ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 11/05/2021 n. 19

Resoconto n. 19 - 11^ legislatura
Resoconto 19 a Seduta pubblica
Martedì, 11 maggio 2021
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 13.41

PRESIDENTE

Colleghi, buongiorno.
Ho visto che abbiamo il numero legale. Chi non lo ha ancora fatto, marchi la presenza su Concilium e soprattutto ho visto anche il libro firme piuttosto scarico, quindi mi raccomando di firmare il registro.
Intanto sono contento di rivedervi, ringrazio i vicepresidenti Finco e Zottis che assolutamente hanno fatto opera di supplenza in queste due settimane e sono contento di rivedervi tutti qui.
Il Covid non è finito, abbiamo qualche altro collega che in questo momento è in quarantena, quindi attenzione a non abbassare la guardia.
Diamo inizio alla 19a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 7602 del 6 maggio 2021.
PUNTO
1



APPROVAZIONE DEI VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della 18a seduta pubblica del 4 maggio 2021.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Ha comunicato congedo
Luca ZAIA
Il congedo è concesso.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

PRESIDENTE

Procediamo con l'IRI n. 105.
Vedo che è apparso anche Valdegamberi e lo vedo anche in buona forma.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Interrogazione a risposta immediata n. 105 del 24 marzo 2021 presentata dai Consiglieri Baldin e Montanariello relativa a "Ancor prima della gara europea la ferrovia Chioggia-Rovigo è già su un binario morto?".

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- infrastrutture Venete srl sta predisponendo gli atti di gara pubblica in forma aperta per l'assegnazione del servizio di trasporto pubblico ferroviario locale e regionale sulle linee Adria-Mestre, Rovigo-Verona e Rovigo-Chioggia, attualmente affidati in proroga a Sistemi Territoriali Spa. Il nuovo servizio avrà inizio da gennaio 2023 fino al 2032, il contratto avrà un ambito regionale e sarà composto da un singolo lotto;
- per la Adria- Mestre e la Rovigo-Verona non sono previste modifiche al programma di esercizio negli scenari simulati e anzi sono previsti futuri investimenti;
- per la Chioggia-Rovigo sono invece state formulate quattro ipotesi, pur avendo una percentuale di spostamenti sistematici dell'85%, come la Adria Mestre. Uno "scenario inerziale" con l'offerta ferroviaria invariata, uno "conservativo" che prevede, nella fascia oraria di morbida (le ore non di punta), alcuni servizi ferroviari sostituiti da pullman nella tratta Adria-Chioggia, uno "intermedio" che prevede la sostituzione nella fascia di morbida sull'intera linea ed infine uno "scenario prudenziale" in cui tutti i treni sono sostituiti da pullman, sancendo la morte di una ferrovia dalla lunghissima storia, aperta nel suo primo tratto il 23 ottobre 1876.
Premesso altresì che questi scenari sono stati sottoposti all'ART per il previsto parere. Il Sindaco di Chioggia, a margine di un incontro avuto con l'Assessore regionale ai Trasporti e gli altri Sindaci dei Comuni coinvolti, ha dichiarato che la Regione si sta orientando sullo scenario conservativo.
Considerato che:
- la linea è perennemente sui giornali per i molteplici disservizi, ritardi, soppressioni. Non sono mai stati previsti sufficienti interventi manutentivi e di potenziamento dei sistemi tecnologici;
- un ulteriore aumento del traffico su gomma non potrà che aggravare ulteriormente il traffico della Romea da e per Rovigo.
Considerato altresì che:
- le conseguenze del passaggio da ferro a gomma saranno tutte a scapito dei pendolari che vedranno aumentata la lunghezza dei percorsi, del tempo di viaggio ed il quasi dimezzamento dei posti offerti. Per chi gestirà il servizio invece ci sarà il grande vantaggio della diminuzione del canone di accesso che, nell'ipotesi di dismissione di tutti i treni, passa da 737 mila euro a zero;
- il Basso Veneto verrà così ulteriormente isolato con una scelta che va in direzione opposta a quella della mobilità sostenibile promossa dalla grande opportunità del Recovery fund.
I sottoscritti consiglieri
interrogano la Giunta regionale
per sapere come mai, pur nella sostenibilità economica dello scenario "inerziale" ed in attesa del parere di ART, prediliga il progressivo depotenziamento della ferrovia Chioggia Rovigo.".

PRESIDENTE

Collega Baldin, per l'illustrazione, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente. Felice di vederla, insieme col collega Valdegamberi.
Questa è un'interrogazione, come ne hl fatte diverse nel corso della scorsa legislatura: questa è un'altra interrogazione che faccio all'Assessore e alla Giunta, proprio per puntare l'accento su quella che ritengo essere la cenerentola delle ferrovie in Veneto, ovvero la linea Chioggia-Rovigo, che è famosa purtroppo per la pazienza che dimostrano i suoi pendolari ogni giorno per via di disservizi, cancellazioni improvvise, stazioni degradate, ritardi e anche addirittura principi di incendio.
La linea è stata inaugurata nel 1887 e per molti aspetti pare di essere rimasti a quella data; dal 2009 è gestita da Sistemi Territoriali, negli anni ci sono state, come sappiamo, tante promesse, ma nessun investimento concreto nella linea. Ora Infrastrutture Venete S.r.l. sta predisponendo gli atti di gara pubblica aperta per l'assegnazione del servizio di trasporto pubblico ferroviario locale e regionale e da gennaio 2023 passerà quindi ad un altro gestore, sia su questa linea che su quella di Adria-Mestre e sulla Rovigo-Verona.
Mentre per le altre linee, come appunto la Adria-Mestre, sono previsti investimenti importanti, come ad esempio l'elettrificazione, per la Chioggia-Rovigo nella migliore delle ipotesi, tutto resterà come prima o addirittura ci sarà uno smantellamento progressivo, ad esempio con la sostituzione di una parte o di tutte le corse durante la giornata con bus che passerebbero sulla Romea e già sappiamo che la Romea è la strada statale più pericolosa d'Italia e anche, credo, la più trafficata, soprattutto in un periodo come questo...

PRESIDENTE

Collega Baldin, avrebbe finito il tempo.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Va bene.

PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo all'assessore De Berti di prendere la parola con "richiesta di parola" in basso a destra. Assessore, teniamo noi il conto del tempo, grazie.
Prego De Berti.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Come noto, ai sensi della Legge regionale n. 40/2018 , la Regione del Veneto ha affidato la gestione dei contratti di servizio con le imprese ferroviarie esercenti nel territorio regionale, ad Infrastrutture Venete S.r.l.; nell'ambito di applicazione dei predetti contratti rientra altresì il servizio di trasporto ferroviario sulla linea Chioggia-Rovigo.
Infrastrutture Venete, interpellata sul tema posto dall'interrogazione in argomento, con nota prot. 173928 del 16/4/2021, nel confermare che la gara per l'affidamento del servizio è stata avviata in conformità alle normative comunitarie, nazionali e regionali ed agli indirizzi di settore dell'Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART), ha dichiarato che la procedura di gara è finalizzata alla tutela del diritto alla mobilità costituzionalmente previsto, mediante il potenziamento del servizio di trasporto pubblico, nell'ottica di una gestione fondata sui principi di economicità ed efficienza dello stesso.
In tal senso, a sostegno e sviluppo della qualità del servizio reso e con ricaduta nell'ambito di gara, sono previsti investimenti sia nelle infrastrutture (completamento dell'elettrificazione della Adria-Mestre) che nel materiale rotabile (acquisto di nuovi elettrotreni) oltre ad una politica di progressivo svecchiamento della flotta dei treni diesel.
Con specifico riferimento alla linea Chioggia-Rovigo, richiamata nell'interrogazione in parola, si rileva che gli interventi manutentivi e tecnologici a tale infrastruttura ferroviaria spettano a RFI S.p.A. in qualità di concessionario dello Stato.
Dalla relazione presentata da Infrastrutture Venete, emerge altresì che nel territorio di cui trattasi, è presente un limitato livello di mobilità in ragione degli indicatori demografici, quali il ridotto numero di abitanti e una bassa densità di popolazione, influenzati anche da dinamiche demografiche negative. A questi elementi si devono sommare gli effetti della presenza di alternative modali (trasporto su gomma) che caratterizzano le principali linee di origine/destinazione, come ad esempio le direttrici Chioggia-Venezia o Chioggia-Padova. Sulla la linea Chioggia-Rovigo, il numero medio di passeggeri nel 2019, pari a 591 nel giorno feriale medio, ha comportato un load-factor (coefficiente di carico) medio annuo di circa il 10%, espresso in termini di viaggiatori*km/n.posti*km.
Dal punto di vista economico la percentuale di copertura dei ricavi tariffari rispetto ai costi è mediamente inferiore al 10% (nel 2019 era l'8,5%), tanto da poter definire il servizio a "domanda debole", anche in paragone agli altri servizi oggetto di gara; sulla Adria-Mestre, infatti, il rapporto di copertura è mediamente del 20% e del 17% sulla Rovigo-Verona.
Atteso che i valori di copertura rilevati si attestano al di sotto del riferimento del 35% individuato dall'art. 19 del D.Lgs n. 422/1997 e più volte richiamato nella normativa regionale (L.R. n. 25/1998 , artt. 19, 20, 27 e 30), nelle condizioni date, pur nella stretta scelta del mantenimento del servizio di trasporto pubblico, si sono doverosamente valutate diverse ipotesi di servizio, o di scenari di esercizio, tali da consentire un adeguato livello quali-quantitativo del servizio reso a fronte di una corretta gestione dei costi e di equilibrio economico del contratto, tenuto inoltre conto che l'ART, con propria delibera n. 120/2018, ha imposto una riduzione dei costi operativi del 2,21% in 5 anni, da applicare alla specifica gara.
Per la linea Chioggia-Rovigo, in tale contesto, sono stati presi in considerazione diversi scenari caratterizzati ciascuno da uno specifico modello di esercizio, come di seguito sintetizzato:
• Scenario "inerziale" che prevede il mantenimento del servizio attuale, totalmente ferroviario;
• Scenario "conservativo" che prevede nella fascia oraria di morbida l'effettuazione mediante bus di alcuni servizi sulla tratta Adria-Chioggia;
• Scenario "prudenziale" che prevede la completa sostituzione del servizio ferroviario con servizi bus sulla linea Chioggia - Adria - Rovigo.
Come previsto dalla Delibera ART n. 154/2019, atteso che si considera comunque importante il mantenimento in esercizio dell'intera linea Chioggia-Rovigo, Infrastrutture Venete s.r.l., dopo confronto anche con RFI, sta predisponendo la "Relazione di Affidamento" da sottoporre all'esame della stessa ART, sulla base di un modello di esercizio ottenuto come "variante" del summenzionato scenario "conservativo" presentato agli stakeholders.
Detto modello di esercizio, sulla base di un preciso studio sugli orari ed i turni del materiale, consente, con una riduzione inferiore al 20% delle percorrenze del treno sostitute con bus extra-urbani, il raggiungimento degli obiettivi di tutela del servizio e di efficientamento dei costi.
Fermo restando l'adeguato dimensionamento dei posti offerti con bus ai livelli di domanda storicamente rilevati, l'eventuale aumento dei tempi di percorrenza tra le modalità treno e bus è comunque contenuto grazie alla maggiore flessibilità d'uso del bus (tempi di giro-banco trascurabili e nessun problema di incroci) ed alla possibilità di uso di un maggior numero di mezzi rispetto ai convogli ferroviari; non ultimo, la percezione di detto aumento va rapportata alla effettiva percorrenza dei viaggiatori, la maggior parte dei quali compie spostamenti solo su tratte parziali della linea.".

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Com'è noto, ai sensi della legge regionale 40 del 2018, la Regione del Veneto ha affidato la gestione dei contratti di servizio con le imprese ferroviarie esercenti nel territorio regionale ad Infrastrutture Venete S.r.l. e, nell'ambito di applicazione dei predetti contratti, rientra altresì il servizio di trasporto ferroviario sulla linea Chioggia-Rovigo.
Infrastrutture Venete, interpellata sul tema posto dall'interrogazione in argomento, con nota del 16 aprile 2021, nel confermare che la gara per l'affidamento del servizio è stata avviata in conformità alle normative comunitarie nazionali e regionali e dagli indirizzi di settore dell'Autorità di regolazione dei trasporti, ART, ha dichiarato che la procedura di gara è finalizzata alla tutela del diritto della mobilità costituzionalmente previsto mediante il potenziamento del servizio di trasporto pubblico nell'ottica di una gestione fondata sui principi di economicità ed efficienza dello stesso.
In tal senso, a sostegno e sviluppo della qualità del servizio reso e con ricaduta nell'ambito di gara sono previsti investimenti sia nelle infrastrutture (completamento dell'elettrificazione della Adria-Mestre), che nel materiale rotabile (acquisto di nuovi elettrotreni), oltre ad una politica di progressivo svecchiamento della flotta dei treni diesel.
Con specifico riferimento alla linea Chioggia-Rovigo, richiamata nell'interrogazione in parola si rileva che gli interventi manutentivi e tecnologici a tale infrastruttura ferroviaria spettano a RFI in qualità di concessionario dello Stato.
Dalla relazione presentata da Infrastrutture Venete emerge, altresì, che nel territorio di cui trattasi è presente un limitato livello di mobilità in ragione degli indicatori demografici, quali il ridotto numero di abitanti e una bassa densità di popolazione, influenzati anche da dinamiche demografiche negative. A questi elementi si devono sommare gli effetti della presenza di alternative modali di trasporto su gomma, che caratterizzano le principali linee di origine e destinazione, come ad esempio le direttrici Chioggia-Venezia e Chioggia-Padova.
Sulla linea Chioggia-Rovigo il numero medio di passeggeri nel 2018, pari a 591 nel giorno feriale medio, ha comportato un load factor (coefficiente di carico) medio annuo di circa il 10%, espresso in termini di viaggiatori per chilometri fratto numero posti per chilometro.
Dal punto di vista economico, la percentuale di copertura dei ricavi tariffari rispetto ai costi è mediamente inferiore al 10%, tanto da poter definire il servizio a domanda debole anche in paragone agli altri servizi oggetto di gara. Sulla Adria-Mestre, infatti, il rapporto di copertura è mediamente del 20% e del 17% sulla Rovigo-Verona.
Atteso che i valori di copertura rilevati si attestano al di sotto del riferimento del 35%, individuato dall'articolo 19 più volte richiamato nella normativa vigente, nelle condizioni date, pur nella scelta del mantenimento del servizio di trasporto pubblico, si sono doverosamente valutate diverse ipotesi di scenari di servizio, tali da consentire un adeguato livello quali-quantitativo del servizio reso, a fronte di una corretta gestione di costi e di equilibrio economico del contratto.
Tenuto, inoltre, conto che l'ART, con propria delibera 120 del 2018, ha imposto una riduzione dei costi operativi del 2,21% in cinque anni da applicare alla specifica gara, per la linea Chioggia-Rovigo in tale contesto sono stati presi in considerazione diversi scenari caratterizzati ciascuno da uno specifico modello di esercizio come di seguito sintetizzato: scenario inerziale che prevede il mantenimento del servizio attuale totalmente ferroviario, scenario conservativo che prevede nella fascia oraria di morbida l'effettuazione mediante bus di alcuni servizi sulla tratta, scenario prudenziale che prevede la completa sostituzione del servizio ferroviario col servizio bus sulla linea Chioggia-Adria-Rovigo.
Come previsto dalla delibera ART n. 154 del 2018, atteso che si considera comunque importante il mantenimento in esercizio dell'intera linea Chioggia-Rovigo, Infrastrutture Venete, dopo confronto anche con RFI, sta predisponendo la relazione di affidamento da sottoporre all'esame della stessa ART sulla base di un modello di esercizio ottenuto come variante del summenzionato scenario conservativo presentato agli stakeholders. Detto modello di esercizio, sulla base di un preciso studio sugli orari e turni del materiale, consente una riduzione inferiore al 20% delle percorrenze del treno sostituite con bus extraurbani e il raggiungimento degli obiettivi di tutela del servizio e di efficientamento dei costi.
Fermo restando l'adeguato dimensionamento dei post offerti con bus ai livelli di domanda storicamente rilevati, l'eventuale aumento dei tempi di percorrenza tra le modalità treno e bus è comunque contenuto grazie alla maggior flessibilità d'uso del bus ed alla possibilità di uso di un maggior numero di mezzi rispetto ai convogli ferroviari, non ultimo la percezione di detto aumento verrà portata all'effettiva percorrenza dei viaggiatori, la maggior parte dei quali compie spostamenti solo su tratte parziali della linea. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per la replica, collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Assessore.
Devo dire che ho sentito l'audio molto disturbato per problemi di connessione, comunque rimangono da parte mia dei forti dubbi su quello che sarà il futuro della linea Chioggia-Rovigo, perché non credo che la soluzione sia quella di passare dal ferro alla gomma, perché, come ho detto nella presentazione dell'interrogazione, si tratta di strade che sono molto molto trafficate e i problemi del traffico aumenteranno.
Le situazioni le conosciamo benissimo, quindi, con interventi come quelli che si stanno facendo, ad esempio sul ponte del Brenta, io credo che questo ci insegni che le strade devono essere, per quanto possibile, libere dal traffico, altrimenti si causano dei grossi problemi per i cittadini, per i pendolari.
Questa sostenibilità, come viene più volte decantata dalla Giunta regionale sui trasporti pubblici, sappiamo che in realtà non c'è, ma non soltanto nella tratta Rovigo-Chioggia, ma anche in parecchie altre: la sostenibilità la deve dare anche il pubblico nelle tratte di gestione pubblica, come la Chioggia-Rovigo, chiaramente, per dare un servizio ai cittadini. Se il servizio è scadente per lunghi anni, poi sappiamo tutti come va a finire, nel senso che le persone cercano alternative o addirittura prendono la macchina e quindi si va ad incrementare ancora di più il traffico e, non solo, anche l'inquinamento stradale.
Questa è la soluzione che a noi non piace e quindi io mi batterò fino in fondo per cercare di tutelare i cittadini, che purtroppo in molti casi sono – mi tocca dirlo – cittadini di serie B.

PRESIDENTE

Grazie.

Interrogazione a risposta immediata n. 102 del 23 marzo 2021 presentata dai consiglieri Montanariello e Zottis relativa a "Uffici postali: in Veneto carenze di organico e disservizi insostenibili. il Presidente della Regione sta a guardare?".

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
Premesso che:
- le segreterie regionali dei tre principali sindacati, Slp Cisl Slc Cgil Uil Poste, hanno pubblicato una nota congiunta per denunciare la situazione ormai insostenibile di molti uffici postali della nostra Regione;
- infatti da tempo la carenza di organico e il mancato turn over del settore stanno creando enormi disagi all'utenza, che si acuiscono ulteriormente ora che gli ingressi vengono contingentati e che è necessario mantenere il distanziamento sociale a causa della pandemia;
- molti sportelli sono stati chiusi; per quelli rimasti aperti la situazione spesso risulta insostenibile; i cittadini-utenti sono infatti sempre più spesso costretti a sopportare lunghe code all'esterno degli uffici postali, con conseguenti pericolosi assembramenti; le attese snervanti, la stanchezza degli utenti più anziani e/o disabili e la mancanza di organizzazione, sovente danno luogo a manifestazioni di ira e insofferenza e sempre più spesso è necessario l'intervento delle forze dell'ordine per quietare gli animi.
Considerato che:
- quella sopradescritta evidentemente non può essere considerata una situazione degna di un Paese civile;
- purtroppo gli addetti agli sportelli degli uffici postali, lavorando in prima linea, spesso subiscono attacchi e insulti senza avere alcuna colpa e dovendo anzi sopperire ad una cronica carenza di personale;
- i rappresentanti sindacali fanno notare che nella nostra Regione il problema della carenza di organico di Poste Italiane c'è sempre stato, ma mai come in questo periodo, dato che a seguito dell'ultima riforma pensionistica migliaia di persone sono state poste in quiescenza ma pochissime sono state sostituite; i rappresentanti sindacali non ritengono giustificabile la situazione sopra descritta, dato che, come affermano, l'azienda in oggetto "macina utili e dovrebbe essere nell'interesse della collettività garantire i servizi essenziali attraverso poderose azioni di politiche attive per questa Regione.";
- i sindacati si sono dunque rivolti a tutte le Istituzioni "per ripristinare un servizio pubblico al servizio dei cittadini.".
Tutto ciò premesso, i sottoscritti consiglieri
interrogano il Presidente della Giunta regionale
se intende recepire le istanze dei sindacati che si sono resi portavoce delle migliaia di cittadini-utenti esasperati, e a farsi parte attiva perché sia posto rimedio ai pesanti e ingiustificabili disservizi di Poste Italiane.".
Prego, collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Bentornato, Presidente.
"Uffici postali: in Veneto, carenze di organico e di servizi insostenibile: il Presidente della Regione sta a guardare?".
Premesso che le segreterie regionali dei tre principali sindacati delle Poste Italiane hanno pubblicato una nota congiunta per denunciare la situazione, ormai insostenibile, di molti uffici postali nella nostra Regione, infatti, da tempo, la carenza di organico, di mancato turnover del settore stanno creando enormi disagi all'utenza, che si acuiscono ulteriormente ora che gli ingressi vengono contingentati e che è necessario mantenere il distanziamento sociale a causa della pandemia. Molti sportelli sono, infatti, chiusi, eccetera, eccetera.
Considerato che, quella sopra descritta, evidentemente, non può essere considerata una situazione degna di un Paese civile; purtroppo gli addetti agli sportelli degli uffici postali, lavorando in prima linea spesso subiscono attacchi e insulti senza avere alcuna colpa e dovendo, anzi, sopperire ad una cronica carenza di personale, i rappresentanti sindacali fanno notare che nella nostra Regione il problema della carenza di organico di Poste Italiane c'è sempre stato, ma mai come in questo momento, dato che a seguito dell'ultima riforma pensionistica migliaia di persone sono state poste in quiescenza, ma pochissime sono state sostituite. I rappresentanti sindacali non ritengono giustificabile la situazione sopradescritta dato che, come affermano: "L'azienda in oggetto macina utili e dovrebbe essere nell'interesse della collettività garantire servizi essenziali attraverso ponderose azioni di politiche attive per la Regione". I sindacati si sono dunque rivolti alle Istituzioni per ripristinare un servizio pubblico dei cittadini.
Tutto ciò premesso, i sottoscritti interrogano il Presidente della Giunta per sapere se intende recepire le istanze dei sindacati che si sono resi portavoce delle migliaia di cittadini utenti esasperati e a farsi parte attiva perché sia posto rimedio a questo ingiustificabile problema. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie.
C'è qualcuno che deve avere il microfono acceso e fa effetto eco, quindi spegnesse i microfoni chi non deve parlare.
Assessore Calzavara per la risposta, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"La disciplina del servizio postale a livello comunitario è dettata dalla direttiva europea 97/67/CE del 15 dicembre 1997, "Regole comuni per lo sviluppo del mercato interno dei servizi postali comunitari e il miglioramento della qualità del servizio", così come modificata dalla direttiva 2002/39/CE e dalla direttiva 2008/6/CE relativa al pieno completamento del mercato interno dei servizi postali comunitari.
Tale direttiva in materia postale è stata recepita in Italia con il decreto legislativo 261/99 ( così come modificato dalla legge 18 giugno 2009, n. 69, dal decreto legislativo 31 marzo 2011 n. 58, dal decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito in legge 22 dicembre 2011, n. 214, dalla legge 23 dicembre 2014, n. 190, e dalla legge 4 agosto 2017, n. 124) con il quale vengono individuati i criteri generali che regolano il servizio postale, stabilendo che lo stesso sia prestato in via continuativa per tutta la durata dell'anno, assicurando un congruo numero di accessi (uffici postali/cassette postali) su tutti i punti del territorio nazionale, sulla base di criteri di ragionevolezza, al fine di tenere conto delle esigenze degli utenti.
I rapporti fra lo Stato e Poste Italiane S.p.A. per la fornitura del servizio postale universale sono regolamentati attraverso il Contratto di Programma, che viene siglato tra il Ministero dello Sviluppo Economico e Poste Italiane S.p.A., per una durata pluriennale.
Il Contratto di programma 2020-2024 tra il Ministero dello Sviluppo Economico e Poste Italiane S.p.A., ammesso alla registrazione dalla Corte dei Conti il 9 giugno 2020 n.558, disciplina le modalità di erogazione del servizio postale universale nonché gli obblighi della società affidataria, i servizi resi ai cittadini, alle imprese e alle pubbliche amministrazioni, i trasferimenti statali, la disciplina concernente l'emissione delle carte valori postali, e i rapporti internazionali.
Ai sensi e per gli effetti dell'art. 2, comma 7, del citato contratto "Con riferimento alla rete degli uffici postali, al fine di contenere l'onere del servizio universale, la Società può ridefinire la propria articolazione di base del servizio secondo parametri più economici, valutando con le autorità locali una eventuale presenza più efficace rispetto all'evoluzione della domanda di servizi nelle singole aree territoriali, anche tenendo conto dei relativi oneri. ... Omissis ... La Società fornisce adeguata informazione degli interventi previsti all'ente locale interessato e al Ministero che può promuovere, prima dell'attuazione degli interventi previsti, un confronto tra gli organi rappresentativi degli enti territoriali e la Società stessa.".
È necessario quindi considerare che le Regioni non hanno competenze specifiche nell'attuazione delle misure previste dal Contratto di Programma, che individua quale interlocutore di Poste Italiane S.p.A. il Ministero dello Sviluppo Economico.
Si evidenzia però che i casi di disservizio segnalati nell'interrogazione, indicati in particolare dalle segreterie regionali delle OO.SS., relativamente ad una carenza di organico e al mancato turn over, con la creazione di lunghe code, ma più in generale il servizio di posta universale nel territorio della Regione Veneto, sono all'attenzione della Giunta regionale del Veneto, la quale condivide le preoccupazioni espresse dai consiglieri regionali; allo scopo di monitorare la situazione sul territorio ed in particolare per verificare la lamentata carenza di organico presso gli sportelli della rete, l'Assessore al Bilancio e Patrimonio, Affari Generali ed Enti Locali ha formalmente inviato una richiesta a Poste Italiane S.p.A. con la quale ha chiesto di essere notiziato in merito e di essere messo al corrente di eventuali conseguenti azioni dell'Azienda.
La Società, lo scorso 19 aprile, ha rappresentato che vi è un continuo monitoraggio del servizio offerto alla clientela attraverso l'analisi dell'efficienza della rete degli uffici postali dislocata nel territorio e che vi è stato un accordo nazionale con le OO.SS. con l'obiettivo di rafforzare l'organico delle strutture di front end degli Uffici Postali. In particolare per il territorio Veneto, viene prevista la realizzazione di 216 interventi di politica attiva, che consentiranno di mantenere ottimale il servizio alla clientela. L'azienda inoltre ha comunicato di essersi già attivata per la realizzazione delle azioni previste dall'accordo con le OO.SS.".

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
La disciplina del servizio postale a livello comunitario è dettata dalla direttiva europea 97/67 CE del 15 dicembre 1997 "Regole comuni per lo sviluppo del mercato interno dei servizi postali comunitari e il miglioramento della qualità del servizio", così come modificata dalla direttiva 2002/39 CE e della direttiva 20086 CE relativa al pieno completamento del mercato interno dei servizi postali comunitari.
Tale direttiva in materia postale è stata recepita in Italia con una serie di decreti – che salto per arrivare fino in fondo – e, quindi, individua nei rapporti fra lo Stato e le Poste Italiane la fornitura del servizio postale universale e sono regolamentati attraverso il contratto di programma che viene siglato tra il Ministero dello Sviluppo Economico e Poste Italiane S.p.A. per una durata pluriennale.
Il contratto di programma 2020-2024 tra il Ministero dello Sviluppo Economico e Poste Italiane S.p.A., ammesso alla registrazione della Corte dei conti il 09 giugno 2020, n. 558, disciplina le modalità di erogazione del servizio postale universale nonché gli obblighi della società affidataria, i servizi resi ai cittadini, alle imprese, alle pubbliche amministrazioni, i trasferimenti statali, la disciplina concernente l'emissione delle carte valori postali e i rapporti internazionali.
Salto un altro pezzo, poi gliela consegniamo.
È necessario, quindi, considerare che le Regioni non hanno competenze specifiche nell'attuazione delle misure previste dal contratto di programma che individua quale interlocutore di Poste Italiane S.p.A. il Ministero dello Sviluppo Economico.
Si evidenzia, però, che i casi di disservizio segnalati nell'interrogazione, indicati in particolare dalle segreterie regionali dalle organizzazioni sindacali, relativamente a una carenza di organico e al mancato turnover con la creazione di lunghe code, ma più in generale il servizio di posta universale nel territorio della Regione Veneto sono all'attenzione della Giunta regionale del Veneto, la quale condivide le preoccupazioni espresse dai Consiglieri regionali.
Allo scopo di monitorare la situazione sul territorio ed in particolare per verificare la lamentata carenza di organico presso gli sportelli a rete, l'Assessore al Bilancio e Patrimonio, Affari Generali Enti locali a formalmente inviato una richiesta a Poste Italiane S.p.A. con la quale ha chiesto di essere notiziato in merito e di essere messo al corrente di eventuali conseguenti azioni dell'azienda.
La società, lo scorso 19 aprile, ha rappresentato che vi è un continuo monitoraggio del servizio offerto alla clientela attraverso l'analisi dell'efficienza della rete di uffici postali dislocati nel territorio e che vi è stato un accordo nazionale con le organizzazioni sindacali con l'obiettivo di rafforzare l'organico delle strutture di front-end degli uffici postali. In particolare, per il territorio veneto viene prevista la realizzazione di 216 interventi di politica attiva, che consentiranno di mantenere ottimale il servizio alla clientela. L'azienda, inoltre, ha comunicato di essersi già attivata per la realizzazione delle azioni previste dall'accordo con le organizzazioni sindacali.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica il collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Assessore.
Bene, mi compiaccio che abbiamo scritto a Poste Italiane, comunque in qualche modo credo che sia doveroso rappresentare e manifestare le istanze dei nostri territori.
Abbiamo discusso di uffici postali anche qualche seduta fa, in virtù di una mozione portata da un Consigliere di maggioranza, quindi questo sta a significare che il tema è un po' trasversale e non bisogna essere politici acuti per passare davanti un ufficio postale e chiedersi come mai ci sia tanta coda.
Molto spesso è vero che ci sono cose che non sono competenza della Regione perché chi fa amministrazione sa che le competenze si dividono tra vari interlocutori, però credo ed è importante ricordarci che è sempre competenza della Regione quando si crea un disagio sul territorio regionale e quindi interloquire con chi ha competenza affinché gli si dica di intervenire e di farlo anche in maniera puntuale.
Quindi bene, Assessore, sia che abbiamo scritto a Poste Italiane e sia che in qualche modo abbiamo dato voce in maniera importante e istituzionale a questa rimostranza fatta dalle organizzazioni sindacali in maniera unitaria, così come è bene far vedere a chi gestisce le partite a livello extra Governo regionale che la Regione c'è ed è attenta anche a certe dinamiche, anche se non ci sono le competenze dirette.
Quindi le dico che mi ritengo soddisfatto di questa risposta e credo che l'obiettivo prossimo debba essere quello di monitorare affinché quanto ci hanno scritto dopo venga messo in moto, altrimenti dovremmo arrabbiarci tutti perché vuol dire che ci hanno scritto una cosa e non l'hanno fatta. Comunque mi ritengo soddisfatto. Grazie, Assessore.

PRESIDENTE

Grazie.

Interrogazione a risposta immediata n. 106 del 25 marzo 2021 presentata dai Consiglieri Francesca Zottis e Jonatan Montanariello relativa a: "LA REGIONE VENETO INTENDE INTERVENIRE PER SOTTRARRE AL DEGRADO IL PRESTIGIOSO HOTEL DES BAINS DEL LIDO DI VENEZIA?". 

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- cinquant'anni fa, nel marzo 1971, usciva nelle sale cinematografiche il capolavoro di Luchino Visconti, "Morte a Venezia", film ambientato nel prestigioso Grand Hotel Des Bains, dove alloggiò anche Thomas Mann, traendo ispirazione per il suo omonimo romanzo. Dei fasti dell'epoca rimane soltanto l'eco, perché il Grand Hotel oggi è una struttura abbandonata e fatiscente;
- il complesso Des Bains appartiene al fondo comune di investimento "Lido di Venezia II" che possiede anche lo storico Hotel Excelsior; dal gennaio del 2015 il fondo è gestito dalla società COIMA SGR S.P.A.;
- nel 2016, COIMA SGR annunciava al mercato di aver avviato un piano di rilancio dal valore di 120 milioni di euro che prevedeva la riqualificazione dei due alberghi sopra citati; l'anno successivo, perfezionava un accordo con la società London & Regional Properties per la ricapitalizzazione, per un ammontare complessivo di 250 milioni di euro; - si apprende dalla stampa che COIMA SGR non concluderà la riqualificazione dell'Hotel Excelsior che si appresta a essere dismesso dal fondo "Lido di Venezia II", perché sarebbe stato acquistato dagli stessi partner di London & Regional Properties, che riscatterebbero così tutte le quote;
- si apprende inoltre che London & Regional Properties, avrebbe recentemente comunicato di non aver intenzione di finanziare neppure la riqualificazione dell'Hotel Des Bains come invece era stato annunciato in precedenza da COIMA SGR;
- a sei anni dall'acquisizione dell'Hotel Des Bains da parte di COIMA SGR nulla è stato fatto in merito al recupero di un bene culturale di così grande valore; al contrario, il complesso giace in preda all'abbandono e al degrado, tanto che nello scorso giugno si sarebbero verificati crolli di entità rilevante;
- tra i principali investitori del fondo proprietario del Des Bains, oltre alle sopra citate società, vi è anche la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, istituzione bancaria priva di finalità di lucro che ha come scopo statutario l'utilità sociale e la promozione dello sviluppo economico.
Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri
chiedono al Presidente della Giunta regionale
se intende intervenire nelle sedi competenti affinché, con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati e in particolare la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, il prestigioso Hotel Des Bains del Lido di Venezia sia sottratto al degrado.".

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

La do per letta, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie.
Chiedo all'assessore Corazzari di rientrare per rispondere e di fornire a Corazzari una FP2.
Prego, Corazzari.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Non rientrando la tutela di un immobile a carattere storico nelle competenze istituzionali della Regione, la Giunta, nel condividere la massima considerazione per il valore non soltanto storico e architettonico, ma anche e soprattutto simbolico, che il prestigioso edificio ha assunto nel tempo, valore sancito dai celebri riferimenti letterari e cinematografici, auspica che l'Hotel des Bains del Lido di Venezia possa effettivamente essere sottratto alla condizione di degrado e di abbandono in cui versa attualmente.
Nella fattispecie, data la fama internazionale di cui l'edificio gode, si evidenziano l'urgenza e l'importanza di un intervento conservativo volto al recupero e insieme alla valorizzazione di un immobile, che, quale elemento intrinseco dell'immagine urbana, rappresenta parte integrante dell'identità stessa del luogo; oltre agli aspetti di natura manutentiva, va caldeggiato il perseguimento di obiettivi mirati a una destinazione e a una potenziale fruizione che appaiano consone alla vocazione originaria e alla funzione storica del complesso, con tutta l'opportuna attenzione a esso dovuta.
La Giunta si attiverà pertanto, per il tramite dell'Assessorato regionale a Cultura, Sport, Territorio, Sicurezza, Parchi, Caccia e Pesca, Flussi Migratori, presso la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, al fine di segnalare la situazione, esprimendo preoccupazione per la sorte dell'edificio, e chiedendo di voler avviare le verifiche del caso per accertare se eventualmente possano sussistere le condizioni previste dalla legge dello Stato per l'applicazione da parte degli organi competenti di misure atte a contenere il rischio di compromissione dell'integrità del fabbricato, e disporre in emergenza un intervento di messa in sicurezza dell'immobile.".

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Non rientrando la tutela di un immobile a carattere storico nelle competenze istituzionali della Regione, la Giunta, nel condividere la massima considerazione per il valore storico e architettonico, ma anche e soprattutto simbolico, che il prestigioso edificio ha assunto nel tempo, valore sancito da celebri riferimenti letterari e cinematografici, auspica che l'hotel Des Bains del Lido di Venezia possa effettivamente essere sottratto alle condizioni di degrado e di abbandono in cui versa attualmente.
Nella fattispecie, data la fama internazionale di cui l'edificio gode, si evidenziano l'urgenza e l'importanza di un intervento conservativo volto al recupero insieme alla valorizzazione di un immobile che, quale elemento intrinseco dell'immagine urbana, rappresenta parte integrante dell'identità stessa del luogo. Oltre agli aspetti di natura manutentiva va caldeggiato il perseguimento di obiettivi mirati ad una destinazione e ad una potenziale fruizione che appaiono consoni alla vocazione originaria alla funzione storica del complesso, con tutta l'opportuna attenzione ad esso dovuta.
La Giunta si attiverà, pertanto, per tramite dell'Assessorato che presiedo, presso la Sovrintendenza archeologica delle belle arti e paesaggio del Comune di Venezia e laguna, al fine di segnalare la situazione esprimendo preoccupazione per la sorte dell'edificio e chiedendo di voler avviare le verifiche del caso per accertare se, eventualmente, possono sussistere condizioni previste dalla legge dello Stato per l'applicazione, da parte degli organi competenti, di misure atte a contenere il rischio di compromissione dell'integrità del fabbricato e a disporre in emergenza un intervento di messa in sicurezza dell'immobile.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Apprezzo chiaramente le parole dell'Assessore e credo che sarebbe utile, proprio per quello che dice, visto che non si tratta di una competenza stretta, ma si tratta comunque di un immobile di altissimo valore proprio storico e anche per quello che rappresenta dov'è ubicato, che ci sia una presa di posizione forte pubblica, come facciamo magari con tante mozioni; in questo caso ho preferito presentare un'interrogazione proprio per evitare di far perdere tempo, però auspico che questo ci sia, sennò ritorneremo sull'argomento. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.

PUNTO
5



INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO.

PRESIDENTE

Non ci sono pervenute interrogazioni a risposta scritta ai sensi dell'articolo 111.
Quindi dovremmo iniziare con il normale ordine dei lavori, però c'era il capogruppo Possamai che mi aveva preannunciato una richiesta sull'ordine lavori, altrimenti posso farlo anch'io, perché la condividevo.
Sull'ordine lavori, collega Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Scusi, Presidente, volevo chiederle la disponibilità a fare un minuto di silenzio per i bambini e le vittime di Kazan di oggi e di Kabul di ieri. Non so se avete visto, ma questa mattina, in una scuola appunto a Kazan, in Russia, sono stati uccisi da parte di un terrorista armato mi pare 9 bambini e quindi mi sembra doveroso tributare loro un minuto di silenzio.

PRESIDENTE

Come diceva anche per quello che è successo a Kabul nella scuola femminile appunto qualche ora fa. Assolutamente aderisco alla richiesta. Un minuto di silenzio.
Il Consiglio regionale osserva un minuto di raccoglimento

PRESIDENTE

Grazie.
Riprendiamo con l'ordine del giorno.
PUNTO
6



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI RIZZOTTO, BORON, MICHIELETTO, VIANELLO, CESTARI, ZECCHINATO, SPONDA E FORMAGGIO RELATIVA A "MODIFICA ALLE LEGGI REGIONALI 23 APRILE 2004, N. 11 "NORME PER IL GOVERNO DEL TERRITORIO E IN MATERIA DI PAESAGGIO" E 14 GIUGNO 2013, N. 11 "SVILUPPO E SOSTENIBILITÀ DEL TURISMO VENETO"". (PROGETTO DI LEGGE N. 34) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 10/2021)

Relazione della Seconda commissione consiliare.
Relatore: consigliera Rizzotto. Correlatore: consigliera Ostanel
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
Signor Presidente, colleghi Consiglieri
La presente proposta normativa è volta ad abrogare la fattispecie dei progetti strategici per il turismo la cui procedura di approvazione, qualora gli stessi comportino variante ai piani urbanistici e territoriali e siano, pertanto, di interesse regionale, è contenuta nel comma 2 ter dell'articolo 26 della legge regionale n. 11/2004 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio". Tale articolo dispone infatti che i progetti strategici per il turismo (articolo 42, comma 7, della legge regionale 14 giugno 2013, n. 11 ) sono di interesse regionale qualora comportino variante ai piani urbanistici e territoriali e sono approvati ai sensi dell'articolo 32 della legge regionale 29 novembre 2001, n. 35 "Nuove norme sulla programmazione". Su questa normativa si sono successivamente innestate altre disposizioni urbanistiche e, in particolare, la legge regionale n. 14/2017 , sul contenimento del consumo del suolo, dalla combinata analisi delle quali emerge, in estrema sintesi, che i progetti strategici turistici che comportino variante ai piani urbanistici e territoriali sono qualificati come progetti di interesse regionale e la vigenza del comma 2 ter del predetto articolo 26 della L.R. n. 11/2004 fa assumere agli stessi rango analogo a quello degli interventi attuativi del PTRC, dei piani d'area e dei progetti strategici del PTRC, disciplinati dai commi 1 e 2 del medesimo articolo 26, per i quali la deroga alla normativa sul contenimento del consumo del suolo è consentita senza necessità di particolari valutazioni e senza l'adozione di misure di mitigazione ed interventi di compensazione ecologica di cui all'articolo 4, comma 2, lettera f), della citata legge regionale n. 14/2017 , sul contenimento del consumo del suolo. Poiché attualmente, i progetti strategici per lo sviluppo turistico sono previsti dall'articolo 42, commi 7, 8 e 9, della legge regionale n. 11/2013 soprattutto in ragione della loro finanziabilità attraverso una apposita sezione del fondo di rotazione del turismo di cui all'articolo 45 della medesima legge, peraltro mai attivato, si ritengono non più attuali sia le previsioni contenute ai commi 7, 8 e 9 dell'articolo 42 della legge regionale n. 11/2013 sia quanto previsto dall'articolo 26, comma 2 ter, della legge regionale n.11 del 2004 che ne definiva la procedura approvativa. Con la presente proposta, pertanto, se ne propone l'abrogazione (articolo 1). Naturalmente la proposta in oggetto contiene una disciplina transitoria per i procedimenti in corso volta a salvaguardare le iniziative già avviate (articolo 2), con particolare riferimento ai progetti già presentati in Regione per i successivi adempimenti e per i quali sia intervenuta all'entrata in vigore della presente legge la deliberazione della Giunta regionale che dichiara e conferma la natura strategica del progetto. Va, infine, precisato che anche a seguito dell'abrogazione proposta eventuali progetti strategici per lo sviluppo turistico pur non trovando più una specifica disciplina nella legislazione di settore potrebbero, comunque, essere avviati qualora la Giunta regionale ne riconoscesse l'interesse regionale e approvati con le relative procedure previste dal vigente ordinamento e nel rispetto delle previsioni di cui alla legge regionale n. 14/2017 , sul contenimento del consumo del suolo. Infine gli articoli 3 e 4 2 riguardano, rispettivamente, la clausola di neutralità finanziaria e l'entrata in vigore della legge.
La Seconda Commissione, in considerazione della impossibilità di prevedere, ad oggi, una data certa per la costituzione del Consiglio delle Autonomie Locali e per la sua conseguente operatività, nelle more del rinnovo, al fine di dare continuità all'iter legislativo, ha ritenuto di non acquisirne il parere, in conformità a quanto previsto dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale in data 20 aprile 2021.
Avendo altresì acquisito i pareri favorevoli della Prima Commissione (seduta del 28 aprile 2021), ai sensi dell'articolo 66 del Regolamento, e della Sesta Commissione (seduta del 10 marzo 2021), ed essendosi avvalsa, in sede d'esame, dell'assistenza giuridica garantita dal Servizio Affari Giuridici e Legislativi del Consiglio e dell'assistenza tecnica della Direzione Pianificazione territoriale e della Direzione Turismo, la Seconda Commissione, ha concluso nella seduta del 29 aprile i propri i lavori in ordine al progetto di legge n. 34 e lo ha approvato a maggioranza per l'Aula.
Favorevoli il Presidente Rizzotto -con delega del Consigliere Sponda- ed i Consiglieri Bet, Boron, Cavinato, Centenaro, Michieletto, Vianello e Zecchinato (Zaia Presidente), Cestari e Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier), Formaggio e Soranzo (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni), Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto) e Valdegamberi (Misto). Astenuti i Consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde) ed Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).".

PRESIDENTE

La parola alla relatrice, collega Rizzotto, prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Questa proposta normativa è volta ad abrogare la fattispecie dei progetti strategici per il turismo, la cui procedura di approvazione, qualora gli stessi comportino variante ai piani urbanistici e territoriali e siano pertanto di interesse regionale, è contenuta nel comma 2 ter dell'articolo 26 della legge regionale 11/2004 'Norme per il governo del territorio in materia di paesaggio'. Tale articolo dispone, infatti, che i progetti strategici per il turismo – articolo 42, comma 7 della legge regionale 14 giugno 2013, n. 11 – sono di interesse regionale qualora comportino variante ai piani urbanistici e territoriali e sono approvati ai sensi dell'articolo 32 della legge regionale 35 del 2001 "Nuove norme sulla programmazione".
Su questa normativa si sono successivamente innestate altre disposizioni urbanistiche e in particolare la legge regionale 14/2017 sul contenimento del consumo del suolo, dalla combinata analisi delle quali emerge, in estrema sintesi, che i progetti strategici turistici che comportino variante ai piani urbanistici e territoriali, sono qualificati come progetti di interesse regionale. Nella vigenza del comma 2 ter del predetto articolo 26 della legge regionale 11/2004 fa assumere gli stessi rango analogo a quelli degli interventi attuativi del PTRC, dei Piani d'area e dei progetti strategici del PTRC, disciplinati dai commi 1 e 2 del medesimo articolo 26, per i quali la deroga alla normativa sul contenimento del consumo di suolo è consentita senza necessità di particolari valutazioni e senza l'adozione di misure di mitigazione e di interventi di compensazione ecologica di cui all'articolo 4, comma 2, lettera f), della citata legge 14/2017 sul contenimento del consumo del suolo.
Poiché attualmente i progetti strategici per lo sviluppo turistico sono previsti dall'articolo 42, commi 7, 8 e 9, della legge 11/2013, soprattutto in ragione della loro finanziabilità attraverso un'apposita sezione del bando di rotazione del turismo, di cui all'articolo 45 della medesima legge, peraltro mai attivato, si ritengono non più attuali sia le previsioni contenute ai commi 7, 8 e 9 dell'articolo 42 della legge regionale 11/2013, sia quanto previsto dall'articolo 26, comma 2 ter, della legge regionale 11 del 2004, che ne definiva la procedura approvativa.
Con questa proposta in oggetto, quindi, se ne propone l'abrogazione ed abbiamo inserito anche una disciplina transitoria per i procedimenti in corso, volta a salvaguardare le iniziative già avviate, con particolare riferimento ai progetti già presentati in Regione per i successivi adempimenti, per i quali sia intervenuta, all'entrata in vigore della presente legge, la deliberazione della Giunta regionale che dichiara e conferma la natura strategica del progetto.
Va, infine, precisato che, anche a seguito di questa abrogazione proposta, eventuali progetti strategici per lo sviluppo turistico, pur non trovando più una specifica disciplina nella legislazione di settore, potrebbero comunque essere avviati, qualora la Giunta regionale ne riconoscesse l'interesse regionale, e approvati con le relative procedure previste dal vigente ordinamento, nel rispetto delle previsioni di cui alla legge regionale 14/2017 sul contenimento del consumo del suolo. Infatti, gli articoli 3 e 4 riguardano rispettivamente, infine, la clausola di neutralità finanziaria e l'entrata in vigore della legge.
Abbiamo acquisito anche i pareri della Prima e della Sesta Commissione, che sono stati positivi, e oggi la portiamo in approvazione.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Correlatrice è la collega Ostanel. Chieda la parola con Concilium, grazie.
Prego, Ostanel.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di minoranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
la presente proposta di legge mira, nelle intenzioni, ad abrogare la fattispecie dei progetti strategici per il turismo.
Come emerso nelle Commissioni Seconda e Sesta, i progetti strategici, quando hanno rilevanza regionale, vanno in deroga ai limiti del consumo di suolo. Fino a qui bene.
Lo stesso progetto di legge introduce anche una norma transitoria che abbiamo dibattuto lungamente in commissione. All'inizio l'iter era molto vago, c'era il dubbio che una norma transitoria così poco precisa potesse indurre i Comuni a inviare quanti più progetti possibili prima dell'approvazione della norma. Quindi, durante la fase istruttoria, è stato determinato un limite più preciso identificato con la deliberazione di Giunta regionale che conferma la strategicità del progetto di cui all'allegato A della DGR 356 del 26 marzo 2019. Inoltre, sempre durante la fase istruttoria, è stato chiesto quali fossero le progettualità che sarebbero rientrate nella fase transitoria per comprendere meglio come per anni sia stata utilizzata questa norma anche per consumare del suolo: probabilmente si sarebbe dovuto fare un'analisi più puntuale della necessità di consumare quel suolo accanto al progetto turistico.
Abbiamo, ad esempio, un progetto che riguarda l'area dei Colli Padovani su Teolo per la realizzazione di un anello cicloturistico dei Colli Euganei. Sembrerebbe una progettualità positiva, con un completamento della pista ciclabile lungo la SP 89 in via Euganea. Ma a fronte di questo intervento è anche prevista, a Praglia, la realizzazione di un piano di lottizzazione al frutteto. Il consigliere Sinigaglia e il consigliere Ruzzante, all'epoca, avevano chiesto delle spiegazioni su questo piano di lottizzazione che prevedeva la costruzione di 8.000 metri cubi di residenziale in un'area strategica, quella dei Colli, nella quale il progetto strategico sul turismo avrebbe senso se fosse dedicato a favorire il cicloturismo. In realtà queste progettualità nascondono - e le altre più o meno sono simili - delle lottizzazioni in aree spesso definite come strategiche non solo per il turismo ma anche perché nei pressi ci sono delle aree ambientali da tutelare e appunto questo è il dispositivo che noi oggi andiamo a modificare.
Quindi fino a qui l'intervento riguarda una norma che effettivamente andava modificata, era tempo che si doveva farlo e finalmente lo si sta facendo.
Esiste un "ma" che deve essere evidenziato: infatti, la legge e la relazione della legge sostengono che non si ritiene più attuale la previsione contenuta nei commi 7, 8 e 9 dell'articolo appunto 42 della legge regionale 11 del 2013 con riferimento alla legge sul contenimento del consumo di suolo del 2017. Quindi la domanda è: si stanno davvero abrogando tutte le strade per permettere che venga fatto consumo di suolo in deroga attraverso l'uso dei progetti strategici del turismo? Cioè, si sta davvero eliminando, come la relazione specifica, la possibilità che da oggi in Veneto si possa derogare al consumo di suolo per le progettualità strategiche del turismo?
La risposta è no, perché l'articolo 26 della legge 11 del 2004, comma 1 bis, recita: "i progetti strategici possono altresì essere individuati e approvati dalla Giunta regionale, previo parere della Commissione consiliare competente in materia di pianificazione territoriale purché siano coerenti con i criteri e gli indirizzi del PTRC".
È ovvio che questa norma è diversa dall'articolo 11 della legge sul contenimento del consumo di suolo del 2017 che, invece, descrive una procedura molto più complessa rispetto alle compensazioni che si devono attivare nel caso in cui si deroghi al consumo di suolo e, soprattutto, c'è un iter di controllo rispetto alle progettualità di interesse regionale più stringente.
Allora la questione è duplice: da un lato, la Giunta non ha ancora elaborato i criteri secondo i quali si dovrebbe compensare l'eventuale consumo di suolo in questi progetti. Se l'intenzione è quella di abrogare i progetti strategici del turismo che consumano suolo e di far entrare le nuove progettualità nella legge del 2017 rispetto alla quale mancano ancora i criteri di compensazione, allora va evidenziato che sul punto l'attività normativa è in ritardo. A partire da questa proposta.
In secondo luogo l'articolo 26, comma 1 bis, della legge regionale 11 del 2004, comunque, reintroduce i progetti strategici regionali che sono contemplati anche dall'articolo 11 della legge regionale 14/2017.
Inoltre, l'articolo 12 della legge sul consumo di suolo del 2017 prevede tutta una serie di deroghe per cui negli anni si è potuto aggirare quei principi che quella legge poneva ed istituiva, diversamente il Veneto non sarebbe la prima Regione per consumo di suolo secondo i dati ISPRA dell'anno scorso. Nello specifico alla lettera h) il predetto articolo 12 stabilisce che possano derogare ai limiti sul consumo di suolo: "gli interventi attuativi delle previsioni contenute nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC), nei Piani di area e nei progetti strategici di cui alla legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 ".
In conclusione la domanda è: si sarebbe potuto fare meglio? E la risposta è sì, perché si dovevano chiudere tutte le porte di servizio attraverso le quali i progetti strategici regionali (sul turismo o meno) consumano suolo in assenza di linee guida precise da parte della Giunta regionale per le compensazioni.
E sulle modalità di compensazione moltissimi Stati, uno tra questi la Germania, prevedono che se è consumato un ettaro di terra allora deve essere rigenerato un ettaro di terra. Questo significa che il fondo per la rigenerazione urbana della legge 14/2017 o i crediti da rinaturalizzazione devono essere resi concreti, fondi che devono andare ai Comuni per permettere di attuare davvero una legge che è stata approvata ma che non ha ancora le gambe per correre.
L'ultima questione presa in considerazione è stata: si sarebbe potuto limitare il consumo di suolo anche su questo provvedimento?
Esaminando l'iter di approvazione di un progetto strategico emerge che con le disposizioni transitorie vengono fatti salvi i progetti che hanno già ottenuto la delibera della Giunta regionale che ne certifica la strategicità. Sarebbe stato più opportuno "alzare l'asticella" e mantenere solo i progetti giunti ad uno stadio più avanzato, ad esempio, quello per il deposito delle osservazioni da parte dei portatori di interesse sul territorio.
Emerge dunque chiaramente come dietro una norma apparentemente positiva ci sia in realtà una iperproduzione normativa che consente di far rientrare deroghe ai limiti del consumo di suolo dalla "porta di servizio". Che senso ha?
L'intenzione è quella di raccontare che c'è la volontà di consumare zero suolo anche se in realtà non è così, oppure c'è stato un errore e non ci si è accorti che si dovevano modificare anche altre norme?
In questo senso è volta la manovra emendativa che sarà presentata, per cercare, davvero, di raggiungere le finalità della norma e della relazione oggi proposte ossia evitare che i progetti strategici del turismo non consumino suolo in deroga ai limiti imposti dalla legge 14/2017.".

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
La presente proposta di legge mira ad abrogare, nelle intenzioni, la fattispecie dei progetti strategici per il turismo che, di fatto, come abbiamo discusso anche in Commissione Seconda e in Commissione Sesta, sosteneva che vi era un interesse regionale qualora andassero in deroga ai limiti del consumo di suolo. Quindi mi verrebbe da dire: fino a qui bene.
Lo stesso progetto di legge introduce anche una norma transitoria, che abbiamo dibattuto lungamente nelle Commissioni consiliari, la Sesta e la Seconda. All'inizio l'iter era molto vago, avevamo il dubbio e noi per primi, io per prima l'avevo sollevata anche in Commissione che, essendo così poco precisa la norma transitoria, potesse essere un momento per cui i Comuni mandavano, inviavano delle progettualità su questo tipo di progetti strategici e che quindi non si capisse fino a dove noi stavamo, appunto, ponendo e definendo una sorta di moratoria per questa norma. Quindi durante la Commissione si è pensato di dare un limite più preciso ed è stato posizionato questo limite proprio prendendo l'allegato A della DGR 356 del 26 marzo 2019, ponendo che la transitorietà si ha quando queste progettualità hanno raggiunto la deliberazione di Giunta regionale con la quale si conferma la strategicità del progetto.
Abbiamo chiesto anche in Commissione quali fossero le progettualità che, con questa norma transitoria, venissero, appunto, definite e salvate in qualche modo e, quindi, che non rientrano nei limiti del consumo di suolo. Ce ne sono alcuni e mi piaceva nella controrelazione, anche a beneficio dell'Aula, spiegarne alcune, proprio per comprendere meglio il fatto che per anni, ahimè, sia stata utilizzata questa norma anche per consumare del suolo, probabilmente dove si sarebbe dovuta fare un'analisi più puntuale della necessità di consumare quel suolo accanto al progetto turistico.
Allora abbiamo, ad esempio, un progetto che riguarda l'area dei Colli Padovani su Teolo, la realizzazione di un anello cicloturistico dei Colli Euganei, e fino a qui sembrerebbe una progettualità positiva, con un completamento della pista ciclabile e anche questo potrebbe essere positivo, lungo la SP 89 in via Euganea Praglia e la realizzazione – e qui arrivo al dunque – di un piano di lottizzazione al frutteto. Andando a guardare, tra l'altro nel sito della Regione, a queste progettualità e, tra l'altro, andando a vedere anche quello che il Consiglio regionale aveva fatto negli anni precedenti, il consigliere Sinigaglia come il consigliere Ruzzante all'epoca avevano chiesto delle spiegazioni, ad esempio su questo piano di lottizzazione che prevedeva la costruzione di 8.000 metri cubi di residenziale. Questo proprio in un'area strategica, quella dei Colli, dove appunto un progetto strategico sul turismo che poteva avere senso, se fosse dedicato a favorire il cicloturismo in quell'area in cui c'è molto bisogno, ma in realtà queste progettualità poi nascondevano – e le altre più o meno sono simili – delle lottizzazioni in aree tra l'altro spesso definite come strategiche appunto non solo per il turismo, ma anche perché magari lì dietro ci sono delle parti ambientali da tutelare e appunto questo è il dispositivo che noi oggi andiamo a modificare.
Quindi fino a qui mi verrebbe dire appunto che stiamo intervenendo su una norma che andava modificata, era tempo che si doveva farlo e finalmente lo si sta facendo. Però, esiste un "ma" che nella controrelazione voglio porre all'attenzione dell'Aula, perché la legge e la relazione della legge sostiene che appunto, ad oggi, abrogando questa, si ritiene più attuale la previsione contenuta nei commi 7, 8 e 9 dell'articolo 42 della legge regionale 11 del 2013 e ovviamente si fa riferimento alla nuova legge sul consumo di suolo del 2017.
Però la domanda che mi sono posta per preparare la controrelazione è: stiamo davvero abrogando tutte le strade per permettere che venga fatto consumo di suolo in deroga, attraverso l'uso dei progetti strategici del turismo? Cioè stiamo davvero togliendo, come la relazione specifica identifica, io sono d'accordo, il fatto che da oggi in Veneto si possa derogare al consumo di suolo per le progettualità strategiche del turismo?
La risposta è no, perché l'articolo 26 della legge 11 del 2004, comma 1 bis, recita: "Progetti strategici articolo 26: i progetti strategici possono, altresì, essere individuati e approvati dalla Giunta regionale, previo parere della Commissione consiliare competente in materia di pianificazione territoriale, purché siano coerenti con i criteri e gli indirizzi del PTRC". È ovvio che questa norma è diversa dall'articolo 11 della legge sul consumo di suolo del 2017 che, invece, recita e descrive una procedura molto più importante rispetto alle compensazioni che si devono attivare nel caso in cui si vada, appunto, in deroga al consumo di suolo e soprattutto c'è un iter di controllo rispetto alle progettualità del PTRC più stringente.
Allora, qui la questione è duplice: da un lato, la Giunta non ha ancora elaborato i criteri secondo i quali noi dovremmo compensare l'eventuale consumo di suolo di questi progetti. Io credo che siamo in un momento di ritardo e, nel momento in cui noi diciamo che abroghiamo i progetti strategici del turismo che consumano suolo e se diciamo che facciamo entrare le nuove progettualità nella legge del 2017, mancano i criteri di compensazione. Su questo siamo in ritardo e quindi questa è una lacuna dei vari riferimenti alle norme su cui oggi stiamo lavorando, a partire dal PdL 34.
In secondo luogo, come vi ho detto prima, l'articolo 26 comunque reintroduce dalla porta i progetti strategici regionali, quindi non abbiamo in vigore solo la legge 2017, articolo 11, ma abbiamo anche l'articolo 26 della legge 11 del 2004.
Oltre a questo, andiamo a vedere anche la legge sul consumo di suolo del 2017, che conosco bene anche per questioni lavorative e quindi la domanda che mi sono posta è: andiamo subito a vedere l'articolo 12 di quella legge, che, ovviamente, nelle disposizioni finali nel corso degli anni ha messo tutta una serie di deroghe alla legge sul consumo di suolo zero al 2050, i cui obiettivi sono assolutamente condivisibili. Per fortuna è stata approvata, ma l'articolo 12 è, appunto, quella norma che permette tutta una serie di deroghe ai Comuni – e voi, da amministratori, credo che ve ne siate resi conto – per cui negli anni si è potuto derogare proprio a quei principi che quella legge poneva ed istituiva, altrimenti non saremmo la prima Regione per consumo di suolo dai dati ISPRA dell'anno scorso.
Allora, nelle disposizioni finali l'articolo 12, alla lettera h) recita: "Gli interventi attuativi delle previsioni contenute nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC), nei Piani di area e nei progetti strategici di cui alla legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 ". Queste sono le deroghe che si possono indicare all'interno della legge del 2017.
Di conseguenza, analizzando e preparando questa controrelazione, mi sono posta questa questione e ho cercato di rispondere a questa domanda per capire cosa stessimo approvando oggi e se si poteva essere d'accordo con la norma che stiamo approvando: avremmo in qualche modo potuto fare meglio? Sì, perché avremmo potuto togliere tutte le porte di servizio attraverso le quali i progetti strategici regionali sul turismo o meno producono consumo di suolo in assenza di linee guida precise da parte della Giunta regionale per le compensazioni. E aggiungo una cosa, un parere: come si compensa in questo consumo di suolo strategico in tantissimi Stati e la Germania, che è avanti anni luce rispetto a queste questioni, dice semplicemente: se io consumo un ettaro di terra, devo rinaturalizzare un ettaro di terra oppure devo rigenerare un ettaro di terra. Quindi, significa che il nostro fondo per la rigenerazione urbana della legge 2017 o i crediti di rinaturalizzazione devono essere resi concreti, fondi che vanno ai Comuni per permettere di attuare davvero una legge che abbiamo approvato ma che, ahimè, ad oggi non ha ancora le gambe per correre.
Poi chiudo con l'ultimo punto, un'ultima questione che mi sono posta: avremmo potuto limitare il consumo di suolo anche su questo provvedimento? Io ho recitato prima alcuni dei cinque progetti che andiamo a condonare, appunto, con la norma transitoria, senza incorrere in ricorsi, perché ovviamente mi sono posta anch'io la questione che la relazione pone rispetto al fatto che non si potevano cancellare forse tutti tout court. Allora sono andata a vedere di nuovo l'allegato A della DGR 356 del 26 marzo 2019: noi abbiamo posto un'asticella, abbiamo condonato, a partire da questo punto, quindi da quando i progetti strategici regionali hanno la delibera di Giunta. Ma l'iter è più lungo e l'iter è più lungo non a caso, è più lungo, perché soprattutto dopo due passaggi abbiamo la fase istruttoria da parte dei Comuni e delle comunità locali: la raccolta delle osservazioni.
Allora, se io avessi dovuto porre un limite entro il quale porre una deroga e, quindi, una transitorietà ad una norma che stiamo approvando, l'asticella l'avrei posta più giù: avrei detto di rendere operabili, condonabili quelle progettualità che hanno ricevuto il parere non solo della Giunta regionale, ma che hanno fatto poi l'iter di ritorno al Comune di competenza e hanno raccolto le osservazioni locali di cittadini e cittadine, con la procedura che è prevista già da questa DGR, quindi non bisogna aggiungere nulla, che sono appunto una conferenza dei servizi che sottoscrive lo schema e il fatto che, eventualmente pervengano delle osservazioni, si hanno una ventina di giorni per poterlo fare.
Allora qui chiudo. Credo di aver spiegato bene che spesso, dietro una norma che sembra essere positiva, perché quello che stiamo approvando ha un pensiero di positività rispetto a cancellare il progetto strategico del turismo che consuma suolo in deroga, ma per essere certi di cosa stiamo votando, bisogna fare un lavoro a ritroso di andare a vedere tutte le norme in una iperproduzione normativa, io credo, che abbiamo prodotto nel corso degli anni, soprattutto sulla pianificazione urbana e che lascia rientrare dalla porta di servizio tutta una serie di progettualità che sono esattamente quelle che oggi andiamo a cancellare.
La mia domanda è: perché ci mettiamo ad approvare una norma positiva e poi lasciamo la porta di servizio a quella stessa norma in altri dispositivi esistenti? O vogliamo raccontare qualcosa che non è vero, cioè stiamo raccontando che siamo per il consumo di suolo zero ma in realtà non ci vogliamo realmente arrivare, oppure abbiamo sbagliato e non ci siamo accorti che altre norme andavano modificate, cancellate, abrogate.
Allora dopo presenterò una proposta emendativa che va appunto a ricalibrare tutte queste questioni per cercare davvero di raggiungere le finalità della norma e della relazione che oggi proponiamo, cioè quella di fare in modo che i progetti strategici del turismo non consumino suolo in deroga alle norme esistenti, la nostra legge del 2017 sul consumo di suolo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Sono stati distribuiti cinque emendamenti: quattro del correlatore e uno molto tecnico del relatore e anche un ordine del giorno. Do dieci minuti per eventuali subemendamenti.
Ho la richiesta, in discussione generale, dell'assessore Corazzari, prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie.
Rispetto all'illustrazione dei relatori, io vorrei solamente aggiungere un elemento di novità che riguarda quelli che sono i criteri per l'individuazione degli interventi di interesse regionale, che sono quelli previsti dall'articolo 11 della legge sul consumo del suolo. Volevo sottolineare, come Giunta, che sono stati il frutto di un lavoro che ci ha impegnato negli ultimi mesi, sono pronti e quindi saranno presentati all'attenzione della Commissione e poi adottati dalla Giunta.
Per questa ragione una delle argomentazioni viene assolutamente a trovare l'impegno della Giunta in questa direzione.
Aggiungo che questo provvedimento di legge va nella direzione proprio di andare a ridurre lo spettro delle deroghe alle norme sul contenimento del suolo introdotte dalla legge del 2017 e per noi, pertanto, rappresenta la continuazione di un percorso che proseguirà poi con un altro provvedimento di legge importante, su cui sta lavorando la Presidente della Commissione, che è quello relativo ai SUAP. Pertanto arriverà a mettere a sistema una situazione più strutturata e che vedrà un'attinenza e un riferimento maggiore a quelle che sono le prescrizioni della legge, con una diminuzione di tante deroghe che, in sede di prima applicazione, abbiamo potuto constatare; ma era necessario constatarlo anche perché questa è una legge di sistema che andava a incidere a 360 gradi su un comparto e abbiamo potuto constatare che effettivamente ci sono stati dei veicoli per poter addivenire alla realizzazione anche di progettualità molto importanti ed impattanti sul territorio.
Per questa ragione il legislatore si è assunto e si assume, con questo provvedimento di legge e con quello che arriverà, la responsabilità di andare a comunque a contenere o a riportare nell'alveo della legge del contenimento del consumo del suolo.
Invece ritengo sbagliato quello che è il contenuto della manovra emendativa, che abbiamo visto, della consigliera Ostanel, che vuole privare la Giunta di quella che è la previsione, che è stata introdotta con l'ordinamentale del 2019, di valutare la strategicità di progetti specifici da parte della Giunta che vadano oltre quelli previsti dal PTRC, un PTRC che, come sappiamo, viene molto da lontano e che quindi non può essere oggi continuativamente la fotografia delle esigenze di un Veneto, che invece potrebbe avere di fronte la necessità di valutare nuovi progetti e nuove realtà. Pertanto, con questo articolo viene lasciata questa possibilità alla Giunta, una facoltà che ritengo sia importante per una capacità di adattamento anche delle politiche in tema urbanistico della Regione e anche per la capacità di cogliere delle opportunità che possono presentarsi da qui al futuro, ragione per cui questa deroga è quantomai importante.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Io non vedo interventi in discussione generale.
Ostanel ha chiesto la parola per intervenire, mi pare, almeno da un gesto che mi sembra di aver visto.
Siamo in discussione generale in questo momento.
Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Mi permetto di reintervenire su una questione fondamentale. Intanto è bene sapere che la Giunta sta velocizzando l'approvazione dei criteri e poi presenterò un ordine del giorno su questo perché ritengo che, oltre alla velocità, si debbano, probabilmente, identificare anche alcune linee guida per questi criteri perché, se poi ascolto l'altro pezzo dell'intervento dell'Assessore, dare il mandato alla Giunta di definire la strategicità potrebbe essere utile, magari, ma nel momento in cui noi abbiamo la sicurezza che l'unica norma che è il nostro riferimento è quella del 2017.
Come ho detto prima, rispetto a questo provvedimento specifico, noi abbiamo tutta una serie di interventi che, invece, appartengono e rientrano in una serie di altri articoli di altre norme e questa è una questione, guardate, che non è solo politica, ma è una questione di pensare che qualsiasi Comune si trovi di fronte a diverse vie per fare la stessa cosa, nel momento in cui noi abbiamo una legge che abbiamo approvato, quella più recente del 2017, che ha un obiettivo indicato nella sua introduzione e nel dispositivo molto positiva, poi ogni Comune trova altre vie, anche in una confusione normativa che non gli permette spesso di capire qual è l'iter da seguire.
Quindi non è solo una questione politica, è anche una questione tecnica per i nostri amministratori e dico di nuovo che è bene che ci si velocizzi nel definire i criteri e quindi veramente invito poi a vedere anche l'ordine del giorno che è stato distribuito, perché quello è l'intento di quell'ordine del giorno, non solo velocizzare, ma anche indicare e prescrivere che quelle linee guida devono essere aderenti alla legge del 2017 e non ad altre, che sono ormai superate da quella del 2017 e lo avete deciso quando io non ero qui. L'altra questione è dire: diamo alla Giunta la delega in bianco di approvare i progetti strategici, perché allora vuol dire che quello che stiamo approvando oggi non è la chiara volontà di derogare al progetto strategico che va in deroga al consumo di suolo, vuol dire comunque lasciare le mani libere alla Giunta per poterlo fare quando vuole e questo non è l'intento che io avevo letto nella relazione introduttiva di questo progetto di legge.

PRESIDENTE

Grazie.
Io non vedo altri interventi, quindi dichiaro chiusa la discussione generale.
Se non ci sono repliche, io direi che mancano ancora tre minuti per gli eventuali subemendamenti, ma non mi pare ci sia un lavoro in corso in tal senso, quindi deve esserci il parere dell'Ufficio di Presidenza della Seconda Commissione.
Allora, diamo dieci minuti, sospendiamo la seduta e l'Ufficio di Presidenza della Seconda Commissione si ritrova in Sala del Leone con l'Assessore e anche con chi è interessato eventualmente a questo progetto di legge.
Riprendiamo alle 14.45. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 14.32
La Seduta riprende alle ore 14.53

PRESIDENTE

Bene, abbiamo relatore, correlatore e Assessore in Aula.
Colleghi, se ci accomodiamo, riprendiamo la seduta con la votazione degli emendamenti, quindi riaggiornate Concilium, perché c'è stata anche la funzione che ha caricato emendamenti e ordini del giorno: per aggiornare c'è in alto a destra il simboletto.
Bene, riprendiamo la seduta.
Siamo sull'articolo 1 del Pdl 34.
Emendamento n. B0001, presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 1, lettera A, modificativo, che prevede:
"L'art. 1 co. 1 lett. a) è così modificato:
a) I commi 1 bis e 2 ter dell'articolo 26 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 "norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio", l'articolo 15 della legge regionale 29 novembre 2013, n. 32 "nuove disposizioni per il sostegno e la riqualificazione del settore edilizio e modifiche di leggi regionale in materia urbanistica ed edilizia", l'articolo 17 della legge regionale 20 aprile 2018, n. 15 "legge di semplificazione e di manutenzione ordinamentale 2018", l'articolo 10 comma 1della legge regionale 25 luglio 2019, n. 29 "legge di adeguamento ordinamentale 2018 in materia di governo del territorio e paesaggio, parchi, trasporto pubblico, lavori pubblici, ambiente, cave e miniere, turismo e servizi all'infanzia".
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Come dicevo nella mia controrelazione, questo emendamento cerca di togliere una porta di servizio dentro la quale si potrebbero trovare delle progettualità simili a quelle che oggi il progetto di legge sta provando ad abrogare, perché se voi avrete tempo, magari tornati dal Consiglio, di andare a vedere le due leggi, quella del 2017 e quella del 2004, trovate in quella del 2004 l'articolo 26, che si chiama proprio "Progetti strategici".
Il provvedimento di oggi mirava a togliere un articolo, che è il 2 ter, quello che stiamo discutendo nel progetto di legge, a firma della consigliera Rizzotto e oggi io propongo, con questo emendamento, di togliere anche l'articolo 1 bis. Perché di togliere anche l'articolo 1 bis? Perché qui i progetti strategici, anche quelli turistici, potranno ovviamente rientrare dalla porta in base a questo articolo.
Perché l'ho fatto? Perché abbiamo una legge sul consumo di suolo approvata nel 2017 che, all'articolo 11, parla di accordi di programma per interventi di interesse regionale e dà proprio una procedura più chiara e impone che, nel caso in cui si consumi suolo, esso venga rigenerato almeno parimenti con una serie di linee guida che la Giunta deve ancora approvare e quindi, semplicemente per stare nel principio del progetto di legge che oggi viene proposto dalla consigliera Rizzotto e per renderlo realmente attuabile, io ho pensato con questo emendamento di togliere anche il punto 1 bis dell'articolo 26. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento B0001 col parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Siamo sull'articolo 1.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 2, su cui ci sono emendamenti.
Emendamento B0002, presentato dalla consigliera Ostanel, aggiuntivo, che prevede:
Dopo l'art. 1 è aggiunto il seguente articolo:
"Art. 1bis - modifica dell'articolo 12 della legge regionale 6 giugno 2017, n. 14 "Disposizioni per il contenimento del consumo di suolo e modifiche della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio".
1. La lettera h) del comma 1 dell'articolo 12 della legge regionale 6 giugno 2017, n. 14 è così sostituita:
"h) gli interventi attuativi delle previsioni contenute nei progetti strategici di cui all'articolo 26, comma 1, della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 nonché, alle condizioni di cui all'articolo 11, gli interventi attuativi delle previsioni contenute nel piano territoriale regionale di coordinamento (PTRC) e nei piani di area.".
Lo dà per letto.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento B0002 col parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento B0003, presentato dal consigliere Ostanel, articolo 2, comma 1, modificativo, che prevede:
All'art. 2 comma 1 le parole "per i quali sia intervenuta all'entrata in vigore della presente legge la deliberazione della Giunta regionale che dichiara e conferma la natura strategica del progetto" sono sostituite dalle parole "per i quali, all'entrata in vigore della presente legge, siano decorsi i termini per la raccolta di osservazioni".
La collega Ostanel chiede la parola e ne ha facoltà. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Questo è un emendamento importante perché ad oggi, con la norma transitoria, noi stiamo appunto prevedendo il salvataggio di alcune progettualità che rientravano nella vecchia modalità di presentazione, per un totale di circa un 5% del totale di suolo consumato in un anno in Veneto, che non è poco.
Ovviamente, per cercare di tutelare il diritto eventualmente acquisito di alcune di queste progettualità, semplicemente si propone in questo emendamento di spostare l'asticella dell'approvazione della norma transitoria, prendendo la DGR 356 del 2019 e quindi portando dalla delibera di Giunta, che è come oggi, facendola invece scendere a quando l'osservazione è pervenuta anche dal Comune e sono anche pervenute le eventuali osservazioni di cittadini, cittadine, comitati e associazioni che si esprimono rispetto alla progettualità.
In questa maniera si permetterebbe appunto eventualmente di non condonare alcune delle cinque progettualità che oggi stiamo approvando, ripeto, per un totale del 5% del territorio che consumiamo in un anno, che sono circa 785 ettari in Veneto, contrariamente a quanto dice la nostra legge del 2017 verso il consumo di suolo zero.

PRESIDENTE

Grazie.
Il collega Lorenzoni chiede la parola, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Solo per sostenere quanto sollecitato dalla collega Ostanel, nel senso che questa legge ha nel titolo degli enunciati molto condivisibili e importanti legati alla conservazione del suolo, però poi nei fatti apre a delle deroghe di fatto. Allora è un po' come dire: abbiamo necessità di andare in salita, intanto scendiamo e poi saliremo.
Io non credo che sia il modo giusto, nel senso che le stesse flessibilità che io riconosco che debbano essere date alla Giunta regionale nella decisione relativa a progetti strategici poteva essere data in modo diverso, per esempio chiedendo di acquisire per questi progetti dei crediti edilizi anche in altri territori, cioè si poteva configurare meglio questo tipo di flessibilità indispensabile per alcune progettualità.
Il non prevedere questo tipo di vincolo che possa essere stringente, significa, di fatto, non voler andare nella direzione della riduzione del consumo di suolo, ma semplicemente rimandare – sine die, mi viene da dire perché ci riferiamo a una legge del 2017 – le iniziative a favore della riduzione del consumo di suolo.
È un peccato perché accettare l'emendamento della collega Ostanel poteva aiutare a mettersi nella direzione giusta. Non lo si vuole fare, ci è stato detto per una scelta politica, ne prendiamo atto, però è una scelta politica che io non credo faccia l'interesse dei cittadini del Veneto, perché la stessa flessibilità la potevamo ottenere con dei meccanismi diversi.
Allora io dico: facciamo attenzione a non mettere dei criteri innovativi e dei criteri di tutela del territorio perché poi qualcuno si chiederà conto di questo.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola l'assessore Corazzari, prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
Solo perché, visto che la consigliera Ostanel ha citato dei dati che non ho capito su che base sono stati calcolati, però i progetti strategici turistici di interesse regionale, che sono stati attualmente presentati, che sono in istruttoria e che, con l'emendamento Ostanel, non potrebbero più andare avanti, sono sei, di cui uno comunque non va avanti perché non è stata fatta la DGR, quindi ne restano cinque, e che consumano suolo ce ne sono solo tre, per un totale di 19 ettari.
Quindi mi pare di capire che non sia un impatto così importante come quello percentualmente citato, non su che base di calcoli, dalla consigliera Ostanel, invece ci sono altri interventi che riguardano altre tematiche che non apriamo oggi, che sono molto molto più impattanti per singolo intervento.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento B0003 con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Abbiamo un altro emendamento, sempre sull'articolo 2, ed è del relatore
Emendamento B0004 presentato dal consigliere Rizzotto, articolo 2, comma 1, modificativo, che prevede:
All'articolo 2 comma 1 le parole: "di cui alla deliberazione della Giunta regionale" sono sostituite dalle seguenti: "di cui alle deliberazioni della Giunta regionale n. 450 del 7 aprile 2015 "Progetti strategici turistici di interesse regionale, art. 42, comma 7, L.R. 11 / 2013 e art. 26, comma 2 ter, L.R. 11/2004 . Disposizioni operative." pubblicata nel BUR n. 44/2015, e".
Lo dà per illustrato.
Con il parere favorevole del relatore metto in votazione l'emendamento n. B0004.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
C'è un ultimo emendamento sull'articolo 2.
Emendamento B0005, presentato dal consigliere Ostanel, articolo 2, modificativo, che prevede:
Dopo il comma 1 dell'art. 2 All'art. 2 è aggiunto il seguente comma:
1bis. Le disposizioni di cui all'art. 1, comma 1, lett. a), relative all'abrogazione del comma 1 bis dell'art. 26 della lr 11-2004 non si applicano ai procedimenti relativi ai progetti strategici regionali in corso alla data di entrata in vigore della presente legge per i quali continua a trovare applicazione la normativa previgente".
La collega Ostanel chiede l'intervento. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo è l'esemplificazione del fatto che noi oggi non stiamo cancellando la strategicità dei progetti regionali come da intenzione di questa norma perché, se noi andiamo a vedere la legge del 2017, avremmo appunto la possibilità, all'articolo 11, in accordi di programma per interventi di interesse regionale, di avere una procedura molto più chiara rispetto a quella dell'articolo 26 della legge del 2004, che prima provavo a cancellare ma con il parere negativo.
In più, come ho detto anche nella relazione, all'articolo 12 nelle disposizioni finali la legge del 2017 ha previsto una serie di deroghe, tra cui ve n'è una in particolare, che riguarda quello che stiamo discutendo oggi, il punto h), dove gli interventi attuativi delle previsioni contenute nel Piano territoriale, quindi nel PTRC, nei piani di area e nei progetti strategici di cui alla legge 23 del 2004 che era quella che citavo prima, quindi l'articolo 26, qui dentro ci possono rientrare.
Quindi davvero io mi chiedo e lo dirò anche nell'intervento conclusivo per definire l'intenzione di voto di questo provvedimento, perché noi oggi stiamo definendo, appunto, e dicendo che stiamo approvando una norma che limita il consumo di suolo per alcune progettualità strategiche e poi in realtà sarà possibile da domani farlo comunque in base alle norme esistenti del 2004, senza rispettare l'articolo 11 della norma più recente che questa Regione ha approvato sul consumo di suolo zero.

PRESIDENTE

Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io prendo l'occasione e lo spunto da questo ultimo emendamento sia per fare un ragionamento che riguarda le proposte emendative, sia perché vorrei che fosse chiaro cosa avviene costantemente in questo Consiglio regionale.
Noi oggi stiamo approvando un progetto di legge, il n. 34, a prima firma della Presidente Rizzotto, progetto di legge di un articolo e mezzo, quindi non una quantità di materiale particolarmente impegnativo, sul quale però abbiamo discusso lungamente in Seconda Commissione in sede referente, ma anche in Sesta e in Prima, e abbiamo voluto discutere e approfondire perché ci interessava capire esattamente qual era l'obiettivo che con questo articolo e mezzo ci proponevamo di seguire. Infatti il fatto che ci si preoccupasse dei casi in cui un progetto strategico del turismo potesse, proprio per questa sua finalità turistica, entrare in conflitto con una legge molto importante come quella del consumo di suolo, era un principio che difficilmente non si può condividere e che tenta e tentava di costruire una relazione che noi auspicavamo positiva tra il grande tema dello sviluppo, della necessità di andare avanti rispetto alle sfide della modernità e anche, però, contestualmente costruire le condizioni per mettere in garanzia quel patrimonio che è l'ambiente.
Quindi, malgrado si tratti di una leggina di un articolo e mezzo avevamo provato a capire in che modo potessimo insieme costruire un percorso che andava in questa direzione e abbiamo capito, nel corso dell'approfondimento, per il quale ringrazio la correlatrice Ostanel, che in realtà questo è un percorso che si vuole percorrere solo a metà, quindi non pienamente. Ma anche questo è un principio politico, discutibile, ma che ha un suo senso, cioè di fronte allo strumento del piano strategico, c'è uno strumento che, in maniera totalmente discrezionale nelle mani della Giunta, può consumare più suolo, e si è scelto di mettere un po' di freni a rallentatore. Quindi noi abbiamo cercato, attraverso la discussione in Commissione e attraverso una serie di proposte emendative, di definire insieme quali potessero essere i passi, gli step e le modalità con cui, avvicinarci all'obiettivo di consumo di suolo zero.
Ecco, io vorrei che fosse chiaro, come dicevo all'inizio, cosa avviene in questo Consiglio regionale perché, rispetto a queste nostre richieste, che potevano essere tecniche ma anche di natura politica, le risposte che ci sono state date in Ufficio di Presidenza sono: "Forse non è chiaro: decidiamo noi come fare questo percorso – con questa ambiguità di concepire il noi tra maggioranza e Giunta – e quindi la discussione con le minoranze rispetto alla velocità o alla tipicità del percorso non ci interessa farla. Quindi sugli emendamenti i pareri sono tutti negativi perché decidiamo noi, vogliamo che la Giunta abbia le mani libere perché della Giunta ci fidiamo e quindi ci approviamo la nostra proposta di legge per la cui approvazione evidentemente non abbiamo bisogno dei voti della minoranza".
Ecco, io vorrei, Presidente, che questi elementi rimanessero agli atti, ma non tanto per il singolo provvedimento che peraltro, ripeto, è un articolo e mezzo, ma rimandato indietro due volte anche dalla Prima Commissione perché, per quanto detto dallo stesso Ufficio Legislativo, era pure scritto in maniera poco chiara. Non è su questo provvedimento nello specifico, è in generale un metodo che pare che in questo Consiglio e in questa maggioranza in particolar modo, mi permetta, presidente Rizzotto, in Seconda Commissione, viene utilizzato come modo di lavorare. Io credo che non sia utile perché ci si aspetterebbe da un Consiglio regionale o da un'assise democratica qualunque, che ciascun rappresentante, ciascun Consigliere regionale possa contribuire in qualche modo a costruire un percorso virtuoso per i cittadini, che tutti siamo chiamati ad amministrare, in particolar modo i Consiglieri, prima ancora che la Giunta.
Dico questo anche per sgombrare il campo da questo equivoco per cui il potere sta nelle mani della Giunta, che in realtà è un organismo esecutivo, mentre il vero potere legislativo dovrebbe stare dentro questo Consiglio regionale, che naturalmente ascolta la Giunta, ma che io avrei auspicato avesse una maggiore autonomia, sia politica, sia addirittura intellettuale.

PRESIDENTE

Collega Formaggio, prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Io certe volte sono un po' duretto, però non capisco, nel senso sembra che la presidente Rizzotto in Seconda Commissione sia paragonabile ad Adolf Hitler e qua in Consiglio, quando parliamo di consumo del suolo, io devo vergognarmi di andare a casa dai miei figli perché sto rovinando e distruggendo il loro futuro.
Con questo PdL, andiamo soltanto a rimarcare quello che ci siamo sempre detti, cioè di lasciare non dico carta bianca, ma la discrezionalità alla Giunta. Continuiamo a parlare di attrarre capitali, anche con Arturo, dall'estero e dalle altre Regioni, perché siamo il grande Veneto, non dobbiamo, perché parliamo di consumo del suolo zero, avere la paura di non investire più. Se domani mattina arrivano in Veneto degli investitori o i veneti stessi vogliono investire, dobbiamo avere anche gli strumenti che permettono di fare ciò.
Io non mi vergogno votando oggi, davanti ai miei figli, ma non votando oggi mi vergognerei e direi che ho precluso il futuro del Veneto. Quindi non dobbiamo metterla sempre come se da una parte ci fossero quelli che amano l'ambiente, proteggono il suolo, non vogliono cave, vogliono vedere i fiorellini ovunque e se la presidente Rizzotto o Joe Formaggio, che è in Seconda o chiunque altro di noi dice: "Vediamo se questo industriale ha bisogno di raddoppiare il capannone, vediamo se c'è bisogno di fare qualche altro investimenti che porta via suolo" dobbiamo vergognarci di questo. Ma perché? Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0005 con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Quindi mettiamo in votazione l'articolo 2, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 3.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo n. 4.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Abbiamo l'ordine del giorno B0006 della collega Ostanel:

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Ostanel relativo a "DEFINIRE AL PIÙ PRESTO I CRITERI DI INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI PUBBLICI DI INTERESSE REGIONALE UNIFORMANDOSI AI PRINCIPI ISPIRATORI DELLA LEGGE SUL CONTENIMENTO DEL CONSUMO DI SUOLO" in occasione dell'esame della proposta di legge relativa a "Modifica alle leggi regionali 23 aprile 2004, n. 11 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio" e 14 giugno 2013, n. 11 "Sviluppo e sostenibilità del turismo veneto"". (Progetto di legge n. 34) APPROVATO (Deliberazione n. 39/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'ordine del giorno)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- il tema dei progetti strategici, nel quale rientra il progetto di legge regionale 34 che interviene in materia di progetti strategici di interesse regionale per il turismo, è particolarmente delicato perché si tratta di un istituto dell'ordinamento regionale che consente di derogare ai limiti al consumo di suolo stabiliti in base alla legge regionale n. 14 del 2017;
- la legge sul consumo di suolo approvata nel 2017 stabilisce all'articolo 1 che "il suolo, risorsa limitata e non rinnovabile, è bene comune di fondamenta/e importanza per la qualità della vita delle generazioni attuali e future, per la salvaguardia della salute, per l 'equilibrio ambientale e per la tutela degli ecosistemi naturali, nonché per la produzione agricola finalizzata non solo al! 'alimentazione ma anche ad una insostituibile funzione di salvaguardia del territorio";
- la stessa legge all'articolo 3 comma 3 sostiene che è obiettivo degli strumenti di pianificazione urbana "ridurre progressivamente il consumo di suolo non ancora urbanizzato per usi insediativi e infrastrutturali, in coerenza con l'obiettivo europeo di azzerarlo entro il 2050";
- inoltre, l'articolo 4 comma 2 della stessa legge, prevede che La Giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare, stabilisca entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della legge "i criteri di individuazione degli interventi pubblici di interesse regionale di cui al/ 'articolo 11 per i quali, mancando alternative alla loro localizzazione negli ambiti di urbanizzazione consolidata, non trovano applicazione le limitazioni di cui al presente Capo, fermo restando il loro assoggettamento ad idonee misure di mitigazione e ad interventi di compensazione eco­ logica";
CONSIDERATO CHE:
- risulta pertanto opportuno e urgente definire i predetti criteri al più presto uniformandoli ai principi generali della legge regionale n. 14 del 2017 e nello specifico tenendo conto che il suolo è una risorsa limitata e non rinnovabile, è un bene comune di fondamentale importanza per la qualità della vita delle generazioni attuali e future, per la salvaguardia della salute, per l'equilibrio ambientale e per la tutela degli ecosistemi naturali, nonché per la produzione agricola finalizzata non solo all'alimentazione ma anche ad una insostituibile funzione di salvaguardia del territorio;
- è altresì necessario ridurre in modo progressivo e controllato la copertura artificiale del suolo, tutelare il paesaggio, le reti ecologiche, le superfici agricole e forestali e le loro produzioni, promuovere la biodiversità coltivata, la rinaturalizzazione di suolo impropriamente occupato, la riqualificazione e la rigenerazione degli ambiti di urbanizzazione consolidata, contemplando l'utilizzo di nuove risorse territoriali esclusivamente quando non esistano alternative alla riorganizzazione e riqualificazione del tessuto insediativo esistente;
Tutto ciò premesso,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
A definire al più presto i criteri di cui all'art. 4 comma 2 lettera f) della legge regionale n. 14 del 2007 in linea con i principi ispiratori della stessa legge che indicano l'obiettivo anche per questi progetti di consumo di suolo zero utilizzando gli strumenti che la stessa legge predispone, come il fondo per la rigenerazione urbana e i crediti di rinaturalizzazione, per compensare adeguatamente ogni nuova progettualità strategica.".
Collega Ostanel, ha la parola, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Il titolo dice il senso dell'ordine del giorno, ma mi prendo qualche minuto per spiegare il perché: l'ho già detto nella relazione ma lo voglio ribadire, visto come sono andati gli emendamenti.
L'obiettivo dell'ordine del giorno è di impegnare la Giunta non solo a velocizzare l'approvazione dei criteri, ma anche a ispirare quei criteri alla legge del 2017, quindi ai vari punti dove in quella legge noi parliamo di consumo di suolo zero. Come dicevo nell'intervento iniziale, se noi pensiamo anche di consumare del suolo, dobbiamo rinaturalizzazione o rigenerare il suolo. Perché oggi i Comuni non lo fanno? E chi è stato amministratore lo sa meglio di me. Perché non hanno i fondi per attivare questo tipo di interventi e non hanno la possibilità, spesso di fronte a un interesse puramente privato, di compensare per l'interesse pubblico.
Allora il ruolo di una Regione è quello di pensare, se veramente crediamo nella legge del 2017, che ogni ettaro consumato, come succede nei Paesi ormai avanzati su questo tema, possono riattivare e rigenerare un altro ettaro di terreno o rinaturalizzandolo o semplicemente riattivando beni che sono in disuso.
Allora, un conto è velocizzare l'approvazione di linee guida, un conto è ispirare quei contenuti e quelle linee guida ai principi della legge del 2017, che è stata approvata da questo Consiglio.

PRESIDENTE

Grazie.
Rizzotto, prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Io sono d'accordo con questo ordine del giorno. Certo che ci crediamo al contenimento del consumo del suolo perché, non a caso, abbiamo fatto noi la legge 14/2017, una scelta coraggiosa, una scelta difficile. Però abbiamo sempre detto e qua lo riconfermo – forse a voi non è chiaro, ma lo ribadisco – che è un cambio di mentalità che stiamo portando in Veneto e lo abbiamo portato con questa legge, ma è un percorso che deve essere graduale. Deve essere graduale perché non si può mortificare la legittima richiesta anche dei cittadini, delle aziende, di poter continuare a lavorare, ma non mettere neanche in difficoltà i Comuni, non bloccarli.
Allora, noi adesso abbiamo tolto una tipologia di accordi di strategici turistici e, certo, abbiamo lasciato quelli contenuti nel PTRC e nei Piani d'area, ma sono quelli di vasta area, cioè stiamo gradualmente riducendo le deroghe, invece voi volete che noi adesso andiamo a togliere tutto. Io ho detto che è una scelta politica, la nostra scelta politica è di fare un percorso graduale.
A questi criteri noi crediamo, l'Assessore prima ha detto che li ha quasi pronti, ci sta lavorando, quindi aspettiamo anche di vederli e chiaramente i contenuti di questi criteri dove sono? Nella legge che abbiamo fatto noi.
Per questo motivo il nostro voto penso che possa essere assolutamente favorevole e condivisibile di quest'ordine del giorno. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'odg n. B0006.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
No, non l'ha preso, collega Venturini. Allora, c'è un problema nella votazione della collega Venturini, che a verbale dice di essere favorevole all'odg.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Per dichiarazione di voto il collega Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, grazie.
Molto rapidamente, nel senso che volevo fare la dichiarazione di voto e anche magari un attimo replicare a una cosa che ha detto il consigliere Joe Formaggio prima, nel senso che questa visione un po' caricaturale, per cui da una parte ci sono gli amici del cemento e dall'altra gli amici dell'ambiente e degli uccellini, secondo me, non corrisponde al vero, nel senso che mi considero un sostenitore della libertà di impresa, dell'importanza di costruire le condizioni di sviluppo e così è per noi, per il Gruppo del PD.
Il punto è un altro, cioè che gli emendamenti che erano stati presentati oggi dalla correlatrice Ostanel, che tra l'altro ringrazio per il lavoro perché erano emendamenti fatti bene e approfonditi, andavano semplicemente nella direzione di migliorare tecnicamente una legge.
A noi, francamente, sarebbe piaciuto votare a favore perché la direzione in senso generale non è sbagliata, cioè questa, comunque, va nell'ottica di un contenimento del consumo di suolo. Il punto è che, se si fa una cosa, per quanto ci riguarda, va fatta con un approccio completo, per cui l'idea che intervengo sui piani strategici, ma lascio alla Giunta ampia facoltà di derogare ai ragionamenti che stanno qui dentro, secondo noi è completamente fuori dal seminato, ma non per una battaglia tra – per citare Formaggio – gli amici del cemento e quelli che invece vogliono prati ed erba ovunque, ma perché se si fa un'operazione, come in questo caso, tecnica e programmatoria, va fatta completa. Primo.
Secondo: vediamo ormai sempre di più e l'abbiamo visto in tanti provvedimenti anche in questo primo scorcio di legislatura, l'idea che, tutto sommato, più diamo mano libera alla Giunta e meglio è. Io credo che, anche per un tema di orgoglio e di rappresentanza di stare in questo Consiglio, così non possa essere, non perché oggi prevediamo cosa che prima non ci fossero, ma perché ne togliamo alcune e ne lasciamo un'altra.
Pertanto, dal nostro punto di vista, il voto è di astensione, nel senso che la direzione è giusta nel titolo, cioè se io leggo il titolo faccio fatica a pensare che sia una legge sbagliata, ma ancora una volta abbiamo avuto la sensazione, da un lato, che non ci sia neanche la voglia di provare a ragionare insieme, perché, ripeto, chi ha letto gli emendamenti della correlatrice ha visto che non erano di certo oppositivi o che avevano l'obiettivo ostruzionistico, erano di buonsenso e questo è un pezzo, e dall'altro c'è una motivazione politica di prima, cioè l'idea che alla fine l'obiettivo sia dare carta bianca alla Giunta a noi non sta bene. Quindi, sebbene il provvedimento nel suo cuore abbia una sua sensatezza, non può vedere il nostro voto favorevole. Grazie.

PRESIDENTE

Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio anche i colleghi che sono intervenuti e semplicemente anch'io avevo bisogno di rispondere al consigliere Formaggio solo per dire che spesso, soprattutto quando si fanno degli emendamenti di questo tipo sul consumo di suolo, si pensa che le persone che parlano di consumo di suolo zero siano contro l'attività di impresa. A parte il fatto che un'impresa ce l'ho, anche se piccola, l'obiettivo di questi emendamenti era quello di dare valore ad un articolo, che è l'11, che c'è già e permette gli accordi di programma per interventi di interesse regionale, solo che li mette dentro le aree di urbanizzazione consolidata: questo fa sentire la Giunta e la Commissione competente e fa sì che siano previste una serie di possibilità di compensare il suolo che viene usato.
Però voglio dire che gli emendamenti che io ho proposto non vanno contro delle leggi esistenti oggi nel Consiglio regionale, è quella del 2017 che, consigliere Rizzotto, non avete fatto voi, è stata votata all'unanimità da questo Consiglio, non da me perché non c'ero, però non è stata fatta da voi, è stata fatta da tutto il Consiglio.
Allora, se esiste una legge votata da tutto il Consiglio con un articolo 11 che prevede gli accordi di programma per interventi di interesse regionale, se voi – io non c'ero – avete deciso che gli interventi strategici potessero essere fatti non dalla Giunta da sola in base a delle linee guida, in base a delle linee guida che prevedono di insediare quel tipo di progettualità nell'urbanizzazione consolidata, sentita la competente Commissione consiliare e con delle compensazioni.
Io capisco che si sbuffa perché si perde tempo e dobbiamo chiudere alle sei, però io sto facendo questo lavoro per andare nella direzione di dare attuazione vera alla legge che voi avete approvato all'unanimità.
Allora qui la questione è anche di capire ed essere forse seri nel dire: è vero, consigliera Rizzotto, che voi ci credete in questa legge, ma quando? Se guardate i rapporti dell'ISPRA, l'anno scorso siamo la prima Regione per consumo di suolo. Allora questo è il dato: l'ISPRA non è un istituto comunista, l'ISPRA è un istituto che calcola.
No, è così, caro Joe Formaggio, è un istituto che calcola il consumo di suolo in questa Regione e che fa vedere come, soprattutto in aree potenzialmente fragili, la Regione Veneto sta consumando troppo rispetto alla legge che esiste. Ma sa perché? Perché all'articolo 12 ci sono tutte quelle deroghe e io oggi ho provato a cancellarne una, l'articolo h), perché le ho già detto che comunque i progetti strategici regionali si potevano fare, quindi non era cancellarli tout-court e lì dentro abbiamo una serie di deroghe, ma non sto qui a dirle tutte perché sennò perdo tutto il tempo dell'intervento, ma faccio solo l'esempio del Piano casa: so anche che c'è un dibattito interno a voi su questo, ma voi amministratori sapete qual è stato il significato del Piano casa in Veneto?
Allora o pensiamo che quelle deroghe vadano eliminate, ma non gradualmente, con velocità, perché non so se abbiamo tanto tempo: il consumo di suolo è legato alla crisi climatica e la legge io spero l'abbiate letta perché è una bella legge. Allora o le diamo attuazione e non con gradualità, perché l'anno scorso eravamo la prima Regione per consumo di suolo e allora probabilmente vuol dire che stiamo facendo troppo tardi nel togliere queste deroghe.
Oggi era un'occasione buona perché, ripeto, l'ho detto nella controrelazione e anch'io mi asterrò per questo, l'intento di questa norma è un intento positivo: è vero, consigliere Rizzotto, state togliendo una cosa che fino a prima era negativa e io questo lo riconosco, figuriamoci, ma perché allora non abbiamo preso la palla al balzo per dire davvero che l'articolo 11 della legge del 2017, senza il punto h) dell'articolo 12, è la via? Lo dovevamo fare oggi che stiamo discutendo di questo e questo credo sia, appunto, non tanto per partito preso o per posizionamento politico.
Ripeto che io sono una persona che fa anche questo di lavoro, lo insegno ai miei studenti, è ovvio che, nel momento in cui una città deve crescere, può crescere e se c'è la persona che investe deve essere aiutata a farlo, ma il problema è dove e la legge del 2017 lo dice: nell'urbanizzazione consolidata e, se lo si fa altrove, si compensa.
Allora sarò qui, quando arriveranno le linee guida, a verificare che questa compensazione sia quella giusta, perché se lì non compenseremo adeguatamente, vuol dire che la legge del 2017 è uno specchio per le allodole e io non voglio che sia così e credo neanche i presenti qui dentro. Grazie.

PRESIDENTE

Andrea Zanoni sull'ordine lavori.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sì, Presidente, volevo solo far presente, per quanto riguarda il voto precedentemente espresso, che il mio voto è favorevole: volevo che rimanesse a verbale perché erroneamente ho votato voto di astensione sull'ordine del giorno della collega Ostanel.

PRESIDENTE

Rimane a verbale ma, appunto, come sa, la votazione non può essere modificata postuma.
Bene, adesso tocca alla collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Voglio intervenire semplicemente per dichiarare il voto astenuto di Europa Verde a questo progetto di legge, accodandomi alle sollecitazioni che so che i miei colleghi hanno portato con estremo rispetto, ma anche con estrema determinazione, per quanto riguarda l'obiettivo, che è quello appunto della tutela del suolo rispetto a un percorso di cementificazione di urbanizzazione, che ci ha visti naturalmente primi della classifica negli scorsi anni.
Non sarei voluta intervenire se non fosse che, entrando in Aula, ho sentito l'intervento della consigliera Rizzotto che rispetto nel suo intento e nelle sue priorità politica, ma c'è un problema: il tempo di agire gradualmente, purtroppo, è già passato e questo non lo dice Cristina Guarda, non lo dice la collega Ostanel, lo dicono chi, all'interno del nostro territorio, si sta occupando della gestione del rischio idrogeologico, per esempio anche i Consorzi di bonifica a cui voi vi siete anche ampiamente dedicati negli scorsi anni, grazie all'intervento dell'ex assessore Pan, attualmente Capogruppo del gruppo Lega.
Questi Consorzi di bonifica, collega, hanno parlato chiaramente di questo tema negli scorsi anni e l'avranno fatto con me, ma l'hanno fatto sicuramente e certamente con maggiore energia anche con lei e sono stati proprio i Consorzi di bonifica che abbiamo ascoltato nelle Commissioni, preoccupati di alcuni aspetti che non possono essere ascoltati soltanto quando fa comodo, ma bisogna ascoltarli quando serve e in questo caso serve, perché quello che loro ci dicevano proprio negli scorsi anni, proprio in concomitanza con l'approvazione della legge sul consumo di suolo Veneto 2050, ci dicevano che per qualsiasi scelta bisogna tenere presente che un terzo della pianura veneta, vale a dire 240.000 ettari, è sotto il livello del mare; a ciò vanno aggiunti 215.000 ettari per un totale di 450.000, che sono considerati ad alto rischio idrogeologico, in quanto in questi territori le acque non defluiscono al mare senza un'azione di sollevamento di sollevamento e di pompaggio.
Su questo grande carico, che circonda tutto l'arco lagunare di Venezia e che lambisce Treviso Padova, Verona, purtroppo abbiamo trasformato più del 32% dell'intera superficie che da agricola è diventata artificiale, e cioè 70.000 ettari di aree urbane. È intuitivo che un'area cementificata assorbe assai meno di un'area agricola e nel decennio 2000-2010 sono stati consumati e impermeabilizzati 4.130 ettari di suolo agricolo all'anno, corrispondenti a 13 campi da calcio al giorno.
In questa situazione, questo non è un dato che viene dato semplicemente dagli enti che magari possono politicamente starvi simpatici o antipatici, ma sono enti ufficiali: qui si parla di gente che sta lavorando nel nostro territorio per correggere degli errori che sono stati causati da un'incapacità di pianificazione territoriale, anzi, da una azione lasciva o proprio obbligo politico di pianificazione territoriale e questo è il principio per cui questo tipo di interventi non possono essere considerati rimandabili e non si può oggi attuare politiche di questa natura andando uno step alla volta.
Il mondo dell'imprenditoria su questo ambito è già avanti perché gli artigiani del territorio veneto ci raccontano ogni giorno come abbiano già loro, da dieci anni a questa parte, cominciato a cambiare il loro metodo di azione nell'ambito dell'edilizia, eccetera, e sono prima di tutto anticipatori della nostra politica regionale perché loro sono arrivati prima di voi e su questo aspetto, ribadisco, dobbiamo metterci non soltanto una mano sul cuore, ma un bel po' di carburante per agire in questa direzione, perché se continuiamo a dire che faremo bene in futuro e andiamo per step, probabilmente questo terreno non ci sarà neanche più da salvaguardare. Probabilmente il Veneto come lo conosciamo oggi non lo vedremo più con gli occhi di una futura generazione all'interno del territorio che vorrebbe ripartire e rilanciare il nostro territorio, così come lo conosciamo oggi, anzi impreziosendolo ancora di più e magari, proprio perché non si è stati sufficientemente coraggiosi in questo ambito, non si è dato ascolto al mondo dell'impresa, che già su questo è operativa, ci ritroveremo purtroppo a non poter neanche difendere anche quei 13 campi da calcio al giorno che magari oggi potremmo andare a tutelare maggiormente.

PRESIDENTE

Vedo la richiesta di intervento di Bigon e Montanariello, ma siamo in dichiarazioni di voto, ha già parlato il capogruppo Possamai e quindi, a meno che non vogliate dissociarvi dal Gruppo, non so perché vogliate intervenire.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Mi scusi, è sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE

Prego, Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
Parlo anche a nome del collega Montanariello che ha un problema all'audio.
Allora abbiamo avuto votato astenuto prima nell'ordine del giorno, in realtà, se mettiamo a verbale, era favorevole.

PRESIDENTE

Okay, come Zanoni, il voto non può essere cambiato, resterà in memoria che non era quella l'intenzione.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Anche per il collega Jonatan Montanariello. Grazie.

PRESIDENTE

Io non vedo altri interventi.
Metto in votazione il PDL n. 34 nel suo complesso come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI FINCO, FAVERO, RIGO, PUPPATO E ZECCHINATO RELATIVA A "MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 19 AGOSTO 1996, n. 23 "DISCIPLINA DELLA RACCOLTA E COMMERCIALIZZAZIONE DEI FUNGHI EPIGEI FRESCHI E CONSERVATI"". (PROGETTO DI LEGGE N. 39) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 11/2021)

Relazione della Terza commissione consiliare.
Relatore: consigliere Finco. Correlatore: consigliera Guarda
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri
Come noto, la legge regionale 19 agosto 1996, n. 23 recante "Disciplina della raccolta e commercializzazione dei funghi epigei freschi e conservati" detta la disciplina della raccolta e commercializzazione dei funghi spontanei.
Nella realtà regionale, ma soprattutto in quella della montagna, i funghi epigei hanno rappresentato e rappresentano, nel contempo, un patrimonio naturale ed una risorsa significativa anche per gli aspetti di opportunità economica, per enti territoriali quali le Comunità montane (ora Unioni montane).
In effetti la legge regionale citata ha assegnato alle Unioni montane, come alle Province (nei territori non montani), la competenza al rilascio dei titoli che abilitano alla raccolta, salve le specifiche competenze, sui rispettivi territori per gli Enti Parco, i soggetti gestori dei terreni demaniali e le Regole.
In particolare con le modifiche introdotte nel 2012 con la legge regionale 31 gennaio 2012, n. 7 ed in una ottica di semplificazione degli adempimenti amministrativi, fermi restando i divieti, come i limiti quantitativi, temporali e di modalità di raccolta fissati per legge, si è disposto che il pagamento del contributo, stabilito nel suo ammontare nei limiti di cui all'articolo 16, ovvero in una misura variabile fra 5 euro 75 euro, e la relativa ricevuta di versamento, costituiscono titolo per la raccolta dei funghi epigei spontanei freschi.
Come già considerato dal legislatore in occasione della revisione della legge regionale nel 2012, gli introiti rappresentano, per le Unioni montane una opportunità economica che varia, a seconda delle diverse realtà territoriali, da alcune migliaia ad alcune decine di migliaia di euro all'anno, per superare anche i 100/200 euro nelle aree maggiormente vocate.
L'utilizzo di tali risorse è oggi disciplinato dalla deliberazione della Giunta regionale n. 739 del 2 maggio 2012 che, in via interpretativa, atteso il non inequivoco disposto normativo, nel dettare disposizioni esecutive e di attuazione della legge, prevede che le risorse siano destinate, nel loro insieme, ad interventi di tutela e salvaguardia, direttamente o indirettamente, utilizzando una quota non superiore al 30 per cento per le spese generali per la realizzazione degli interventi.
Il progetto di legge si propone di esplicitare il dettato normativo in merito all'utilizzo delle risorse in capo alle Unioni montane derivanti dal pagamento del contributo per la raccolta dei funghi, destinandolo alle funzioni da queste esercitate, senza predefinire, come allo stato, le percentuali di destinazione delle risorse ai diversi interventi.
Viene così previsto che gli introiti derivanti dal pagamento del contributo per la raccolta dei funghi, che in alcuni ambiti territoriali assumono una significativa rilevanza, siano destinati, secondo le determinazioni che verranno assunte da ogni Unione montana in rapporto alle rispettive situazioni e specificità territoriali ed istituzionali, ad interventi di tutela e salvaguardia del territorio come ad interventi per spese correnti dell'ente; quanto sopra nella misura di volta in volta definita in ogni singola realtà territoriale e per ogni singolo esercizio finanziario.
Completano l'articolato le disposizioni di carattere tecnico, in ordine alla clausola di neutralità finanziaria (articolo 2) e di entrata in vigore della legge (articolo 3).
La Terza Commissione, in considerazione della impossibilità di prevedere, ad oggi, una data certa per la costituzione del Consiglio delle Autonomie Locali e per la sua conseguente operatività, nelle more del rinnovo, al fine di dare continuità all'iter legislativo, ha ritenuto di non acquisirne il parere, in conformità a quanto previsto dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale in data 20 aprile 2021.
La Terza Commissione consiliare, acquisito il parere della Prima Commissione consiliare ai sensi dell'articolo 66 del Regolamento consiliare, in data 29 aprile 2021 ha approvato a maggioranza e senza modifiche il progetto di legge regionale n. 39 che viene ora sottoposto all'esame dell'Assemblea consiliare.
Hanno votato a favore i rappresentanti dei gruppi: Liga Veneta per Salvini Premier (Andreoli, Cecchetto, Dolfin, Finco, Pan, Possamai, Puppato, Rigo); Zaia Presidente (Bet, Bisaglia, Centenaro, Gerolimetto, Giacomin, Sponda); Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni (Formaggio, Razzolini); Forza Italia BerlusconiAutonomia per il Veneto (Bozza); Misto (Barbisan).
Si sono astenuti i rappresentanti dei gruppi: Europa Verde (Guarda); Partito Democratico Veneto (Montanariello, Zottis); Misto (Lorenzoni). Nessun voto contrario.
È stato incaricato a relazionare in Aula il Consigliere Nicola Ignazio Finco, correlatrice la Consigliera Cristina Guarda.".

PRESIDENTE

Relatore è il collega Finco, prego.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Sarò breve nell'illustrare questo semplicissimo progetto di legge, ma di fondamentale importanza, soprattutto per le Unioni montane: è un progetto di legge che non riguarda tanto la raccolta dei funghi, quanto gli introiti da un punto di vista economico che, come ben sapete e come è previsto anche dalla nostra legge, vanno all'interno delle casse delle Unioni montane o delle Province nei territori ovviamente non montani.
La necessità di questo progetto di legge nasce praticamente da un incontro fatto con alcuni rappresentanti delle Unioni montane che mi hanno illustrato alcune difficoltà.
Come sapete, a seguito della delibera di Giunta regionale del 2 maggio 2012, la n. 739, l'introito dalla vendita di funghi le Unioni montane lo possono così reinvestire: fino a un massimo del 30% può essere utilizzato per le spese di gestione dell'ente e il restante può essere utilizzato per la manutenzione di quello che è il patrimonio da un punto di vista ambientale.
Qual è il problema? Il problema è che alcune Unioni montane incassano parecchi soldi dalla vendita dei patentini per la raccolta dei funghi: stiamo parlando in qualche situazione anche di cifre importanti, intorno ai 150-200.000 euro all'anno e ovviamente in questo periodo le Unioni montane hanno tutta una serie di difficoltà anche da un punto di vista economico e spesso e volentieri sono costrette a sforare questo 30% per utilizzare queste risorse proprio della vendita dei patentini per i funghi, per il mantenimento dell'ente, quindi per pagare semplicemente i dipendenti.
Quello che ci chiedono è: dateci maggiore autonomia da un punto di vista finanziario, cioè lasciate che ogni anno noi, come Unione montane, decidiamo quanto investire per la manutenzione del patrimonio ambientale boschivo e quanto, invece, utilizzare per il mantenimento delle funzioni delle Unioni montane. E questo anche a causa dei tagli, nel corso degli anni, di trasferimenti alle Unioni montane e delle tante difficoltà che oggi hanno.
Negli ultimi anni in alcune Unioni montane, purtroppo, in quota parte i Comuni hanno dovuto sborsare di tasca propria, nel senso di tasca di ogni singolo Comune, le risorse necessarie per pagare i loro dipendenti e quindi, così facendo, daremo loro la possibilità di poter ovviamente svolgere le funzioni senza dover intaccare i bilanci comunali.
Con questo progetto di legge voglio anche rassicurare che non è che le Unioni Montane non andranno più a fare investimenti da un punto di vista del patrimonio ambientale boschivo, continueranno a farlo, però, ovviamente, avendo una maggiore autonomia sull'impegno di queste risorse potranno gestire meglio tutta la partita del personale.
Questa è una semplice modifica legislativa, di cui abbiamo già discusso sia in Terza che in Prima Commissione e di questo ringrazio entrambi i Presidenti e ringrazio anche i colleghi che l'hanno sottoscritta; questa non è ovviamente un'iniziativa politica perché non ha colore politico, visto che i Sindaci che ci chiedono questa modifica hanno più colori politici e alcuni di loro sono anche civici, ma penso che facciamo un bene alla nostra montagna e al nostro territorio.
Ho visto che c'è qualche emendamento, ma casomai dopo entriamo nello specifico e vi dirò anche cosa penso in merito agli emendamenti presentati dai colleghi Ostanel, Guarda e Zanoni. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Correlatrice è la collega Guarda. Prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di minoranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
il progetto di legge oggi all'esame dell'aula si inserisce nel solco di una necessità di supporto dei comuni dei territori montani.
Dobbiamo infatti registrare l'esistenza di criticità legate all'esercizio delle funzioni in territorio montano e parzialmente montano: l'essenza stessa di questo progetto di legge è inestricabilmente legata alla presa d'atto di tale difficoltà, dal momento in cui tale progetto di legge, dismettendo le limitazioni legislative oggi vigenti e ampliando le facoltà di utilizzo connesse ad entrate proprie delle Unioni montane, mira a generare un ulteriore sostegno alle funzioni da esse svolte.
Dicevamo dunque delle criticità: intanto dobbiamo constatare che il percorso di trasformazione delle Comunità Montane a Unioni Montane, previsto dalla legge regionale n. 40/2012 - come da ultimo modificata - non è affatto privo di difficoltà; prova macroscopica ne è l'attuale pendenza della procedura di liquidazione disposta per le ex comunità montane della Lessinia e di Agno Chiampo (sulla cui vicenda ho di recente depositata una interrogazione a risposta scritta); si pensi, inoltre, all'Unione montana Monferenera Piave Cesen, formalmente costituita, ma che non ha mai esercitato le funzioni di spettanza ed è oggi in fase di scioglimento; altra importante Unione, quella del Marosticense è stata sciolta a partire dal 2021.
Senza entrare nello specifico degli esempi sopra riportati, quel che però appare emergere, in generale, è un percorso di trasformazione, come noto avviato nel 2012, che sconta anche la graduale riduzione dei trasferimenti statali e regionali cui si accompagna il drastico ridimensionamento delle risorse umane a disposizione, tanto da indurre i Comuni a valutare se davvero è conveniente attivare questo tipo di gestione associata.
Con questo progetto di legge, dunque, si attribuisce alle Unioni montane un ulteriore margine di autonomia, lasciando alle stesse effettiva discrezionalità circa la destinazione delle somme accertate in entrata a titolo di contributo per la raccolta dei funghi.
Un primo passo sicuramente interessante, per dare la possibilità alle Unioni di sopravvivere e avere personale in numero adeguato alle funzioni che deve svolgere, ma i fondi in questione variano di anno in anno e non possono di certo garantire l'operatività senza un nostro reale impegno nello stanziare fondi certi nel bilancio regionale.
La speranza ed il motivo per cui intendiamo votare a favore della legge, se verrà approvato il nostro emendamento di adeguamento dei termini alla nuova denominazione Unione montana, è che questo possa poi rivelarsi il primo di una serie di interventi che vanno nella giusta direzione e che, soprattutto, le Unioni montane non trascurino gli interventi di tutela e salvaguardia del territorio, pure necessari, e che sappiano dosare e calibrare gli interventi a sostegno di tali interventi e quelli destinati al loro funzionamento.".

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Grazie al collega Finco di darci l'opportunità di parlare di questo importantissimo tema e di farlo non soltanto riguardo alla raccolta dei funghi, ma in particolar modo per quanto riguarda un tema che è quella della sopravvivenza e del fatto che se ci teniamo o no, se desideriamo sostenere o meno quelle che sono le realtà delle Unioni montane.
Il progetto di legge quindi oggi all'esame si inserisce in un solco di una necessità, che è la seguente: il supporto dei Comuni che scelgono di continuare il percorso di gestione condivisa di alcune funzioni all'interno dei territori montani.
Dobbiamo registrare un problema, una criticità legata proprio all'esercizio delle funzioni in territorio montano e parzialmente montano: l'essenza stessa di questo progetto di legge è inestricabilmente legata alla presa d'atto di questa difficoltà, che è quella di gestione economica e operativa delle Unioni montane, prevalentemente con l'attenzione rivolta alla gestione del personale e alla presenza del personale che possa dare, quindi, operatività a queste iniziative, dal momento in cui tale progetto di legge dismette le limitazioni legislative oggi vigenti e ampliano la facoltà di utilizzo connesse alle entrate proprie delle Unioni Montane, mirando a generare un ulteriore sostegno delle funzioni a loro assegnate.
Dicevamo, però, che c'è questa criticità: dobbiamo constatare anzitutto – e questo è il primo punto per cui ho piacere di essere relatrice di minoranza di questo progetto di legge perché voglio parlare insieme con voi, condividere con voi la preoccupazione che provo nei confronti del percorso che le Unioni montane hanno svolto in questi anni – che il percorso di trasformazione delle Comunità montane alle Unioni montane, previsto dalla legge 40 del 2012, come da ultimo modificata, non è stato affatto privo di difficoltà. Prova macroscopica è l'attuale pendenza della procedura di liquidazione disposta per le ex Comunità montana della Lessinia e di Agno Chiampo sulla cui vicenda, tra l'altro, anche recentemente ho presentato un'interrogazione a risposta scritta, che naturalmente aspetto con ansia.
Si pensi poi, oltre a questi due casi palesemente critici, all'Unione montana formalmente costituita, Monfenera-Piave-Cesen, che però non ha mai, mai, esercitato le proprie funzioni e oggi è in fase di scioglimento. Questo già ci deve impostare il ragionamento politico, istituzionale, apartitico, in questo caso, verso una direzione di coscienza e di consapevolezza. A questa coscienza si aggiunge un altro evento che ci fa riflettere su questi temi, che è quello dell'Unione Marosticense, sciolta nel 2021.
Questi fallimenti, perché di questo si tratta, sono opera non tanto di una mancanza di volontà di puntare verso le Unioni montane, ma del fatto che i Comuni stessi a un certo punto si interroghino se questo strumento sia realmente utile e consono per lo svolgimento di queste funzioni previste dalla legge oppure se siano più un peso da un punto di vista economico.
Pertanto l'obiettivo nostro non deve essere soltanto quello di pensare a cercare di rimodellare l'utilizzo dei fondi come in questo caso a partire da fondi, quelli raccolti dalle concessioni, per consentire la raccolta dei funghi, ma deve essere anche quello di pensare al fatto se politicamente noi, nel bilancio della Regione del Veneto, decidiamo di puntare sulle Unioni montane oppure no. E questo è il punto.
Allora, sono entrata nello specifico degli esempi che sopra vi ho riportato per, in generale, fare emergere questa problematica del percorso di trasformazione avviato nel 2012, che sconta anche la graduale riduzione dei trasferimenti statali e regionali, cui si accompagna il drastico ridimensionamento delle risorse umane a loro disposizione.
Quindi, con questo progetto di legge si attribuisce naturalmente alle Unioni montane un ulteriore margine di autonomia, cosa che apprezziamo ed Europa Verde, essendo organizzata in federazioni, apprezza questo tipo di approccio che lascia ai territori un'autonomia di gestione di queste risorse così importanti, ma proprio perché si lascia una discrezionalità circa la destinazione delle somme accertate, ma sono somme che derivano da entrate molto altalenanti di anno in anno, perché un anno ci sono più funghi e un anno no, la capacità di entrata non può essere predeterminata e può essere che, per più anni consecutivi, questa si ripercuota sulle casse del Comune in maniera negativa, perché comunque non consente di affrontare determinati progetti, comunque non consente di affrontare determinate priorità di pagamento, per esempio, dei dipendenti stessi.
Allora si ritorna al solito circolo vizioso per cui la speranza è che questo progetto di legge, che vede potenzialmente un nostro assoluto supporto, per cui voglio rassicurare anche il vicepresidente Finco che, da parte nostra, la condivisione del principio di sostegno di Unioni montane c'è anche in questo progetto di legge; abbiamo presentato semplicemente degli emendamenti, che ho desiderato presentarli come relatrice di minoranza, per adeguare la terminologia alle Unioni montane, dato che, appunto, ormai le comunità sono superate.
Ma proprio perché c'è questo desiderio di supporto, vi chiedo, alla luce di questa votazione che potrà eventualmente anche essere condivisa, non soltanto dalla maggioranza, ma anche dall'opposizione, di valutare, anzi di impegnarci insieme per fare in modo che questo strumento delle Unioni montane non venga abbandonato a se stesso e che questo sia semplicemente il primo punto, il primo step, attraverso il quale, anche insieme, possiamo andare a supportarle. Questo è un monito che vorrei condividere con voi, un auspicio che io personalmente voglio condividere con tutti i Consiglieri di quest'Aula e auspico la possibilità di una riflessione positiva degli emendamenti che in particolar modo ho voluto presentare, proprio per adeguare a questo importante cambiamento.
L'obiettivo non è soltanto quello di fare in modo che si possa garantire la presenza del personale adeguato, ma ricordiamoci sempre che, dove c'è personale adeguato nei numeri, allora i progetti si riescono a portare a termine, allora i fondi riescono a essere spesi adeguatamente, allora i progetti anche di valorizzazione e tutela del patrimonio e del territorio, potranno vedere luce in fretta e in maniera determinata ed efficace: questo è il nostro obiettivo ed è per questo motivo che con questa proposta emendativa avrei proprio piacere di poter votare insieme con voi questo progetto di legge.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, prego, in discussione generale.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
In merito a questo progetto di legge abbiamo presentato degli emendamenti, come ha fatto anche la correlatrice.
Abbiamo visto che più che di raccolta funghi, si parla di un aspetto economico, si parla delle risorse finanziarie. Allora, è una legge datata, perché è del 1996, nel 2012 è stata modificata e sono state inserite, ad esempio, nuove tipologie di divieti e nuove modalità di svolgimento di questa attività, però di fatto abbiamo, per quanto riguarda la parte delle sanzioni, una realtà ferma al 1996 come importi. Siccome abbiamo visto che questo progetto di legge del collega Finco verte soprattutto sulla parte economico-finanziaria, a mio avviso, sarebbe opportuno e questo l'ho fatto con un apposito emendamento, cercare di rendere più moderna, rendere più attuale questa norma, visto che ne stiamo discutendo, anche andando ad aggiornare quelle che sono le sanzioni previste.
Come dicevo, sono sanzioni ferme al 1996, nel 2012, di fatto vengono tradotte da lire a euro, ma sono sanzioni molto basse rispetto, ad esempio, ad alcune leggi regionali di altre Regioni. Ma credo che le sanzioni siano una garanzia per tutti quei cittadini rispettosi della legge, il 99% potremmo dire dei cittadini veneti, e utili a colpire quell'1% di mele marce che, come spesso vediamo anche dalle cronache dei giornali, si approfittano di questo che viene considerato un patrimonio naturale importante, come scrive il collega Finco nella relazione, una risorsa significativa anche per gli aspetti di opportunità economica e, quindi, è giusto tutelarlo maggiormente.
Abbiamo visto che le sanzioni sono molto utili e sono da deterrenza affinché le persone le rispettino. Quindi è, a mio avviso, un'occasione importante questa per intervenire anche sull'aspetto della deterrenza, perché bene o male poi si traduce anche in maggior rispetto della norma. Spesso abbiamo dei dilettanti allo sbaraglio, abbiamo, come leggete tutti, colleghi, soprattutto nel periodo estivo, casi in cui intervengono con dei sequestri incredibili perché c'è chi onestamente rispetta alla norma e raccoglie il consentibile, dopo aver pagato la quota prevista, e chi invece riempie le macchine ed è attore di tantissimi abusi, che è una piccolissima percentuale.
Ecco che, andando a toccare questi importi, poi chi viola la legge ci pensa una volta in più perché, siccome sono dei prodotti che hanno anche un certo valore importante, se il gioco non vale la candela, si suppone che le sanzioni riescano a bloccare anche questi intenti di violazione della norma.
Tra l'altro, in qualche modo un sistema sanzionatorio più efficace va anche a bloccare i dilettanti allo sbaraglio come quelli che, altra tipologia di cronache, vediamo purtroppo abbastanza frequentemente, cioè chi raccoglie funghi che non sono commestibili e poi arrivano a essere ricoverati o addirittura a morire o addirittura a venderli in contesti dove vengono serviti e quindi abbiamo dei casi eclatanti di decine e decine di persone che vanno al pronto soccorso per le cure.
L'altro aspetto, a mio avviso collegato sempre la questione rispetto alla norma, entrate anche economiche con le sanzioni, è quello dei controlli. A mio avviso, attualmente potremmo incrementare anche i soggetti dediti ai controlli di questa attività garantendo un maggior rispetto della legge. Voi sapete che se non ci sono controlli non c'è rispetto della legge e se c'è una percezione anche da parte dei cittadini che ci sono più controlli, c'è una propensione maggiore al rispetto delle norme. È una questione sicuramente di legalità, quella dei controlli e mi veniva in mente stamattina il Ponte della Libertà, dove abbiamo degli autovelox: sappiamo tutti che c'è una determinata velocità che non si può superare e io credo che, se non ci fossero quei due autovelox, probabilmente molti di più violerebbero la legge. Ecco che più presìdi di controlli ci sono e più le leggi vengono rispettate.
Ripeto che naturalmente, la stragrande maggioranza dei cittadini del Veneto le leggi le rispettano, quindi non hanno nulla da temere né dalle sanzioni, né dai controlli.
Poi si approfitta anche di questo progetto di legge anche per andare a sistemare alcune diciture vecchie, anche su chi attualmente già è dedito fare i controlli in base alla legge del '96, andando a sostituire il Corpo forestale con i Carabinieri forestali, visto che questo corpo è stato eliminato e quindi non è più operativo.
Questo, in linea di massima, è quello che si potrebbe fare per avere una legge più efficace e che porti ad una maggior tutela di questo patrimonio che, come giustamente è stato richiamato, è un patrimonio ambientale, ecologico, ma anche economico.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Io non vedo altri interventi, quindi dichiaro chiusa la discussione generale.
Ci sono quattro emendamenti su cui la Commissione deve dare parere, per cui l'Ufficio di Presidenza della Terza Commissione, presieduto da Cristina Guarda, si ritrovi col relatore e con chi è interessato alla discussione in Sala del Leone.
Quindi sospendiamo la seduta e la riprendiamo alle 16.05.
La Seduta è sospesa alle ore 15.57
La Seduta riprende alle ore 16.10

PRESIDENTE

Colleghi, se ci accomodiamo, riprendiamo i lavori. Se i colleghi in anti Aula abbassano il volume. Grazie. Bene, riprendiamo.
Siamo sugli emendamenti al PdL n. 39.
Emendamento A0001, presentato dal consigliere Ostanel, aggiuntivo, che prevede:
È aggiunto il seguente articolo:
"Art.01 - Modifica degli articoli 2, 7 e 9 della legge regionale 19 agosto 1996, n. 23 "Disciplina della raccolta e commercializzazione dei funghi epigei freschi e conservati".
1. Alla lettera a) del comma 1 dell'art. 2 della legge regionale 19 agosto 1996, n. 23 le parole "comunità montane" sono sostituite con le seguenti: "Unioni montane".
1. Al comma 1 dell'articolo 7 della legge regionale 19 agosto 1996, n. 23 le parole "Comunità montane" sono sostituite con le seguenti: "Unioni montane".
2. Al comma 1 dell'articolo 9 della legge regionale 19 agosto 1996, n. 23 le parole "Comunità montane" sono sostituite con le seguenti: "Unioni montane".
La collega Guarda ha chiesto la parola per l'illustrazione; prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Semplicemente, come anticipato prima, si cerca di adeguare questa legge anche rispetto alla nuova terminologia utilizzata a seguito delle modificazioni da Comunità montana ed Unioni montane per coerenza insomma chiamarle sempre Unioni montane non più Comunità consente di dare regolarità poi anche dopo lo svolgimento e la realizzazione della legge stessa.

PRESIDENTE

Bene. Su questo il parere del relatore è favorevole.
Metto in votazione l'emendamento A0001 con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento A0002, presentato dal consigliere Zanoni, aggiuntivo, che prevede:
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
"Art. 01 - Modifica dell'articolo 12 della legge regionale 19 agosto 1996, n. 23 "Disciplina della raccolta e commercializzazione dei funghi epigei freschi e conservati".
1. Al comma 1 dell'articolo 12 le parole: "del Corpo Forestale dello Stato" sono sostituite dalle parole: "dei carabinieri forestali"".
Prego, Zanoni, se può specificare la modifica che leggo proposta. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

L'emendamento in Ufficio di Presidenza è stato accettato con questa modifica: sostituiamo le parole "dei Carabinieri forestali" con le parole "della struttura dell'Arma dei Carabinieri competenti in materia forestale".

PRESIDENTE

Sì, tecnicamente penso sia più appropriato. Il relatore accetta la modifica ai sensi dell'articolo 102: è una modifica che si può accogliere in sede di votazione.
Metto in votazione col parere favorevole del relatore l'emendamento A0002 così come modificato dal proponente.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento A0003, presentato dal consigliere Zanoni, comma 1, aggiuntivo, che prevede.
Prima dell'articolo 1 è inserito il seguente:
"Art. 01 - Modifica dell'articolo 12 della legge regionale 19 agosto 1996, n. 23 "Disciplina della raccolta e commercializzazione dei funghi epigei freschi e conservati".
1. Dopo il comma I bis dell'articolo 12 è aggiunto il seguente:
"1 ter - La vigilanza sull'applicazione della presente legge è demandata anche ai soggetti di cui all'articolo 27 della L.15711992"".

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Chiedo la parola.

PRESIDENTE

Se lo fa con Concilium, prego, ha la parola.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Questo emendamento aveva come obiettivo quello di inserire nuove autorità di vigilanza per quanto riguarda i controlli nell'applicazione di questa legge proprio perché più soggetti ci sono dedicati ai controlli e più controlli possono esserci. Come sappiamo, i controlli in merito a una legge del genere sono di norma molto difficoltosi perché vengono effettuati in ambiente naturale, spesso in collina e in montagna, e hanno bisogno di intercettare appunto chi raccoglie i funghi in località spesso impervie e quindi anche difficili da raggiungere.
Ecco che aver aumentare il numero di corpi utili a questi controlli avrebbe aumentato anche i controlli e avrebbe garantito una maggior applicazione della norma, rispetto della norma.
L'Ufficio di Presidenza si è espresso in maniera contraria ed è un peccato perché poteva essere un'occasione importante per rafforzare la norma.

PRESIDENTE

Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Vorrei esprimere il voto favorevole rispetto a questo emendamento da parte di Europa Verde in particolar modo, proprio perché questa tipologia di intervento si inserisce all'interno di un ragionamento che avevamo già iniziato in Commissione Terza negli scorsi anni rispetto ad alcune attività ed iniziative che, se esasperate, in questo caso, possono creare danno all'ecosistema e via discorrendo. Quando vi è un abuso di questo tipo, è evidente che non è soltanto la paura della multa che incentiva la persona a rispettare la norma, ma è anche la capacità di controllo che si impone all'interno della consapevolezza, della coscienza della persona che, nonostante tutto, si sente più libera, nel momento in cui c'è una carenza di controlli, di violare la legge.
In questo caso noi dobbiamo essere molto determinati nel garantire la copertura all'interno di territori così ampi e con un personale così ridotto rispetto alla superficie e alle necessità e dobbiamo essere in grado di fornire degli strumenti alternativi. Se ne era parlato anche nella legislatura passata, anche in altri ambiti che venivano a sottoporre a stress e a particolare rischio in particolar modo le zone montane e collinari.
Alla luce di questo, io chiedo che questa decisione possa essere riconsiderata ed eventualmente questo sarà un discorso che comunque ritornerà all'interno della Commissione Terza, perché non è possibile pensare di negare l'esigenza di un intervento per quanto riguarda questo particolare settore e ambito contro coloro, che sono tanti, che rischiano di vanificare e di mortificare coloro che, invece, la legge la rispettano. E noi, siccome dobbiamo incentivare e premiare coloro che la legge la rispettano, non possiamo di certo voltarci dall'altra parte, quando c'è una difficoltà oggettiva di rilevamento di un'eventuale violazione della norma.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0003 con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento A0004, presentato dal consigliere Zanoni, aggiuntivo, che prevede:
"Art. 01 - Modifica dell'articolo 13 della legge regionale 19 agosto 1996, n. 23 "Disciplina della raccolta e commercializzazione dei funghi epigei freschi e conservati".
1. Il comma 1 dell'articolo 13 della legge regionale 19 agosto 1996, n. 23 è così sostituito:
"l . Per la violazione delle disposizioni della presente legge si applicano le seguenti sanzìoni amministrative pecuniarie:
a) da euro 100,00 a euro 300,00 per chi esercita la raccolta dei funghi senza il titolo di cui all'articolo 2;
b) da euro 15O,00 a euro 400,00 per chi esercita la raccolta dei funghi al di fuori delle giornate nelle quali è consentita ai sensi dell'articolo 2, comma 5 lettera a) o in violazione delle limitazioni temporali disposte ai sensi dell'articolo 6;
c) euro 100,00 moltiplicati per ogni kg, o frazione di esso, di funghi raccolti oltre la quantità consentita dall'articolo 3, comma 1;
d) euro 50,00 moltiplicati per ogni kg, o frazione di esso, di funghi raccolti oltre la quantità consentita dall'articolo 3, comma 1 per la specie armillaria mellea (chiodini);
e) da euro 100,00 a euro 300,00 per ciascuna violazione ai divieti e prescrizioni previste all'articolo 3, commi 3, 4 e 5;
f) da euro 100,00 a euro 300,00 per ciascuna violazione ai divieti e prescrizioni previste all'articolo 4;
g) da euro 150,00 a euro 300,00 per la raccolta in zone di divieto di cui all'articolo 2, comma 6 e di cui all'articolo 5.".".
Prego Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Era per ricordare il contenuto di questo emendamento.
Allora, l'emendamento ha l'obiettivo di aumentare le sanzioni previste dall'articolo 13 della legge del '96.
Le sanzioni attualmente in vigore per questa legge risalgono al 2012 e sono sanzioni che, andando a vedere quella che è la normativa di altre Regioni, hanno degli importi piuttosto bassi, soprattutto se questi importi li paragoniamo a quello che può essere il valore dell'oggetto del contendere, i funghi, che, come sappiamo, sul mercato trova anche molto apprezzamento e quindi dei prezzi importanti, soprattutto per alcune specie di funghi. Perciò aumentare le sanzioni consente di rendere la legge più forte perché la sanzione, naturalmente, ha quell'effetto di deterrenza utile per evitare che ci siano, appunto, dei cittadini che la violano nei suoi vari aspetti.
Ricordo che il 99% dei cittadini del Veneto rispettano questa norma, rispettano attualmente questo patrimonio, anche ecologico, questa forma di biodiversità, tra l'altro anche buona da mangiare, ed è una piccola percentuale quella che spesso fa proprio delle razzie, che quindi va a danneggiare sia l'ambiente, sia soprattutto quelli che rispettano le norme che fanno il versamento previsto dalla legge e seguono tutte le indicazioni relative anche alla quantità.
Quindi, questa era un'occasione importante per rafforzare questa norma attraverso il meccanismo delle sanzioni. L'Ufficio di Presidenza, purtroppo ha dato parere negativo, ma io credo che in futuro vada rivista questa posizione proprio per la tutela di questo patrimonio, ma anche per tutelare la stragrande maggioranza dei nostri cittadini che rispettano le norme e che attuano la raccolta dei funghi nel rispetto delle disposizioni di questa legge.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0004 con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'articolato.
Articolo 1.
Mettiamo in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva
Articolo 2.
Mettiamo in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 3.
Mettiamo in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sulla votazione finale della legge nel suo complesso, il PDL n. 39.
Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Preannuncio un voto favorevole da parte del mio Gruppo, Europa Verde, in questo caso sollecitando un impegno, dato che anche in Ufficio di Presidenza, sulle questioni legate all'efficacia delle Unioni montane, si è cominciato anche a confrontarsi, rilevando anche da parte della maggioranza le difficoltà che prima abbiamo evidenziato, ma allo stesso tempo rilevando anche la necessità eventualmente di un ragionamento rispetto a quelle che sono state le iniziative che ha portato poi sul tavolo della discussione oggi il consigliere Zanoni, rispetto alla raccolta di funghi in generale.
Di conseguenza, credo che questa necessità delle Unioni montane, assieme all'altra necessità di un'eventuale valutazione rispetto a quanto abbiamo discusso fino ad oggi sulle problematiche relative a chi non rispetta la legge in questo caso, saranno da riportare all'interno della Commissione Terza con gli opportuni tempi di discussione e di confronto, dato che un'apertura da parte sia della minoranza, ma anche della maggioranza vi è stata. Questo aspetto sicuramente lo potremo affrontare soltanto con un dialogo e un confronto onesto e rispettoso dei tempi necessari per una riflessione che non sia affrettata, ma in questo caso necessaria proprio perché stiamo parlando di realtà che evidentemente esigono un'azione politica un po' più forte per garantire e rispettare coloro che, invece, le norme le rispettano pedissequamente, nonostante magari la carenza di controlli.

PRESIDENTE

Grazie.
Dichiarazione di voto del collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Intervengo per annunciare il voto favorevole del Gruppo del Partito Democratico.
L'obiettivo di destinare alle Unioni montane i fondi derivanti dal pagamento del contributo per la raccolta dei funghi senza limiti di percentuali è una cosa che condividiamo, che ci è stata chiesta dai territori e quindi avremo queste somme che verranno utilizzate, appunto, per gli interventi delle Comunità montane di tutela e salvaguardia del territorio e anche per gli interventi di spese correnti.
È veramente un peccato che non si sia colta l'opportunità di intervenire anche sul fronte della legalità, ovvero sull'aumento dei soggetti autorizzati ad effettuare i controlli sul rispetto della norma e sull'aumento delle sanzioni, che restano ferme a quelle indicate nel 2012 e che oggi risultano tra le più basse del nord Italia, perché ci sono Regioni molto più severe. Aumentare le sanzioni e i controlli è una cosa che viene vista molto favorevolmente dai cittadini onesti, dai cittadini rispettosi della legge, dai cittadini che si sanno accontentare delle specie di funghi che la legge consente di raccogliere in determinati giorni e in determinate quantità, andando invece a penalizzare le mele marce che sono veramente invise dalla maggioranza dei cittadini e che spesso arrecano danni a questo patrimonio ambientale, ma soprattutto anche a chi paga regolarmente il contributo previsto e si dedicano una volta ogni tanto a questa attività in mezzo alla natura.
Quindi è un voto favorevole, ma con rammarico di non aver visti votati questi emendamenti e con l'auspicio che la Commissione competente prossimamente possa dedicare del tempo per rafforzare questa legge in questo verso.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Volevo dichiarare il voto favorevole da parte del Gruppo di Forza Italia perché questa è una misura che va a sostegno di forme associative che operano in situazioni di particolare difficoltà e, quindi, va dato il sostegno e soprattutto recepisce un'istanza del territorio.

PRESIDENTE

Bene. Non vedo altre dichiarazioni di voto.
Metto in votazione il PDL n. 39 nel suo complesso come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
8



RENDICONTO DELLA GESTIONE PER L'ESERCIZIO FINANZIARIO 2020 DEL CONSIGLIO REGIONALE. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 11) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 40/2021)

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 8), PDA n. 11 dell'Ufficio di Presidenza. Relatrice è la collega Zottis.
" Signori Consiglieri,
il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, come modificato ed integrato con decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126 prevede, a decorrere dal 1° gennaio 2015, l'obbligo per le Regioni di conformare la propria gestione ai principi contabili generali e applicati stabiliti dal decreto, nonché di adottare a partire dal 1° gennaio 2016 specifici schemi di bilancio e rendiconto. Prevede che cessino di avere efficacia con decorrenza 1° gennaio 2015 le disposizioni regionali incompatibili con le norme contenute nel decreto legislativo in parola.
L'articolo 3, comma 1, del decreto prevede che:
Art. 3 - Principi contabili generali e applicati
Le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 2, conformano la propria gestione ai principi contabili generali contenuti nell'allegato 1 ed ai seguenti principi contabili applicati, che costituiscono parte integrante al presente decreto:
- della programmazione (allegato n. 4/1);
- della contabilità finanziaria (allegato n. 4/2);
- della contabilità economico-patrimoniale (allegato n. 4/3);
- del bilancio consolidato (allegato n. 4/4).
2. – 17. [...] omissis
L'articolo 63 del decreto stabilisce che:
Art. 63 Rendiconto generale
1. I risultati della gestione sono dimostrati nel rendiconto generale annuale della regione.
2. Il rendiconto generale, composto dal conto del bilancio relativo alla gestione finanziaria, dai relativi riepiloghi, dai prospetti riguardanti il quadro generale riassuntivo e la verifica degli equilibri, dal conto economico e dallo stato patrimoniale, è predisposto secondo lo schema di cui all'allegato n. 10 al presente decreto.
3. Contestualmente al rendiconto, la regione approva il rendiconto consolidato, comprensivo dei risultati del consiglio regionale e degli eventuali organismi strumentali secondo le modalità previste dall'art. 11, commi 8 e 9.
4. Al rendiconto della gestione sono allegati i documenti previsti dall'art. 11, comma 4, l'elenco delle delibere di prelievo dal fondo di riserva per spese impreviste di cui all'art. 48, comma 1, lettera b), con l'indicazione dei motivi per i quali si è proceduto ai prelevamenti e il prospetto relativo alla gestione del perimetro sanitario di cui all'art. 20, comma 1.
5. Il conto del bilancio dimostra i risultati finali della gestione rispetto alle autorizzazioni contenute nel primo esercizio considerato nel bilancio di previsione. Per ciascuna tipologia di entrata e per ciascun programma della spesa, il conto del bilancio comprende, distintamente per residui e competenza:
a) per l'entrata le somme accertate, con distinzione della parte riscossa e di quella ancora da riscuotere;
b) per la spesa le somme impegnate, con distinzione della parte pagata, di quella ancora da pagare e di quella impegnata con imputazione agli esercizi successivi, che costituisce il fondo pluriennale vincolato.
6. Il conto economico evidenzia i componenti positivi e negativi della gestione di competenza economica dell'esercizio considerato, rilevati dalla contabilità economico-patrimoniale, nel rispetto del principio contabile generale n. 17 di cui all'allegato n. 1 e dei principi applicati della contabilità economico-patrimoniale di cui all'allegato n. 4/3.
7. Lo stato patrimoniale rappresenta la consistenza del patrimonio al termine dell'esercizio. Il patrimonio delle regioni è costituito dal complesso dei beni e dei rapporti giuridici, attivi e passivi, di pertinenza della regione, ed attraverso la cui rappresentazione contabile è determinata la consistenza netta della dotazione patrimoniale comprensiva del risultato economico dell'esercizio. Le regioni includono nel conto del patrimonio anche:
a) i beni del demanio, con specifica distinzione, ferme restando le caratteristiche proprie, in relazione alle disposizioni del codice civile. Le regioni valutano i beni del demanio e del patrimonio, comprensivi delle relative manutenzioni straordinarie, secondo le modalità previste dal principio applicato della contabilità economico-patrimoniale di cui all'allegato n. 4/3;
b) i crediti inesigibili, stralciati dal conto del bilancio, sino al compimento dei termini di prescrizione. Al rendiconto della gestione è allegato l'elenco di tali crediti distintamente rispetto a quello dei residui attivi.
8. In attuazione del principio contabile generale della competenza finanziaria allegato al presente decreto, le regioni, prima di inserire i residui attivi e passivi nel rendiconto della gestione, provvedono al riaccertamento degli stessi, consistente nella revisione delle ragioni del mantenimento in tutto o in parte dei residui.
9. Possono essere conservate tra i residui attivi le entrate accertate esigibili nell'esercizio di riferimento, ma non incassate. Possono essere conservate tra i residui passivi le spese impegnate, liquidate o liquidabili nel corso di tale esercizio, ma non pagate. Le entrate e le spese accertate e impegnate non esigibili nell'esercizio considerato, sono immediatamente reimputate all'esercizio in cui sono esigibili. Le variazioni agli stanziamenti del fondo pluriennale vincolato dell'esercizio in corso e dell'esercizio precedente necessarie alla reimputazione delle entrate e delle spese riaccertate sono effettuate con provvedimento amministrativo della giunta entro i termini previsti per l'approvazione del rendiconto dell'esercizio precedente.
10. I residui attivi possono essere ridotti od eliminati soltanto dopo che siano stati esperiti tutti gli atti per ottenerne la riscossione, a meno che il costo per tale esperimento superi l'importo da recuperare.
11. Le variazioni dei residui attivi e passivi e la loro reimputazione ad altri esercizi in considerazione del principio generale della competenza finanziaria di cui all'allegato n. 4/3, formano oggetto di apposito decreto del responsabile del procedimento, previa attestazione dell'inesigibilità dei crediti o il venir meno delle obbligazioni giuridicamente vincolanti posta in essere dalla struttura regionale competente in materia, sentito il collegio dei revisori dei conti, che in proposito manifesta il proprio parere. Dette variazioni trovano evidenza nel conto economico e nel risultato di amministrazione, tenuto conto dell'accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità.
L'articolo 67 del medesimo decreto stabilisce che:
Art. 67 - Autonomia contabile del consiglio regionale
1. Le regioni, sulla base delle norme dei rispettivi statuti, assicurano l'autonomia contabile del consiglio regionale, nel rispetto di quanto previsto dal decreto legge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213, e dai princìpi contabili stabiliti dal presente decreto riguardanti gli organismi strumentali.
2. Il consiglio regionale adotta il medesimo sistema contabile e gli schemi di bilancio e di rendiconto della regione adeguandosi ai principi contabili generali e applicati allegati al presente decreto.
3. La presidenza del consiglio regionale sottopone all'assemblea consiliare, secondo le norme previste nel regolamento interno di questa, il rendiconto del Consiglio regionale. Le relative risultanze finali confluiscono nel rendiconto consolidato di cui all'articolo 63, comma 3. Al fine di consentire il predetto consolidato, l'assemblea consiliare approva il proprio rendiconto entro il 30 giugno dell'anno successivo.
L'autonomia di bilancio e contabile del Consiglio regionale è disciplinata nell'ambito delle disposizioni contenute al Titolo II (art. 5-8) della legge regionale 31 dicembre 2012, n. 53 . L'articolo 8 della lr 53/2012 prevede che:
Art. 8 - Autonomia contabile e gestionale
1. Il bilancio annuale, il bilancio pluriennale del Consiglio regionale ed il rendiconto sono redatti nell'osservanza della disciplina stabilita dal regolamento interno di amministrazione e organizzazione.
2. Il regolamento interno di amministrazione e organizzazione disciplina i controlli interni sugli atti e sulla gestione.
Il Regolamento del Consiglio regionale (Regolamento regionale 14 aprile 2015, n. 1 ) stabilisce quanto segue:
Art. 17 - Funzioni dell'Ufficio di presidenza
1. L'Ufficio di presidenza, oltre a quanto disposto dall'articolo 41 dello Statuto, esercita le seguenti funzioni:
a) delibera la proposta di bilancio preventivo e di conto consuntivo del Consiglio regionale, da sottoporre all'approvazione del Consiglio e demanda alla Giunta regionale di iscrivere nel bilancio della Regione il necessario stanziamento;
(...)
1. La proposta di rendiconto della gestione
Ciò posto, per l'anno 2020, nel rispetto dei vigenti principi e regole contabili e nell'ambito dell'autonomia di cui all'articolo 67 del decreto, il Consiglio regionale approva il rendiconto della gestione sulla base della proposta di rendiconto approvata dall'Ufficio di presidenza, secondo lo schema previsto dall'allegato n. 10 del d.lgs. 118/2011, che ai sensi dell'art. 11, comma 1 lett. b) del decreto, comprende il conto del bilancio, i relativi riepiloghi, i prospetti riguardanti il quadro generale riassuntivo e la verifica degli equilibri, lo stato patrimoniale e il conto economico.
Nel rendiconto della gestione trova evidenza il riaccertamento ordinario dei residui, ai sensi dell'articolo 3, comma 4 del d.lgs. 118/2011, approvato con deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 33 dell'11 marzo 2021.
Al rendiconto della gestione sono allegati i prospetti, le tabelle, gli elenchi di cui all'articolo 11, comma 4 del citato decreto, nonché la relazione sulla gestione redatta secondo le modalità previste dall'articolo 11, comma 6 del decreto medesimo.
Al rendiconto della gestione del Consiglio regionale è allegata la relazione del collegio dei revisori dei conti di cui all'articolo 11, comma 4 del citato decreto.
Le relative risultanze finali confluiscono nel rendiconto consolidato di cui all'articolo 63, comma 3 del decreto citato.
2. Il conto del bilancio
Il conto del bilancio, contenuto nell'allegato, dà dimostrazione delle risultanze contabili finali della gestione finanziaria 2020 rispetto alle autorizzazioni contenute nel primo esercizio considerato nel bilancio di previsione 2020-2021-2022 approvato dal Consiglio regionale con deliberazione n. 106 del 4 novembre 2019.
2.1.1. La gestione di competenza finanziaria
Le previsioni iniziali di entrata e di spesa di competenza del bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2020 pareggiavano nell'importo di euro 66.601.761,00, di cui euro 16.000.000,00 per servizi per conto terzi e partite di giro.
Nel corso dell'anno 2020 sono state apportate le variazioni di bilancio approvate dal Consiglio regionale (DACR n. 27 del 21 aprile 2020) e dall'Ufficio di presidenza (DUPCR n. 23 dell'11 marzo 2020, n. 37 del 7 maggio 2020, n. 44 del 7 luglio 2020, n. 46 del 14 luglio 2020 e n. 52 del 27 luglio 2020 e n. 126 del 27 novembre 2020 di prelievo dal fondo di riserva e accantonamenti).
Le variazioni agli stanziamenti previsionali di competenza hanno reso definitive le previsioni finali di entrata e di spesa pari ad euro 86.600.350,59, la cui differenza di euro 19.998.589,59 si riferisce:
a) all'iscrizione, in sede di assestamento di bilancio (DACR n. n. 27 del 21 aprile 2020), di un importo pari a euro 19.002.175,52 del risultato di amministrazione 2019 (cap. 1 – Entrata) per finanziare nella parte spesa (Missione 1 e 20 – Spesa) gli stanziamenti di:
- euro 10.742.449,26 per appositi accantonamenti pari alle quote del risultato di amministrazione accantonato, in applicazione di quanto previsto all'articolo 1, comma 468-bis, della legge 11 dicembre 2016, n. 232;
- euro 424.963,56 per contributi per le funzioni delegate erogati dall'AGCOM;
- euro 7.834.762,70 per la somma da restituire alla Giunta regionale;
b) alla variazione, in sede di riaccertamento ordinario dei residui 2019 ai sensi dell'articolo 3, comma 4 del d.lgs. 118/2011 (DUPCR n. 23 dell'11 marzo 2020), del fondo pluriennale vincolato in entrata di euro 887.032,07 (cap. 0 – Entrata) conseguente all'adeguamento degli stanziamenti di spesa agli importi dei residui passivi re-imputati (Missione 1 – Spesa);
c) alla variazione di euro 109.382,00, di entrata e di spesa, derivante da trasferimenti da parte del MISE al CORECOM (DUPCR n. 44 del 7 luglio 2020), per il rimborso alle emittenti locali in materia di messaggi autogestiti a titolo gratuito (L. 22.02.2000, N. 28).
La Tavola A "Quadro riassuntivo della gestione di competenza (entrate)" presenta, in sintesi, le risultanze contabili alla chiusura dell'esercizio 2020.
Quadro riassuntivo della gestione di competenza (entrate)




Previsioni finali esercizio 2020


86.600.350,59




Accertamenti esercizio 2020

63.947.325,66

Accertamenti da re-imputare 2021 (-)

0,00





Accertamenti definitivi esercizio 2020


63.947.325,66
Tavola A – Quadro riassuntivo della gestione di competenza 2020 (entrate)
La Tavola B "Quadro riassuntivo della gestione di competenza (spese)" presenta, in sintesi, le risultanze contabili alla chiusura dell'esercizio 2020.
Quadro riassuntivo della gestione di competenza (spese)




Previsioni finali esercizio 2020


86.600.350,59




Impegni esercizio 2020

67.063.479,31

Impegni re-imputati 2021 (-)

1.663.064,89





Impegni definitivi esercizio 2020


65.400.414,42
Tavola B – Quadro riassuntivo della gestione di competenza 2020 (spese)
2.1.2 La gestione finanziaria complessiva: il risultato di amministrazione
La Tavola C "Quadro riassuntivo della gestione finanziaria" presenta, in riepilogo, le risultanze contabili alla chiusura dell'esercizio 2020 con la determinazione del risultato di amministrazione.
Quadro riassuntivo della gestione finanziaria



Avanzo di amministrazione accertato esercizio 2019 (+)
Euro
19.002.175,52



Fondo pluriennale vincolato per spese correnti iscritto in entrata (+)
Euro
887.032,07



Fondo pluriennale vincolato per spese correnti iscritto in spesa (-)
Euro
1.473.682,66
Fondo pluriennale vincolato per spese in conto capitale iscritto in spesa (-)
Euro
189.382,23



Entrate accertate nella competenza dell'esercizio 2020 (+)
Euro
63.947.325,66
Spese impegnate nella competenza dell'esercizio 2020 (-)
Euro
65.400.414,42



Saldo finanziario derivante dalla "gestione di competenza" (A)
Euro
16.773.053,94



Eliminazione residui attivi insussistenti (-)
Euro
314.890,51
Eliminazione residui passivi insussistenti (+)
Euro
439.347,26



Saldo finanziario derivante dalla "gestione dei residui" (B)
Euro
124.456,75



Risultato di amministrazione esercizio 2020 (A+B)

16.897.510,69
Tavola C – Quadro riassuntivo della gestione finanziaria complessiva 2020
La gestione finanziaria complessiva determina un saldo positivo alla chiusura dell'esercizio 2020 accertato in euro 16.897.510,69. Tale saldo deriva per euro 16.773.053,94 dal saldo della gestione di competenza e per euro 124.456,75 dal saldo della gestione dei residui. La parte disponibile risulta complessivamente pari a euro 5.446.038,08.
2.1.3 Il quadro riassuntivo della gestione di cassa
Nel corso dell'esercizio finanziario 2020, le riscossioni e i pagamenti sono stati contenuti entro i limiti delle previsioni finali di cassa autorizzate con l'approvazione del bilancio di previsione e con i successivi provvedimenti di variazione agli stanziamenti di cassa.
La Tavola D "Quadro riassuntivo della gestione di cassa" presenta, in riepilogo, le risultanze contabili al 31 dicembre 2020 della gestione di cassa in conto residui e della gestione di cassa in conto competenza (2020) con la determinazione del fondo di cassa alla fine dell'esercizio 2020.
Il fondo iniziale di cassa all'inizio dell'esercizio finanziario ammontava a euro 26.276.634,81 e, per effetto del risultato della gestione di cassa 2020, alla chiusura del medesimo esercizio ammonta a euro 28.149.574,14 e coincide con il conto della gestione di cassa reso dal Tesoriere del Consiglio regionale.

Quadro riassuntivo della gestione di cassa


Conto residui
esercizi precedenti

Conto competenza
esercizio 2020

Totale







Fondo di cassa al 1.01.2020





26.276.634,81







Riscossioni (+)

1.358.891,19

62.492.190,46

63.851.081,65







Pagamenti (-)

6.454.157,15

55.523.985,17

61.978.142,32







Fondo di cassa al 31.12.2020





28.149.574,14
Tavola D – Quadro riassuntivo della gestione di cassa 2020
2.2 Lo stato patrimoniale
Nello stato patrimoniale sono rilevate le poste attive e passive secondo i principi contabili dell'armonizzazione, sia con riferimento alla classificazione delle voci del patrimonio che per quanto riguarda i criteri di valutazione.
Le risultanze contabili dello stato patrimoniale al 31 dicembre 2020 sono rappresentate in un apposito prospetto, riportante la consistenza netta della dotazione patrimoniale comprensiva del risultato economico dell'esercizio.
2.3 Il conto economico
Nel conto economico della gestione sono rilevati i componenti positivi e negativi secondo il principio di competenza economica ed in particolare secondo i criteri di valutazione e classificazione indicati nel principio contabile applicato concernente la contabilità economico-patrimoniale.
Le risultanze contabili del conto economico al 31 dicembre 2020 sono rappresentate in un apposito prospetto.
Maggiori informazioni sono contenute nella relazione sulla gestione allegata al rendiconto.".

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Si tratta del rendiconto della gestione per l'esercizio finanziario 2020.
Gentili Consigliere e Consiglieri, il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, come modificato ed integrato con decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126, prevede, a decorrere dal 1° gennaio 2015, l'obbligo per le Regioni di conformare la propria gestione ai principi contabili generali e applicati stabiliti dal decreto nonché di adottare, a partire dal 1° gennaio 2016, specifici schemi di bilancio e rendiconto.
Prevede che cessino di avere efficacia, con decorrenza 1° gennaio 2015, le disposizioni regionali incompatibili con le norme contenute nel decreto legislativo in parola.
Ciò posto per l'anno 2020, nel rispetto dei vigenti principi e regole contabili e nell'ambito dell'autonomia di cui l'articolo 67 del decreto, il Consiglio regionale approva il rendiconto della gestione sulla base della proposta di rendiconto approvato dall'Ufficio di Presidenza secondo lo schema previsto dall'allegato n. 10 al decreto legislativo 118/2011 che, ai sensi dell'articolo 11, comma 1, lettera b) del decreto comprende il conto del bilancio, i relativi riepiloghi, i prospetti riguardanti il quadro generale riassuntivo e la verifica degli equilibri, lo stato patrimoniale e il conto economico.
Nel rendiconto della gestione trova evidenza il riaccertamento ordinario dei residui ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del decreto legislativo 118/2011, approvato con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 33 dell'11 marzo 2021.
Al rendiconto della gestione sono allegati i prospetti, le tabelle e gli elenchi di cui all'articolo 11, comma 4 del citato decreto, nonché la relazione sulla gestione redatta secondo le modalità previste dall'articolo 11, comma 6, del decreto medesimo.
Al rendiconto della gestione del Consiglio regionale è allegata la relazione del Collegio dei Revisori dei conti, di cui all'articolo 11, comma 4 del citato decreto.
Le relative risultanze finali confluiscono nel rendiconto consolidato di cui all'articolo 63, comma 3 del decreto citato.
Il conto del bilancio contenuto nell'allegato A dà dimostrazione delle risultanze contabili finali della gestione finanziaria 2020, rispetto alle autorizzazioni contenute nel primo esercizio considerato nel bilancio di previsione 2020, 2021, 2022 approvato dal Consiglio regionale con deliberazione n. 106 del 04 novembre 2019.
Le previsioni iniziali di entrata e di spesa, di competenza del bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2020, pareggiavano nell'importo di euro 66.601.761, di cui euro 16.000.000 per servizi per conto terzi a partite di giro.
Nel corso dell'anno 2020 sono state apportate le variazioni di bilancio approvate dal Consiglio regionale e dall'Ufficio di Presidenza, marzo 2020 n. 37, 7 maggio 2020 n. 44, 7 luglio 2020 n. 46, 14 luglio 2020 n. 52, 27 luglio 2020 n. 126, 27 novembre 2020, di prelievo dal fondo di riserva e accantonamenti.
Le variazioni agli stanziamenti previsionali di competenza hanno reso definitive le previsioni finali di entrate e di spesa, pari ad euro 86.600.350,59, di cui la differenza di euro 19.998.589,59 si riferisce all'iscrizione di assestamento di bilancio di un importo pari ad euro 19.002.175,52 del risultato di amministrazione 2019, per finanziare, nella parte spesa, gli stanziamenti di euro 10.742 449,26 per appositi accantonamenti pari alle quote del risultato di amministrazione accantonato in applicazione in quanto previsto dall'articolo 1, comma 468 bis della legge 11 dicembre 2016 n. 232; euro 424.963,56 per contributi per funzioni delegate erogati dall'Agcom, euro 7.834.762,70 per la somma da restituire alla Giunta regionale; alla variazione in sede di riaccertamento dei residui 2019, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del decreto legislativo 118/2011 del fondo pluriennale vincolato in entrata di euro 887.032,07, conseguente l'adeguamento degli stanziamenti di spesa agli importi dei disegni di possibile reimputati; alla variazione di euro 109.382 di entrata e di spesa derivante da trasferimenti da parte del MISE al Corecom per rimborso delle emittenti locali in materia di messaggi autogestiti a titolo gratuito.
La tavola A dà un quadro riassuntivo della gestione di competenza e la tavola B, invece, dà un quadro riassuntivo della gestione di competenza presentata in sintesi, risultanze contabili della chiusura dell'esercizio 2020. La tavola C, invece, dà un quadro riassuntivo della gestione finanziaria presentata in riepilogo per le risultanze contabili alla chiusura dell'esercizio 2020, con la determinazione del risultato di amministrazione.
La gestione finanziaria complessiva determina un saldo positivo alla chiusura dell'esercizio 2020 accertata in euro 16.897.516,69: tale saldo deriva per euro 16.773.053,94 dal saldo della gestione di competenza e per euro 124.456,75 dal saldo della gestione dei residui. La parte disponibile risulta complessivamente pari a euro 5.446.038,08.
Nel corso dell'esercizio finanziario 2020 le riscossioni e i pagamenti sono stati contenuti entro i limiti delle previsioni finali di cassa autorizzate con l'approvazione del bilancio di previsione e con i successivi provvedimenti di variazione agli stanziamenti di cassa.
La tavola di quadro riassuntivo della gestione di cassa presenta in riepilogo le risultanze contabili al 31 dicembre 2020, della gestione di cassa in conto residui e della gestione di cassa in conto competenza 2020, con la determinazione del fondo di cassa alla fine dell'esercizio 2020. Il fondo iniziale di cassa all'inizio dell'esercizio finanziario ammontava ad euro 26.276.634,81 e, per effetto del risultato della gestione di cassa 2020, alla chiusura del medesimo esercizio ammonta ad euro 28.149.574,14 e coincide con il conto della gestione di cassa dal tesoriere del Consiglio regionale.
Nello stato patrimoniale sono rilevate le poste attive e passive, secondo i principi contabili di armonizzazione, sia con riferimento alla classificazione delle voci del patrimonio, che per quanto riguarda i criteri di valutazione.
Le risultanze contabili dello stato patrimoniale al 31 dicembre 2020 sono rappresentate in un apposito prospetto riportante la consistenza netta della dotazione patrimoniale, comprensiva del risultato economico dell'esercizio.
Nel conto economico della gestione sono rilevati i componenti positivi e negativi secondo il principio di competenza economica, in particolare secondo i criteri di valutazione e classificazione indicati nel principio contabile applicato concernente la contabilità economico-patrimoniale.
Le risultanze contabili del conto economico al 31 dicembre 2020 sono rappresentate in un apposito prospetto. Maggiori informazioni sono contenute e le trovate nella relazione della gestione allegata al rendiconto.
Richiamato il proprio provvedimento n. 106 del 4 novembre 2019, con il quale è stato approvato il bilancio di previsione finanziario 2020-2021-2022;
visti i seguenti provvedimenti di variazione di bilancio, approvati dal Consiglio regionale e dall'Ufficio di Presidenza conseguenti;
preso atto che per l'anno 2020 non si è richiesto alla Giunta regionale l'aumento del fondo di dotazione a carico del bilancio della Regione;
preso atto del parere favorevole del Collegio dei Revisori dei Conti della Regione Veneto del 5 marzo 2021, in merito all'approvazione del riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi;
preso atto della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza 33, 11 marzo 2021, con la quale è stato approvato, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del decreto legislativo 118/2011 il riaccertamento ordinario dei residui e sono stati cancellati i residui attivi per un importo di euro 314.890,51 e passivi per un importo di euro 439.347,26 riconosciuti insussistenti;
vista la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza, n. 41 dell'8 aprile 2021, con la quale è stata approvata la proposta di rendiconto della gestione per l'esercizio finanziario 2020 del Consiglio regionale;
visto il conto finanziario della tesoreria del Consiglio regionale Banco BPM;
preso atto che, a seguito dell'entrata in vigore del 31 maggio 2015 del nuovo Regolamento del Consiglio, Regolamento regionale 14 aprile 2015, n. 1 che non prevede la funzione consiliare di Revisore dei conti, si intendono disapplicate le disposizioni dei commi 2, 3 e 4 dell'articolo 48 del Regolamento interno per l'amministrazione, la contabilità e i servizi in economia, approvato con la deliberazione del Consiglio regionale Veneto n. 27 del 25 giugno 2008, che prevedono l'approvazione della relazione dei Consiglieri e Revisori dei Conti, unitamente al rendiconto.
Vista la relazione del Collegio dei Revisori dei Conti della Regione Veneto dell'aprile 2021, da allegare al rendiconto ai sensi dell'articolo 11, comma 4, del decreto legislativo 2011;
stabilito che la relazione consuntiva sull'attività svolta dal Co.Re.Com. dell'articolo 14 della legge regionale 10 agosto 2001, n. 18 sarà pubblicato in allegato al rendiconto della spesa di gestione esercizio finanziario 2020 del Consiglio regionale a cura del servizio competente;
stabilito che, a seguito dell'entrata in vigore del decreto legge 174/2012 e della normativa regionale di recepimento, i rendiconti dei Gruppi consiliari di cui all'articolo 6 legge regionale 56/1984, relativi all'anno 2020, saranno pubblicati in allegato al rendiconto della gestione 2020 a cura del servizio competente, unitamente alla deliberazione della Corte dei Conti di pronuncia sulla loro regolarità, intendendosi disapplicate le norme in materia di cui al Regolamento interno dell'Amministrazione e la contabilità e servizi in economia.
Visti gli articoli 41 e 46 dello Statuto del Veneto;
visto l'articolo 8 della legge regionale 31 dicembre 2012,
delibera di approvare il rendiconto della gestione per l'esercizio finanziario 2020 del Consiglio regionale, come da allegato, che forma parte integrante del presente provvedimento;
di dare atto, a seguito dell'entrata in vigore il 31 maggio 2015, del nuovo Regolamento del Consiglio.
Si intendono disapplicate le disposizioni di cui ai commi 2, 3 e 4 e l'articolo 48 Regolamento interno per l'amministrazione e la contabilità e i servizi in economia, approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 27 del 25 giugno 2008 per gli esercizi precedenti, che prevedeva l'approvazione della relazione dei Consigliere Revisori dei Conti unitamente al conto consuntivo;
di stabilire che la relazione consuntiva dell'attività svolta dal Co.Re.Com. di cui articolo 14 della legge regionale 10 agosto 2011, n. 18 sarà pubblicata in allegato al rendiconto della gestione per l'esercizio finanziario 2020 del Consiglio regionale a cura del servizio competente;
di stabilire che, a seguito dell'entrata in vigore del decreto legge 174/2012 e della normativa regionale di recepimento, i rendiconti per l'anno 2020 dei Gruppi consiliari di cui all'articolo 6, legge regionale 56/1984, saranno pubblicati in allegato al rendiconto della gestione per l'esercizio finanziario 2020 a cura del servizio competente unitamente alla deliberazione della Corte dei Conti di pronuncia sulla loro regolarità, intendendosi disapplicate le norme in materia di Regolamento;
di trasmettere la presente deliberazione alla Giunta regionale al fine di consentire le risultanze finali del rendiconto del Consiglio regionale.
Confluiscono nel rendiconto consolidato dell'articolo 63, comma 3, decreto legislativo 118/2011.
Grazie.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Non vedo interventi quindi, se non ci sono interventi, mettiamo in votazione il provvedimento di approvazione del rendiconto della gestione per l'esercizio finanziario 2020 del Consiglio regionale.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
9



PROGRAMMA TRIENNALE 2021-2023 ED ELENCO ANNUALE 2021 DEI LAVORI PUBBLICI DELL'AMMINISTRAZIONE REGIONE DEL VENETO. LEGGE REGIONALE 7 NOVEMBRE 2003, n. 27 E D.M. MIT 16 GENNAIO 2018, N. 14. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 10) APPROVATO (DELIBERAZIONE N. 41/2021)

Relazione della Seconda commissione consiliare.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Signor Presidente, colleghi Consiglieri
La programmazione dei lavori, dei servizi e delle forniture oggetto del Codice dei contratti pubblici (d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50) assume un ruolo strategico nel vigente assetto normativo, con particolare riferimento all'attuazione dei principi di buon andamento, economicità ed efficienza dell'azione amministrativa nella materia della contrattualistica pubblica.
In specie, ai sensi dell'art. 21 del citato Codice rubricato "Programma degli acquisti e programmazione dei lavori pubblici", le singole amministrazioni aggiudicatrici adottano il programma triennale dei lavori pubblici e i relativi aggiornamenti annuali per i lavori il cui valore stimato sia pari o superiore a 100.000 euro.
Alla previsione del citato art. 21 è stata data attuazione con il Decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti 16 gennaio 2018, n. 14 "Regolamento recante procedure e schemi tipo per la redazione e la pubblicazione del programma triennale dei lavori pubblici, del programma biennale per l'acquisizione di forniture servizi e dei relativi elenchi annuali e aggiornamenti annuali", il quale, tra l'altro, detta la disciplina e le regole per la redazione, l'approvazione, l'aggiornamento, la modifica del programma triennale dei lavori pubblici e del relativo elenco annuale.
Il programma è redatto ogni anno, scorrendo l'annualità pregressa e aggiornando i programmi precedentemente approvati. Si evidenzia che l'inserimento di un'opera nell'elenco annuale dei lavori pubblici costituisce condizione necessaria per l'avvio della procedura: infatti, ai sensi dell'art. 5, c. 11, del D.M. 14/2018, un lavoro non inserito nell'elenco annuale può essere realizzato solo quando sia reso necessario da eventi imprevedibili o calamitosi o da sopravvenute disposizioni di legge o di regolamento ovvero sulla base di un autonomo piano finanziario che non utilizzi risorse già previste tra i mezzi finanziari dell'amministrazione al momento della formazione dell'elenco.
Per quanto riguarda la procedura programmatoria di competenza regionale, la Legge regionale n. 27 del 2003 "Disposizioni generali in materia di lavori pubblici di interesse regionale e per le costruzioni in zone classificate sismiche", all'articolo 4 comma 2, dispone che il Programma triennale, i suoi aggiornamenti annuali e l'Elenco annuale dei lavori siano adottati dalla Giunta regionale, approvati dal Consiglio regionale e pubblicati, secondo le modalità e nei termini disciplinati con regolamento della Giunta regionale nel rispetto dei principi stabiliti dalla normativa statale in materia di contratti pubblici di lavori.
L'inserimento delle proposte di intervento nel Programma triennale dei lavori pubblici è avvenuto mediante la compilazione, da parte delle strutture regionali che hanno rilevato il fabbisogno, degli schemi-tipo di cui al D.M. n. 14 del 16 gennaio 2018, attraverso le funzionalità dell'apposito applicativo informatico reso disponibile dalla Direzione ICT e Agenda digitale.
Successivamente, dette proposte sono state convalidate e trasmesse dai Direttori delle medesime strutture regionali, sempre tramite l'applicativo informatico, al Referente unico per la redazione della programmazione, il quale ha, poi, provveduto a collazionare il relativo Programma triennale 2021-2023 dei lavori pubblici regionali e relativo elenco Annuale 2021.
Con delibera n. 243 del 09.03.2021 la Giunta Regionale ha quindi adottato, ai sensi dell'art. 4 co. 2 della L.R. n. 27/2003 e dell'art. 5 co. 4 DM 14/2018, lo schema di Programma triennale 2021-2023 e dell'Elenco annuale 2021 dei Lavori pubblici di competenza regionale di cui all'art. 2 comma 2 lett. a) della L.R. 27/2003.
Lo schema del Programma triennale 2021-2023 e l'Elenco annuale 2020 dei Lavori pubblici di competenza regionale adottati dalla Giunta regionale sono stati, quindi, pubblicati, ai sensi dell'art. 5 co. 5 del DM 14/2018, sul profilo di Committente nella sezione Amministrazione Trasparente della Regione ed inoltrati, a cura della Segreteria di Giunta, al Consiglio Regionale per la loro approvazione, ai sensi della L.R. n. 27/2003 , art. 4 co. 4.
Nel corso dell'istruttoria espletata dalla Seconda Commissione consiliare, svoltasi nella seduta del 22 aprile 2021, la Commissione, con l'ausilio della struttura regionale competente, ha esaminato il Programma, che si compone delle seguenti schede:
- Scheda A: Quadro delle risorse necessarie alla realizzazione del programma;
- Scheda B: Elenco delle opere incompiute (che risulta vuoto);
- Scheda C: Elenco degli immobili disponibili (anch'esso vuoto);
- Scheda D: Elenco degli interventi del Programma (nel quale, tra le altre cose, viene indicato il livello di priorità di ciascun intervento, massima, media, minima);
- Scheda E: Interventi ricompresi nell'elenco annuale;
- Scheda F: Elenco degli interventi presenti nell'elenco annuale del precedente programma triennale e non riproposti e non avviati.
Secondo quanto rappresentato alla Commissione dalla struttura regionale competente, in particolare, per l'annualità 2021 risulta prevista la copertura finanziaria in bilancio, conformemente alla normativa vigente (cfr. art. 3, c. 8, del D.M. 16 gennaio 2018, n. 14). Per le annualità successive (2022 e 2023), la norma impone la mera coerenza con i documenti pluriennali di programmazione e pianificazione in vigore, coerenza che risulta adeguatamente esplicitata e motivata nel programma triennale adottato dalla Giunta regionale, entro i limiti formali e contenutistici connessi al doveroso adeguamento agli schemi-tipo di programma triennale definiti a livello nazionale.
La Seconda Commissione consiliare al termine dell'istruttoria sul provvedimento ha espresso a maggioranza (favorevoli: il Presidente Rizzotto ed i Consiglieri Bet, Boron, Cavinato, Centenaro, Michieletto, Sponda, Vianello e Zecchinato del Gruppo consiliare Zaia Presidente, Cestari e Dolfin del Gruppo consiliare Liga Veneta per Salvini Premier, Speranzon e Formaggio del Gruppo consiliare Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni, Valdegamberi del Gruppo consiliare Misto, Bozza del Gruppo consiliare Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto; astenuti i Consiglieri Soranzo del Gruppo consiliare Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni, Zanoni e Montanariello del Gruppo consiliare Partito Democratico Veneto ed Ostanel del Gruppo consiliare Il Veneto che Vogliamo) parere favorevole alla sua approvazione da parte del Consiglio regionale.".

PRESIDENTE

Relatore è il consigliere Formaggio. Prego, collega.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Cari colleghi, con questa proposta di delibera amministrativa andiamo di fatto a dare il via libera al programma triennale e all'elenco annuale dei lavori pubblici del Veneto. La programmazione dei lavori, dei servizi e delle forniture in oggetto del codice dei contratti pubblici assume un ruolo strategico nel vigente assetto normativo per la nostra Regione.
La normativa di riferimento alla base di questa delibera è il Codice dei contratti, il quale dispone che ogni anno le Amministrazioni aggiudicatrici adottino un programma triennale dei lavori pubblici (decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 16 gennaio 2018 n. 14), il regolamento recante le procedure e gli schemi tipo per la redazione e la pubblicazione del Programma triennale dei lavori pubblici e del programma biennale per l'acquisizione delle forniture e dei servizi e la legge regionale 27 del 2003, articolo 4, comma 2, che prevede il programma triennale, i suoi aggiornamenti annuali e l'elenco annuale dei lavori, prevede che siano adottati dalla Giunta regionale e approvati dal Consiglio regionale e successivamente pubblicati.
L'iter di questa PDA è il seguente: il codice prevede che devono essere inseriti obbligatoriamente nel Programma triennale gli interventi di valore stimato pari o superiore a 100.000 euro. Il programma triennale è redatto ogni anno, scorrendo le annualità pregresse e aggiornando i programmi precedentemente approvati. I lavori per i quali sia stata avviata la procedura di affidamento non vanno più riproposti nel programma successivo.
La formazione del Programma triennale 2021-2023 e dei lavori pubblici regionali è stata avviata con nota del 7.1.2021 a firma del Segretario generale della Programmazione, a seguito dell'approvazione del bilancio regionale.
L'inserimento delle proposte di intervento nel Programma triennale dei lavori pubblici è avvenuta mediante compilazione delle schede nell'apposito applicativo informatico.
Le suddette schede sono state, quindi, convalidate e trasmesse dai direttori delle strutture regionali al referente unico per la programmazione.
La composizione del programma triennale è la seguente: nel corso dell'istruttoria espletata nella Seconda Commissione Consiliare, svoltasi nella seduta del 22 aprile 2021, la Commissione, con l'ausilio della struttura regionale competente, ha esaminato il programma che si compone delle seguenti schede:
Scheda A. Nella scheda A sono riassunti in modo automatico gli importi degli interventi presenti nella successiva scheda D, distribuiti per tipologia di risorsa o fonte di finanziamento. Il programma triennale 2021-2023 prevede interventi per un importo nelle tre annualità pari a circa 181 milioni di euro, suddivisi per le seguenti fonti di finanziamento; circa 33 milioni di entrate provenienti da UE o Stato a destinazione vincolata, circa 8 milioni di entrate derivanti da contrazioni di mutuo, 57 milioni da fondi di bilancio regionale, da alienazioni di immobili abbiamo circa 285.000 euro, mentre 83 milioni di euro sono provenienti, in linea di massima, da risorse che sono rientrate nel nostro bilancio regionale dopo essere state gestite in regime commissariale.
Per quanto riguarda la scheda B, non è segnalata la presenza di opere incompiute a livello regionale.
Per quanto riguarda la scheda C, andrebbe riportato l'importo di immobili direttamente connessi al finanziamento di un intervento ricompreso nel programma, ma anche questa scheda è vuota.
La scheda più importante è la scheda 4, la scheda D, che riporta l'elenco di tutti gli interventi del Programma triennale 2021-2023.
I singoli interventi riportano il codice unico dell'intervento, il codice unico di progetto, l'annualità in cui si intende dare avvio ai lavori e all'affidamento, se si tratta di lavori complessi, con soglia superiore ai 15 milioni di euro, e nota importante è il livello di priorità, che affida la priorità massima, media o minima a tutti i lavori e infine l'importo complessivo-
La scheda E è l'elenco annuale dei lavori la cui procedura è dall'affidamento nel 2021.
Nella scheda F sono riportati gli interventi per i quali il precedente Programma triennale 2020-2022 era previsto l'avvio nel corso del 2020, ma che non sono stati avviati.
Quindi, con delibera n. 243 del 9 marzo 2021, la Giunta regionale ha adottato lo schema del Programma triennale 2021-2023 e dell'elenco annuale 2021 dei lavori pubblici di competenza regionale.
Nel corso dell'istruttoria espletata dalla Seconda Commissione consiliare, svoltasi nella seduta del 22 aprile 2021, la Commissione, con l'ausilio della struttura regionale competente, ha esaminato il programma e ha votato a maggioranza lo stesso. Adesso il Consiglio, con questa votazione, dà di fatto il via libera al programma.
In sunto, Presidente e cari Consiglieri, stiamo parlando di 180 milioni di euro circa nel triennio, opere con livelli di priorità, 154 interventi che spaziano dai lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria e di nuove opere, suddivisi principalmente tra direzionali, amministrativi, beni culturali dove troviamo parole come ristrutturazione, efficientamento energetico, manutenzione e restauro degli impianti e di monumenti, mentre, cosa molto importante per il nostro Veneto, troviamo la sistemazione di sponde e argini nella difesa del suolo, consolidamento di opere idrauliche, difesa e riduzione dall'erosione, piste ciclabili, ripristino di frane, pulizia della vegetazione e tanti altri lavori.
Signor, Presidente, grazie dell'attenzione.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Do ora la parola al correlatore che è il consigliere Zanoni. Si prenoti.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Si tratta, come illustrato, del Programma triennale 2021-2023 e dell'elenco annuale del 2021 dei lavori pubblici della Regione del Veneto, un documento con una serie di allegati utili a identificare questi interventi: sono 154 interventi che prevedono un investimento di spesa di 46.448.000 per il primo anno, per un totale di quasi 181 milioni per il triennio in considerazione. Se poi andiamo a vedere nella loro complessità, anche se questo potrebbe essere un po' il libro dei desideri, si parla di quasi 1.835.158.000 euro.
Sono interventi importanti, alcuni determinanti perché si parla di manutenzione e quindi di interventi necessari perché il patrimonio della Regione venga tenuto in efficienza. Ci sono interventi importanti per quanto riguarda la difesa del suolo – probabilmente è la categoria più numerosa – alcuni per la mobilità sostenibile, la riqualificazione degli edifici e l'efficientamento energetico, e questi sono gli interventi che più ci piacciono; poi ci sono anche altri interventi che possono avere delle ripercussioni sul territorio, anche pesanti, alcuni che vanno a intaccare anche delle aree protette, tipo Rete Natura 2000, che dovrebbero, a nostro avviso, essere in qualche modo ricalibrati.
Nel complesso, sono interventi comunque importanti per i cittadini del Veneto.
Come si legge nella relazione, la norma statale impone la mera coerenza con i documenti pluriennali di programmazione e pianificazione in vigore, una coerenza che è stata verificata.
Il numero degli interventi previsti, soprattutto per quanto riguarda la difesa del suolo, ci lancia anche un segnale che ci dice che tutte le manifestazioni, anche estreme, dovute ai cambiamenti climatici, stanno portando a un impegno sempre più forte da parte delle pubbliche Amministrazioni e da parte della Regione Veneto, per contrastarli, investendo veramente risorse importantissime.
Ricordo che questo Piano deve essere coerente, appunto, come dice la norma statale, il DM del 16 gennaio 2018, con i documenti pluriennali di programmazione della Regione, ma ricordo anche che, in fase di approvazione del bilancio, in particolare del DEFR, delle linee programmatiche, abbiamo votato in Consiglio un impegno a rivedere tutti quelli che sono i piani della Regione in chiave anche di sostenibilità e di contrasto ai cambiamenti climatici, non abbiamo ancora visto un'attività da parte della Giunta e quindi, di riflesso, del Consiglio verso questo impegno. Ci auguriamo che venga presto preso in considerazione perché purtroppo tutti i campanelli d'allarme che registriamo a livello nazionale, regionale e mondiale e che riguardano, appunto, l'ambiente, ci dicono che il clima sta cambiando, è sempre più frequente la pubblicazione di studi che conferma come i cambiamenti climatici stiano influenzando l'ambiente, ma anche l'economia a livello mondiale, e perciò diventa fondamentale che anche la Regione Veneto consideri in tutti i suoi piani delle misure utili. E quali, appunto, se non questi importanti interventi che vengono spalmati, vengono effettuati su tutto il territorio della Regione?
Quindi l'auspicio è che ci sia da parte della nostra Regione una maggiore attenzione verso queste tematiche perché anche quelli che saranno i prossimi programmi triennali è evidente che saranno sempre più influenzati da questi fenomeni, sempre più frequenti.

PRESIDENTE

Grazie, collega Zanoni.
Non vedo richieste di intervento in merito.
Metto in votazione il Programma triennale 2021-2023 ed elenco annuale 2021 dei lavori pubblici dell'Amministrazione regionale del Veneto, PDA n. 10.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
10



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI MAINO, GIACOMIN E ZECCHINATO RELATIVA A "BOMBA DAY VICENZA: IL GOVERNO SI FACCIA CARICO DI QUOTA PARTE DEGLI ONERI SOSTENUTI". (MOZIONE N. 79) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 42/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- durante alcuni lavori di scavo in contrà Pallamaio nel pieno centro storico di Vicenza è stato rinvenuto un ordigno bellico alla profondità di 1.5 metri;
- il "bomba day" è previsto per il 2 maggio;
- l'ordigno è stato sottoposto ad una perizia da parte dell'8° Reggimento Genio Guastatori Paracadutisti "Folgore" che ne ha determinato le caratteristiche fisiche e costruttive;
- per garantire la sicurezza ed incolumità delle persone, sarà evacuata un'area con raggio di 450 metri dal punto in cui si trova l'ordigno;
- le strutture soggette ad evacuazione sono molteplici, strutture pubbliche militari e civili, edifici di culto, edifici di rilievo storico, strutture socio sanitarie e scolastiche oltre che abitazioni civili e strutture ricettive e commerciali;
APPURATO CHE:
- all'interno del raggio di 450 metri è, inoltre, presente la stazione ferroviaria, nonché opere strategiche come strade e linee riguardanti vari servizi;
- la presenza di linee dedicate a servizi comporterà la sospensione momentanea degli stessi, non solo nell'area prestabilita, ma anche in molte altre parti della città, causando un forte disagio a tutta la popolazione;
- le operazioni di evacuazione si terranno in piena emergenza pandemica e interesseranno più di 3000 cittadini, senza contare la popolazione delle strutture pubbliche sopra citate come caserme e ospedali;
CONSIDERATO CHE:
- le precedenti esperienze del 2001 e 2014 hanno avuto un impatto minore rispetto a quella in oggetto, mentre nel caso di specie si riscontra un impegno straordinario per il Comune di Vicenza e tutte le altre istituzioni e attività coinvolte, sia pubbliche che private;
- il costo stimato dell'operazione è di circa 500.000 euro, esclusi eventuali imprevisti che allungherebbero le tempistiche dell'intervento;
- saranno impegnate numerose forze dell'ordine vista la delicatezza dell'intervento;
Tutto ciò premesso,
impegna la Giunta regionale
a farsi parte attiva presso il Governo affinché dichiari lo stato di emergenza e predisponga opportune risorse per supportare le operazioni dirette e collaterali al cosiddetto "Bomba Day.".

PRESIDENTE

Collega Maino se si vuole prenotare per illustrare la mozione.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Scusi, Presidente, avevo votato favorevolmente, però ho visto che poi non era risultato.

PRESIDENTE

Perfetto, allora lasciamo a verbale il voto favorevole da parte del collega Polato sul Programma triennale dei lavori pubblici.
Collega Maino, a noi non risulta la sua prenotazione: provi nuovamente. Prego.

Silvia MAINO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Allora, io oggi vi presento un problema che si è verificato qualche mese fa nella città di Vicenza quando, durante dei lavori di scavo, si è scoperta una bomba, a una profondità di circa un metro e mezzo, in una via tra le più centrali di Vicenza. Questa bomba chiaramente tra quelle che sono state gettate durante la Seconda Guerra Mondiale, definita Nasty Girl, pesava circa 220 chili ed era particolarmente deteriorata soprattutto nella parte delle spolettature.
È intervenuto il Genio Guastatori Paracadutisti della Folgore che, a seguito di una disamina della situazione, ha ritenuto di dover evacuare, per la salvaguardia dei cittadini, un'area molto vasta per poter mettere in sicurezza e trasportare in un altro luogo la bomba stessa.
L'area di evacuazione riguardava circa 450 metri e una popolazione di 3.000 persone. All'interno di quest'area comunque c'erano delle strutture molto delicate, perché parliamo di una casa di cura, sostanzialmente la Eretenia, e addirittura 130 immobili della città di Vicenza soggetti a vincolo monumentale, per non parlare poi della sospensione di tutti i servizi di fornitura, quindi gas, acqua ed energia elettrica, e anche di tutti i trasporti.
È evidente che si è creato un disagio enorme nella popolazione con dei costi che sono arrivati a circa 500.000 euro e con un coinvolgimento di circa 500 volontari e 25 enti che hanno collaborato alla buona riuscita, per fortuna, di questa giornata.
La bomba è stata trasportata in altro luogo ed è stata fatta brillare.
È andato tutto bene, grazie al cielo, però chiaramente questo ha ingenerato un grande disagio nella popolazione perché non è la prima volta che a Vicenza si trovano degli ordigni bellici, ma in epoca Covid capite tutti che è decisamente molto più complicato spostare addirittura tutti i malati di una clinica.
Quindi, con questa mozione io chiederei che il Governo diventi parte attiva, faccia la sua parte in tutta questa operazione estremamente onerosa per la città, dichiarando non solo lo stato di emergenza, ma cercando anche di dare un contributo in termini economici.
Colgo l'occasione, visto che il tempo ce l'ho anche, per ringraziare anche tutti coloro i quali hanno fattivamente portato a buon fine un'operazione estremamente delicata e definita unica in Italia, per la sua peculiarità, quindi tutti gli artificieri che sono intervenuti, tutta la parte dei volontari, il sindaco Rucco e il vicesindaco Celebron e gli Assessori di competenza, che sono stati sempre presenti e che, per quanto di competenza, sia Ierardi per la Protezione civile, sia Tosetto per la parte sociale, sono stati tutta la giornata presenti per collaborare ed aiutare soprattutto le categorie più fragili che si sono dovute spostare. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Maino.
Le chiedo solamente una cortesia: siccome la bomba è già stata disinnescata e qua si parla di dichiarare lo stato di emergenza, le suggerisco casomai di modificare l'impegno alla Giunta regionale, che vada nella direzione di supportare le operazioni dirette da un punto di vista economico e una modifica ovviamente parlando al passato.

Silvia MAINO (Zaia Presidente)

Sì, certo.

PRESIDENTE

Nel frattempo do la parola al collega Possamai e le chiedo cortesemente se può venire in Aula, così concordiamo con lei le modalità. Grazie.

Silvia MAINO (Zaia Presidente)

Certo, scendo.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Molto rapidamente per annunciare che voteremo a favore della richiesta, nel senso che si è sempre fatto e quindi è doveroso che lo Stato collabori alle spese dopo il ritrovamento di una bomba e quindi su questo assolutamente nulla quaestio.
Devo dire che alcuni "considerato" della mozione, secondo me, sono un po' strani nel senso che le precedenti esperienze del 2001 e del 2014 si dice che hanno avuto un impatto minore rispetto a quella in oggetto, ma siccome quando l'ho letto mi veniva qualche dubbio, sono andato a darmi un'occhiata: qui si parla di 3.000 cittadini e nel 2001 furono 77.000 e nel 2014 30.000, per cui parliamo di evacuazioni completamente diverse.
Detto questo, c'è stato un costo, c'è stato ovviamente un disagio per una parte del centro storico in particolare, quindi è giusto chiedere allo Stato un contributo, però queste considerazioni temo che c'entrino poco con la realtà, punto 1.
Punto 2, sul costo io l'unico comunicato pubblico che ho trovato sul sito del Comune dava un costo di 50.000 euro, che mi sembra molto basso, dopodiché vedevo 50.000 sul sito del Comune e qui 500.000, per cui mi incuriosiva alla cifra.
Detto questo, ma è solo per dovere di cronaca e di approfondimento sui dati, la richiesta e l'impegno nei confronti della Giunta, secondo noi, sono corretti, quindi è giusto chiedere al Governo un contributo e un aiuto e voteremo a favore della mozione.

PRESIDENTE

Grazie, collega Possamai.
Siccome siamo in attesa della collega Maino, direi di sospendere tre minuti, in modo che concordiamo con lei le modifiche.
Quindi rimaniamo in Aula, colleghi, per tre minuti.
La Seduta è sospesa alle ore 17.05
La Seduta riprende alle ore 17.08

PRESIDENTE

Riprendiamo il Consiglio.
Do la parola alla collega Maino per illustrare le modifiche che sono state apportate alla mozione da lei presentata. Prego, collega.

Silvia MAINO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Nel titolo della mozione emendiamo "dichiari lo stato di emergenza", che viene tolto completamente, cambiamo i tempi chiaramente dei verbi, in quanto, ripeto, per fortuna è andato tutto a buon fine, quindi, nel secondo capoverso, "...il bomba day è avvenuto il giorno 2 maggio".
Nel quarto capoverso: "...per garantire la sicurezza e l'incolumità delle persone, è stata evacuata un'area".
Nel capoverso successivo: "Le strutture soggette ad evacuazione sono state molteplici".
Nella parte dell'"appurato": "Le operazioni di evacuazione sono avvenute in piena emergenza pandemica e hanno interessato più di 3.000 cittadini".
Nel penultimo capoverso, prima dell'impegno della Giunta: "Il costo dell'operazione – invece di "è" – è stato".
Chiaramente "saranno impegnate numerose forze", siccome è già stato effettuato, non c'è necessità di ripeterlo.
Nella parte dell'impegno della Giunta espungiamo tutta la parte della dichiarazione dello stato di emergenza e rimaniamo con "...farsi parte attiva presso il Governo, affinché si faccia carico di buona parte degli oneri sostenuti per supportare le operazioni dirette e collaterali al cosiddetto bomba day".
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, scusi, sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE

Prego, collega, sull'ordine dei lavori.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Soltanto perché ringrazio la collega Maino che ha fatto un lavoro preciso di adeguamento al tempo, ma avevo solo una perplessità anche rispetto alla considerazione che ha fatto il capogruppo Possamai sul costo, nel senso che lei ha trasformato un costo che era ipotetico in un'affermazione, cioè il costo è stato di circa 500.000 euro. Siccome non so se esistano atti ufficiali che confermano questa cifra, visto che stiamo emendando, teniamola larga magari dicendo: "Il costo potrebbe essere", cioè siccome non è un dato di fatto, emendiamola nel senso di "potrebbe arrivare fino a".

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Posso? Sempre su questo punto.

PRESIDENTE

Si prenoti, collega Possamai, e poi diamo la parola alla collega Maino. Prego, collega.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Due cose: la prima è il tema del costo, nel senso che, secondo me, è sbagliata non tanto questa cifra, ma la cifra che c'è sul sito del Comune, nel senso che sul sito del Comune l'unica cifra che si trova è di 50.000 euro sostenuti dal Comune: se uno guarda sul sito del Comune, questa è la cifra e quindi questi 500.000 bisognava capire un po' da dove arrivavano.
L'altra cosa era che le precedenti esperienze del 2001 e del 2014 avevano avuto un impatto minore rispetto a quella in oggetto, ma questa volta si tratta di 3.000 persone, nel 2001 erano 77.000 e nel 2014 30.000. Non cambia niente, cioè sulla mozione siamo favorevoli, ma volevo capire il perché di questa spiegazione.

PRESIDENTE

Prego, collega Maino.

Silvia MAINO (Zaia Presidente)

Sì, è chiaro che è stato tutto più complesso in questo particolare momento, perché c'è stato il Covid, che ha generato veramente una dinamica di complessità, di difficoltà, anche di allocazione, un termine brutto, ma comunque di collocazione del personale anziano, che ha richiesto tamponi, che ha richiesto di stanziamenti, che ha richiesto luoghi adeguati dove anche le persone ammalate potessero stare. Svuotare una clinica senza Covid è una cosa, svuotare una clinica con il Covid è chiaro che è molto più complicato.
Per quanto riguarda i costi, accetto benissimo di mettere il "probabilmente" o "circa" o "presumibilmente": va benissimo. Grazie.

PRESIDENTE

Ottimo.
Non ci sono altri interventi.
Direi di mettere in votazione la mozione che è appena stata illustrata con le modifiche suggerite dal relatore.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione come modificato)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- durante alcuni lavori di scavo in contrà Pallamaio nel pieno centro storico di Vicenza è stato rinvenuto un ordigno bellico alla profondità di 1.5 metri;
- il "bomba day" è avvenuto il 2 maggio;
- l'ordigno è stato sottoposto ad una perizia da parte dell'8° Reggimento Genio Guastatori Paracadutisti "Folgore" che ne ha determinato le caratteristiche fisiche e costruttive;
- per garantire la sicurezza ed incolumità delle persone, è stata evacuata un'area con raggio di 450 metri dal punto in cui si trova l'ordigno;
- le strutture soggette ad evacuazione sono state molteplici, strutture pubbliche militari e civili, edifici di culto, edifici di rilievo storico, strutture socio sanitarie e scolastiche oltre che abitazioni civili e strutture ricettive e commerciali;
APPURATO CHE:
- all'interno del raggio di 450 metri è, inoltre, presente la stazione ferroviaria, nonché opere strategiche come strade e linee riguardanti vari servizi;
- la presenza di linee dedicate a servizi ha comportato la sospensione momentanea degli stessi, non solo nell'area prestabilita, ma anche in molte altre parti della città, causando un forte disagio a tutta la popolazione;
- le operazioni di evacuazione sono avvenute in piena emergenza pandemica e hanno interessato più di 3.000 cittadini, senza contare la popolazione delle strutture pubbliche sopra citate come caserme e ospedali;
CONSIDERATO CHE:
- le precedenti esperienze del 2001 e 2014 hanno avuto un impatto minore rispetto a quella in oggetto, mentre nel caso di specie si riscontra un impegno straordinario per il Comune di Vicenza e tutte le altre istituzioni e attività coinvolte, sia pubbliche che private;
- il costo dell'operazione potrebbe, dalle prime stime, essere valutabile in alcune centinaia di migliaia di euro;
tutto ciò premesso,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a farsi parte attiva presso il Governo affinché si faccia carico di quota parte degli oneri sostenuti per supportare le operazioni dirette e collaterali al cosiddetto "Bomba Day".".
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
11



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI GUARDA, BIGON, OSTANEL, LORENZONI, ZANONI E BALDIN RELATIVA A "LA GIUNTA REGIONALE ELABORI UN NUOVO PIANO DEI RIFIUTI URBANI E SPECIALI SENZA PREVISIONI DI AMPLIAMENTO O NUOVI INCENERITORI E DISCARICHE". (MOZIONE N. 20) RESPINTA

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- il Decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116, recante "Attuazione della direttiva (UE) 2018/851 che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti e attuazione della direttiva (UE) 2018/852 che modifica la direttiva 1994/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio" ha apportato modifiche a diverse disposizioni alla Parte VI del vigente decreto legislativo al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152;
- tra le diverse modifiche introdotte al D. lgs n. 152/2006 a mezzo del recente intervento legislativo sopra richiamato, spiccano senz'altro, ai fini che ci occupano, sia l'innovata classificazione dei rifiuti urbani sia, in maniera perspicua, la maggiore rilevanza attribuita alla declinazione attuativa del principio di prevenzione dei rifiuti, cui è adesso riconosciuto rilievo prioritario e che si realizza attraverso il previsto Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti il quale, ai sensi dell'innovato art. 180, fissa idonei indicatori e obiettivi qualitativi e quantitativi per la valutazione dell'attuazione delle misure di prevenzione dei rifiuti in esso stabilite e, soprattutto, ai sensi dell'inserito 198 bis, comma 2, il programma nazionale ha specifiche ricadute sui pertinenti documenti di piano regionali, nella misura in cu, fissa i macro-obiettivi, definisce i criteri e le linee strategiche cui le Regioni e le Province autonome si attengono nella elaborazione dei Piani regionali di gestione dei rifiuti di cui all'articolo 199 del D.lgs. n. 152/2006;
EVIDENZIATO CHE:
- la Regione del Veneto è dotata di un Piano Regionale di Rifiuti Urbani e Speciali approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 30 del 29 aprile 2015 con proiezioni e obiettivi da raggiungere nel 2020;
- Arpav, nel rapporto annuale in cui presenta i dati sui rifiuti urbani al 2019, riporta lo stato di attuazione del Piano Regionale Rifiuti riscontrando delle anomalie tra gli obiettivi fissati dal piano (RIDURRE LA PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI - FAVORIRE IL RECUPERO DI MATERIA - FAVORIRE ALTRE FORME DI RECUPERO - MINIMIZZARE IL RICORSO ALLA DISCARICA) e i dati rilevati;
- il Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani approvato con DCR n. 30/2015 prevedeva il raggiungimento dal 2020 una percentuale del 76% di raccolta differenziata con l'applicazione delle "migliori pratiche";
CONSIDERATO CHE:
- le 4 direttive europee sull'Economia Circolare entrate in vigore a luglio 2018 prevedono l'incentivo del riciclo con recupero di materia attraverso impianti dedicati, al pari di quanto suggerito dall'ISPRA durante la presentazione del rapporto nazionale sui rifiuti del 2020.
- tali direttive esplicitano i conseguenti obiettivi da raggiungere a livello europeo, nazionale e locale in termini di riciclo, specie degli imballaggi, e di riduzione del conferimento in discarica;
- misure quali la prevenzione e il riutilizzo dei rifiuti possono generare, in tutta l'UE, risparmi netti per le imprese fino a 504 miliardi di euro, riducendo al contempo le emissioni totale annue di gas a effetto sera del 2-4%
impegna la Giunta regionale
a predisporre sin d'ora ogni utile azione al fine di pervenire all'elaborazione di un nuovo Piano Regionale dei Rifiuti che si inserisca compiutamente nel quadro delle innovazioni legislative e di paradigma di cui al recente Decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116, evitando di concedere autorizzazioni per ulteriori progetti relativi a nuove discariche o loro ampliamento, nuovi impianti di incenerimento di rifiuti o loro modifica sostanziale, ovvero la ristrutturazione e riattivazione delle sezioni di incenerimento degli impianti di trattamento rifiuti attualmente non attive, in attesa che le Regioni definiscano l'individuazione di macroaree per la razionalizzazione degli impianti, ai sensi dell' art. 198-bis, c.3, lett. g) del decreto legislativo n. 152 del 2006, e che si individuino i flussi omogenei di rifiuti funzionali e strategici per l'economia circolare anche nell'ottica dell'abbandono progressivo della tecnica dell'incenerimento a vantaggio di soluzioni che ne possano promuovere ulteriormente il loro riciclo.".

PRESIDENTE

Prego, collega.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Con questa mozione presentata insieme alle colleghe Bigon, Ostanel, Baldin e ai colleghi Lorenzoni e Zanoni, abbiamo riportato quelli che sono stati i passaggi rispetto all'innovazione nella gestione dei rifiuti che vi è all'interno del contesto europeo e nazionale.
Il decreto legislativo 3 settembre 2020, attuazione della direttiva UE 2018/851, indica come obiettivi quello della riduzione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio e diverse modifiche introdotte richiamano in particolar modo l'innovata classificazione dei rifiuti urbani e la maggiore rilevanza è attribuita alla declinazione attuativa del principio di prevenzione della produzione dei rifiuti.
Alla luce di questo è riconosciuto rilievo prioritario che appunto venga intrapresa nella programmazione nazionale, ma anche in quella regionale, l'obiettivo della riduzione del rifiuto e il fissare quegli idonei indicatori, obiettivi qualitativi e quantitativi per l'attuazione di quei macro obiettivi che l'Unione Europea ci sta dando per riuscire a gestire in maniera sinergica e strategica la realizzazione delle direttive europee rispetto, appunto, all'economia circolare di cui anche in questi giorni parliamo nelle nostre Commissioni e per cui questi macro obiettivi devono essere poi definiti e attualizzati con criteri e linee strategiche precise all'interno del nostro territorio.
La Regione del Veneto è dotata di un Piano regionale dei rifiuti che è stato approvato nel 2015 con una proiezione di obiettivi da raggiungere entro il 2020. È evidente che questo 2020 è trascorso e ad oggi, appunto, ci ritroviamo con un piano che è "scaduto" nel 2020 e che continua a essere operativo ad oggi, ma non consente di attualizzare quelle che sono le azioni e di valutare anche i progetti alla luce delle nuove direttive europee, con un piano che sia adeguato e non basato su criteri praticamente di quasi dieci anni fa.
Considerato che le quattro direttive sull'economia circolare entrate in vigore nel 2018 prevedono l'incentivo del riciclo con recupero di materia, attraverso impianti dedicati, che tali direttive esplicitano i conseguenti obiettivi da raggiungere a livello europeo, nazionale e locale in termini di riciclo, specie degli imballaggi di riduzione dei rifiuti, considerato che le misure di prevenzione e riutilizzo dei rifiuti possono generare in tutta l'Unione Europea risparmi netti per le imprese fino a 104 miliardi di euro, riducendo al contempo le emissioni totali annue di gas a effetto serra del 2% e 4% e considerato che questo poi induce anche alla creazione di una serie di vantaggi da un punto di vista economico all'interno di un settore che è quello della green economy, che si deve esplicare meglio nel nostro territorio, abbiamo chiesto alla Giunta regionale di predisporre sin d'ora ogni utile azione al fine di pervenire all'elaborazione di un nuovo Piano regionale dei rifiuti, che si inserisca compiutamente nel quadro delle innovazioni legislative, evitando di concedere autorizzazioni per ulteriori progetti relativi a nuove discariche, al loro ampliamento, a nuovi impianti di incenerimento di rifiuti e alla loro modifica sostanziale oppure la ristrutturazione e riattivazione di sezioni di incenerimento degli impianti di trattamento dei rifiuti attualmente non attivi. Questo in attesa che le Regioni definiscano l'individuazione delle macro aree per la razionalizzazione degli impianti e che si individuino i flussi omogenei di rifiuti funzionali e strategici per l'economia circolare, anche nell'ottica dell'abbandono progressivo della tecnica dell'incenerimento a vantaggio, invece, di soluzioni che possano essere innovative nell'ambito del riciclo e del riuso.
Voglio ribadire anche un principio che è questo: in Veneto molto spesso anche in questi anni stiamo ragionando nella gestione dei rifiuti verso un'unica destinazione, cioè quella di progettare nuove discariche, ampliamenti o nuove linee di incenerimento, ma senza mai concentrare le energie e le risorse all'interno di progetti per ridurre realmente i rifiuti urbani e speciali perché questo è il vero problema veneto, ma anche italiano.
Per questo motivo richiediamo che, in attesa del nuovo Piano dei rifiuti, che evidentemente si doveva già cominciare a discutere in questi mesi, date le parole che c'erano state dette dall'Assessore all'Ambiente all'inizio di questa Legislatura, in attesa dell'attuazione di questo nuovo Piano dei rifiuti urbani e speciali, il Veneto non faccia scelte che siano in contrasto con le nuove indicazioni che all'interno del nuovo Piano dovranno essere indicate e con quelle richieste che anche dal territorio ci provengono di tutela del territorio, specie in quelle aree particolarmente delicate e sensibili da un punto di vista ambientale e di produzione agronomiche.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo ovviamente a sostegno di una mozione che ho non solo sottoscritto, ma anche contribuito a elaborare assieme alla consigliera Guarda e agli altri firmatari, in particolare anche la consigliera Bigon, perché nella fase di definizione della mozione ci siamo divisi anche per aree, visto che Padova, Vicenza e Verona sono soprattutto le aree, assieme a Venezia, interessate da ampliamenti di alcuni progetti di incenerimento oppure di nuove discariche.
Il tema della mozione è semplice: se noi dobbiamo, come Regione, dare il via libera ad alcune progettualità potenzialmente impattanti sui territori – penso al mio territorio, quello di Padova – lo dobbiamo fare se e solo se abbiamo almeno un Piano rifiuti, che è lo strumento che pianifica la gestione dei rifiuti nel nostro territorio. Il nostro Piano rifiuti, approvato nel 2015, formalmente è ancora in vigore, però le sue previsioni scadevano nel 2020 e oggi ci troviamo di fronte a un vuoto di pianificazione su un tema molto importante.
Ci tenevo a portare alcune modifiche normative a livello europeo, che imporrebbero di approvare un Piano rifiuti con estrema velocità e non, come è stato detto, aspettando i dati del 2019 per approvare un nuovo piano, quando l'emergenza Covid ha sicuramente modificato il conferimento e la produzione dei rifiuti e quindi sarebbero dei dati totalmente inattendibili. Faccio un esempio: tutte le attività commerciali che sono rimaste chiuse non hanno in questo periodo prodotto rifiuti e, se noi approvassimo un Piano rifiuti sulle previsioni e i dati del 2019, faremmo un grave errore.
In più, a livello europeo sono intervenute alcune normative che delineano un quadro normativo importante: le direttive del pacchetto economia circolare che spiegano – e stiamo discutendo anche di questo dentro le Commissioni – come bisogna intervenire sull'economia circolare e quindi sulla riduzione dei rifiuti e favorendo il riuso. Al bando sono stati messi anche una serie di articoli in plastica monouso, per cui stiamo discutendo nelle Commissioni anche di questo.
Poi comunque esiste una nuova normativa europea che si chiama "Tassonomia ambientale" e, secondo dei dati ovviamente attendibili perché li produce un ente che in qualche modo controlla su questo tema a livello europeo, l'incenerimento, che è il tema che a me interessa, visto il territorio da cui provengo, è peggiore rispetto, ad esempio, ai cambiamenti climatici e ai loro effetti di bruciare gas metano e quindi è comparabile a bruciare carbone.
Allora, se noi oggi siamo qui a discutere di Piano rifiuti è perché questo potrebbe permettere di pianificare al meglio la gestione dei rifiuti nel nostro territorio. Tra l'altro, il 26 dicembre io avevo chiesto con un'interrogazione a risposta scritta, a cui non ho ancora avuto risposta, alcuni chiarimenti rispetto a questo, perché solo con il Piano rifiuti noi possiamo venire a sapere, ad esempio, quanti rifiuti verrebbero conferiti a Padova da fuori provincia e ricordiamo che il Testo Unico Ambientale, all'articolo 182, dice che bisogna rispettare il principio della prossimità e quello di autosufficienza.
Allora noi oggi, in un territorio come il mio, quello di Padova, siamo di fronte a una possibile approvazione di una quarta linea di incenerimento, senza sapere quanti rifiuti verranno conferiti in quel territorio, da dove proverranno, se verranno conferiti anche rifiuti speciali, se accanto ai rifiuti speciali avremo anche, ad esempio, residui per quanto riguarda il tema dei PFAS. Allora, se noi andiamo ad approvare nuove prospettive di incenerimento o anche altre discariche su altri territori, in assenza di un Piano rifiuti i cittadini non possono sapere cosa succederà all'interno di quell'impianto. Qui non stiamo discutendo se siamo a favore o se siamo contro l'incenerimento o la quarta linea. Io ho la mia opinione, l'ho già espressa varie volte, quindi non la riporto.
Il tema qui è che se la Regione vuole anticipare e deve anticipare l'approvazione del Piano rifiuti prima di dare nuove autorizzazioni, questo è un principio, secondo me, che dovrebbe far riflettere un po' tutti perché noi non possiamo - e lo ripeto – dire, ed è stato detto, che approveremo un piano rifiuti sulla base di dati che non sono aggiornati e, anzi, sono dei dati falsati, ahimè, dall'emergenza Covid e, soprattutto, non lo stiamo facendo per tempo.
Chiedo davvero di riflettere su questa mozione perché stiamo parlando, appunto, di una pianificazione regionale importante e non tanto di essere a favore o contro di un determinato provvedimento.

PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la collega Baldin e gliela cedo.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Io ringrazio le colleghe che hanno voluto presentare questa mozione che ho sottoscritto convintamente perché fa il punto su alcune delle battaglie storiche del Movimento 5 Stelle: una lotta contro discariche, contro inceneritori, contro la plastica monouso, un grandissimo nemico del nostro ecosistema soprattutto dei giorni nostri, negli ultimi anni. Credo che sia arrivato il momento di fare un po' il punto della situazione su quella che è la nostra visione del futuro, del domani, pensando anche che sia arrivato il momento di agire su scenari diversi che devono essere quelli necessariamente dell'economia circolare.
Ormai anche tutta Europa sta andando in questa direzione ovvero quella del riuso, riciclo e riduzione dei rifiuti e deve essere un po' la nostra via da seguire, la nostra priorità in questa lotta all'incenerimento. Proprio sul punto avevo presentato, ormai quattro mesi fa, un ordine del giorno, che non è andato a buon fine, sull'inceneritore di Fusina: 70 milioni di euro nel Piano regionale di Ripresa e Resilienza per andare a finanziare un inceneritore, un qualcosa che andrà a bruciare rifiuti, un impianto ormai vecchio. Stiamo finanziando il passato non di certo quello che verrà.
Avevo anche presentato un ulteriore ordine del giorno sempre sull'argomento inerente il biomonitoraggio, quindi una serie di studi, magari anche poco costosi, che la Giunta doveva fare, ma non mi pare sia andata avanti su questo tema, proprio sul monitoraggio biologico del latte materno e della presenza di metalli pesanti nelle unghie dei bambini.
Queste sono richieste che arrivano dalla scienza, dai medici, dai pediatri e significano tanto perché attraverso questi rilievi si va a verificare la presenza di inquinanti e a che punto siamo con questi proprio all'interno del corpo umano per capire se si può, se è possibile, accettabile, implementare inceneritori in un dato luogo data la situazione riguardante la salute umana, la salute anche dei bambini soprattutto.
Avevo già inviato una lettera all'allora ministro Costa per far luce su questa posizione assunta dalla Regione che abbiamo contestato duramente anche con l'aiuto della europarlamentare Pignedoli.
Detto questo, io credo che questo Consiglio regionale debba individuare una direzione.
Anche il Consiglio comunale di Venezia, proprio riguardo all'inceneritore di Fusina, ha preso una strada: sul biomonitoraggio hanno votato all'unanimità a favore dell'ordine del giorno della collega Sara Visman del Movimento 5 Stelle e quindi è arrivato il momento, anche ad oggi, di capire, insomma, cosa ne pensa il Consiglio regionale e ringrazio i colleghi che voteranno a favore questa mozione.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla collega Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Mi sentite?

PRESIDENTE

Perfettamente, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie.
Intanto ringrazio appunto le colleghe con cui abbiamo redatto questa mozione, insieme unitamente anche a un tavolo tecnico perché di fatto abbiamo nel Veneto, e soprattutto nel luogo dove prima si diceva, dei problemi enormi per quanto riguarda le discariche. Io parlo anche per Verona, la Provincia di Verona, dove vediamo che nell'est veronese ci sono quattro progettualità molto pesanti e grandi: abbiamo il problema di Zevio, abbiamo a San Martino, come si diceva prima, Legnago, Pescantina da bonificare e poi abbiamo un problema di richieste di autorizzazioni per Sorgà, dove abbiamo la coltivazione e il vincolo Vialone nano, come riso, e in realtà si chiede l'autorizzazione ad aprire una discarica enorme per quanto riguarda il Car Fluff.
Noi dobbiamo assolutamente intervenire e la Regione deve farlo. Abbiamo un Piano dei rifiuti che, come si diceva prima e non voglio essere assolutamente ripetitiva, ha la scadenza del 2020. C'era la richiesta e anche la promessa fatta dall'Assessore di intervenire subito con un nuovo piano che prevedesse ed accogliesse quelle che sono le direttive dell'Unione Europea: assolutamente dobbiamo andare in questo senso, non possiamo permetterci di vedere il Veneto sotto questo aspetto, dove assolutamente non c'è nessuna attenzione per quanto riguarda l'ambiente visto che la tutela dovrebbe essere prioritaria.
Teniamo anche presente che ci sono tante zone da identificare e la Regione dovrebbe assolutamente fare questo: non possiamo accettare che l'ambiente venga deturpato in questo modo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sono anch'io uno dei firmatari di questa mozione che naturalmente porta all'attenzione del Consiglio oggi un tema che è importantissimo, che è quello della gestione dei rifiuti, in particolare del Piano rifiuti: un piano che potremmo considerare "scaduto" perché, appunto, dovrebbe essere rivisto anche alla luce di importantissime novità. Si parla soprattutto di nuove norme europee, ci sono nuovi e più ambiziosi obiettivi rispetto a quelli che la stessa Unione europea e i suoi Stati membri avevano quando è stato approvato questo, che ormai è un piano datato, un piano sorpassato, un piano che non è più adatto ai tempi che stiamo correndo.
I nuovi obiettivi europei ci impongono una revisione e ci impongono anche una rivisitazione di tutte quelle che sono state le scelte fatte finora: parliamo oggi del Next Generation EU, sappiamo che uno dei pilastri principali è quello della sostenibilità, sappiamo tutti come l'Unione europea abbia puntato la sua azione di programmi e anche di norme verso l'economia circolare. Ci sono una serie di norme che entrano proprio nei dettagli su come devono essere affrontate queste tematiche relative alle risorse, appunto, ai rifiuti e quant'altro, che ci impongono di rivedere la vecchia politica adottata finora.
Il riciclo deve diventare la parola d'ordine: noi dobbiamo ridurre l'immondizia all'origine, dobbiamo ridurre i rifiuti, dobbiamo contrastare quello che è l'usa e getta, dobbiamo accompagnare le nostre imprese verso la riconversione anche degli imballaggi, che devono essere imballaggi sostenibili e riciclabili e, quindi, ridurre anche la plastica o eliminare la plastica monouso, che sappiamo crea grossissimi danni anche all'ambiente e alla biodiversità, ai mari. Sappiamo tutti come la plastica sia entrata anche nella catena alimentare: si trova, ad esempio, all'interno dei pesci.
Dobbiamo pensare a un nuovo Piano rifiuti, al principio dell'autosufficienza, al principio della prossimità. La strada che stiamo percorrendo oggi non ci porta da nessuna parte e quindi dobbiamo effettivamente cambiare strada: dobbiamo come Regione, a mio avviso, essere più vicini alle imprese accompagnandole verso la riconversione.
Abbiamo molte imprese che saranno interessate anche dai finanziamenti del Next Generation EU proprio verso una sostenibilità delle loro attività. Naturalmente non è facile farlo. Abbiamo visto che parte della politica è refrattaria alle innovazioni, invece dovremmo essere protagonisti per dare una mano ai nostri imprenditori. Lo abbiamo visto quando si è trattato di modificare quello che è l'attuale stato della produzione e l'utilizzo della plastica.
Dobbiamo rimboccarci le maniche. Non si può dire che va tutto bene. Non possiamo restare fermi in una situazione conservativa.
Ecco perché, nel momento in cui abbiamo un piano che scade e siamo in un periodo di transizione e dobbiamo attuare una programmazione stabilendo e recependo questi nuovi principi delle norme europee, della sostenibilità e dell'economia circolare, non possiamo, in questo periodo transitorio, approvare, autorizzare nuove discariche o l'ampliamento di queste, nuovi impianti di incenerimento, perché sarebbe sbagliato nei confronti della stessa programmazione della Regione che dovrà dotarsi di queste nuove linee programmatiche all'interno, appunto, della gestione dei rifiuti. Andremmo a fare qualcosa di sbagliato, andremmo a fare qualcosa che verte su vecchie norme e su una situazione che non è più quella di cinque anni fa.
Ecco perché io ringrazio anche le prime firmatarie di questa mozione che ci hanno messo impegno e approfondimento. È un'occasione importante, a mio avviso, per il Consiglio, perché è anche da queste cose, anche da mozioni come queste che la nostra Regione potrebbe dare un segnale di cambiamento a vantaggio della tutela dell'ambiente, tutela dei cittadini.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, il tempo.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ho concluso. E anche per dare un segnale importante e aiuto alle nostre imprese.

PRESIDENTE

Grazie.
La parola al collega Formaggio, prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Adesso faccio sempre la parte del lupo cattivo sulla favola di "Cappuccetto Rosso", perché quando sento parlare le colleghe della minoranza sembra che noi siamo da una parte i brutti, cattivi, quelli con le cave, quelli con le discariche, quelli con le industrie, quelli con le ciminiere, quelli con i fumi e dall'altra parte vedo Bambi, Laura Ingols nella "Casa nella prateria", chi si ricorda il telefilm, e tante altre cose, caro Presidente.
Però sappiamo che in Veneto arriviamo fino al 2025 con le discariche che ci sono. Sappiamo che ci costa 80 euro a tonnellata e dal 2025 in avanti porteremo in discarica 200.000 tonnellate di secco residuo che o bruciamo nell'inceneritore o portiamo in discarica.
Il brutto cattivo Joe Formaggio vi dice: dove mettiamo questa roba? Cosa diciamo ai veneti? Cosa facciamo?
La Giunta regionale, il Presidente, questo Consiglio, devono prendere delle decisioni importanti per il futuro del Veneto.
Vogliamo capirlo che ci sono industrie che portano, sono costrette a portare in Germania, in Francia, i prodotti e i rifiuti speciali? Dobbiamo sempre farci vedere belli quando parliamo dell'industria del Veneto e dopo dobbiamo nascondere la testa sotto la sabbia quando parliamo dei rifiuti. Se siamo la locomotiva d'Italia, dobbiamo essere orgogliosi delle industrie, delle fabbriche e anche dei rifiuti che produce il Veneto e non buttare là una mozione tanto per fare i belli e andare sul giornale domani, una mozione che: dobbiamo eliminare le discariche, dobbiamo eliminare gli inceneritori, dobbiamo eliminare anche i rifiuti, caro collega.
È vero, però adesso dobbiamo dar da mangiare anche alle famiglie venete e se dobbiamo vergognarci dei rifiuti che produce il Veneto, io sono il primo che si vergogna dei rifiuti che produce il Veneto, però sono il primo a difendere tutte quelle realtà che producono rifiuti in Veneto.
Grazie. Quindi voterò contro a questa mozione.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Finco, prego.

Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Non volevo intervenire sull'argomento ma la collega Baldin mi ha stimolato perché ogni volta che parliamo di rifiuti, che parliamo di inceneritori all'interno di questo Consiglio regionale, mi ricordo che durante la passata Legislatura che avevamo cinque paladini dell'ambiente e del territorio, oggi i paladini pentastellati si sono ridotti ad uno, però sono anche stanco di sentire sempre la solita morale e sono anche sicuro che, come ha ben detto il collega Formaggio, non è che da una parte ci sono i buoni e dall'altra ci sono i cattivi. Bisogna anche avere il coraggio di fare i conti con la realtà e oggi, se dobbiamo guardare il percorso che ha fatto il Veneto, che tanto viene criticato, è un percorso virtuoso e forse tra i migliori percorsi fatti a livello nazionale per quel che riguarda il riciclo. Basta guardare che cos'era il Veneto negli anni Duemila e che cos'è il Veneto oggi nel 2021, quali sono le percentuali di raccolta differenziata negli anni Duemila e quali sono le percentuali oggi. Grazie a un grande lavoro che è partito da questa Regione, dall'Amministrazione regionale di questa Regione che, grazie ai grandi investimenti e anche all'opera di sensibilizzazione che ha fatto nei confronti della popolazione, oggi, pur non avendo ovviamente percentuali del 100% in tutti i Comuni, comunque siano ancora oggi un buon modello.
Io sono convinto che l'economia circolare e ovviamente le nuove tecnologie che stanno venendo avanti sul mondo del riciclo siano e rappresentino il futuro, però oggi vendere che gli inceneritori non servono più e che comunque dobbiamo andare avanti nella linea di dismettere questi impianti di incenerimento, è pura follia, ragazzi, è pura follia, perché sappiamo tutti che oggi degli inceneritori, piaccia o no, ne abbiamo ancora bisogno. E voi che vi ritenete un modello di gestione dei rifiuti andrei a vedere come è gestita Roma da un punto di vista dei rifiuti, che è una discarica a cielo aperto e per fortuna che ci sono gli inceneritori in questo Paese, perché altrimenti la vostra città di Roma, da voi amministrata, oggi sarebbe ricoperta di spazzatura dall'inizio alla fine. Fortunatamente, in questo Paese, ma non solamente in questo Paese, anche a livello europeo, si sono quegli inceneritori che accolgono la spazzatura che voi, bravi amministratori dei 5 Stelle, non siete capaci di gestire.
Per favore, quando venite in quest'Aula o parlate con cognizione di causa e sapete quello che state dicendo, ma se dovete venire in Aula a dire: "È sempre stata una vostra battaglia quella di dire stop agli inceneritori", state solamente raccontando delle favole e una su tutte è quella del Comune di Parma. È stato il primo Comune che avete conquistato in questo Paese, il Comune di Parma vendendo in campagna elettorale lo stop all'inceneritore, alla fine l'inceneritore l'avete fatto e siete anche contenti di quell'inceneritore perché vi porta all'interno di quelle casse importanti somme di denaro che poi il vostro Sindaco, che poi è uscito dai 5 Stelle, sta investendo per il Comune di Parma.
Quindi o la finite di raccontare palle ai cittadini oppure, quando venite all'interno di quest'Aula, parlate con cognizione di causa perché, lo ripeto, sono anch'io dell'idea che con il tempo bisognerà investire sull'economia circolare, su nuove forme anche di riciclo dei rifiuti, ma venire in Aula a dire: "Basta, il Veneto sospenda qualsiasi tipo di ampliamento o di impiantistica che riguarda l'incenerimento" è pura follia. Anche perché, al di là dei 5 Stelle, io mi ricordo fino a qualche anno fa, ad esempio, l'inceneritore di Schio era un inceneritore all'interno di una città governata dal centrosinistra, mi ricordo, ero Presidente della Commissione Ambiente e uno dei Consiglieri che era in quest'Aula, che era all'epoca della Margherita, guai se gli toccavi l'impianto di incenerimento di Schio perché l'impianto di incenerimento di Schio portava ovviamente utili importanti all'interno di quel Comune. La stessa cosa potremmo dire anche per il Comune di Padova: qualche anno fa, mi ricordo, gli interessi che avevano la città e l'Amministrazione di Padova su questo tipo di impianti.
Quindi guardate ragazzi, prima di venire a fare la morale a questa Amministrazione regionale sulla gestione dei rifiuti è meglio che guardate in casa vostra.

PRESIDENTE

Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Una parte mi riallaccio, Presidente, agli interventi del collega Finco e del collega Formaggio.
Poi se vediamo i dati comunque della raccolta differenziata del Veneto e soprattutto del Nord Italia rispetto al Centro e al Sud, vedete che tutto il Nord, guarda caso, ha superato tutte le disposizioni che sono state fatte dalla Commissione europea. Guardate, io mi sono occupato della raccolta differenziata dei rifiuti dal '96 per 15 anni al Bacino di Padova 1, non l'ho mai reso molto noto, ma siamo stati quelli che hanno fondato ETRA, tra l'altro, come società di riciclo dei rifiuti. Lo sappiamo benissimo come sono i dati del riciclo: non si può riciclare il 100% dei rifiuti. Si possono riciclare quei rifiuti che hanno un'attività poi di ritorno industriale e sono d'accordo con voi sull'economia circolare, sul recupero, sul comunque riuso, ma sappiamo benissimo che ci sono dei momenti del mercato in cui certi rifiuti sono non economicamente riciclabili. Esempio le plastiche: fino a poco tempo fa la Cina veniva a recuperarsi tutte le plastiche riciclate, adesso, come sapete, abbiamo avuto dei problemi e quindi purtroppo abbiamo anche assistito a centinaia di capannoni dove venivano smaltiti questi rifiuti che, guarda caso, sono andati a essere incendiati nottetempo.
Preferisco che quei rifiuti vengano inceneriti magari dentro a degli impianti controllati che non siano in mano magari alle cosiddette ecomafie che tante volte voi così esorcizzate e che siano controllati da sistemi tecnici che ci sono. Se abbiamo una fortuna in questo Paese, ma anche in Europa, è che gli impianti di incenerimento sono a fine del completamento dell'intero riciclo. Esempio, quello di Padova, lo sappiamo benissimo l'iter che ha avuto: è lo stesso Comune di Padova, che è socio di è di HERA APS, che ha chiesto l'ammodernamento di questo impianto che va a sostituire due linee di incenerimento e noi che conferiamo tutti lì il nostro secco sappiamo bene i costi che ci sono su questi impianti.
Naturalmente le tecnologie cambiano e sono sicuramente molto meglio di quelle che erano prima. Padova è una sostituzione di due linee con una linea nuova, che tra l'altro, oltre a essere più sicura per la cittadinanza, va anche a recuperare quello che è, nell'economia circolare, il riciclo dell'energia elettrica, comunque dell'energia termica che può essere utilizzata con il teleriscaldamento della zona industriale di via Stati Uniti, che può essere utilizzata naturalmente per il riciclo elettrico, perché poi l'inceneritore è una centrale elettrica alla fine.
Se andiamo in Germania e io ho visto impianti di incenerimento a Monaco di Baviera, a Stoccarda, ma anche quelli degli impianti che sono naturalmente legati al riciclo dei rifiuti organici o dei liquami cittadini, sono nel centro del paese, sono nel centro città, comunque vivono la città, sono aperti alla cittadinanza, addirittura fanno la festa con la popolazione dentro.
E quindi non dobbiamo aver paura delle tecnologie. Anch'io sono d'accordo con voi, ma penso qui anche i nostri Gruppi, che il problema dei rifiuti è un problema grande, è un problema serio e quindi dobbiamo educare la nostra popolazione al riciclaggio.
Noi veneti siamo quelli che hanno più la propensione al risparmio, al riciclaggio. Io quando vado a passeggiare e vedo le bottiglie di plastica giù per i fossi o nei torrenti, mi viene male: vedere quello che sta succedendo nei fiumi che sono diventati delle discariche, mi fa male. A un certo punto, siccome poi arrivano le bollette alle famiglie e soprattutto alle imprese, che pagano forse lo scotto maggiore del riciclo dei rifiuti, perché se andremmo ad applicare la tariffa vera alle famiglie di quello che noi spendiamo per il riciclo e che viene spesso e volentieri scaricato, magari anche percentualmente, alle imprese, il sistema non reggerebbe.
È ora di finirla di fare – e sono d'accordo con voi - buchi per terra e sotterrare: quelle son pericoloso, perché poi i percolati, perché sappiamo l'inquinamento delle falde, eccetera.
Le tecnologie ci sono, gli altri Stati moderni le utilizzano e io sono sempre stato fautore che, alla fine del riciclo oppure se il riciclo non è economico, si vada a bruciarlo e si recuperi energia termica ed elettrica, che anche quella è comunque un riciclo del rifiuto che è un riciclo serio.
Non sono personalmente d'accordo a mettere il rifiuto sotto terra perché ho vissuto una discarica anche su cose mie, quindi so cosa vuol dire avere una discarica: è ora di finirla con questi impianti magari obsoleti; purtroppo ce ne sono centinaia solo sulla Pianura Padana, ma soprattutto ricordo che il ciclo dei rifiuti si completa comunque con impianti di questo tipo e quindi noi saremmo contro, come Gruppo Lega e Lista Zaia, a questa mozione.

PRESIDENTE

Polato, prego.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Anch'io intervengo e sostanzialmente mi hanno anticipato i colleghi Formaggio, Finco e Pan su quello che è stato dichiarato rispetto a questa mozione. Anche perché giustamente si diceva che non è che il problema dei rifiuti sia politico, ma il problema rifiuti, da buoni amministratori, deve essere da stimolo per risolvere le questioni e non per fare demagogia politica sui territori.
Mi spiace che la collega Bigon abbia usato termini rispetto al territorio della Provincia di Verona, rispetto a nuovi insediamenti di inceneritori o discariche, quando sa benissimo che, per quel che riguarda Ca' del Bue non è assolutamente un nuovo inceneritore, ma è un revamping, un miglioramento dell'impianto, è una digestione aerobica per selezione del secco RSU e RSAU. E sappiamo benissimo i problemi oggi, come diceva giustamente il collega Pan, legati alla tariffa: altro che 80 euro a tonnellata, oggi le aziende municipalizzate che lavorano i rifiuti arrivano a pagare 200-250 euro a tonnellata e non reggono più.
Piuttosto sarebbe più interessante, a mio avviso, prendere in considerazione la rivalutazione dei bacini. Verona, per esempio, ha tre bacini: il bacino di Verona, il bacino Sud e il bacino Nord e, in questo caso, non essendoci un inceneritore, grazie alla disponibilità e al coordinamento della Regione, debbo dire grazie anche al Sindaco di Sant'Urbano che dà la disponibilità anche del conferimento, riusciamo a garantire una tariffa anche ai cittadini che non sia una tariffa troppo onerosa, che porti nelle condizioni di incidere in maniera importante nei confronti delle famiglie.
Io credo che, se vogliamo fare politica seria, invece ovviamente di dichiarare che siamo contrari a tutto, sarebbe il caso di essere propositivi. Eventualmente mi dichiaro disponibile ad un'eventuale rivalutazione dei bacini. Ovviamente io conosco quello del mio territorio e non degli altri territori, però ovviamente non possiamo disconoscere il fatto che gli inceneritori e le discariche siano funzionali anche a una gestione complessiva e anche circolare del rifiuto stesso.
Poi, pensare che la politica della gestione dei rifiuti della Regione Veneto in questi anni sia stata migliorativa e, anzi, la si obblighi con questa mozione a vietare, come leggo testualmente, sia gli ampliamenti che i nuovi inceneritori, lo ritengo assolutamente demagogico.
Se devo chiudere politicamente, giustamente come si diceva, oggi ci riempiamo la bocca un po' tutti citando l'inceneritore e il termovalorizzatore di Brescia e se andate a vedere è stato realizzato e costruito sotto due Amministrazioni del centrosinistra: una Martinazzoli e l'altra Corsini. Questo sta a significare che una realizzazione importante come quella di Brescia, nel caso specifico, che è un vanto per tutta Italia e dà i risultati positivi per i cittadini, in più riesce anche a lavorare i rifiuti in maniera corretta, non ha colore politico, ma solo la lungimiranza di Amministrazioni che l'hanno realizzato.
Non posso essere favorevole a questa mozione e voteremo contrari alla mozione.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente. Questo è un argomento che dimostra la possibilità che ci possano essere delle ampie divisioni nella trattazione. Se noi stiamo a vedere nel padovano, noi la sappiamo bene la nostra situazione: noi abbiamo una discarica regionale a Sant'Urbano, abbiamo il problema dell'inceneritore, adesso addirittura si parla di quarta linea, ma sappiamo anche che in giro per l'Italia ci sono realtà che portano i loro rifiuti all'estero e paga lo Stato italiano.
Nel nostro territorio non c'è certo questa visione, c'è una responsabilità, c'è la voglia di trovare delle soluzioni ai problemi. Io dico come forza politica che l'impegno è quello di fare delle valutazioni insieme sulla riorganizzazione, sui bacini, sul perseguimento di principi che sono fondamentali, legati all'economia circolare, legati al riciclo, legati alla differenziata, quindi Forza Italia su questo c'è nella massima condivisione in questo atteggiamento di collaborazione perché a livello regionale, per il futuro, dobbiamo e possiamo dire ancora molto per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti nella nostra Regione.
L'impegno è proprio quello di collaborare perché nessuno vuole discariche, nessuno vuole inceneritori, però noi dobbiamo partire da un dato di fatto che è la nostra realtà.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Baldin, per fatto personale.
Siccome ho visto almeno quattro richieste che penso siano per fatto personale, io sarò piuttosto fiscale se è fatto personale o meno. Prego, Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Io sono stata tirata in ballo direttamente, un attacco abbastanza rancoroso, anche un po' insolito, dal collega Finco e dico semplicemente al collega: intanto è sbagliato il contesto perché qui non siamo né a Parma né a Roma. A Parma l'inceneritore se lo sono trovati, a Roma non mi pare sia stato autorizzato alcun inceneritore dalla Giunta Raggi e soprattutto, se effettivamente siete più bravi di noi, dimostratelo con i fatti votando questa mozione, visto che sembra assolutamente in linea con quanto dichiarato e visto che non chiede nient'altro che un'ottica di abbandono progressivo - e leggo testualmente – "della tecnica dell'incenerimento a vantaggio di soluzioni che ne possano promuovere ulteriormente il loro riciclo". Non stiamo dicendo dall'oggi al domani: chiudiamo tutto, siamo per il no, come avete più volte dipinto in quest'Aula, non siamo per il no su tutto, basta essere...

PRESIDENTE

Grazie, collega, ma mi pare che non andiamo sul fatto personale, è una discussione generale che non ha nulla a che fare col fatto personale.
Ostanel. Ok, va bene, dichiarazione di voto. Lorenzoni Arturo non è intervenuto, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

È il mio primo intervento, Presidente, grazie.
Io vorrei riportare la discussione non tanto su inceneritori sì, discariche sì, discariche no, ma sulla mozione. La mozione chiede una cosa diversa: chiede alla Giunta di accelerare il processo di realizzazione del Piano. Io credo che di questo dobbiamo discutere, perché questo è l'elemento importante. Perché guardate, in questo Consiglio portare avanti parallelamente un disegno di legge, un progetto di legge sull'economia circolare, senza preoccuparsi di avere un Piano dei rifiuti, cioè di organizzare una filiera della gestione del rifiuto, di tutta la parte a valle dell'utilizzo dei prodotti, credo che sia abbastanza irrazionale e difficile da comprendere.
Favorevole al progetto di legge sull'economia circolare, ma favorevole anche ad accelerare il percorso sul piano dei rifiuti, perché, guardate, colleghi Consiglieri, che non esiste il vuoto: quando la politica non si pronuncia e non dà un indirizzo, le aziende si organizzano e io non credo che sia bene che ciascuna azienda cerchi il suo ottimo aziendale perché noi dobbiamo cercare l'ottimo della Regione, di quel bacino che è la nostra intera Regione, nella gestione dei rifiuti.
Solo con una analisi attenta di quelli che sono i fabbisogni di discariche per il riciclo, per la parte restante del ciclo, anche dei termovalorizzatori qualora questi offrano delle soluzioni tecnologicamente interessanti, ma noi dobbiamo sapere. Chi di noi oggi sa dire a cinque, a dieci anni, quale sarà il numero di chilogrammi di tal quale prodotto da ciascun abitante del Veneto? Questo dobbiamo programmare. Dobbiamo sapere quali sono le quantità che dobbiamo gestire. È vero, come diceva il consigliere Formaggio, che nel '25 si saturano gli impianti, ma noi dobbiamo programmare la cosa e non dobbiamo andare al seguito delle imprese che ci porteranno necessariamente a quello che è loro interesse. Le teniamo, ma dobbiamo dare una guida, non possiamo essere latitanti su un settore così importante perché, guardate, è vero che voi mi dite che il Veneto è messo bene in Italia e ci sono Regioni messe molto peggio. A me di vincere il Palio dei Mussi non interessa, io voglio concorrere con i migliori. Quelli dobbiamo guardare.
Guardiamo le regioni del mondo che fanno una programmazione sana. Il consigliere Pan citava varie municipalità tedesche, benissimo, ma lì la programmazione viene fatta. Quello che si chiede con questa mozione è di fare questa programmazione, non lasciamo che la politica insegua perché sennò non raggiungeremo mai il punto di ottimo, staremo sempre lontani, inseguendo quelle che sono le scelte aziendali.
Guardate, io credo sia anche ora di finirla con questa contrapposizione tra attività economica e sostenibilità: è una cosa passata, è del secolo scorso. Oggi non esiste attività economica, non esiste prosperità senza attenzione alla sostenibilità: è lì che creiamo valore, perché la gente è disposta a pagare per prodotti che valgono anche dal punto di vista dell'ambiente. Questo dobbiamo fare.
Venirmi a dire che dobbiamo dar da mangiare ai veneti: ma cosa dobbiamo dar da mangiare, i PFAS? È questa la mentalità? No, noi dobbiamo, certo, garantire che le persone abbiano di che stare bene, ma anche di che stare bene in termini di qualità, non solo in termini di quantità.
Io vi richiamo. Qui la mozione non è: stop l'inceneritore, no alle discariche... non è questo, ma è: acceleriamo il processo di realizzazione del Piano, perché in assenza del Piano, saremo costretti ad inseguire le scelte delle imprese e non raggiungeremo mai l'ottimo per i cittadini del Veneto. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Devo dire che mi stupisce sempre molto la discussione di questo Consiglio regionale. Io onestamente rifiuto l'impostazione che ci vuole ti divisi tra inquinatori e abitanti nella casa della prateria, consigliere Formaggio, ma perché la ritengo una banalizzazione che non tiene conto, invece, della complessità del problema che stiamo affrontando con questa mozione e, in generale, quando discutiamo del ciclo dei rifiuti.
Guardi, come non se la cavano gli abitanti della casa nella prateria dicendo che i rifiuti non possono esistere, non devono esistere, non se la cavano neanche gli inquinatori, dicendo che il problema non c'è.
Ora, io credo che noi saremmo seri se per una volta provassimo ad abbandonare le bandiere ideologiche che ci sono e, guardate, mai come in questo periodo mi sono resa conto che il tema ambientale è un tema non accolto da tutti come si auspicava nel 2021 in maniera omogenea, in realtà è un tema molto divisivo.
Io credo che su una mozione di questo genere noi dovremmo abbandonare le posizioni ideologiche tra chi nega i cambiamenti climatici e chi li vorrebbe in qualche modo fermare e provare a stare sul problema complesso che è rappresentato dai rifiuti, dal loro trattamento e dal ciclo dei rifiuti e devo anche dire che mi dispiace che sia assente in questa discussione la Giunta che, naturalmente, è il convitato di pietra perché la mozione chiede un impegno alla Giunta in una certa direzione. Stiamo affrontando una discussione così importante con i banchi della Giunta vuoti a dimostrazione di come forse sia un problema per noi che viviamo sul territorio, mentre la Giunta, che vive nell'iperuranio, evidentemente, questo problema lo sente meno.
Siccome condivido molte delle cose che ho sentito, per esempio dal capogruppo Pan ed altri, proprio perché faccio parte di quelli che non pensano che ai problemi complessi ci siano soluzioni facili, vi invito davvero a leggere con attenzione il dispositivo della mozione per renderci conto insieme che non si sta discutendo genericamente a favore o contro gli inceneritori - lo diceva poco fa il consigliere Lorenzoni - ma si tratta di porci il problema di come, nella nostra Regione, affrontiamo una questione che riguarda tutti, ma che riguarda soprattutto una Regione che ha un sistema produttivo molto forte e che non è una Regione virtuosa, consigliera Venturini, perché anche il Veneto esporta rifiuti proprio perché non siamo in grado di sopperire alle necessità.
La mozione parte da alcuni dati di fatto: il Piano regionale per i rifiuti è scaduto, che è lo strumento di programmazione attorno a cui le Istituzioni regionali organizzano il loro Piano rifiuti e questo è un dato di fatto che penalizza tutti, sia gli inquinatori e sia gli abitanti della casa delle praterie e quindi noi chiediamo con questa mozione, prima di tutto: impegniamo la Giunta affinché il Piano rifiuti, che è scaduto nel 2020, sia realizzato quanto prima. Chiediamo che sia realizzato sulla base di quelli che sono gli orientamenti che l'Unione europea, attraverso le sue direttive recepite dallo Stato italiano, ci dice che devono essere e che non sono, consigliere Formaggio, quelle che si inventa la consigliera Guarda o la consigliera Bigon, sono le regole che la comunità internazionale si è data in prospettiva di uno sviluppo sostenibile. Io credo che se noi chiediamo alla Regione di fare in fretta il nuovo Piano rifiuti e di farlo orientandolo al principio del riuso e del consumo zero, non stiamo dicendo nulla di diverso da quello che, spero, la Giunta avrà in mente quando finalmente farà questo Piano rifiuti.
Per stare sulla attualità - e vado a chiudere - si può parlare finché si vuole dell'inceneritore, del nuovo inceneritore di Padova o meglio, della nuova linea dell'inceneritore di Padova, ma io non credo sia normale che per un'opera così importante, su cui possiamo discutere se va fatta o meno, non ci sia un Piano rifiuti in vigore che ci consente di agganciarci o meno a quella programmazione nella decisione. Siamo di fronte ad un provvedimento amministrativo che sta in capo alla Giunta senza che ci sia la possibilità di un coinvolgimento del Sindaco di Padova e degli amministratori dei Comuni coinvolti. Non esiste la Conferenza dei Servizi nelle more della scadenza del Piano rifiuti. Quando noi chiediamo di approvare presto il Piano rifiuti, cioè discutiamone in modo da approvarlo, con questa mozione non credo stiamo dicendo che vogliamo la casa nella prateria, stiamo dicendo che però su questo tema ci vuole una programmazione che compete alla Regione e sulla quale è in ritardo, in grave ritardo.
Chiedere che la Regione approvi il Piano, che ci sia un coinvolgimento degli Enti locali, che ci siano informazioni chiare sulla tipologia, la quantità e la provenienza dei rifiuti che conferiremo, non vuol dire che vogliamo un mondo ideale in cui non si producono rifiuti, ma vuol dire che dobbiamo tornare nelle nostre comunità sapendo esattamente quanto andiamo a bruciare.
Ecco perché io invito tutti i Consiglieri a rileggere con attenzione il dispositivo di questa mozione e a valutare se un'azione comune in questo senso possa essere utile.

PRESIDENTE

Grazie.
La parola al collega Valdegamberi.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Di solito si dice che l'ottimo è il primo nemico del bene. Siamo tutti d'accordo che non vogliamo vivere in un mondo dove non ci siano inceneritori, non ci siano termovalorizzatori, non ci siano rifiuti, eccetera, ma sta di fatto che noi tutti siamo produttori di rifiuti e soprattutto le società, o meglio, le Regioni più sviluppate producono quotidianamente rifiuti nonostante gli sforzi che, dal punto di vista di rifiuti urbani, il Veneto ha fatto portando, avendo dei risultati che sono, per quanto riguarda il riciclo, all'avanguardia non solo in Italia, ma anche in Europa per non dire nel mondo.
Noi abbiamo veramente dei risultati che fanno onore anche ai cittadini veneti e ai loro amministratori che hanno organizzato questa raccolta differenziata.
Ma oggi comunque dobbiamo essere realisti: da sole non bastano. Anche perché c'è tutto il mondo dei rifiuti extraurbani, quelli che vengono dalle fabbriche, dal sistema produttivo veneto, che comunque sono una quantità molto maggiore di quelli urbani e comunque c'è bisogno di lavorare soprattutto in direzione dello sviluppo tecnologico, che potrebbe essere un elemento che potrebbe ridurre il numero dei rifiuti, anche nella riconversione dei rifiuti. Però qua nascono già delle contraddizioni: perché quando nasce qualche impianto - io conosco persone che hanno cercato fare investimenti per riutilizzare e riciclare rifiuti - ci sono mille impedimenti, spesso anche per comitati, anche per riciclare i rifiuti e per riutilizzarli i rifiuti. C'è il no a tutto: questo è il problema principale e c'è una mancanza di senso di responsabilità, che è questo NIMBY che abbiamo tutti insito, dove tutti siamo responsabili, ma nessuno vuole trovare la soluzione vicino a casa propria. È un comune denominatore, non solo dei veneti, ma di tutta l'Italia, tant'è che in giro per l'Italia sono messi ancora peggio che non da noi.
Quindi ci sono normative sulle distanze: io una volta so che per riciclare la plastica, fare un capannone, doveva essere a tante di quelle distanze, eppure non c'è nessuna emissione, non c'è nulla, ma doveva stare a delle distanze per cui ha rinunciato a fare l'insediamento perché dice: "Qua non riesco a trovare un luogo se non in aperta campagna, lontano da tutto, ma quella non è zona industriale e non posso nemmeno farlo".
Insomma, dobbiamo semmai rivedere anche delle normative che, spinte dall'enfasi di casi particolari, hanno creato dei paletti per cui non si riesce nemmeno più a riciclare il rifiuto.
Non vogliamo termovalorizzare, non vogliamo le discariche, giustamente, che sono, come è stato detto prima, ho sentito Pan, ancora una vergogna che una buona parte, anche nel nostro Veneto, vadano a finire in discarica: dovevamo averle superato già da tempo, ma non dico le altre Regioni che sono messe molto peggio di noi. Noi non guardiamo gli altri, ma cerchiamo di essere i primi della classe.
Il fatto oggi che ci sia necessità di termovalorizzare ancora il rifiuto è un dato di fatto, è una necessità; diversamente facciamo come quelli che mettono la polvere sotto il tappeto e i rifiuti li portiamo anche noi all'estero, con l'istituto industriale o facciamo CDR o in qualche maniera.
Poi trovo altrettanto assurdo quando vedo amici che ho in giro per il mondo, ma senza andare lontano, basta andare a Vienna, in Austria, qui attorno: loro si leccano i baffi quando vedo arrivare i carichi di rifiuti - io lavoro nella logistica – e ci sono treni di rifiuti che vengono su da Napoli, passano dal mio terminal per andare in Germania carichi di rifiuti, tutti i giorni e pagano e strapagano e gli altri ricavano energia e guadagnano due volte.
Ma in che Paese viviamo? Queste cose sono inconcepibili e poi abbiamo un Paese indebitato e loro lucrano sui nostri rifiuti, anzi, li richiedono perché meno ci sviluppiamo noi e più sono contenti gli altri.
Io dico che, da amministratori, maggioranza e opposizione, dobbiamo essere, come ha detto la Camani, responsabili su questi temi, non c'è speculazione, perché non c'è colore politico: siamo tutti favorevoli all'ambiente, tutti se diciamo che dobbiamo tendere all'ottimo, però è un percorso di obiettivo. Oggi dobbiamo prendere atto che comunque c'è una quantità di rifiuti che nel nostro Veneto esiste e che comunque, se vogliamo, anche dopo avere riciclato il più possibile comunque rimane una percentuale di rifiuto il quale è necessario e o lo sotterriamo o lo termovalorizziamo non ci sono alternative o sennò lo portiamo a casa degli altri. Ecco, io credo che, quindi, questi temi non vanno affrontati in modo ideologico, credo che nessuno di noi anche della maggioranza, penso che alla fine i valori che abbiamo...

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi la invito a chiudere.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Finisco, finisco. Vado al dunque.
Tutti noi, anche della maggioranza, abbiamo gli stessi valori perché se abbiamo raggiunto questi risultati è merito della maggioranza che ha lavorato in quella direzione e che sono sicuramente gli stessi obiettivi che anche vi ponete voi e quindi dico: evitiamo di dare fuoco alla demagogia, scontriamoci su altre cose. Queste cose vanno fatte con razionalità, quindi evitiamo ogni iniziativa per dire: guarda, io sono contro, noi dobbiamo essere a favore delle soluzioni e non contro semplicemente il problema.

PRESIDENTE

Collega Bigon, per fatto personale, immagino. Okay, benissimo.
Collega Pan, dichiarazione di voto.
Ripartiamo dalla Ostanel per dichiarazioni di voto. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Io volevo dire ai Consiglieri che sono intervenuti davvero di riportare un attimo l'attenzione all'oggetto della mozione e dichiaro, ovviamente, il mio voto favorevole, ma cercando di portare l'attenzione su questo.
È una domanda semplice: ha senso dire che serve avere un Piano rifiuti aggiornato con i dati giusti e dire quindi, ad esempio, al sindaco Giordani della mia città quanti rifiuti gli verranno conferiti se verrà approvata la quarta linea dell'inceneritore? Secondo me, è una domanda che davvero io vi chiedo di ragionarci un attimo se ha senso di votare contro questo provvedimento, anche perché, scusate, non sono un bravo politico, ma il modello Contarina di Treviso, secondo voi, è riuscito anche perché dei Sindaci leghisti si sono opposti a dei progetti di incenerimento come quello di Silea? Secondo me sì, e siccome il modello Contarina... scusate e siccome il modello Contarina, secondo me, andrebbe esportato in tutte le Province del Veneto e lo vorrei scritto nel Piano rifiuti della nostra Regione, perché sapete cosa fa Treviso?

PRESIDENTE

Signori, per favore, lasciamo parlare la collega. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Il modello Contarina, dati alla mano, fa sì che la produzione di rifiuto residuo in Veneto sia inferiore alle 220.000 tonnellate l'anno, quindi 600 al giorno. È un modello buono che, secondo me, è esistito e funziona perché c'è stata una previsione e anche il coraggio di alcuni Sindaci del vostro Partito e non del mio, non ne ho, nemmeno del PD, che si sono opposti all'inceneritore, all'incenerimento come prospettiva, non al progetto singolo.
Io dico: se noi oggi abbiamo di fronte la possibilità di pianificare uno strumento utile che ci serve a dire quanti rifiuti dobbiamo produrre, quanti rifiuti dobbiamo riuscire a non produrre, quanti rifiuti produciamo all'interno delle singole Province affinché venga rispettato il principio di prossimità e quindi a Padova non vengano inceneriti i rifiuti di tutte le Province, perché io voglio saper dire al Consiglio comunale di Padova, che ha votato una mozione che ha chiesto a questa Regione di approvare velocemente il Piano rifiuti per sapere quanti rifiuti verranno bruciati in quella quarta linea. Qui dentro non stiamo discutendo se siamo a favore o contro di quella quarta linea. Stiamo chiedendo se siamo a favore di fare un Piano rifiuti fatto bene e, con tutto il rispetto, consigliere Formaggio, lei mi sta simpatico davvero, ma il Piano rifiuti non lo fa lei con l'intervento, qui dentro si discute il Piano rifiuti, su quali prospettive si avranno per la gestione dei rifiuti in questa Regione e va approvato adesso e non con i dati dell'era Covid, come ha detto l'assessore Bottacin.
La mozione è un impegno chiaro su questo.
Io vi chiedo davvero di ragionarci perché sono stati, ripeto, alcuni Sindaci della Lega, per fortuna, che si sono battuti a Treviso per questo.

PRESIDENTE

Grazie.
Bene, per dichiarazioni di voto Anna Maria Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io ho sentito parlare di responsabilità, di rifiuti in genere e del fatto che noi siamo contrari a priori. Noi siamo contente di aver portato in discussione questo tema oggi molto importante, però la maggioranza non è entrata nel merito della richiesta che fa la mozione, perché è una mozione molto precisa nel chiedere che venga predisposto al più presto un Piano dei rifiuti, che sapevamo benissimo che aveva come obiettivo il 2020 e quindi siamo nel 2021 e, soprattutto, che nel momento in cui questo Piano non venga approvato, questo nuovo Piano non venga approvato dal Consiglio, automaticamente non ci sia la possibilità di insediare nuove discariche o fare i loro ampliamenti.
Queste sono le domande che noi poniamo con questa mozione. Dopodiché possiamo parlare tutto e il contrario di tutto, strumentalizzare tutto ovviamente, parlare anche di cose che non c'entrano assolutamente nulla. Sappiamo perfettamente, come diceva prima il collega Polato, che c'è se a Verona l'inceneritore a Ca' del Bue, ma abbiamo mille altri problemi e non solo nella Provincia di Verona, li abbiamo nel Veneto. Evitare la discussione sulle due domande chiare e precise che oggi poniamo a mezzo di questa mozione è un fatto assolutamente strumentale, superficiale e che non merita alcuna risposta, soprattutto se pensiamo che, se la maggioranza vota contro e non vota a favore a questa mozione, vuol dire che automaticamente avremo un piano dei rifiuti chissà fra quanto, nel frattempo applicheremo con molte deroghe questo, non applicheremo e non adotteremo quelle che sono quantomeno le quattro direttive principali dell'Unione europea e andremo magari ad insediare, non tanto in zone che magari potremmo identificare come idonee, ma in terreno agricolo, dove si coltiva magari il Vialone nano, andremo a fare la nuova discarica.
Se questa è la premessa, io credo che potevamo parlarne in tantissime altre occasioni, ma sicuramente non saremo mai d'accordo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Pan per dichiarazioni di voto.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Ho sentito l'assessore Bottacin che è in riunione con la Protezione civile nazionale, però mi ricorda di dirvi che comunque il nuovo piano è in elaborazione e quindi sarà qui, penso, in tempi ragionevoli, ma poi lo dirà lui quando sarà il momento.
Venendo ad alcune inesattezze che comunque sono state espresse anche qui per quanto riguarda soprattutto quella che è la linea dell'inceneritore di Padova, mi dice che comunque non è che l'autorizzazione sia data dalla Giunta, non è che la Giunta dà l'autorizzazione naturalmente a questo tipo di impianto, ma che comunque è in VIA e in VIA è stata chiesta comunque la cosiddetta inchiesta pubblica e quindi ci saranno tutte le audizioni, in particolare del Comune di Padova, che vorrà fare con la VIA. Avete tutto il tempo necessario per anche naturalmente esaminare in maniera più precisa sia la concessione e tutto quello che ci va dietro.
Per quanto riguarda la mozione, questa è una mozione politica che impegna naturalmente tutti noi a vedere questo nuovo Piano dei rifiuti che arriverà nei tempi e nei modi in cui l'Assessore e i tecnici regionali incaricati lo porteranno e quindi noi aspetteremo questo. Naturalmente non penso che il vecchio piano sia tutto da buttare via e non abbia risolto i problemi di questa Regione: è chiaro che, appena vedremo quello nuovo, si aprirà una discussione seria, una discussione tecnica, che abbiamo visto ci ha impegnato in questo pomeriggio per quasi un'oretta e quindi penso che l'argomento sia più che interessante per tutti.
Io esprimo comunque una contrarietà a questa mozione a nome del Gruppo Liga Veneta - Lega Salvini Premier, Zaia Presidente e Lista Veneto Autonomia.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Venturini, dichiarazione di voto.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Io ho intenzione di astenermi perché questo tema, così come è stato portato con questa mozione, in realtà dà adito a strumentalizzazioni e, invece, è un tema che deve essere sminato, che deve essere affrontato con un approccio laico proprio per le ricadute, per la valenza che ha sul nostro territorio e ben venga quel piano che è in fase di elaborazione.
Avremo modo quindi di approfondire, di studiare e quella sarà la sede dove avremo modo di approfondire e di dire la nostra, di dare il nostro contributo e allora là potremo veramente essere qui e spendere del tempo in maniera utile.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Polato, per dichiarazione di voto, prego.

Daniele POLATO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Sostanzialmente ribadisco perché capisco anche il lavoro dei colleghi dell'opposizione, della minoranza che è stato fatto, ma il fatto del voto contrario, per esempio, di Fratelli d'Italia su questa mozione non è dovuto sostanzialmente su una cosa che condividiamo ovvero l'elaborazione del nuovo Piano rifiuti, perché nell'intervento ho spiegato in maniera chiara, facendo riferimento al territorio del Comune di Verona, che i tre bacini oggi non reggono: sostanzialmente non essendoci un termovalorizzatore nel bacino sud, ovvero quello discarica di Legnago, nel bacino nord, ovvero quello del Lago di Garda e né Verona, oggi sono nelle condizioni di essere autosufficienti e pertanto reggere la lavorazione dei rifiuti. Questa mozione sostanzialmente va a precludere tutta una serie di attività ulteriori perché si parlava prima del caso di Verona per Ca' del Bue, cioè il fatto che un inceneritore oggi non venga attivato ma venga trasformato e migliorato in un impianto di digestione anaerobica perché venga lavorato l'RSU e l'RSAU ci mette nelle condizioni proprio di andare nell'indirizzo di lavorare il rifiuto e non di incenerirlo.
Questa mozione, se leggete testualmente, obbliga e impegna la Giunta ad evitare, "evitando il concedere autorizzazioni per ulteriori progetti a nuove discariche e loro ampliamento, nuovi impianti di incenerimento - ma dice anche – le trasformazioni di nuovi impianti", cioè ovvero la trasformazione e il cambiamento specifico di impianti che una volta erano stati progettati come inceneritori, invece vengono trasformati. Ecco perché la contrarietà a questa mozione.
A mio avviso, invece di fare una mozione che include tutto e che blocca eventualmente anche questioni che sono sul territorio positive, io preferirei che il lavoro del Consiglio fosse quello di predisporre insieme una mozione che prende in considerazione il problema effettivamente che abbiamo riguardo al Piano dei rifiuti urbani in prospettiva e in lungimiranza futura e metta nelle condizioni anche di rivalutare - e qui lo ribadisco - il fatto che si ritorni, nel caso specifico nostro, ma credo che succede in altri territori del Veneto, da più bacini ad un bacino singolo, in cui la Regione si metta nelle condizioni di fare da player per la gestione dei rifiuti.
Perché è vero - e lo ribadiamo - che siamo virtuosi nel sistema della gestione dei rifiuti, però abbiamo un problema perché i dati oggi che ci vengono predisposti anche, ci danno la possibilità di non avere, rispetto al futuro, una gestione organica, ma dovremmo per forza di cose mettere mano. Benissimo quello che dice l'Assessore ovvero che il piano è predisposto, occorre il tempo per lavorare. Questo Piano ci deve mettere nelle condizioni anche di aderire alle varie proposte positive che sono contenute in questa mozione.
Per cui bene e grazie che sia stata (inc.) questa mozione però non è approvabile nel suo complesso.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Guarda, dichiarazioni di voto, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
È un grande dispiacere in realtà assistere a questa discussione, perché in realtà proprio non si è centrato il punto: cioè noi abbiamo chiesto di accelerare l'approvazione e, se è in corso di realizzazione questo famoso Piano di gestione dei rifiuti urbani e speciali, dobbiamo anche ricordarci del perché siamo adesso in corso di realizzazione del piano come Regione del Veneto. Perché se noi guardiamo al di fuori dei nostri confini - e questo ci serve anche non soltanto per confrontarci con le Regioni che non sono all'altezza nostra, ma anche per vedere quali esempi invece possono essere di maggior rilievo per perfezionarci - noi abbiamo affianco una Regione Lombardia che due, se non tre anni prima della scadenza del Piano rifiuti, ha raccolto i propri dati, si è confrontata con gli stakeholder, i soggetti del territorio, ha parlato con loro e ha cominciato a progettare un nuovo piano che è entrato operativo non appena l'altro è andato in scadenza.
Questo è il metodo, perché non è possibile... ma sfido chiunque di voi a pensare che sia ragionevole approvare, far approvare dai tecnici, perché questa è la logica, far approvare dai tecnici della Commissione VIA ampliamenti, nuove discariche, nuovi inceneritori, nuove linee sulla base di un piano che non è per nulla aggiornato agli anni che stiamo vivendo oggi, all'innovazione tecnologica e all'innovazione nel riuso o nella gestione in economia circolare di ciò che può essere considerato rifiuto e quei nuovi inceneritori, quelle nuove discariche che adesso la Commissione VIA sta valutando e andrà ad approvare eventualmente, potrebbero essere oggetto di un rinnovato pensiero.
Vi faccio un esempio tra tutti: i fanghi da rifiuto urbano e i fanghi da rifiuti speciali, da gestione di produzioni con rifiuto speciale. Questi fanghi sono oggetto di nuove autorizzazioni per nuovi impianti di incenerimento e nuove discariche perché c'è un problema di gestione dei fanghi. Ma voi lo sapete che, se soltanto aprissimo gli occhi, guardando a quello che sta facendo il mondo della ricerca, dell'impresa, gli investitori nazionali e internazionali, potremmo ridurre da 4 a 1 la quantità di questi fanghi? E vi sembra normale approvare una nuova linea di impianto di incenerimento su quantità che non sono quelle che potremmo avere con un vero progetto di riduzione della produzione del fango? Cioè se noi riduciamo da 4 a 1 quella linea di incenerimento, ci serve davvero così potenziata oppure ci serve in un'altra maniera? I soldi, le energie li vogliamo spendere non per dire no a priori all'economia circolare perché alla fin fine è più semplice pensare l'inceneritore, ma pensando a come quella progettazione deve essere realizzata?
Voglio soltanto e qui mi fermo...

PRESIDENTE

Collega, la invito a chiudere.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Sì, altri Consiglieri si sono presi qualche secondo in più e me ne prendo uno per concludere con un importante messaggio importante...

PRESIDENTE

Non esageriamo, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Avrei già finito. L'incenerimento escluso e riciclo chimico soggetto a vincoli molto più restrittivi sono queste le principali novità sul trattamento di rifiuti contenute nell'atto europeo della nuova tassonomia verde UE nella gestione dei rifiuti. Questo è il messaggio: l'incenerimento non è sostenibile e dobbiamo andare a ragionare nella riduzione.

PRESIDENTE

Grazie.
Andiamo al voto sulla mozione n. 20.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione la Mozione n. 20.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Interrompiamo qui la seduta odierna.
Chiedo ai Capigruppo di rimanere in Aula per fare la Capigruppo.
La Seduta termina alle ore 18.26
Il Consigliere segretario
f.to Erika BALDIN

Il Presidente
f.to Roberto CIAMBETTI


Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Paola Lombardo
Verbale n. 19 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 19
MARTEDì 11 MAGGIO 2021


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTI NICOLA IGNAZIO FINCO E FRANCESCA ZOTTIS

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 19a seduta pubblica – martedì 11 maggio 2021
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 34 dell'11 marzo 2021.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 7602 del 6 maggio 2021.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 13.41.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.

Punto n. 1) all'ordine del giorno


Approvazione verbale della seduta precedente

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 18a seduta pubblica di martedì 4 maggio 2021.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio

Il PRESIDENTE comunica che è in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 105 del 24.03.2021
presentata dai consiglieri Baldin e Montanariello
"Ancor prima della gara europea la ferrovia Chioggia Rovigo è già su un binario morto?"

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'Interrogazione a risposta immediata (IRI) in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.

n. 102 del 23.03.2021
presentata dai consiglieri Montanariello e Zottis
"Uffici postali: in Veneto carenze di organico e disservizi insostenibili. Il Presidente della Regione sta a guardare?"

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 106 del 25.03.2021
presentata dai consiglieri Zottis e Montanariello
"La Regione Veneto intende intervenire per sottrarre al degrado il prestigioso Hotel Des Bains del Lido di Venezia?"

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4, del Regolamento  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che non sono pervenute risposte ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE accoglie la proposta di osservare un minuto di silenzio per commemorare le vittime di Kazan e di Kabul.

L'Aula osserva un minuto di silenzio .

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Rizzotto, Boron, Michieletto, Vianello, Cestari, Zecchinato, Sponda e Formaggio relativa a "Modifica alle leggi regionali 23 aprile 2004, n. 11 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio" e 14 giugno 2013, n. 11 "Sviluppo e sostenibilità del turismo veneto"". (Progetto di legge n. 34) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 10/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono le consigliere Rizzotto (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Seconda commissione consiliare, e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che svolge la relazione di minoranza per conto della Seconda commissione consiliare.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti presentati scade in 10 minuti.

In discussione generale intervengono l'assessore Corazzari e la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale e sospende la seduta per permettere all'Ufficio di presidenza della Seconda commissione consiliare di riunirsi per esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 14.32.

La seduta riprende alle ore 14.53.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

L'emendamento n. B1, all'articolo 1, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. B2 , aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. B3, aggiuntivo di un articolo, intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che lo illustra, Lorenzoni (Gruppo Misto) e l'assessore Corazzari.

L'emendamento n. B3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. B4, all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Sull'emendamento n. B5, all'articolo 2, intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che lo illustra, Camani (Partito Democratico Veneto) e Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

L'emendamento n. B5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Gli articoli 3 e 4, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Si passa all'esame dell'ordine del giorno collegato al progetto di legge in oggetto.

ODG n. B6

Ordine del giorno presentato dalla consigliera Ostanel relativo a "Definire al più presto i criteri di individuazione degli interventi pubblici di interesse regionale uniformandosi ai principi ispiratori della legge sul contenimento del consumo di suolo" in occasione dell'esame della proposta di legge relativa a "Modifica alle leggi regionali 23 aprile 2004, n. 11 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio" e 14 giugno 2013, n. 11 "Sviluppo e sostenibilità del turismo veneto"". (Progetto di legge n. 34) APPROVATO (Deliberazione n. 39/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che lo illustra, e Rizzotto (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Vianello, Villanova, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Bigon, Montanariello, Zanoni

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge in oggetto intervengono i consiglieri Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Guarda (Europa Verde).

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Punto n. 7) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Finco, Favero, Rigo, Puppato e Zecchinato relativa a "Modifiche alla legge regionale 19 agosto 1996, n. 23 "Disciplina della raccolta e commercializzazione dei funghi epigei freschi e conservati"". (Progetto di legge n. 39) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 11/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Finco (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Terza commissione consiliare, e Guarda (Europa Verde), che svolge la relazione di minoranza per conto della Terza commissione consiliare.

In discussione generale interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale e sospende la seduta per permettere all'Ufficio di presidenza della Terza commissione consiliare di riunirsi per esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 15.57.

La seduta riprende alle ore 16.10.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

L'emendamento n. A1, aggiuntivo di un articolo, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 1.

Sull'emendamento n. A2, aggiuntivo di un articolo, interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che propone una modifica.

L'emendamento n. A2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come modificato e inserito come articolo 2.

Sull'emendamento n. A3, aggiuntivo di un articolo, intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, e Guarda (Europa Verde).

L'emendamento n. A3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A4, aggiuntivo di un articolo, illustrato dal consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli articoli 1, 2 e 3, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati e inseriti rispettivamente come articoli 3, 4 e 5.

In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge in oggetto intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), Zanoni (Partito Democratico Veneto) e Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 8) all'ordine del giorno


Rendiconto della gestione per l'esercizio finanziario 2020 del Consiglio regionale. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 11) APPROVATO (Deliberazione n. 40/2021)  [RESOCONTO]

Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) che svolge la relazione illustrativa per conto dell'Ufficio di presidenza.

Durante l'intervento della consigliera Zottis assume la presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 9) all'ordine del giorno


Programma triennale 2021-2023 ed elenco annuale 2021 dei lavori pubblici dell'Amministrazione Regione del Veneto. Legge regionale 7 novembre 2003, n. 27 e D.M. MIT 16 gennaio 2018, n. 14. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 10) APPROVATO (Deliberazione n. 41/2021)  [RESOCONTO]

Intervengono i consiglieri Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Seconda commissione consiliare, e Zanoni (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Seconda commissione consiliare.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Punto n. 10) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Maino, Giacomin e Zecchinato relativa a "Bomba Day Vicenza: il Governo si faccia carico di quota parte degli oneri sostenuti". (Mozione n. 79) APPROVATA (Deliberazione n. 42/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Maino (Zaia Presidente), che illustra la mozione in oggetto, e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 17.05.

La seduta riprende alle ore 17.08.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Interviene la consigliera Maino (Zaia Presidente) che propone delle modifiche.

Intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto) che propone delle modifiche e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

Interviene la consigliera Maino (Zaia Presidente) che accoglie le modifiche proposte.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto come modificata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 11) all'ordine del giorno

Mozione presentata dai consiglieri Guarda, Bigon, Ostanel, Lorenzoni, Zanoni e Baldin relativa a "La Giunta regionale elabori un nuovo piano dei rifiuti urbani e speciali senza previsioni di ampliamento o nuovi inceneritori e discariche". (Mozione n. 20) RESPINTA  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che la illustra.

Durante l'intervento della consigliera Guarda assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

In discussione generale intervengono le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Baldin (Movimento 5 Stelle).

Durante l'intervento della consigliera Baldin assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

In discussione generale intervengono i consiglieri Bigon (Partito Democratico Veneto), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Finco (Liga Veneta per Salvini Premier), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Polato (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto).

Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) per fatto personale.

In discussione generale intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), Camani (Partito Democratico Veneto) e Valdegamberi (Gruppo Misto).

In dichiarazione di voto finale sulla mozione in oggetto intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Bigon (Partito Democratico Veneto), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Polato (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Guarda (Europa Verde).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Lorenzoni, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

Venturini

Non votanti:

Bozza, Soranzo

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 18.26.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BORON Fabrizio
POLATO Daniele
BOZZA Alberto
POSSAMAI Giacomo
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CENTENARO Giulio
RIZZOTTO Silvia
CESTARI Laura
SANDONA' Luciano
CESTARO Silvia
SCATTO Francesca
CIAMBETTI Roberto
SORANZO Enoch
CORSI Enrico
SPERANZON Raffaele
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VIANELLO Roberta
GEROLIMETTO Nazzareno
VILLANOVA Alberto
GIACOMIN Stefano
ZANONI Andrea
GUARDA Cristina
ZECCHINATO Marco
LORENZONI Arturo
ZOTTIS Francesca






IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Erika BALDIN






IL PRESIDENTE
Roberto CIAMBETTI









N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba