Consiglio, se approverà questo disegno di legge, approdare con una proposta di legge complessiva che darà al Consiglio regionale la possibilità di avere un quadro completo, noi lo riteniamo davvero strategicamente non solo interessante, non solo necessario, ma di fatto di esserne anche orgogliosi, perché significa che il Consiglio regionale finalmente potrà avere un quadro generale su cui confrontarsi, su cui fare scelte strategiche e potrà essere anche, speriamo, poi, una road map che dovrà trovare senza sconti l'attivazione di strategie, investimenti, iter amministrativi e progettuali concreti e definiti.
Quindi, per questo penso di dire che noi siamo convintamente favorevoli; siamo anche in qualche modo bisognosi di avere questo tipo di informazione al più presto. Ci auguriamo che questo possa avvenire in una forma di confronto.
Tengo a precisare che anche nel TPL, oggi, anche per gli enti di governo cui era stato affidato il compito della gestione delle gare per l'affidamento dei servizi, c'è una differenza sostanziale tra i vari enti di governo nella situazione sia della competenza assegnatagli, sia per i risultati che sono stati conseguiti.
Quindi, con questo io vorrei concludere ringraziando chi ha proposto questo PdL e augurando, spero, che questo Consiglio lo possa licenziare – sarebbe bello – all'unanimità.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega. Ha chiesto di intervenire la consigliera Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Diciamo che per alcuni aspetti potremmo sposare al 100% l'intervento del collega Soranzo nel senso che è chiaro che siamo tutti consapevoli dell'importanza sia il Presidente, dopo più di vent'anni, a presentare una legge di riordino e di razionalizzazione del sistema del trasporto e del sistema del governo. Ben venga finalmente una governance regionale, perché è stata latitante. Noi riconosciamo - e lo sa l'Assessore - che ci sono stati dei passi avanti rispetto a chi urlava agli Unni negli anni precedenti, ma quegli Unni li ha fatti entrare perché, se manca il governo completamente del territorio, anzi, c'è il governo di alcune attività del territorio, ma manca il governo complessivo del sistema trasportistico e della gestione trasportistica, gli Unni entrano, per forza di cose, perché li facciamo entrare noi.
Quindi, quello che noi ci aspettavamo da questa legge, o comunque da una legge futura – ed è per questo che abbiamo fatto comunque una manovra emendativa riconoscendo che è ora e tempo che questa Regione vada in quell'indirizzo – è che non fosse proprio una legge delega ad occhi quasi chiusi rispetto a quello che è il testo del Piano del trasporto, che ha dei contenuti più importanti e a questa legge specifica. Noi ci aspettavamo che alcuni indirizzi, perlomeno politici, fossero un po' più forti e la manovra emendativa va anche in questa direzione. Ci auguriamo che alcuni emendamenti che abbiamo proposto vengano accolti proprio nello spirito che prima il correlatore ha bene, comunque, annunciato.
Ci aspettavamo che la questione, per esempio, dei servizi per quanto riguarda la domanda debole fosse perlomeno annunciata, come indirizzo di governo; per quanto ci sia nel Piano dei Trasporti, qualcosa in più poteva essere detto. Ci aspettavamo che ci fosse – poi in Commissione c'è stato un dibattito e qualcosa è stato accolto, ringrazio il relatore e anche il correlatore su questo, ma speriamo che qualcosa in più venga accolto oggi - qualche indirizzo per quanto riguarda, per esempio, il governo del trasporto, legato a quello dei servizi, quello legato alle specificità territoriali, che non possono essere visti come costo standard netto, ma sicuramente il costo standard, unito alla specificità territoriale, in chiave gestionale anche tariffaria, può aiutare rispetto anche alle criticità che ben ha detto il collega Soranzo nel suo intervento alla fine.
Siamo tutti consapevoli di quello che lei ha detto, però quello che lei ha detto poteva essere affrontato benissimo anche prima: nessuno ha tolto alla Regione la delega di poterlo fare e di dare questo tipo di indirizzi. Quello che ci spaventa è di andare ad approvare una legge che non ha neanche questo tipo di indirizzo di criteri e quindi non ci sono degli aspetti di criterio anche nella governance del mondo del trasporto e del trasporto pubblico locale. Quindi, quando parliamo di governance unica, possiamo dire tutto e possiamo non dire niente, se non ci sono almeno le parole chiave che prima io ho comunque pronunciato e che ha pronunciato anche il collega Montanariello, perché andiamo alla cieca, andiamo ad affidare chiaramente una trattativa, che è logico anche che faccia la Giunta per molti aspetti, nessuno pensa che possa farlo il Consiglio direttamente, non siamo nati ieri, ma ci aspettavamo comunque perlomeno degli indirizzi più chiari in questa direzione, che potessero chiarirci qual è l'obiettivo politico della Regione Veneto dal '98 ad oggi.
Non possiamo dire: votiamo all'unanimità una legge delega alla cieca. Votiamo comunque una legge nel momento in cui ci avete chiarito quali sono i paletti politici su cui noi andiamo a indirizzare il governo del trasporto. Su questo abbiamo aperto un confronto attraverso gli emendamenti, non abbiamo una preclusione. Ringraziamo finalmente che questo tema possa arrivare in Consiglio, però ci auguriamo che nelle Commissioni possa arrivare con maggiore determinazione, perché è chiaro che ci sono le gare di fronte, perché è chiaro che il mondo del trasporto sta vivendo da anni un momento di difficoltà. In questi giorni abbiamo visto come le aziende hanno comunque quasi tutte reagito in modo molto forte anche alla ripresa scolastica e vanno ringraziate per il lavoro che hanno fatto e gli investimenti collegati ad esso, perché hanno fatto degli investimenti per riuscire ad aprire in sicurezza.
Allora noi chiediamo che sia chiara anche qual è la politica della governance nel momento in cui ci troviamo di fronte delle gare, una revisione contrattuale e anche delle politiche degli investimenti, quindi ciò che viene comunque incassato, noi vogliamo capire anche quali saranno gli indirizzi di investimento, che prima comunque ha già annunciato il collega Montanariello.
Quindi, quello che prima io ho sentito, potremmo metterci sopra e dire: "Bene, siamo tutti d'accordo", perché è una visione comunque alla "vogliamoci tutti bene, investiamo sul sistema del trasporto", ma cosa sia questo investimento e quali siano i paletti della governance a noi oggi non sono chiari e quindi ci auguriamo che almeno alcuni emendamenti vengano approvati per essere un po' più chiari, ma soprattutto poi vigileremo che i tempi previsti vengano comunque rispettati perché vent'anni di ritardi sono troppi.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Ha chiesto intervenire il collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Bene, mi sente?

PRESIDENTE

Sì, la sentiamo. Prego, collega.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Bene. Volevo intervenire anch'io naturalmente sul progetto di legge; progetto di legge che si appresta a diventare legge, ma che cosa dice questo progetto di legge? Questo progetto di legge che diventerà legge dopo la votazione, perché naturalmente lo avete presentato voi di maggioranza, naturalmente avrete i voti, che cos'è? È una dichiarazione d'intenti, perché? Perché è una delega in bianco a Zaia che poteva essere benissimo una mozione, una risoluzione o un ordine del giorno, tant'è vero che non ha un valore prescrittivo, non è vincolante, è una legge priva di contenuti dispositivi. Ma una legge priva di contenuti dispositivi si può chiamare legge? Noi abbiamo uno Statuto, abbiamo un Regolamento del Consiglio e in questi strumenti ci sono ben normati e ben elencati gli atti che l'Aula può fare: le leggi (che appunto hanno contenuti dispositivi), le mozioni (che hanno contenuti politici che danno degli obiettivi), la stessa cosa gli ordini del giorno. È proprio lo strumento che è sbagliato.
Quindi è difficile modificare una non legge, cioè che senso ha presentare un progetto di legge di cui si dà mandato alla Giunta di predisporre entro 12 mesi un altro progetto di legge sul tema? Questo è coinvolgere di fatto due volte la Commissione e il Consiglio sulla stessa cosa, perdendo tempo, tanto è vero che qui non abbiamo neanche fatto le audizioni perché tanto è un incarico che viene dato successivamente a qualcun altro entro 12 mesi.
Si svilisce naturalmente, a mio avviso, anche il ruolo dell'Assemblea legislativa. Se dobbiamo approvare una legge, che sia una legge, approviamola direttamente. Aspettavamo 12 mesi, abbiamo una Legislatura che dura... abbiamo ancora quattro anni e mezzo davanti, cioè rischiamo di diventare dei passacarte. Poi, tra l'altro, scusatemi, c'è il Presidente primo firmatario di questo progetto di legge, il quale dice a se stesso di fare un progetto di legge entro 12 mesi e chiede al Consiglio qualche dritta. Ma il Consiglio la poteva dare con una mozione o un ordine del giorno: su Google Alert si mette un avviso di presentare un progetto di legge entro il febbraio del 2022. Sinceramente, non riesco a capire, perché qui potremmo essere in presenza di un inizio di un qualche cosa di nuovo per questo Consiglio: una legge che ci dice di fare una legge entro tot tempo. Non so se...
Quindi io pregherei la maggioranza: mettetevi d'accordo prima, datevi i tempi, siete voi che dettate le regole, avete i numeri, non serve portarci qui per fare una legge che dice che dobbiamo fare una legge. Diventa una legge inutile, anche questo è un tema.
Io mi ricordo Calderoli, il vostro Ministro – parlo naturalmente alla Lega – tra l'altro, con tanto di sceneggiata, col falò, fece bruciare 375.000 leggi dello Stato giudicate inutili. E noi cosa facciamo, invece? Sforniamo una legge inutile, quando, ripeto, si poteva fare una mozione o un ordine del giorno? Sul fatto che è una legge priva di contenuti e dispositivi non è il sottoscritto Consigliere regionale, ma è il Legislativo interpellato in merito in Commissione.
Volevo, tra l'altro, sottolineare infine che, a differenza di quanto è riportato in calce al progetto di legge, anzi, alla relazione del progetto di legge, il mio voto in Commissione, che qui risulterebbe di astensione, è stato contro il progetto di legge. A margine del mio intervento volevo fare anche questa osservazione.
Quindi credo che discutere fa bene, è sempre un buon esercizio discutere di una questione così importante, però facciamolo quando affrontiamo la legge. Questa risulta, alla fin fine, essere una non legge.

PRESIDENTE

Grazie collega. Ha chiesto di intervenire la consigliera Rizzotto. Prego, Consigliere.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Prima di tutto per informare il collega Zanoni perché effettivamente c'era stato un errore, che nel verbale della Commissione: è già stato corretto, quindi il suo voto e quello della collega Guarda, che inizialmente era stato indicato come astenuto, è stato correttamente riportato nell'ultima versione che è agli atti come voto contrario. Quindi qui c'è stato un errore, ma l'ho già fatto correggere l'altro giorno.
Sul resto, invece, gli argomenti e le note che sono state fatte, ci tengo a ricordare una cosa: si può anche legittimamente non condividere questo tipo di percorso, questo tipo di progetto di legge; si può dire: "Si poteva fare qualcos'altro, potevate fare una mozione, potevate fare un ordine del giorno", che comunque hanno una valenza e un peso ben diverso da quello che è una legge licenziata dal Consiglio regionale. Però il Legislativo della Seconda Commissione ha messo in evidenza chiaramente che è legittimo: il Consiglio regionale può fare questo progetto di legge. Poi è questione di opportunità di scelta: un gruppo di Consiglieri, tra i quali il Presidente Zaia, ha presentato un progetto di legge con questi contenuti. Per noi è una cosa importante, diamo anche dei tempi, diamo dei contenuti perché non è vero che non ci sono e infatti voi avete fatto anche tutta una serie di emendamenti per integrare qualcosina, ma dei contenuti ci sono e non viene neanche sminuito il ruolo dell'Assemblea legislativa perché in ogni caso, il progetto di legge che dovrà poi predisporre la Giunta, tornerà qui in Consiglio e sarà comunque il Consiglio che dovrà entrare nel merito, valutare e licenziarlo.
Quindi il ruolo del Consiglio e dei Consiglieri è garantito e resta questo. Quindi non è una delega alla Giunta – questo deve essere chiaro - e tanto meno una delega in bianco, ma è un impegno chiaro che noi chiediamo alla Giunta, che ha maggiori strumenti rispetto a noi su questi temi, per poterci presentare un progetto di legge con questi contenuti.
Quindi noi andiamo avanti con questa intenzione di approvarlo in questo senso.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliera. Ha chiesto di intervenire la collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Alcune brevissime considerazioni perché in realtà non c'è niente di cui discutere, quindi stiamo a parlare di questi due-tre articoli. Io credo che quello che ci state sottoponendo oggi sia un precedente molto pericoloso nella modalità di legiferare di questa Istituzione per una serie di ragioni che cercherò di riassumere: 1) si chiede di costruire una legge che sia fondata su un piano, il Piano dei Trasporti, che è una atto normativo di rango inferiore rispetto alla legge e quindi voi chiedete di costruire una legge sulla base di un provvedimento che domani mattina potremmo cambiare e quindi la legge rimane e il piano, che è un atto di rango inferiore, cambia; 2) consigliera Rizzotto, non è una legge delega, appunto non è una legge delega, quindi il termine di dodici mesi non è perentorio perché non scade la delega e quindi noi stiamo facendo una legge in cui chiediamo se gentilmente la Giunta può farci questo favore, perché in realtà se anche non ce la fa non cambia niente perché non è prevista nessuna sanzione nel caso in cui il termine non venga rispettato, a meno che non mi diciate che se la Giunta non fa la legge in 12 mesi, decade, allora voto a favore, ma non credo sia così. Mi pongo anche il tema se questo modo di legiferare non presenti anche un'illegittima limitazione delle prerogative dei Consiglieri, cioè se io domani mattina voglio presentare una proposta di legge sulla governance dei trasporti, lo posso fare e allora, se lo posso fare io lo può fare anche la Giunta, senza dover avere questa indicazione.
Quindi ribadisco il fatto che questo modo di legiferare è incomprensibile, non illegittimo, ma incomprensibile: si possono fare leggi stupide perché non c'è scritto da nessuna parte che uno non può fare una legge stupida, ma rimane una legge stupida, consigliera Rizzotto.
Poi mi si dice: "Ma è un atto di indirizzo". Sul punto due cose: non è che se io faccio una legge anziché una mozione do una maggior forza all'atto di indirizzo perché le leggi - il consigliere Bet lo sa meglio di me - sono fatte per regolare la vita delle persone, hanno delle finalità, tra le quali non è previsto di rafforzare un messaggio politico sennò cambio la Costituzione per dare un messaggio ancora più forte: ogni strumento è adatto ad una finalità e le proposte di legge che diventano legge non hanno l'obiettivo di indicare alla Giunta cosa deve fare perché il nostro Regolamento prevede, per questa finalità, un altro strumento.
A proposito, poi, di qualità della produzione legislativa: quante volte ci siamo detti che lo Stato italiano ha una sovrapproduzione di leggi? Cosa paghiamo a fare tutti questi Parlamentari che fanno tutti i giorni le leggi? Guardate che però ha ragione il consigliere Zanoni: poi possiamo andare nel cortile di Montecitorio tutte le volte che vogliamo a dare fuoco agli scatoloni di leggi, ma questa è la prima da bruciare perché non serve. "Ma è un atto di indirizzo" mi si dice, allora, lo diceva il consigliere Montanariello, sforziamoci e guardiamo qual è l'indirizzo così importante per il quale addirittura mi volete convincere che serve una proposta di legge. Cioè deve essere una richiesta così precisa, fondamentale, cogente per il consigliere regionale Zaia, che chiede al Presidente di Giunta Zaia di fare una legge.
Vado a leggere i due articoli, colleghi, e io non vedo l'indirizzo politico: non c'è scritto dentro questa legge. Le finalità della legge sono: "Garantire la qualità delle infrastrutture, dei servizi e delle economicità", articolo 1, comma 1, lettere a), b) e c). E ci mancherebbe che facciamo una legge sul trasporto pubblico che non garantisce la qualità delle infrastrutture! Zaia, ci faccia una legge in cui i treni deragliano dalle rotaie! Ci faccia una legge in cui i servizi fanno schifo e ci faccia una legge in cui, possibilmente, i servizi costano tanto e non sono efficaci! Ma che finalità sono? Che finalità sono? Banali, scontate e ci mancherebbe pure altro! Cioè, l'indirizzo politico è questo, rafforzato da una legge con la quale il consigliere Zaia chiede al Presidente Zaia di fare una legge in cui i treni non deraglino! Ma veramente siamo messi così?
Dici: le finalità sono quelle standard, diciamo, le minime indispensabili, però ci saranno dei criteri stringenti ai quali attenersi, no? Sì, perché ci vogliono uno o più soggetti per la rete viaria, uno o più soggetti per le ferrovie e uno o più soggetti per la navigazione interna, cioè, com'è già adesso. Uno o più soggetti? Se il criterio è stringente, l'atto di indirizzo forte, caro Presidente Zaia, ti dico che devi fare un soggetto! Non "uno o più".
Vediamo cosa riusciamo a fare, "uno o più", più o meno, è la stessa cosa oppure specificare che bisogna sviluppare, in termini di innovazione tecnologica, l'intero settore dei trasporti. Certo. Non c'è una parola in questa legge sulla sostenibilità ambientale. Sono talmente importanti i criteri e le finalità da scrivere una legge che riguarda il trasporto pubblico regionale e a nessuno viene in mente di scrivere che devono essere almeno sostenibili dal punto di vista ambientale? Perché almeno quello sarebbe stato un criterio oggettivo, importante, fondamentale. No, neanche quel criterio vogliamo mettere... anzi, neanche quel criterio Zaia vuole mettere a Zaia quando deve fare la legge? Ora, davvero è un tema molto delicato di cui la Regione del Veneto si è occupata pochissimo, se non quest'anno, a causa di quello che è accaduto a livello nazionale in merito al trasporto pubblico locale e ci siamo accorti che così non si può andare avanti, che la nostra Regione ha bisogno di un intervento e che serve riorganizzare questo settore strategico per la vita dei cittadini e per lo sviluppo delle imprese.
Non c'è una parola sulla governance che dovrà avere questo "uno o più soggetti". È questo il tema e l'oggetto su cui noi ci dobbiamo interrogare: questi soggetti come saranno costruiti? Quale sarà il ruolo della Regione? Quale sarà il ruolo degli enti gestori? Quale sarà il ruolo degli Enti locali? Dentro qua questo non c'è scritto.
Io, ribadendo – e chiudo – le perplessità sullo strumento legislativo e ripeto, mi appello agli Uffici Legislativi del Consiglio, è un precedente pericoloso, perché da domani mattina vi presentiamo proposte di legge che impegnano la Giunta a fare qualunque cosa: andiamo a prendere il vostro programma e tutte le cose che avete scritto vi impegniamo a farle. Non si produce così l'attività legislativa, quindi continuo a ribadire la criticità sullo strumento e poi, volendo fare lo sforzo di stare sui contenuti, io i contenuti qua non li vedo.
In questo senso abbiamo fatto uno sforzo per costruire dei criteri, per innescare una discussione tra di noi, perché se io parlo di biglietto unico integrato e so che l'Assessore sul punto ha la volontà perlomeno di esplorare questa possibilità, se glielo scrivo dentro una legge allora sì, l'Assessore è obbligata politicamente a percorrere quella strada. Se voglio l'indirizzo forte e cogente, dentro questa legge scrivo che pretende il biglietto unico integrato, scrivo che pretendo una governance partecipativa dei soggetti attuatori e trasparente, scrivo che voglio un'innovazione profonda, per esempio, del parco mezzi: questi sono gli indirizzi che potrebbero rendere questo tipo di iniziativa legislativa utile, non dico buona o cattiva, ma utile, che ha un senso, altrimenti stiamo perdendo tempo, stiamo passando un paio d'ore a discutere del nulla.
Ecco, io credo che noi, prima di fare la morale agli altri legislatori nazionali su quante leggi fanno, dovremmo cominciare noi per primi a rendere produttiva la nostra attività in questo Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ha chiesto di intervenire il consigliere Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Devo dire che la collega Camani ha anticipato molto bene il contenuto di quanto io volevo dire.
Ho sentito un rumore di unghie sugli specchi negli interventi del collega Soranzo, della collega Rizzotto, nel senso che i limiti messi in luce dalla collega Camani mi pare siano evidenti a tutti. Io veramente chiedo all'Aula, a tutti, a maggioranza e a minoranza, di guardare con disincanto alla necessità di fare una legge di questo tipo, priva di un contenuto, perché veramente io sono preoccupato nel creare un precedente che blocca l'attività di quest'Aula. Nessuno mette in dubbio la liceità ma l'opportunità sì: io penso che noi dobbiamo rispondere anche in termini di opportunità con le azioni che andiamo a fare. Io credo che il consenso abnorme che ha avuto il Presidente Zaia dalle urne gli dia un amplissimo mandato nell'andare a normare questo aspetto che, confermo, è importantissimo, è indispensabile intervenire sulla governance e lo dico da amministratore locale che ha avuto le difficoltà nell'andare a dare una razionalità ai trasporti locali, nell'interlocuzione con le ferrovie e nell'integrazione dei servizi tra le varie imprese. È un elemento effettivamente che deve essere gestito e che deve essere gestito in fretta visto che ci aspetta una possibilità di intervenire con dei fondi che vengono dall'esterno e che possono rappresentare una discontinuità nella gestione.
Quindi io mi aspettavo di ricevere una proposta di contenuti, come ha detto bene Camani, non una proposta a fare qualcos'altro.
Ha detto la consigliera Rizzotto che si poteva fare qualcosa di diverso. Io dico: no, si poteva fare! Questo noi chiediamo all'Aula: di fare, non di fare qualcosa di diverso. Qui non facciamo nulla. Allora mi chiedo se sia un modo per dilazionare, per fingere di fare qualcosa dando un'informazione all'esterno di aver operato nel campo dei trasporti quando in realtà non stiamo facendo nulla. Sarebbe un segnale triste questo, di una incapacità di azione.
Allora veramente io faccio appello al buonsenso di ciascuno dei presenti perché cerchiamo di lavorare sui contenuti velocemente e in modo efficace, ma non andiamo a perdere tempo ad approvare una legge di questo tipo che non ha nessun valore per i cittadini del Veneto.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ha chiesto di intervenire la collega Cristina Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente intanto e grazie, in particolar modo, ai colleghi che mi hanno preceduto, perché mi trovo a condividere pienamente quel ragionamento portato dalla consigliera Camani poco fa rispetto appunto al senso con cui noi andiamo ad affrontare e a votare questo progetto di legge.
È una cosa, si diceva anche in Commissione, che in realtà ha creato un cortocircuito istituzionale: un Presidente della Regione presenta un progetto di legge in cui chiede a se stesso e alla sua Giunta di fare ciò che di per sé è già previsto. La cosa che a me preoccupa maggiormente è proprio come influirà questo progetto di legge all'interno appunto del percorso di approvazione da parte del Consiglio regionale del successivo disegno di legge della Giunta. Come influirà? In nessun modo perché, in realtà, da queste indicazioni che vengono date all'interno di questa legge, che, come vi abbiamo detto più volte, si potevano presentare in altri strumenti, meno articolati e farraginosi come un progetto di legge, questi indirizzi non dovranno per forza essere seguiti dalla Giunta e non ci saranno conseguenze. Lo domando a voi: ci saranno delle conseguenze, nel caso in cui il disegno di legge non presenterà queste priorità? Verrà rimandato indietro, punto e basta? Non verrà affrontato? Oppure, se la Giunta regionale non presenterà entro i 12 mesi il disegno di legge, che cosa succederà? Sarà improcedibile? O verrà comunque affrontato?
Quindi non ci sono ovviamente sanzioni o multe, nulla, non c'è nulla che pagherà la Giunta, nel caso non vada a rispettare queste prerogative e priorità.
Così come, attenzione, mettiamo il fatto – e io ho fiducia in questo, nell'Assessore – mettiamo il fatto che l'Assessore, a gennaio dell'anno prossimo, presenterà il disegno di legge; lo presenterà e all'interno ci saranno tutte le più buone prerogative per attuare quelli che sono gli indirizzi che abbiamo in discussione nella giornata di oggi. Mettiamo che tutto questo accada e di questo ci feliciteremo insieme, anche perché riprendono poi quelli che sono stati i punti che abbiamo affrontato nella discussione del Piano regionale Trasporti. Ma attenzione, il Consiglio regionale sarà obbligato a rispettarli e a non modificarli? Assolutamente no. Il Consiglio regionale domani potrà tranquillamente cambiare idea e votare completamente l'opposto. Quindi, c'è un cortocircuito: il cortocircuito probabilmente lo ha Zaia nel presentare, probabilmente per riuscire a fare numero tondo, 10 progetti di legge nel momento in cui entra nel Consiglio regionale, presenta il suo pacchetto di progetti di legge, ne aveva bisogno di uno in più, ha aggiunto questo, perché 9 magari, non lo so, è un numero che non piace, ma allo stesso tempo è un cortocircuito anche per il Consiglio regionale che pensa di approvare qualcosa di stringente, ma in realtà non lo è.
Da questo punto di vista, ribadisco che la preoccupazione dovrebbe essere anche vostra, perché, come si diceva prima, questo progetto di legge apre un precedente e quindi domani, se è ammissibile un progetto di legge senza alcun contenuto dispositivo, lo discutiamo e lo voterete, sarà ammissibile anche un qualsiasi emendamento che chiederà alla Giunta di farci arrivare con i trasporti fino a Marte: sappiamo che è impossibile, sappiamo che non ha nessun contenuto dispositivo, ma evidentemente, se è valido questo tipo di legge, allora sarà valido qualsiasi emendamento che in futuro verrà presentato e che chiederà le cose più assurde.
Io ritengo che questo sia un problema di metodo, un problema per cui ci si lamenta dell'eccessiva burocrazia, ma la si crea: è un'azione un po' mortificante anche del Consiglio regionale, che in un'epoca di crisi come questa, in un'epoca in cui il trasporto pubblico locale è al centro della discussione nazionale e locale, si ritrova ad affrontare non tanto un progetto di legge o la discussione di azioni concrete, ma semplicemente di promesse, una semplice manovra comunicativa che non ha nulla a che vedere con l'operatività reale che dite di voler avere in questo Consiglio regionale.
Quindi io preannuncio che non parteciperò alla votazione di questo progetto di legge: non parteciperò perché credo che non porterà a quanto dichiarato all'interno, perché non prevede alcun vincolo per la garanzia dei punti che presentate, perché chiede essenzialmente di votare semplicemente come è successo per il referendum: volete o no l'autonomia del Veneto? Certo che la vogliamo. Oggi vorremmo avere il miglior servizio del Trasporto pubblico locale, lo abbiamo già votato questo tipo di impegno, abbiamo già votato e discusso anche molte delle proposte che il collega Montanariello ha portato oggi. Ringrazio per avere questo buon cuore nel cercare di migliorare uno strumento che però non creerà alcuna garanzia rispetto a degli impegni che già ci eravamo presi nella scorsa Legislatura.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Montanariello, se vuole, al termine della discussione generale, in fase di replica.
Non vedo altri interventi, chiudo la discussione generale e, se vuole adesso prenotarsi per replicare il collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Guardi, Presidente. Io riprendo... si sente? Sì. Io riprendo l'inizio di questo intervento partendo da alcune cose che dicevo prima e dicendo che, da una parte, credo che siamo tutti quanti d'accordo, da questa parte dell'Aula, che se questo è lo strumento ce ne poteva essere uno migliore, oggettivamente uno ha un pensiero, uno ne ha un altro, però io credo che, in un momento storico come questo, chi è chiamato a dover far leggi su temi importanti e io credo che il trasporto sia uno dei temi importanti che oggi investirà, se in maniera forte il nostro Paese in maniera fortissima la nostra Regione. Una Regione come la nostra è tra le prime a subire forti ricadute economiche, occupazionali, strutturali di collegamenti sul tema dei trasporti, in virtù anche di quella che è la pandemia.
Allora se prima c'era la necessità di avere una legge aggiornata dopo che quella che utilizziamo è del '98, oggi c'è una necessità ancora più forte di avere una legge che sia diversa dalla Legge 25, però fermo restando che politicamente dico, ho detto, dirò e ripeterò, che fossi stato in maggioranza non avrei usato questo strumento, ripeto con altrettanto senso di responsabilità che il ruolo di un Consigliere regionale ha, che comunque oggi c'è un'occasione ghiotta per poter dire qualcosa sul trasporto e se qualcuno l'ha detta in maniera non completa, prima di sbattere la porta, proveremo a dirla in maniera un po' più completa, fermo restando che nulla potrà essere totalmente completo di fronte a una legge che si dovrà ancora scrivere, no? Per chi vive il trasporto non in maniera ideologica, per chi vive il trasporto non in maniera politica, per chi vive il trasporto non in maniera di punto di dibattito all'interno dell'Aula, ma vive il trasporto con senso pratico, come mi permetto di dire vista la mia precedente esperienza di sindacalista proprio nel mondo del trasporto, non può non far finta che oggi in Veneto il trasporto stia, in maniera sicuramente accentuata da questo Covid, implodendo in alcuni casi ed esplodendo in altri casi.
Sicuramente non è che mi metto a dire che tutte le leggi dovranno essere fatte così, vivaddio, ho detto che la montagna ha partorito un topolino, però credo - e io oggi non lascio perdere un'occasione come questa - di tentare di migliorare le cose. Dopo ci sarà condivisione, le miglioreremo, potremmo trovare una mediazione, non potremmo trovarla; lo vedremo nel corso della seduta. Però un tema così importante e delicato, oggi come non mai, un tema che questa settimana ha visto sul giornale, a causa di una crisi, un'azienda che disdetta per più di 3.000 persone un contratto di secondo livello e sapete cosa vuol dire per chi prende 1.500 euro prenderne 1.100? Vuol dire che domani paghi la retta dell'asilo di tuo figlio, come vorrà dire che non la paghi più. Vorrà dire che domani, magari, sei l'unico reddito di casa tua, perché con questa pandemia tua moglie ha perso il lavoro e quindi tu già fai fatica e farai fatica ancora di più. Su questo non possiamo far finta che non è arrivato il momento di cominciare a parlare di biglietto unico per stimolare la gente a prendere il servizio pubblico locale e a non usare la propria macchina. Parliamo tanto di smog: bene, diamo uno stimolo alla gente perché non usi più il proprio mezzo. Cominciare a parlare di integrazioni, cominciare a parlare di trasporto sostenibile, cominciare a parlare di risparmi! Perché i soldi del trasporto devono servire per fare trasporto, non per pagare chi pensa a come fare trasporto! Siamo una Regione virtuosa? Bene, investiamo più sui servizi reali, non sugli indotti che dopo portano qualcuno a fare i servizi.
Allora, ribadendo e immolandomi al fatto che non avrei sicuramente usato questo percorso, oggi è qualcosa sicuramente di scarnito, però io la battaglia la faccio per migliorarlo, non per sbattere la porta, perché il ruolo di un buon legislatore è quello di tentare di migliorare le cose all'interno delle dinamiche dell'Aula. Quindi, per quanto mi riguarda e, credetemi, parlo anche con emozione di questo tema, parlo con emozione perché in questi giorni ho ricevuto telefonate di persone che piangevano perché non sapranno più come pagare il mutuo di casa. E forse, se qualcuno crede che non c'entra niente, probabilmente, senza fare alcuna accusa al centrodestra che ha governato la Regione o al centrosinistra, non voglio fare accuse, però probabilmente, se oggi non avessimo avuto una legge datata 23 anni, avremmo avuto un sistema di efficientamento e di integrazione che probabilmente sarebbe stato più concorrenziale con quello che è il sistema infrastrutturale di offerta del servizio di quanto siamo oggi, perché oggi il trasporto in Veneto si è dimostrato essere un gigante con i piedi di argilla, si è dimostrato essere la realtà più virtuosa nell'incamerare i soldi dei biglietti, la realtà terza d'Italia nel dare un servizio. Ma sapete cosa vuol dire essere la terza Regione in Italia in termini di persone trasportate? Che i pullman passano dove la gente vuole. Ma questo non è un complimento che sto facendo, questa è una riflessione che lancio dicendo che può essere che tutto questo sistema virtuoso, dopo meno di un anno che non vede flusso turistico, crolla? Sarebbe come aver avuto una macchina 5.000 a benzina e una pompa di benzina dall'altra parte che non ti dà più di 20 litri.
Allora qualcosa oggi ci impone di fare una riflessione. Non è questo il modo giusto per farlo? Si poteva fare meglio, si poteva fare diversamente, però, siccome la Giunta è chiamata a farlo, perché in quest'Aula avete i numeri per votarvi questo provvedimento che vi dirà di fare una legge, io, prima di decidere cosa fare, faccio una battaglia per tentare di dare un contributo costruttivo e per criticare aspramente qualora il contributo costruttivo non sia stato colto, se motivato bene, ma se non è stato colto per principi politici, vuol dire che ancora una volta, su temi seri e concreti, si metterà avanti l'ideologia politica a quella pratica.
Concludo dicendo che oggi noi abbiamo bisogno, sui temi delicati come la sanità e come il trasporto, di meno politica e più praticità, perché altrimenti ci stiamo accorgendo proprio in questi giorni che un intero sistema virtuoso inizia a crollare e, quando una nave affonda, che tu prenda il salvagente per salvarti o che tu prenda il secchio per buttare fuori l'acqua, fai qualcosa per salvare la nave o per salvare te. Oggi vogliamo salvare la nave? Vogliamo salvare l'equipaggio? Qualcosa dobbiamo tentare di farlo e non possiamo essere indifferenti e sbattere la porta solamente perché uno ha un colore e uno ne ha un altro.
Quindi ribadisco la nostra forte e puntuale battaglia sui contenuti e sullo strumento che non condividiamo e che probabilmente forse darà maggiori risposte nello sviluppo di quelli che saranno i contenuti e nel lavoro che andrà avanti in Aula.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi, quindi direi di sospendere la seduta un quarto d'ora per dare il tempo alla Seconda commissione di valutare gli emendamenti.
Quindi ci aggiorniamo alle ore 18.05.
La Seduta è sospesa alle ore 17.47
La Seduta riprende alle ore 18.11

PRESIDENTE

Riprendiamo la seduta. Iniziamo con l'articolato.
Vi sono stati distribuiti gli emendamenti, quindi iniziamo dall'emendamento di pagina 1, emendamento n. B0001, presentato dal consigliere Montanariello, articolo 1, comma 1, lettera 0A), modificativo, che prevede:
"Prima della lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 aggiungere la seguente lettera:
"0a) Ridefinire il sistema del trasporto pubblico regionale in un'ottica di fortemente orientata alla sostenibilità ambientale;""
Collega, se vuole illustrarlo, si prenoti. Grazie. Prego, collega.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Prima della lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 aggiungere la seguente lettera: "Ridefinire il sistema del trasporto pubblico regionale in un'ottica fortemente orientata alla sostenibilità ambientale".

PRESIDENTE

Bene. Non vedo altri interventi, quindi mettiamo in votazione l'emendamento... prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
E anche grazie al correlatore Montanariello che, con un lavoro importante, in coerenza con ciò che abbiamo sempre sostenuto e con la volontà di approfondire i temi per cercare di fare quello che vi abbiamo provato a spiegare, non so se efficacemente, durante la discussione generale, ha cercato, con un pacchetto di emendamenti, di costruire questa proposta di legge, sul cui metodo ribadiamo ovviamente tutte le considerazioni fatte precedentemente, cercando di mettere un po' di contenuto, cercando di costruire delle finalità, che peraltro sono coerenti con quello che già c'è scritto nel Piano regionale dei Trasporti e che sono coerenti con una visione del Piano trasportistico della nostra Regione che guardi al futuro.
Abbiamo fatto questo lavoro costruendo un pacchetto di emendamenti che non voleva stravolgere il senso della proposta che ci sottoponevate, ma che provava esattamente a costruire dei recinti un po' più stretti rispetto a questo mandato in bianco che stiamo concedendo inspiegabilmente alla Giunta.
In questo pacchetto di emendamenti c'erano ovviamente alcune cose su cui eravamo pronti alla discussione in quest'Aula, ma questa discussione avrebbe dovuto essere costruita attraverso un confronto vero, se vogliamo davvero che dentro questa legge ci sia un contenuto da poter trasmettere alla Giunta per la redazione di questo disegno di legge. Abbiamo registrato nella seduta dell'Ufficio di Presidenza una posizione pregiudizialmente contraria ai nostri emendamenti senza neanche voler ingaggiare una discussione, ma volendo mantenere volutamente le maglie larghe perché su alcuni principi - e poi torneremo emendamento per emendamento - evidentemente la relatrice non è d'accordo - e su questo torneremo - e non costruendo dentro questo Consiglio le condizioni per una collaborazione costruttiva. Ora, essere minoranza in un Consiglio così numeroso da parte della maggioranza non è facile: abbiamo sempre cercato in questi mesi, consapevoli della gravità della situazione in cui anche la nostra Regione vive, cercato di mettere un contributo, offrire un contributo alla discussione.
Ora è evidente che però, se anche in una proposta di legge di cui abbiamo denunciato esplicitamente l'inutilità dal punto di vista tecnico, non c'è la volontà politica di costruire insieme un percorso per noi è complicato, non tanto svolgere la funzione da minoranza, svolgere la funzione da Consigliere regionale alla quale anche noi, vostro malgrado, siamo stati chiamati.
Per queste ragioni siamo costretti ad affrontare questa fase emendativa con il dispiacere di non poter svolgere pienamente la nostra funzione, ma convinti che l'utilità della nostra azione sia fondamentale dentro a questo Consiglio.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Montanariello, lei vuole ritirare l'emendamento? Perché è già intervenuto.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Lo ritiro.

PRESIDENTE

Okay. Quindi l'emendamento n. B0001 è ritirato.
Passiamo all'emendamento successivo, che è il n. B0002, sempre del collega Montanariello.
Se lo vuole illustrare, si prenoti.
Ritirato anche il n. B0002.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. B0003, presentato dal consigliere Montanariello, articolo 1, comma 1, lettera C, aggiuntivo, che prevede:
"Alla fine della lettera c) del comma 1 dell'articolo 1 sono aggiunte le seguenti parole:
"e reinvestire i relativi risparmi nell'erogazione di maggiori servizi di TPL, assicurando una rete di trasporto che privilegi l'integrazione tra le varie modalità favorendo in particolare quelle a minor impatto sotto il profilo ambientale"".
Lo vuole illustrare, collega? Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Alla fine della lettera c), del comma 1, dell'articolo 1, sono aggiunte le seguenti parole: "e reinvestire i relativi risparmi nell'erogazione di maggiori servizi di TPL assicurando una rete di trasporto che privilegi l'integrazione tra le varie modalità favorendo in particolare quelle a minor impatto al profilo ambientale". Presidente, questo ha parere negativo, però insomma credo che sia un po' contraddittorio aver dato parere negativo, perché se voi prendete il punto 7 del PRT dove dice "Gli strumenti e le risorse del Piano", a pagina 87, alla voce "Risparmi economici citati nell'obiettivo 0.7", a pagina 187 del PRT, dice sostanzialmente le stesse cose che noi abbiamo riportato all'interno dell'emendamento. Ve le leggo pure, però fa lo stesso, tanto l'esito è negativo. Pazienza, prendiamo atto, però era in contraddizione con quello che era scritto nel piano che avete approvato.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ha chiesto di intervenire la consigliera Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Perché noi abbiamo fatto questo lavoro di cercare e di andare a prendere quei passaggi del Piano Trasporti che, a nostro giudizio, erano più significativi ed era rilevante che fossero inseriti nella proposta di legge e li abbiamo sottoposti come emendamento? Lo abbiamo anche detto all'inizio: agganciare una legge ad un atto di rango inferiore, come un Piano dei Trasporti, non è così vincolante. Allora abbiamo provato a seguirvi: diamo un'indicazione forte e chiara, non accontentiamoci di quello che è già scritto nel Piano Trasporti. Trasportiamo – scusate il gioco di parole – i principi e le finalità fondamentali di quel piano dentro la legge, proprio perché il messaggio doveva essere forte, collega Rizzotto, e indichiamo i principali elementi che noi vogliamo che la Giunta rispetti pedissequamente nella redazione della legge che chiediamo loro di fare con questa legge. Abbiamo inserito un principio fondamentale: cioè, nel momento in cui – finalità che voi ci indicate – andiamo a costruire un sistema di trasporti più efficiente, vi diciamo già che quei risparmi che verosimilmente si produrranno, dovranno essere reinvestiti in maggiori servizi, privilegiando le forme di trasporto a minor impatto sotto il profilo ambientale.
Ora, io voglio capire perché si dice di no a questo emendamento. Stiamo semplicemente chiedendo, nei limiti delle possibilità che poi verranno esperite nella redazione della legge da parte di Zaia, di privilegiare, con i risparmi, dei tipi di modalità con un minore impatto ambientale, che è coerente con il principio generale della sostenibilità ambientale dei trasporti ed è anche coerente con le necessità di questa Regione, che dovrebbe dire finalmente chiaramente che, rispetto al trasporto che impatta pesantemente sull'ambiente, possiamo dare un'indicazione che vada invece nella direzione della sostenibilità ambientale. Allora, se la relatrice dà parere contrario a questo emendamento, sul quale chiederemo il voto, vorrà dire che c'è un'indicazione diversa rispetto a quello che questo Consiglio vuole dare alla Giunta e che, quindi, la necessità di sperimentare, di studiare e di valutare le forme di trasporto con un minore impatto ambientale non è una delle finalità che vogliamo dare alla Giunta con questa proposta di legge.
Per questa ragione questo emendamento chiediamo che sia messo ai voti.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È abbastanza strano che questo emendamento non venga accolto, è abbastanza strano rispetto anche a quel poco che si trova all'interno della legge. Nel comma prima voi dite: "Raggiungere un elevato livello di qualità". Allora, se vogliamo raggiungere un elevato livello di qualità, è evidente ormai anche ai ciechi, visto che stiamo parlando di sostenibilità in tutte le salse e spesso ci dite che dobbiamo declinare questa sostenibilità, allora quando meglio declinare la sostenibilità negli investimenti sui trasporti? Perché bocciate un emendamento che alla fine va a dare finalmente un indirizzo un po' più chiaro a quello che è un sistema di governo, che per ora a noi è ancora poco chiaro o è proprio cieco?
Nello stesso tempo riprende dei principi che ho inserito all'interno del Piano dei trasporti, li specifica meglio e va in qualche modo a dare anche un elemento di qualità ad una legge che ad oggi, per noi non è ancora comprensibile come sia arrivata all'interno dei banchi del Consiglio regionale del Veneto.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ha chiesto di intervenire il consigliere Possamai Giacomo, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Intervengo su questo per non farlo poi su tutti nel senso che parlerò magari in dichiarazione di voto, nel senso che ci avete consegnato una serie di notizie importanti oggi perché sapere che la Giunta del Veneto non è interessata a favorire un trasporto pubblico che abbia un minore impatto ambientale, a puntare a maggiori servizi nel TPL, ad avere la compatibilità e la coerenza con la pianificazione urbanistica comunale... (non vado avanti perché poi su questo dirà molto bene il correlatore Montanariello dopo) è una notizia e ci preoccuperemo di renderla pubblica, nel senso che non c'è una spiegazione di buonsenso per bocciare questi emendamenti.
Vi abbiamo dimostrato che, di fronte a una legge su cui vi abbiamo contestato il metodo, perché il metodo resta francamente discutibile, ma abbiamo comunque voluto provare a inserire una serie di paletti, che per lo meno rendessero potabile questa legge perché spiegava perché si dava mandato alla Giunta dicendo che il Consiglio fissava delle priorità, neanche su questo avete voluto venirci incontro o, meglio, cogliere gli spunti che vi stavamo portando, che vi stavamo offrendo. Di fatto è una scelta, nel senso che bocciare questi emendamenti vuol dire che le priorità che sono indicate all'interno di emendamenti per voi non valgono, dal biglietto unico a tutto quello che abbiamo scritto nei testi che avete deciso di non far passare.
Quindi noi segniamo la questione e restiamo francamente stupefatti di fronte a questo atteggiamento.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Non vedo altri interventi, quindi mettiamo in votazione l'emendamento n. B0003 del collega Montanariello con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. B0004, presentato dal consigliere Montanariello, articolo 1, comma 1, lettera c), modificativo, che prevede:
"Dopo la lettera c) del comma 1 dell'articolo 1 aggiungere la seguente lettera:
"c bis) assicurare un sistema di mobilità e viabilità che garantisca anche la compatibilità e la coerenza con la pianificazione urbanistica comunale;""
Collega, lo vuole illustrare? Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Dopo la lettera c) del comma 1 dell'articolo 1, aggiungere la seguente lettera: "c bis) assicurare un sistema di mobilità e viabilità che garantisca anche la competitività e la coerenza con la pianificazione urbanistica comunale".

PRESIDENTE

Grazie, collega. Consigliera Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Colleghi, anche questo è evidentemente un emendamento che non ha natura cogente, ma che vuole indicare un modo di costruire, insieme ai livelli inferiori, la pianificazione anche del trasporto pubblico locale e si chiede semplicemente alla Giunta di tenere conto, nelle finalità della redazione di questa fantomatica legge sulla governance del trasporto pubblico locale, di prestare attenzione alla compatibilità e alla coerenza della pianificazione urbanistica dei Comuni nella costruzione dell'offerta trasportistica perché sappiamo benissimo come i centri urbani siano continuamente oggetto e soggetto di grandi trasformazioni e le scelte di politica dei trasporti non possono essere avulse da questo tipo di dinamiche. Allora, se c'è una nuova lottizzazione, se c'è la necessità di un servizio aggiuntivo che è coerente con la finalità anche dei servizi e del nuovo sviluppo urbano che i Comuni si danno, la Regione deve tenere conto di questi elementi: non è un principio cogente, si chiede di assicurare un sistema che garantisca la compatibilità con le decisioni che vengono assunte nei livelli inferiori, perché non si può pretendere sempre dal livello superiore che ci sia considerazione di ciò che si decide qua e poi non essere disponibili a concordare, a condividere, nelle modalità che deciderà la Giunta con gli Enti locali e con i Comuni, una mobilità che sia funzionale. Perché la Regione non può sapere quali sono le necessità dei Comuni, dove gli spostamenti e la mobilità territoriale vuole essere orientata. E chi meglio dei Comuni può dare all'Amministrazione regionale questo tipo di indicazione?
Allora, siccome stiamo ragionando delle finalità, chiedevamo soltanto che la Giunta, nella redazione della legge, tenesse conto di questo e costruisse dei meccanismi e dei momenti in cui Enti locali e Amministrazione regionale o soggetti che saranno deputati all'organizzazione del sistema trasporti, si parlino e trovino delle soluzioni coerenti e compatibili.
Prendiamo atto che la presidente Rizzotto è contraria a questo tipo di modo, metodo e finalità.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Consigliera Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Mi viene da dire: "Autonomia a senso unico", nel senso che quando l'autonomia la chiediamo noi, come livello regionale, tutto va bene; quando chiediamo un sistema di condivisione con chi sta più in basso, tutto va male.
Oltre a quello che ha detto la consigliera Camani, su cui io non ritorno, anche se è il principio fondamentale dell'emendamento stesso, noi qui dimostriamo anche che per anni abbiamo deciso di non ascoltare assolutamente quelle che erano le richieste delle aziende, che a un certo punto si sono anche regolate da sole per cercare di avere una pianificazione tra di loro con dei sistemi informatici e tecnologici che considerassero le esigenze dei diversi Enti locali e quindi, per andargli incontro, nonostante non avessero nessun tipo di contributo in seno a questo. Dimostriamo quello che ho detto all'inizio sul fatto di non considerare assolutamente nessun tipo di indirizzo sulla cosiddetta "domanda debole". Dimostriamo, quindi, che noi del sistema dei trasporti ci piace tanto dire che vogliamo fare una governance, ma francamente, ripeto, dopo vent'anni, continuare a sentire dire soltanto: governance, azienda potenzialmente unica, che non vuol dire assolutamente nulla e a chi ci ascolta da fuori credo che gli vengano ormai i capelli bianchi, ricci e verdi. Credo sia ora, invece, che questo emendamento poteva dimostrare che perlomeno un elemento di coerenza rispetto anche ai principi che questa Regione ha all'interno del proprio Statuto, all'interno del proprio Regolamento e che sbandiera ai mille venti, potesse almeno essere accolto. Non inficiava nulla da un punto di vista del (inc.) economico-finanziario, considerava delle esigenze palesi e dava anche un risultato o comunque un apparente risultato a chi sta fuori e sta chiedendo proprio quello che qui c'è scritto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi. Quindi mettiamo in votazione l'emendamento n. B0004 col parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. B0005, presentato dal consigliere Montanariello, articolo 1, comma 1, lettera c), modificativo, che prevede:
"Dopo la lettera c) del comma 1 dell'articolo 1 aggiungere la lettera:
"c bis) assicurare la semplificazione dei processi e dei metodi decisionali per la mobilità collettiva nell'ambito extra comunale""
Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Dopo la lettera c) del comma 1 dell'articolo 1 aggiungere la seguente lettera c bis) "assicurare la semplificazione dei processi e dei metodi decisionali per la mobilità collettiva nell'ambito extra comunale".
Trovo alquanto insolito il parere negativo su un emendamento che va nell'ottica di semplificare metodi decisionali, però dare un carattere in qualche modo di partecipazione a quegli elementi che caratterizzano la collettività nell'ambito extra comunale in un territorio che vede il trasporto suburbano, extraurbano, urbano.
Quindi prendiamo atto del parere negativo.

PRESIDENTE

Grazie. Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Anche su questo, guardate, io credo che l'Assessore abbia sperimentato proprio in questi mesi quanto sia difficile costruire la concertazione tra i diversi livelli che sono coinvolti dentro le dinamiche del trasporto pubblico locale: alcune competenze sono in ambito regionale, altre in ambito locale e addirittura qua si sollecita la problematica legata all'ambito extra comunale, dove hai l'interlocuzione con la Regione per la competenza primaria, con la Provincia, con tanti Comuni che compongono il bacino di utenza. E la complessità di costruire le condizioni adatte per programmare la mobilità in quei territori è evidente.
Allora qua, a proposito di finalità, chiediamo soltanto che, nel momento in cui la Giunta andrà a comporre la governance del sistema trasportistico, si immaginino procedure semplificate proprio per tenere insieme tutti gli stakeholder e gli interlocutori che devono concorrere alla definizione e alla costruzione del trasporto della mobilità extraurbana. Lo abbiamo visto in questi mesi come è difficile organizzare banalmente il trasporto scolastico nelle nostre Province: tanti gestori, tanti soggetti, tanti interessi contrapposti.
Allora, siccome è una legge di finalità, collega Rizzotto, chiediamo soltanto di tenere questa criticità come punto di attenzione e di immaginare meccanismi che consentano di semplificare questa complessità producendo l'efficacia dei servizi, la qualità dei servizi, come dicevate tra i vostri criteri, quindi coerentemente con quei criteri e partendo apposta dal criterio della qualità dei servizi, abbiamo cercato di capire cos'è che in questi anni non ha reso sufficientemente positivi i servizi. E tra le varie criticità – alcune le abbiamo dette prima, altre le diremo dopo – c'è anche l'oggettiva complessità del trasporto extraurbano e quindi vi abbiamo solo chiesto: caro Zaia... cioè Zaia dovrebbe dire a Zaia: "Caro Zaia, quando costruirai questa legge, tieni conto che c'è questa criticità e costruisci dei meccanismi che la semplifichino". Con quale finalità? Con quale obiettivo? Fornire dei servizi maggiormente qualitativi.
Prendiamo atto che la presidente Rizzotto non è favorevole a semplificare i processi decisionali per l'organizzazione del trasporto extraurbano.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Prego, consigliera Zottis.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sinceramente anche qui rimaniamo abbastanza basiti della non approvazione dell'emendamento, anzi del non accoglimento dell'emendamento e la motivazione è semplice: abbiamo dibattuto per i cinque anni precedenti per arrivare poi al Piano dei Trasporti per poi dire che serviva un governo regionale che prendesse anche in considerazione la semplificazione, che prendesse in considerazione il problema comunque anche del raccordo delle linee extraurbane. Adesso noi scriviamo questa cosa nell'emendamento, scriviamo che è importante comunque, se vogliamo dire che abbiamo un governo in questa Regione e comunque del trasporto pubblico locale, un'integrazione e un'integrazione anche delle linee, in dialogo con chi gestisce chiaramente queste linee e voi ci dite no: è chiaro che questa è una bocciatura per pregiudizio unico nei confronti comunque di chi ha, in qualche modo, portato l'emendamento e vi ha fatto notare che forse questo era un elemento di qualità e di indicazione vera, legislativa, all'interno di una legge che non è legge.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Vi chiedo due minuti di pazienza perché si è bloccato il sistema, quindi abbiate un attimo di pazienza.
Finché arriva l'informatica, comunque possiamo lo stesso votare perché il sistema lo registra; perciò mettiamo in votazione l'emendamento n. B0005, col parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione. Avete votato tutti?
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. B0006, presentato dal consigliere Montanariello, articolo 1, comma 1, lettera c), modificativo, che prevede:
"Dopo la lettera c) del comma 1 dell'articolo 1 aggiungere la seguente lettera:
"c bis) migliorare la qualità dei servizi pubblici attraverso investimenti e politiche miranti alla diminuzione delle disparità territoriali;""
Prego, lo illustri.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, mi scusi, non lo avevo segnato: questo ha parere negativo, vero?

PRESIDENTE

Sì.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Non favorevole. Bene.
Dopo la lettera c) del comma 1 dell'articolo 1, aggiungere la seguente lettera: "c bis) migliorare la qualità dei servizi pubblici attraverso investimenti e politiche miranti alla diminuzione delle disparità territoriali". Adesso, Presidente e cari colleghi, per motivare il mio emendamento – se ve lo ricordate, sono quattro parole – vi leggo: "Migliorando le qualità dei servizi pubblici attraverso investimenti e politiche miranti alla diminuzione delle disparità territoriali".
Se voi vedete, cari colleghi, l'unica cosa che cambia è che in una parte c'è scritto "migliorare" e in una parte c'è scritto "migliorando". Ma il secondo che io leggo è un passaggio del PRT dove dice praticamente all'Obiettivo 0.2, pagina 136: "Obiettivo per potenziare la mobilità regionale".
Praticamente voi avete detto che mi avete dato parere non favorevole a un emendamento che riporta in calce un obiettivo strategico del vostro PRT! Cioè, quindi, praticamente, voi state dicendo a Zaia: "Scrivi una legge, però, se ti chiediamo di integrarlo con quello scritto nel PRT, no". Allora io credo che o chi ha dato un parere su questi emendamenti abbia una visione diversa da Zaia o Zaia ha una visione diversa da chi ha dato il parere su questi emendamenti perché, se voi non inserite all'interno delle finalità uno dei vostri obiettivi strategici del PRT, vuol dire che voi non sapete neanche cosa state votando! Oppure non sapete neanche cos'è il PRT, perché avete detto no a uno dei vostri obiettivi strategici, che non l'ho inserito come provocazione, ma siccome lo condivido davvero, perché è giusto quando dite negli obiettivi, a pagina 136: "Migliorando le qualità dei servizi pubblici attraverso investimenti e politiche mirate alla diminuzione delle disparità territoriali" e fa una premessa prima anche sul Polesine, dove si fa l'esempio delle disparità territoriali. Allora, siccome io conosco anche la realtà polesana e credo che sia giusto e sia doveroso... bravo chi ha scritto il PRT a mettere questo passaggio dentro, perché le disparità territoriali vanno ridotte, però voi non potete fare una legge a forma degli obiettivi strategici di quello che scrivete nel PRT.
Allora, ripeto, o chi ha dato il parere non ha mai letto il PRT o chi ha fatto il PRT non gode della stessa vostra visione politica. Ma non è una critica, è un dato oggettivo: andate a pagina 136 e leggetevi gli Obiettivi strategici.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ci sono altri che vogliono intervenire? Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Io non sono intervenuta finora perché pensavo che tutti gli interventi precedenti in fase di illustrazione bastassero nel dire, come abbiamo detto in Commissione, che ci sembrava che in questo progetto di legge non ci fossero dei contenuti e che aspettavamo, come abbiamo detto in Aula, il progetto di legge per esercitare le nostre funzioni di legislatori. Quindi avevo deciso, come in Commissione, di non partecipare alla discussione, anzi credo che addirittura stessimo perdendo troppo tempo per un progetto di legge di questo tipo.
Poi però ho visto gli emendamenti e ho detto: c'è una modalità correttiva giusta che ha fatto il Partito Democratico e che ringrazio per il lavoro che ha fatto, perché sostanzialmente dava più indicazioni ad una legge che, secondo me, non aveva abbastanza contenuto. Lo avevo già detto al consigliere Zecchinato e in Commissione era intervenuta così.
Adesso siamo andati a vedere gli emendamenti qui e questo è un emendamento chiarissimo, che dice una cosa sola, cioè che le persone che vivono nelle aree interne, nei piccoli Comuni dovrebbero poter avere più autobus per andare a scuola e, ad esempio, non fare in modo che chi sceglie di andare in una scuola lo fa perché ha il trasporto pubblico. Intervengo anche in quello successivo perché è ancora più pesante e sinceramente è quello che mi ha fatto andare via dalla riunione di là.
Sapete che di solito non faccio polemica, però Piano dei trasporti approvato c'è scritto che faremo il biglietto unico integrato, nel programma del presidente Luca Zaia c'è scritto che faremo il biglietto unico integrato, io sono contenta di far parte di una Legislatura che pensa di fare il biglietto unico integrato, ma arriva l'emendamento che semplicemente dà un'indicazione, che è quella – è quello dopo – che dice di rendere obbligatoria l'integrazione tariffaria, che è una delle precondizioni per arrivare al biglietto unico, che per me è importantissimo, quindi ero convinta sinceramente, nella mia ingenuità politica, che l'emendamento venisse approvato, proprio perché, come ha detto la consigliera Rizzotto, questo progetto di legge non dice cosa dobbiamo fare ora, ma sta dando una linea guida alla Giunta per fare un progetto di legge che arriva tra 12 mesi.
Allora, pensavo che fosse scontato poter dire di sì: è in linea col Piano dei Trasporti, è in linea col programma del presidente Luca Zaia, ho detto: non ci saranno problemi. E, invece, ci sono dei problemi. Allora rilevo un problema politico in un progetto di legge che pensavo non avesse un contenuto puramente politico, che è quello di dire che forse non siamo d'accordo. Io voglio il biglietto unico integrato, io voglio che le persone che stanno nelle aree interne, nei piccoli Comuni, abbiano più trasporto pubblico; c'è scritto anche nel Piano che avete approvato quando io non ero qui, c'è scritto nel programma del presidente Luca Zaia e oggi questo emendamento non va bene. Quindi mi chiedo perché, mi faccio dei dubbi, mi faccio delle domande. Penso che sia sbagliato votare contro un emendamento di questo tipo e quindi ovviamente voterò a favore di tutti e due e mi dispiace che sia andata così perché c'è scritto in un progetto che è già stato approvato che il biglietto unico integrato si farà.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Collega Rizzotto, prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie Presidente.
Io capisco la critica però deve essere anche costruttiva: qui il parere negativo è stato dato chiaramente - e l'ho detto anche in Commissione, all'Ufficio di presidenza - perché è già compreso tra le finalità. Certo che conosciamo il Piano regionale dei Trasporti: alcuni di noi hanno letto e lo hanno anche scritto tra l'altro. Comunque nella lettera, collega, tra le finalità nel primo comma, alla lettera b), abbiamo proprio scritto, anche integrando in Commissione anche con l'emendamento presentato da lei e da altri: "raggiungere un elevato livello di qualità ed uniformità sul territorio regionale nell'erogazione dei servizi integrati di trasporto definendo i livelli dei servizi essenziali, valutando le specificità territoriali laddove esistenti", quindi è già inserito fra le finalità che a noi ovviamente interessano.

PRESIDENTE

Grazie, collega Rizzotto. Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

La ringrazio, collega Rizzotto, ma vede, migliorare la qualità dei servizi attraverso investimenti e politiche mirate alla diminuzione di disparità territoriali è un po' diverso rispetto a quello che ha detto lei, è un po' più preciso questo; è difficile: se non è stato fatto dal '98 ad oggi qualcosa era già previsto nella 25, c'è un motivo, però è diverso e, quindi, francamente non si può dire che è una cosa comunque prevista nel Piano dei Trasporti. Perché la collega Camani ha ben detto: c'è una gerarchia che deve essere rispettata, se è scritto in legge bene, sennò la critica che noi facevamo attenzione a non far diventare e io sono d'accordissimo con quello che c'è scritto qui del Piano dei Trasporti, ma rischia di far diventare...
Se vi dà fastidio, mi dispiace...

PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, già si sente poco, vi chiedo...

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Ma forse potevate approvarlo se vi dava così fastidio.

PRESIDENTE

Collega Dolfin, per cortesia, se vuole intervenire non fa altro che prenotarsi. Allora si prenoti. Prego, collega Zottis.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

La ringrazio. Comunque avevo finito, perché sono sintetica, di solito, quindi, se stavano zitti, forse facevo prima.
Stavo solo dicendo che il rischio è che rimanga in cantina questo obiettivo, perché è comunque poco, ma è leggermente diverso da quello che è stato inserito all'inizio, sennò non l'avremmo presentato. E ringrazio il collega Montanariello perché ha colto la diversità.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ha chiesto di intervenire la consigliera Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Provo a recuperare un concetto e a mettere l'accento su un altro. Ripeto, è vero che questa fantomatica legge di Zaia recupererà il PRT, ma è anche vero che il PRT può essere cambiato: è un atto di rango inferiore, quindi è fondamentale inserire nelle finalità quello che secondo noi, coerentemente con quanto già definito dal PRT, va recuperato. Ora, però, questo emendamento, rispetto a tutti gli altri, dice una cosa in più, ed è molto grave che la Consigliera relatrice e a questo punto anche il consigliere Dolfin, immagino, votino contro questo emendamento, perché questo emendamento, tra le finalità, inserisce un principio ulteriore, che per noi è fondamentale: quello di utilizzare i servizi pubblici per ridurre le diseguaglianze.
Siccome stiamo parlando di servizio pubblico e siccome pensiamo che l'orientamento all'efficienza non sia sufficiente, perché l'efficienza la dà anche il fornitore privato, qual è la differenza tra il pubblico e il privato, consigliera Rizzotto e consigliere Dolfin? Che il pubblico ha l'obbligo di costruire le condizioni per ridurre le disparità, le differenze e le diseguaglianze. Perché, se noi guardiamo solo l'efficienza, ci saranno territori che rimarranno sempre esclusi dalla lista delle priorità della rete del trasporto. Chioggia, consigliere Dolfin, è il connettore di territori caratterizzati dalle differenze, dalle disparità e dalle difficoltà: proprio da lei mi sarei aspettato su questo emendamento un'attenzione in più.
Allora, cosa stiamo qua a fare noi se non a regolare l'erogazione di servizi pubblici finalizzati a rendere tutti i cittadini parimenti degni di attenzione?
Allora è particolarmente grave che sull'emendamento che chiede di finalizzare i trasporti pubblici regionali per ridurre e diminuire le disparità territoriali questo Consiglio dia un parere contrario. Mi rivolgo al relatore, che so essere persona sensibile. Possiamo discutere di tutto, ma se non siamo d'accordo che un obiettivo della nostra azione, qua dentro, è quello di ridurre le diseguaglianze, io penso che non stiamo facendo bene il nostro lavoro. E, cara consigliera Rizzotto, lei ha due occasioni per ribadire un concetto: può aver contribuito a scrivere il PRT, di cui oggi prendiamo atto essere parzialmente in disaccordo, ma oggi noi le chiediamo di ribadire nuovamente insieme a noi un principio sacrosanto e di chiedere al Presidente Zaia di redigere questa fantomatica legge sulla governance del trasporto pubblico tenendo la lotta alle diseguaglianze come priorità.
Prendiamo atto che in questo Consiglio non c'è una condivisione sul punto.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Consigliere Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Io mi limito a dire che spero che i Consiglieri che voteranno contro questo emendamento vivano tutti a Vicenza, Treviso, Verona, Padova città (Cittadella è già più difficile, consigliere Pan), nel senso che, quando la consigliera Rizzotto la motiva dicendo che c'è già scritto, a parte che non è vero, ma se anche fosse, il punto è il ragionamento che lei fa prima, Consigliere, il punto è politico di fronte a questo emendamento. Per cui abbiamo una maggioranza che è largissimamente rappresentata da un partito che ha sempre fatto della rappresentanza territoriale, dei piccoli Comuni, del fatto che la nostra montagna va tutelata e tutte cose su cui noi siamo d'accordissimo, una bandiera, però scopriamo che quando chiediamo semplicemente di inserire un principio dentro alla legge che oggi andiamo a votare, questo emendamento viene bocciato. E ci viene da chiedere perché viene bocciato nel senso che o l'idea era proprio di fare una legge delega, cosa che qui non si può fare, ma che desse un mandato proprio in bianco bianco bianco bianco alla Giunta, ma a questo punto potevamo fare proprio completamente a meno di venire qui oggi pomeriggio, oppure vuol dire che sulle modifiche che noi abbiamo proposto, che davano un indirizzo chiaramente politico e lo rivendichiamo, ma che speravamo che fossero modifiche condivise, non le vogliamo dare.
Questa è di per sé un'informazione e la cosa più interessante è che lo facciate su alcuni punti che per voi, per tantissimi anni, sono stati una bandiera: ci state spiegando che non lo sono più.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Non ci sono altri interventi quindi mettiamo in votazione l'emendamento n. B0006 col parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Avete votato tutti? Chi manca? Valdegamberi.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. B0007, presentato dal consigliere Montanariello, articolo 1, comma 1, lettera c), modificativo, che prevede:
"Dopo la lettera c) del comma 1 dell'articolo 1 inserire la seguente lettera:
"c bis) rendere obbligatoria l'integrazione tariffaria tra i gestori dei servizi soggetti ad integrazione, in modo da semplificare e promuovere l'uso del trasporto pubblico locale;""
Se lo vuole illustrare, prego, collega.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Guardi, Presidente, leggo prima l'emendamento: "Dopo la lettera c), del comma 1, all'articolo 1 aggiungere "c bis) rendere obbligatoria l'integrazione tariffaria tra i gestori soggetti ad integrazione in modo da semplificare e promuovere l'utilizzo del trasporto pubblico locale".
Perché ho fatto questo emendamento un po' anche forzato? Perché in qualche modo il biglietto unico è uno dei tormentoni e dei cavalli di battaglia negli ultimi vent'anni, l'Assessore mi conferma, di questa... ma non solo, lo condivido anch'io, siamo tutti d'accordo. Guardi il giorno che farete il biglietto unico, il primo voto favorevole lo esprimo io. Mi assumo la responsabilità di quello che dico. Però guardi, Assessore, io non ho detto una cosa snaturata ed è per questo che se c'è uniformità tra quello che scrivete nel PRT e quello che dicono di fare in una legge che richiama il PRT, è sfuggito, ce ne sono due, capita, Presidente, c'era il Milan quel giorno, non ho letto la pagina del PRT; c'era il terzo: sono andato a mangiare fuori, ho saltato anche quella pagina.
Ma anche qui vi do una notizia magari che a pagina 152 del PRT: risultato atteso, "Risultato atteso: - cioè è il risultato che voi vi attendete - promuovere l'integrazione tariffaria obbligatoria tra gestori del servizio in modo da semplificare l'utilizzo del trasporto pubblico locale". Allora io cosa ho fatto? Ho fatto la provocazione, ho detto: voi dite "promuovere", io dico "rendere obbligatorio" in modo da dare veramente un'accelerata, un colpo di reni, essere incisivi nelle aziende di trasporto pubblico locale e farlo. Mi sarei aspettato una mediazione equa: "Guarda, Montanariello, siccome è un nostro risultato atteso, togli "rendere obbligatorio" e mettiamo "promuovere"". Ma secondo me chi non lo ha fatto e non so chi, non lo ha fatto perché non sa neanche che è un risultato atteso del PRT; avere il Piano sulla tavola non vuol dire averlo studiato e conoscerlo e oggi ne prendiamo atto: avete sbandierato il PRT per mesi in campagna elettorale, per anni e oggi, in continuità amministrativa con quella che è la forza politica che c'era prima, quando un altro vi dice, come si fa un po' nei Consigli comunali: "Scrivo le cose del tuo programma, vediamo cosa fai". Ora, qualcuno un po' più politicamente acuto, dice: "Va beh, demandiamo, mediamo". Ma qua invece c'è proprio un rigetto, perché qua ci doveva essere una presa di posizione nel dire: "Montanariello, renderlo obbligatorio è difficile, però promuoviamo". Ma non lo dico io, lo ha detto chi ha scritto il PRT e siete voi. Voi fate una legge dove, dopo che vi abbiamo rotto le scatole – concedetemi questo termine – per ore, dicendo che è una legge che non serve a niente, una legge scarnita, una legge che dice... fai la legge della legge, è una legge che non serve a nulla, è una legge vuota, voi avete detto: "No, perché questa legge richiama il PRT! Avete capito?", e quindi c'è scritto tutto dall'altra parte.
Ma io inizio a essere preoccupato, perché vi siete giustificati dicendo che c'è scritto tutto in quelle 193 pagine, 37 obiettivi, 8... Avete avuto anche 110... poverini, quelli che hanno fatto le osservazioni! Magari questo obiettivo strategico viene da una delle 110 osservazioni nei sette incontri che avete fatto nelle Province e oggi scopre che si era illuso che gliel'avevate accettata e invece nell'Aula avete cambiato idea. Cioè, ragazzi, qua c'è anche un po' di simpatia, perché bisogna stemperare gli animi, perché già il clima è pesante fuori e non sta a noi essere guerrafondai qui dentro. Obiettivamente, ma vi rendete conto che abbiamo scritto quello che voi dite nella vostra musa ispiratrice della legge e non sapete neanche che c'era scritto? Perché non lo avreste bocciato! Siete troppo intelligenti per bocciarlo!
Non voglio pensare che lo avete bocciato per una strategia! Quale? Quale strategia? Don Chisciotte contro i mulini a vento? Voi non avete neanche letto il Piano! Potevate chiedere all'assessore De Berti, che lo conosce benissimo, prima di dare parere negativo. Cosa diremo sui giornali, domani? Che Zaia ha sbandierato per anni una cosa e voi oggi in Aula lo smentite? Grazie! Grazie, perché almeno avremmo qualcosa per poter dire anche noi che forse, nel Veneto eccellente, il Consiglio va a un passo e la Giunta va a un altro. Passate qualche ora in più con la Giunta, fatevi spiegare, mi tocca dirvi, a questo punto.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Consigliera Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io ho fatto un po' di campagne elettorali in questi anni, per tutti i livelli istituzionali, tra cui le elezioni regionali e da decenni io sento dire, da tutti i candidati, di qualunque schieramento, che ciò che serve al Veneto è il biglietto unico e l'integrazione tariffaria. E quando ci avete sottoposto l'intenzione e la volontà di riordinare la governance del trasporto pubblico locale, mi sono anche chiesta a cosa serviva questa necessità e a ciascuno di noi è venuto in mente prioritariamente l'istituzione del biglietto unico. Cioè vale la pena mettere le mani nella governance solo per fare finalmente questo biglietto unico, di cui da vent'anni si parla in questa Regione e che non è stato fatto perché ci avete detto voi, che avete governato in questi vent'anni, che era troppo complicato mettere d'accordo tutti i soggetti gestori.
Ma se faccio una governance per riordinare i soggetti gestori il primo obiettivo che mi pongo è il biglietto unico, che è fondamentale in questa Regione e quindi mi chiedo per quale ragione mi bocciate e ci bocciate un emendamento che chiede semplicemente questo, cioè di fare quello che voi da vent'anni promettete ai veneti che avreste fatto, che voi ci avete spiegato che non siete stati in grado di fare non perché non siete capaci, ma perché la complessità della governance, fatta di tanti gestori e di tanti livelli, non vi consentiva di farlo.
Oggi rimettete le mani nella governance e vi chiediamo di essere coerenti non con quello che avete detto tre mesi fa nell'ultima campagna elettorale, ma con quello che dite da vent'anni, con quello che dice Luca Zaia da vent'anni, che dice a Luca Zaia di fare una legge e lo dico a tutti i Consiglieri che sono firmatari di questa legge: al consigliere Zaia, al consigliere Bet, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestari, Ciambetti, Dolfin, Finco, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Vianello, Villanova e Zecchinato. A tutti questi Consiglieri io chiedo cosa vi impedisce di prendere versi veneti, insieme a noi, un impegno di fare finalmente il biglietto unico integrato? Perché altrimenti dobbiamo dire fuori che chi promuove questa legge la sostiene è contrario al biglietto unico integrato.
Non volete rendere obbligatorio? Vi sembra troppo cogente? Sebbene ciò che dovrebbe essere obbligatorio per voi è la parola che avete dato ai cittadini nelle svariate campagne elettorali, se non è sufficientemente cogente quello, riformuliamolo: "promuovere" suggeriva il consigliere Montanariello. Invece no, dite di no e dico – e chiudo – che le questioni che noi stiamo ponendo sono questioni fondamentali e non sono questioni di dettaglio, sono scelte politiche sulle quali avremmo auspicato che il Consiglio trovasse sinceramente una convergenza: invece vedo che questi presupposti non si verificano.
Ma con ancor più preoccupazione leggo il silenzio dell'assessore De Berti, che è qua in quest'Aula, che dovrebbe essere il soggetto al quale il Consiglio rivolge questa legge e non ci dice niente, non ci dice: "Non preoccupatevi, mi occuperò delle disparità territoriali". Non ci dice: "Non preoccupatevi mi occuperò delle questioni che voi ci ponete, mettetele pure nella legge perché mi impegnerò".
In silenzio, perché l'obiettivo - viene da pensare - è che questa pseudo legge delega in realtà abbia la finalità di lasciare le mani libere a chi questa legge la deve fare, sapendo benissimo che un conto è la discussione qua dentro, un conto è una proposta di legge d'iniziativa consiliare, un conto è il capo della Giunta che dice al Consiglio cosa vuole fare e nessuno che chiede a quel capo della Giunta conto delle parole che ha detto negli ultimi vent'anni in campagna elettorale e se non serve per fare il biglietto unico la nuova governance, a cosa serve? A fare qualche Consiglio di Amministrazione in più? A decidere chi mandare nei Consigli di Amministrazione in cui oggi non abbiamo la possibilità di decidere? Io voglio capirlo perché stiamo perdendo il tempo a discutere di una legge vuota senza costruire le condizioni per capire cosa ci vogliamo mettere dentro e se non ci sta neanche il biglietto unico, cos'altro ci deve stare in una pseudo legge delega per la Giunta? Io cambiali in bianco non ne ho mai firmate nella vita e tanto meno le firmo a Luca Zaia.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Prego, consigliera Zottis.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Vi abbiamo chiesto di inserire alcune priorità, alcuni indirizzi e continuate a dirci di no; vi abbiamo chiesto di considerare quella che è la conformazione del territorio, quindi di dire che il governo del territorio si fa sulla base dei fabbisogni del territorio; vi abbiamo chiesto - e ringraziamo l'Assessore perché all'interno del Piano dei Trasporti c'è - la ringraziamo perché per cinque anni abbiamo fatto delle audizioni in merito all'integrazione tariffaria in cui le aziende ci hanno anche spiegato che ci sono delle progettualità esistenti ma bisogna mettersi d'accordo. Allora io capisco tutto, però che una legge non esprima almeno due concetti chiari sugli indirizzi e non vincoli quindi anche dopo la Giunta ad andare in quella direzione, in conformità a quanto c'è scritto dentro un Piano, in conformità alle esigenze rilevate perché ci teniamo le mani libere, sia mai che, insomma, non riusciamo perché non riusciamo a metterci d'accordo e, quindi, fra quattro anni possiamo dire: "Non ci siamo riusciti, abbiamo speso tempo, abbiamo speso risorse, abbiamo speso Consigli regionali, ma non ci siamo riusciti perché è complicato".
Lo sappiamo anche noi che è complicato, però se c'è una legge in legge due priorità chiare, due obiettivi chiari e due indirizzi chiari ci devono essere. Quello dei territori e quello dell'integrazione tariffaria, che va anche incontro al biglietto unico, Assessore lei lo sa, allora pensavamo potessero essere due, non dico banalità, perché non lo sono, ma due elementi sui quali partire e sui quali fare un percorso insieme aspettando poi che Luca Zaia ci desse quelli che sono poi gli indirizzi più specifici, ma perlomeno avevamo chiari gli obiettivi generali sui quali Luca Zaia vuole camminare per il prossimo anno, speriamo.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi. Quindi mettiamo in votazione l'emendamento n. B0007, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Col voto contrario da parte del collega Valdegamberi.
Collega, però, se può prendersi un po' per tempo, perché è sempre l'ultimo a votare. Si connetta per tempo, per cortesia. E la mascherina anche, per cortesia, visto che è in Aula.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. B0008, presentato dal consigliere Montanariello, articolo 1, comma 1, lettera c), modificativo, che prevede:
"Dopo la lettera c) del comma 1 dell'articolo 1 aggiungere la seguente lettera:
"c bis) nei nuovi sviluppi di offerta di servizio al cittadino, privilegiare il miglioramento dei collegamenti con i plessi ospedalieri, garantendo priorità a quelli dei territori nei quali siano stati o saranno centralizzati servizi sanitari o sociosanitari in strutture HUB;""
Lo vuole illustrare?

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Certo.

PRESIDENTE

Prego, allora.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Questo è il più bello di tutti!

PRESIDENTE

Bene.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Ho tentato di mettere in rete più piani, cercando di fare un favore al popolo veneto e parlare di qualcosa che ogni tanto appare solo sulle cronache dei giornali: pendolarismo sanitario. Allora, si chiede, dopo la lettera c) del comma 1 dell'articolo 1, di aggiungere la seguente lettera c bis): "Nei nuovi sviluppi di offerta di servizio al cittadino" – nei nuovi sviluppi, se ci saranno, se non ci sono amen, se ci saranno – privilegiare il miglioramento dei collegamenti con i plessi ospedalieri, garantendo priorità a quelli dei territori nei quali siano stati o saranno centralizzati i servizi sanitari o sociosanitari in ospedali HUB". Sapete cosa vuol dire questo emendamento, colleghi? Che siccome alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 1 del PdL 8 (credo che sia la lettera c)) si parla di economicità... d'accordo, vogliamo pagare meno i dirigenti e più il servizio? D'accordo. Vogliamo avere meno sobbarcamenti di tratta, tre aziende che vanno tutte e tre da Piazzale Roma all'aeroporto? Perfetto. Però, siccome siete voi che, all'interno delle finalità, dite che c'è un'economicità, con l'Assessore, insomma, parliamo tutti i giorni dei problemi economici, quindi fate questa legge anche per avere un'economicità che si traduce in un maggior servizio e in maggiore investimento sul mondo del TPL, io dico una cosa molto semplice: ci sono delle realtà che, non avendo i bacini di utenza di 250-300.000 persone, come prevedono i piani sociosanitari, hanno visto importanti realtà i cui servizi vengono asportati da ospedali HUB. Mi va bene, però se noi andiamo a recuperare i chilometri di tre compagnie – dico una tratta che conosco bene – che fanno tutte e tre piazzale Roma-Aeroporto, io, il presidente Ciambetti e presidente... tutti e tre con l'autobus a un quarto di carico, andiamo tutti all'aeroporto.
L'Assessore giustamente dice: "No, va uno, risparmiamo, meno inquinamento" e anche se sono per l'impatto ambientale, la corrente di Formaggio pare prendere piede, lei no, Assessore, lei, mi dispiace, è in minoranza oggi.
Allora dico: questi chilometri, Assessore, che noi recuperiamo le fa schifo se li mettiamo in alcuni orari e diamo la prevalenza...? Dopo, quando si troverà la Giunta a tavola dirà: "Bene, cosa facciamo con questi 100.000 chilometri recuperati? Diamo una corriera in più a chi torna dal lavoro la sera?" Bella idea. "Diamo un vaporetto in più a chi va a scuola a Rialto?" Bella idea. Io dico che vi do un'idea migliore: diamo priorità a chi non ha più dei servizi nei propri plessi ospedalieri, deve recarsi nell'ospedale HUB e vi dico il caso di Chioggia, perché io sono portatore di un territorio, ma succede anche in tutti gli altri, perché avete poco da ridere: il Piano sociosanitario è su tutta la Regione, quindi non succede solo a Chioggia.
Oggi, se uno deve andare a usare un servizio che hanno portato all'Angelo per avere un servizio migliore – non entro in merito – bene anche qua, oggi bene tutto, cosa deve fare? Deve prendere un bus, deve scendere a piazzale Roma, deve prendere un altro bus per andare alla Auchan e, se malauguratamente ha difficoltà motoria, deve prendere il taxi che lo porta all'entrata.
Allora, se recuperiamo un po' di risorse, vogliamo dare priorità a chi va negli ospedali per curarsi perché è stato deciso dal Piano sociosanitario regionale? Non è un obbligo, è un'idea, cioè diamoci la finalità che il primo risparmio andrà lì perché dopo, insieme a quella gente, ci sono tanti OSS, tanti infermieri, Assessore, tanti dottori che lavorano e magari, anziché andare a lavorare e cambiare quattro bus...
Tra l'altro, vi do un dato, visto che sul biglietto integrato, vedo che oggi siete di palato fine, siete un po' schizzinosi, alcuni casi devono fare un doppio abbonamento, perché mica le tratte che ti portano a piazzale Roma sono le stesse del bus che ti portano all'ospedale: sono compagnia diverse, succede, anche con le ferrovie. Quindi escludendo il biglietto unico e oggi un po' duro, non è frutto di stagione, diciamo... e vi dico di più, cari colleghi - e concludo - che quando è stata fatta la richiesta - e qua è tanto per capire l'entità del problema, Assessore, e non lo dico in maniera sorridente anche se, insomma, può essere il mio tono - quando abbiamo fatto nel Comune di Chioggia la richiesta...

PRESIDENTE

Collega, il tempo.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Di dire che diamo un bus che porta all'Angelo, tutti i Sindaci dell'asta della Romea, destra e sinistra, chiamati dal Sindaco capofila hanno detto: "Va bene, c'è davvero un bus che passa...

PRESIDENTE

Collega, il tempo. La invito a chiudere.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Sì, Presidente, mi scusi, mi son fatto un po' prendere.

PRESIDENTE

Chiuda.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Quindi metto in votazione l'emendamento n. B0008 col parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. B0009, presentato dal consigliere Montanariello, articolo 1, comma 2, lettera a), modificativo, che prevede:
"Alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 1 dopo le parole "alla Regione" aggiungere le seguenti parole:
", garantito il confronto costante con gli Enti locali,""
Prego, collega.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 1, dopo la parola "alla Regione" inserire le seguenti parole: "garantito il confronto con gli Enti locali". Perché? Benissimo la governance unica, benissimo che ci sia una testa a decidere, però ahimè ci sono gli Enti locali, le Province che hanno in mano tutta la vicenda del trasporto extraurbano, le famose corriere blu per capirci, i Comuni che hanno spesso servizi suburbani che intersecano tra loro e ci sono anche i Comuni stessi e quindi dice: quando ci sarà questa unica testa che deciderà, questa centrale operativa unica, questa governance fatta sicuramente dai migliori perché li chiameremo a gestire una governance unica, ricordiamoci che però quando devono decidere, siccome non c'è scritto da nessuna parte, che tengano in considerazione di sentire gli Enti locali che gli dicano com'è la situazione. Non vorremmo che sullo stradario pianificano una tratta ma non che devono entrare nei Consigli, sentirli. Era abbastanza scontata, mi avete detto sì, però, guardate, insomma, su 12 emendamenti di cui sicuramente non ho detto la verità in tutti e 12, ma in qualcuno ho ripetuto quello che mi avete detto voi e quindi per la proprietà transitiva dicendo no a me vi siete smentiti voi, lo ritiro perché è un'umiliazione perché è un'umiliazione per chi ha lavorato giorni, tra l'altro, copiando quello che dicevate voi, anche un lavoro non estremamente difficile, però almeno è servito a sapere che fate una legge e il Consiglio non sa quello che vota. Bene, molto bene.
Lo ritiro, Presidente, perché, insomma, è il classico contentino, come si dice dalle mie parti. Il contentino ve lo tenete e ci confrontiamo sui meriti veri di una legge che serve al territorio. E allora lo ritiro.

PRESIDENTE

Grazie. Quindi l'emendamento è ritirato.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. B0010, presentato dal consigliere Montanariello, articolo 1, comma 2, lettera d), modificativo, che prevede:
"Alla lettera d) del comma 2 dell'articolo 1 dopo le parole: "di un soggetto," aggiungere le seguenti parole:
"che veda la partecipazione delle amministrazioni locali,""
Lo vuole illustrare? Prego, collega.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Alla lettera d) del comma 2 dell'articolo 1, dopo le parole "di un soggetto", aggiungere le parole: "che veda la partecipazione delle amministrazioni locali". Presidente, io credo che, arrivati a questo punto, dovremmo prenderci tutti quanti due minuti e fare una legittima, come diceva il mio amico Barabba, una legittima suspicione per renderci conto di cosa state dicendo. Allora, all'emendamento prima mi dite sì, "garantito il confronto costante con gli enti locali"; all'emendamento dopo mi dite no, "con la partecipazione delle amministrazioni locali". No, l'ho messo su un'altra cosa che richiamava, quindi, se il confronto c'è su uno, c'è sull'altro. Scusa, Vanessa...

PRESIDENTE

Scusate, lasciate finire il collega.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Allora, siccome mi avete dato parere positivo, deduco - ed è così, perché l'Assessore lo sa, perché l'Assessore è molto competente in materia di trasporti - sa bene che gli enti locali sono il front line di quello di cui tu devi parlare. Allora, ma perché su uno, Assessore, i suoi impavidi Consiglieri mi dicono sì e su quello dopo non vogliono più parlare con gli Enti locali? Hanno litigato con qualche Ente locale? Ditelo, subemendiamo, lo togliamo, facciamo il lodo... Ragazzi, dai, stiamo facendo una legge, siamo seri. Siamo seri.

PRESIDENTE

Bene. Non vedo altri interventi. Quindi mettiamo in votazione l'emendamento n. B0010, col parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo al successivo, che è il n. B0011, sempre del collega Montanariello.
Lo vuole illustrare? Prego, collega.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, lo ritiro, non vi faccio perdere altro tempo.

PRESIDENTE

Emendamento ritirato.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. B0012, presentato dal consigliere Montanariello, articolo 1, comma 2, lettera HBIS, modificativo, che prevede:
"Dopo la lettera h) del comma 2 dell'articolo 1 aggiungere la seguente lettera:
"h bis) favorire le funzioni amministrative della Città Metropolitana di Venezia individuando il conferimento alla stessa di funzioni che coerenti con le finalità della governance unica.""
Lo vuole illustrare o lo ritira?

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

No, questo merita.

PRESIDENTE

Lo presenta, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Dopo la lettera h) del comma 2 dell'articolo 1 aggiungere la seguente lettera: "h bis) favorire le funzioni amministrative della Città Metropolitana di Venezia, individuando il conferimento alla stessa di funzioni coerenti con le finalità della governance unica".
Allora, sostanzialmente cosa vuol dire? Che se all'interno della governance unica ci sono delle competenze che, per semplificare, possono essere date alla Città Metropolitana di Venezia, ma non che è obbligatorio, se può servirci darle, lo facciamo e non ci dice niente nessuno perché lo prevede l'articolo 118 della Costituzione. Insomma, non andiamo contro nessuno, lo dicono anche in un livello legislativo superiore, noi diciamo solo che, se può servire, siccome le undici Città Metropolitane in Italia – nascono bene, nascono male, non apro il dibattito – possono avere da parte dello Stato e delle Regioni delle competenze, allora noi diciamo che, se nella governance unica la Città Metropolitana, che comunque è un ente importante, può esserci di supporto con la gestione di alcune competenze, non diciamo di no.
Tra l'altro, guardate, do merito al Sindaco metropolitano di Venezia che su alcune vicende, come il controllo dei flussi, ha fatto un polo unico tra quelle che erano alcune esperienze di Veritas, quelle che erano alcune esperienze del Gruppo Vela, quelle che erano esperienze che erano delle aziende del Comune di Venezia e ha fatto un polo unico, mettendo insieme esperienze e quindi facendo, a livello metropolitano, una sorta di cabina di regia, che oggi si trova all'interno degli uffici Vega, tanto per capirci.
È una porta che ci teniamo aperta e, secondo me, era bene scriverlo, perché voleva dire che a questa legge davamo anche una prospettiva di livello più ampio, davamo una visione più alta, davamo un coinvolgimento più complessivo dei territori, tentavamo di dire qualcosa di più.
Bene, ci fa piacere, prendiamo atto e chiediamo il voto anche se ha parere negativo.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere. Prego, collega Zottis.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Come ha ben spiegato il collega Montanariello, noi qui non chiedevamo dio riconoscere la specificità, l'obbligatorietà... diciamo se siamo in una logica di risparmio e investimento, visto che la Città Metropolitana è Città Metropolitana e non è Provincia e quindi è una cosa a sé, è diversa, questo non lo dicono Francesca, Jonatan, lo dice la Costituzione, o facciamo funzionare la Città Metropolitana o decidiamo che la Città Metropolitana non deve funzionare e non per colpa della legge Delrio, per colpa di una volontà politica che ha deciso, come aveva già deciso in passato, che non deve funzionare.
Lo abbiamo già fatto in passato, ritardando in modo pesante le competenze urbanistiche e ritardando quindi quelli che erano anche dei processi di sviluppo perché la Città Metropolitana non ha presentato il Piano strategico, in parte vero in parte no, quindi questa è una decisione politica: non considerare la Città Metropolitana di Venezia come Città Metropolitana. È una decisione politica che parte dal Comune di Venezia e che parte anche dalla Regione Veneto.
Noi ci auguriamo che questa cosa sia solo un'impressione data dalla bocciatura dell'emendamento, ma ritorneremo fortemente sull'argomento che vedrà sicuramente poi, nel dettaglio della governance, espletarsi qualche altra domandina che faremo o qualche altra analisi che noi e anche comunque il mondo del trasporto in generale farà sicuramente.
Un'ultima cosa. Anche qui l'autonomia sempre a senso unico.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Non vedo altri interventi quindi mettiamo in votazione l'emendamento n. B0012 col parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora agli articoli, quindi articolo n. 1.
Lo mettiamo in votazione.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Articolo, ricordo.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo n. 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo n. 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ci sono dichiarazioni di voto? Collega Possamai. Prego, collega.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Vi abbiamo già anticipato le valutazioni negli interventi precedenti, ma vogliamo mettere a verbale la fine di questa discussione, nel senso che noi avevamo approcciato la discussione su questo progetto di legge con l'intento di dare un contributo. Abbiamo contestato il metodo perché, secondo noi, fare una scatola vuota non aveva senso; abbiamo provato a inserire alcuni principi, alcune linee guida che potevano dare un senso a questa approvazione, e ci sono state cassate – e questa è la cosa più grave – in maniera pregiudiziale, cioè senza neanche il tentativo di discuterle e di ragionarci. Per cui registriamo che siete contrari al biglietto unico, agli investimenti sul progetto a basso impatto ambientale, sull'integrazione delle linee extraurbane, sul tentativo di appianare le disparità territoriali perché, se così non fosse, perlomeno avreste provato a discutere, perché noi eravamo qui, oggi, con l'intento di discutere su una legge che si presentava vuota ma che invece poteva uscire da qui con dei contenuti.
Di fronte a questo atteggiamento, per noi l'unica cosa da fare è non partecipare a questo voto, perché è evidente che non ci può essere una contrarietà di fronte ad alcune ovvietà inserite dentro al progetto di legge, ma il metodo è semplicemente inaccettabile e soprattutto ci avete dimostrato che, nei confronti della minoranza, non c'è nemmeno l'interesse ad ascoltare e a discutere le proposte che arrivano ed è questo l'elemento più grave, perché si può non essere d'accordo con alcune delle cose che ho detto prima, anche se ci avete spiegato in questi anni che per voi erano centrali, ma quello che non è accettabile è che le cose vengano cassate e neanche discusse perché arrivano dall'altra parte. Non è questo il modo con cui noi vogliamo approcciarci a voi in quest'Aula, però ci aspettiamo lo stesso trattamento da parte della maggioranza, cioè il rispetto delle proposte e perlomeno arrivare a un tavolo a discuterne.
Di fronte, invece, a un atteggiamento di chiusura totale, per noi semplicemente non ha senso partecipare a questo progetto di legge, anche perché vorrebbe dire approvare e dare per buona l'idea che questo Consiglio può votare delle leggi che sono scatole vuote e, se qualcuno prova a riempirle, non viene nemmeno accettata la possibilità di ragionarci e discutere insieme.
Quindi parlo a nome di tutte le minoranze e, per quanto ci riguarda, non parteciperemo alla votazione di questo progetto di legge. Grazie.
 
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
 

PRESIDENTE

Grazie a lei. Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Solo per riprendere e sposo quanto ha detto il collega Possamai.
Abbiamo manifestato perplessità di metodo inizialmente nella presentazione del progetto di legge, contestando un po' questo metodo inusuale di procedere ad un atto che è necessario e indispensabile: riconosciamo la necessità di mettere mano alla governance dei trasporti, però, quando si è cercato di mettere un po' di contenuti – e ringrazio il collega Montanariello che si è adoperato da questo punto di vista – c'è stato un rifiuto.
Questo a me preoccupa perché confermo la necessità di agire nel campo di dare una governance nuova ai trasporti, ma se le premesse per questo lavoro che dovrà essere fatto nei prossimi 12 mesi sono queste, cioè rifiutare a priori dei contenuti, io credo che il processo veramente parta in salita. Allora confermo che noi non possiamo fare altro che uscire dall'Aula e però auspicare che questa salita si possa spianare, cioè che cambi l'approccio di questa maggioranza nei confronti di azioni che non hanno destra e sinistra, che hanno solo dei bisogni a cui dare risposta.
Ripeto: le risorse ci possono essere per dare risposte efficaci e dobbiamo farlo con tempestività.
Mi dispiace, secondo me la discussione di questa sera è stata umiliante dal punto di vista dei cittadini del Veneto, perché mostra che non c'è la disponibilità a ragionare con libertà su dei temi che interessano tutti e questo non è bello per la nostra Regione.

PRESIDENTE

Grazie. Io non vedo altri interventi. Sta chiedendo la parola? Deve premere due volte. Zecchinato, prego.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Sì, mi spiace che siano usciti i colleghi della minoranza, è stato anche difficile non intervenire prima, durante la discussione, ma velocemente due cose vanno dette perché sembrava di essere tornati alla prima seduta del Consiglio regionale, quando le opposizioni hanno attaccato il presidente Zaia sul fatto che la Regione Veneto sembrava fosse la Regione più disastrata d'Italia. Sappiamo benissimo che non è così, lo hanno dimostrato i cittadini che hanno votato per questa maggioranza e mi spiace che siano usciti dall'Aula senza sentire la nostra dichiarazione di voto.
Probabilmente è sbagliato anche l'approccio – e questo spero che rimanga a verbale – anche dell'opposizione, perché diventa anche difficile confrontarsi quando viene presentato un progetto di legge e viene subito bollato come una legge vuota, una legge che non serve portare in Aula: una volta che è qui in Aula vuol dire che il progetto di legge è ammissibile e vuol dire che è un progetto di legge sul quale ha creduto il Presidente e sul quale credono i Consiglieri e gli Assessori.
Allora, alcuni emendamenti di portata generale erano stati anche accolti, ma purtroppo sono stati ritirati, emendamenti che facevano decadere altri emendamenti non accolti perché magari o avevano riflesso sugli Enti di secondo livello o perché già ricompresi negli emendamenti che avevamo accolto. Ne cito uno, ad esempio: quando si dice su un emendamento che "La previsione di infrastrutture e di trasporti deve essere compatibile con la pianificazione urbanistica comunale", effettivamente ha poco senso inserirlo, nel senso che sapete benissimo che, se progetto un'infrastruttura, deve essere coerente oppure al massimo vado in variante.
Quindi, a ragion veduta, mi spiace che la discussione sia finita così, auspico che in contesti diversi ci si possa confrontare in maniera anche diversa e su cose concrete.
Voglio aggiungere altre due cose. Il tema dei trasporti e delle infrastrutture è importante e per questo, come ho ribadito anche nella relazione iniziale, lo portiamo all'attenzione dell'Aula. Il progetto di legge parte da un Piano regionale dei trasporti, che esiste e la Giunta, sulla base di quello, può già prospettare un disegno di legge. Noi qui diamo degli indirizzi, dei criteri, diamo una temporalità ed è nella potestà del Consiglio indirizzare, chiaramente dando l'ampia libertà alla Giunta di presentarci un disegno di legge che passerà nelle Commissioni, avrà i pareri e passerà in Consiglio.
Pertanto non riusciamo veramente a comprendere questa enfasi anche negli interventi che sono stati proposti e prospettati, per cui non credo che creiamo anche un precedente, in quanto abbiamo un PRT che è stato approvato da questo Consiglio regionale e abbiamo un progetto di legge che viene approvato dal Consiglio regionale.
Avrei tante altre cose da aggiungere, ma mi limito, per ragioni di tempo, nell'intervento.
Credo che questo progetto di legge abbia il merito di essere approvato ed essere anche pubblicizzato da parte nostra, perché è il Veneto del futuro. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Chi è il più giovane in Aula? Va bene, datemi un minuto che arriva Alessandra per fare il segretario.
Bene, non vedo altri interventi, per cui metto in votazione il progetto di legge n. 9 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Colleghi, un attimo di attenzione. Dobbiamo fare il punto n. 9, la nomina del componente del Comitato di gestione dell'Autorità portuale, perché scade il termine e lo sta facendo anche il Comune in questo momento, quindi passiamo al punto n. 9.
PUNTO
9
 
   

DESIGNAZIONE DI UN COMPONENTE DEL COMITATO DI GESTIONE DELL'AUTORITÀ DI SISTEMA PORTUALE DEL MAR ADRIATICO SETTENTRIONALE. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 4/2021)

PRESIDENTE

Ci sono proposte? Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
A nome della lista Zaia Presidente, della lista Liga Veneta e della lista Veneta Autonomia, indichiamo l'ingegnere Campitelli.

PRESIDENTE

Bene, distribuiamo le schede. Baldin fa l'appello.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, chi è da remoto cosa fa?

PRESIDENTE

Chi è da remoto deve venire giù, è molto semplice.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

L'importante è dirlo, però.

PRESIDENTE

La vedevo assente, collega.
Signori, calma, verrete chiamati in base all'estrazione che farà il segretario d'Aula. Ci siamo?

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Il primo è Andreoli Marco.

PRESIDENTE

Allora, fermi un attimo. Non creiamo assembramenti o cose non di buon principio, quindi rimanete ai vostri posti e all'appello venite chiamati.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Andreoli Marco Ha votato
Baldin Erika Ha votato
Barbisan Fabiano
Roberto Bet Ha votato
Bigon Anna Maria
Bisaglia Simona
Boron Fabrizio
Bozza Alberto
Brescacin Sonia Ha votato
Camani Vanessa
Cavinato Elisa Ha votato
Cecchetto Milena
Centenaro Giulio Ha votato
Cestari Laura Ha votato
Cestaro Silvia Ha votato
Ciambetti Roberto Ha votato
Corsi Enrico Ha votato
Dolfin Marco Ha votato
Favero Marzio Ha votato
Finco Nicola Ignazio Ha votato
Formaggio Joe Ha votato
Gerolimetto Nazareno
Giacomin Stefano
Guarda Cristina Ha votato
Lorenzoni Arturo Ha votato
Maino Silvia Ha votato
Michieletto Gabriele Ha votato
Montanariello Jonatan Ha votato
Ostanel Elena Ha votato
Pan Giuseppe Ha votato
Piccinini Tomas Ha votato
Polato Daniele
Possamai Giacomo Ha votato
Possamai Giampiero Ha votato
Puppato Giovanni Ha votato
Razzolini Tommaso
Rigo Filippo Ha votato
Rizzotto Silvia Ha votato
Sandonà Luciano Ha votato
Scatto Francesca Ha votato
Soranzo Enoch
Speranzon Raffaele Ha votato
Sponda Alessandra Ha votato
Valdegamberi Stefano Ha votato
Venturini Elisa Ha votato
Vianello Roberta Ha votato
Villanova Alberto Ha votato
Zanoni Andrea Ha votato
Zecchinato Marco Ha votato
Zottis Francesca Ha votato
Seconda chiamata.
Barbisan Fabiano Ha votato
Bigon Anna Maria Ha votato
Bisaglia Simona Ha votato
Boron Fabrizio Ha votato
Bozza Alberto Ha votato
Camani Vanessa Ha votato
Cecchetto Milena Ha votato
Gerolimetto Nazzareno
Polato Daniele
Razzolini Tommaso
Soranzo Enoch
Giacomin Stefano Ha votato

PRESIDENTE

Bene, chiusa la votazione, procediamo allo scrutinio.
46 votanti - 10 schede bianche e 36 voti per Campitelli.
Risulta nominata in Autorità Portuale Mare Adriatico settentrionale la dottoressa Campitelli Maria Rosaria Anna.
Come d'accordo con la Conferenza dei Capigruppo, la mozione di cui al punto n. 10, la mozione n. 13, viene rinviata a un prossimo Consiglio regionale.
Chiudiamo qui la seduta. Grazie a tutti e buonasera.
La Seduta termina alle ore 19.48
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN
 
Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 11
MARTEDì 2 FEBBRAIO 2021


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI
 
INDICE

Processo verbale della 11a seduta pubblica – martedì 2 febbraio 2021
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto nella deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 105 del 13 novembre 2020.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 1552 del 28 gennaio 2021.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 14.08.

Punto n. 1) all'ordine del giorno


Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della 9a seduta pubblica di martedì 22 dicembre 2020 e della 10a seduta pubblica di martedì 19 gennaio 2021.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che è in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 48 dell'11.01.2021
presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Guarda
"Inseguimento notturno di quattro esemplari di lupo per due chilometri con temperature sotto lo zero. La Regione intende verificare l'episodio per individuare il responsabile e far applicare sanzioni previste??"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 6 del 27.10.2020
presentata dalla consigliera Guarda
"Tribunale di Venezia accerta carattere discriminatorio del comportamento di Regione del Veneto e Ulss 3 riguardo all'ordinario accesso alle cure dei minori stranieri irregolarmente soggiornanti: quale la situazione presso le altre Ulss Venete?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 13 del 06.11.2020
presentata dalla consigliera Bigon
"Nel Veronese mancano più di 100 medici di base! Cosa sta facendo la Giunta regionale per risolvere questa grave emergenza?"

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 41 del 28.12.2020
presentata dai consiglieri Guarda, Lorenzoni, Giacomo Possamai, Camani, Zanoni, Zottis e Bigon
"La Giunta regionale interverrà presso il Comune di Verona per far rimeditare il provvedimento di revoca della cittadinanza onoraria della città allo scrittore Roberto Saviano?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 21 del 19.11.2020
presentata dalla consigliera Guarda
"Interventi a favore della famiglia e Covid-19: l'assegno prenatale potrà essere esteso anche ai nuclei familiari dei nati prima dell'entrata in vigore del provvedimento di giunta che fissa i criteri per l'accesso?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 26 del 27.11.2020
presentata dai consiglieri Guarda e Giacomo Possamai
"Sanità di prossimità a Recoaro terme: quale futuro?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde).

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 30 del 02.12.2020
presentata dalla consigliera Ostanel
"Pronto Soccorso regionali, medici senza percorso formativo post laurea. La Regione faccia chiarezza."

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

n. 31 del 04.12.2020
presentata dalla consigliera Ostanel
"Realizzazione Residenze Socio Sanitarie per utenza con problematiche psichiatriche. Quali gli interventi previsti?"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

n. 32 del 04.12.2020
presentata dai consiglieri Zottis, Montanariello e Bigon
"ULSS 4 - carenza medici di base: grave problema diffuso in tutta la regione. La Giunta intende al più presto intervenire?"

Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto).

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 49 dell'11.01.2021
presentata dai consiglieri Zanoni, Camani, Bigon, Zottis, Lorenzoni, Ostanel e Guarda
"Superstrada Pedemontana Veneta: rifiuti interrati in pieno giorno in un cantiere della Superstrada Pedemontana a San Vito di Altivole (tv). Quali provvedimenti intende prendere la Regione?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 50 dell'11.01.2021
presentata dai consiglieri Zanoni, Camani, Bigon, Zottis, Lorenzoni e Ostanel
"Superstrada Pedemontana Veneta: la Corte dei conti rileva ritardi nei lavori, sanzioni inapplicate, previsioni di flussi di traffico non attendibili e mancato recupero dell'iva. Quali provvedimenti intende prendere la Regione?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Sul punto 5) all'ordine del giorno intervengono il PRESIDENTE che comunica che non sono pervenute risposte e la consigliera Guarda (Europa Verde).

Punto n. 6) all'ordine del giorno


Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Finco, Ciambetti, Sponda, Baldin, Zottis, Polato e Formaggio relativa a "Modifiche alla legge regionale 10 agosto 2001, n. 18 "Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato regionale per le comunicazioni (CORECOM)"". (Progetto di legge n. 26) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 2/2021)  [RESOCONTO]

Interviene il consigliere Finco (Liga Veneta per Salvini Premier) che svolge la relazione illustrativa per conto della Prima commissione consiliare.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti all'emendamento n. A1 scade in 3 minuti.

In discussione generale intervengono le consigliere Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Guarda (Europa Verde) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Il PRESIDENTE invita l'Ufficio di presidenza della Prima commissione consiliare ad esprimere il parere sull'emendamento presentato.

Si passa all'esame dell'articolato e relativo emendamento.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Sull'emendamento n. A1 all'articolo 2 interviene la consigliera Guarda (Europa Verde).

L'emendamento n. A1 all'articolo 2, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Gli articoli 3, 4 e 5, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Guarda, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 7) all'ordine del giorno


Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Zaia, Finco, Rizzotto, Cavinato, Sandonà, Brescacin, Michieletto, Villanova, Dolfin, Zecchinato, Vianello, Bet, Ciambetti e Centenaro relativa a "Modifiche alla legge regionale 24 agosto 1979, n. 63 "Norme per l'istituzione e il funzionamento dell'Istituto regionale per le Ville Venete "I.R.V.V."", ed ulteriori disposizioni". (Progetto di legge n. 7) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 3/2021)  [RESOCONTO]

Interviene il consigliere Favero (Liga Veneta per Salvini Premier) che svolge la relazione illustrativa per conto della Prima commissione consiliare.

Si passa all'esame dell'articolato.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Sull'articolo 2 intervengono in discussione generale i consiglieri Guarda (Europa Verde) e Favero (Liga Veneta per Salvini Premier).

Gli articoli 2, 3, 4 e 5, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Si passa all'esame dell'ordine del giorno collegato al progetto di legge in oggetto.

ODG n. C1

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Guarda, Lorenzoni, Camani e Giacomo Possamai relativo a "La Giunta si impegni a considerare le Ville Venete come elemento chiave del futuro piano paesaggistico regionale" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Modifiche alla legge regionale 24 agosto 1979, n. 63 "Norme per l'istituzione e il funzionamento dell'Istituto regionale per le Ville Venete "I.R.V.V."", ed ulteriori disposizioni". (Progetto di legge n. 7) APPROVATO (Deliberazione n. 3/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che illustra l'ordine del giorno in oggetto, Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Guarda (Europa Verde).

Durante l'intervento della consigliera Guarda assume la Presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Intervengono i consiglieri Favero (Liga Veneta per Salvini Premier), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e l'assessore Corazzari.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, l'ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Formaggio

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale al progetto di legge interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) sul Regolamento.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

La seduta è sospesa alle ore 16.21.

La seduta riprende alle ore 16.44.

Punto n. 8) all'ordine del giorno


Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Zaia, Finco, Rizzotto, Cavinato, Sandonà, Brescacin, Michieletto, Villanova, Dolfin, Zecchinato, Vianello, Bet, Cestari, Ciambetti e Centenaro relativa a "Razionalizzazione e riordino della governance regionale nel settore delle infrastrutture e dei trasporti". (Progetto di legge n. 9) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 4/2021)  [RESOCONTO]

Intervengono i consiglieri Zecchinato (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Seconda commissione consiliare, e Montanariello (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Seconda commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Zottis (Partito Democratico Veneto), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Rizzotto (Zaia Presidente), Camani (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto) e Guarda (Europa Verde).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Il PRESIDENTE sospende la seduta per permettere all'Ufficio di Presidenza della Seconda Commissione consiliare di esprimere parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 17.47.

La seduta riprende alle ore 18.11.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

Sull'emendamento n. B1 all'articolo 1 intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto) che lo illustra, Camani (Partito Democratico Veneto) e Montanariello (Partito Democratico Veneto) che lo ritira.

L'emendamento n. B2 all'articolo 1 è ritirato dal consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Sull'emendamento n. B3 all'articolo 1 intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto) che lo illustra, Camani (Partito Democratico), Zottis (Partito Democratico Veneto) e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. B3 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. B4 all'articolo 1 intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto) che lo illustra, Camani (Partito Democratico) e Zottis (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. B4 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. B5 all'articolo 1 intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto) che lo illustra, Camani (Partito Democratico) e Zottis (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. B5 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. B6 all'articolo 1 intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto) che lo illustra, Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Rizzotto (Zaia Presidente), Zottis (Partito Democratico Veneto), Camani (Partito Democratico) e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. B6 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. B7 all'articolo 1 intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, Camani (Partito Democratico) e Zottis (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. B7 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. B8 all'articolo 1, illustrato dal consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. B9 all'articolo 1 interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che lo illustra e lo ritira.

L'emendamento n. B10 all'articolo 1, illustrato dal consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. B11 all'articolo 1 è ritirato dal consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Sull'emendamento n. B12 all'articolo 1 intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, e Zottis (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. B12 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

I tre articoli che compongono il progetto di legge in oggetto, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

In dichiarazione di voto finale interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto)

Durante l'intervento del consigliere Possamai Giacomo assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto) e Zecchinato (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Speranzon, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

Bigon, Camani, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Punto n. 9) all'ordine del giorno

Designazione di un componente del Comitato di gestione dell'Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Settentrionale. APPROVATA (Deliberazione n. 4/2021)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Villanova (Zaia Presidente) il quale, a nome della maggioranza, propone la candidatura della signora Campitelli Maria Rosaria Anna.

La consigliera segretaria Baldin (Movimento 5 Stelle), su invito del Presidente, procede all'appello nominale della votazione, a scrutinio segreto, della designazione in oggetto.

Il PRESIDENTE proclama il risultato della votazione:

Assegnati n. 51
Presenti n. 46
Votanti n. 46
Astenuti n. 0
Schede bianche n. 10
Schede nulle n. 0

Ha ottenuto voti:

Campitelli Maria Rosaria Anna n. 36

Risulta designata:

Campitelli Maria Rosaria Anna

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 19.48.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BORON Fabrizio
POLATO Daniele
BOZZA Alberto
POSSAMAI Giacomo
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CENTENARO Giulio
RIZZOTTO Silvia
CESTARI Laura
SANDONA' Luciano
CESTARO Silvia
SCATTO Francesca
CIAMBETTI Roberto
SORANZO Enoch
CORSI Enrico
SPERANZON Raffaele
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VIANELLO Roberta
GIACOMIN Stefano
VILLANOVA Alberto
GUARDA Cristina
ZANONI Andrea
LORENZONI Arturo
ZECCHINATO Marco
 
ZOTTIS Francesca
   
   
   
IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Erika BALDIN
 
   
   
 
IL PRESIDENTE
Roberto CIAMBETTI
   
   
   

N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Paola Lombardo