ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 27/04/2021 n. 17

Resoconto n. 17 - 11^ legislatura
Resoconto 17 a Seduta pubblica
Martedì, 27 aprile 2021
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO
La Seduta inizia alle ore 13.09

PRESIDENTE

Buongiorno, colleghi.
Diamo inizio alla 17a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 6827 del 21 aprile 2021.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Ha comunicato congedo
Luca ZAIA
Il congedo è concesso.

PRESIDENTE

Solitamente l'ordine dei lavori lo facciamo al termine delle interrogazioni.
Prego, collega Lorenzoni, si prenoti cortesemente, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Era proprio in merito a questo, perché, prima di iniziare il Consiglio, parlando di cose importantissime e credo di interesse di tutti i cittadini del Veneto, ieri sera sono emersi una serie di fatti che credo richiedano delle risposte tempestive, prima di affrontare altri temi.
Noi avremmo piacere di chiedere direttamente al presidente Zaia di chi sono le responsabilità per i fatti che sono stati evidenziati, che noi, peraltro, da tempo abbiamo messo all'attenzione dell'Amministrazione regionale: sto parlando di fatti relativi, per esempio, all'utilizzo dei tamponi antigenici.

PRESIDENTE

Collega, però, questo non ha molto a che fare con l'ordine dei lavori del Consiglio regionale: è una vostra richiesta, ma non ha nulla a che fare.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Sì, benissimo. A nome di tutta i Consiglieri di minoranza, chiedo che il presidente Zaia, prima di affrontare altri temi, venga a relazionare in Aula perché riteniamo che il Consiglio sia il luogo preposto per dare delle risposte ai cittadini.
Noi siamo stati inondati questa mattina di domande da parte dei cittadini veneti: ma è vero, ma non è vero, ma di chi è la responsabilità?
Quindi, se noi non otteniamo delle risposte dirette, noi riteniamo di interrompere i lavori del Consiglio.

PRESIDENTE

Collega, avrete modo di fare le vostre richieste formali, però oggi c'è un ordine dei lavori del Consiglio e, siccome, fino a prova contraria, Report non è la legge, se avete delle richieste da fare, farete le vostre richieste all'interno del Consiglio regionale, chiederete quello che volete, però non possiamo affrontare l'argomento di una trasmissione televisiva durante il Consiglio regionale di oggi, perché non è previsto.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Riteniamo inopportuno un congedo di fronte a dei fatti gravi, come quelli a cui abbiamo assistito, per cui riteniamo che sia indispensabile prima chiarire le responsabilità e poi affrontare altri temi. Su questo i consiglieri di minoranza sono uniti e chiedono con forza un intervento.

PRESIDENTE

Grazie, collega Lorenzoni.
Se è sull'ordine dei lavori e sempre sull'argomento della trasmissione di ieri sera, non voglio aprire il dibattito sull'argomento in marito. Le ripeto: se è sull'argomento di ieri sera, io non le do la parola, collega.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Solo una cosa, una battuta veramente, non è un discorso: le chiedo, Presidente, solo questo: se può formalmente chiedere al presidente Zaia di venire qui. Le chiediamo, in qualità di Presidente dell'Assemblea, se può chiedere al Presidente...

PRESIDENTE

Il Presidente so che in questo momento è impegnato, come sapete bene, all'Unità di Crisi di Mestre. Ho capito e, se voi volete avere la scena in questo momento, vi capisco, perché fate la vostra battaglia politica, però c'è un ordine del giorno del Consiglio e io intendo proseguire con l'ordine del giorno del Consiglio. Poi chiederò al Presidente se può venire qua, se ha la possibilità di venire al Ferro-Fini. Io glielo chiedo, ma non è un dovere, perché adesso non è che una trasmissione televisiva è la legge. È chiaro? Va bene? A posto.
Andiamo avanti.
Collega Montanariello, se vuole intervenire, si siede al suo posto, fa richiesta di parola e le do la parola. Se deve fare teatro in Consiglio regionale, lo vada a fare in qualche altra parte.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, mi fa completare il pensiero?

PRESIDENTE

Collega Possamai, si prenoti.
Collega Montanariello, gliel'ho già detto: se vuole parlare, si prenota, altrimenti esce dall'Aula.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, volevo completare il pensiero. Non le ho chiesto se può venire in questo momento il presidente Zaia, visto che sappiamo tutti che è in conferenza stampa, però le abbiamo chiesto in maniera formale di chiedere al Presidente, siccome staremo qua fino a stasera, immagino, le 6, 6 e mezzo, 7, quello che sarà, di trovare il tempo di fare quello che dovrebbe fare sempre, cioè venire in Aula; su un tema così pensiamo che sia semplicemente necessario, perché sennò non ha senso discutere di tutto il resto.

PRESIDENTE

Bene. Grazie, collega. Ho capito. Lo farò.
Se volete sospendere voi e uscire dall'Aula, fate quello che volete, però io non intendo sospendere i lavori del Consiglio per una richiesta, seppur lecita, da parte dei colleghi di opposizione. Io ovviamente mi farò portavoce verso il Presidente e poi, se il Presidente potrà recarsi in Aula, verrà a riferire, altrimenti lo farà quando lui lo riterrà opportuno.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

No, Presidente, no, cioè nel senso...

PRESIDENTE

Allora adesso basta. Adesso basta.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Quando ci può dare una risposta, però?

PRESIDENTE

Allora, se mi date il tempo di iniziare i lavori, poi sento il Presidente.
Qua le regole le detto io fino a quando presiedo questo Consiglio. Okay? Quando lo presiederete voi, le regole le darete voi.
Siccome c'è un ordine del giorno, chiaro e preciso, io continuo con l'ordine del giorno così come è elencato. Nel frattempo manderò un messaggio, farò un colpo di telefono al Presidente e poi riferirò in merito.
Passiamo all'approvazione del processo verbale.
PUNTO
1



APPROVAZIONE DEI VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della 16a seduta pubblica del 20 aprile 2021.

PRESIDENTE

Sull'argomento non intendo dare più la parola.
Intervenga, collega Camani, sul processo verbale.


Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Vede, è importante il processo verbale perché è il resoconto di quello che accade dentro questo Consiglio regionale. Io non vorrei che tra una settimana, quando ci troveremo a fare questa seduta, andremo a leggere un altro resoconto, un altro processo verbale in cui dovremmo nuovamente registrare l'assenza del presidente Zaia. Allora, per evitare questa cosa spiacevole, sarebbe utile che, quando si commentano anche passaggi formali, come il processo verbale, ci fosse la piena consapevolezza che il posto in cui si devono dire le cose è questo Consiglio regionale e non il punto stampa di Marghera. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Interrogazione a risposta immediata n. 73 del 3 febbraio 2021 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "A ROVERETO (TN) RILEVATI SVERSAMENTI DI SOSTANZE INQUINANTI SUL FIUME ADIGE: QUALI AZIONI DI VERIFICA PRESSO I TRATTI REGIONALI?".

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che da notizia riportata da più organi di stampa1 si apprende dell'intervenuto sequestro su disposizione del Giudice per le indagini preliminari presso la Procura della Repubblica di Rovereto (TN) di alcuni pozzi utilizzati da una multinazionale farmaceutica.
Evidenziato che la ricostruzione al vaglio è che l'azienda avrebbe utilizzato dei pozzi per diluire i reflui industriali, in tal modo illecitamente sversando nel Rio Coste, da cui la persistenza di inquinanti nel Fiume Adige.
Considerato che le circostanze rivelate dall'inchiesta in corso unitamente alla vitale importanza delle acque del fiume Adige per l'intero sistema veneto e non solo sono tali da suscitare apprensione, tal per cui si ritiene necessario sollecitare pronte azioni di verifica.
Tutto ciò premesso, la sottoscritta Consigliera
interroga la Giunta regionale
per sapere in ragione di quanto sopra riportato quali interventi intende adottare nell'immediato al fine di verificare l'eventuale presenza e la misura dell'inquinamento nei tratti di competenza regionale del fiume Adige.".

_________________
1 1https://www.ansa.it/trentino/notizie/2021/02/03/ambiente-noe-sequestra-pozzi-della-suanfarma-di-rovereto_000f30e6-1f31-4283-884d-8a23025e8440.html; https://ladige.it/territori/rovereto/2021/02/03/inquinamento-rio-coste-delladige-carabinieri-sequestrano-pozzi; https://www.ildolomiti.it/cronaca/2021/il-video-sostanze-inquinanti-nel-fiume-adige-distrutto-gran-parte-dellecosistema-nel-rio-coste-sequestrati-i-pozzi-di-unazienda-farmaceutica-a-rovereto

PRESIDENTE

Se la vuole illustrare, prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Sì, grazie.
Non do per scontato questi due minuti in cui c'è la possibilità di parlare di un tema molto delicato, che è quello del rischio di sversamento di sostanze inquinanti all'interno delle nostre acque superficiali.
In questo caso è accaduto a Rovereto, in Provincia di Trento, ma riguarda un fiume di particolare importanza per il Veneto, che è il fiume Adige, che è quello che non soltanto percorre la Provincia di Verona, ma va anche a dare acqua al complesso sistema agricolo irrigato tramite il Consorzio LEB.
Per questo motivo abbiamo evidenziato in questa interrogazione la ricostruzione che era all'epoca, il 3 febbraio 2021, al vaglio delle ARPA locali e degli Enti locali e abbiano chiesto alla Giunta regionale quali azioni intendesse attivare e come si stesse attivando per verificare l'eventuale presenza di inquinanti e le misure, appunto, di abbattimento degli inquinanti di competenza della Regione del Veneto per quanto riguarda il tratto di competenza. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Risponde l'assessore Bottacin. Prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Riguardo al testo dell'interrogazione che ci occupa, ARPAV ha comunicato con nota prot. 0021760 del 10/03/2021, che ad ogni buon conto si riporta in Allegato A, che il fiume Adige è monitorato all'ingresso in regione Veneto mediante la stazione n. 42, situata in comune di Brentino Belluno e classificata in stato chimico buono; è prevista la determinazione analitica dei metalli, dei nutrienti (azoto e fosforo) e composti fitosanitari, con cadenza trimestrale.
In merito allo sversamento di reflui industriali avvenuto nel rio Coste, affluente del fiume Adige, da parte di un insediamento industriale farmaceutico di Rovereto, la struttura competente di ARPAV ha richiesto ad APPA Trento informazioni in merito; la Provincia Autonoma di Trento - APPA Trento ha comunicato di non aver rilevato alterazioni significative nella qualità delle acque del fiume Adige.
I gestori del S.I.I. che hanno in esercizio centrali di prelievo sul Fiume Adige per uso idropotabile, sentiti per le vie brevi, hanno compiuto indagini analitiche aggiuntive sull'acqua grezza che non hanno segnalato particolari preoccupazioni. Peraltro, sulla scorta di maggiori informazioni che dovessero rendersi disponibili, potrà essere eventualmente valutata l'opportunità di un ulteriore monitoraggio di indagine, per tutti gli aspetti in cui lo stesso sia tecnicamente percorribile.".

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie, Presidente.
Riguardo al testo dell'interrogazione che ci occupa, ARPAV ha comunicato, con nota protocollo 21760 del 10 marzo 2021, che ad ogni buon conto si riporta in allegato A, che il fiume Adige è monitorata l'ingresso in Regione Veneto mediante la stazione n. 42, situata in Comune di Brentino Belluno e classificata in stato chimico buono. È prevista la determinazione analitica dei metalli, dei nutrienti, azoto e fosforo, e dei composti fitosanitari con cadenza trimestrale.
In merito allo sversamento dei rifiuti industriali avvenuto nel rio Coste, affluente del fiume Adige, da parte di un insediamento industriale farmaceutico di Rovereto, la struttura competente di ARPAV ha richiesto ad ARPA Trento informazioni in merito. La Provincia autonoma di Trento, ARPA Trento, ha comunicato di non aver rilevato alterazioni significative nella qualità delle acque del fiume Adige.
I gestori del servizio idrico integrato, che hanno in esercizio centrali di prelievo sul fiume Adige per uso idropotabile, sentiti per le vie brevi, hanno compiuto indagini analitiche aggiuntive sull'acqua grezza, che non hanno segnalato particolari preoccupazioni. Peraltro, sulla scorta di maggiori informazioni che dovessero rendersi disponibili, potrà essere eventualmente valutata l'opportunità di un ulteriore monitoraggio di indagine per tutti gli aspetti in cui lo stesso sia tecnicamente percorribile.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Bottacin.
Collega Guarda, intende replicare?

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Sì, ma non riesco ad accedere a Concilium.

PRESIDENTE

Va bene, intervenga, teniamo il tempo. Vada.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Intanto ringrazio l'assessore Bottacin e mi ritengo soddisfatta di questa risposta anche perché determina un'attenzione ulteriore rispetto ad ulteriori forme di controlli in caso di nuove segnalazioni e necessità. Allo stesso tempo, ribadisco un concetto che è necessario affrontare insieme, dato che negli scorsi anni ho ricevuto diverse risposte negative da parte della stessa Giunta regionale alle proposte avanzate, cioè quella di andare a fare un lavoro anche a livello veneto, non soltanto sovraregionale, su un obiettivo che è quello del ciclo chiuso.
Noi oggi qui parliamo di Rovereto e di quanto rilevato nella Provincia autonoma di Trento, ma poche settimane fa un fenomeno simile è accaduto non distante da noi, nella provincia di Verona, a Vestenanova, con una contaminazione delle acque superficiali del fiume Alpone, che, di conseguenza, ci interroga su che cosa noi stiamo facendo per proteggere queste acque e per accompagnare le aziende a fare in modo che questo non avvenga più. Il ciclo chiuso dovrebbe, invece, risolvere definitivamente questa problematica senza mettere in ulteriore scacco da fenomeni di inquinamento i nostri fiumi superficiali e anche, di conseguenza, le nostre falde. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.

Interrogazione a risposta immediata n. 97 del 17 marzo 2021 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "IL BROKER DEI VACCINI INDAGATO DALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI MILANO: È INTENZIONE DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE RIFERIRE PRIMA O POI AL CONSIGLIO REGIONALE CIRCA LE TRATTATIVE PER L'ACQUISTO?".

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che la sottoscritta Consigliera regionale, in data 18 febbraio 2021, in apertura della seduta della Quinta Commissione consiliare permanente, formalizzava richiesta di acquisizione di informazioni ai sensi dell'art. 54 del Regolamento del Consiglio regionale del Veneto in ordine a quanto stava emergendo nel dibattito pubblico sull'acquisto di dose aggiuntive dei vaccini anticovid19, e cioè sulla natura degli intermediari che avevano formulato proposte di vendita e sulle basi giuridiche a fondamento dell'eventuale acquisto al di fuori della committenza europea.
Constatato che ad oggi non è stato dato seguito alla richiesta di cui sopra.
Considerato che dalla lettura del quotidiano Domani del 17 marzo 20211 si apprende che la Procura della Repubblica di Milano sta conducendo un'inchiesta proprio sull'intermediario che ha proposto alla Regione del Vento l'acquisto di ulteriori dosi del vaccino. Da quanto si legge, le ipotesi al vaglio degli inquirenti non sono certamente di poco momento, considerato che tra i reati ipotizzati spiccano l'evasione fiscale per somme ingentissime e la bancarotta.
Ritenuto che al di là del lavoro svolto dalla Magistratura e delle indiscrezioni giornalistiche, pare comunque opportuno conoscere compiutamente e con precisione le scansioni di queste prime trattative, tenuto conto che, a fronte della grossolana proposta di vendita di 2.5 milioni di fiale di vaccino al di fuori della prevista committenza, la Regione ha richiesto di conoscere le specifiche dei lotti (numero e scadenza) oggetto della proposta.
Tutto ciò premesso, la sottoscritta Consigliera
interroga il Presidente della Giunta regionale
per avere chiarimenti e dettagli sulle trattative svolte per l'acquisto di vaccini anticovid19 di cui in premessa.".
___________________
1 "Il broker dei vaccini di Zaia per i PM è un grande evasore", articolo a firma dei giornalisti Alfredo Faeta e Andrea Tornago

PRESIDENTE

Se vuole presentarla, collega Guarda. Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie infinite. Ho chiesto la possibilità di presentarla. Grazie, Presidente.
Dunque, questa risposta a questa interrogazione a risposta scritta arriva, seppure in ritardo, con una vera e propria perfetta sincronicità, perché ieri sera io sono rimasta seriamente esterrefatta dal fuori onda del Direttore dell'Area Sanità e Sociale del Veneto sul timore di eventuali azioni contrattuali da parte della società fornitrice dei test rapidi, nel caso in cui fosse rilevato, nelle sedi opportune, un elevato numero di falsi negativi prodotto dai test stessi, come peraltro rilevato dallo studio del dottor Crisanti.
Anch'io, come tantissimi veneti, ieri sera ho avuto modo di guardare l'inchiesta giornalistica di Report e anch'io, come rappresentante dell'opposizione di questo Consiglio regionale, continuo a farmi molte domande, ho da chiedermi molte cose e, anche alla luce di questa inchiesta, le chiedo con ancora più forza. Una di queste è proprio il tema riportato all'interno di questa interrogazione.
Ma, oltre a questa, ricordo, che la Giunta non ha ancora risposto a diverse interrogazioni a risposta immediata sui termini riportati ieri dall'inchiesta giornalistica ed è l'interrogazione sulle "Manovre per screditare gli studi del professor Crisanti. La Giunta regionale chiarisca", che ho presentato con i colleghi Lorenzoni e Ostanel. E ancora un'altra, su cui mi chiedo come mai Zaia continui a tacere qui in Aula, non dal bunker di Marghera, rispetto alla dotazione delle terapie intensive nominali, cioè i numeri reali delle terapie intensive: una richiesta presentata il 16 dicembre 2020 insieme ai colleghi Baldin, Bigon, Lorenzoni e Ostanel e che non ha mai ricevuto risposta.
E mi chiedo come mai, a fronte di una specifica richiesta di accesso agli atti formale, di avere la fotografia di queste terapie intensive realmente disponibili, la Direzione Sanità e Sociale abbia prima, con notevole ritardo, fornito una risposta interlocutoria inoltrata all'ufficio di Presidenza di questo Consiglio regionale, con una successiva lettera del...

PRESIDENTE

Collega, ha finito il tempo.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

... quella di ieri sera, proprio, che risponde...

PRESIDENTE

Grazie, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Quindi perché tergiversare? Per questo motivo sul problema almeno fateci chiarezza.

PRESIDENTE

Grazie.
Prego, assessore Calzavara.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Con riferimento all'interrogazione in oggetto si rappresenta che la documentazione relativa alle interlocuzioni, è stata trasmessa alla Procura competente ed è coperta da segreto istruttorio.".


Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto si rappresenta che la documentazione relativa alle interlocuzioni è stata trasmessa alla Procura competente ed è coperta dal segreto istruttorio.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Guarda, vuole replicare?

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Non mi posso ritenere naturalmente soddisfatta di questa risposta, che arriva naturalmente con il ritardo dovuto, come sempre, per quanto riguarda questi temi così cruciali e da questo punto di vista ritengo che, appunto, oltre ad aver dato notizia agli Enti competenti, sia il caso di dare anche chiarezza a tutto il resto delle domande rimaste ancora in sospeso. Nella prima ondata Zaia è diventato famoso per il modello veneto perché tutti dicevano che si era fidato dei medici, nei mesi della seconda ondata, a partire dall'addio di Crisanti, abbiamo capito che non era proprio così: non si è fidato realmente dei medici, non li ha nemmeno ascoltati addirittura anche in questo Consiglio, il 18 dicembre dello scorso anno, ha dichiarato che chi osava contraddire il suo metodo era un disturbatore.
Con il servizio di Report di ieri sera cade l'ultimo velo. Non è vero che Zaia si è fidato dei medici in Veneto, la politica non ha seguito, in questo caso, la scienza, anzi forse addirittura ha giocato un po' troppo con i dati per ottenere il risultato gradito, senza assumersi responsabilità. Come ha fatto allora a questo punto a passarla liscia? Ce lo domandiamo tutti e chiediamo di raccontarci la realtà dei fatti anche su questa questione del broker, che probabilmente l'ha presentata con un po' troppa fiducia il presidente Zaia.
A questo punto ringraziamo chi ha denunciato alla Procura, prima ancora del Presidente e di questa Regione, perché probabilmente sennò ci saremmo infilati davvero in un grande e grosso guaio.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Collega Ostanel, deve intervenire su cosa? Non può. No, ma non può intervenire sull'interrogazione. Dopo l'interrogazione fa richiesta di parola e gliela do. No, avevano fatto richiesta di parola i colleghi.

Interrogazione a risposta immediata n. 108 del 26 marzo 2021 presentata dai consiglieri Camani, Bigon, Giacomo Possamai e Zottis relativa a "QUANDO È MORTO DANTE ALIGHIERI?".

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- il 24 marzo 2021 Elena Donazzan, Assessore della Regione del Veneto con delega all'Istruzione, ha inviato una lettera a sua firma a tutti i Dirigenti scolastici, al personale docente, amministrativo e tecnico e agli alunni e studenti delle scuole del Veneto;
- la comunicazione sembra avesse la finalità di stimolare il mondo della scuola rispetto all'importanza della cultura e della conoscenza ("Tutto passa attraverso la conoscenza e la consapevolezza e la scuola resta il luogo per antonomasia per animare cultura e conoscenza"), cogliendo l'occasione del 1600esimo anniversario della nascita di Venezia e della Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri.
Rilevato che nella lettera sopra citata l'Assessore dichiara esplicitamente che "il 25 marzo 1321 muore Dante".
Considerato che l'Assessore Donazzan ha l'importante delega all'Istruzione, il 25 marzo è stata scelta come Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri perché, secondo gli studiosi, il 25 marzo del 1300 sarebbe la data d'inizio del viaggio nell'aldilà della Divina Commedia.
Tutto ciò premesso, considerando che mai come questa volta sia necessario "interrogare" l'Assessore, i sottoscritti consiglieri
interrogano l'Assessore regionale alla Istruzione
per sapere quando è morto Dante Alighieri.".
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Assessore Marcato, se posso fare il mio intervento, grazie.
L'occasione di questa interrogazione nasce quando l'Assessore della Regione del Veneto con delega all'istruzione, il 24 marzo di quest'anno, invia una lettera a tutto il mondo della scuola per celebrare il milleseicentesimo anniversario della città di Venezia e la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri. E in quella lettera l'Assessore all'Istruzione della Regione del Veneto ricorda il 24 marzo come l'anniversario della morte di Dante Alighieri.
Quindi mai come in questo caso si dice "interrogare un Assessore" e chiedo all'assessore Donazzan quando è morto Dante Alighieri, che non risulta morto il 24 marzo. Ovviamente la domanda di questa interrogazione è una domanda retorica, anche perché sono sicura che nel frattempo l'assessore Donazzan si sarà meglio informata e avrà studiato la vicenda, anche se devo dire che è sempre utile che l'assessore Donazzan faccia un ripassino della storia, quindi male non le ha fatto, per chiedere all'Assessore, più in generale, al netto della domanda che ovviamente è provocatoria, come mai continui a porre in atto azioni che mettono in imbarazzo la Giunta e l'Istituzione che rappresenta e che giudizio dà del messaggio, evidentemente sbagliato, che ha dato al mondo della scuola con la lettera che ha ritenuto di inviare con questo grave errore il 24 marzo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Camani.
Per la risposta do la parola all'assessore Calzavara perché l'assessore Donazzan è impegnata in questo momento.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Il terzo capoverso della nota citata dagli interroganti prot. n. 135224/C.101.01.1 del 24 marzo 2021, inviata ai Dirigenti Scolastici, ai Docenti, al Personale della scuola ed agli Studenti, inizia in questo modo: "Il 25 marzo 1321 muove Dante...".
È di tutta evidenza come il testo citato sia il frutto di un refuso di una diversa versione della nota.
Si precisa peraltro che è stato immediatamente posto rimedio all'errore materiale evidenziato, inviando prontamente a tutti i destinatari la versione corretta della nota in questione.".

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Tocca a me dare questa risposta.
Il terzo capoverso della nota citata dagli interroganti, protocollo n. 135224/C101011 del 24 marzo 2021, inviata ai dirigenti scolastici, ai docenti, al personale della scuola e agli studenti, inizia in questo modo: "Il 25 marzo 1321 muove Dante". È di tutta evidenza come il testo citato sia il frutto di un refuso di una diversa versione della nota.
Si precisa, peraltro, che è stato immediatamente posto rimedio all'errore materiale evidenziato, inviando prontamente a tutti i destinatari la versione corretta della nota in questione.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Calzavara.
Collega Camani, prego. È già prenotata.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

A parte che ringrazio l'assessore Calzavara, che risponde a nome di tutti gli Assessori della Giunta, ma faccio notare, così rimane agli atti, che anche interrogazioni importantissime che abbiamo presentato al presidente Zaia e all'assessore Lanzarin non ottengono mai risposta, a dimostrazione di come poi la richiesta della presenza del Presidente o della Vicepresidente o dell'Assessore alla Sanità vada oltre l'attualità.
Però ringrazio l'assessore Calzavara per la risposta, che però non ho capito qual è, cioè se il "muove" debba essere la soluzione alla domanda. La domanda è: quando muore Dante Alighieri? E lei, per il tramite dell'assessore Donazzan, non ha risposto neppure a questa semplice domanda.
Quindi, ovviamente, pur pensando ingenuamente che, nel frattempo, fossimo stati in grado di scoprire quando è morto Dante Alighieri, devo prendere atto che non l'abbiamo scoperto neanche in questa occasione. Quindi presenterò un'altra interrogazione per ritoccare il tema, perché ci rimane il dubbio di sapere quando è morto Dante Alighieri. Grazie.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Collega, Wikipedia dice il 14 settembre.

PRESIDENTE

Grazie, collega Formaggio del contributo.
Andiamo avanti con i successivi punti all'ordine del giorno.
Collega Ostanel, ha fatto richiesta di parola, vuole intervenire? Okay, quindi andiamo avanti col punto 6 all'ordine del giorno.
Prego, collega Zanoni, intervenga sul Regolamento.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Io credo che sia giunta veramente l'ora che questo Ufficio di Presidenza richieda il rispetto alla Giunta regionale del Regolamento sui tempi di risposta delle interrogazioni. Nell'altra Legislatura dicevate: "Siete tanti, ci sono tante interrogazioni", ora siamo dieci Consiglieri di minoranza, su 50, che fanno interrogazioni, quindi sono sicuramente molti meno, ma abbiamo la sistematica violazione del Regolamento sulla tempistica di risposta delle interrogazioni a risposta immediata e delle interrogazioni a risposta scritta.
A questo si aggiunge anche il fatto che spesso le nostre richieste di accesso agli atti non vengono evase nemmeno entro i termini che sono previsti per un semplice cittadino per quanto riguarda in particolare le tematiche ambientali, che prevedono, da diritto ed ordinamento comunitario, determinate tempistiche. Quindi siamo anche in violazione di norme comunitarie sulla trasparenza degli atti, altro che "una casa dalle pareti di vetro" come dice il presidente Zaia!
Siamo stanchi e lo dico anche a nome di altri Consiglieri, che sono nelle mie stesse condizioni, di lavorare per chiedere, a nome dei cittadini, perché siamo un'Assemblea legislativa, di avere delle risposte precise su problemi dei veneti e di vedere dei ritardi inammissibili, ma non solo ritardi, addirittura non risposte: abbiamo una percentuale elevatissima di non risposte alle interrogazioni. Nella scorsa legislatura siamo arrivati a fare delle interrogazioni sui ritardi delle interrogazioni, mettendo in fila tutte le interrogazioni inevase.
Vi è già stato scritto dal nostro Capogruppo che c'è questa situazione e continuiamo a vedere non risposte, continuiamo a vedere accessi agli atti negati; io ho fatto un sollecito ieri di un accesso agli atti fatto il 7 gennaio in materia ambientale, sono 30 i giorni previsti, era il 7 gennaio, siamo a fine aprile e non c'è ancora la risposta. È una vergogna. È inammissibile questo atteggiamento!
Presidente, si faccia portavoce perché ormai le sollecitazioni che abbiamo fatto come minoranza all'Ufficio di Presidenza sono sin troppe e ogni volta viene detto: "Sarà nostra cura chiedere agli Assessori di rispondere nei tempi previsti", ma allora il Regolamento lo fate valere solo per noi? Per dirci di no ai Consigli straordinari e alle audizioni che chiediamo in Commissione, perché non vi è il numero? Qui il Regolamento non è violato? Basta. Basta.
Questa non è una dittatura, ci sono delle regole e vanno rispettate per tutti. Non c'è una legge che va fatta rispettare per la maggioranza e una per la minoranza. Basta, dovete applicare il Regolamento, altrimenti diteci che questa non è più un'Assemblea legislativa e il Regolamento non vale più e lo Statuto non vale più.

PRESIDENTE

Grazie, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ditecelo.

PRESIDENTE

Grazie.
Allora, vi comunico che, attraverso il presidente Ciambetti, l'Ufficio di Presidenza più volte ha sollecitato la Giunta a rispondere alle interrogazioni nei tempi previsti e lo faremo nuovamente.
Collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Intervengo adesso...

PRESIDENTE

Sul regolamento?

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Sì, sul regolamento e proprio rispetto a quello che diceva adesso il consigliere Zanoni, perché che c'è una questione fondamentale che è quella di sollecitare, ma ci sono delle interrogazioni a cui poi noi troviamo risposte in TV, come ieri sera. Magari qui qualcuno non l'ha visto, però due settimane fa io avevo presentato qui un'interrogazione che chiedeva anche perché si usavano i tamponi rapidi, pur sapendo che c'era il 30% di possibilità che non fossero così buoni, all'interno delle strutture sanitarie e, pur avendo aspettato tre settimane, nel momento in cui mi è stata data risposta due settimane fa, comunque la risposta non aveva nulla di quello che io ho visto ieri sera in televisione.
Allora, io mi chiedo: quando si dà una risposta a un'interrogazione e le interrogazioni non si fanno per sport, ma si fanno perché si hanno delle sollecitazioni da fuori e all'epoca io avevo sollecitazioni di medici e infermieri che dentro gli ospedali dicevano: "Stiamo usando i tamponi rapidi e abbiamo la certezza che non sono attendibili", abbiamo avuto sollecitazioni da familiari che avevano persone morte dentro le strutture ospedaliere, pur essendo entrate per altre patologie – e a me è successo personalmente – e quando si chiede di avere chiarezza su questa cosa, non lo si chiede per porre le strutture tecniche in difficoltà, ma perché ci sono delle persone fuori di qui che chiedono dei chiarimenti.
Allora, io ho fatto un'interrogazione su questo due settimane fa, non mi è stata data risposta, se non dicendo che abbiamo seguito delle linee guida nazionali, eppure ieri io vedo un servizio in TV dove il Dirigente della sanità dice che alcune delle questioni che io avevo sollevato in un'interrogazione sono state taciute, perché altrimenti le aziende avrebbero potuto fare ricorso alla Regione Veneto.
Vi sembra normale che io faccia un'interrogazione, la porti in quest'Aula, citi quello studio del professor Crisanti che diceva che c'erano delle difficoltà di attendibilità dei tamponi e mi viene risposto: "Abbiamo seguito le linee guida nazionali"? No, perché c'era uno studio scientifico che faceva vedere che c'erano dei margini di errore e allora io chiedo che, anche nella qualità delle risposte alle interrogazioni, venga detta la verità, perché non è possibile che un Consigliere regionale venga a sapere delle cose da un programma televisivo. Che piaccia o no, ieri ho scoperto la risposta vera da un programma televisivo.
Sui tempi ce n'è un'altra di interrogazione, che abbiamo fatto con i consiglieri Guarda e Lorenzoni, sempre sugli studi dei tamponi rapidi del professor Crisanti, che è stata depositata l'11 gennaio, a cui ho avuto risposta ieri, tramite un programma televisivo.
Allora o si riporta qui dentro un'attenzione anche a prendere quello che può fare una minoranza dentro un Consiglio e rispettarla, oppure io credo che il nostro ruolo qui venga depotenziato e su questa cosa credo che tutti dovremmo essere d'accordo, cioè che garantire la possibilità di questo Consiglio di funzionare bene è al centro del lavoro che facciamo.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il collega Villanova sul Regolamento.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Assolutamente sì, Presidente.
Io credo che trasformare quest'Aula in un palcoscenico sia piuttosto grave. Appena adesso la consigliera Ostanel diceva che abbiamo visto la verità ieri su un programma televisivo e io voglio citare quella che è la verità, perché la verità, per quello che riguarda i tamponi rapidi, non la dice il Veneto, ma la dice una circolare del Ministero della Salute, la dice l'Istituto superiore di Sanità, la dice il Ministero, che ha distribuito questi tamponi rapidi ai medici di base a novembre.

PRESIDENTE

Collega, restiamo sul tema. Lei ha fatto richiesta di intervento sul Regolamento, altrimenti apriamo una discussione.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Mi scusi, Presidente, però non mi sembra che avete...

PRESIDENTE

Sì, ma lei ha sollecitato una risposta all'interrogazione, quindi o stiamo sul Regolamento, sennò...

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Io sollecito che i Consiglieri di opposizione leggano le risposte che arrivano e soprattutto, quando citano degli studi scientifici per andare a contrastare quelle che sono le risposte che vengono date dalla Giunta, vadano a citare degli studi scientifici che siano pubblicati perlomeno, ma non pubblicati dalla Tribuna, dal Mattino di Padova o dal Gazzettino, ma degli studi scientifici che siano pubblicati a livello scientifico.
Consigliere Lorenzoni, lei è un professore universitario e io non so se lei fa pubblicare le sue tesi sul Gazzettino o sul Mattino di Padova, o le fa pubblicare sulle riviste scientifiche.

PRESIDENTE

Colleghi, non possiamo aprire un dibattito su una questione che non è inerente all'ordine del giorno.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

I lavori scientifici vanno sui giornali scientifici, non sui giornali locali. E tantomeno su Report.

PRESIDENTE

Collega Villanova, per cortesia.
Passiamo al punto successivo, che è il n. 6.
Chiede di intervenire la collega Camani sull'ordine dei lavori. Prego, collega.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Scusi, Presidente, vedendo l'ordine del giorno, io avevo visto che c'era anche un'interrogazione della consigliera Venturini che era messa in ordine del giorno oggi, ma, da quello che capisco, la risposta a quella interrogazione non c'è perché non c'è l'Assessore. Ora, non è per ripetere le considerazioni importanti che hanno già fatto i colleghi Zanoni e Ostanel e lo dico anche al capogruppo Villanova visto che si sente preso in causa, ma c'è un problema che riguarda il modo in cui i Consiglieri regionali tutti, di minoranza ma anche di maggioranza, vengono trattati dentro questo Consiglio regionale.
Abbiamo dedicato alle interrogazioni poco più di un quarto d'ora, peraltro risposte lette tutte dall'assessore Calzavara, quindi neanche dall'Assessore competente; tutte le altre interrogazioni, ferme da mesi, sono senza risposta, per non parlare di quelle rivolte all'assessore Lanzarin, che mai viene in quest'Aula e mai ci dà delle risposte.
Ora lei capisce, Presidente, che è difficile lavorare in questa maniera: non abbiamo i referenti politici che vengono in Aula a darci quelle famose risposte, perché io, vede, collega, Villanova, non sono una scienziata e quindi le domande che pongo sono domande di natura politica e mi aspetto che a darmi le risposte siano i referenti politici e invece qui non abbiamo mai nessuno che ci viene a rispondere. L'unica cosa che possiamo fare è, appunto, presentare interrogazioni e neanche a quelle che ci viene data risposta.
Ora, se vogliamo che il fatto di essere Consiglieri regionali abbia un senso politico, dobbiamo anche essere messi nelle condizioni di lavorare. Già siamo penalizzati dal fatto che siamo in pochi e se, in più, non veniamo considerati quando eseguiamo gli atti che possiamo eseguire, cioè quelli di sindacato ispettivo, francamente sembra una presa in giro. Naturalmente, il fatto diventa ancora più grave quando la risposta non solo non è data ai Consiglieri regionali, ma non viene neanche data ai cittadini veneti, che è esattamente il senso della richiesta che lo speaker Lorenzoni ha fatto ad inizio seduta. Le risposte che noi chiediamo sono le risposte che i cittadini del Veneto aspettano e non le decidete voi.
Quindi anch'io mi associo a chi ha stigmatizzato il comportamento della Giunta, che si dimostra rispettoso del Consiglio regionale e della nostra Regione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto intervenire il collega Lorenzoni, su cosa?

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie.
Sull'ordine dei lavori, appunto. Come le avevo chiesto prima, vorrei sapere se ha avuto una risposta del Presidente, perché noi stiamo cercando di capire se abbiamo la possibilità oggi di avere le risposte che chiediamo oppure no, perché se è "oppure no", noi dobbiamo prendere le nostre azioni.

PRESIDENTE

Il Presidente non mi ha ancora risposto. Poi proverò a sentirlo.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Può sollecitare, per cortesia, una risposta?

PRESIDENTE

Sì, certo, lo farò.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie.
PRESIDENTE
Collega Montanariello su cosa vuole intervenire?

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Io glielo chiederò nuovamente.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Sì, Presidente, sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE

Prego, collega.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Al netto che mi accodo anch'io alla richiesta del consigliere Lorenzoni, credo che rientri appieno nell'ordine dei lavori sapere se questo consesso è degno di avere una risposta se il Presidente verrà a onorarci della sua presenza e a capire insieme cosa è successo ieri.
Oltretutto, Presidente, il tema delle interrogazioni non è scollegato a questo perché purtroppo noi ieri in televisione abbiamo visto anche una trasmissione che ci ha dato...

PRESIDENTE

Collega, lasci stare la trasmissione di ieri sera. Lei ha detto che interviene sull'ordine dei lavori, mi dica qual è la tematica sull'ordine dei lavori altrimenti le tolgo la parola.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, mi scusi, è propedeutico all'ordine dei lavori; se lei non trova il nesso...

PRESIDENTE

No, Report non è propedeutico all'ordine dei lavori. Okay?
Altrimenti, invece di fare Consiglio regionale, andavo a fare il giornalista. Okay?
Grazie, collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

No, ma guardi, Presidente, lasci la gente...

PRESIDENTE

Passiamo al progetto di legge n. 51.
PUNTO
6



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "DISPOSIZIONI DI ADEGUAMENTO ORDINAMENTALE 2021 IN MATERIA DI ISTRUZIONE, CULTURA E SPORT". (PROGETTO DI LEGGE N. 51) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 8/2021)

Relazione della Sesta commissione consiliare.
Relatrice in aula, consigliera Cestaro; correlatrice consigliera Camani.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
il decreto legislativo n. 118 del 23 giugno 2011 ha ridefinito l'ambito d'intervento dei disegni di legge collegati alla manovra di bilancio, i quali, secondo l'articolo 2, comma 6 della legge di contabilità regionale 29 novembre 2001, n. 39 - non più attuale rispetto alla citata disciplina statale sopravvenuta - erano leggi regionali di iniziativa giuntale collegate alla legge finanziaria, recanti modifiche di tipo ordinamentale e procedurale anche prive di riflessi sul bilancio regionale, purché non comportanti variazioni di entrata e di spesa.
Attualmente i disegni di legge collegati alla manovra di bilancio - pur vincolati all'invarianza di entrata e di spesa - possono novellare solo le norme regionali aventi riflessi sul bilancio, al fine di attuare il Documento di economia e finanza regionale (DEFR).
Tuttora comunque le leggi regionali di annuale adeguamento ordinamentale rappresentano l'occasione per interventi di semplificazione, interpretazione autentica o di manutenzione dispositiva, anche ai fini del progressivo adeguamento delle leggi regionali alla normativa statale sopravvenuta.
Secondo tale nuova impronta, il primo intervento di manutenzione e semplificazione ordinamentale si ebbe con la legge regionale 20 aprile 2018, n. 15 "Legge di semplificazione e di manutenzione ordinamentale 2018". Nel corso dell'istruttoria legislativa della stessa emerse l'ulteriore necessità di affiancare allo strumento leggi regionali che, pur con finalità di manutenzione ordinamentale, avessero anche contenuti discrezionali, traducendo in norme di legge scelte di politica legislativa riferite a gruppi di materie, in ragione delle competenze proprie delle Commissioni consiliari permanenti.
Dal 2018 pertanto la Giunta regionale ha adottato disegni di legge con i quali, oltre a semplificare o manutenere le disposizioni vigenti, innova nei contenuti l'ordinamento regionale esistente.
Le proposte legislative hanno dato vita alle seguenti leggi regionali:
- legge regionale 24 gennaio 2019, n. 4 "Legge regionale di adeguamento ordinamentale 2018 in materia di sport e cultura";
- legge regionale 16 maggio 2019, n. 15 "Legge regionale di adeguamento ordinamentale 2018 in materia di affari istituzionali";
- legge regionale 28 giugno 2019, n. 24 "Legge regionale di adeguamento ordinamentale 2018 in materia di tartuficoltura, usi civici, agricoltura, caccia, commercio e piccole e medie imprese";
- legge regionale 25 luglio 2019, n. 29 "Legge regionale di adeguamento ordinamentale 2018 in materia di governo del territorio e paesaggio, parchi, trasporto pubblico, lavori pubblici, ambiente, cave e miniere, turismo e servizi all'infanzia";
- legge regionale 24 gennaio 2020, n. 1 "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2019 in materia di politiche sanitarie e di politiche sociali".
Con il presente disegno di legge si propone pertanto, secondo l'iter ormai consolidato, l'approvazione di norme finalizzate alla semplificazione, manutenzione, adeguamento dell'ordinamento regionale vigente, raggruppate per settori omogenei, in materia di istruzione, cultura e sport.
La proposta legislativa si compone di due articoli, corredati da relative relazioni ed indicazione dell'Area e della Struttura regionale di riferimento competenti all'attuazione.
Il testo è completato da ulteriori due articoli di disposizioni finali.
In sintesi, l'articolo 1 modifica l'articolo 5 della legge regionale 7 aprile 1998, n. 8 "Norme per l'attuazione del diritto allo studio universitario". Con la novellazione proposta si individuano le Aziende regionali per il diritto allo studio universitario quali uffici regionali competenti a ricevere, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 24 novembre 1981, n. 689 "Modifiche al sistema penale", il rapporto sulle violazioni amministrative relative agli interventi in materia di diritto allo studio universitario. Le Aziende, pertanto, oltre ad esperire l'accertamento relativo alla veridicità delle dichiarazioni sostitutive presentate al fine di ottenere i benefici di legge connessi al diritto allo studio universitario, provvederanno anche all'irrogazione delle sanzioni amministrative conseguenti alle violazioni accertate. Saranno quindi competenti alla ricezione del rapporto di cui all'articolo 17 della legge n. 689/1989 e all'adozione dei relativi provvedimenti di "ordinanza-ingiunzione", secondo la procedura descritta dall'articolo 18 della menzionata legge.
Con l'articolo 2 si propone la proroga, sino al 31 dicembre 2021, dell'efficacia delle disposizioni di cui alla legge regionale 20 maggio 2020, n. 17 "Iniziative a sostegno dei soggetti che operano nel settore della cultura e dell'attività motoria e sportiva", con la quale sono state ampliate le tipologie di spese ammissibili a finanziamento per i soggetti che operano nel settore della cultura e dell'attività motoria e sportiva che abbiano presentato, nel corso del 2020, istanze di finanziamento che, a causa dell'emergenza sanitaria pandemica, non risultino realizzabili in tutto, in parte o secondo le modalità originariamente previste.
L'intervento dunque è volto ad estendere i benefici previsti dalla legge regionale n. 17/2020 agli operatori dei settori della cultura e dell'attività motoria e sportiva, duramente colpiti dall'emergenza epidemiologica COVID-19, per l'intero anno 2021.
Chiudono il testo normativo l'articolo 3, clausola di neutralità finanziaria, con cui si dà atto che all'attuazione della legge si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio della Regione del Veneto, nonché l'articolo 4, relativo all'entrata in vigore della legge nel giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto.
Sulla proposta di legge la Sesta Commissione consiliare, nella seduta del 14 aprile 2021, ha espresso a maggioranza parere favorevole alla sua approvazione da parte del Consiglio regionale.
Hanno votato a favore i rappresentanti dei gruppi consiliari: Liga Veneta per Salvini Premier (Corsi, Cestari e Favero), Zaia Presidente (Cavinato, Cestaro con delega di Villanova, Sandonà e Scatto), Lista Veneta Autonomia (Piccinini), Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni (Razzolini e Soranzo), Forza Italia Berlusconi - Autonomia per il Veneto (Bozza).
Astenuti i rappresentanti dei gruppi consiliari: Partito Democratico Veneto (Camani e Giacomo Possamai), Il Veneto che Vogliamo (Ostanel).".

PRESIDENTE

Passiamo la parola alla collega Cestaro Silvia per l'illustrazione del progetto di legge.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Le leggi regionali di annuale adeguamento ordinamentale rappresentano l'occasione per interventi di semplificazione, interpretazione autentica e di manutenzione dispositiva, anche ai fini del progressivo adeguamento delle leggi regionali alla normativa statale sopravvenuta.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, mi sente?

PRESIDENTE

Collega Montanariello, sta parlando la collega Cestaro e la invito a non disturbare. Grazie.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Dal 2018, pertanto, la Giunta regionale ha adottato disegni di legge con i quali, oltre a semplificare e manutenere le disposizioni...
Presidente.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, è la terza volta che la richiamo.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Ho capito, lei mi toglie la parola.

PRESIDENTE

No, no, lei ha fatto richiesta di intervento sull'ordine dei lavori e non ha fatto nessun riferimento all'ordine dei lavori: ha parlato della trasmissione di ieri sera. Le ho già detto che non è argomento da discutere oggi in Aula, basta.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, lasci parlare i Consiglieri.

PRESIDENTE

Vada, vada, collega Cestaro.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Bene, ricominciamo.
Dal 2018, pertanto, la Giunta regionale ha adottato disegni di legge con i quali, oltre a semplificare o manutenere le disposizioni vigenti e innovare nei contenuti l'ordinamentale regionale esistente, ha provveduto ad una serie di interventi.
Questo PdL si propone, infatti, come da iter ormai consolidato, di approvare norme finalizzate alla semplificazione, alla manutenzione e all'adeguamento.
La proposta legislativa si compone di due articoli corredati da relative relazioni ed indicazioni dell'area della struttura regionale di riferimento competente.
Il testo è completato da quanta quanto segue: in sintesi, l'articolo 1 va a modificare l'articolo 5 della legge regionale 7 aprile '98, n. 8 "Norme per l'attuazione del diritto allo studio universitario"; con la novellazione proposta si individuano le aziende regionali per il diritto allo studio universitario quali uffici regionali competenti a ricevere, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge regionale 24 novembre '81, la n. 689, modifiche al sistema penale in rapporto alle violazioni amministrative relative agli interventi in materia di diritto allo studio universitario.
Le aziende, pertanto, oltre ad esperire l'accertamento relativo alla veridicità delle dichiarazioni sostitutive presentate al fine di ottenere i benefici di legge connessi al diritto allo studio universitario, provvederanno anche all'irrogazione delle sanzioni amministrative conseguenti alle violazioni accertate. Saranno, quindi, i componenti competenti anche nella ricezione del rapporto di cui all'articolo 17 della legge 689 dell'89 e dell'adozione dei relativi provvedimenti di ordinanza e ingiunzione secondo le procedure descritte dall'articolo 18.
Con l'articolo 2, invece, si propone la proroga fino al 31 dicembre 2021 dell'efficacia delle disposizioni di cui alla legge regionale 20 maggio 2020, n. 17 "Iniziative a sostegno dei soggetti che operano nel settore della cultura e dell'attività motoria e sportiva", con la quale sono state ampliate le tipologie di spese ammissibili a finanziamento per i soggetti che operano nel settore della cultura, dell'attività motoria e sportiva, che abbiano presentato, nel corso del 2020, istanze di finanziamento che, a causa dell'emergenza pandemica, non risultino realizzabili in tutto o in parte secondo le modalità originariamente previste.
L'intervento poi prevede la neutralità finanziaria. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la correlatrice Camani; prego, consigliera.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di minoranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
il progetto di legge n. 51 è il secondo pezzo che arriva in Aula di quell'ormai famoso progetto di legge, di semplificazione e di adeguamento ordinamentale della Undicesima Legislatura presentato nientemeno che dal presidente Zaia. In particolar modo oggi discutiamo dello stralcio di competenza della Sesta Commissione che riguarda le materie dell'istruzione, della cultura e dello sport.
Il testo non è stato oggetto di intervento e di modifica in sede di Commissione e si compone di soli due articoli, oltre alle disposizioni finali sulla neutralità finanziaria e sulla entrata in vigore, e già questo, da un certo punto di vista, è un fatto politico e cioè la portata realmente limitata delle previsioni in esame. Non che non siano norme che hanno, o possono avere, un senso concreto, ma appare evidente che le potenzialità di uno strumento così strategico come l'ordinamentale non sembrano pienamente sfruttate da un articolato di soli due articoli.
Con l'articolo 1, modificando l'articolo 5 della legge regionale 7 aprile 1998, n. 8 "Norme per l'attuazione del diritto allo studio universitario", si individuano sostanzialmente gli ESU regionali quali uffici competenti in materia di irrogazione delle sanzioni amministrative relative agli interventi concernenti il diritto allo studio universitario.
Le aziende regionali per il diritto allo studio universitario in Veneto sono 3 (Padova, Verona e Venezia), sono soggetti dotati di personalità giuridica, con propria autonomia gestionale e imprenditoriale, un proprio patrimonio e proprio personale dipendente. Ad essi la Regione del Veneto affida una serie di compiti e funzioni, tra cui l'erogazione di borse di studio e sussidi straordinari, oltre alla gestione delle strutture abitative e adibite al servizio di ristorazione.
In generale gli ESU del Veneto si occupano del diritto allo studio universitario e cioè di quel complesso di norme che regola gli interventi per assicurare agli studenti, in particolari condizioni economiche e di merito, la possibilità di acquisire titoli di studio universitari.
Questi servizi sono organizzati attraverso la suddivisione che lo Stato ha definito tra competenze statali e quelle spettanti all'università e alle Regioni, in virtù del principio del decentramento amministrativo.
Le borse di studio costituiscono la principale forma di intervento attraverso la quale viene garantito il rispetto del principio costituzionale di garantire il diritto allo studio per gli studenti capaci, ma privi di mezzi economici. Anche per questa ragione il legislatore nazionale ha ritenuto necessario, negli ultimi anni, rafforzare i controlli sulla veridicità delle dichiarazioni reddituali e patrimoniali presentate per l'accesso alle borse di studio ed inasprire le sanzioni previste in caso di dichiarazioni non veritiere.
Risulta, quindi, necessario assicurare un'efficace e tempestiva istruttoria del procedimento sanzionatorio al fine di garantire efficacia nella fase di accertamento e di irrogazione della sanzione. Con la modifica proposta con l'articolo 1, dunque, si interviene sull'articolo 5 della legge regionale n. 8/98 e si individuano gli ESU quali uffici regionali competenti a ricevere il rapporto delle violazioni amministrative sul diritto allo studio e a svolgere le funzioni inerenti l'irrogazione delle relative sanzioni amministrative.
Il principio è naturalmente condivisibile, ma ci sono alcuni elementi che credo sia opportuno sottolineare.
L'ampliamento delle funzioni di ESU previsto da questa modifica non produce alcun effetto di natura finanziaria, poiché la nuova funzione attribuita agli ESU è comunque correlata a quelle già assegnate e annualmente finanziate col bilancio regionale. Gli ESU già svolgono la funzione di accertamento, di contestazione delle eventuali violazioni, di quantificazione della sanzione. Con questa proposta di modifica si aggiunge anche la funzione di ingiungere il pagamento realizzando un'effettiva semplificazione del procedimento. Un segnale importante sarebbe stato però semplificare anche per accelerare la "parte positiva" che riguarda le borse di studio e cioè il pagamento rapido da parte della Regione alle Università degli importi in relazione alle borse di studio. Ne parlo perché questa è una criticità storica della nostra Regione e delle politiche per il diritto allo studio, che si è particolarmente aggravata durante la pandemia.
Mi pare sia necessario, infatti, avviare una discussione non soltanto su come è possibile sanzionare più efficacemente i beneficiari che non meritano la borsa di studio, ma soprattutto sul come rendere il sistema delle borse di studio regionali migliore, con l'obiettivo di renderne la fruizione finalmente più equa e più ampia, partendo dall'innalzamento della soglia ISPE, ancora troppo bassa in questa regione (il Veneto è una delle regioni in Italia che ha la soglia ISPE così bassa), fino al meccanismo di assegnazione delle risorse all'Università, perché anche questo passaggio avviene troppo spesso in grave ritardo rispetto al momento dell'assegnazione della borsa, costringendo le Università ad anticipare le risorse regionali con conseguenti ricadute negative sui bilanci degli Atenei.
Infine, vorrei che la discussione sugli ESU oggi ci fornisse l'opportunità per porci un altro tema e cioè di come la pandemia e le restrizioni hanno influito anche sulla possibilità degli studenti di fruire dei servizi per il diritto allo studio. Molti borsisti ad esempio, in questo anno di blocco, non hanno potuto usufruire del servizio mensa e residenza e penso sia necessario che la Regione, oltre ad occuparsi di come recuperare velocemente le risorse di chi ha preso la borsa senza diritto, si occupi anche di rimborsare, altrettanto velocemente, perlomeno parzialmente, la quota mensa a chi non ha potuto usufruirne durante la restrizione e di evitare di trattenere dalla borsa di studio la quota mensa. Questi sono due esempi di come le restrizioni siano costate non soltanto alle attività economiche, ma anche a studenti e borsisti. Peccato che di questi ultimi nessuno ne parli. E allora, se vogliamo veramente essere pronti a rispondere alle esigenze dei cittadini veneti, un pensiero anche a come la pandemia abbia influito sulla possibilità di accedere al diritto allo studio dovremmo farlo.
Un'ultima riflessione sul punto la vorrei fare sugli ESU destinatari di questo provvedimento. Sappiamo che agli ESU sono affidati i servizi connessi al diritto allo studio: a Padova si vive ormai da anni nella profonda incertezza sul destino della società ESU Gestione Servizi S.r.l. che gestisce la mensa del campus di Agripolis. Ho presentato il 9 dicembre 2020 un'interrogazione a risposta scritta all'assessore Donazzan per sapere quali siano le valutazioni della Giunta rispetto all'erogazione del servizio ristorazione all'interno del campus universitario di Agripolis gestito da ESU. Dopo quattro mesi non ho ancora avuto risposta a questa interrogazione e ovviamente penso sia un fatto grave: primo per la conferma, semmai ce ne fosse bisogno, della poca disponibilità della Giunta a rispondere alle interrogazioni che presentiamo, ma soprattutto in questo caso, per la mancanza di rispetto della popolazione universitaria di Agripolis, che ad oggi non sa ancora se quel servizio mensa, che fa parte dei servizi garantiti agli studenti, verrà mantenuto pubblico o piuttosto se diventerà, come tante volte è accaduto, un servizio privatizzato per volontà della Giunta.
L'articolo 2, invece, per passare all'altro pezzo del provvedimento, propone la proroga fino alla fine del 2021 della legge regionale 20 maggio 2020, n. 17 "Iniziative a sostegno dei soggetti che operano nel settore della cultura e dell'attività motoria e sportiva". La legge di cui si propone la proroga venne adottata lo scorso anno dopo i primi mesi durissimi di restrizioni imposte dal Governo nazionale a causa della pandemia, partendo dal presupposto che per alcuni soggetti, in particolare il lockdown prima e le difficoltà conseguenti poi, si sarebbero trovati nell'impossibilità di portare a compimento i progetti avviati nel 2020. Il riferimento è alle attività connesse ai servizi culturali e sportivi gestiti da soggetti giuridici che non operano in regime di impresa. Allo stesso modo, la preoccupazione si era rivolta anche a chi si era trovato costretto a pensare la programmazione e la progettazione delle iniziative per i mesi successivi.
Sulla base di questa valutazione si era definita la legge regionale n. 17/2020 proprio per assicurare ad alcuni soggetti particolarmente esposti un sostegno finanziario che consentisse loro di mantenere operatività anche per il futuro, prevedendo l'estensione delle spese finanziabili alle spese di funzionamento di conservazione dei contratti di lavoro e alle spese di continuità dei servizi offerte, solo per citarne alcune.
La volontà, dunque, di prorogare questo intervento è certamente positiva, essendo purtroppo prolungate anche le restrizioni e le difficoltà, in particolare per le associazioni e i soggetti del mondo della cultura (ad esempio gli extra FUS) e dello sport che non operano in regime di impresa, che sono stati pesantemente colpiti da questi mesi di pandemia. Poter erogare nuovamente contributi a settori così importanti e che così pesantemente hanno subito restrizioni, anche qualora le manifestazioni non si siano realizzate nei modi e nei tempi in cui erano state pensate in epoca pre-pandemia diventa, in questo contesto emergenziale, un segnale importante da riconfermare.
La proroga riguarda una serie di leggi che si occupano direttamente dei settori cultura e sport e ha consentito, sulla base di quanto dichiarato dagli uffici in Commissione, il finanziamento nel 2020 di 573 progetti, con una mobilitazione di risorse di 1,7 milioni di euro.
Il sostegno è rivolto ai soggetti giuridici, con sede legale o operativa nel Veneto, che hanno presentato istanze di finanziamento che rientrano nelle previsioni della legge regionale n. 70/1975 sull'organizzazione di mostre, manifestazioni e convegni di interesse regionale, della legge regionale n. 50/1984 che riguarda musei, biblioteche e archivi, della legge regionale n. 51/1984 che riguarda le attività culturali, della legge regionale n. 52/1984 che si occupa di norme in materia di promozione e diffusione di attività artistiche, musicali, teatrali e cinematografiche e della legge regionale n. 25/2009 che si occupa di interventi per il sistema del cinema e delle sale cinematografiche (abrogato con legge regionale n. 17/2019 ). Si riprendono anche alcuni articoli di leggi finanziarie che riguardano sempre il comparto culturale e, in particolare, l'articolo 51 della finanziaria del 1999 che finanzia interventi culturali (abrogato con legge regionale n. 17/2019 ), l'articolo 22 della finanziaria del 2003 sull'identità veneta (nessuna risorsa), l'articolo 66 di quella del 2007 relativa al Teatro Olimpico di Vicenza, l'articolo 7 del collegato alla stabilità del 2017 che finanzia l'Orchestra Regionale Filarmonica Veneta. Infine, la legge regionale n. 8/2015 sullo sport.
Naturalmente, questo tipo di intervento di natura prettamente emergenziale non fa venir meno la necessità di definire condizioni positive perché il settore culturale e sportivo possano essere rilanciati con interventi più strutturali che consentano a questi comparti di rigenerarsi consolidandosi, innalzando la loro competitività, incrementando, stabilizzando l'occupazione e operando una maggiore integrazione con i servizi digitali innovativi. Questo perché, non appena avremo superato la fase acuta dell'emergenza, saremo comunque chiamati alla definizione di un piano straordinario di rilancio per questi settori e quindi sul punto farò un paio di brevi considerazioni.
La prima riguarda l'assetto normativo del comparto cultura. Esiste una legge recente, la legge regionale 16 maggio 2019, n. 17 , la legge per la cultura, che ambisce ad essere il testo di riferimento delle politiche regionali in ambito culturale. Peccato però che quella legge ancora non abbia trovato piena attuazione e io credo che questo debba essere un impegno che questo Consiglio regionale assume più concretamente.
La seconda considerazione è rivolta poi all'attenzione concreta che sapremo dare a questo settore, anche al di là delle questioni meramente normative. Ciò che è accaduto, ad esempio, in riferimento al bando stanziato da Regione Veneto e Unioncamere a fine del 2020 per 18,3 milioni di euro, che ha escluso le associazioni culturali dai beneficiari, è un fatto politico a nostro giudizio molto grave, che pensiamo non si debba ripetere. Grazie ad un intervento statale, infatti, la Regione ha avuto la possibilità di avere immediatamente a disposizione risorse ingenti per le imprese soggette a restrizioni in relazione all'emergenza Covid.
Come sollecitato più volte anche dai banchi dell'opposizione, il bando avrebbe dovuto essere rivolto anche alle imprese della filiera delle attività culturali e dello spettacolo; peccato però che si sia solo in seguito scoperto che le associazioni culturali venivano di fatto escluse da quel bando, finendo per generare una grave forma di disparità di trattamento.
Questo esempio dimostra quanto siano necessarie la chiarezza normativa e la capacità di adottare rapidamente interventi emergenziali che puntino alla sopravvivenza, e quanto sia altrettanto importante un forte ingaggio politico per le politiche di sostegno a questo settore che da un lato paga pesantemente la crisi, ma dall'altro lato, dovrà essere messo nelle condizioni, nei prossimi mesi, di dover ripensare completamente la propria funzione e la propria organizzazione.
Io credo che potremmo fare un'azione molto più efficace solo uscendo dalla considerazione che troppo spesso si sente fare e cioè che ci siano imprese che pesano di più e imprese che pesano di meno. Sarebbe fondamentale che, per questo Consiglio regionale, le imprese culturali fossero finalmente considerata al pari di tutte le altre attività produttive.".

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Capirà però che c'è un certo imbarazzo a dover intervenire su questo progetto di legge quando siamo tutti in attesa di sapere se il Presidente sarà dei nostri oggi in questa discussione importante.
Il progetto di legge 51 è il secondo pezzo che arriva in Aula di quell'ormai famoso progetto di legge di semplificazione e di adeguamento ordinamentale della Undicesima Legislatura presentato nientemeno che dal presidente Zaia. In particolar modo oggi discutiamo dello stralcio di competenza della Sesta Commissione che riguarda le materie dell'istruzione, della cultura e dello sport.
Il testo si compone di due articoli, di soli due articoli, che non sono, peraltro, stati oggetto di interventi o di modifiche in sede del lavoro di Commissione, oltre alle tradizionali disposizioni finali sulla neutralità finanziaria e sulla entrata in vigore.
Già questo, da un certo punto di vista, è un fatto politico e cioè la portata realmente limitata delle previsioni in esame: non che non siano norme che hanno o possono avere un senso concreto, ma credo appaia evidente che le potenzialità di uno strumento così strategico come l'ordinamentale non sembrano pienamente sfruttate da un articolato di soli due articoli.
Con l'articolo 1, modificando l'articolo 5 della legge regionale 7 aprile del '98, si individuano sostanzialmente gli ESU regionali quali uffici competenti in materia di irrogazione delle sanzioni amministrative relative agli interventi concernenti il diritto allo studio universitario. Le aziende regionali per il diritto allo studio universitario in Veneto sono tre (Padova, Verona e Venezia) e sono soggetti dotati di personalità giuridica, con propria autonomia gestionale e imprenditoriale, un proprio patrimonio e proprio personale dipendente. Ad essi la Regione del Veneto affida una serie di compiti e funzioni, tra cui l'erogazione di borse di studio e sussidi straordinari, oltre alla gestione delle strutture abitative e adibite al servizio di ristorazione.
In generale gli ESU del Veneto si occupano del diritto allo studio universitario e cioè di quel complesso di norme che regolano gli interventi per assicurare agli studenti, in particolari condizioni economiche e di merito, la possibilità di acquisire titoli di studio universitari.
Questi servizi sono organizzati attraverso la suddivisione che lo Stato ha definito tra competenze statali e quelle spettanti all'università e alle Regioni, in virtù del principio del decentramento amministrativo.
Le borse di studio costituiscono la principale forma di intervento attraverso il quale viene garantito il rispetto del principio costituzionale di garantire il diritto allo studio per gli studenti capaci, ma privi di mezzi economici. Anche per questa ragione il legislatore nazionale ha ritenuto necessario, negli ultimi anni, sia rafforzare i controlli sulla veridicità delle dichiarazioni reddituali e patrimoniali presentate per l'accesso alle borse di studio, sia inasprire le sanzioni previste in caso di dichiarazioni non veritiere.
Risulta, quindi, necessario assicurare un'efficace e tempestiva istruttoria del procedimento sanzionatorio al fine di garantire efficacia nella fase di accertamento e di irrogazione della sanzione.
Con la modifica proposta con l'articolo 1, dunque, si interviene sull'articolo 5 della legge regionale 8/98 e si individuano gli ESU quali uffici regionali competenti a ricevere il rapporto delle violazioni amministrative sul diritto allo studio e a svolgere le funzioni inerenti l'irrogazione delle relative sanzioni amministrative.
Il principio è naturalmente condivisibile, ma ci sono alcuni elementi che credo sia opportuno sottolineare: l'ampliamento delle funzioni di ESU previsto da questa modifica non produce alcun effetto di natura finanziaria, poiché la nuova funzione attribuita agli ESU è comunque correlata a quelle già assegnate e annualmente finanziate col bilancio regionale. Gli ESU già svolgono la funzione di accertamento, di contestazione delle eventuali violazioni e di quantificazione della sanzione e in questo modo si aggiunge anche la funzione di ingiungere il pagamento, realizzando un'effettiva semplificazione del procedimento.
Un segnale importante sarebbe stato, però, semplificare anche per accelerare la parte positiva che riguarda le borse di studio e cioè il pagamento da parte della Regione alle università degli importi in relazione alle borse di studio. Ne parlo perché questa è una criticità storica della nostra Regione e delle politiche per il diritto allo studio della Regione del Veneto, che si sono particolarmente aggravate durante la pandemia.
Mi pare sia necessario, infatti, avviare una discussione non soltanto su come è possibile sanzionare più efficacemente i beneficiari che non meritavano la borsa di studio, quanto piuttosto una discussione sul sistema delle borse di studio regionali, con l'obiettivo di renderne la fruizione finalmente più equa e più allargata, partendo dall'innalzamento delle soglie ISPE, ancora troppo bassa in questa regione (il Veneto è una delle Regioni in Italia che ha la soglia ISPE più bassa per accedere alle borse di studio), fino al meccanismo di assegnazione delle risorse all'università, anche qua troppo spesso in grave ritardo rispetto al momento dell'assegnazione della borsa, con un meccanismo per cui le università sono costretti ad anticipare le risorse regionali e quindi hanno meno disponibilità economiche per altre attività.
Infine, vorrei che la discussione sugli ESU oggi ci fornisse l'opportunità per porci un altro tema e cioè di come la pandemia e le restrizioni hanno influito anche sulla possibilità degli studenti di fruire dei servizi per il diritto allo studio. Molti borsisti, in questo anno di blocco, non hanno, per esempio, potuto usufruire del servizio mensa e residenza e penso sia necessario che la Regione, oltre ad occuparsi di come recuperare velocemente le risorse di chi ha preso la borsa senza diritto, si occupi anche, ad esempio, di come rimborsare, altrettanto velocemente, perlomeno parzialmente, la quota mensa per chi non ne ha potuto usufruire durante le restrizioni o, per lo meno, come poter evitare di trattenere dalla borsa di studio la quota mensa, visto che molti borsisti non hanno potuto accedere alle mense per ragioni legate alle restrizioni.
Questi sono due esempi di come – e lo dico approfittando anche della presenza dell'assessore Marcato, così ne attiro l'attenzione e smette di chiacchierare mentre faccio la correlazione – le restrizioni siano costate non soltanto alle attività economiche, Assessore, ma anche a studenti e borsisti. E allora, se vogliamo veramente essere pronti a rispondere alle esigenze dei cittadini veneti, un pensiero anche a come la pandemia abbia influito sulla possibilità di accedere al diritto allo studio dovremmo farlo.
Un'ultima riflessione sul punto la vorrei fare sugli ESU destinatari di questo provvedimento.
Se c'è qualche problema, consigliera Venturini, chieda la parola sull'ordine dei lavori. Guardi, io, quando non ascolto, vado fuori.

PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia. Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sappiamo che agli ESU sono affidati i servizi connessi al diritto allo studio; a Padova si vive, sul punto, ormai da anni, nella profonda incertezza sul destino della società ESU Gestione Servizi S.r.l., che gestisce la mensa del campus di Agripolis. Ho però presentato, per tornare ai discorsi fatti fino ad ora, il 9 dicembre un'interrogazione a risposta scritta all'assessore Donazzan per sapere quali siano le valutazioni della Giunta rispetto all'erogazione del servizio ristorazione all'interno del campus universitario di Agripolis, gestito da ESU. Ovviamente dopo quattro mesi non ho ancora avuto risposta a questa interrogazione e penso sia un fatto grave: primo per la conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, della poca disponibilità della Giunta a rispondere alle interrogazioni che presentiamo, ma soprattutto in questo caso, per la mancanza di rispetto della popolazione universitaria di Agripolis-ESU, che ad oggi non sa ancora se quel servizio mensa, che fa parte dei servizi garantiti agli studenti, verrà mantenuto pubblico o piuttosto diventerà, come tante volte è accaduto, un servizio privatizzato per volontà della Giunta.
L'articolo 2, invece – per passare all'altro pezzo del provvedimento – si propone la proroga fino alla fine del 2021 della legge regionale 20 maggio 2020, n. 17 . La legge di cui si propone la proroga venne adottata lo scorso anno dopo i primi mesi durissimi di restrizioni imposte dal Governo nazionale a causa della pandemia, partendo dal presupposto che alcuni soggetti in particolare, per il lockdown prima e le difficoltà conseguenti poi, si sarebbero trovati nell'impossibilità di portare a compimento i progetti avviati nel 2020. Il riferimento è alle attività connesse ai servizi culturali e sportivi gestiti da soggetti giuridici che non operano in regime di impresa. Allo stesso modo, la preoccupazione si era rivolta anche a chi si era trovato costretto a pensare la programmazione e la progettazione delle iniziative per i mesi successivi.
Sulla base di questa valutazione si era definita la legge 17, proprio per assicurare ad alcuni soggetti particolarmente esposti un sostegno finanziario che consentisse loro di mantenere operatività anche per il futuro, prevedendo l'estensione delle spese finanziabili alle spese di funzionamento, di conservazione dei contratti di lavoro e di continuità dei servizi offerti, solo per citarne alcune.
La volontà dunque di prorogare questo intervento è certamente positiva, essendo purtroppo prolungate anche le restrizioni e le difficoltà, in particolare per le associazioni e i soggetti del mondo della cultura (ad esempio gli extra FUS) e dello sport che non operano in regime di impresa, che sono stati pesantemente colpiti da questi mesi di pandemia. Poter erogare nuovamente contributi a settori così importanti e che così pesantemente hanno subito restrizioni, anche qualora le manifestazioni non si siano realizzate nei modi e nei tempi in cui erano state pensate in epoca pre-pandemia, può consentire, in questo contesto emergenziale, di realizzare un segnale importante da riconfermare.
La proroga riguarda una serie di leggi che si occupano direttamente dei settori cultura e sport e ha consentito, sulla base perlomeno di quanto dichiarato dagli uffici in Commissione, il finanziamento nel 2020 di 573 progetti per una mobilitazione di risorse di 1,7 milioni.
Naturalmente, questo tipo di intervento, di natura prettamente emergenziale, non fa venir meno la necessità di definire condizioni positive perché il settore culturale e sportivo possano essere rilanciati con interventi più strutturali, che consentano a questi comparti di rigenerarsi consolidandosi, innalzando la loro competitività, incrementando e stabilizzando l'occupazione e operando una maggiore integrazione con i servizi digitali innovativi. Questo perché, non appena avremo superato la fase acuta dell'emergenza, saremo comunque chiamati alla definizione di un piano straordinario di rilancio per questo settore.
Sul punto farò un paio di brevi considerazioni. La prima riguarda l'assetto normativo del comparto cultura, su cui sono anche stati presentati degli emendamenti. Esiste una legge recente, la legge 17 del 2019, la legge per la cultura, che ambisce ad essere il testo di riferimento delle politiche regionali in ambito culturale; peccato, però, che quella legge ancora non abbia trovato piena attuazione e io credo che questo debba essere un impegno che questo Consiglio regionale assume più concretamente.
La seconda considerazione è rivolta poi all'attenzione concreta che sapremo dare a questo settore, anche al di là delle questioni meramente normative. Ciò che è accaduto, ad esempio, in riferimento al bando stanziato da Regione Veneto e Unioncamere a fine del 2020, per 18,3 milioni di euro, che ha escluso le associazioni culturali dai beneficiari, è un fatto politico, a nostro giudizio, molto grave, che pensiamo non si debba ripetere. Grazie ad un intervento statale, infatti, la Regione ha avuto la possibilità di avere immediatamente a disposizione risorse ingenti per le imprese soggette a restrizioni in relazione all'emergenza Covid.
Come sollecitato più volte anche dai banchi dell'opposizione, il bando avrebbe dovuto essere rivolto alle imprese anche della filiera delle attività culturali e dello spettacolo; peccato però che solo in seguito si sia scoperto che le associazioni culturali venivano di fatto escluse da quel bando, finendo per generare una grave forma di disparità di trattamento.
Questo esempio dimostra quanto sia necessario al comparto certamente la chiarezza normativa, certamente la capacità di adottare rapidamente interventi emergenziali che puntino alla sopravvivenza, ma quanto sia altrettanto importante un forte ingaggio politico per le politiche di sostegno ad un comparto che, da un lato paga pesantemente la crisi, ma dall'altro lato, sarà messo nelle condizioni, nei prossimi mesi, di dover ripensare completamente la propria funzione e la propria organizzazione.
Io credo che, se saremo in grado di costruire insieme le condizioni per un investimento comune su questo settore, potremmo fare un'azione molto efficace uscendo, penso io, dalla considerazione che troppo spesso si sente fare e cioè che ci siano imprese che pesano di più e imprese che pesano di meno. Sarebbe fondamentale che, per questo Consiglio regionale, le imprese culturali fossero finalmente considerate al pari di tutte le altre attività produttive. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Camani.
Vi informo che sono stati distribuiti altri due emendamenti, che sono il n. 7 e il n. 8, presentati dalla collega Camani; do altri cinque minuti per eventuali subemendamenti.
Passiamo alla discussione generale. Ha fatto richiesta di intervenire il collega Montanariello; prego, collega.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, sull'ordine dei lavori, se posso, visto che prima...

PRESIDENTE

Facciamo intervenire sull'ordine dei lavori, quindi la tempistica è di tre minuti. Prego, collega.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

La ringrazio, Presidente.
Guardi, Presidente, io credo che sia importante chiarire, una volta per tutte, quali sono i tempi di questo Consiglio, perché non è possibile che ci sono delle interrogazioni che giacciono lì da mesi e quelli sono quesiti che noi poniamo noi come singoli Consiglieri, ma sono esigenze, segnalazioni e richieste dei territori che arrivano. Quindi mi permetta di dire: che paura c'è di rispondere?

PRESIDENTE

Collega, siamo in fase di discussione di un progetto di legge e lei sta intervenendo sulle interrogazioni.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, lo so, ma se mi avete interrotto prima...

PRESIDENTE

No, ma prima lei parlava di una trasmissione televisiva, che è una cosa ben diversa.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

No, Presidente, era propedeutico e non ha colto il nesso che volevo... mi ha stoppato prima del collegamento tra l'ordine dei lavori e la trasmissione. Non è colpa mia se il messaggio che volevo mandare non è stato colto appieno.
Poi, Presidente, scusate, siete 41 Consiglieri contro 10 e il fatto che avete bisogno di metterci il bavaglio per poter andare avanti politicamente è una cosa davvero gravissima, Presidente, cioè, ma vi rendete conto che siete 41 Consiglieri, avete l'80% e siamo 10 in trincea e ci mettete il bavaglio? Ma rivedetevi...

PRESIDENTE

Collega, sta parlando, quindi nessuno le ha messo il bavaglio.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, alle interrogazioni non c'è risposta, alle mozioni abbiamo risposta dopo che il problema si è risolto da solo, chiediamo il Governatore in Aula e non viene, uno dice una parola e non può parlare. Guardate che il bavaglio, Presidente, non lo accettiamo: c'è il rispetto per i ruoli, c'è il rispetto per le Istituzioni, c'è il rispetto per il Regolamento, ma il bavaglio no.
Un quarto d'ora di interrogazioni con centinaia, decine depositate: ne ha alcune da mesi. Ma diamo una risposta, per favore. Cosa dobbiamo fare? Incatenarci per avere una risposta ad un'interrogazione? C'è il rispetto per i ruoli, ma ci deve essere anche il rispetto per le esigenze dei Consiglieri. Siete 41 contro 10 e ci mettete il bavaglio, cioè rivedetevi, Presidente, rivedetevi: la Regione ha bisogno anche di chi, come noi minoranza, faccia la propria parte per essere governata bene.
Voi non avete bisogno di noi? Bene, ma il popolo veneto che ci pone dei quesiti ha bisogno di una risposta e questo non è il modo di andare avanti.
Allora concludo, Presidente, dicendo che, se non rispettate voi il Regolamento sulle tempistiche, da domani non lo rispettiamo più neanche noi su nulla: a mancanza di rispetto corrisponde mancanza di rispetto, sempre e comunque.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto intervenire sul progetto di legge il collega Zanoni Andrea, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È un progetto di legge che, come abbiamo sentito dalla relatrice e dalla correlatrice, tratta materie di istruzione, cultura e sport. Tra l'altro, è anche un progetto di legge limitato nell'articolato, perché i due articoli che parlano della materia, appunto, sono in numero limitatissimo.
Quello che volevo dire in merito a questo è che sicuramente è una materia molto importante, è una legge che serve, però abbiamo saputo – e quindi io non mi limiterei – che dalla trasmissione di Report di ieri ci è stato detto che ci sarebbero stati 2.000 morti che si potevano evitare. Quindi io, Presidente, non direi che era solo una trasmissione, si parla di cittadini del Veneto, quindi le volevo chiedere se ha notizie da parte del Governatore, da parte del Presidente della Giunta regionale, in merito alla richiesta che è stata fatta dal nostro Capogruppo all'inizio di questa seduta per poter riferire in Aula perché, sicuramente, questo di cui stiamo discutendo è importante, ma credo che i 5 milioni di veneti abbiano diritto di conoscere il parere del nostro Presidente sulle gravissime insinuazioni...

PRESIDENTE

Collega, se per cortesia resta sui contenuti del progetto di legge... per quanto riguarda la richiesta formulata prima dagli esponenti dell'opposizione, vi posso tranquillamente dire che ho sentito il Presidente: oggi per ovviamente impegni già presi non può venire in Consiglio, ma si è preso l'impegno di venire il prima possibile, già anche la prossima settimana, per venire a relazionare in merito.
Passiamo all'intervento successivo che è la richiesta della collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente. Io intervengo su, appunto, questo provvedimento e sono felice di farlo perché in realtà mi dà l'occasione di parlare di un tema che porto sempre qui in Aula, che è il tema dei lavoratori della cultura, perché stiamo parlando, appunto, di un tentativo di semplificare e, come da documenti che ci sono stati inviati, la semplificazione è fatta anche per fare una manutenzione normativa - tema che mi piace molto - e per rendere soprattutto a cittadini e sistema economico veneto gli strumenti normativi adeguati a cogliere ogni opportunità che il mercato offre.
A partire da questo, ho preparato questo mio intervento e anche alcuni emendamenti che poi presenterò. Partiamo dal primo punto, dal mercato. Quanti sono i fondi che questa Regione dà, pone, mette a disposizione di un settore che è quello culturale.
Se noi andiamo a guardare sul sito della Regione Veneto, da approvazione del bilancio che abbiamo fatto pochi mesi fa, abbiamo 17 milioni di euro. Però io ho provato in questi mesi ad andare dentro i numeri e vedere cosa sono quei 17 milioni di euro. Se noi guardiamo effettivamente quello che può arrivare a chi produce e diffonde cultura, che sono i famosi extra FUS, che sarà un'etichetta che ormai avete sentito mille volte, ma non sono altro che le persone che producono i festival, che producono e organizzano gli eventi all'interno di locali, Music Club - penso che tutti noi fruiamo di questo tipo di attività culturali - le persone che organizzano anche nei Comuni più piccoli o anche nei Comuni medi o anche nei Comuni dove in estate è utile fare in modo che i turisti possano fruire di alcune attività culturali, sono quelle persone che fanno della cultura un lavoro, un lavoro che gli permette di pagare le bollette, di pagare gli affitti e di scegliere questo come lavoro per la propria vita.
Se guardiamo a queste persone, quindi alle imprese, ai singoli che hanno delle ditte individuali, quindi anche di imprese sociali che ancora oggi non hanno una legislazione che gli permette, ad esempio, di avere una norma specifica e quindi sono associazioni che però fanno impresa: è un mondo complicatissimo, ma è un mondo che produce, fa cultura e cerca di lavorare di questo.
Se guardiamo a questi, noi abbiamo nel nostro bilancio una disponibilità di circa 6 milioni di euro, quando altre Regioni per tutto il comparto culturale, cito, ad esempio, il Friuli Venezia Giulia che mette 50 milioni (noi 17 e loro 50) e la Regione Emilia Romagna ne mette 40 e noi 17. Già a partire dal fatto che mettiamo pochi soldi, il mio ragionamento è: indirizziamo meglio e soprattutto a chi è stato più colpito dalla pandemia, cioè quelli di cui parlavo prima, quelli che fanno della cultura un'impresa e non perché sia più sminuente, ma volontariato. Perché lo dico ora? Perché siamo in una pandemia e ci sono delle attività che sono state più colpite e delle attività che sono state meno colpite.
Da quando abbiamo iniziato a lavorare, almeno io, in questo Consiglio, all'interno della Commissione Cultura, di cui sono Vicepresidente, diversi provvedimenti sono arrivati: abbiamo destinato dei fondi ai grandi eventi, abbiamo destinato dei fondi alle Pro Loco, ma per gli extra FUS ancora niente, nonostante durante il bilancio previsionale avessimo approvato, su mia proposta, un emendamento da un milione di euro, su questo siamo ancora in ritardo. Un milione di euro di sicuro non sarà risolutivo per queste realtà, è poco, ma intanto poter provare a velocizzare e quindi ad avere anche un ordinamento che permette di fare questo, probabilmente è la cosa su cui oggi noi dovremmo anche focalizzare la nostra attenzione.
Poi, sempre per queste realtà, abbiamo avuto i famosi 1.300 euro a realtà, che non sono nulla, che sono i soldi che sono arrivati da fondi statali, ricordiamolo, attraverso Unioncamere, con il problema che tantissime realtà, che erano beneficiarie potenzialmente, come i cinema e le associazioni culturali che fanno impresa, di cui parlavo prima, non sono state beneficiarie perché noi nel bando non abbiamo permesso di mettere che anche le imprese organizzate secondo forme associative potessero ricevere quei fondi.
Anche qui un ragionamento lo dovevamo fare probabilmente prima, perché abbiamo cinema che non sono stati inclusi, abbiamo teatri che non sono stati inclusi, abbiamo realtà associative che fanno impresa culturale che non hanno ricevuto nemmeno questi 1.300 euro. E in più ieri vedo una possibilità nuova in base alla nostra legge 52 sulla cultura: è una legge un po' vecchia ma che ha l'obiettivo di sostenere le attività teatrali, musicali e artistiche in generale. Vado a vedere con grande entusiasmo i documenti, vedo che all'interno di questo provvedimento c'è scritto che non possono partecipare e non sono ammissibili le spese riferite ad azioni che riguardano i linguaggi musicali correnti come rock, pop, musica leggera, folk, rap e tecno. Cioè noi, in una piena pandemia, abbiamo deciso che queste realtà che fanno musica non potessero prendere nemmeno i fondi, pochi, dati dalla legge 52. Fondi che, a quanto io so, sono circa 400.000 euro, perché li abbiamo approvati in bilancio, ma in questi documenti le persone che vedono i file che io ieri ho analizzato non vedono la dotazione generale. Parecchie persone che hanno visto on line quel provvedimento mi hanno detto: "Ma io non so se ha senso fare domanda, perché non so qual è il monte totale, non so quanti progetti vengano finanziati e quindi, se devo spendere del tempo ora a costruire una progettualità, devo sapere per cosa la sto facendo".
Ecco, questo è lo stato dell'arte ad oggi di quello che la Regione Veneto sta facendo sugli operatori della cultura e credo che almeno porre attenzione, visto che stiamo parlando di semplificazione, su come i cittadini e le cittadine venete, gli imprenditori culturali, vedono quello che noi produciamo qui dentro e dicono: "Okay, mi fido, partecipo, posso avere qualcosa dalla Regione del Veneto", questo ad oggi, dagli extra FUS, dalle persone che io voglio rappresentare in quest'Aula perché credo che sia anche importante rappresentare quelli che sono meno rappresentati, questo ad oggi per loro non c'è: non c'è chiarezza, non ci sono bandi, non ci sono bandi con evidenza pubblica e non ci sono bandi che hanno una dotazione economica finanziaria al pari delle altre Regioni che trainano questo Paese e credo che il Veneto ci dovrebbe stare dentro.
Poi arriviamo anche alla chiarezza delle norme: la legge sulla cultura, quella approvata nel 2019 quando io non ero qui - e so che è stata approvata all'unanimità - probabilmente può e ha l'obiettivo di mettere ordine dentro a tutte quelle leggi sulla cultura che abbiamo e di cui adesso ho raccontato alcuni punti gravi di debolezza. Bene, mette ordine, però sono andata a vedere per prepararmi oggi: c'è una legge che non viene abrogata all'interno della legge cultura del 2019 che è proprio la 70 del '75 o legge 49, a seconda di come si voglia descrivere e nominare, che è una legge su cui sono andata a fare un altro approfondimento e nel 2020 noi, con diversi provvedimenti, abbiamo dato un totale di 2 milioni di euro all'interno di questa legge ed è una legge che fino a poco tempo fa non aveva dei criteri di valutazione, è una legge che viene decisa essenzialmente dalla Giunta regionale, quindi è la Giunta che decide poi a chi effettivamente attribuire alcuni fondi ed è una legge che oggi ha dei criteri, perché ho visto che sono stati aggiornati, ma è una legge su cui noi abbiamo posto 2 milioni di euro togliendoli da quei 6 milioni di cui parlavo prima e non facendoli arrivare, se non in minima, minima parte, agli operatori che producono e lavorano di cultura.
Qui ci dobbiamo fare delle domande, perché se in epoca di ristrettezza economica, se in una piena pandemia noi sbagliamo a destinare le risorse che abbiamo, noi rischiamo di fare in modo che ci siano alcune realtà che muoiono e io non voglio andare a Padova o nelle altre città del Veneto da cui voi venite e vedere che nelle prossime mensilità o l'anno prossimo i cinema saranno chiusi, i teatri saranno chiusi, le realtà e i circoli che fanno musica dal vivo e soprattutto sono luoghi di aggregazione per le persone più giovani e le persone che spesso nei paesi più piccoli, i Comuni più piccoli, sono l'unica cosa che possono fare se non vogliono fare altro. Io non voglio vedere quei luoghi chiudere e sono i luoghi che stanno - e l'ho detto mille volte - pagando l'affitto, pagando le bollette e hanno bisogno di un intervento rapido e chiaro che spieghi loro come possono usare quei soldi.
Il tentativo degli emendamenti che ho proposto oggi e che poi magari presenterò anche puntualmente ha un obiettivo specifico rispetto alla legge 49, 70 del '75, di cui parlavo prima: fare in modo che, se noi abbiamo 6 milioni di euro vadano indirizzati soprattutto a quelle realtà che effettivamente hanno bisogno e che quindi, da un lato lì dentro non si peschino soldi che vanno alla cultura, perché la cultura deve essere tutta finanziata dalla legge del 2019. Tutti i fondi che noi possiamo mettere - e oggi sono troppo pochi, quindi dobbiamo aumentarli - devono andare in una legge che programma triennalmente, a livello triennale, che è la legge nostra del 2019, che è una legge che poi farà dei piani annuali ed è una legge che io spero, perché altrimenti sarò molto contraria, produrrà dei bandi finalmente pubblici, finalmente con dei comitati di valutazione esterni, che sappiano valutare le progettualità in base alla loro qualità, in base all'impatto sui territori dove abitiamo, in base ai numeri di posti di lavoro che producono, in base al pubblico che fruisce di quelle attività.
Se noi vogliamo che la legge 2019 sulla cultura sia davvero la legge che finalmente mette ordine, perché - e questa la domanda che pone il mio emendamento - abbiamo lasciato la legge 70 del '75, la legge 49? Perché dobbiamo mettere lì delle cose che non vogliamo mettere su una legge invece quadro organica e chiara, che farà dei bandi? Ecco, io non sono d'accordo, perché la legge 49, se serve, perché si potrebbe finanziare altro - delle manifestazioni, delle mostre, altro - non deve avere a che fare con quello che passa e andrà nella legge del 2019.
Ho guardato tutte le leggi sulla cultura e quando entrerà in vigore la legge del 2019, le abbiamo abrogate tutte tranne la 49. Io non ho voluto abrogarla, ma ho voluto semplicemente dire: lì dentro non mettiamoci le cose che hanno a che fare con gli operatori culturali e facciamo in modo che la Consulta sulla Cultura, quella che la nuova legge del 2019 farà esistere, possa vedere cosa passa eventualmente all'interno della legge 49, 70 del '75, perché c'è una Consulta che verrà realizzata e si insedierà a breve, è composta da attori del territorio, non solo dal Presidente della Giunta, da delegati del Consiglio, dall'Assessore, da enti che effettivamente quel mondo lo vivono e lo conoscono. Io preferisco sentire loro se devono dire cosa è bene che ci sia in una legge o meno.
In più – e qui chiudo – la legge del 2019 è del 2019, io non c'ero, ma è stata approvata un po' di anni fa e non abbiamo ancora i decreti attuativi, l'attuazione di quella legge: è entrata ovviamente in vigore, ma non produce, non fa. Perché siamo in ritardo? Perché siamo così in ritardo nel dare corpo, gambe e bilancio? Perché senza bilancio quella legge rimarrà carta. Perché siamo così in ritardo e perché non velocizziamo?
Quest'anno è il momento di velocizzare, intanto nell'applicare e rendere quella legge attuabile, ma è anche l'anno in cui dire se vogliamo davvero investire sulla cultura in questa Regione, perché con il bilancio di cui prima parlavo non copriamo le necessità che il fermento della Regione Veneto e di tutti gli operatori culturali hanno. Non possiamo avere un bilancio che è pari a quello di un grande Comune: siamo una Regione. E la trasparenza non è un vezzo, la trasparenza è la cosa che pone gli operatori culturali, che magari non conoscono il politichese, non conoscono come funziona una Regione, la riconoscono perché appunto c'è una semplificazione, vedono qualcosa di pubblico, presentano delle progettualità e se vincono, vincono e se perdono, perdono. Ma devono sapere che qui c'è del bilancio, che ci sono dei criteri, che ci sono delle persone che vogliono investire, che decidono di investire su quel comparto.
Poi permettetemi di dire - e chiudo davvero - che la cultura non è un fenomeno, una realtà a sé stante: stiamo parlando tanto di riaperture, stiamo parlando tanto di come si può fruire, ad esempio, di una cena o di un pranzo all'aperto. Tantissimi Comuni in Veneto hanno fatto in modo che ci fossero delle linee guida - e Padova su questo è stata precursore - non solo per fare in modo che i plateatici fossero più utilizzabili in deroga anche alle norme che esistono. Tra l'altro io ho proposto una mozione per fare in modo che le linee guida venissero transitate a tutti i Comuni del Veneto, costruendo magari un piccolo plico che dicesse ai Comuni anche più piccoli come fare: ancora non è arrivata in discussione.
Ma anche delle politiche sui parchi, sui luoghi pubblici, sugli spazi aperti: il Comune di Padova ha avviato una politica di mappatura degli spazi all'aperto per permettere agli operatori della cultura con gli esercenti di prendere dei parchi e fare delle attività se il luogo al chiuso non glielo permette.
La cultura permette anche agli operatori economici che non fanno cultura di essere aiutati, perché è un veicolo di pubblico, di creazione di pubblico che porta le persone in quel luogo. E se c'è un ristoratore che oggi fa fatica ad aprire perché ha tre posti, è proprio l'operatore culturale che gli permette di andare in un parco e che gli permette di aprire invece 100 posti a sedere in sicurezza all'aperto, dove qualcuno va lì, mangia, fruisce del tempo libero come vuole e ascolta un concerto o una rappresentazione teatrale. È un potenziale che in pandemia... ma nel 2021, oggi, noi dobbiamo prendere in carico, altrimenti rischiamo di perdere una grande opportunità.
Quindi davvero vi chiedo, al di là di quello che stiamo discutendo oggi e che credo sia una semplificazione normativa che aiuta fuori da noi, a me non interessa aiutare le persone che sono qui o parlarci per partito preso, mi interessa fare qualcosa che serve a chi sta fuori, agli operatori e credo che quello che ho e abbiamo proposto oggi abbia questo intento, ma facciamolo perché davvero pensiamo che il comparto culturale sia un'occasione: o ci investiamo o perderemo per strada tantissimi giovani, donne e uomini che hanno scelto di investire su questo settore e oggi sono quelli più colpiti assieme ad altri, ma che insieme magari possono aiutarsi a vicenda se noi li aiutiamo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il collega Possamai. Prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, molto rapidamente. Siccome prima ci ha dato una notizia, ma volevo che fosse chiara anche visto che abbiamo la Capigruppo più tardi, quindi c'è l'impegno formale da parte presidente Zaia a venire in Aula a riferire la settimana prossima, immagino, cioè il Consiglio della settimana prossima.
Solo una richiesta, ma poi la esplicitiamo in Capigruppo, ma visto che ne abbiamo discusso anche in quest'Aula, che si possa fare in presenza e con un tempo congruo.
Volevo capire se è confermata e se ci sta dicendo insomma che verrà il Presidente.

PRESIDENTE

Sì, collega, le confermo la disponibilità da parte del presidente Zaia di venire a relazionare in merito a quanto emerso ieri.
Ha chiesto di intervenire la collega Guarda Cristina, prego collega.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Desideravo soltanto aggiornare l'Aula della presentazione di due emendamenti che ho fatto proprio nella scorsa settimana per questo progetto di legge e presentarli preventivamente in modo tale che sia possibile poi una discussione all'interno dell'Ufficio di Presidenza, coscienti, insomma, rispetto a quello che sono le due proposte che vado a condividere.
Intanto ringrazio i colleghi che mi hanno preceduto perché hanno dato un quadro molto importante non soltanto sulle tematiche affrontate all'interno di questo progetto di legge di adeguamento ordinamentale, ma le tematiche strette per la sopravvivenza del settore della cultura e in particolar modo in questo frangente per la sua ripartenza che appunto sia effettiva, ma che sia anche accompagnata da quei provvedimenti di cui avevamo parlato insieme durante la discussione del bilancio e che sembravano vederci uniti. Insomma, questo impegno deve poi tramutarsi in fatti concreti proprio per il riconoscimento della professionalità, come bene prima ricordava la collega.
Allo stesso tempo chiedo di poter presentare preventivamente questi due emendamenti che non riguardano specificatamente il mondo della cultura quanto appunto l'articolo 1, per quanto riguarda l'emendamento che ho presentato, riporta una proposta di aggiunta di un articolo che consente la destinazione del 30% delle somme introitate a titolo di sanzione amministrativa a favore di alcuni interventi che, secondo me, possono vederci assolutamente in condivisione di intenti. Perché? Perché in questo caso li identifico in tre principali: quello del servizio di consulenza psicologica, l'intervento a favore degli studenti portatori di disabilità e agevolazioni per la mobilità degli studenti. Sono tre tematiche che ci hanno visto in questa Legislatura cominciare a discutere insieme, ma specialmente nella passata, specialmente per quanto riguarda la questione della mobilità, che evidentemente esplicitano l'urgenza di un intervento in modo tale da superare quelli che sono dei vincoli che mettono in difficoltà nell'accessibilità delle opportunità, del diritto allo studio, specie gli studenti che vengono non soltanto da famiglie a rischio di esclusione sociale, ma in particolar modo quegli studenti che provengono dalle aree interne che, ribadisco, devono essere centrali nella progettazione degli interventi per garantire la pari accessibilità ai servizi e alle possibilità di realizzazione personale.
Per questo motivo l'ho voluto esplicitare. Ma desidererei dare particolare evidenza alla prima proposta, cioè quella di andare a finanziare in particolar modo con queste somme il servizio di consulenza psicologica. Questo per un semplice motivo: noi veniamo da un periodo molto delicato - e stiamo ancora vivendo - un periodo di pandemia e di chiusura che ha creato specie nelle nuove generazioni un gap e una difficoltà enorme di affrontare questa emergenza. Sono gli stessi psicologi e gli stessi psichiatri che ci stanno raccontando come questo abbia avuto effetti negativi nelle generazioni nuove, in particolar modo per quanto riguarda l'età evolutiva, adolescenziale in particolar modo, e il frangente dell'epoca poi universitaria, dei ventenni diciamo.
Per questo motivo l'intervento del servizio di consulenza psicologica va ad inserirsi in un obiettivo che noi tutti dobbiamo avere molto caro, perché tutti noi teniamo alla realizzazione delle future generazioni forti e anche capaci di reagire coscientemente a questa emergenza pandemica. Per questo motivo l'esperienza positiva avuta negli sportelli di ascolto per il contrasto a comportamenti a rischio per quanto riguarda genericamente la popolazione veneta, venga implementato il servizio per quanto riguarda le nuove generazioni: sono le più abbandonate e, specialmente nella nostra Regione, non abbiamo interventi specifici per queste fasce di età. Questo è un primo passo, secondo me molto importante, per riuscire a dare un'ulteriore spinta e un ulteriore fondo per consentire la realizzazione di quei progetti che sennò andranno a essere o abbandonati oppure attivati semplicemente per la libera iniziativa di alcuni territori, di alcune realtà universitarie o di alcune realtà locali.
Abbiamo necessità di dare una risposta omogenea all'interno del nostro territorio. Abbiamo la necessità di parlare di politiche giovanili in maniera coerente, non soltanto dicendo: "Le promuoveremo", ma attivandoci immediatamente per garantire fin da oggi risorse adeguate e risorse anche in più per intervenire in questo particolare frangente, per questa urgenza che è immediata e richiede un impegno più che immediato.
La necessità del sostegno psicologico, quindi, è un primo passaggio che, secondo me, potrà essere di grande auspicio per un futuro nell'attivazione di servizi ad hoc per aiutare le nuove generazioni, in particolar modo quella che vive l'esperienza dell'emergenza pandemica, in maniera così forte e che dovrà rialzarsi con gli opportuni strumenti che possono essere trasmessi anche grazie a queste occasioni e a questi interventi di cui noi possiamo essere promotori come Regione Veneto.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Era sull'ordine dei lavori come il collega Possamai.

PRESIDENTE

Un attimo che cambiamo, allora... perfetto.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Era solo in relazione alla nostra richiesta. Se ci può dare conferma appunto formale che nel prossimo Consiglio, immagino martedì prossimo, sia riservato un tempo congruo per la discussione. Io chiedo perché è una cosa che abbiamo chiesto. Avere una risposta formale su questo credo sia importante, perché anche noi dobbiamo organizzare la nostra attività e quindi, Presidente, le chiedo proprio conferma su questo che nel prossimo Consiglio ci sia il tempo opportuno per una discussione sui temi importanti.
Ricordo ai consiglieri della maggioranza che stiamo parlando della vita delle persone della nostra Regione.

PRESIDENTE

Sì, collega, per la terza volta confermo che il presidente Zaia ha dato disponibilità a venire in quest'Aula per relazionare, ovviamente a tutti noi, in merito a quanto è emerso ieri sera dalla trasmissione televisiva. Grazie.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Io le ho fatto una richiesta sull'ordine del giorno del prossimo Consiglio, però.

PRESIDENTE

Ecco, perfetto. Io ho risposto.
Ha chiesto ora di intervenire la collega Venturini. Se si può prenotare però, perché era prenotata ma adesso non la vedo più. Prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo disegno di legge, che contiene delle disposizioni di adeguamento ordinamentale, permette di manutenere quelle che sono le norme per riuscire a dare delle risposte che siano adeguate alla situazione contingente, che è una situazione straordinaria. Come Gruppo di Forza Italia abbiamo interloquito con l'assessore Corazzari e abbiamo rappresentato la necessità di operatori del mondo dello sport e del mondo della cultura che non hanno potuto accedere né a fondi nazionali, né a bandi regionali perché non titolari di partita IVA, quindi non operanti in regime di impresa, né collegati a codici ATECO: questo non ha permesso loro di avere alcuna forma di sostegno economico. Sto pensando alle associazioni dilettantistiche nello sport, sto pensando ai vari operatori nel mondo della cultura.
Questo disegno di legge oggi propone di prorogare l'efficacia della legge 17 del 2020 per tutto il 2021, dando l'opportunità a questi soggetti che ho appena indicato di partecipare a un bando che permetta loro di avere una forma di contribuzione, di sostegno economico per sostenere - ed è qui anche un po' la novità - delle spese che nel passato, in regime ordinario, non vengono riconosciute: le spese di funzionamento, le spese di conservazione di contratti di lavoro, le spese di continuità dei servizi che vengono offerti. Questo in relazione ai progetti che presenteranno tali soggetti, sia che vengano realizzati, sia che non vengano realizzati in tutto o in parte.
Questo dà l'idea di come la Regione Veneto, attraverso le sue norme, cerchi di dare delle risposte a questo momento contingente, permettendo di accedere anche alle risorse, perché se non si vanno a cambiare le regole e si mantengono le regole del regime ordinario, magari è difficile anche accedere ai fondi che vengono stanziati. In questo modo, invece, diamo l'opportunità, anche a soggetti che in passato non hanno avuto la possibilità di accedere a forme di sostegno economico e con modalità che nel passato non venivano riconosciute - vedi le varie tipologie di spese e il fatto che i progetti, anche non realizzati, vengano riconosciuti - e possono avere così un sostegno.
Come Gruppo di Forza Italia noi sosteniamo questo disegno di legge perché riteniamo che dà veramente un aiuto a quei soggetti che fino ad ora non hanno avuto dei sostegni.

PRESIDENTE

Grazie, collega Venturini.
Ha chiesto intervenire il collega Giuseppe Pan, prego.
Sul progetto di legge o sull'ordine dei lavori?

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

No, sull'ordine dei lavori, Presidente, perché penso che dopo tre volte o quattro volte che lei dice ai colleghi della minoranza che il presidente Zaia sarà presente qui a rispondere, penso che o l'abbiamo capito oppure io spero di non sentire più richieste di questo genere visto che abbiamo un ordine dei lavori anche interessante oggi.
Poi, a rispondere su una trasmissione che abbiamo benissimo visto tutti come sia stata fatta, e Report la conosciamo bene... stai zitto, tu, parlo io. Abbiamo visto come questo genere di trasmissioni siano trasmissioni pilotate dove, guarda caso, sono presenti solo esponenti del PD di tutte le Province del Veneto e che abbia un'unica direzione: quella di mettere in difficoltà il lavoro della nostra Regione, del nostro Presidente e di creare solo un caso politico dove il caso politico non esiste. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi sul progetto di legge, quindi direi di sospendere 10 minuti per dare la possibilità alla Sesta Commissione di dare un parere sugli emendamenti, così possiamo anche arieggiare l'Aula.
Il Consiglio riprende alle 14.50.
La Seduta è sospesa alle ore 14.40
La Seduta riprende alle ore 15.07

PRESIDENTE

Colleghi, tornate ai vostri posti così riprendiamo la seduta.
Collega Guarda, è collegata? Collega Guarda, ci sente?

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Presidente, la sento.

PRESIDENTE

Bene.
Allora passiamo agli emendamenti.
Emendamento n. C0001 presentato dalla consigliera Guarda, articolo 1, modificativo, che prevede:
All'articolo 1, aggiuntivo del comma 4 bis all'art. 5 della Legge regionale 7 aprile 1998, n. 8 , dopo le parole "di cui all'articolo 3" è inserito il seguente periodo: "Le somme introitate a titolo di sanzione sono destinate per una quota pari al trenta per cento delle stesse al finanziamento degli interventi di cui alle lettere b), h) e n) del comma 7 dell'art. 3"".
Prego, collega, se lo vuole illustrare.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Sarò molto breve. Richiede la destinazione del 30% delle risorse per gli obiettivi di servizio di consulenza psicologica, di sostegno a favore degli studenti e di sostegno alla mobilità, per la gratuità e le agevolazioni della mobilità degli studenti.
Questo è un obiettivo che credo che sia condiviso dalla maggioranza e dall'opposizione, dato che rientra all'interno anche di successivi atti che andremo a discutere durante questo Consiglio e ritengo che sia opportuno, tanto più, come vi dicevo prima, per l'emergenza Covid.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. C0001, col parere favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo quindi all'articolo 1.
Non vedo interventi.
Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Abbiamo un articolo aggiuntivo, quindi abbiamo un emendamento.
Emendamento n. C0002, presentato dalla consigliera Guarda, aggiuntivo, che prevede:
È aggiunto il seguente articolo:
"Art. 01 - Modifiche agli articoli 3, 25, 27 e 37 della legge regionale 7 aprile 1998, n. 8 "Norme per l'attuazione del diritto allo studio universitario".
1. Agli articoli 3, comma 1, lett . h), 25, commi 1 e 4, le parole "portatori di handicap" sono sostituite con le seguenti parole: "con disabilità".
2. All'articolo 27 le parole "portatori di handicap" di cui alla rubrica e la parola "handicappate" dì cui al comma 1 sono sostituite, rispettivamente, con le parole "con disabilità".
3. All'articolo 37, comma 1, lett. g) le parole "ai portatori di handicap" sono sostituite con le seguenti: "agli studenti con disabilità" .
Prego, collega, se lo vuole illustrare, però si deve prenotare.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Eccomi, Presidente. Dovrebbe aver ricevuto la prenotazione anche.

PRESIDENTE

Sì, sì, vada pure.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie.
Questo è semplicemente un emendamento che chiede di attualizzare la terminologia utilizzata a ciò che è riportato all'interno dello Statuto della Regione del Veneto e delle diverse direttive in termini proprio di linguaggio nella gestione dei termini legati alla disabilità.
In questo caso, al posto di "portatori di handicap" e "handicappati", si richiede che vengano usate parole come "persone con disabilità" e "studenti con disabilità".
Penso che sia un emendamento utile, proprio per adeguare anche questa modifica, questo progetto di legge ordinamentale a quanto è formula di linguaggio ormai attuato e utilizzato da tutti all'interno del contesto, non soltanto del mondo della disabilità, ma anche normativo.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi.
Mettiamo in votazione l'emendamento C0002 con il parere favorevole da parte del relatore.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. C0005, presentato dalla consigliera Ostanel, aggiuntivo, che prevede:
Dopo l'articolo 2 è aggiunto il seguente articolo:
"Art. X - Modifiche all'articolo 1, comma 1, della legge regionale n. 70 del 1975 "Contributi e spese per l'organizzazione di mostre, manifestazioni e convegni di interesse regionale"
"All'articolo 1, comma 1, tra le parole "La Giunta regionale" e le parole "è autorizzata ad organizzare" sono aggiunte le parole ", sentita la Consulta regionale della cultura di cui all'art. 10 della legge regionale n. 1712019," .".
Prego, collega.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
L'avevo già presentato prima, ma lo ridico velocemente.
Il tentativo era quello di porre il fatto che la Consulta regionale, istituita dalla legge nuova del 2019 sulla cultura, fosse sentita per quelle decisioni relative alla legge 49 o 70 del '75: l'obiettivo era quello di far dialogare due ordinamenti, perché sappiamo che, come ho detto prima, verranno abrogate tutte le leggi sulla cultura, tranne questa, quando entrerà in vigore finalmente quella del 2019. Quindi era un tentativo di armonizzare e rendere più chiaro il passaggio e anche per gli operatori per capire qual è la legge effettiva su cui si devono riferire.
So che c'è il parere negativo dell'Ufficio di Presidenza e mi dispiace molto perché era un tentativo proprio, invece, di rendere la legge nuova, quella del 2019, che avete approvato all'unanimità, più corposa, perché sappiamo, ahimè, guardando la lista di quei 2 milioni di euro, che alcune attività culturali passano anche dall'altra parte e quindi mi dispiace di questo parere negativo in un emendamento che ritenevo importante. Tra l'altro, semplicemente un "sentita la Consulta" significava far capire alla Consulta della Cultura come funziona anche la legge 49 e credo sarebbe stato utile per tutti, ma evidentemente non è così.

PRESIDENTE

Grazie, collega Ostanel.
Non vedo altri interventi.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. C0005 con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. C0007, presentato dalla consigliera Camani, che prevede:
Dopo l'articolo 2 è aggiunto il seguente articolo:
"Art. ... – Modifiche all'articolo 1 comma 14 della legge regionale 9 giugno 1975, n. 70 "Contributi e spese per l'organizzazione di mostre, manifestazioni e convegni di interesse regionale".
Al comma 1 dell'articolo 1 della legge 9 giugno 1975, n. 70 dopo le parole "La Giunta regionale" aggiungere le parole: ", sentita per gli interventi di cui al comma 1 bis la Consulta regionale della cultura di cui all'articolo 10 della legge regionale 16 maggio 2019, n. 17 ,".".
Prego, collega.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che ho presentato. molto simile a quello della collega Ostanel, ma che addirittura riduce ulteriormente l'ambito di intervento della Consulta regionale della cultura, alla quale chiediamo di essere sentita, perlomeno per quanto riguarda le attività culturali finanziate con la legge 70/75.
Ora, al netto del tecnicismo dell'emendamento, sul quale peraltro so già che c'è un parere contrario della Giunta, il tema, però, è quello che abbiamo posto più volte dentro la discussione generale e i pareri contrari a questi emendamenti ci confermano che non c'è la volontà politica di risolvere la grande questione delle politiche culturali di questa Regione.
Lo spiego velocemente. C'è una legge per la cultura, approvata due anni fa, che dovrebbe essere una sorta di Testo unico per le politiche culturali regionali, che però non viene attuata perché mancano gli strumenti attuativi, che la Giunta dovrebbe emanare per poter trasformare quello strumento normativo in braccio operativo. Quindi, anziché utilizzare nella programmazione delle politiche culturale, la legge più moderna, più seria, approvata all'unanimità recentemente dal Consiglio, si sceglie volutamente di continuare ad utilizzare una legge del 1975 per poter finanziare le attività, culturali e non solo, della Regione del Veneto. E sapete perché? Perché la legge del '75 sapete come viene chiamata? Lo sapete molto meglio di me: viene chiamata "Legge del Presidente", perché è la legge attraverso la quale, senza alcun vincolo, senza alcun controllo, con dei criteri molto generali, vengono posizionati milioni e milioni di risorse che sostanzialmente il Presidente decide, insieme alla Giunta, come allocare, per finanziare non soltanto le attività culturali, ma anche le fiere, le sagre, tutte le attività genericamente intese, quindi manifestazioni e eventi di qualsiasi natura.
Ecco perché noi, anche in discussione generale, abbiamo chiesto al Consiglio e alla Giunta un impegno vero nelle politiche culturali, che non si fa facendo approvare all'unanimità una legge dal Consiglio per poi non applicarla perché ci viene più comodo e più utile utilizzare una legge di quarant'anni fa, sulla quale però sappiamo avere mano libera, tant'è che oggi nella legge per la cultura ci sono zero risorse, mentre nella legge del Presidente del 1975, se non ricordo male, nel bilancio di previsione abbiamo stanziato 2,4 milioni di euro.
Ora, preso atto che non c'è la volontà politica di questa Giunta di costruire politiche culturali che vadano nella direzione reale di sollecitare le attività utili, produttive, che creano lavoro, su cui i giovani investono, ma piuttosto di costruire meccanismi che premino sagre ed eventi vari, chiedevamo che, almeno nella parte delle attività culturali, ci fosse la possibilità di concordare e condividere, non con il Consiglio regionale, non con la Commissione consiliare, ma con la Consulta regionale per la cultura, cioè con gli operatori, con i soggetti che di quel mondo fanno parte, almeno l'elenco delle attività da finanziare.
Mi dispiace davvero molto che non solo ci sia parere contrario sull'emendamento, ma che ci sia la sostanziale conferma che in ambito culturale, malgrado la pandemia, questa Amministrazione non abbia intenzione di cambiare rotta.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Assessore Corazzari, prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
Rispetto a questi emendamenti occorre ricordare come la Consulta regionale della cultura, che è stata istituita con la recente legge quadro sulla cultura, non è un organismo di controllo, bensì è un organismo con funzioni consultive e propositive, finalizzato appunto al programma triennale della cultura previsto dall'articolo 7 della legge medesima. La Giunta ha la facoltà di avvalersi di questa Consulta anche per altri argomenti ritenuti di interesse in materia culturale.
Pertanto, stiamo parlando di situazioni completamente distinte: la legge 49 è una legge multidisciplinare, che è distinta rispetto alla legge quadro sulla cultura, all'interno della quale si vanno a incardinare le strategie, le politiche e le azioni della Giunta regionale in materia culturale e che ha degli organismi che stiamo lavorando per costituire, affinché venga data piena funzionalità alla legge stessa e su questo mi sento di anche di impegnare il mio Assessorato perché stiamo lavorando in questa direzione per poterlo fare nel miglior modo possibile e nei tempi congrui. Però questa è ben distinta dalla legge 49, che invece ha un'altra funzionalità e un'altra finalità.
Devo ricordare, poi, che è sbagliato dire che nella legge 49 vengano attribuiti contributi senza criteri, perché ogni anno noi proponiamo una delibera in cui vengono istruiti e determinati i criteri in base ai quali poi vengono valutati i singoli progetti che ci arrivano, progetti che possono essere di natura culturale, di natura sportiva o della natura più diversa: pensiamo a tutto il mondo del volontariato, dell'associazionismo e ai più ampi campi rispetto ai quali questo mondo è interessato e rispetto al quale questo mondo trova nella legge 49 una risposta. Andare ad abrogare, come vorreste voi, la legge 49 significherebbe togliere veramente ad un mondo importantissimo, radicato nelle nostre comunità e profondamente radicato nel volontariato, un punto di riferimento oggi insostituibile.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non vedo altri interventi.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. C0007 con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. C0003, presentato dalla collega Ostanel, aggiuntivo, che prevede:
"Dopo l'articolo 2 è aggiunto il seguente articolo:
Art. x - Modifiche all'articolo 40 della legge regionale n. 17 del 2019 "Legge per la cultura" all'articolo 40 comma 2 della legge regionale n . 17 del 2019 "Legge per la cultura" è aggiunta la seguente lettera:
xx) articolo 1 comma 1 bis della Legge regionale 9 giugno 1975, n . 70 contributi e spese per l'organizzazione di mostre, manifestazioni e convegni di interesse regionale".
Prego, collega.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
L'emendamento non aveva l'obiettivo di abrogare la legge 49. L'Assessore adesso nell'intervento ha detto, credo, una cosa errata, con tutto il rispetto, perché nessuno di noi, almeno io, pensava di abrogare la legge 49 perché la legge 49 ha dentro una serie di altri riferimenti: l'avete deciso, io non ero qui, probabilmente avete pensato che nella legge cultura non si doveva abrogare questa perché dentro c'era anche altro.
Ma siccome dentro lì passa anche molto che ha a che fare, invece, con quello che la legge della cultura del 2019 norma, allora l'emendamento aveva l'obiettivo di dire: tutto quello che dovrebbe entrare nella legge nuova che abbiamo votato all'unanimità non va nella 49 e l'ordinamentale lo permette.
Allora c'è il parere negativo anche su questo emendamento come, tra l'altro, sull'altro, che era addirittura "sentita la Consulta", che, come capite, era solo il tentativo di un attimo di rendere più trasparente una legge che probabilmente, anche se ha dei criteri, perché è vero quello che diceva l'Assessore, ma è a discrezione della Giunta e basta, quindi su quello parere negativo. Questo semplicemente cercava di dividere e lasciare la legge 70 del 75, come nella sua naturale vocazione, cioè di finanziare eventualmente manifestazioni, congressi o convegni promossi soprattutto dalla Giunta e non tanto per svuotare di valore – e io spero che non sarà così e vedremo i decreti attuativi della legge cultura – ma vedremo soprattutto quanti fondi saranno messi nella legge cultura 2019, allora li potrò esprimermi sul valore, credo buono, del mio emendamento e su cui, invece, ho visto avere parere negativo della Giunta.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo su questo emendamento perché va esattamente nella direzione di cui parlavamo prima: c'è una legge sulla cultura, approvata all'unanimità da questo Consiglio regionale veramente pochi anni fa, eppure si continua ad utilizzare una legge del 1975 per finanziare le attività culturali.
Allora, con questo emendamento la consigliera Ostanel non dice semplicemente di cambiare strumento adesso per finanziare le attività culturali, perché sappiamo perfettamente che, finché i decreti attuativi collegati alla legge cultura non verranno adottati dalla Giunta, sarà impossibile che quella macchina possa cominciare a correre. Quindi, semplicemente, questo emendamento inserisce, tra le leggi che verranno abrogate, una volta che la legge per la cultura verrà messa finalmente a regime, anche questa famosa legge 70/75 soltanto nella parte che riguarda le attività culturali.
Siccome ho appunto il dubbio che voi quella legge non la vogliate abrogare, perché è la legge del Presidente, per le ragioni di cui ho parlato prima e cioè che è lo strumento normativo attraverso cui voi finanziate un po' quello che volete, anche in ambito culturale e siccome abbiamo appunto il dubbio che la legge per la cultura non parta perché voi non volete privarmi di quel meccanismo discrezionale di finanziamento di tutte le attività, tra cui quelle culturali, noi almeno vi diciamo, proprio per semplificare, per pulizia normativa: quando mai doveste cambiare idea e decideste finalmente di mettere la legge per la cultura nelle condizioni di poter agire, allora almeno abrogate la parte della legge 70/75 che riguarda le attività culturali.
Questo meccanismo, per esempio, è già previsto per ben due delle leggi che andiamo a rifinanziare con l'articolo 2 di questo progetto di legge, perché, se non ricordo male, l'articolo 51 della legge 7 del '99, che non ricordo cosa riguardi, e la legge 25/2009 sull'audiovisivo, nella legge per la cultura si dice: quando questa legge camminerà, quelle le abroghiamo perché appunto l'ambizione della legge per la cultura era quella di essere una sorta di Testo unico. Allora perché possiamo abolire la legge sul cinema e sull'audiovisivo e non possiamo abrogare il comma 1 bis dell'articolo 1 della legge 70/75 che riguarda le attività culturali?
Io penso che, siccome anche su questo emendamento c'è il parere negativo, il problema non sia né tecnico, né ordinamentale, né di semplificazione, ma sia un argomento puramente politico e cioè che questa Giunta mai e poi mai vuole fare a meno della legge 70/75 e questo mi preoccupa perché mi viene da pensare che allora non c'è neppure realmente la volontà politica di mettere in campo la legge per la cultura.

PRESIDENTE

Grazie, collega Camani.
Ha chiesto di intervenire la collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Semplicemente per andare a sostenere questo tipo di intervento, proprio perché, siccome in questi anni abbiamo visto stanziati nel contenitore del bilancio, per quanto riguarda questo capitolo della legge 70 del '75, dai 3 ai 5 milioni di euro, se non anche di più in alcuni anni all'inizio della passata legislatura, se non erro, questo quantitativo di fondi credo che sia necessario che vada ad essere valutato nella sua assegnazione, in una condivisione che sia propositiva e che non sia visto negativamente, come prima espresso anche dall'Assessore competente.
Per questo motivo vado a sostenere questo emendamento e ritengo che sia opportuno approvarlo, anche per quanto riguarda i Consiglieri di maggioranza, che in questa maniera possono essere perlomeno coscienti del metodo che viene utilizzato per andare a scegliere quali sono le iniziative maggiormente significative per il Presidente, per l'Assessore stesso e per la struttura della Giunta.
Per questo motivo ritengo che questo, in una direzione positiva, sia uno strumento utile, in attesa dell'attuazione dei decreti attuativi per quanto riguarda la legge del 2019 sulla cultura. Per questo motivo andrò naturalmente a votarla a favore e chiedo la possibilità della maggioranza di una revisione della propria posizione rispetto a questo tema, proprio in un'ottica collaborativa e di valorizzazione del processo di decisione di finanziamenti così consistenti, perché appunto non parliamo di qualche centinaia di migliaia di euro o di qualche migliaia di euro, ma parliamo di risorse consistenti che vengono destinate ad iniziative che potrebbero avere una grande rilevanza all'interno del territorio.
E dato che ci siamo tutti detti in questi anni che avremmo voluto sostenere iniziative capaci di andare a valorizzare realmente le iniziative imprenditoriali locali, la promozione del territorio, eccetera, non vedo perché un'iniziativa di questo tipo non possa rientrare all'interno anche di un parere positivo di una maggioranza che fino ad oggi, da questo punto di vista, probabilmente ne è rimasta anche esclusa.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi sull'emendamento
Mettiamo in votazione l'emendamento n. C0003 con il parere contrario da parte del relatore.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo al successivo.
Emendamento n. C0008, presentato dalla consigliera Camani, capo II, articolo 8, aggiuntivo, che prevede:
Dopo l'articolo 2 è aggiunto il seguente articolo:
"Art. - Modifiche all'articolo 8 della legge regionale n. 17 del 2019 "Legge per la Cultura"
L'articolo 8 della legge regionale n. 17 del 2019 "Legge per la Cultura" è così sostituito:
Art. 8 - Piani annuali.
1. In attuazione del Programma triennale della cultura di cui a/l'articolo 7 la Giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare che si esprime entro trenta giorni dal ricevimento della proposta, decorsi i quali si prescinde dal parere, approva, entro il 31 dicembre del/ 'anno antecedente a quello di riferimento, uno o più piani annuali distinti per settore.
2. I piani annuali individuano:
a) gli ambiti di intervento di interesse e rilevanza regionale la cui attuazione è attribuita a soggetti pubblici e privati su presentazione di specifici progetti;
b) gli ambiti di intervento di interesse e rilevanza regionale promossi direttamente dalla Regione, anche in collaborazione o mediante accordi con enti locali, soggetti pubblici e privati;
c) i criteri, le modalità, gli strumenti di attuazione;
d) le modalità per il monitoraggio e il controllo sull'utilizzo dei finanziamenti, sullo stato di realizzazione degli interventi e sul loro impatto nel territorio;
e) le modalità di comunicazione degli interventi.
3. L 'attuazione dei piani annuali e la ripartizione delle risorse per ambiti di intervento avviene mediante uno o più provvedimenti attuativi. Sui provvedimenti di ripartizione delle risorse viene sentita la competente commissione consiliare, che si esprime entro trenta giorni dal ricevimento della proposta, decorsi i quali si prescinde dal parere.
4. Giunta regionale, entro il 31 dicembre dell'anno successivo a quello di approvazione dei piani annuali, invia alla competente commissione consiliare una relazione sulla realizzazione degli interventi previsti nei piani annuali.".

Prego, collega.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente, anche per la pazienza.
Questo è un emendamento che prova a raccogliere un'indicazione che gli operatori della cultura ci hanno segnalato e cioè che la programmazione delle attività culturali, così com'è disegnata dalla legge per la cultura, rischia di non consentire agli operatori di avere il tempo tecnico per fare la loro progettazione. Quindi con questo emendamento semplicemente chiedevamo che i piani annuali, cioè i piani di attuazione della programmazione e delle attività culturali della Regione, anziché essere approvati a febbraio, periodo che secondo gli operatori culturali è troppo avanzato per la programmazione dell'anno in corso, fossero semplicemente anticipati entro il 31 dicembre, in modo che gli operatori del settore avessero, nel momento in cui dovevano cominciare ad organizzare la loro attività sull'anno successivo, conoscenza di quali fossero i piani e le proposte che venivano da parte della Giunta.
Con questo emendamento, poi, proviamo anche a risolvere un problema legato alla ripartizione delle risorse, perché, ovviamente, nella legge della cultura, l'approvazione dei piani annuali era indicata come tempistica a febbraio perché potesse essere anche il momento in cui, oltre al piano, si poteva anche approvare il riparto delle risorse che sarebbe reso possibile, ovviamente, dall'approvazione del bilancio di previsione.
Allora noi con questo emendamento scorporiamo i due momenti: chiediamo l'approvazione del piano annuale prima della fine dell'anno per dare uno strumento operativo importante nella progettazione dell'attività culturale e chiediamo comunque che la Commissione consiliare competente sia sentita nel momento evidentemente successivo, quando cioè c'era la necessità di valutare anche i riparti delle risorse.
Ho saputo che c'è il parere contrario e vorrei capire dall'assessore Corazzari, se ritiene, le ragioni per cui questa nuova formulazione, di una legge peraltro ancora non sperimentata, non trova l'accoglimento da parte della Giunta, visto che è un emendamento di buonsenso e che ci viene richiesto dagli operatori del comparto, non è che ce lo siamo inventati noi, proprio perché hanno bisogno di poter organizzare al meglio la propria programmazione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Assessore Corazzari, prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Praticamente il discorso è che, se noi vogliamo dare delle certezze a questi operatori del mondo culturale e vogliamo che possano programmare la loro attività, come si fa a presentare un emendamento che chiede di approvare un piano esecutivo annuale al 31 dicembre se non abbiamo la certezza di avere approvato il nostro bilancio previsionale e quindi di avere la contezza delle risorse su cui poterci basare? Quindi è una netta contraddizione questo emendamento.
Io debbo anche dire poi che di fatto la Regione del Veneto, negli ultimi anni, nel corso di questa legislatura e nell'ultima legislatura, ha sempre approvato i bilanci con un largo anticipo rispetto alla fine dell'anno solare e ricordo approvazione di bilanci anche a inizio novembre, ragione per cui il termine dei 60 giorni appare quanto mai congruo per dare corso al piano esecutivo all'inizio dell'anno.
Ci rendiamo conto della necessità di programmazione dell'attività, ma non possiamo disgiungerla completamente da aspetti come quello del bilancio, che sono fondamentali per poi dare queste certezze che gli operatori chiedono.

PRESIDENTE

Grazie al collega Corazzari.
Passiamo alla votazione dell'emendamento n. C0008, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. C0004, presentato dai consiglieri Ostanel e Possamai, sostitutivo, che prevede:
Dopo l'articolo 2 è aggiunto il seguente articolo:
"Art. x - Modifiche all'articolo 8 della legge regionale n. 17 del 2019 "Legge per la Cultura" L'articolo 8 della legge regionale n. 17 del 2019 "Legge per la Cultura" è così sostituito:
Art. 8 - Piani annuali.
1. In attuazione del Programma triennale della cultura di cui all'articolo 7 la Giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare che si esprime entro trenta giorni dal ricevimento della proposta, decorsi i quali si prescinde dal parere, approva, entro il 31 dicembre dell'anno antecedente a quello di riferimento, uno o più piani annuali distinti per settore.
2. I piani annuali individuano:
a) gli ambiti di intervento di interesse e rilevanza regionale la cui attuazione è attribuita a soggetti pubblici e privati su presentazione di specifici progetti;
b) gli ambiti di intervento di interesse e rilevanza regionale promossi direttamente dalla Regione, anche in collaborazione o mediante accordi con enti locali, soggetti pubblici e privati;
c) i criteri, le modalità, gli strumenti di attuazione;
d) le modalità per il monitoraggio e il controllo sull'utilizzo dei finanziamenti, sullo stato di realizzazione degli interventi e sul loro impatto nel territorio;
e) le modalità di comunicazione degli interventi.
3. L'attuazione dei piani annuali e la ripartizione delle risorse per ambiti di intervento avviene mediante uno o più provvedimenti attuativi.
4. La Giunta regionale, entro il 31 dicembre dell'anno successivo a quello di approvazione dei piani annuali, invia alla competente commissione consiliare una relazione sulla realizzazione degli interventi previsti nei piani annuali".
Lo vuole presentare, collega? Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
È un emendamento simile a quello precedente, ma colgo l'occasione per rispondere anche all'Assessore. Purtroppo non c'è, ad oggi, certezza degli operatori culturali su quanti fondi abbiano a disposizione per produrre e fare cultura; mi dispiace ripeterlo, ma è così, perché noi ad oggi non abbiamo dei bandi che fanno vedere quanti soldi abbiamo a disposizione e chi si può presentare.
Ho citato prima l'esempio della legge 52 e ripeto che non sono eleggibili tutte quelle realtà che fanno musica in linguaggio contemporaneo, quali pop, rock e folk, cioè noi, in piena pandemia, abbiamo deciso che alcuni settori non potevano essere sostenuti da pochi soldi, 400.000 euro, che diamo su una legge ancora vigente che verrà abrogata appena riusciremo ad approvare la legge del 2019.
Allora qui il tema è non tanto i tempi, ma la certezza del bilancio e non è vero quello che diceva prima, mi permetto di dirlo, perché un operatore culturale non sta a vedere il bilancio previsionale della Regione per fare una programmazione: se ci fossero dei bandi e una consuetudine, soprattutto dei bandi, basati su trienni e non su annualità, mi creda che gli operatori culturali saprebbero già quanta è la dotazione della Regione del Veneto.
Oggi, invece, sono stati abituati a dover cercare nel BUR alcuni provvedimenti di alcune leggi che passano, ahimè, solamente all'interno della Giunta regionale, ci sono dei criteri, come diceva prima, come c'è nella legge 52, ma non c'è scritto la dotazione. Allora il tema non è tanto tempistiche o non tempistiche, ma il tema è proprio dare certezza rispetto ai fondi.
Poi, rispetto all'emendamento puntuale, invece, l'idea che venga anticipata la possibilità, appunto, di avere il piano annuale è un modo perché a regime, quando ci sarà il piano triennale, avere i piani annuali che arrivano prima è una certezza in più per gli operatori culturali e non è un caso che ce l'abbiano chiesto. Quindi l'appunto che faceva nell'intervento precedente, magari potrebbe avere una ragione, un senso per la prima annualità, ma quando la Legge Cultura entrerà in vigore, anticipare il piano annuale è utile per gli operatori culturali.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. C0004 con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. C0006, presentato dal consigliere Possamai, art. 2 bis, aggiuntivo, che prevede:
Dopo l'articolo 2 è aggiunto il seguente articolo:
"Art.- Modifiche all'articolo 10 comma 4 della legge regionale 16 maggio 2019, n. 17 "Legge per la Cultura"
Al comma 4 dell'articolo 10 della legge regionale 16 maggio 2019, n. 17 "Legge per la Cultura" sostituire le parole: "composizione e modalità di funzionamento" con le parole: " la composizione e, con apposito regolamento, le modalità di funzionamento".".
Prego, collega. Si prenoti, per cortesia.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Questo emendamento è sulla Consulta regionale della cultura, nel senso che il funzionamento dell'organismo, come si diceva anche prima, è centrale rispetto all'attuazione della legge, con particolare riferimento al tema del parere sul programma triennale e sul piano della facoltà propositiva che viene attribuita alla Consulta.
Al fine di rendere semplice ed efficace il funzionamento di questa Consulta proponiamo che le modalità di azione siano previste da un apposito regolamento, che approva ovviamente la Giunta, ma con un parere della Commissione Cultura, quindi l'idea è di dare un quadro di operatività alla Consulta. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Assessore Corazzari, se si prenota, posso darle la parola.
Prego, Assessore.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Allora, vorrei far notare come, con DGR 473 del 2020, che ha a sua volta acquisito il parere favorevole della Commissione consiliare competente, sono già state adottate le modalità regolamentari di funzionamento della Consulta.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non vedo altri interventi.
Mettiamo in votazione l'emendamento n. C0006 con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Sono finiti gli emendamenti e quindi passiamo all'articolo 3.
Non ci sono interventi.
Mettiamo in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo successivo, che è il n. 4.
Collega Montanariello, prego, sull'articolo 4.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, resti agli atti che sulla precedente ho votato "astenuto" e invece mi appariva "favorevole".

PRESIDENTE

Okay, viene registrato a verbale.
Siamo all'articolo 4.
Non ci sono interventi, quindi lo mettiamo in votazione.
Collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Presidente, solo per dire che all'articolo 2 mi ero sbagliata; è quello della proroga delle attività culturali. Io mi sono astenuta, ma voto a favore sul solo articolo 2.

PRESIDENTE

Il voto non si può cambiare, ma resta a verbale la sua dichiarazione.
Mettiamo in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ci sono dichiarazioni di voto?
Collega Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Solo per annunciare il voto di astensione al provvedimento, nel senso che in sé per sé il progetto di legge ci trova favorevoli: sia l'articolo 1 che l'articolo 2 hanno provvedimenti di buonsenso. Il punto è che, come altre volte, avevamo lavorato su emendamenti che, secondo noi, andavano a integrare e migliorare il progetto di legge, anche perché, se una critica si può fare a un progetto di legge, è che, come tutti possono notare prendendolo in mano, è scarno e invece era l'occasione per inserire ulteriori provvedimenti, che secondo noi, su settori così erano necessari.
Noi ci abbiamo provato, avevamo fatto una serie di emendamenti che erano tutti francamente accogliibili e di buonsenso, ma registriamo che ancora una volta c'è una risposta negativa e una porta chiusa, per cui l'astensione è così motivata. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi.
Mettiamo in votazione il PDL n. 51.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo alla proposta di deliberazione amministrativa successiva, che è la n. 9.
Collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Sull'ordine dei lavori, sarei a chiedere, se fosse possibile, anticipare la Capigruppo che era prevista al termine del Consiglio, in modo da poter concordare la programmazione dei lavori nelle prossime giornate.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Se i Capigruppo sono d'accordo, anticipiamo la Conferenza dei Capigruppo.
Chieda un intervento sull'ordine dei lavori.
Prego, collega Villanova.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Chiedo un paio di minuti di sospensione per poter interloquire con gli altri Capigruppo, per sapere anche la motivazione di questa richiesta.

PRESIDENTE

Quindi interrompiamo il Consiglio per due minuti.
La Seduta è sospesa alle ore 15.47
La Seduta riprende alle ore 15.50

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori del Consiglio.
C'è una richiesta di intervento da parte del collega Alberto Villanova sull'ordine dei lavori; prego, collega.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Io chiedo che il portavoce dell'opposizione ci spieghi a microfono la motivazione di questa anticipazione della Capigruppo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
La motivazione è chiara. Noi abbiamo fatto una richiesta di poter interloquire con il Presidente della Giunta oggi su delle tematiche che riteniamo molto importanti e prioritarie rispetto a qualsiasi altro tema da discutere in Consiglio, ci è stata data una disponibilità che noi riceviamo con piacere perché sarà la prima volta che avremo in Aula il Presidente nel prossimo Consiglio, ma fino ad allora riteniamo che sia per noi secondario discutere le altre tematiche.
Pertanto abbiamo completato la discussione del punto all'ordine del giorno per dovere istituzionale verso questo Consiglio, che rispettiamo e di cui abbiamo la massima stima e rispetto, però intendiamo sospendere i lavori in questo momento in attesa di riprenderli nella discussione per noi assolutamente prioritaria.
Avevo chiesto la cortesia di poter anticipare la Capigruppo, che era prevista al termine di questo Consiglio, per poter organizzare i lavori insieme; ovviamente era una cortesia e, se questo Consiglio ritiene di non fare nemmeno questa cortesia e di tenere un atteggiamento ostile verso le richieste della minoranza, ne prenderemo atto.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Pan.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Trovo irrispettoso questo comportamento, poi ognuno è libero di fare quello che vuole, ma, come Capogruppo della Lega, io questa cortesia non gliela faccio. Noi andiamo avanti con il nostro programma, con il nostro ordine dei lavori e, se alla fine siete qui, discutiamo il programma del prossimo Consiglio, altrimenti faremo da soli: potete pure andare dove volete. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Villanova.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Io ritengo che la vostra posizione sia irrispettosa di quest'Aula, perché noi siamo qui per lavorare, abbiamo un ordine del giorno che avete votato anche voi in Conferenza dei Capigruppo e sta denotare una cosa e la evidenzia: a voi non interessa avere una risposta né dal presidente Zaia, né dei tecnici; a voi interessa fare lo show, abbandonare l'Aula, tant'è vero che avete già abbandonato l'Aula e io sto ancora parlando e non mi sembra che state dimostrando grande cortesia e grande rispetto nei confronti dei vostri colleghi che sono qui per lavorare.
Consigliere Lorenzoni, vedo che ha tanta fretta di andare via da quest'Aula, ma io le consiglierei di rimanere qui ancora un pochino, perché abbiamo altri provvedimenti importanti da votare, invece di scappare e di andare a fare un comunicato stampa o qualche intervista alla televisione.
Noi abbiamo garantito, attraverso le dichiarazioni del vicepresidente Finco, che il presidente Zaia la prossima settimana verrà qui a rispondere alle vostre domande e ancora non vi basta. Avete cercato un'altra scusa per creare un po' di spettacolo, per andare a fare qualche comunicato, come avete fatto per tutto il pomeriggio. Quindi non veniteci a raccontare che siete qui in cerca di risposte. Siete qui in cerca di visibilità politica, punto e basta.

PRESIDENTE

Grazie, collega Villanova.
Quindi procediamo con l'ordine del giorno del Consiglio.
PUNTO
7



PROGRAMMA TRIENNALE 2021-2023 DEGLI INTERVENTI PER IL RECUPERO, LA CONSERVAZIONE E LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE RISALENTE ALLA REPUBBLICA SERENISSIMA DI VENEZIA NELL'ISTRIA, NELLA DALMAZIA E NELL'AREA MEDITERRANEA. ARTICOLO 4, COMMA 2, LEGGE REGIONALE 25 SETTEMBRE 2019, n. 39 . (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 9) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 29/2021)

Relazione della Sesta commissione consiliare.
Relatrice c onsigliera Scatto; correlatrice consigliera Ostanel
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
" La legge regionale n. 39 del 25 settembre 2019 "Interventi per il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale risalente alla Repubblica Serenissima di Venezia nell'Istria, nella Dalmazia e nell'area mediterranea", si è sostituita alla precedente legge regionale 7 aprile 1994, n. 15 "Interventi per il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale di origine veneta nell'Istria e nella Dalmazia".
La nuova norma promuove iniziative culturali per la conoscenza, salvaguardia, valorizzazione del patrimonio storico, culturale e architettonico risalente alla Repubblica di Venezia, presente nell'area mediterranea: pubblicazione di studi e ricerche sul tema e sulle tradizioni culturali risalenti alla Repubblica veneta, conservazione e promozione dei beni culturali e dei monumenti realizzati in tale epoca presenti nell'Istria, nella Dalmazia e nell'area mediterranea. La filosofia ispiratrice della legge regionale n. 39 è dunque quella di una revisione sostanziale del vecchio strumento, estendendo l'ambito di operatività, in ragione dei presupposti storiografici, alla tradizione veneto-veneziana che ha coinvolto, dai tempi dell'Alto Medioevo fino agli inizi del Settecento, il territorio assai più vasto rappresentato dalle colonie venete e veneziane, radicate nei maggiori insediamenti della costa mediterranea.
Rispetto alla previgente legge regionale n. 15/1994 , l'attuale n. 39/2019 si connota, oltre che per l'ampliamento dello scenario di iniziativa, anche per un più marcato indirizzo di stimolo verso la promozione della cultura e della storia, quale veicolo privilegiato per il consolidamento dì rapporti tra la Regione e quell'ampio ambito geografico che per secoli rappresentò il suo mercato di riferimento ed il teatro d'azione. In tale contesto la nuova disciplina attenua talune peculiarità della L.R. n. 15/1994 , quali ad esempio il finanziamento di iniziative volte a favorire i centri e le attività culturali per le Comunità di lingua italiana presenti nel territorio sloveno e croato.
È comunque doveroso ricordare che in oltre due decenni di attività la l.r. n. 15/1994 ha avuto un ruolo significativo nel rinsaldare legami culturali mai sopiti tra le opposte sponde adriatiche, ponendo con ciò le basi per un più stretto rapporto dì collaborazione tra le istituzioni istriano dalmate e regionali. La legge 15 ha indubbiamente favorito già a metà degli anni Novanta, dopo le travagliate vicende storiche del XX secolo, le condizioni per sviluppare patenariati duraturi, quando ancora non erano stati introdotti programmi internazionali di promozione della cooperazione internazionale come le iniziative Interreg Italia-Slovenia e Italia-Croazia, e quando Croazia e Slovenia non erano ancora Stati membri dell'Unione Europea.
L'intenso lavoro di applicazione della legge veneta, cui ora succede la nuova normativa, ha complessivamente consentito la realizzazione di oltre 600 interventi, per un investimento generale di oltre 8 milioni di euro, spendendo tra progetti di ristrutturazione e restauro dì beni mobìli ed immobili, oltre 4,5 milioni e circa altri 3 milioni per spese di investimenti dedicati a quei progetti di sviluppo culturale che hanno avuto come beneficiari non solo le amministrazioni pubbliche, le associazioni culturali locali e le parrocchie, ma anche i centri di ricerca e le numerose ulteriori realtà culturali attive in Istria e Dalmazia.
La legge regionale n. 39/2019 riceverà la sua prima attuazione con l'approvazione degli strumenti esecutivi previsti dall'articolo 4: il Programma triennale degli interventi e i Piani annuali attuativi a questo riferiti.
E l'attuale proposta di deliberazione del Consiglio regionale ha, per l'appunto, ad oggetto il Programma triennale 2021-2023 degli interventi per il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale risalente alla Repubblica Serenissima di Venezia nell'Istria, nella Dalmazia e nell'area mediterranea, riportato all'Allegato A del presente provvedimento.
Lo strumento definisce gli obiettivi, le priorità e ì criteri dì attuazione delle iniziative regionali nel triennio di riferimento.
Il Programma triennale 2021 - 2023, è stato predisposto dalla Giunta, previo parere del "Comitato per la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e architettonico della Repubblica Serenissima di Venezia nell'Istria, nella Dalmazia e nell'area mediterranea, organo consultivo introdotto dall'articolo 5 della legge. Il Comitato ha espresso parere favorevole il 24 febbraio scorso, proponendo modifiche che sono state accolte nella stesura della proposta giuntale.
Quanto al menzionato Comitato, si coglie qui l'occasione per ricordarne il ruolo differente che con la nuova legge assume, come tributario del compito di definire le priorità e gli indirizzi scientifici del Programma, dei Piani attuativi e dei conseguenti bandi, rispetto ai quali dunque non si limiterà alla sola definizione delle graduatorie, come nel vigore della precedente legge regionale.
A seguito dell'approvazione, il Programma triennale 2021 - 2023 detterà le linee guida per il primo Piano annuale attuativo 2021, comprensivo del relativo bando che per il 2021 avrà una disponibilità complessiva di 380.000 euro per interventi che riguardino il restauro di monumenti e manufatti di tradizione veneta ed il sostegno di studi, ricerche ed eventi sul medesimo tema. Le spese di investimento impegneranno 200.000 euro, mentre le spese correnti ammonteranno a 180.000 euro.
L'articolo 4, comma 3, della L.R. n. 39/2019 specifica che il Programma triennale degli interventi si articola in obiettivi, priorità e criteri di attuazione.
Obiettivo prioritario del Programma triennale 2021 - 2023 è rappresentato l'adeguamento dell'iniziativa istituzionale del Veneto nel mutato contesto geografico mediterraneo, per ampliare le relazioni tra il Veneto e le realtà presenti nel nuovo contesto territoriale per valorizzare l'elemento costituito dalla cultura veneziana nell'intera area mediterranea.
Quanto alle priorità, da tradurre in altrettanti futuri progetti, sono le seguenti:
- la promozione effettiva della cultura e dell'identità veneta all'interno dei progetti da realizzare;
- l'investimento sulla cultura come elemento di traino nei rapporti di cooperazione internazionale, anche attraverso patenariati che si sviluppino in senso qualitativamente alto, con la partecipazione di enti di ricerca, scuole ed istituti storiografici e culturali;
- il coinvolgimento dei giovani studiosi veneti, anche non strutturati, nel contesto delle attività. Si intende coinvolgere dunque, accanto alle professionalità dei docenti e ricercatori strutturati delle università e degli enti di formazione, anche i giovani neo laureati che vogliano impegnarsi nei progetti in questione;
- la riconoscibilità dei progetti da realizzare non solo nei Paesi esteri ma anche in Veneto. Ed a tale ultimo proposito è in programma l'allestimento in Veneto di una mostra che illustri gli interventi di restauro di una serie di tele cinquecentesche, anche molto significative, ospitate e visitabili nella cattedrale di Pola ma ad oggi mai esposte ed ignorate a Venezia e nel Veneto.
Quanto infine ai criteri di attuazione, il legislatore ha inteso con ciò riferirsi:
1) alle tipologie delle iniziative ammissibili;
2) ai criteri prioritari di premialità (che saranno poi recepiti dal Piano annuale nella declinazione dei punteggi).
Conseguentemente, mentre i criteri di premialità verranno puntualmente definiti dai singoli piani di attuazione, le tipologie di iniziative ammissibili, conformemente a quanto previsto dalla Ir 39/2019, saranno le seguenti:
a) Pubblicazione di studi con contenuti rilevanti sotto il profilo scientifico e/o di iniziative di alta divulgazione, sui temi del patrimonio storico, culturale e architettonico risalente alla Repubblica Serenissima di Venezia nel Mediterraneo, in Istria, Dalmazia e nelle coste adriatiche non italiane (Art. 2);
b) Organizzazione di eventi e/o iniziative rievocativi della tradizione della Repubblica Veneta nel Mediterraneo, che prevedano lo sviluppo e il sostegno ai centri culturali e d'istruzione per le comunità di lingua italiana (Art. 3, lett. a);
c) Creazione di iniziative rievocative delle tradizioni risalenti alla Repubblica Serenissima di Venezia nelle comunità di lingua italiana in Slovenia, Croazia, Montenegro, Albania, Grecia e nel bacino mediterraneo (Art. 3, lett. a);
d) Realizzazione di investimenti per il recupero di manufatti risalenti alla Repubblica Serenissima di Venezia di rilievo storico ed architettonico (Art. 3, lett b);
e) Organizzazione nella Regione del Veneto di mostre ed eventi in grado di consentire la maggiore conoscenza del patrimonio artistico e culturale risalente alla Repubblica Serenissima di Venezia nel Mediterraneo, con particolare riferimento ai manufatti oggetto di restauro con fondi regionali (Art. 3, lett. b);
f) Ricerca e pubblicazione, anche attraverso l'edizione di volumi, di fonti archivistiche inedite sul patrimonio storico, culturale e architettonico risalente alla Repubblica Serenissima di Venezia nel Mediterraneo, in Istria e Dalmazia (Art. 3, lett. c);
g) Organizzazione di gemellaggi tra realtà estere e venete finalizzati alla realizzazione di attività culturali, anche con il coinvolgimento di scuole e associazioni (Art. 3, lett. d).
Per quanto testé rappresentato, si propone pertanto di approvare il Programma triennale 2021- 2023 degli interventi per il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale risalente alla Repubblica Serenissima di Venezia nell'Istria, nella Dalmazia e nell'area mediterranea in quanto rispondente alle finalità ed ai contenuti della l.r. n. 39/2019 come da Allegato A, parte integrante e sostanziale del presente provvedimento.
La Sesta Commissione consiliare, al termine dell'istruttoria sul provvedimento, esprime parere favorevole a maggioranza, hanno votato a favore i rappresentanti dei gruppi consiliari: Liga Veneta per Salvini Premier (Corsi, Cestari e Favero), Zaia Presidente (Cavinato, Cestaro, Sandonà, Scatto, Vianello e Villanova), Lista Veneta Autonomia (Piccinini), Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni (Polato, Razzolini, Soranzo e Speranzon), Forza Italia Berlusconi - Autonomia per il Veneto (Bozza); astenuti i rappresentanti dei gruppi consiliari: Partito Democratico Veneto (Camani e Giacomo Possamai), Il Veneto che Vogliamo (Ostanel) parere favorevole alla sua approvazione da parte del Consiglio regionale.
Della Relazione in Aula vengono incaricati la Consigliera Scatto e, per i rappresentanti dì minoranza, la Consigliera Ostanel.".

PRESIDENTE

Relatore è la consigliera Scatto.
Prego, collega, si prenoti, per cortesia.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Già fatto, Presidente. Grazie.
Come si diceva, questa è la proposta di deliberazione n. 9 che afferisce al programma triennale 2021-2023 degli interventi per il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale, che risale alla Repubblica Serenissima di Venezia, nell'Istria, nella Dalmazia e nell'area mediterranea.
La legge regionale, che è la 39 del 2019, si occupa di questo tipo di interventi, non solo per quanto riguarda l'Istria e la Dalmazia, ma allarga anche all'area mediterranea. Questa legge innova e sostituisce la legge regionale precedente, che è la 15 del '94, e possiamo dire che sia un unicum nel contesto della legislazione regionale per quanto riguarda il consolidamento di relazioni dirette tra la Regione e altri soggetti nei Paesi esteri.
Possiamo dire che un'altra differenza tra la vecchia normativa, si trova nel fatto che prima si parlava di cooperazione, mentre ora, con la nuova legge, si parla di reciprocità. Abbiamo visto che c'è comunque un ambito più esteso di operatività e questa nuova legge ha un ampliamento dello scenario, come si diceva, dell'iniziativa, anche per un più marcato indirizzo di stimolo verso la promozione della cultura e della storia al fine di consolidare i rapporti tra la Regione e quell'ampio ambito geografico che per secoli ha rappresentato il suo mercato di riferimento e il teatro di azione.
Possiamo dire che c'è stato comunque un intenso lavoro di applicazione anche con la precedente normativa, che ha complessivamente consentito la realizzazione di oltre 600 interventi per un investimento generale di oltre 8 milioni di euro.
Allora, la legge 39 riceverà la sua prima attuazione con l'approvazione di quelli che sono gli strumenti esecutivi previsti dall'articolo 4. Infatti noi oggi andremo a decidere quello che è il programma triennale degli interventi e i piani annuali attuativi a questo articolo riferiti, che concernono il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale.
Il programma triennale 2021-2023 è stato predisposto dalla Giunta, previo il parere del Comitato per la valorizzazione del patrimonio storico, culturale e architettonico della Repubblica Serenissima di Venezia nell'Istria, nella Dalmazia e nell'area mediterranea. Va notato che questo comitato è un organo consultivo introdotto proprio dall'articolo 5 della nuova legge, che si distingue – e questo è importante sottolinearlo – dal precedente Comitato perché, mentre quello previsto dalla legge 15 del '94 semplicemente approvava la graduatoria dei bandi, questo Comitato ha il compito di definire le priorità e gli indirizzi scientifici del programma, dei piani attuativi e dei conseguenti bandi rispetto ai quali, dunque, non si limiterà alla sola definizione delle graduatorie, come anzi detto.
Quindi, a seguito dell'approvazione che ci accingiamo a votare, il programma triennale 2021-2023 detterà le linee guida per il primo piano annuale attuativo 2021, comprensivo del relativo bando che, per il 2021 avrà una disponibilità complessiva di 380.000 euro per interventi che riguardano il restauro di monumenti e manufatti di tradizione veneta e di sostegno di studi, ricerche ed eventi sullo stesso tema.
Le spese di investimento impegneranno 200.000 euro, mentre le spese correnti ammonteranno a 180.000 euro.
Quanto alle priorità che riguarderanno i futuri progetti, le sintetizzerei così: sono la promozione effettiva della cultura e dell'identità veneta all'interno dei progetti da realizzare, l'investimento sulla cultura come elemento di traino nei rapporti di cooperazione internazionale, anche attraverso partenariati che si sviluppino in senso qualitativamente alto, con la partecipazione di enti di ricerca, scuole, di istituti storiografici e culturali, il coinvolgimento di giovani studiosi veneti, anche se non strutturati, nel contesto delle attività e la riconoscibilità dei progetti da realizzare non solo nei Paesi esteri, ma anche in Veneto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, presidente Scatto.
Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Presidente, era solo per ringraziare il lavoro fatto dalla presidente Scatto e da tutta la Commissione per aver portato in Aula un così importante provvedimento, che rende onore a una grande storia, che è stata la storia della nostra Repubblica, che recentemente ha festeggiato i 1600 anni della fondazione della città di Venezia, ma che comunque ha lasciato grandi segni soprattutto lungo il Mar Mediterraneo e nell'Adriatico in particolare.
Volevo solo ricordare a tutti i colleghi che quasi tutte le città costiere della Dalmazia, ma fino al Dodecaneso, a Rodi e a Creta, Candia e Cipro, naturalmente anche fino a Costantinopoli, ci siano segni della nostra storia, della nostra Repubblica, come la via delle Mude, che era la via che partiva da Alessandria d'Egitto e che arrivava fino a Bergamo (quello era il confine occidentale perché dove Bergamo e Brescia erano città della Repubblica).
Si tratta del recupero della nostra storia e dei nostri monumenti, a volte, ahimè, cancellati da miopie politiche che si sono succedute durante il secolo scorso, ricordo come spesso i Leoni di San Marco venivano distrutti o levati per vergogna nelle nostre città, da Pirano fino giù a Dubrovnik, Zara e naturalmente in tutto il resto delle città. Quindi un grande recupero e io spero che anche questi popoli – mi viene in mente che l'ultima bandiera della Repubblica nel 1797 fu ammainata a Perastro, che adesso è nel Montenegro – vengano coinvolti anche se magari adesso hanno dimenticato che magari, se sono ancora in Europa o sono legati al cristianesimo, è dovuto alla città di Venezia, alla Repubblica veneta, che li ha difesi contro l'invasione ottomana.
Detto questo, vi ringrazio veramente, a nome di tutto il popolo veneto, per questo disegno di legge e per questo sentiero culturale che ci lega tutti quanti insieme. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Pan.
Collega Venturini.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Anche noi ringraziamo per questa opportunità che ci viene data di fare una riflessione su questa legge, la legge 39 del 2019, che va ad abrogare quella precedente del '94 e che introduce delle innovazioni.
Il fatto che ci sia un'estensione delle aree di influenza veneziana è affascinante, secondo me: considerare le isole dell'Egeo fino a arrivare a Cipro e pensare che lì è arrivata a Venezia e avere la cultura veneziana come chiave di accesso per poter instaurare delle cooperazioni. E qui è il concetto di cooperazione che cambia e che in questa legge assume un'altra veste: è una cooperazione che vede la partecipazione della Regione Veneto da una parte, degli elementi e dei soggetti presenti nella nostra Regione e di altri Stati, e questa è una cooperazione che implica concretezza e che implica reciprocità.
Allora, con riferimento a questo, analizzando il programma triennale, devo dire che vale la pena sottolineare alcuni aspetti che, come Forza Italia, ci vede concordi. Innanzitutto questo concetto che ritroviamo, appunto, nel programma della cooperazione effettiva, dove ci deve essere un soggetto che ha sede nel Veneto e un altro soggetto che deve avere sede in un altro Stato: questo aspetto della reciprocità e della collaborazione tra realtà diverse.
Il fatto è che poi vengano coinvolti i giovani e venga anche spostato il limite temporale, per cui si arriva agli under 35 e viene data loro importanza proprio perché i giovani diventano i protagonisti nel creare le collaborazioni tra la nostra realtà veneta e le altre realtà presenti nel Mediterraneo.
Il fatto poi, che i progetti si debbano contraddistinguere per una elevata qualità in termini scientifici e anche una rilevanza istituzionale, sicuramente è un altro aspetto che merita nota.
Infine un altro elemento che diventa di primaria importanza è la diffusione dei risultati di questi progetti, perché poco si sa circa l'applicazione di questa norma e invece, sarebbe bene che si sapesse quanto viene fatto in termini di cooperazione e di collaborazione.
Quindi, come Forza Italia, noi sosteniamo questo programma e quindi siamo favorevoli nel sostenerlo.

PRESIDENTE

Grazie, collega Venturini.
Non vedo altri interventi.
Mettiamo in votazione la PDA n. 9.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Adesso chiedo ai Capigruppo tre minuti per fare una Capigruppo tecnica al volo all'interno dell'Aula, assieme a voi, per alcuni punti che riguardano l'ordine del giorno e interrompiamo ovviamente il collegamento.
La Seduta è sospesa alle ore 16.06
La Seduta riprende alle ore 16.11

PRESIDENTE

Bene, colleghi, riprendiamo.
Siccome i Consiglieri di opposizione hanno deciso di abbandonare l'Aula, abbiamo invertito l'ordine del giorno del Consiglio e daremo ovviamente la precedenza a tutte le mozioni presentate dai colleghi di maggioranza, a causa dell'assenza dei colleghi di opposizione.
Quindi saltiamo il punto n. 8 e passiamo al punto n. 9.
PUNTO
9



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI VILLANOVA, SPERANZON, POLATO, FORMAGGIO, RAZZOLINI, SORANZO, VENTURINI, BOZZA, PAN, RIGO, ANDREOLI, CECCHETTO, CESTARI, CIAMBETTI, CORSI, DOLFIN, FAVERO, FINCO, GIANPIERO POSSAMAI, PUPPATO, MICHIELETTO, BET, BISAGLIA, BORON, BRESCACIN, CAVINATO, CENTENARO, CESTARO, GEROLIMETTO, GIACOMIN, MAINO, RIZZOTTO, SANDONÀ, SCATTO, SPONDA, VIANELLO, ZECCHINATO E PICCININI RELATIVA A "LA GIUNTA SI FACCIA PORTAVOCE PRESSO IL GOVERNO AFFINCHÉ VENGA ISTITUITA UNA STRATEGIA NAZIONALE PER LA PREVENZIONE DEI SUICIDI". (MOZIONE N. 52) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 30/2021) .

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- secondo le stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in Italia si registrano ogni anno circa 4.000 morti per suicidio (il 2016 è l'ultimo anno per il quale i dati sono attualmente disponibili). I tassi di mortalità per suicidio sono più elevati nel Nord Italia ed in particolare nelle regioni del Nord-Est;
- come avvenuto per le crisi economico-finanziarie del 2008/2012, l'attuale crisi pandemica da Covid-19 e le misure economiche e sanitarie di contenimento hanno avuto e stanno avendo un impatto negativo sulla salute psicologica;
- l'aumento dei fattori di rischio fra cui il distanziamento sociale, la restrizione delle libertà personali, il tasso di disoccupazione e la precarietà possono aggravare il fenomeno dell'ideazione suicidaria e dei suicidi;
CONSIDERATO CHE:
- la Regione del Veneto, in coerenza con il vigente Piano sanitario nazionale, ha approvato il Piano socio sanitario regionale 2019-2023 (legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48 ) in cui si prevede l'obiettivo di promuovere politiche per la prevenzione dei suicidi;
- la Regione del Veneto dal 2012 ha attivato il progetto "InOltre, la Salute dell'Imprenditore" (DGR n. 935 del 22 maggio 2012) con lo scopo di fornire agli imprenditori colpiti dalla crisi economica del 2012, un primo sostegno e di indirizzarli verso un percorso di presa in carico. In seguito, il numero verde 800 33 43 43 del Servizio "InOltre" è stato reso operativo anche per supportare i cittadini nella gestione delle differenti tipologie di ricaduta che l'emergenza Covid-19 sta avendo sulle vite degli stessi;
CONSTATATO CHE:
- come riportato dall'Osservatorio suicidi della Link Campus University di Roma, in Italia, vi sono stati 25 suicidi nelle settimane del primo lockdown del 2020 e 16 nel solo mese di aprile, ai quali si aggiungono 21 tentati suicidi nelle settimane di isolamento. Più della metà delle vittime è costituita da imprenditori;
- in Veneto, le chiamate al numero verde sono aumentate a causa delle misure economiche e sanitarie di contenimento: dal 2012 il numero verde aveva registrato complessivamente 11.300 telefonate, da marzo alla fine del 2020, le richieste di aiuto sono state 3.200;
- negli ultimi giorni i quotidiani hanno annunciato numerose notizie tragiche riguardanti atti di suicidio in Veneto, fra cui: il 18 febbraio 2021 a Treviso, un 27enne si è lanciato nel vuoto e un uomo, dopo aver ucciso la moglie, si è impiccato a Rosà (VI). Il 20 febbraio 2021 un imprenditore è stato trovato senza vita nella sede della sua azienda a Cinto Euganeo (PD). Lo stesso giorno, un operaio, dopo aver ucciso il proprio figlio di due anni, si è suicidato a Castello di Godego (TV) e una donna si è gettata da un ponte con il figlio di un anno e mezzo a Treviso;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a farsi portavoce presso il Governo affinché:
- venga istituita una strategia nazionale per la prevenzione dei suicidi;
- vengano stanziati dei fondi appositi e ulteriori alle Regioni, in particolare a quelle maggiormente colpite dal fenomeno suicidario al fine di:
a) potenziare i servizi di salute mentale territoriali, perché siano di facile e gratuito accesso a tutti;
b) promuovere il collegamento in rete dei servizi formali e informali di sostegno (centri di ascolto, numeri verdi, banche dati, siti di aiuto online);
c) consolidare la formazione degli operatori sanitari;
d) promuovere l'educazione sanitaria della popolazione e in particolare del personale scolastico e degli studenti in materia di rischio relativo al suicidio;
e) avviare progetti di collaborazione con università, ospedali, centri di ricerca pubblici al fine di approfondire la problematica relativa all'instabilità psicologica ed ai suicidi;
f) coinvolgere ed aggiornare la categoria dei giornalisti per la diffusione di informazioni;
g) prevedere interventi di postvention, cioè interventi di supporto dopo un suicidio;
h) incoraggiare l'attivazione di Tavoli provinciali per la prevenzione dei gesti suicidari come quello attuato nella Provincia di Treviso anche nelle altre province.".

PRESIDENTE

Prego, collega.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Spiace che l'opposizione abbia deciso di abbandonare l'Aula per andare a fare qualche intervista, invece di parlare magari di cose che riguardano veramente da vicino purtroppo i nostri concittadini.
In particolare, con questa mozione voglio sollevare l'attenzione su quello che è un dramma che ha già colpito pesantemente la nostra Regione nella grande crisi economica nel 2008-2012 e che purtroppo adesso sta evidenziando un ritorno di quelli che sono i suicidi a causa della crisi economica e della crisi sociale e sanitaria che stiamo vivendo in questi mesi e nell'ultimo anno.
La Regione Veneto, in coerenza con il piano socio sanitario 2019-2023, dove ha previsto già un obiettivo di promuovere politiche per la prevenzione dei suicidi, ha istituito a partire dal 2012 un progetto: "InOltre, la salute dell'imprenditore", con un numero verde dove gli imprenditori si potevano rivolgere per cercare assistenza e un aiuto prima di arrivare all'estremo gesto. Questo numero verde negli anni ha avuto molti contatti: pensiamo che dal 2012 ha avuto 11.300 telefonate, però, se pensiamo che dal marzo dell'anno scorso alla fine del 2020, c'è stato un numero di telefonate pari a 3.200, possiamo capire come, proprio in quest'anno, c'è stato un aumento del ricorso a un aiuto come questo numero verde.
Abbiamo visto, purtroppo anche nelle ultime settimane, come si siano ripetuti dei casi che hanno visto anche delle persone arrivare proprio al suicidio. Voglio ricordare anche la mamma che si è gettata da un ponte in Provincia di Treviso, dove per fortuna il bambino di un anno si è salvato, ma abbiamo visto nello stesso giorno due episodi veramente molto molto tristi e che ci fanno sicuramente riflettere.
Questa mozione vuole impegnare la Giunta a farsi portavoce con il Governo affinché venga istituita una regia e una strategia nazionale per la prevenzione dei suicidi e vengano stanziati dei fondi appositi per le Regioni, in particolare quelle maggiormente colpite dal fenomeno suicidario, in particolare al fine di potenziare i servizi di salute mentale, promuovere il collegamento in rete dei servizi formali e informali di sostegno, consolidare la formazione degli operatori sanitari, promuovere l'educazione sanitaria della popolazione, avviare progetti di collaborazione con università, ospedali e centri di ricerca pubblici, coinvolgere ed aggiornare la categoria dei giornalisti per la diffusione di informazioni, prevedere interventi di postvention, cioè interventi di supporto dopo un suicidio, molto importante, e incoraggiare l'attivazione di tavoli provinciali per la prevenzione dei gesti suicidari, come quello attuato in Provincia di Treviso e in altre Province. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Formaggio, prego.
Non la sentiamo. Collega, purtroppo, noi non la sentiamo. Collega Formaggio. Niente, purtroppo non riesce a collegarsi. Eccolo qua.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Presidente, mi sente? Sono qua dal collega Polato.

PRESIDENTE

Sì, sì, vada.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Soltanto per sottoscrivere la mozione del collega Villanova e per ricordare anche la tragica scomparsa della giovane donna di Vicenza, a Enego, in Altopiano del 24 aprile, e proporrei che magari – lo propone il collega Villanova – un minuto di silenzio per tutte le vittime di suicidio in Italia in quest'anno.

PRESIDENTE

Grazie, collega Formaggio.
Collega Speranzon.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Sì, solo per chiedere al collega Villanova di poter sottoscrivere, come Gruppo di Fratelli d'Italia, la mozione che ha presentato.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Venturini.

Elisa VENTURINI (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Chiedo, come gruppo di Forza Italia, al consigliere Villanova la possibilità di sottoscrivere, vista la valenza della mozione presentata.

PRESIDENTE

Collega Pan.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Sì, anche come Gruppo Liga Veneta, Lega e Zaia Presidente, chiediamo la sottoscrizione. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Piccinini.

Tomas PICCININI (Lista Veneta Autonomia)

Chiedo al collega Villanova la sottoscrizione della mozione.

PRESIDENTE

Il collega Villanova accetta le sottoscrizioni.
Non vedo altri interventi.
Mettiamo in votazione la Mozione n. 52.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
10



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI VENTURINI, BOZZA, PAN, RIGO, ANDREOLI, CECCHETTO, CESTARI, CIAMBETTI, CORSI, DOLFIN, FAVERO, FINCO, GIANPIERO POSSAMAI, PUPPATO, VILLANOVA, MICHIELETTO, BET, BISAGLIA, BORON, BRESCACIN, CAVINATO, CENTENARO, CESTARO, GEROLIMETTO, GACOMIN, MAINO, RIZZOTTO, SANDONÀ, SCATTO, SPONDA, VIANELLO E ZECCHINATO RELATIVA A "AVVIO DEL PROGETTO ALTA VELOCITÀ NELLA TRATTA PADOVA-BOLOGNA". (MOZIONE N. 38) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 31/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO che il Parlamento dovrà adottare entro il 30 aprile p.v. il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che consentirà di accedere ai fondi di Next Generation EU (NGEU), il nuovo strumento dell'Unione europea per la ripresa che integra il Quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027;
RILEVATO che il PNRR, (cd. Recovery Plan), si articola in sei missioni tra le quali assume cruciale importanza la missione n. 3, relativa fra l'altro alle infrastrutture con particolare e specifico riferimento all'Alta Velocità come motore trainante della ripresa economica in quanto volta a facilitare gli scambi e velocizzare i trasporti, con ricaduta benefica in campo economico, turistico, culturale e ambientale;
RITENUTO pertanto che il momento sia storicamente importante, in quanto avvalendosi dell'opportunità offerta dal significativo stanziamento messo a disposizione dai Recovery bond europei, è possibile proseguire in un processo di riforma strutturale delle infrastrutture implementando il progetto dell'Alta Velocità/Alta Capacità;
CONSIDERATO a tale proposito che il totale della rete ferroviaria italiana ad alta velocità/alta capacità di rete attualmente interoperabile si estende per un totale di oltre 1.000 chilometri e la direttrice principale lungo cui si articola è la Salerno-Napoli-Milano-Torino, che a livello internazionale integra il Transeuropean Networks - Transport (TEN-T). Altre direttrici, ad oggi in gran parte in fase di progettazione e realizzazione, sono quelle che collegano Milano con Verona, Venezia e Genova via Terzo Valico, quelle meridionali Napoli-Bari e Palermo-Messina-Catania;
RILEVATO CHE la tratta Bologna-Padova è una delle principali linee ferroviarie d'Italia. Si inserisce come intersezione nei percorsi di due corridoi TEN-T: il Baltico-Adriatico (corridoio che connette il Mar Baltico con il Mar Adriatico) e il Mediterraneo (che connette il quadrante occidentale con l'Europa Centro Orientale), collegando la città di Padova a Bologna, nodo di interscambio nazionale dei traffici diretti verso Nord/Sud ed Est/Ovest.
CONSIDERATO CHE:
- fra le Strategie ed azioni S.1 del Piano Regionale dei Trasporti (PRT) attualmente in vigore si prospetta di inserire l'area metropolitana diffusa del Veneto nella metropolitana d'Italia e che sono dunque previsti interventi propedeutici come l'adeguamento delle attuali prestazioni della linea storica ad Alta Velocità di Rete (AVR) per consentire velocità commerciali intorno ai 150 km/h, coerentemente con le scelte effettuate dalla programmazione nazionale e del contratto di programma RFI.
- Il concetto AVR di ammodernamento tecnologico della tratta Padova-Bologna permetterà di migliorare l'offerta di servizi di tipo alta velocità aumentandone la qualità, la frequenza e la regolarità, liberando capacità ferroviaria necessaria per l'implementazione di nuovi collegamenti ferroviari anche di trasporto regionale.
- Che queste azioni sono inserite nella programmazione regionale all'orizzonte del 2030 come invarianti.
- L'estensione e miglioramento generale dell'offerta di trasporto su ferro al fine di aumentare la quota del trasporto passeggeri verso la componente ferroviaria prevista dalla strategia S.3 del PRT per lo sviluppo di infrastrutture e servizi per un trasporto pubblico regionale integrato, intermodale, efficiente non è più rinviabile, specie a sud di Padova per la presenza di importanti bacini turistici delle Terme e Colli e delle città Murate di Monselice, Este e Montagnana, si accompagna alla riqualificazione delle stazioni intermedie per aumentare la sicurezza degli utenti, alla realizzazione di nuove fermate e stazioni di Porta e trae beneficio dalle invarianti Alta Velocità e Treno Merci a standard Europeo (TEM) in termini di capacità liberata.
- l'azione A2.1 del PRT prevede il completamento dell'asse ferroviario del Brennero con priorità ai nodi di Verona, Padova e Venezia potenziandone dotazioni e funzionalità.
- Conseguentemente la necessaria sistemazione del nodo alta velocità di Padova è coerente con quanto previsto dalle azioni A3.3 del PRT che indica lo sviluppo delle stazioni ferroviarie come elementi di innesco di insediamenti e trasformazioni urbane, anche al fine di frenare il consumo del suolo e promuovere l'utilizzo del trasporto pubblico e che tale situazione potrebbe favorire lo sviluppo di programmi di rigenerazione urbana, partendo dalle opportunità generate dalla favorevole accessibilità e attrattività garantita dalla valorizzazione della stazione ferroviaria. - la necessaria riqualificazione dei nodi intermodali delle stazioni ferroviarie minori come quella di Rovigo con annessi parcheggi scambiatori, buone connessioni con la rete stradale e gli altri servizi di trasporto pubblico locale, con un contestuale miglioramento del decoro urbano e aumento della sicurezza percepita e reale anche con la realizzazione di un sistema ferroviario efficiente, al servizio dei nuclei urbani principali polesani è funzionale all'adduzione di passeggeri ai servizi Alta Velocità e lunga percorrenza;
CONSIDERATO che Padova e la sua provincia, contano circa un milione di abitanti residenti, ma gli utenti potenziali che beneficerebbero degli interventi sulla tratta Padova-Bologna aumenterebbero a circa 5 milioni essendo Padova la porta di passaggio obbligata per l'accesso, da parte di chi viene dal centro sud, alla Regione Veneto, prima regione in Italia per flussi turistici, e alla regione Friuli Venezia-Giulia. Venezia è poi l'unica Città Metropolitana ad essere esclusa dall'alta velocità nel percorso che collega il sud con il nord dell'Italia, ed è pertanto assolutamente necessario porre rimedio a tale carenza;
VALUTATO che Padova e Bologna sono i due principali nodi logistici ed economici del nord-est e fungono da "porte d'ingresso" per l'area del Triveneto Orientale (Venezia, Treviso, Friuli Venezia-Giulia) e del Veneto Centrale (Vicenza e Verona) e quindi potenziare il collegamento ferroviario tra Padova e Bologna, oltre a consentire di utilizzare al meglio le potenzialità economiche, turistiche e culturali di queste aree, produrrebbe ricadute positive nell'ambito della mobilità, della qualità di vita dei cittadini veneti e favorendo il concetto di transizione ecologica;
RITENUTO che vadano assunte iniziative per la promozione del turismo derivante dai collegamenti più efficienti fra le città toccate dalla tratta ferroviaria, la valorizzazione dell'area euganea e dei suoi centri termali, nonché delle città Murate di Monselice, Este e Montagnana ponendo nel contempo in sicurezza una tratta prossima alla saturazione di capacità, cogliendo così un'occasione di sviluppo in termini di generazione di Pil incrementale, di lavoro, di miglioramento della dotazione infrastrutturale, con ingresso a pieno titolo nelle grandi reti di collegamento europeo;
tutto ciò premesso e considerato;
VISTA la validità e l'importanza strategica dell'opera il cui sviluppo va tuttavia valutato nella sua complessità tenendo in considerazione i costi complessivi del progetto, i benefici per il territorio in termini di tempi di percorrenza e le ricadute economiche e logistiche per l'area del Nord Est
impegna la Giunta regionale
alla realizzazione di uno studio completo di fattibilità tecnica, ambientale e di una analisi economica dei costi e benefici apportati dalla realizzazione di una linea ad alta velocità Padova-Bologna utilizzando i fondi già fruibili previsti dal PRT e l'eventuale disponibilità economica recuperata dall'erogazione dei fondi previsti nell'ambito del Piano Regionale per la Ripresa e la Resilienza (PRRR).".

PRESIDENTE

Prego, collega Venturini.

Elisa VENTURINI (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Finalmente arriviamo al termine per la presentazione del Recovery Plan, siamo agli sgoccioli, è una questione di ore ed è lo strumento che ci permette di accedere ai fondi europei del Next Generation UE, fondi che auspichiamo vengano utilizzati per condurre quel processo di ristrutturazione delle nostre infrastrutture a livello nazionale e, naturalmente, per quanto ci riguarda, a livello veneto, attraverso l'implementazione anche dell'alta velocità che dà una spinta propulsiva all'economia del territorio favorendo i trasporti, la velocizzazione e facilitando anche gli scambi.
Abbiamo visto che nel Recovery Plan non è inserito l'asse ferroviario Padova-Bologna, che peraltro ha una valenza strategica riconosciuta anche dal Piano regionale dei Trasporti, che per noi rappresenta la pietra miliare, è l'atto fondamentale di programmazione, tanto è vero che tra le azioni e le strategie del Piano regionale dei Trasporti vengono previsti degli interventi propedeutici di adeguamento delle linee ad alta capacità di rete, che comporterebbero un aumento della velocità commerciale anche a una velocità superiore ai 150 chilometri orari. Questo è in linea con la programmazione nazionale e con il contratto di programmazione di RFI.
Allora, parlando dell'asse ferroviario Padova-Bologna, con un ammodernamento tecnologico e con l'alta capacità di rete, che non è l'alta velocità (l'alta capacità di rete comporta degli interventi infrastrutturali meno impattanti e meno onerosi), si hanno comunque degli effetti positivi sul servizio, che garantirebbe quindi una maggiore qualità, una maggiore capacità, regolarità, frequenza. Ci sono degli aspetti positivi in questo e sono azioni che rientrano nella programmazione regionale che ha un orizzonte temporale che guarda al 2030.
Se poi ci aggiungiamo anche il completamento dell'asse ferroviario del Brennero e l'alta velocità Milano-Venezia, allora l'offerta di trasporto su ferro viene potenziata ed è sicuramente un segnale positivo. Dobbiamo aggiungere anche un intervento sul trasporto pubblico locale per avere un sistema trasportistico all'avanguardia, attraverso una riqualificazione di quelle che sono le stazioni intermedie e anche poi la realizzazione di nuove fermate di stazioni porta.
Tutta questa attività permetterebbe, ripeto, di avere un servizio trasportistico al passo con i tempi.
Detto questo, dal territorio sta emergendo una richiesta pressante di realizzazione dell'alta velocità (alta velocità tout-court, che premette quindi ai treni di raggiungere velocità di 300 chilometri orari senza sosta) da Padova a Bologna. Questa istanza proviene da mozioni dei Sindaci, dalle categorie economiche, dalle Camere di commercio, dai parlamentari: tanti stanno chiedendo questo.
Allora, con questa mozione noi chiediamo che venga realizzato uno studio di fattibilità tecnica ed ambientale e un'analisi dei costi e dei benefici per capire l'opportunità che dà l'alta velocità Padova-Bologna al territorio padovano e rodigino, ma io l'estenderei alla Regione Veneto.
Perché facciamo questa richiesta? Perché, a mio giudizio, se noi ci limitiamo a fare una richiesta, il rischio è che questa rimanga tale, invece il fatto che venga condotto uno studio di fattibilità ci dà gli argomenti di natura tecnica e di natura anche economica, per poter supportare, a tutti i livelli, soprattutto a livello nazionale, questa richiesta che viene pressante dal territorio.

PRESIDENTE

Grazie, collega Venturini.
Prima di dare la parola all'assessore De Berti, vedo ancora collegati i consiglieri Possamai, Camani, Bigon, Zanoni, Lorenzoni e Ostanel e chiedo alla struttura tecnica di scollegarli, visto che non sono più presenti in Aula.
Prego, assessore De Berti.

Ass.re Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Condividendo sostanzialmente quanto detto dalla consigliera Venturini e posto che in questo momento nel contratto di programma di RFI sono previsti 160 milioni di intervento per il miglioramento tecnologico della rete, che porterebbe di fatto la rete ferroviaria da Padova a Bologna al suo massimo livello di sviluppo tecnologico, oltre il quale non è possibile andare, al di là del quadruplicamento che, come vediamo sulla Brescia-Padova, più che dei vantaggi da un punto di vista di tempistiche rispetto a quelle di oggi, avremmo sostanzialmente dei vantaggi perché verrebbero separati i flussi di traffico dal traffico merci e traffico regionale rispetto all'alta velocità, ragioniamo in termini sostanzialmente di opportunità, con uno studio approfondito.
Tenete presente che in questo momento da Padova a Bologna abbiamo sostanzialmente una velocità media che va dai 150 ai 160 e, con il potenziamento tecnologico, dove i soldi sono già stanziati (160 milioni di euro), arriveremmo sostanzialmente ai 180-200 chilometri orari e se il quadruplicamento non prevede nessuna sosta, quindi saltiamo la fermata di Rovigo e di Ferrara, ovviamente le velocità di 250/280 chilometri orari sarebbero raggiunte. Nel momento in cui andiamo a fare – giusto per informazione di tutti – un quadruplicamento della linea, però continuiamo a prevedere la fermata di Rovigo e di Ferrara, ovviamente i benefici, da un punto di vista temporale, dell'alta velocità verrebbero meno.
Tenete presente che anche la Provincia di Rovigo ha chiesto l'alta velocità sul territorio, oggi, a potenziamento ancora non fatto, abbiamo una Padova-Bologna che, senza alcuna fermata, viene sostanzialmente fatta in 59 minuti e con la fermata di Ferrara viene fatta in un'ora e 3 minuti, con la fermata di Ferrara e Rovigo viene fatta in un'ora e 19-20 minuti.
Condivido, comunque, l'opportunità posta dalla consigliere Venturini di fare un'analisi approfondita sui vantaggi economici e ambientali di un eventuale quadruplicamento, perché comunque tenete presente che nelle mozioni che stanno arrivando dai Comuni non è ben chiaro se parlano di potenziamento o di quadruplicamento, nel senso che accennano indistintamente a tutti e due gli interventi, ma sono due interventi assolutamente diversi.
Al di là del potenziamento tecnologico, già finanziato, potremmo eventualmente fare degli interventi sull'infrastruttura rettificando alcune curve o adeguando alcuni ponti e questo ci porterebbe ad avere dei miglioramenti anche nelle tempistiche, però propongo di approvare la mozione, modificando la parte che impegna la Giunta regionale e scrivendo: "...a promuovere presso il MINFS e RFI S.p.A. la realizzazione di uno studio completo di fattibilità tecnica, ambientale e di un'analisi economica dei costi e benefici apportati dalla realizzazione di una linea ad alta velocità Padova-Bologna, al fine di poterla eventualmente finanziare con fondi previsti nell'ambito del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza o con altre linee di finanziamento statali". Se la consigliera Venturini è d'accordo, proporrei questa modifica.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Venturini, se vuole intervenire in merito alla proposta di modifica fatta dall'assessore De Berti, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Ringrazio l'assessore De Berti e sono favorevole alla modifica: è importante e che venga fatto uno studio, ripeto, per dare degli argomenti per poter sostenere l'ipotesi dell'alta velocità. Grazie.

PRESIDENTE

Assessore De Berti, se cortesemente può enunciare le modifiche, così restano anche a verbale e in modo da rendere edotti anche i Consiglieri. Prego.

Ass.re Elisa DE BERTI

Presidente, è l'impegno che ho appena letto.

PRESIDENTE

Se può ripetere l'impegno alla Giunta.

Ass.re Elisa DE BERTI

"Impegna la Giunta regionale a promuovere, presso il mio MIMS e RFI S.p.A., la realizzazione di uno studio completo di fattibilità tecnica, ambientale e di un'analisi economica dei costi e benefici apportati dalla realizzazione di una linea ad alta velocità Padova-Bologna, al fine di poterla eventualmente finanziare con fondi previsti nell'ambito del Piano nazionale per la ripresa e resilienza (PNRR) o con altre linee di finanziamento statali".

PRESIDENTE

Perfetto, Assessore.
Collega Pan.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Solo per sottoscrivere, a nome del Gruppo Liga Veneta e Zaia Presidente, la mozione, naturalmente, come Consiglieri della Provincia di Padova.

PRESIDENTE

Perfetto, grazie. Non vedo altri interventi.
La collega Venturini è d'accordo con le modifiche.
Mettiamo in votazione la Mozione n. 38 con l'impegno della Giunta modificato, come appena letto dall'assessore De Berti.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione come modificata)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO che il Parlamento dovrà adottare entro il 30 aprile p.v. il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che consentirà di accedere ai fondi di Next Generation EU (NGEU), il nuovo strumento dell'Unione europea per la ripresa che integra il Quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027;
RILEVATO che il PNRR, (cd. Recovery Plan), si articola in sei missioni tra le quali assume cruciale importanza la missione n. 3, relativa fra l'altro alle infrastrutture con particolare e specifico riferimento all'Alta Velocità come motore trainante della ripresa economica in quanto volta a facilitare gli scambi e velocizzare i trasporti, con ricaduta benefica in campo economico, turistico, culturale e ambientale;
RITENUTO pertanto che il momento sia storicamente importante, in quanto avvalendosi dell'opportunità offerta dal significativo stanziamento messo a disposizione dai Recovery bond europei, è possibile proseguire in un processo di riforma strutturale delle infrastrutture implementando il progetto dell'Alta Velocità/Alta Capacità;
CONSIDERATO a tale proposito che il totale della rete ferroviaria italiana ad alta velocità/alta capacità di rete attualmente interoperabile si estende per un totale di oltre 1.000 chilometri e la direttrice principale lungo cui si articola è la Salerno-Napoli-Milano-Torino, che a livello internazionale integra il Transeuropean Networks - Transport (TEN-T). Altre direttrici, ad oggi in gran parte in fase di progettazione e realizzazione, sono quelle che collegano Milano con Verona, Venezia e Genova via Terzo Valico, quelle meridionali Napoli-Bari e Palermo-Messina-Catania;
RILEVATO che la tratta Bologna-Padova è una delle principali linee ferroviarie d'Italia. Si inserisce come intersezione nei percorsi di due corridoi TEN-T: il Baltico-Adriatico (corridoio che connette il Mar Baltico con il Mar Adriatico) e il Mediterraneo (che connette il quadrante occidentale con l'Europa Centro Orientale), collegando la città di Padova a Bologna, nodo di interscambio nazionale dei traffici diretti verso Nord/Sud ed Est/Ovest;
CONSIDERATO CHE:
- fra le Strategie ed azioni S.1 del Piano Regionale dei Trasporti (PRT) attualmente in vigore si prospetta di inserire l'area metropolitana diffusa del Veneto nella metropolitana d'Italia e che sono dunque previsti interventi propedeutici come l'adeguamento delle attuali prestazioni della linea storica ad Alta Velocità di Rete (AVR) per consentire velocità commerciali intorno ai 150 km/h, coerentemente con le scelte effettuate dalla programmazione nazionale e del contratto di programma RFI;
- il concetto AVR di ammodernamento tecnologico della tratta Padova-Bologna permetterà di migliorare l'offerta di servizi di tipo alta velocità aumentandone la qualità, la frequenza e la regolarità, liberando capacità ferroviaria necessaria per l'implementazione di nuovi collegamenti ferroviari anche di trasporto regionale;
- queste azioni sono inserite nella programmazione regionale all'orizzonte del 2030 come invarianti;
- l'estensione e miglioramento generale dell'offerta di trasporto su ferro al fine di aumentare la quota del trasporto passeggeri verso la componente ferroviaria prevista dalla strategia S.3 del PRT per lo sviluppo di infrastrutture e servizi per un trasporto pubblico regionale integrato, intermodale, efficiente non è più rinviabile, specie a sud di Padova per la presenza di importanti bacini turistici delle Terme e Colli e delle città Murate di Monselice, Este e Montagnana, si accompagna alla riqualificazione delle stazioni intermedie per aumentare la sicurezza degli utenti, alla realizzazione di nuove fermate e stazioni di Porta e trae beneficio dalle invarianti Alta Velocità e Treno Merci a standard Europeo (TEM) in termini di capacità liberata;
- l'azione A2.1 del PRT prevede il completamento dell'asse ferroviario del Brennero con priorità ai nodi di Verona, Padova e Venezia potenziandone dotazioni e funzionalità.
- conseguentemente la necessaria sistemazione del nodo alta velocità di Padova è coerente con quanto previsto dalle azioni A3.3 del PRT che indica lo sviluppo delle stazioni ferroviarie come elementi di innesco di insediamenti e trasformazioni urbane, anche al fine di frenare il consumo del suolo e promuovere l'utilizzo del trasporto pubblico e che tale situazione potrebbe favorire lo sviluppo di programmi di rigenerazione urbana, partendo dalle opportunità generate dalla favorevole accessibilità e attrattività garantita dalla valorizzazione della stazione ferroviaria;
- la necessaria riqualificazione dei nodi intermodali delle stazioni ferroviarie minori come quella di Rovigo con annessi parcheggi scambiatori, buone connessioni con la rete stradale e gli altri servizi di trasporto pubblico locale, con un contestuale miglioramento del decoro urbano e aumento della sicurezza percepita e reale anche con la realizzazione di un sistema ferroviario efficiente, al servizio dei nuclei urbani principali polesani è funzionale all'adduzione di passeggeri ai servizi Alta Velocità e lunga percorrenza;
CONSIDERATO che Padova e la sua provincia, contano circa un milione di abitanti residenti, ma gli utenti potenziali che beneficerebbero degli interventi sulla tratta Padova-Bologna aumenterebbero a circa 5 milioni essendo Padova la porta di passaggio obbligata per l'accesso, da parte di chi viene dal centro sud, alla Regione Veneto, prima regione in Italia per flussi turistici, e alla regione Friuli Venezia-Giulia. Venezia è poi l'unica Città Metropolitana ad essere esclusa dall'alta velocità nel percorso che collega il sud con il nord dell'Italia, ed è pertanto assolutamente necessario porre rimedio a tale carenza;
VALUTATO che Padova e Bologna sono i due principali nodi logistici ed economici del nord-est e fungono da "porte d'ingresso" per l'area del Triveneto Orientale (Venezia, Treviso, Friuli Venezia-Giulia) e del Veneto Centrale (Vicenza e Verona) e quindi potenziare il collegamento ferroviario tra Padova e Bologna, oltre a consentire di utilizzare al meglio le potenzialità economiche, turistiche e culturali di queste aree, produrrebbe ricadute positive nell'ambito della mobilità, della qualità di vita dei cittadini veneti e favorendo il concetto di transizione ecologica;
RITENUTO che vadano assunte iniziative per la promozione del turismo derivante dai collegamenti più efficienti fra le città toccate dalla tratta ferroviaria, la valorizzazione dell'area euganea e dei suoi centri termali, nonché delle città Murate di Monselice, Este e Montagnana ponendo nel contempo in sicurezza una tratta prossima alla saturazione di capacità, cogliendo così un'occasione di sviluppo in termini di generazione di Pil incrementale, di lavoro, di miglioramento della dotazione infrastrutturale, con ingresso a pieno titolo nelle grandi reti di collegamento europeo;
tutto ciò premesso e considerato;
VISTA la validità e l'importanza strategica dell'opera il cui sviluppo va tuttavia valutato nella sua complessità tenendo in considerazione i costi complessivi del progetto, i benefici per il territorio in termini di tempi di percorrenza e le ricadute economiche e logistiche per l'area del Nord Est;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a promuovere presso il MIMS e RFI S.p.A. la realizzazione di uno studio completo di fattibilità tecnica, ambientale e di una analisi economica dei costi e benefici apportati dalla realizzazione di una linea ad alta velocità Padova-Bologna al fine di poterla eventualmente finanziare con fondi previsti nell'ambito del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR) o con altre linee di finanziamento statali.".
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
12



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI RAZZOLINI, SPERANZON, POLATO, FORMAGGIO, SORANZO, VENTURINI, BOZZA, PAN, RIGO, ANDREOLI, CECCHETTO, CESTARI, CIAMBETTI, CORSI, DOLFIN, FAVERO, FINCO, GIANPIERO POSSAMAI, PUPPATO, VILLANOVA, MICHIELETTO, BET, BISAGLIA, BORON, BRESCACIN, CAVINATO, CENTENARO, CESTARO, GEROLIMETTO, GIACOMIN, MAINO, RIZZOTTO, SANDONÀ, SCATTO, SPONDA, VIANELLO, ZECCHINATO E PICCININI RELATIVA A "LA GIUNTA REGIONALE SI ATTIVI PER RICHIEDERE UN TAVOLO DI CONCERTAZIONE CON IL GOVERNO PER CONOSCERE TEMPISTICHE, PROCEDURE, ANTICIPI E SALDI DEI RISTORI DOVUTI AI TRUFFATI DELLE BANCHE POPOLARI VENETE". (MOZIONE N. 25) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 32/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- il Veneto e in particolare le province di Treviso e Vicenza sono state tra le più colpite dal crack delle banche popolari venete, dovuto prevalentemente a malagestione, normative penalizzanti e controlli oltremodo discutibili;
- a pagare il conto più salato sono stati migliaia di risparmiatori che hanno visto depauperarsi decenni di lavoro e sacrifici lacerando un intero territorio;
- ci sono stati alcuni suicidi legati al crack delle banche popolari venete;
CONSIDERATO CHE:
- l'Istituzione del Fondo Indennizzo Risparmiatori potesse quantomeno ristorare i nostri concittadini di almeno una parte di quanto perso, cosa che non è accaduta;
- a diversi mesi dalla scadenza per l'adesione al F.I.R. e dopo una serie di annunci sull'avvio dei rimborsi da parte del Governo, si constata invece una situazione stazionaria di assoluta incertezza;
- ci sono ritardi nella liquidazione dell'anticipo del 40% della spettanza prevista e le pratiche sembrano perdersi nelle lentezze procedurali della Commissione Tecnica del Mef;
RITENUTO CHE:
- in molti, non solo, non hanno ancora ricevuto nulla, ma coloro i quali hanno ricevuto un primo rimborso si sono visti accreditare in anticipo una cifra vicina al 10% di quanto perso e non il 40% come previsto dalla normativa;
- sono state evase 3.000 pratiche su 140.000 domande;
- di questo passo ci vorranno anni per vedere qualche risultato;
- i punti dolenti dell'intera procedura sono tre: 1) il Mef non autorizza la Commissione Tecnica, che esamina le domande, a deliberare cumulativamente, così da velocizzare le risposte; 2) ci sono troppi livelli di controllo, ben tre, due dei quali vengono svolti da Consap e l'ultima dalla Commissione Tecnica che esamina e delibera le domande singolarmente; 3) una burocrazia abnorme che porta a tempi biblici;
- il costo totale del Reddito di Cittadinanza si aggira intorno ai 7 miliardi, cifra che, in parte, sarebbe potuta essere spesa prioritariamente per rimborsare i truffati delle banche;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
affinché si faccia promotrice di un tavolo di concertazione con il Governo al fine di ricevere adeguate risposte in merito a tempistiche, procedure dei pagamenti, acconti e saldi del ristoro, nonché sull'operatività della Consap e della Commissione Tecnica del Mef.".

PRESIDENTE

Collega Razzolini, prego.

Tommaso RAZZOLINI (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Con questa mozione si richiede alla Giunta regionale di attivarsi per richiedere un tavolo di concertazione con il Governo per conoscere le tempistiche, le procedure, gli anticipi e i saldi dei ristori dovuti ai truffati dalle banche popolari venete, un tema importante, visto che dalla nostra Regione sono state inoltrate il maggior numero di domande (90.000 su 144.000 presentati in tutta Italia), merito anche della capacità delle tante associazioni di risparmiatori che hanno dato supporto a migliaia di cittadini.
Desidero ricordare e sottolineare che gran parte di questi cittadini hanno un'età medio-alta, ovvero fanno parte di quelle generazioni che dal nulla hanno creato ricchezza, lavoro e valore per la nostra Regione ed ai quali dobbiamo molto.
A rafforzare di più le richieste di maggiore celerità sui temi rimborsi, riporto la posizione del Presidente della Commissione bicamerale per i rovesci bancari, onorevole Carla Ruocco, la quale, a seguito dell'audizione del 30 marzo scorso, dove hanno partecipato alcuni referenti delle associazioni dei risparmiatori, non ha potuto che confermare i ritardi accumulati dal FIR nel corrispondere gli indennizzi agli aventi diritto.
Nonostante qualcosa si sia pure mosso, in quanto parrebbe che ci sia stato uno sblocco della situazione con evasioni di 29.000 pratiche per un totale di 105 milioni di euro erogati, restano oltre 60.000 domande ancora bloccate, di cui 24.000 che aspettano il Decreto Patrimonio a ormai un anno dalla conclusione della procedura FIR.
Le associazioni dei risparmiatori e molti avvocati segnalano richieste di integrazioni da parte di CONSAP di documenti vecchissimi, a volte di difficile reperibilità, mentre manca il Decreto Patrimoni che sblocchi pratiche di situazioni con patrimoni mobiliari sotto i 100.000 euro.
Ribadiamo ancora con convinzione la volontà di questa Assemblea regionale affinché il Governo prenda provvedimenti per accelerare i rimborsi ai risparmiatori, ma chiediamo anche, per prima cosa, che quanto residuerà del miliardo e mezzo stanziato per i risparmiatori venga ripartito tra gli stessi, superando la quota del 30%. Solo con la crisi di Veneto Banca i risparmiatori trevigiani hanno perso più di un miliardo di euro.
Per seconda cosa, che venga recuperato il fondo da 100 milioni promesso da Banca Intesa San Paolo, istituendo un fondo di indennizzo territoriale a favore dei Comuni delle Province di Treviso e Vicenza, principalmente colpite dalla crisi delle ex Popolari venete in termini di perdita del risparmio privato e successivo costo del credito per le famiglie ed imprese destinate al recupero del patrimonio storico, culturale, religioso, locale e ad opere di natura socio-assistenziali, in proporzione al numero di soci ed al risparmio privato perso da ciascuna municipalità.
Concludo complimentandomi con i molti Comuni della Marca Trevigiana, che in questi mesi stanno istituendo fondi territoriali appositi a sostegno dei diversi fondi di garanzia, i quali consentiranno alle aziende di poter ottenere della liquidità a tassi agevolati, senza spese di istruttoria, con due anni di preammortamento con importi di finanziamento, un modo concreto per rendere meno stringente l'accesso al credito e far ripartire la nostra piccola e media impresa, anche colpita dal trauma della pandemia del Covid. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Razzolini.
Ci sono interventi da parte dei colleghi? Se non ci sono interventi, mettiamo in votazione.
La collega Venturini chiede la sottoscrizione a nome del Gruppo di Forza Italia. Altri chiedono la sottoscrizione? Il collega Pan per il Gruppo Lega, il collega Villanova per il Gruppo Zaia e il collega Piccinini per il Gruppo Veneto Autonomia.
Mettiamo in votazione la Mozione n. 25.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
13



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CAVINATO, ANDREOLI, CESTARI, CESTARO, SCATTO, GIANPIERO POSSAMAI, BORON, BISAGLIA, CECCHETTO, FINCO, DOLFIN, CENTENARO, RIZZOTTO, PUPPATO, VALDEGAMBERI, SANDONÀ, BARBISAN, OSTANEL, GUARDA, SORANZO, VENTURINI, BOZZA, PAN, RIGO, CIAMBETTI, CORSI, FAVERO, VILLANOVA, MICHIELETTO, BET, BRESCACIN, GEROLIMETTO, GIACOMIN, MAINO, SPONDA, VIANELLO, ZECCHINATO, SPERANZON, POLATO, FORMAGGIO, RAZZOLINI E PICCININI RELATIVA A "I PRODOTTI PER L'IGIENE FEMMINILE, PER I NEONATI, PER I DISABILI E PER GLI ANZIANI NON SONO BENI DI LUSSO: IL GOVERNO ABBASSI L'IVA!". (MOZIONE N. 49) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 33/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- sono circa 21 milioni le donne in età fertile in Italia che necessariamente una volta al mese usano assorbenti, tamponi e coppette mestruali;
- l'Italia è uno dei pochi Paesi europei in cui gli assorbenti igienici, beni essenziali, sono tassati al pari dei beni di lusso;
- l'aliquota al 22 per cento grava sui prezzi degli assorbenti, dei pannolini per bimbi e dei pannoloni per anziani e disabili, considerati al pari di altri beni ordinari;
EVIDENZIATO CHE:
- in alcuni paesi europei i prodotti sanitari femminili, per neonati, per anziani e disabili sono forniti gratuitamente ad alcune fasce della popolazione, come ad esempio fa la Scozia per le studentesse;
- nel resto d'Europa non mancano altri casi virtuosi: in Francia, la "tampon tax" è passata dal 20 al 5,5 per cento, in Belgio dal 21 al 6 per cento, l'Irlanda addirittura l'ha abolita; ma in Italia continua a rimanere al 22 per cento pur essendoci una direttiva del Consiglio europeo che stabilisce che i prodotti di protezione per l'igiene intima possono essere assoggettati alle aliquote ridotte;
CONSIDERATO CHE:
- una riduzione dell'aliquota dei prodotti igienici essenziali in questa fase di fragilità economica delle famiglie e delle donne, darebbe l'idea di uno Stato sensibile verso il mondo femminile, dei bambini, dei disabili e degli anziani;
- l'aliquota al 22 per cento è iniqua se si considera che, in questo caso, è applicata a dei beni definiti primari;
CONSTATATO che finora si è intervenuto solo in modo parziale attraverso un emendamento alla legge di bilancio ad efficacia ristretta, motivato da carenze di copertura finanziaria, per i prodotti di igiene femminile come la coppetta il cui uso rappresenta meno dell'1% del totale degli assorbenti venduti in Italia;
CONSIDERATO inoltre che l'abbattimento dell'aliquota è in primo luogo un intervento di giustizia sociale e si inserisce in un percorso di politiche per le pari opportunità;
tutto ciò premesso,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a intervenire presso il Governo della Repubblica affinché, in sede di Bilancio, estenda la riduzione dell'Iva a tutti quei prodotti per la protezione dell'igiene femminile, dei neonati, dei disabili e degli anziani.".


PRESIDENTE

Prego, collega Cavinato.

Elisa CAVINATO (Zaia Presidente)

Buongiorno. Grazie, Presidente.
I prodotti per l'igiene femminile, per i neonati, per i disabili e per gli anziani non sono beni di lusso: il Governo abbassi l'IVA.
Sono circa 21 milioni le donne in età fertile in Italia che necessariamente, una volta al mese, usano prodotti indispensabili per la cura dell'igiene femminile. L'Italia è uno dei pochi Paesi europei in cui gli assorbenti igienici, beni essenziali, sono tassati al pari dei beni di lusso. L'aliquota al 22% grava sui prezzi degli assorbenti, dei pannolini per i bimbi e dei pannoloni per gli anziani e disabili, considerati al pari di altri beni ordinari.
In alcuni Paesi europei i prodotti sanitari femminili, per neonati, per anziani e disabili sono forniti gratuitamente ad alcune fasce della popolazione, come ad esempio fa la Scozia per le studentesse. Nel resto d'Europa non mancano gli altri casi virtuosi: in Francia la "Tampon tax" è passata dal 20 al 5,5%, in Belgio dal 21 al 6%, l'Irlanda addirittura l'ha abolita, ma l'Italia continua a rimanere al 22%, pur essendoci una direttiva del Consiglio europeo che stabilisce che i prodotti di protezione per l'igiene intima possono essere assoggettati alle aliquote ridotte.
Una riduzione dell'aliquota dei prodotti igienici essenziali in questa fase di fragilità economica delle famiglie e delle donne darebbe l'idea di uno Stato attento, finalmente adeguato nei confronti del mondo femminile, dei bambini, dei disabili e degli anziani.
L'aliquota al 22% è inaccettabile se si considera che in questo caso è applicata a dei beni primari.
Constatato che finora si è intervenuti solo in modo parziale, attraverso un emendamento alla legge di bilancio, ad efficace ristretta, motivato da carenza di copertura finanziaria per determinati prodotti di genere femminile, il cui uso rappresenta meno dell'1% del totale degli assorbenti venduti in Italia; considerato, inoltre, che l'abbattimento dell'aliquota è in primo luogo un intervento di giustizia sociale e si inserisce in un percorso di politiche per le pari opportunità, tutto ciò premesso, impegna la Giunta regionale a intervenire presso il Governo della Repubblica affinché, in sede di bilancio, estenda la riduzione dell'IVA a tutti quei prodotti per la protezione dell'igiene femminile, dei neonati, dei disabili e degli anziani.

PRESIDENTE

Grazie, collega Cavinato.
Collega Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
ùSolo per richiedere la sottoscrizione e complimentarmi con tutti i sottoscrittori, in primis con la collega Cavinato. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Venturini.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Di solito viene considerata questa una battaglia, una richiesta della sinistra, ma in realtà io chiedo, come Gruppo di Forza Italia, la sottoscrizione perché è un fatto di civiltà che le donne abbiano la possibilità di sostenere dei costi che siano adeguati a quella che è l'esigenza che si ritrova a livello del mondo. Quindi io penso che anche in Italia, come abbiamo visto l'esempio in altri Paesi, dobbiamo avere dei costi che siano adeguati.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Pan.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

A nome dei Gruppi Lega, Zaia Presidente e Autonomia chiediamo la sottoscrizione.

PRESIDENTE

Bene. Ci sono altri che vogliono sottoscrivere?
Collega Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

A nome del Gruppo di Fratelli d'Italia, chiediamo la sottoscrizione.

PRESIDENTE

Perfetto.
C'è un emendamento della collega Guarda, che non c'è, però lo dobbiamo comunque votare.
Emendamento n. B0001 presentato dal consigliere Guarda, modificativo, che prevede:
Al dispositivo, dopo la parola "anziani", sono aggiunte le seguenti parole: "promuovendo, altresì, l'utilizzo di prodotti di specie che siano ecologici, biodegradabili e compostabili".
Mettiamo in votazione l'emendamento B0001 presentato dalla collega Guarda.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora alla votazione della Mozione n. 49, così come presentata.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
15



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI RAZZOLINI, SPERANZON, POLATO, FORMAGGIO, SORANZO, PAN, RIGO, ANDREOLI, CECCHETTO, CESTARI, CIAMBETTI, CORSI, DOLFIN, FAVERO, FINCO, GIANPIERO POSSAMAI, PUPPATO, VILLANOVA, MICHIELETTO, BET, BISAGLIA, BORON, BRESCACIN, CAVINATO, CENTENARO, CESTARO, GEROLIMETTO, GIACOMIN, MAINO, RIZZOTTO, SANDONÀ, SCATTO, SPONDA, VIANELLO, ZECCHINATO, PICCININI, VENTURINI E BOZZA RELATIVA A "LA REGIONE VENETO DIFENDA LA FILIERA AGROALIMENTARE E LE NOSTRE ECCELLENZE ENOGASTRONOMICHE COME LA CARNE, I SALUMI E IL VINO DALLE SCELTE SCELLERATE E DALLE CAMPAGNE DENIGRATORIE DELLA COMMISSIONE EUROPEA". (MOZIONE N. 26) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 34/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- è stato presentato il nuovo piano di sicurezza alimentare ideato dalla Commissione europea nel quale si sostiene che la carne, i salumi e il vino provocano il cancro colpendo di fatto le nostre eccellenze agroalimentari conosciute in tutto il mondo sotto il marchio Made in Italy;
- la Sante, direzione generale della Commissione, responsabile della politica dell'UE per la sicurezza alimentare e la salute e del monitoraggio dell'attuazione della normativa nel settore ha evidenziato, all'interno del piano illustrato, tre obbiettivi: prevenzione, promozione di stili di vita salutari e sensibilizzazione verso i possibili fattori di rischio con la possibilità di avviare delle campagne contro determinati cibi considerati nocivi per la salute;
- nel piano di prevenzione dell'Unione europea viene proposto di introdurre allarmi per la salute nelle etichette delle bevande alcoliche prima del 2023, oltre alla volontà di eliminare dai programmi di promozione i prodotti agroalimentari associati ai rischi di tumore, come le carni rosse e trasformate;
CONSIDERATO CHE:
- l'elaborazione di questo piano è in netta contrapposizione con il riconoscimento Unesco della dieta mediterranea di dieci anni fa e produrrà dei danni importanti ai nostri produttori di carni, salumi e vini;
- il Presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha indirizzato una lettera al Commissario europeo per gli affari economici Paolo Gentiloni esprimendo seria preoccupazione per la volontà dell'Unione europea di cancellare i fondi per la promozione di carne, salumi e vino, prevedendo addirittura etichette allarmistiche sulle bottiglie come per i pacchetti di sigarette;
- anche l'Unione italiana vini, nella persona del segretario generale Paolo Castelletti, ha espresso preoccupazione sostenendo che le misure introdotte dall'Unione europea sono volte a demonizzare e a discriminare alcuni prodotti cardine della nostra enogastronomia e totalmente inappropriate, inefficaci, inadeguate, addirittura controproducenti;
RITENUTO CHE:
- il settore agroalimentare in Italia ha un fatturato annuo di più di 188 miliardi di euro;
- il valore delle esportazioni del settore agroalimentare in Italia è pari a 37 miliardi;
- il comparto agroalimentare conta più di 1,5 milioni di imprese con 1,4 milioni di persone occupate;
- il valore della produzione italiana di vino ha toccato quota 4,6 miliardi di euro nel 2018 e quota 3,8 miliardi nel 2019;
- la regione con il primato del valore e del volume è il Veneto con un valore della produzione superiore a 750 milioni di euro;
- la produzione di vino in Veneto rappresenta il 26% della produzione agricola regionale;
- l'Italia è il sesto produttore di carne bovina in Europa;
- la dieta mediterranea, vero e proprio fiore all'occhiello dell'Italia, ci ha permesso di conquistare il primato europeo di longevità;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
ad intraprendere, in tutte le sedi, le azioni necessarie al fine di proteggere la nostra filiera agroalimentare e le nostre eccellenze enogastronomiche come la carne, i salumi e il vino dalle scelte scellerate e dalle campagne denigratorie intraprese dalla Commissione europea.".

PRESIDENTE

Collega Razzolini, prego.

Tommaso RAZZOLINI (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Questa è una mozione che riguarda, appunto, la presentazione del nuovo piano di sicurezza alimentare ideato dalla Commissione Europea. Sappiamo che questo piano prevede tre obiettivi: la prevenzione il primo, la promozione degli stili di vita salutari il secondo e la sensibilizzazione verso possibili fattori di rischio e l'avvio di campagne contro determinati cibi.
Sappiamo che all'interno di questo piano si richiede un'etichettatura e anche un po' il non agevolare più la promozione di certe tipologie di carne, perché ritenute, soprattutto le carni rosse, portatrici di tumore.
Su questo sono un po' preoccupato soprattutto per l'etichettatura, perché una parte di Paesi sta portando avanti il Nutriscore, che prevede un'etichettatura a semaforo (semaforo rosso o verde), sei Paesi hanno anche istituito un Comitato, quali Francia, Spagna, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, che appunto chiedono questa possibilità. Però, è una possibilità che piace tanto alle multinazionali e alle lobby e che, invece, va a discapito dei prodotti italiani e dei prodotti veneti. Penso magari a un olio d'oliva che rischia di avere un'etichettatura con un segno rosso, mentre la Coca-Cola Zero, perché ha zero zuccheri, rischia di passare con il verde. Questo va contro i nostri prodotti, che sono invece salutari e salubri, quindi non abbiamo assolutamente nulla da vergognarci e da nascondere.
Il Nutriscore condiziona, secondo noi, l'opinione pubblica dei clienti che vanno ad acquistare questi prodotti e chiediamo appunto alla Giunta regionale di fare pressioni, magari anche con l'Associazione nazionale delle Città del Vino, visto che si parla anche di vino, che hanno contatti con le città europee del vino, che magari facciano pressioni sui loro Governi, anche tramite produttori e quindi categorie, affinché abbandonino questa iniziativa del Nutriscore, ma che invece portino avanti le Nutriinform, che per noi è molto più interessante e intelligente come proposta.
Quindi chiediamo alla Giunta di intervenire in questo per tutelare i prodotti italiani e veneti. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Prego, collega Pan, immagino per la sottoscrizione.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Sì, volevamo sottoscrivere questa mozione, tutti e tre i Gruppi. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie.
Altre sottoscrizioni? C'è la collega Venturini per il Gruppo di Forza Italia.
Non vedo richieste di intervento.
Mettiamo in votazione la Mozione n. 26.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
16



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CENTENARO, BORON, CAVINATO, CESTARO, MAINO, SANDONÀ, PAN, ANDREOLI, FAVERO, RIGO, CECCHETTO, CESTARI, CIAMBETTI, CORSI, DOLFIN, FINCO, GIANPIERO POSSAMAI, PUPPATO, VILLANOVA, MICHIELETTO, BET, BISAGLIA, BRESCACIN, GEROLIMETTO, GIACOMIN, RIZZOTTO, SCATTO, SPONDA, VIANELLO, ZECCHINATO, PICCININI, VENTURINI, BOZZA, SPERANZON, POLATO, FORMAGGIO, RAZZOLINI, SORANZO, BARBISAN E VALDEGAMBERI RELATIVA A "TUTELARE LA SPECIFICITÀ DEL VINO SERPRINO BIOTIPO DEL VITIGNO GLERA ECCELLENZA DEI COLLI EUGANEI". (MOZIONE N. 48) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 35/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- il vino Serprino è un vino bianco frizzante o spumante prodotto sui Colli Euganei, dove le caratteristiche del suolo e del clima creano una combinazione di intensi caratteri qualitativi che portano i vini euganei oltre i confini regionali e nazionali;
- il vino Serprino è presente da tempo immemore sui Colli Euganei, e la sua coltivazione è talmente radicata, che fa parte della storia stessa delle genti di questa terra;
- le notizie sulla sua origine non sono molte, alcune testimonianze riconducono il vitigno all'epoca romana, al celebrato Pucinum. La notizia viene da Plinio, il naturalista, che racconta come Livia, moglie dell'imperatore Augusto, fosse debitrice della sua longevità proprio a quel vino;
- la prima prova documentale appare in un componimento poetico: "Il Roccolo Ditirambo" del sacerdote poeta Aureliano Acanti, stampato a Venezia nel 1754. Nei suoi versi egli celebra gli oltre 30 vini prodotti nel vicentino e tra questi cita il "Pedevenda" (appellativo medioevale dei Colli Euganei), per cui è anche lecito supporre che questo vitigno provenisse dalle nostre zone piuttosto che dalla più lontana area triestina;
CONSIDERATO CHE:
- il vino Serprino è un biotipo del vitigno Glera. Sui Colli Euganei, il terreno vulcanico, ricco di minerali e il clima temperato determinano, in particolare sui vini bianchi, la produzione di significative quantità di precursori aromatici in grado di esaltarne le caratteristiche organolettiche e i sentori tipici. L'uva Serprina è caratterizzata da grappoli di grandi dimensioni e piramidali allungati dotati di ali, con acini rotondi e di forma regolare;
- le versioni previste dal disciplinare sono la tradizionale versione frizzante e la nuova versione spumante;
- il vino Colli Euganei Serprino frizzante DOC è una delle tipologie di vino previste dalla denominazione, una DOC della regione Veneto. I disciplinari delle denominazioni DOC prevedono al loro interno specifiche tipologie di vino, che si caratterizzano per la loro composizione ampelografica, ossia per i vitigni ammessi per la loro produzione, per le procedure di vinificazione per le specifiche caratteristiche organolettiche del vino. I vitigni che rientrano nella composizione del vino Colli Euganei Serprino frizzante DOC sono Serprino (Glera) min. 85%, e altri max.15%. Le caratteristiche organolettiche del Colli Euganei Serprino frizzante DOC prevedono un colore Giallo paglierino, con bollicine fini. Il profilo olfattivo del vino Colli Euganei Serprino frizzante DOC è Fruttato, con note floreali e al palato risulta fresco, morbido e armonico;
EVIDENZIATO CHE:
- dagli organi di stampa, ma soprattutto anche dall'allarme lanciato dai viticoltori dei Colli Euganei, si viene a sapere che il vino Serprino rischia di perdere la sua identità a causa di un Decreto Ministeriale, in fase di approvazione, che prevede come con queste uve, si possa produrre ovunque in Italia uno spumante generico usando questa definizione;
- l'assessore regionale all'agricoltura ha già evidenziato la volontà di tutelare la specificità del vino Serprino, impegnandosi a vigilare - in sede di valutazione tecnica e politica del decreto da parte della Regione
- su tutti gli accordi e di richiedere il divieto, in accordo con i Consorzi di tutela delle Doc, delle Denominazioni di Origine Controllata e del Consorzio dei Colli Euganei di utilizzare genericamente il nome di Serprino, così come accaduto con la Doc delle Venezie che aveva richiesto il divieto di utilizzare il nome Pinot Grigio per gli spumanti generici;
- Coldiretti Veneto si è subito fatta sentire chiedendo che sia garantita la continuità dell'attuale protezione del termine "Serprino", nome che funge da sinonimo del vitigno Glera, e che sia riservato esclusivamente alla identificazione dei soli vini prodotti nella denominazione Colli Euganei;
- bisogna rispettare i tanti viticoltori dei Colli Euganei che producono, su 500 ettari di vigneto, più di 700mila bottiglie seguendo disciplinari e regolamenti per la tutela delle tipicità con abilità enologiche tramandate da generazioni;
RILEVATO che il provvedimento ministeriale è ancora in discussione e che purtroppo prevede altre discutibili liberalizzazioni che potrebbero rilevarsi un danno per i viticoltori e per tutti i vini a denominazione di origine, per esempio una su tutte la concessione indiscriminata dell'uso di recipienti alternativi al vetro come plastica, lattine e tetrapak senza la valutazione dei Consorzi di Tutela;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a farsi promotrice presso il Governo ed il Parlamento per evidenziare le dubbie e criticabili liberalizzazioni presenti nel Decreto Ministeriale che vanno a danneggiare la tutela del vino Serprino eccellenza del vitigno Glera dei Colli Euganei e del Veneto.".

PRESIDENTE

Collega Centenaro, se mi fa richiesta di parola. Collega Centenaro, ci sente? Non la vediamo e non la sentiamo. Collega Centenaro, la sentiamo, però deve fare richiesta di parola. Va bene, se non funziona, contiamo noi il tempo. Vada, collega.

Giulio CENTENARO (Zaia Presidente)

Intanto buon pomeriggio a tutti e grazie, Presidente, per avermi dato la parola.
Questa mozione dell'11 marzo, che do per letta, vuole tutelare il prodotto locale dei Colli Euganei, in provincia di Padova, e precisamente la denominazione del vino Serprino, che rischia di perdere la sua identità, un vino prodotto dal biotipo del vitigno glera, che assume caratteristiche particolari per la natura vulcanica dei colli e il clima temperato: parliamo di 700.000 bottiglie di Serprino prodotti in un'area di circa 500 ettari.
L'allarme lanciato dai viticoltori euganei a causa di una possibile modifica al decreto ministeriale 13 agosto 2012 in materia di etichettatura e presentazione dei vini DOP e IGP, che prevede la possibilità di produrre ovunque in Italia uno spumante generico usando la definizione di Serprino.
L'Assessore regionale all'Agricoltura, Federico Caner, ha già espresso la volontà di tutelare questa specificità, impegnandosi a vigilare in sede di valutazione tecnica e politica del decreto da parte delle Regioni su tutti gli accordi e di richiedere il divieto di utilizzare genericamente il nome Serprino.
Sullo stesso argomento, alla Camera dei Deputati è stata depositata un'interrogazione in data 17 marzo a firma dei deputati Massimo Bitonci, Alberto Stefani e altri e analoga richiesta è stata presentata il 14 aprile al Senato da parte del senatore Andrea Ostellari e altri. Pertanto, anche i Parlamentari padovani si stanno muovendo verso la stessa direzione auspicata nella presente mozione, cioè di tutelare i prodotti tipici dei colli Euganei.
Quindi, quindi con questa delibera si chiede formalmente alla Giunta regionale di farsi promotrice presso il Governo e il Parlamento – quest'ultimo abbiamo già visto che si sta muovendo – per evidenziare le dubbie e criticabili liberalizzazioni presenti nella proposta di modifica al decreto ministeriale 13 agosto 2012, che vanno a danneggiare anche la tutela del vino Serprino quale eccellenza del vitigno dei Colli Euganei del Veneto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Qualcuno vuole intervenire?
Collega Pan.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Velocemente per ringraziare il collega Centenaro per aver proposto questa mozione, che va nello spirito, appunto, della conservazione dei nostri vini dei Colli Euganei.
Ricordo che comunque, giusto per fare un po' di storia, sia il glera, sia comunque i bordolesi arrivarono come vitigni prima con le terme che erano occupate dai romani – abbiamo una storia molto lunga in quel territorio – ma soprattutto poi, nel castello di Lispida, intorno al 1800, arrivarono tutti i bordolesi. E se il Veneto è diventata la prima Regione d'Italia e tra i primi al mondo di produzione vitivinicola, lo dobbiamo appunto a tutti i vitigni che sono arrivati per primi nei Colli Euganei e poi si sono espansi in tutta la nostra Regione.
Quindi assolutamente chiedo la sottoscrizione a nome del Gruppo Lega, Lista Zaia e Autonomia.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Quindi i tre Gruppi sottoscrivono la mozione e anche i Gruppi di Forza Italia e Fratelli d'Italia.
Non vedo altri interventi.
Mettiamo in votazione la Mozione n. 48.

Fabiano BARBISAN (Gruppo Misto)

Scusi un attimo, Presidente.

PRESIDENTE

Faccia richiesta di parola, collega.

Fabiano BARBISAN (Gruppo Misto)

L'ho fatta.

PRESIDENTE

Però non mi risulta. Va bene, prego, intervenga, teniamo noi il tempo.

Fabiano BARBISAN (Gruppo Misto)

Per chiedere la sottoscrizione come Gruppo Misto, io e Valdegamberi.

PRESIDENTE

Perfetto.
Anche i colleghi Barbisan e Valdegamberi sottoscrivono la mozione.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
18



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI SORANZO, POLATO, SPERANZON, FORMAGGIO E RAZZOLINI RELATIVA A "LA REGIONE VENETO INTERVENGA PRESSO IL GOVERNO PER SOLLEVARE I FUCILIERI DI MARINA MASSIMILIANO LATORRE E SALVATORE GIRONE DALLE RESTRIZIONI CUI SONO ANCORA SOTTOPOSTI". (MOZIONE N. 31) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 36/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- il 15 febbraio 2012, al largo delle coste indiane del Kerala nel Mar Arabico, la petroliera battente bandiera italiana Enrica Lexie ha incrociato un'imbarcazione non identificata, che procedeva nella sua direzione senza rispettare l'alt intimato dai segnali luminosi del mercantile italiano, che rappresentano un codice di comunicazione tra navi, necessario per identificarsi a distanza in quelle acque ad alto rischio pirateria;
- l'area rientrava in una delle zone ad alto rischio pirateria, individuata già nel 2011 dall'International Transport Workers Federation (ITF), e quindi in acque internazionali direttamente confinante con le acque territoriali indiane. Nelle aree ad alto rischio pirateria i mercantili sono invitati ad adottare le misure di autoprotezione raccomandate dall'IMO (International Maritime Organization);
- nel corso dell'episodio i militari del reggimento San Marco imbarcati sulla Enrica Lexie, con compiti anti-pirateria, hanno esploso alcuni colpi di avvertimento per mettere in fuga l'imbarcazione sospetta;
- successivamente il peschereccio indiano St. Anthony, con undici uomini di equipaggio, rientrava nel porto di Kochi (sulla medesima costa del Kerala), con due marittimi uccisi da diversi colpi di arma da fuoco;
- le autorità del Kerala invitavano, con un pretesto, la Enrica Lexie a rientrare a Kochi e procedevano all'arresto di due marò del reggimento San Marco, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, accusandoli di aver ucciso i due pescatori;
- il 19 febbraio 2012 i due fucilieri di Marina vengono consegnati alla giustizia indiana con l'accusa di aver ucciso due pescatori indiani su un peschereccio, scambiati per due pirati al largo della costa del Kerala, nel sud dell'India;
- dopo l'uccisione dei due pescatori indiani, qualche giorno dopo il fermo dei due militari italiani, il tribunale di Kollam dispone il loro trasferimento nel carcere ordinario di Trivandrum. Ne escono solo il 30 maggio quando l'Alta Corte del Kerala concede ai due fucilieri la libertà su cauzione di dieci milioni di rupie (143.000 euro) stabilendo l'obbligo di firma quotidiano che impedisce loro di allontanarsi dalla zona di competenza del commissariato locale;
- ai due fucilieri viene anche ritirato il passaporto. Solo a dicembre del 2012, qualche giorno prima di Natale, il Governo italiano riesce a ottenere dall'Alta Corte del Kerala un permesso di due settimane per i due militari italiani che consente loro di trascorrere le festività in Italia con l'obbligo di tornare in India alla scadenza del permesso. Tornano quindi a casa il 22 dicembre e vengono interrogati dal procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo;
- il 3 gennaio 2013, alla scadenza del permesso, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone tornano in India, per poi rientrare ancora in Italia alla fine di febbraio, quando ai due fucilieri viene dato un permesso di 4 settimane in occasione delle elezioni politiche;
- la posizione del Governo italiano è, inizialmente, quella di non rimandare i due fucilieri in India ma la Presidenza del Consiglio dei Ministri annuncia invece successivamente che i fucilieri sarebbero tornati nel Paese asiatico. L'allora Ministro degli esteri Giulio Terzi annuncia quindi in Parlamento le proprie dimissioni irrevocabili in polemica con la decisione del Governo di rimandare i marò in India;
- il 16 dicembre del 2014 arriva il "no" della Corte Suprema indiana alle istanze presentate dai marò, anche per quanto riguarda il possibile rientro in Italia di Girone. Dopo mesi di schermaglie politiche e diplomatiche, il Governo italiano decide, il 26 giugno del 2015, di attivare la procedura di arbitrato internazionale di fronte all'impossibilità di arrivare a una soluzione negoziale con l'India;
- l'Italia chiede di consentire la permanenza di Latorre in Italia (nel frattempo tornato nel nostro Paese per alcuni problemi di salute) e il rientro in patria di Girone durante l'iter della procedura arbitrale. Il 2 maggio 2016 il Tribunale Arbitrale dispone che anche Girone faccia rientro in Italia fino alla conclusione del procedimento arbitrale;
CONSIDERATO CHE:
- Italia e India, dopo una lunga fase di scontro politico e giudiziario, avevano deciso di comune accordo di ricorrere al Tribunale dell'Aja perché decidesse a chi spettava la giurisdizione. I due paesi si erano di conseguenza impegnati a svolgere il processo una volta attribuito a una delle due Parti;
- a luglio 2020 il Tribunale internazionale dell'Aja ha preso la sua decisione assegnando il processo all'Italia. Ma Roma dovrà pagare i danni alle famiglie dei due pescatori uccisi e al capitano del peschereccio bersagliato al largo del Kerala il 15 febbraio del 2012. I giudici internazionali riconoscono "l'immunità funzionale" dei fucilieri di Marina per l'incidente: all'India viene quindi precluso l'esercizio della propria giurisdizione, certificando che i due militari erano funzionari dello Stato italiano, impegnati nell'esercizio delle loro funzioni;
- a questo punto quindi secondo l'Aja l'Italia dovrà far ripartire il procedimento penale aperto a suo tempo dalla Procura della Repubblica di Roma;
PRESO ATTO CHE:
- dopo anni di lunghe battaglie numerose sono state le reazioni positive da parte della Politica italiana tutta alla conclusione della lunga agonia che ha visto il riconoscimento della giurisdizione italiana nei confronti dei due marò;
- ricorre oggi il nono anniversario dell'incidente navale nelle acque del Kerala che ha generato la contesa internazionale tra Italia e India e a distanza di sette mesi dal provvedimento arbitrale del Tribunale dell'Aja che ha conferito la giurisdizione sulla vicenda dell'Enrica Lexie all'Italia i due militari sono ancora sottoposti alle restrizioni previste dalle disposizioni della Corte Suprema di Nuova Delhi non ancora decadute;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a sollecitare il Governo italiano e il Ministero degli esteri, anche tramite gli altri Consigli regionali delle regioni italiane, affinché adotti ogni possibile iniziativa nelle sedi competenti adoperandosi con ogni mezzo per sollevare i due militari dalle suddette restrizioni cui sono ancora sottoposti,".

PRESIDENTE

Collega Soranzo, se si vuole prenotare, le do la parola. Prego, collega.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti di nuovo.
Il 15 febbraio 2012, al largo delle coste indiane del Kerala, nel Mar Arabico, la petroliera battente bandiera italiana Enrica Lexie ha incrociato un'imbarcazione non identificata che procedeva nella sua direzione senza rispettare l'alt intimato dei segnali luminosi del mercantile italiano, che rappresentano un codice di comunicazione tra navi necessario per identificarsi a distanza in quelle acque ad alto rischio pirateria. L'area rientrava in una delle zone ad alto rischio pirateria individuata già nel 2011 dalla ITF e quindi in acque internazionali direttamente confinanti con le acque territoriali indiane. Nelle aree ad alto rischio pirateria, i mercantili sono invitati ad adottare le misure di autoprotezione raccomandate dall'Organizzazione marittima internazionale (IMO).
Nel corso dell'episodio, i militari del reggimento di San Marco imbarcati sulla Enrica Lexie, con compiti antipirateria, hanno esploso alcuni colpi di avvertimento per mettere in fuga l'imbarcazione sospetta. Successivamente il peschereccio indiano Saint Anthony, con undici uomini di equipaggio, rientrava nel porto di Kochi, nella medesima costa di Kerala, con due marittimi uccisi da diversi colpi di arma da fuoco.
Le autorità di Kerala invitavano con un pretesto la Enrica Lexie a rientrare a Kochi e procedevano all'arresto dei due marò del reggimento San Marco, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, accusandoli di aver ucciso i due pescatori.
Il 19 febbraio 2012 i due fucilieri di Marina vengono consegnati alla giustizia indiana con l'accusa di aver ucciso due pescatori indiani su un peschereccio, scambiati per due pirati al largo della costa di Kerala, a sud dell'India. Dopo l'uccisione dei due pescatori indiani e qualche giorno dopo il fermo dei due militari italiani, il Tribunale di Kollam dispone il loro trasferimento nel carcere ordinario di Trivandrum e ne escono solo il 30 maggio, quando l'Alta Corte di Kerala concede ai due fucilieri la libertà su cauzione di 10 milioni di rupie, 143.000 euro, stabilendo l'obbligo di firma quotidiano che impedisce loro di allontanarsi dalla zona di competenza del commissariato locale.
Ai due fucilieri viene anche ritirato il passaporto. Solo a dicembre 2012, qualche giorno prima di Natale, il Governo italiano riesce ad ottenere dall'Alta Corte del Kerala un permesso di due settimane per i due militari italiani, che consente loro di trascorrere le festività in Italia con l'obbligo di tornare in India alla scadenza del permesso. Tornano, quindi, a casa 22 dicembre e vengono interrogati dal procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo.
Il 3 gennaio 2013, alla scadenza del permesso, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone tornano in India per poi rientrare ancora in Italia alla fine di febbraio, quando ai due fucilieri viene dato un permesso di quattro settimane in occasione delle elezioni politiche. La posizione del Governo italiano è inizialmente quella di non rimandare i due fucilieri in India, ma la Presidenza del Consiglio dei Ministri annuncia, invece, successivamente che i fucilieri sarebbero tornati nel Paese asiatico.
L'allora Ministro degli Esteri, Giulio Terzi, annuncia, quindi, in Parlamento le proprie dimissioni irrevocabili, in polemica con la decisione del Governo di rimandare i marò in India. Il 16 dicembre 2014 arriva il no della Corte Suprema indiana alle istanze presentate dai marò per quanto riguarda il possibile rientro in Italia di Girone.
Dopo mesi di schermaglie politiche e diplomatiche, il Governo italiano decide solo il 26 giugno 2015 di attivare la procedura di arbitrato internazionale e, di fronte all'impossibilità di trovare una soluzione negoziale con l'India, l'Italia chiede di consentire la permanenza di Latorre in Italia, nel frattempo tornato nel nostro Paese per alcuni problemi di salute e il rientro in patria di Girone durante l'iter della procedura arbitrale. Il 2 maggio 2016, il Tribunale Arbitrale dispone che anche Girone faccia rientro in Italia fino alla conclusione del procedimento arbitrale.
Considerato che Italia e India, dopo una lunga fase di scontro politico e giudiziario, avevano deciso di comune accordo di ricorrere al Tribunale dell'Aja perché decidesse a chi spettava la giurisdizione, i due Paesi si erano di conseguenza impegnati a svolgere il processo una volta attribuito una delle due parti.
A luglio 2020 finalmente il Tribunale internazionale dell'Aja ha preso la sua decisione assegnando il processo all'Italia, ma Roma dovrà pagare i danni alle famiglie dei due pescatori uccise e al capitano del peschereccio bersagliato al largo di Kerala il 15 febbraio del 2012.
I giudici internazionali riconoscono l'immunità funzionale dei fucilieri di Marina per l'incidente. All'India viene quindi precluso l'esercizio della propria giurisdizione certificando che i due militari erano funzionari dello Stato italiano impegnati nell'esercizio delle loro funzioni. A questo punto, quindi, secondo l'Aja, l'Italia dovrà far ripartire il procedimento penale aperto a suo tempo dalla Procura della Repubblica di Roma.
Preso atto che, dopo anni di lunghe battaglie, numerose sono state le reazioni positive da parte della politica italiana tutta alla conclusione della lunga agonia che ha visto il riconoscimento della giurisdizione italiana nei confronti dei due marò, ricorre oggi il nono anniversario dell'incidente navale nelle acque di Kerala, che ha generato la contesa internazionale tra l'Italia e l'India. A distanza di sette mesi, oggi diventati anche otto, il provvedimento arbitrale del Tribunale dell'Aja, che ha conferito la giurisdizione della vicenda dell'Enrica Lexie all'Italia, i due militari sono ancora sottoposte a restrizioni previste dalla Suprema Corte di Nuova Delhi.
Impegna quindi la Giunta regionale a sollecitare il Governo italiano e il Ministro degli esteri, anche tramite gli altri Consiglieri regionali delle Regioni italiane, affinché adotti possibili iniziative nelle sedi competenti, adoperandosi con ogni mezzo che i due militari possono essere liberati dalle suddette restrizioni.
Oggi 1.100.000 euro è stata la sanzione e si attende...

PRESIDENTE

Collega, solitamente lascio sempre qualche secondo, ma è passato un minuto.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Va bene. Concludo nel dire che si chiede alla Giunta regionale di poter farsi portavoce di una necessità che, oltre al riconoscimento, c'è anche la dignità, che vale più di ogni cosa. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo interventi da parte dei colleghi.
Mettiamo in votazione la Mozione n. 31.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
19



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CESTARI, BISAGLIA, VALDEGAMBERI, BARBISAN, BET, BRESCACIN, CAVINATO, CENTENARO, CESTARO, MAINO, RIZZOTTO, SANDONÀ, SPONDA, VIANELLO, ANDREOLI, CIAMBETTI, CORSI, PAN, PUPPATO, RIGO, SPERANZON, POLATO, FORMAGGIO, RAZZOLINI, SORANZO, BOZZA, VENTURINI, CECCHETTO, DOLFIN, FAVERO, FINCO, GIANPIERO POSSAMAI, VILLANOVA, MICHIELETTO, BORON, GEROLIMETTO, GIACOMIN, SCATTO, ZECCHINATO E PICCININI RELATIVA A "SOSTEGNO ECONOMICO E FINANZIARIO ALLE IMPRESE DEL SETTORE WEDDING/CERIMONIE/EVENTI". (MOZIONE N. 46) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 37/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- l'emergenza epidemiologica da Covid-19 ha indotto le Istituzioni nazionali e regionali ad adottare misure di contenimento della pandemia. Tali provvedimenti però hanno inciso negativamente su determinate categorie economiche, imponendo restrizioni all'operatività di tante imprese;
- il settore wedding/cerimonie/eventi, comprende diverse attività fra cui commercio al dettaglio di abbigliamento/fiori e piante/bomboniere, acconciatori e trattamenti estetici, fotografi, servizi di ristorazione e agenzie di viaggio, purtroppo ad oggi risulta essere uno dei comparti più colpiti;
- i dati pubblicati dall'Istituto nazionale di statistica riportano una variazione negativa dei matrimoni del 50,3% nei primi dieci mesi del 2020, dai 170 mila del 2019 agli 85 mila del 2020;
CONSTATATO CHE:
- tale settore, oltre ad essere stato colpito direttamente dall'immediata chiusura nel marzo 2020, è caratterizzato tuttora da un'elevata incertezza sulle tempistiche di ripresa;
- alla fine di febbraio, come riportato dagli organi di stampa, gli addetti ai lavori e le aziende coinvolte per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla gravità della situazione hanno organizzato, in contemporanea in tutta Italia, una manifestazione congiunta chiamata "Insieme per il wedding";
CONSIDERATO CHE:
- il comparto wedding in Veneto ricopre una parte importante del Pil regionale;
- il Veneto è considerato fra le "wedding destination" predilette grazie al fascino di Venezia, Verona, le ville venete ed il Lago di Garda, Padova e altre località, il tutto con positive ricadute sul turismo e l'economia locale;
RILEVATO che la Regione del Veneto ha previsto l'erogazione di ristori ad alcune delle categorie del comparto wedding soggette a restrizioni in relazione all'emergenza Covid-19 con DGR n. 1799 del 22 dicembre 2020;
CONSTATATO che i vari provvedimenti nazionali promossi dal Governo che hanno introdotto ristori e altre misure di sostegno economico e finanziario a favore degli operatori economici maggiormente colpiti dall'emergenza e dalle misure di contenimento non hanno incluso gli operatori del settore wedding/cerimonie/eventi tra i beneficiari;
tutto ciò premesso,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a farsi portavoce presso il Governo affinché estenda la platea dei beneficiari e la portata delle misure di sostegno economico e finanziario alle imprese del settore wedding/cerimonie/eventi, durante tutto il periodo dell'emergenza sanitaria da Covid-19, allo scopo di favorirne una tempestiva ripresa.".

PRESIDENTE

Prego, collega Cestari, faccia richiesta di parola. Prego.

Laura CESTARI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Quando si parla di cerimonie, di matrimoni e quindi del comparto wedding, lo si fa molto spesso con colpevole leggerezza, perché si riduce tutto alle bomboniere, ai confetti e all'abito da sposa e in realtà la cosa fa sorridere, perché all'interno di questo settore ci sono tantissime realtà; pensiamo a tutte le attività che sono coinvolte in questo comparto e ne cito solo alcune perché sono veramente tantissime: commercio al dettaglio di abbigliamento, fiori, oggettistica, bomboniere, ma anche acconciatori, estetici, fotografi, servizi di ristorazione, catering, agenzie di viaggio e turismo.
Teniamo conto, snocciolando alcuni dati, che, stando all'Istat, nei primi dieci mesi del 2020, il 50,3% dei matrimoni sono stati annullati, quindi si può immaginare la conseguente grave perdita per tutto il settore.
Pensiamo anche che, in media, per ogni cerimonia organizzata e celebrata, abbiamo dodici fornitori dietro le quinte.
Questo significa che molte attività che avevano già organizzato evidentemente il lavoro in vista di un evento, come ad esempio le boutique di abiti da sposa che avevano già messo le sarte al lavoro, sono rimaste senza entrate per quasi un anno. Quindi, con l'avvicinarsi di una nuova stagione di matrimoni, questo settore ha bisogno di tutto il sostegno possibile.
Proprio ieri c'è stata una manifestazione assolutamente pacifica di questo comparto, a cui alcuni di noi hanno partecipato, e richiedono di fatto quello che già c'è all'interno di questa mozione, quindi approvazione immediata dei protocolli per la ripresa, adozione del calendario per la riapertura e ristori per le aziende del comparto. Questo perché il Governo precedente si è dimenticato di questo comparto o, meglio, ha considerato soltanto alcuni codici ATECO, escludendone altri, per cui questa mozione è stata presentata per chiedere alla Giunta regionale del Veneto di farsi portavoce presso il Governo affinché venga estesa la platea dei beneficiari dei ristori ed estenda anche la portata delle misure di sostegno, oltre a concretizzare evidentemente una linea programmatica.
Per assurdo, fino ad oggi gli organizzatori di eventi e cerimonie, tra cui i famosi wedding planner, sono stati completamente esclusi dai ristori nazionali, quindi il loro codice ATECO – lo ripeto perché è importante – non figurava nell'elenco dei fortunati ammessi al sostegno economico. Quindi confidiamo nell'approvazione di questa mozione che vuole dare sostegno al comparto e a tutte le associazioni di categoria che ieri abbiamo incontrato e che ci contano. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Ha chiesto intervenire il collega Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Chiedo la sottoscrizione a nome del Gruppo di Fratelli d'Italia.

PRESIDENTE

Bene. Registriamo.
Collega Bozza, prego.

Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Chiedo alla collega la sottoscrizione, anche a nome del Gruppo di Forza Italia e sottoscrivo anche l'esposizione della collega in merito all'importanza davvero nella Regione del Veneto, in considerazione poi anche della Provincia da cui provengo, Verona, la strategica rilevanza di tutte quelle realtà che davvero hanno fatto destinazioni importanti nella nostra Regione stessa e, in particolare, vista la vocazione non solo turistica, ma anche ovviamente culturale e storica, importante di una città come quella di Verona, di una Provincia che ovviamente oggi vede un settore davvero in ginocchio.
Credo che questo doveroso sostegno vada portato con forza all'attenzione del Governo da parte della Regione Veneto che, da questo punto di vista, ovviamente è una tra le prime Regioni d'Italia sicuramente. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Bozza.
Collega Pan.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Presidente, per sottoscrivere, a nome dei Gruppi Lega, Zaia, Presidente, Autonomia la mozione. Grazie.

PRESIDENTE

Perfetto.
Non vedo altri interventi.
Mettiamo in votazione la Mozione n. 46.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
21



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI CESTARO, PUPPATO, CORSI, FINCO, PAN, VILLANOVA, ZECCHINATO, BARBISAN, RIGO, ANDREOLI, CECCHETTO, CESTARI, CIAMBETTI, DOLFIN, FAVERO, GIANPIERO POSSAMAI, MICHIELETTO, BET, BISAGLIA, BORON, BRESCACIN, CAVINATO, CENTENARO, GEROLIMETTO, GIACOMIN, MAINO, RIZZOTTO, SANDONÀ, SCATTO, SPONDA, VIANELLO, PICCININI, SPERANZON, POLATO, FORMAGGIO, RAZZOLINI, SORANZO, VENTURINI E BOZZA RELATIVA A "PRATICHE LOCALI TRADIZIONALI (PLT): LA GIUNTA PROVVEDA ALLO LORO INDIVIDUAZIONE". (MOZIONE N. 44) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 38/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- il regolamento UE n. 1307/2013 definisce, all'articolo 4, par. 1, lettera h), il "prato permanente e pascolo permanente" (congiuntamente denominati "prato permanente") come "terreno utilizzato per la coltivazione di erba o di altre piante erbacee da foraggio, naturali (spontanee) o coltivate (seminate), e non compreso nell'avvicendamento delle colture dell'azienda da cinque anni o più, nonché, ove gli Stati membri decidano in tal senso, non arato da cinque anni o più; può comprendere altre specie, segnatamente arbustive e/o arboree, che possono essere utilizzate per il pascolo, e, ove gli Stati membri decidano in tal senso, altre specie, segnatamente arbustive e/o arboree, che producono foraggi, purché l'erba e le altre piante erbacee da foraggio restino predominanti. Gli Stati membri possono anche decidere di considerare prato permanente:
i. il terreno pascolabile che rientra nell'ambito delle prassi locali consolidate, qualora nelle superfici di pascolo non siano tradizionalmente predominanti erba e altre piante erbacee da foraggio; e/o
ii. il terreno pascolabile, qualora nelle superfici di pascolo non siano predominanti o siano assenti erba e altre piante erbacee da foraggio";
- l'articolo 4 del sopracitato Reg. (UE) specifica che nella definizione di "prato permanente" o "pascolo permanente" anche quel terreno pascolabile rientra ove gli stati membri decidano in tal senso, nell'ambito delle prassi locali consolidate;
VISTO il Decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali del 18 novembre 2014 prot. n. 6513, recante disposizioni nazionali di applicazione del suddetto Regolamento UE e successive integrazioni e modificazioni;
CONSIDERATO CHE:
- l'articolo 2, comma 1, lettera d) del D.M. 18/11/2014 PROT. 6513 definisce come "prato permanente" (comprendente il prato permanente e il pascolo permanente) le superfici di cui all'articolo 4, paragrafo 1, lettera h) del Regolamento UE n. 1307/2013, comprese le superfici sulle quali sono svolte le "pratiche locali tradizionali" di cui all'articolo 7 del citato Regolamento;
- le disposizioni nazionali di cui sopra prevedono, inoltre, che le pratiche locali tradizionali siano individuate dall'organismo di coordinamento di cui all'articolo 7, paragrafo 4, del Regolamento UE n. 1306/2013, nel sistema di identificazione delle parcelle agricole (SIPA), su indicazione della Regione o Provincia Autonoma competente, dei relativi estremi catastali;
- sul territorio regionale, in particolare nel territorio montano, si rilevano vaste aree interessate da terreni pascolabili che rientrano nelle "pratiche locali tradizionali" e contribuiscono in tal modo a determinare superficie tale a "prato permanente" nonostante nelle superfici di pascolo non siano tradizionalmente predominanti erba e altre piante erbacee da foraggio;
- l'identificazione delle superfici regionali interessate dal pascolamento, nelle zone boschive garantisce il mantenimento del territorio montano anche nelle aree che per conformazione e per tipologia d'uso non permettono l'allevamento estensivo o dove la superficie presenti la promiscuità tra il pascolo e differenti specie arboree;
- in particolare nelle aree montane ove insistono delle pratiche locali tradizionali (PLT), le comunità locali hanno assicurato sia la manutenzione sia l'uso dei fondi al fine di provvedere al loro sostentamento e per la produzione limitata al consumo proprio e/o alla micro commercializzazione;
TENUTO CONTO che l'identificazione delle superfici secondo le Pratiche locali tradizionali (PLT) da parte della Regione consentono l'accesso ai contributi comunitari (PAC);
APPURATO che alcune Regioni, quali la Campania, la Basilicata, il Lazio e la Puglia hanno provveduto con propria deliberazione ad individuare le aree regionali interessate dalle pratiche locali tradizionali (PLT);
tutto ciò premesso,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
per le richiamate motivazioni in premessa, ad individuare con apposito provvedimento, le aree del territorio regionale interessate dalle "pratiche locali tradizionali.".

PRESIDENTE

Prego, collega Cestaro.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
La presente mozione, la 44, che do per letta, serve a chiedere alla Giunta e in particolare, all'Assessore all'Agricoltura, Caner, l'attivazione del riconoscimento delle pratiche locali tradizionali, così come previsto dai regolamenti UE 1306 e 1307, che vanno ad individuare tutte quelle aree che in questo momento sono utilizzate per l'allevamento, ma non prevedono la liquidazione di compensi e di sistemi di aiuto alle persone che praticano in queste località.
Questa possibilità è stata data da AGEA e riconosciuta dal nostro Stato nel 2014 e permette, appunto, di riconoscere al 50% quelle che sono le aree mappate, in area sottobosco o con altre presenze arbustive all'interno del pascolo permanente. Io trovo che sia un grandissimo aiuto per tutte le aree montane, e non solo, dove il grandissimo lavoro fatto dai nostri allevatori, soprattutto di media e piccola grandezza nelle aziende, deve essere in qualche maniera riconosciuto ed aiutato.
Ha la doppia valenza di mantenere quelli che sono i prodotti tipici nostri, quelli dei formaggi e di tutto quanto il comparto lattiero-caseario, ma anche di permettere la manutenzione del territorio, perché ricordiamoci che, se manca questo piccolo controllo nel territorio, poi i guai e i risultati si vedono: ne abbiamo avuto purtroppo diversi esempi in questi ultimi anni.
Quindi io chiedo, insieme a tutti i colleghi che l'hanno sottoscritta, l'impegno della Giunta in questo senso. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega Cestaro.
Ci sono interventi da parte dei colleghi per la sottoscrizione?
Prego, collega Pan. Grazie.
Collega Speranzon.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Sì, sottoscriviamo anche come consiglieri di Fratelli d'Italia.

PRESIDENTE

Perfetto, grazie.
Anche la collega Venturini per il Gruppo di Forza Italia.
Non ci sono altri interventi.
Mettiamo in votazione la Mozione n. 44.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Presidente, visto come procediamo svelti senza minoranza?

PRESIDENTE

Sì, sì, diciamo che la democrazia funziona da noi. Grazie.
È chiusa la votazione.
Il consiglio approva.
Allora, vi comunico che il punto successivo, la mozione n. 60, presentata dalla collega Maino ed altri è stata ritirata, in quanto la vicenda di Palazzo Thiene ha avuto un buon esito.
Prima di terminare il Consiglio, visto che prima abbiamo approvato la mozione del collega Villanova in merito alla faccenda dei suicidi e c'è stata anche la richiesta da parte del collega Formaggio di fare un minuto di silenzio, solitamente noi lo facciamo all'inizio delle sedute consiliari, ma, visti purtroppo i tanti fatti che si sono registrati nell'ultimo periodo, ritengo doveroso da parte nostra, un minuto di silenzio in ricordo di queste persone.
Si osserva un minuto di raccoglimento.

PRESIDENTE

Grazie, colleghi.
Terminiamo la seduta del Consiglio regionale.
Verrete convocati a domicilio per il prossimo Consiglio e invito i Capigruppo a rimanere in quanto dobbiamo procedere a fare l'ordine del giorno per la prossima settimana.
Grazie a tutti e buona serata.
La Seduta termina alle ore 17.09
Il Consigliere segretario
f.to Alessandra SPONDA

Il Presidente
f.to Nicola Ignazio FINCO


Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Paola Lombardo
Verbale n. 17 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 17
MARTEDì 27 APRILE 2021


PRESIDENZA
PRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 17a seduta pubblica – martedì 27 aprile 2021
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 34 dell'11 marzo 2021.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 6827 del 21 aprile 2021.

Il Presidente FINCO dichiara aperta la seduta alle ore 13.09.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio

Il PRESIDENTE comunica che è in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia.

Sull'ordine dei lavori intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto) e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

Punto n. 1) all'ordine del giorno


Approvazione verbale della seduta precedente

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 16a seduta pubblica di martedì 20 aprile 2021.

Sul processo verbale interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 73 del 03.02.2021
presentata dalla consigliera Guarda
"A Rovereto (TN) rilevati sversamenti di sostanze inquinanti sul fiume Adige: quali azioni di verifica presso i tratti regionali?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'Interrogazione a risposta immediata (IRI) in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n.97 del 17.03.2021
presentata dalla consigliera Guarda
"Il broker dei vaccini indagato dalla Procura della Repubblica di Milano: è intenzione del Presidente della Giunta regionale riferire prima o poi al Consiglio regionale circa le trattative per l'acquisto?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 108 del 26.03.2021
presentata dai consiglieri Camani, Giacomo Possamai, Bigon e Zottis
"Quando è morto Dante Alighieri?"

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Per richiamo al Regolamento intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Villanova (Zaia Presidente).

Sull'ordine di lavori intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto) e Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2021 in materia di istruzione, cultura e sport". (Progetto di legge n. 51) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 8/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono la consigliera Cestaro (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Sesta commissione consiliare, e la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Sesta commissione consiliare.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti nn. C7 e C8, presentati dalla correlatrice Camani, scade in 5 minuti.

Sull'ordine dei lavori interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto).

In discussione generale intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto) e Ostanel.

Sull'ordine dei lavori interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

Interviene il PRESIDENTE per comunicazioni sull'ordine dei lavori.

In discussione generale interviene la consigliera Guarda (Europa Verde).

Sull'ordine dei lavori interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto).

Interviene il PRESIDENTE per comunicazioni sull'ordine dei lavori.

In discussione generale interviene la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto).

Sull'ordine dei lavori interviene il consigliere Pan (Liga Veneta per Salvini Premier).

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 14.40 per permettere alla Sesta commissione consiliare di esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta riprende alle ore 15.07.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

L'emendamento n. C1, all'articolo 1, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato e inserito come articolo 2.

L'emendamento n. C2 , aggiuntivo di un articolo, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 1.

L'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 3.

L'emendamento n. C5, aggiuntivo di un articolo, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. C7, aggiuntivo di un articolo, intervengono la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, e l'assessore Corazzari.

L'emendamento n. C7, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. C3, aggiuntivo di un articolo, intervengono le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che lo illustra, Camani (Partito Democratico Veneto) e Guarda (Europa Verde).

L'emendamento n. C3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. C8, aggiuntivo di un articolo, intervengono la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, e l'assessore Corazzari.

L'emendamento n. C8, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. C4, aggiuntivo di un articolo, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. C6, all'articolo 2 bis, aggiuntivo di un articolo, intervengono il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, e l'assessore Corazzari.

L'emendamento n. C6, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli articoli 3 e 4, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inseriti rispettivamente come articoli 4 e 5.

In dichiarazione di voto finale interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Sull'ordine dei lavori intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto) e Villanova (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 15.47.

La seduta riprende alle ore 15.50.

Sull'ordine dei lavori intervengono i consiglieri Villanova (Zaia Presidente), Lorenzoni (Gruppo Misto) e Pan (Liga Veneta per Salvini Premier).

Punto n. 7) all'ordine del giorno

Programma triennale 2021-2023 degli interventi per il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale risalente alla Repubblica Serenissima di Venezia nell'Istria, nella Dalmazia e nell'area mediterranea. articolo 4, comma 2, legge regionale 25 settembre 2019, n. 39 . (Proposta di deliberazione amministrativa n. 9) APPROVATO (Deliberazione n. 29/2021)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Scatto (Zaia Presidente) che svolge la relazione di maggioranza per conto della Sesta commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) e Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 16.06.

La seduta riprende alle ore 16.11.

Punto n. 9) all'ordine del giorno


Mozione presentata dai consiglieri Villanova, Speranzon, Polato, Formaggio, Razzolini, Soranzo, Venturini, Bozza, Pan, Rigo, Andreoli, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gianpiero Possamai, Puppato, Michieletto, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Vianello, Zecchinato e Piccinini relativa a "La Giunta si faccia portavoce presso il Governo affinché venga istituita una strategia nazionale per la prevenzione dei suicidi". (Mozione n. 52) APPROVATA (Deliberazione n. 30/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Villanova (Zaia Presidente), che la illustra, Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che chiede di sottoscriverla, Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che chiede la sottoscrizione a nome del gruppo Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni, Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), che chiede di sottoscriverla a nome del gruppo Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto, Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), che chiede la sottoscrizione a nome dei gruppi Liga Veneta per Salvini Premier e Zaia Presidente e Piccinini (Lista Veneta Autonomia), che chiede di sottoscriverla.

Il PRESIDENTE comunica che il consigliere Villanova accetta le sottoscrizioni e pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 10) all'ordine del giorno


Mozione presentata dai consiglieri Venturini, Bozza, Pan, Rigo, Andreoli, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gianpiero Possamai, Puppato, Villanova, Michieletto, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Gerolimetto, Gacomin, Maino, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Vianello e Zecchinato relativa a "Avvio del progetto alta velocità nella tratta Padova-Bologna". (Mozione n. 38) APPROVATA (Deliberazione n. 31/2021)  [RESOCONTO]

Intervengono la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), che la illustra, l'assessora De Berti ,che propone delle modifiche con il consenso della proponente, il consigliere Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), che chiede di sottoscriverla a nome dei gruppi Liga Veneta per Salvini Premier e Zaia Presidente.

Il PRESIDENTE comunica l'accoglimento delle richieste di sottoscrizione e pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto come modificata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 12) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Razzolini, Speranzon, Polato, Formaggio, Soranzo, Venturini, Bozza, Pan, Rigo, Andreoli, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gianpiero Possamai, Puppato, Villanova, Michieletto, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Vianello, Zecchinato e Piccinini relativa a "La Giunta regionale si attivi per richiedere un tavolo di concertazione con il Governo per conoscere tempistiche, procedure, anticipi e saldi dei ristori dovuti ai truffati delle banche popolari venete". (Mozione n. 25) APPROVATA (Deliberazione n. 32/2021)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Razzolini (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che la illustra.

Il PRESIDENTE comunica che la consigliera Venturini chiede di sottoscrivere la mozione in oggetto a nome del gruppo Forza Italia - Berlusconi – Autonomia per il Veneto, il consigliere Pan chiede la sottoscrizione a nome del gruppo Liga Veneta per Salvini Premirer, il consigliere Villanova chiede di sottoscriverla a nome del gruppo Zaia Presidente e il consigliere Piccinini chiede la sottoscrizione a nome del gruppo Lista Veneta Autonomia.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 13) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Cavinato, Andreoli, Cestari, Cestaro, Scatto, Gianpiero Possamai, Boron, Bisaglia, Cecchetto, Finco, Dolfin, Centenaro, Rizzotto, Puppato, Valdegamberi, Sandonà, Barbisan, Ostanel, Guarda, Soranzo, Venturini, Bozza, Pan, Rigo, Ciambetti, Corsi, Favero, Villanova, Michieletto, Bet, Brescacin, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Sponda, Vianello, Zecchinato, Speranzon, Polato, Formaggio, Razzolini e Piccinini relativa a "I prodotti per l'igiene femminile, per i neonati, per i disabili e per gli anziani non sono beni di lusso: il Governo abbassi l'Iva!". (Mozione n. 49) APPROVATA (Deliberazione n. 33/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Cavinato (Zaia Presidente), che la illustra, Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che chiede la sottoscrizione, Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), che chiede la sottoscrizione a nome del gruppo Forza Italia – Berlusconi - Autonomia per il Veneto, Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), che chiede la sottoscrizione a nome dei gruppi Liga Veneta per Salvini Premier, Zaia Presidente e Lista Veneta Autonomia, Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che chiede di sottoscriverla a nome del gruppo Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni.

L'emendamento n. B1, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 15) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Razzolini, Speranzon, Polato, Formaggio, Soranzo, Pan, Rigo, Andreoli, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gianpiero Possamai, Puppato, Villanova, Michieletto, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Vianello, Zecchinato, Piccinini, Venturini e Bozza relativa a "La Regione Veneto difenda la filiera agroalimentare e le nostre eccellenze enogastronomiche come la carne, i salumi e il vino dalle scelte scellerate e dalle campagne denigratorie della Commissione europea". (Mozione n. 26) APPROVATA (Deliberazione n. 34/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Razzolini (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che la illustra, Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), che chiede di sottoscriverla a nome dei gruppi Liga Veneta per Salvini Premier, Zaia Presidente e Lista Veneta Autonomia.

Il PRESIDENTE comunica che la consigliera Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), chiede di sottoscrivere la mozione in oggetto a nome del gruppo Forza Italia - Berlusconi – Autonomia per il Veneto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 16) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Centenaro, Boron, Cavinato, Cestaro, Maino, Sandonà, Pan, Andreoli, Favero, Rigo, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Finco, Gianpiero Possamai, Puppato, Villanova, Michieletto, Bet, Bisaglia, Brescacin, Gerolimetto, Giacomin, Rizzotto, Scatto, Sponda, Vianello, Zecchinato, Piccinini, Venturini, Bozza, Speranzon, Polato, Formaggio, Razzolini, Soranzo, Barbisan e Valdegamberi relativa a "Tutelare la specificità del vino Serprino biotipo del vitigno Glera eccellenza dei Colli Euganei". (Mozione n. 48) APPROVATA (Deliberazione n. 35/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Centenaro (Zaia Presidente), che la illustra, Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), che chiede la sottoscrizione a nome dei gruppi Liga Veneta per Salvini Premier, Zaia Presidente e Lista Veneta Autonomia.

Il PRESIDENTE comunica che i gruppi Forza Italia - Berlusconi – Autonomia per il Veneto e Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni chiedono la sottoscrizione.

Interviene il consigliere Barbisan (Gruppo Misto) che chiede la sottoscrizione anche a nome del consigliere Valdegamberi.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 18) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Soranzo, Polato, Speranzon, Formaggio e Razzolini relativa a "La Regione Veneto intervenga presso il Governo per sollevare i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone dalle restrizioni cui sono ancora sottoposti". (Mozione n. 31) APPROVATA (Deliberazione n. 36/2021)  [RESOCONTO]

Interviene il consigliere Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che la illustra.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 19) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Cestari, Bisaglia, Valdegamberi, Barbisan, Bet, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Maino, Rizzotto, Sandonà, Sponda, Vianello, Andreoli, Ciambetti, Corsi, Pan, Puppato, Rigo, Speranzon, Polato, Formaggio, Razzolini, Soranzo, Bozza, Venturini, Cecchetto, Dolfin, Favero, Finco, Gianpiero Possamai, Villanova, Michieletto, Boron, Gerolimetto, Giacomin, Scatto, Zecchinato e Piccinini relativa a "Sostegno economico e finanziario alle imprese del settore wedding/cerimonie/eventi". (Mozione n. 46) APPROVATA (Deliberazione n. 37/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Cestari (Liga Veneta per Salvini Premier), che la illustra, Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che chiede la sottoscrizione a nome del gruppo Fratelli d'italia – Giorgia Meloni, Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto), che chiede di sottoscriverla a nome del gruppo Forza Italia – Berlusconi Autonomia per il Veneto e Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), che chiede la sottoscrizione a nome dei gruppi Liga Veneta per Salvini Premier, Zaia Presidente e Lista Veneta Autonomia.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 21) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Cestaro, Puppato, Corsi, Finco, Pan, Villanova, Zecchinato, Barbisan, Rigo, Andreoli, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Dolfin, Favero, Gianpiero Possamai, Michieletto, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Vianello, Piccinini, Speranzon, Polato, Formaggio, Razzolini, Soranzo, Venturini e Bozza relativa a "Pratiche locali tradizionali (PLT): la Giunta provveda allo loro individuazione". (Mozione n. 44) APPROVATA (Deliberazione n. 38/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Cestaro (Zaia Presidente), che la illustra, Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), che chiede la sottoscrizione a nome dei gruppi Liga Veneta per Salvini Premier, Zaia Presidente e Lista Veneta Autonomia, Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che chiede la sottoscrizione a nome del gruppo Fratelli d'italia – Giorgia Meloni.

Il PRESIDENTE comunica che la consigliera Venturini chiede di sottoscrivere la mozione in oggetto a nome del gruppo Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE comunica che la mozione n. 60, presentata dalla consigliera Maino, è ritirata.

Il PRESIDENTE propone di osservare un minuto di silenzio in commemorazione dei morti a causa di suicidio.

L'Aula osserva un minuto di silenzio.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 17.09.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BORON Fabrizio
POLATO Daniele
BOZZA Alberto
POSSAMAI Giacomo
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CENTENARO Giulio
RIZZOTTO Silvia
CESTARI Laura
SANDONA' Luciano
CESTARO Silvia
SCATTO Francesca
CIAMBETTI Roberto
SORANZO Enoch
CORSI Enrico
SPERANZON Raffaele
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VIANELLO Roberta
GEROLIMETTO Nazzareno
VILLANOVA Alberto
GIACOMIN Stefano
ZANONI Andrea
GUARDA Cristina
ZECCHINATO Marco
LORENZONI Arturo
ZOTTIS Francesca






IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Alessandra SPONDA






IL PRESIDENTE
Nicola Ignazio FINCO









N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba