ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 23/02/2021 n. 13

Resoconto n. 13 - 11^ legislatura
Resoconto 13a Seduta pubblica
Martedì, 23 febbraio 2021
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 14.06

PRESIDENTE

Diamo inizio alla 13a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 3128 del 18 febbraio 2021.
PUNTO
1



APPROVAZIONE DEL VERBALE DELLA SEDUTA PRECEDENTE

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 12a seduta pubblica del 16 febbraio 2021.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Francesca SCATTO
I congedi sono concessi.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Passiamo alle interrogazioni e interpellanze.

Interrogazione a risposta immediata n. 34 del 10 dicembre 2020 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "PIANO DI RESILIENZA E GALLERIA SOTTO IL MASSICCIO SELLA: LA PROPOSTA DI INTERVENTO È STATA PREVENTIVAMENTE CONCORDATA CON LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO?".

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che con deliberazione n. 1529 del 17 novembre 2020 (BUR n. 187 del 1° dicembre 2020) la Giunta regionale ha adottato il Piano regionale per la ripresa e la resilienza (PRRR) e quanto per la fase di interlocuzione con il Governo e le Regioni ai fini del finanziamento con le risorse del Next Generation EU ("Recovery Fund") - Dispositivo per la ripresa e la resilienza.
Preso atto che:
- il suddetto piano è articolato in 13 macro-progetti, suddivisi in due classi di priorità, per un ammontare di 24,984 miliardi di euro;
- tra gli interventi elencati all'interno del Macroprogetto "4. Infrastrutture per la competitività" elencati all'Allegato A vi è, per un costo stimato di 100.000,00 di Euro, il progetto "Galleria sotto il Massiccio Sella" classificato in priorità 2 "necessario", senza ulteriore esplicitazione di dettaglio, se non quella generica e generale che si legge nella motivazione a corredo del Macroprogetto 4.
Considerato che:
- l'attivazione dell'intervento in parola, ove ricompreso nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, e dunque destinatario dei finanziamenti a valere sul Recovery Fund, richiederebbe comunque l'intesa con gli altri enti territoriali interessati, tal per cui è utile comprendere se l'inserimento dello stesso all'interno del PRRR sia avvenuto o meno sulla scorta di un progetto di intesa o di accordo con le Province autonome di Trento e Bolzano;
- il suddetto piano regionale non mai stato sottoposto, né prima né dopo l'adozione, all'attuale Consiglio regionale del Veneto, tal per cui sono mancati i necessari momenti di confronto e interlocuzione utili a comprendere, con un sufficiente livello di dettaglio, gli interventi ivi inseriti; né può dirsi sostitutivo di un preventivo confronto o di una informativa, il richiamo all'approvazione consiliare, avvenuta nel corso della X legislatura, della Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, richiamata nelle premesse alla Dgr n. 1529.
Tutto ciò premesso, la sottoscritta Consigliera
interroga la Giunta regionale
per conoscere qual è il livello di dettaglio dell'intervento denominato "Galleria sotto il Massiccio Sella" come inserito all'interno del Macroprogetto 4 di cui al Piano regionale n. 1529 del 17 novembre 2020.".

PRESIDENTE

Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente. Intanto un saluto a tutti i colleghi.
Premesso che il 17 novembre 2020 con la delibera 1529 la Giunta regionale ha adottato il Piano regionale per la Ripresa e la Resilienza e quanto per la fase di interlocuzione con il Governo e le Regioni ai fini del finanziamento con le risorse della Next Generation EU, Dispositivo per la ripresa e la resilienza.
Preso atto che il suddetto è piano articolato in 13 Macroprogetti suddivisi in due classi di priorità, per un ammontare di 24 miliardi di euro, tra gli interventi elencati all'interno del Macroprogetto 4 "Infrastrutture per la competitività", elencati all'allegato A vi è anche - per un costo stimato di 100.000 euro - il progetto "Galleria sotto il massiccio Sella", classificato di priorità 2, necessario, senza ulteriore però esplicitazioni di dettaglio se non quella generica e generale che si legge nelle motivazioni a corredo del Macroprogetto 4.
Considerato che l'attivazione dell'intervento in parola, ove ricompreso nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dunque destinatario di finanziamenti a valere sul Recovery Fund richiederebbe comunque l'intesa con gli altri Enti territoriali interessati, tal per cui è utile comprendere se l'inserimento dello stesso all'interno del PRRR sia avvenuto o meno sulla scorta di un progetto di intesa di accordo con le Province autonome di Trento e Bolzano.
Salto l'ultimo passaggio per parlare della domanda che pongo all'Assessore e alla Giunta regionale per conoscere qual è il livello di dettaglio dell'intervento denominato "Galleria sotto il massiccio Sella" come inserito all'interno del Macroprogetto 4 di cui al Piano regionale.

PRESIDENTE

Assessore De Berti, per la risposta, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"La proposta di intervento in argomento riguarda il collegamento dei quattro passi dolomitici ("Sella Ronda") mediante un "sistema di gallerie naturali".
L'idea progettuale, non ancora sviluppata, prevedrebbe un sistema di tunnel per collegare i passi dolomitici Pordoi, Sella, Gardena e Campolongo, congestionati spesso dal traffico veicolare.
Il "sistema di gallerie" permetterebbe di chiudere al traffico veicolare le attuali strade verso i passi, strade che potrebbero essere destinate, in via prioritaria, alla "mobilità ciclabile" e pedonale.
Tali collegamenti viari con un "sistema di gallerie", inoltre, andrebbe a ridurre notevolmente le distanze esistenti tra le Valli Gardena, Badia, Fassa e Livinallongo, garantendo il collegamento anche nel caso di pericolo, o interruzione delle attuali strade, per frane o valanghe.
L'investimento totale necessario è ipotizzabile in circa 400 milioni di euro, di cui 100 milioni di euro per il tratto in territorio Veneto.
Questo tipo di idea progettuale ("sistema di gallerie naturali"), infine, permetterebbe di migliorare l'accessibilità turistica nell'area " Sella Ronda", sia nella stagione estiva che, soprattutto, in quella invernale ed essendo interamente sviluppata in galleria potrà avere, nella fase di esercizio, un ridotto impatto nel territorio attraversato.".

Ass.ra DE BERTI ELISA

Grazie, Presidente.
La proposta di intervento in argomento riguarda il collegamento dei quattro passi dolomitici Sella Ronda mediante un sistema di gallerie naturali. L'idea progettuale, non ancora sviluppata, prevedrebbe un sistema di tunnel per collegare i passi dolomitici Pordoi, Sella, Gardena e Campolongo, congestionati spesso dal traffico veicolare.
Il sistema di gallerie permetterebbe di chiudere al traffico veicolare le attuali strade verso i passi, strade che potrebbero essere destinate in via prioritaria alla mobilità ciclabile e pedonale. Tali collegamenti viari con un sistema di gallerie, inoltre, andrebbe a ridurre notevolmente le distanze esistenti tra le Valli Gardena, Badia, Fassa e Livinallongo garantendo il collegamento anche nel caso di pericolo interruzione delle attuali strade per frane o valanghe.
L'investimento totale necessario è ipotizzabile in circa 400 milioni di euro, di cui 100 milioni di euro per il tratto in territorio veneto. Questo tipo di idea progettuale, il sistema di gallerie naturali, infine, permetterebbe di migliorare l'accessibilità turistica nell'area Sella Ronda sia nella stagione estiva che soprattutto in quella invernale ed essendo interamente sviluppata in galleria, potrà avere nella fase di esercizio un ridotto impatto nel territorio attraversato.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Prego, Guarda per la replica. Se chiede la parola. Grazie.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio di questa precisazione. È importante approfondire con cura questi temi, specie perché in questa fase si sta parlando per il territorio bellunese di una serie di interventi molto importanti e anche impattanti da un punto di vista economico e sociale, perché non si parla soltanto del tunnel sotto il massiccio Sella, ma anche del tunnel, per esempio, Cortina-Agordino. Di conseguenza, tutta questa serie di aggiunte, di progetti, eccetera, deve essere naturalmente valutata con attenzione assieme al territorio e anche verificando se questo tipo di investimenti siano realmente necessari in una fase di transizione nel rapporto, per esempio, col turismo e anche col sistema di trasporto turistico, che invece deve vedere una riduzione delle entrate all'interno dei territori montani con auto propria ma invece un implemento di quello che deve essere un trasporto pubblico, un trasporto naturalmente sostenibile.
Per questo motivo abbiamo deciso di portare questa interrogazione, immaginando e sperando in un'interlocuzione con la Provincia autonoma di Bolzano, che deve essere naturalmente operativa e deve, appunto, rispecchiare quello che è poi il principio di un'operatività di transizione ecologica verso cui comunque il turismo in questi territori maggiormente va a richiedere un intervento e una priorità. Grazie.
PUNTO
5



INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Non ci sono risposte pronte ai sensi dell'articolo 111.

PRESIDENTE

Colleghi, permettetemi una brevissima riflessione che, secondo me, vale la pena fare. Giusto un anno or sono, venerdì 22 febbraio, la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari veniva convocata con urgenza per lunedì 24 febbraio a Palazzo Balbi per fare il punto con l'assessore Lanzarin e la dottoressa Russo della situazione Coronavirus e per avere dati aggiornati sull'attività messa in atto dalla nostra sanità dopo la morte nell'ospedale di Schiavonia del signor Adriano Trevisan, il primo deceduto in Italia per Covid-19.
Leggo testualmente quanto dissi alla stampa al termine dei lavori di quell'incontro, dopo aver ringraziato l'intera struttura sanitaria veneta per lo sforzo che stava prodigando: "La vita consiliare non vedrà interruzioni, procederà come programmato con le Commissioni previste per questa settimana e la convocazione decisa quest'oggi della seduta consiliare il prossimo 3 marzo, seduta che si aprirà con le comunicazioni dell'assessore Lanzarin sull'evoluzione del quadro. Le Istituzioni, dunque, continuano il loro lavoro, ben consce della difficoltà della situazione. Come Consiglieri, inoltre, siamo delle antenne sul territorio, siamo i portavoce dei cittadini e dei Sindaci e portiamo a conoscenza dell'Assessore o dell'autorità competente dubbi, timori e bisogni che necessitano di risposte, come le false notizie - che giravano in quei giorni - o illazioni che hanno bisogno di una tempestiva e secca smentita".
E così fu; il Consiglio non interruppe mai i suoi lavori e nel momento del lockdown continuò da remoto sempre a lavorare. Di quel lunedì 24 febbraio di un anno fa porto con me l'immagine di Claudio Sinigaglia, Consigliere del Partito Democratico, Vicepresidente della Quinta Commissione e grande esperto della sanità pubblica che, alla conclusione della Conferenza dei Capigruppo, attese la fine delle interviste ai giornalisti, attese l'assessore Lanzarin e poi con discrezione la informò in maniera dettagliata e precisa di quello che stava accadendo, la situazione degli ospedali e delle case di riposo del padovano. Il suo impegno come Consigliere nel seguire i lavori del Consiglio e contemporaneamente informarsi e informare sulle problematiche Covid e la situazione sanitaria veneta fu straordinario, non venne mai meno pur nel dolore e nella difficoltà del male che lo avrebbe stroncato il 13 ottobre scorso.
Fra pochi giorni, l'8 marzo, avrebbe compiuto 63 anni. Lo ricordo con affetto e commozione, come ricordo e ringrazio quanti in quei mesi drammatici si sono prodigati in maniera incredibile, dal presidente Zaia, all'assessore Lanzarin, all'assessore Bottacin e via via lungo le filiere della sanità regionale (medici, personale infermieristico, operatori di sanità), la Protezione civile, le associazioni di volontariato, nonché l'intera rete della solidarietà veneta e per quanto ci riguarda più direttamente vorrei sottolineare l'impegno di tutti i dirigenti del Consiglio regionale, i dipendenti e i collaboratori esterni a iniziare dal settore informatico senza il cui lavoro, spesso svolto in evidente difficoltà, non sarebbe stato possibile garantire, come invece è avvenuto, la vita della nostra Istituzione. E possiamo sicuramente affermare che il virus non ha sconfitto la democrazia.
Sicuramente non è finita, però penso che come Istituzione del Veneto il nostro lavoro lo abbiamo fatto durante quest'anno e sicuramente lo faremo anche nel prossimo periodo.

PRESIDENTE

Bene. Passiamo al punto n. 6: "Designazione dell'Amministratore unico di Infrastrutture Venete S.r.l.".
Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Sull'ordine dei lavori, Presidente, chiedo scusa.

PRESIDENTE

Sì.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Vi è anche un'interrogazione, sempre a risposta scritta, che torna ad essere di nuovo iscritta oggi ma immagino che la risposta non vi sia, per cui...

PRESIDENTE

Ho sollecitato. Ho già fatto.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Chiedo cortesemente con energia di sollecitare perché qui si tratta di una questione sanitaria relativa appunto ai cittadini della zona di Trissino contaminati da PFAS sicuramente, dato appunto i dati che ci vengono riferiti rispetto alla contaminazione dell'acqua, ma anche quella che è la prospettiva scientifica internazionale rispetto all'inquinamento dell'aria storico a cui eventualmente sono stati sottoposti.
Per cui rispetto a questo, dato che è una questione piuttosto urgente di materia sanitaria, dato i risultati che continuano ad arrivare rispetto all'indagine PFAS nell'area nella zona rossa, una risposta rispetto a questo - si parla di un sì o di un no semplicemente - sarebbe opportuna. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, ho già scritto energicamente, però, ripeto, più di così non posso fare.
PUNTO
6



DESIGNAZIONE DELL'AMMINISTRATORE UNICO DELLA SOCIETÀ INFRASTRUTTURE VENETE S.R.L.. APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 10/2021)

PRESIDENTE

Bene. Siamo al punto n. 6, ci sono indicazioni?
Villanova, prego.
Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)
Grazie, Presidente.
A nome del Gruppo Zaia Presidente, Liga Veneta e Veneto Autonomia indichiamo il dottor Zancopè.
PRESIDENTE
Benissimo. Non vedo altri interventi. Se distribuiamo le schede e invito i colleghi che sono in ufficio a scendere perché dobbiamo votare attraverso la scheda.
Finché i colleghi scendono, però lo dico ai Capigruppo presenti in Aula, sull'organizzazione dei lavori dei prossimi giorni sul Piano di Resilienza e di Rinascita, probabilmente martedì 3 ci sarà una seconda tornata della Seconda Commissione e della Sesta Commissione perché le audizioni sono poderose, in tutte le Commissioni, ma in particolar modo anche in queste, mentre è già previsto per la Quinta e la Terza di fare la seconda giornata.
Quindi martedì 3 la Sesta alla mattina e la Seconda al pomeriggio.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sono Zanoni, Presidente, chiedo la parola.

PRESIDENTE

Come?

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sono Zanoni, Presidente, chiedo la parola per dirle che martedì...

PRESIDENTE

Dovresti venire giù a votare, però. Parli dopo sull'ordine dei lavori.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sì, sto venendo, però martedì abbiamo la convocazione della Quarta, martedì mattina, come da calendario.

PRESIDENTE

Va bene, ne parliamo un attimo e vediamo la sovrapposizione con i colleghi, quanti ce ne sono in Sesta...

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

E abbiamo già inviato le audizioni, abbiamo già inviato gli inviti con le audizioni.

PRESIDENTE

Sì, vedo la sovrapposizione dei colleghi fra Sesta e Quarta.
Segretario Sponda, prego.

Alessandra SPONDA (Zaia Presidente)

Buongiorno a tutti, iniziamo con la prima chiamata.
ANDREOLI Marco – Ha votato
BALDIN Erika Ha votato
BARBISAN Fabiano
BET Roberto Ha votato
BIGON Anna Maria Ha votato
BISAGLIA Simona Ha votato
BORON Fabrizio
BOZZA Alberto
BRESCACIN Sonia Ha votato
CAMANI Vanessa Ha votato
CAVINATO Elisa Ha votato
CECCHETTO Milena Ha votato
CENTENARO Giulio Ha votato
CESTARI Laura Ha votato
CESTARO Silvia Ha votato
CIAMBETTI Roberto Ha votato
DOLFIN Marco Ha votato
FAVERO Marzio Ha votato
FINCO Nicola Ignazio
FORMAGGIO Joe Ha votato
GEROLIMETTO Nazzareno Ha votato
GIACOMIN Stefano Ha votato
GUARDA Cristina Ha votato
LORENZONI Arturo Ha votato
MAINO Silvia
MICHIELETTO Gabriele Ha votato
MONTANARIELLO Jonatan Ha votato
OSTANEL Elena Ha votato
PAN Giuseppe
PICCININI Tomas Ha votato
POLATO Daniele
POSSAMAI Giacomo Ha votato
POSSAMAI Giampiero Ha votato
PUPPATO Giovanni Ha votato
RAZZOLINI Tommaso
RIGO Filippo Ha votato
RIZZOTTO Silvia Ha votato
SANDONÀ Luciano Ha votato
SORANZO Enoch Ha votato
SPERANZON Raffaele Ha votato
SPONDA Alessandra Ha votato
VALDEGAMBERI Stefano
VENTURINI Elisa Ha votato
VIANELLO Roberta Ha votato
VILLANOVA Alberto Ha votato
ZANONI Andrea Ha votato
ZECCHINATO Marco Ha votato
ZOTTIS Francesca Ha votato
Procedo con la seconda chiamata:
BARBISAN Fabiano Ha votato
BORON Fabrizio Ha votato
BOZZA Alberto Ha votato
FINCO Nicola Ignazio
MAINO Silvia Ha votato
PAN Giuseppe
POLATO Daniele
RAZZOLINI Tommaso Ha votato
VALDEGAMBERI Stefano
Le operazioni di votazione sono concluse.

PRESIDENTE

Grazie.
In attesa dello spoglio delle schede, proseguiamo i lavori.
Vedo una richiesta di intervento del collega Speranzon, immagino sull'ordine dei lavori.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Grazie.
Sull'ordine dei lavori, chiedo al Presidente e all'Aula un minuto di silenzio e raccoglimento in ricordo dell'ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, che sono stati vittime di un attentato in Congo.

PRESIDENTE

Direi cosa assolutamente da accogliere.
Come avete visto, oggi abbiamo messo le bandiere a mezz'asta visto il lutto nazionale dichiarato ed è sicuramente una perdita gravissima, specialmente di un Ambasciatore che svolgeva il suo ruolo veramente in mezzo a chi ne aveva bisogno.
L'Aula osserva un minuto di raccoglimento.
Proseguiamo col punto n. 7, mozione n. 1.
PUNTO
7



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI MONTANARIELLO, GIACOMO POSSAMAI, CAMANI, BIGON, ZANONI E ZOTTIS RELATIVA A "LA REGIONE VENETO SOSTENGA I CITTADINI E LE IMPRESE DELLA CITTÀ DI CHIOGGIA DURAMENTE COLPITI DALL'ECCEZIONALE EVENTO ATMOSFERICO DEL 15 OTTOBRE 2020". (MOZIONE N. 1) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 11/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO che il 15 ottobre 2020 a Chioggia si sono verificati eventi meteorologici eccezionali con abbondanti precipitazioni e forti venti che hanno causato ingenti danni ai privati e alle attività economiche e produttive della città;
CONSIDERATO che i gravi danni provocati dai suddetti eventi richiedono un intervento della Regione a sostegno delle famiglie, delle imprese produttive e turistiche, già pesantemente colpite dalle conseguenze economiche della pandemia da Covid-19;
TENUTO CONTO CHE:
- ai sensi dell'articolo 106 della legge regionale n. 11 del 2001 il Presidente della Giunta regionale può dichiarare l'esistenza dello stato di crisi per calamità ovvero di eccezionale avversità atmosferica, e questo ad oggi non risulta ancora essere avvenuto;
- ai sensi della legge regionale 30 gennaio 1997, n. 4 "Interventi a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali" il cittadino residente o chi esercita attività produttiva sul territorio comunale, se ha subito un danno per il verificarsi di un evento calamitoso naturale, può chiedere alla Regione, attraverso il Comune, un contributo per i danni subiti;
impegna il Presidente della Giunta regionale
a dichiarare lo stato di crisi e a mettere a disposizione risorse del bilancio regionale per ristorare i soggetti danneggiati dagli eventi calamitosi verificatisi a Chioggia il 15 ottobre 2020".

PRESIDENTE

Collega, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, chiedo scusa.

PRESIDENTE

Chiedi la parola col tasto giusto, perché altrimenti il tempo poi non scatta.
Parla lo stesso dai. Parla sennò... vedo che anche l'informatica non ti è amica. Prego dai, al microfono.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente il destino di noi dell'area sud purtroppo si accanisce a volte.
Presidente, questa è la mozione n. 1, la prima che è stata presentata in questa Legislatura. Purtroppo a causa di un brutto evento meteorologico che ha colpito Chioggia il 15 ottobre del 2020, si sono verificati eventi meteorologici eccezionali, con abbondanti precipitazioni e forti venti che hanno causato ingenti danni ai privati, alle realtà economiche e produttive della città.
Considerando che i gravi danni provocati dai suddetti eventi richiedono un intervento della Regione a sostegno delle famiglie e delle imprese produttive e turistiche già pesantemente colpite dalle conseguenze economiche della pandemia.
Tenuto conto che ai sensi dell'articolo 106 della Legge regionale 11, eccetera, eccetera - non mi dilungo - impegna il Presidente della Giunta regionale a dichiarare lo stato di crisi e a mettere a disposizione risorse del bilancio regionale per ristorare i soggetti danneggiati dagli eventi calamitosi verificatisi a Chioggia il 15 ottobre 2020. Grazie e scusi ancora.

PRESIDENTE

Grazie.
Bottacin, prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie Presidente.
Io volevo chiedere al proponente se era possibile fare un paio di modifiche. La prima è sulle premesse, sul "tenuto conto", perché il Presidente della Giunta aveva già dichiarato lo stato di emergenza, quindi "premesso che il Presidente della Giunta regionale ha dichiarato con DPGR 144 del 2020 l'esistenza dello stato di crisi", quindi questo era già stato dichiarato, quindi togliere anche "e questo ad oggi non risulta ancora essere avvenuto" e, nell'impegno, anziché quello che c'è scritto: "a sollecitare il Governo a dichiarare lo stato di emergenza, secondo quanto disposto dagli articoli 24 e 25 del Decreto legislativo 1/2018, codice della Protezione civile, in modo da ristorare i soggetti danneggiati dagli eventi calamitosi verificatesi a Chioggia il 15/10/2020".
Questo in considerazione del fatto che questo genere di eventi è normato dal Decreto legislativo, appunto, Codice della Protezione civile, che l'articolo 24 dice che "al verificarsi degli eventi che a seguito di una valutazione speditiva svolta dal Dipartimento Protezione civile sulla base dei dati e delle informazioni disponibili e in raccordo con le Regioni interessate, presentano i requisiti di cui all'articolo 7, il Consiglio dei Ministri, formulata anche su richiesta del Presidente della Regione interessata, delibera lo stato di emergenza, fissandone la durata e determinandone l'estensione territoriale con riferimento alla natura e alla qualità degli eventi e autorizza l'emanazione delle ordinanze di Protezione civile di cui all'articolo 25. La delibera del Consiglio dei Ministri individua le prime risorse finanziarie da destinare all'avvio delle attività di soccorso e assistenza alla popolazione e degli interventi più urgenti di cui all'articolo 25, nelle more della ricognizione in ordine agli effettivi fabbisogni e autorizza la spesa nell'ambito del Fondo per le emergenze nazionali. A seguito della valutazione dell'effettivo impatto dell'evento calamitoso il Consiglio dei Ministri individua con propria deliberazione le ulteriori risorse finanziarie necessarie per il completamento delle attività di cui all'articolo 25".
L'articolo 25, non sto qui a elencarvi, ma sono tutti gli interventi, quindi soccorso, ripristino, funzionalità eccetera eccetera. Lo dico perché la normativa di Protezione civile, che ho contribuito in maniera importante, a nome e per conto delle Regioni, a estendere, all'epoca insieme all'allora capo Dipartimento Protezione Civile Fabrizio Curcio, norma in modo chiaro la competenza: la competenza è statale e non possiamo pensare di sostituirci anche laddove è una competenza esclusiva specifica statale, come in questo caso, al Governo, a meno che non ci diano l'autonomia. Allora se ci danno l'autonomia e i soldi allora noi possiamo fare tutto, ma oggi la norma di legge nazionale questo prevede.
Noi come sempre sollecitiamo il Governo e aggiungo che il Governo dovrebbe prevedere, all'interno di questo Codice, anche un fondo regionale per la Protezione civile, cosa che non è mai stato attivato da quando c'è questo Decreto legislativo e quindi siamo costretti a passare attraverso il Governo, per questa e per tutte le altre emergenze. Devo dire che anche su questo, avendo dichiarato lo stato di crisi, abbiamo sollecitato più volte il Governo e, a fine dell'anno scorso, mi pare siano stati inseriti dei fondi sulla legge Finanziaria del 2021 per le emergenze 2019-2020. Ora vediamo se con queste risorse riconosceranno anche i danni che sono stati patiti da queste attività produttive e da questi cittadini.
Io mi auguro di sì e ricordo a tutti che, col Governo Conte 1, per l'emergenza Vaia qui sono arrivati oltre un miliardo di euro, che sono già stati investiti sul territorio per i due terzi e la terza annualità è questa, quella che sta prendendo avvio e quindi se ci danno i soldi, noi sappiamo essere tempestivi ed efficaci nella risposta sia in termini di cantieri, sia in termini di risarcimento danni.

PRESIDENTE

Assessore, fermo, ti chiedo di ripetere le modifiche.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

"Tenuto conto, ai sensi dell'articolo 106 della Legge regionale 11 del 2001, il Presidente della Giunta regionale - fin qua rimane uguale, anziché "può dichiarare" - ha dichiarato con decreto del Presidente della Giunta regionale 144 del 2020 l'esistenza dello stato di crisi per calamità di eccezionale avversità atmosferica", dopo la virgola sparisce ovviamente l'inciso, punto.
E sull'"impegna", "a sollecitare il Governo a dichiarare lo stato di emergenza, secondo quanto disposto dagli articoli 24 e 25 del Decreto legislativo 1/2018, in modo da - e poi rimane - ristorare i soggetti danneggiati dagli eventi calamitosi verificatesi a Chioggia il giorno...".

PRESIDENTE

Il proponente deve dirmi se accetta le modifiche.
Prego.

Jonatan MONTANARILELO (Partito Democratico Veneto)

Sì, Presidente, accetto le modifiche e nel momento in cui, Assessore, avevo presentato questa interrogazione, non c'era ancora la richiesta che era stata fatta, avevamo verificato anche sulle pagine istituzionali e per quello abbiamo scritto così. Bene se nel frattempo è stata fatta. Prendiamo atto, va bene la modifica e, guardi, in maniera molto laica come sempre, qualsiasi Ente venga pungolato poco importa, l'importante è che arrivino risposte ai nostri territori, quindi non è una questione di partigianeria politica. Pungoliamo bene il Governo affinché dia risposte, che sia di buon auspicio anche il fatto che ora siamo colleghi di Governo a Roma e magari pungolandolo insieme, un pezzo voi e un pezzo noi, riusciamo a portare maggiori risposte sul territorio che è l'unica vera cosa che interessa ai nostri cittadini.
Quindi bene le modifiche, ripeto, quella volta abbiamo fatto un'accurata ricerca per vedere se era già stata proclamata, ecco, questa richiesta; è arrivata dopo qualche giorno. Nel frattempo abbiamo scritto così, quindi la ringrazio anche per aver in qualche modo reso più attuale questa interrogazione. Incrociamo le dita e pungoliamo tutti, per le nostre competenze, il Governo affinché aiuti il territorio, i cittadini e le imprese venete ancora una volta colpite non solo dalla pandemia ma anche, più di qualche volta, dagli eventi meteorologici. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Quindi vengono accettate le proposte di modifica, non vedo altri interventi.
Metto in votazione la mozione n. 1 come modificata:
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione come modificata)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO che il 15 ottobre 2020 a Chioggia si sono verificati eventi meteorologici eccezionali con abbondanti precipitazioni e forti venti che hanno causato ingenti danni ai privati e alle attività economiche e produttive della città;
CONSIDERATO che i gravi danni provocati dai suddetti eventi richiedono un intervento della Regione a sostegno delle famiglie, delle imprese produttive e turistiche, già pesantemente colpite dalle conseguenze economiche della pandemia da Covid-19;
TENUTO CONTO CHE:
- ai sensi dell'articolo 106 della legge regionale n. 11 del 2001, il Presidente della Giunta regionale ha dichiarato con DPGR n. 144 del 21 ottobre 2020 l'esistenza dello stato di crisi per eccezionali avversità atmosferiche;
- ai sensi della legge regionale 30 gennaio 1997, n. 4 "Interventi a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali" il cittadino residente o chi esercita attività produttiva sul territorio comunale, se ha subito un danno per il verificarsi di un evento calamitoso naturale, può chiedere alla Regione, attraverso il Comune, un contributo per i danni subiti;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE E IL SUO PRESIDENTE
a sollecitare il Governo a dichiarare lo stato di emergenza, secondo quanto disposto dagli articoli 24 e 25 del decreto legislativo n. 1 del 2018 in modo da ristorare i soggetti danneggiati dagli eventi calamitosi verificatisi a Chioggia il 15 ottobre 2020.".
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ritorno al punto n. 6: "Infrastrutture venete".
44 presenti; 44 votanti; 10 schede bianche.
34 per Zancopè, che viene nominato amministratore unico alla Infrastrutture Venete S.r.l..
Al collega Zanoni, ho verificato, non c'è nessuna sovrapposizione fra Quarta e Seconda, quindi le Commissioni avverranno in contemporanea, immagino la Seconda in Aula e la Quarta in Sala Legni, con le audizioni previste.
Proseguiamo. Punto n. 8. Mozione n. 8.
PUNTO
8



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI RIZZOTTO, FINCO, CECCHETTO, FAVERO, PUPPATO, VILLANOVA, CAVINATO, BET, ZECCHINATO, BISAGLIA, MICHIELETTO, GEROLIMETTO, VIANELLO, CENTENARO, GIACOMIN, MAINO, DOLFIN, FORMAGGIO, SPERANZON, POLATO, RAZZOLINI, SORANZO, PAN, RIGO, ANDREOLI, CECCHETTO, CESTARI, CIAMBETTI, CORSI, DOLFIN, FAVERO, FINCO, GIANPIERO POSSAMAI, PUPPATO, BORON, BRESCACIN, CESTARO, SANDONÀ E SPONDA RELATIVA A "CIMA GRAPPA PATRIMONIO DELLA STORIA DEL VENETO". (Mozione n. 8) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 12/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- il Monte Grappa, con i suoi aspri versanti e le sue numerose vette ha segnato la storia della Prima Guerra Mondiale, fronte cruciale dopo la rotta di Caporetto del 1917 e teatro della svolta delle sorti del conflitto. La resistenza dell'esercito italiano costrinse l'Impero Austro-Ungarico a rinforzare qui le sue truppe indebolendo così le posizioni sul Piave che cedettero nel 1918 durante la Battaglia di Vittorio Veneto;
- numerose ed autorevoli sono le testimonianze e le ferite che il conflitto ha lasciato alla montagna, importanti da preservare per salvaguardare la memoria di quei tragici fatti;
CONSIDERATO CHE:
- sulla vetta del massiccio del Grappa a quota 1.776 mt, tra le province di Treviso e di Vicenza, sorge il Sacrario militare del monte Grappa che è uno dei principali ossari militari del mondo della prima guerra mondiale;
- una volta conclusa la Grande Guerra sul massiccio del Grappa rimanevano molti cimiteri militari dislocati in diversi punti della montagna, così che venne deciso di costruire un unico cimitero monumentale sotto la vetta del monte;
- al termine dei lavori, a seguito di problematiche dovute all'umidità delle gallerie appena realizzate, si decise di costruire l'attuale sacrario militare;
- la costruzione del sacrario cominciò nel 1932 su progetto dell'architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni mentre l'inaugurazione avvenne il 22 settembre 1935;
- il Sacrario contiene i resti di 22.950 soldati tra italiani e austro-ungarici, tra i quali anche quella del maresciallo d'Italia, generale Gaetano Giardino, che qui comandò l'armata del Grappa portandola alla vittoria finale e che prima di morire Armata, passata alla storia col nome di "ARMATA DEL GRAPPA";
- inoltre nella cappella, elevata a Santuario, è custodita la statua della Madonnina del Grappa a cui è legata una storia di guerra che narra come essa venne mutilata da una granata nemica nel gennaio 1918;
- adiacenti al Sacrario troviamo anche la Galleria "Vittorio Emanuele III" un capolavoro di ingegneria militare ed il Museo;
PRESO ATTO che in questi luoghi famosi in tutto il mondo, come certificano i cartelli presenti, si dà la possibilità di camminare, riflettere e commemorare, vietando qualsiasi iniziativa di tipo sciistico, di caccia, di manifestazioni sportive, questo perché sono luoghi sacri che meritano assoluto rispetto;
CONSTATATO CHE:
- abbiamo assistito in questi giorni, con una foto pubblicata in uno dei gruppi social dedicati al Monte Grappa "Amo il monte Grappa e dintorni..." è così come riportato da alcuni organi di stampa locali, come alcuni giovani abbiano profanato uno dei luoghi sacri alla patria più amati e importanti: il Sacello del Monte Grappa;
- la foto ritrae alcuni adolescenti, evidentemente spinti dalle nevicate di questi giorni, scendere con la tavola da snowboard la rampa innevata che porta all'ossario militare, causando pubblica incredulità, rabbia, indignazione e sdegno;
CONSIDERATO ALTRESÌ che a causa della situazione che stiamo vivendo legata alla pandemia da Covid-19 e le disposizioni del Governo inerenti all'emergenza, è venuto meno il servizio di affiancamento alla vigilanza degli Alpini dell'Ana alla guardiania del Sacrario, del Sacello e del Museo, lasciando purtroppo incustodito questo luogo sacro;
tutto ciò premesso e considerato,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a farsi portavoce presso il Governo nazionale affinché possa essere riattivata e rinforzata l'attività di vigilanza che in tutti questi anni ha garantito la tutela e la sorveglianza del Monte Grappa;
dispone l'invio della presente mozione ai Comuni contermini il Monte Grappa, nonché alla Presidenza regionale dell'ANA e di tutte le associazioni combattentistiche.".

PRESIDENTE

Prego, Rizzotto.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Questa mozione, che ho presentato insieme al collega Finco e ad altri colleghi, riguarda Cima Grappa, che è un luogo - che penso la maggior parte di noi, tutti noi dovremmo conoscere, perché è stato praticamente un luogo nel quale hanno avuto degli episodi della Prima Guerra Mondiale che ci hanno segnato un po' tutti - su questa cima vi è un sacrario, un sacrario molto importante nel quale trovano riposo i resti di 22.900 soldati tra italiani e austroungarici. Nelle prime settimane di dicembre, complice forse anche la neve che c'era in quel luogo, ci sono stati degli episodi veramente spregevoli, se vogliamo anche dire ignobili, perché dei giovani sono andati su nel sacrario e praticamente si sono messi a fare snowboard e andare anche con lo slittino in questo luogo sacro.
C'è stata una forte indignazione da parte di molti per questi episodi, sono stati anche richiamati, perché questi ragazzi hanno anche portato delle foto mentre facevano queste scorribande su questo luogo sacro. Non contenti di questo, anche nelle settimane scorse, anche a inizio di febbraio ci sono stati ulteriori episodi, addirittura anche col bob sono andati e sono stati poi fermati da alcuni militari che sono lì a fare sorveglianza.
Durante il periodo Covid effettivamente non c'è stata sorveglianza di questo luogo: i militari sono sempre meno, lo sappiamo. Adesso hanno ripreso anche questa attività di custodia, manutenzione e sorveglianza e hanno ripreso e dobbiamo anche ringraziare i tanti volontari, perché c'è una convenzione con l'associazione Ana (Associazione Nazionale Alpini) vi sono dei gruppi, delle sezioni, in particolare la sezione Montegrappa di Bassano del Grappa, i gruppi della sezione di Treviso, ma anche gruppi di altre sezioni alpini, come quella di Feltre o quella di Valdobbiadene, che prestano dei servizi il fine settimana e li hanno riattivati proprio negli ultimi giorni. Però quello che noi chiediamo con questa mozione - oltre al fatto di indignarci per questi episodi che ci sono stati che dimostrano anche una mancanza di educazione civica non soltanto nei nostri ragazzi, ma anche nei loro genitori, in queste famiglie che li hanno accompagnati su - è quello di impegnare la Giunta affinché possa farsi portavoce verso il Governo affinché venga riattivata, ma soprattutto, venga rinforzata l'attività di vigilanza che in tutti questi anni ha garantito la tutela e la sorveglianza del Monte Grappa, perché non può essere lasciato in mano soltanto ai volontari e perché se davvero Monte Grappa è un luogo sacro va anche rispettato. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Formaggio.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Presidente, soltanto per chiedere la sottoscrizione da parte di tutti i membri del Gruppo di Fratelli d'Italia a questa mozione. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Pan.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Presidente, grazie.
Anch'io a, nome del Gruppo Lega per Salvini premier e Lista Zaia, chiedo la sottoscrizione. Da ufficiale degli Alpini ringrazio la collega Rizzotto per averla presentata.

PRESIDENTE

Mi pare che l'assenso sia stato dato dalla prima firmataria.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione la mozione n. 8.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo al punto n. 9, sempre della collega Rizzotto, Mozione 18.
PUNTO
9



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI RIZZOTTO, FORMAGGIO, VIANELLO, BET, CESTARI, MICHIELETTO, VALDEGAMBERI, ZECCHINATO, MONTANARIELLO, PAN, RIGO, ANDREOLI, CECCHETTO, CIAMBETTI, CORSI, DOLFIN, FAVERO, FINCO, GIANPIERO POSSAMAI, PUPPATO, VILLANOVA, BISAGLIA, BORON, BRESCACIN, CAVINATO, CENTENARO, CESTARO, GEROLIMETTO, GIACOMIN, MAINO, SANDONÀ E SPONDA RELATIVA A "DIRETTIVA QUADRO SULLE ACQUE: APPLICAZIONE SOSTENIBILE DEL DEFLUSSO ECOLOGICO NEL BACINO DEL PIAVE E NEL TERRITORIO VENETO". (Mozione n. 18) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 13/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- la Direttiva Quadro sulle Acque - DQA (Direttiva 2000/60/CE) ha istituito un programma per la protezione della risorsa idrica disponendo, per ciascun distretto idrografico, la predisposizione di un complesso di misure con lo scopo ultimo di raggiungere e mantenere "lo stato buono" di tutte le acque entro il 2021;
- tra le misure fondamentali della Direttiva vi è l'introduzione del deflusso ecologico (DE) che, entro il 2021, dovrà sostituire il precedente deflusso minimo vitale (DMV), imponendo conseguentemente un maggiore rilascio delle acque a valle delle opere di presa lungo i fiumi;
APPURATO che il documento preliminare di aggiornamento del Piano di Gestione delle Acque riferite al fiume Piave, predisposto dalla Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali, è finalizzato in particolare alla definizione dei parametri tecnici applicativi del Deflusso Ecologico;
TENUTO CONTO CHE:
- il Consorzio di Bonifica Piave rispetto all'applicazione, per il periodo 2021-2027, del nuovo Deflusso Ecologico ha formalizzato alcune significative criticità, evidenziando, con un puntuale lavoro di analisi, l'impatto che il nuovo limite avrebbe sul comparto agricolo e quantificando un danno economico molto rilevante, che deriverebbe da una così severa limitazione dell'utilizzo di acqua irrigua. A tale proposito si evidenzia che la pratica irrigua risulterebbe fortemente ridimensionata, soprattutto nei periodi di crisi idrica, determinando per molte colture la sostanziale non convenienza economica alla coltivazione;
- la Coldiretti ha evidenziato che il cambiamento climatico presenterà sicuramente annate caratterizzate da elevate temperature, con periodi più o meno lunghi di scarsità idrica e che tale evidenza non sembra essere stata attentamente valutata, così come appaiono non del tutto considerate le conseguenze positive generate dalla pratica irrigua tradizionale: ricarica della falda, alimentazione della rete idrografica minore, vivificazione, conservazione della biodiversità e delle componenti del paesaggio agrario di pianura;
- le Amministrazioni comunali del territorio trevigiano hanno manifestato la loro preoccupazione rispetto all'alimentazione di rilevati corsi d'acqua dalla fascia delle risorgive, come, per citare il principale, il Fiume Sile, rilevando possibili impatti negativi sul territorio vissuto ed abitato dai cittadini di importanti centri urbani;
- Enel ha prodotto simulazioni dell'applicazione del DE che comporterebbero lo svuotamento dei laghi di montagna per gran parte del periodo estivo con grandissime ricadute in termini socio economiche per il comparto del turismo della montagna;
CONSIDERATO CHE:
- il deflusso ecologico coinvolge non solo il fiume Piave ma anche altri importanti fiumi a regime torrentizio, così come i corsi d'acqua della media e alta Pianura Veneta (solo per citare il principale, il fiume Brenta) ed ha quindi una rilevanza per tutto il territorio veneto;
- l'articolo 167 del decreto legislativo 152/2006 prevede che "nei periodi di siccità e comunque nei casi di scarsità di risorse idriche, durante i quali si procede alla regolazione delle derivazioni in atto, deve essere assicurata, dopo il consumo umano, la priorità dell'uso agricolo";
- la regolazione dei livelli dei laghi di montagna viene effettuata, anche con riferimento all'utilizzo degli stessi, per laminare le piene e quindi con scopi di protezione civile riferibili all'incolumità umana che prevale su qualsiasi altro aspetto;
- le portate dei corsi d'acqua hanno impatto sul trasporto solido di materiale e di conseguenza anche sul naturale ripascimento delle coste marittime;
- la normativa comunitaria incentiva la produzione di energia da fonti rinnovabili tra cui quella da fonte idraulica; allo stesso modo il Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 incentiva gli impianti idroelettrici definendoli all'articolo 12 "opere" "di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti";
- una severa e rigida applicazione della normativa comunitaria implicherebbe impatti economici dannosi, in particolare coinvolgendo interi comparti agricoli, nonché sociali, riferibili alla vivibilità dei centri urbani, ambientali relativamente alla fondamentale funzione di vivificazione di ricarica della falda quale elemento vitale per il territorio e paesaggistici per il venir meno, nei periodi estivi, della naturale vegetazione che contraddistingue il paesaggio;
tutto ciò premesso,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
1) ad attivarsi, di concerto con l'Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali affinché siano svolti, in tempi rapidi, ulteriori e approfonditi accertamenti finalizzati a prevedere l'applicazione delle deroghe previste dalla Direttiva "Quadro Acque - DQA" che si sostanziano in una dispensa nell'applicazione del deflusso ecologico, con il supporto di una fase di sperimentazione finalizzata a verificare la reale sostenibilità delle riduzioni delle portate irrigue, per il fiume Piave e per gli altri fiumi che presentano la medesima criticità;
2) per quanto concerne il punto 1), a valutare lo stanziamento, qualora i fondi risultassero insufficienti, di ulteriori risorse per lo studio degli effetti in alveo della applicazione del Deflusso Ecologico;
3) ad integrare tali accertamenti con gli studi eventualmente prodotti dagli stakeholders;
4) a valutare il reperimento di ulteriori risorse economiche per lo studio degli effetti della pratica irrigua nei distretti idrografici, al fine di valutare i benefici ambientali che tale pratica genera sul territorio interessato dai fiumi oggetto di applicazione di possibile restrizione nelle portate irrigue, tenendo conto anche degli impatti socio economici complessivi.".

PRESIDENTE

Rizzotto, prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Il 28 gennaio scorso, la Seconda Commissione ha effettuato delle audizioni su questa tematica della direttiva quadro sulle acque, quindi l'applicazione sostenibile del deflusso ecologico nel territorio Veneto, in particolare nel bacino del Piave e del Brenta.
Un'applicazione rigida di questa direttiva comunitaria, che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2022, implicherebbe degli impatti molto negativi dal punto di vista socio-economico nel nostro territorio.
In questi ultimi anni sono state fatte delle sperimentazioni e degli studi che dimostrano che questi impatti dannosi sono particolarmente nocivi; questi studi sono stati fatti in particolare dal Consorzio di Bonifica Piave, dal Consorzio di Bonifica Brenta, da ENEL e da ARPAV.
L'imposizione di un maggior rilascio delle acque a valle delle opere di presa lungo i fiumi comporterà in particolare enormi danni alle nostre colture agricole e si stima che tra il bacino che viene servito per l'attività irrigua nel Consorzio Piave e nel Consorzio Brenta riguardi circa 40.000 aziende agricole e sono soprattutto anche delle produzioni di qualità che verrebbero anche meno per la limitazione dell'acqua ad uso irriguo.
Vi sono poi anche dei limiti alla funzione di autodepurazione e funzione igienico-sanitaria, che attualmente è consentita mantenendo l'acqua nei canali tutto l'anno.
Vi sono dei problemi anche dal punto di vista ambientale alla flora e fauna ittica dei canali, limiti anche alla funzione energetica che è data dalle numerose centraline idroelettriche, che producono un'energia green. Ci sono anche dei problemi dal punto di vista paesaggistico, non soltanto del paesaggio agrario di pianura, ma anche delle nostre città d'acqua: pensiamo non so alla stessa Cittadella, pensiamo anche alle fosse di Castelfranco Veneto, pensiamo alla città di Treviso ma anche nelle nostre stesse ville venete che nei loro giardini hanno diversi specchi d'acqua e canali, per esempio penso a Villa Contarini a Piazzola.
Poi vi è anche un problema di ricarica anche dei fiumi di risorgiva. Faccio un esempio: come il fiume Sile, uno studio che è stato fatto ha dimostrato come in mancanza di questa derivazione d'acqua da parte della presa di Fener del Piave vi è una riduzione di portata del fiume Sile del 30%. Ma studi simili sono stati fatti anche con i fiumi di risorgiva anche del Brenta.
Poi vi sono anche degli effetti negativi anche per il turismo di montagna se i laghi d'estate sono asciutti: per esempio, il lago di Santa Croce o il lago di Corno.
La direttiva comunitaria stessa però prevede che possa essere valutata una sospensione o deroga dell'applicazione del deflusso ecologico per provate esigenze socio-economiche.
Quindi l'impegno della Regione che chiediamo con questa mozione, che è stata concordata anche con l'assessore Bottacin, che ringrazio per il suo contributo, è quella di continuare a collaborare anche con gli Enti, con l'Autorità Distrettuale Alpi Orientali per produrre degli studi a supporto per motivare un'applicazione graduale di questa direttiva che consentirà di ridurre l'impatto negativo nel nostro territorio Veneto. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Abbiamo discusso, come ha detto la collega Rizzotto, questo tema in Commissione. Il mio intervento è, come già avevo anticipato, per cercare di apportare qualche modifica al dispositivo per un motivo che spiegherò velocemente: in Commissione abbiamo visto che la questione c'è, quindi che abbiamo un problema che va nella direzione che questa mozione cita. L'unica cosa, però, che mi viene da sottolineare di questa mozione è sembra che il dispositivo dica: studiamo già per derogare. Mentre il tema vero, secondo me, dell'approccio che questa mozione potrebbe magari avere se un attimo modificata è quello di dire: vediamo che c'è una questione problematica, come è stato anche detto durante le audizioni, studiamo approfonditamente cosa succederebbe con l'applicazione della norma che lei ha citato e che la mozione cita e vediamo attraverso questo studio se riusciamo a garantire un bilanciamento da un lato dell'utilizzo dell'acqua per il sostentamento agricolo, ma dall'altro anche la tutela ambientale, perché c'è stato rilevato da varie realtà anche che si muovono nell'area che comunque il deflusso delle acque deve essere fatto garantendo un bilanciamento tra i due interessi, cioè quello economico (che giustamente viene riportato anche in questa mozione) ma anche quello della tutela ambientale.
Da un altro lato e quindi prendendola più in generale, la questione dell'agricoltura e anche magari facendo questo studio potrebbe essere applicato al meglio, è anche considerare magari come poter fare e incentivare forme di agricoltura che magari utilizzano l'acqua in maniera più sostenibile e quindi questo studio potrebbe essere anche utile a pensare come con meno acqua si potrebbe invece garantire magari un'agricoltura di precisione, un'agricoltura più sostenibile.
Anche perché la media dell'agricoltura oggi meno intensiva in Veneto è l'8% della superficie agricola, mentre a livello nazionale siamo già arrivati ad un 15%, quindi potenziare questa tipologia e potrebbe essere utile.
Io avevo pensato ad alcune modifiche e ne ho già parlato con la Consigliera, aveva delle difficoltà riguardo, quindi magari io lo porto qui in Aula per vedere se c'è anche una modalità di trovare una qualche soluzione. Provo quindi a recitarla nella precisione. Nel dispositivo, quindi nel primo punto, perché gli altri invece secondo me potrebbero andare bene così, è: "ad attivarsi, di concerto con le autorità di bacino distrettuale delle Alpi orientali, affinché siano svolti in tempi rapidi ulteriori e approfonditi accertamenti finalizzati a comprendere come applicare la Direttiva Quadro Acque - DQA con il supporto di una fase di sperimentazione finalizzata a verificare la reale sostenibilità - e qui ho aggiunto - anche ambientale delle riduzioni delle portate irrigue per il fiume Piave, per gli altri fiumi eccetera eccetera". Il tentativo è quello di dire: studiamo, come la mozione chiede, per vedere gli impatti che potrebbero essere negativi, come la mozione dice e, a quel punto, prendiamo le dovute decisioni con un bilanciamento della sostenibilità ambientale rispetto anche all'uso economico delle acque. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Presidente, non sono molto d'accordo su questo ragionamento perché volevo solo chiedere la sottoscrizione di questa mozione come Gruppo Lega e come Gruppo Zaia Presidente, ma le parole del collega Ostanel mi fanno così pensare anche alle cose: non è che questi due fiumi che sono non fiumi, perché sono dei torrenti, spesso e volentieri grossi in estate, soprattutto quindi ci sono le grandi perdite di appunto portate, con le derivazioni diventino tutto a un tratto vuoti oppure le derivazioni e le prese dei Consorzi di Bonifica non facciano ambiente o non facciano difesa, appunto, dell'ambiente?
Ricordo che tutte le derivazioni dei nostri fiumi, che tra l'altro permettono anche il paesaggio della nostra pianura veneta e la ricchezza delle acque che sono nelle nostre rogge, oltre a mantenere la fauna ittica, la fauna ambientale e la flora riparia, fanno anche la ricarica delle risorgive. Cioè questi due fiumi, che spesso e volentieri hanno delle grandi piene invernali e primaverili, che poi si disperdono velocissimamente in mare, se non fossero derivati nella pianura dai 25.000 chilometri di canali che ci sono nella nostra pianura veneta – e vi do solo questo dato, quindi 2.500 chilometri di canali e derivazioni per ogni Consorzio di Bonifica – non avremmo l'acqua nei nostri pozzi, non avremmo i fiumi di risorgiva (il Tergola, il Sile, eccetera) e quindi perderemmo un aspetto ambientale addirittura molto più vasto di quello che naturalmente questo deflusso ecologico, che tra l'altro sta mettendo in crisi tutti gli Stati del Sud Europa, perché bisogna dirlo, è una cosa che hanno fatto nel nord Europa, dove non c'è questo problema perché hanno i grandi fiumi come il Reno, l'Elba, la Vistola, eccetera e quindi non hanno problemi delle portate durante il periodo estivo, mentre noi, aumentando la dispersione dei nostri fiumi verso il mare, restiamo senza acqua d'estate.
Poi non è altrettanto vero – e lasciatemelo dire – che l'agricoltura intensiva sia una minaccia. È una ricchezza: il mais, la soia, i prati, eccetera, quello che è stato di intensivo in questi decenni hanno se hanno fatto la ricchezza delle nostre aziende agricole venete, del nostro allevamento e sono il perno portante della nostra agricoltura. Smettiamola di dire che l'agricoltura intensiva è una minaccia: è una ricchezza in cui il biologico e il resto si innestano.
Ricordo che attualmente l'agricoltura biologica che, per carità, stiamo portando avanti, eccetera, è solo il 5,7% di tutto il resto e quindi di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di avere sempre più rispetto dell'ambiente, ma allo stesso tempo permettere ai nostri agricoltori e ai nostri Consorzi di Bonifica di avere l'acqua, di lavorare e di produrre.

PRESIDENTE

Assessore Bottacin, prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Buongiorno. Velocissimi.
Apprezzo il fatto che sia stata presentata questa mozione e, ricordando le linee guida, la linea guida n. 31 elaborata dalla Commissione Europea, prevedono alcuni passaggi: intanto pone particolare accento sul carattere di gradualità e incrementalità, anzi, lo prevede nelle raccomandazioni per l'attuazione delle misure del deflusso ecologico nel processo della Direttiva Quadro Ambiente: "Gli Stati membri prevedono una graduale ed incrementale considerazione delle raccomandazioni contenute in questa guida". Quindi gradualità.
Poi ancora: "Nel contesto delle attività di progressiva applicazione della disciplina in materia di deflusso ecologico deve essere posta particolare attenzione a quei prelievi i quali, essendo funzionali a soddisfare specifici usi ed attività antropiche, rivestono carattere strategico. In tali casi la Direttiva Quadro Acque ammette la possibilità di riconoscere i corpi idrici che ne sono interessati degli obiettivi meno rigorosi e quindi obblighi di rilascio di un regime idrologico non necessariamente coincidente con il deflusso ecologico".
Ed ancora, all'articolo 4, comma 5: "Gli Stati membri possono prefiggersi di conseguire obiettivi ambientali meno rigorosi per i corpi idrici, qualora a causa delle ripercussioni sull'attività umana, il conseguimento di tali obiettivi sia non fattibile o esageratamente oneroso".
Poi c'è anche il 9.3, ma insomma, mi pare che sia chiaro il fatto di gradualità e del fatto che se è troppo oneroso o impatta troppo sugli aspetti socio-economici si possa derogare.
Sono già stati fatti dei test, delle prove, delle simulazioni, non solo da noi ma da vari soggetti, è stato detto anche in audizione: ENEL ha fatto delle simulazioni e nel 90% dei casi durante i mesi estivi avremmo i laghi vuoti e questo avrebbe gravi ripercussioni sia sull'aspetto turistico (è stato ricordato prima), ma anche sull'aspetto ambientale. Pensiamo a tutta la fauna che insiste sui laghi anziché solo quella che insiste sui fiumi: ci sarebbero impatti ambientali rilevanti. Quindi non è che il deflusso ecologico, che è nato appunto per fiumi che non hanno carattere torrentizio, vada bene dappertutto. Non è necessariamente vero anche dal punto di vista ambientale.
L'agricoltura, peraltro, è citata nel Testo Unico Ambientale, il 152 del 2006, all'articolo 167, dove si dice che in caso di carenza idrica, dopo l'uso idropotabile, la priorità assoluta è quella per l'utilizzo agricolo, articolo 167. Poi l'energia elettrica pulita. E ricordo che un'altra legge, la 387, definisce gli impianti idroelettrici, piaccia o non piaccia, opere di utilità pubblica urgenti e indifferibili, addirittura vanno sopra a qualsiasi tipo di autorizzazioni quando vengono autorizzate in base a quella norma.
I laghi di montagna peraltro vengono utilizzati non solo per finalità turistiche, ripeto, secondo le simulazioni di ENEL, ma anche quelle che abbiamo fatto noi come difesa del suolo, il 90% delle estati, cioè 9 anni su 10, noi avremmo i laghi vuoti: il Lago di Santa Croce, il lago del Corlo, il lago del Centro Cadore, il lago del Mis. Sto citando alcuni laghi che vengono utilizzati anche a scopi turistici con turisti che provengono da ogni parte d'Europa e anche, direi, del mondo.
C'è il tema del trasporto solido, del materiale che con determinate portate arrivava fino al mare, con ripascimento naturale, che oggi non accade più.
C'è il tema dell'utilizzo, come da parte della Protezione civile, degli invasi dei laghi, sia per quanto riguarda gli incendi boschivi: il lago di Santa Croce sapete viene utilizzato come bacino di prelievo dai canadair e anche come bacini di laminazione delle piene. Lo abbiamo utilizzato per salvare il ponte di Bassano durante l'emergenza Vaia. Nessuno lo sa ma abbiamo svasato e invasato il lago del Corlo per mantenere la portata sul Brenta al di sotto di un valore che non creasse problemi al ponte di Bassano dove c'era il cantiere in corso. Quindi il fatto di poter utilizzare le regolazioni dei laghi e avere, come dire, libertà nella gestione dei livelli dei laghi è una cosa fondamentale.
Per cui io ringrazio chi ha presentato la mozione, ringrazio chi l'ha sottoscritta e ringrazio anche chi la voterà, perché ovviamente questo è uno strumento di condivisione con il Consiglio e che tiene conto non solo di alcuni aspetti ambientali, non tutti, ma anche di tutti gli altri aspetti.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Solo per specificare: ho visto la normativa europea e quello che cita l'Assessore è quello che nella normativa europea c'è. Il tema per cui io proponevo quella modifica, che eventualmente sarà e potrà essere non accolta, potrebbe essere eventualmente anche modificato in un'altra maniera, ma il tema vero secondo me è questo: se noi abbiamo già i dati e sappiamo già che bisogna derogare, la Giunta potrebbe già effettivamente fare questa deroga in base ai risultati. Ma siccome mi è parso di capire che nella Commissione ci fossero stati degli interventi appunto che dimostravano una difficoltà, come è stato scritto anche in questa mozione, la mia proposta è semplicemente inserire che il dispositivo impegni la Giunta a valutare, dopo lo studio, le azioni da intraprendere e non di prevedere l'applicazione delle deroghe perché in questa maniera è sostanzialmente già deciso che si andrà a derogare e probabilmente anche come. Quindi se si chiede l'impegno di un Consiglio, la mia proposta era quella almeno di scrivere nel dispositivo in maniera chiara che, come è stato detto, si analizza la situazione in base anche ai dati già raccolti, si valuta l'applicazione delle deroghe e così via, altrimenti qui c'è scritto che si prevede già l'applicazione delle deroghe. Io ho presente il problema, nasco a Motta di Livenza, quindi ho presente il problema, ho presente la direttiva europea e penso che il lavoro che potrebbe fare con uno studio approfondito questa Regione è davvero bilanciare le due questioni.
Probabilmente c'è chi pensa che chi parla di ambiente sia sempre una persona che pensa che i due interessi non si possono coniugare, io non faccio parte di quel mondo lì, penso che i due interessi, quello economico e quello ambientale, si possano coniugare e il tentativo della modifica era semplicemente questo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio della possibilità di un confronto rispetto a questo tema, che evidentemente vede delle criticità e delle prospettive importanti, delle criticità che toccano non soltanto il tema ambientale, ma anche il tema economico di garanzia dell'operatività anche delle imprese venete e non soltanto. Quindi il principio preoccupa e vede anche me e il Gruppo a cui faccio riferimento, che è Europa Verde, sicuramente attento alla necessità di un approfondimento e di un investimento più importante per quanto riguarda la verifica e lo stanziamento di fondi per l'attività di ricerca per l'attuazione poi di quello che è la direttiva va a prevedere.
Pertanto, da un punto di vista di intenzione nel finanziamento di questi studi, ci troviamo sulla stessa linea, nel senso che riteniamo anche noi che ci sia la necessità di un approfondimento ulteriore perché fino ad oggi non è sufficiente e questo lo diamo per assodato. C'è un particolare che, secondo me, deve essere preso in considerazione perché se si è arrivati alla definizione di questo valore del deflusso ecologico, si è arrivati perché esistono delle criticità rispetto alla questione ambientale e rispetto anche alla questione della garanzia della qualità delle nostre acque, anche riferite a un fenomeno che non è soltanto quello della siccità e del calo, per esempio, della portata dei singoli corsi d'acqua, ma anche del livello di inquinamento che può insistere all'interno di quel corso d'acqua e che purtroppo, se viene ridotta la quantità dell'acqua all'interno del corso di acqua superficiale, evidentemente va ad impattare maggiormente non soltanto nell'ecosistema, ma in tutti quei settori che poi da quell'acqua traggono beneficio, compreso il settore agricolo di cui si parlava prima.
Pertanto parlare di garanzia ambientale, da questo punto di vista, dovrebbe interessare chi è all'interno e dedito alle imprese agricole, chi sente il tema della garanzia della risorsa e della qualità della risorsa necessario per garantire non soltanto il prosieguo dell'attività, ma anche la qualità del prodotto realizzato.
Io lo dico vivendolo personalmente e richiedendo quindi, così come fa qualsiasi agricoltore che oggi è cosciente della realtà attuale economica, sociale e ambientale, chiede a ogni politico, cioè di valutare non soltanto l'aspetto di tipo economico, schietto, ma considerare che questo aspetto economico viene garantito tanto più la produzione è qualitativa.
Per questo motivo ritengo che il fatto di definire un'attenzione da questo punto di vista ambientale senza, come dire, creare squilibrio, ma valutando in ottica generale quello che è un percorso di medio-lungo periodo sia necessario, perché? Perché semplicemente nel momento in cui io oggi vado a definire obbligatoria una deroga senza prevedere però nello stesso tempo dei percorsi reali, richiesti e promossi dalla politica, accompagnando gli imprenditori che già lo stanno facendo e prendendo esempio da quegli Stati europei e non che già stanno lavorando su questi temi, accompagnare gli imprenditori a delle scelte produttive che siano sostenibili è l'obbligo che politicamente noi abbiamo. Perché vede, consigliere Pan, noi possiamo tranquillamente andare provocatoriamente a dividere le due fazioni, cioè il mondo degli agricoltori e il mondo degli ambientalisti che vogliono tutelare l'acqua, vogliono tutelare la risorsa, vogliono tutelare una produzione di qualità o altro, ma il principio è che in realtà questi due mondi devono lavorare insieme e noi non dobbiamo essere fonte di divisione o causa di un ulteriore distanziamento perché all'interno di coloro che difendono l'utilizzo intelligente dell'acqua, ci sono gli stessi imprenditori agricoli che tanto più stanno facendo percorsi non soltanto di utilizzo oggi in termini di risparmio, ma in prospettiva di cambio di gestione culturale della propria azienda proprio per venire incontro a quello che è un trend di diminuzione delle disponibilità dell'acqua di cui noi dobbiamo essere consapevoli e se non lo siamo, evidentemente, probabilmente non siamo nemmeno in super buonafede.
Per cui il principio è: la proposta della consigliera Ostanel non è ostile all'obiettivo che di per sé ci hanno raccontato anche all'interno della Commissione, Seconda Commissione Ambiente, è in realtà una proposta che mette al centro la questione economica, però senza dimenticare quello che è un obiettivo che comunque noi obiettivamente dobbiamo perseguire perché sennò un domani non ci saranno nemmeno gli ecosistemi che noi oggi desideriamo promuovere turisticamente o economicamente parlando all'interno delle nostre imprese.
Se non viene accettata la proposta della consigliera Ostanel, mi permetto eventualmente un'ulteriore modifica che può venire incontro anche al nostro supporto totale di questo impegno, che è sostituire nel primo impegno "prevedere l'applicazione" con "valutare l'applicabilità".

PRESIDENTE

Grazie.
Dichiaro chiusa la discussione generale sulla mozione.
Per la replica finale la presentatrice, Rizzotto prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
So che ho poco tempo, però, mi dispiace, collega Ostanel, ma mi vedo comunque costretta a non accettare queste proposte di modifica che lei ha fatto, perché di fatto vanno a snaturare il senso di questa mozione che noi abbiamo discusso. Ma soprattutto credo che siete entrate in errore, abbiate fatto un grosso errore: non è la Regione che decide di applicare o meno la direttiva europea sul deflusso ecologico, ma bensì l'Autorità di Distretto Alpi Orientali, che dipende dal Ministero e dovrà fare una proposta all'Unione Europea per dire: guardate rispetto ai fiumi in Europa, in nord Europa è così, in Italia è così, in Veneto ci sono queste situazioni, quindi abbiamo degli elementi, degli studi che possono dimostrare che qui forse bisogna fare una cosa più graduale perché gli impatti socio-economici - come è scritto nella direttiva che si possono fare delle deroghe - sono particolarmente pesanti.
Noi abbiamo già valutato che va fatta una sospensione, una deroga. Vogliamo collaborare con gli altri enti (Consorzi di Bacino, ENEL e tutti gli altri enti) perché venga applicata in maniera graduale. Poi su altre cose, l'ho già detto, è necessario.
Sul ridurre gli sprechi dell'acqua: sì, su questo possiamo essere tutti d'accordo, non abbiamo approfondito oggi perché non è neanche la sede per poterlo fare, però i Consorzi di Bonifica in particolare sono già diversi anni che stanno facendo diversi investimenti e hanno progettato e studiato degli investimenti per ridurre il consumo d'acqua. Come sono praticamente quello di far sì che una parte, attualmente metà del bacino che viene servito dall'irrigazione, è ancora con l'irrigazione a scorrimento, portarla quindi è un pluvirriguo, ma servono risorse, servono molte risorse per fare questa trasformazione anche del sistema di irrigazione. Come anche l'utilizzo di bacini di laminazione, l'utilizzo delle cave dismesse per un accumulo d'acqua nei periodi estivi e creare anche dei nuovi invasi. Cioè ci sono una serie di cose da mettere in campo, ma ci vuole tempo, ci vogliono risorse, ci vogliono anni.
Il 1° gennaio 2022 può applicarsi questa direttiva. Ma sapete cosa vuol dire? Faccio un esempio concreto perché forse non ci rendiamo conto: sulla presa di Nervesa della Battaglia attualmente, col deflusso minimo vitale, deve essere garantito un 10 metri cubi d'acqua al secondo. Con l'applicazione del deflusso ecologico devono essere garantiti dai 27 ai 33 metri cubi d'acqua al secondo: non ci sarà più acqua per l'irrigazione, non ci sarà più acqua per i nostri canali, non ci sarà più acqua per le nostre città, cambia completamente il paesaggio.
È stato fatto un algoritmo e hanno applicato questi studi, cioè hanno sperimentato cosa vuol dire applicare questa direttiva e ci rendiamo conto che i danni sono enormi, per cui dobbiamo essere al fianco dei vari enti per cercare di far sì – poi non dipende da noi – che in Europa ci ascoltino e ci diano una sospensione, una deroga e intanto andremo avanti anche con una cultura del risparmio dell'acqua.
Quindi a me dispiace, ma queste modifiche non le posso accettare. Comunque accetto le sottoscrizioni alla mozione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente e grazie di questo momento di discussione, che magari vede delle difficoltà a venirci incontro, però evidentemente pone una questione.
Nessuno nega – e voglio ribadirlo qui – la necessità di un intervento che sia graduale. Nessuno lo nega, ma allo stesso tempo si richiede che, con la stessa serietà, si prendano in considerazione tutte quelle iniziative che in realtà avremmo già potuto iniziare negli scorsi anni con stanziamenti adeguati e, di conseguenza, oggi devono essere intrapresi nell'immediato.
Prima la consigliera Rizzato parlava della questione dello scorrimento, dell'irrigazione a scorrimento: benissimo, sei anni fa in Consiglio regionale, nella presentazione dei progetti della Regione del Veneto con l'approvazione di quello che era il percorso della precedente Legislatura, parlavo proprio qui in quest'Aula e sollecitavo l'allora assessore Pan a un intervento con dei fondi specifici dedicati per quanto riguarda la gestione della transizione nella gestione dell'irrigazione, specie nel Trevigiano e nel Veneziano, dove ancora la pratica dell'irrigazione a scorrimento è utilizzata, mentre nelle parti più ad ovest questa pratica non è più all'interno della tradizione colturale.
Pertanto, questi aspetti già cinque anni fa si potevano andare ad investire con maggiore forza, anche naturalmente con i fondi europei, magari inserendo e facendo molto più perno ed investimento nella misura degli investimenti all'interno proprio di questo specifico settore o aiutando anche le aziende di montagna a dover gestire, per esempio, un accumulo di acqua necessario per l'epoca estiva e, di conseguenza, utile per evitare delle difficoltà anche per la gestione dell'attività allevatoriale, non soltanto di coltivazione.
Quindi il principio è che tutte queste iniziative, compresa la ricarica di falda, comprese anche le attività di abbattimento dell'immissione di inquinanti all'interno di corsi d'acqua superficiali che implicano poi dopo delle esigenze anche per quanto riguarda il deflusso ecologico, tutte queste iniziative le si poteva già iniziare a farle ben qualche anno fa e noi riteniamo che all'interno di questa classificazione, questa valutazione debba essere messa energia e carburante proprio per perseguire questi obiettivi in maniera seria in modo tale da accompagnare e valorizzare quegli imprenditori che già queste pratiche le hanno superate o le hanno innovate.

PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto il capogruppo Pan.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Sono stato stimolato e quindi intervengo proprio su quella questione, ma proprio con alcune cose che sono state messe in moto proprio negli ultimi anni dalla Regione Veneto. Io mi son pregiato di essere Assessore per cinque anni ai Consorzi di Bonifica e le posso assicurare, cara Consigliera, che noi Veneto, insieme all' Assessorato, insieme ai Consorzi di Bonifica, in particolare agli studi tecnici dei Consorzi di bonifica che sono una grande ricchezza, abbiamo, tre anni fa, presentato a Roma più di 50 progetti che riguardavano il risparmio dell'acqua, che riguardavano l'irrigazione, la sistemazione delle condotte, dei canali. Esempio il Leb, che lei conosce bene essendo di Lonigo, che parte dall'Adige ed è la colonna vertebrale dell'irrigazione della pianura veneta fino a Venezia. Ecco di quei 300 milioni che erano a disposizione del Piano nazionale sull'irrigazione (del PSRN nazionale), il Veneto, grazie aver presentato questi progetti in tempo, progetti che dovevano essere definitivi, ha portato a casa 165 milioni, più della metà, con incazzatura generale di tutte le altre Regioni, devo dirvi, però avevo detto: sai il primo che arriva con i progetti, mi hanno insegnato quando ho fatto il Sindaco e vedo Marzio Favero che mi annuisce, è che se tu arrivi lì con i progetti - e lo sappiamo benissimo – pronti, quando ci sono i soldini magari li porti anche a casa. Quindi 165 milioni che sono e saranno investiti da qui ai prossimi anni per la sistemazione e il risparmio dell'acqua del nostro Veneto. Quindi l'altra grande trasformazione: dallo scorrimento all'irriguo a pioggia e abbiamo visto investimenti del Piave, del Consorzio a Piave, sul Trevigiano, del Brenta. Adesso partiremo a Sandrigo e tutta l'area di Marostica, caro nostro presidente Ciambetti.
Quindi stiamo intervenendo dappertutto e ricordo anche una cosa che a lei è molto cara, che è più di 40 più altri 20 milioni e forse anche di più, andranno nella zona sua, dove andremo anche a sistemare tutto lo scorrimento dell'area del PFAS cosiddetta, quindi quell'area così difficile e così inquinata. Questo è stato fatto e questo penso che sia importante che anche per i nuovi Consiglieri venga detto e ricordato.
Quindi la Regione Veneto si è impegnata in questo senso e penso che abbiamo poco da imparare sia da voi che da altri.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione la Mozione n. 18.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo alla mozione n. 19 del collega Marzio Favero.
PUNTO
10



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI FAVERO, VILLANOVA, BET, ZECCHINATO, RIZZOTTO, CIAMBETTI, FINCO, RAZZOLINI, MICHIELETTO, BISAGLIA, BORON, BRESCACIN, CAVINATO, CENTENARO, CESTARO, GEROLIMETTO, GIACOMIN, MAINO, SANDONÀ, SPONDA, VIANELLO, PAN, RIGO, ANDREOLI, CECCHETTO, CESTARI, CORSI, DOLFIN, GIANPIERO POSSAMAI, PUPPATO, PICCININI, SPERANZON, POLATO, FORMAGGIO, SORANZO, BOZZA E VENTURINI RELATIVA A "IL GOVERNO SI ATTIVI AFFINCHÉ SIANO AL PIÙ PRESTO RIMBORSATI I RISPARMIATORI CHE HANNO SUBITO IL CRAC DELLE BANCHE VENETE E CHE L'AMCO (EX SGA) PROCEDA CON ATTENZIONE ED EQUILIBRIO NEI CONFRONTI DI MOLTE IMPRESE E FAMIGLIE". (MOZIONE N. 19) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 14/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- il Gruppo Veneto Banca nasce nel 1877, anno di fondazione della Banca Popolare di Montebelluna. A partire dal 1997 la Popolare ha intrapreso un cammino che l'ha portata cambiare la denominazione in Veneto Banca. Dal 2000 ha esteso i propri interessi all'Europa Orientale. Nel 2010 Veneto Banca porta a termine due nuove acquisizioni: quella di Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana. Nel 2013 Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana viene fusa in Veneto Banca, divenendo la Direzione Territoriale della capogruppo a presidio del Centro Italia;
- nel mese di ottobre 2015 viene presentato il piano industriale del Gruppo per il periodo 2015-2020, che prevede la chiusura di 130 filiali entro il 2017;
- nell'assemblea straordinaria dei soci del 19 dicembre 2015 viene approvata, come richiesto dal decreto legge 3/2015 del Governo Renzi, la trasformazione da Soc. Coop. a Società per Azioni (S.p.A.) e la conseguente quotazione in borsa, con la necessità di un aumento di capitale da 1 miliardo di €, aumento che viene sottoscritto da "Fondo Atlante" che controlla il 97,64% del capitale azionario dell'istituto;
- nel 2016 la banca ha registrato perdite per 1,5 miliardi di euro;
- il 14 giugno 2017 i legali della banca hanno dato l'avvio dell'azione di responsabilità che presenta un conto da 2,3 miliardi a titolo di danni «nei confronti di ex amministratori e sindaci alternatisi in carica fino al 26 aprile 2014». Il 21 giugno 2017 Veneto Banca è stata posta in liquidazione coatta amministrativa e conseguentemente il governo ha assegnato a Intesa San Paolo al prezzo simbolico di 1 euro Veneto Banca per la parte in bonis, affidando invece la gestione del credito deteriorato ad una SGA, oggi AMCO;
- il crack di Veneto Banca ha mandato in fumo 6,5 miliardi di euro, coinvolgendo quasi 90 mila risparmiatori;
PREMESSO ALTRESÌ CHE
- la Banca Popolare di Vicenza, fondata a Vicenza nel 1866, è stata la prima banca popolare sorta in Veneto. A partire dagli anni '80 la rete di Banca Popolare di Vicenza si è gradualmente estesa dalla originaria provincia di Vicenza all'intero Nord Est e poi al Nord d'Italia;
- negli anni 2000 BPVi, attraverso un'azione di sviluppo proseguita fino al 2007, ha acquisito altri istituti bancari, tra cui Banca Nuova, operativa in Sicilia, e Cassa di Risparmio di Prato in Toscana;
- BPVI, tra il 2008 e il 2014, ha raddoppiato il numero dei propri soci, passando da 60 mila a 116 mila, attraverso due operazioni di aumento di capitale, lanciate tra il 2013 e il 2014, con cui sono stati raccolti quasi 2 miliardi di euro;
- nel 2015 BPVi è rientrata tra le banche popolari con attivi superiori agli 8 miliardi di euro che, secondo quanto previsto dal d.l. n. 3/2015 (convertito dalla L. 24 marzo 2015 n. 33 che ha apportato modifiche agli artt. 28 e ss. del Testo Unico Bancario sulle "banche popolari"), ai sensi dell'art. 29 c. 2 ter TUB, dovevano essere trasformate in società per azioni;
- solo a partire dal 2015 sono ufficialmente emerse le irregolarità che hanno determinato l'azzeramento del valore delle azioni e che hanno costituito la base su cui si sono fondati i procedimenti amministrativi e penali;
- all'aumento di capitale di fine aprile 2016 aderiscono solamente 5.000 vecchi azionisti su 120 mila, corrispondenti al 7,66% del capitale sociale, notevolmente meno della percentuale minima stabilità dalla Borsa Italiana per assicurare un flottante sufficiente, pari al 25%; per cui il 2 maggio viene negata l'autorizzazione alla quotazione sulla Borsa di Milano. Come conseguenza di ciò le domande presentate sono considerate nulle e tutto l'aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro, con l'emissione di 15 miliardi di nuove azioni a 0,10 euro, viene interamente sottoscritto dal Fondo Atlante, che arriva così a controllare il 99,33% del capitale azionario dell'istituto;
- anche BPVI è stata posta in liquidazione coatta amministrativa e conseguentemente il governo l'ha assegnata a Intesa San Paolo al prezzo simbolico di 1 euro per la parte in bonis;
PRESO ATTO CHE
- dal Comune di Montebelluna con deliberazione del Consiglio comunale n. 79 del 22 novembre 2017 è partita la proposta originale, forse la prima o comunque fra le prime, per la redazione di una Legge speciale che riconoscesse una nuova fattispecie di truffati, "gli azionisti risparmiatori", con un ODG votato all'unanimità e inviato al Governo e a tutti i parlamentari veneti;
- una parziale risposta e arrivata dal Governo con decreto legge del 30 Aprile 2019 con l'istituzione del Fir (Fondo indennizzo risparmiatori) approvato in Parlamento da quasi tutte le forze politiche;
PRESO ATTO ALTRESÌ CHE
- il Consiglio Regionale del Veneto ha istituito con la deliberazione n. 17 del 19 gennaio 2016 una "Commissione Speciale d'inchiesta sui gravi fatti riguardanti il sistema bancario in Veneto". Alcuni episodi riportati nella relazione, in particolare dalle associazioni rappresentative di clienti ed azionisti e dalle rappresentanze sindacali dei dipendenti, ed i documenti consegnati, hanno evidenziato un quadro di gravità in massima parte ascrivibile alle scelte gestionali dei due istituti di credito coinvolti, inscritte in un panorama di crisi finanziaria nazionale ed internazionale. Il tema cruciale emerso, rilevabile dal numero imponente di soggetti che hanno patito e stanno patendo pregiudizi patrimoniali, è la compromissione della fiducia dei risparmiatori, l'enorme danno al "sistema imprese", all'economia e alle famiglie del Veneto ed il rischio occupazionale cui sono esposti i dipendenti;
- l'opinione pubblica e, in modo decisivo, le associazioni a tutela dei risparmiatori truffati hanno altresì portato alla luce il carattere deficitario delle azioni di controllo sviluppate dalle apposite autorità a livello nazionale ed europeo – si rilevi solo a titolo di esempio che Veneto Banca pochi mesi prima di subire un'ispezione da parte della Guardia di Finanza su indicazione della Banca centrale aveva superato lo stress test previsto dalle procedure europee;
APPRESO che nel mese di dicembre 2020, sono ripresi i processi che vedono coinvolti i vertici di entrambe le banche, in particolare contro l'ex ad di Veneto Banca, unico tra il management chiamato a rispondere di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza bancaria e falso in prospetto informativo. La procura di Vicenza ha chiesto di condannare l'ex presidente di Banca Popolare di Vicenza, e gli altri imputati;
APPRESO ALTRESÌ CHE
- con la legge di bilancio dicembre 2018 si sono stanziate risorse per 1,5 miliardi di euro e un primo schema del Fondo per l'indennizzo dei risparmiatori e dal settembre 2019, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto del ministero dell'Economia, i risparmiatori truffati, in possesso di titoli azionari o obbligazionari subordinati delle banche fallite, hanno avuto diritto a presentare le domande per richiedere il rimborso di quanto gli spetta;
- il fondo eroga un indennizzo ai risparmiatori che hanno subito un pregiudizio da parte di banche o loro controllate poste in liquidazione coatta amministrativa nel periodo 17 novembre 2015 - 31 dicembre 2017;
- secondo i dati che trapelano, la commissione tecnica del Fondo indennizzo risparmiatori (Fir) ad ottobre 2020 ha iniziato a saldare quanto perso con le azioni delle ex popolari;
CONSIDERATO, INFINE, CHE
- in tale contesto di difficoltà e spesso di drammaticità, che ha coinvolto migliaia di risparmiatori e famiglie, si inseriscono le azioni di recupero dei crediti operate dalla AMCO, Asset Management Company (ex SGA), a carico di coloro che avevano contratto mutui e obbligazioni con BPVI e Veneto Banca – che a loro volta erano stati, in diversi casi, anche costretti ad aprire un conto corrente bancario con annesso acquisto di azioni – e che le posizioni debitorie sono in tutto 124 mila, delle quali circa 25 mila sono riferibili ad aziende che devono restituire complessivamente 6,3 miliardi di euro su un totale di 18,7 miliardi;
- a carico dei suddetti debitori stanno o sono già state azioni di recupero forzoso dei crediti, aggiungendosi al dramma già patito a causa della perdita dei loro risparmi;
- necessiterebbe una maggior celerità nella determinazione degli esiti delle vertenze in sede di conciliazione per consentire una rapida liquidazione dei rimborsi ai risparmiatori investiti dal crac della BPVI e di Veneto banca;
tutto ciò premesso
invita la Giunta regionale
ad attivarsi presso il Governo della Repubblica per chiedere che:
1a) vengano accelerate le modalità per i rimborsi ai cittadini truffati, avendo le associazioni denunciato che solo pochi risparmiatori (8.000 su oltre 140mila) sono stati al momento liquidati, peraltro nella misura del 12%, e che si provveda altresì al loro completo indennizzo (il 30% di quanto perso) evitando la formula dell'acconto. È il caso di ricordare che molti degli ex soci si trovano ad affrontare situazioni di particolare difficolta personale e una quota di essi è costituita da anziani che erano stati indotti a interpretare l'acquisto delle azioni come forma di risparmio per la vecchiaia o per i figli.
2a) sia adottata una particolare attenzione da parte della AMCO nel recupero crediti sia in considerazione della lunga crisi economica che ha condizionato il mercato, in particolare immobiliare, dal 2007 fino al 2018, pesando in modo critico su famiglie ed imprese che, anche per questa ragione, hanno avuto notevoli difficoltà ad onorare mutui e contratti, sia per la sopravvenuta emergenza pandemica Covid-19, che ha indotto l'adozione di misure governative di profilassi, comprensive del ricorso a lockdown generali o parziali, che hanno avuto ulteriori e pesanti riflessi negativi sull'economia, rispetto ai quali a tutt'oggi appaiono limitati e insoddisfacenti i rimborsi effettuati dallo Stato favore delle ditte andate in sofferenza. In particolare vi è l'esigenza che AMCO presidi con maggiore efficacia le posizioni incagliate ma non ancora in sofferenza (tecnicamente gli UTP); infatti tali posizioni fanno riferimento ad aziende ancora in bonis, quindi "vive" sia pur con problemi che hanno bisogno di particolare assistenza e supporto creditizio per superare le difficoltà finanziarie, peraltro acuite dalla crisi in atto. Si deve tener conto che la dimensione di questa categoria di crediti è tale da costituire un grave problema sistemico.".

PRESIDENTE

Collega Favero, prego, ha la parola.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Un saluto a tutti.
Questa mozione nasce dalle istanze che ho ricevuto come rappresentante del territorio montebellunese, che è stato uno degli epicentri, ahimè, della crisi delle Popolari venete. Istanze volte a chiedere l'attenzione del Governo per due dimensioni: una è quella del ristoro dei risparmiatori, l'altra è quella del tema del recupero crediti da parte dell'AMCO.
Se avete letto la mozione, avrete trovato che il dispositivo è stato costruito in maniera estremamente neutrale, limitandosi a indicare le tappe del percorso, per evitare divisioni all'interno di questo Consiglio, perché le ricostruzioni o le interpretazioni che possiamo dare giustamente possono anche divergere.
Io, da ex Sindaco, ho avuto la possibilità di parlare con i diversi Presidenti che si sono succeduti alla guida di Veneto Banca nella sua parabola discensiva: conservo la convinzione che vi fossero le condizioni per il salvataggio delle due Popolari. Tuttavia non è questo oggi il tema.
Il tema oggi è quello di chiedere al Governo di accelerare in primo luogo nelle procedure di risarcimento dei soci truffati. Io mi ricordo che nel '17, poco dopo che il Governo aveva mandato in liquidazione coatta amministrativa le due banche, feci approvare dal Consiglio comunale di Montebelluna all'unanimità un ordine del giorno nel quale si chiedeva una legge speciale per risarcire una nuova specie di truffati: i soci risparmiatori. Su questo potremmo aprire mille discussioni e senz'altro ci sono temi che involgono anche la cultura finanziaria.
Certo è che la magistratura stessa alla fine ha ravvisato il fatto che una parte di soci sono stati arruolati in un momento difficile per le due banche con modalità non ortodosse se adesso si va al processo.
In questo momento solo una parte di questi soci si è vista riconoscere quanto previsto dal FIR e io scrivo nel documento 8.000, ma probabilmente il numero nel frattempo si è raddoppiato e peraltro il risarcimento è arrivato in misura modesta: non il 30%, ma il 12%.
Qual è la richiesta? La richiesta è quella che si dia un'accelerata, anche perché una parte di questi soci sono anziani. Sono già passati quattro anni dalla liquidazione di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca e queste persone oggi hanno l'esigenza di ritornare in possesso almeno di una parte di quanto hanno perduto per o le loro esigenze personali o per i loro figli o i loro nipoti.
Il secondo tema che porto all'attenzione è quello della seconda parte del film, perché noi finora abbiamo visto la prima parte, quella del fallimento delle due banche popolari, ma adesso parte la partita dell'AMCO, quindi della riscossione dei crediti. Voi sapete che in quota parte la crisi delle due Popolari venete si è legata alla crisi economica e finanziaria che è iniziata nel 2007: l'Amministratore delegato di Veneto Banca qualche anno fa ha ammesso di aver sottovalutato la portata della crisi, che è una crisi che è perdurata fino al 2018 e poi ne è arrivata un'altra che è quella connessa alla pandemia, al Covid.
La nostra preoccupazione dovrebbe essere quella di chiedere attenzione, umanità ed equilibrio nell'opera di recupero dei crediti, ma non solo quelli individuali o di piccole imprese, anche di quelle imprese che hanno crediti incagliati, ma che come imprese potrebbero essere salvate. Quindi si tratta di capire se è possibile ridurre il danno e la necrosi del nostro tessuto economico.
Io spero che ci sia la volontà, da parte del Consiglio, di condividere questa mozione. Peraltro in questo momento lo scenario nazionale è profondamente cambiato: ci ritroviamo con un Governo tecnico di unità nazionale o di salvezza nazionale, come sarebbe più corretto dire ed è presumibile che il Presidente del Consiglio, che è stata una figura di riferimento a livello europeo sul tema della finanza, delle banche, eccetera, possa avere anche un'attenzione e una sensibilità particolare nei confronti di queste tematiche.
Io spero che, pertanto, vi sia il sostegno da parte di tutte le forze politiche.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il capogruppo Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, presidente Zottis.
Soltanto per condividere le parole del consigliere Favero: anche noi voteremo a favore di questa mozione.
A livello personale ho vissuto da Consigliere comunale in città di Vicenza la fase più difficile legata appunto al crack delle Popolari: è una pagina veramente tragica della storia della nostra Regione. Prima giustamente il consigliere Favero diceva: "Non entriamo nella dinamica e nella discussione su responsabilità e quant'altro", però, ecco, un fatto storico c'è e penso che vada ricordato e che soprattutto vada analizzato oggi in questo senso ed è che il Veneto, il grande Veneto, terra ancora oggi di imprese e di ricchezza si ritrova, di fatto, senza un sistema finanziario e senza un sistema bancario proprio, ovviamente se si accettano le banche di credito cooperativo e le rurali, però senza banche di sistema e questo è oggi un problema enorme di un territorio come il nostro che mantiene un tessuto imprenditoriale fortissimo, una grande capacità di esportazione, ma che evidentemente sul fronte bancario e finanziario oggi è dipendente nei confronti di altre Regioni d'Italia.
Questo è un tema, è un tema enorme ed è un tema che dobbiamo avere ben presente perché c'entra molto, per esempio, col modello di sviluppo che possiamo avere in testa per il futuro del Veneto, visto che stiamo incominciando a discutere in Commissione del Piano di Ripresa e Resilienza e che arriveremo a discuterne anche in Consiglio.
Sul tema specifico della mozione è fondamentale quanto chiede, sia sul fronte dei ristori, diciamo così, visto che purtroppo la parola è diventata, diciamo così, di uso corrente quest'anno nei confronti dei truffati, quindi il tema della rapidità, perché per tante di quelle famiglie era praticamente l'unico patrimonio, ma anche - e su questo ha fatto bene chi ha redatto la mozione a metterlo - sul tema dell'AMCO e dell'attenzione verso le imprese e verso tutto il patrimonio che oggi si ritrova a gestire. Appunto giusto per stare in chiave locale, in città di Vicenza ci sono una quantità di immobili legati a quella procedura e a quel percorso enorme, anche immobili storici, immobili importanti. Quindi da questo punto di vista un tenere l'attenzione alta, anche con atti come quello che votiamo oggi, è cruciale e, visto che appunto siamo entrati in una fase diversa anche del Governo del Paese e quindi un Governo che mette insieme forze anche molto diverse e politicamente avversarie, perlomeno questo lo possiamo dire, però ecco, su un tema come questo il fatto di poter spingere insieme come territorio pensiamo che sia importante. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ora ha chiesto la parola il consigliere Razzolini.

Tommaso RAZZOLINI (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Buongiorno. Anch'io ho fatto una mozione proprio in questa direzione per chiedere un sollecito al Governo per i ristori ai cittadini colpiti appunto da Veneto Banca e dalla Banca Popolare di Vicenza. Chiedo anche la sottoscrizione di questa mozione del consigliere Favero e proprio perché il territorio ce lo chiede, lo chiedono i nostri cittadini e già in un momento di difficoltà come questa, anche economica, è bene che venga data una mano a queste persone. Quindi chiedo anch'io la sottoscrizione a questa mozione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il capogruppo Villanova.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Solo per chiedere la sottoscrizione dei Gruppi Zaia Presidente, Liga Veneta e Veneto Autonomia.

PRESIDENTE

Adesso ha chiesto di intervenire consigliere Bozza.
Bozza, se non appare... forse c'è un problema tecnico. Solo lui. In caso, casomai ha chiesto l'intervento anche il capogruppo Soranzo. Gli passerei la parola e vediamo se riusciamo a recuperare il consigliere Bozza.
Capogruppo Soranzo.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Grazie. Non sono Capogruppo.
Io solo per integrare. Intanto confermo che tutto il Gruppo chiede di sottoscrivere questa mozione convintamente, però io mi permettevo anche di integrare un aspetto al proponente in questo senso: benissimo l'accelerazione, benissimo l'invito alla Giunta e al Presidente all'interessamento della Regione per i nostri risparmiatori, però anche un aspetto che, secondo noi, è importante va nel senso che, parallelamente all'invito all'accelerazione, ci sia un'attenzione e una richiesta di valutare se è il caso di prorogare, almeno per un ulteriore anno, di tempo e di risorse nel momento in cui quest'anno, il 2021, è l'ultimo anno del triennio del FIR (il Fondo risparmiatori) o quello che era stato istituito in prima battuta (o Fondo Ristori) nel 2017, perché i 1.575.000.000 euro erano nei tre anni ('19, '20 e '21).
Quindi magari valutare al proponete se integrare la mozione, considerando e proponendo magari a livello governativo, anche monitorando la situazione, per cui tutti i risparmiatori possono avere magari ristoro, sia magari nella posizione della richiesta, sia nelle risorse, considerando appunto che il 2021 è l'ultimo anno del triennio del provvedimento. Grazie.

PRESIDENTE

Adesso non so se il consigliere Bozza riesce a intervenire.

Alberto BOZZA (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto)

Mi sentite adesso?

PRESIDENTE

Sì.

Alberto BOZZA (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Semplicemente per chiedere al collega la sottoscrizione del Gruppo Forza Italia alla mozione.

PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.
Adesso passo la parola, invece, al capogruppo Speranzon.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

L'ha detto Soranzo, ma vorrei che fosse esplicitato bene che il Gruppo di Fratelli d'Italia intende sottoscrivere nella sua interezza questa mozione.

PRESIDENTE

Bene.
Non vedo altri interventi.
Non so se il consigliere Favero vuole intervenire per accettare le sottoscrizioni e c'era una richiesta anche di integrazione della mozione.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Lo scopo di questa mozione era quello di raccogliere il più ampio consenso e quindi accetto le sottoscrizioni da parte di tutti e volentieri.
Se dobbiamo accettare la proposta che ci viene da Enoch, credo che lo si possa fare, però evitando di creare una discrasia fra il fatto che da un lato chiediamo di accelerare e quindi che nel giro di pochi mesi si addivenga alla liquidazione e dall'altro chiediamo un anno in più.
Potremmo chiedere che venga prorogato di un anno in questo senso, per le necessarie eventuali integrazioni del Fondo, perché il sospetto che si ha, a fronte dei rimborsi parziali del 12%, è che i fondi possano non bastare per tutti i soci truffati e per riaprire rapidamente i termini perché qualcheduno è rimasto fuori perché non ha fatto in tempo a produrre le carte perché le banche magari hanno avuto qualche difficoltà a ricostruire le loro posizioni. Se lo mettiamo così potrebbe funzionare.

PRESIDENTE

Propongo 30 secondi di interruzione. Se rimaniamo comunque in Aula, magari se ci formula una frase per integrare la mozione insieme al collega, poi riprendiamo.
La Seduta è sospesa alle ore 15.37
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta riprende alle ore 15.58

PRESIDENTE

Chiedo a tutti quanti i colleghi di aggiornare Concilium, così vedrete caricato online l'emendamento appena depositato sulla mozione 19.
Emendamento n. A0001, presentato dai consiglieri Favero e Soranzo, dispositivo, che prevede:
Alla fine del punto 1 è inserito il seguente periodo:
"Si chiede altresì la proroga di 1 anno del FIR, sia per consentire una sua eventuale integrazione finanziaria per assicurare il rimborso previsto a quanti hanno fatto richiesta e sono stati ammessi al ristoro, sia per consentire una eventuale apertura dei termini di presentazione per le richieste di indennizzo da parte dei risparmiatori che non hanno fatto in tempo a presentare nei termini previsti le istanze.".
Mi pare che tutti lo abbiano visto. Lo avete discusso prima e mi pare anche condiviso.
Ci sono interventi sull'emendamento n. A0001? Non ne vedo.
Quindi io passerei alla votazione dell'emendamento n. A0001 sulla mozione n. 19.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione la Mozione n. 19 così come modificata:
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione come modificata)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- il Gruppo Veneto Banca nasce nel 1877, anno di fondazione della Banca Popolare di Montebelluna. A partire dal 1997 la Popolare ha intrapreso un cammino che l'ha portata a cambiare la denominazione in Veneto Banca. Dal 2000 ha esteso i propri interessi all'Europa Orientale. Nel 2010 Veneto Banca porta a termine due nuove acquisizioni: quella di Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana. Nel 2013 Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana viene fusa in Veneto Banca, divenendo la Direzione Territoriale della capogruppo a presidio del Centro Italia;
- nel mese di ottobre 2015 viene presentato il piano industriale del Gruppo per il periodo 2015-2020, che prevede la chiusura di 130 filiali entro il 2017;
- nell'assemblea straordinaria dei soci del 19 dicembre 2015 viene approvata, come richiesto dal decreto legge 3/2015 del Governo Renzi, la trasformazione da Soc. Coop. a Società per Azioni (S.p.A.) e la conseguente quotazione in borsa, con la necessità di un aumento di capitale da 1 miliardo di euro, aumento che viene sottoscritto da "Fondo Atlante" che controlla il 97,64% del capitale azionario dell'istituto;
- nel 2016 la banca ha registrato perdite per 1,5 miliardi di euro;
- il 14 giugno 2017 i legali della banca hanno dato l'avvio dell'azione di responsabilità che presenta un conto da 2,3 miliardi a titolo di danni «nei confronti di ex amministratori e sindaci alternatisi in carica fino al 26 aprile 2014». Il 21 giugno 2017 Veneto Banca è stata posta in liquidazione coatta amministrativa e conseguentemente il governo ha assegnato a Intesa San Paolo al prezzo simbolico di 1 euro Veneto Banca per la parte in bonis, affidando invece la gestione del credito deteriorato ad una SGA, oggi AMCO;
- il crack di Veneto Banca ha mandato in fumo 6,5 miliardi di euro, coinvolgendo quasi 90 mila risparmiatori;
PREMESSO ALTRESÌ CHE:
- la Banca Popolare di Vicenza, fondata a Vicenza nel 1866, è stata la prima banca popolare sorta in Veneto. A partire dagli anni '80 la rete di Banca Popolare di Vicenza si è gradualmente estesa dalla originaria provincia di Vicenza all'intero Nord Est e poi al Nord d'Italia;
- negli anni 2000 BPVi, attraverso un'azione di sviluppo proseguita fino al 2007, ha acquisito altri istituti bancari, tra cui Banca Nuova, operativa in Sicilia, e Cassa di Risparmio di Prato in Toscana;
- BPVI, tra il 2008 e il 2014, ha raddoppiato il numero dei propri soci, passando da 60 mila a 116 mila, attraverso due operazioni di aumento di capitale, lanciate tra il 2013 e il 2014, con cui sono stati raccolti quasi 2 miliardi di euro;
- nel 2015 BPVi è rientrata tra le banche popolari con attivi superiori agli 8 miliardi di euro che, secondo quanto previsto dal d.l. n. 3/2015 (convertito dalla L. 24 marzo 2015, n. 33 che ha apportato modifiche agli artt. 28 e ss. del Testo Unico Bancario sulle "banche popolari"), ai sensi dell'art. 29 c. 2 ter TUB, dovevano essere trasformate in società per azioni;
- solo a partire dal 2015 sono ufficialmente emerse le irregolarità che hanno determinato l'azzeramento del valore delle azioni e che hanno costituito la base su cui si sono fondati i procedimenti amministrativi e penali;
- all'aumento di capitale di fine aprile 2016 aderiscono solamente 5.000 vecchi azionisti su 120 mila, corrispondenti al 7,66% del capitale sociale, notevolmente meno della percentuale minima stabilità dalla Borsa Italiana per assicurare un flottante sufficiente, pari al 25%; per cui il 2 maggio viene negata l'autorizzazione alla quotazione sulla Borsa di Milano. Come conseguenza di ciò le domande presentate sono considerate nulle e tutto l'aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro, con l'emissione di 15 miliardi di nuove azioni a 0,10 euro, viene interamente sottoscritto dal Fondo Atlante, che arriva così a controllare il 99,33% del capitale azionario dell'istituto;
- anche BPVI è stata posta in liquidazione coatta amministrativa e conseguentemente il governo l'ha assegnata a Intesa San Paolo al prezzo simbolico di 1 euro per la parte in bonis;
PRESO ATTO CHE:
- dal Comune di Montebelluna con deliberazione del Consiglio comunale n. 79 del 22 novembre 2017 è partita la proposta originale, forse la prima o comunque fra le prime, per la redazione di una Legge speciale che riconoscesse una nuova fattispecie di truffati, "gli azionisti risparmiatori", con un ODG votato all'unanimità e inviato al Governo e a tutti i parlamentari veneti;
- una parziale risposta è arrivata dal Governo con decreto legge del 30 Aprile 2019 con l'istituzione del Fondo indennizzo risparmiatori (Fir) approvato in Parlamento da quasi tutte le forze politiche;
PRESO ATTO ALTRESÌ CHE.
- il Consiglio Regionale del Veneto ha istituito con la deliberazione n. 17 del 19 gennaio 2016 una "Commissione Speciale d'inchiesta sui gravi fatti riguardanti il sistema bancario in Veneto". Alcuni episodi riportati nella relazione, in particolare dalle associazioni rappresentative di clienti ed azionisti e dalle rappresentanze sindacali dei dipendenti, ed i documenti consegnati, hanno evidenziato un quadro di gravità in massima parte ascrivibile alle scelte gestionali dei due istituti di credito coinvolti, inscritte in un panorama di crisi finanziaria nazionale ed internazionale. Il tema cruciale emerso, rilevabile dal numero imponente di soggetti che hanno patito e stanno patendo pregiudizi patrimoniali, è la compromissione della fiducia dei risparmiatori, l'enorme danno al "sistema imprese", all'economia e alle famiglie del Veneto ed il rischio occupazionale cui sono esposti i dipendenti;
- l'opinione pubblica e, in modo decisivo, le associazioni a tutela dei risparmiatori truffati hanno altresì portato alla luce il carattere deficitario delle azioni di controllo sviluppate dalle apposite autorità a livello nazionale ed europeo – si rilevi solo a titolo di esempio che Veneto Banca pochi mesi prima di subire un'ispezione da parte della Guardia di Finanza su indicazione della Banca centrale aveva superato lo stress test previsto dalle procedure europee;
APPRESO che nel mese di dicembre 2020, sono ripresi i processi che vedono coinvolti i vertici di entrambe le banche, in particolare contro l'ex ad di Veneto Banca, unico tra il management chiamato a rispondere di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza bancaria e falso in prospetto informativo. La procura di Vicenza ha chiesto di condannare l'ex presidente di Banca Popolare di Vicenza, e gli altri imputati;
APPRESO ALTRESÌ CHE:
- con la legge di bilancio dicembre 2018 si sono stanziate risorse per 1,5 miliardi di euro e un primo schema del Fondo per l'indennizzo dei risparmiatori e dal settembre 2019, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto del ministero dell'Economia, i risparmiatori truffati, in possesso di titoli azionari o obbligazionari subordinati delle banche fallite, hanno avuto diritto a presentare le domande per richiedere il rimborso di quanto gli spetta;
- il fondo eroga un indennizzo ai risparmiatori che hanno subito un pregiudizio da parte di banche o loro controllate poste in liquidazione coatta amministrativa nel periodo 17 novembre 2015 - 31 dicembre 2017;
- secondo i dati che trapelano, la commissione tecnica del Fondo indennizzo risparmiatori (Fir) ad ottobre 2020 ha iniziato a saldare quanto perso con le azioni delle ex popolari;
CONSIDERATO, INFINE, CHE:
- in tale contesto di difficoltà e spesso di drammaticità, che ha coinvolto migliaia di risparmiatori e famiglie, si inseriscono le azioni di recupero dei crediti operate dalla AMCO, Asset Management Company (ex SGA), a carico di coloro che avevano contratto mutui e obbligazioni con BPVI e Veneto Banca - che a loro volta erano stati, in diversi casi, anche costretti ad aprire un conto corrente bancario con annesso acquisto di azioni - e che le posizioni debitorie sono in tutto 124 mila, delle quali circa 25 mila sono riferibili ad aziende che devono restituire complessivamente 6,3 miliardi di euro su un totale di 18,7 miliardi;
- a carico dei suddetti debitori stanno per essere o sono già state intraprese azioni di recupero forzoso dei crediti, aggiungendosi al dramma già patito a causa della perdita dei loro risparmi;
- necessiterebbe una maggior celerità nella determinazione degli esiti delle vertenze in sede di conciliazione per consentire una rapida liquidazione dei rimborsi ai risparmiatori investiti dal crac della BPVI e di Veneto banca;
tutto ciò premesso,
INVITA LA GIUNTA REGIONALE
ad attivarsi presso il Governo della Repubblica per chiedere che:
1) vengano accelerate le modalità per i rimborsi ai cittadini truffati, avendo le associazioni denunciato che solo pochi risparmiatori (8.000 su oltre 140mila) sono stati al momento liquidati, peraltro nella misura del 12%, e che si provveda altresì al loro completo indennizzo (il 30% di quanto perso) evitando la formula dell'acconto. È il caso di ricordare che molti degli ex soci si trovano ad affrontare situazioni di particolare difficoltà personale e una quota di essi è costituita da anziani che erano stati indotti a interpretare l'acquisto delle azioni come forma di risparmio per la vecchiaia o per i figli.
Si chiede altresì la proroga di un anno del Fondo indennizzo risparmiatori (Fir), sia per consentire una sua eventuale integrazione finanziaria per assicurare il rimborso previsto a quanti hanno fatto richiesta e sono stati ammessi al ristoro, sia per consentire una eventuale apertura dei termini di presentazione per le richieste di indennizzo da parte dei risparmiatori che non hanno fatto in tempo a presentare nei termini previsti le istanze;
2) sia adottata una particolare attenzione da parte della AMCO nel recupero crediti sia in considerazione della lunga crisi economica che ha condizionato il mercato, in particolare immobiliare, dal 2007 fino al 2018, pesando in modo critico su famiglie ed imprese che, anche per questa ragione, hanno avuto notevoli difficoltà ad onorare mutui e contratti, sia per la sopravvenuta emergenza pandemica Covid-19, che ha indotto l'adozione di misure governative di profilassi, comprensive del ricorso a lockdown generali o parziali, che hanno avuto ulteriori e pesanti riflessi negativi sull'economia, rispetto ai quali a tutt'oggi appaiono limitati e insoddisfacenti i rimborsi effettuati dallo Stato favore delle ditte andate in sofferenza. In particolare vi è l'esigenza che AMCO presidi con maggiore efficacia le posizioni incagliate ma non ancora in sofferenza (tecnicamente gli UTP); infatti tali posizioni fanno riferimento ad aziende ancora in bonis, quindi "vive" sia pur con problemi che hanno bisogno di particolare assistenza e supporto creditizio per superare le difficoltà finanziarie, peraltro acuite dalla crisi in atto. Si deve tener conto che la dimensione di questa categoria di crediti è tale da costituire un grave problema sistemico.".
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo alla mozione n. 2 presentata dal collega Montanariello ed altri.
PUNTO
11



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI MONTANARIELLO E ZOTTIS RELATIVA A "POLIGOF (EX PANSAC): LA REGIONE INTERVENGA A SOSTEGNO DEI LAVORATORI E DELLE LORO FAMIGLIE". (MOZIONE N. 2) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 15/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- il 23 ottobre 2020 i giornali hanno dato notizia della rottura delle trattative tra i sindacati e i vertici dell'azienda "Poligof" di Mira (ex Pansac) dovuta al mancato coinvolgimento dei lavoratori in merito ai piani di riorganizzazione del personale (oltre 200 dipendenti);
- la Rsu ha spiegato che lo scorso settembre i vertici dell'azienda si erano dichiarati favorevoli ad una concertazione sulla riorganizzazione dello stabilimento di Mira. Successivamente l'azienda avrebbe illustrato le proprie scelte ai dipendenti attraverso una semplice lettera (appesa nella bacheca della sede di Mira) nella quale esponeva l'esigenza di una maggiore flessibilità della forza lavoro, attraverso delle figure professionali in grado di operare in tutto lo stabilimento e non soltanto in un solo reparto. La Poligof ha quindi comunicato i termini della riorganizzazione e una data di inizio: il 1° novembre;
- a nulla sarebbe valso l'incontro tra le parti avvenuto il 22 ottobre scorso, nel corso del quale i sindacati avevano chiesto nuovamente di non essere estromessi dalle decisioni in merito all'utilizzo del personale, mentre l'amministratore delegato avrebbe ventilato la possibilità di aumentare gli investimenti aziendali all'estero, in particolare in Russia e in India, cosa che i sindacati hanno interpretato come una vera e propria minaccia di delocalizzazione;
- alla rottura delle trattative i lavoratori, attraverso la Rsu, hanno proclamato il blocco degli straordinari e un'astensione dal lavoro per alcuni giorni, rammentando di aver già molto pagato nel corso degli anni in termini di riduzione del personale, licenziamenti e cassa integrazione;
RITENUTO che Giunta regionale e Consiglio regionale debbano fare al più presto quanto di loro competenza per salvaguardare i livelli occupazionali di un'attività industriale di assoluto rilievo per l'economia locale e regionale;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a promuovere un tavolo di confronto con i vertici dell'azienda "Poligof" di Mira (ex Pansac) e le organizzazioni sindacali per individuare ogni possibile soluzione al fine di salvaguardare i livelli occupazionali, dando una prospettiva certa ai lavoratori e alle loro famiglie.".

PRESIDENTE

Prego, Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Premesso che il 23 ottobre 2020 i giornali hanno dato notizia della rottura delle trattative tra i sindacati e i vertici dell'azienda Poligof di Mira (ex Pansac) dovuta al mancato coinvolgimento dei lavoratori in merito ai piani di riorganizzazione del personale, visti oltre 200 dipendenti, la RSU ha spiegato che lo scorso settembre i vertici aziendali erano dichiaranti favorevoli ad una concertazione sulla riorganizzazione dello stabilimento di Mira. Successivamente l'azienda avrebbe illustrato le proprie scelte ai dipendenti attraverso una semplice lettera apparsa nella bacheca della sede di Mira nella quale esponeva l'esigenza di una maggiore flessibilità della forza lavoro attraverso delle figure professionali in grado di operare in tutto lo stabilimento e non soltanto in un reparto.
La Poligof ha quindi comunicato i termini della riorganizzazione e una data di inizio, l'1 novembre. A nulla sarebbe valso l'incontro tra le parti ha avuto il 22 ottobre scorso, nel corso del quale i sindacati avevano chiesto nuovamente di non essere estromessi dalla decisione in merito all'utilizzo del personale, mentre l'Amministratore delegato avrebbe ventilato la possibilità di aumentare gli investimenti aziendali all'estero, in particolare in Russia e in India, cosa che i sindacati hanno interpretato come una vera e propria minaccia di delocalizzazione.
Alla rottura della trattativa i lavoratori, attraverso la RSU, hanno proclamato il blocco degli straordinari e un'astensione dal lavoro per alcuni giorni, rammentando di aver già molto pagato nel corso degli anni in termini di riduzione del personale, licenziamenti e cassa integrazione.
Tenuto conto che la Giunta regionale e il Consiglio regionale debbano fare al più presto quanto in loro competenza per salvaguardare i livelli occupazionali di un'attività industriale di assoluto rilievo per l'economia locale, impegna la Giunta regionale a promuovere un tavolo di confronto con i vertici aziendali Poligof e le organizzazioni sindacali per individuare ogni possibile soluzione, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali, dando una prospettiva certa ai lavoratori e alle loro famiglie.
Presidente, sono consapevole che nel frattempo questa mozione, pur essendo stata presentata ad ottobre, ha comunque visto una risoluzione work in progress dalle stesse parti sociali nel rapporto con l'azienda, non in un clima di massima serenità. Ad oggi l'azienda, il polo, è stato venduto, da quello che apprendo sui giornali e chi lo ha acquistato, a quanto si apprende anche da verifiche fatte, non ha nessuna volontà né di delocalizzare, né di ridimensionare l'attuale produzione.
Però perché ho voluto presentarla lo stesso? L'ho voluta presentare lo stesso, pur consapevole che in qualche modo è ormai obsoleta perché dalla stampa abbiamo appreso le risposte del caso, però in questi momenti comunque è sempre bene avere i riflettori accesi e i fari puntati su tutte quelle situazioni che si possono innescare, non a causa della pandemia, ma con la scusa della pandemia. E perché faccio questa distinzione? Perché nel caso di questa azienda, produceva materiale sanitario quindi nel corso della pandemia ha anche aumentato quelle che erano le sue produzioni, purtroppo, a causa della pandemia.
Però è sempre bene accendere i riflettori – in questo caso il pericolo fortunatamente è scampato – sul fatto che le nostre eccellenze spesso sono territorio di conquista da parte anche di esteri e di terzi e spesso, da una parte c'è chi approfitta della crisi, con la propria forza economica sul mercato, dovuta alla pandemia e, dall'altra, magari qualcuno che, con la scusa della pandemia, tenta di fare forzature che sarebbe bene non fare.
Quindi, consapevoli che a oggi la vicenda è abbastanza risolta e c'è stato un cambio di proprietà, Assessore, comunque ritenevo opportuno parlare, ancora una volta, dei problemi del nostro sistema produttivo veneto per non dimenticare e per tenere sempre l'attenzione alta sulla vicenda.
Ricordo - e chiudo - che in quei giorni un po' turbolenti ci sono stati importanti scioperi, insomma, di padri di famiglia che più volte si sono dovuti confrontare con la dura realtà di chi tentava di delocalizzare il proprio impianto, ecco.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione la Mozione n. 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo alla mozione n. 23 del collega Dolfin.
PUNTO
12



MOZIONE PRESENTATA DAL CONSIGLIERIE DOLFIN RELATIVA A "LA GIUNTA SI FACCIA PORTAVOCE CON IL GOVERNO PER EVITARE L'AUMENTO DEL 700% DEI CANONI DEMANIALI". (MOZIONE N. 23) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 16/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- il peggioramento della situazione di crisi economica iniziata ad inizio 2020 con il periodo di lockdown e poi proseguita con le varie restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19, hanno messo in crisi l'intera filiera della pesca e dell'acquacoltura che ha dovuto fare i conti con le perdite legate alla forte riduzione della domanda;
- la pesca e l'acquacoltura hanno, quindi, già pagato un conto salato e ora hanno bisogno di misure che sostengano lavoro e reddito, e non di aggravi di costi che rischiano solo di minarne la sopravvivenza e aprire ancora di più all'arrivo di pesce straniero sulle nostre tavole;
CONSIDERATO CHE:
- con il "Decreto Agosto" il Governo ha aumentato la soglia minima dei canoni demaniali marittimi da 362,90 euro a 2.500 euro l'anno, cosa che sta creando grossi problemi ai titolari di micro e piccole concessioni non commerciali sul Demanio marittimo;
- questo aumento è stato imposto non solo agli stabilimenti balneari ma anche ai titolari di micro e piccole concessioni sul demanio marittimo come ormeggi privati, cartelli pubblicitari, edicole, gavitelli, rimessaggi di surf e windsurf, dei campi da beach volley di associazioni sportive dilettantistiche;
- per queste realtà, di tipo non imprenditoriale, con un giro d'affari molto ridotto, l'aumento del canone annuo così spropositato è un salasso e in assenza di immediate soluzioni, molte attività dovranno rinunciare alla concessione e chiudere la propria attività;
CONSTATATO che il Governo, probabilmente, ha ideato questa soluzione per "fare cassa", ma è una scelta di dubbia logica visto che probabilmente comporterà la restituzione delle concessioni demaniali marittime, 2 rischiando così solo di affossare un settore già in crisi e dove oltretutto gravano limitazioni europee che condizionano negativamente l'economia delle imprese;
RITENUTO che serve sostenere e tutelare le grandi e soprattutto le piccole e medie imprese non metterle ancora più in difficoltà;
tutto ciò premesso,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a farsi portavoce con il Governo affinché sia rivisto l'aumento spropositato fino al 700% dei canoni demaniali marittimi, ma ci siano le giuste attenzioni per un settore ancora in forte crisi".

PRESIDENTE

Dolfin prego, ne ha facoltà.

Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente. Colleghi.
Premesso che il peggioramento della situazione di crisi economica iniziata ad inizio 2020 con il periodo del lockdown e poi proseguita con le varie restrizioni dovute alla pandemia del Covid-19 hanno messo in crisi l'intera filiera della pesca e dell'acquacoltura che ha dovuto fare i conti con le perdite legate alle forti riduzioni della domanda.
La pesca e l'acquacoltura hanno quindi già pagato un conto salato e ora hanno bisogno di misure che sostengano il lavoro e il reddito e non di aggravi di costi che rischiano solo di minarne la sopravvivenza e aprire ancor di più l'arrivo di pesce straniero sulle nostre tavole.
Considerato che con il decreto di agosto il Governo ha aumentato la soglia minima dei canoni demaniali marittimi da 362,90 a 2.500 euro l'anno, cosa che sta creando grossi problemi ai titolari di micro e piccole concessioni non commerciali sul Demanio marittimo.
Questo aumento è stato imposto non solo agli stabilimenti balneari e a, come dicevo prima, tutta la filiera che ho detto poc'anzi, ma anche non solo appunto agli stabilimenti balneari ma anche ai titolari di micro e piccole concessioni sul Demanio marittimo come: ormeggi privati, cartelli pubblicitari, edicole, gavitelli, rimessaggi di surf, windsurf e campi da beach volley di associazioni sportive dilettantistiche. Per queste realtà di tipo non imprenditoriale con un giro d'affari molto ridotto l'aumento del canone annuo così spropositato è un salasso e in assenza di immediate soluzioni molte attività dovranno rinunciare alla concessione e chiudere la propria attività.
Constatato che il Governo probabilmente all'epoca ha ideato questa soluzione per fare probabilmente cassa, non si sa, sta di fatto che è stata una scelta di dubbia logica visto che probabilmente comporterà la restituzione delle stesse concessioni demaniali marittime rischiando così solo di affossare interi settori già in crisi e dove oltretutto gravano limitazioni europee che condizionano negativamente l'economia delle imprese stesse.
Ritenuto che serve sostenere tutelare le grandi e soprattutto piccole e medie imprese e non metterle certamente ancora più in difficoltà, tutto ciò premesso si vuole impegnare la stessa Giunta regionale a farsi portavoce con il Governo affinché sia rivisto questo aumento spropositato fino al 700% dei canoni demaniali marittimi e soprattutto ci siano le giuste attenzioni per un settore in forte crisi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sono costretta a intervenire rispetto al tema che ha sollevate dal consigliere Dolfin perché registro il totale disallineamento rispetto alla realtà di ciò che è riportato in questa mozione, perché il consigliere Dolfin dovrebbe sapere meglio di me che con il Decreto Agosto in realtà non si è semplicemente aumentato del 700% l'importo del canone, ma si è, per la prima volta finalmente, tentato di costruire un sistema di riforma nei canoni delle concessioni demaniali perché, come il consigliere Dolfin sa, il nostro Paese è da anni sottoposto a procedura di infrazione dell'Unione Europea perché continua nella pervicace volontà di non rispettare una direttiva europea e di assegnare le concessioni demaniali non attraverso bando di gara ai fruitori.
Questo è un problema che si trascina da diversi decenni e ogni nuovo Governo prova a risolverlo in qualche maniera. Nella Legislatura scorsa abbiamo anche cominciato l'iter per una riforma compiuta che finalmente bypassasse il problema della direttiva Bolkestein. Con il Decreto Agosto si prosegue sostanzialmente in questa direzione, prorogando al 2033 il regime delle concessioni demaniali, tema che è già oggi oggetto della Commissione europea e già oggi il Governo sta discutendo nelle sedi comunitarie per convincere l'Unione Europea a non aprire nuovamente una procedura di infrazione. Quindi il tema non è solo di quanti soldi si pagano, ma anche del fatto che secondo la normativa europea quella concessione non può essere affidata in forma diversa se non il bando di gara.
Dentro, quindi, questa situazione complessa, che evidentemente non riguarda soltanto il gestore del campo di beach volley di Chioggia, con il Decreto Agosto il Governo ha, da un lato ha prorogato la concessione e dall'altro lato tentato di costruire una riforma dei canoni sulle concessioni demaniali, una riforma basata sul principio di tentare di costruire un maggiore equilibrio tra le cifre pagate dai titolari delle concessioni, abolendo i valori OMI e equilibrando l'importo dei canoni. Perché non solo c'è una discussione aperta in Europa sulla modalità di assegnazione delle concessioni demaniali, ma in Italia, anche in questo ambito, c'è un grande problema di squilibri, per cui concessioni pagate pochissimo e concessioni pagate tantissimo.
Con la riforma dei valori OMI, il Governo ha semplicemente riequilibrato i canoni, i cui squilibri erano denunciati da decenni dalle associazioni di categoria dei balneari, che infatti lamentavano appunto ingiustizie rispetto agli importi dei canoni.
Inoltre, sempre nel Decreto Agosto, consigliere Dolfin, il Governo ha finalmente risolto il tema dei concessionari pertinenziali, chiudendo definitivamente i numerosissimi contenziosi in essere in riferimento appunto ai canoni pertinenziali, quindi altro che decisione incomprensibile per fare cassa! È un impegno serio di chi prova a mettere ordine in un settore che da troppi anni vive senza avere certezze legislative. Un'impresa turistica ha necessità di avere certezze legislative.
Il tema è appunto aver riequilibrato le concessioni demaniali. I 2.500 euro sono sicuramente meno di quello che si potrebbe pagare qualora quella stessa concessione fosse messa a bando, come la legge ci richiederebbe.
Io non solo non condivido il dispositivo di questa mozione, che per ragioni, queste sì a me incomprensibili, non dà conto di ciò che è stato compreso nel Decreto Agosto, nell'articolo 100, quindi infila una serie di imprecisioni volutamente e lo ritengo anche molto grave dal punto di vista politico e di onestà intellettuale e, infine, perché, ripeto, dubito che il Governo possa tornare indietro, anche questo nuovo Governo, che vede anche il Partito del consigliere Dolfin tra le sue fila, anzi addirittura il Ministro del Turismo, dubito che il Ministro del Turismo dell'attuale Governo possa cambiare idea rispetto alla nuova disciplina delle concessioni demaniali proprio perché è stato un risultato raggiunto dopo un percorso lungo e concertato con tutte le principali associazioni di imprenditori balneari.
Quindi non condividendo né il merito, né il dispositivo annuncio il voto contrario.

PRESIDENTE

Bene.
Io non vedo altri interventi.
Metto in votazione la Mozione n. 23.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo alla mozione n. 29, Speranzon ed altri.
PUNTO
13



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI SPERANZON, VILLANOVA, POLATO, FORMAGGIO, RAZZOLINI, SORANZO, PAN, RIGO, ANDREOLI, CECCHETTO, CESTARI, CIAMBETTI, CORSI, DOLFIN, FAVERO, FINCO, GIANPIERO POSSAMAI, PUPPATO, PICCININI, MICHIELETTO, BET, BISAGLIA, BORON, BRESCACIN, CAVINATO, CENTENARO, CESTARO, GEROLIMETTO, GIACOMIN, MAINO, RIZZOTTO, SANDONÀ, SPONDA, VIANELLO E ZECCHINATO RELATIVA A "LA GIUNTA REGIONALE SOSPENDA OGNI TIPO DI CONTRIBUTO A FAVORE DI TUTTE QUELLE ASSOCIAZIONI CHE SI MACCHIANO DI RIDUZIONISMO E/O DI NEGAZIONISMO NEI CONFRONTI DELLE FOIBE E DELL'ESODO ISTRIANO FIUMANO E DALMATA". (MOZIONE N. 29) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 17/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- il Parlamento italiano, il 16 marzo 2004, ha approvato la legge n. 92 che istituisce, in occasione del 10 febbraio di ogni anno, il "Giorno del Ricordo" per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale;
- tra il 1943 ed il 1947 sono stati assassinati ed infoibati, dal regime comunista Jugoslavo, oltre 12.000 italiani perché considerati "etnodiversi" e quindi "indesiderabili", come definiti nel manuale della pulizia etnica dell'ex ministro del dittatore Tito, Vasa Cubrilovic;
- nelle foibe trovarono una morte atroce moltissimi civili di qualsiasi genere, età ed estrazione politica senza alcun distinguo. Unica loro "colpa": essere italiani;
- nello stesso periodo sono stati più di 350.000 i nostri connazionali costretti, dal regime comunista jugoslavo, a scappare dalla propria terra, abbandonando con essa, anche tutti i loro averi e possedimenti, senza la possibilità di avere alcun risarcimento e con la consapevolezza di non rivedere mai più persino le tombe dei propri cari;
- in occasione delle celebrazioni del Giorno del Ricordo ogni anno vengono organizzati diversi convegni di natura negazionista o riduzionista con la presenza di presunti storici, a cura principalmente dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia con il sostegno, talvolta, di amministrazioni locali compiacenti e di partiti politici presenti in Parlamento, con il solo fine di sminuire o addirittura negare il dramma delle foibe e delle drammatiche vicende correlate. Tutto ciò avvalendosi anche di proiezioni video negazioniste come per esempio "La Foiba di Basovizza: un falso storico", "Il caso Norma Cossetto" e prodotti da chi in passato ha ricevuto contributi regionali per decine di migliaia di euro;
RILEVATO CHE:
- dopo una spietata "pulizia etnica", ha fatto seguito anche una sistematica "pulizia storiografica e linguistica" ancora assolutamente attuale;
- sfuggiti al comunismo jugoslavo, gli esuli ne incontrarono un altro, non meno ostile. Allora era evidentemente molto diversa la sensibilità nei confronti dei migranti, che occorre sottolineare, in questo caso erano tutti profughi italiani. I militanti del PCI accolsero infatti gli istriani non come fratelli da aiutare, bensì come avversari da combattere. A Venezia i portuali si rifiutarono di scaricare i bagagli degli esuli imbarcati a Pola e stipati a migliaia nel piroscafo "Toscana" fuggiti da quello che ritenevano essere il paradiso proletario del compagno Tito. Sputi e insulti per tutti, persino per chi aveva combattuto nella Resistenza jugoslava con il Battaglione "Budicin". Il grido di benvenuto era uno solo: «Fascisti, via di qui!». Gli esuli (tra loro donne, anziani e bambini) sbarcarono in una occasione ad Ancona protetti dalla polizia, tra fischi, urla e insulti. La loro tradotta, diretta verso il settentrione, doveva fare una sosta a Bologna per ricevere un pasto caldo preparato dalla Pontificia opera d'assistenza. Era il martedì 18 febbraio 1947, un altro giorno di freddo e di neve. Ma il sindacato comunista dei ferrovieri annunciò che se il treno degli esuli si fosse fermato in stazione, sarebbe stato proclamato lo sciopero generale. Il convoglio fu costretto a proseguire. E il latte caldo destinato ai bambini venne versato sui binari;
RITENUTO CHE:
- è doveroso ricordare gli italiani uccisi nelle foibe e far conoscere a tutti, soprattutto alle nuove generazioni, quali e quanti massacri sono stati compiuti sul confine orientale;
- è dovere delle Istituzioni, per il tramite di iniziative appropriate, farsi promotrici di un'azione di riscoperta e divulgazione della memoria della vicenda storica della persecuzione, dell'esodo e del genocidio degli italiani d'Istria, di Fiume e della Dalmazia;
- ancora oggi il dramma degli italiani d'Istria, Fiume e Dalmazia non trova adeguato riscontro nei libri di testo, nei programmi scolastici e nelle iniziative didattiche delle scuole e delle Università;
- destano preoccupazione alcuni "eventi" che si sono svolti negli ultimi anni nella nostra regione: dalla presentazione del "Vademecum del Giorno del Ricordo" che ha trovato il patrocinio di alcuni comuni con il quale si vuole diffondere una versione riduzionista della storia della pulizia etnica perpetrata dai partigiani titini, passando per i convegni durante i quali viene auspicata la più totale censura di una verità storica che per decenni i politici, gli storici e gli intellettuali hanno nascosto, per poi arrivare agli odiosi atti vandalici da parte di militanti dei centri sociali o di sigle riconducibili alla estrema sinistra nei confronti di diverse lapidi, vie o piazze dedicate all'esodo e alle foibe;
- in rete e sui social network non mancano le solite minacce e offese negazioniste di una minoranza irriducibilmente orfana del dittatore comunista Tito, come capitato di recente al giovane regista argentino, Maximiliano Hernando Bruno, che per la sola colpa di aver raccontato la tragedia di Norma Cossetto con il suo film "Rosso Istria" ha subito minacce e viene tuttora additato come «fascista» o come capitato al cantautore Simone Cristicchi che si è visto stroncare la carriera dopo aver propagandato il "revisionismo storico" con Magazzino 18, toccante rappresentazione teatrale dell'esodo dopo settant'anni di censura politica e oblio;
CONSIDERATO CHE:
- dopo la Slovenia nel 2004, il 1° luglio 2013 anche la Croazia è un'altra delle Repubbliche che facevano parte della Jugoslavia a entrare a far parte dell'Unione europea come 28° stato membro;
- con l'allargamento dell'Europa a più Nazioni, gli odi e i rancori consumati lungo i confini orientali, devono essere superati con l'obbiettivo di costruire le basi per un continente mai più ferito da guerre fratricide;
- essere parte dell'Unione europea significa far parte di una comunità più ampia, sovranazionale, all'interno della quale ogni stato membro nel conservare la propria cultura, le proprie tradizioni, il proprio sentimento nazionale patriottico, deve anche porsi come obiettivo la condivisione, non solo della moneta, ma anche e soprattutto dei valori e dei principi immateriali che sono alla base della pacifica convivenza tra i popoli affrontando tutte le questioni necessarie alla pacificazione stessa;
- nella Regione del Veneto risiedono migliaia di famiglie di esuli istriani, fiumani e dalmati;
RICHIAMATA:
- la legge 16 giugno 2016, n. 115, con la quale si attribuisce rilevanza penale alle affermazioni negazioniste della Shoah, dei crimini di genocidio, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra, in particolare quando "si innesta" su una comunicazione che già manifesti i tratti caratterizzanti del c.d. hate speech (incitamento all'odio), ponendo in pericolo la pacifica convivenza sociale;
- la Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 sull'importanza della memoria europea per il futuro dell'Europa (2019/2819(RSP)), articolo 3, che dice testualmente: "ricorda che i regimi nazisti e comunisti hanno commesso omicidi di massa, genocidi e deportazioni, causando, nel corso del XX secolo, perdite di vite umane e di libertà di una portata inaudita nella storia dell'umanità, e rammenta l'orrendo crimine dell'Olocausto perpetrato dal regime nazista; condanna con la massima fermezza gli atti di aggressione, i crimini contro l'umanità e le massicce violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime nazista, da quello comunista e da altri regimi totalitari";
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
- a sostenere nelle modalità che si riterranno più opportune le celebrazioni e la diffusione del Giorno del Ricordo, specie fra i giovani, promuovendo iniziative utili alla conoscenza che accrescano la consapevolezza e contribuiscano ad una condivisa coscienza civile della storia della nostra Patria;
- a sospendere ogni tipo di contributo finanziario e di qualsiasi altra natura (es. patrocinio, concessione di sale, ecc.) a beneficio di soggetti pubblici e privati che, direttamente o indirettamente, concorrano con qualunque mezzo o in qualunque modo a diffondere azioni volte a macchiarsi di riduzionismo, giustificazionismo e/o di negazionismo nei confronti delle vicende drammatiche quali le Foibe e l'Esodo, sminuendone la portata e negando la valenza storica e politica di questa enorme tragedia;
- a promuovere la tutela nei confronti dei cittadini italiani rimasti minoranza nell'ex Jugoslavia attraverso iniziative economiche e culturali e affiancare il sacrosanto diritto delle famiglie dei "desaparecidos" italiani di conoscere quali sia stata la sorte dei propri cari ed il luogo in cui giacciono le loro spoglie;
- a condannare senza indugi ogni forma di propaganda, negazionismo o riduzionismo nei confronti dei crimini contro l'umanità da parte di totalitarismi di ieri e di oggi di qualsiasi coloritura politica.".

PRESIDENTE

Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Il Parlamento italiano, il 16 marzo 2004, ha approvato la Legge 92 che istituisce in occasione del 10 febbraio di ogni anno il Giorno del Ricordo per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. 2004. I fatti ai quali si riferisce la legge istitutiva del Giorno del Ricordo invece riguardano gli anni dal 1943 fino al 1947. La Guerra finì nel 1945: in alcune zone i primi di aprile, metà aprile, fine aprile primi di maggio, ma senza dubbio nel 1946 non c'era nessun territorio nel pianeta, se non forse qualche isola del Pacifico dove c'era qualche irriducibile giapponese, nella quale qualcuno potesse pensare che c'era ancora una guerra in corso. Aggiungo, che qualcuno potesse pensare che esistesse ancora il fascismo, che ci fosse ancora una dittatura fascista in Italia, che ci fosse ancora una facile assimilazione tra quello che è essere italiano e quello che è appartenere a un'ideologia.
In questo periodo storico, in questa parentesi di pochi anni, ci furono migliaia di italiani che furono assassinati, in alcuni casi gettati nelle foibe, in alcuni casi ancora vivi nel momento in cui venivano gettati nelle foibe e centinaia di migliaia di italiani che vivevano nei nostri confini orientali da generazioni - non erano andati lì a occupare uno Stato straniero per portare lì un'ideologia o per portar lì la bandiera italiana, ma erano nati sotto la bandiera italiana - si trovarono costretti ad abbandonare le proprie terre e tutto questo, invece di portare negli anni immediatamente successivi agli accadimenti, a un'attenta analisi storica, a un'attenta introspezione, indagine da parte dei media, degli organi di stampa, della politica nazionale, degli accademici, degli storici, dei magistrati, che in quegli anni avrebbero dovuto e potuto individuare i responsabili di questi eccidi, per decenni calò un silenzio assordante, colpevole e criminale, un silenzio tanto criminale quanto quasi il crimine stesso commesso dai carnefici, i comunisti appunto, che negli allora confini orientali dell'Italia, in Istria, in Dalmazia, perpetrarono dei crimini mostruosi nei confronti dei nostri connazionali.
Vedete, si fa un grande dibattere sul numero dei morti, furono: 7.000, 8.000, 11.000, 5.000. La contabilità da questo punto di vista mi appassiona molto poco, quello che mi appassiona è la drammatica e criminale congiura del silenzio e dell'oblio nei confronti di una tragedia nazionale perpetrata per non chiamare e non definire quelli che erano i carnefici.
L'ho detto anche in un intervento in occasione dello scorso Consiglio regionale dicendo che bisogna avere il coraggio di dire che certamente queste persone non si gettarono da sole nelle foibe, che se qualcuno le gettò ha un nome e un cognome e quelli erano i comunisti, l'ho detto, perché erano comunisti e bisogna avere il coraggio di dirlo senza nessun tipo di ritrosia. E questo delle foibe è il capitolo uno strano di una tragedia che ha riguardato tutto il mondo, perché i morti uccisi dai comunisti non furono solo in Italia e non furono soltanto durante le guerre, ma ce ne furono decine di milioni in ogni angolo del pianeta uccisi da quell'ideologia.
Oggi, accettare che ci sia qualcuno che, in seguito all'istituzione del Giorno del Ricordo, va a fare conferenze o va a promulgare tesi negazioniste, riduzioniste o giustificazioniste, come tale Eric Gobetti, che scrive un libro che si intitola "E ancora le foibe?", dove dice che Norma Cossetto è stata uccisa perché fascista e non perché italiana, sottintendendo che in qualche modo in questo modo se l'era cercata, una ragazza di 23 anni, oggi – e concludo – Medaglia d'oro al Valor Civile per volontà del presidente Ciampi, violentata, torturata, assassinata e probabilmente gettata ancora viva nelle foibe, la cui storia viene infangata da chi oggi si professa storico e gira con le effigi di associazioni che ricevono patrocini e contributi da parte delle Istituzioni pubbliche.
È ora che la Regione, da questo punto di vista, faccia la propria parte per evitare questo scempio.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Formaggio, prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Presidente, penso che sia arrivata a tutti o magari è arrivata solo sopra il mio tavolo la lettera che l'ANPI, Associazione...

PRESIDENTE

Ecco, mi dà l'occasione, mi permetta, fermate il tempo di Formaggio, a me è arrivata in PEC in questo momento e mi hanno avvisato adesso, con la preghiera di girarla ai Gruppi, ma se mi arriva adesso, faccio anche fatica a girarla ai Gruppi adesso.
Prego, Formaggio.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Presidente, visto che siamo in un'Aula democratica, è giusto anche che magari ci prendiamo del tempo per analizzarla, perché siccome l'ho sottoscritta subito anch'io quando Speranzon me l'ha sottoposta, "l'ANPI veneta esprime sconcerto e indignazione per la mozione n. 29 presentata dai Consiglieri del Gruppo - quindi la leggo, visto che magari qualcuno non l'ha neanche ricevuta - del Gruppo di Fratelli d'Italia e da uno della Lista Zaia Presidente dal titolo: "La Regione sospenda ogni tipo di contributo a favore di tutte quelle associazioni che si macchiano di riduzionismo, negazionismo nei confronti delle foibe e dell'esodo istriano, fiumano, dalmata"". Intuiamo che la questione è legata alla recente vicenda dell'assessora Donazzan e, infatti, solo Fratelli d'Italia ha votato contro quella mozione. Voglio capire l'ANPI, che cosa c'entra Elena Donazzan con questa mozione con le foibe e sono sconcertati e indignati perché abbiamo presentato. Ma io sfido chiunque in quest'Aula a non votare a favore di questa mozione presentata da noi che... allora la n. 7, la risoluzione presentata da Villanova, Speranzon, Pan, eccetera, quando parla: "vanno ricordati oltre ogni negazionismo e riduzionismo". Con questa mozione chiediamo soltanto che non sia finanziato, dalla Regione Veneto poi, chiunque fa del riduzionismo e del negazionismo in questa cosa: è la stessa roba. Cioè nessuno si sognerebbe di fare del negazionismo e/o del riduzionismo nella Shoah, del massacro degli ebrei, che condanno nella maniera più assoluta, ma qui che l'ANPI venga a dirci come comportarci e che l'abbiamo presentata soltanto perché siamo stati attaccati nel nostro Assessore, questo non lo accetto, Presidente e quindi voglio capire, perché io sono un po' duro, perché l'ANPI ha scritto questa lettera. Non voglio che si chiuda qua e votino tutti, ma voglio capire perché l'ANPI veneta esprime... io non ho tanta confidenza con l'ANPI veneta, ma voglio capire perché sono sconcertati e indignati per questa mozione. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Io devo dire che in questi giorni, quando ho letto la lettera arrivata dai 23 o 27, non mi ricordo quanti, professori di storia, mi sono sentito pervadere da un grosso senso di solitudine. Solitudine perché ho detto: mamma mia, vuoi vedere che di fronte a tutte queste tesi storiche io sia proprio l'unico che cerca di andare contro questa linea di pensiero? Dopo arriva questa lettera dell'ANPI, citata dal collega Formaggio e anche lì ho detto: mamma mia, cosa staremmo facendo oggi con questa mozione?
Ho guardato un po' quello che sta succedendo in questo periodo e casualmente, proprio in questo periodo, esce un libro, citato prima, di tale Gobetti, un libello più che un libro, che sta destando molta molta attenzione e forse, anche con una buona strategia di marketing, ha creato proprio queste polemiche per farsi vendere.
Mi sono preso una un forte antiemetico e mi sono messo a guardare proprio uno dei convegni organizzati dall'ANPI, dove Gobetti interviene e allora qui apro le virgolette: "L'anno scorso Mattarella nel suo discorso per il 10 febbraio ha dichiarato apertamente che riteneva inammissibile il negazionismo delle foibe - Gobetti continua - questo lo trovo molto grave e preoccupante per il lavoro dello storico". Ed ecco che mi passa la solitudine: per fortuna ho il Presidente della Repubblica che è dalla mia parte.
Continua Gobetti: "I neofascisti non hanno voglia di sentir messa in discussione la loro storia martirizzante, la loro storia di vittime delle epurazioni dei partigiani contro di loro", allora quindi i martiri sono neofascisti. Ma dopo arriviamo veramente a delle chicche come: "Stiamo dando medaglie agli eredi dei fascisti e dei criminali di guerra", con un piccolo particolare, signori: le medaglie vengono date dal Presidente della Repubblica. Immagino che il Presidente della Repubblica non abbia dietro di sé degli storici validi come il signor Gobetti che possono giudicare le persone meritorie.
Aperte virgolette: "La maggioranza delle vittime delle foibe erano collaborazionisti che combattevano con l'esercito nazista". Posso andare avanti? "L'esodo degli istriani dalmati è uno spostamento di persone legato ad uno spostamento di confine" Ma di cosa stiamo parlando, signori?
Ma dopo arriva veramente la chicca: "Non si tratta di una espulsione forzata, è stata una scelta".
Visto che siamo nell'Aula del Parlamento Veneto, io vorrei chiedere agli storici che ci hanno mandato questa lettera se condividono questa impostazione fatta da un loro collega. Voglio chiedere se queste affermazioni che sono state fatte devono essere considerate valide solo perché pronunciate da una persona che si definisce storico.
Io, nella mia ignoranza – non sono uno storico – penso che queste affermazioni siano semplicemente vergognose e penso che non ci sia nessun tipo di limite nel dire che forse chi lo ospita nei suoi convegni – e sarà mia cura girarvi il video che ho trovato, dove il signor Gobetti parla davanti alle tabelle dell'ANPI – che forse queste persone, prima di fare certi inviti, dovrebbero verificare se quello che viene detto è in qualche modo presentabile e non sia una vergogna e non sia un insulto nei confronti di chi ha passato quei drammi, di chi ha sofferto, di chi magari ha avuto un parente, un padre, un genitore, un fratello finito vivo nelle foibe, non da cadavere.
E vorrei chiedere, visto che è successo l'anno scorso, se l'ANPI, con le sue sezioni locali, perché ovviamente non stiamo parlando dell'ANPI Veneto, che sicuramente sarà molto molto attento quando organizza questi convegni, ma nelle sezioni locali succede che, quando si fa un convegno per le foibe per una serata, si invita magari qualche personaggio che in gioventù ha partecipato magari anche al sequestro di qualche persona che poi nelle foibe ci è finita e questo è successo l'anno scorso in Provincia di Treviso.
Il caso vuole che qualche parente di quella persona, di quel Segretario comunale, finita nelle foibe, sia stata insignita anche di quelle medaglie date dal Presidente della Repubblica e non ci si accorga – ma immagino sia solamente un caso – di questo triste passato o forse è stato chiamato proprio questo personaggio ad intervenire perché le foibe le conosceva veramente bene.
Ecco, rinnovo la domanda che facevo prima agli storici: se gentilmente riescono a darmi una risposta – immagino che oggi ci sarà qualcuno collegato – a queste domande. Io comunque nel mio piccolo una risposta alle considerazioni che hanno portato con la loro lettera ce l'avrei, però purtroppo il tempo è finito, ma se volete ve le invio.

PRESIDENTE

Grazie.
Io non vedo altri interventi.
Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Presidente, solo per sottoscrivere la mozione come Gruppo Liga Veneta - Lega e anche come Gruppo Veneto Autonomia e Zaia Presidente.

PRESIDENTE

Non vedo altre iscrizioni, quindi chiudo la discussione generale sulla mozione n. 29.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione la Mozione n. 29.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo alla mozione n. 17, colleghi Guarda ed altri.
PUNTO
14



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI GUARDA, BALDIN, OSTANEL, LORENZONI, GIACOMO POSSAMAI, BIGON, CAMANI, MONTANARIELLO, ZANONI E ZOTTIS RELATIVA A "MAI PIÙ: INIZIATIVE PER L'AFFERMAZIONE DELL'ANTIFASCISMO DELLE ISTITUZIONI REGIONALI". (MOZIONE N. 17) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 18/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- recenti indagini hanno svelato l'esistenza in Italia di una rete di soggetti con finalità di terrorismo organizzata da un ragazzo di appena 22 anni; il ragazzo, tratto in arresto, è accusato di aver fatto propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale aggravata dal negazionismo: tra i "numi tutelari" del giovane anche il famigerato autore dell'attentato di Macerata del febbraio del 2018;
- si tratta di fatti caratterizzati dall'emergere rabbioso e di ultima istanza di un inesorabile e poco convintamente contrastato sedimentarsi di ideologie violente che nel nazi-fascismo e nel negazionismo trovano appiglio, conforto e giustificazione;
EVIDENZIATO che in un'intervista rilasciata al quotidiano "La Repubblica" alla vigilia del Giorno della Memoria, il Presidente della Giunta regionale si è così espresso rispetto alla domanda se il negazionismo fosse una minaccia concreta alla memoria condivisa: "Io l'avverto come tale. È incredibile che ci sia gente giro che continua a dire che i campi di concentramento non sono mai esistiti, o che parla della Shoah dileggiando gli ebrei. È una deriva che va combattuta con ogni forza. La scuola in questo può fare molto.";
RICHIAMATA la legge regionale 10 dicembre 2010, n. 29 , recante "Norme in materia di promozione e valorizzazione del patrimonio storico e culturale dell'antifascismo, della resistenza e dei correlati eventi accaduti in Veneto dal 1943 al 1948" la cui chiara lettera dell'articolo 1 qui si riporta "La Regione del Veneto promuove la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico e culturale dell'antifascismo e della resistenza, valori fondanti dell'ordinamento costituzionale, e la conoscenza dei correlati eventi accaduti in Veneto dal 1943 al 1948. La Regione promuove attività ed iniziative volte alla diffusione degli ideali di libertà, democrazia, pace, collaborazione e integrazione tra i popoli. La Regione promuove, altresì, interventi finalizzati alla ricerca, alla divulgazione e alla diffusione delle conoscenze allo scopo di salvare la memoria delle stragi nazifasciste in Veneto";
VISTO l'articolo 5 dello Statuto della Regione del Veneto, con particolare riferimento ai commi 5 e 7 i quali, rispettivamente, stabiliscono che la Regione "informa la propria azione ai principi di eguaglianza e di solidarietà nei confronti di ogni persona di qualunque provenienza, cultura e religione; promuove la partecipazione e l'integrazione di ogni persona nei diritti e nei doveri, contrastando pregiudizi e discriminazioni; opera per la realizzazione di una comunità accogliente e solidale" e "promuove la cultura di pace, opera per la giustizia sociale, i diritti umani, il dialogo e la cooperazione tra i popoli.";
RICHIAMATA la legge regionale 3 febbraio 2020, n. 5 "Iniziative per la conoscenza della Shoà e per il Giorno della Memoria";
RICORDATO CHE:
- la legge 20 giugno 1952, n. 645 (Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale "comma primo" della Costituzione), in attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, vieta la "riorganizzazione del disciolto partito fascista" e detta la disciplina definitoria e sanzionatoria dei reati di apologia del fascismo e manifestazioni fasciste;
- con legge 25 giugno 1993, n. 205 (Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa) si è sostituito l'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654 (Ratifica ed esecuzione della convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, aperta alla firma a New York il 7 marzo 1966), che mira ad eliminare tutte le forme di discriminazione razziale e punisce chiunque propagandi idee o istighi a commettere atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi;
CONSIDERATO che è obbligo delle istituzioni pubbliche e democratiche articolare ogni forma di intervento teso ad arginare, a difesa dei valori democratici, l'emergere o il sussistere di movimenti o associazioni che si richiamano al nazifascismo o che, ad affermazione di tali ideali politici, assumono posizioni razziste, xenofobe, antisemite, omofobe, sottraendo pertanto a tali soggettività ogni agibilità o legittimazione che possa derivare dalla messa a disposizione dei canali istituzionali regionali;
impegna la Giunta regionale
1) ad attivare forme di monitoraggio e di supervisione, sui social ed i vari canali di comunicazione, delle azioni di apologia di fascismo e di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi riguardanti l'ambito territoriale del Veneto, anche ai fini della segnalazione alle Autorità competenti, come peraltro già fatto da altre regioni;
2) ad effettuare, nell'ambito della propria autonomia amministrativa, una revisione delle disposizioni organizzative e procedimentali, al fine di precludere l'utilizzo di sale e spazi all'interno delle sedi e degli immobili di pertinenza ad associazioni o manifestazioni che si richiamano al fascismo, o che abbiano orientamenti razzisti, xenofobi, antisemiti, omofobi e comunque discriminatori;
3) affinché si doti, nell'ambito delle procedure di riconoscimento del patrocinio regionale e di erogazione dei contributi di pertinenza, di precise disposizioni tese ad escludere dall'ammissione a detti contributi e al patrocinio regionale associazioni o movimenti che si richiamano al fascismo, o che comunque abbiano orientamenti razzisti, xenofobi, antisemiti, omofobi e comunque discriminatori;
impegna, altresì, l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale
affinché all'interno dei vigenti disciplinari sull'utilizzo delle sale consiliari e di concessione del patrocinio del Consiglio regionale siano inserite precise disposizioni tese ad escludere dall'utilizzo delle sale consiliari e dall'ammissione al patrocinio del Consiglio regionale associazioni o movimenti che si richiamano al fascismo, o che abbiano orientamenti razzisti, xenofobi, antisemiti, omofobi e comunque discriminatori.".

PRESIDENTE

Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Recenti indagini hanno svelato l'esistenza in Italia di una rete di soggetti con finalità di terrorismo organizzato da un ragazzo di appena 22 anni. Il ragazzo tratto in arresto è accusato di aver fatto propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale aggravata dal negazionismo: tra i numi tutelari del giovane anche il famigerato autore dell'attentato di Macerata del 2018.
Si tratta di fatti caratterizzati dall'emergere rabbioso e di ultima istanza di un inesorabile e poco convintamente contrastato sedimentarsi di ideologie violente che nel nazifascismo e nel negazionismo trovano appoggio con forte giustificazione.
Evidenzio, con questa mozione, insieme ai colleghi Baldin, Ostanel, Lorenzoni, Possamai, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni e Zottis che in un'intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, la vigilia del Giorno della Memoria, il Presidente della Giunta regionale si è così espresso rispetto alla domanda se il negazionismo fosse una minaccia concreta alla memoria condivisa. Così diceva: "Io l'avverto come tale. È incredibile che ci sia gente in giro che continua a dire che i campi di concentramento non siano mai esistiti o che parla della Shoah dileggiando gli ebrei. È una deriva che va combattuta con ogni forza. La scuola in questo può fare molto".
Richiamata la Legge regionale 10 dicembre 2010, n. 29 , recante "Norme in materia di promozione e valorizzazione del patrimonio storico e culturale dell'antifascismo, della Resistenza e dei correlati eventi accaduti in Veneto dal 1943 al '48", la cui chiara lettera all'articolo 1 qui si riporta: "La Regione Veneto promuove la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico, culturale dell'antifascismo e della resistenza, valori fondanti dell'ordinamento costituzionale e la conoscenza dei correlati eventi accaduti in Veneto dal 1943 al '48. La Regione promuove attività ed iniziative volte alla diffusione degli ideali di libertà, democrazia, pace, collaborazione e integrazione tra popoli. La Regione promuove altresì interventi finalizzati alla ricerca, alla divulgazione e alla diffusione della conoscenza allo scopo di salvare la memoria delle stragi nazifasciste in Veneto".
Visto l'articolo 5 dello Statuto della Regione del Veneto, con particolare riferimento ai commi 5 e 7 i quali rispettivamente stabiliscono che la Regione informa la propria azione ai principi di eguaglianza e di solidarietà nei confronti di ogni persona e di qualunque provenienza cultura o religione, promuove la partecipazione e l'integrazione di ogni persona nei diritti e nei doveri contrastando pregiudizi e discriminazioni, opera per la realizzazione di una comunità accogliente e solidale e promuove la cultura della pace, opera la giustizia sociale, i diritti umani il dialogo e la cooperazione tra i popoli.
Richiamata la legge regionale 3 febbraio 2020, n. 5 "Iniziative per la conoscenza della Shoah del Giorno della Memoria" votata proprio nella precedente Legislatura, quindi, ricordato che la Legge 20 del 1952 n. 645 "Norme di attuazione della 12esima disposizione transitoria e finale", comma primo della Costituzione, in attuazione appunto della transitoria finale della Costituzione vieta che la riorganizzazione vieta la riorganizzazione del disciolto partito fascista e detta la disciplina definitoria e sanzionatoria dei reati di apologia del fascismo e manifestazioni fasciste.
Ricordato che, con la legge 25 giugno del 93 n. 205 si è sostituito l'articolo 3 della legge del 1975 n. 654 che mira ad eliminare tutte le forme di discriminazione razziale e punisce chiunque propagandi idee o istighi a commenti a commentare atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Considerato che è obbligo delle istituzioni pubbliche e democratiche articolare ogni forma di intervento teso ad arginare a difesa dei valori democratici l'emergere o il sussistere di movimenti o associazioni che si richiamano al nazifascismo o che affermazioni di tali ideali politici assumano posizioni razziste, xenofobe, antisemite, omofobe, sottraendo pertanto a tali soggetti ogni abilità o legittimazione che possa derivare dalla messa a disposizione dei canali istituzionali regionali.
Per tutti questi motivi, con i colleghi abbiamo chiesto al Consiglio diventare un impegno per la Giunta regionale di attivare formule di monitoraggio e di supervisione sui social sui vari canali di comunicazione delle azioni di apologia del fascismo e di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, riguardanti l'ambito territoriale del Veneto, anche ai fini della segnalazione alle autorità competenti come peraltro già fatto in altre Regioni; ad effettuare nell'ambito della propria autonomia amministrativa, una revisione delle disposizioni organizzative e procedimentali al fine di precludere l'utilizzo di sale e spazi all'interno delle sedi degli immobili di pertinenza ad associazioni o manifestazioni che si richiamino al fascismo, che abbiano orientamenti razzisti, xenofobi, antisemiti, omofobi o comunque discriminatori.
Impegniamo la Giunta affinché si doti, nell'ambito delle procedure di riconoscimento del patrocinio regionale e di erogazione di contributi di pertinenza, di precise disposizioni volte ad escludere dall'ammissione a detti contributi, al patrocinio regionale associazioni o movimenti che si richiamano al fascismo o che comunque abbiano orientamenti razzisti, xenofobi, antisemiti, omofobi o comunque discriminatori.
Impegna altresì l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale – e qui concludo – affinché all'interno dei vigenti disciplinari sull'utilizzo delle sale consiliari e della concessione del patrocinio del Consiglio regionale siano inserite precise disposizioni intese ad escludere dall'utilizzo delle sale e all'ammissione del patrocinio del Consiglio regionale associazioni e movimenti che si richiamino al fascismo o appunto a fenomeni discriminatori così come indicati sopra". Grazie e chiedo scusa della lunghezza.

PRESIDENTE

Per quanto riguarda il Consiglio regionale, già adesso c'è un filtro che, ad esempio, per le procedure di patrocinio, verifica quello che ci arriva e che ci viene richiesto; quando però le sale vengono usate dai Gruppi consiliari non è così semplice capire chi viene invitato o chi fa cosa. Comunque questo Consiglio, a mia memoria, non ha mai avuto problemi nel filtrare e nell'evitare situazioni sgradevoli.
Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Nell'annunciare il voto favorevole a questa mozione, chiedo però se è possibile, fare una modifica, in quanto nel primo punto di impegno per la Giunta regionale vediamo che non sia competenza delle Regioni attivare dei sistemi di monitoraggio in quanto esiste già la Polizia postale che ha questo compito, quindi chiedo di stralciare il primo "impegna" nel dispositivo della mozione. Grazie.

PRESIDENTE

Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Questa mozione contiene molte cose che condivido io e condivide il mio Gruppo, ma ci sono alcuni aspetti, a cominciare dal titolo, che mi fanno venire dei dubbi seri su questa mozione, perché, vedete, quando si dice "Iniziative per l'affermazione dell'antifascismo delle Istituzioni regionali", si parla di antifascismo e allora sapete, in nome dell'antifascismo è stato ammazzato anche Biagi in Italia. Le Brigate Rosse in Italia hanno ammazzato in nome dell'antifascismo. In nome dell'antifascismo non sempre si promuovono quelli che sono i valori della tolleranza, della libertà, della democrazia, tant'è che ci sono fior di regimi antifascisti che sono totalitari, illiberali, antidemocratici e criminali. Non è che di per sé la patente antifascista significhi salvaguardia, rispetto ai mali. No.
Anche l'antisemitismo, ad esempio, che viene citato: quante manifestazioni ricordo io, ma non andando a catturare la memoria dei miei nonni, ma la mia personale, nelle quali i centri sociali o movimenti di sinistra o di estrema sinistra bruciano le bandiere di Israele.
Noi siamo assolutamente d'accordo nel condannare ogni forma di intolleranza, di omofobia, di razzismo, di persecuzione di ideali che non siano legati alla libertà e alla democrazia, ma che questo significhi definire tutto questo nella parola o contenere tutto questo nella parola antifascismo è una falsità storica e non solo storica, ma anche nel nostro contemporaneo non corrisponde al vero. Quindi noi, per poter votare questa mozione, dovremmo chiedere una sospensione per individuare alcuni elementi della stessa che possano consentire magari anche di dare un voto unanime, perché siamo assolutamente convinti che sia necessario che le Istituzioni facciano tutto quello che è necessario perché si impedisca di promuovere idee che sono contro quelli che sono i nostri valori, ma al tempo stesso non possiamo negare il fatto che c'è una contraddizione nel titolo che è inaccettabile.

PRESIDENTE

Solo una precisazione: la mozione, come previsto dal nostro Regolamento, è un atto del Consiglio che impegna la Giunta, esclusivamente la Giunta, quindi non può impegnare l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale. Quindi l'ultimo "impegna" deve essere stralciato perché comunque è illegittimo per il nostro Regolamento.
Il collega Speranzon ha chiesto cinque minuti, li facciamo subito dopo l'intervento del collega Camani?
Prego, Camani.

Vanessa CAMANI (Gruppo Partito Democratico Veneto)

Chiedo il voto per parti separate degli impegni.

PRESIDENTE

Si può fare, ripeto, però e lo dico alla presentatrice, l'"impegna l'Ufficio di Presidenza" non è previsto nella forma della mozione per quanto riguarda il nostro Regolamento.
Il collega Speranzon ha chiesto cinque minuti di sospensione. Riprendiamo alle ore 17.
La Seduta è sospesa alle ore 16.53
La Seduta riprende alle ore 17.13

PRESIDENTE

Dobbiamo riprendere.
Riprendiamo i lavori. Siamo sulla mozione n. 17.
La prima firmataria ha avuto varie sollecitazioni per apportare alcune modifiche e in più c'è la richiesta della collega Camani di votare per parti separate e, come ho spiegato anche nell'ultimo Consiglio, alla richiesta di un singolo Consigliere si deve votare la mozione per parti separate.
Primo quesito alla prima firmataria.
Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Per dare maggiore forza a questa mozione e quindi renderla maggiormente efficace e raccogliere, credo, lo spirito unanime di questo Consiglio regionale, che è quello di impedire che questi luoghi vengano utilizzati da chi promuove o da chi esercita azioni che sono contro la nostra Costituzione e che sono contro il nostro vivere civile, ritengo che questo non possa essere racchiuso, come ho detto prima nel mio intervento, nella parola antifascista, perché ho ricordato alcuni, ma potrei citarne innumerevoli, esempi che riguardano, tra l'altro, anche la città dove sono nato, cresciuto e che è stata drammaticamente bagnata da eventi che hanno visto protagonisti persone che facevano dell'antifascismo militante la propria professione, nella fattispecie le Brigate Rosse. Colgo l'occasione anche per ricordare Gori, Albanese, Taliercio, che sono vittime di quell'orrenda stagione di crimini che riguardò in particolare anche la mia città.
Quindi ho proposto la modifica del titolo e cioè: "Contro ogni forma e genere di intolleranza" e, mantenendo il testo della mozione così come è stato presentato, quindi non chiedendo nessuna modifica alla mozione che è stata presentata, chiedevo di introdurre, ad adiuvandum rispetto alle intenzioni dei sottoscrittori e della presentatrice, di introdurre una frase al punto 2 e al punto 3 uguale, che si può ripetere: "...o che appartenenti a qualsiasi movimento d'opinione promuovano o esercitino violenza verbale o fisica nei confronti dell'avversario politico". Perché riteniamo che oltre alle attività discriminatorie nei confronti della razza, della religione, del sesso, del genere, debba essere condannata con altrettanta virulenza e onestà intellettuale qualsiasi forma di violenza fisica o verbale nei confronti di chi ha idee politiche diverse. Pochi giorni fa, vorrei ricordare a me stesso e a tutti voi, che abbiamo espresso la solidarietà nei confronti del nostro Presidente della Giunta regionale che si è visto minacciato sotto casa da persone che, evidentemente, esercitando la violenza, in quel caso, verbale e minacciando quella fisica, mettevano a repentaglio la sua sicurezza. E, quindi, chiedo semplicemente di poter aggiungere queste frasi.
Se non c'è la possibilità di aggiungere queste frasi, mi vengono sinceramente grandi dubbi sulle motivazioni che vi hanno spinto a scrivere questa mozione; non vi ho chiesto di togliere una sola parola all'interno del dispositivo, non vi ho chiesto di togliere nessuna parola all'interno delle premesse, dei richiami e delle evidenziazioni anche se su alcune cose potevo magari proporre delle modifiche migliorative, ma non volevo rischiare di strumentalizzare questo mio intervento e darvi l'opportunità di bocciare la mia proposta. La mia proposta è di buonsenso, è una proposta che se avete buone intenzioni, avete volontà che venga votata all'unanimità questa mozione deve essere accolta.

PRESIDENTE

Queste sue proposte, come ho detto prima, devono essere accettate dalla prima firmataria. Se intende o meno accettarle, non è che devono...
Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie del sonetto.
Intanto ringrazio tutti quanti voi per il contributo che avete dato e vorrei precisare che, a seguito di un confronto con il consigliere Villanova, per quanto riguarda l'impegno n. 1 aggiungerei, in modo tale da evitare lo stralcio, la specifica "sui propri social e i propri canali di comunicazione", in modo tale da circoscrivere quella che è un'azione che può essere fatta senza particolari difficoltà, visti anche i commenti che molto spesso emergono all'interno degli stessi strumenti citati prima in questo periodo.
L'altro aspetto è, preciso: che un'azione però simile, che avviene appunto però sui social in generale, viene comunque prevista in Regione Toscana e di conseguenza questo può essere di stimolo per eventualmente agire e magari pensare ad un adattamento in futuro. Nel frattempo accetto questo.
Concordato con l'Ufficio poi di Presidenza, chiedo di stralciare l'impegno all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e mi sento di rispondere al consigliere Speranzon che per quanto riguarda il titolo non mi sento di accogliere la modifica perché appunto l'intervento vuole andare proprio in un'ottica di affermazione per quanto riguarda questo tema. Mi sento invece però di accogliere la specifica successiva a quella prevista nei punti di impegno e di conseguenza se, appunto, loro mi danno una disponibilità di un voto favorevole, volentieri io accolgo questa specifica rispetto a quei gruppi che non accettano e addirittura vanno a mortificare fisicamente o verbalmente chi la pensa in maniera politicamente diversa. Per cui questo aspetto, se appunto prevedete un voto favorevole, volentieri mi sento di accoglierlo, perché se appunto questo era l'intento, il principio è accolto all'interno degli impegni.
Vedo però dei cenni negativi per cui mi sento di chiedere appunto una valutazione rispetto alla disponibilità per quanto riguarda gli impegni, di aggiungere quanto specificato dal consigliere Lorenzoni, per cui "comunque discriminatori o che appunto esercitino violenza nei confronti dell'avversario politico". Questo era l'emendamento. Adesso faccio un po' fatica a leggerlo, chiedo scusa se faccio un po' fatica ad interpretare la calligrafia.

PRESIDENTE

Aggiungere la frase "appartenenti a qualsiasi movimento di opinione che esercita forme di violenza fisiche o verbali.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Esattamente "fisiche o verbali nei confronti dell'avversario politico": questa è una proposta che io includerei all'interno.
Se il problema era una questione legata al titolo, per cui all'antifascismo, allora capisco che magari il vostro voto non sia favorevole, ma se il problema fosse stato semplicemente la questione di includere all'interno l'esclusione da parte di chi esercita violenza fisica o verbale nei confronti di chi la pensa diversamente, allora a questo punto possiamo tranquillamente stare sulla stessa scia, nella stessa direzione.
Credo che, alla luce di questo, visto che vedo alcuni Consiglieri scuotere la testa, questo faccia emergere probabilmente una differenza di opinione che va oltre e quindi, alla luce di questo, lascio il voto all'Aula.

PRESIDENTE

Siamo in dichiarazione di voto.
Provo a fare un po' di sintesi: il titolo non viene cambiato, viene accolto il punto 1 proposto dal collega Villanova "propri canali di comunicazione e azione di...".
Sì, perché lei ha fatto la replica finale, non è che possiamo parlare... E se lei poi deve ripartire? Non è più finita. Appunto, lo so, per questo ho detto questo.
Provo a riassumere: ripeto, il titolo non viene cambiato, viene accettata la modifica al punto 1 per quanto riguarda "propri canali social e la comunicazione". Viene aggiunto al punto 2 la frase "appartenente a qualsiasi movimento di opinione che eserciti forme di violenza fisica o anche verbale nei confronti dell'avversario politico", questo viene mantenuto ed è la seconda richiesta fatta dal collega Speranzon. Rimane il punto n. 3 sempre l'"impegna la Giunta regionale" e viene stralciato "impegna l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale" perché non è previsto dal nostro Regolamento.
Prima qualcuno mi aveva fatto notare che nella scorsa Legislatura la Bartelle aveva depositato mozioni in tal senso che o non sono state ammesse o vennero bocciate in maniera abbastanza chiara. Quello che ho detto è per evitare, visto che la mozione va verso un'approvazione, a quanto ho compreso, di non mettere cose che poi non rendano valida la mozione.
Questo è il riassunto finale, almeno per quanto ho capito io. Ditemi se ho sbagliato. Presentatrice? Okay, perfetto.
Per dichiarazione di voto, una persona per Gruppo. Chi parla per Fratelli d'Italia?
Capogruppo Raffaele Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Io sono rammaricato perché come avete visto, all'interno della vostra mozione, non ho e non abbiamo chiesto la modifica di nessuna parola. Il titolo: perché il titolo è un'affermazione; nel titolo non c'è scritto: "Iniziative contro la promozione del fascismo", c'è scritto: "Per l'affermazione dell'antifascismo" e io ho ricordato che in nome dell'affermazione dell'antifascismo sono stati fatti crimini orribili e nemmeno riferiti a decenni fa o a generazioni del secolo scorso, cioè crimini molto recenti e vividi nella nostra memoria. Quindi non possiamo assolutamente votare per l'affermazione dell'antifascismo sapendo quale tipo di declinazione purtroppo ha anche nella nostra Regione spesso e volentieri e credo che molti esponenti, anche della Lega, in passato abbiano pagato sulla propria pelle le conseguenze di certi atti compiuti da antifascisti militanti.
La proposta che era stata fatta non andava a togliere nulla alla mozione, nulla. Semplicemente era contro ogni forma e genere di intolleranza per ricondurre in questo anche quegli antifascisti che sono intolleranti, anche quegli antifascisti che sono violenti, anche quegli antifascisti che sono antisemiti, perché esistono o, se non ve ne siete accorti, basta che vi facciate raccontare le nostre storie perché abbiamo subìto noi quel tipo di discriminazione, anche personalmente. Se volete un giorno vi faccio un memorandum delle mie esperienze personali vissute con persone che, con la tolleranza, con il rispetto, con la democrazia non hanno nulla a che fare anche se sono dichiaratamente antifascisti.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Guarda, prego, dichiarazioni di voto.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Naturalmente insomma auspico un'adesione quanto più ampia possibile anche perché avevo proposto in questo senso al consigliere Speranzon proprio una modifica anche del titolo, ma non riceveva il suo okay, proprio per riuscire a definire che in questo caso ci si riferiva ad un antifascismo così come definito all'interno della Costituzione, a un antifascismo costituzionale che proprio sulla base dell'esperienza storica di un'unità che deve essere trovata, ribadiva l'adesione a un sistema di principi e di valori in contrasto con i disvalori che appunto ho cercato di inserire all'interno di questa mozione e che trovano appunto all'interno della discriminazione la lontananza più assoluta.
Proprio per questo, ma proprio per evitare qualsivoglia strumentalizzazione e per ribadire il principio per cui ogni violenza verbale e fisica, ogni azione discriminatoria deve essere estranea alle nostre Istituzioni, ho voluto proprio venire incontro alla richiesta di precisazione che faceva riferita all'opinione politica.
Detto questo, se questo non è sufficiente a me dispiace, perché in realtà proprio questa mozione parte da un principio e afferma la natura antifascista di questa Istituzione, nel quadro della costituzionalità che quel termine appunto significa, come appunto antifascismo: significa che tra le cose che bisogna fare è naturalmente condannare apertamente tutti quei gesti che riconducono a quell'epoca. Per cui, dato che anche recentemente, a seguito appunto dell'iscrizione di questa mozione, sono avvenuti dei fatti significativi come la commemorazione a Miane - e qui mi rivolgo insomma al consigliere Favero che è intervenuto in maniera molto autorevole rispetto a questo aspetto ed ha scritto delle parole esemplari - proprio alla luce di questi fenomeni, alla luce di queste fenomenologie e a delle dichiarazioni che provengono ormai in maniera unanime da tutte le forze politiche, andare a mischiare le cose e andare quindi a rinunciare a un principio di affermazione rispetto alla questione antifascista, ritengo che non venga incontro a quello che era il desiderio per cui si cercava di intervenire all'interno di questo Consiglio.
Ribadendo le parole del presidente Zaia, volevo proprio determinare l'unità rispetto a questi temi e quindi auspico che comunque l'apertura rispetto alla precisazione di tipo politico, dato che non siete sicuramente gli unici ad aver vissuto queste esperienze che mi permetto di condannare personalmente perché ritengo che lo spirito di fratellanza espressa anche all'interno della politica debba essere rispettato ed è un valore imprescindibile, ecco, auspico un voto comunque unanime e nel frattempo, però, ci dobbiamo esprimere rispetto ad una tematica e ad un aspetto che deve essere ormai più che affermato all'interno dell'Istituzione regionale.

PRESIDENTE

Grazie.
Bene, chiedo alla collega Camani: il voto per parti separate rispetto all'"impegna"? Okay.
Invece votiamo i punti con le modifiche proposte e accettate dalla proponente la mozione.
Bene.
Votiamo la premessa. Votiamo il dispositivo al punto 1, il dispositivo al punto 2 e al punto 3 e poi il voto nel suo complesso con la mozione che uscirà da queste votazioni in serie. Okay? Benissimo.
Metto in votazione la premessa della mozione n. 19.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione il dispositivo "Impegna la Giunta regionale", punto 1, così come modificato con la proposta Villanova.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione il punto 2 del dispositivo "Impegna" con l'aggiunta proposta dal capogruppo Speranzon.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione il punto n. 3 del dispositivo così come... no, l'aggiunta, la stessa aggiunta del punto 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Voto complessivo della Mozione n. 17, così come modificata.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione come modificata)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- recenti indagini hanno svelato l'esistenza in Italia di una rete di soggetti con finalità di terrorismo organizzata da un ragazzo di appena 22 anni; il ragazzo, tratto in arresto, è accusato di aver fatto propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale aggravata dal negazionismo: tra i "numi tutelari" del giovane anche il famigerato autore dell'attentato di Macerata del febbraio del 2018;
- si tratta di fatti caratterizzati dall'emergere rabbioso e di ultima istanza di un inesorabile e poco convintamente contrastato sedimentarsi di ideologie violente che nel nazi-fascismo e nel negazionismo trovano appiglio, conforto e giustificazione;
EVIDENZIATO che in un'intervista rilasciata al quotidiano "La Repubblica" alla vigilia del Giorno della Memoria, il Presidente della Giunta regionale si è così espresso rispetto alla domanda se il negazionismo fosse una minaccia concreta alla memoria condivisa: "Io l'avverto come tale. È incredibile che ci sia gente in giro che continua a dire che i campi di concentramento non sono mai esistiti, o che parla della Shoah dileggiando gli ebrei. È una deriva che va combattuta con ogni forza. La scuola in questo può fare molto.";
RICHIAMATA la legge regionale 10 dicembre 2010, n. 29 , recante "Norme in materia di promozione e valorizzazione del patrimonio storico e culturale dell'antifascismo, della resistenza e dei correlati eventi accaduti in Veneto dal 1943 al 1948" la cui chiara lettera dell'articolo 1 qui si riporta "La Regione del Veneto promuove la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico e culturale dell'antifascismo e della resistenza, valori fondanti dell'ordinamento costituzionale, e la conoscenza dei correlati eventi accaduti in Veneto dal 1943 al 1948. La Regione promuove attività ed iniziative volte alla diffusione degli ideali di libertà, democrazia, pace, collaborazione e integrazione tra i popoli. La Regione promuove, altresì, interventi finalizzati alla ricerca, alla divulgazione e alla diffusione delle conoscenze allo scopo di salvare la memoria delle stragi nazifasciste in Veneto";
VISTO l'articolo 5 dello Statuto della Regione del Veneto, con particolare riferimento ai commi 5 e 7 i quali, rispettivamente, stabiliscono che la Regione "informa la propria azione ai principi di eguaglianza e di solidarietà nei confronti di ogni persona di qualunque provenienza, cultura e religione; promuove la partecipazione e l'integrazione di ogni persona nei diritti e nei doveri, contrastando pregiudizi e discriminazioni; opera per la realizzazione di una comunità accogliente e solidale" e "promuove la cultura di pace, opera per la giustizia sociale, i diritti umani, il dialogo e la cooperazione tra i popoli.";
RICHIAMATA la legge regionale 3 febbraio 2020, n. 5 "Iniziative per la conoscenza della Shoà e per il Giorno della Memoria";
RICORDATO CHE:
- la legge 20 giugno 1952, n. 645 (Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale "comma primo" della Costituzione), in attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, vieta la "riorganizzazione del disciolto partito fascista" e detta la disciplina definitoria e sanzionatoria dei reati di apologia del fascismo e manifestazioni fasciste;
- con legge 25 giugno 1993, n. 205 (Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa) si è sostituito l'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654 (Ratifica ed esecuzione della convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, aperta alla firma a New York il 7 marzo 1966), che mira ad eliminare tutte le forme di discriminazione razziale e punisce chiunque propagandi idee o istighi a commettere atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi;
CONSIDERATO che è obbligo delle istituzioni pubbliche e democratiche articolare ogni forma di intervento teso ad arginare, a difesa dei valori democratici, l'emergere o il sussistere di movimenti o associazioni che si richiamano al nazifascismo o che, ad affermazione di tali ideali politici, assumono posizioni razziste, xenofobe, antisemite, omofobe, sottraendo pertanto a tali soggettività ogni agibilità o legittimazione che possa derivare dalla messa a disposizione dei canali istituzionali regionali;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
1) ad attivare forme di monitoraggio e di supervisione, sui propri social e canali di comunicazione, delle azioni di apologia di fascismo e di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi riguardanti l'ambito territoriale del Veneto, anche ai fini della segnalazione alle Autorità competenti, come peraltro già fatto da altre regioni;
2) ad effettuare, nell'ambito della propria autonomia amministrativa, una revisione delle disposizioni organizzative e procedimentali, al fine di precludere l'utilizzo di sale e spazi all'interno delle sedi e degli immobili di pertinenza ad associazioni o manifestazioni che si richiamano al fascismo, o che abbiano orientamenti razzisti, xenofobi, antisemiti, omofobi e comunque discriminatori appartenenti a qualsiasi movimento di opinione che eserciti forme di violenza fisica o anche verbale nei confronti dell'avversario politico;
3) affinché si doti, nell'ambito delle procedure di riconoscimento del patrocinio regionale e di erogazione dei contributi di pertinenza, di precise disposizioni tese ad escludere dall'ammissione a detti contributi e al patrocinio regionale associazioni o movimenti che si richiamano al fascismo, o che comunque abbiano orientamenti razzisti, xenofobi, antisemiti, omofobi e comunque discriminatori appartenenti a qualsiasi movimento di opinione che eserciti forme di violenza fisica o anche verbale nei confronti dell'avversario politico.".
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo alla mozione n. 4 del collega Polato ed altri.
PUNTO
15



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI POLATO, SPERANZON, SORANZO, FORMAGGIO E RAZZOLINI RELATIVA A "RICONOSCIMENTO DELLA SPECIFICITÀ DELL'ATTIVITÀ COMMERCIALE CHE INTERESSA IL SETTORE "AUTOMOTIVE". (MOZIONE N. 4) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 19/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO che si ravvisa la necessità di riconoscimento della specificità dell'attività commerciale che interessa il settore "automotive", che presenta, rispetto alle altre attività commerciali, le seguenti peculiarità:
- Dimensione degli oggetti esposti. Mediamente un'automobile esposta richiede uno spazio di 30 mq e conseguentemente gli spazi necessari sono molto ampi;
- Modalità di acquisto assistita. Ogni cliente viene seguito personalmente da un consulente di vendita, ne consegue che i clienti che possono essere serviti contemporaneamente sono limitati e anche l'affollamento dell'area espositiva è ridotto;
- Ampie superfici dedicate all'accoglienza ed ospitalità del cliente, presentazioni virtuali e comunicazione in genere. Tali spazi arrivano a costituire il 50% della superficie commerciale;
- Consegna differita. Visti i tempi di immatricolazione per le auto nuove e del passaggio di proprietà per le auto usate trascorre inevitabilmente del tempo tra la formalizzazione del contratto e la consegna dell'auto. Manca quindi la contemporaneità tra le diverse fasi del processo di vendita; non esiste quindi di fatto una cassa nell'accezione tradizionale del termine;
- Frequenza di acquisto. Rispetto a tutte le altre categorie merceologiche, nella vita di una persona l'acquisto di un'auto è mediamente un evento molto raro. Se consideriamo che l'anzianità media del parco auto in Italia è di oltre 14 anni possiamo valutare che mediamente ogni persona acquista quattro automobili nel corso della sua vita. Ben diversa ovviamente la frequenza di acquisto di tutti gli altri generi;
CONSIDERATO che come effetto delle peculiarità sopra espresse, l'attività commerciale "automotive" rispetto alle altre, a fronte della necessità di ampi spazi espositivi, comporta un basso carico urbanistico;
CONSIDERATO ALTRESÌ che l'attività commerciale del settore "automotive", dovendo sottostare in maniera indifferenziata alle stesse regole di altri generi, siano essi alimentare, abbigliamento, elettrodomestici o altro, viene di fatto fortemente penalizzata;
VISTO che su questo tema, altre Regioni hanno riconosciuto la peculiarità del settore "automotive" emanando norme specifiche;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a proporre, per il settore in oggetto, un correttivo alla norma vigente affinché si possa a riequilibrare il carico urbanistico generato per unità di superficie commerciale utilizzata.".

PRESIDENTE

Collega Polato, prego.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Dovrei averla chiesta. Vado veloce e anzi ringrazio anche già gli uffici per la disponibilità che hanno avuto in questo periodo proprio su questo tema specifico, sia dell'Urbanistica che anche del Commercio.
Qui parliamo di un settore duramente colpito anche in questo periodo dalle conseguenze anche del Covid, ovviamente legato alla specificità proprio dell'attività che interessa, un settore che - vado a semplificare - ha tutta una serie di peculiarità diverse da tutte le altre attività legate al mondo commerciale.
Parliamo di un settore in cui le dimensioni degli oggetti esposti, la modalità di acquisto assistita, le ampie superfici dedicate all'accoglienza e all'ospitalità del cliente, le consegne definite e la frequenza di acquisto vanno sostanzialmente a caratterizzare questa tipologia di attività rispetto ad altre commerciali. Purtroppo la legge oggi in vigore non diversifica le attività rispetto alle peculiarità legate anche alle attività connesse e di conseguenza si chiede con questa mozione - e ringrazio ovviamente i colleghi che l'hanno sottoscritta e coloro, soprattutto in questa fase in cui stiamo facendo anche delle modifiche alle leggi urbanistiche per cui poi sarà interessato sia il Settore dell'Urbanistica ma anche del Commercio - quello che si chiede è la possibilità che la Giunta, si impegna la Giunta a riequilibrare il carico urbanistico generato per unità di superficie commerciale utilizzata.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo interventi. Non ho capito.
Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Solo per chiedere al presentatore della mozione qualche elemento in più di chiarimento rispetto a ciò che ci sta chiedendo e sta chiedendo a questo Consiglio nel senso che comprendo la preoccupazione per un comparto in difficoltà, così come tanti altri comparti. Mi chiedo esattamente quali potrebbero essere i meccanismi che incidono nella disciplina dei carichi urbanistici collegandoli ad un'attività commerciale che può anche variare nel tempo e se queste stesse considerazioni dovrebbero essere estese a tutte le altre attività commerciali che necessitano fisiologicamente di spazi maggiori.
Condivido con il consigliere Polato la preoccupazione per il settore, non riesco sinceramente a comprendere quale tipo di agevolazione, in termini di carichi urbanistici, possa il Consiglio regionale impegnarsi ad assumere. Quindi se il Consigliere ci illustra un po' più nel dettaglio esattamente su cosa ci chiede di impegnarci, aiuterebbe la comprensione della mozione.

PRESIDENTE

Io devo fare una precisazione sempre al collega Polato come ho fatto per la collega Guarda: anche in questo caso la mozione dice "impegna il Consiglio Regionale".
Lo ripeto: le mozioni che noi facciamo in quest'Aula possono impegnare la Giunta regionale, non il Consiglio regionale, quindi quel "impegna" va modificato togliendo la parola "il Consiglio regionale" e rimane "impegna la Giunta regionale". Il collega Polato ha compreso?

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Credo che sia un errore sulla dicitura, infatti se vede, Presidente, c'è "impegna il Consiglio e la Giunta regionale". Credo sia in default rispetto a un format che c'era già esistente.

PRESIDENTE

Okay. Qualche altra precisazione o aggiunta, collega Polato, in fase di replica? Prego.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Diciamo sostanzialmente e quello lo abbiamo descritto anche rispetto alle peculiarità proprio degli oggetti esposti: pensiamo alle riconversioni urbanistiche legate per esempio all'acquisto di spazi all'interno e di riconversione oppure legate anche nel momento in cui andiamo ad acquistare delle nuove aree dove, all'interno per esempio sono legate delle attività industriali artigianali e queste attività ovviamente hanno necessità, come qualsiasi attività commerciale, di rientrare nelle piccole, nelle medie e nelle grandi attività commerciali.
Nel caso specifico, mi sembra abbastanza chiaro, ma ovviamente altre Regioni lo hanno già fatto – parliamo della Regione Emilia Romagna e anche della Regione Lombardia –hanno creato una norma ad hoc proprio per il mercato dell'automotive, proprio legato per le dimensioni stesse specifiche del prodotto che si va a vendere. Pensate al fatto dei grandi piazzali e delle grandi attività che oggi comunque tutta quell'area è identificata come attività commerciale, hanno un carico sostanziale urbanistico legato a una grande distribuzione, ma in sé e per sé vengono trattati come una singola attività commerciale che potrebbe essere un'attività commerciale vicinale, cioè non c'è oggi una legge specifica che identifica il prodotto, che è un prodotto particolare, che in questo momento è in difficoltà e ovviamente è legato ad un momento di difficoltà, però è un problema reale che va al di là del momento della difficoltà del Covid, nel senso che per dimensioni del prodotto che si mette in vendita non può essere equiparato ad una qualsiasi attività commerciale o a un centro commerciale, se pensiamo a un'attività superiore ai 2.500 metri quadrati.
Ovviamente è un percorso in cui si invitano gli uffici e la Giunta a mettere mano alla legge, è un percorso che stiamo già facendo grazie al contributo dei dirigenti dell'Urbanistica e del Commercio per arrivare a mettere a disposizione anche di questi soggetti, che magari hanno attività commerciali in spazi diversi, di trasferirsi nei recuperi urbanistici anche all'interno di aree degradate, industriali e artigianali, che non hanno quella disponibilità o quel carico urbanistico necessario per la grande distribuzione e invece alla fine risultano essere solamente dei grandi piazzali, dove le auto vengono messe o i camion vengono messi o comunque i settori legati all'automotive vengono esposti e hanno delle peculiarità singole per loro stessi.
Io credo che, nel momento in cui ci sia la possibilità, come in questo momento, di metter mano a tutti quei provvedimenti urbanistici, come oggi stiamo facendo attraverso il lavoro anche della Commissione competente, abbiamo la possibilità di mettere anche gli uffici nelle condizioni di regolamentare questo settore che è sofferente e che comunque oggi soffre anche di una discriminazione urbanistica rispetto al prodotto che vende.

PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo ai Capigruppo di non andar via subito che devo parlarvi un attimino in velocità.
Chiedo al collega Corsi se può spegnere la webcam che è meglio.
Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Volevo soltanto capire meglio dal presentatore, nel senso: qual è la ratio specifica per cui le concessionarie d'auto, l'automotive e non altri soggetti, cioè qual è la spiegazione per cui il carico urbanistico va alleggerito lì? Mi interessava capirlo nel senso che ho capito in termini specifici quando dice per la tipologia di vendita, ma me ne vengono in mente tante tante tante altre che potrebbero avere gli stessi criteri, quindi volevo capire per quale ragione.

PRESIDENTE

Polato può rispondere in dichiarazione di voto.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

La faccio adesso la dichiarazione di voto, Presidente.

PRESIDENTE

Penso di sì perché non vedo altri iscritti.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Okay. Al di là che non abbiamo trovato altre tipologie merceologiche che hanno questa tipicità, ma c'è scritto chiaramente nella mozione stessa: pensare che un'automobile esposta richiede uno spazio di 30 metri quadrati e conseguentemente gli spazi necessari sono molto più ampi, credo che sia specifica per il caso dell'automotive. Parliamo dell'automobile ma ovviamente possiamo parlare del truck o del bus-truck o di quant'altro.
Pensare che la modalità di acquisto assistita sia oggi quella di avere questo spazio in grandi piazzali e non, per esempio, in grande distribuzione (pensiamo alle grandi attività commerciali sopra i 2.500 metri quadrati), per cui tutta una serie di negozi che hanno peculiarità diverse rispetto a un grande piazzale che, invece, si vede a mostra tutta una serie di autovetture. Pensare che oggi per andare a riconvertire dei grandi spazi industriali dove le vecchie concessionarie di auto si potrebbero trasferire, ma non sono nelle condizioni di avere carichi urbanistici, cioè oltre le grandi attività commerciale superiore a 2.500 metri quadrati, per una funzione poiché è diversa perché pensiamo a una grande GDO rispetto a un concessionario d'auto, io credo che sia assolutamente chiaro e lampante e soprattutto da parte di tutti.
Soprattutto anche prendere ad esempio oggi quelle leggi che in altre Regioni ci sono, che hanno diversificato, in questo momento direi storico, in cui anche il Consiglio regionale sta mettendo mano alle leggi urbanistiche, dare la possibilità a questi settori, trovando le forme ovviamente anche di autotutela rispetto a tutta una serie di, chiamiamole, agevolazioni urbanistiche necessarie che non creano carichi, ma danno la possibilità anche di trasferimenti, credo che sia importante. Dicevo ampie superfici: gli spazi arrivano a costituire il 50% dell'attività commerciale rispetto a qualsiasi altra grande distribuzione. La frequenza d'acquisto che, ovviamente, è differita rispetto ad altre.
Tutta una serie di peculiarità singole, della singola attività, credo che sia opportuno che... ovviamente poi, con le modifiche che la Commissione competente rispetto al provvedimento che verrà posto in essere, dicevo con l'ausilio sia degli Uffici del Commercio che anche dell'Urbanistica, troveremo la forma per dare ovviamente dignità e non generalità ad un settore che è singolo, specifico e non uguale ad altri, ma credo che sia abbastanza chiaro e lampante.

PRESIDENTE

Non vedo altre dichiarazioni di voto.
Metto in votazione la Mozione n. 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Abbiamo terminato l'ordine del giorno, quindi il Consiglio si chiude qui. Verrete riconvocati a domicilio probabilmente per martedì 9, però lo vedremo con il prosieguo dei lavori nelle prossime settimane in Commissione. Ricordo martedì prossimo, martedì mattina Sesta e Quarta contemporaneamente e la Seconda invece al pomeriggio.
Grazie.
Invito i Capigruppo ad avvicinarsi un attimo ai banchi della Presidenza.
La Seduta termina alle ore 17.47
Il Consigliere segretario
f.to Erika BALDIN

Il Presidente
f.to Roberto CIAMBETTI


Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Paola Lombardo
Verbale n. 13 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 13
MARTEDì 23 FEBBRAIO 2021


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 13a seduta pubblica – martedì 23 febbraio 2021
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 105 del 13 novembre 2020.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 3128 del 18 febbraio 2021.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 14.06.

Punto n. 1) all'ordine del giorno


Approvazione verbali delle sedute precedenti

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 12a seduta pubblica di martedì 16 febbraio 2021.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio

Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e la consigliera Scatto.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 34 del 10.12.2020
presentata dalla consigliera Guarda
" Piano di resilienza e galleria sotto il Massiccio Sella: la proposta di intervento è stata preventivamente concordata con le province autonome di Trento e Bolzano?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'Interrogazione a risposta immediata (IRI) in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

Il PRESIDENTE, ad un anno dall'inizio della pandemia globale, interviene sulla situazione sanitaria e su quanto accaduto a causa del Coronavirus.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4, del Regolamento  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che non sono pervenute riposte da parte della Giunta regionale.

Punto 5.1) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "Elevatissime concentrazioni di PFOA nel territorio del comune di Trissino, la Giunta regionale attiverà approfondimenti specifici?" (Interrogazione a risposta scritta n. 3)


Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) sull'ordine dei lavori.

Assume le funzioni di consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.

Punto n. 6) all'ordine del giorno


Designazione dell'Amministratore Unico della società Infrastrutture Venete S.r.l.. APPROVATA (Deliberazione n. 10/2021)  [RESOCONTO]

Interviene il consigliere Villanova (Zaia Presidente) il quale, a nome della maggioranza, propone la candidatura del dottor Zancopè Ogniben Giovanni.

La consigliera segretaria Sponda (Zaia Presidente), su invito del Presidente, procede all'appello nominale della votazione, a scrutinio segreto, della designazione in oggetto.

Il PRESIDENTE proclama il risultato della votazione:

Assegnati n. 51
Presenti n. 44
Votanti n. 44
Astenuti n. 0
Schede bianche n. 10
Schede nulle n. 0

Ha ottenuto voti:

Zancopè Ogniben Giovanni n. 34

Risulta designato:

Zancopè Ogniben Giovanni

Interviene il consigliere Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che chiede al Presidente e all'Aula un minuto di raccoglimento in ricordo delle vittime dell'attentato in Congo.

L'Aula osserva un minuto di raccoglimento.

Assume le funzioni di consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 7) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Montanariello, Giacomo Possamai, Camani, Bigon, Zanoni e Zottis relativa a "La Regione Veneto sostenga i cittadini e le imprese della città di Chioggia duramente colpiti dall'eccezionale evento atmosferico del 15 ottobre 2020". (Mozione n. 1) APPROVATA (Deliberazione n. 11/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto), che illustra il punto in oggetto, l'assessore Bottacin , che propone alcune modifiche, e Montanariello (Partito Democratico Veneto), che accetta le proposte di modifica.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica mista la mozione in oggetto con le modifiche.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:
Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 8) all'ordine del giorno


Mozione presentata dai consiglieri Rizzotto, Finco, Cecchetto, Favero, Puppato, Villanova, Cavinato, Bet, Zecchinato, Bisaglia, Michieletto, Gerolimetto, Vianello, Centenaro, Giacomin, Maino, Dolfin, Formaggio, Speranzon, Polato, Razzolini, Soranzo, Pan, Rigo, Andreoli, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Corsi, Favero, Finco, Gianpiero Possamai, Puppato, Boron, Brescacin, Cestaro, Sandonà e Sponda relativa a "Cima Grappa patrimonio della storia del Veneto". (Mozione n. 8) APPROVATA (Deliberazione n. 12/2021)

Intervengono i consiglieri Rizzotto (Zaia Presidente), che illustra il punto in oggetto, Formaggio (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni), che chiede la sottoscrizione a nome del gruppo Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni, e Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), che chiede la sottoscrizione a nome dei gruppi Liga Veneta per Salvini Premier e Zaia Presidente.

Il PRESIDENTE comunica che la consigliera Rizzotto accoglie le sottoscrizioni e pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica mista la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:
Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

Lorenzoni

Punto n. 9) all'ordine del giorno


Mozione presentata dai consiglieri Rizzotto, Formaggio, Vianello, Bet, Cestari, Michieletto, Valdegamberi, Zecchinato, Montanariello, Pan, Rigo, Andreoli, Cecchetto, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gianpiero Possamai, Puppato, Villanova, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Sandonà e Sponda relativa a "Direttiva Quadro sulle Acque: applicazione sostenibile del deflusso ecologico nel bacino del Piave e nel territorio veneto". (Mozione n. 18) APPROVATA (Deliberazione n. 13/2021)  [RESOCONTO]

Intervengono le consigliere Rizzotto (Zaia Presidente), che illustra il punto in oggetto, Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che propone delle modifiche al dispositivo, il consigliere Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), che chiede la sottoscrizione a nome dei gruppi Liga Veneta per Salvini Premier e Zaia Presidente, l'assessore Bottacin, le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Guarda (Europa Verde), che propone delle modifiche.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

In sede di replica interviene la consigliera Rizzotto (Zaia Presidente) che accetta le sottoscrizioni e non accoglie le proposte di modifica.

In dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde) e Pan (Liga Veneta per Salvini Premier).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica mista la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:
Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Montanariello, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Guarda, Ostanel

Non votanti:

nessuno

Punto n. 10) all'ordine del giorno


Mozione presentata dai consiglieri Favero, Villanova, Bet, Zecchinato, Rizzotto, Ciambetti, Finco, Razzolini, Michieletto, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Sandonà, Sponda, Vianello, Pan, Rigo, Andreoli, Cecchetto, Cestari, Corsi, Dolfin, Gianpiero Possamai, Puppato, Piccinini, Speranzon, Polato, Formaggio, Soranzo, Bozza e Venturini relativa a "Il Governo si attivi affinché siano al più presto rimborsati i risparmiatori che hanno subito il crac delle banche venete e che l'AMCO (ex SGA) proceda con attenzione ed equilibrio nei confronti di molte imprese e famiglie". (Mozione n. 19) APPROVATA (Deliberazione n. 14/2021)  [RESOCONTO]

Interviene il consigliere Favero (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra il punto in oggetto.

Durante l'intervento del consigliere Favero assume la Presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

In discussione generale intervengono i consiglieri Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Razzolini (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che chiede la sottoscrizione, Villanova (Zaia Presidente), che chiede la sottoscrizione a nome dei gruppi Zaia Presidente, Liga Veneta per Salvini Premier e Lista Veneta Autonomia, Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che chiede la sottoscrizione a nome del gruppo Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni, Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto), che chiede la sottoscrizione a nome del gruppo Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto, Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Favero (Liga Veneta per Salvini Premier), che accoglie le sottoscrizioni.

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 15.37.

La seduta riprende alle ore 15.58.

Assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Il PRESIDENTE pone in votazione l'emendamento n. A1 sulla mozione n. 19.

L'emendamento n. A1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica mista, è approvato.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica mista la mozione in oggetto come emendata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:
Andreoli, Baldin, Barbisan, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 11) all'ordine del giorno


Mozione presentata dai consiglieri Montanariello e Zottis relativa a "Poligof (ex Pansac): la Regione intervenga a sostegno dei lavoratori e delle loro famiglie". (Mozione n. 2) APPROVATA (Deliberazione n. 15/2021)  [RESOCONTO]

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che illustra il punto in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica mista la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:
Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 12) all'ordine del giorno


Mozione presentata dal consigliere Dolfin relativa a "La Giunta si faccia portavoce con il Governo per evitare l'aumento del 700% dei canoni demaniali". (Mozione n. 23) APPROVATA (Deliberazione n. 16/2021)

Interviene il consigliere Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier) che illustra il punto in oggetto.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica mista la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:
Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Bigon, Camani, Guarda, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

Bozza

Punto n. 13) all'ordine del giorno


Mozione presentata dai consiglieri Speranzon, Villanova, Polato, Formaggio, Razzolini, Soranzo, Pan, Rigo, Andreoli, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gianpiero Possamai, Puppato, Piccinini, Michieletto, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Rizzotto, Sandonà, Sponda, Vianello e Zecchinato relativa a "La Giunta regionale sospenda ogni tipo di contributo a favore di tutte quelle associazioni che si macchiano di riduzionismo e/o di negazionismo nei confronti delle foibe e dell'esodo istriano fiumano e dalmata". (Mozione n. 29) APPROVATA (Deliberazione n. 17/2021)  [RESOCONTO]

Intervengono i consiglieri Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che illustra il punto in oggetto, Formaggio (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni), Villanova (Zaia Presidente) e Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), che chiede di sottoscrivere la mozione a nome dei gruppi Liga Veneta per Salvini Premier, Lista Veneta Autonomia e Zaia Presidente.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica mista la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:
Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Guarda, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 14) all'ordine del giorno


Mozione presentata dai consiglieri Guarda, Baldin, Ostanel, Lorenzoni, Giacomo Possamai, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni e Zottis relativa a "Mai più: iniziative per l'affermazione dell'antifascismo delle istituzioni regionali". (Mozione n. 17) APPROVATA (Deliberazione n. 18/2021)  [RESOCONTO]

Intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), che illustra il punto in oggetto, Villanova (Zaia Presidente), che propone una modifica sul primo impegno del dispositivo, Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che chiede una sospensione della seduta e la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto), che chiede la votazione per divisione.

La seduta è sospesa alle ore 16.53.

La seduta riprende alle ore 17.13.

Interviene il consigliere Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che propone la modifica del titolo.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che accoglie la proposta di stralcio dell'impegno relativo all'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale e le proposte di modifica dei punti 1) e 2) del dispositivo e non accoglie la proposta di modifica del titolo.

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Guarda (Europa Verde).

Il PRESIDENTE procede con la votazione per divisione.

La premessa posta in votazione col sistema elettronico in modalità telematica mista è approvata.

Il punto 1) del dispositivo posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica mista è approvato con le modifiche.

Il punto 2) del dispositivo posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica mista è approvato con le modifiche.

Il punto 3) del dispositivo posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica mista è approvato con le modifiche.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica mista la mozione in oggetto nel suo complesso, come modificata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:
Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Maino, Michieletto, Montanariello, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 15) all'ordine del giorno


Mozione presentata dai consiglieri Polato, Speranzon, Soranzo, Formaggio e Razzolini relativa a "Riconoscimento della specificità dell'attività commerciale che interessa il settore "automotive"". (Mozione n. 4) APPROVATA (Deliberazione n. 19/2021)  [RESOCONTO]

Intervengono i consiglieri Polato (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che illustra il punto in oggetto, Camani (Partito Democratico Veneto) e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

In dichiarazione di voto finale interviene il consigliere Polato (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica mista la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:
Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Soranzo, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Bigon, Zanoni, Zottis

Astenuti:

Lorenzoni

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 17.47.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BORON Fabrizio
POLATO Daniele
BOZZA Alberto
POSSAMAI Giacomo
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CENTENARO Giulio
RIZZOTTO Silvia
CESTARI Laura
SANDONA' Luciano
CESTARO Silvia
SORANZO Enoch
CIAMBETTI Roberto
SPERANZON Raffaele
CORSI Enrico
SPONDA Alessandra
DOLFIN Marco
VALDEGAMBERI Stefano
FAVERO Marzio
VENTURINI Elisa
FINCO Nicola Ignazio
VIANELLO Roberta
FORMAGGIO Joe
VILLANOVA Alberto
GEROLIMETTO Nazzareno
ZANONI Andrea
GIACOMIN Stefano
ZECCHINATO Marco
GUARDA Cristina
ZOTTIS Francesca
LORENZONI Arturo







IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Erika BALDIN




IL PRESIDENTE
Roberto CIAMBETTI











N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba