ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 20/04/2021 n. 16

Resoconto n. 16 - 11^ legislatura
Resoconto 16 a Seduta pubblica
Martedì, 20 aprile 2021
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 13.14

PRESIDENTE

Invito tutti i colleghi ad accedere a Concilium e a marcare la presenza.
Bene, colleghi, se ci accomodiamo iniziamo i lavori. Abbiamo il numero legale, quindi possiamo partire con l'ordine del giorno.
Diamo inizio alla 16a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 6511 del 15 aprile 2021.
PUNTO
1



APPROVAZIONE VERBALE DELLA SEDUTA PRECEDENTE

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 15a seduta pubblica di martedì 13 aprile 2021.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Ha comunicato congedo
Luca ZAIA
Il congedo è concesso.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Siccome l'assessora Donazzan ha una riunione su scuole, pullman e quant'altro all'una e mezza, mi ha chiesto di poter anticipare le sue risposte, che tra l'altro sono una risposta congiunta all'IRI n. 96 e all'IRI n. 98: una è presentata dalla collega Cestaro, che è presente, e l'altra dalla collega Ostanel, che ha un ritardo oggi, ma comunque mi ha detto di proseguire, di dare per letta la sua interrogazione.
Quindi partiamo dalle IRI n. 96 e n. 98.

Interrogazione a risposta immediata n. 96 del 17 marzo 2021 presentata dalla consigliera Cestaro relativa a "BORGO VALBELLUNA: DUE STABILIMENTI AL BIVIO. IN PERICOLO 800 POSTI DI LAVORO"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- sono ben due gli stabilimenti bellunesi, Ideal Standard (ex Ceramica Dolomiti) e Acc, bellunesi che non hanno ben chiaro il loro futuro aziendale;
- per lo stabilimento di Ideal Standard (ex Ceramica Dolomiti) si profila un futuro incerto con voci non confermate di chiusura entro l'anno e la conseguente delocalizzazione della produzione in paesi a basso costo, quali Bulgaria, Cina ed Egitto;
- per lo Stabilimento di ACC di Borgo Valbelluna si paventa, invece una situazione ancora più complessa per la quale se da un lato si può intuire l'appetibilità da parte di fondi d'investimento stranieri dall'altro si auspicano maggiori garanzie per il territorio rispetto all'ultima esperienza con Wanbao.
Considerato che:
- con la eventuale chiusura dei due stabilimenti sono 800 i posti di lavoro che andrebbero persi mettendo in seria crisi molte famiglie, senza contare tutta la filiera dell'indotto; una tragedia per la Provincia di Belluno che rischia di trasformarsi in una vera bomba sociale;
- dopo lo sblocco dei licenziamenti, ben due realtà produttive rischiano di scomparire in un territorio, come quello bellunese, già provato dalla crisi dovuta all'emergenza Covid-19 che ha distrutto tutta la filiera legata al turismo.
Tutto ciò premesso, il sottoscritto Consigliere regionale,
interroga la Giunta regionale
per sapere quali siano le misure che la Giunta regionale intende intraprendere al fine di tutelare tali aziende locali strategiche per il territorio bellunese al fine di mantenere i posti di lavoro e quindi a garantire il benessere delle famiglie dei lavoratori interessati".

Interrogazione a risposta immediata n. 98 del 19 marzo 2021 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "CRISI ACC DI BORGO VALBELLUNA: LA REGIONE INTENDE INTERVENIRE ANCHE COORDINANDOSI CON IL GOVERNO?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- da tempo i lavoratori dell'Acc di Borgo Valbelluna, con il sostegno dei cittadini, dei sindacati e delle istituzioni locali, stanno cercando di salvare la produzione dell'azienda e i posti di lavoro, con ricadute fondamentali sull'economia del territorio;
- come affermato dall'Assessora Elena Donazzan (intervista a Il Gazzettino Belluno, 18/03/2021) si tratta di un'azienda che "ha saputo difendere la capacità produttiva, la qualità del prodotto e lo straordinario know how" e che è "solida e avviata" mentre il problema della sua sopravvivenza "è solo finanziario", richiedendo un intervento degli istituti di credito e del Governo, in particolare del Ministero dello Sviluppo Economico retto dall'importante esponente della Lega Giorgetti. Considerato che: - ad oggi non risultano interventi da parte del Ministro Giorgetti, tanto che i sindacati "in assenza di risposte e di una formalizzazione di un incontro" hanno deciso che venerdì 26 marzo alle 10 si autoconvocheranno al MiSE per essere ricevuti;
- l'Assessora Donazzan, nell'intervista predetta, ha riferito altresì che i contatti diretti con Giorgetti "li ha avuti Zaia personalmente" ma, ad oggi, non si conoscono i contenuti di tale interlocuzione;
- serve un intervento forte per evitare di lasciare centinaia di lavoratori e di famiglie in difficoltà, tra l'altro in un contesto territoriale che vede anche la recente apertura dello stato di crisi alla Ideal Standard, con altre centinaia di lavoratori coinvolti, una situazione gravissima per un contesto già molto provato dalla crisi conseguente alla pandemia da Covid-19.
La sottoscritta consigliera
interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere, in relazione ai fatti riportati, quali siano gli interventi in programma".
Collega Cestaro, prego.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente. Do per letta l'IRI n. 96.

PRESIDENTE

Grazie infinite. L'assessora Donazzan risponde congiuntamente per conto della Giunta regionale.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Negli ultimi anni la Regione, anche tramite l'Unità di Crisi di Veneto Lavoro, ha seguito costantemente le vicende di Ideal Standard e Italia Wanbao-Acc, due importanti realtà produttive che oggi garantiscono lavoro complessivamente a circa a ottocento lavoratori nel territorio bellunese, organizzando tavoli regionali e partecipando ai tavoli ministeriali, oltre che mantenendo rapporti costanti con le Parti coinvolte.
Italia Wanbao-Acc S.r.l. in amministrazione straordinaria occupa attualmente 316 lavoratori. Il programma di risanamento avviato dal Commissario, fondato su nuovi prodotti a velocità variabile, volumi crescenti e back shoring delle produzioni delocalizzate in Cina, sta avendo ottimi risultati e i primi due mesi del 2021 fanno segnare il record di ordinativi da oltre dieci anni. Ora l'Azienda deve affrontare una grave crisi di liquidità, che mette a rischio il futuro produttivo e occupazionale del sito. Una prima richiesta di finanziamento, erogabile da istituti di credito ordinario ma garantito dal MEF attingendo dal relativo fondo di rotazione, non risulta attualmente percorribile, non avendo il Ministero ancora ricevuto l'autorizzazione della Commissione Europea, in quanto trattasi di aiuti di stato. Sono ora al vaglio ulteriori percorsi ipotizzabili a fronte delle recenti previsioni di cui all'art. 43 D.L. "Rilancio" n. 34/2020 (strumenti innovativi di gestione dei salvataggi delle aziende strategiche in crisi) e dall'art. 37 del D.L. "Sostegni" n. 41/2021 (sostegno alle grandi imprese).
Ideal Standard ha sede produttiva a Trichiana, ove sono occupati circa 450 dipendenti. A fronte delle preoccupazioni delle Organizzazioni sindacali che l'Azienda voglia delocalizzare la produzione verso Paesi con inferiore costo del lavoro, lo scorso 30 marzo si è tenuto un incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico, al termine del quale è stata condivisa la necessità di avviare un rapido percorso finalizzato alla realizzazione di un nuovo forte patto per il rilancio del sito produttivo e di un nuovo accordo fra le Parti relativamente a tutte le iniziative industriali, di valorizzazione dei lavoratori e delle loro competenze per i prossimi anni. È stato programmato un prossimo incontro in sede aziendale, al quale seguirà un ulteriore incontro in sede istituzionale, al fine di valutare e concretizzare al più presto il percorso concordato.
La Regione continuerà a monitorare entrambe le situazioni, tenendo costanti contatti con le Parti e le Istituzioni coinvolte".

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie Presidente, anche per la cortesia di aver anticipato.
Negli ultimi anni la Regione, anche tramite l'Unità di Crisi di Veneto Lavoro, ha seguito costantemente le vicende di Ideal Standard e Italia Wanbao ACC, due importanti realtà produttive che oggi garantiscono lavoro complessivamente a circa 800 lavoratori nel territorio bellunese, organizzando tavoli regionali e partecipando ai tavoli ministeriali, oltre che mantenendo rapporti costanti con le parti coinvolte.
Italia Wanbao ACC S.r.l., in amministrazione straordinaria, occupa attualmente 316 lavoratori. Il programma di risanamento avviato dal Commissario, fondato su nuovi prodotti a velocità variabile, volumi crescenti e back shoring delle produzioni delocalizzate in Cina, sta avendo ottimi risultati e i primi due mesi del 2021 fanno segnare il record di ordinativi da oltre dieci anni.
Ora l'azienda deve affrontare, però, una grave crisi di liquidità che mette a rischio il futuro produttivo e occupazionale del sito: una prima richiesta di finanziamento, erogabile da istituti di credito ordinari, ma garantito dal MEF, attingendo dal relativo fondo di rotazione, non risulta attualmente percorribile, non avendo il Ministero ancora ricevuto l'autorizzazione dalla Commissione Europea in quanto trattasi di aiuti di Stato.
Sono ora al vaglio ulteriori percorsi ipotizzabili a fronte delle recenti previsioni di cui all'articolo 43 del decreto legge Rilancio n. 34 del 2020, alla voce "Strumenti innovativi di gestione dei salvataggi delle aziende strategiche in crisi", e dell'articolo 37 del decreto legge Sostegni n. 41 del 2021 alla voce "Sostegno alle grandi imprese".
L'altra, Ideal Standard, ha sede produttiva a Trichiana, ove sono occupati circa 450 dipendenti. A fronte delle preoccupazioni delle organizzazioni sindacali che l'azienda voglia delocalizzare la produzione verso Paesi con inferiore costo del lavoro, lo scorso 30 marzo si è tenuto un incontro presso il Ministero dello Sviluppo economico, al termine del quale è stata condivisa la necessità di avviare un rapido percorso finalizzato alla realizzazione di un nuovo forte impatto per il rilancio del sito produttivo e di un nuovo accordo fra le parti relativamente a tutte le iniziative industriali, di valorizzazione dei lavoratori e delle loro competenze per i prossimi anni.
È stato programmato un prossimo incontro in sede aziendale, al quale seguirà un ulteriore incontro in sede istituzionale, al fine di valutare e concretizzare al più presto il percorso concordato.
La Regione continuerà a monitorare entrambe le situazioni".
Questa è la risposta e aggiungo due cose, ringraziando le colleghe che hanno presentato l'interrogazione.
La prima è su ACC: i tempi sono veramente molto molto stringenti; la scorsa settimana l'amministratore straordinario ha condiviso con il sindacato addirittura una riduzione del costo del lavoro: i lavoratori stanno autoriducendo la loro indennità e io credo che si debba insieme fare un forte appello alle banche perché sostanzialmente il problema è di liquidità. Il viceministro Todde, insediata nuovamente con le crisi aziendali, dopo un intervento molto puntuale e molto attento del ministro Giorgetti, ci ha riconvocati la settimana prossima.
Sono due problemi diversi, ma insistono sul medesimo territorio (il senso dell'interrogazione era questo), ma per Ideal Standard il problema è diverso: è di credibilità dell'azienda. Nella scorsa riunione presso il Ministero dello Sviluppo economico abbiamo chiesto che venissero confermati i piani, i lavoratori chiedono una responsabilità nella certezza delle comunicazioni. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Collega Cestaro, intende replicare?

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Io ringrazio l'assessora Donazzan per l'intervento esaustivo e auspico che ci possa essere questa presa di posizione forte con le banche. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Riprendiamo con l'ordine che avete nella convocazione con l'IRI n. 58 del collega Zanoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 58 del 18 gennaio 2021 presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Lorenzoni, Guarda, Ostanel e Baldin relativa a "PROGETTO PREVISTO DAL PRRR DEL VENETO DI OPERA DI LAMINAZIONE DEL FIUME PIAVE DALLA CAPACITÀ DI 30 MILIONI DI METRI CUBI E DAL COSTO DI 20 MILIONI DI EURO DA ATTUARE IN 72 MESI. DOVE SARÀ UBICATA L'OPERA?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che con D.G.R. n. 1529 del 17 novembre 2020 la Regione ha adottato il Piano Regionale per la Ripresa e la Resilienza (PRRR) del Veneto ai fini della predisposizione del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR), così come previsto dalla proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio del 28 maggio 2020, COM (2020) 408 final.
Considerato che a pag. 110 dell'allegato A viene previsto un progetto utile a "Favorire la transizione verde.", dare "Maggiore sicurezza idraulica" e che "aumenta la resilienza del fiume Piave alle piene e agli effetti dei cambiamenti climatici, aumentando la sua capacità di invaso e quindi la sicurezza idraulica nei territori di valle, in particolare la zona di Ponte di Piave, San Donà, Musile e territori circostanti. Così facendo si riducono i vincoli al corretto sviluppo dell'area e alla crescita economica.". Inoltre si legge che: "Il progetto prevede la realizzazione di opere di laminazione delle piene del fiume Piave con un volume utile di circa 30 milioni di mc. Sono previste opere complementari per un migliore inserimento dell'opera nel contesto territoriale. Tempi di esecuzione: - 12/2021 approvazione progetto definitivo - 12/2026 realizzazione dell'intervento. Durata prevista per l'attuazione: 72 mesi."
Considerato altresì che viene precisato che il costo della suddetta opera sarà di 20 milioni di euro e che "I costi sono stati stimati con modalità parametrica rispetto alla progettazione in corso di redazione nell'ambito delle risorse stanziate con OCDPC 558. L'impatto più significativo è da ricercarsi nella messa in sicurezza di ampie aree densamente abitate. Il beneficio diretto è riscontrabile in termini di personale direttamente impiegato nella realizzazione delle opere e quantificabile nell'assunzione di circa 800 persone all'anno per un periodo complessivo di 4 anni.".
Il sottoscritto consigliere regionale
chiede al Presidente della Giunta regionale
di conoscere l'ubicazione del sito della suddetta opera dal costo di 20 milioni di euro".
Consigliere Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Si tratta proprio del Piano regionale per la ripresa e la resilienza. In questo Piano, nei documenti che abbiamo potuto leggere per quanto riguarda la delibera del 17 novembre 2020, abbiamo trovato, a pagina 108 e a pagina 110, la previsione di opere relative a progetti utili a favorire la transizione verde e maggiore sicurezza idraulica e aumentare la resilienza del fiume Piave alle piene e agli effetti dei cambiamenti climatici, aumentando la sua capacità di invaso e quindi la sicurezza idraulica nei territori di valle, in particolare nelle zone di Ponte di Piave, San Donà, Musile e territori circostanti.
Il progetto prevede la realizzazione di opere di laminazione delle piene del fiume, con un volume utile di 30 milioni di metri cubi. Sono previste opere complementari per migliorare l'inserimento dell'opera, tempi di esecuzione, dall'approvazione del progetto definitivo che è del dicembre 2021, e realizzazione dell'intervento dicembre 2026.
Presidente, volevo chiederle: siccome sono due interrogazioni, questa è la 58 o la 59?

PRESIDENTE

La n. 58.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Bene. Quindi si tratta, in questo caso, di un'opera con un volume di circa 30 milioni di metri cubi...

PRESIDENTE

Un attimo solo che faccio una verifica.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Prego.

PRESIDENTE

Sono due risposte diverse? Sì, facciamo due punti diversi, anche se il titolo mi sembra veramente un "copia e incolla". Assessore Bottacin, la risposta è unica o è divisa fra la n. 58 e la n. 59?

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Sono due risposte. Questa è la n. 58.

PRESIDENTE

Perfetto, benissimo, n. 58.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ribadisco che questo invaso è di 30 milioni di metri cubi, del costo di 20 milioni di euro, da attuare in 72 mesi con l'assunzione di 800 persone l'anno per un periodo di quattro anni.
La domanda è questa, per questa cassa di espansione: di conoscere l'ubicazione del sito della suddetta opera dal costo di 20 milioni di euro, perché nelle schede del PRRR, appunto, non era stata definita. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Per la risposta l'assessore Bottacin. Se mi chiede la parola con Concilium, vado meglio sui tempi, Assessore. Perfetto, Bottacin, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"L'interrogazione in oggetto fa riferimento al Piano Regionale per la Ripresa e la Resilienza ( PRRR ) adottato dalla Regione Veneto con DGR n. 1529 del 17 novembre 2020, che entrerà a far parte del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza; come noto si tratta del Piano conosciuto come "Recovery Fund" o più correttamente "Next Generation UE" per la ripresa a seguito della crisi epidemiologica, Piano previsto ai sensi del Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio del 28 maggio 2020, COM (2020) 408 final.
Il Piano, nello specifico, prevede nell'allegato A un'opera idraulica per la laminazione delle piene del fiume Piave, avente lo scopo di aumentare la sicurezza idraulica dei territori attraversati dal fiume; come noto si tratta di un fiume che può presentare portate di piena molto elevate con grande rischio per i territori attraversati, in particolare nel basso corso ove presenta alveo ristretto e arginato insufficiente per convogliare le portate di piena che possono formarsi nel bacino. Nel basso corso il rischio è particolarmente elevato per la presenza di città popolose e centri abitati, con relative zone industriali e produttive (principalmente San Donà di Piave, Musile di Piave, Noventa di Piave, Fossalta di Piave, Ponte di Piave, Eraclea).
L'interrogazione chiede di conoscere l'ubicazione dell'opera prevista dal Piano sopra citato.
Per la precisione il Piano prevede due schede: a pag. 108 viene indicato il costo di 60 milioni di Euro per la realizzazione dell'opera idraulica principale vera e propria, mentre a pag. 110 viene indicato un costo di 20 milioni di Euro riferito a opere complementari: si ritiene infatti che per un miglior inserimento ambientale dell'opera principale siano necessarie opere complementari a tutela del paesaggio e delle specie vegetali e animali presenti.
Con interrogazione a risposta immediata in pari data viene richiesta anche l'ubicazione delle opere della scheda collegata.
Riguardo alla ubicazione, la scheda del PRRR indica la complementarietà con il fondo di progettazione di cui all'art. 55 della Legge 221/2015 e successivo DPCM 14.07.2016. Le norme indicate istituiscono il fondo di progettazione per opere contro il dissesto idrogeologico e regolano le modalità per il finanziamento e trasferimento dei fondi; richiedono comunque atti successivi per l'approvazione dell'elenco degli interventi ammessi a beneficiare del fondo.
Nel caso specifico, con decreto del Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare MATTM prot. n. 0000505.22-11-2017 è stata finanziata la progettazione dell'intervento denominato "Casse di espansione per le piene del fiume Piave in corrispondenza delle Grave di Ciano "per l'importo di €1.651.700,00.
Le opere complementari verranno definite nella progettazione e nelle successive fasi autorizzative, ma essendo collegate strettamente all'opera principale, è presumibile che siano ubicate nelle immediate vicinanze".

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie Presidente.
L'interrogazione in oggetto fa riferimento al Piano regionale per la ripresa e la resilienza, adottato dalla Regione Veneto con DGR 1529 del 17 novembre 2020, che entrerà a far parte del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza. Come noto, si tratta del Piano conosciuto come recovery fund o, più correttamente, come Next Generation UE, per la ripresa a seguito della crisi epidemiologica, piano previsto ai sensi del Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio del 28 maggio 2020.
Il Piano, nello specifico, prevede nell'allegato A un'opera idraulica per la laminazione delle piene del fiume Piave, avente lo scopo di aumentare la sicurezza idraulica dei territori attraversati dal fiume. Com'è noto, si tratta di un fiume che può presentare portate di piena molto elevate, con grande rischio per i territori attraversati, in particolare nel basso corso ove presenta alveo ristretto e arginato insufficiente per convogliare le portate di piena che possono formarsi nel bacino.
Nel basso corso il rischio è particolarmente elevato per la presenza di città popolose e centri abitati con relative zone industriali e produttive, principalmente San Donà di Piave, Musile di Piave, Noventa di Piave, Fossalta di Piave, Ponte di Piave e Eraclea.
L'interrogazione chiede di conoscere l'ubicazione dell'opera prevista dal Piano sopra citato.
Per la precisione, il Piano prevede due schede: a pagina 108 viene indicato il costo di 60 milioni di euro per la realizzazione dell'opera idraulica, principale vera e propria, mentre a pagina 110 viene indicato un costo di 20 milioni di euro, riferito a opere complementari. Si ritiene, infatti, che, per un migliore inserimento ambientale dell'opera principale, siano necessarie opere complementari a tutela del paesaggio e delle specie vegetali e animali presenti.
Come interrogazione a risposta immediata di pari data viene richiesto anche l'ubicazione delle opere della scheda collegata. Riguardo all'ubicazione, la scheda del PRRR indica la complementarietà con il fondo di progettazione di cui all'articolo 55 della legge 221 del 2015 e successivo DPCM del 14.7.2016. Le norme indicate istituiscono il fondo di progettazione per opere contro il dissesto idrogeologico e regolano le modalità per il finanziamento al trasferimento dei fondi. Richiedono comunque atti successivi per l'approvazione dell'elenco degli interventi ammessi a beneficiare del fondo.
Nel caso specifico, con decreto del Ministero dell'Ambiente e Tutela del territorio e del mare, protocollo 505 del 22.11.2017, è stata finanziata la progettazione dell'intervento denominato "Casse di espansione per le piene del fiume Piave in corrispondenza delle Grave di Ciano", per l'importo di 1.651.700 euro. Le opere complementari verranno definite nella progettazione e nelle successive fasi autorizzative ma, essendo collegate strettamente all'opera principale, è presumibile che siano ubicate nelle immediate vicinanze.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Per la replica Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Scusi, no, sul Regolamento, Presidente.
Mi scrivono diversi utenti che la diretta streaming non funziona e siccome so che è prevista...

PRESIDENTE

Sì, però non fa parte del Regolamento la diretta streaming, è una cosa in più che noi facciamo; adesso lo faccio verificare, ci mancherebbe, ma non c'entra nulla col Regolamento, mi permetto.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

A mio avviso, a memoria, pensando allo Statuto e al Regolamento del Consiglio, la trasparenza dei lavori del Consiglio è prevista dal Regolamento.

PRESIDENTE

Assolutamente, ma lei mi chiede di interrompere la seduta perché manca la diretta streaming?

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

No, io no. Mi scusi, cos'è che ho chiesto io? Mi scusi, Presidente, può ripetere?

PRESIDENTE

No, appunto, non so cosa mi sta chiedendo. Lo faccio verificare, ma non mi pare – vado a memoria – che la diretta streaming nel Regolamento sia prevista; noi lo facciamo per pubblicizzare i nostri lavori, però con il Regolamento, mi permetto, non c'entra.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Mi permetto di dire che non ho chiesta nessuna interruzione, ma volevo solo far presente a chi ci ascolta e ai tecnici che mi segnalano in diversi che la diretta streaming non funziona.

PRESIDENTE

Va bene.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Scusi, Assessore, siccome c'era stato questo inghippo e sono venuti anche i tecnici, non ho capito il nome del Paese dell'ubicazione – prima di poter replicare – di questa cassa di espansione. Non posso replicare se non so il nome e siccome abbiamo chiesto dove era ubicata, se per cortesia può dire dov'è ubicata, così poi replico.

PRESIDENTE

Assessore, è in grado di farlo? Zanoni, non è che possiamo fare il dibattito su una cosa sicuramente interessante. Prego, Bottacin, se può dire l'ubicazione.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

In base al finanziamento del Governo Gentiloni del Partito Democratico, è stato finanziato, con la progettazione dell'opera, presso le Grave di Ciano del Montello.

PRESIDENTE

Grazie. Se Zanoni mi chiede la parola con Concilium, vado meglio sul tempo. Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Allora, come dicevo, l'interrogazione verte su questa cassa di espansione che, si dice, verrà fatta in 72 mesi a Ciano del Montello, con 800 persone per un periodo complessivo di quattro anni.
Questa è una cassa di espansione da 20 milioni di euro e da 30 milioni di metri cubi. C'è scritto che viene finita entro il 2026 e allora mi sto chiedendo di che cosa stiamo parlando, perché per una cassa di espansione del genere, da quello che mi risulta, altro che cinque anni, ci vorranno almeno vent'anni.
L'esempio ce l'abbiamo, e qui i colleghi vicentini sono molti, dal bacino di laminazione di Caldogno, di 4 milioni di metri cubi: tra progettazione e realizzazione, per un bacino di laminazione di 4 milioni di metri cubi, ci sono voluti otto anni. Qui stiamo dicendo che un bacino di laminazione che, invece di 4 milioni, ha 30 milioni di metri cubi, riusciamo a finirlo entro il 2026: o si gioca sul fatto che sappiamo che non arriverà al funzionamento o qua abbiamo delle tecnologie acquisite dagli alieni per poter fare una cassa di laminazione del genere in questi tempi.
La risposta, quindi, è veramente eclatante, perché dà la conferma che non si sanno fare i conti, cioè se abbiamo un problema di bacino di laminazione, di esondazioni del Piave, facciamo le cose, ma facciamole in maniera rapida, non con progetti del genere, che cominciano adesso e finiscono tra 20-25 anni oppure, mentendo nei documenti ufficiali della Regione Veneto e dicendo che un impianto del genere lo facciamo in cinque anni, quando minimo ci vogliono vent'anni.

PRESIDENTE

Interrogazione n. 59.

Interrogazione a risposta immediata n. 59 del 18 gennaio 2021 presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Lorenzoni, Guarda, Ostanel e Baldin relativa a "PIANO REGIONALE PER LA RIPRESA E LA RESILIENZA (PRRR) DELLA REGIONE VENETO. PROGETTO DI OPERA DI LAMINAZIONE DEL FIUME PIAVE DALLA CAPACITÀ DI 30 MILIONI DI METRI CUBI E DAL COSTO DI 60 MILIONI DI EURO DA ATTUARE IN 72 MESI. DOVE SARÀ UBICATA L'OPERA?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che con D.G.R. n. 1529 del 17 novembre 2020 la Regione Veneto ha adottato il Piano Regionale per la Ripresa e la Resilienza (PRRR) del Veneto ai fini della predisposizione del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR), così come previsto dalla proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio del 28 maggio 2020, COM (2020) 408 final.
Considerato che a pagina 108 dell'allegato A previsto un progetto utile a "Favorire la transizione verde.", dare "Maggiore sicurezza idraulica" e che "aumenta la resilienza del fiume Piave alle piene e agli effetti dei cambiamenti climatici, aumentando la sua capacità di invaso e quindi la sicurezza idraulica nei territori di valle, in particolare la zona di Ponte di Piave, San Donà, Musile e territori circostanti. Così facendo si riducono i vincoli al corretto sviluppo dell'area e alla crescita economica.". Inoltre si legge che: "Il progetto prevede la realizzazione di opere di laminazione delle piene del fiume Piave con un volume utile di circa 30 milioni di mc. Sono previste opere complementari per un migliore inserimento dell'opera nel contesto territoriale. Tempi di esecuzione: - 12/2021 approvazione progetto definitivo - 12/2026 realizzazione dell'intervento. Durata prevista per l'attuazione: 72 mesi.".
Considerato altresì che viene precisato che il costo della suddetta opera sarà di 60 milioni di Euro e che "I costi sono stati stimati con modalità parametrica rispetto alla progettazione in corso di redazione nell'ambito delle risorse stanziate con OCDPC 558. L'impatto più significativo è da ricercarsi nella messa in sicurezza di ampie aree densamente abitate. Il beneficio diretto è riscontrabile in termini di personale direttamente impiegato nella realizzazione delle opere e quantificabile nell'assunzione di circa 800 persone all'anno per un periodo complessivo di 4 anni."
Il sottoscritto consigliere regionale
chiede al Presidente della Giunta regionale
di conoscere l'ubicazione del sito della suddetta opera dal costo di 60 milioni di euro".
Consigliere Zanoni per la presentazione.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Questa è un'altra scheda dove si chiedono 60 milioni di euro al Governo per fare una cassa di espansione sul fiume Piave, necessaria perché sappiamo tutti che il Piave ha questo grosso problema, ma non diciamo, per la seconda volta, dov'è. Chiediamo cioè 60 milioni di euro, abbiamo un fiume che va dai monti fino al Mar Adriatico, passando per tutta la provincia di Treviso, e non diciamo dove si farà quest'opera, per la quale diciamo che ci sarà un buco da fare da 30 milioni di metri cubi di laminazione, di bacino, e un costo di 60 milioni di euro.
Permetterete che ci sia un po' di curiosità in merito, tant'è vero che, con i colleghi Bigon, Lorenzoni, Guarda Ostanel e Baldin, abbiamo chiesto per sapere, almeno per sapere, perché quello che non quadra, tra l'altro, sono i 60 milioni di euro da spendere in quattro anni con 800 persone all'anno che lavorano, ma questa sembra più fantascienza che scienza.
Quindi, anche con questa interrogazione, che riguarda un'altra scheda del PRRR, si chiede di conoscere l'ubicazione del sito della suddetta opera dal costo di 60 milioni di euro. Non so se chiediamo troppo. Chiediamo troppo? Ditemelo voi. Sono 60 milioni dei contribuenti e poi qualcuno dirà che sono contribuenti italiani, ma sono sempre contribuenti, anche nostri, veneti: si chiedono 60 milioni per un'opera del genere e non si dice neanche dov'è.

PRESIDENTE

Per la risposta l'assessore Bottacin.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"L'interrogazione in oggetto fa riferimento al Piano Regionale per la Ripresa e la Resilienza (PRRR ) adottato dalla Regione Veneto con DGR n. 1529 del 17 novembre 2020, che entrerà a far parte del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza; come noto si tratta del Piano conosciuto come "Recovery Fund" o più correttamente "Next Generation UE" per la ripresa a seguito della crisi epidemiologica , Piano previsto ai sensi del Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio del 28 maggio 2020, COM (2020) 408 final.
Il Piano, nello specifico, prevede nell'allegato A un'opera idraulica per la laminazione delle piene del fiume Piave, avente lo scopo di aumentare la sicurezza idraulica dei territori attraversati dal fiume; come noto si tratta di un fiume che può presentare portate di piena molto elevate con grande rischio per i territori attraversati, in particolare nel basso corso ove presenta alveo ristretto e arginato insufficiente per convogliare le portate di piena che possono formarsi nel bacino. Nel basso corso il rischio è particolarmente elevato per la presenza di città popolose e centri abitati, con relative zone industriali e produttive (principalmente San Donà di Piave, Musile di Piave, Noventa di Piave, Fossalta di Piave, Ponte di Piave, Eraclea).
L'interrogazione chiede di conoscere l'ubicazione dell'opera prevista dal Piano sopra citato.
Per la precisione il Piano prevede due schede: a pag. 108 viene indicato il costo di 60 milioni di Euro per la realizzazione dell'opera idraulica principale vera e propria, mentre a pag. 110 viene indicato un costo di 20 milioni di Euro riferito a opere complementari: si ritiene infatti che per un miglior inserimento ambientale dell'opera principale siano necessarie opere complementari a tutela del paesaggio e delle specie vegetali e animali presenti .
L'interrogazione n. 59 si riferisce quindi all'opera principale del costo stimato in 60 milioni di euro; con altra interrogazione a risposta immediata in pari data viene richiesta anche l'ubicazione delle opere complementari della scheda collegata.
Riguardo alla ubicazione, la scheda del PRRR indica la complementarietà con il fondo di progettazione di cui all'art. 55 della Legge 221/2015 e successivo DPCM 14.07.2016. Le norme indicate istituiscono il fondo di progettazione per opere contro il dissesto idrogeologico e regolano le modalità per il finanziamento e trasferimento dei fondi; richiedono comunque atti successivi per l'approvazione dell'elenco degli interventi ammessi a beneficiare del fondo.
Nel caso specifico, con decreto del Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare MATTM prot. n. 0000505.22-11-2017 è stata finanziata la progettazione dell'intervento denominato "Casse di espansione per le piene del fiume Piave in corrispondenza delle Grave di Ciano" per l'importo di €1.651.700,00".

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Non serve dire dov'è perché lo ha stabilito il Governo Gentiloni che ci hanno finanziato la progettazione. Pensavo che Zanoni ne fosse a conoscenza, visto e considerato che è parte dal Piano stralcio che è stato approvato dai vari Governi Letta e Renzi e infine Gentiloni.
Non ha ascoltato Zanoni la risposta precedente, sennò, avrebbe capito che per le Grave di Ciano i 20 milioni sono per le opere complementari, mentre i 60 milioni sono per la realizzazione dell'opera e, replico pesantemente all'affermazione che si sta mentendo, perché i documenti falsi noi non li facciamo. Le tempistiche sono realizzabili, tanto è vero che ne avevamo parlato col sottosegretario Morassut del Partito Democratico, proprio in virtù del fatto che i tempi potrebbero essere lunghi ed era in definizione un Progetto di legge Governo per semplificare le normative e velocizzare i tempi; quindi respingo assolutamente e con fermezza l'affermazione che facciamo documentazione falsa.
Comunque, nel merito l'interrogazione in oggetto fa riferimento al PRRR, adottato dalla Regione con DGR 1529 del 17 novembre 2020. Come è noto, si tratta del piano conosciuto come recovery fund e nello specifico prevede nell'allegato A un'opera idraulica per la laminazione delle piene del fiume Piave, avente lo scopo di aumentare la sicurezza idraulica dei territori attraversati dal fiume. Come è noto, si tratta di un fiume che può presentare portate di piena molto elevate, con grande rischio per i territori attraversati; in particolare nel basso corso, ove presenta alveo ristretto arginato insufficiente per convogliare le portate di piena che possono formarsi nel bacino. Nel basso corso il rischio è particolarmente elevato per la presenza di città popolose e centri abitati, con relative zone industriali e produttive, principalmente San Donà, Musile, Noventa, Fossalta, Ponte ed Eraclea.
L'interrogazione chiede di conoscere l'ubicazione dell'opera prevista dal piano sopracitato e ripeto per la seconda volta che, per la precisione, il piano prevede due schede: a pagina 108 viene indicato il costo di 60 milioni di euro per la realizzazione dell'opera principale vera e propria, mentre a pagina 110 viene indicato un costo di 20 milioni di Euro riferito a opere complementari: si ritiene, infatti, che per un miglior inserimento ambientale dell'opera principale siano necessarie opere complementari a tutela del paesaggio e delle specie vegetali e animali presenti .
L'interrogazione n. 59 si riferisce, quindi, all'opera principale del costo stimato in 60 milioni di euro; con altra interrogazione a risposta immediata in pari data viene richiesta anche l'ubicazione delle opere complementari della scheda collegata.
Riguardo alla ubicazione, la scheda del PRRR indica la complementarietà con il fondo di progettazione di cui all'art. 55 della Legge 221/2015 e successivo DPCM 14.7.2016 (sottolineo le date: 2015 e 2016 per individuare i Governi che c'erano). Le norme indicate istituiscono il fondo di progettazione per opere contro il dissesto idrogeologico e regolano le modalità per il finanziamento e trasferimento dei fondi; richiedono comunque atti successivi per l'approvazione dell'elenco degli interventi ammessi a beneficiare del fondo.
Nel caso specifico, con decreto del Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare del 22.11.2017 è stata finanziata la progettazione dell'intervento denominato "Casse di espansione per le piene del fiume Piave in corrispondenza delle Grave di Ciano".

PRESIDENTE

Grazie. Per la replica Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

A me non risulta che siano stati i nostri Governi a fornire l'ubicazione su dove fare le casse di espansione; mi risulta che ci sono documenti ufficiali che parlano di cinque siti, uno diverso dall'altro, e chi ha attuato i primi documenti ufficiali per quanto riguarda il sito di Ciano sia proprio la Regione Veneto, non il Governo.
Va detto che, a maggior ragione, parlare di un'opera da 80 milioni di euro che, stando a queste due schede, va realizzata entro il 2026, si tratta di affermare qualcosa di irrealizzabile.
Ripeto: non è che ce le inventiamo le cose, basta andare a vedere sul campo, in Veneto, i bacini di laminazione che sono stati fatti, che l'Assessore conosce sicuramente benissimo, meglio ancora di me. Il bacino di laminazione di Caldogno, ripeto, tra progettazione e realizzazione ha visto passare otto anni, ma stiamo parlando di un bacino da 4 milioni di metri cubi, invece qui si sta parlando di 30 milioni di metri cubi, quindi fate voi le proporzioni e ditemi voi se vi sembra verosimile che un'opera del genere, da 80 milioni, possa essere terminata entro il 2026, ovvero nel giro di cinque anni.

PRESIDENTE

Passiamo all'IRI n. 77, della collega Guarda.

Interrogazione a risposta immediata n. 77 del 10 febbraio 2021 presentata dalla consigliere Guarda relativa a "ULSS DOLOMITI E OBBLIGO VACCINALE PER I NATI NEL 1941: PERCHÉ NON È STATA STABILITA IMMEDIATAMENTE UNA DIVERSA ARTICOLAZIONE DEI PUNTI PER LA SOMMINISTRAZIONE DEL VACCINO ANTI-COVID19?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- sul sito dell'ULSS Dolomiti si legge che la stessa "in adesione alle indicazioni regionali, ha inviato le lettere di convocazione per la vaccinazione anti-Covid a circa 2 mila ottantenni residenti in provincia che avverrà, in modalità drive-in, sabato 27 febbraio e domenica 28 febbraio al San Martino a Belluno"; - nel contesto della medesima comunicazione è inoltre specificato che "le persone non in grado di recarsi a Belluno il 27 e 28 febbraio potranno chiedere un nuovo appuntamento vaccinale in una sede più vicina all'abitazione: l'Ulss Dolomiti sta infatti definendo l'adattamento dei Covid Point per tamponi di Feltre, Tai di Cadore ed Agordo in Centri Vaccinali anti-Covid, con tutti gli standard di sicurezza raccomandati".
Rilevato che:
- vi è già una non trascurabile distanza da percorrere dal Cadore e dall'Agordino per raggiungere Ospedale di Belluno, distanza che tuttavia è resa considerevole sia in senso soggettivo in relazione alle immaginabili condizioni generali dei soggetti da vaccinare sia in senso oggettivo avuto riguardo alle condizioni di luogo;
- solo in seconda battuta, e su richiesta, è possibile, come si legge nella comunicazione dell'ULSS, effettuare le vaccinazioni presso i Covid Point di Feltre, Tai di Cadore ed Agordo.
Ritenuto che il procedimento seguito dall'ULSS Dolomiti, sulla scorta delle indicazioni regionali, per la somministrazione del vaccino agli ottantenni non solo sia tale da creare concreto disagio agli anziani, o alle famiglie degli stessi, per raggiungere Belluno - tanto che è stata individuata una modalità alternativa - ma rischia di "andare deserta" proprio nei giorni individuati in prima istanza, cioè il 27 e il 28 febbraio 2021, con conseguente necessità di rideterminare il calendario della prima somministrazione e del richiamo.
Tutto ciò premesso, la sottoscritta Consigliera
interroga la Giunta regionale
per quali ragioni nella ULSS Dolomiti non è stata attivata in prima istanza una diversa e meno gravosa articolazione per la somministrazione del vaccino anticovid19 ai nati nel 1941?"
Consigliera Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

L'interrogazione è stata presentata il 10 febbraio e riguardava le condizioni rispetto all'organizzazione iniziale delle vaccinazioni per gli over 80 nel territorio dell'ULSS Dolomiti. Per quanto riguarda i territori periferici del Cadore e dell'Agordino raggiungere l'ospedale San Martino di Belluno è naturalmente impegnativo, specie per quelle categorie fragili degli over 80, convocati in prima battuta a fine febbraio.
Evidentemente, questa condizione ha messo in notevole difficoltà le famiglie e gli anziani stessi, convocati per mezzo di lettera e, alla luce di questo, abbiamo interpellato, come Europa Verde, l'Assessorato e la Giunta regionale per domandare per quali motivi già all'epoca non fosse impostata subito un'attivazione di centri vaccinali nelle realtà periferiche, dato che la condizione dell'ULSS bellunese, in particolar modo, era chiara fin dall'inizio ed esigeva fin da subito un intervento immediato per garantire agli anziani di quel territorio un'accessibilità immediata, non costringendo a un lungo viaggio e naturalmente ai disagi conseguenti delle persone evidentemente in condizioni di fragilità.

PRESIDENTE

Grazie. Per la risposta l'assessore Bottacin, perché l'assessora Lanzarin è impegnata in questo momento. Prego, Bottacin.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"In merito al quesito sull'articolazione dei punti di somministrazione dei vaccini anti Covid-19 per l'Ulss 1 Dolomiti, sono stati chiesti chiarimenti all'Ulss medesima.
La risposta è pervenuta in data 4 marzo 2021 con nota a firma del Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'Ulss n.1 Dolomiti, prot. n.13398, agli atti della Direzione Regionale Prevenzione, Sicurezza Alimentare Veterinaria.
In essa viene riferito che il complesso programma vaccinale dei soggetti in età pari o superiore a 80 anni ha previsto, in adesione alla programmazione nazionale e regionale, la chiamata come prima classe di nascita interessata, dei soggetti nati nel 1941.
Nello specifico, nella risposta si legge quanto segue:
"Per tali soggetti era previsto, come da indicazioni ministeriali e regionali l'utilizzo del vaccino Pfizer BionTech, vaccino che viene preparato dalla Farmacia Ospedaliera di Belluno con criteri di massima precisione al fine di poter ricavare da tutti i flaconi la settima dose, allargando la platea dei soggetti vaccinati.
La preparazione centralizzata del vaccino Pfizer-BionTech è di grande utilità anche in riferimento alle poche ore di "stabilità" del vaccino, con necessità di somministrazione quanto più rapida possibile dopo la preparazione. Per tali motivi, questa prima esperienza di vaccinazione delle persone ultra 80enni ha visto la chiamata concentrata sul Centro Vaccinale di popolazione (CVP) interno all'Ospedale di Belluno.
Tutti i soggetti convocati sono stati comunque avvisati della possibilità di usufruire di tre CVP di accesso decentrati sul territorio (Feltre, Tai di Cadore, Agordo) nonché di richiedere la vaccinazione a domicilio per particolari situazioni.
Tutto ciò premesso, si segnala che l'adesione alle due sedute vaccinali presso il CVP di Belluno del 27 e 28 febbraio 2021 è stata buona (1520/2020: 74,9 %).
Alla luce delle nuove disponibilità vaccinali (vaccino Moderna, più maneggevole) e di certezze di trasporto in tempi congrui del vaccino Pfizer-Bion Tech nei tre CVP dedicati alla vaccinazione di massa, tutte le convocazioni per classi di nascita precedenti il 1941 sono state programmate in quattro CVP del territorio provinciale (Feltre, Tai di Cadore, Agordo). Tutte le persone sono e saranno convocate con afferenza al CVP più prossimo alla residenza"

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

In merito al quesito sull'articolazione dei punti di somministrazione dei vaccini anti-Covid per l'ULSS 1 Dolomiti, sono stati chiesti chiarimenti all'ULSS medesima. La risposta è pervenuta in data 4 marzo 2021, con nota a firma del Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'ULSS 1 Dolomiti, protocollo 13398, agli atti della Direzione regionale Prevenzione, Sicurezza Alimentare e Veterinaria.
In essa viene riferito che il complesso programma vaccinale dei soggetti in età pari o superiore a 80 anni ha previsto, in adesione alla programmazione nazionale e regionale, la chiamata come prima classe di nascita interessata dei soggetti nati nel 1941. Nello specifico, nella risposta si legge quanto segue:
"Per tali soggetti era previsto, come da indicazioni ministeriali e regionali, l'utilizzo del vaccino Pfizer Biontech, vaccino che viene preparato dalla Farmacia ospedaliera di Belluno, con criteri di massima precisione, al fine di poter ricavare da tutti i flaconi la settima dose, allargando la platea dei soggetti vaccinati. La preparazione centralizzata del faccino Pfizer Biontech è di grande utilità, anche in riferimento alle poche ore di stabilità del vaccino, con necessità di somministrazione quanto più rapida possibile dopo la preparazione.
Per tali motivi, questa prima esperienza di vaccinazione delle persone ultraottantenni ha visto la chiamata concentrata sul centro vaccinale di popolazione all'interno dell'Ospedale di Belluno. Tutti i soggetti convocati sono stati comunque avvisati della possibilità di utilizzare tre centri vaccinali di accesso decentrati sul territorio, Feltre, Tai di Cadore e Agordo, nonché di richiedere la vaccinazione a domicilio per particolari situazioni.
Tutto ciò premesso, si segnala che l'adesione alle due sedute vaccinali presso il centro vaccinale di Belluno, il 27 e 28 febbraio 2021, è stata buona: 1.520 su 2.020, cioè il 74,9%. Alla luce delle nuove disponibilità vaccinali del vaccino Moderna, più maneggevole, e di certezze di trasporto in tempi congrui del vaccino Pfizer Biontech nei tre centri vaccinali dedicati alla vaccinazione di massa, tutte le convocazioni per classi di nascita precedenti il 1941 sono state programmate in quattro centri vaccinali del territorio provinciale, Feltre, Tai di Cadore, Agordo e naturalmente Belluno. Tutte le persone sono e saranno convocate con afferenza al centro vaccinale più prossimo alla residenza.
Aggiungo, per esperienza diretta, che ne è stato aggiunto uno anche in...

PRESIDENTE

Grazie per la replica, collega, Guarda, se prende la parola Concilium, grazie. Prego, Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente. Grazie all'Assessore della risposta per aver chiarito alcuni passaggi sicuramente interessanti e opportuni di approfondimento.
Allo stesso tempo ricordo anche ai colleghi un aspetto cruciale: era il 18 dicembre 2020 quando il Presidente Zaia ci informò che il Piano vaccinale era scritto nero su bianco, così come l'organizzazione di conseguenza, ASL per ASL andata stata praticata e bastava leggerlo per capire come, di conseguenza, si sarebbe dovuto attuare a livello territoriale.
Per questo motivo ci ha notevolmente stupito la difficoltà di attivazione a livello locale, la difficoltà di attivazione specie nelle aree periferiche, in territori dove le criticità sono note nel poter raggiungere le aree interne e, di conseguenza, in località dove, in particolar modo l'anziano è in difficoltà molto spesso nel riuscire a ricevere servizi di prima assistenza e, di conseguenza, servizi come questo di prima necessità, come la somministrazione appunto del vaccino.
Per questo motivo ringrazio intanto della risposta, è una chiarificazione che appare sicuramente importante, però è evidente che questo, così come denunciato dagli stessi anziani, dalle stesse realtà associativa, dagli stessi Comuni in prima battuta della realtà bellunese ha creato non poche difficoltà in nel territorio bellunese; di conseguenza, ritengo che fosse una questione da dover dissipare prima possibile, anche perché la risposta è stata comunque ricevute protocollata più di un mese fa e riceverla il 20 aprile, per cui più di un mese dopo la consegna da parte dell'ULSS competente, sicuramente non rende onore alla necessità di questo Consiglio di ricevere per tempo risposte alle interrogazioni che vengono fatte più di un mese e mezzo prima.

PRESIDENTE

Diciamo che era già iscritta la scorsa settimana, che era il primo Consiglio dopo Pasqua, e comunque facciamo prima possibile.
Passiamo all'IRI n. 89 del collega Zanoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 89 del 4 marzo 2021 presentata dal consigliere Zanoni relativa a "POSSIBILI VIOLAZIONI DELLE MISURE ANTI COVID A BORSO DEL GRAPPA NELL'ATTIVITÀ DI PARAPENDIO. LA REGIONE INTENDE EFFETTUARE LE DOVUTE VERIFICHE?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- nell'edizione del 26 febbraio 2021 della testata giornalistica online Treviso Today è apparso un articolo dal titolo: "Parapendio nella Marca: Borso del Grappa è zona franca per il Covid";
- nel suddetto articolo viene riferito quanto segue: "Borso del Grappa sembra essere zona franca per le misure contro il Covid. Oggi, e spesso soprattutto nei fine settimana, erano presenti furgoni di svizzeri, tedeschi e italiani con numerosi parapendisti a bordo. È pure precipitata una ragazza della provincia di Bolzano con conseguente intervento di soccorso: ma non era vietato lo spostamento tra regioni? Anche i voli in biposto continuano tranquillamente...".
- alcuni cittadini hanno mandato allo scrivente fotografie di furgoni e autovetture, con targhe straniere, presenti sul posto per l'attività connessa alla pratica di parapendio.
CONSIDERATO che con decreto legge n. 15 del 23 febbraio 2021, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi e del Ministro della salute Roberto Speranza, ha approvato Ulteriori disposizioni urgenti in materia di spostamenti sul territorio nazionale per il contenimento dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, disponendo la prosecuzione fino al 27 marzo 2021 del divieto di spostamento tra diverse Regioni e Province Autonome, anche per le zone gialle, fatti salvi soltanto gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.
Tutto ciò premesso, il sottoscritto Consigliere
chiede all'Assessore alla Sanità
se intenda disporre opportuni controlli e verifiche sul rispetto delle vigenti misure anti Covid nell'ambito sportivo del parapendio e dei "voli in biposto" nella zona di Borso del Grappa".
Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È un tema veramente di estrema attualità, questo perché c'è questa attività di parapendio che si svolge appunto nelle zone del Grappa, di Borso del Grappa in particolare, e molti cittadini residenti mi hanno segnalato che c'è un'attività molto intensa, anche con voli con doppia persona, in periodo di Covid. Io l'ho fatta, era in periodo arancione, ma la stessa cosa si è verificata nel periodo rosso, seguito a questa interrogazione.
È un'attività che viene svolta senza regole e questo crea grossi problemi. I colleghi qui presenti ricorderanno che ho fatte anche altre interrogazioni: ci sono stati tantissimi incidenti, l'ultimo dei quali, successivo a questa interrogazione, di quindici giorni fa, è stato addirittura mortale. Ne sono seguite diverse polemiche, con esponenti anche politici, tra l'altro anche della vostra area, che esortano ad una maggior regolamentazione di questa attività che oggi vede arrivare tantissime persone dall'estero, dal centro e dal nord Europa.
Quindi la domanda è se intenda disporre opportuni controlli e verifiche sul rispetto delle vigenti misure anti-Covid nell'ambito sportivo del parapendio e dei voli in biposto nella zona di Borso del Grappa.

PRESIDENTE

La risposta, in questo caso, la dà l'assessore Cristiano Corazzari, che mi chiede la parola attraverso Concilium.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Ci provo.

PRESIDENTE

Non è neanche dato per presente, dovrebbe proprio marcare la presenza, per favore.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Sì, procedo. Sta facendo il download.

PRESIDENTE

Assessore, risponda per le vie brevi, prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Sta caricando.

PRESIDENTE

Intanto risponda.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Premesso che l'art. 2 del decreto legge 23 febbraio 2021, n. 15 recita: "Fino al 27 marzo 2021, sull'intero territorio nazionale è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute", si evidenzia che nel mese di febbraio 2020 la Regione Veneto si trovava in zona gialla ed in base al DPCM del 14 gennaio 2021, l'attività di volo non risultava sospesa, ma poteva essere svolta in zona gialla e arancione, nei limiti di quanto previsto dall'art. 2, comma 4, lettera b), in relazione agli spostamenti necessari, peraltro confermati anche dalla Circolare del Ministero dell'Interno n. 15350/117/2/1 Uff. III - Prot. Civ. del 24 febbraio 2021. Nel caso di specie, la presunta violazione delle disposizioni nazionali in materia di contenimento della diffusione del Covid avrebbe dovuto essere immediatamente comunicata alle Autorità provinciali di Pubblica sicurezza competenti in base alla normativa vigente su casi simili.
Si precisa che nell'ambito della potestà legislativa regionale in materia di polizia locale, prevista dall'art. 6 della L. 7 marzo 1986, n. 65 "Legge-quadro sull'ordinamento della polizia municipale" le regioni possono promuovere servizi ed iniziative per la formazione e l'aggiornamento del personale addetto al servizio di polizia municipale, promuovere tra i comuni le opportune forme associative con idonee iniziative di incentivazione, determinare le caratteristiche delle uniformi e dei relativi distintivi di grado per gli addetti al servizio di polizia municipale dei comuni della regione stessa, disciplinare le caratteristiche dei mezzi e degli strumenti operativi in dotazione ai Corpi o ai servizi.
Per quanto sopra nell'ambito delle attività riconosciute, non è consentito in alcun modo alla Regione di interferire o intervenire direttamente con le decisioni amministrative e gestionali legittimamente assunte da un ente locale nelle funzioni di polizia giudiziaria, di polizia stradale e di pubblica sicurezza nel proprio ambito di competenza territoriale. In proposito, vanno necessariamente tenuti in considerazione anche gli articoli 3 e 5 della legge 7 marzo 1986, n. 65, in base ai quali, come noto, gli addetti al servizio di Polizia municipale (ora Polizia locale), cui il Prefetto può conferire la qualifica di agente di pubblica sicurezza, collaborano, nel territorio di loro competenza, con le Forze di polizia dello Stato a garanzia dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Nell'ambito delle azioni di contenimento della diffusione del Covid, è utile richiamare quanto disposto dalla circolare del Ministero dell'Interno N. 15350/117 Uff. III - Prot. Civ. del 29 marzo 2020, con la quale è stato chiarito che le Autorità provinciali di Pubblica sicurezza potranno legittimamente prevedere nelle relative pianificazioni di impiego del personale, come già evidenziato con la citata direttiva del Ministro dell' 8 marzo scorso, tutte le "componenti" della stessa Amministrazione della pubblica sicurezza, con l'imprescindibile coinvolgimento delle Polizie municipali.
Per le considerazioni svolte sopra, la Regione del Veneto ritiene non di propria competenza disporre controlli e verifiche sul rispetto delle vigenti misure anti Covid nell'ambito sportivo in argomento, poiché detta attività rientra nella competenza delle autorità provinciali di pubblica sicurezza".

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Okay, procedo.
Volevo dire che, durante i Mondiali di parapendio a Pedavena, mi avevano offerto di fare un giro, ma non ho avuto il coraggio sufficiente per farlo perché sono veramente manovre impegnative.
Premesso che l'articolo 2 del decreto legge del 23 febbraio 2021 recita che "fino al 27 marzo, sull'intero territorio nazionale, è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni e province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute, si evidenzia che nel mese di febbraio 2020 la Regione Veneto si trovava in zona gialla ed in base al DPCM 14 gennaio 2021 l'attività di volo non risultava sospesa, ma poteva essere svolta in zona gialla e arancione, nei limiti di quanto previsto dall'articolo 2, comma 4, lettera b), in relazione agli spostamenti necessari, peraltro confermati anche dalla circolare del Ministero dell'Interno n. 15350.
Nel caso di specie, la presunta violazione delle disposizioni nazionali in materia di contenimento della diffusione del Covid avrebbe dovuto essere immediatamente comunicata alle autorità provinciali di pubblica sicurezza competenti in base alle normative vigenti su casi simili. Si precisa che, nell'ambito della potestà legislativa regionale in materia di Polizia locale, così come prevista dall'articolo 6 della legge 7 marzo '86, n. 65, le Regioni possono promuovere servizi ed iniziative per la formazione e l'aggiornamento del personale addetto al servizio di Polizia municipale, promuovere tra Comuni le opportune forme associative con idonee iniziative di incentivazione, determinare le caratteristiche delle uniformi e dei relativi distintivi e gradi per gli addetti al servizio di Polizia municipale dei Comuni e Regione stessa e disciplinare le caratteristiche dei mezzi e gli strumenti operativi in dotazione ai corpi e servizi.
Per quanto sopra, nell'ambito delle attività riconosciute, non è consentito in alcun modo alla Regione di interferire o intervenire direttamente, con decisioni amministrative gestionali legittimamente assunte da un Ente locale nelle funzioni di Polizia giudiziaria, di Polizia stradale, di Pulizia di sicurezza nel proprio ambito di competenza territoriale. In proposito vanno necessariamente tenuti in considerazione anche gli articoli 3 e 5 della legge 65/86, in base ai quali, come è noto, gli addetti del servizio di Polizia Municipale, che oggi si chiama Polizia locale, a cui il Prefetto può conferire la qualifica di agenti di pubblica sicurezza, collaborano nel territorio di loro competenza con le forze della Polizia dello Stato per garantire l'ordine pubblico e la sicurezza pubblica.
Nell'ambito delle azioni di contenimento della diffusione Covid, è utile richiamare quanto disposto dalla circolare del Ministero dell'Interno 15350 del 29 marzo 2020, con la quale è stato chiarito che le autorità provinciali di pubblica sicurezza potranno legittimamente provvedere, nelle relative pianificazione di impiego del personale, come già evidenziato con la citata direttiva del Ministero dell'8 marzo scorso, tutte le componenti della stessa Amministrazione di Pubblica sicurezza, con l'imprescindibile coinvolgimento delle Polizie municipali.
Per le considerazioni svolte sopra, la Regione del Veneto ritiene non di propria competenza disporre controlli e verifiche sul rispetto delle vigenti misure anti-Covid nell'ambito sportivo in argomento, poiché detta attività rientra nella competenza delle autorità provinciale di pubblica sicurezza.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Per la replica il collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio l'assessore Corazzari per questa relazione e questo breve corso di formazione sui poteri e sulle dotazioni della Polizia locale, sui tipi di distintivi, sui mezzi che possono avere o non avere, ma la domanda era molto più semplice, nel senso che non volevamo disturbare troppo e bastava sapere quali sarebbero stati i controlli.
Sul fatto che va segnalato, è stato segnalato subito, è stato segnalato anche ai Carabinieri forestali della zona che, da quello che so, si sono anche attivati. Il fatto era che, siccome dopo la zona gialla che lei citava, c'è stata l'arancione, quando io ho fatto l'interrogazione eravamo in zona arancione, dopodiché ci sono state le due settimane in zona rossa e molti cittadini erano rinchiusi in casa e ti segnalavano, invece, che c'erano questi piloti dei parapendii che arrivavano anche da centro Europa e tutto questo viavai di macchine con tanto di foto e macchine stranieri che arrivavano da ogni dove, i nostri concittadini erano bloccati dentro casa e questi arrivavano da tutta Europa a fare queste attività.
C'era forte preoccupazione, come c'è anche adesso, per la diffusione del virus. tanto è vero che la domanda verteva proprio sull'attività di controllo, per evitare e prevenire la diffusione del virus che tanti problemi ci ha causato.

PRESIDENTE

Bene, continuiamo con la n. 90 di Andrea Zanoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 90 del 4 marzo presentata dal consigliere Zanoni relativa a "LA GIUNTA REGIONALE INTENDE ISTITUIRE L'OSSERVATORIO DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E URBANISTICA PREVISTO DALL'ARTICOLO 8 DELLA LEGGE REGIONALE N. 11 DEL 2004 "NORME PER IL GOVERNO DEL TERRITORIO E IN MATERIA DI PAESAGGIO?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che l'articolo 8 della legge regionale n. 11/2004 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio" prevede che:
"1. Al fine di diffondere la conoscenza delle dinamiche territoriali del Veneto e di agevolare le valutazioni degli effetti degli strumenti di pianificazione, è istituito presso la Giunta regionale l'osservatorio della pianificazione territoriale ed urbanistica, con la partecipazione di rappresentanti degli enti pubblici e delle categorie professionali interessate.
2. L'osservatorio, in collaborazione con gli enti locali, raccoglie, gestisce ed elabora le informazioni e i dati forniti dal sistema informativo di cui all'articolo 10, ne promuove la conoscenza e la diffusione, verifica il costante aggiornamento delle banche dati territoriali, collabora con gli enti e le strutture locali competenti per l'elaborazione delle politiche urbanistiche e territoriali. A tali fini l'osservatorio promuove la più ampia collaborazione con l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e con l'ARPAV. 2 bis. L'osservatorio redige una relazione annuale sullo stato del consumo di suolo, nei suoi diversi aspetti quantitativi e qualitativi, sui processi di trasformazione territoriale in atto più rilevanti, sull'entità del patrimonio edilizio dismesso, inutilizzato e sottoutilizzato e sulle aree degradate inutilizzate e sottoutilizzate su cui prioritariamente intervenire con programmi di rigenerazione urbana sostenibile. L'osservatorio fornisce, inoltre, alla Giunta regionale i dati necessari per l'attuazione delle misure e delle disposizioni regionali finalizzate a contenere il consumo di suolo e a promuovere i processi di rigenerazione urbana sostenibile.
3. La Giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare, disciplina la composizione e il funzionamento dell'osservatorio."
Rilevato che:
- a distanza di diciassette anni dall'entrata in vigore della l.r. n. 11/2004 il suddetto osservatorio non risulta essere stato ancora istituito;
- secondo i dati del Rapporto ISPRA SNPA "Il consumo di suolo in Italia 2020" il Veneto è la regione che nel 2019 ha consumato più suolo (+785 ettari), seguita da Lombardia (+642 ettari), Puglia (+625), Sicilia (+611) ed Emilia-Romagna (+404).
Tutto ciò premesso, il sottoscritto consigliere
chiede all'Assessore regionale al Territorio
quando sarà istituito presso la Giunta regionale l'osservatorio della pianificazione territoriale ed urbanistica previsto dall'articolo 8 della legge regionale n. 11 del 2004".
Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie Presidente.
Questa interrogazione chiede quando si intende istituire l'Osservatorio della Pianificazione territoriale urbanistica, che è previsto da una legge datata ormai, la legge 11 del 2004 "Norme per il governo del territorio in materia di paesaggio". Siccome la legge, l'articolo 8, dice che viene istituito presso la Giunta regionale l'Osservatorio della pianificazione territoriale ed urbanistica, è un osservatorio importante per il Veneto perché, con i problemi di consumo del suolo che abbiamo, l'osservatorio redige una relazione annuale sullo stato del consumo di suolo nei suoi diversi aspetti quantitativi e qualitativi sui processi di trasformazione territoriale in atto più rilevanti sull'entità del patrimonio edilizio dismesso, inutilizzato e sottoutilizzato e sulle aree degradate inutilizzate, sottoutilizzate su cui prioritariamente intervenire con programmi di rigenerazione urbana sostenibile.
Quindi è un tema importantissimo e di estrema attualità, che un osservatorio, in base ad una legge della Regione Veneto, dovrebbe monitorare e sul quale dovrebbe redigere una relazione annuale. Questa relazione in realtà sappiamo che ce la fa dall'esterno l'ISPRA, ma qui ne abbiamo una prevista da una nostra Istituzione, prevista dalla nostra legge.
Siccome sono passati 17 anni dall'entrata in vigore della legge n. 11/2004 e il suddetto osservatorio non risulta essere stato ancora istituito, si chiede all'Assessore regionale al territorio quando sarà istituito, presso la Giunta regionale, l'Osservatorio della Pianificazione territoriale urbanistica, previsto appunto dall'articolo 8 della legge regionale n. 11 del 2004 in materia di urbanistica.

PRESIDENTE

Grazie. Assessore Corazzari, se mi chiede la parola.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

L'ho chiesta.

PRESIDENTE

Sembra di no. Parta con la risposta. Tengo conto io del tempo. Prego, Corazzari.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"L'istituzione dell''Osservatorio della pianificazione territoriale ed urbanistica è prevista dall'articolo 8 della legge regionale n. 11 del 23 aprile 2004 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio".
Tale disposizione è stata oggetto di modifica ad opera dell'articolo 17 della legge 6 giugno 2017, n. 14 "Disposizioni per il contenimento del consumo di suolo e modifiche della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio" che assegna all'Osservatorio alcune funzioni strettamente connesse alla disciplina regionale sul contenimento del consumo di suolo.
Ciò premesso, si evidenzia che l'attività riconducibile all'Osservatorio è stata svolta sin dal 2004 all'interno dell'Area Tutela e Sviluppo del Territorio, attraverso il Sistema Informativo Territoriale successivamente implementato dall'Infrastruttura Dati Territoriali (Geoportale).
Nel dettaglio l'Osservatorio ha contribuito alla redazione del rapporto statistico 2006, "Il Veneto si racconta - il Veneto si confronta", che affronta gli aspetti territoriali della Regione. Nell'ambito dell'attività per la costituzione del quadro conoscitivo del PTRC, l'Osservatorio ha svolto una serie di analisi puntuali sul consumo del suolo nel Veneto effettuate mediante l'interpretazione delle trasformazioni e delle dinamiche intervenute sul territorio regionale nel periodo dal 1983 al 2006, dovute sia alla sua evoluzione naturale, sia ai processi e agli sviluppi della continua e costante attività antropica.
Tale studio è confluito negli atti ed elaborati relativi al disegno pianificatorio regionale descritto nella DGR n. 2357 dell'8 agosto 2008 e riguardante la redazione del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento. L'osservatorio ha inoltre contribuito alla costituzione del quadro conoscitivo del PTRC, quale risultato dell'interazione tra i sistemi informativi del SIT (Sistema Informativo Territoriale), del SISTAR (Sistema Statistico regionale) e del SIRA (Sistema Informativo Regionale Ambientale dell'ARPAV) ed è stato sviluppato in coerenza con le caratteristiche del SìGOVe (Sistema Informativo di Governo del Veneto).
Dal 2011 l'Infrastruttura Dati Territoriali della Regione del Veneto (IDT-RV) ha costituito il punto di accesso alle informazioni geografiche, sia ambientali che territoriali, conformi alle caratteristiche previste dalla normativa europea (Direttiva 2007/2/CE INSPIRE recepita con Decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 32, e Nazionale (Decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 "Codice Amministrazione Digitale", Repertorio Nazionale Dati Territoriali), ed è servita per l'analisi ed elaborazione della disciplina e atti conseguenti al contenimento del consumo di suolo.
Attualmente il Sistema Informativo Territoriale è incardinato all'interno dell'Area Infrastrutture, Trasporti, Lavori Pubblici, Demanio. Attualmente, sono in fase di acquisizione i dati relativi alle varianti agli strumenti urbanistici generali comunali di adeguamento alle disposizioni di cui alla legge regionale n. 14/2017 ed al provvedimento di Giunta regionale previsto dall'articolo 4, comma 2, lettera a della medesima legge; inoltre è in fase di valutazione un provvedimento volto a meglio disciplinare attività, composizione e funzionamento dell'Osservatorio.
Va infine segnalato che la Giunta regionale con provvedimento 23 dicembre 2019, n. 1976, ha dato avvio ad un'attività tecnico-disciplinare di indirizzo e collaborazione per l'elaborazione e la sperimentazione di un modello teorico e operativo per il Piano per il monitoraggio del PTRC con particolare approfondimento sui temi collegati al contenimento del consumo di suolo".

Ass.re Cristiano CORAZZARI

L'istituzione dell'Osservatorio della Pianificazione territoriale, come ricordava il consigliere Zanoni, è previsto dalla legge n. 11 del 2004, che assegna a questo Osservatorio alcune funzioni strettamente connesse alla disciplina regionale sul contenimento del consumo del suolo.
Ciò premesso si evidenzia che l'attività riconducibile all'Osservatorio è stata svolta sin dal 2004 all'interno dell'area Tutela e sviluppo del territorio attraverso il sistema informativo territoriale successivamente implementato dalle infrastrutture dati, il cosiddetto Geoportale.
Nel dettaglio, l'Osservatorio ha contribuito alla redazione del Rapporto statistico 2006 "Il Veneto si racconta, il Veneto si confronta", che affronta gli aspetti territoriali della Regione. Nell'ambito dell'attività per la costituzione del quadro conoscitivo del PTRC, l'Osservatorio ha svolto una serie di analisi puntuali sul consumo del suolo del Veneto, effettuate durante l'interpretazione delle trasformazioni delle dinamiche intervenute sul territorio regionale nel periodo che va dall'1983 al 2006 e dovute sia alla sua evoluzione naturale, sia ai processi e agli sviluppi della continua e costante attività antropica.
Tale studio è confluito negli atti elaborati relativi al disegno pianificatorio regionale della DGR 2357 del 2008, riguardante la redazione del Piano Territoriale Regionale di Coordinamento. L'Osservatorio ha, inoltre, contribuito alla costituzione del quadro conoscitivo del PTRC quale risultato dell'interazione tra i sistemi informativi del sistema informativo territoriale, del sistema statistico regionale, del sistema informativo regionale per l'ambiente dell'ARPA, ed è stato sviluppato in coerenza con le caratteristiche del sistema informativo del Governo del Veneto.
Dal 2011 l'infrastruttura dati territoriali della Regione del Veneto ha costituito il punto di accesso alle informazioni geografiche sia ambientali che territoriale, conformi alle caratteristiche previste dalla normativa europea e nazionale ed è servita per l'analisi ed elaborazione della disciplina degli atti conseguenti al contenimento del consumo del suolo.
Attualmente il sistema informativo territoriale è incardinato all'interno dell'Area Infrastrutture, trasporti, lavori pubblici e demanio. Attualmente sono in fase di acquisizione i dati relativi alle varianti degli strumenti urbanistici generali comunali di adeguamento alle disposizioni di cui alla legge regionale 14/2017 e al provvedimento di Giunta regionale previsto dall'articolo 4, comma 2, della medesima legge. Inoltre è in fase di valutazione un provvedimento volto a meglio disciplinare attività, composizione e funzionamento dell'Osservatorio.
Va, infine, segnalato che la Giunta regionale, con provvedimento 1976 del 2019, ha dato avvio ad attività tecnico-disciplinare di indirizzo e collaborazione per l'elaborazione e la sperimentazione di un modello teorico operativo per il piano di monitoraggio del PTRC, con particolare approfondimento sui temi collegati al contenimento del consumo del suolo.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Prego, Zanoni per la replica.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

È interessante scoprire che quell'osservatorio, in realtà, è una struttura interna alla Giunta regionale, ma non c'è tratta della sua istituzione, comunque meglio così.
Mi farò dare, per gli approfondimenti del caso, cortesemente, la risposta dall'Assessore, anche perché sarà utile capire dove è andata a finire allora la relazione annuale, perché sarebbe interessante che anche il Consiglio regionale avesse in mano le 17 relazioni annuali che dovrebbero, in base a questa legge, deve essere state fatte dal 2004 ad oggi.

PRESIDENTE

Grazie. Abbiamo terminato le interrogazioni a risposta immediata.
PUNTO
5



INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Non ci sono risposte ai sensi dell'articolo 111, quindi iniziamo con la parte legislativa del Consiglio.
PUNTO
6



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI RIZZOTTO, MICHIELETTO, VIANELLO, CENTENARO, SORANZO, FORMAGGIO, SPERANZON, RAZZOLINI, POLATO E DOLFIN RELATIVA A "MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 30 DICEMBRE 1993, n. 63 "NORME PER L'ESERCIZIO DELLE FUNZIONI AMMINISTRATIVE IN MATERIA DI SERVIZI DI TRASPORTO NON DI LINEA NELLE ACQUE DI NAVIGAZIONE INTERNA E PER IL SERVIZIO PUBBLICO DI GONDOLA NELLA CITTÀ DI VENEZIA"". (PROGETTO DI LEGGE N. 25) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 6/2021)

Relazione della Seconda commissione consiliare.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione illustrativa)
"Signor Presidente, colleghi Consiglieri,
la presente proposta di legge modifica due disposizioni della legge regionale 30 dicembre 1993, n. 63 "Norme per l'esercizio delle funzioni amministrative in materia di servizi di trasporto non di linea nelle acque di navigazione interna e per il servizio pubblico di gondola nella città di Venezia" ed in particolare il comma 7, dell'articolo 4 e il comma 5 dell'articolo 23 che prevedono la decadenza della licenza di taxi acqueo e di quella relativa all'attività di gondoliere.
In particolare, l'articolo 4, comma 7, relativo ai taxi acquei prevede che "la licenza decade al compimento del sessantesimo anno di età del titolare ed è rinnovabile fino al compimento del sessantasettesimo anno di età, previo accertamento annuale della idoneità fisica per l'espletamento del servizio, effettuato dalla autorità sanitaria competente per territorio" mentre l'articolo 23, comma 5, relativo all'attività dei gondolieri prevede che "Il titolare decade dalla licenza al compimento del sessantacinquesimo anno di età, e può rinnovarla fino al compimento del settantesimo anno previo accertamento annuale dell'idoneità fisica per l'espletamento del servizio effettuato dall'autorità sanitaria competente per territorio.". A prescindere della diversità nell'ambito della medesima legge regionale della portata di due disposizioni, incidenti entrambe sulla validità della licenza, le stesse evidenziano una palese disparità di trattamento rispetto all'attività riferita al servizio di taxi terrestre disciplinato dalla legge regionale 30 luglio 1996, n. 22 , che non prevede alcun limite di età prefissato ai fini della decadenza della licenza.
Poiché la licenza è condizione necessaria per lo svolgimento dell'attività lavorativa, le limitazioni di cui alle predette disposizioni della legge regionale 63/1993, determinano un ingiusto danno economico e una palese disparità rispetto a coloro che esercitano l'attività di servizio di taxi terrestre.
Si ritiene, pertanto, alla luce delle suddette considerazioni che i limiti di età posti dalle predette norme vadano eliminati al fine di adeguare la disciplina alle altre categorie che effettuano attività di servizio di trasporto pubblico non di linea per via di terra. Per tale motivo con la presente proposta si propone, all'articolo 1, di abrogare il comma 7, dell'articolo 4 e, all'articolo 2, di abrogare il comma 5 dell'articolo 23 della legge regionale 63/1993, fermo restando che, anche in assenza di una espressa previsione, la normativa relativa all'accertamento dell'idoneità fisica per l'espletamento del servizio di taxi acqueo e di gondoliere continua ad essere effettuato dalla autorità sanitaria competente per territorio, nel rispetto delle vigenti normative.
L'articolo 3 contiene disposizioni transitorie e attuative, prevedendo, al comma 2, che le disposizioni di cui ai precedenti articoli si applichino anche ai procedimenti in corso e, al comma 2, l'adeguamento, da parte di comuni e province dei rispettivi regolamenti alle disposizioni dettate dalla presente legge.
L'articolo 4 attesta la clausola di neutralità finanziaria: come confermato dalla scheda di analisi economico finanziaria redatta dalla Direzione infrastrutture e trasporti, infatti, l'applicazione del provvedimento è priva di 2 effetti finanziari e non presenta dunque ripercussioni finanziarie sul bilancio regionale.
Acquisiti i pareri favorevoli della Prima Commissione (seduta del 2 febbraio 2021), ai sensi dell'articolo 66 del Regolamento, e del Consiglio delle Autonomie Locali (seduta del 21 gennaio 2021), e avvalendosi, in sede d'esame, dell'assistenza giuridica garantita dal Servizio Affari Giuridici e Legislativi del Consiglio e dell'assistenza tecnica della Direzione infrastrutture e trasporti della Giunta, la Seconda Commissione nella seduta del 4 febbraio ha concluso i propri i lavori in ordine al progetto di legge n. 25 e lo ha approvato all'unanimità.
Presenti e rappresentati: il Presidente Rizzotto (con delega del Consigliere Boron) ed i Consiglieri Bet, Cavinato, Centenaro, Michieletto, Sponda, Vianello e Zecchinato (Zaia Presidente), Cestari e Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier), Formaggio e Soranzo (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni), Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto), Valdegamberi (Misto), Zanoni (Partito Democratico Veneto) e Guarda (Europa Verde)".

PRESIDENTE

Relatrice è la collega Rizzotto. Prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Sì, grazie, Presidente.
Questa proposta di legge modifica delle disposizioni contenute nella legge 63 del '93: "Norme per l'esercizio delle funzioni amministrative in materia di servizi di trasporto non di linea nelle acque di navigazione interna e per il servizio pubblico di gondola nella città di Venezia", in particolare il comma 7 dell'articolo 4, il comma 5 dell'articolo 23, che prevedono la decadenza della licenza di taxi acquei e di quella relativa all'attività di gondoliere.
In particolare l'articolo 4, comma 7, relativo ai taxi acquei e prevede che la licenza decada al compimento del sessantesimo anno di età del titolare ed è rinnovabile fino al compimento del sessantasettesimo anno di età, previo accertamento annuale dell'idoneità fisica per l'espletamento del servizio, effettuato dall'autorità sanitaria competente per territorio, mentre l'articolo 23, comma 5, relativo all'attività dei gondolieri, prevede che il titolare decade dalla licenza al compimento del sessantacinquesimo anno di età e può rinnovarla fino al compimento del settantesimo anno, previo accertamento annuale dell'idoneità fisica per l'espletamento del servizio, effettuato dall'autorità sanitaria competente per territorio.
Allora, a prescindere dalle diversità nell'ambito della medesima legge regionale della portata di queste due disposizioni, che incidono entrambe sulla validità della licenza, questo però evidenzia una palese disparità di trattamento rispetto alle attività riferita ai servizi taxi terrestre, disciplinato dalla legge regionale 22 del '96, che non prevede alcun limite di età prefissato ai fini della decadenza della licenza, per cui si chiede di abrogare questi due commi di questa legge del '93 e rivalersi quindi della norma nazionale e non creare disparità di trattamento fra coloro che svolgono questo tipo di servizio, non di linea, sia su acqua che su gomma.
Questo progetto di legge è stato approvato dalla Seconda Commissione all'unanimità, previo parere positivo da parte della prima Commissione e della CAL. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Non ci sono emendamenti a questo progetto di legge.
Prego, Speranzon. Siamo in discussione generale, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Sì, voglio ringraziare il presidente Rizzotto per aver presentato questa proposta legislativa che va a modificare degli articoli che andavano a incidere in maniera decisiva rispetto a un diritto che, nel caso dei gondolieri e dei tassisti acquei veneziani, era pregiudicata rispetto ai propri colleghi che operano nel servizio terrestre.
Quindi questi due articoli, che peraltro erano anche diversi uno dall'altro, non si sa bene secondo quali criteri definivano età diverse entro le quali dimostrare di avere l'idoneità fisica per poter governare una gondola o un taxi acqueo, peraltro prevedendo che per la gondola ci fosse addirittura il limite dei 70 anni mentre per i taxi acqueo quello di 67; ma, seguendo un principio di logica, in realtà l'esercizio più impattante dal punto di vista fisico è sicuramente quello di governare il mezzo manualmente.
Quindi la soppressione del comma 7 dell'articolo 4 e del comma 5 dell'articolo 23 vanno a ridare anche giustizia rispetto a un'ingiustizia che ha subìto per decenni una parte importante delle categorie veneziane, che, appunto, è rappresentata dai gondolieri e dai tassisti.
È per questo che ho anche chiesto e ottenuto – ringrazio per la disponibilità il presidente Rizzotto – di poter sottoscrivere, insieme al Gruppo di Fratelli d'Italia, questo PdL.

PRESIDENTE

Mi sembra di aver visto la richiesta di sottoscrizione arrivata per iscritto, se ben ricordo, perché sapete che in Aula non si possono sottoscrivere i progetti di legge.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

È già sottoscritto, l'abbiamo già sottoscritto.

PRESIDENTE

Sì, ho visto una lettera che diceva questo, perché ripeto, in Aula non è possibile sottoscrivere i progetti di legge.
Bene, non vedo altri interventi, quindi io passerei all'articolato. Colleghi, preparatevi a votare.
Siamo sull'articolo n. 1 del progetto di legge n.25. Non vedo interventi.
È aperta la votazione sull'articolo 1.
(Votazione elettronica)

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Presidente, ho difficoltà col collegamento: non riesco a mettermi presente su Concilium. Quindi mi metta presente e voto favorevole all'articolo 1.

PRESIDENTE

Allora rimane a verbale. La faccio chiamare dal servizio informatico per superare l'inconveniente. Va bene.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Favorevole.

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, non appare la votazione da lei, non ancora?

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

No, ho ancora problemi. Favorevole.

PRESIDENTE

A verbale.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 3. Non vedo interventi per cui lo metto in votazione.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Favorevole.

PRESIDENTE

Se intanto qualcuno del sistema informatico riesce a contattare Valdegamberi che per i noti motivi è nella propria abitazione.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo n. 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Favorevole.

PRESIDENTE

A verbale, Valdegamberi favorevole.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo n. 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ci sono dichiarazioni di voto? Montanariello, prego . Montanariello, ha chiesto la parola? No, cancellato. Ho visto la richiesta su Concilium. Io le do la parola, deve usare Webex per intervenire, accendendo il microfono. Collega Montanariello, basta Webex chiedere e accendere l'informatica. Su Concilium risulta collegato: Webex è il sistema per intervenire in Aula. Se eventualmente vuole scendere.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Presidente, il collega Montanariello proprio non riesce a mettersi in contatto e a parlare.

PRESIDENTE

Allora utilizzi la sua postazione e siamo tutti contenti.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Verde)

D'accordo.

PRESIDENTE

Grazie.
La consigliera Bigon è sempre avanzata informaticamente, invece Montanariello deve fare un po' di recupero. Prego, Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Verde)

Presidente, un secondo che abbassiamo la TV, tutti in una stanza, abbiamo problemi tecnici.

PRESIDENTE

Prego, la sentiamo forte e chiaro.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Verde)

Molto semplicemente siamo favorevoli a questo provvedimento perché sostanzialmente mette un po' di ordine in quelle che sono le scadenze delle patenti e dei titoli nel trasporto pubblico locale. Seppur regolare, era anomalo il fatto che diverse forme di trasporto pubblico locale non di linea avessero scadenze diverse tra loro, creando anche una disparità, a parità di operatori di servizio di trasporto pubblico non di linea.
Quindi, sostanzialmente è bene mettere un po' di ordine sotto l'aspetto normativo, come si tenta di fare con questo provvedimento, così come è altrettanto cosa buona e giusta andare a mettere un'equità fra le varie categorie, onde evitare che, a parità di lavoro, a parità di titoli, se possiamo dire così, ci siano delle scadenze diverse.
È una cosa che il Partito Democratico vede in maniera positiva e quindi noi voteremo in maniera favorevole, sapendo che è quello che anche noi ci auspicavamo, sotto alcuni aspetti, perché quando c'è meno disparità burocratica e più chiarezza, credo sia sempre una cosa positiva, soprattutto per chi quotidianamente è impegnato a fare un lavoro che non è quello d'ufficio e deve mettersi a rincorrere la burocrazia: spesso pesa doppio.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altre richieste di intervento, quindi metto in votazione il progetto di legge n. 25 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Bene, passiamo al punto n. 7) all'ordine del giorno.
PUNTO
7



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI CIAMBETTI, FINCO, BRESCACIN, MICHIELETTO, RIZZOTTO, SCATTO, VIANELLO, VILLANOVA, ZECCHINATO, BARBISAN, VALDEGAMBERI, SPONDA E CENTENARO RELATIVA A "MODIFICA DELL'ARTICOLO 66 DELLA LEGGE REGIONALE 7 NOVEMBRE 2003, n. 27 "DISPOSIZIONI GENERALI IN MATERIA DI LAVORI PUBBLICI DI INTERESSE REGIONALE E PER LE COSTRUZIONI IN ZONE CLASSIFICATE SISMICHE"". (PROGETTO DI LEGGE N. 30) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 7/2021)

Relazione della Seconda commissione consiliare.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
con la proposta in oggetto si intende adeguare la disciplina dei procedimenti autorizzatori relativi agli interventi edilizi nelle località sismiche alle disposizioni contenute nel Testo Unico per l'edilizia di cui al decreto del Presidente dalla Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 "Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia".
Le modifiche contenute nella presente proposta mirano ad introdurre nell'ordinamento regionale, ed in particolare nella legge regionale 7 novembre 2003, n. 27 concernente "Disposizioni generali in materia di lavori pubblici di interesse regionale e per le costruzioni in zone classificate sismiche", specifiche disposizioni afferenti gli interventi e le opere edilizie (costruzioni, riparazioni e sopraelevazioni) nelle zone classificate sismiche e nei territori regionali interessati da opere di consolidamento degli abitati, ai sensi della legge regionale 12 aprile 1999, n. 17 "Nuove disposizioni in materia di interventi per il trasferimento ed il consolidamento degli abitati".
La proposta è composta da tre articoli ma è l'articolo 1 che, riscrivendo integralmente l'articolo 66 della citata legge regionale n. 27 del 2003, sostanzialmente ne definisce i contenuti innovativi essendo gli articoli 2 e 3 rispettivamente dedicati alla clausola di invarianza della spesa e all'entrata in vigore.
Si tratta, per lo più, di norme procedurali relative alle modalità e al procedimento di presentazione del progetto, ma sono presenti anche disposizioni che rinviano a provvedimenti della Giunta regionale per l'individuazione delle caratteristiche delle costruzioni rientranti nelle varie tipologie di interventi e delle ulteriori ipotesi di varianti non sostanziali rispetto a quanto già disposto dal decreto ministeriale 30 aprile 2020 "Approvazione delle linee guida per l'individuazione, dal punto di vista strutturale, degli interventi di cui all'articolo 94-bis, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, nonché delle varianti di carattere non sostanziale per le quali non occorre il preavviso di cui all'articolo 93" nonché in relazione alla definizione delle modalità per l'effettuazione dei controlli a campione per gli interventi di cui all'articolo 94-bis, comma 1, lettere b) e c) del DPR 6 giugno 2001, n. 380 e all'aggiornamento della modulistica.
Acquisiti i pareri favorevoli della Prima Commissione (seduta del 31 marzo 2021), ai sensi dell'articolo 66 del Regolamento, e del Consiglio delle Autonomie Locali (seduta dell'11 marzo 2021), e avvalendosi, in sede d'esame, dell'assistenza giuridica garantita dal Servizio Affari Giuridici e Legislativi del Consiglio e dell'assistenza tecnica della Direzione Difesa del Suolo della Giunta, la Seconda Commissione nella seduta dell'8 aprile ha concluso i propri i lavori in ordine al progetto di legge n. 30 e lo ha approvato a maggioranza.
Favorevoli il Presidente Rizzotto ed i Consiglieri Bet, Boron, Cavinato, Centenaro, Michieletto, Sponda, Vianello e Zecchinato (Zaia Presidente), Cestari e Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier), Formaggio, Soranzo e Speranzon (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni), Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto) e Guarda (Europa Verde) Astenuti i Consiglieri Montanariello e Zanoni (Partito Democratico Veneto) ed Ostanel (Il Veneto che Vogliamo)".

PRESIDENTE

Relatore è il collega Bet, che mi chiede la parola e illustra il progetto di legge. Chiedi la parola con Concilium. Perfetto.

Roberto BET (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente. Buongiorno, colleghi.
Questo è un progetto di legge che ha ad oggetto una legge del 2003: "Disposizioni generali in materia di lavori pubblici di interesse regionale per le costruzioni in zone classificate sismiche". Diciamo che è un aggiornamento essenzialmente dell'articolo 66 di questa legge regionale, motivato da interventi di natura legislativa nazionale, motivato dal fatto che sono intervenute, nell'aprile dell'anno scorso, le linee guida nazionali per individuare gli interventi rilevanti e non rilevanti in materia sismica e motivato anche dal fatto che c'erano dei richiami normativi o delle definizioni tecnico-giuridiche, che andavano aggiornate rispetto alla disciplina attuale.
Essenzialmente lo scopo di questo intervento è semplificare i procedimenti per l'ottenimento dell'autorizzazione a costruire e quindi del necessario parere del Genio civile o comunque della struttura regionale preposta a questo tipo di verifiche, soprattutto per quanto riguarda gli interventi non rilevanti o privi di rilevanza dal punto di vista sismico. In questo senso è stata introdotta la possibilità da parte dei nostri concittadini, di iniziare i lavori senza attendere la verifica, che di solito veniva effettuata e che continuerà ad essere effettuata attraverso estrazione a campione, ma potendo partire subito con i lavori.
Il tempo è stato indicato in un termine di 90 giorni dal momento in cui il l'istante, il cittadino presenta la richiesta allo Sportello Unico del Comune per ottenere, nell'eventualità in cui venisse estratta la sua pratica, il termine entro cui effettuare la verifica di 90 giorni, dopodiché è stato rimandato alla Giunta regionale il compito di individuare, sulla base delle linee guida nazionali, gli interventi rilevanti e non rilevanti, concedendo un termine all'organo di governo regionale di 90 giorni.
L'articolo 2 è relativo all'invarianza sulla spesa e l'articolo 3 è l'entrata in vigore.
Diciamo che è una proposta di legge che va a ad aggiornare una normativa tecnica legata alle procedure per l'autorizzazione ad edificare in zona sismica, spinta soprattutto anche dal fatto che la nostra Regione recentemente è stato oggetto di una delibera di Giunta che estende le zone sismiche, la zonizzazione sismica a tutto il Veneto; tutti i nostri Comuni del Veneto hanno un grado di sismicità, per cui sono necessari determinati controlli e anche per favorire, secondo me, quella procedura di benefici fiscali, il cosiddetto 110%, che stanno interessando i nostri Comuni e le strutture regionali e che interessano molto i nostri Comuni e le nostre strutture regionali nei prossimi mesi.

PRESIDENTE

Grazie al relatore.
Sono stati distribuiti gli emendamenti 1 e 2 e sul PdL n. 30: non hanno bisogno di tempi suppletivi e poi comunque la Prima Commissione deve dare un parere su questi emendamenti.
Prego, Zanoni, come correlatore.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di minoranza)
" Signor Presidente, colleghi consiglieri,

questa è una normativa che va ad adeguare la disciplina dei procedimenti autorizzativi relativi agli interventi edilizi nelle località sismiche. È un adeguamento alle disposizioni contenute nel Testo unico per l'edilizia di cui al decreto del Presidente della Repubblica del 6 giugno 2001, n. 380 "Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia".

Queste modifiche introducono nella nostra legge regionale 7 novembre 2003, n. 27 , specifiche disposizioni relative agli interventi e alle opere edilizie nelle zone classificate sismiche e nei territori regionali interessati da opere di consolidamento degli abitati.

Alcune proposte che abbiamo avanzato in fase istruttoria sono state accettate durante i lavori di Commissione, tant'è che alla fine ci siamo astenuti.

Ho presentato due emendamenti che vorrei subito illustrare, così da entrare anche nel dettaglio di questa legge. Il primo riguarda i controlli che devono essere effettuati a campione. L'attuale formulazione della lettera b) del comma 4 del nuovo articolo 66, prevede che il controllo di tali progetti avvenga con metodo a campione secondo i criteri e le modalità stabiliti dalla Giunta regionale, entro e non oltre 90 giorni dal deposito del progetto. Qui l'emendamento cambia la tempistica perché si chiede di portare questi 90 giorni a 60. Questo perché? Perché questo è un controllo con metodo a campione, come abbiamo visto, e secondo i criteri e le modalità stabiliti dalla Giunta regionale, dovrebbe avvenire non entro 90, ma entro 60 giorni perché si tratta di lavori che non richiedono una preventiva autorizzazione e, quindi, possono iniziare subito dopo il deposito del progetto al SUAP, lo Sportello unico delle attività produttive. Pertanto, siccome, la ditta interessata può procedere subito, se si arriva troppo tardi con i controlli potrebbe accadere che le opere siano già realizzate, con conseguente maggior difficoltà nel fare un approfondito controllo sui lavori in essere.

La seconda proposta riguarda sempre i controlli. Noi sappiamo che per quanto riguarda tutte le leggi i controlli sono la parte più delicata, perché è quella che consente di capire se una legge che noi facciamo a tutela della legalità e degli interessi dei cittadini del Veneto sia rispettata.

Al comma 6 di questo articolo viene proposto che i criteri e le modalità per l'effettuazione di controlli a campione siano definiti dalla Giunta regionale, ma siccome i controlli, come già detto, sono importanti, si propone che questi criteri possano essere vagliati prima della loro esecutività dalla competente Commissione consiliare.

Poi c'è un'altra questione di cui abbiamo già discusso in Aula in occasione di questo provvedimento e dell'altro che riguardava la questione dell'antisismica, cioè l'invarianza della spesa.

In realtà effettivamente ci sarà un carico di lavoro maggiore quindi presumibilmente c'è anche bisogno di più lavoro, ma questo aspetto è marginale rispetto alle altre due questioni."

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
I due emendamenti li ho presentati lunedì proprio per dare la possibilità all'Ufficio di Presidenza di valutarli anche preventivamente.
Si tratta, come ha anticipato il collega, di una normativa che va ad adeguare la disciplina dei procedimenti autorizzativi relativi agli interventi edilizi nelle località sismiche. Naturalmente l'adeguamento è alle disposizioni contenute nel Testo unico per l'edilizia di cui al decreto del Presidente della Repubblica del 6 giugno 2001, n. 380 "Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia".
Praticamente queste modifiche introducono nella nostra legge regionale 7 novembre 2003, n. 27 , queste specifiche disposizioni relative agli interventi e alle opere edilizie nelle zone classificate sismiche e nei territori regionali interessati da opere di consolidamento degli abitati.
Alcune proposte che abbiamo avanzato in fase di Commissione sono state accettate durante i lavori, tant'è che alla fine ci siamo astenuti.
Visto che sono due, illustro i due emendamenti, così entriamo anche nelle disposizioni di questa legge.
Il primo riguarda i controlli che devono essere effettuati a campione. L'attuale formulazione della lettera b) del comma 4 del nuovo articolo 66, prevede che il controllo di tali progetti avviene con metodo a campione, secondo i criteri e le modalità stabiliti dalla Giunta regionale entro e non oltre 90 giorni dal deposito del progetto.
Qui l'emendamento cambia la tempistica perché si chiede di portare questi 90 giorni a 60. Questo perché questo è un controllo a campione, come abbiamo visto, con metodo a campione e, secondo i criteri e le modalità stabiliti dalla Giunta regionale, dovrebbe avvenire non entro 90, ma entro 60 giorni perché si tratta di lavori che non richiedono una preventiva autorizzazione e, quindi, possono iniziare subito dopo il deposito del progetto al SUAP, lo Sportello unico delle attività produttive.
Pertanto, siccome la ditta interessata può procedere subito, se si arriva troppo tardi potrebbero essersi già realizzate le opere con maggior difficoltà da parte dei controllori di fare un approfondito controllo sui lavori in essere e, quindi, per evitare appunto di arrivare a lavori eseguiti, sarebbe meglio che la Giunta lo facesse entro due mesi e non entro tre.
Questa è la prima proposta.
Per quanto riguarda la seconda proposta, riguarda sempre i controlli, noi sappiamo che per quanto riguarda tutte le leggi i controlli sono la parte più delicata perché è quella che ti consente di capire se una legge che noi facciamo, che noi vogliamo a tutela della legalità e degli interessi dei cittadini del Veneto, sia rispettata e quindi i controlli sono una delle cose più importanti di una norma.
Viene previsto nella lettera b) al comma 6 di questo nuovo articolo che i criteri e le modalità per l'effettuazione di controlli a campioni sono definiti dalla Giunta regionale. Siccome ci sono criteri e modalità e i controlli sono importanti, come detto, si propone che questi possono essere vagliati prima della loro esecutività dalla competente Commissione consiliare.
Poi c'era un altro fatto di cui abbiamo anche discusso in Aula in occasione di questo provvedimento e anche nell'altro che riguardava sempre la questione dell'antisismica, cioè l'invarianza della spesa: in realtà effettivamente ci sarà un carico di lavoro maggiore e quindi presumibilmente c'è anche bisogno di più lavoro, ma questa è una cosa diciamo più marginale rispetto alle altre due questioni.

PRESIDENTE

Grazie. Iniziamo con la discussione generale. Inizia Giacomo Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Come si evinceva dai ragionamenti del consigliere Zanoni, noi non siamo contrari al ragionamento e anche al principio stabilito da questa norma: ci sono due emendamenti che secondo noi sono utili per ritoccare alcuni aspetti, ma l'impianto non è sbagliato, nel senso che sulle opere di minore rilevanza, indipendentemente dalla zona sismica, anche visto il fatto che l'accelerazione sismica non è una competenza locale, ma è una competenza ministeriale, di fatto non cambia nulla o quasi, cambia sulle opere più rilevanti.
Su questo c'è un punto importante, che è il seguente: nessuno qui vuole trasformare la Regione e, in generale, le Istituzioni in luoghi di burocrazia, e il senso di questa norma va anche in quella direzione, evidentemente. Ma c'è una riflessione importante da fare, che vale per tante Istituzioni, per tanti enti, e per il Genio civile vale in maniera particolare: chi è ingegnere o ha la fortuna di avere amici ingegneri, sa bene che il Genio civile per decenni era il luogo dove un ingegnere qualificato, che aveva ambizioni di carriera, puntava ad arrivare perché era un luogo dove si facevano cose importanti, dove si riuscivano a seguire i progetti e i percorsi. Oggi, la condizione in cui versa il Genio civile in termini di risorse e di personale comporta il fatto che su tantissime attività di verifica e controllo sia in difficoltà.
Io non sono nella Commissione che ha che ha seguito il parere della Giunta, però è un tema che si è posto anche sull'aspetto della riclassificazione sismica, come sappiamo tutti, ed è un tema a cui gli amministratori locali guardano con grande preoccupazione, per cui va bene il ragionamento, nel senso che se si accelera e si lavora per una semplificazione, mantenendo comunque l'aspetto dei controlli su cui ha insistito il consigliere Zanoni, noi culturalmente siamo favorevoli a questo ragionamento. Però, attenzione – e ovviamente non vale solo per il Veneto questo ragionamento – perché il depotenziamento progressivo e strutturale della macchina pubblica comporta anche il fatto che enti fondamentali come il Genio facciano sempre più fatica a fare materialmente quell'attività di verifica e anche a dare le risposte in tempi rapidi.
Qui ci sono due elementi: uno è ovviamente il potenziamento in termini sia di personale che di risorse, perché una parte, se sul personale non si può intervenire, si può fare anche tramite un'attività di esterni. L'altro aspetto importante, evidentemente, è tutto ciò che ruota intorno alla formazione, per cui, vale per il Genio civile, vale per i dipendenti comunali. Qui ci sono tanti consiglieri che hanno fatto gli amministratori e uno dei grandi temi è chi in Comune, invece che al Genio, deve andare a verificare, ad applicare le norme, sappia veramente di che cosa stiamo andando a parlare.
Infatti è vero che, con norme come questa, di fatto si sposta la prima responsabilità sul progettista, però va detto che, da amministratori pubblici, il tema della verifica, del controllo e del fatto che la qualità reale del dipendente pubblico sia tale da poter giudicare quello che gli passa sotto gli occhi, è fondamentale, perché poi sappiamo tutti che su quel passaggio a valle, se nessuno ha verificato, può averci messo la firma qualsiasi progettista, però la responsabilità sta in capo all'Ente, sta in capo all'amministratore pubblico.
Quindi, diciamo che sul principio ci siamo, ma attenzione a non scambiare la causa con l'effetto, cioè noi abbiamo la necessità di potenziare enti come il Genio civile, perché non basta introdurre il silenzio/assenso, non basta introdurre meccanismi di semplificazione per fare in modo che poi le opere siano eseguite nel modo giusto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente. Spero si senta.

PRESIDENTE

Perfetto.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente. Grazie a tutti i colleghi. Buongiorno a tutti.
Innanzitutto io voglio ringraziare il...

PRESIDENTE

Tolga il video perché probabilmente si sente meglio. Prego. Prego, Soranzo.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Procedo?

PRESIDENTE

Certamente, prego, ha la parola.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Mi sentite?

PRESIDENTE

La sentiamo bene, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Su questo progetto di legge in Commissione abbiamo avuto il piacere di discutere e di approfondire e l'abbiamo votato anche con grande convinzione: sicuramente è necessario, è un passaggio determinante – e ringrazio anche il collega Bet – per dare seguito di fatto anche certamente alla delibera di Giunta regionale, che ha visto la riclassificazione (la 244 del 9 marzo scorso) sismica del Veneto con la mappa della pericolosità sismica.
È anche vero che questo intervento è talmente importante che va a dare una risposta a quella richiesta di snellimento e semplificazione per noi necessaria, però in questo Consiglio mi sento anche di fare due riflessioni, che rimangano agli atti a verbale come invito alla Giunta: di fatto riteniamo che sarebbe ed è sempre più opportuno e funzionale che la Regione possa, non dico istituire, ma realizzare una struttura che possa essere più "centralizzata" possibile e formata professionalmente, per la trattazione di tutte le pratiche il più possibile con un criterio di uniformità e di giudizio. In particolare, per esempio, mi viene in mente la VINCA.
C'è oggi già un ufficio regionale straordinario diretto da un ingegnere che ci invidiano, però è anche vero che anche noi condividiamo la necessità, seppur durante la discussione l'Assessore ci ha informato che è in corso il potenziamento del personale del Genio civile delle province, è anche vero che questo personale dovrà, secondo noi, trovare ancor più formazione, ancor più potenziamento, non solo nel numero, ma anche nelle professionalità, relativamente anche a queste nuove procedure di carattere di verifica sismica.
È anche vero che in Commissione abbiamo ottenuto, su una ulteriore precisazione relativamente all'iter che le pratiche avranno, e quindi vorrei lasciare agli atti di questo Consiglio un'altra richiesta alla Giunta regionale, perché il testo di legge attribuisce alla Giunta l'individuazione di criteri e modalità che verranno stabiliti dalla stessa ai sensi del PdL oggi in approvazione. Alla luce di questo lascerei alla Giunta anche un'indicazione che si riferisce all'articolo 4, lettera b), comma b), dove di fatto si stabiliscono per interventi di minore rilevanza, limitazione dei criteri da parte della Giunta del caso e norme nel caso di esito positivo ma anche il lei in caso di esito negativo. Da questo vorrei lasciare all'indicazione alla Giunta che si possa, anche se l'ingegnere in Commissione ha già chiarito che li dovrebbe essere tranquillamente già dal punto di vista la procedura certo, è bene ricordarlo che, in caso negativo, sia bene che la comunicazione tramite SUAP sia inoltrata in caso negativo al Comune, ma anche per conoscenza anche al richiedente. Questo proprio per dare garanzia di massima comunicazione, di massima trasparenza, ma soprattutto che i termini di legge, nel momento in cui viene trasmesso l'esito negativo della pratica, possa averla, ripeto, il Comune tramite il SUAP, ma anche lo stesso richiedete.
Queste sono le due indicazioni di massima.
Ringrazio il collega Bet, ringrazio gli uffici, a cui voglio fare anche i complimenti per l'ottimo lavoro. Credo che ci sarà sicuramente molto lavoro da fare, ma con questi nuovi dispositivi sicuramente gli uffici regionali della Regione Veneto riusciranno a dare una risposta sicuramente più importante in una materia molto complessa. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Non vedo altri interventi in discussione generale e quindi passo la parola al relatore, in chiusura della discussione generale. Prego, Bet.

Roberto BET (Zaia Presidente)

Grazie. Molto brevemente, riprendendo l'osservazione del collega Possamai, qui stiamo parlando di una legislazione che ha come obiettivo quello della tutela dell'incolumità pubblica e l'attenzione che ci sta mettendo la Regione sulla materia sismica è altissima: lo dimostra anche nell'ultima delibera di Giunta regionale sulla zonizzazione del nostro territorio veneto.
Per quanto riguarda le difficoltà del personale, io direi che proprio questa proposta di legge, al comma 5, prevede che la struttura regionale competente in materia sismica possa avvalersi di figure professionali qualificate nel settore, esterne all'Amministrazione. Quindi si prevede espressamente la possibilità di integrare l'organico o comunque le competenze anche pescando dalle risorse e dalle professionalità esterne che possono aiutare a smaltire il carico di lavoro che dovranno affrontare i vari Geni civili del Veneto.
Con riferimento ai due emendamenti, sul primo, dove si chiede di ridurre il termine a 60 giorni per gli interventi privi di rilevanza o di scarsa rilevanza, è stata una questione già valutata anche con gli uffici e l'abbiamo esclusa perché, nel momento in cui il soggetto richiedente con lo sportello unico presenta l'istanza, poi il Comune manda al Genio civile entro il 7 di ogni mese manda le domande che sono pervenute nel mese precedente. A quel punto la struttura ha 60 giorni di tempo, dal 7 del mese, per dare la risposta. I 90 giorni hanno come scopo proprio quello di contemperare l'ipotesi che un richiedente faccia la richiesta ai primi giorni del mese, e quindi c'è un lasso di tempo, che potrebbe essere intorno ai 30 giorni, in cui la struttura regionale di fatto non è a conoscenza della pratica.
Quindi, per dare la possibilità a chi fa la domanda di avere un termine certo, quindi io so che lo presento il giorno X, so che ci sono 90 giorni di tempo per avere la risposta; se, invece, mettiamo 60 giorni, c'è il rischio di trattare in maniera diversa soggetti che magari possono arrivare all'ultimo giorno e quindi dal 7 del mese, ad avere un vantaggio rispetto agli altri e tecnicamente i nostri uffici hanno bisogno di almeno 60 giorni per istruire la pratica o, meglio, per fare la selezione a campione delle pratiche da verificare e poi fare l'istruttoria, verificarla e dare la risposta. Quindi abbiamo ritenuto che i 90 giorni fossero un termine corretto.
Per quanto riguarda invece la richiesta di parere da parte della Commissione consiliare, ritengo che possa essere accolta perché è comunque una verifica in più che il Consiglio, attraverso la Commissione consiliare, può esprimere. Grazie.

PRESIDENTE

Bene. Allora adesso deve riunirsi l'Ufficio di Presidenza per dare un parere sugli emendamenti, quindi invito i colleghi Joe Formaggio e Jonatan Montanariello a scendere con relatore e correlatore e chi è interessato alla cosa: riunione in Sala del Leone.
Sospendiamo per dieci minuti e riprendiamo alle ore 14.50.
La Seduta è sospesa alle ore 14.39
La Seduta riprende alle ore 15.00

PRESIDENTE

Bene, colleghi, riprendiamo i lavori.
Io ho con me in Aula relatore, correlatore e Presidente della Seconda commissione, quindi i tasselli fondamentali per iniziare l'iter delle votazioni.
Prego, Zanoni, per la presentazione dell'emendamento n. A0001.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Emendamento n. A0001, presentato dal consigliere Zanoni, art. 1, comma 1, modificativo, che prevede:
"Alla lettera b) del comma 4 dell'articolo 66 della legge regionale 7 novembre 2003, n. 27 così come sostituito dal comma 1 dell'articolo 1, le parole "entro e non oltre novanta giorni" sono sostituite con le seguenti "entro e non oltre sessanta giorni"".
Giusto per far capire ai colleghi di cosa si trattava, anche se so che c'è il parere negativo.
L'emendamento prevede che il controllo dei progetti con metodo a campione, secondo i criteri e le modalità stabilite dalla Giunta regionale, avvenga entro 60 giorni anziché 90: trattandosi di lavori che non richiedono una preventiva autorizzazione, possono iniziare dopo il deposito del progetto al SUAP, allo Sportello Unico delle Attività Produttive del Comune.

PRESIDENTE

Grazie. Parere del relatore contrario all'emendamento n. A0001.
Metto in votazione l'emendamento n. A0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento n. A0002, sempre del correlatore.
Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Emendamento n. A0002, presentato dal consigliere Zanoni, art. 1, comma 1, modificativo, che prevede:
"Dopo il comma 6 dell'articolo 66 della legge regionale 7 novembre 2003, n. 27 "Disposizioni generali in materia di lavori pubblici di interessa regionale e per le costruzioni in zone classificate sismiche." è inserito il seguente:
"6 bis. La Giunta regionale sul provvedimento di cui al comma 6 acquisisce il parere della commissione consiliare competente che si esprime entro trenta giorni dalla richiesta; decorso tale termine la Giunta regionale può prescindere dal parere"".
Qui so che c'è il parere positivo, ma mi pareva giusto dire di cosa si tratta: l'emendamento richiede l'acquisizione del parere della competente Commissione consiliare sul provvedimento della Giunta regionale relativo alla definizione dei criteri e delle modalità per l'effettuazione dei controlli a campione per gli interventi in discussione.

PRESIDENTE

Grazie, non vedo altri interventi, parere del relatore favorevole quindi metto in votazione l'emendamento n. A0002.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione quindi l'articolo n. 1, così come emendato.
È aperta la votazione sull'articolo 1.
È chiusa la votazione.
(Votazione elettronica)
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo n. 2.
È aperta la votazione sull'articolo 2.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo n. 3.
È aperta la votazione sull'articolo n. 3.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Se non ci sono dichiarazioni di voto, io metterei in votazione il progetto di legge n. 30.
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Guardate, colleghi, vi disturbo soltanto pochi minuti per ribadire l'apprezzamento per l'approvazione di questa nuova legge e immagino una maggioranza insomma favorevole di tutto quanto il Consiglio regionale, proprio perché si riconduce anche a quel percorso di sburocratizzazione e di alleggerimento che è anche percorso noto a livello nazionale e si riconduce a una condivisione progettuale che è dettata da un percorso di condivisione che è stato oggetto di una discussione e di una condivisione verbale e progettuale in questi mesi anche in Commissione Seconda. Pertanto ringrazio tutti i colleghi che hanno collaborato attivamente.
Ringrazio anche i colleghi che hanno prodotto delle proposte che si sono ricondotte anche in un'ottica migliorativa, però allo stesso tempo voglio ricordare come questo intervento, che va a facilitare l'accessibilità e l'adeguatezza dell'accessibilità al Bonus 110% e all'operazione delle azioni che sono dettate anche dagli obblighi di adempimento dei Comuni, si inserisca in un processo che non è stato così semplice in questi anni, perché sono naturalmente dettati da notevoli sollecitazioni da parte di tutto il comparto sia di geologi, che dei rappresentati del mondo dell'ingegneria del Veneto. Si sono adoperati in questi anni nel cercare di sollecitare la Regione del Veneto a reagire, in questi ultimi 13 anni, alla necessità di un aggiornamento di una zonizzazione, che finalmente è arrivata e, di conseguenza, finalmente possiamo avvalerci di una zonizzazione che sia adeguata alle necessità dei cittadini, della sicurezza di cui prima il consigliere Bet parlava, una sicurezza che è doverosa. Per 13 anni si è ricercata e ad oggi consente ai cittadini di territori fino ad oggi esclusi di poter accedere anche a questa importante misura del Bonus 110% che, senza quest'ultimo importante aggiornamento della zonizzazione sismica del Veneto, non avrebbero potuto accedervi.
Questo importante provvedimento che oggi ci apprestiamo a approvare si inserisce anche in un percorso nazionale di un Superbonus 110% che vede ad oggi un percorso politico propositivo nella proroga del bonus fino al 2023, per cui la necessità, appunto, di una sburocratizzazione e un intervento di alleggerimento anche da un punto di vista burocratico vengono incontro ad un processo che politicamente è condiviso dalle diverse parti politiche oggi rappresentate all'interno di questo Consiglio regionale, dalle diverse parti politiche che a livello nazionale rappresentano anche il Governo o che stanno, come nel caso anche di Europa Verde, all'opposizione.
Ci vediamo, quindi, in questa logica, convergenti e in questo caso, sia a livello regionale che a livello nazionale, saremo attenti per fare in modo che questo bonus possa esprimere le migliori opportunità, che sono rivolte non semplicemente ad usufruire di un'occasione ghiotta per far rilanciare un settore economico importantissimo, quello dell'edilizia, ma è un'occasione assolutamente necessaria per fare in modo che questo settore possa esprimersi al meglio in quello che è l'ambito prioritario, quello del riuso, in particolar modo di quell'edilizia esistente che non consuma ulteriori superfici di suolo ad oggi non cementificato e non utilizzato. Questo, nel nostro Veneto evidentemente già sofferente, permette, per esempio, come sta accadendo già oggi nei nostri Comuni, di veder rinascere, specie nelle zone di periferia, specie in aree fino ad oggi abbandonate, edifici e strutture rurali che fino ad oggi magari non sono stati sfruttati proprio per l'impossibilità di investire innovazioni come quelle che il superbonus e le occasioni di questo tipo possono dare.
Pertanto ringrazio dell'occasione di aiuto ulteriore per l'applicazione e l'attivazione di questa misura.

PRESIDENTE

Grazie. Per dichiarazioni di voto la collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia – Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Tra gli obiettivi della Regione Veneto fin dall'inizio c'è stato quello della semplificazione e dello snellimento delle procedure: questo progetto di legge è in linea con questi obiettivi e noi, come Forza Italia, convintamente lo sosteniamo.

PRESIDENTE

Grazie, collega Ostanel, per dichiarazioni di voto, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Ringrazio il consigliere Zanoni di aver proposto questo emendamento, che credo sia importante perché nella Commissione Seconda abbiamo discusso del controllo a campione. Ci è stato spiegato perché si è scelto, anche in concertazione con i Comuni, di andare avanti sul controllo a campione, riprendendo anche quello che diceva prima il consigliere Possamai rispetto alla possibilità che le strutture tecniche dei Comuni in questo momento possano essere sovraccaricate, come quelli della Regione, da una serie di richieste; è importante che la discrezionalità anche di questi controlli a campione possa in qualche modo essere controllata, permettetemi il termine, anche dalla competente Commissione consiliare, quindi credo che sia un emendamento importante.
Io voterò favorevolmente al provvedimento non solo per l'emendamento, ma anche perché, un po' come diceva la consigliera Guarda, rientra in uno scenario più ampio, che è quello della nuova zonizzazione regionale su cui ci siamo espressi in Commissione qualche tempo fa e quindi in qualche modo, parlando di edilizia pubblica, di lavori pubblici e parlando appunto del tentativo di favorire anche l'utilizzo dei bonus nazionali che poi qui in Regione arrivano, credo sia un provvedimento importante.
Ribadisco che l'emendamento del consigliere Zanoni mi sembra importante e che sia stato accettato è altrettanto importante, quindi mi trovo d'accordo con il provvedimento e ringrazio la Commissione seconda per il lavoro che è stato fatto.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Zanoni, dichiarazioni di voto per il Gruppo del PD.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Il nostro voto sarà favorevole. È una norma che rende più semplice l'effettuazione di queste opere connesse alle attività sismiche, è un recepimento di norme nazionali e, visto che, tra l'altro, è stata anche approvata la nostra proposta di emendamento che prevede un passaggio in Commissione e di quelle che saranno le norme che la Giunta regionale andrà a definire per i provvedimenti relativi ai controlli a campione, siamo convinti che sia una norma che siamo riusciti anche a migliorare e quindi il nostro voto è favorevole.

PRESIDENTE

Grazie, collega Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Il gruppo di Fratelli d'Italia voterà favorevolmente a questa norma, che semplifica. il recepimento di opportunità che vengono date dal legislatore nazionale e mette in condizione il nostro territorio di mettersi in sicurezza anche dal punto di vista edilizio, attraverso bonus e opportunità che vengono messi a disposizione.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
È una norma che tende a rendere la vita più semplice a cittadini, professionisti e Comuni, quindi penso che oggi abbiamo fatto un buon lavoro in Aula, ma era già stato fatto in Commissione in maniera approfondita, puntuale e precisa.
Bene, non ci sono interventi, per cui metto in votazione il progetto di legge n. 30 nel suo complesso come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Proseguiamo con l'ordine del giorno.
PUNTO
8



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI GUARDA, ZANONI, ZOTTIS, OSTANEL E BALDIN RELATIVA A "DIRADARE LA CORTINA FUMOGENA, PER UN RILANCIO EFFETTIVO, ANCHE IN CHIAVE AMBIENTALE, DELLA FILIERA DELLA CANAPA SATIVA L.". (MOZIONE N. 40) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 24/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- il 24 gennaio 2019, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, rivedendo proprie e risalenti posizioni sul punto, ha raccomandato all'Onu;
- la rimozione della cannabis dalla tabella IV della Convenzione unica sugli stupefacenti di New York del 1961 (ratificata con Legge L. n. 412 del 1974) ovvero quella che contiene le sostanze particolarmente dannose e di valore medico o terapeutico estremamente ridotto;
- l'inserimento di determinate preparazioni farmaceutiche a base di cannabis nella tabella III della stessa convenzione, quella delle sostanze con valore terapeutico e con basso rischio di abuso;
- la rimozione del Tetrahydrocannabinolo dalla Convenzione sulle sostanze psicotrope di Vienna, 1971 (ratificata in Italia con l. n. 385/81), da ricondurre alla sola tabella I della convenzione del 1961;
OSSERVATO che il cannabidiolo è una molecola derivata dalla canapa che diversamente del THC ( tetradhydrocannabinolo) non ha proprietà psicoattive;
RICORDATO che le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con sentenza 30 maggio 2019 (dep. 10 luglio 2019), n. 30475, affermava il seguente principio di diritto: "La commercializzazione al pubblico di cannabis sativa L. e, in particolare, di foglie, inflorescenze, olio, resina, ottenuti dalla coltivazione della predetta varietà di canapa, non rientra nell'ambito di applicazione della legge n. 242 del 2016, che qualifica come lecita unicamente l'attività di coltivazione di canapa delle varietà iscritte nel Catalogo comune delle specie di piante agricole, ai sensi dell'art. 17 della direttiva 2002/53/CE del Consiglio, del 13 giugno 2002, e che elenca tassativamente i derivati della predetta coltivazione che possono essere commercializzati, sicché la cessione, la vendita e, in genere, la 2 commercializzazione al pubblico dei derivati della coltivazione di cannabis sativa L., quali foglie, inflorescenze, olio, resina, sono condotte che integrano il reato di cui all'art. 73, commi 1 e 4, d.P.R. n. 309/90, anche a fronte di un contenuto di THC inferiore ai valori indicati dall'art. 4, commi 5 e 7, legge 242 del 2016, salvo che tali derivati siano, in concreto, privi di ogni efficacia drogante o psicotropa, secondo il principio di offensività»;
PRECISATO che la sopra richiamata sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione non risolveva la questione, rimettendo al singolo caso concreto la decisione in ordine alla vendita al pubblico dei prodotti oggetto di contestazione, quali, appunto, foglie, infiorescenze, olii e resine, con incertezze a carico di coloro i quali hanno deciso di avviare la commercializzazione di quei prodotti; non solo, le incertezze applicative che ne derivano rendono difficoltoso da parte della comunità scientifica l'approfondimento gli effetti curativi della cannabis, come peraltro auspicato dall'Organizzazione mondiale della Sanità;
EVIDENZIATO CHE:
- in tale contesto è inoltre successivamente intervenuto il Decreto del Ministro della Salute del 1.10.2020 – la cui entrata in vigore è stata tuttavia sospesa dal Decreto ministeriale 28 ottobre 2020 in attesa di ulteriori pareri del Consiglio Superiore di Sanità e dell'Istituto Superiore di Sanità - che include nella Tabella dei Medicinali di cui al D.P.R. n. 309/90 le "composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di Cannabis";
- dal suddetto Decreto ministeriale, la cui entrata in vigore è appunto sospesa nell'attesa dei previsti pareri, deriverebbero certi e ingiustificabili restrizioni e appesantimenti, anche derivanti da difficoltà interpretative e applicative evidenti dalla prima lettura del testo, a carico sia alla intera filiera di settore sia dei cittadini, considerato che, in conseguenza, le composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di Cannabis dovrebbero considerarsi medicinali soggetti a prescrizione medica da rinnovarsi volta per volta, che i produttori con stabilimento in Italia, e dunque anche i produttori veneti, dovrebbero ottenere l'autorizzazione alla produzione di sostanze attive stupefacenti di origine vegetale rilasciata dal Ministero della Salute ai sensi del Testo unico sugli stupefacenti oltre che delle relative autorizzazioni per la produzione di sostanze attive ai sensi della normativa sui medicinali, inclusa la limitazione delle quantità che posso essere fabbricate e immesse sul mercato e l'annotazione di ogni acquisto o cessione della sostanza entro 48 ore dall'operazione. Si tratta di limitazioni non giustificabili dall'esigenza di tutela della salute pubblica, proprio perché il cannabidiolo, come rilevato in premessa e come osservato anche dalla Corte di Giustizia Europea, di cui in appresso, non costituisce sostanza stupefacente;
RILEVATO che la Corte di giustizia Unione Europea Sez. IV, con sentenza 19/11/2020, n. 663/18, decidendo sulla domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte, ai sensi dell'articolo 267 TFUE, ha statuito che gli articoli 34 e 36 TFUE devono essere interpretati nel senso che ostano a una normativa nazionale che vieta la commercializzazione del cannabidiolo (CBD) legalmente prodotto in un altro Stato membro, qualora sia estratto dalla pianta di Cannabis sativa nella sua interezza e non soltanto dalle sue fibre e dai suoi semi, a meno che tale normativa sia idonea a garantire la realizzazione dell'obiettivo della tutela della salute pubblica e non ecceda quanto necessario per il suo raggiungimento. L'iter argomentativo utilizzato dalla Corte poggia sulla esatta ricostruzione del cannabidiolo come sostanza priva di effetti psicotropi: 1) un'interpretazione letterale delle disposizioni della convenzione unica 3 (Convenzione Unica delle Nazioni Unite sugli stupefacenti di New York del 30 marzo 1961) potrebbe indurre a concludere che, poiché il CBD viene estratto da una pianta del tipo cannabis e tale pianta è utilizzata nella sua interezza, comprese le sue sommità fiorite o fruttifere, esso costituisce un estratto di cannabis ai sensi della tabella I di tale convenzione e, di conseguenza, uno "stupefacente" ai sensi dell'articolo 1, paragrafo 1, lettera j), della suddetta convenzione; 2) poiché il CBD non contiene un principio psicoattivo allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, sarebbe contrario all'obiettivo e alla ratio generale della convenzione unica includere quest'ultimo nella definizione di "stupefacenti" ai sensi di tale convenzione, in quanto estratto di cannabis; 3) Ne consegue che il CBD di cui trattasi nel procedimento principale non costituisce uno stupefacente, ai sensi della convenzione unica;
RICORDATO che con legge regionale 8 agosto 2019, n. 36 "Sostegno e promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale ed agroalimentare della canapa (canapa sativa L.)" il legislatore regionale ha inteso sostenere e promuovere detta filiera, anche, tra gli altri, attraverso contributi finalizzati alla realizzazione, da parte delle aziende agricole, di campi dimostrativi che illustrano i vantaggi agronomici e ambientali della canapa, mostrando di conoscere e riconoscere, in tal senso e tra gli altri benefici di specie, le qualità in termini di elemento capace di garantire alte quantità di assorbimento di CO2, di utilizzo come fonte di energia rinnovabile, di fitorimediazione;
CONSIDERATO che anche in relazione alla recente pronuncia della Corte di Giustizia dell'UE, è necessario che il legislatore nazionale intervenga per razionalizzare gli interventi in materia, eliminando gli ostacoli e implementando il supporto alla filiera della Canapa Sativa L.; Tutto quanto sopra premesso impegna la Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo e il Parlamento affinché si giunga in tempi rapidi al rilancio effettivo della filiera della Canapa Sativa L.";
tutto quanto sopra premesso,
impegna la Giunta regionale
ad attivarsi presso il Governo e il Parlamento affinché si giunga in tempi rapidi al rilancio effettivo della filiera della Canapa Sativa L."

PRESIDENTE

Prego, Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente. Grazie del tempo che dedicate a questa mozione che si vuole dedicare ad una filiera produttiva che interessa il Veneto in particolar modo.
La filiera della produzione della carica della Canapa sativa L sconta un forte pregiudizio che però rischia di limitarne gravemente il rilancio in ogni settore: quello agricolo, quello alimentare, quello nutraceutico, sanitario, edilizio, tessile, cosmetico. Pensate che in Veneto, però, questo settore si esprime con addirittura più di 100 ettari di terreni dedicati a questa produzione e questo anche grazie all'intervento legislativo, che è frutto di un lavoro di collaborazione fatto tra maggioranza e opposizione proprio nella scorsa Legislatura.
Questo settore, però, rischia di non realizzarsi in tutte le proprie possibilità a causa di un uso parziale della canapa per un divieto di vendita di una parte di questo prodotto, in particolar modo delle infiorescenze, che provoca un danno economico enorme ai produttori e una limitazione all'intero settore. Eppure questo divieto c'è nonostante vi sia, dal 24 gennaio 2019, una certezza: infatti, l'Organizzazione Mondiale per la Sanità ha rimosso la cannabis dalla tabella 4 della convenzione unica sugli stupefacenti, definendo chiaramente che il cannabidiolo, il cosiddetto CBD, che è la sostanza prevalente all'interno della Canapa sativa L è una sostanza, una molecola che non ha proprietà psicoattive.
Per questo motivo dobbiamo intervenire per fare in modo che a livello nazionale la normativa non sia controproducente per un settore che può, quindi, fare in modo di realizzare, all'interno del nostro territorio, una coltura che può fare la differenza da un punto di vista economico per i settori che vi ho citato prima, ma che può fare anche la differenza da un punto di vista ambientale perché sono note e sono citate anche all'interno della legge che abbiamo approvato a livello regionale, le proprietà, anche da un punto di vista ambientale, della coltivazione della canapa. Questo da un punto di vista ambientale per l'impatto in merito proprio alla riduzione di emissioni di CO2 e anche da un punto di vista di riduzione nell'utilizzo, all'interno del comparto agronomico dell'acqua proprio per il basso consumo idrico che essa richiede.
Qual è il problema? Nell'ottobre del 2020 è intervenuto un decreto del Ministero della Salute, da cui deriverebbero degli ingiustificabili e certi appesantimenti e restrizioni a carico dell'intera filiera di settore, sia della produzione, sia anche dei cittadini stessi, considerato che la composizione per la somministrazione ad uso orale del cannabidiolo ottenuto dagli estratti della cannabis dovrebbero considerarsi medicinali soggetti a prescrizione medica, da rinnovarsi volta per volta, e che i produttori con stabilimenti in Italia, dunque tutti i produttori, anche veneti, dovrebbero ottenere l'autorizzazione alla produzione di sostanze attive stupefacenti di origine vegetale rilasciata dal Ministero della Salute ai sensi del Testo unico sugli stupefacenti, nonostante, come ribadito prima, queste siano limitazioni che non rientrano all'interno di quanto dichiarato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Ecco, alla luce di questo, di fronte ad un rischio che è evidentemente ingiustificato, chiedo la possibilità di un'espressione unanime, da parte di questo Consiglio, di poter intervenire per sostenere il settore produttivo della canapa, in modo tale da consentire anche la realizzazione di quanto previsto dalla normativa regionale a sostegno del settore della filiera della canapa, in modo tale da realizzare anche quanto definito all'interno delle deliberazioni della Giunta regionale, anche quelle di quest'anno, che assegnano a questo settore delle risorse dedicate per l'innovazione, per la divulgazione e la conoscenza all'interno dei suoi diversi settori produttivi, dall'agricoltura alla parte della trasformazione, dando vantaggi a questa filiera, per gli operatori della fase di produzione primaria, quindi, dalla scelta delle varietà adeguate alla meccanizzazione e alla necessità dei prodotti richiesti, passando poi per i settori dei servizi e poi anche della trasformazione di utilizzazione del prodotto trasformato.
Dato che è proprio di oggi questa deliberazione della Giunta regionale pubblicata all'interno del BUR di assegnazione delle risorse con l'approvazione di un progetto di ricerca proprio per valorizzare questo settore, ritengo che questa mozione vada nella direzione giusta e sia opportuno essere uniti per richiedere a livello nazionale l'adempimento di una innovazione legislativa e normativa per un'efficienza di questo settore.

PRESIDENTE

Grazie. Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Chiedo la sottoscrizione se è possibile, della mozione e volevo intervenire aggiungendo alcune cose rispetto all'intervento della collega Guarda, anche perché Veneto Agricoltura il 22 settembre ha organizzato proprio un convegno, patrocinato dalla Regione Veneto, sulla canapa sativa e sulla possibilità che questa filiera sia importante anche da un punto di vista economico. Ci tenevo a riportare nel mio intervento – tra l'altro, le slide si trovano on line, quindi chiunque può vedere e sono molto, molto interessanti – che la coltivazione di questo tipo di canapa abbia dei vantaggi, soprattutto economici, per quanto riguarda il comparto agro-economico, contribuendo al miglioramento della redditività aziendale.
Faccio un esempio: rispetto al fatto che tantissimi giovani che oggi si stanno riavvicinando alla coltivazione, soprattutto in alcuni territori, ad esempio del Polesine, dove abbiamo un sacco di territori e di campi non coltivati, potrebbe essere una modalità facile per riattivare alcune tipologie di coltura di questo settore, quindi della canapa sativa, proprio perché è facile da coltivare, nel senso che varie ricerche fanno vedere che i costi di coltivazione e anche gli impianti che servono per coltivarla sono ridotti e, oltre a questo, danno una redditività, una produttività comunque molto elevata. Oltre a questo si permette di utilizzare anche una tipologia di cultura tipo biologico, quindi non intensivo, e, nonostante questo di produrre molto.
Inoltre, siccome l'uso di questo tipo di coltura è utile, oltre alle questioni che ha già ricordato la consigliera Guarda, rispetto all'uso medicale, faccio l'esempio di quanto anche in medicina si sta utilizzando e si pensa di poter utilizzare questo tipo di terapia, ad esempio negli stati terminali di tumori, oppure il fatto che possa essere utilizzata in ambito della produzione di tessuti sostenibili e quindi creare anche una filiera particolare. Il fatto che possa essere utilizzato anche in altri ambiti, come il settore musicale: la canapa viene utilizzata in tanti Paesi, ad esempio in Canada, dove ho vissuto, anche per costruire degli strumenti musicali o addirittura nella creazione di strutture che servono allo sport, soprattutto lo sport all'aperto, lo sport di cittadinanza.
Quindi è un settore chiave, ma abbiamo un pregiudizio in questo Paese rispetto al fatto che la Canapa sativa sia coltivare cannabis, che abbia, come diceva la consigliera Guarda, altri tipi di utilizzi e questa mozione sta portando l'attenzione su una tipologia, che è la Canapa sativa, che è appunto quella che si usa anche in maniera molto produttiva in tutta una serie di filiere economiche che credo nella Regione Veneto abbiano ragione di esistere.
Ripeto, soprattutto se noi potessimo fare come ha fatto la Regione Toscana e far funzionare bene la Banca della Terra, che abbiamo anche in Regione Veneto, e quindi una mappatura di tutti quei terreni oggi incolti che potrebbero essere riconvertiti con delle produzioni che magari si avvicinano di più alla tipologia del coltivatore giovane, che ha voglia di ritornare alla terra ma magari non ha un know how così complicato per poter coltivare cose complicate, la Canapa sativa è un tipo di cultura che potrebbe essere anche accessibile a una persona che magari non ha quel tipo di formazione.
Poi, magari un altro giorno apriremo anche un dibattito in quest'Aula, se ce ne sarà tempo, rispetto all'uso della cannabis, ma questo non è ovviamente il tema di questa mozione. Quindi chiedo di sottoscriverla e sono felice che sia stata presentata. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Canapa sativa o Canapa indica: la differenza è abbastanza marcata anche dal punto di vista botanico. Giusto per la consigliera Guarda dico che L. significa Linneo 1753, perché era già classificata all'epoca. C'è molta differenza tra le due specie, pur essendo molto simili e spesso vengono confuse.
Diciamo che la Canapa sativa è comunque una canapa che raggiunge anche altezze notevoli, arriva anche ai 5 metri, rispetto all'indica, quella illegale, che è molto più bassa e molto più ramificata, quindi c'è una grande anche differenza di tipologia tra le due piante, tra le due specie, pur essendo della stessa provenienza.
Diciamo che il Veneto da secoli è sempre stato un territorio in cui si è coltivata la canapa – poi parleremo della storia di Venezia nella mozione dopo che ho presentato – soprattutto per quello che veniva usato nell'Arsenale qui vicino di Venezia che erano le cime delle navi, delle galee che erano tutte di canapa, quindi la canapa si è sempre usata per le funi, per tante situazioni che naturalmente resero famosa la nostra Repubblica.
Detto questo, in tempi moderni non è proprio che siano solo 100 ettari coltivati in Veneto, bensì 500 ettari attualmente e c'è una grande tradizione della canapa nella coltivazione, soprattutto nella Valbelluna, ma anche e soprattutto – e qui vedo i colleghi di Verona – il grosso è, come pochi sanno, in provincia di Verona, più della metà della produzione. E non è solo per l'uso medicale, bensì per l'uso edilizio e soprattutto c'è una grande riscoperta di quelle che sono le pannellature fonoassorbenti, isolanti, ma anche per le fibre che vengono usate perché è una fibra molto lunga che viene usata molto per la carta, la cellulosa, ma anche poi mi vengono in mente usi anche più moderni, che sono quelli legati alla cosmetica: è una pianta molto ricca di vitamine, soprattutto del gruppo B.
Quindi, anche dal punto di vista medicale – e torniamo all'argomento di oggi – è molto ricercata, quindi addirittura ha molti omega 6 e omega 3, anche più dell'olio di oliva, quindi eventualmente l'olio di semi di canapa è l'altra produzione perché gran parte viene prodotta per la fibra, ma soprattutto per il seme.
Quindi adesso c'è una grande riscoperta a uso medicale e ricordo che, mi sembra tre anni fa, il collega Assessore alla Sanità, Coletto, fece una delibera, appunto, per la sperimentazione a uso medicale in Veneto della canapa sativa e ha un grande successo. Adesso addirittura ci sono anche molti negozi che vendono proprio questo tipo di canapa, con tanti prodotti di questo tipo, tutti i legali con THC sotto lo 0,2 – mi sembra che sia - quindi assolutamente questo ci trova favorevoli e quindi noi voteremo favorevole questa mozione come Gruppo Lega e Zaia Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sono anch'io un firmatario di questa mozione della collega Guarda e credo che l'impegno che si chiede alla Giunta regionale, sul quale siamo chiamati a votare, ovvero di attivarsi presso il Governo e il Parlamento affinché si giunga in tempi rapidi al rilancio effettivo della filiera della canapa sativa lineo, sia una cosa sacrosanta.
Ricordo che abbiamo parlato in quest'Aula più volte della canapa sativa nella decima Legislatura, siamo tutti d'accordo e abbiamo visto sempre questo tipo di canapa nel sostegno di questo settore, abbiamo visto che ci sono stati dei passi in avanti anche da parte della giurisprudenza nazionale e europea, è una coltivazione facile che non richiede l'utilizzo di pesticidi e amica anche del clima perché richiede irrigazione molto inferiore rispetto alle normali coltivazioni, come ad esempio quella del mais; è molto adatta al nostro clima, come è stato detto anche da chi mi ha preceduto, un tempo era diffusissima in Veneto, ma era molto più diffusa del mais, ed è una coltivazione che poi dà da lavorare a molti settori, da quello dell'edilizia per le coibentazioni, al tessile, l'alimentare, l'artigianato, la cosmetica, l'industria, addirittura l'energia, perché si producono anche combustibili volendo, e quindi sicuramente è una cosa da sostenere.
Quello che chiedo è che sia la volta buona che c'è un impulso presso il Governo affinché si arrivi finalmente ad avere la filiera della canapa attiva anche in Veneto? Mi auguro di sì, però è da tanto che ne parliamo e manca la filiera, cioè manca all'industria della canapa di trasformazione, per cui servono investimenti. Io mi chiedo oggi anche nel settore diciamo della riconversione ecologica verso questi obiettivi di sostenibilità, se non sia veramente il caso di partire finalmente anche con un impegno economico da parte della Regione e quindi massimo sostegno, con l'augurio che finalmente degli atti del Consiglio su questo tema portino a una nuova marcia rispetto a questo tipo di coltivazione.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Io esprimo parere favorevole, ovviamente voterò a favore di questa mozione e ne chiedo la sottoscrizione ai colleghi proponenti.
Dal mio punto di vista, credo ci sia ancora un grandissimo lavoro da fare per quanto riguarda anche l'aspetto conoscitivo; giustamente la mozione intitola "diradare la cortina fumogena" perché purtroppo corrisponde a realtà il fatto che ci sia questa diffusa cortina sul tema, perché non se ne parla e, quando se ne parla, in molti casi riscontro anche una certa non conoscenza del tema e purtroppo questo si presta a facili strumentalizzazioni anche dal punto di vista politico.
Pertanto, oltre al rilancio in sé, va anche fatta un'opera, secondo il mio parere, di informazione vera e seria alla cittadinanza, per far capire che la Canapa sativa era ed è ancora, ma comunque in passato di più, una cultura veramente diffusa nel nostro territorio, soprattutto nel Polesine e anche nel Ferrarese: erano terre che si prestavano proprio a questa coltivazione, come è stato detto dai miei colleghi, che non ha bisogno di tanta acqua, cresce abbastanza spontaneamente in maniera florida. Chiaramente si presta a un sacco di usi, come abbiamo richiamato in quest'Aula, dall'edilizia alla medicina, quindi anche dal punto di vista terapeutico è sicuramente molto apprezzata da chi ha specifiche patologie invalidanti come l'artrite reumatoide oppure la sclerosi multipla, la fibromialgia, che è una un'altra patologia che viene curata o comunque viene aiutata proprio tramite questo estratto di canapa.
Pertanto il nostro compito è quello di far capire a chi ci ascolta che la tematica è seria e non va fatta assolutamente disinformazione, ma vanno date le informazioni corrette sulla provenienza di questa pianta, sull'uso che se ne può fare e le proprietà che sono, a detta di tutti, molto molto utili in vasti settori della nostra economia.

PRESIDENTE

Bene. Non vedo altri interventi, quindi metto in votazione la mozione n. 40.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
9



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI POLATO, SPERANZON, FORMAGGIO, SORANZO E RAZZOLINI RELATIVA A "LA GIUNTA REGIONALE INTERVENGA PRESSO IL MINISTERO DEI TRASPORTI PER IL SOSTEGNO DELL'ATTIVITÀ DEGLI IMPIANTI A FUNE". (MOZIONE N. 24) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 25/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- la crisi Covid-19 ha impattato in modo disastroso anche sull'attività degli impianti a fune costringendoli a rimanere generalmente inattivi e/o sottoutilizzati per tutto il 2020 causando perdite economiche significative;
- le prospettive per il 2021 lasciano prevedere uno strascico importante della crisi fino ad oggi irrisolta con significative perdite economiche anche per l'anno in corso;
CONSIDERATO CHE:
- le vigenti norme individuano specifici interventi (revisioni quinquennali, revisioni generali ecc.) da espletare sugli impianti a determinate scadenze temporali e preordinati a garantire il permanere di condizioni di sicurezza quantomeno non inferiori a quelle originali, tenuto conto dei periodi di esercizio intercorrenti fra le prefissate scadenze e della conseguente usura subita dalle parti componenti di impianti stessi;
- per i servizi di pubblico trasporto effettuati mediante impianti funicolari aerei e terrestri e destinati ad assolvere finalità turistico-sportive, se rimasti totalmente o parzialmente inattivi o sottoutilizzati durante l'emergenza Covid-19, si ritiene possa essere accordata una proroga dei termini relativi alle scadenze temporali e riguardanti le revisioni speciali e le revisioni generali, quale differimento dei termini di scadenza fissati per i singoli impianti a fune in relazione agli interventi periodici di revisione;
tutto ciò premesso e viste le particolari difficoltà economiche,
impegna la Giunta regionale
ad intervenire presso il Ministero dei trasporti per verificare la possibilità di concedere una congrua proroga a tutte le scadenze temporali ricadenti negli anni 2021 e 2022 riguardanti le revisioni speciali e generali degli impianti a fune".

PRESIDENTE

Polato, prego.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Sostanzialmente questa era stata fatta a febbraio, quando non avevamo ancora visto l'attuazione dell'ultimo decreto Milleproroghe e il successivo decreto del Ministero delle Infrastrutture. Qualcosa è stato fatto, nel senso che si è legata la vita naturale degli impianti a fune ad una sostanziale proroga delle scadenze, ma il problema sostanziale – e ovviamente chiediamo ai due Assessori che sono interessati alla cosa, l'assessore Caner e l'assessore e Vicepresidente De Berti – è un ulteriore passo avanti in relazione alla modifica di due articoli che interessano i due decreti legge, l'articolo 13, comma 7, e l'articolo 14, che sostanzialmente legano la proroga degli impianti a fune al Decreto Emergenza.
Ora, già sappiamo – e vediamo le polemiche di questi giorni – che si vuole prorogare da aprile a luglio anche la questione di emergenza legata al Covid e il fatto che si leghi la proroga degli impianti alla durata e alla scadenza del Decreto Emergenza impone soprattutto un esborso finanziario importante per quelle società che ormai sono chiuse da più stagioni, perché sia per la stagione estiva che per la stagione invernale, sostanzialmente sono fermi da diverso tempo, per cui non sono nelle condizioni anche economico-finanziarie di sostenere eventuali interventi importanti come quelli fatti sugli impianti a fune.
Ovviamente, ma questo è già previsto dal decreto, l'eventuale proroga è concessa sulla base di verifiche tecniche da parte dell'USTIF, sulla sicurezza e sull'aggiornamento dell'impiantistica stessa.
Tanto per darvi un dato e per dirvi oggi cosa prevede il decreto, che poi è stato conseguente alla mozione presentata, si prevede sostanzialmente una proroga di 12 mesi della scadenza e ovviamente della vita naturale dell'impianto, comunque in un periodo di massimo 120 giorni dalla cessazione dell'emergenza Covid. Questo è improponibile, perché potrebbe avere una scadenza nel 2022 e ovviamente non avrebbe le risorse finanziarie per fare tutta una serie di interventi che non sono necessari, in quanto gli impianti sono rimasti e sono tuttora fermi.
Allora, con questa mozione si chiede alla Giunta di intervenire presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed eventualmente presso il Governo, se adottasse nuovi provvedimenti anche generali, affinché la proroga non sia di 12 mesi, ma sia almeno di 24 mesi e comunque sempre in relazione non all'emergenza Covid, ma sia scollegata e proprio legata all'effettiva durata, alla vita all'impianto.

PRESIDENTE

Grazie al collega Polato. La parola alla vicepresidente Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ringraziamo per la mozione e diciamo che in linea generale condividiamo l'impianto e le osservazioni che sono state fatte, nel ricordare anche che esiste comunque un decreto che è stato fatto a gennaio. Detto questo, proprio per quello che ha detto il collega Polato, che lo ha comunque anticipato nel suo intervento e per essere maggiormente puntuali nell'impegno, volevamo proporre, se possibile, un emendamento nell'impegno in cui si dice "fatte salve le verifiche funzionali a carico del direttore degli impianti" proprio per quello che è appena stato detto e per essere maggiormente precisi, altrimenti è nel decreto, ma non è nella mozione che stiamo andando a votare all'interno dell'Aula. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Io non vedo altri interventi, quindi metto in votazione la mozione n. 24.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Presidente, però ho chiesto un emendamento.

PRESIDENTE

Sì, fermate la votazione. Il collega Polato ha sentito l'emendamento proposto dalla Zottis.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Sì, Presidente, va benissimo anche perché nel decreto attuativo del Ministero sono previsti gli allegati regolamenti che poi impegnano i direttori tecnici nell'assunzione della responsabilità e degli interventi di messa in sicurezza degli impianti, per cui è una precisazione che va benissimo.

PRESIDENTE

Benissimo, quindi probabilmente è proprio che non siamo riusciti a coglierlo da questi banchi: chiedo alla collega Zottis di ripeterlo così lo mettiamo a verbale.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Alla fine dell'impegno scrivere: "fatte salve le verifiche funzionali a carico del direttore degli impianti".
Grazie, Presidente, e grazie al collega Polato.

PRESIDENTE

Va bene. Quindi, con questa modifica, che è puntuale, precisa e limitata, metto in votazione la mozione n. 24.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione come modificata)
"Il Consiglio regionale del Veneto

PREMESSO CHE:

- a crisi Covid-19 ha impattato in modo disastroso anche sull'attività degli impianti a fune costringendoli a rimanere generalmente inattivi e/o sottoutilizzati per tutto il 2020 causando perdite economiche significative;
- le prospettive per il 2021 lasciano prevedere uno strascico importante della crisi fino ad oggi irrisolta con significative perdite economiche anche per l'anno in corso;

CONSIDERATO CHE:

- le vigenti norme individuano specifici interventi (revisioni quinquennali, revisioni generali ecc.) da espletare sugli impianti a determinate scadenze temporali e preordinati a garantire il permanere di condizioni di sicurezza quantomeno non inferiori a quelle originali, tenuto conto dei periodi di esercizio intercorrenti fra le prefissate scadenze e della conseguente usura subita dalle parti componenti di impianti stessi;

- per i servizi di pubblico trasporto effettuati mediante impianti funicolari aerei e terrestri e destinati ad assolvere finalità turistico-sportive, se rimasti totalmente o parzialmente inattivi o sottoutilizzati durante l'emergenza Covid-19, si ritiene possa essere accordata una proroga dei termini relativi alle scadenze temporali e riguardanti le revisioni speciali e le revisioni generali, quale differimento dei termini di scadenza fissati per i singoli impianti a fune in relazione agli interventi periodici di revisione;

tutto ciò premesso e viste le particolari difficoltà economiche,
impegna la Giunta regionale

ad intervenire presso il Ministero dei trasporti per verificare la possibilità di concedere una congrua proroga a tutte le scadenze temporali ricadenti negli anni 2021 e 2022 riguardanti le revisioni speciali e generali degli impianti a fune, fatte salve le verifiche funzionali a carico del direttore degli impianti."
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Mi scusi, non ho potuto votare la precedente mozione, ma volevo votarla.

PRESIDENTE

Allora rimane a verbale che il collega Speranzon non è riuscito a votare e che votava favorevolmente.
PUNTO
10



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI ZANONI, GIACOMO POSSAMAI, CAMANI, BIGON, ZOTTIS, MONTANARIELLO, LORENZONI, GUARDA, OSTANEL E BALDIN RELATIVA A "PROGETTO DI AMPLIAMENTO DELLA CAVA MORGANELLA SOTTOFALDA FINO A 60 METRI DI PROFONDITÀ IN VIOLAZIONE DELLA LEGGE SULLE CAVE. LA REGIONE SOSPENDA IL DECRETO DI AUTORIZZAZIONE E VERIFICHI LA NATURA DEI MATERIALI PRESENTI NEL FONDO DELLA CAVA". (MOZIONE N. 28) RESPINTA

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- il direttore dell'area Tutela e Sviluppo del Territorio, con decreto n. 68 del 31 dicembre 2020, con oggetto "Progetto generale di riqualificazione ambientale e urbanistica e approfondimento parziale del polo estrattivo denominato "Castagnole-Morganella". Comuni di localizzazione: Paese (TV) e Ponzano Veneto (TV). Procedura V.I.A. e autorizzazione (D. Lgs n. 152/2006 e ss.mm.ii., art. 24 della L.R. n. 10/1999 , L.R. 4/2016). Codice Progetto: 37/16", ha autorizzato il progetto della Associazione Temporanea di Impresa ATI - Biasuzzi Cave Spa (ora ICG Srl) - Calcestruzzi Spa - Superbeton Spa, che prevede l'approfondimento di escavazione di ghiaia e sabbia della cava Morganella, sita a Ponzano Veneto e Paese (TV), dagli attuali 40 a ben 60 metri di profondità dal piano campagna;
- il progetto prevede la realizzazione di un ampliamento con estrazione di ghiaia e sabbia sottofalda per 261.349 metri quadri, per un ammontare totale di 4.150.000 metri cubi materiale da estrarre;
- la suddetta cava è in funzione da prima del 1975 per l'estrazione della ghiaia, e da prima del 1982 la profondità delle escavazioni ha raggiunto la falda acquifera, permettendo all'acqua di affiorare e creare un lago dalle dimensioni di circa 500.000 metri quadrati. La suddetta falda, peraltro, presenta una direttrice di scorrimento sotterraneo verso l'acquifero multifalde in direzione del comune di Treviso;
- nel 2012 e 2016 l'Alto Trevigiano Servizi, che gestisce il Servizio Idrico Integrato di 52 comuni, per un totale di circa 215.000 utenze, servendo più di 500.000 persone in un bacino territoriale di 1.376 chilometri quadrati, si è dichiarato contrario all'approfondimento dello scavo in falda perché ciò potrebbe mettere a rischio inquinamento l'acqua dei pozzi a valle della cava;
- la Commissione regionale VIA si era espressa favorevolmente al progetto in data 24 aprile 2013 e 25 marzo 2015, con voto a maggioranza. Avevano votato contro ben quattro commissari: il presidente della Commissione VIA, il vicepresidente della Commissione VIA, il dirigente della sezione regionale geologia e georisorse e il sindaco di Ponzano Veneto;
- il Comitato tecnico regionale VIA in data 28 ottobre 2020 ha confermato "i contenuti, le relative valutazioni, conclusioni e prescrizioni pronunciate con i pareri della Commissione regionale VIA" dei succitati pareri della Commissione regionale VIA;
CONSIDERATO CHE:
- detto progetto è sottoposto alle disposizioni della legge regionale 44/1982 sulle cave ai sensi dell'articolo 30, comma 1, della legge regionale 13/2018 sulle cave. La legge regionale 13/2018 "Norme per la disciplina dell'attività di cava" all'articolo 30 "Disciplina dei procedimenti amministrativi in corso" stabilisce infatti che: "Ai procedimenti amministrativi in materia di coltivazione di cava, in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, continuano ad applicarsi le disposizioni vigenti alla data in cui i procedimenti hanno avuto inizio.";
- detto progetto risulta violare palesemente l'articolo 44 della legge regionale 44/1982, laddove alla lettera g) prevede "nelle zone pianeggianti la profondità massima di cava non può essere superiore a un quarto della dimensione caratteristica dello scavo, definita come il rapporto tra la superficie dello scavo e il suo perimetro.";
- detta disposizione vieta l'approfondimento dello scavo sino alla profondità di 60 metri sotto il piano campagna e perciò il progetto in esame risulta violare la legge;
- anche la Commissione tecnica provinciale per l'attività di cava, in data 6 settembre 2017, aveva evidenziato i contenuti dell'articolo 44, lettera g), della legge regionale 44/1982 in relazione al progetto;
- la Direzione geologia e risorse con circolare del 30 maggio 2012, prot. 250494, a firma del direttore Ing. Marco Puiatti, indirizzata all'Unità VIA, ha ribadito che "il richiesto approfondimento della cava, dagli attuali 40 metri di profondità (già autorizzati) fino a circa 65 metri, non rispetta la disposizione di cui all'articolo 44, comma 1 della legge regionale 44/82" e che "l'approfondimento possibile è pari a circa 3,00 metri". Detto parere è stato confermato dalla Direzione difesa del suolo dell'area tutela e sviluppo del territorio con circolare del 18 giugno 2018 n. 230323;
- perciò a norma di legge può essere autorizzata al massimo una profondità di scavo di 43 metri sotto il piano campagna;
CONSIDERATO ALTRESÌ CHE:
- nella 29ª Seduta pubblica del Consiglio regionale di sabato 13 febbraio 2016, con deliberazione n. 31 con voti unanimi e palesi, è stato approvato l'ordine del con oggetto: "ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DAL CONSIGLIERE ZANONI RELATIVO A "STUDIO RICOGNITIVO PER LA MESSA IN SICUREZZA DELLA CAVA MORGANELLA DI PONZANO VENETO E PAESE 3 (TV)" IN OCCASIONE DELL'ESAME DEL DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "LEGGE DI STABILITÀ REGIONALE 2016"";
- il testo dell'odg recitava: "PREMESSO che nei comuni di Ponzano Veneto e Paese insiste una delle più grandi cave di ghiaia in esercizio a falda affiorante, lunga circa un chilometro e larga mezzo chilometro. Questa enorme cava è stata oggetto di una richiesta di autorizzazione all'ampliamento ed approfondimento, oggetto di un inspiegabile "via libera" da parte della Commissione per la Valutazione di Impatto Ambientale. In detta cava la Provincia di Treviso ha effettuato dei rilievi con ecoscandagli in seguito alla quale, tra l'altro, è emersa la presenza sul fondo di materiali non meglio specificati. È perciò opportuno effettuare ulteriori accertamenti mirati, impiegando personale qualificato, al fine di rilevare visivamente (in immersione) e prelevare campioni dei materiali.";
- il dispositivo dell'impegno per la Giunta prevedeva che: "IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE a effettuare, avvalendosi prioritariamente dell'Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto (ARPAV), ai sensi dell'articolo 3 e 6 della legge regionale 18 ottobre 1996, n. 32 , una ricognizione dei materiali depositati sul fondo della "Cava Morganella" ubicata nei Comuni di Ponzano Veneto e Paese, per determinarne la natura e l'eventuale pericolosità, al fine della messa in sicurezza della cava medesima.";
- ad oggi non è stato dato seguito al dispositivo e non si conosce ancora la natura dei materiali presenti sul fondo della cava;
- atteso il ricorrere di indicatori di illegittimità del provvedimento assunto e quindi il sussistere dei presupposti per un immediato esercizio di forme di autotutela in via amministrativa anche, ricorrendone le condizioni, ai sensi dell'articolo 21 quater della legge n. 241 del 1990, mediante la sospensione in via cautelare della esecuzione del provvedimento assunto;
impegna la Giunta regionale
1) a effettuare, avvalendosi prioritariamente dell'Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto (ARPAV), ai sensi degli articoli 3 e 6 della legge regionale 18 ottobre 1996, n. 32 , una ricognizione dei materiali depositati sul fondo della "Cava Morganella" ubicata nei Comuni di Ponzano Veneto e Paese, per determinarne la natura e l'eventuale pericolosità, al fine della messa in sicurezza della cava medesima;
2) ad attivarsi, nell'esercizio delle proprie funzioni di vigilanza e controllo sulle strutture, di cui all'articolo 4 della legge regionale n. 54 del 2012, per la sospensione della esecuzione del provvedimento assunto, anche operando ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 23 bis della legge regionale n. 54 del 2012 per la individuazione del soggetto cui attribuire il potere sostitutivo in caso di inerzia".

PRESIDENTE

Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è una mozione che abbiamo sottoscritto come Consiglieri di opposizione: oltre al sottoscritto, anche i colleghi Giacomo Possamai, Camani, Bigon, Zottis, Montanariello, Lorenzoni, Guarda, Ostanel e Baldin.
Riguarda una nuova autorizzazione di escavazione sotto falda di una cava che è in esercizio tra il Comune di Paese e il Comune di Ponzano da prima del 1975, dove si estrae ghiaia e sabbia ed è sotto falda, cioè da decine di anni stiamo scavando dentro la falda acquifera.
Erano tre cave, poi col loro ampliamento, ne è risultata una sola, che probabilmente è la più grande d'Europa, lunga un chilometro e larga mezzo chilometro: uno va lì e vede un grande lago, ma in realtà è la falda acquifera, quella che viene utilizzata dai pozzi. Quindi, dovete considerare che già dal 1982 la legge regionale del Veneto vieta lo scavo sotto falda, però questa era già in funzione e quindi ha sempre funzionato in deroga.
Sono stati raggiunti i 40 metri di autorizzazione di scavo sotto falda, era ferma da alcuni anni, la falda acquifera interessata è quella che scorre verso valle e che poi va alimentare i pozzi del Comune capoluogo di Treviso. L'autorizzazione arriva dopo tredici anni perché questo è un progetto presentato da un'associazione temporanea di impresa, da tre cavatori che adesso sono diventati due e al 31 dicembre del 2020, l'ultimo dell'anno, c'è stata questa autorizzazione.
C'è stato un parere favorevole della VIA nel 2013, ma va detto che ci furono 8 favorevoli e 4 contrari, che erano niente di meno che il Direttore del Settore cave della Regione Veneto, il Presidente della Commissione VIA, il Vicepresidente della Commissione VIA e un altro, tant'è vero che, come sa bene l'assessore Calzavara, che fu relatore della legge, nel 2016 il Consiglio regionale fa una riforma della VIA e prevede solo gli interni dentro il Comitato VIA perché ci siamo resi conto che gli esterni evidentemente non facevano gli interessi dei cittadini del Veneto.
L'ultimo dell'anno, cosa succede? Dopo questo anno horribilis, eravamo tutti che ci preparavamo probabilmente a festeggiare quel poco che si poteva festeggiare, ma nel chiuso del Palazzo, il responsabile dell'Area Ambiente della Regione Veneto, avoca a sé il potere di fare il decreto, lo toglie al Direttore cave, che è quello che autorizza questi progetti, e approva questa autorizzazione, che consente 15 anni di scavi a 60 metri di profondità dentro la falda acquifera e per 4,15 milioni di metri cubo di ghiaia e sabbia.
Dovete pensare che il Piano Cave del 2018, approvato nella scorsa legislatura, prevede per la provincia di Treviso 0 metri cubi di ghiaia da scavare perché le autorizzazioni non sfruttate sono così tante da raggiungere gli 80 milioni di metri cubi, quindi avevamo già 80 milioni di metri cubi in provincia di Treviso e qui se ne aggiungono altri 4,15.
È un'autorizzazione che va contro la legge: di solito si parla di illegittimità, qui possiamo parlare di illegalità, qua c'è un atto illegale fatto da un funzionario della Giunta regionale del Veneto, che va contro il combinato disposto dell'articolo 44, lettera g), della legge 44/82 e dell'articolo 30, comma 1, della nuova legge sulle cave, la 13 del 2018 secondo cui è vietato scavare fino a 60 metri. La Regione del Veneto, con documenti, dice che si può scavare fino a meno 43 metri perché, applicando la legge, questo è il massimo che per quella cava si può andare a scavare e lo dicono quattro funzionari regionali in Commissione VIA.
È un'autorizzazione, quindi, colleghi – siatene tutti molto coscienti – che va contro la legge, è illegale, e la richiesta è di revocare il decreto, chiedere al Presidente che per autotutela esistono delle norme che lo consentono nel caso in cui un funzionario faccia delle cose sbagliate e quindi revocare il decreto e poi determinare la natura dei materiali sul fondo, che da dieci anni la Provincia di Treviso ha scoperto in grosse quantità, ma nessuno ha mai voluto definire di che natura sono, nonostante ci sia stato un ordine del giorno approvato all'unanimità nella scorsa legislatura, proposto dal sottoscritto, che impegnava la Giunta a verificare finalmente la natura con quei materiali.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Collega, il tempo, grazie.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Concludo, dopo interverrò in discussione.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire la collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Aggiungo poco a quanto già detto dal consigliere Zanoni, ma mi soffermerei su due punti; uno è una dichiarazione dell'Assessore all'Ambiente del Comune di Treviso che dice: "Sappiamo che la Cava Morganella potrebbe insistere sulle falde e, di conseguenza, l'acqua che arriva a Treviso pescata da Alto Trevigiano Servizi, potrebbe avere eventuali inquinanti. Per questo abbiamo deciso di chiedere ad ATS di intensificare i controlli dei loro cosiddetti pozzi spia, che si trovano all'interno del territorio comunale di Treviso, per monitorare la qualità dell'acqua ed eventuali situazioni di emergenza".
Il tema è: perché, sapendo che ci potrebbero essere eventuali situazioni di emergenza eventuali agenti inquinanti nelle falde di un Comune come quello di Treviso, noi oggi ci accingiamo a votare una mozione, che spero avrà il parere positivo, su qualcosa su cui già anni fa questo Consiglio regionale – io non c'ero – aveva appunto approvato altre due linee di indirizzo, due mozioni, se non erro: nel 2014 una mozione contro il progetto di approfondimento della cava, mentre nel 2016 era stato approvato all'unanimità un ordine del giorno che impegnava la Regione ad effettuare la ricognizione dei materiali depositati sul fondo della cava per determinarne la natura e l'eventuale pericolosità al fine della messa in sicurezza della cava stessa.
Ecco, ad oggi non è stato dato seguito a due disposizioni, che comunque un Consiglio regionale come questo, che ritengo importante, aveva dato.
Allora ci sono due punti fondamentali, e poi chiudo subito perché non credo di poter aggiungere molto a quello che è già stato detto dal consigliere Zanoni ed a quello che potete leggere nella mozione: ma se noi abbiamo qui dentro votato – io non c'ero ma alcuni di voi sì – all'unanimità un provvedimento e questo Consiglio, come stiamo facendo oggi, sta votando tante mozioni, che io spero non vengano votate solo per poter dire che si è votato a favore di una cosa o contro una cosa, ma perché ci si crede, perché altrimenti non saremo qui fino alle sei e mezza a votare mozioni che ognuno di noi propone o linee di indirizzo.
Due, il fatto che comunque venga dichiarato dagli stessi amministratori, pur dicendo che poi si faranno i controlli, che vi è la possibilità di avere una pericolosità su questo sito specifico e quindi di inquinare eventualmente le acque di un territorio. Abbiamo già conosciuto in questa Regione delle questioni importanti, non vado a dilungarmi sulla questione dei PFAS, e allora mi chiedo davvero perché noi non possiamo, visto che è già stato detto che esiste il dispositivo dell'autotutela che permette di tornare indietro, anche perché sappiamo che a livello amministrativo certe scelte arrivano dopo, oggi è arrivata questa decisione, questo Consiglio aveva dato delle linee di indirizzo diverse la scorsa legislatura, visto che la maggioranza è simile, mi chiedo perché oggi non dovremmo dire di sì a questa mozione che è una nuova linea di indirizzo, in continuità con quello che era già stato deciso, perché lì sussiste un problema effettivo.
Ecco, che l'interesse privato debba sempre in qualche modo avere la meglio quando anche ci sono delle questioni di pericolosità per i nostri cittadini, io credo sia sbagliato, quindi davvero invito tutti a votare a favore di questa mozione perché credo che sia abbastanza di buonsenso, visto che comunque già questo Consiglio regionale si era espresso e perché la pericolosità non è di sicuro un allarmismo, una pericolosità che si lancia così, ma è basata sui fatti e sulle stesse dichiarazioni degli amministratori locali del Comune di Treviso. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ha chiesto intervenire la consigliera Rizzotto. Prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
L'oggetto della mozione riguarda Cava Morganella, che è in Comune di Ponzano Veneto e marginalmente in Comune di Paese. La prima questione sollevata è la richiesta di verifiche dei materiali sul fondo cava, ma su questo il collega Zanoni omette un po' alcuni fatti o non li riporta correttamente, perché verifiche ci sono state negli anni: nel 2014, nel 2017 ed anche ora le sta conducendo ARPAV, ma non hanno mai prodotto elementi oggettivi che indicassero che sul fondo cava vi siano materiali non compatibili con il ciclo di lavorazione della ghiaia.
ARPAV si sta avvalendo anche della collaborazione dei sommozzatori dei Vigili del fuoco del distretto interregionale per fare queste verifiche, proprio anche in questo periodo e li ringraziamo, però l'invaso è molto grande, quindi se lei è così certo che vi siano dei materiali pericolosi, perché non fornisce queste informazioni? Perché non ci dice dove sono e che tipo di materiali ci sono così anche ad agevolare il loro ritrovamento?
La Regione comunque si è mossa senza bisogno del suo intervento ed anche nel decreto autorizzativo che lei conosce bene è prescritto l'obbligo di fare preliminarmente le analisi, oltre che dei terreni sopra falda, anche del fondo lago, quindi prima dell'avvio dei lavori deve essere prodotta la caratterizzazione dell'area di cava comprensiva dei materiali sul fondo dell'attuale invaso.
Oggi, con la nuova legge, la 14/2018, che abbiamo approvato noi, non sarebbe possibile rilasciare questa autorizzazione. Non sono più consentiti anche gli scavi sotto falda, però, come ricordava lei, qui parliamo di una cava che da più di quarant'anni è sotto falda e questa è un'autorizzazione il cui iter era stato avviato prima dell'entrata in vigore della nostra legge.
Per quanto riguarda la posizione di ATS, citata nella mozione e anche nelle mail che abbiamo ricevuto tutti, quindi la contrarietà all'escavazione, non mi sorprende certamente perché ATS è da sempre e sempre contraria ad ogni richiesta di escavazione, che sia una cava o che sia anche un pozzo privato, perché potenzialmente potrebbe inquinare le falde. Mi sento però di tranquillizzare anche i trevigiani gestiti da ATS che la stessa svolge più di 1.600 monitoraggi l'anno sulla rete idrica, oltre a verifiche a sorpresa che sono svolte dall'ULSS e anche dall'ARPAV.
Se però lei ritiene che vi sia un rischio ambientale, sarebbe coerente e responsabile da parte sua fare anche un esposto in Procura.
Per quanto attiene la revoca del decreto, ci sono arrivate diverse mail che chiedono di revocare questo decreto, di approvare questa mozione che chiede la revoca, richiesta rivolta a noi Consiglieri regionali, ma anche al Presidente Zaia. Mi chiedo come possano pensare che competa a noi. Chi emette il decreto? Chi può revocarlo? Di certo non l'organo politico, né il Presidente Zaia, né la Giunta, tantomeno questo Consiglio regionale e lei questo lo sa bene, però lei ci chiede comunque di fare delle ingerenze, come organo politico, su un iter esclusivamente tecnico, che non passa nemmeno per una semplice presa d'atto, né in Giunta regionale, né tantomeno in questo Consiglio regionale.
Se però ritiene davvero, come ha scritto, che nel provvedimento ricorrano indicatori di illegittimità, oggi ha citato anche illegalità, faccia ricorso, anzi deve farlo: i documenti li ha, questa è un'Amministrazione assolutamente trasparente, i Consiglieri possono disporre di tutte le informazioni utili all'espletamento del loro mandato, non serve chiedere la convocazione di una Commissione consiliare per fare domande ad un dirigente regionale su uno specifico decreto tecnico, procedura impropria ed inusuale e per questo è stata rigettata.
Le informazioni le può chiedere direttamente e le ha e le può anche usare, se pubbliche, e fare ricorso. Quindi sia coerente e responsabile con ciò che afferma. Lei ci ha abituato sempre a lanciare tanti sassi, per una volta non nasconda la mano, fornisca le informazioni di cui dispone sui materiali del fondo cava, faccia un esposto in Procura per danno ambientale e faccia ricorso al TAR contro questo provvedimento che lei ritiene assolutamente illegittimo.
Il nostro voto ovviamente non può che essere contrario a questa mozione, perché le verifiche del materiale sul fondo cava la Regione lo sta già facendo e la revoca del decreto non è una competenza né del Consiglio regionale, né tantomeno della Giunta. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ha chiesto di intervenire il consigliere Joe Formaggio; prego, collega.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Buongiorno a tutti.
Concordo pienamente con quanto ha appena detto la Presidente della Seconda Commissione, ma quello che mi spaventa ed è il motivo per cui invito tutto il Consiglio a votare contro questa mozione, è che, quando parliamo di illegalità su atti che la Regione ha fatto con la Commissione VIA e tutti gli apparati tecnici, chi siamo noi Consiglieri regionali per mettere mano a delle scelte tecniche che non sono competenza né della Seconda Commissione (ricordo che Zanoni aveva chiesto anche che venissero tutti i tecnici a fare udienza in Commissione, quindi cose assurde), né tantomeno del Consiglio.
Domani mattina Joe Formaggio, che è stato Sindaco di Albettone, dove esistono delle domande di cava, fa una mozione, invece, a favore di una cava: neanche questa resta in piedi. Quindi voi, Zanoni e company, state chiedendo un abuso di democrazia e fate parte anche del Partito Democratico, quindi son cose che non stanno né in cielo né in terra.
Sapete cosa dovete fare? Fate un bel ricorso al TAR, chiamate i due Sindaci dei Comuni dove la cava è in itinere, chiedete una sospensiva e poi, se perdete o vincete al TAR, andate in Consiglio di Stato fino in Cassazione: così si fa quando dei giudici decidono se quello che ha fatto il tecnico va bene o va male, ma non è di certo la politica che deve mettere il naso su cose tecniche o contro o a favore. Infatti, se noi approviamo oggi questa mozione, domani costruiamo un biogas a Verona, domani costruiamo un'acciaieria vigenza, danno l'autorizzazione tecnica, l'ARPAV fa i suoi controlli.
Ricordo a Zanoni che è un'azienda privata che fa queste cose, con tutto quello che deve supportare e sopportare, però poi pagato sempre da chi crea PIL in Veneto e tutti i controlli (ARPAV, Ispettorato del lavoro, Acque), cioè chiunque può andare dentro un'azienda a controllarla e a fare qualsiasi cosa senza che venga invitato e ci mettiamo pure noi, in Consiglio regionale, a fare i vessatori dei privati che legalmente presentano un progetto, che piaccia o che non piaccia. Ho sentito che quattro membri su dodici hanno votato contro questa cava, benissimo, però otto hanno votato a favore.
Quindi o cambiamo le leggi e diciamo che la scelta deve essere all'unanimità della Commissione VIA oppure facciamo i ricorsi al TAR, andiamo in Europa, andiamo nel mondo, facciamo quello che dobbiamo fare, però non deve essere un Consiglio regionale che mette il becco su una scelta tecnica degli uffici preposti. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Prego, consigliera Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Guardate, molto semplicemente a proposito di trasparenza di cui prima parlava la consigliera Rizzotto e la disponibilità della documentazione, in realtà la visione che ha trasmesso nel suo intervento è eccessivamente rosea, perché non corrisponde al vero in quanto il 22 marzo, un mese fa, ho richiesto proprio quel famoso decreto che è citato all'interno di questa mozione, quello sottoscritto dal Direttore della Tutela e Sviluppo del territorio, alla struttura stessa e dalla Giunta quel documento, a distanza di un mese, non è ancora arrivato.
E allora vorrei sapere, a distanza di un mese, quel decreto che ha pubblicato all'interno del BUR, quindi reso noto semplicemente nel titolo, non nel contenuto, sulla base di quale documento questa discussione si basa e sulla base di quale trasparenza la Regione e la Giunta vogliono dialogare non soltanto con i Consiglieri, ma anche con la comunità tutta, perché se ad un mese di distanza un Consigliere non può avere la documentazione ufficiale in mano, come deve avere la documentazione per poter dialogare con le Istituzioni e avere chiarimenti con le Istituzioni competenti? Deve averle forse sottobanco e riuscire ad averle con metodi non coerenti? È questo è il metodo che la Regione del Veneto vuole attuare? Quali sono le motivazioni?
Questa è la domanda che io, a questo punto, pongo a voi Giunta e anche maggioranza, perché è anche vostro interesse che la documentazione e gli atti siano disponibili, non solo nel titolo, ma nei contenuti, ed è su questo tema che oggi noi dobbiamo discutere: sulla trasparenza, sulla disponibilità dei documenti, sulla disponibilità che sia a garanzia dei Consiglieri, ma dei cittadini stessi e assolutamente in una disponibilità che non può tradursi in un rimando nel tempo, ma deve essere tradotta in fatti che consentano al Consiglio di ragionare su chiarimenti che riescano a definire come mai un Direttore della Tutela e Sviluppo del territorio può permettersi, così come si domandava prima il consigliere Formaggio sui Consiglieri, di avocare a sé il diritto di sottoscrivere un decreto che, invece, sarebbe di competenza del Direttore della Difesa del suolo, per inadempienza o magari per riuscire a ragionare su delle tematiche su cui invece la Direzione Difesa del suolo negli anni scorsi si è espressa in maniera diversa.
Questo abbiamo voluto riportare all'interno della mozione che oggi andiamo a discutere, perché era la proprio la Difesa del suolo che ricordava come l'approfondimento ulteriore poteva essere, invece, da tutelare proprio nella misura del rispetto della legge e su questo aspetto ribadisco che bisogna andarsi a concentrare. È una questione di legalità, è una questione di coerenza, anche rispetto a quei progetti di cui la Regione del Veneto e voi stessi della maggioranza vi fate grandi nelle discussioni all'interno del nostro territorio, ricordando che siete stati i primi a puntare a una distribuzione delle acque acquedottistiche, le acque del rubinetto, provenienti dall'acqua di falda proprio per una questione di tutela del cittadino. Su questo avete investito e state investendo anche i fondi provenienti dallo Stato per sostituire le fonti acquedottistiche dei PFAS, per resuscitare il progetto del grande MOSA, il grande progetto acquedottistico che mette in rete il sistema acquedottistico veneto proveniente dalle acque proprio di faida.
Se vogliamo, quindi, realizzare questo progetto, le acque di falda devono essere le prime a essere tutelate al 300%, non ricorrendo a mezzucci di questo genere e non approvando un decreto al 31 dicembre. L'atto politico deve essere quello di guidare e anche di collaborare con la parte tecnica perché dalle previsioni politiche, dalla progettazione, dalla pianificazione politica servono anche gli atti tecnici.
Questa è la ragione per cui noi abbiamo presentato questa mozione e per cui chiediamo che alle decisioni politiche seguano anche i fatti e questo è il motivo per cui chiediamo che anche dalle parole di trasparenza e di condivisione massima degli atti e dei documenti non venga data una risposta di cui la Presidenza del Consiglio regionale è a conoscenza, perché la settimana scorsa ho dato notizie anche di questa violazione di non condivisione di decreti, che devono essere pubblicati non soltanto nei titoli, ma anche nei contenuti e devono essere messi a disposizione non solo dei Consiglieri, ma di tutti i cittadini che ne fanno richiesta. Ribadisco che la metodologia della condivisione dei dati non è quella di passare sottobanco.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Passiamo ora al collega Lorenzoni Arturo.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Io credo che la questione sollevata dall'interrogazione del collega Zanoni sia seria, perché non possiamo nasconderci che la procedura con cui è stato autorizzato questo intervento sia quantomeno insolita; faccio fatica a parlare di illegalità perché non ho gli elementi giuridici, però sicuramente ha sollevato la mia diffidenza una procedura con questi tempi e con queste modalità.
Allora, se non è un tema giuridico, è sicuramente un tema di opportunità: io credo che sia compito di questo Consiglio proprio quello, in primo luogo, di tutelare il nostro territorio e tutelare la salute e la sicurezza dei nostri cittadini e un intervento di questo tipo, anche se fosse legalmente ammissibile, sicuramente, visto che c'è una legge che limita a 43 metri lo scavo massimo, è inopportuno. Allora mi chiedo: perché non dobbiamo intervenire per cercare di tutelare la sicurezza che è sancita proprio da un provvedimento normativo che va a limitare gli scavi oltre quella profondità, quando siamo consapevoli che andiamo ad esporre a dei potenziali rischi?
Allora io veramente mi sento di sostenere fortemente la richiesta, che è una richiesta di trasparenza, è una richiesta non tanto di mettere il naso nelle attività di un'azienda, come diceva il collega Formaggio: qui non si tratta di mettere il naso da nessuna parte, qui si tratta di portare alla luce del sole i procedimenti e di tutelare un uso del territorio che sia compatibile con la vita sana dei cittadini, per cui penso che una mozione di questo tipo non abbia assolutamente niente di inopportuno, anzi, sia doverosa nel momento in cui così tante persone hanno manifestato il loro timore e la loro preoccupazione di fronte all'iniziativa.
Io veramente sono sorpreso da come ancora ci siano dei procedimenti amministrativi così poco lineari nella nostra Regione e mi auguro che non dobbiamo più assistere a cose di questo tipo e che riusciamo a porre rimedio ad un'iniziativa che può veramente minare la salute di una parte grossa dei cittadini del Veneto, perché i movimenti delle falde sono su scala molto ampia, come purtroppo abbiamo conosciuto in altre parti del Veneto, e quindi la messa in sicurezza di questi spazi sotterranei credo sia assolutamente prioritaria: è responsabilità di questo Consiglio e di ciascuno di noi, che deve veramente interrogarsi se non sia opportuno avere un maggior rispetto del nostro territorio, una maggiore attenzione alla sua conservazione e alla sua messa in sicurezza.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bigon Anna Maria; prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
La cava Morganella è un progetto che prevede la realizzazione di un ampliamento con estrazione di ghiaia e di sabbia pari a 261.349 metri cubi per un totale di 4.150.000 metri cubi; è in funzione già dall''80 circa e già da molti anni ha raggiunto la falda acquifera creando un lago di dimensioni enormi.
La normativa in esame parla chiaramente di poter scavare fino a meno 43 metri e non oltre: questo è un dispositivo legislativo tanto che la legge regionale 13 del 2018 stabilisce che l'applicazione delle disposizioni vigenti va dalla data in cui i procedimenti avevano avuto inizio e quindi c'è una palese violazione di quella che sarebbe la legge 44 dell'82, che vieta lo scavo fino a 60 metri, cosa di cui si parla oggi.
Di fronte a questa disposizione, di fronte al fatto che comunque ancora ad oggi noi lamentiamo tutti la carenza di trasparenza, la mancata consegna dei documenti richiesti nonostante gli accessi fatti, i solleciti, ci manca veramente la possibilità, spesso e volentieri, di fare il nostro ruolo, dobbiamo sicuramente accedervi in altri modi perché il nostro ruolo lo vogliamo assolutamente svolgere, ci viene detto oggi che l'esame, eventualmente, delle analisi lo facciamo noi, possiamo fare anche ricorso, anzi, siamo stati invitati a fare un ricorso alle autorità giudiziarie.
Scusatemi, ma dove siamo qua? Non siamo nel Consiglio regionale? Perdonatemi. Qua voi ci dovete mettere in grado di conoscere tutto ovviamente, di avere tutta la documentazione e di rispettare quello che noi diciamo, perché questa osservazione salvaguarda non solo l'opposizione, sapete, ma anche la maggioranza, ed è già la seconda volta che lo dico: salvaguarda anche la maggioranza. Qua non si accusa nessuno, qua si vuole chiarezza e siccome penso che non occorra essere un tecnico, un architetto o un geometra per capire comunque cosa significa scavare tutti quei milioni di ghiaia, sabbia, eccetera, sappiamo perfettamente cosa significa, credo che sia nostro dovere, poiché significa anche salvaguardia della tutela della salute pubblica, capirne i motivi e fare le osservazioni necessarie, corrette.
Voi avete solo un dovere: quello di chiarire e di rispondere, non di dirci di fare ricorso: questo non è il nostro ruolo; magari verrà fatto, verranno fatti esposti, ognuno agirà come procede, ma questo è un ruolo diverso, qua siamo in un'Aula consiliare, dove vengono discusse e proposte mozioni, decreti legislativi, proposte di legge e non possiamo permetterci di avere delle risposte del genere, assolutamente.
Comunque il rispetto della legge è un fatto non tecnico, è anche politico, è soprattutto politico, perché la legge regionale l'ha fatta la politica; il tecnico certo che deve rispettarla, ma nel momento in cui evidenziamo che una discrasia c'è, la politica deve rispondere, non ci deve mandare a far ricorso. Non è questo l'obiettivo: l'obiettivo è tutelare la cittadinanza e di fare le cose per bene. Questo è il nostro obiettivo e questo dovrebbe essere l'obiettivo del Consiglio regionale tutto, indipendentemente da maggioranza e minoranza, non c'è distinzione in questo, non ci deve assolutamente essere.
Abbiamo depositato una mozione, predisponendo delle osservazioni a cui comunque va data una discussione e va concessa, nel modo regolare, senza tante accuse, assolutamente, perché stiamo ancora aspettando i documenti che abbiamo chiesto tempo fa e li vogliamo e andiamo avanti, perché comunque la trasparenza parte soprattutto da qua, nel mettere a disposizione tutto quello che serve, perché altrimenti non c'è trasparenza, non c'è trasparenza. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Bigon. Ha chiesto di intervenire la collega Camani Vanessa, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intanto vorrei ringraziare il collega Zanoni perché ha contribuito a portare dentro quest'Aula una discussione che esiste fuori da questo palazzo, in provincia di Treviso, dentro delle manifestazioni, dentro la preoccupazione di diversi cittadini. E allora mi dispiace che la collega Rizzotto sia uscita, ma è giusto che questo Consiglio regionale non viva soltanto della burocrazia e degli interessi di parte, ma provi a vivere di quelle che sono le preoccupazioni, le tensioni, le necessità dei cittadini fuori da quest'Aula, perché stiamo parlando di un progetto che impatta fortemente in un territorio e stiamo parlando di un progetto sul quale migliaia di cittadini, fuori da questo palazzo, ci chiedono un supplemento di riflessione.
Mi sembra davvero banale il richiamo della collega Rizzotto, che ci invita ad adire la Procura: stia tranquilla, Consigliera, che questa, come tutte le volte che avremo notizie di reato, non ci faremo alcun problema ad andare in Procura. Qui, però, non si parla di reati o, meglio, non è questo il luogo nel quale bisogna parlare di reati, qua si parla di necessità di trasparenza e si parla di rispetto per le preoccupazioni dei cittadini e questo è oggettivamente un intervento che ha dei profili di opacità per la tempistica con la quale questa procedura è stata avviata nella notte del 31 dicembre. Vi sembra veramente normale che un funzionario della Regione, firmi un decreto di questa portata, dopo decenni che era attesa quella firma, il giorno prima di cambiare incarico, come ultimo atto?
C'è una procedura discussa, la Commissione VIA che si è confrontata e non è riuscita ad arrivare ad un parere all'unanimità condiviso, c'è un problema tecnico sul quale dobbiamo fare una riflessione, e cioè che è un provvedimento che, a norma vigente, sarebbe impossibile da realizzare; ci sono le difficoltà a recuperare gli atti che bene ci hanno raccontato il consigliere Zanoni, la consigliera Guarda e la consigliera Bigon.
Quindi ci sono, a proposito delle Procure, diversi elementi spia, che non dico che ci devono orientare nel voto, ma perlomeno ci imporrebbero di affrontare questa mozione con un degno livello di interesse, attenzione e preoccupazione.
Nel 2016 fu votata una mozione all'unanimità da questo Consiglio regionale, che aveva esattamente questo intendimento: prestiamo attenzione a ciò che accade lì; se non vogliamo ammettere che le mozioni che votiamo non servono a niente, là dobbiamo, dobbiamo tornare e la mozione di oggi non vincola il tecnico regionale a cambiare opinione, vincola però questo Consiglio ad affrontare con serietà, sul piano politico, un tema che i cittadini ritengono rilevante e che gli amministratori, che non sono del PD, di quei Comuni guardano con preoccupazione.
Allora non si può essere militanti di un partito quando servono i voti e quando poi i nostri amministratori ci chiedono un supplemento di attenzione, dire che non si può fare, come ha fatto la consigliera Rizzotto, dicendo ai vostri Sindaci: "Andate in Procura"; non è questo il tipo di politica che io credo questo Consiglio regionale debba provare a costruire.
Io penso che con questa mozione noi non siamo chiamati ad esercitare un potere che va oltre le nostre funzioni e cioè revocare un atto di un dirigente, però siamo chiamati ad esprimerci politicamente su ciò che pensiamo rispetto a quel progetto, siamo chiamati a dire alla Regione: "Curati di più e meglio che le verifiche sull'impatto ambientale siano fatte". Non vedo l'Assessore che è venuto con i report dei test di ARPAV, di cui ci ha parlato la Rizzotto, ma poteva essere una soluzione.
Noi stiamo chiedendo a questo Consiglio di farsi carico della preoccupazione dei cittadini e di chiedere alla Giunta di pesare di più la valutazione, di sospendere in attesa di verifica, di ascoltare la richiesta dei cittadini, dei Sindaci, dei movimenti, delle famiglie. Chi ha seguito la vicenda PFAS sta vivendo un film che ha già visto, dove i cittadini registravano delle difficoltà e la politica tutta, con questo modo di essere di superiorità, diceva: "Fate ricorso al TAR, fate ricorso in Procura". Ecco, noi oggi su questo tema strategico, abbiamo l'opportunità di dimostrare che vogliamo scrivere una storia diversa, non revocando un atto di un dirigente, ma impegnando il Consiglio e il dirigente a sospendere e rivalutare questa decisione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Camani. Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Io per questa mozione, che ho sottoscritto e che condivido, ringrazio il collega Zanoni: credo che abbia svolto correttamente il suo ruolo, ovvero quello di cercare di farsi carico delle problematiche dei cittadini e portarle al livello istituzionale che gli compete, ovvero in questo caso quello regionale.
Pertanto sinceramente trovo un po' fuori luogo le accuse che gli vengono mosse e credo che abbia fatto il giusto, quello che doveva fare e che noi siamo chiamati a fare come rappresentanti dei cittadini, perché, vedete, il nostro compito è proprio quello di portare a galla le problematiche, farci carico delle istanze, delle richieste che provengono dalla collettività, dalla popolazione e portarle avanti, cercare di raggiungere dei risultati.
Su questo tema, ricordo che, come è già stato fatto anche in precedenza, si sono mosse delle associazioni, si è mossa Legambiente Treviso, c'è anche una petizione on line che ho contribuito a far circolare e credo che una risposta vada assolutamente data.
Mi viene in mente anche un altro episodio che mi ha visto in prima linea e riguardava il deposito di GPL a Chioggia: anche questa era una tematica che avevo portato in discussione in quest'Aula e, purtroppo, da parte della Regione, non c'è stato un grande lavoro contro questo deposito, però poi la soluzione l'ha trovata il Governo. Quindi questo è indice del fatto che, anche se sono questioni tecniche di primo acchito, ma la soluzione politica, se si vuole trovarla, si può percorrerla. In quel caso, infatti, poi si è andati a ristorare la ditta proponente, proprio per evitare di dar vita ad un deposito a pochi passi dal centro storico abitato della città.
Ritengo che anche su questa vicenda si possa fare qualcosa e cerchiamo di pensare a cosa si potrebbe fare per venire incontro alla popolazione e per rassicurarla; non partiamo dal presupposto sbagliato che ci siano sempre dei cittadini che abbiano voglia di scatenare polemiche, ma ci sono anche questioni che chiedono un maggiore approfondimento e il nostro compito credo sia proprio quello di dare le rassicurazioni che la popolazione merita. Inoltre parliamo di un territorio che, come sappiamo, è già stato vessato in passato e su questioni ambientali che sono al giorno d'oggi estremamente importanti.
Pertanto, anche dal mio punto di vista, occorre fare maggiore chiarezza e fermarsi un attimo per riflettere su quanto è ancora possibile fare, proprio per venire incontro alle legittime preoccupazioni dei cittadini residenti nel territorio di Treviso.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ha chiesto di intervenire il consigliere Montanariello, prego. Non c'è il collega Montanariello, quindi diamo la parola al consigliere Zanoni, in replica. Prego, collega.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Presidente, il collega non riesce a parlare dal suo computer.

PRESIDENTE

Okay. Il collega Montanariello, se vuole parlare, deve iscriversi altrimenti viene in Aula, se non riesce a parlare. Intanto si è prenotato il collega Possamai.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Adesso si iscrive sta facendo la procedura.

PRESIDENTE

Grazie.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Molto brevemente, perché molto hanno detto i colleghi prima di tutto mi dispiace...

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, mi sente?

PRESIDENTE

Sì, adesso la sento, però c'era il collega Possamai che sta intervenendo, quindi le do la parola dopo se si prenota, grazie.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Abbiamo problemi, Presidente, vedo che anche Soranzo sta scrivendo in chat che non riesce...

PRESIDENTE

Ho capito, adesso vi mandiamo un informatico. Prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sarò breve, nel senso che molto hanno detto i colleghi, ma non posso non rilevare un fatto ed è che la rilevanza evidentemente che a questa discussione per la Giunta, per la Regione del Veneto, la ricaviamo dalle presenze su questi banchi: siamo abituati alla scarsa presenza del Presidente Zaia in quest'Aula, francamente abituarci anche all'assenza totale della Giunta speriamo che non diventi un'abitudine. Infatti, se davvero è questo l'interesse nei confronti di un tema fondamentale come quello che discutiamo con questa mozione, che va molto oltre la questione di Cava Morganella, c'è da preoccuparsi non tanto per noi quanto per i cittadini.
Questo non è un tema di Procure, di inchieste, di fare eventualmente ricorsi al TAR e lo dico alla consigliera Rizzotto, che evidentemente forse è fuori con la Giunta per cui non c'è: non dobbiamo essere noi, ma casomai i Sindaci, che sono gli stessi Sindaci che oggi sono messi in difficoltà da questo iter, perché magari, anche a causa del colore politico, anche a causa del fatto che sono in sintonia con chi oggi governa la Regione, sono più in difficoltà a esprimersi pubblicamente, sebbene sia evidente, dalla presa di posizione del Presidente di ATS, ma anche da quello che gli amministratori sul territorio dicono, che questa difficoltà sia forte e sia presente, perché alla fine è questa la questione.
C'è un editoriale durissimo di qualche giorno fa di un pericoloso foglio che non so se sia bolscevico o menscevico, che si chiama "La vita del popolo" e qui c'è qualche Consigliere regionale della provincia di Treviso che sa che si tratta del settimanale della Diocesi di Treviso, che con l'editoriale durissimo, mette a nudo come questa questione vada ben oltre il tema dell'appartenenza politica, ma c'entra con il rispetto di un Ente nei confronti del territorio. Il punto è che in questa vicenda non si capisce – prima la consigliera Camani ha parlato di opacità -come questo iter si sia sviluppato, in che modo e perché con queste date e questi riferimenti francamente strani, ma soprattutto nessuno ha ritenuto che bisognasse spiegare, cioè che bisogna dire perché.
Magari probabilmente la riunione fondamentale era stata fissata nella cena di Capodanno a casa del Dirigente e quindi evidentemente si è firmato il 31 perché in quel giorno c'era l'incontro decisivo, sennò non si capisce. Il problema, ancora, non è che non capiamo noi, è che non capiscono le persone e se leggete i giornali – e sono convinto che tutti voi li leggete quotidianamente – scoprite che nelle ultime settimane ci sono state manifestazioni e incontri sul territorio assolutamente trasversali; non è una battaglia politica, è la battaglia di un territorio.
Chiudo su questo. Sembra proprio che la vicenda dei PFAS non abbia insegnato nulla e io vengo dalla Provincia di Vicenza che molto ha dato su quel fronte e molto sta continuando a dare. Ma l'idea che in questa Regione capitino delle cose gravi (non è che capitano perché arrivano dal cielo capitano, perché ci sono delle responsabilità dirette) e si continui a far finta di niente e si provi a dire che è una questione tecnica, la tecnica discende dalle scelte politiche e noi qui questo vi chiediamo e continuiamo a chiedervi e cioè un atto politico, votando questa mozione, per dire che, dove c'è opacità, dove non c'è chiarezza, dove le cose ai cittadini sembrano inspiegabili, è necessario un supplemento di approfondimento. Questo chiediamo e su questo francamente non capiamo come potete non rispondere: "Presente". Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ha chiesto di intervenire il consigliere Polato, prego.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Presidente, grazie.
Volevo intervenire sull'ordine dei lavori per chiedere a lei se poteva dipanare una questione su questa mozione, perché io ho ascoltato con attenzione l'intervento di tutti i colleghi e ovviamente anche tutta una serie di affermazioni di cui poi ognuno si assume le proprie responsabilità. Però nel dispositivo dell'impegno riscontro che si chiede una sorta di sospensione dell'esecuzione del provvedimento da parte della Giunta, che dovrebbe attivarsi. Allora volevo chiedere se può un Consiglio regionale impegnare la Giunta a sospendere l'esecuzione di un provvedimento di un Dirigente: volevo capire questo e poi proseguo con l'intervento. Grazie.

PRESIDENTE

Collega, tutto è possibile, nel senso che è un atto di indirizzo politico, quindi questa è un'indicazione e poi, ovviamente, se il Consiglio approva, la Giunta si prende anche di conseguenza la responsabilità. Noi ovviamente siamo chiamati a dare un giudizio sulla mozione e, nel caso dovesse essere approvata, c'è un impegno formale: è un impegno politico. Poi, sulla questione che stiamo parlando di un giudizio tecnico e non solamente di una questione politica, questo è un altro ragionamento, però i Consiglieri possono presentare questo tipo di mozione.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Okay, allora posso proseguire con l'intervento, Presidente?

PRESIDENTE

Sì, sì, prego.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie.
Allora, guardate, come dicevo, io ho ascoltato con attenzione l'intervento dei colleghi, anche perché ovviamente credo che la difesa del territorio non sia una questione di colore o di parte, ma sia effettivamente una dimostrazione...

PRESIDENTE

Collega, si deve anche prenotare però perché prima aveva fatto un intervento sull'ordine dei lavori, adesso sta intervenendo sulla mozione.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Va bene adesso?

PRESIDENTE

Sì, prego, vada.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Dicevo, Presidente, che ho ascoltato con attenzione l'intervento dei colleghi e la tutela del territorio non credo abbia colore politico, se non la necessità di difendere effettivamente il proprio territorio, la propria Regione, anche attraverso indirizzi politici che la politica deve dare.
La cosa che mi lascia perplesso rispetto a questa mozione e che mi preoccupa anche è che si fanno delle affermazioni pesanti perché, se leggo il penultimo capoverso e l'ultimo capoverso prima del dispositivo, si intravede il ricorrere di indicatori di illegittimità del provvedimento assunto, per cui abbiamo, in questo momento, un atto amministrativo che è stato autorizzato da un dirigente, è stato approvato, anche se a maggioranza, da una commissione VIA e da tecnici che vengono nominati proprio per le proprie capacità, in cui noi mettiamo in discussione il fatto che questo provvedimento sia legittimo.
Allora mi chiedo, da amministratore pubblico, come può la politica sovrapporsi alla parte tecnica di fronte anche a perplessità e a situazioni che sul territorio abbiamo e che a volte non piacciono ai cittadini, ma purtroppo hanno tutti i crismi e le condizioni per essere approvate (penso a eventuali discariche rispetto ad altre situazioni).
Allora mi preoccupa e penso a come è costruita la stessa mozione, che entra nel merito di provvedimenti assunti da organi volutamente per legge, a seguito anche di provvedimenti del Governo che hanno autorizzato proprio la funzione dei dirigenti stessi, che mettiamo in discussione perché, comunque, si parte con una premessa in cui il Direttore dell'area Tutela e Sviluppo del territorio autorizza sostanzialmente, con atto n. 68 del 31.12.2020, questa profondità da 40 a 60 metri.
Io non entro nel merito di quello che ovviamente può o meno aver fatto il Direttore dell'Area Tutela e Sviluppo del territorio e nemmeno di quello che ha approvato la Commissione VIA, perché nel momento in cui la politica entra nel merito dei tecnici, allora ovviamente si apre un percorso che poi non è più controllabile perché pensiamo per assurdo un Consiglio comunale che può o meno bocciare una variante urbanistica, ma un Consiglio comunale, nel momento in cui ha una proposta di delibera che riporta tutti i pareri favorevoli oppure una concessione edilizia che viene rilasciata sulla base di pareri di valutazioni di tecnici, nel momento in cui la politica entra nel merito di queste discussioni, si ravvedono spesso e volentieri anche dei problemi di abuso d'ufficio.
Ma, al di là di questo, ragioniamo interpretando la mozione così come viene descritta e, per un attimo, pensiamo che il Consiglio l'approvi, che vengano effettuati dall'Agenzia regionale e protezione del Veneto, dall'ARPAV, i controlli che devono essere fatti, si blocca e ovviamente si sospende, se possibile, l'esecuzione del provvedimento assunto e poi, a seguito dei riscontri, si verifica che tutto rientri nella norma e tutto risulti regolare. Ma per eventuali danni che vengono creati ai privati o alle aziende che oggi insistono su quella cava chi poi si accollerebbe i costi creati da una situazione di stallo, di blocco per verifica e controllo?
Io credo che, prima di rilasciare queste autorizzazioni, mi auguro, ma così dovrebbe essere, tutti gli uffici preposti avrebbero dovuto fare tutti i controlli e tutte le verifiche del caso, per cui mi preoccupa il fatto che noi politici non entriamo nel merito di un indirizzo. E qui concordo con i colleghi che hanno sollevato la trasparenza perché credo che l'atto amministrativo richiesto debba essere messo a disposizione dei Consiglieri regionali o comunque degli amministratori, proprio per trasparenza, per cui mi trovano assolutamente d'accordo, ma ovviamente sarà la Giunta o il Presidente a dare le motivazioni dei ritardi, però faccio fatica ad approvare un provvedimento in cui io metto in discussione il lavoro dei tecnici, perché a questo punto è una commistione che credo che la politica non debba fare.

PRESIDENTE

Grazie, collega Porato. Collega Montanariello, prego, proviamo a vedere se riesce a collegarsi.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Mi scusi, per prima, ma c'è qualche ritardo oggi nei sistemi.
Io credo che non possiamo noi paragonare questo provvedimento ad una concessione edilizia, a un permesso a costruire: sono due cose del tutto diverse, del tutto impattanti in maniera diversa nel territorio e che riguardano sicuramente fette di popolazione del tutto diverse.
Quindi, al netto di quello che si pensi, è anche giusto inquadrare il problema e capire di cosa stiamo parlando, però, siccome sappiamo di cosa stiamo parlando, la mia paura è che qualcuno vuol far finta di non sapere di cosa stiamo parlando, perché contestare un palazzo che ha tre piani in più e non ti arriva la mattina il sole perché abiti dietro, non vuol dire contestare uno scavo sotto falda, da quanto ho capito. Ma qua non si tratta di non rispettare le regole, qua si tratta del fatto che la politica si sta assumendo una grossissima responsabilità, che non è quella dell'atto amministrativo, che non è quella della legalità dell'atto, che non è quella della mera regolarità di un provvedimento: per quello ci saranno altri organi e altre aule in altre sedi che saranno preposte e imputate a farlo.
Ma qua la politica si sta assumendo una responsabilità enorme ed è quella di non rispettare le preoccupazioni dei cittadini e questo non è un reato, ma è gravissimo. Non è un reato non ascoltare i cittadini, ma è gravissimo perché qui non sta insorgendo una parte politica, qui non sta insorgendo una comunità avulsa dal contesto sociale veneto, qua sta insorgendo un pezzo di popolo Veneto fatto di qualsiasi estrazione sociale, di qualsiasi credo e di qualsiasi colore politico. Allora, una buona Amministrazione si deve porre il tema e il problema di quello che sta succedendo e non è che aver preso il 77% vi autorizza ad andare oltre le preoccupazioni della gente, non è che avere un forte consenso vuol dire che chi si preoccupa non si deve preoccupare perché glielo dite voi.
Qua non si tratta di legalità o illegalità, qua si tratta di avere un rapporto ancora con il territorio e smettere di asserragliarsi nei palazzi, andando a trovare la virgola e il punto per non discutere dei temi: questa volta è un tecnico, la volta scorsa per il TPL non dobbiamo sentire Tizio e Caio, la volta dopo ancora il punto e la virgola. Ma, cari colleghi, io credo che probabilmente questo forte consenso che avete avuto alle ultime elezioni – ve lo dico con serenità – vi ha fatto un po' perdere il rapporto fuori col territorio, ma vi ricordo che quel territorio fra cinque anni dovrà valutare se vi vuole ancora votare o no e, da quello che io vedo, dal modo in cui lo ascoltate, ponetevi una riflessione, perché cinque anni sono lunghi e non finisce domani la vita amministrativa della Regione.
Qua la volontà politica di prendersi cura del proprio territorio c'è o non c'è? Andare a vedere se un iter legislativo è avvenuto legalmente, ci mancherebbe altro che non fosse avvenuto legalmente, vivaddio, volete che qualcuno faccia qualcosa di illegale? Ma figuratevi. Si può fare un iter amministrativo per andare sotto falda in modo illegale? Ma lo escludo, non ditelo neanche per scherzo. Però, se avviene durante i botti di Capodanno, forse un tema c'è, se il signor, anziché sparare i mortaretti, firmava l'atto autorizzativo, dovremmo porci un problema: o era un animalista convinto come Zanoni e quindi era contro i mortaletti, non aveva nulla da fare ed è andato a firmare un atto la sera del 31 o probabilmente non sapeva dove andare a festeggiare il Capodanno o probabilmente nessuno delle due, ma chi legge vuole capire.
Allora qua non si tratta di legalità o illegalità, smettiamola di alzare i toni e i livelli della discussione ogni volta: ognuno si assuma le sue responsabilità. Certo, ce le assumiamo tutte, come sempre, fino alla fine e fino all'ultimo, però vorremmo capire questo atto legale, legalissimo, importante, guai a chi lo tocca, scolpito nelle tavole del Vangelo, e vogliamo capire la responsabilità politica di una visione di territorio cosa dice di questo atto, che è legale e basta? No.
Non è che quando si vuole, si fa politica e si parla di tutto e quando non si vuole diciamo...

PRESIDENTE

Collega concluda, per cortesia.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Sì, certo, mi avvio a concludere.
Allora quello che sta accadendo sapete perché urla vendetta?
Non perché ci può essere la legalità più o meno alta...

PRESIDENTE

Collega, le devo togliere la parola.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Concludo, Presidente. Urla vendetta perché c'è una maggioranza che si sottrae a dare un giudizio su un'opera importante per il territorio.

PRESIDENTE

Grazie, collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l'assessore Bottacin, prego.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie, Presidente.
Intanto vorrei rassicurare il consigliere Possamai che sono stato presente dall'inizio della seduta, quindi ho seguito tutto il dibattito anche sugli altri punti, tant'è vero che ho anche letto delle interrogazioni ad inizio seduta.
Intanto vedo un po' di confusione, nel senso che è appena stato detto che è legalissimo, non ci sono profili di illegittimità, assolutamente no, ma la mozione parla di illegittimità in maniera chiara, tant'è che il secondo punto del dispositivo impegna la Giunta ad attivarsi con il potere sostitutivo, che viene adottato prevalentemente in casi in cui si ravvedono situazioni di questo tipo; invece, l'altro tema è quello della ricognizione dei materiali e, come ha detto la presidente Rizzotto prima, la ricognizione dei materiali è una condizione necessaria per poter avviare l'ampliamento ed è scritto nel dispositivo.
Vero è, come ha detto sempre la presidente Rizzotto, che sono in corso anche in questi giorni, adesso non so se in queste ore, ma ne sono stati fatti anche in passato, dei sopralluoghi da parte dei Vigili del Fuoco e sommozzatori, ricognizioni che, a quanto mi risulta, non hanno dato esito di materiali particolari (poi vedremo anche gli ultimi esiti), per cui se il consigliere Zanoni ha degli elementi precisi di materiali che sono stati scaricati lì dentro, ci farebbe un favore a dirlo a noi, oltre che alle forze dell'ordine.
Politicamente il Consiglio deve esprimersi, ma io credo che il Consiglio si sia già espresso, quantomeno tutti i Consiglieri della passata legislatura perché, come è già stato detto, noi abbiamo votato una legge sulle cave che non esisteva dal 1982 e abbiamo votato per la prima volta nel Veneto il Piano Cave, che non è mai esistito precedentemente e quindi politicamente ci siamo già espressi contro situazioni di questo tipo, tant'è vero che, se fosse stato richiesto l'ampliamento successivamente alla legge che noi abbiamo approvato, non ci potrebbe essere nessun ampliamento.
Noi dico noi della maggioranza abbiamo votato quella legge, non so se tutti i Consiglieri, adesso non ricordo, però noi della maggioranza ci siamo già espressi in questi termini e dico noi perché anch'io ero Consigliere, quindi l'ho votata anch'io. Oggi, invece, non voto. Quindi politicamente ci siamo già espressi contro, ma credo che quest'Aula non sia un tribunale e quindi noi dobbiamo attenerci alle normative che esistono e, dal punto di vista tecnico, è stato detto che ci sono i 63 metri, è semplicissimo, lo capisce chiunque, non occorre essere dei geni.
Allora, poiché i dodici della Commissione VIA si sono espressi, otto a favore e quattro contrari, già mi sorge una domanda: se fosse così banale la cosa o se non sarebbe andata così. Vorrei ricordare che la Giunta regionale, tramite la sua Avvocatura, ha chiesto anche all'attuale VIA di esprimersi sul parere e ha dato conferma del parere che era già stato espresso nel 2013 e quindi ha confermato quel giudizio. Ma ripeto che non credo sia un'aula di tribunale, penso che ci si assume la responsabilità di quello che si vuole: qui c'è scritto illegittimità e si dà mandato alla Giunta di intervenire con potere sostitutivo.
Faccio presente che in Veneto è già successo che un Sindaco sia stato arrestato con un capo di imputazione di violenza privata per aver richiesto al capo dei Vigili di non mettere l'autovelox in una via: questo riferiscono le cronache dei giornali. Quindi un'ingerenza di un certo tipo, se non è confermata da elementi oggettivi, credo che possa esporre chi vota a favore di questa mozione a questo rischio.
Ripeto che io non la devo votare, quindi non è che la sto difendendo o sto andando contro, pongo solo una questione di quanto è accaduto nel Veneto, dividendo l'aspetto politico, su cui ci siamo già espressi e la posizione nostra è chiara, sennò non avremmo votato quella legge, quel Piano Cave, dall'aspetto tecnico/giuridico. Dopodiché, se l'atteggiamento è quello di dire: "Non possiamo esporre nessuno a potenziale rischio", mi stupisce che sia stato detto da un mio collega ingegnere, perché siccome il rischio zero non esiste...

PRESIDENTE

Assessore, concluda, per cortesia.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

...qualsiasi provvedimento può essere discusso.
Chiudo dicendo che non accetto confronti con i PFAS, perché noi, a differenza di chi stava al Governo a Roma e non eravamo certo noi, i limiti li abbiamo messi e ci siamo esposti a ben 43 ricorsi amministrativi. Quindi la Giunta ha preso le decisioni e, quando doveva assumersi responsabilità, lo ha fatto, però in questo caso sono elementi che sono stati approvati da organismi tecnici, secondo quanto prevede la legge. Ma quando c'era da assumersi la responsabilità politica in Giunta, lo abbiamo fatto.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Per il diritto di replica interviene il collega Zanoni in qualità di primo firmatario.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sono rimasto sorpreso veramente dagli interventi dei colleghi di maggioranza e anche da quello dell'Assessore: se ha coraggio e la coerenza, cambiamo dispositivo se c'è qualcosa che non va nel dispositivo, ma la votazione di questa mozione in realtà è un atto politico che è già stato in qualche modo fatto in passato: ricordo la mozione 2014 e l'ordine del giorno del 2016 che ho presentato sui materiali in fondo alla cava.
Per quanto riguarda le lezioni di coerenza e addirittura il fatto di lanciare il sasso e nascondere la mano della collega Rizzotto, che adesso purtroppo non c'è, non accetto lezioni dalla collega Rizzotto che, fino a qualche anno fa, era a capo dei cortei e delle manifestazioni contro la Superstrada Pedemontana Veneta e adesso è la maggiore paladina di questa opera. Ho sempre avuto delle posizioni chiarissime sulla tutela delle falde acquifere, sullo scavo sotto falda in Veneto e ho sempre difeso quel divieto che c'è dal 1982, ma che non è mai stato rispettato perché sono sempre state rilasciate deroghe su deroghe o autorizzazioni in deroga.
Per quanto riguarda sempre la collega Rizzotto che mi dice: "Se sa qualcosa, lo dica", è così grande la cava e non riescono a trovarli. Guardi che, collega Rizzotto, probabilmente lei ha la memoria corta, forse anche cortissima, perché l'ordine del giorno del 2016 che chiede di definire la materia, la natura di quei materiali in fondo cava, l'ha votato anche lei, è passato all'unanimità. Io non so che cosa sia cambiato da allora ad adesso ma in ogni caso, basta chiedere le carte alla Provincia di Treviso, è la Provincia di Treviso che ha determinato queste masse, sa benissimo dove sono, lo ha fatto con degli ecoscandagli e quindi chiedete le carte alla Provincia se non sapete dov'è quel materiale, sanno benissimo dov'è il materiale.
Per quanto riguarda l'esposto in Procura, c'è già chi lo sta scrivendo, non si preoccupi, collega, perché effettivamente potrebbero esserci anche competenze che vanno oltre.
Sul fatto che Zaia non può revocare il decreto, mi scusi, ma qui noto una grande ignoranza in materia, perché è stata smentita anche dall'Assessore, che ha ribadito che ci possono essere queste facoltà in casi come questo.
Ricordo che ATS (Alto Trevigiano Servizi) ha 500.000 persone servite e si è sempre dichiarato contrario perché dice: potrebbe mettere a rischio inquinamento l'acqua dei pozzi a valle della cava.
Lo stesso assessore Bottacin, che è appena intervenuto, nel 2016, disse che la Commissione VIA ha fatto quello che doveva fare, ossia dare un parere, ma non è detto che, se una Commissione dice una cosa, la Giunta debba adeguarsi. Vedo che anche l'assessore Bottacin ha cambiato parere in merito.
Poi non riesco a capire perché nella nona Legislatura questa è la mozione votata da questo Consiglio, contro il progetto, contro il progetto adesso non valga più.
Comunque, per tornare a noi, cari colleghi, questo è un voto che pesa moltissimo: 4,14 milioni di metri cubi significa che abbiamo quella firma del 31 dicembre, che si può tradurre anche in economia – parliamo molto di soldi qui in Veneto – da 40 a 80 milioni per quanto riguarda la vendita di questi 4,14 milioni, che saranno un po' meno naturalmente, di ghiaia o sabbia. Quindi parliamo di 50 milioni di euro, per cui è un voto che pesa quello di oggi, ma sicuramente una firma pesantissima è quella dell'ultimo dell'anno.
Sulla trasparenza, collega Rizzotto, ci sono tre interrogazioni sul perché di questa autorizzazione fuori procedura, sul perché il sito della VIA era oscurato ed è stato oscurato nei momenti più importanti, sul perché l'atto non è ancora stato notificato: è un mese che la collega Guarda l'ha chiesto, ma sono quattro mesi che è stato approvato. Perché non viene dato e notificato?
Siamo qui per fare gli interessi di 5 milioni di cittadini veneti o gli interessi di due cavatori? È più importante l'acqua potabile o gli affari dell'azienda citata, del privato, dei due privati che hanno in attestazione questa autorizzazione? Stiamo parlando di acqua potabile, cosa lasciamo alle future generazioni alla prossima, alle prossime cinque, dieci?

PRESIDENTE

Collega, è scaduto il tempo.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Fate tutti una riflessione perché questo di oggi è un punto importantissimo: avete il 76% e sicuramente, anche in base a questo voto, tutto potrebbe cambiare.

PRESIDENTE

Grazie collega se vuole può intervenire in dichiarazione di voto.
Non vedo altri interventi, quindi passiamo alle dichiarazioni di voto. Collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Naturalmente la mia è una dichiarazione per il Gruppo consiliare.
Come stavo dicendo, qui si tratta di legalità e prima mi sono preso anche l'intervento del collega Polato, che probabilmente non ha letto la mozione e lo invito, prima di votare, a rileggerla, perché dice che non si può andare contro il parere dei tecnici, ma guardi, caro collega Polato, che chi più chiaramente di altri ha detto che è un'autorizzazione illegale, che non si può consentire di scavare fino a 60 metri, è il direttore del Settore cave della Regione Veneto. Ci sono documenti e noi nella mozione abbiamo riportato in estratto quelle dichiarazioni: c'è una norma in vigore che vieta l'approfondimento a 60 metri, ma il massimo che si può consentire per quel tipo di cava è 43 metri. Altro che illegittimità, questa è illegalità e lo confermo.
Io penso sia anche una questione di coerenza il voto di oggi: nella decima e nella nona Legislatura è stato votato contro e per cercare di capire che cosa sono quei materiali in fondo alla cava: che cosa è cambiato? Tra l'altro, ricordo che l'assessore Bottacin più volte aveva detto che, indipendentemente da quello che ha detto e ha deciso la VIA, poi c'era la decisione della Giunta regionale, ci sono documenti chiarissimi sulle strutture delle cave e chi è competente in materia di cave, ha detto giustamente che c'è un articolo, l'articolo 44, lettera g) della legge 44 dell'82, perché lo abbiamo stabilito con la legge sulle cave del 2018, l'articolo 30, comma 1, si dice esattamente che quella profondità non può essere autorizzata perché, per una tutela dei proprietari confinanti, non si può aumentare troppo la pendenza e quindi c'è un rapporto tra superficie e profondità tale che quella richiesta dal progetto, risulta illegale. Quindi dicono che il progetto si può fare, ma a meno 43 metri, non si può andare oltre.
Io vorrei capire cosa ne pensa il Presidente Zaia, che è stato citato prima, su questa faccenda: lui oggi poteva essere qui e poteva anche votare. Che cosa pensa Zaia? Ci sono migliaia di persone coinvolte che hanno sottoscritto petizioni e appelli, ci sono i giovani. Non è detto che col 76% potete fare tutto quello che volete. Le prossime generazioni hanno bisogno di acqua e là andiamo a scavare ancora di 20 metri dentro l'acqua potabile, dentro la falda acquifera, quella che a sud alimenta i pozzi di ATS.

PRESIDENTE

Concluda, collega.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Io credo sia giusto che facciate una riflessione perché questo è un voto, secondo me, di coscienza, che coinvolge tutti, ed è un voto importantissimo.

PRESIDENTE

Grazie, collega Zanoni. Ha chiesto di intervenire la collega Guarda Cristina, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Vorrei semplicemente, dichiarando il voto favorevole di Europa Verde, ricordare all'assessore Bottacin l'articolo 122 della Costituzione e l'articolo 38, comma 3, dello Statuto della Regione del Veneto, che ricordano rispettivamente che i Consiglieri regionali non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle proprie funzioni e che i Consiglieri non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle proprie funzioni. Quindi sia lo Statuto che la Costituzione ribadiscono questo aspetto e ribadisco, quindi, che i Consiglieri regionali sono chiamati in questa sede ad esprimere un'opinione politica chiara, definita, che non sia contraddittoria nei confronti del territorio.
Quindi, alla luce di questi fatti, in questa occasione non ricordi a noi che cosa dobbiamo fare, assessore Bottacin, ma in questo caso sarebbe più opportuno che lei ricordasse ai suoi uffici che cosa devono fare, cioè dare seguito a quella che è la trasparenza degli atti, per cui ci dia gli atti, ci faccia dare gli atti, in questo caso il decreto che 31 dicembre è stato firmato dal Direttore dell'Area Tutela Ambiente e che è stato pubblicato soltanto nel titolo, ma non è disponibile ufficialmente alla popolazione e ai Consiglieri per poter trarre le considerazioni conseguenti rispetto a questa approvazione.
Almeno facciamo seguire alle parole i fatti, almeno sulla questione della trasparenza, dopodiché voi avrete la vostra posizione politica su questi aspetti e noi, di conseguenza, saremo coerenti rispetto alla nostra: per noi la protezione della falda è prioritaria e su questo aspetto ormai da più di qualche anno siamo sempre stati sulla stessa linea, almeno su questo, ragione ci è data.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Consigliera Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Dichiaro ovviamente il mio voto favorevole, ma vorrei, visto che sono intervenuta prima della consigliera Rizzotto, riportare un attimo anche la questione sul metodo.
Io capisco che ogni volta che la minoranza porta una questione, in quest'Aula, ci sia modo di ribattere con: non state facendo l'interesse dei veneti, state cercando di portare delle questioni che dicono che facciamo delle cose illegali; in pratica c'è un tentativo di dire esattamente quello che non si cerca di fare, almeno io, ma credo di parlare anche per le persone che qui fanno legittimamente un lavoro di controllo e indirizzo per quanto può una minoranza.
Sentirsi dire fate un esposto in Procura da chi viene qui e si prende, ovviamente, perché sta facendo la sua funzione, l'onere e il compito di studiarsi tutte le mozioni, di cercare di comprendere quando un collega deposita una mozione, nel cercare di parlare con le associazioni che l'hanno sostenuta, mi pare un po' irrispettoso del lavoro che qui dentro stiamo facendo.
Quindi se si parla di una questione proprio di opinioni politiche diverse io accetto tutto, ma nel momento in cui mi si viene a dire che, nel momento in cui io sono qua, devo andare a casa e fare un esposto in Procura, allora probabilmente facevo a meno di candidarmi e facevo a meno di stare qui.
Allora, scusate, se entro un secondo nella questione emotiva, però c'è proprio un tema di come si lavora qui dentro: io credo che tutti dovremmo avere attenzione su come si lavora qui dentro e su cosa si dice in Aula.
Due, all'assessore Bottacin dico che, quando si cerca di pensare che una questione di questo tipo è una questione puramente tecnica, allora sappiamo tutti cos'è una VIA e c'è modo, soprattutto quando quattro persone votano contro una Commissione di questo tipo, come Assessore all'Ambiente o come Giunta, di farsi delle domande, oppure di pensare di lavorare anche con i Comuni e con le persone che appartengono e che poi siedono in quella valutazione di impatto ambientale, soprattutto se nel 2018 si è votata una norma che non permette di andare oltre i 40 metri, credo sia legittimo che la Giunta faccia dei controlli ulteriori.
La consigliera Rizzotto dice che li avete fatti, ma se poi la cava viene approvata, io penso che, invece, anche nella fase di approvazione e anche nella fase di valutazione di impatto ambientale, la politica abbia il compito di entrarci. Dopo, se ci arriviamo, parleremo dell'inceneritore di Padova e del Piano rifiuti e anche lì avremo la stessa questione, avremo una questione per cui si potrebbe dire che l'inceneritore di Padova si approva perché c'è stata una valutazione di impatto ambientale e la politica non c'entra.
Allora, se in questo Paese la politica non ha più alcun compito di indirizzo e anche di comprendere quando ci sono delle questioni che hanno a che fare con la salute dei cittadini, io credo che sia sbagliato e quindi non accetto che si dica di fare un esposto in Procura e non accetto che si dica che la questione è puramente tecnica, sennò noi non abbiamo funzioni per discutere di questa cosa.

PRESIDENTE

Assessore Bottacin, mi dispiace, ma non posso darle la parola perché lei non può intervenire in dichiarazione di voto. Non ci sono altri interventi.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Per fatto personale, perché Zanoni mi ha citato.

PRESIDENTE

Prego, per fatto personale.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Semplicemente perché mi rimane in memoria Zanoni mi ha citato subito dopo aver parlato di interessi, illegalità e 50 milioni, citando una mia frase secondo cui avrei detto nel 2016 che la Giunta interviene successivamente alla VIA, è vero, lo confermo, ma è cambiata la legge e dopo il 2018 non è più così.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Ha chiesto di intervenire il collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Per dichiarazione di voto, sono ovviamente favorevole a questa mozione, ma io credo che gli interventi che sono stati fatti dai colleghi abbiano messo in luce veramente l'importanza di dare centralità al ruolo di questo Consiglio e all'indirizzo politico che si vuole dare: non si può dire che ci siamo già espressi in passato, andando a fare il Piano Cave e quindi limitando questi interventi, e poi consentire deroghe ripetutamente su interventi profondi, ferite del territorio, come quella di cui stiamo parlando.
Io credo che se un impegno è stato preso, questo deve essere ribadito volta per volta, non è che una volta preso l'impegno, si può fare tutto quello che si vuole: sappiamo che nella nostra vita le scelte che facciamo le dobbiamo ribadire quotidianamente e questa è l'occasione per ribadirlo.
Quindi io ho visto un po' di disorientamento anche tra alcuni Consiglieri della maggioranza di fronte a posizioni di questo tipo e faccio appello veramente alla coscienza di ciascuno: stiamo parlando del territorio di tutti, dobbiamo tutelarlo, è vero, nessuna azione è priva di rischi, ma andare a incrementare i rischi, consapevoli di farlo, è da cattivi amministratori, oltre che da persone che mettono a repentaglio i propri cittadini.
Pertanto pensiamoci veramente, approfondiamo le analisi, vediamo i documenti che misteriosamente non sono stati palesati e poi, se ci sono le condizioni per proseguire, lo vedremo, ma oggi mi sembra che non mettere un freno a questa iniziativa sia veramente lasciar correre una macchina in velocità senza i freni.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento, quindi metto in votazione la mozione n. 28.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Bene colleghi, sospendiamo la seduta per dieci minuti per permettere il ricambio d'aria. La seduta riprende alle ore 17.15.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, scusi, sull'ordine dei lavori: chiedo di lasciare agli atti l'esito resto della votazione, con quanti voti favorevoli, quanti contrari e quanti astenuti, anche per vedere chi non ha partecipato al voto, perché rimanga agli atti visto che il video non si vede.

PRESIDENTE

Okay.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Formaggio, contrario, come ho votato.
La Seduta è sospesa alle ore 17.04
La Seduta riprende alle ore 17.18

PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo con il punto n. 11) all'ordine del giorno.
PUNTO
11



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI PAN, VILLANOVA, VALDEGAMBERI, BARBISAN, CECCHETTO, CESTARI, CIAMBETTI, DOLFIN, GIANPIERO POSSAMAI, BET, BISAGLIA, BORON, BRESCACIN, CAVINATO, CENTENARO, CESTARO, GIACOMIN, MICHIELETTO, RIZZOTTO, SANDONÀ, SCATTO, SPONDA, MAINO, SPERANZON, POLATO, FORMAGGIO, RAZZOLINI, SORANZO, VENTURINI, BOZZA, GEROLIMETTO, VIANELLO, ZECCHINATO, RIGO, ANDREOLI, CORSI, FAVERO, FINCO, PUPPATO E PICCININI RELATIVA A "VENEZIA 1600 ANNI DI STORIA: MODELLO ANTESIGNANO DI SANITÀ PUBBLICA, GOVERNO DELLE ACQUE E SERENA GIUSTIZIA. RICONSEGNIAMO AI NOSTRI GIOVANI LA CONOSCENZA DELLA REPUBBLICA SERENISSIMA.". (MOZIONE N. 55) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 26/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- secondo la tradizione, il 25 marzo 421 è la data di fondazione della città di Venezia. Una leggenda del Basso Medioevo vuole che proprio in questo giorno, in cui si celebrava la festa dell'Annunciazione, fosse posata la prima pietra della chiesa di San Giacometto a Rivus Altus, oggi Rialto. A farlo, sarebbero stati i più ricchi e nobili cittadini dei territori di Aquileia, devastati da Attila e dai suoi Unni, che trovarono rifugio dalle popolazioni barbare negli isolotti della laguna;
- secondo il Chronicon Altinate (raccolta di documenti dell'XI secolo): «L'anno 421, il giorno 16 di Marzo, fu da i Consoli sopra ciò creati, fatto questo editto: "Si quis navalis faber, si quis nauticae reis paritus eo habitaturus se contulerit is immunis esto et c.. ... Alberto Faletro e Tomaso Candiano, o Zeno Daulo, furono quelli sopredetta opera eletti, i quali insieme con tre principali gentiluomeni, andati a Riva Alta, l'anno sopradetto 421 il giorno 25 del mese di marzo nel mezzo giorno del Lunedì Santo, a questa Illustrissima et Eccelsa Città Christiana, e maravigliosa fù dato principio ritrovandosi all'hora il Cielo in singolare dispositione. ..."»;
- questa data considerata dagli storici come simbolica, scelta nel Medioevo per dotare la città di storie che nobilitassero le proprie origini, sull'esempio dei Natali di Roma. La data del 421, infatti, male si concilia con gli anni della reale discesa di Attila nel Veneto, ma anche con la descrizione delle isole lagunari, abitate da 2 piccole e primitive comunità di pescatori, fatta nel 537 ca. da Flavio Aurelio Cassiodoro, senatore romano ministro dei re Ostrogoti;
- già nel X secolo i "Venetici" elaborarono una leggenda riportata nell'opera dell'imperatore bizantino Costantino VII Porfirogenito, secondo cui la loro città sarebbe stata fondata in "un luogo deserto, disabitato e paludoso" al tempo dell'invasione di Attila; - il fatto che la data del 25 marzo 421 non sia un fatto storico documentato non ne sminuisce l'importanza: leggende che nobilitano la fondazione sono tipiche di ogni popolo e, anzi, rafforzano l'identità culturale di una nazione;
- il processo di nascita di Venezia è stato lento e complesso, iniziato nel VI secolo e protrattosi fino al IX secolo. Nel corso di questi anni si sono poste le basi per una forma democratica stabile, innovativa ed estremamente duratura, la Repubblica Serenissima, vissuta per oltre millecento anni e affermatasi come una delle principali potenze commerciali e navali europee, che ha dato vita ad alcune eccellenze in diversi settori. Secondo lo studioso di scienze politiche inglese Samuel Edward Finer (The History of Government From the Earliest Times), la sapienza e l'originalità delle policies innovative in materia di igiene e salute, lavoro, ricerca scientifica fanno di Venezia un unicum nella storia politica. «[Venezia] was the best in the world and it would remain so till perhaps the eighteenth century. No matter what aspect of living is concerned, it was Venice that best provided for it» («Venezia era la migliore del mondo e tale sarebbe rimasta forse fino al Settecento. Non importa di quale aspetto della vita si parli, è stata Venezia a organizzarlo meglio»);
- «Venice seems to have been the first city in the West to provide its population with a free medical service: in 1335 the state began paying salaries to twelve surgeon-doctors; in 1368 it established a School of Medicine and it was always lavishing invitations to attract doctors from other places» («Venezia è la prima città dell'Occidente a fornire alla sua popolazione un sistema medico gratuito: nel 1335 il governo ha iniziato a pagare i salari a 12 chirurghi; nel 1368 ha fondato una Scuola di medicina e emanava generosi annunci per attrarre medici da altri posti», The History of Government From the Earliest Times, Finer, 1997). Nel XV secolo nasce il primo modello sanitario dell'epoca moderna istituzionalmente riconosciuto: nel 1485, sotto la pressione della diffusione della peste, viene infatti istituita la figura del Magistrato alla Sanità che ha il compito di vigilare sopra i "lazzaretti, gli esteri questuanti, l'infezione meretricia, i cibi e le bevande non sane, la mondezza delle strade e delle cisterne, lo stato dei sepolcri, i medici, i fisici, i chimici". Per tutta la durata della Serenissima, il Magistrato alla Sanità elaborò strategie di difesa della salute, conciliando decisioni politiche con gli studi scientifici dell'epoca;
- l'organizzazione statale piramidale strutturata su più livelli, alla cui base c'era il Maggior Consiglio, detentore assoluto del potere sovrano, e al cui vertice figurava il Doge, e su un complesso sistema di assemblee e cariche elettive, permette non solo di bilanciare il potere dell'aristocrazia mercantile, ma anche di esprimere tutte le forme ideali di governo individuate da Aristotele: la monarchia - impersonata dal Doge -, l'aristocrazia - rappresentata dal Senato - e la democrazia - espressa dal Maggior Consiglio. Tale organizzazione, raggiunta dopo secoli di lenta evoluzione, ha permesso al governo veneziano di essere "non a servizio di un partito o di una fazione, non prepotente o feroce, ma imparziale, equanime, austero. Il governo veneziano nell'esercizio delle sue funzioni statali si sforzava di identificarsi con un supremo ideale di serena giustizia, così che «Serenissima» fu 3 il nome che esso ebbe per antonomasia, e la figura della Giustizia con la spada e la bilancia fu il simbolo con cui amava infatti raffigurarsi Venezia Stessa" (Venezia e il suo estuario, Giulio Lorenzetti, 1994);
- consapevole dell'importanza della laguna per la vita e l'economia della città, la Serenissima ha creato nel XVI secolo il Magistrato delle Acque che racchiude una serie di magistrature incaricate di sorvegliare e amministrare l'intero regime idraulico del bacino lagunare. Si tratta quindi di un altro antesignano dell'ente moderno;
- la particolare conformazione di Venezia, radicata nell'entroterra europeo ma soprattutto città di mare porta dell'Oriente, ne fa una città dall'incredibile ricchezza culturale, frutto di molteplici influenze assorbite e rielaborate che hanno reso la città centro culturale e artistico innovativo, imprescindibile punto di riferimento europeo per numerosi secoli, ma anche scientifico e ingegneristico;
CONSIDERATO CHE:
- il Consiglio regionale del Veneto, in occasione delle celebrazioni dei 1600 anni dalla fondazione mitica di Venezia, ha accettato la proposta di collaborazione della Scuola Grande di San Rocco e ospiterà presso la propria sede l'Annunciazione di Giovanni Battista Novelli, rara opera mosaicata di questo pittore nato a Castelfranco Veneto, che sarà messa a confronto con l'Annunciazione Grimani, opera tarda di Jacopo Tintoretto che per la prima volta dalla metà del Settecento rientra a Venezia;
- la Città di Venezia celebra l'anniversario predisponendo, nel rispetto delle normative di contenimento Covid-19, un ricco programma, suddiviso in aree tematiche (patrimonio artistico, storia militare della città, welfare, radici cristiane, storia navale e commerciale), di eventi e manifestazioni;
- il Comune di Venezia e Vela S.p.A. sono promotori dell'organizzazione dei suddetti eventi mentre il Comitato "Venezia 1600", comprendente personalità del mondo della cultura, politici, esponenti dell'imprenditoria, dell'economia e del sociale, coordinerà, insieme alle principali istituzioni pubbliche e private attive sul territorio di competenza, tali iniziative culturali;
CONSTATATO che la celebrazione dell'anniversario è finalizzata non solo alla promozione della storia e della cultura di Venezia e di tutto il Veneto proiettato nel mondo, ma anche alla rinascita della Città dalla crisi pandemica e a un suo rilancio turistico;
impegna la Giunta regionale
- a promuovere, in occasione dei 1600 anni dalla fondazione leggendaria della città, azioni che consentano una migliore conoscenza della storia di Venezia, anche attraverso la divulgazione di materiale didattico indirizzato principalmente ai giovani, veri eredi del patrimonio di un popolo;
- a organizzare una giornata di celebrazione, anche in collaborazione con il Comune di Venezia, dedicata agli studenti delle scuole elementari e medie, anche attraverso un concorso o una mostra, per stimolare bambini ed adolescenti a produrre elaborati e manufatti di diversa natura su questo importante tema".

PRESIDENTE

Prego, collega Pan.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente. Ringrazio anche i colleghi che hanno sottoscritto con me questa mozione. 25 marzo del 421 è la data che porta proprio quest'anno a festeggiare i 1600 anni della Fondazione di Venezia, la nostra capitale. Oggi siamo qui e mai come in questo periodo di pandemia, di ristrettezze e di chiusure abbiamo riscoperto tutti, anche venendo qui a piedi e passando per Venezia, penso che tutti i colleghi l'abbiano fatto, come questa città riservi sempre delle sorprese e delle attitudini non solo turistiche, ma anche artistiche e fondamentali per la storia del nostro Veneto.
Ecco, questa mozione vuole ricordare questo giorno che è stato sicuramente ricordato in maniera eccelsa anche da questo Consiglio, grazie al presidente Ciambetti: abbiamo proprio esposto qui su in Sala Cuoi proprio il grande mosaico restaurato di Giovan Battista Novelli, pittore e mosaicista di Castelfranco Veneto. Ma come viene ricordato soprattutto da chi Venezia poi l'ha conosciuta anche nel passato, io volevo solo citare tre considerazioni che hanno reso grande questa città. Naturalmente il tempo che ho a disposizione non è così tanto per ricordare tutti i 1600 anni di questa storia, ma volevo sottoporre all'attenzione dei colleghi e di chi ci ascolta tre aspetti che sono quelli della sanità, della giustizia e, naturalmente poi, della regimazione delle acque. Venezia, come ricordava questo professore di Scienze Politiche inglese Edward Finer, che era un professore della Università di Oxford del secolo scorso, così diceva: "Non importa di quale aspetto della vita si parli, è stata Venezia a organizzarlo meglio". Questo professore universitario, che naturalmente ha messo in comparazione in questo suo trattato "History of Government from the Earliest Times tutti gli aspetti politici nelle varie epoche partendo dai sumeri, agli egiziani, agli ateniesi, lo stesso Impero romano e, naturalmente, conclude dicendo che comunque, se c'è stato un grande esempio nella storia di questo mondo è stata proprio comunque l'organizzazione politica e sociale della Serenissima Repubblica, che è stata fino al '700 per il mondo occidentale il punto di riferimento.
Mondo occidentale che poi ha copiato sia gli atti costitutivi, sia le leggi, sia anche l'organizzazione sociale della stessa Venezia. Chi ha sostituito poi Venezia a livello globale è stato poi l'Impero inglese e poi sono arrivati gli Stati Uniti, la cui Costituzione, spesso e volentieri, ricalca molte delle norme che erano in vigore in questa città.
Ma venendo poi al succo di questa mozione, vogliamo ricordare che comunque già nel 1335 il governo della città ha iniziato a pagare - e qui parlo di sanità - i primi 12 chirurghi; nel 1368 ha fondato la prima scuola di medicina e quindi in tempi come questi... sappiamo benissimo che il primo lazzaretto è nato qui, quindi sia il Lazzaretto Nuovo che il Lazzaretto Vecchio e naturalmente questa Scuola di Medicina, che è diventata poi l'Università di Padova, laddove naturalmente è stata poi trasferita e quindi è arrivata ai nostri giorni.
Sappiamo e vogliamo ricordare che, per tutta la durata della Serenissima, il Magistrato alla Sanità elaborò strategie della difesa della salute, conciliando decisioni politiche con gli studi scientifici dell'epoca. Nella Repubblica di Venezia - e quindi anche nell'entroterra – proprio all'Università di Padova venivano a studiare qui e si faceva anatomia dove naturalmente in tutte le altre parti del mondo era proibito per motivi ovviamente religiosi.
L'altra organizzazione che volevo citare in questa mozione è proprio quella della giustizia, in cui comunque c'era il Doge, che naturalmente rappresentava la monarchia, l'aristocrazia era rappresentata dal Senato e poi la democrazia dal Maggior Consiglio, praticamente si forgiava essere questo Governo nelle sue funzioni una giustizia suprema, ideale, chiamata appunto Serenissima. È proprio questa giustizia Serenissima era raffigurata naturalmente con il simbolo...

PRESIDENTE

Collega, se può concludere. Grazie.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

...di Venezia con la bilancia naturalmente in mano: quello che si vede in tutti i Tribunali.
Infine, quella delle acque, la Magistratura delle Acque e quindi tutto il regime idraulico che difese la Laguna con la deviazione dei fiumi, dal Piave al Brenta, eccetera e quindi è arrivata ai nostri giorni. Quindi, per concludere, se mi lascia ancora qualche secondo, io volevo...

PRESIDENTE

Concluda, però, collega.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

...insieme al Consiglio e alla Giunta regionale promuovere ai giovani di questa città, ma anche tutti i veneti, veri eredi del patrimonio del nostro popolo, una celebrazione di giornate, ma anche materiale divulgativo che faccia conoscere realmente la storia di questa città che è la storia del nostro popolo, che è la storia del nostro Veneto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Pan. Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente. Questa mozione è una mozione, appunto, celebrativa rispetto alla città di Venezia, però ci sono alcune questioni che nella discussione, secondo me, sono importanti da approfondire anche per dare a questa mozione un senso più attuale. Credo che tutti voi sappiate che Venezia negli ultimi settant'anni ha perso parecchia popolazione: dati di oggi siamo a dire che abbiamo meno di 50.000 abitanti in una città... poco meno di 50.000 abitanti in una città così importante dove io, appunto, lavoro, ho studiato e lavoro da tempo e quindi propongo - e poi dirò perché - una proposta emendativa aggiuntiva a questa mozione che propongo al consigliere Pan, nel senso che un impegno, secondo me, che si dovrebbe porre in questa mozione è quello di attivarsi con tutti i soggetti competenti al fine di sviluppare politiche che concretamente favoriscano il ripopolamento del centro storico di Venezia da parte di giovani e giovani famiglie, nonché il ritorno di chi ha spostato la propria residenza in terraferma.
Lo dico perché, sicuramente, in questo momento non è il centro, il focus della discussione, ma sappiamo che AIRBNB a Venezia ha circa 8.400 appartamenti, che moltissimi residenti hanno scelto di spostare la propria residenza fuori dalla terra ferma anche per una ragione economica, tantissimi dei miei studenti fanno i check-in per B&B, lo conoscete, sapete tutti la situazione di questa città e credo che anche solo passeggiandovi durante l'emergenza Covid vi siete resi conto che è una città che è svuotata dalla sua residenza, non è più una città. Non è più una città perché diversamente anche in lockdown la città di Padova aveva l'opportunità, ad esempio, di avere una serie di servizi che oggi qui non esistono più e la pandemia ha fatto vedere che non esistono più.
Se vogliamo, appunto, celebrare Venezia, giustissimo, ma se vogliamo, come Consiglio regionale prendere un impegno anche sul fare politiche attive in concertazione con il Comune per il ripopolamento soprattutto di alcune fasce, quelle più giovani, io credo che questa mozione avrebbe un senso aggiuntivo, maggiore, proprio di indirizzo e di politiche pubbliche.
Tra l'altro, ci sono moltissimi studi che fanno vedere come questo si può fare: da un lato promuovendo, ad esempio, la residenzialità con delle case ad affitto calmierato e ce ne sono alcuni esempi anche fatti dal Comune di Venezia, ma anche dei progetti innovativi che sono stati provati ad essere realizzati proprio su AIRBNB in questo momento di pandemia, proponendo una concertazione tra i proprietari, tra il Comune, tra le Università, per fare in modo che gli studenti fuori sede potessero avere un affitto lungo - e non un affitto su AIRBNB - utilizzando quelle case che durante la pandemia erano vuote.
Per fare questo però servono delle cose: serve che, oltre al Comune, anche la Regione abbia un ruolo di indirizzo. Un ruolo di indirizzo, che è quello di pensare che anche la Regione del Veneto debba porre un patrimonio, come quello che abbiamo della città di Venezia, al centro delle politiche pubbliche legate alla residenzialità.
Quindi non mi dilungo di più perché credo che tutti voi conosciate la situazione, ma credo davvero che il senso di una mozione di questo tipo sarebbe rafforzato se ci fosse un impegno chiaro della Regione del Veneto a produrre, a facilitare delle politiche che abbiano e mirino a riportare e a ripopolare la città dei suoi abitanti, che nel corso degli ultimi settant'anni ha perso, anche perché la politica locale non è stata vicino ai bisogni delle persone che qui volevano abitarvi.

PRESIDENTE

Grazie collega. Ha chiesto di intervento il consigliere Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Intervengo anche riprendendo un po' quello che è l'intervento del collega che mi ha preceduto. Innanzitutto voglio ringraziare il consigliere Pan e il consigliere Villanova, per aver presentato questa mozione e per aver ricordato il consigliere Pan nel suo intervento chiaramente alcuni piccoli dettagli, compatibilmente col tempo che è concesso in quest'Aula, riferiti appunto ai 1600 anni di storia della città che peraltro porta il nome del Veneto, perché non dobbiamo dimenticarci che questa Regione, prima di essere istituzionalizzata, in questo territorio, il territorio del Veneto era la Venezia. E Venezia prende il nome proprio dai territori del Veneto e quindi, insomma, è una città che ha nel proprio destino la rappresentanza di un territorio nome omen più ampio rispetto a quello che attualmente la confina all'interno del Comune di Venezia appunto o della Città Metropolitana di Venezia.
Però non c'è dubbio che come componenti di un'Istituzione importante come quella regionale dobbiamo porci, nel momento in cui si festeggiano i 1600 anni di storia di questa meravigliosa città, il problema legato al fatto che dobbiamo pensare ai futuri 1600 anni.
Qualcuno, il Sindaco di Venezia, riferendosi alla città, l'ha definita: "La più antica città del futuro". Ma perché possa essere la più antica città del futuro dobbiamo mettere in condizione innanzitutto chi la vive, chi la abita, i residenti veneziani, di poter mantenere una vita all'interno della città, perché una città non è fatta solo di arte, di storia, di cultura, di identità, di tradizioni, di palazzi, di architetture, ma è fatta anche e soprattutto di umanità. Un'umanità che, di generazione in generazione, ha saputo trasferire consuetudini, usi, anche modalità artigianali e artistiche che rischiano di scomparire se non c'è una grande attenzione da parte delle Istituzioni rispetto al fatto che oggi vivere a Venezia per molti è molto difficile, perché se c'è stato uno spopolamento, quello a cui faceva riferimento la consigliera Ostanel nell'intervento che mi ha preceduto, molto importante nel corso degli ultimi decenni, questo è non certo perché non sia bello vivere a Venezia o perché non sia bella Venezia da vivere, ma è perché vivere a Venezia è diventato difficile ed è diventato difficile per tutto un insieme di ragioni. Non dimentichiamo che questa era una città che nel Seicento era una delle più popolose d'Europa addirittura: aveva più di 200.000 abitanti quando Parigi ne aveva sostanzialmente altrettanti nel 1600. Oggi è una città che fatica a raggiungere la soglia dei 50.000 e la soglia di 50.000, per una città di queste dimensioni, è una soglia che rischia di essere al di sotto della sostenibilità, perché al di sotto di quel numero di abitanti c'è la difficoltà di trovare conveniente per un esercente, per un commerciante, mantenere aperta un'attività non per i turisti, ma per i residenti.
Oggi, in intere zone di questa città, non lontano da qui, se voi provate a cercare una macelleria, una latteria, cioè quelli che sono i negozi di prossimità che in qualsiasi altra realtà inurbata del nostro territorio veneto sono presenti, a maggior ragione in una città come questa, che ha un'età media molto elevata e quindi con persone che non hanno la possibilità di fare grandi viaggi per andare a fare la spesa, per capirci, hanno bisogno di avere nella prossimità la possibilità di avere un luogo dove andare a comprare una merceria, un negozio di alimentari. E se non ci rendiamo conto che vivere a Venezia è diventato difficile, è diventato costosissimo, onerosissimo e non iniziamo a considerare i veneziani come i guardiani del faro e quindi a mettere in condizione i veneziani di restare in questa città perché restare è un grande atto d'amore nei confronti della città, è un privilegio per i loro occhi, ma rappresenta una grandissima difficoltà che le Istituzioni devono comprendere e sostenere.
Voterò, ovviamente, a favore di questa mozione che peraltro chiede di studiare la storia di Venezia e anche questo è un qualcosa che abbiamo il dovere di fare perché senza radici non abbiamo futuro e le radici del nostro popolo veneto affondano nelle palafitte di questa città.

PRESIDENTE

Grazie mille. Collega Joe Formaggio, prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Presidente, solo per sottoscrivere la mozione. Non so se il Capogruppo l'abbia già fatto per il Gruppo, ma io personalmente vorrei sottoscrivere la mozione dei colleghi Pan e Villanova.

PRESIDENTE

Perfetto. Allora mettiamo la sottoscrizione di Formaggio e anche del collega Speranzon.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Ringrazio il collega capogruppo Pan per la presentazione di questa mozione che, insomma, ci trova favorevoli e che rimette al centro quello che è il ruolo di Venezia all'interno del Veneto, che è un ruolo in qualche modo di visibilità maggiore, è un ruolo di promozione di un'immagine che in sé porta una storia antica, fatta anche di più culture che si sono confrontate all'interno, che hanno prodotto quella multiculturalità e quella forma di anche solidarietà di cui poi il Veneto, nei vari contesti, è riuscito anche a inserirsi a livello nazionale e internazionale.
Oltre a quello che hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, che condivido e quindi sarebbe anche opportuno l'inserimento dell'emendamento proposto dalla collega Ostanel, proprio per restituire quello che era il ruolo di Venezia e dei veneziani.
I veneziani non sono i turisti, i turisti sono importanti e sono stati essenziali per l'economia di Venezia, ma è stato un turismo che, purtroppo, alla fine ha svuotato un turismo assolutamente non regolamentato o meglio, comunque non valorizzato nella direzione giusta e, quindi è stato un turismo che poi, in qualche modo, ha fatto concentrare molto spesso anche la politica su quella che era una visione quasi di impossessarsi da parte di chi era al di fuori del mondo veneziano e di non restituire invece ai veneziani quei servizi legati molto spesso all'ambito sì dei servizi, ma anche della casa stessa. La politica della casa andrebbe ripresa: Venezia, lo abbiamo detto più volte, l'abbiamo detto più volte anche nella discussione per quanto riguarda l'ATER. Tutti questi aspetti sono uniti chiaramente poi all'aspetto del servizio del trasporto, a quello che è il ruolo del porto, che purtroppo non siamo stati in grado di trattenere nelle modalità giuste e con gli investimenti giusti.
L'auspicio è che i 1600 anni di Venezia si ridia quel ruolo identitario che ha Venezia, quel ruolo culturale che ha Venezia di spinta propulsiva, culturale ma anche produttiva, perché spesso ci concentriamo sull'aspetto culturale, che è essenziale, che è bellissimo, che darebbe una forza importantissima al capoluogo, ma dimentichiamo che Venezia è anche altro: Venezia è quel polo di interscambio commerciale a cui va ridata dignità, rimettendo al centro quella che era una politica di investimenti che purtroppo ci siamo per troppo tempo dimenticati, concentrandoci su quelle che sono purtroppo delle contraddizioni politiche che sono sorte e che si sono ampliate nel corso degli anni.
L'auspicio è che con questa mozione non solo si attivino le iniziative proposte dal collega Pan e poi riproposte dalla collega Ostanel e comunque dai colleghi che sono intervenuti, ma anche che si riprenda in considerazione quella che è la centralità di una spinta proprio per il Veneto da parte del capoluogo di Venezia, che si ridia dignità ai veneziani che vogliono vivere la loro città, che vogliono viverla appieno e che, purtroppo, non sempre sono stati messi nelle condizioni, sono stati messi al centro delle politiche, sia locali che non solo locali, ma anche nazionali e regionali. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Collega Soranzo, prego. Consigliere Soranzo non c'è, quindi non vedo altri interventi e quindi mettiamo... collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto)

Grazie. Intanto grazie anche al collega Pan per questa mozione. Per prendersi a cuore un territorio e quindi presentare anche delle soluzioni nell'affrontare i problemi, bisogna amarlo un territorio e per amare un territorio bisogna conoscerlo. Quindi bene ha fatto il consigliere Pan a promuovere la conoscenza del territorio perché da là parte tutto: da là parte qualsiasi considerazione sui problemi, sulle criticità, sulle difficoltà. E allora su questo ben venga che a partire dalle giovani generazioni, ma non solo, si conosca la storia di Venezia, perché da lì bisogna partire.
E aggiungo: chiedo la sottoscrizione come Gruppo di Forza Italia.

PRESIDENTE

Perfetto. Collega Pan in replica.
Facciamo intervenire Pan e poi le do la parola, collega.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Velocemente. Io ringrazio tutti i colleghi per l'intervento di sostegno a questa mozione perché penso sia una mozione che tutti i veneti alla fine, non io, ma tutti sentono dentro di loro e quindi sicuramente il mio proposito era un proposito naturalmente di avvicinare i giovani non solo veneziani, ma i veneti alla conoscenza del nostro patrimonio, della nostra storia, della nostra cultura, ma soprattutto della nostra identità, perché quando andiamo in giro per il mondo e - lo dico in Veneto – quando sbarchiamo dall'aereo e ti dicono: "Da dove arrivi tu?" "Da Venezia" ( N.d.r.: Traduzione dal dialetto), perché tutto il mondo conosce Venezia, magari non conosce il resto del Veneto e quindi ci forgiamo nel dire che siamo tutti veneziani e quindi Venezia è il Veneto da qualsiasi paese noi siamo e da qualsiasi altra città siamo.
Quindi io accetto anche ben volentieri le vostre proposte e poi vedremo in quale maniera inserirle. Quindi, grazie. Io penso che soprattutto per le prossime generazioni, perché poi il prossimo anno è il 1601, ma l'idea - e volevo anche ringraziare il vicesindaco di Venezia Tomaello, che so che sta facendo un grande lavoro in questo senso - era quello poi ogni anno di celebrare con queste manifestazioni la città e il patrimonio e quindi era questo anche il senso che volevo portare in questo consesso. Io penso che tutti insieme abbiamo fatto veramente un ottimo lavoro.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Pan, le proposte di modifica della collega Ostanel sono recepite? No, dovrebbe formulare un emendamento, condiviso con il capogruppo Pan se vuole che venga approvato.
Un attimo, c'è il collega Villanova che si è prenotato. Prego, collega.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Solo per ringraziare il collega Pan e per chiedere la sottoscrizione come Gruppo Zaia Presidente e Gruppo Liga Veneta. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Collega Speranzon sull'ordine dei lavori.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

No, anche per quanto riguarda il mio intervento è per chiedere la sottoscrizione, non solo a nome mio, ma a nome dell'intero Gruppo di Fratelli d'Italia. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.

Fabiano BARBISAN (Gruppo Misto)

Presidente, Barbisan.

PRESIDENTE

Collega Barbisan, deve intervenire in merito?

Fabiano BARBISAN (Gruppo Misto)

Presidente, sì.

PRESIDENTE

Si prenoti, però.
Prego, collega Barbisan.

Fabiano BARBISAN (Gruppo Misto)

Solo per chiedere la sottoscrizione a nome del Gruppo Misto, mia e di Valdegamberi.

PRESIDENTE

Perfetto, grazie. Collega Piccinini, prego.

Tomas PICCININI (Lista Veneta Autonomia)

Presidente, solo per chiedere la sottoscrizione.

PRESIDENTE

Okay. Collega Ostanel, lei è già intervenuta.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Volevo solo dire che sto scrivendo l'emendamento accettato dal consigliere Pan.

PRESIDENTE

Sospendiamo un minuto e poi passiamo alla votazione.
La Seduta è sospesa alle ore 17.43
La Seduta riprende alle ore 17.46

PRESIDENTE

La mozione 55, dove c'è l'impegno alla Giunta regionale, ha già due punti e ne viene aggiunto un terzo che è stato concordato tra la consigliera Ostanel e il capogruppo Pan: "Ad attivarsi con tutti i soggetti competenti al fine di sviluppare politiche che concretamente favoriscano il ripopolamento del centro storico di Venezia da parte di giovani, giovani famiglie, nonché il ritorno di chi ha spostato la propria residenza in terraferma".
Non vedo altri interventi. Ci sono dichiarazioni di voto? Non vedo dichiarazioni di voto.
Quindi mettiamo in votazione la mozione n. 55 come emendata.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione come emendata)
"Il Consiglio regionale del Veneto

PREMESSO CHE:

- secondo la tradizione, il 25 marzo 421 è la data di fondazione della città di Venezia. Una leggenda del Basso Medioevo vuole che proprio in questo giorno, in cui si celebrava la festa dell'Annunciazione, fosse posata la prima pietra della chiesa di San Giacometto a Rivus Altus, oggi Rialto. A farlo, sarebbero stati i più ricchi e nobili cittadini dei territori di Aquileia, devastati da Attila e dai suoi Unni, che trovarono rifugio dalle popolazioni barbare negli isolotti della laguna;

- secondo il Chronicon Altinate (raccolta di documenti dell'XI secolo):

«L'anno 421, il giorno 16 di Marzo, fu da i Consoli sopra ciò creati, fatto questo editto: "Si quis navalis faber, si quis nauticae reis paritus eo habitaturus se contulerit is immunis esto et c.. ... Alberto Faletro e Tomaso Candiano, o Zeno Daulo, furono quelli sopredetta opera eletti, i quali insieme con tre principali gentiluomeni, andati a Riva Alta, l'anno sopradetto 421 il giorno 25 del mese di Marzo nel mezzo giorno del Lunedì Santo, a questa Illustrissima et Eccelsa Città Christiana, e maravigliosa fù dato principio ritrovandosi all'hora il Cielo in singolare dispositione. ..."»;

- questa data considerata dagli storici come simbolica, scelta nel Medioevo per dotare la città di storie che nobilitassero le proprie origini, sull'esempio dei Natali di Roma. La data del 421, infatti, male si concilia con gli anni della reale discesa di Attila nel Veneto, ma anche con la descrizione delle isole lagunari, abitate da piccole e primitive comunità di pescatori, fatta nel 537 ca. da Flavio Aurelio Cassiodoro, senatore romano ministro dei re Ostrogoti;

- già nel X secolo i "Venetici" elaborarono una leggenda riportata nell'opera dell'imperatore bizantino Costantino VII Porfirogenito, secondo cui la loro città sarebbe stata fondata in "un luogo deserto, disabitato e paludoso" al tempo dell'invasione di Attila;

- il fatto che la data del 25 marzo 421 non sia un fatto storico documentato non ne sminuisce l'importanza: leggende che nobilitano la fondazione sono tipiche di ogni popolo e, anzi, rafforzano l'identità culturale di una nazione;

- il processo di nascita di Venezia è stato lento e complesso, iniziato nel VI secolo e protrattosi fino al IX secolo. Nel corso di questi anni si sono poste le basi per una forma democratica stabile, innovativa ed estremamente duratura, la Repubblica Serenissima, vissuta per oltre millecento anni e affermatasi come una delle principali potenze commerciali e navali europee, che ha dato vita ad alcune eccellenze in diversi settori. Secondo lo studioso di scienze politiche inglese Samuel Edward Finer (The History og Government From the Earliest Times), la sapienza e l'originalità delle policies innovative in materia di igiene e salute, lavoro, ricerca scientifica fanno di Venezia un unicum nella storia politica. «[Venezia] was the best in the world and it would remain so till perhaps the eighteenth century. No matter what aspect of living is concerned, it was Venice that best provided for it» («Venezia era la migliore del mondo e tale sarebbe rimasta forse fino al Settecento. Non importa di quale aspetto della vita si parli, è stata Venezia a organizzarlo meglio»);

- «Venice seems to have been the first city in the West to provide its population with a free medical service: in 1335 the state began paying salaries to twelve surgeon-doctors; in 1368 it established a School of Medicine and it was always lavishing invitations to attract doctors from other places» («Venezia è la prima città dell'Occidente a fornire alla sua popolazione un sistema medico gratuito: nel 1335 il governo ha iniziato a pagare i salari a 12 chirurghi; nel 1368 ha fondato una Scuola di medicina e emanava generosi annunci per attrarre medici da altri posti», The History of Government From the Earliest Times, Finer, 1997). Nel XV secolo nasce il primo modello sanitario dell'epoca moderna istituzionalmente riconosciuto: nel 1485, sotto la pressione della diffusione della peste, viene infatti istituita la figura del Magistrato alla Sanità che ha il compito di vigilare sopra i "lazzaretti, gli esteri questuanti, l'infezione meretricia, i cibi e le bevande non sane, la mondezza delle strade e delle cisterne, lo stato dei sepolcri, i medici, i fisici, i chimici". Per tutta la durata della Serenissima, il Magistrato alla Sanità elaborò strategie di difesa della salute, conciliando decisioni politiche con gli studi scientifici dell'epoca;

- l'organizzazione statale piramidale strutturata su più livelli, alla cui base c'era il Maggior Consiglio, detentore assoluto del potere sovrano, e al cui vertice figurava il Doge, e su un complesso sistema di assemblee e cariche elettive, permette non solo di bilanciare il potere dell'aristocrazia mercantile, ma anche di esprimere tutte le forme ideali di governo individuate da Aristotele: la monarchia - impersonata dal Doge -, l'aristocrazia - rappresentata dal Senato - e la democrazia - espressa dal Maggior Consiglio. Tale organizzazione, raggiunta dopo secoli di lenta evoluzione, ha permesso al governo veneziano di essere "non a servizio di un partito o di una fazione, non prepotente o feroce, ma imparziale, equanime, austero. Il governo veneziano nell'esercizio delle sue funzioni statali si sforzava di identificarsi con un supremo ideale di serena giustizia, così che «Serenissima» fu il nome che esso ebbe per antonomasia, e la figura della Giustizia con la spada e la bilancia fu il simbolo con cui amava infatti raffigurarsi Venezia Stessa" (Venezia e il suo estuario, Giulio Lorenzetti, 1994);

- consapevole dell'importanza della laguna per la vita e l'economia della città, la Serenissima ha creato nel XVI secolo il Magistrato delle Acque che racchiude una serie di magistrature incaricate di sorvegliare e amministrare l'intero regime idraulico del bacino lagunare. Si tratta quindi di un altro antesignano dell'ente moderno;

- la particolare conformazione di Venezia, radicata nell'entroterra europeo ma soprattutto città di mare porta dell'Oriente, ne fa una città dall'incredibile ricchezza culturale, frutto di molteplici influenze assorbite e rielaborate che hanno reso la città centro culturale e artistico innovativo, imprescindibile punto di riferimento europeo per numerosi secoli, ma anche scientifico e ingegneristico;

CONSIDERATO CHE:

- il Consiglio regionale del Veneto, in occasione delle celebrazioni dei 1600 anni dalla fondazione mitica di Venezia, ha accettato la proposta di collaborazione della Scuola Grande di San Rocco e ospiterà presso la propria sede l'Annunciazione di Giovanni Battista Novelli, rara opera mosaicata di questo pittore nato a Castelfranco Veneto, che sarà messa a confronto con l'Annunciazione Grimani, opera tarda di Jacopo Tintoretto che per la prima volta dalla metà del Settecento rientra a Venezia;

- la Città di Venezia celebra l'anniversario predisponendo, nel rispetto delle normative di contenimento Covid-19, un ricco programma, suddiviso in aree tematiche (patrimonio artistico, storia militare della città, welfare, radici cristiane, storia navale e commerciale), di eventi e manifestazioni;

- il Comune di Venezia e Vela S.p.A. sono promotori dell'organizzazione dei suddetti eventi mentre il Comitato "Venezia 1600", comprendente personalità del mondo della cultura, politici, esponenti dell'imprenditoria, dell'economia e del sociale, coordinerà, insieme alle principali istituzioni pubbliche e private attive sul territorio di competenza, tali iniziative culturali;

CONSTATATO che la celebrazione dell'anniversario è finalizzata non solo alla promozione della storia e della cultura di Venezia e di tutto il Veneto proiettato nel mondo, ma anche alla rinascita della Città dalla crisi pandemica e a un suo rilancio turistico;
impegna la Giunta regionale

- a promuovere, in occasione dei 1600 anni dalla fondazione leggendaria della città, azioni che consentano una migliore conoscenza della storia di Venezia, anche attraverso la divulgazione di materiale didattico indirizzato principalmente ai giovani, veri eredi del patrimonio di un popolo;

- a organizzare una giornata di celebrazione, anche in collaborazione con il Comune di Venezia, dedicata agli studenti delle scuole elementari e medie, anche attraverso un concorso o una mostra, per stimolare bambini ed adolescenti a produrre elaborati e manufatti di diversa natura su questo importante tema;

- ad attivarsi con tutti i soggetti competenti al fine di sviluppare politiche che concretamente favoriscano il ripopolamento del centro storico di Venezia da parte di giovani, giovani famiglie nonché il ritorno di chi ha spostato la propria residenza in terraferma."
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
12



MOZIONE PRESENTATA DAL CONSIGLIERE PICCININI RELATIVA A "CHE AI FINI DELLA CONCESSIONE DEI CREDITI DI IMPOSTA, CHI HA IN ESSERE UN AFFITTO DI AZIENDA E/O UN CONTRATTO DI SERVIZI A PRESTAZIONI COMPLESSE OTTENGA IL MEDESIMO TRATTAMENTO DI CHI HA IN ESSERE UNA LOCAZIONE NON ABITATIVA E/O UN CONTRATTO DI LEASING". (MOZIONE N. 56) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 27/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- i vari DPCM emanati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per cercare di arginare il diffondersi della Pandemia da Covid 19, hanno fortemente limitato e/o impedito l'esercizio del diritto di impresa con orari di apertura ridotti e/o con chiusure forzate per i vari esercizi (BAR, RISTORANTI, ecc. ecc.);
- tra le varie misure agevolative introdotte per contemperare i danni economici subiti dalle imprese per le limitazioni contenute nei vari DPCM rientra il cosiddetto "bonus canoni di locazione" riconosciuto ai soggetti che utilizzano immobili non abitativi per l'esercizio dell'attività di impresa;
- le norme di riferimento del "bonus locazioni" sono l'art. 28 del DL n. 34/2020 (Decreto Rilancio), art. 77 del DL n. 104/2020 (Decreto agosto), artt. 8 e 8 bis e 13-duodecies del DL 137/2020 (Decreto Ristori), art. 1 commi 602 e 603 della legge n. 178/2020 (Legge di Bilancio 2021);
- le varie norme sopra richiamate e relative al "bonus locazioni" contengono una importante anomalia; infatti, agli imprenditori che hanno in essere delle locazioni ad uso non abitativo/leasing è stato concesso un credito di imposta del 60% del totale dei canoni di locazione pagati, mentre a chi ha in essere un contratto di affitto di azienda/contratto di servizi a prestazioni complesse è stato concesso un credito di imposta del 30% dei canoni di affitto pagati (eccezion fatta per l'affitto di azienda di strutture turistico-ricettive per il quale è stato previsto un credito di imposta del 50% (se in presenza di 2 contratti di cui uno relativo alla locazione ed uno relativo all'affitto di azienda);
EVIDENZIATO che la sopra citata disparità di trattamento è gravemente lesiva ed iniqua per una parte della imprenditoria italiana, in quanto soggetti che esercitano la medesima attività di altri sono penalizzati solo per aver scelto di utilizzare strumenti contrattuali diversi per avere la disponibilità dei beni e degli strumenti necessari all'esercizio dell'attività di impresa;
CONSIDERATO che questa disparità di trattamento è in aperto contrasto con il dettato Costituzionale di cui all'art. 35 "la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni";
tutto ciò premesso,
impegna la Giunta regionale
a intervenire presso il Governo della Repubblica affinché, in sede di redazione ed emanazione del nuovo Decreto Legge elaborato per contrastare la crisi economica derivante dalla Pandemia da Covid 19, ai fini della concessione dei crediti di imposta, chi ha in essere un affitto di azienda e/o un contratto di servizi a prestazioni complesse ottenga il medesimo trattamento di chi ha in essere una locazione non abitativa e/o un contratto di leasing".

PRESIDENTE

Prego, collega Piccinini.

Tomas PICCININI (Lista Veneta Autonoma)

Grazie, Presidente.
Questa mozione va nel chiedere alla Giunta che si faccia portavoce, attraverso il Governo, per togliere quella che oggi credo che sia una disparità di trattamento forse inaccettabile in questo momento storico.
Premesso che i vari DPCM emanati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per creare e arginare il diffondersi della pandemia da Covid-19 hanno fortemente limitato e impedito l'esercizio del diritto d'impresa, con orari di apertura ridotti e con chiusure forzate per i vari esercizi (bar, ristoranti, eccetera). Tra le varie misure agevolative introdotte per limitare i danni subìti dalle imprese per le limitazioni contenuti nei vari DPCM rientra il cosiddetto Bonus Canoni di locazione, riconosciuto ai soggetti che utilizzavano immobili non abitativi per l'esercizio dell'attività di impresa.
Le norme di riferimento del Bonus Locazione, articolo 28 del decreto legislativo 34/2020, Decreto Rilancio, l'articolo 67 del decreto legislativo 104/2020, Decreto di agosto, articolo 8 e 8 bis, 13 del decreto legislativo 137 del 2020, Decreto Ristori, articolo 1, 602 e 603 della Legge 178/2020, Legge di bilancio 2021. Le varie norme sopraindicate, rilevate dai Bonus di Locazione, contengono una importante anomalia: infatti, agli imprenditori che hanno in essere delle locazioni ad uso leasing è stato concesso un credito d'imposta del 60% del totale dei canoni di locazione pagati; ha chi in essere invece un contratto di affitto aziendale e contratto in servizio di prestazioni complesse è stato concesso un credito d'imposta del 30% dei canoni di affitto pagati; eccezion fatta per l'esercizio dell'azienda di strutture turistico-ricettive, per il quale è stato previsto un credito d'imposta del 50.
Sempre senza di due contratti, di cui uno relativo alla locazione e uno relativo all'affitto d'azienda, evidenziato che la sopra citata disparità di trattamento è gravemente lesiva e iniqua per una parte dell'imprenditoria italiana, in quanto soggetti che esercitano la medesima attività di altri sono penalizzati solo per aver scelto utilizzato strumenti contrattuali diversi per aver la disponibilità dei beni e degli stessi strumenti necessari dell'esercizio dell'attività di impresa.
Considerato che questa disparità di trattamento è in aperto contrasto con il dettato costituzionale da cui all'articolo 35 della Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni, tutto ciò premesso impegna la Giunta regionale a intervenire presso il Governo della Repubblica affinché in sede di relazione e di emanazione del nuovo decreto legge, elaborato per contrastare la crisi economica derivante da pandemia da Covid-19, ai fini della concessione di crediti d'imposta, chi ha in essere un affitto d'azienda o un contratto di servizi prestazioni complesse, ottenga il medesimo trattamento di chi in essere ha una locazione non abitativa e un contratto di leasing.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto Ciambetti

PRESIDENTE

Grazie al collega Piccinini. Ha chiesto di parlare la collega Camani. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Intervengo su questa mozione soltanto perché penso sia giusto che il Consiglio, i Consiglieri abbiano ben presente il senso delle cose che votiamo, nel senso che ci possiamo lamentare di qualsiasi decisione: proviamo a farlo, però, con tutti gli elementi.
Premesso che il Governo, lo Stato, ha dovuto affrontare una crisi drammatica, quella prima sanitaria e poi quella economica e che certamente nella messa a regime di alcuni interventi straordinari può essere anche che sia accaduto, nella volontà di andare incontro alle esigenze delle imprese, di commettere delle iniquità, non credo sia quella di cui stiamo parlando e cercherò di spiegare perché: voi sapete benissimo che una delle prime questioni che è stata posta al Governo in riferimento proprio alle chiusure obbligate è stato il fatto che gli imprenditori, soprattutto le attività commerciali all'inizio, pur con il negozio chiuso per decreto, dovevano continuare a pagare l'affitto. Stiamo ovviamente parlando di una serie di emergenze che lo Stato ha dovuto affrontare senza avere le risorse economiche per farlo, ma costruendo le condizioni, andando a debito per recuperare delle risorse, dovendo compiere scelte molto complicate di fronte a risorse limitate, tra chi meritava una tutela prioritaria. E questa è stata la logica, sulla base della quale nel Decreto Rilancio, nel Decreto Agosto, nel Decreto Ristori e anche nella Legge di Bilancio si è confermata la medesima impostazione, cioè di concedere una percentuale di credito d'imposta del 60% a fronte del contratto di locazione e di ridurre questa percentuale negli altri casi. Perché? Perché nei contratti a prestazione complessa, consigliere Piccinini, la fruizione del servizio non è solo la prestazione accessoria, ma assume un ruolo prevalente rispetto a ciò che definisce il contratto di locazione che è l'uso esclusivo di un locale.
Se io ho un contratto che prevede la corresponsione di un prezzo in virtù del quale pago l'affitto, pago il servizio di segreteria, pago il servizio - faccio un esempio - di spese per la pulizia dei locali, è ovvio che nel momento in cui io ho o dovessi avere un'agevolazione pari al contratto di locazione, avrei in questo caso sì un privilegio, perché potrei detrarre, attraverso il credito d'imposta, peraltro cedibile, importi che le imprese che invece hanno un semplice contratto di locazione non possono portare in detrazione.
Del resto la disciplina in riferimento all'IVA rispetto a quel tipo di contratti dimostra come siano considerati altra cosa rispetto ai canoni di locazione.
Quindi una tipologia contrattuale che, per giurisprudenza amministrativa, avrebbe dovuto essere esclusa tout-court da questo tipo di agevolazione per come è stata pensata, s'è invece scelto di recuperarla, ovviamente forfettizzato l'impatto che, a spanne, l'importo nel contratto a prestazioni complessa potesse riguardare soltanto l'utilizzo dell'immobile ad uso esclusivo.
Non è come lei sostiene, o meglio non so io non sono d'accordo, che ci sia stata una disparità di trattamento gravemente lesiva ed iniqua; semmai c'è stata la volontà di trovare un meccanismo - e tutti i meccanismi generali hanno sempre dei limiti e non sempre corrispondono alle necessità - un meccanismo che consentisse anche alle imprese che invece del contratto di locazione avevano contratti a prestazione complessa o contratti di affitto d'azienda, riconoscere anche a queste imprese, che in teoria sarebbero escluse dalla logica che il legislatore ha utilizzato per il credito d'imposta per le locazioni e trovare un meccanismo che consentisse ad esse di essere comunque incluse in una parte del beneficio.
Quindi io credo che invece il legislatore, comprendendo questo contratto, ha proprio voluto tener conto: infatti, se non ricordo male, è stato inserito in fase emendativa nella discussione del primo decreto. Ha semmai voluto tenere da conto un nuovo modo di lavorare che naturalmente deve ancora misurarsi con la disciplina, in particolar modo quella tributaria, evitando però di equiparare tout-court il contratto di locazione con il contratto a prestazione complessa.
Poi per carità, possiamo anche chiedere l'equiparazione. Io credo che equiparando commetteremmo noi si un'indicazione, non equa. C'è un altro elemento, chiudo davvero: la limitatezza delle risorse.
Noi possiamo votare, tutte le mozioni che vogliamo, in cui chiediamo al Governo di dare più soldi a tutti. Sappiamo però che, nel momento in cui noi chiediamo di mettere più risorse in un comparto da qualche altra parte le possiamo togliere. In questa logica di ristrettezza delle risorse e per le valutazioni che ho fatto io sono perplessa che queste risorse debbano essere finalizzate ad equiparare appunto i contratti a prestazione complessa con i contratti di locazione.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altri interventi, quindi metto in votazione la mozione n. 56.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Colleghi, vi chiedo di sospendere un attimo i lavori per fare la Capigruppo in Aula per la programmazione dei lavori per la prossima settimana.
Se possiamo interrompere un attimo lo streaming. Tra l'altro, collega Zanoni, lo streaming era accessibile fuori da Palazzo mentre mancava all'interno prima.
Non ho ben capito cosa è successo, ma all'esterno si vedeva. A me hanno dato questo riscontro.
La Seduta è sospesa alle ore 17.58
La Seduta riprende alle ore 18.04

PRESIDENTE

Allora, siamo alla mozione n. 36, punto n. 13) all'ordine del giorno.
PUNTO
13



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI SPERANZON, POLATO, SORANZO, FORMAGGIO E RAZZOLINI RELATIVA A "LA REGIONE VENETO INTERVENGA PRESSO IL GOVERNO A SOSTEGNO DEL COMPARTO SCIISTICO VENETO". (MOZIONE N. 36) RITIRATA

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- la Regione, ai sensi dell'articolo 6 lettera h) dello Statuto, "riconosce e valorizza la funzione sociale del lavoro e dell'impresa come strumenti di promozione delle persone e delle comunità; opera per garantire e rendere effettivo il diritto al lavoro, perseguendo una occupazione piena, stabile, sicura e regolare, e promuovendo la formazione e la riqualificazione professionale; tutela il lavoro in tutte le sue forme";
- ai sensi dell'articolo 1 comma 1 della Legge Regionale 11 del 2013 "Sviluppo e sostenibilità del turismo Veneto" la Regione del Veneto:
- riconosce il ruolo strategico del turismo per lo sviluppo economico ed occupazionale del Veneto, nel contesto nazionale e internazionale;
- si attiva per promuovere iniziative atte a stimolare positive relazioni con l'organizzazione turistica nazionale e con le altre regioni e province autonome;
- nell'ambito di quanto previsto dal comma 1, la Regione del Veneto disciplina, indirizza e organizza lo svolgimento delle attività economiche del turismo con la seguente finalità "sostegno alle imprese turistiche, con particolare riguardo alle piccole e medie imprese"; unitamente alle altre.
CONSIDERATO CHE:
- nell'attesa di quella che avrebbe dovuto essere la ripartenza degli impianti il giorno 15 febbraio, la grande parte degli imprenditori interessati ha investito ingenti risorse per adeguarsi a quello che era il protocollo stabilito e validato dal CTS nazionale, che prevedeva tra le altre cose, un numero di vendita di ski pass giornalieri contingentato, la capienza nelle seggiovie e cabinovie non superiore al 50% dello spazio disponibile;
- con il prolungato divieto di spostamento tra regioni salvo motivi di lavoro o necessità, il comparto non ha potuto contare sugli introiti dei turisti, i quali sono da considerarsi completamente persi per quel che concerne la stagione invernale 2021;
- la decisione del tutto improvvisa del Ministro della salute di impedire la riapertura dei comprensori sciistici con l'ordinanza emessa poche ore prima della data della prevista riapertura, ha gettato ulteriore panico tra gli addetti ai lavori dello sci, che vedranno così definitivamente persa la stagione invernale senza nemmeno che essa sia potuta iniziare. Senza tenere conto poi l'ulteriore danno di aver speso milioni di euro per adeguarsi al protocollo del CTS che nei fatti si è rivelato inutile per la loro riapertura;
- tale ordinanza nella tempistica non ha giustificazioni, dal momento che la presenza delle varianti inglese, sudafricana e brasiliana del Covid 19 è presente in Italia, purtroppo, già da diverse settimane. Di conseguenza tale provvedimento poteva essere preso con molto più tempismo, evitando così agli imprenditori del settore degli sport invernali di spendere soldi, tempo, ed investimenti in personale per nulla;
- il monitoraggio della presenza del Covid 19 in Italia avviene su base settimanale e, salvo improvvisi ed improbabili scoppi di focolai di Covid 19 emergenti nel giro di poche ore, le ordinanze riguardanti il divieto o meno di lavorare vanno prese con adeguato preavviso e non poche ore prima.
VISTO CHE
- il comparto degli sport invernali ha necessità di avere non solo "ristori" come quelli previsti dal decreto 34\2020 articolo 25 che "prevede un contributo a fondo perduto a favore dei soggetti esercenti attività d'impresa e di lavoro autonomo e di reddito agrario, titolari di partita IVA, di cui al testo unico delle imposte sui redditi approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, di seguito testo unico delle imposte sui redditi» "L''ammontare del contributo a fondo perduto è determinato applicando una percentuale alla differenza tra l'ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 e l'ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019 come segue:
a) venti per cento per i soggetti con ricavi o compensi indicati al comma 3 non superiori a quattrocentomila euro nel periodo d'imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto;
b) quindici per cento per i soggetti con ricavi o compensi indicati al comma 3 superiori a quattrocentomila euro e fino a un milione di euro nel periodo d'imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto;
c) dieci per cento per i soggetti con ricavi o compensi indicati al comma 3 superiori a un milione di euro e fino a cinque milioni di euro nel periodo d'imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto.";
- tali cifre sono totalmente insufficienti per aiutare realmente il comparto degli sport invernali visto che la stagione invernale non è mai iniziata e viste le spese che sono state effettuate per adeguarsi al protocollo del CTS in vista della riapertura del 15 febbraio annullata poche ore prima del via, quando ormai le spese erano già state effettuate;
- la Regione, assieme alla conferenza delle Regioni, deve sostenere presso il Governo nazionale ogni misura possibile per sostenere realmente tale comparto ed avere quantomeno la possibilità di salvare la maggioranza dei comprensori i quali, senza contributi reali a fondo perduto in percentuale non inferiore all'80% del 3 fatturato dell'intera stagione invernale 2020\2021 da calcolare sull'importo medio dei fatturati degli ultimi 3 anni, rischiano di vedere seriamente pregiudicata la loro prosecuzione;
impegna la Giunta regionale
- ad intervenire presso il governo nazionale, ed assieme alle altre Regioni interessate, a richiedere uno stanziamento straordinario che sia pari almeno all'80% delle perdite subite dell'intera stagione invernale 2020\2021, per il comparto dei comprensori sciistici e relativa filiera dei comuni in cui vige la presenza dei comprensori, comprese le attività di indotto e interessate da restrizioni come il settore ristorazione, intrattenimento e rifugi alpini
- a sostenere ogni azione legale promossa dagli imprenditori del settore sciistico colpiti dalla decisione improvvisa e, causa di grave danno economico, della chiusura degli impianti decisa poche ore prima dalla loro prevista riapertura del 15 febbraio, a causa dell'ordinanza ministeriale".

PRESIDENTE

Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Questa mozione nasceva da un grave incidente che si è venuto a verificare allorquando, dopo aver illuso per settimane gli imprenditori del comparto sciistico e il mondo della montagna che ci sarebbe stata una riapertura nella metà del mese di febbraio, a poche ore da quella che doveva essere appunto la riapertura, il Governo decise di annullare quanto aveva preventivamente e precedentemente deciso, mettendo in gravissima difficoltà tantissimi operatori che avevano investito grandi risorse e si erano riorganizzati, appunto, per questa riapertura. Avendo però visto che, in particolare da parte del ministro Garavaglia, c'è stato un impegno importante rispetto al settore della montagna e che, immagino, nelle prossime settimane sarà messo in condizione di poter essere ristorato, ci auguriamo, ovviamente in modo sufficiente rispetto al danno che ha ricevuto, ritiro questa mozione che ho presentato.

PRESIDENTE

Grazie. Molto attento il collega Speranzon: Garavaglia su questo si sta impegnando in maniera importante.
PUNTO
14



RISOLUZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI VILLANOVA, BARBISAN, CECCHETTO, DOLFIN, FAVERO, FINCO, PAN, RIGO, BISAGLIA, BRESCACIN, CAVINATO, CESTARO, GIACOMIN, MAINO, MICHIELETTO, RIZZOTTO, SPONDA, VIANELLO E ZECCHINATO RELATIVA A "VACCINI ANTI COVID-19: L'EUROPA DIA UNA SVOLTA DECISIVA ALLA CAMPAGNA VACCINALE". (RISOLUZIONE N. 12) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 28/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risoluzione)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- il nostro Paese è stato tra i primi, purtroppo, ad essere colpito dalla pandemia, dovuta dalla diffusione dell'infezione di Covid-19;
- la crisi pandemica continua ad essere grave in tutta Europa e l'Italia, come gli altri Paesi dell'Unione europea, deve affrontare al meglio, con gli strumenti a disposizione, l'emergenza sanitaria, con misure capaci di prevenire la diffusione dei contagi e fronteggiare l'aumento della pressione sulle strutture ospedaliere;
- tra le misure adottate dal Governo nazionale per far fronte al diffondersi dell'infezione ci sono state, dal mese di marzo 2020, ripetute e continue chiusure delle attività produttive, sospensione delle attività scolastiche e lavorative, e confinamento e limitazione degli spostamenti dei cittadini;
- da dicembre 2020 ad oggi, sono stati messi a disposizione degli Stati membri dell'Unione europea, i vaccini di più aziende farmaceutiche, tutti approvati da Ema per la distribuzione in emergenza;
- l'acquisto e la fornitura dei suddetti vaccini, come più volte ribadito dalla Presidenza della Commissione europea, è diretta responsabilità della all'Unione europea e nessuno Stato Membro, così come ribadito in questi giorni dagli organi dell'Unione, può attivare politiche di contrattazione secondo un rivendicato principio di uguaglianza, per non creare disomogeneità tra gli stessi Stati;
CONSIDERATO CHE:
- il Presidente del Consiglio dei ministri, ha recentemente dichiarato che il ritorno ad una normale vita lavorativa e sociale dei nostri cittadini è direttamente proporzionale alla velocità di immunizzazione della popolazione, principalmente della fascia "Over 60";
- la Regione del Veneto sta procedendo speditamente con la campagna vaccinale, tanto da essere tra le regioni italiane con la più alta percentuale di vaccinati, soprattutto in relazione alle fasce di età più avanzate;
- la Regione del Veneto ha altresì già raggiunto un'elevata immunizzazione della popolazione "Over 80" e si sta avviando velocemente a programmare e concludere la vaccinazione delle fasce d'età indicate dal Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, Generale Figliuolo, nella sua ordinanza;
- le scorte di vaccini arrivate fino ad ora sono quasi terminate e quelle previste in arrivo per la settimana del 12 aprile sono talmente tanto insufficienti, se rapportate al numero di persone fragili ed ultrasettantenni presenti sul territorio della nostra regione, da coprire appena 5 giorni di vaccinazione;
- la Regione del Veneto, proprio per indicazioni della stessa Unione europea e del Governo Italiano, non può procedere ad acquistare dosi extra di propria iniziativa, ma deve attendere che quanto acquisito dall'Unione europea venga consegnato dagli organi competenti;
- tanto minori sono le dosi contrattate e comprate dall'Unione europea, quanto maggiore diventa il ritardo nell'immunizzazione della popolazione, con conseguenti, ulteriori ritardi sulla ripresa di tutte le nostre attività, che porterebbero ad un protrarsi devastante dei già importanti disagi economici e sociali cui stiamo assistendo;
- da un'analisi effettuata dall'Università di Tor Vergata, si evidenzia che il ritardo di un trimestre nel piano di vaccinazioni previsto dal Governo, può costare fino a 270 miliardi di Pil fra quest'anno e il 2022;
tutto ciò premesso,
esprime
viva preoccupazione per la mancanza di adeguate, programmate e sicure forniture dei vaccini anti Covid;
sollecita
- l'Unione europea ad assumere tutte le iniziative e gli strumenti legislativi e contrattuali necessari per incrementare la quantità da subito delle dosi dei vaccini a disposizione;
- il Ministro della Salute ad intraprendere un percorso di monitoraggio proattivo verso l'Unione europea e di sollecito più pressante sui negoziati con le aziende farmaceutiche, nonché a provvedere, con la massima urgenza alla distribuzione capillare dei suddetti vaccini su tutti i territori regionali".

PRESIDENTE

Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Ho chiesto l'inserimento d'urgenza di questa risoluzione perché, alla luce di quella che è la situazione che si è sviluppata negli ultimi mesi nel nostro Paese - e penso sia superfluo stare qui a ricordare insomma quelle che sono state le ricadute a livello sanitario, a livello economico e a livello sociale che stanno pagando i nostri concittadini - ho chiesto l'inserimento appunto di questa risoluzione perché penso sia opportuno che questo Consiglio si esprima su quello che, secondo me, poteva essere una grande occasione per l'Unione europea, per la prima volta l'Unione Europea poteva effettivamente intervenire in maniera rapida per risolvere un grosso problema, una grave emergenza per tutto il continente e in realtà si è tramutato forse uno dei più grandi fallimenti dell'Unione.
Lo dico senza nessun tipo di antieuropeismo, qui non c'è il tanto peggio, tanto meglio, anzi, qui stiamo pagando tutti quanti quello che è un fallimento dal punto di vista gestionale di forse, anzi, senza forse, quella che è probabilmente l'unica via d'uscita da questa emergenza e da questa pandemia, quindi attraverso la vaccinazione. Anche se purtroppo vediamo che qualche collega medico va in piazza a dire il contrario in questo periodo, ormai penso sia acclarato per gran parte anche dei nostri concittadini, insomma, che questa sia l'unica vera via d'uscita.
Purtroppo abbiamo visto che c'è stato un grave errore, una sottostima da parte della Commissione europea su quelli che sono stati gli acquisti, le forniture e soprattutto su come sono stati sottoscritti i contratti di fornitura. Abbiamo visto come, rispetto ad altri Stati ed altri Continenti se vogliamo, l'Unione europea abbia peccato in un eccesso di ottimismo nel momento in cui è andata a sottoscrivere questi contratti con le aziende farmaceutiche e questo ottimismo ha portato poi a delle forniture incostanti, insufficienti e soprattutto ha portato a mettere in grave difficoltà gli Stati membri dell'Unione e ancora di più i popoli che compongono questa Unione.
Abbiamo visto come, purtroppo, l'inconsistenza il commissario speciale Arcuri nel passato Governo abbia in qualche modo ho fatto finta di niente e non abbia battuto il pugno sul tavolo quando era evidente che si era in ritardo sulla fornitura; abbiamo visto alcune storture che io spero qualcuno prima o poi ci voglia spiegare su come mai, se l'Unione europea ha detto che nessuno Stato può fare acquisti paralleli di vaccini, alcuni Stati membri, in particolare la Germania, dove risiede una delle aziende (la BioNTech) abbia potuto acquistare, da quello che si legge sui giornali non si riesce ancora a capire se è vero o no, forniture per 30 milioni di coperture vaccinali, quindi 60 milioni di dosi. Nessuno ci ha ancora spiegato se effettivamente questo è qualcosa di vero oppure no. A noi, io voglio ricordare, al Veneto è stato impedito di acquistare vaccini, non per volontà di fare i fenomeni, come ha detto qualcuno, ma solo per poter arrivare a dare una speranza e una vaccinazione nella maniera più rapida possibile ai veneti; mentre abbiamo visto che si è chiuso un occhio su altre Regioni che sono andate a comprare o a chiudere contratti per vaccini non autorizzati ancora dall'EMA addirittura con l'aiuto di qualche ambasciatore all'estero, ambasciatore italiano all'estero. Anche qui abbiamo visto due pesi e due misure.
Arriviamo a quello che è il dispositivo di questa risoluzione. Io credo che nel nostro piccolo possiamo in qualche modo far sentire la voce dei veneti e penso che sia opportuno chiedere che l'Unione europea effettivamente si dia una mossa - e vado a chiudere - visto che il primo fallimento è stato evidente, adesso possiamo in qualche modo mettere una pezza a questi gravi errori: possiamo chiudere delle forniture per quello che è il secondo semestre di quest'anno e per gli anni prossimi (visto che ormai sembra abbastanza chiaro che ci saranno da fare dei richiami anche negli anni prossimi), chiudere dei contratti che siano dei contratti blindati con le aziende farmaceutiche, chiudere dei contratti che diano la possibilità agli europei di uscire veramente da questa crisi. Come si fa? Si fa facendo pressione sulle case farmaceutiche affinché rispettino quelli che sono degli impegni presi con un intero continente e per fare questo penso ci sia bisogno di un'Europa che effettivamente faccia pesare quel ruolo politico che chiede sempre di essere riconosciuto, che però, alla luce dei fatti, in questo momento non è stato così evidente.
Quindi io penso sia importante che l'Europa faccia rispettare prima di tutto veramente la dignità dei popoli che compongono questa unione di fronte a un'emergenza che fino ad ora ha dimostrato solo la debolezza di questa Unione europea.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Non vedo altre richieste di intervento... Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Io ringrazio il consigliere Villanova per aver presentato questa risoluzione perché ci dà l'occasione finalmente, seppure nella limitatezza che questa risoluzione ci concede, di poter discutere in quest'Aula di campagna vaccinale, perché più volte abbiamo interrogato l'Assessore e il Presidente della Giunta sul punto, più volte abbiamo chiesto i dati alle strutture per capire come stava andando il piano vaccinale e non abbiamo mai ottenuto risposta e invece finalmente, con l'occasione di questa mozione, possiamo dire cosa pensiamo del Piano vaccinale e anche del recupero sul mercato dei vaccini. Questa è una mozione che mi sento di condividere negli impegni, qualche problemino in più me lo pongo leggendo il dispositivo.
Da un lato, capogruppo Villanova, mi fa piacere che dentro quest'Aula si riproponga un principio di verità e cioè che i vaccini li compra l'Europa e che non c'è nessun Governatore, a maggior ragione del PD, che può essere legittimato a fare diversamente. Questo lo diciamo oggi e lo sapevamo anche due mesi fa: se magari non fossimo stati costretti a seguire per due mesi le vicissitudini raccontate dal Presidente Zaia rispetto a fantomatici accordi, fantomatici contratti per i quali abbiamo fatto una richiesta di accesso agli atti che ancora giace da mesi nei cassetti della struttura, ci saremmo risparmiati un po' di fastidio. Ma a parte questa che fa parte del folklore che ci viene riconsegnato rispetto alle dichiarazioni del presidente Zaia, la parte su cui ho qualche difficoltà in più, capogruppo Villanova, è quella nella quale lei esprime dei giudizi su come sta andando la campagna vaccinale in Veneto.
Lo dico riconoscendo alla nostra Regione il primato per numero di vaccinati oggi e anche un dato positivo sulle vaccinazioni degli over 80. Ma se noi diciamo pubblicamente in quest'Aula che in Regione Veneto la campagna vaccinale è andata benissimo e sta andando benissimo, secondo me, affermiamo qualcosa di non corretto perché la disorganizzazione iniziale nel Piano vaccinale è nota e questo, a mio giudizio, è avvenuta sia perché il sistema di prenotazioni non era preparato e pronto a gestire una campagna di massa come questa, sia perché il numero di punti vaccinali che la Regione ha organizzato era ed è attualmente insufficiente rispetto invece alla necessità di una vaccinazione che procede in maniera molto capillare. Aggiungo anche, a mio giudizio, il tardivo coinvolgimento dei medici di medicina generale che avrebbe fin dall'inizio potuto dare un contributo migliorativo alla campagna vaccinale. Dicevo: questa disorganizzazione iniziale che ci ha portato a partire col freno a mano tirato, tant'è che nelle prime settimane della campagna vaccinale eravamo in fondo a tutte le classifiche, oggi lo stiamo un po' recuperando perché si è scelto di vaccinare tutto e tutti e molte delle difficoltà iniziali di cui vi parlavo non sono ancora state superate. Mi riferisco in particolar modo alla vaccinazione dei soggetti fragili o con patologie che meriterebbero priorità - penso alla disabilità - che ancora oggi non sono in grado di essere prenotati nel sistema regionale; mi riferisco a tutti i pazienti fragili, con delle patologie specifiche indicate dal Piano vaccinale nazionale, che spesso in questa Regione ancora non hanno trovato la prima dose del vaccino e mi riferisco in particolar modo a questi 38.000 "Altri vaccinati" che ad oggi, dopo settimane di richieste, ancora non sappiamo chi siano.
Io penso che questa risoluzione possa essere accolta se almeno tra noi, nei documenti ufficiali evitiamo passaggi che sanno di retorica ma che non corrispondono alla realtà - e guardate, i cittadini veneti l'hanno misurata questa difficoltà - e insieme costruiamo le condizioni per fare ciò che la risoluzione ci chiede e cioè di sollecitare l'Europa e tutte le autorità competenti, anche il Governo italiano, affinché ci sia un miglioramento nelle forniture dei vaccini e una maggior costanza e anche un aumento degli arrivi.
Quindi - e vado a concludere - capogruppo Villanova, un'ambizione positiva, quella di portare dentro questa discussione un impegno importante per la Regione, non può essere mortificata dal pervicace tentativo di raccontare una realtà diversa da quella che vediamo tutti i giorni.
Quindi se volesse cogliere l'invito a rivedere i punti in cui tesse le lodi del sistema vaccinale Veneto e volessimo concentrarci sull'impegno verso l'Europa noi ci siamo.

PRESIDENTE

Grazie collega. La parola alla vicepresidente Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Ha già detto insomma la collega Camani. Noi assolutamente condividiamo l'impegno, anche perché è un impegno che in qualche modo ha posto anche Draghi fin dall'inizio del suo mandato facendo notare comunque immediatamente all'Europa quelle che erano le criticità, i ritardi, i dubbi e quei rilievi che ha già comunque sottoposto all'Aula il capogruppo Villanova. Quello che un po' ci pone qualche dubbio non è l'impegno, anzi, nell'impegno aggiungerei che ci vuole un maggior coordinamento del Governo nei confronti delle Regioni proprio negli indirizzi, in qualche modo in un coordinamento maggiore, anche di omogeneità di indirizzi tra le Regioni.
Però questa è una cosa che è un dovere dell'Aula incalzare il Governo e l'Europa, indipendentemente dai colori politici perché la campagna vaccinale vada veloce, il più veloce possibile, per chiarire quelli che sono stati contratti, per vedere se ci sono delle falle che stanno comunque non considerano gli Stati tutti nello stesso modo, se è vero quello che sta accadendo in Germania. Queste sono tutte cose assolutamente non condivisibili, sono tutte cose che fanno parte del nostro dovere.
Quello che fa parte anche del nostro dovere, però, è per esempio, insomma all'interno comunque delle premesse, oltre alle cose già dette dalla collega, per cui anche ammettere che forse determinate attività non sono andate tutte bene: anche sui vaccini avanzati noi stiamo ancora attendendo, come probabilmente sta attendendo anche l'Assessore, i report delle diverse ULSS per capire come sono andate le cose e come stanno andando le cose. In quel caso, forse un indirizzo più chiaro dal Governo, ma anche da parte della Regione, avrebbe aiutato comunque a gestire la situazione nel modo più puntuale, forse ad andare anche più veloci per le classi di età che non abbiamo ancora concluso.
Ma faccio un riferimento che non è ancora stato fatto, che è quello: "La Regione Veneto ha altresì raggiunto un'elevata immunizzazione della popolazione degli over 80". Benissimo, come benissimo tutto il resto, ma forse qui avremmo potuto anche mettere che la Regione Veneto ancora di più cerca di impegnarsi per coprire quegli over 80 che non si sono voluti vaccinare o che non riusciamo a trovare, visto che non sono proprio pochi se consideriamo la necessità di un'immunizzazione e di un'immunità di gregge molto più elevata rispetto a quella che, purtroppo per la carenza di vaccini, siamo riusciti a raggiungere ad oggi. Parliamo delle persone che in qualche modo hanno un livello di mortalità più alta per ora date le statistiche che abbiamo in mano e i dati che abbiamo in mano. E quindi è una fascia assolutamente fragile da proteggere, in qualche modo da accompagnare forse maggiormente alla comprensione rispetto a quella che è stata una confusione data anche da comunicazioni sbagliate, dalle stesse alle volte anche conflittualità che ci sono state da parte del Governo e da parte dell'Europa.
Forse questo avrebbe, per esempio, aiutato a spingere tutti noi a mettere in qualche modo, a correggere quelle che sono delle falle che si sono verificate in questa situazione e quindi noi ringraziamo il capogruppo Villanova per aver messo l'accento e portato in quest'Aula quella che è una delle discussioni principali e più importanti del momento. Lo ringraziamo perché ci ha permesso di dire le cose che ci stiamo dicendo. Lo ringraziamo perché, insomma, rende la Regione Veneto proattiva in quella che è comunque la campagna vaccinale Covid la rende protagonista di un processo che deve guardare all'Europa per le cose che ci siamo detti e ben venga che, insomma, lo riconosciamo trasversalmente all'interno dell'Aula, però allora dobbiamo anche dirci che quegli elementi che abbiamo sottolineato fino ad oggi, che magari qualcosa verrà anche successivamente, non sono tutti elementi ottimi non per mancanza di competenza da parte degli operatori sanitari - questo voglio dirlo perché alle volte: "Ma voi non riconoscete..." no, no, noi riconosciamo sia competenze, che capacità, che elevatissima professionalità e li ringraziamo tutti i giorni - ma per un'organizzazione che alle volte è stata fallace e per alcuni indirizzi che sono mancati e che non sono stati chiariti fin dall'inizio della campagna vaccinale. Quindi grazie per la mozione presentata, grazie per questa discussione, grazie per il sollecito che, diciamo, ci permette di fare nei confronti del Governo, nei confronti dell'Europa di rendere protagonisti del Veneto di questo percorso, ma ritorniamo anche a parlare comunque di quella che è la campagna vaccinale del Veneto per riuscire a finirla il prima possibile con gli strumenti che ci sono dati e anche a chiarire quelle che sono delle falle che, purtroppo, non sono ancora state chiarite.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. La parola alla collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente. Anch'io approfitto di questi cinque minuti per parlare di un tema: la campagna vaccinale, che credo che in quest'Aula avrebbe dovuto essere più presente, anche con la presenza del Presidente, che, nonostante sappiamo tutti sia impegnato in questo momento, credo che sarebbe stato importante che questa discussione si dovesse affrontare prima e in maniera appunto collegiale.
Quindi anch'io ringrazio il consigliere Villanova per dare l'opportunità di questi quattro minuti e trenta e tra l'altro con il dispositivo io mi trovo d'accordo, anzi sull'Unione Europea io avrei anche da aggiungere delle cose, non propongo nessun emendamento, ma è solo per la discussione: il fatto che l'Europa - e io sono una convinta europeista - abbia sbagliato tante cose sulla campagna vaccinale a partire dai contratti. Abbiamo visto in Europa quanti, in realtà non tanti, abbiano chiesto più trasparenza in maniera anche forte sui contratti per poterli effettivamente vedere e soprattutto c'è un tema che riguarda tutti noi, che è il tema della liberalizzazione dei brevetti, perché sappiamo bene che se non vacciniamo anche le popolazioni più povere noi non usciremo mai dall'emergenza che stiamo vivendo. Credo che questa discussione, anche in un Consiglio regionale di questo tipo, ma credo in tutti i Consigli regionali d'Italia e anche comunali, ahimè, dovrebbe essere fatta per portare anche il nostro Governo a fare più attenzione e a fare in modo che anche i Paesi che non si riescono in questo momento a permettere vaccini, anzi ne hanno addirittura molti meno della Regione Veneto, saranno persone che in un mondo di mobilità riporteranno ovviamente la pandemia anche in altri luoghi. Questo è un tema che non bisogna prendere in maniera ideologica, ma che bisognerebbe, appunto, chiedere all'Unione Europea di farsi davvero portavoce anche di questo e ancora non è successo.
Però andiamo anche alla campagna vaccinale veneta, perché anche chi mi ha preceduto ha raccontato di una situazione, di un'immagine anche che viene data nelle conferenze stampa a Marghera, che io guardo per avere anche delle informazioni che qui non mi arrivano, che sono state, soprattutto all'inizio, estremamente celebrative quando in realtà ci sono alcune categorie che credo sentano anche voi, non credo di essere l'unica che riceve mail e chiamate, soprattutto da una categoria che voglio rappresentare qui oggi: la categoria delle persone con disabilità. Mi ha scritto anche questa mattina una persona e varie persone in queste settimane che non sono riuscite a forzare, com'è stato detto dal Presidente nelle conferenze stampa, il portale oppure ci sono delle persone con disabilità vaccinate, magari già vaccinate, ma i cui familiari oggi non riescono a entrare nel portale per vaccinarsi. Non dobbiamo, secondo me, guardare alla situazione ad oggi: la campagna vaccinale è iniziata già più di due mesi fa e noi siamo in ritardo. Io non ho i dati perché sinceramente non abbiamo i dati e vorrei richiederli di quante persone fragili e persone con disabilità ad oggi sono state vaccinate, perché abbiamo solo le categorie di età, perché questo è un tema importante, è un tema su cui appunto le linee guida che anche cita la mozione sono molto, molto chiare e credo che la priorità, rispetto agli ultrasettantenni, ce l'abbiano le persone con fragilità, anche più giovani, che vivono una vita rinchiusi da più di un anno e che sono persone che sono portatori di diverse disabilità e per cui la non socialità porta la malattia e la disabilità ad essere ancora più grave.
Ed è per questo che abbiamo, almeno io, chiesto con varie interrogazioni in queste settimane dei chiarimenti, perché io non so cosa rispondere alle persone che mi sento di rappresentare qui dentro, se non provando a guardare delle conferenze stampa, raccogliere delle informazioni ed eventualmente girarle.
Questo credo non sia il meccanismo corretto di procedere. Anche sul portale più volte è stato detto... io aspettavo il portale unico. Il portale unico è un portale che ha preso sette ULSS diverse, ha messo i link insieme e sinceramente, se voi andate a vedere nei singoli link delle ULSS, le informazioni sono diverse ed è vero che mi è stato risposto anche dall'assessore Marcato: "Ogni ULSS ha le sue modalità organizzative" in un programma tv, ma in realtà la campagna vaccinale dovrebbe essere omogenea, non particolare in tutte le Province.
Anche rispetto alla vaccinazione delle persone più fragili ci sono delle diverse modalità. C'è qualcuno che dice alla persona con disabilità di aspettare che il medico di base venga chiamato, alcuni dicono: "No, devi prenotarsi nel portale, devi forzare il portale, perché adesso da qualche giorno - ma in realtà oggi non è così, ancora non è così - si può inserire anche il caregiver". Ecco, sulle persone con disabilità - e poi chiudo - io credo che serva subito e non tra una settimana maggiore chiarezza, perché su questo ho la certezza - è vero, non ho il dato, non lo ricordo - che siamo estremamente in ritardo.

PRESIDENTE

Grazie. Anna Maria Bigon, prego

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Anch'io non vorrei essere ripetitiva con quanto già detto dai colleghi in precedenza. Certo è che, nel mentre siamo sicuramente favorevoli nel sollecitare l'Europa e anche sottolineare gli errori che sono stati fatti, perché di fatto la contrattazione della fornitura da gennaio a marzo, senza scadenze precise all'interno e quindi senza poter verificare, attraverso anche delle penalità, determinate situazioni e ritardi, di per sé ha portato in essere degli errori che hanno danneggiato sicuramente anche l'Italia e quindi di conseguenza le Regioni e noi cittadini.
Vero è che però, nella premessa, dove sta scritto che il Veneto ha fatto una campagna vaccinale prioritaria e quantomeno eccellente, io credo che questo non lo possiamo dire. Non lo possiamo dire, perché? Perché intanto la campagna vaccinale è iniziata il 27 di dicembre, quindi quasi quattro mesi fa e da sempre sappiamo, visto il primo e il secondo periodo di Covid, che le persone fragili ultraottantenni sono quelle che sono morte: il 62% dei 10.500-11.000 decessi che abbiamo avuto nel periodo Covid fino all'inizio delle vaccinazioni, sapevamo che erano queste categorie e sapevamo che la campagna vaccinale prevista a livello nazionale, prevedeva prima di tutto la vaccinazione appunto di questi.
In realtà l'accelerazione l'abbiamo vista, ma non solo un'accelerazione, anche la vaccinazione di queste categorie, soprattutto da quando Figliuolo ha emesso l'ordinanza il 9 di aprile, dove chiaramente ha invitato le Regioni con questa ordinanza di non fare nella categoria "Altro" i vaccini, ma di preferire e ordinava appunto over 80, fragili, disabili. Da lì effettivamente si è iniziato anche con queste categorie. Teniamo presente che solo nel Veneto, anche solo per fare un numero, abbiamo 100.000 persone cosiddette allettate, quantomeno non autosufficienti e che non si potevano spostare per la vaccinazione.
Avere coinvolto i medici di base già all'inizio della campagna vaccinale dove queste persone sono di per sé utenti e pazienti di qualche medico di base per forza, sarebbero già state messe in sicurezza già all'inizio. Sappiamo che i contratti sono stati fatti, però nel confronto con le categorie dei medici questi hanno sollevato tante tante problematiche e la problematica è stata che il contratto è stato tardivo nel coinvolgimento all'interno del Veneto, i contatti poi son stati delegati all'interno delle ULSS e quindi con modalità completamente diversa l'una dall'altra. Quindi chi partiva prima rispetto a un'altra USL. Solo la settimana scorsa sono arrivati i primi vaccini e alcuni non li hanno nemmeno, tra l'altro, con una discriminazione anche tra medico e medico e paziente e paziente, perché son stati quelli delle medicine di gruppo, presenti circa 20% nel Veneto, ad aver accettato ed essere stati coinvolti in questa vaccinazione. Gli altri di per sé fanno fatica, per cui una discriminazione anche territoriale e di persone. Quindi ci troviamo ad oggi, a metà aprile, oltre metà aprile, ad avere ancora tante persone fragili da vaccinare, ad avere un'assistenza anche integrata che poteva essere coinvolta proprio nella vaccinazione e che quindi questi 50.000, perché sono il 50% dei 100.000, sono ancora lì che aspettano e abbiamo tutta la categoria, come è stato detto, dei disabili, che i genitori lamentano, appunto, nel poter inserire, accedere alla vaccinazione per i propri figli. Per cui le problematiche ci sono.
Dopodiché sappiamo che dobbiamo assolutamente accelerare ancora di più. Dobbiamo essere tutti uniti in questa battaglia. È evidente che l'Europa deve fare ancora di più. Sappiamo che nei prossimi mesi arriveranno 50 milioni, dicono, di dosi in Italia e, quindi, dobbiamo partire per aumentare la nostra portata.
Il Veneto ha fatto una buona accelerata, deve fare ancora di più, perché i 1.300 che abbiamo messo a disposizione non saranno più sufficienti e il 20% dei medici di base, che sono la medicina di gruppo, dovranno essere aumentati. Per cui ottima la sollecitazione nei confronti dell'Europa, nello stesso tempo cerchiamo di prepararci a questo nuovo arrivo in aumento dei vaccini in modo tale veramente da mettere in sicurezza queste persone che nel frattempo hanno veramente rischiato tanto.
Grazie.

PRESIDENTE

Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente. Sarò abbastanza breve, insomma, senza ripetere ciò che hanno già ribadito i miei colleghi rispetto alla parte del dispositivo che lascia perplessi, insomma, il punto in cui si parla di come la campagna vaccinale in Veneto stia procedendo in maniera spedita. Ci sono delle evidenti discrasie che partono dal veronese, arrivano, insomma, sia alla parte del rodigino, del veneziano, ma arrivano anche nel trevigiano e nel bellunese, delle differenze che si fanno notare, in particolar modo per quanto riguarda le categorie dei super fragili, degli oncologici, dei caregiver, mi raccomando caregiver, non dimentichiamoci di loro, non confondiamoli nelle loro funzioni, così come è accaduto più di un mese fa da parte del Presidente, ma allo stesso tempo non confondiamoli in particolar modo perché in questa fase, dal veronese al padovano, riceviamo diverse segnalazioni di persone che vengono escluse dalla vaccinazione. Non è possibile che riceviamo queste segnalazioni e magari si riescono a risolvere semplicemente facendo specifiche segnalazioni: non è giusto, non è corretto che semplicemente perché vi sono delle persone che riescono ad avere il contatto diretto con i Consiglieri, col presidente Zaia, piuttosto perché riescono ad avere un canale diretto perché più tecnologici, riescano a risolvere un problema. È necessario attivare questo servizio dato che ormai da un mese e mezzo hanno già questa priorità.
L'altro aspetto che vorrei sottoporre ai colleghi, quindi è una proposta di votazione per parti separate, quindi votare il dispositivo almeno separando la parte dei "Considerato che" dal resto appunto del dispositivo iniziale e dell'espressione appunto delle preoccupazioni, dei "Sollecita", quindi appunto un voto del dispositivo iniziale tout-court separato dalle sollecitazioni finali...

PRESIDENTE

Collega, sua un po' più precisa, cioè lei dice di separare il "Considerato" dal "Sollecita"?

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Il "Considerato" dalle premesse e poi dall'"Esprime" e dei "Sollecita", se è possibile.

PRESIDENTE

No, mi son perso. Allora "Premesso che".

Cristina GUARDA (Europa Verde)

E si vota il "Premesso".

PRESIDENTE

"Considerato che".

Cristina GUARDA (Europa Verde)

"Considerato che" si vota.

PRESIDENTE

Cioè in un unico voto, questo?

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Dipende dalla volontà dei Consiglieri, la mia...

PRESIDENTE

Allora la votazione per parti separate è possibile, basta che mi diciate che parti separate, solo questo.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Sì, "Premesso che" si vota, "Considerato che" si vota, "Esprime" e "Sollecita" si vota.

PRESIDENTE

"Esprime" e "Sollecita" assieme?

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Sì, io proporrei insieme, non mi crea particolari problemi.

PRESIDENTE

Una votazione sulle premesse, una sul "Considerato" e una su "Esprime" e "Sollecita" e una votazione finale: quattro votazioni. Lei mi chiede questo?

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Sì.

PRESIDENTE

Va bene.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

In ultima, giusto per la conclusione, una richiesta di chiarimento da parte anche dei colleghi di maggioranza proponenti, anzi, del collega di maggioranza proponente, il collega Villanova, dato che nelle sollecitazioni vi è un'espressione che è interessante che posso condividere, però vorrei avere un chiarimento, è il discorso del percorso di monitoraggio proattivo: è un parolone sicuramente interessante e molto utile, ma vorrei capirne l'attivazione e l'applicazione pratica. Vorrei capire che cosa intende da questo punto di vista e se, eventualmente, insomma da parte della maggioranza, vi siano dei pensieri rispetto a come questo si possa applicare in un'ottica di Governo, dato che sono evidentemente anche a livello nazionale rappresentanti anche all'interno di questo Governo. Dato che da un punto di vista di monitoraggio proattivo delle possibili forniture di vaccini non è che la Regione Veneto abbia brillato anche nella proposta di un eventuale rapporto di fornitura attraverso mediatori che evidentemente sono stati probabilmente smentiti, date le indagini anche del Nucleo dei NAS, dei Carabinieri. Quindi, alla luce di questo, direi: attenzione, queste proposte sono sicuramente positive, darei particolare attenzione a questo sistema di monitoraggio, consiglierei anche alla Giunta di farlo a sua volta.

PRESIDENTE

Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Ascoltando alcuni interventi che mi hanno preceduto, non so se stiamo riferendoci alla stessa risoluzione che è in votazione in questo momento, è in discussione.
Io non so se sono l'unico in quest'Aula, ma credo di essere in buona compagnia, a ritenere che così come è stata gestita la pandemia e soprattutto così come è stata gestita la questione vaccinale dall'Unione Europea, mi pare che siamo di fronte al più grande, clamoroso ed evidente fallimento dell'Unione europea da quando è nata, perché peggio di così davvero non si sarebbe potuto fare: hanno sbagliato il piano degli acquisti, ma l'hanno sbagliato perché hanno sbagliato a scrivere i contratti e ancora adesso non si capisce in che modo riusciamo a far rispettare questi contratti. I commissari vediamo che si rimpallano le responsabilità uno con l'altro in un balletto che non è degno dell'Istituzione che questi signori rappresentano. Poi alle responsabilità della Comunità europea si sono aggiunte quelle del Governo italiano e non sono meno gravi le responsabilità del Governo italiano.
Siamo stati, come italiani, rassicurati dal fatto che una delle prime azioni del Governo Draghi è stata appunto quella di rimuovere Arcuri e questo era francamente il minimo che si potesse fare, ma continuiamo a pagare lo scotto di quello che abbiamo perso nei mesi precedenti, perché Arcuri, fino a poche settimane fa, era al suo posto e quello che ha fatto in un anno lo paghiamo e lo pagheremo anche nel futuro.
Noi ci chiediamo anche, non solo per la verità, riferendoci all'Italia, ma ci chiediamo anche come sia possibile che nel mondo in questo momento ci siano dei vaccini che arrivano dagli Stati Uniti d'America, dalla Gran Bretagna, dalla Cina, dalla Russia e l'Europa, nella sua articolata composizione, al momento non sia stata in grado di produrre un vaccino. Ma la cosa che fa rabbia è immaginare che l'Italia non si sia nemmeno posta fin dal principio, dallo scoppio della pandemia, l'obiettivo di dotarsi di un vaccino e questo rischiamo di pagarlo alla lunga perché non è improbabile, anzi credo che sia assolutamente probabile, che tra qualche settimana o tra qualche mese, tra due, tre mesi, arriveranno i vaccini della Bayer, arriveranno i vaccini della Roche, arriveranno i vaccini che o l'Istituto Pasteur o qualche pubblico o i privati francesi o in altre Nazioni d'Europa saranno in grado di produrre e diventeremo consumatori, magari a grande prezzo, di quelle che sono scelte lungimiranti fatte da altre Nazioni.
Poi abbiamo un Ministro della Sanità, Roberto Speranza, che è assolutamente incompetente e inadeguato a ricoprire un incarico delicato e importante come quello del Ministro della Salute e che francamente ci auguravamo, all'indomani della nascita di un Governo che doveva segnare una netta discontinuità rispetto al precedente e che è nato, appunto, perché il precedente Governo aveva fallito soprattutto sulla gestione della pandemia, ci saremmo aspettati da Draghi il coraggio di rimuovere, ripeto, un Ministro incompetente, incapace e inadeguato che continua a fare danni non solo alla salute, ma anche alle imprese con le sue scelte legate alle aperture/riaperture che, spesso e volentieri, non sono legate a criteri scientifici, perché i criteri scientifici sono diversi da quelli che permettono oggi tranquillamente alle persone di affollarsi per poter entrare all'Ikea di Padova e non possono permettere alle persone, invece, di andare, con le distanze di sicurezza, all'interno di un ristorante. Tutto questo tra l'altro andando a penalizzare le categorie che rappresentano un valore aggiunto per l'Italia e in particolare per il Veneto.
Ha fatto bene il consigliere Villanova a presentare questa risoluzione alla quale noi voteremo favorevolmente, proprio perché sollecita l'Unione europea e il Governo a fare quanto possibile per permetterci, attraverso la vaccinazione, di riaprire il prima possibile il Veneto.

PRESIDENTE

Grazie. Possamai Giacomo, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Molto rapidamente perché molte cose sono già state dette. Rassicuro il capogruppo Speranzon sul fatto che è la stessa mozione e che sugli errori dell'Unione europea siamo tutti quanti consapevoli e l'abbiam detto più volte. Dopodiché non ci dobbiamo mai dimenticare un piccolo dettaglio ed è che l'Unione europea oggi sono gli Stati nazionali in tema sanitario, perché, non essendoci una delega diretta all'Unione europea in questo campo, al tavolo delle trattative per l'approvvigionamento vaccinale, per dirne una, c'erano i 27 membri degli Stati. Questa è una cosa che non ci dobbiamo mai dimenticare perché è molto semplice, non solo nella politica italiana, in tutti i Paesi singoli, dire: "Ma c'è quello là in fondo che ha tutte le colpe del mondo". Noi... sì, però come minimo, se vogliamo stare in un campo societario, è un'azienda di cui abbiamo delle azioni importanti e al cui tavolo ogni volta noi ci siamo non soltanto in questo campo, per cui è sempre facile fare questo ragionamento qui; in realtà la responsabilità diretta degli Stati nella partita vaccinale c'è tutta perché c'è un tavolo di concertazione a livello europeo.
Ma a parte questo ed era per rispondere al punto di prima, noi non abbiamo nessun problema, anzi lo diceva prima la consigliera Camani, ma credo anche altri, a votare gli impegni o i solleciti, mi pare che sia l'espressione, i solleciti della risoluzione del capogruppo Villanova, perché dove ci sono degli errori vanno riconosciuti anche perché su questo l'Unione europea l'ha chiamata a una grande prova.
C'è un altro punto che è quello che non ci convince ed è per questo, poi che la discussione sia indirizzata lì: il tentativo di trasformare una risoluzione che doveva dare un messaggio all'Unione europea nel tentativo di raccontare una realtà sul Veneto che, l'abbiamo detto tante volte, secondo noi in realtà non è... cioè la cosa in assoluto - qui parlo anche proprio dal punto di vista personale - che più contesto alla narrazione sui vaccini in questa Regione, sulla vaccinazione, sulla campagna vaccinale, non è tanto il fatto che ci siano delle difficoltà, che sia complicato, ci sono state in praticamente in tutte le Regioni d'Italia, ma è che qui ci sia il costante tentativo di mettersi il cappello dei primi della classe anche quando i problemi sono evidenti e proprio perché la sfida è enorme, a volte basta dire: è una sfida enorme, è complicatissima e che le cose possano andare a volte anche storte succede, ma così poi si ragiona. Se la cosa è: è tutto meraviglioso, splendido e chiunque dica che c'è qualcosa che non va sta provando a disturbare, è un manovratore, secondo me diventa una discussione francamente sterile e che non serve a nulla nel senso che sono abbastanza convinto - questo credo lo dicesse la consigliera Ostanel - che anche a voi arrivino telefonate di decine di cittadini di vario tipo, di varie categorie che hanno diritto ad essere vaccinati perché stavano nelle categorie fragili o nelle classi di età, precedentemente ovviamente, adesso la situazione su quel fronte si è raddrizzata, e che non hanno ricevuto la dose per 100 motivi - perché il medico di base non l'ha caricato sul portale, perché ogni ULSS ha seguito la sua direzione senza concordarle con le altre - però questi sono fatti e dai fatti bisognerebbe partire.
Questo per noi è ciò che non sta funzionando prima di tutto nella discussione in Veneto sulla campagna vaccinale ed è che invece di discutere di che cosa non sta funzionando e perché non sta funzionando, il tentativo sia di dire che va tutto bene, cioè che 38.000 persone non si siano vaccinate e l'Assessore alla Sanità non sappia perché, io penso che sia un problema, cioè che non sia l'opposizione antipatica che disturba e che dà fastidio, perché se facessi l'Assessore alla Sanità in questa Regione mi porrei il tema di dire: "Perché dentro a una macchina che governo, forse - perché poi, se la tesi è che ogni ULSS fa il suo, diventa anche difficile pensare che ci sia qualcuno che la governa fino in fondo - mi scappano non 38 persone, ma 38.000 persone: chiedo la lista e chiedo che vengano spiegate, la prima volta me ne spiegano 2.000 e per le altre 38.000 bisogna vedere nelle prossime settimane" perché di settimane adesso incominciano a passarne e noi su questo non abbiamo ancora avuto una risposta.
Per cui prima la consigliera Guarda, la capogruppo Guarda ha chiesto il voto per parti separate perché - e su questo chiudo - per quanto ci riguarda nulla da eccepire sui solleciti e sugli impegni che la mozione chiede, molto da eccepire sulle premesse e sui "Considerato" perché pensiamo che non sia lo spazio giusto per raccontare qualcosa di distante dalla realtà.
Grazie.

PRESIDENTE

Alberto Bozza. Bozza, non la sentiamo. Adesso sì, prego.

Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Sarò velocissimo, Presidente. Intanto ringrazio il collega Villanova per il punto importante di cui stiamo discutendo oggi. Al di là dei "Considerato", al di là delle premesse, la parte finale del dispositivo è quella di sostanza, è quella che ci deve rendere oggi tutti consapevoli che qualcosa, a livello europeo, non ha funzionato e lo dice un europeista convinto, ma proprio perché sono convinto, devo anche essere, come dire, estremamente attivo e costruttivo nel percorso e riconoscere che a livello europeo tante cose funzionano, ma nell'ambito dei vaccini qualcosa non ha funzionato. Probabilmente si doveva pensare a una modalità differente, una sorta di commissariato straordinario che doveva in qualche maniera gestire, per tutti i Paesi europei, anche la contrattazione, la negoziazione con le case farmaceutiche per garantire una vaccinazione uniforme, una vaccinazione più equa all'interno dell'Europa, dell'Unione Europea.
Detto questo, è evidente che il fattore tempo è un fattore determinante e può essere il nostro principale alleato e anche il nostro principale nemico. Mai come oggi, chiunque, a qualsiasi livello (regionale, comunale e provinciale, ma soprattutto nazionale) deve agire per fare in modo che, come propone ovviamente oggi il collega Villanova, si doveva fare presto, ma soprattutto far attivare tutte quelle azioni possibili e immaginabili perché a livello europeo si arrivi, grazie anche al supporto italiano, a un'analisi chiara, più seria, più consapevole anche di quella che è la capacità vaccinale dell'Europa e soprattutto del nostro Paese italiano.
Per cui bene fa la Regione Veneto ad essere propositiva in questo. Le questioni interne a Regione Veneto le sappiamo tutte: non tutto dipende ovviamente dai fattori legati alla gestione regionale dell'USL, ma se non arrivano le dosi vaccinali è evidente che il corto circuito, per quanto tu possa pianificare, condividere, oggi purtroppo ci mette tutti in grossa crisi. Per cui noi siamo assolutamente favorevoli a questa risoluzione e il nostro voto sarà a favore.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. A conclusione della discussione generale sulla risoluzione, l'intervento del proponente Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente. Io parto con dei ringraziamenti.
Innanzitutto voglio partire ringraziando il personale sanitario che in questi mesi è veramente in prima linea per fare le vaccinazioni. Molto spesso quando si sentono le critiche, anche in quest'Aula, si pensa che, insomma, il piano vaccinale e le vaccinazioni vengano fatte magari dal Presidente Zaia e dall'assessora Lanzarin. Ci si dimentica che magari c'è un esercito che in questo momento è in prima linea e sta facendo i salti mortali per riuscire a vaccinare la popolazione.
Dopodiché io voglio ringraziare i colleghi dell'opposizione perché, sapete, è importante avere un'opposizione che ti spinge a migliorare, è importantissimo e io so che con loro, cioè con voi, questa spinta a migliorare non verrà mai meno perché io vorrei vedervi se voi foste Consiglieri regionali in una Regione amministrata dai vostri, perché se andiamo a vedere le statistiche, se voi venite qui a raccontarci che il Veneto non funziona, io vorrei vedervi in altre Regioni dove siete voi a amministrare dove gli over 80 sono ben distanti da quelle che sono le percentuali nostre. È giustissimo. Allora, se qualcuno ha in mente che vaccinare quattro milioni di persone, cioè tutti i veneti sopra i 16 anni di età, sia qualcosa di semplice, di veloce e di facile, sicuramente non è così, sicuramente saranno stati fatti errori, perché in una vaccinazione di questo tipo nessuno ci ha fornito il manuale del perfetto vaccinatore in una situazione di emergenza, stiamo gestendo... anzi, il personale sanitario sta gestendo un'emergenza senza munizioni perché dopo a me fa un po' specie l'amnesia selettiva che avete quando citate alcuni dati, no? Come mai sono state vaccinate categorie che non andavano vaccinate? Come mai siamo scesi sotto a una certa età? Qualcuno si dimentica che fino a qualche settimana fa AstraZeneca non poteva essere somministrato sopra i 55 anni e questo non perché lo avevamo deciso noi, perché l'aveva deciso il Ministero e l'EMA. Dopodiché è stata ribaltata.
Qualcuno si dimentica che qualche settimana fa le ULSS hanno dovuto sospendere le vaccinazioni perché non c'erano i vaccini, non perché non funzionava il portale o perché c'erano problemi di prenotazione, ma perché non arrivavano i vaccini. Io posso capire la vostra volontà di sollevare qualsiasi problema, perché anche ci fosse un solo Veneto che ha un problema, è un problema di troppo e su questo potete aver ragione, però il fatto di andare alla ricerca costante, di denigrare quella che è una macchina che sta viaggiando a pieno regime - e i dati lo confermano - solo per il gusto di fare un po' di polemiche e trovare qualche scusa per non votare una parte della risoluzione, permettetemi, ma è un po' stucchevole.
Questo lo si evince anche dal fatto che voi non abbiate contestato alcun dato preciso della mozione. Dite: "Non ci piace perché c'è questa volontà, di - cos'è che è stato detto prima - di tessere le lodi del Veneto". Io sono orgoglioso della nostra Regione, del nostro sistema sanitario, di come si sta comportando sotto stress in questa situazione, perché possiamo raccontare finché vogliamo che l'Unione sono gli Stati nazionali per quello che riguarda la sanità, Capogruppo, però su questo non è vero, perché se lei mi parlasse delle terapie intensive, le posso dar ragione; se lei mi parlasse delle terapie che vengono fatte a domicilio, su quello che è il sistema sanitario, le posso dar ragione; sul fatto delle vaccinazioni noi non possiamo dire che l'Unione sono gli Stati nazionali, perché questo era il primo esempio in cui l'Unione dovrà dimostrarsi Unione nel vero senso della parola, perché ha imposto agli Stati di non comprare i vaccini. È stata l'Unione a mancare: se oggi ci troviamo in difficoltà è perché l'Unione europea ha sbagliato e questo dobbiamo dirlo chiaro e tondo, perché se oggi ci sono dei problemi nella somministrazione dei vaccini è perché mancano i vaccini. Tutto il resto è secondario, perché se oggi noi avessimo a disposizione 80.000 dosi al giorno potremmo fare 80.000 dosi e invece dobbiamo viaggiare sotto i 30.000 perché non abbiamo questa possibilità.
Permettetemi, capisco questa idiosincrasia che avete nell'ammettere che qualcosa in Veneto funziona, però io penso che ci sia anche un limite. Siamo qui in una situazione di emergenza, in una situazione di pandemia, speriamo che finisca presto. Ogni tanto mi piacerebbe sentire anche da parte dell'opposizione il riconoscimento delle cose che funzionano, perché vi ho già ringraziato per quella che è la vostra spinta che veramente ci date sul migliorare e portare ancora migliore sanità ai veneti, però ogni tanto riconoscere che in questa Regione la sanità funziona potrebbe essere un bel passo avanti e forse anche i veneti ve lo riconoscerebbero.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, sull'ordine dei lavori. Posso?

PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori? Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Per proporre un emendamento al capogruppo Villanova, se si può.

PRESIDENTE

Proviamo.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Citerò solo il testo da emendare, Capogruppo. Ovviamente mi riferisco al secondo "Considerato che", parto da là. "La Regione del Veneto sta procedendo - eliminiamo lo "speditamente" - con la campagna vaccinale - toglierei la parte "tanto da essere tra le prime Regioni italiane - tra le Regioni italiane con una più alta percentuale di vaccinati", perché ad oggi il dato mi dice che in percentuale ogni 100.000 abitanti il Veneto viene banalmente dopo l'Emilia Romagna, il Friuli, la Liguria, le Marche, il Molise, Trento e Bolzano, quindi non si può dire che in termini di numero assoluto è più avanti. Quindi lascerei: "...la Regione del Veneto sta procedendo con la campagna vaccinale. La Regione del Veneto ha altresì già raggiunto un'elevata immunizzazione della popolazione over 80 - e questo si può lasciare perché è vero - e si sta avviando - toglierei "velocemente" - a programmare..." e andiamo fino alla fine. Con queste modifiche riusciamo a dare una fotografia che si avvicina, anche a nostro giudizio, alla realtà e tengo le cose più rilevanti.
Le chiedo di emendare rispetto ai fatti che non corrispondono alla realtà e in particolare, questa dell'essere tra le prime Regioni italiane.

PRESIDENTE

Il relatore deve dirmi se accetta questi emendamenti.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Presidente, mi dispiace dire di no, però io penso sia ai limiti dell'offesa quello che sta chiedendo la consigliera Camani. Io ho qui sotto le statistiche del Ministero che pubblica tutti i giorni e quello che lei chiede è semplicemente la dimostrazione che quello che ho appena detto, cioè sul fatto che voi non abbiate nessuna intenzione di riconoscere quelli che sono i meriti della Regione Veneto, va oltre quella che è la realtà dei fatti.
Quindi assolutamente no, Presidente.

PRESIDENTE

Mi sembra di cogliere che la proposta di emendamento non viene accettata, quindi procediamo con le votazioni per parti separate come chiesto dalla consigliera Guarda. Ripeto, specialmente per chi ci sta ascoltando, che faremo una votazione sulle premesse, una votazione sul "Considerato", una terza votazione, sull'"Esprime" e "Sollecita" e poi la votazione finale sul testo complessivo.
Procediamo con la votazione per divisione della risoluzione n. 12.
Metto in votazione le "premesse".
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione il "considerato".
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione il "dispositivo".
È aperta la votazione
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione la risoluzione n. 12 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Sospendiamo qui la seduta. Come deciso dalla Conferenza dei Capigruppo, ci ritroveremo martedì 27 aprile alle ore 13.00 per proseguire l'ordine dei lavori con un paio di aggiunte: una legge e una rendicontazione.
Grazie e buonasera a tutti.
Il Consiglio è chiuso.
La Seduta termina alle ore 19.02
Il Consigliere segretario
Alessandra SPONDA

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba
Verbale n. 16 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 16
MARTEDì 20 APRILE 2021


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 16a seduta pubblica – martedì 20 aprile 2021
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 105 del 13 novembre 2020.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 6511 del 15 aprile 2021.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 13.14.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin .

Punto n. 1) all'ordine del giorno


Approvazione verbale della seduta precedente  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 15a seduta pubblica di martedì 13 aprile 2021.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che è in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 96 del 17.03.2021
presentata dalla consigliera Cestaro
"Borgo Valbelluna: due stabilimenti al bivio. In pericolo 800 posti di lavoro"
e
n. 98 del 19.03.2021
presentata dalla consigliera Ostanel
"Crisi ACC di Borgo Valbelluna: la Regione intende intervenire anche coordinandosi con il Governo?"

Interviene l'assessora Donazzan che risponde congiuntamente per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Cestaro (Zaia Presidente) in sede di replica.

n. 58 del 18.01.2021
presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Lorenzoni, Guarda, Ostanel e Baldin
"Progetto previsto dal PRRR del Veneto di opera di laminazione del fiume Piave dalla capacità di 30 milioni di metri cubi e dal costo di 20 milioni di euro da attuare in 72 mesi. Dove sarà ubicata l'opera?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 59 del 18.01.2021
presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Lorenzoni, Guarda, Ostanel e Baldin
"Piano regionale per la ripresa e la resilienza (PRRR) della Regione Veneto. Progetto di opera di laminazione del fiume Piave dalla capacità di 30 milioni di metri cubi e dal costo di 60 milioni di euro da attuare in 72 mesi. Dove sarà ubicata l'opera?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 77 del 10.02.2021
presentata dalla consigliera Guarda
"ULSS Dolomiti e obbligo vaccinale per i nati nel 1941: perchè non è stata stabilita immediatamente una diversa articolazione dei punti per la somministrazione del vaccino anti-Covid19?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 89 del 04.03.2021
presentata dal consigliere Zanoni
"Possibili violazioni delle misure anti Covid a Borso del Grappa nell'attività di parapendio. La Regione intende effettuare le dovute verifiche?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 90 del 04.03.2021
presentata dal consigliere Zanoni
"La Giunta regionale intende istituire l'Osservatorio della pianificazione territoriale e urbanistica previsto dall'articolo 8 della legge regionale n. 11 del 2004 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio"?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4, del Regolamento  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che non ci sono risposte ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento.

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Rizzotto, Michieletto, Vianello, Centenaro, Soranzo, Formaggio, Speranzon, Razzolini, Polato e Dolfin relativa a "Modifiche alla legge regionale 30 dicembre 1993, n. 63 "Norme per l'esercizio delle funzioni amministrative in materia di servizi di trasporto non di linea nelle acque di navigazione interna e per il servizio pubblico di gondola nella città di Venezia"". (Progetto di legge n. 25) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 6/2021)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Rizzotto (Zaia Presidente), che svolge la relazione illustrativa per conto della Seconda commissione consiliare.

In discussione generale interviene il consigliere Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Si passa all'esame dell'articolato.

I cinque articoli che compongono il progetto di legge sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

In dichiarazione di voto finale interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Ostanel

Non votanti:

nessuno

Punto n. 7) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Ciambetti, Finco, Brescacin, Michieletto, Rizzotto, Scatto, Vianello, Villanova, Zecchinato, Barbisan, Valdegamberi, Sponda e Centenaro relativa a "Modifica dell'articolo 66 della legge regionale 7 novembre 2003, n. 27 "Disposizioni generali in materia di lavori pubblici di interesse regionale e per le costruzioni in zone classificate sismiche"". (Progetto di legge n. 30) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 7/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono il consigliere Bet (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Seconda commissione consiliare, e il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Seconda commissione consiliare e illustra gli emendamenti presentati.

In discussione generale intervengono i consiglieri Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Bet (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE sospende la seduta per permettere alla Seconda Commissione consiliare di esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 14.39.

La seduta riprende alle ore 15.00.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

L'emendamento n. A1 all'articolo 1, illustrato dal consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A2 all'articolo 1, illustrato dal consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Gli articoli 2 e 3, posti in votazione separatamente, col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Zanoni (Partito Democratico Veneto) e Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 8) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Guarda, Zanoni, Zottis, Ostanel e Baldin relativa a "Diradare la cortina fumogena, per un rilancio effettivo, anche in chiave ambientale, della filiera della canapa sativa l.". (Mozione n. 40) APPROVATA (Deliberazione n. 24/2021)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che chiede di sottoscriverla, Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Zanoni (Partito Democratico Veneto) e Baldin (Movimento 5 Stelle), che chiede di sottoscriverla.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bigon, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

Polato

Punto n. 9) all'ordine del giorno


Mozione presentata dai consiglieri Polato, Speranzon, Formaggio, Soranzo e Razzolini relativa a "La Giunta regionale intervenga presso il Ministero dei trasporti per il sostegno dell'attività degli impianti a fune". (Mozione n. 24) APPROVATA (Deliberazione n. 25/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Polato (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che la illustra, Zottis (Partito Democratico Veneto), che propone modifiche, e Polato (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che le accoglie.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto come modificata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 10) all'ordine del giorno


Mozione presentata dai consiglieri Zanoni, Possamai Giacomo, Camani, Bigon, Zottis, Montanariello, Lorenzoni, Guarda, Ostanel e Baldin relativa a "Progetto di ampliamento della cava Morganella sottofalda fino a 60 metri di profondità in violazione della legge sulle cave. La Regione sospenda il decreto di autorizzazione e verifichi la natura dei materiali presenti nel fondo della cava." (Mozione n. 28) RESPINTA


Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che la illustra.

Durante l'intervento del consigliere Zanoni assume la Presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

In discussione generale intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Rizzotto (Zaia Presidente), Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Guarda (Europa Verde), Lorenzoni (Gruppo Misto), Bigon (Partito Democratico Veneto), Camani (Partito Democratico Veneto), Baldin (Movimento 5 Stelle), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Polato (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Montanariello (Partito Democratico Veneto) e l'assessore Bottacin.

In sede di replica interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto).

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Per fatto personale interviene l'assessore Bottacin.

In dichiarazione di voto finale interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

Polato

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori.

La seduta è sospesa alle ore 17.04.

La seduta riprende alle ore 17.18.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda .

Punto n. 11) all'ordine del giorno


Mozione presentata dai consiglieri Pan, Villanova, Valdegamberi, Barbisan, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Dolfin, Gianpiero Possamai, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Giacomin, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Maino, Speranzon, Polato, Formaggio, Razzolini, Soranzo, Venturini, Bozza, Gerolimetto, Vianello, Zecchinato, Rigo, Andreoli, Corsi, Favero, Finco, Puppato e Piccinini relativa a "Venezia 1600 anni di storia: modello antesignano di sanità pubblica, governo delle acque e serena giustizia. Riconsegniamo ai nostri giovani la conoscenza della Repubblica serenissima.". (Mozione n. 55) APPROVATA (Deliberazione n. 26/2021)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Pan ( Liga Veneta per Salvini Premier) che la illustra.

In discussione generale intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che propone modifiche, Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che chiede di sottoscriverla, Zottis (Partito Democratico Veneto), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) che chiede di sottoscriverla a nome del gruppo Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto, e Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) che, in sede di replica, accoglie le sottoscrizioni e le modifiche proposte.

Intervengono i consiglieri Villanova (Zaia Presidente), che chiede di sottoscriverla a nome dei gruppi Zaia Presidente e Liga Veneta per Salvini Premier, Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che chiede di sottoscriverla a nome del gruppo Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni, Barbisan (Gruppo Misto), che chiede di sottoscriverla anche a nome del consigliere Valdegamberi, e Piccinini (Lista Veneta Autonomia) che chiede di sottoscriverla.

La seduta è sospesa alle ore 17.43.

La seduta riprende alle ore 17.46.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto come emendata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 12) all'ordine del giorno

Mozione presentata dal consigliere Piccinini relativa a "Che ai fini della concessione dei crediti di imposta, chi ha in essere un affitto di azienda e/o un contratto di servizi a prestazioni complesse ottenga il medesimo trattamento di chi ha in essere una locazione non abitativa e/o un contratto di leasing". (Mozione n. 56) APPROVATA (Deliberazione n. 27/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Piccinini (Lista Veneta Autonomia), che la illustra, e Camani (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento del consigliere Piccinini assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE sospende la seduta per consentire lo svolgimento di una riunione della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari.

La seduta è sospesa alle ore 17.58.

La seduta riprende alle ore 18.04.

Punto n. 13) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Speranzon, Polato, Soranzo, Formaggio e Razzolini relativa a "La Regione Veneto intervenga presso il governo a sostegno del comparto sciistico veneto". (Mozione n. 36) RITIRATA  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che illustra e ritira la mozione in oggetto.

Punto n. 14) all'ordine del giorno

Risoluzione presentata dai consiglieri Villanova, Barbisan, Cecchetto, Dolfin, Favero, Finco, Pan, Rigo, Bisaglia, Brescacin, Cavinato, Cestaro, Giacomin, Maino, Michieletto, Rizzotto, Sponda, Vianello e Zecchinato relativa a "Vaccini anti Covid-19: l'Europa dia una svolta decisiva alla campagna vaccinale". (Risoluzione n. 12) APPROVATA (Deliberazione n. 28/2021)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Villanova (Zaia Presidente) che illustra la risoluzione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Zottis (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Bigon (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde), che chiede la votazione per divisione, Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto) e Villanova (Zaia Presidente) in sede di replica.

Sull'ordine dei lavori intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), che propone modifiche alla risoluzione in oggetto, e Villanova (Zaia Presidente), che non le accoglie.

Il PRESIDENTE procede con la votazione per divisione.

Le premesse, dalle parole "Premesso che" alle parole "tra gli stessi Stati", poste in votazione col sistema elettronico in modalità telematica sono approvate.

Il considerato, dalle parole "Considerato che" alle parole "e il 2022;", posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica è approvato.

Il dispositivo, dalle parole "tutto ciò premesso" alle parole "territori regionali", posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica è approvato.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la risoluzione in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bisaglia, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Bigon, Camani, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale è convocato martedì 27 aprile alle ore 13.00.

La seduta termina alle ore 19.02.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BORON Fabrizio
POLATO Daniele
BOZZA Alberto
POSSAMAI Giacomo
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CENTENARO Giulio
RIZZOTTO Silvia
CESTARI Laura
SANDONA' Luciano
CESTARO Silvia
SCATTO Francesca
CIAMBETTI Roberto
SORANZO Enoch
CORSI Enrico
SPERANZON Raffaele
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VIANELLO Roberta
GEROLIMETTO Nazzareno
VILLANOVA Alberto
GIACOMIN Stefano
ZANONI Andrea
GUARDA Cristina
ZECCHINATO Marco
LORENZONI Arturo
ZOTTIS Francesca






IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Alessandra SPONDA






IL PRESIDENTE
Roberto CIAMBETTI









N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Paola Lombardo