ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 18/05/2021 n. 20

Resoconto n. 20 - 11^ legislatura
Resoconto 20 a Seduta pubblica
Martedì, 18 maggio 2021
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 13.40

PRESIDENTE

Colleghi, vi invito a marcare la presenza su Concilium. Colleghi, vi ripeto di segnare la presenza sicuramente sul foglio verbale che è qui in Aula, ma anche su Concilium, per favore.
Bene, colleghi, ho il numero legale quindi iniziamo i lavori.
Diamo inizio alla 20a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 7979 del 13 maggio 2021.
PUNTO
1



APPROVAZIONE VERBALE DELLA SEDUTA PRECEDENTE

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 19a seduta pubblica di martedì 11 maggio 2021.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Arturo LORENZONI
I congedi sono concessi.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 4 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Partiamo con l'IRI n. 88.

Interrogazione a risposta immediata n. 88 del 2 marzo 2021 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "SARS-COV-2 E VARIANTI VENETE: TEST ANTIGENICI INADEGUATI?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha segnalato il censimento di 17 varianti del virus SARS-CoV-2 in circolazione nella nostra Regione. In particolare, nelle ultime rilevazioni vengono censite due varianti "venete", in quanto la diffusione di tali specifiche varianti al momento è avvenuta solo entro i confini del territorio veneto;
- sembrerebbe che l'immunità da SARS-CoV-2 acquisita tra i pazienti guariti o tra i cittadini sottoposti al piano vaccinale spinga il virus a mutare per poter sopravvivere;
Considerato che:
- in Veneto l'azione di monitoraggio e prevenzione di diffusione del virus SARS-CoV-2 si affida in particolare all'utilizzo massiccio dei test rapidi di terza generazione, poiché ritenuti affidabili nella rilevazione della proteina nucleocapside della SARS-CoV-2 direttamente da campioni di tampone nasofaringeo. La funzionalità dei cosiddetti test rapidi risiede nella loro riconosciuta capacità di rilevazione di alcune proteine specifiche (antigeni) del virus SARS-CoV-2, ma non, ad esempio, delle proteine F e S modificate delle varianti.
Constatato che più fonti rilevano l'impossibilità di tracciamento della proteina F presente nelle 2 varianti "venete" da parte dei test antigenici attualmente in uso.
Tutto ciò premesso, la sottoscritta Consigliera
interroga l'Assessore regionale alla Sanità
Per sapere se intenda intensificare l'utilizzo dei test molecolari in funzione della urgente necessità di precisa identificazione di infezione da SARS-VoV-2 nelle sue diverse mutazioni".
Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente, e buon lavoro a tutti quanti i Consiglieri che oggi ci seguono sia in Aula che a distanza.
Premesso che l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie ha segnalato il censimento delle 17 varianti del virus SARS-CoV-2 in circolazione nella nostra Regione e in particolar modo questa interrogazione fatta il 2 marzo specifica che nelle ultime rilevazioni vengono censite due varianti venete, in quanto la diffusione di tali specifiche varianti al momento è avvenuta solo entro i confini del territorio Veneto;
premesso che sembrerebbe che l'immunità del SARS-Cov-2 acquisita tra i pazienti guariti o i tre cittadini sottoposti al Piano vaccinale spinga il virus a mutare per poter sopravvivere;
considerato che in Veneto l'azione di monitoraggio e prevenzione di diffusione del virus si affida in particolar modo all'utilizzo massiccio dei test rapidi di terza generazione poiché ritenuti affidabili nelle rilevazioni della proteina nucleocapside della SARS-CoV-2 direttamente da campioni di tampone naso-faringeo, la funzionalità dei cosiddetti test rapidi risiede nella loro riconosciuta capacità di rilevazione di alcune proteine specifiche, ma non, ad esempio, delle proteine F ed S modificate delle varianti,
constatato che più fonti rilevano l'impossibilità di tracciamento della proteina F nelle due varianti venete da parte dei test antigenici attualmente in uso,
tutto ciò premesso, con questa interrogazione il 2 marzo 2021 chiedevo all'Assessore alla Sanità del Veneto se intenda intensificare l'utilizzo dei test molecolari in funzione dell'urgente necessità di precisa identificazione di infezione da SARS-CoV-2 nelle sue diverse mutazioni.
Grazie mille.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Per la risposta l'assessora Lanzarin collegata via Webex. Prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"La Regione Veneto dall'inizio della pandemia assicura particolare attenzione al tracciamento dei contagi da SARS-CoV-2 e, in considerazione della variazione dello scenario epidemiologico e della diffusione delle varianti del virus, gli strumenti utilizzati vengono costantemente adattati aggiornando le indicazioni alla situazione esistente.
In particolare, da ultimo con nota del 25 marzo 2021, prot. 137384, la Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria, ha trasmesso il "Piano di Sanità Pubblica - Aggiornamento Indicazioni- Testing per SARS-CoV-2, Punti di Accesso Territoriali ai test antigenici rapidi, Contact Tracing, attività dei Dipartimenti di Prevenzione e Strutture Socio-Sanitarie Territoriali" di cui alla Deliberazione della Giunta Regionale n.308 del 18 marzo 2021 pubblicata nel B.U.R n.41 del 26 marzo 2021. Il testo è reperibile al seguente link :
Nella deliberazione, proprio in considerazione della sostenuta circolazione virale e della rapida diffusione delle varianti, si dispone l'aggiornamento delle strategie di screening e testing per Covid -19 alla luce delle più recenti evidenze scientifiche e delle indicazioni del Ministero della Salute (Circolare n. 705 dell'8 gennaio 2021, n. 3787 del 31 gennaio 2021 e n.5616 del 15 febbraio 2021) trasmesse regolarmente alle Aziende Ulss, nonché delle linee di indirizzo delle microbiologie della Regione Veneto.
Pertanto, sono state date disposizioni sull'utilizzo dei tamponi e dei tests per Covid-19 nei diversi contesti e le relative indicazioni sulla frequenza della loro esecuzione, alla luce dell'attuale scenario epidemiologico e di vaccinazione. Si precisa altresì che, a scopo di massima cautela, l'attività di screening viene mantenuta anche per i soggetti vaccinati".

Ass.ra Manuela LANZARIN

Buongiorno, Presidente.
Sulla questione mi sembra che ci sia stata già abbondante discussione nella Commissione che c'è stata, però vado a leggere l'interrogazione.
La Regione Veneto, dall'inizio della pandemia, assicura particolare attenzione al tracciamento dei contagi da SARS-CoV-2 in funzione della variazione dello scenario epidemiologico e della diffusione delle varianti del virus. Gli strumenti utilizzati vengono costantemente adattati aggiornando le indicazioni alla situazione esistente.
In particolare, da ultimo, con nota del 25 marzo 2021, protocollo 137384 da parte della Direzione Prevenzione e Sicurezza Alimentare e Veterinaria, ha trasmesso il Piano di sanità pubblica, aggiornamento, indicazioni, test per SARS-Cov-2, punti di accesso territoriali, test antigenici rapidi, contact tracing, attività del Dipartimento di Prevenzione, strutture socio sanitarie territoriali, di cui alla delibera della Giunta regionale n. 308 del 18 marzo 2021, pubblicato nel BUR n. 41 del 26 marzo 2021. Il testo è reperibile al link che è scritto in questa risposta.
Nella deliberazione, proprio in considerazione della sottostante circolazione virale e della rapida diffusione delle varianti, si dispone l'aggiornamento delle strategie di screening e testing per Covid-19 alla luce delle più recenti evidenze scientifiche e delle indicazioni del Ministero della Salute (circolare n. 705 dell'8 gennaio 2021, n. 3797 del 31 gennaio 2021 e n. 5615 del 15 febbraio 2021), trasmesse regolarmente alle aziende USL, nonché alle linee di indirizzo della microbiologia della Regione del Veneto.
Pertanto sono state date disposizioni sull'utilizzo del tampone e dei test per Covid-19 nei diversi contesti e la relativa indicazione sulla frequenza e la loro esecuzione, alla luce dell'attuale scenario epidemiologico e di vaccinazione.
Si precisa, altresì, che, a scopo di massima cautela, l'attività di screening viene mantenuta anche per i soggetti vaccinati.

PRESIDENTE

Grazie, Assessora. Per la replica la collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, intanto, di questa risposta, che naturalmente era molto desiderata. Chiedo cortesemente di poter avere copia scritta della risposta perché purtroppo mi è stato impossibile ascoltarla nella sua interezza per alcuni problemi di ascolto dell'audio e anche magari un po' di agitazione dell'Aula, ma capisco che questo tema possa agitare un po' gli spiriti dei colleghi. Però, al di là di questo, non posso al momento dire, Assessore, se sono pienamente soddisfatta o meno, proprio per queste ragioni e le chiedo scusa.
C'è però una frase iniziale che ha particolarmente attirato la mia attenzione ed è che il tracciamento dei contatti è priorità ed è un'azione su cui in particolar modo la Regione del Veneto si è dedicata.
Evidentemente questo passaggio ha avuto delle problematiche anche nei mesi scorsi, non soltanto nel pieno della seconda pandemia, per cui probabilmente su questo aspetto sarà necessario approfondire in sede di Commissione quelle che sono state le difficoltà del tracciamento e del SISP, in particolar modo nel nostro territorio, a prescindere dalle aree geografiche: questa è stata sicuramente una cosa che ha notevolmente messo in difficoltà e ha anche facilitato la trasmissione del virus.
Di conseguenza, su questo aspetto mi permetto di dire che probabilmente questa prima frase sicuramente non corrisponde alla realtà che io, insieme ad altri colleghi, abbiamo osservato grazie anche alle segnalazioni che ci sono pervenute da parte dei cittadini e degli enti che se ne sono occupati.
Alla luce di questo, però, su questo primo aspetto mi permetto di dare questa condivisione, giusto per uno scopo propositivo, di relazione anche con l'Assessore, però, allo stesso tempo, sulla risposta lascio naturalmente alla successiva lettura della risposta definitiva quello che è un giudizio sulla domanda portata all'interno di questo Consiglio.

PRESIDENTE

Grazie. Passiamo l'interrogazione n. 119.

Interrogazione a risposta immediata n. 119 del 12 aprile 2021 presentata dalle consigliere Camani e Ostanel relativa a "QUALI SONO LE INTENZIONI DELLA GIUNTA REGIONALE SUL GRA DI PADOVA?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- nel 2004 viene costituita la società G.R.A. di Padova S.p.A., partecipata oggi da Società delle Autostrade Serenissima S.p.A., da Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova S.p.A. e da Consorzio C.D.P. -Via Maestra;
- nel 2006 la società G.R.A. ha presentato alla Regione del Veneto una proposta di finanza di progetto per la progettazione, costruzione ed esercizio del complesso di collegamenti viari denominato "Grande Raccordo Anulare di Padova";
- a seguito di istruttoria, nel 2008 la Regione ha dichiarato il "pubblico interesse" della proposta e ha qualificato la Società "soggetto promotore con diritto di prelazione";
- nel 2011 la Regione ha espresso parere positivo con prescrizioni al progetto;
- nel 2014 viene nominata al vertice della società Luisa Serato;
- tra il 2015 e il 2016 si è svolta una serie di incontri con le 22 Amministrazioni comunali interessate all'opera, conclusasi il 1° marzo 2016 con una riunione della Conferenza dei Sindaci del padovano e del veneziano;
- ancora nel settembre del 2019, la società, l'assessora regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti Elisa De Berti e la Conferenza Metropolitana di Padova si sono incontrati con l'obiettivo di concordare modalità e tempi dell'intervento, inserito, peraltro, nel Piano Regionale dei Trasporti 2020-2030.
Rilevato che:
- la proposta di finanza di progetto è ancora ferma in attesa del completamento dell'istruttoria da parte del Comitato Scientifico Regionale, istituito ai sensi della LR 15/2015, che deve certificare il permanere delle condizioni di fattibilità dell'opera, atto propedeutico alle azioni presso il MIT;
- più volte la Società ha invitato, anche formalmente, la Regione a riattivare l'azione amministrativa;
- con nota n. 420942 del 1/10/2019 la Regione ha fatto esplicita richiesta di aggiornamento della proposta per portarla in approvazione.
Considerato che:
- in data 1° aprile 2020 la Presidente del Consiglio di Amministrazione si è dimessa dall'incarico con effetto immediato dopo aver consegnato alla Regione la proposta definitiva dell'opera denominata G.R.A. di Padova;
- sulla base delle dichiarazioni rilasciate alla stampa, la Presidente Serato dichiara che il progetto consegnato prevede "un ventaglio di ipotesi di adeguamenti tecnici, volti ad individuare [...] una soluzione di revisione del project";
- nessun Sindaco dei Comuni interessati all'opera sembra aver condiviso o preso visione del progetto definitivo, come consegnato dalla Presidente Serato.
Tutto ciò premesso, le sottoscritte consigliere interrogano
l'Assessora regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti
per sapere quali siano le intenzioni della Giunta rispetto al G.R.A. di Padova, anche in riferimento alla necessità di informare e condividere con gli amministratori locali le conseguenti decisioni".
Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Con questa interrogazione, che ho presentato insieme alla collega Ostanel, chiediamo all'assessore De Berti di darci alcune indicazioni rispetto all'opera infrastrutturale definita GRA di Padova, un'opera che, come sapete – l'Assessore lo sa meglio di noi – inizia il suo iter oltre 17 anni fa, nel 2004, quando si costituisce la società GRA di Padova. Due anni dopo la società stessa presenta alla Regione una proposta di finanza di progetto; nel 2008 la Regione dichiara il progetto di pubblico interesse e da allora iniziano una serie di consultazioni con tutte le Amministrazioni locali, le oltre 22 Amministrazioni locali coinvolte, che si intensificano nel 2015, nel 2016, fino al 2019 per approfondire le questioni tecniche legate alla realizzazione di quest'opera, che sappiamo essere un'infrastruttura molto impattante sul territorio, ma anche molto attesa da alcuni Comuni.
In data 1° aprile 2020, la Presidente del Consiglio di Amministrazione, la dottoressa Serato, si è dimessa dall'incarico con effetto immediato dopo aver consegnato, dice, la proposta definitiva dell'opera nelle mani della Regione.
Con questa interrogazione noi dunque chiediamo all'assessore De Berti quali siano le intenzioni della Giunta rispetto al GRA di Padova anche perché sappiamo, a seguito di una richiesta di accesso agli atti, che in realtà il progetto consegnato dalla società lascia aperte diverse opzioni sul territorio e, in particolare, ci interessa capire quali sono le intenzioni della Regione in riferimento al coinvolgimento che noi riteniamo necessario e doveroso delle Amministrazioni che sarebbero coinvolte dall'eventuale realizzazione dell'opera. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Per la risposta l'assessora De Berti, prego,
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si comunica che le intenzioni della Giunta Regionale sono quelle di valutare sia il permanere dell'interesse a proseguire nel procedimento da parte del promotore che la permanenza del "pubblico interesse" dichiarato nel 2008 alla luce del tempo trascorso dallo stato dell'istruttoria e della nuova documentazione presentata da G.R.A. di Padova S.p.A. in data 29.03.2021 denominata "Documento di fattibilità delle alternative progettuali – marzo 2021".
Come evidenziato durante la riunione della Co.me.Pa (Conferenza metropolitana di Padova), svoltasi il giorno 28 aprile u.s. alla presenza di tutti i Comuni intervenuti, gli elaborati sopra citati presentati in data 29.03.2021 non risultano essere un progetto definitivo ma unicamente un documento delle alternative di tracciato che, peraltro, non contengono alcuna documentazione riconducibile al piano economico finanziario (PEF), necessario alla valutazione della proposta".

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si comunica che le intenzioni della Giunta regionale sono quelle di valutare sia il permanere dell'interesse a proseguire nel procedimento da parte del promotore, che la permanenza del pubblico interesse dichiarato nel 2008, alla luce del tempo trascorso dallo stato dell'istruttoria e della nuova documentazione presentata da GRA di Padova, in data 29 marzo 2021, denominata "Documento di fattibilità delle alternative progettuali marzo 2021".
Come evidenziato durante la riunione della Co.me.Pa, svoltasi il giorno 28 aprile ultimo scorso, alla presenza di tutti i Comuni intervenuti, gli elaborati sopracitati presentati in data 29 marzo 2021 non risultano essere un progetto definitivo, ma unicamente un documento delle alternative di tracciato, che peraltro non contengono alcuna documentazione riconducibile al Piano Economico Finanziario (PEF) necessario alla valutazione della proposta.

PRESIDENTE

Grazie. Per la replica, la collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Guardi, assessore De Berti, io non sono particolarmente soddisfatta della risposta per due ragioni e cerco rapidamente di esporgliele: la prima è che, se io le chiedo quali sono le intenzioni della Giunta e lei mi dice che la Giunta valuterà il permanere dell'interesse pubblico, capisce che mi sta dando una risposta tautologica, cioè non mi sta dicendo quello che io chiedo con questa interrogazione e cioè se per la Giunta quella è o non è un'opera la cui valenza di interesse pubblico permane.
La seconda questione che le avevo posto nell'interrogazione, alla quale non ha risposto, è se intenda o meno la Giunta condividere con gli amministratori locali il percorso che dovrebbe portare alle valutazioni di cui stiamo parlando. Questo glielo sottolineo perché è un elemento che io ritengo particolarmente rilevante.
L'opera, sebbene ancora non definita su alcuni aspetti e in alcuni passaggi, è molto impattante per il territorio e io penso che, a differenza di come avviene ed è avvenuto anche in passato, sia necessario che la valutazione dell'interesse pubblico e l'eventuale tracciato definitivo da individuare non possa essere una decisione che la Giunta avoca a sé, ma che sia coordinata attraverso le 22 Amministrazioni locali che sono coinvolte in questo progetto. Giustamente lei ha fatto riferimento al Co.me.Pa e io credo che quello possa essere uno dei luoghi all'interno del quale assumere, in maniera collegiale, questo tipo di decisione.
Quindi, concludendo, Assessore, approfitto di questa occasione per invitarla nuovamente ad una discussione aperta che coinvolga le Amministrazioni locali sia in merito alla necessità di proseguire su un'opera che in realtà è molto attesa e che, capirà anche lei, dopo 17 anni cambia profondamente la propria struttura anche rispetto alle aspettative dei territori: penso alla realizzazione, per esempio, della Pedemontana, che in qualche modo influisce anche su quest'opera. Quindi sono d'accordo con lei sul fatto che va rivalutata, va rivista e va riragionata, però credo che sia fondamentale farlo insieme ai Sindaci e agli amministratori locali dei tanti Comuni coinvolti dall'eventuale realizzazione di questo intervento. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Passiamo all'interrogazione n. 109.

Interrogazione a risposta immediata n. 109 del 26 marzo 2021 presentata dal consigliere Zanoni relativa a "ABBATTIMENTO ALBERI NEL PARCO REGIONALE DEL FIUME SILE. QUALI VERIFICHE E CONTROLLI PER EVITARE LA DISTRUZIONE DEL PATRIMONIO ARBOREO NATURALE DI UN'AREA DI PARTICOLARE PREGIO NATURALISTICO?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
Premesso che la Sezione di Venezia della Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) ha denunciato l'abbattimento di filari di Pioppo bianco in località Casale sul Sile (TV) lungo il percorso pedonale nell'argine del Fiume Sile /area destinata a Parco regionale. Da un sopralluogo i volontari della LIPU hanno appurato che la zona interessata dallo smantellamento è di particolare pregio naturalistico per la presenza di diverse specie di uccelli, soprattutto di Picchi: in particolare in questa area naturale si possono avvistare esemplari di Picchio verde, Picchio nero, Picchio Muratore, Picchio rosso maggiore, Picchio rosso minore, tutte specie sottoposte a rigorosa tutela.
Considerato che la Lipu ha fatto presente che: "Dal momento che la Regione del Veneto si trova in piena rotta migratoria, la maggiore tra Nord - Sud Europa, l'area del Parco del Sile assume una valenza particolare soprattutto nella salvaguardia dei piccoli uccelli, passeriformi in primis. Da un primo esame esperito dai volontari della LIPU alcuni tronchi dei Pioppi bianchi presentano delle cavità estese, a giustificarne il taglio per motivi di sicurezza, altri invece, perfettamente sani. Tagliare sistematicamente un centinaio di Pioppi bianchi di oltre 40 anni di età, rappresenta un significativo disvalore al biotopo legato al Parco del Fiume Sile ed alla biodiversità: le conseguenze in termini disottrazione di habitat si avranno per tutta l'asta Sud del Fiume. Si sottolinea che il periodo scelto per il taglio degli alberi coincide con quello della nidificazione sugli alberi stessi, i Picchi soprattutto usano le cavità degli alberi per nidificare, e qui i volontari ne hanno trovato di diversi diametri, a più altezze: la consuetudine di utilizzare le cavità degli alberi, anche piccole, per formare un nido, è anche caratteristica dello Storno, della Cinciallegra, dell'Assiolo, ecc. Non si trascuri il disturbo in tutta l'area per l'impiego di motoseghe e mezzi d'opera, tale attività interferisce anche nelle aree adiacenti con la nidificazione in atto, al punto di portare i genitori all'abbandono del nido con conseguente morte dei nidiacei."
Considerato altresì che l'autorizzazione al taglio è stata rilasciata dall'Ente Parco così come risulta da una verifica dello scrivente.
Tutto ciò premesso e considerato, il sottoscritto consigliere
chiede all'Assessore regionale ai Parchi
se, alla luce delle problematiche esposte dalla LIPU, intende intervenire presso l'Ente Parco del Sile affinché le operazioni di taglio degli alberi siano rinviate al periodo tardo estivo (a nidificazione conclusa), preservando gli alberi in buone condizioni al fine di limitare i danni derivati dalla sottrazione di habitat".
Zanoni intende presentarla?

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sì grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Se chiede la parola su Concilium, vedo anche il tempo. Grazie.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Va bene, ecco fatto.

PRESIDENTE

Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Buongiorno a tutti. Grazie, Presidente.
In questo caso ho denunciato questo taglio di alberi avvenuto all'interno del Parco regionale del fiume Sile e, per di più, nella stagione primaverile, perché l'interrogazione è del 26 marzo 2021, quindi è accaduto poco prima, quando risaputamente l'avifauna già è in riproduzione, in particolar modo alcune specie che utilizzano proprio gli alberi che sono stati abbattuti.
È una segnalazione che mi è arrivata da abitanti del posto, ovvero Casale sul Sile, ed è stata oggetto anche di un intervento della locale sezione della Lega Italiana per la Protezione degli Uccelli, che appunto fa presente che erano alberi di pregio, dove nidificano diverse specie i piccoli passeriformi e la cosa che balzava agli occhi era il taglio sistematico di un centinaio di pioppi bianchi, di oltre quarant'anni di età, lungo una zona naturale, che non è aperta al traffico e dove appunto non ci sono problemi di cadute di alberi e quant'altro. Gli alberi, tra l'altro, dalla documentazione fotografica che mi è stata girata e che è stata girata anche all'Ente Parco, risultavano essere sani.
Sappiamo quanto i nostri cittadini siano attenti alla tutela dell'ambiente, soprattutto in questo periodo di emergenza ambientale e climatica e la richiesta che ho fatto con questa interrogazione è se, alla luce delle problematiche esposte, intende intervenire presso l'Ente Parco del Sile affinché le operazioni di taglio degli alberi siano rinviate al periodo tardo estivo, a nidificazione conclusa, preservando gli alberi in buone condizioni al fine di limitare i danni derivanti dalla sottrazione di habitat.

PRESIDENTE

Prego, assessore Corazzari, per la risposta.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"A seguito della richiesta formulata dalla Direzione Turismo con nota prot. n. 171551 del 14 aprile 2021 al fine di ottenere informazioni utili a dare riscontro al quesito in oggetto, l'Ente Parco naturale regionale del Fiume Sile ha trasmesso una relazione tecnica con nota prot. n. 185402 del 22 aprile 2021 dalla quale si evince quanto segue.
Gli esemplari di Populus alba che sono stati abbattuti, appartengono ad un impianto artificiale realizzato su terreno agricolo. L'area in oggetto è posta lungo la pista ciclopedonale denominata "Greenway", in località Vicolo San Francesco a Casale sul Sile. L'azienda agricola che conduce detto terreno ha presentato agli uffici del Parco del Sile richiesta formale di parere agronomico per un intervento a carattere straordinario di abbattimento ai sensi del D.P.R. 31/2017 – Allegato B.22.
Tale richiesta scaturisce da eventi calamitosi che hanno provocato schianti di alberi e/o alberature sbrecciate e cadute sul percorso ciclopedonale, molto frequentato in tutti i periodi dell'anno. In data 25 gennaio 2021 con nota prot. n. 204 l'Ente parco ha chiesto le seguenti integrazioni alla richiesta di abbattimento alberature:
• Relazione paesaggistica semplificata con procedura di cui al D.P.R. 31/2017;
• V.T.A., visiva o strumentale, resa da tecnico agroforestale qualificato e compente in materia per i soggetti da abbattere;
• Specie arborea/specie arbustive, da scegliere dall'elenco di cui al cap. 5 delle norme tecniche di gestione del verde, in sostituzione dei soggetti da abbattere in quanto posti in Classe D con procedura di cui al D.P.R. 31/2017 – Allegato A.14.
Le integrazioni sono pervenute all'Ente parco in data 22 febbraio 2021, a firma di tecnico qualificato e competente in materia.
La relazione tecnica oltre a dimostrare la necessità di abbattimento degli esemplari di cui sopra, per garantire l'incolumità pubblica e la sicurezza di cose e persone, è corredata di un progetto di rinaturalizzazione dell'area finalizzato a mitigare l'impatto causato dall'abbattimento stesso, data la consapevolezza della valenza naturalistica dell'area.
A corredo della richiesta in data 24 febbraio 2021 è pervenuta anche la dichiarazione di non necessità della valutazione di incidenza ambientale a firma di tecnici qualificati e competenti in materia.
Il tecnico incaricato dell'Ente parco, prima di rilasciare l'autorizzazione, ha effettuato un sopralluogo, dal quale è emerso che:
• Le piante - che hanno raggiunto il culmine dell'accrescimento ipsometrico (in altezza) a fronte di un limitato sviluppo diametrico - determinato dalla densità del popolamento - sono inclinate/adducenti verso il vicolo S. Francesco, dove è situato il percorso ciclopedonale; trattasi di piante a legno leggero, con buona valenza naturalistica e paesaggistica, ma notevolmente in contrasto con la necessità di sicurezza nella navigabilità del Sile e, soprattutto, nel tracciato ciclopedonale presente, già oggetto, in passato, di schianti dovuti alle caratteristiche intrinseche di una pianta fragile e alla sua collocazione in filari con sesti d'impianto molto ridotti che ne hanno determinato uno sviluppo con il baricentro della chioma molto più in alto rispetto alle caratteristiche della specie (con conseguente aumento del rischio di schianto a seguito di venti provenienti da ovest) e con la quasi totale assenza di ramificazioni lungo il fusto;
• La presenza di edera lungo il fusto delle piante testimonia condizioni di deperimento delle stesse, in quanto l'edera non è in grado di attaccare il legno sano e riesce a colonizzare le piante ospiti solo in presenza di legno degradato (da funghi o altri agenti patogeni) o marcescente e, comunque, non più in grado di garantirne la normale stabilità;
• Inoltre, ipotizzando di abbattere solo alcune piante, ritenute particolarmente pericolose, aumenterebbe il rischio di caduta di quelle rimaste, sebbene in condizioni meno critiche, in quanto le stesse verrebbero a trovarsi isolate con una conformazione di fusto e chioma - determinata dalla loro crescita in un popolamento artificiale a densità estremamente elevata - non idonea a garantirne la stabilità.
Pertanto, alla luce di quanto sopra, si ritiene siano state effettuate tutte le verifiche e i controlli necessari, che hanno tenuto conto dell'esigenza di salvaguardia della pubblica incolumità e sicurezza e nel contempo hanno previsto un intervento di rinaturalizzazione dell'area da parte dell'Azienda agricola".

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
A seguito della richiesta formulata dalla Direzione Turismo, al fine di ottenere informazioni utili a dare riscontro al quesito in oggetto, il Parco regionale del fiume Sile ha trasmesso una relazione tecnica, dalla quale si evince quanto segue: gli esemplari di pioppo che sono stati abbattuti appartengono ad un impianto artificiale realizzato su un terreno agricolo; l'area in oggetto è posta lungo una ciclopedonale denominata Greenway in località Vicolo San Francesco, Casale sul Sile. L'azienda agricola che conduce detto terreno ha presentato al Parco una richiesta formale, con un parere agronomico, per un intervento di carattere straordinario di abbattimento.
Dopo ci sono tutti i richiami normativi nella risposta all'interrogazione.
Tale richiesta scaturisce da eventi calamitosi che hanno provocato schianti di alberi e alberature sbrecciate cadute sul percorso ciclopedonale, che è molto frequentato in tutti i periodi dell'anno.
Il 25 gennaio 2021 l'Ente Parco ha chiesto delle integrazioni alla richiesta per l'abbattimento delle alberature, ovvero la relazione paesaggistica semplificata, la VTA visiva o strumentale, resa da un tecnico agriforestale e le specie arboree arbustive da scegliere nell'elenco di cui al Capitolo 5 delle norme tecniche in sostituzione. Quindi hanno fatto fare anche un bel po' di carte per fare questi abbattimenti.
Le integrazioni sono pervenute all'Ente Parco in data 22 febbraio 2021, a firma di un tecnico qualificato e competente in materia. La relazione tecnica, oltre a dimostrare la necessità di abbattimento degli esemplari di cui sopra, per garantire l'incolumità pubblica e la sicurezza di cose e persone, è corredata da un progetto di rinaturalizzazione dell'area finalizzato a mitigare l'impatto causato dall'abbattimento stesso, data la consapevolezza della valenza naturalistica dell'area.
A corredo della richiesta, in data 24 febbraio 2021, è pervenuta anche la dichiarazione di non necessità della valutazione di incidenza ambientale a firma di tecnici qualificati competenti in materia.
Il tecnico incaricato dell'Ente del Parco, prima di rilasciare l'autorizzazione, ha anche effettuato un sopralluogo dal quale è emerso che le piante che hanno raggiunto il culmine dell'accrescimento in altezza, a fronte di un limitato sviluppo di diametro, determinato dalla densità del popolamento, sono inclinate adducenti Vicolo San Francesco, dove è situato il percorso ciclopedonale, quindi pendono anche. Trattasi di piante a legno leggero, con buona valenza naturalistica e paesaggistica, ma notevolmente in contrasto con la necessità di sicurezza della navigabilità del Sile e soprattutto del tracciato ciclopedonale presente.
La sostanza è che avevano tutte le autorizzazioni e che l'abbattimento è stato svolto a fronte di una necessità di sicurezza e a seguito di sopralluogo.

PRESIDENTE

Grazie. Per la replica, consigliere Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio l'Assessore e i suoi uffici per aver dato seguito all'interrogazione e aver risposto anche in termini abbastanza veloci, perché ricordo che è del 26 marzo 2021: fossero tutte così le risposte entro questi termini, anche se scaduti.
Per quanto riguarda comunque il contenuto, è giusto ricordare che sarebbe utile, ancorché ci siano appunto tutte queste autorizzazioni, effettuare questi tagli, se proprio è dovuto, nel periodo di non nidificazione della fauna selvatica, cioè se veniva fatto un taglio da agosto a gennaio, probabilmente la LIPU non mi avrebbe interpellato e non sarebbe uscita con questa denuncia pubblica. Quindi sarebbe auspicabile che anche l'Assessorato magari facesse presente ai vari Parchi – ma dovrebbe essere anche il loro lavoro, perché sono cose che loro devono sapere – di effettuare questi interventi in natura nel periodo in cui le interferenze sono inferiori.
Per quanto riguarda la non VINCA, io sono sempre più esterrefatto dal fatto che moltissimi interventi, anche in aree SIC e ZPS, vengono fatti senza la valutazione di incidenza ambientale e qui non si trattava di qualche albero, Assessore, perché io l'ho visto, sono stato anche sul posto, ma di tutti gli alberi, uno dopo l'altro. E che siano stati pendenti o meno, se noi dovessimo tagliare tutti gli alberi pendenti lungo i corsi ciclopedonali o pedonali in mezzo alla natura, veramente spoglieremmo il nostro Veneto.
Questo è inoltre anche un parco naturale regionale e quindi, a mio avviso, non ha sbagliato la LIPU a fare questa segnalazione, anzi, comunque l'augurio è che episodi come questi ci facciano capire che certi interventi vanno fatti nel periodo più corretto.

PRESIDENTE

Grazie. Passiamo all'interrogazione n. 122.

Interrogazione a risposta immediata n. 122 del 16 aprile 2021 presentata dai consiglieri Camani e Zanoni relativa a "QUALI SONO LE INTENZIONI DELLA GIUNTA REGIONALE SUL PARCO COLLI?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
Premesso che:
- la Regione ha stabilito che, nelle more dell'approvazione del disegno di legge di riordino e razionalizzazione degli enti strumentali, la Giunta nomini Commissari straordinari per la gestione amministrativa dei Parchi Regionali;
- gli organi del Parco Regionale dei Colli Euganei sono decaduti il 23 maggio 2016;
- con DGR n. 687 del 16 maggio 2016 la Giunta ha nominato commissario del Parco il dottor Maurizio Dissegna;
- a luglio 2016 il dottor Dissegna ha presentato dimissioni immediate e irrevocabili;
- in data 9 agosto 2016, con DGR n. 1297, la Giunta ha nominato l'avvocato Enrico Specchio quale Commissario straordinario, prorogato con DGR n. 1229/2017 e con DGR n. 2225/2017 fino al 30 giugno 2018;
- in data 10 luglio 2018, con DGR n. 935, è stato nominato Commissario per un ulteriore anno il dottor Stefano Sisto, poi prorogato con DGR n. 1030/2019;
- con DPGR n. 137 del 22 ottobre 2019 il Presidente Zaia ha nominato Presidente del Parco Colli il signor Massimo Campagnolo, sindaco del Comune di Cervarese Santa Croce;
- Massimo Campagnolo, candidato alle elezioni regionali nel 2020, si è dimesso da Presidente del Parco pochi giorni prima del voto. Rilevato che in data 9 aprile 2021 il Presidente Zaia, con DPGR n. 50, ha nominato Presidente del Parco il signor Riccardo Masin, sindaco di Galzignano Terme.
Considerato che: - a giudizio degli scriventi consiglieri sarebbe stato necessario un segnale di discontinuità nella gestione del Parco Colli Euganei;
- il Presidente Masin nel 2017 fu uno dei sindaci della zona euganea che appoggiò con convinzione il progetto di legge regionale, poi fortunatamente 2 abortito, che prevedeva di restringere fortemente la riserva protetta del Parco Colli, anche al fine di poter consentire la caccia in larghissima parte dell'area euganea;
- lo stesso Masin, in qualità di Sindaco, ha avanzato una richiesta alla Regione del Veneto al fine di escludere dal Parco stesso una parte del territorio del Comune da lui amministrato, in modo da poter evitare l'obbligo di applicare i vincoli urbanistici previsti dal piano ambientale;
- Masin risulta essere attualmente il presidente della sezione provinciale di Padova di Federcaccia (Federazione Italiana della Caccia);
Tutto ciò premesso, i sottoscritti consiglieri interrogano
il Presidente della Giunta regionale
per sapere quali siano le intenzioni della Giunta rispetto al futuro del Parco Regionale dei Colli Euganei, patrimonio strategico della provincia di Padova e del Veneto".
Teniamo il conto noi. Prego, Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Con questa interrogazione vorrei portare all'attenzione della Giunta la situazione del Parco Colli, una situazione gestionale molto critica da diversi anni: come l'Assessore saprà, il Parco è commissariato dal 2016 e da allora ben tre commissari si sono succeduti alla guida dell'Ente. Nell'ottobre del 2019 finalmente il presidente Zaia nominò un Presidente del Parco, il sindaco Massimo Campagnolo, che si dimise da lì a pochi mesi e ora, con l'inizio della nuova legislatura, il Presidente della Regione ha deciso di nominare tutti gli organismi dirigenti dei Parchi regionali.
La situazione appare, a nostro avviso, particolarmente critica per quanto riguarda appunto il Parco dei Colli Euganei, per il quale, come saprete, è stato nominato Presidente il sindaco Riccardo Masin, attraverso una metodologia che noi non condividiamo di governance dei Parchi regionali, che prevede che sia sostanzialmente il Presidente della Giunta a decidere completamente gli assetti dei dirigenti dei Parchi regionali.
Ora, siccome queste nomine non avvengono, appunto, sulla base di un progetto e un programma di missione, ma avvengono evidentemente sulla base di un incarico fiduciario, credo che sia normale aspettarsi di capire sulla base di quali intenzioni il presidente Zaia ha nominato il sindaco Masin e con quali prospettive questo nuovo Presidente intende governare il Parco Colli.
Gli scriventi ritengono che sarebbe stato necessario un segnale di forte discontinuità nella gestione del Parco e, non avendo al momento elementi su cui fare questo tipo di valutazione, non possiamo che limitarci al curriculum vitae del sindaco Masin. Ricordo ai colleghi che fu uno dei Sindaci che sostenne, a suo tempo, con più convinzione la proposta regionale di riduzione dell'area dei Colli e, da Sindaco di un importante Comune del Parco Colli, addirittura inoltrò una richiesta alla Regione per escludere completamente l'area del suo Comune dall'area ambientalmente protetta dell'area Colli, oltre ad essere Presidente provinciale di Federcaccia.
Siccome questi indizi ci preoccupano, chiedo all'Assessore qual è il programma di gestione, che avrà sicuramente condiviso con il sindaco Masin, per il Parco Colli, da qua ai prossimi anni. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Corazzari per la risposta.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
Con Legge regionale n. 38 del 10 ottobre 1989 "Norme per l'istituzione del Parco regionale dei Colli Euganei" è stato istituito l'omonimo Parco al fine di tutelare, come disposto all'articolo 1, i caratteri naturalistici, storici ed ambientali del territorio dei Colli Euganei.
La Legge regionale n. 23 del 26 giugno 2018, avente ad oggetto "Norme per la riorganizzazione e razionalizzazione dei parchi regionali", in conformità ai principi dettati dalla Legge n. 394 del 6 dicembre 1991, "Legge quadro sulle aree protette", ha disposto il riordino degli Enti Parco regionali al fine di valorizzare il modello organizzativo delle aree protette della Regione del Veneto, migliorandone l'efficacia della gestione e razionalizzandone la spesa ai sensi dell'articolo 10 della Legge regionale n. 7 del 18 marzo 2011. Detta Legge regionale disciplina il sistema di governance degli Enti Parco regionali dettagliando le modalità di nomina dei componenti dei loro organi, che coinvolgono a diverso titolo sia la Giunta che il Presidente della Giunta regionale.
L'art. 3 della Legge regionale 22 luglio 1997, n. 27 , stabilisce che gli organi la cui disciplina è attribuita alla competenza della Regione durano in carica per l'intera legislatura e che gli stessi scadono il 120° giorno successivo alla nomina della Giunta regionale, se le nomine o le designazioni sono di competenza della stessa Giunta o del Presidente della Regione.
In seguito alla nomina della Giunta regionale della XI legislatura gli uffici regionali hanno pertanto avviato le procedure di rinnovo di tutti gli organi che costituiscono la governance degli Enti Parco, tra cui l'Ente Parco regionale dei Colli Euganei.
Con DPGR n. 9 del 2 febbraio 2021 sono stati nominati i componenti della Consulta del Parco, organo consultivo e propositivo che riunisce i referenti delle associazioni più rappresentative del territorio, divisi per categorie di appartenenza quali la categoria del settore primario, della promozione turistica, delle associazioni ambientaliste, delle associazioni venatorie e delle associazioni di pesca sportiva.
Con DPGR n. 39 del 15 marzo 2021 sono stati nominati i componenti della Comunità del Parco, composta dai sindaci dei comuni compresi nel territorio, da un rappresentante della Provincia di Padova, da esperti in ambito gestionale-amministrativo o in materia di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale-rurale designati dalla Giunta regionale e dai rappresentanti delle associazioni del territorio.
Con DPGR n. 50 del 9 aprile 2021 il Presidente della Giunta regionale ha infine nominato il Consiglio direttivo dell'Ente Parco, organo composto da cinque elementi, di cui tre individuati dal Presidente medesimo tra i sindaci e gli esperti della Comunità e due individuati dalla Comunità e comunicati al Presidente tra soggetti in possesso di adeguato curriculum in materia gestionale-amministrativa o in materia di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale-rurale.
Col medesimo DPGR n. 50/2021 il Presidente ha individuato tra i componenti del Consiglio direttivo il Sindaco di Galzignano Terme, dott. Riccardo Masin, quale nuovo Presidente dell'Ente Parco regionale del Colli Euganei.
In seguito alla nomina il nuovo Presidente, al pari degli altri componenti del Consiglio Direttivo. ha presentato idonea documentazione comprovante l'insussistenza di cause di inconferibilità e incompatibilità per l'incarico.
Con tali atti si è chiuso il percorso di definizione della governance del Parco dei Colli Euganei, che avrà durata per l'intera legislatura regionale e quindi con una prospettiva di stabilità di medio-lungo termine.
In questo momento il sistema dei Parchi del Veneto è chiamato ad attivare la programmazione delle attività gestionali, in costante collaborazione con la Giunta regionale, al fine del perseguimento degli obiettivi e delle finalità della Legge regionale n. 23/2018 .
L'Ente Parco dei Colli Euganei, così come gli altri Parchi del sistema regionale, potrà pertanto continuare, in continuità con il passato, a garantire la valorizzazione e tutela dell'ambiente naturale del territorio Veneto nei prossimi anni. Il perseguimento di tale obiettivo, di primaria importanza per la Giunta regionale, ha adottato con Deliberazione del Consiglio regionale n. 113 del 16 dicembre 2020, che alla Missione 9 "Sviluppo sostenibile e tutela del Territorio e dell'Ambiente", Programma 905 "Aree protette, Parchi naturali, protezione naturalistica e forestazione" sottolinea come sia strategica la valorizzazione e tutela dei territori di competenza regionale (Parchi e aree protette) mettendone in risalto le rispettive peculiarità ed agevolando una migliore fruizione da parte dell'utenza sensibilizzata sugli aspetti di tutela ambientale e di salvaguardia della biodiversità e favorendo in tal modo la crescita culturale inerente a queste tematiche.
È fuori di dubbio pertanto l'investimento della Regione del Veneto, sia in termini di attività che di risorse, nel sistema dei Parchi regionali, investimento che troverà nuovo slancio grazie alle prospettive di permanenza in carica di medio-lungo termine di cui possono godere i nuovi organi della governance appena insediatisi".

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie.
Con la legge regionale 38 del 10 ottobre '89 è stato istituito il Parco dei Colli Euganei. La legge 23 del 2018, invece, ha disposto le norme della riorganizzazione e razionalizzazione dei parchi regionali in conformità con i principi dettati dalla legge 394 del '91 (legge nazionale quadro sulle aree protette) e ha disposto il riordino degli Enti parco regionali al fine di valorizzare il modello organizzativo delle aree protette della Regione Veneto, migliorandone l'efficacia della gestione e razionalizzandone la spesa.
Detta legge regionale disciplina un sistema di governance degli Enti Parco regionali dettagliando le modalità di nomina dei componenti dei loro organi che coinvolgono a diverso titolo sia la Giunta che il Presidente della Giunta regionale.
L'articolo 3 della legge 27 del '97 stabilisce che gli organi la cui disciplina è attribuita alla competenza regionale durano in carica per un'intera Legislatura e che gli stessi scadono 120 giorni dopo la nomina della Giunta regionale, se le nomine o le designazioni sono di competenza della Giunta del Presidente. In seguito alla nomina della Giunta regionale di questa Legislatura, gli uffici regionali hanno, pertanto, avviato le procedure di rinnovo di tutti gli organi che costituiscono la governance degli Enti parco, tra cui anche quello dei Colli Euganei.
Con la DGR 9 del 2021 sono stati nominati i componenti della Consulta del Parco, che è l'organo consultivo e propositivo che riunisce i referenti delle associazioni più rappresentative del territorio, divisi per categorie di appartenenza, qual è la categoria del settore primario, la promozione turistica delle associazioni ambientaliste, delle associazioni venatorie e delle associazioni di pesca sportiva.
Con successiva DPGR 39 del 15 marzo 2021 sono stati nominati componenti della Comunità del Parco, composti dai Sindaci dei Comuni, compresi nel territorio, da un rappresentante della Provincia di Padova, da esperti in ambito gestionale-amministrativo in materia di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale e rurale designati dalla Giunta regionale o dai rappresentanti delle associazioni del territorio.
Con decreto n. 50 del 2021, il Presidente della Giunta regionale ha, infine, nominato il Consiglio direttivo dell'Ente Parco, organo composto da cinque elementi di cui tre individuati dal Presidente medesimo tra i Sindaci e gli esperti della comunità, e due individuati dalla comunità e comunicati al Presidente tra soggetti in possesso di adeguato curriculum in materia gestionale-amministrativa o in materia di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale rurale.
Col medesimo decreto, il Presidente ha individuato tra i componenti del direttivo il Sindaco di Galzignano Terme, dottor Riccardo Masin, quale nuovo Presidente del Parco regionale dei Colli Euganei.
In seguito alla nomina, i Presidente, al pari degli altri componenti del Consiglio direttivo, ha presentato idonea documentazione comprovante l'insussistenza delle cause di inconferibilità e di incompatibilità per l'incarico. Con tali atti si è chiuso il percorso della definizione della governance del Parco dei Colli Euganei, che avrà durata per l'intera legislatura regionale e che, quindi, con una prospettiva di stabilità di medio-lungo termine, potrà dare avvio alla propria azione.
In questo momento il sistema dei Parchi in Veneto è chiamato ad attivare la programmazione delle attività gestionali in costante collaborazione con la Giunta regionale, al fine del perseguimento degli obiettivi e delle finalità della citata legge 23/2018.
L'Ente Parco dei Colli Euganei, così come gli altri Parchi del sistema regionale, potrà pertanto continuare, così come nel passato, a garantire la valorizzazione e la tutela dell'ambiente naturale del territorio veneto nei prossimi anni.
Il perseguimento di tale obiettivo, di primaria importanza per la Giunta regionale, ha trovato la piena conferma nel DEFR del 2021, adottato con deliberazione del Consiglio regionale: aree protette, parchi naturali, protezione naturalistica e forestazione. Sottolinea come sia strategica la valorizzazione e tutela dei territori di competenza regionale, parchi e aree naturali protette, mettendone in risalto la rispettive peculiarità e agevolando una migliore fruizione da parte dell'utenza sensibilizzata sugli aspetti di tutela ambientale e salvaguardia della biodiversità e favorendo anche in tal modo la crescita culturale inerente a queste tematiche.
È fuor di dubbio, pertanto, che l'investimento della Regione, sia in termini di attività che di risorse nel sistema Parchi regionale, che troverà un nuovo slancio grazie alle prospettive di permanenza in carica a medio-lungo termine della nuova governance, va confermato e aggiungo che il Parco dei Colli Euganei è il Parco, che nell'ambito dei cinque Parchi, assorbe quasi la metà del bilancio regionale sulla gestione dei Parchi, quindi è anche un parco che ha una struttura amministrativa Gadda abbastanza articolata e che quindi è assolutamente di rilievo.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Guardi, Assessore, la ringrazio anche per l'impegno con cui ha voluto rispondere a questa interrogazione, però capirà che un riferimento alle attività gestionali o a continuare la gestione come nel passato, che sono esattamente le parole che lei ha usato, non ci lascia molto sereni, perché il problema secondo noi è esattamente questo, e cioè che le semplici attività gestionali o un'azione in continuità con il passato non è ciò che serve al Parco Colli, che invece avrebbe delle potenzialità molto importanti come occasione di sviluppo e di turismo sostenibile, ma che merita un'attenzione maggiore.
Ora, la domanda era esattamente in questo senso: tra i tanti sindaci o amministratori che si potevano individuare per il Presidente del Parco, faccio notare che nel Consiglio direttivo che avete nominato non c'è neppure una donna, sono tutti uomini, a proposito di come poi la sensibilità alla rappresentanza di genere si perda quando si devono nominare le persone, eppure mi pare che ci fossero molte amministratrici competenti in quel territorio, anche affini politicamente a questa maggioranza. Dicevo che, rispetto alla risposta che lei mi ha dato, non mi ha minimamente rassicurato, perché lei capirà che, oltre ai principi che sono spesso enunciati dentro il DEFR, noi ci saremmo aspettati, proprio per quello che lei ha detto, e cioè che il Parco Colli è uno dei parchi più importanti a livello regionale, una volontà di un investimento non solo economico, ma politico su quel territorio.
Le ricordo, Assessore, che fino ad ora le cose dentro il Parco Colli non sono andate affatto bene per le ragioni che dicevo in premessa: in tre anni si sono succeduti tre Commissari nominati da Zaia e l'ultimo Presidente che avevate nominato, esattamente con le stesse ambizioni con cui avete nominato Masin, si è dimesso pochi mesi dopo per candidarsi alle elezioni regionali. Lei capirà che, così come dicevo nella premessa dell'interrogazione, anche a seguito della sua risposta, siamo tutt'altro che rassicurati.

PRESIDENTE

Grazie. Abbiamo terminato con le interrogazioni.
Non ci sono risposte ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento.
PUNTO
6



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "INIZIATIVE PER LO SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE DEL DELTA DEL PO E DELLA RIVIERA DEL BRENTA". (PROGETTO DI LEGGE N. 42) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 12/2021)

Relazione della Prima commissione consiliare.
Relatrice la consigliera Cestari, correlatore il consigliere Possamai Giacomo.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Signor Presidente, colleghi Consiglieri,
il progetto di legge n. 42, d'iniziativa della Giunta regionale, in armonia con gli articoli 3, 6, 8 e 11 della legge regionale statutaria 17 aprile 2012, n. 1, intende valorizzare due territori della Regione Veneto di notevole interesse naturalistico e culturale, quali il Delta del Po e la Riviera del Brenta, attraverso la concessione di contributi con esclusivo riferimento ai Comuni costituenti le rispettive aree geografiche - rispettivamente 7 per la prima (Rosolina, Loreo, Porto Viro, Porto Talle, Taglio di Po, Corbola e Ariano nel Polesine) e 1Oper la seconda (Campagna Lupia, Campolongo Maggiore, Camponogara, Dolo, Fiesso d'Artico, Fossò, Mira, Pianiga, Strà e Vigonovo) - finalizzati allo sviluppo economico, sociale e culturale di tali territori.
Ciò sulla scorta di precedenti, positive esperienze maturate sul territorio regionale e dirette a rafforzare la governance locale.
Per perseguire tali finalità il secondo comma degli articoli 1 e 2 prevede interventi che:
quanto al Delta del Po, mirino a conseguire un opportuno assetto istituzionale dell'area, a promuovere la realizzazione di opere pubbliche o d'interesse pubblico, nonché a sostenere le attività imprenditoriali e gli insediamenti produttivi destinati a promuovere l'agricoltura, la pesca, l'ambiente, il paesaggio, il turismo, la sicurezza e la cultura;
quanto alla Riviera del Brenta, mirino a conseguire un opportuno assetto istituzionale della stessa, a promuovere la realizzazione di opere pubbliche o d 'interesse pubblico, nonché a sostenere le attività imprenditoriali e gli insediamenti produttivi destinati a promuovere il paesaggio, l'ambiente, il turismo, la sicurezza e la cultura.
Per conseguire gli obiettivi testé elencati, si prevede l'istituzione di due Conferenze dei Sindaci, con compiti d'indirizzo e di promozione, che esprimano appositi pareri sugli interventi localizzati nei rispettivi territori.
Si prevede inoltre (articolo 3), per intuibili esigenze di coordinamento generale, che la Giunta regionale individui e disciplini, mediante successivo provvedimento, strumenti di raccordo preliminare tra i Presidenti delle suddette Conferenze, il Presidente della Conferenza dei Sindaci del litorale veneto ed il Presidente della Conferenza permanente dei Sindaci del Veneto orientale (già istituite, rispettivamente, dall'articolo 85, della legge regionale n. 30 del 2016 e dall'articolo 6, della legge regionale n. 16 del 1993).
Completano l'articolato la previsione di carattere finanziario (articolo 4, emendato tecnicamente dalla Prima Commissione in occasione dell'esame finale del provvedimento) e sull'entrata in vigore della legge (articolo 5).
Il progetto di legge n. 42, oggi all'esame di quest'Assemblea, è stato presentato alla Presidenza del Consiglio regionale in data 5 marzo 2021.
Nella seduta del 14 aprile 2021 è stato illustrato in Prima Commissione dall'Assessore referente in materia di programmazione, attuazione del programma, rapporti con il Consiglio regionale, bilancio e patrimonio, affari generali ed enti locali.
Nella successiva seduta del 28 aprile la Commissione ha proceduto all'audizione telematica dei due Sindaci di turno delle Conferenze previste dagli articoli 1 e 2, oltre che dei delegati dei Presidenti della Provincia di Rovigo e della Città metropolitana di Venezia, sui cui territori insistono i comuni delle rispettive Aree; nell'occasione, essendo collegati anche i sindaci dei comuni dell'Area del Delta del Po, si è registrato l'intervento di uno tra questi.
L'Ufficio di presidenza della Commissione ha ritenuto di dover procedere a tale audizione in considerazione dell'impossibilità di prevedere una data certa per la costituzione del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) e, conseguentemente, dell'operatività dell'organo - istituito con legge regionale 25 settembre 2017, n. 31 - deputato alla rappresentanza degli enti locali e alla rispettiva formulazione di pareri in merito alle proposte di legge regionale relative a disposizioni di loro interesse o concernenti le loro funzioni.
Ciò conformemente a quanto previsto dall'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale in data 15 aprile 2021, che ha ritenuto ragionevole, oltre che conforme al principio di "buon andamento" della pubblica amministrazione, dar continuità all'iter legislativo in capo all'Assemblea mediante la consultazione dei sindaci o Presidenti di Provincia ovvero delle associazioni rappresentative del sistema delle autonomie locali, quale soluzione volta a presidiare, in forme istituzionali alternative, il coinvolgimento del suddetto sistema a valere sui progetti di legge aventi ricaduta su forme, termini e modalità di esercizio delle rispettive funzioni amministrative.
Nella medesima seduta del 28 aprile, infine, la Commissione ha proceduto all'esame dell'articolato e concluso i propri i lavori approvando a maggioranza il provvedimento.
Hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei gruppi consiliari Liga Veneta per Sa/vini Premier (Cecchetto, Cestari, Corsi, Favero), Zaia Presidente (Bisaglia, Centenaro, Cestaro, Gerolimetto, Sandonà, Villanova), Lista Veneta Autonomia (Piccinini), Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni (Palato, Soranzo, Speranzon), Forza Italia-Berlusconi-Autonomia per il Veneto (Venturini).
Si sono astenuti i rappresentanti del gruppo consiliare Partito Democratico Veneto (Camani, Possamai Giacomo)".

PRESIDENTE

Sono stati presentati dal correlatore due emendamenti che sono in fase di distribuzione e dovrebbero essere anche già caricati su Concilium.
Iniziamo con la relazione della relatrice Cestari, prego.

Laura CESTARI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Oggi presentiamo un progetto di legge che punta alla valorizzazione di due territori della Regione Veneto d'interesse naturalistico, ma anche culturale e turistico: si tratta del Delta del Po e della Riviera del Brenta. Questo avviene attraverso la concessione di contributi con esclusivo riferimento chiaramente ai Comuni che costituiscono le rispettive aree geografiche.
In maniera, direi, molto lungimirante – termine utilizzato molto durante la Prima Commissione nel corso delle audizioni dei vari Comuni – sono state valutate le finalità relative allo sviluppo economico, sociale e culturale dei due territori e ne viene rafforzata la governance attraverso l'istituzione di due Conferenze dei Sindaci, una per l'area del Delta del Po, da un lato, e una per la Riviera del Brenta, dall'altro. Sarà poi la Giunta regionale a disciplinare gli strumenti di raccordo preliminare tra i vari Presidenti di tali Conferenze con il Presidente della Conferenza dei Sindaci del litorale veneto e del Veneto orientale.
L'ambito di definizione va ricercato nella strategia nazionale per le aree interne ed è una strategia assolutamente innovativa, di sviluppo locale, che, da un lato, mira a contrastare la caduta demografica e, dall'altro, a rilanciare quello che è lo sviluppo delle aree interne, quindi recuperando e in qualche modo anche valorizzando tutte le potenzialità e le risorse attraverso fondi ordinari, nazionali e anche fondi europei sempre nel quadro appunto di strategie che sono redatte dalle varie aree individuate.
Ogni strategia di area viene poi finanziata congiuntamente dallo Stato e dalle Regioni tramite fondi strutturali e, di nuovo, tramite investimenti europei.
Allora, per facilità di esposizione, cerco di dividere questo mio intervento in due parti: una parte riguardante il Delta del Po ed una riguardante la Riviera del Brenta.
Inizierei dalla Riviera del Brenta. La Giunta, come anticipato, individua i criteri e disciplina le modalità per la concessione dei contributi ai Comuni di Campagna Lupia, Campolongo Maggiore, Camponogara, Dolo, Fiesso d'Artico, Fossò, Mira, Pianiga, Stra, Vigonovo, costituenti appunto la Riviera del Brenta, e oggi aggiungeremo anche Noventa Padovana, lo voglio dire: questo per lo sviluppo economico, sociale e culturale dei rispettivi territori.
Agli oneri, che sono stati quantificati in 150.000 euro per l'esercizio dell'anno corrente 2021, si fa fronte con le risorse allocate alla Missione 18 "Relazioni con altre autonomie territoriali e locali", Programma 1 "Relazioni finanziarie con le altre autonomie territoriali", Titolo 1 "Spese correnti del bilancio di previsione previsto per gli anni 2021-2023".
Per la Riviera del Brenta è un traguardo che viene in seguito da tempo per promuovere e valorizzare lo sviluppo di Comuni che vogliono essere riconosciuti in tutte le loro potenzialità, qualche Sindaco ha detto in tutta la loro dignità giuridica. Quindi, un'unica area di valorizzazione turistica risulta essere una rampa di lancio, un volano assolutamente notevole affinché, con l'aiuto anche, senza isolarsi, di associazioni di categoria ed università, si possa giungere veramente ad una promozione che avvenga a tutti i livelli. Pensiamo alle ville storiche, pensiamo al settore dei calzaturifici, pensiamo all'abbigliamento: in quest'area tutti questi settori, senza escludere naturalmente anche gli altri, hanno potenzialità incredibili e tanto possono ricevere in termini di slancio da un provvedimento di questo tipo.
Questo per quanto riguarda il Brenta. Passiamo ora al Delta del Po, che tanto conosco bene.
Anche in questo caso la Giunta individua i criteri e disciplina la modalità per la concessione dei contributi. I Comuni che sono interessati sono quelli di Rosolina, Loreo, Porto Viro, Porto Tolle, Taglio di Po, Corbola, Ariano nel Polesine, che è la cosiddetta area del contratto di foce del Delta del Po.
Anche in questo caso gli interventi saranno volti a tutto tondo a promuovere la realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico, sostenere attività imprenditoriali ed insediamenti destinati alla promozione di agricoltura, pesca, ambiente, paesaggio, turismo, sicurezza e cultura.
In questo caso gli oneri sono quantificati in euro 100.000 sempre per l'esercizio dell'anno corrente e si fa fronte con il provvedimento già citato precedentemente per l'area del Delta, quindi Missione 18, Programma 1 "Relazioni finanziarie con le altre autonomie territoriali", Titolo 1 "Spese correnti del bilancio di previsione 2021-2023".
È un intervento, lo ripeto perché ci sta, importante e di grande impatto per un territorio assolutamente fragile anche da un punto di vista morfologico. Le difficoltà di quest'area, la cosiddetta area interna, sono parecchie e molto spesso riguardano anche soltanto la possibilità di poter garantire dei servizi.
Il progetto di legge presentato vede non solo il finanziamento, che sicuramente è la base, è importante, è la radice, ma è una speranza per la nostra Provincia e, concedetemelo, per questa piccola Camargue della Provincia di Rovigo – cito un'espressione del presidente Sandonà – che è piena di potenzialità e di risorse.
Attraverso questo concetto di aggregazione, si va in un qualche modo a costituire l'arma vincente per concretizzare una progettualità che indubbiamente in questa zona serve. È un percorso - ripeto il termine - di lungimiranza, che è volto ad utilizzare le risorse che già ci sono, già esistono, ma devono essere valorizzate. Ricordiamo che dal Delta del Po sono nati dei processi importanti: fusioni che hanno dato buoni frutti e con questo progetto di legge diamo le linee di sviluppo per cui il territorio stesso diventa in qualche modo protagonista delle proprie scelte.
Questo è uno strumento importante, importantissimo, che è votato allo sviluppo di aree indubbiamente strategiche in tutte le loro potenzialità ed in tutte le loro risorse, quindi è importante che questo Consiglio ne possa diventare effettivamente parte attiva. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Cestari.
Prima ho detto dei due emendamenti depositati dal correlatore e do dieci minuti per eventuali subemendamenti.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di minoranza)

"Signor Presidente, colleghi consiglieri,

sarò breve dato che, come anticipato in Commissione, questo è un progetto di legge che ci vede a favore. Questa correlazione serve esclusivamente ad integrare alcuni ragionamenti, anche perché la relatrice Cestari ha presentato bene sia il senso che lo spirito della norma.

Per quanto ci riguarda, in quest'Aula ci vedrete sempre favorevoli a tutti gli strumenti normativi che insistano sulle aggregazioni, su aree omogenee, sulla riorganizzazione istituzionale di cui abbiamo già parlato nei mesi scorsi. Questo, quindi, a nostro avviso è un provvedimento che va nella direzione giusta per due territori che sicuramente hanno la necessità, nel caso dei dieci e nel caso dei sette comuni, di lavorare insieme.

Riporto due considerazioni che abbiamo già fatto in Commissione con l'assessore Calzavara, che so che sul tema è sensibile, ma che vale la pena di fare anche in quest'Aula. La prima è che dobbiamo stare attenti a non correre il rischio di fare alcune attività spot in alcuni territori dove ci sono Sindaci che in maniera seria si mettono insieme, fanno un lavoro, presentano una proposta e quindi ricevono poi anche una risposta, e lasciare tanti altri territori senza queste risposte oltre che senza un'attività di coordinamento. È evidente che un'attività come questa ha bisogno di una regia vera regionale, perché rischiamo che ci sia un'autorganizzazione che non aiuta nei percorsi sia di destinazione dei contributi sia di gestione poi delle attività.

Chiaramente c'è un'autonomia degli Enti locali e ci mancherebbe altro, ma questa è una vera e propria attività di programmazione, sulla quale per esempio, si innesta il ragionamento delle risorse. È evidente che le risorse inserite qui sono risorse bastevoli a malapena a fare piccole attività e piccoli interventi, però, lo diceva prima la relatrice Cestari, il ragionamento sullo sviluppo del territorio, sul lavoro di insieme all'interno delle aree omogenee va fatto, posto che c'è anche tutto un ragionamento sulle aree interne che non sta tanto a qui ma quanto più a Roma riprendere in mano. Quindi, da questo punto di vista il tema è sia nazionale che regionale, ma per quanto compete a noi c'è un lavoro di organizzazione da fare, quindi anche qui in Consiglio chiediamo all'assessore Calzavara di aprire la strada con questo progetto di legge e di iniziare poi a ragionare sulla organizzazione e il riassetto istituzionale, che sicuramente necessita di interventi di questo tipo, ma anche e soprattutto di interventi più strutturali."
La parola al correlatore Giacomo Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Sarò breve nel senso che, come anticipato in Commissione, questo è un progetto di legge che ci vede a favore, per cui è una correlazione semplicemente per integrare alcuni ragionamenti, cosa che farò adesso, anche perché la relatrice Cestari ha presentato bene sia il senso che lo spirito della norma.
Due questioni fondamentali: la prima è che, per quanto ci riguarda, ci vedrete sempre favorevoli in quest'Aula a tutti gli strumenti normativi che insistano sulle aggregazioni, su aree omogenee, sulla riorganizzazione istituzionale, di cui abbiamo già parlato nei mesi scorsi. Questo, quindi, è un provvedimento che va nella direzione giusta per due territori che sicuramente hanno la necessità, nel caso dei dieci e nel caso dei sette Comuni, di lavorare insieme.
Faccio due considerazioni che abbiamo già fatto in Commissione con l'assessore Calzavara, che so che sul tema è sensibile, ma vale la pena di ripeterle in quest'Aula. La prima è che dobbiamo però stare attenti a non avere il rischio di fare alcune attività spot in alcuni territori, perché magari lì ci sono Sindaci che, in maniera seria, si mettono insieme, fanno un lavoro, presentano una proposta e quindi ricevono poi anche una risposta, ma tanti altri territori magari restano senza risposta e anche senza un'attività di coordinamento.
È evidente che un'attività come questa ha bisogno di una regia vera dal punto di vista regionale, perché sennò rischiamo che ci sia un'autorganizzazione che poi non aiuta nei percorsi sia di destinazione dei contributi, sia di gestione poi delle attività.
Chiaramente c'è un'autonomia degli Enti locali e ci mancherebbe altro, ma questa è una vera e propria attività di programmazione.
Quindi sul tema della programmazione, per esempio, si innesta il ragionamento delle risorse ed è evidente che le risorse inserite qui, 100.000 e 150.000 euro, sono bastevoli a malapena per fare piccole attività e piccoli interventi, però, come diceva prima la relatrice Cestari, il ragionamento sullo sviluppo del territorio e sul lavoro di insieme all'interno delle aree omogenee, posto che c'è tutto un ragionamento sulle aree interne che non sta qui, ma sta più a Roma, è da riprendere in mano. Io penso al mio territorio, la provincia di Vicenza, in cui ci sono zone come l'altopiano di Asiago e nella strategia delle interne ci sono altri territori che ne avrebbero necessità e che invece non ci sono.
Quindi, da questo punto di vista il tema è sia nazionale che regionale ma, per quanto compete a noi, c'è un lavoro di organizzazione da fare e quindi anche qui, anche in Consiglio, all'assessore Calzavara, che immagino dopo interverrà sul punto, chiediamo, aprendo la via con questo progetto di legge, un ragionamento sulla organizzazione e il riassetto istituzionale che passa per interventi come questo, ma anche per interventi più strutturali. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Apriamo la discussione generale.
Collega Vianello, prego. Collega Vianello, deve premere su "microfono" perché non la sentiamo.
Intanto iniziamo con Cristina Guarda. Prego, Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Grazie di questa occasione, Consiglieri, per poter tornare a parlare finalmente di alcuni territori che, devo essere sincera, sono stati oggetto di diverse discussioni negli scorsi anni, anche abbastanza agitate e accalorate per un semplice motivo, cioè il delta del Brenta in particolar modo negli ultimi anni sono usciti dai radar dei finanziamenti, degli investimenti di questa Regione da un punto di vista di interventi di natura ambientale, tanto che appunto gli unici che sono stati attivati sono stati attivati grazie a fondi, non di certo della Regione del Veneto, e anche per necessità di natura di rilancio economico e di natura sociale.
Consiglieri, so che questo tema magari vi può creare qualche disagio, ma evidentemente non occorre soltanto ascoltare la relatrice, che è ben intervenuta, ma anche i Consiglieri di opposizione, che qui vi portano un attimino con i piedi per terra.
Benissimo, la valorizzazione di queste terre, in particolar modo del Delta, l'avete fatta con ben cinque anni di ritardo rispetto alla valorizzazione del litorale, che ha goduto di interventi a partire dal 2016; avete fatto questo progetto di legge per la valorizzazione del Delta del Brenta con ben nove anni di ritardo rispetto a quanto nel 2012 nello stesso Statuto della Regione del Veneto si prevedeva, uno Statuto che diceva chiaramente che l'obiettivo era quello di armonizzare gli interventi, per andare a recuperare gli svantaggi sollevati, in particolar modo nelle aree interne e nelle zone rurali e in particolar modo si parlava dell'area deltizia come priorità (nove anni fa). Parallelamente, intervenite con ben 28 anni di ritardo rispetto agli stessi interventi che hanno provveduto ad attivare i nostri colleghi nel 1993, quando qualcuno di noi era praticamente in fasce, nel Veneto orientale.
Questo per dirvi che sono anni che questi interventi nel Delta e nel Brenta sono richiesti, sono anni che non soltanto in questi territori, ma anche magari in altre zone svantaggiate, come quelle di tutto il Basso Veneto, non soltanto ad est, ma anche ad ovest, perché si, ebbene, esistiamo anche noi nell'ovest del Veneto, richiediamo attenzioni particolari.
E sono anni che in questi banchi di opposizione voci autorevoli chiedevano la centralità della pianificazione politica partecipata, non soltanto lungimirante quando ci va bene, nel senso che quando ci va bene, allora vi ascoltiamo, ma realmente partecipata e condivisa con i territori del Delta e del Brenta, non tanto perché, in particolar modo nel Delta, vi è a solcarlo il famoso dio Po, che è famoso in questo Consiglio, perché avete provveduto ad utilizzarlo politicamente nel vostro passato per riti e comunicativi politici. Quindi non soltanto per il dio Po, ma perché in quel territorio avete rifiutato di intervenire quasi con un approccio agnostico nei confronti della vostra storia, in termini di sostegno finanziario diretto di questa Regione, che vuole l'autonomia, e non interviene, in realtà, per garantirla a livello territoriale e per valorizzare i progetti di natura non soltanto ambientale, come abbiamo detto, ma in particolar modo per il rilancio turistico e sociale di quelle aree.
Ma soprattutto c'è un problema, che è quello della totale assenza di una pianificazione territoriale nonostante fosse sollecitata dagli stessi territori e quella pianificazione territoriale avrebbe permesso ai Sindaci, ai cittadini, alle associazioni, alle categorie delle imprese di non vedersi oggi un territorio che viene rubato gradualmente da progetti di speculazione che svalorizzano il territorio, in particolar modo quello agricolo, per andare ad incentivare iniziative che sono, invece, programmate e pianificate da alcuni mondi dell'impresa speculativa, non quella territoriale, che vuole valorizzare la vocazione di quel territorio e oggi abbiamo avuto uno di quegli incontri sulla questione del fotovoltaico.
La poca pianificazione territoriale ha conseguito una svalorizzazione territoriale di cui oggi alcune realtà approfittano ed è per questo che questo progetto di legge è essenziale e quindi oggi finalmente parliamo di un intervento di questo tipo per quanto riguarda il territorio del Delta e del Brenta e ne sono felice: ne parliamo per rompere una tradizione di disinteresse che abbiamo visto chiaramente negli scorsi anni.
Però, attenzione, è talmente lungimirante questo progetto di legge, questa valutazione politica rispetto alle necessità del Delta e del Brenta, che siete pronti a cambiare decisamente e definitivamente le sorti del Delta e del Brenta alla modica cifra di 250.000 euro, perché qui è il nodo di questo progetto di legge: il costo degli interventi che vorrete attivare all'interno di questo territorio equivale al costo della ristrutturazione della mia micro casina di 90 metri quadrati. 250.000 euro: 100 al Delta, che ribadisco che voi stessi avete dichiarato che è uno dei territori maggiormente sofferenti per la crisi, per l'impossibilità di un rilancio turistico che non sia così tanto realizzato all'interno di quel territorio, nonostante sia, è vero, la Camargue del nostro Veneto, è verissimo, se non anche meglio da certi punti di vista. E 150.000 euro sono per il territorio del Brenta, come se all'imprenditoria locale potesse bastare un rilancio con questi pochi fondi.
La lungimiranza arriverà al prossimo bilancio regionale o si fermerà prima? Questa è la domanda concreta per l'attuazione di questo progetto di legge, perché che senso ha attivare e affidare alla Conferenza dei Sindaci uno strumento di condivisione con il territorio? Ma che senso ha affidare alla Conferenza dei Sindaci il compito di sviluppare e valutare proposte e progetti per lo sviluppo delle aree del Delta e del Brenta per il turismo, per la valorizzazione del territorio, per la difesa del territorio da un punto di vista ambientale e sociale, con un budget che è praticamente di 100.000 euro ciascuno?
Facciamo un paragone: nel 1993 – erano altri anni, è vero – c'erano per il territorio del Veneto orientale addirittura 5 miliardi di lire a disposizione e con questi soldi è evidente che qualcosa si può fare, ma l'obiettivo di questo Consiglio regionale non è quello, attenzione, di lanciare delle proposte che possano riempire qualche giornale di buoni titoli di valorizzazione del territorio, per poi spodestare questi progetti di legge di risorse o non adeguare le risorse agli interventi che sono necessari.
Questo lo dobbiamo capire noi qui in Consiglio regionale: quanto vogliamo valere nella nostra coerenza nei confronti del territorio? Perché la sostanza è importante e io auspico davvero, consigliera Cestari, che, in un'ottica anche di condivisione e di sorellanza – chiamiamola così – io voglio sostenerla proprio per questo motivo con un emendamento e un ordine del giorno che cerchino proprio di sviare questo rischio e di fare in modo che il suo intervento così accorato non si adegui alla logica vista in questi anni, per cui si fanno tante leggi spot, dopodiché nel bilancio successivo non se ne trova traccia o, come si è visto in questi anni, magari si va avanti con qualche centinaia di migliaia di euro.
Allora, siccome noi siamo qui insieme a volere degli interventi efficaci, duraturi e corrispondenti almeno al minimo indispensabile per superare una crisi di tipo economico che si perpetua nel tempo e sta facendo ancora vedere le sue conseguenze, costringendo magari anche i giovani ad allontanarsi da questi territori senza poter magari rilanciarli in maniera effettiva, è evidente che io vorrei proprio accompagnare i Consiglieri di questa legislatura, essere parte di un Consiglio regionale che non si adegua alla logica per cui si fanno tante leggi spot con pochissime risorse, che alla fine nel tempo vengono dimenticate. Ce ne sono tante e nella scorsa legislatura ne abbiamo approvata più di qualcuna che oggi è rimasta completamente a secco ed erano partite con i migliori presupposti.
Alla luce di questo, vi chiedo almeno e chiedo alla relatrice, dato che ha partecipato con tanta passione alla presentazione di questo progetto di legge, che si faccia lei per prima artefice della lungimiranza di questo progetto di legge e faccia in modo, approvando il nostro emendamento e l'ordine del giorno che presenteremo con i Consiglieri di questa opposizione, per fare in modo che questo progetto di legge non rimanga fuffa, ma che abbia conseguentemente le risorse adeguate per attivare questi interventi.
Detto questo, vi ho fatto risparmiare anche 10 minuti per cui penso che siate contenti. Buon lavoro.

PRESIDENTE

Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Come Forza Italia, sosteniamo questo progetto di legge perché viene a concretizzare degli obiettivi e delle finalità che sono contenute nella nostra Carta statutaria: in primis, il perseguimento di forme di cooperazione con gli Enti locali e, in secondo luogo, perché si tutela e si valorizza quelli che sono gli aspetti tipici e caratteristici dell'ambiente e anche delle produzioni venete.
Sono stati individuati due ambiti territoriali, uno nella provincia di Venezia, l'altro nella provincia di Rovigo, i quali hanno delle caratteristiche territoriali che permettono alle Amministrazioni di collaborare ed è stata quindi recepita un'istanza che proviene dal territorio, tra l'altro in due territori dove l'elemento che accomuna è l'acqua.
In questo caso l'acqua ha condizionato l'organizzazione di quel territorio, l'economia di quel territorio e il modo di relazionarsi: attraverso questa forma associativa, che è data dalla Conferenza dei Sindaci, si permette alle Amministrazioni locali di decidere come andare ad investire delle risorse che possono essere utilizzate in quei territori.
Allora ben venga – e condivido l'emendamento che viene presentato dal collega Sandonà – che venga inclusa anche Noventa Padovana: avevo posto la questione per prima nel corso della Prima Commissione perché ritengo che Noventa Padovana, proprio per questa logica della comunanza, possa rientrare nell'ambito della Conferenza dei Sindaci della Riviera del Brenta, perché è un Comune che, al di là di appartenere ad un'altra provincia, ha delle caratteristiche che la accomunano agli altri soggetti istituzionali all'interno di questo ambito della Riviera del Brenta.
L'altra questione importante – e qui mi rivolgo anche all'assessore Calzavara – è il fatto che questo progetto di legge può porre delle premesse e mi spiego: fino ad adesso noi abbiamo ragionato valutando gli Enti locali, quindi le Unioni dei Comuni, e le convenzioni, mentre qui incominciamo a considerare un'altra forma associativa, cioè incominciamo a valutare le Conferenze dei Sindaci.
Allora, la consigliera Cestari diceva prima che il territorio rodigino è un territorio dove si sperimenta ed è vero: c'è stata una delle prime fusioni nel 1995, che ha portato a Porto Viro, però poi c'è stato il tentativo di arrivare ad una fusione di Comuni, che però non è andata a buon fine e che prevedeva la partecipazione di più Comuni, ma è stata bocciata dai cittadini con un referendum.
Allora qua ci incominciamo a porre la questione sulle forme associative. Questo progetto di legge sta valutando un'ulteriore forma associativa, che è quella della Conferenza dei Sindaci, un'istanza che proviene dal basso, da parte degli amministratori, che chiedono di poter dire la loro su come investire le risorse in quel comparto che ha determinate caratteristiche. Allora qui possiamo incominciare a porre le basi per fare un ragionamento proprio per capire come ci vogliamo organizzare per il futuro, perché qui oggi vengono poste delle premesse che possono interessare altre aree del Veneto, proprio sulla logica della peculiarità che contraddistingue delle aree, che vanno poi ad influenzare l'economia di un territorio.

PRESIDENTE

Grazie. Ha la parola la collega Vianello, prego.

Roberta VIANELLO (Zaia Presidente)

Gentile Presidente, egregi colleghi, mi sento di fare un intervento riguardo il mio territorio, che è la Riviera del Brenta, che è senza dubbio una delle aree più conosciute ed apprezzate del nostro meraviglioso Veneto. La fama della Riviera del Brenta si deve, dal punto di vista storico, alle meravigliose ville costruite nel periodo della Serenissima Repubblica, tra il sedicesimo e il diciottesimo secolo, dell'aristocrazia veneziana.
Il suo territorio si estende lungo la riviera e il naviglio del Brenta, iniziando da Padova fino a Fusina.
Dal punto di vista industriale, la Riviera del Brenta iniziò ad essere conosciuta in tutto il mondo per la qualità assoluta di quello che è diventato il distretto calzaturiero, una galassia di piccole imprese, artigiani ed artisti della scarpa che, grazie alla loro capacità imprenditoriale, hanno iniziato ad inventare, produrre ed esportare calzature a livello internazionale. Qui nascono le calzature definite capolavori nel mondo per la fattura, l'eleganza e lo stile. Poche altre zone d'Italia, come la Riviera del Brenta, possono vantare questa combinazione di storia e sviluppo imprenditoriale, capace di poter attivare un turismo culturale di altissimo profilo combinato, con una tradizione artigiana in grado di confrontarsi con tutti i player internazionali.
Le nuove sfide internazionali, legate anche al drammatico rallentamento economico dovuto alla pandemia da coronavirus, costringono tuttavia ogni livello di governo a ripianificare un nuovo modello di gestione territoriale.
In considerazione anche dei fattori esterni che governano questa fase storica, dove la rivoluzione digitale si accompagna ad una maggiore tutela dell'ambiente, appare perciò quanto mai utile e necessaria una normativa regionale che promuova, prima ancora della realizzazione di interventi pubblici, un rafforzamento dell'interazione tra l'Ente regionale e i Comuni della Riviera del Brenta che ne fanno parte.
Lo stanziamento di 150.000 euro a favore di questa progettualità poi non potrà che dare un maggiore impulso alla collaborazione e alla finalizzazione di un programma di interventi locali, che senza dubbio potranno diventare un volano per settori strategici come il turismo o fattori chiave come la tutela del paesaggio. La Riviera del Brenta, infatti, si configura come una cerniera tra il Veneto centrale e il turismo religioso, legato soprattutto alla città di Padova e alla città che tutto il mondo ci invidia ovvero a quella Venezia in grado di intercettare i visitatori da tutto il mondo.
Per questa ragione, unitamente allo sviluppo economico sociale del Delta del Po, questo progetto di legge riveste un'importanza strategica: la proposta normativa in esame, infatti, non vuole rappresentare un intervento normativo fine a se stesso, quanto un punto di partenza per dare nuovi strumenti e risorse a due aree suggestive del nostro Veneto come il Delta del Po e la Riviera del Brenta. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Collega Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Anticipo che voterò a favore di questa proposta di legge perché approvo le finalità e anche le modalità con le quali è stata scritta.
Diciamo subito che è una proposta di legge che parte dal basso e in particolare da due territori, quello del Delta del Po e quello della Riviera del Brenta, che ricevono, con questa proposta di legge, una dignità istituzionale che prima magari avevano in misura minore, con due Conferenze dei Sindaci che si vanno ad aggiungere a quelle già esistenti, che sono quelle del Veneto Orientale e quella dei Sindaci del Litorale veneto. Quindi sono due realtà che già dialogano tra di loro da anni, quelle dei Comuni, quindi è anche un qualcosa che personalmente mi trova favorevole, nel senso che auspico sempre l'aggregazione e il dialogo tra i Comuni, quindi la parte più vicina al cittadino. Possiamo parlare anche, in un certo qual modo, di decentramento o, come magari piace di più a qualcun altro in quest'Aula, autonomia o federalismo.
Con questo progetto, quindi, parliamo di qualcosa che è all'interno del nostro DNA, qualcosa che serve alla promozione, quindi ben venga che ci sia la promozione di opere pubbliche e sostegno alle attività imprenditoriali, che vanno poi a riverberarsi su una valorizzazione a tutto tondo sull'ambiente, sul paesaggio, sulla cultura e quant'altro.
Anticipo anche che voterò a favore – e chiedo a tutta l'Aula di sostenerlo fortemente – l'emendamento della consigliera Guarda perché è vero che queste iniziative sono molto lodevoli, ma senza le adeguate coperture economiche trovano poca strada, per cui l'emendamento in questione chiede di aumentare anche lo stanziamento in termini di denaro. Credo che sia compito della Regione quello di favorire queste forme di collaborazione e investire su quelle che sono le progettualità comuni nel senso dello sviluppo del territorio e credo anche che questo rafforzamento della governance locale sia la chiave per attrarre maggiori investimenti e migliore accesso ai finanziamenti europei.
A volte mi dico che magari, piuttosto di fare la lista della spesa, come in qualche modo abbiamo fatto con il Piano Regionale di Ripresa e Resilienza, avremmo potuto gestire meglio questa fase, quindi incentivare ancora di più le aggregazioni a livello locale e fare in modo che questi processi fossero in grado di intercettare gli importanti flussi di denaro che arriveranno nei prossimi anni. Sappiamo tutti benissimo che sono in dirittura d'arrivo questi 200 miliardi che andranno a favorire tutta una serie di attività sul nostro territorio e sono il frutto di un lavoro di concertazione in Europa e credo che noi abbiamo il dovere di gestire e investire al meglio questi fondi, che sono effettivamente tanti. Ma chi può farlo meglio dei Sindaci, che conoscono meglio di tutti il territorio, lo amministrano da anni, conoscono anche i bisogni dei loro cittadini e capiscono quindi anche le priorità di intervento sul loro territorio?
Quindi, da un lato bisogna incentivare questi progetti di aggregazione e credo che l'unione in questi casi faccia la forza. Ho sentito parlare anche di fusioni e io sono una grande sostenitrice delle fusioni di Comuni quando ci sono certe caratteristiche e ci sono i presupposti e certi requisiti, però, purtroppo, sappiamo che negli ultimi anni una su due delle fusioni non è andata a buon fine. Quindi bisogna cercare anche qui di trovare le modalità più opportune ed effettivamente anche aggiungere un po' di fondi in più a tal fine se vogliamo veramente incentivare le fusioni, altrimenti basta che ci diciamo qual è il vero obiettivo della Regione Veneto in quest'ambito.
Ripeto che io credo sia molto auspicabile che i Comuni, soprattutto quelli più piccoli, arrivino effettivamente a fondersi o a trovare altre forme di collaborazione: questo credo che sia ormai inevitabile, anche con i tempi che corrono.
Chiudo dicendo che in questi casi siamo di fronte ad una collaborazione, come dicevo all'inizio dell'intervento, che avviene già da anni in questi Comuni, in questi Enti locali e qui non c'è l'aspetto della fusione dei Comuni, si tratta di altro, però dovremmo chiederci se sia il caso, come vi dicevo, di incentivare con un effettivo esborso, altrimenti, se parliamo di queste cifre, io credo che faranno poca strada. Pertanto sostengo vivamente l'emendamento della collega Guarda affinché questo progetto di legge venga dotato di forza e di gambe soprattutto.
Vi ringrazio.

PRESIDENTE

Grazie a lei. La parola alla collega Zottis.
Prima però vi dico che sono stati depositati gli emendamenti nn. A0013 e A0014 da parte del correlatore: dieci minuti per eventuali subemendamenti.
Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Chiaramente, come già detto dal mio Capogruppo e da chi mi ha preceduto, siamo sempre favorevoli a questo tipo di iniziative. È evidente, come ha detto la collega Baldin, che queste iniziative in qualche modo esistono già all'interno della Regione Veneto in queste forme associative ed è proprio per questo che credo che, oltre a fattori già emersi, su cui poi ritornerò, c'è un fattore chiave: perché non prendere spunto soprattutto da quello che è un coordinamento dei Sindaci della Venezia Orientale e adesso anche del Litorale e da quelle che sono state...?

PRESIDENTE

Zottis, è sparita la voce.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Ho spento il microfono, mi scuso.
Stavo dicendo: perché non prendere spunto proprio da quelle che sono le esperienze delle varie leggi già esistenti, per riuscire, invece, ad avviare quella che dovrebbe essere una legge quadro delle aree omogenee? Oltretutto, c'è già una linea guida nel Piano strategico della Città metropolitana, quindi sono decenni che l'Europa ci dà indicazioni in questo senso, quindi materiale sia da un punto di vista urbanistico, sia da un punto di vista economico strategico, ce n'è per riuscire a impostare questo tipo di confronto con i diversi territori.
È evidente che è un processo di partecipazione non immediato, è evidente che è un processo di partecipazione con alcune difficoltà, ma se noi continuiamo solo, secondo me, a concentrarsi su delle leggi importantissime, è altrettanto evidente che non avremo le risorse economiche e finanziarie tali da poter avviare quel processo produttivo che si aspettano le Conferenze dei Sindaci nel momento in cui viene dato loro un riconoscimento di legge speciale.
Per questo il mio auspicio è nel dire che è sicuramente positivo e sicuramente va dato maggiore spazio e maggiore peso anche in termini economico-finanziari sia a questa legge, sia agli altri coordinamenti e dico anche che l'impegno dovrà essere da parte chiaramente di tutti; ricordo che anche qualche collega della maggioranza nel precedente mandato aveva detto che l'impegno è quello di avviare una legge quadro in questo senso, altrimenti rischiamo che siano delle leggi molto positive, ma poco funzionali a una reale sostenibilità poi delle progettazioni che in quei territori insistono e che richiederebbero sempre maggiori attenzioni.
Oltretutto questo potrebbe anche aiutarci in termini urbanistici. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Collega Speranzon, prego.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Non c'è dubbio che il Veneto sia una regione meravigliosa e questo non perché lo diciamo noi, che siamo veneti, non perché abbiamo la fortuna di abitarci e di lavorarci, ma perché è certificato dai milioni di visitatori che le bellezze naturali, architettoniche e archeologiche del nostro territorio sanno attirare. Questi milioni di visitatori, però, spesso e volentieri però – e lo dico da cittadino di Venezia, quindi da una delle capitali mondiali del turismo – ritengono di soddisfare quelle che sono le proprie aspettative quando vengono nelle nostre città d'arte, sulle nostre spiagge, nelle nostre montagne, nel caso delle città d'arte nel giro di qualche ora e nel caso del turismo balneare o di montagna chiaramente con soggiorni più lunghi; ma nel caso delle città d'arte, in particolare, il rischio che si esaurisca l'interesse da parte del visitatore straniero in particolare o anche nazionale che proviene da altre Regioni, nel giro di qualche ora, poi porta a tutta una serie di conseguenze negative per il nostro territorio.
Per esempio, il tipo di commercio e il tipo di servizi che vengono rivolti a un turismo mordi e fuggi sono servizi che tendono ad essere di qualità inferiore e si rischia di non generare una competizione virtuosa anche tra esercenti per offrire il meglio perché si sa che poi alla fine il turista arriva, sta qualche ora e poi se ne va.
Allora, un modo per combattere questo problema, che è un problema grande, che è del turismo con accezione negativa e non del turismo con accezione positiva, è quello di valorizzare il territorio, laddove ci sono tesori che però sono sconosciuti, che sono nascosti, celati, ma ci sono e generare interesse attorno a questi tesori, tenendo conto che poi il visitatore ha esigenze diverse: ci sono le famiglie che hanno i figli piccoli e che vogliono andare a visitare parchi, luoghi naturalistici, dove c'è la possibilità di immergersi in spazi all'aperto meravigliosi, sconosciuti, da conoscere, da comprendere, anche per educare al rispetto della natura.
Oppure ci sono persone che scelgono le proprie destinazioni turistiche anche in base alla possibilità, ad esempio, di poter fare pratica sportiva o attività motoria e io lo dico da veneziano perché so che uno degli ostacoli che, per esempio, questa città pone al visitatore che vuole fare cicloturismo, è che nel centro storico di Venezia risulta difficoltoso; però noi possiamo attirare qualcuno a Venezia dicendogli: guarda che c'è anche la possibilità di fare del cicloturismo e, se invece di fermarti una notte, ti fermi quattro giorni, in quattro giorni possiamo organizzare dei pacchetti che ti danno la possibilità di immergerti in mille emozioni e suggestioni. Allo stesso modo noi, quando, invece che essere ospiti dei visitatori che arrivano da ogni parte del mondo, siamo viaggiatori e andiamo nelle capitali del turismo mondiale, abbiamo questa grande opportunità di conoscere l'archeologia, di conoscere le opere d'arte all'interno dei musei, di vedere le architetture monumentali nelle grandi città, ma abbiamo anche l'opportunità di inserirci all'interno di quelle culture attraverso percorsi che sono enogastronomici, che sono turistici, che sono di approfondimento dell'artigianato locale.
Tutte queste cose nel Parco del Delta del Po e nella Riviera del Brenta noi possiamo darle, a condizione innanzitutto che si creino sinergie e, quindi, che si mettano in condizione i Sindaci di quei territori di vedere il proprio territorio non chiuso all'interno dei confini della propria Amministrazione comunale, ma esteso in un ambito territoriale più vasto, all'interno del quale si genera una Conferenza dei Sindaci che per l'appunto hanno il compito di lavorare insieme per crescere insieme, sia dal punto di vista istituzionale e dal punto di vista pubblico, individuando quali sono le necessità di infrastrutture che possono essere funzionali alla crescita del territorio, di natura pubblica, sia mettendo in condizione gli imprenditori locali di valorizzare la pesca, l'artigianato, l'agricoltura e il commercio, accanto a quelle bellezze alle quali facevano riferimento il relatore Cestari e anche la consigliera Vianello, riferendosi in particolar modo l'una alle aree del Delta del Po e l'altra a quelle della Riviera del Brenta.
Ecco, sono luoghi che rischiano di restare sicuramente sottovalutati rispetto alle potenzialità enormi che hanno, che quindi sono potenzialità per quei luoghi indiscutibilmente, ma rappresentano una potenzialità anche per le città d'arte del Veneto, rappresentano un'opportunità per tutto il Veneto, perché noi dobbiamo far comprendere a chi ci visita che a poche decine di minuti dai capoluoghi di regione, ci sono delle bellezze naturali o artistiche, anche immateriali, perché giustamente la consigliera Vianello prima ha sottolineato il distretto della scarpa, i calzaturifici; ecco quelle sono maestri legate a decine di anni, ma a secoli di tradizioni che di padre in figlio si sono tramandate e che difficilmente possono essere replicabili magari in altre nazioni dove il costo del lavoro è inferiore, perché magari certi diritti non sono diventati una conquista. Ma, per quanto possono essere vantaggiosi gli acquisti per le paia di scarpe realizzate magari sfruttando il lavoro minorile, che vengono fatte in India piuttosto che in altri Paesi all'estero, la maestria, la qualità dei nostri artigiani è impareggiabile, però dobbiamo difenderla e per difenderla dobbiamo valorizzarla.
Prima la consigliera Cestari nel suo intervento ha ricordato un felice accostamento del Presidente Sandonà – perché in quel momento era Presidente della Commissione – che ha accostato il Delta del Po alla Camargue francese e ho sentito in alcuni un po' la meraviglia di questo accostamento, ma in realtà siamo noi che dobbiamo meravigliarci del fatto che non siamo in grado di valorizzare come loro ciò che noi abbiamo.
Vedete, io qualche anno fa sono andato in Normandia a visitare, ad esempio, i luoghi degli sbarchi degli alleati durante la Seconda Guerra Mondiale: ebbene, lì non c'è niente da vedere di fisico, lì c'è solo un racconto e attorno al racconto si è costruita una suggestione che attira milioni di visitatori ogni anno e genera un'economia incredibile. Per non parlare degli spagnoli con il cammino di Santiago de Compostela: c'è il capogruppo Giuseppe Pan che si è fatto venire non so quante vesciche per potersi immergere in quel percorso che è intriso di storia e di suggestione. Ecco, questa è la capacità di saper vendere e di saper valorizzare.
Pertanto il Gruppo di Fratelli d'Italia non può che votare favorevolmente. L'aspetto economico in questo momento è meno rilevante paradossalmente, perché l'aspetto che a noi piace sottolineare e rilevare in questo progetto di legge è l'indirizzo che dà, è la strategia che vuole perseguire e quindi un progetto di legge che va nella direzione di raggruppare aree che hanno in comune storia, tradizioni e identità e ci permette di raggruppare i Sindaci della Riviera del Brenta e i Sindaci dell'area del Delta del Po, obbligandoli, in qualche misura, spingendoli, invitandoli ad individuare strategie di sviluppo comuni e condivise, non può che vedere il nostro voto favorevole e il nostro sostegno convinto.

PRESIDENTE

Grazie. Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio la collega Cestari per aver presentato un progetto di legge che mi interessa, è interessante e in questo breve intervento – non prenderò tutti i 20 minuti come al solito – volevo provare a parlare in Aula, ma magari anche direttamente con lei che ha proposto il progetto di legge, per provare a dire quali erano le questioni e le cose su cui probabilmente anche in futuro si potrebbe lavorare per migliorarlo.
Prima di tutto Aree interne è una strategia di cui io sono una fan abbastanza sfegatata, proprio perché è stata la prima politica nazionale che con lo staff dell'allora Ministero della Coesione territoriale, in maniera decentrata andava nelle aree interne del Paese, che erano state valutate secondo degli indicatori finalmente oggettivi, ad esempio, la distanza dalla scuola di secondo grado, la distanza dall'ospedale o dal punto di primo soccorso; insomma aveva fatto un lavoro con Fabrizio Barca, all'epoca Ministro, davvero interessante.
Credo sia, tra l'altro, una politica pubblica che all'università insegno spesso ai miei studenti, proprio perché è una di quelle strategie che in Italia tanto sono mancate e, ahimè, da quel momento non ne sono poi venute altre, quindi forse, anche a livello nazionale, ci sarebbe da reinvestire in un modello di questo tipo, dove decentrava del personale del Ministero in quelle aree a supportare i Sindaci e gli amministratori nel creare delle cabine di regia per costruire delle politiche pubbliche che fossero utili a quel territorio. Quindi davvero aver letto qui dentro il tema di Aree interne mi ha fatto capire che forse sarà bello in futuro lavorare anche ad un progetto di legge specifico su tutte le aree interne, che in Veneto sono non solo il Delta del Po, ma anche il Comelico. Si era deciso anche di lavorare su altre aree, ma che poi non sono state finanziate e quindi ad oggi sostanzialmente noi sappiamo che il Veneto ha tantissime aree interne, non solo il Delta del Po, non solo la montagna, ma, ad esempio, faccio l'esempio di Comelico, Sappada o anche del territorio di Asiago che in qualche modo, anche se magari non hanno caratteristiche simili a quelle del Delta del Po, possono essere considerate aree interne per una serie di indicatori socioeconomici che oggi mancano.
Allora, a partire da questo tema e guardando il progetto di legge, proprio ho pensato che è bene che si usi la definizione di "aree interne", però in qualche modo sarebbe stato bello fare allora un progetto di legge sulle aree interne. Il motivo per cui dico questo è che, ad esempio, nel Polesine alcuni Comuni che, secondo me, meriterebbero anche di essere inclusi, non sono inclusi perché lei ha usato la definizione di strategia Aree interne.
Allora, come sempre, quando si fanno delle scelte si sceglie un'area, una geografia e magari alcuni Comuni vengono esclusi e immagino che, a livello di progetto di legge, per averlo preparato ed essere ed averci lavorato, ora sia un po' tardi per decidere di allargarli, ma il motivo per cui ho lavorato ad un ordine del giorno, che hanno sottoscritto anche alcuni dei colleghi di minoranza, è proporre una cosa molto semplice, cioè dire che ad oggi questi sono i Comuni che nella Riviera del Brenta, nel Polesine, sono coinvolti in questa progettualità, ma in futuro, ammesso che ci saranno nuovi fondi, come richiesto anche dall'altro ordine del giorno e anche da alcuni emendamenti, e ammesso il fatto che la pandemia probabilmente cambierà tutti quegli indicatori socio economici su cui si era basata Aree interne tantissimi anni fa, potranno essere aggiunti altri Comuni nei due territori, sempre che i Sindaci che oggi vi partecipino diano una sorta di okay.
È giusto, secondo me, che un giorno la Conferenza dei Sindaci del Polesine dica: voglio coinvolgere anche Adria o voglio coinvolgere anche Papozze, che sono i due Comuni che sono nel Parco del Delta del Po, perché magari si metteranno a fare delle cose insieme. Allora, se questo avverrà, magari in futuro si potrà ampliare il numero dei Comuni partecipanti, anche pensando che le risorse saranno in più.
Quindi la proposta di questo ordine del giorno è quella di dire che si provi ad ampliarlo in futuro e dico questo anche perché – e ho proposto altri due emendamenti – ci sono forse altri due punti su cui si potrebbe lavorare: da un lato, il fatto che la strategia di Aree interne ha insegnato una cosa, secondo me interessante, cioè che nelle cabine di regia la cosa importante e dove si è lavorato meglio è stato proprio dove il team del Ministero riusciva a coinvolgere gli operatori economici e gli attori sociali del territorio, non solo quelli formalizzati, ma anche i cittadini attivi, magari in gruppi informali che non per forza sono organizzati, soprattutto in quelle aree che faticano a stare al passo con le altre. Quindi si dovrebbe prevedere davvero un coinvolgimento degli operatori locali del terzo settore e delle imprese, a seconda della progettualità su cui si vuole intervenire.
Quindi una specifica aggiunta, con un emendamento che poi proporrò grazie al controrelatore, che si è reso disponibile a presentarli, l'idea è proprio quella di dire: cerchiamo di fare in modo che i soggetti locali vengano coinvolti, ovviamente, nella definizione delle progettualità.
Poi un altro emendamento è rispetto al fatto che nell'area della Riviera del Brenta in realtà la pesca e l'agricoltura sono delle attività che esistono, sono aree vallive anche quelle, sono un settore economico importante anche per quel territorio, non solo per il territorio del Polesine, quindi aggiungere due parole chiave su temi anche per la Riviera del Brenta, quindi ampliare l'ambito progettuale su cui i Comuni possono intervenire credo che potrebbe essere una cosa interessante.
Quindi, per chiudere, dico che io sono ovviamente d'accordo, così poi non reintervengo più, sul dare parere positivo a questo progetto di legge, ma la cosa importante, secondo me, è prenderlo come uno strumento che, via via, di anno in anno, viene davvero reso operativo, valutato anche con i Comuni e quindi da qui l'idea di ampliare eventualmente ad altri Comuni e di dire: l'anno prossimo nel bilancio previsionale aggiungiamoci delle risorse per renderlo effettivamente concreto.
Punto 3: facciamo in modo che i temi delle progettualità siano comparabili nelle due aree perché magari questo potrebbe essere un modello in futuro anche per proporre un progetto di legge specifico sulle aree interne, che riprenda tutte quelle aree interne che ad oggi abbiamo un po' dimenticato, ma che nel Veneto continuano ad esistere.
Poi un'altra cosa interessante rispetto appunto alla possibilità poi di lavorare sui criteri che la Giunta definirà – so che ci sono degli emendamenti, perché li ho visti, dei colleghi che mi sembrano molto interessanti – è capire davvero in futuro questi criteri come si potranno scegliere. E, per dirne uno che mi interessa già particolarmente, pensare che, ad esempio, la cabina di regia della programmazione europea, che oggi è in corso e a cui siedono i Sindaci che sono citati in questo progetto di legge, poco tempo fa c'è stata una cabina di regia sul POR dove alcuni dei Sindaci che sono qui citati hanno espresso già dei temi di progettualità sui temi su cui stiamo appunto votando oggi in questo progetto di legge.
Ecco, capire la sinergia che si può avere con quei fondi per fare in modo che questi pochi soldi che oggi mettiamo ma che, spero, potranno essere ampliati già oggi, con l'approvazione di alcuni emendamenti, diventano molti di più perché se noi integriamo i fondi regionali con i fondi della programmazione europea, effettivamente le progettualità che questi Sindaci e la Regione poi proporranno avranno un altro impatto.
Quindi davvero chiedo alla collega di valutare già, assieme a tutti gli altri, la possibilità di pensare che alcune di questi temi che ho portato possano essere delle modifiche migliorative o chiamiamole come vogliamo, del progetto di legge oggi in discussione in Aula e la ringrazio per il lavoro fatto.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Buongiorno, Presidente.
Vorrei dividere l'intervento in due parti: una è un giudizio sul tipo di provvedimento e una relativa a cosa credo che questo provvedimento debba servire.
La prima sicuramente è positiva perché dare spazio e voce ai territori è sempre una cosa buona e giusta: sicuramente bisogna dare maggior peso a quello che è il ruolo dei Sindaci, un ruolo attraverso il quale passa anche la voce stessa del territorio, che deve essere sicuramente valorizzata anche perché ogni territorio ha bisogno di chi sappia leggere quelle che sono le sue esigenze reali e come farlo meglio che attraverso la voce dei loro primi cittadini?
La Riviera del Brenta senza dubbio è un territorio eccellente, pieno di bellezze da offrire sul mercato turistico, gastronomico, artistico, urbanistico, insomma, lo abbiamo detto tutti e credo che siamo tutti d'accordo sotto questo aspetto. Quindi bene questo provvedimento.
Il secondo pezzo del mio intervento lo vorrei dedicare a cosa credo che questo provvedimento debba servire.
Se io leggo l'articolo 2 del provvedimento, al comma 2, dice che tra le varie finalità c'è quella di promuovere la realizzazione di opere pubbliche di interesse pubblico, insediamenti produttivi, destinate a promuovere paesaggio, ambiente, turismo, sicurezza, cultura; però, guardate, io credo che dovremmo cominciare a farlo davvero. Allora non è vero che l'aspetto economico non è tutto, l'aspetto economico è tutto ed è di primaria importanza e certamente queste finalità non si possono mettere in campo con 150.000 euro.
Mi viene in mente, guardate, che sono iscritto a un bellissimo gruppo Facebook, che consiglio a tutti – non faccio nomi perché non so se si possa o no – formato da cittadini di un'associazione che mette pezzi di paesaggi della Riviera e rivendica spesso alcuni interventi che andrebbero fatti; ad esempio, , ancora una volta c'è un problema che per quel territorio è un vero e proprio cancro: il problema dei rifiuti galleggianti. Allora o si decide che c'è un impegno, visto che ci sono state anche rimbalzi legislativi da parte della Regione su questo o si decide che c'è un impegno vero e serio della Regione sui rifiuti galleggianti, oppure altrimenti è inutile che da una parte diciamo che i territori vanno valorizzati e dall'altra parte andiamo sulle pagine dei gruppi Facebook che vogliono valorizzare questo territorio e si legge che c'è il rimbalzo di responsabilità tra un Ente e l'altro; alla fine la verità vera e provata è che, quando mancano i soldi, hai poco da dare certe competenze ai Comuni, se non intervieni dopo con quella competenza economica che dia dignità agli interventi.
Sui posti barca avete dato la competenza ai Comuni del Brenta, che devono gestire loro: quando sono finite le Province, la competenza è arrivata alla Regione e la diamo ai Comuni della Riviera del Brenta, che devono gestire la questione dei posti barca. Ci sono Comuni che hanno dovuto mettere in piedi degli uffici tecnici per gestire la vicenda, ma poi i canoni vengono divisi a metà tra Regione e Comune. Perché? Questo non è il modo di dare dignità ai territori della Riviera del Brenta.
Noi, come Gruppo del PD, insieme alla consigliera Zottis e ai primi firmatari, abbiamo presentato anche su questo un disegno di legge, dove chiediamo che chi fa il lavoro della gestione dei posti barca all'interno dei Comuni della Riviera, si tenga quelli che sono i canoni: è inutile che li divida con un altro ente che non ha contribuito nel fare il lavoro. Chi fa il lavoro si porta a casa il risultato.
Così, quando si parla di percorsi ciclabili, c'era un bellissimo articolo dell'assessore De Berti del 23 aprile, credo su "L'Arena di Verona", dove diceva che il futuro del turismo è in bicicletta o qualcosa del genere e dove presentava anche le nostre richieste nel PRRR. Allora, se è vero che il turismo passa per la bicicletta, ci sono anche una serie di interventi sui percorsi ciclabili, che forse è la richiesta più forte che arriva dopo il taglio dell'erba da parte di quei Comuni, ma non vedo che queste cose si possono fare senza risorse economiche, perché per fare le piste ciclabili ci vogliono risorse economiche. Questi territori tu li valorizzi se vai a fare quegli interventi veri.
Guardate, ho qui un articolo della stampa del 3 settembre 2020, che dice: "Nasce un'associazione contro il naviglio giungla" e il 17 settembre 2020: "Le richieste ai candidati dei Consiglieri regionali: sfalci e più ciclabili per la Riviera del Brenta" e questa è una richiesta che hanno fatto anche in campagna elettorale. Altra richiesta del 18 settembre: sfalcio dell'erba, biglietto unico e piste ciclabili.
Allora il biglietto unico lasciamolo perdere, visto che avete bocciato anche i nostri emendamenti nel PdL sulla governance unica che farete, diamo qualche altra consulenza se siamo fermi per capire come funziona, anche qui ci saranno da fare importanti approfondimenti; so che la consigliera Zottis sta preparando anche un accesso atti su questo, perché è impensabile che siamo ancora fermi al biglietto unico e che bocciate i nostri emendamenti. Allora, cari amministratori della Riviera del Brenta, voi chiedete il biglietto unico, dopo però in Regione bocciano gli emendamenti nella prossima legge che si accingerà a fare il consigliere Luca Zaia da primo firmatario.
Allora sono fondamentali le risorse economiche. Perché tutti questi ragionamenti? Perché è inutile che parliamo di dignità del territorio e dopo diamo le competenze e devono dividere con noi quello che è il risultato del loro lavoro, diciamo che su un territorio bellissimi e nessuna associazione contro il naviglio giungla.
Ho visto qualche vecchia delibera di Giunta e una volta veniva dato qualche contributo per aiutare la raccolta dei rifiuti galleggianti o degli sfalci dell'erba all'interno dei Comuni della Riviera; qui mi risulta che alcuni Comuni, l'ultima lettera l'hanno mandata a dicembre di sollecito per avere una risposta a un aiuto che avevano chiesto, non ricordo se era per rifiuti galleggianti o le erbe più alte delle stesse ville che i turisti vengono a visitare. Sono cose che i Comuni non riescono a fare da soli e non è vero che la Regione è esente perché la competenza dei posti barca gliela dà una delibera di Giunta, che è la stessa che dopo dice che dobbiamo dividere, una Giunta di centrodestra. E dopo i contributi dati una volta per aiutarli, quando vanno in sofferenza con i rifiuti galleggianti, che non sono degni di un territorio così bello, uno manda la lettera a dicembre e non ha risposta.
Allora provate ad andare a farvi un giro in quei territori e a chiedere agli Assessori all'Ambiente, agli Assessori all'Urbanistica quali sono le esigenze reali: ho capito che governate, ma probabilmente vi sfugge di andare a vedere qualche territorio ogni tanto.
Queste cose si fanno se ci sono le risorse e abbiamo capito che la Regione è grande e ci può essere qualche distrazione a volte quando si va in particolari così di dettaglio, però se decidiamo di fare una legge dove all'articolo 2, al comma 2, si dice – rileggo perché magari a chi la sta votando è sfuggito – di promuovere la realizzazione di opere pubbliche, di interesse pubblico, insediamenti produttivi, promuovere il paesaggio, l'ambiente, il turismo, la sicurezza stradale. Per questo ci vogliono soldi, altrimenti è inutile che i Sindaci fanno i progetti e rimangono come le lettere che hanno scritto gli Assessori, l'ultima a dicembre, per sollecitare la risposta e dopo non ci sono risposte.
Quindi accendiamo un riflettore vero su dei territori così belli, partiamo da oggi con questo progetto di legge dicendo che partiamo da una sorta di reset di tutto ciò che finora è stato chiesto e a cui non abbiamo dato risposte. La bacchetta magica non la ha nessuno, ne siamo consapevoli, nessuno pensa che ci sia una Giunta regionale che abbia la bacchetta magica e dica: voglio e posso. Però ci sono a volte dei segnali di accortezza, come quello di non dare a qualcuno le competenze e chiedere di dividere gli utili e magari ha dovuto anche assumere qualcuno nella propria amministrazione nell'ufficio per fare il lavoro, in un momento difficile come questo anche con la Quota 100 e quant'altro, che la gente va in giro da una parte all'altra e va in pensione, vogliamo dire che non ci debbano più essere 2 - 3 articoli su una settimana dicendo che ci vuole lo sfalcio dell'erba su dei territori così belli? Vogliamo dire che i Comuni non possono farlo da soli e se i Comuni non possono farlo da soli e la Regione dice di fare una legge che li aiuta, lo deve fare nei fatti veri e concreti?
La consigliera Guarda ha ragione: con 150.000 euro non si fa nulla, possono rimanere 150.000 euro, però da domani cominciamo a dare quelle risposte che non abbiamo dato.

PRESIDENTE

Collega, la invito a chiudere.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Sì, Presidente, grazie, mi avvio alla conclusione dicendo bene il provvedimento, però, se dobbiamo dare un voto alla Giunta su quella che è l'attenzione nei confronti di quei territori, il voto è sicuramente insufficiente.

PRESIDENTE

Grazie. La parola all'assessore Calzavara.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
Innanzitutto, mi fa piacere che ci sia una sostanziale condivisione di questo progetto di legge perché, nonostante alcuni distinguo, credo che tutti abbiano compreso come sia un percorso che continuiamo anche a sperimentare nella nostra organizzazione interna della Regione per cercare di creare le migliori condizioni di rapporto tra un Ente della Regione e i Comuni che sono avanguardia, sono quelli che sono costantemente tutti i giorni sul territorio; quindi, chi meglio di loro riescono a capire i bisogni che si trasformano nel tempo e che devono trovare anche delle risposte dal punto di vista istituzionale, di riordino organizzativo alla Regione, capace di interpretare i tempi?
Dico questo perché vorrei ripartire da alcune esperienze che ho sentito: la legge costitutiva della Conferenza dei Sindaci del 1993 – eravamo molto più giovani, sia io che lei, consigliere Guarda – nasceva con un obiettivo ben diverso, era propedeutica alla nascita della Provincia di San Donà e Portogruaro. Chi c'era forse qualcuno qua di quella politica ricorderà che aveva una finalità completamente diversa: era il momento in cui si parlava delle 120 province in giro per l'Italia e c'era una parte politica di quel territorio che riteneva che San Donà e Portogruaro avesse dignità per vedersi riconosciuti come Provincia. Quindi quella Conferenza nasce propedeutica a un obiettivo che è completamente diverso rispetto a quello di cui parliamo oggi.
Quello di cui parliamo oggi è un'esperienza mutuata in parte dalla legge costitutiva del Veneto Orientale, che è la Conferenza dei Sindaci del Litorale, che sono Conferenze dei Sindaci tematiche, puntuali, che cercano di mettere assieme e di far fare un salto culturale ai Sindaci dei territori. Le assicuro che far dialogare il Sindaco di Cavallino col Sindaco di Bibione o il Sindaco di Jesolo col Sindaco di Chioggia, non è una cosa semplice e riuscire a far comprendere che, attraverso la costituzione di queste Conferenze, con il graduale aiuto della Regione del Veneto, anche dal punto di vista finanziario, si possa effettivamente fare progetti su area vasta, è il vero obiettivo di questa legge, non è quello di risolvere i problemi del Delta del Po: i problemi del Delta del Po li risolverà il suo ministro Franceschini se arriveranno i 55 milioni di euro promessi all'interno del PNR; in quel modo risolveremo i problemi del Po, non con i 400.000 euro che ha messo lei nell'emendamento, perché vuol dire che dai 250 a 400, con 150.000 euro risolviamo i problemi della Riviera del Brenta e del Po, ma neanche con un milione.
Questo soprattutto perché non sappiamo nemmeno che progettualità hanno poi queste conferenze dei Sindaci e allora credo che in maniera responsabile, da Assessore al Bilancio e non da Assessore agli Enti Locali, avrei dovuto tagliare questi soldi, perché questi sono soldi legati al 2021 e non riusciranno a spenderli entro il 2021, perché siamo al 18 maggio. Quindi lasciamo questi soldi e vediamo cosa riusciranno a fare, con l'obiettivo naturalmente, da qui a fine anno, di capire che capacità avranno di presentare dei progetti, che per il momento abbiano queste caratteristiche e questo tipo di attenzione verso temi che li mettono assieme. Anche la scelta di accettare Noventa Padovana è il riconoscimento che andiamo al di là di un territorio che è prettamente provinciale, ma facciamo un ragionamento di cose che uniscono questi territori.
La Riviera del Brenta è il turismo e il settore calzaturiero, il Delta del Po il paesaggio e la pesca e quindi io credo che in questa prima fase, per cercare di dare anche un indirizzo preciso ai Sindaci sui temi sui quali devono concentrarsi, bisogna cercare di rimanere più stretti possibili, perché se apriamo il campo a tutta una serie di iniziative, rischiamo di metterli nelle condizioni di non fare quello che ci aspettiamo come Regione, cioè che siano elemento di sintesi e di filtro di tutte quelle che sono una serie di bisogni del territorio, ma che abbiano la capacità di andare ad evidenziare, nei confronti della Regione, quale è il progetto principale a cui, anno per anno, riusciremo a dare risposta.
Nel caso specifico della Conferenza dei Sindaci del Litorale, i soldi li spendiamo entro l'anno, sono soldi di promozione turistica. In questo momento l'emergenza è dare un messaggio in Italia e all'estero che si possono fare vacanze sicure e i soldi che sono stati spesi l'anno scorso sono stati messi per dare questo tipo di messaggio, insieme ai soldi che ha messo l'Assessorato al Turismo. Quindi, riuscire a fare sinergia tra risorse locali – e lì c'è anche molta capienza legata al tema della tassa di soggiorno – e risorse regionali: si fanno progetti assieme e si cerca di valorizzare al massimo il territorio.
Quindi credo che proprio da quell'esperienza cerchiamo di iniziare, anche con questi due territori, lo stesso percorso. Non è un caso che abbiamo voluto un tavolo di raccordo tra i tre territori, perché i tre territori devono dialogare tra loro perché devono riuscire effettivamente a mettere a sistema le presenze sul litorale rispetto alle aree interne e valorizzarle soprattutto in termini di destagionalizzazione, di straordinarietà del nostro territorio e, se riusciranno a farlo, avremo capacità, anche dal punto di vista finanziario, a crescere da questo punto di vista, però dobbiamo anche capire se i Sindaci capiscono questo e riescono un po' alla volta a fare progetti comuni.
È una legge che arriva all'approvazione, spero oggi, in maniera direi contemporanea rispetto ad alcune riflessioni, ad alcune suggestioni che stiamo facendo a livello di riordino istituzionale. La settimana prossima arriveremo a presentare in Prima Commissione – e naturalmente invito tutti i Consiglieri che ne hanno interesse – un primo studio che fa una fotografia di quello che è successo nel corso degli ultimi dieci anni dal punto di vista istituzionale nella nostra Regione.
E vi ricordo che la nostra è una Regione ha il 51% dei Comuni sotto i 5.000 abitanti, di cui il 25% sono sotto i 3.000 abitanti, quindi una frammentazione dal punto di vista amministrativo che rischia di avere sempre più difficoltà di garantire servizi ai cittadini, di garantire delle professionalità all'interno dei Comuni che abbiano la capacità di dare delle risposte.
Una parte, forse, riusciremo a darla con il digitale in futuro: l'idea di un cittadino digitale e di competenze digitali nel Comune sicuramente riuscirà ad ovviare ad alcune difficoltà di carattere tecnico, però credo che un investimento dal punto di vista della riorganizzazione lo dovremmo fare.
Oggi la Regione ha 16 Unioni di Comuni, 17 Comunità montane, 26 Distretti sociosanitari, 25 IPA (Intese Programmatiche d'Area), quindi c'è un'organizzazione che deve essere rimessa a sistema, ma che naturalmente deve partire da un'analisi di quello che è successo – e lo vedremo la prossima settimana – anche rispetto ad alcune fusioni che ci sono state, che rischiano, da una prima lettura di questo report, di essere utilizzate in alcuni casi solo per un abbassamento della tassazione locale e quindi ottimizzando al massimo le risorse che vengono date nell'immediato, senza in questo momento avere una visione di cosa succederà quando quelle risorse legate alle fusioni non ci saranno più.
Ecco che allora dovremmo cercare di trovare, se riteniamo che quella è una strada, nuove motivazioni da questo punto di vista per quanto riguarda una riorganizzazione che, come abbiamo visto, non può essere solo di carattere economico, che rischiano di far sì che uno su due dei referendum che andiamo a presentare poi magari non passano. Su questo lavoreremo con la consapevolezza che c'è la necessità e la volontà, proprio perché crediamo che questo percorso verso l'autonomia prima o poi arriverà, di trovarci pronti ad avere una Regione che non crei un centralismo regionale e quindi queste nuove competenze che arriveranno alla Regione non trovino una Regione che accentra su di sé tutta una serie di competenze, di cose da fare, di problemi che si trova all'interno della propria organizzazione, che probabilmente non è più il tempo di gestire direttamente da Venezia. Venezia deve legiferare, deve programmare, deve controllare, ma deve esserci nel territorio chi è capace di far atterrare velocemente le risorse affinché i soldi che sono a disposizione dei veneti possano essere spesi ed essere messi a disposizione del territorio stesso e l'esperienza della Conferenza dei Sindaci è una di queste.
Quindi, con questo auspicio io spero che questa legge che andiamo a votare oggi possa far partire questi due territori, in particolar modo c'è molto entusiasmo sul Delta del Po, che riteniamo sia una straordinaria parte della nostra Regione che, attraverso iniziative come queste e se effettivamente i Sindaci comprenderanno che straordinario mezzo mettiamo a loro disposizione, troverà sicuramente la Regione del Veneto capace di dare le risorse adeguate affinché questo territorio sia una Camargue del Veneto e possa diventare una delle grandi perle del nostro territorio. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
Quindi do la replica alla relatrice, che aveva chiesto la parola e poi ha cancellato. Prego Cestari.

Laura CESTARI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Ringrazio intanto l'assessore Calzavara perché ha rimarcato l'importanza di questo progetto di legge, però ha concretizzato anche una sorta di progettualità per il futuro, quindi non ci fermiamo qui e questo è assolutamente positivo, ma non mi aspettavo nulla di differente.
Per quanto riguarda i nostri colleghi d'opposizione, sono un po' perplessa e concedetemi di dirlo perché sono felice del fatto che tutti voi abbiate espresso consenso rispetto a questo progetto di legge per queste due zone del Delta del Po e della Riviera del Brenta, ma tutto quello che in genere viene detto prima di un "ma" o di un "però", perde di significato.
Io mi ritengo una persona estremamente democratica, quindi rispettosa di quello che è il sistema di pesi e contrappesi però mi sono sempre detta e continuo a ripeterlo e l'ho già ribadito forse in più di un'occasione che non è necessario per forza fare un'opposizione distruttiva, cioè non è necessario lanciare per forza dei legni infuocati in acqua e magari l'acqua è proprio quella del Po, concedetemi la battuta, quella che la collega Guarda ha definito l'acqua del dio Po, in maniera quasi boriosa e ridondante, e mi sono sentita un po' offesa, magari il suo intento era un altro, voglio esserne convinta. Mi lasci rispondere, visto che tutte le volte che intervengono gli altri su di lei si lamenta. Grazie.
Allora, il dio Po lo è, lo è veramente, perché il dio Po nella nostra piccola Mesopotamia dà sostentamento ai pescatori da decenni, dà sostentamento alle chiatte che ci sono, piccoli ristoranti, che sono veramente delle bomboniere nel nostro Delta, dà sostentamento a quello che è anche il turismo lento perché, contrariamente a quello che è stato detto in quest'Aula, ci sono delle piste ciclabili e funzionano, funzionano benissimo e sono un punto di raccordo anche sulle zone di confine. Ci tengo a dirlo anche perché io ho assistito in maniera anche molto concreta alla seduta della Prima Commissione, nella quale io probabilmente ho visto un film completamente diverso dal vostro, perché in quello schermo apparivano in due sale i Sindaci e tutti coloro che si sono fatti promotori di questi progetti; mi riferisco in particolar modo ai Sindaci del Delta, visto che è stato rimarcato il sottosviluppo quasi del Delta del Po, che quasi sembra il Burundi, ma vi assicuro che non lo è.
Allora i Sindaci del Delta del Po – in quell'occasione c'era anche un rappresentante della Provincia, il sindaco Pizzoli – erano a dir poco gioiosi, felici e grati del provvedimento che abbiamo posto in essere, quindi non vedo perché, se i Sindaci locali sono d'accordo e sono grati di questo provvedimento, noi oggi stiamo andando a dire che è un contentino, che manca struttura e che manca concretezza, ma non è così. Non – io magari si perché sono del luogo, ma magari c'è anche qualcun altro della provincia di Rovigo – non siamo assolutamente d'accordo con questa cosa e non lo siamo perché, ripeto, non stiamo parlando di un'area sottosviluppata, stiamo parlando di un'area assolutamente florida, in espansione e, nel momento in cui mi sento dire che i giovani scappano dal Delta, scusatemi, ma il calo demografico esiste da anni e non credo che sia il Delta che fa andare via i giovani, che genera la fuga di cervelli; noi facciamo parte di quel lento processo di invecchiamento del nostro territorio e dovremmo lavorare tutti per fare in modo che questo possa in qualche modo decelerare, Delta compreso.
Fusione di Comuni: ci sono stati dei referendum perché è la legge che lo richiede e non è colpa della Regione Veneto se questi referendum non sono finiti bene, nel senso nell'accettazione della fusione. Forse esiste ancora una forma di campanilismo e spetterà a noi capire come e se toglierlo di torno: è nelle nostre mani.
Si è detto che il Delta è isolato, ma non è così: il Delta sta lavorando in maniera concreta, pesante, attiva, tutti i giorni, anche con la stretta relazione con le università, con le associazioni di categoria, con le scuole e alla consigliera Guarda, che è così attenta al tema dell'ambiente, do una notizia: lo sono anch'io e da diversi anni. Il Delta, e non solo il Delta, ma tutto il Polesine, da anni, da diverso tempo collabora ancora, lo ripeto perché magari non è chiaro – io non so con che Sindaci ha parlato, ma le posso assicurare che è così perché io con quei Sindaci ci parlo tutti i giorni – e c'è collaborazione con l'Università, con le scuole, ci sono addirittura iniziative concrete e parlo della semplice banalissima pulizia degli argini fino a vere e proprie campagne di sensibilizzazione sul territorio.
Sta prendendo via, copiando forse anche altre Regioni, però le cose buone si possono anche prendere, utilizzare e mettere a nostro favore, quindi, prendendo esempio dalla Regione Toscana, si sta in qualche modo cercando di capire come si possa dare avvio al famoso progetto del "Plastic bin", visto che il consigliere Montanariello parlava dei rifiuti in acqua. Sì, è vero, vediamo se ci sarà la possibilità di farlo: non credo che la Regione possa in un qualche modo rifiutare anche soltanto la possibilità di presentare questo progetto.
Si è parlato di progettualità: la progettualità c'è, c'è adesso, c'è sempre stata, ci sarà per il futuro e non ho dubbi che sarà accolta nelle forme più auliche. Ho sentito dire, scusatemi, ma non ricordo più da quale collega, che è necessario fare in modo di unificare la disciplina delle due aree, quindi dell'area del Delta e della Riviera del Brenta. Forse per certi aspetti è necessario mantenere una linea comune, anche per agevolare le procedure e rendere più semplice tutto quello che si viene a creare, però credo anche che sia necessario valorizzare le diversità delle due aree, quindi creare un percorso che in qualche modo sia soddisfacente e ad hoc per le due aree, quindi diversificare a volte è assolutamente necessario.
Detto questo, sono assolutamente felice, grata del fatto che si possa votare in maniera unanime e consensuale rispetto a questo progetto di legge. Non parlerei di un contentino, parlerei di una possibilità che viene offerta alle nostre aree, dobbiamo esserne felici e sicuramente sono certa – l'assessore Calzavara lo ha confermato – che ne avremo altre, quindi votiamo con slancio questo progetto di legge e cerchiamo nel nostro modo di essere Consiglieri regionali concreti, appunto, di essere concreti. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Intervento a chiusura di replica del correlatore Possamai. Prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Molto velocemente, nel senso che mi ha stimolato la relatrice Cestari.
Siamo d'accordo, ma l'abbiamo detto anche negli interventi precedenti, che è un PdL che va nella direzione giusta, ma è evidente che c'è un tema, come riconosceva prima nel suo ragionamento anche l'assessore Calzavara, legato alle risorse e a come poi queste risorse si articolano nel rapporto fra Enti locali e Regione.
Detto questo, da parte nostra c'è la convinzione che abbia un senso questo progetto di legge e che sia un passo positivo, però vorrei sottolineare due elementi, come ho detto in correlazione e lo ripeto perché penso che sia importante: c'è un tema di disegno generale, punto 1, e, punto 2, l'unica cosa, relatrice Cestari, su cui francamente nel suo discorso faccio fatica ad essere d'accordo, è l'approccio secondo cui siamo nelle mani del destino sul tema delle fusioni. Certo che c'è l'autonomia dei cittadini nel voto, c'è il referendum, in tanti casi c'è stata purtroppo una bocciatura, dopodiché è chiave capire qual è l'indirizzo e la strategia che questa Regione ha nel rispetto dell'autonomia locale, dell'autonomia dei cittadini.
Oggi sono contento che abbiamo colto nell'intervento dell'assessore Calzavara una cornice, cioè l'idea che, così come oggi la situazione, non può nel lungo termine durare, per cui c'è la volontà di fare un intervento e di costruirlo, ma come lo costruiamo è la chiave. Su questo, per esempio, già da oggi – ma l'avevamo già detto – c'è una disponibilità a ragionare insieme perché le riforme, come quelle di chiave istituzionale, penso che vadano condivise tra maggioranza e minoranza, però conta anche molto il messaggio che diamo.
Se il messaggio è che, se vogliono fare il referendum, lo facciano e poi come va, va, penso che questa non sia programmazione, cioè non sia un ragionamento di strategia sul territorio, perché una parte importante del fallimento di tante fusioni sta anche nel fatto che in tanti non ci hanno creduto fino in fondo e non li hanno accompagnati, ma non dico niente di particolarmente segreto: nella scorsa legislatura ne avete dibattuto tanto anche all'interno della maggioranza.
Pertanto, da questo punto di vista, il messaggio che diamo, cioè il fatto che crediamo che sia necessario accompagnare un percorso di fusione e di messa insieme delle funzioni degli enti locali, penso che passi anche dai messaggi che ne diamo qui e dalle attività che facciamo fuori, quindi la formazione nei confronti degli amministratori, il fatto che la Regione accompagni amministratori nei percorsi di fusione, perché altrimenti siamo all'in bocca al lupo e arrivederci che, secondo me, non è una strategia e non è un disegno politico. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Chiudiamo qui la discussione generale.
Ci sono 14 emendamenti e 2 ordini del giorno, quindi la Prima commissione deve lavorare abbastanza, per cui diamo 20 minuti di sospensione e riprendiamo alle ore 16.05. Quindi Ufficio di presidenza della Prima commissione, relatrice e correlatore in Sala del Leone. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 15.44
La Seduta riprende alle ore 16.19

PRESIDENTE

Chiedo ai colleghi di accomodarsi che riprendiamo i lavori. È tornato anche il correlatore.
Bene, siamo all'articolato. Quindi inizieremo con le votazioni.
Siamo all'articolo n. 1 e ci sono degli emendamenti.
Emendamento n. A0008, presentato dalla consigliera Camani, articolo 1, comma 1, modificativo, che prevede:
"All'articolo 1, comma 1, dopo le parole "La Giunta regionale", inserire le seguenti: "sentita la competente commissione consiliare che si esprime entro trenta giorni dalla richiesta, decorsi i quali si prescinde dal parere"".
Il Legislativo mi dice che l'emendamento A0001, nella sostanza, è praticamente uguale e quindi, con la votazione dell'emendamento A0008, si vota anche l'emendamento A0001: o passa o non passa per entrambe le situazioni.
Quindi metto in votazione l'emendamento n. A0008, con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Il n. A0001 è assorbito, come dicevo prima dalla votazione fatta per il n. A0008.
Emendamento n. A0006, presentato dalla consigliera Guarda, articolo 1, comma 2, modificativo, che prevede:
"Il comma 2 dell'articolo 1 è così modificato:
"2. Per le finalità di cui al comma 1, la Giunta regionale, d'intesa con i Comuni indicati dal comma 1, individua e sostiene interventi, privilegiando le gestioni associate tra enti, volti a migliorare l'assetto istituzionale dell'Area del Delta del Po, a promuovere la realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico, nonché a sostenere le attività imprenditoriali e gli insediamenti produttivi destinati alla promozione dell'agricoltura, della pesca, dell'ambiente, del paesaggio, del turismo, della sicurezza e della cultura.""
Il parere del relatore sull'emendamento n. A0006 è contrario.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Giusto perché rimanga agli atti, avrei piacere di presentare questo emendamento, dato che l'obiettivo era quello di dare una spinta alla gestione associata tra Enti e, quindi, privilegiare nella prospettiva della destinazione delle diverse risorse e della valutazione dei diversi progetti, quelle formule progettuali capaci di rispondere al principio della gestione associata.
Questo perché se, appunto, non possiamo, come si diceva prima, andare ad obbligare determinati percorsi, anche se sarebbero auspicabili, di fusione, evidentemente la gestione associata è una prospettiva su cui la Regione del Veneto vuole intervenire perché è evidente, lo ha fatto negli scorsi bandi, negli scorsi progetti, e per questo motivo speravo che questa spinta di valorizzazione della gestione associata potesse essere centrale all'interno di questo progetto di legge.
Nessun problema, non è approvato, abbiamo probabilmente un approccio diverso, ma auspico e immagino che questo principio venga poi portato avanti, se non oggi magari nei prossimi anni.

PRESIDENTE

Grazie.
Metto in votazione l'emendamento n. A0006 con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0012, presentato dal consigliere Giacomo Possamai, articolo 1, comma 2, modificativo, che prevede:

" All'articolo 1, comma 2, le parole "egli insediamenti produttivi destinati alla", sono così sostituite parole:
",gli insediamenti produttivi e le realtà del terzo settore che operano per la"".
Non vedo interventi. Con parere del relatore favorevole metto in votazione l'emendamento n. A0012.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0013, presentato dal consigliere Giacomo Possamai, articolo 1, comma 2, modificativo, che prevede:
"Il comma 2 dell'articolo 1 è così sostituito
2. Le finalità previste dal comma 1, sono perseguite mediante interventi decisi con la partecipazione dei Comuni indicati dal comma I , in forma singola o associata, volti a conseguire un opportuno assetto istituzionale dell'Area del Delta del Po, a promuovere la realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico, nonché a sostenere le attività imprenditoriali e gli insediamenti produttivi destinati alla promozione dell'agricoltura, della pesca, dell'ambiente, del paesaggio, del turismo della sicurezza e della cultura, attraverso il coinvolgimento degli operatori locali".
Non vedo interventi, quindi con parere contrario del relatore lo metto in votazione.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Presidente, scusi, ho sbagliato.

PRESIDENTE

Allora puoi rientrare in votazione e cambiare il voto.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Ostanel, prego, sull'ordine dei lavori.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Sì, volevo lasciare agli atti che in Ufficio di Presidenza avevo ritirato questo emendamento, ma mi sono persa nel voto adesso perché era assorbito nell'emendamento accettato precedentemente sul coinvolgimento del terzo settore.

PRESIDENTE

Comunque è diverso e la votazione ha comunque dato esito negativo su questo specifico punto.
Emendamento n. A0002, presentato dalla consigliera Guarda, articolo 1, comma 3, modificativo, che prevede:
"Il comma 3 dell'articolo 1 è così modificato:
"3. Per il conseguimento degli obiettivi di cui al comma 2, è istituita la Conferenza dei Sindaci dell'Area del Delta del Po, con compiti di indirizzo e promozione. La Conferenza esprime altresì parere obbligatorio sugli interventi che ricadono sul territorio di cui al comma 1.""
Lo dà per letto, quindi lo metto in votazione con parere del relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Abbiamo finito gli emendamenti sull'articolo 1, quindi metto in votazione l'articolo 1 così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo all'articolo 2.
Emendamento n. A0009, presentato dalla consigliera Camani, articolo 2, comma 1, modificativo, che prevede:
"All'articolo 2, comma 1, dopo le parole "La Giunta regionale", inserire le seguenti: "sentita la competente commissione consiliare che si esprime entro trenta giorni dalla richiesta, decorsi i quali si prescinde dal parere ""
Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Solo perché rimanga agli atti che sia questo emendamento su cui c'è un parere favorevole del relatore, sia uno precedente, simile a questo, che era riferito all'articolo 1 – e ringrazio anche l'Assessore per averlo accolto – sono emendamenti che chiedono di premettere un passaggio nella competente Commissione consiliare per la definizione dei criteri e delle modalità di erogazione dei contributi.
Credo sia un principio importante, proprio per costruire una squadra attorno a cui definire le modalità di erogazione, mantenere un presidio dentro il Consiglio regionale, quindi alla competente Commissione.

PRESIDENTE

Allora l'emendamento n. A0009 è praticamente uguale all'emendamento n. A0007, quindi, votando il primo, viene assorbito anche l'altro.
Metto in votazione, con parere favorevole del relatore, l'emendamento n. A0009.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0010, presentato dal consigliere Sandonà, articolo 2, comma 2, modificativo, che prevede:
"All'articolo 2, comma 2, dopo la parola "Mira", inserire le seguenti: "Noventa Padovana,""
Chiede la parola? Prego.

Luciano SANDONÀ (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
L'emendamento, brevemente, è stato presentato per aggiungere alla Conferenza dei Sindaci del territorio della Riviera del Brenta anche il Comune di Noventa Padovana, Comune che fa parte storicamente, geograficamente, dal punto di vista culturale e artistico e anche evidentemente per la via d'acqua che lo unisce poi a Venezia tramite il resto della Riviera del Brenta, a questi Comuni che poi via via si snodano a partire da Padova verso Venezia, quindi è il primo Comune della Riviera del Brenta.
Questo emendamento è stato sollecitato sia dai Sindaci che hanno scritto all'Amministrazione regionale, dai Sindaci della Riviera e anche dal Sindaco di Noventa Padovana, ma anche dagli interventi in Prima Commissione della collega Venturini e ringrazio, fra l'altro, l'assessore Calzavara e la Giunta regionale per aver tenuto presente quella che era un'esigenza propria del territorio.
Ricordo che all'interno del territorio Noventa Padovana ci sono diverse ville veneziane di stile e storiche, tipo Villa Gallini Saccomani e Villa Grimani Valmarana, con il ciclo degli affreschi del Tiepolo e di Andrea Urbani, e Villa Giovanelli Colonna, oltre ad altre residenze storiche. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Giacomo Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Solo per dire che condividiamo questo emendamento e ringraziamo anche il presidente Sandonà di essersi fatto parte della discussione in Prima Commissione che aveva, appunto, sollevato questo punto, nel senso che l'Amministrazione di Noventa Padovana è chiaramente favorevole e interessata a entrare all'interno della Conferenza. Sappiamo che è stato fatto un passaggio anche con i Sindaci che già erano tra quelli previsti dal provvedimento legislativo, per cui ci sembra una cosa opportuna e intelligente inserire il Comune di Noventa Padovana all'interno del provvedimento. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a voi, colleghi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0010 con parere del relatore favorevole.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0003, presentato dalla consigliera Guarda, articolo 2, comma 2, modificativo, che prevede:
"Il comma 2 dell'articolo 2 è così modificato:
"2. Per le finalità di cui al comma 1, la Giunta regionale, d'intesa con i Comuni indicati dal comma 1, individua e sostiene interventi, privilegiandole gestioni associate tra enti, volti a migliorare l'assetto istituzionale della Riviera del Brenta, a promuovere la realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico, nonché a sostenere le attività imprenditoriali e gli insediamenti produttivi destinati a promuovere il paesaggio, l'ambiente, il turismo, la sicurezza e la cultura.""
Non vedo interventi, quindi lo metto in votazione con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0011, presentato dal consigliere Giacomo Possamai, articolo 2, comma 2, modificativo, che prevede:
"All'articolo 2, comma 2, le parole "e gli insediamenti produttivi destinati a promuovere il paesaggio, l'ambiente, il turismo, la sicurezza e la cultura'',
sono così sostituite parole:
", gli insediamenti produttivi e le realtà del terzo settore che operano per la promozione del paesaggio, dell'ambiente, del turismo, della sicurezza e della cultura."
Il correlatore ha chiesto la parola: ne ha facoltà. Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Rapidamente, nel senso che non avevo illustrato il precedente e questo emendamento ha il senso di estendere anche alle realtà del terzo settore, perché nelle categorie indicate all'interno della norma ci possono essere anche molte attività del terzo settore che operano, quindi si tratta di dare semplicemente una facoltà in più e di estendere il ragionamento già all'interno del progetto di legge. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Il parere del relatore sull'emendamento n. A0011 è favorevole.
È aperta la votazione sull'emendamento n. A0011.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0014, presentato dal consigliere Giacomo Possamai, articolo 2, comma 2, modificativo, che prevede:
" Al comma 2 dell'articolo 2 le parole "il paesaggio, l'ambiente, il turismo, la sicurezza e la cultura." Sono sostituite con le parole "l'agricoltura, la pesca, l'ambiente, il paesaggio, il turismo, la sicurezza e la cultura""
Non vedo interventi, per cui lo metto in votazione con parere del relatore contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0004, presentato dalla consigliera Guarda, articolo 2, comma 3, modificativo, che prevede:
"Il comma 3 dell'articolo 2 è così modificato:
"3. Per il conseguimento degli obiettivi di cui al comma 2, è istituita la Conferenza dei Sindaci della Riviera del Brenta, con compiti di indirizzo e promozione. La Conferenza esprime altresì parere obbligatorio sugli interventi che ricadono sul territorio di cui al comma 1."
Non vedo interventi, per cui lo metto in votazione con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Non ci sono altri emendamenti sull'articolo 2, che metto in votazione.
È aperta la votazione sull'articolo n. 2.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo n. 3.
Non ci sono emendamenti, quindi metto in votazione l'articolo n. 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo n. 4, su cui ci sono degli emendamenti.
Emendamento n. A0005, presentato dalla consigliera Guarda, articolo 4, sostitutivo, che prevede:
"L'articolo 4 è così sostituito:
"Art. 4 - Disposizioni finanziarie.
1. Agli oneri derivanti dall'applicazione dell'articolo 1, quantificati in euro 400.000,00 per l'esercizio 2021,si fa fronte con le risorse allocate nella Missione 18 "Relazioni con le altre autonomie territoriali e locali", Programma 01 "Relazioni finanziarie con le altre autonomie territoriali", Titolo 1 "Spese correnti" del bilancio di previsione 2021-2023, riducendo a tal fine l'autorizzazione di spesa recata dall'articolo 1O, commi 1, lett. a, e 1bis, della legge regionale 27 aprile 2012, n. 18 .
2. Agli oneri derivanti dall'applicazione dell'articolo 2, quantificati in euro 400.000,00 per l'esercizio 2021, si fa fronte con le risorse allocate nella Missione 18 "Relazioni con le altre autonomie territoriali e locali", Programma 01 "Relazioni finanziarie con le altre autonomie territoriali", Titolo 1"Spese correnti" del bilancio di previsione 2021-2023, riducendo a tal fine l'autorizzazione di spesa recata dall'articolo 10, commi 1, lett. a, e 1bis, della legge regionale 27 aprile 2012, n. 18 ".
Prego, Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Questo emendamento in realtà richiede la possibilità di dare dignità a questo progetto di legge, a questa nuova legge, dato che sarà approvata in questa seduta, con uno stanziamento che almeno consenta di dar seguito agli interventi che citava prima benissimo l'Assessore, anche in termini di promozione turistica. di gestione e di potenziamento dei servizi per la ricettività, di cui ha necessità questo territorio oggi e ne ha necessità con dei fondi che, appunto, in questo caso potrebbero essere destinati per progetti immediatamente cantierabili che ci sono; lo sappiamo, esistono, ne abbiamo parlato anche noi con chi del territorio se ne sta occupando e, di conseguenza, almeno per questo anno, dato che siamo a metà dell'anno riuscire ad implementare le risorse non di grandissime quantità, ma almeno per riuscire a dare risposta a quelle opere immediatamente cantierabili, a quelle iniziative che sono già in corso di sperimentazione, di progettazione da qualche mese, se non dall'anno scorso già con l'avvento della prima fase della pandemia, questo tipo di iniziative devono trovare un riscontro. E se non lo trovano in questa legge nella direzione in cui si diceva prima, come confermava l'assessore Calzavara, evidentemente probabilmente non riusciranno a trovarlo in altri sistemi, in altre iniziative.
Per questo motivo almeno raggiungere 400.000 euro penso che sia un dare risposta a quelli che sono i principi che all'interno di questa legge condivido e condividiamo, ma che devono vedere un'effettiva concretezza, perché la concretezza non passa soltanto attraverso le buone intenzioni, ma anche dalla garanzia di fondi destinabili a queste iniziative. Io credo che questo possa dare riscontro alla buona volontà, che tutti noi ci vogliamo mettere, è evidente, per quanto riguarda i territori del Brenta e dell'area del Delta. Ma se non parliamo di concretezza con priorità, che siano chiare almeno in questi primi mesi, evidentemente arriveremo ad un bilancio con grandi punti interrogativi rispetto all'effettiva validità e all'effettivo investimento in questa legge.
Pertanto, se non lavoriamo da questo punto di vista con risorse chiare oggi e con risorse chiare per il prossimo bilancio e in prospettiva per i prossimi anni, capaci di dare un'indicazione sulla programmazione attraverso cui questi territori potranno esprimersi, probabilmente ci troveremmo mozzi e questa legge, purtroppo, non avrà due gambe, ma ne avrà soltanto una.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto la parola il collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Il mio intervento sarà molto breve e va nella direzione di sostenere l'emendamento della collega Guarda, perché è del tutto pacifico e comprensibile, anche ai meno attenti ai lavori, che uno strumento legislativo come questo, dove si parla di azioni concrete da mettere in campo, fa ben poca strada se non ci sono dopo le risorse che permettono agli strumenti di diventare azioni reali e concrete.
Quindi, sostanzialmente, il principio legislativo è buono, ma fare una legge e dopo non dare le coperture per far sì che questa legge inizi a dare i suoi primi risultati, non può essere un beneficio per un territorio, ma diventerà l'ennesimo proclama di buoni propositi, l'ennesimo manifesto di intenti, però, se noi facciamo il conto in maniera anche molto semplicistica di quelli che sono i Comuni elencati all'interno dell'articolo 1 e dell'articolo 2, quindi la parte legata al Polesine e la parte legata alla Riviera, e dividiamo la quota di 150.000 euro messa a disposizione, è chiaro ed è pacifico che stiamo parlando forse di meno di qualche decina di migliaia di euro a Comune.
La promozione dei Comuni passa attraverso quello che dicevamo anche prima e che è scritto nel provvedimento, non vedo azioni che si possono fare e concretizzare senza copertura economica e quindi davvero anche il mio è un appello soprattutto a chi viene da quei territori, per dire che noi dobbiamo tornare a casa stasera dicendo che abbiamo fatto un'azione vera e concreta che da domani troverà anche un impatto reale in quelle che saranno le progettualità delle Amministrazioni locali e non avremmo fatto l'ennesimo spot da titolo sul giornale. Poi, quando qualcuno chiederà cosa riusciamo a fare con questa nuova legge, gli diremo niente, perché quando incominci a dividere qua e a dividere là, non so se si possa fare, ma dal punto di vista economico non so neanche se ti viene uno sfalcio di erba per ogni Comune.
Quindi cerchiamo di andare un po' più sul concreto: benissimo, vanno ringraziati i Sindaci, io conosco bene la realtà del Brenta, c'è la Sindaca di Fossò che è stata anche Presidente della Conferenza, quindi ottimo lavoro messo in campo da tutti, derubricando anche il colore politico per interesse dei territori, come la buona politica deve fare, cerchiamo di continuare anche noi sulla scia dell'esempio che ci hanno dato, cercando di dire che abbiamo fatto una legge che porterà davvero qualcosa di concreto ai loro territori e non l'ennesimo manifesto/proclama.

PRESIDENTE

Bene, non vedo altri interventi, per cui metto in votazione l'emendamento n. A0005 con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione adesso l'articolo n. 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo agli ordini del giorno collegati al progetto di legge in oggetto.
ODG n. A15

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Guarda, Ostanel, Baldin, Possamai Giacomo, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni e Zottis relativo a "Destinare congrue risorse finanziarie a garanzia dell'effettivo sostegno dello sviluppo economico e sociale del Delta del Po e della Riviera del Brenta, e sostenere il Veneto orientale e il litorale veneto, per un effettivo sviluppo armonico dei territori.". RESPINTO

"Il Consiglio regionale del Veneto
Premesso che:
- l'iniziativa legislativa in argomento si inserisce nel solco di quanto già previsto e attivato dalla legislazione regionale attraverso fattispecie del tutto analoghe a quelle oggetto dell'intervento legislativo in discussione, si veda in particolare quanto previsto e disposto a favore dei comuni (San Michele al Tagliamento, Caorle, Eraclea, Jesolo, Cavallino Treporti, Venezia, Chioggia, Rosolina, Porto Tolte, Porto Viro), costituenti l 'area del litorale veneto, con l'art. 85 della legge regionale legge regionale 30 dicembre 2016, n. 30 " Collegato alla legge di stabil ità regionale 2017", nonché a quanto similmente previsto e disposto a favore dell'area del Veneto orientale comprendente i Comuni di Annone Veneto, Caorle, Cavallino - Treporti, Ceggia, Cinto Caomaggiore, Concord ia Sagittaria, Eraclea, Fossalta di Piave, Fossalta di Portogruaro, Gruaro, Jesolo, Meolo, Musile di Piave, Noventa di Piave, Portogruaro, Pramaggiore, Quarto d'Altino, S. Donà d i Piave, S. Michele al Tagliamento, S. Stino d i Livenza, Teglio Veneto, Torre di Mosto, con Legge regionale 22 giugno 1993, n. 16 "Iniziative per il decentramento amministrativo e per lo sviluppo economico e sociale nel Veneto orientale";
- che gli obietti posti a base concettuale degli interventi legislativi di cui in premessa costituiscono declinazione di quanto in generale previsto dallo Statuto della 'Regione del Veneto e, più precisamente, a quanto previsto, tra gli altri, agli artt. 6, comma I , lett. i (''opera per eliminare gli squilibri tra territori, settori, persone e gruppi") e 15, comma 3 ("La Regione, per incentivare uno sviluppo armonioso, impronta la propria azione a realizzare il rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale, rivolgendo un'attenzione particolare alle zone rurali, alle isole lagunari, alle aree deltizie, alle zone interessate da transizione industriale e a quelle che presentano gravi e permanenti svantaggi naturali o demografici.");
Ritenuto che:
- nel solco dell'obiettivo perequativo dell'azione regionale, come esplicitato alla lettera i) del comma 1 dell'art. 6 della Legge regionale Statutaria, e di cui sopra, si ritiene essenziale affrontare l'intervento legislativo a sostegno del Delta del Po e della Riviera del Brenta garantendo, nell'immediato futuro della programmazione regionale di bilancio, e dunque a partire dal primo anno del prossimo Bilancio di previsione 2022-2025, la previsione di risorse in misura tale da costituire effettivo e idoneo abbrivio alle iniziative a sostengo del Delta del Po e della Riviera del Brenta, garantendo, contestualmente, ulteriori sostegni agli interventi per il Veneto orientale e per il litorale veneto di cui alle sopra richiamate leggi regionali
tutto quanto sopra premesso
impegna la Giunta regionale
a garantire, sin dall'adozione del bilancio di previsione regionale 2022-2024, la previsione di congrue risorse finanziarie, almeno nella misura di 1.000.000,00 di euro per ciascuna delle aree territoriali di intervento previste agli artt. I (area del Delta del Po) e 2 (territorio della Riviera del Brenta) del progetto di legge n.42 "Iniziative per lo sviluppo economico e sociale del Delta del Po e della Riviera del Brenta", così come per i l sostegno degli interventi di cui alla Legge regionale 22 giugno 1993, n. 16 "Iniziative per il decentramento amministrativo e per lo sviluppo economico e sociale nel Veneto orientale" e all' l'art. 85 della legge regionale legge regionale 30 dicembre 2016, n. 30 "Collegato alla legge di stabilità regionale 2017".
Prego, Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Abbiamo capito che questo progetto di legge quest'anno non potrà avere delle risorse adeguate per le iniziative di rilancio da un punto di vista turistico e di valorizzazione e di perfezionamento di quella che è la capacità ricettiva di questi territori, in particolar modo per quanto riguarda quelli vocati alla materia turistica.
Evidentemente quest'ordine del giorno chiede a questo punto un impegno per fare in modo che l'indirizzo di intervento per questi territori non scada nel corso del tempo e che, quindi, nel bilancio del prossimo anno vengano stanziate delle risorse adatte a questi obiettivi perché la testimonianza che abbiamo in questi anni è proprio che la sola garanzia di fondi strutturali, quindi fondi europei, che siano POR, FESR, PSR, eccetera, non è riuscita ad intercettare le iniziative del territori, i progetti che magari sono rimasti chiusi in un cassetto. È per questo motivo stanziare risorse della Regione del Veneto, dato che si dice che è prioritario intervenire per le zone del Delta e le zone del Brenta, un po' più consistenti, che possano rispondere come cofinanziamento a queste richieste di intervento straordinario, sarebbe opportuno.
Quindi stanziamo delle risorse e ci prepariamo al prossimo bilancio facendo in modo che questo progetto di legge non sia semplicemente un contenitore, ma che sia capace di stimolare la progettazione con un cofinanziamento reale da parte della Regione del Veneto o aspettiamo sempre che sia qualcun altro ad intervenire al posto nostro? Magari questi fondi consentono, come fatto anche dall'Assessorato all'Agricoltura negli scorsi anni, di finanziare dei progetti sburocratizzando alcuni passaggi che invece sono appesantiti da richieste sicuramente molto certosine e molto precise negli strumenti dati dall'Europa.
Alla luce di questo, questo tipo di intervento di stanziare risorse adeguate per il Delta e per il Brenta, in questo caso parliamo di un milione di euro, perché, evidentemente, se vogliamo rilanciare dei territori che hanno sofferto una mancanza passata, evidentemente hanno bisogno di una iniezione di fiducia importante, credo che sia la strategia migliore per fare in modo che si dia una garanzia politica in cui si dice: noi crediamo a questo progetto di legge, crediamo a questo percorso e crediamo che questo percorso debba avere un cofinanziamento reale da parte della Regione del Veneto, per progetti che in questo caso non devono per forza essere riferiti al settore turistico, ma possono essere riferiti alla valorizzazione del territorio in generale.
È ovvio che ci sono anche altri Enti, come quelli dell'Ente Parco, piuttosto che i Consorzi di bonifica, che si occupano di alcuni temi di tutela del territorio, di gestione della rete idrica superficiale, ma anche questi territori stanno soffrendo una grave mancanza, una gravissima mancanza di presenza della Regione, non soltanto per quanto riguarda le nomine. Qui, per esempio, mi viene da ricordare il Parco del Delta che vede nominato il Sindaco dello stesso Comune al cui interno si autorizza una distesa di 60-70 ettari, se non sbaglio, di parco fotovoltaico e oggi è uno dei temi in cui ognuno ha cercato di apportare la propria presenza, la propria sensibilità.
Ma se questa è la logica per cui si desidera perseguire l'attuazione di questa legge, al pari della gestione dei Consorzi di bonifica in cui la Regione apporta l'1% delle risorse necessarie per la gestione del territorio, è evidente che questo progetto di legge rimarrà, ribadisco, senza una gamba, al pari degli altri interventi riferiti alla promozione del territorio e alla garanzia della sicurezza e della prevenzione idrogeologica di cui ho voluto parlare prima, proprio per portarvi degli esempi chiari di come i buoni intenti, non seguendo azioni concrete, fanno vedere davvero una realtà monca di un intervento reale da parte di una Regione che potrebbe, invece, definire questi stanziamenti.
Questo lo dico per un motivo: negli articoli di giornale vediamo ogni giorno il presidente Zaia esporsi chiaramente dicendo che subito troverà i soldi per fare la pista da bob a Cortina d'Ampezzo, 80 milioni, e non ne trova due per questi due territori? Beh, insomma, signori, forse qualche domanda ve la dovreste fare.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Volevo lasciare a verbale che sull'articolo 3, sulla dotazione finanziaria, il mio voto era astenuto.

PRESIDENTE

Rimane a verbale, però, come ho detto, non possiamo modificare l'esito dopo che la votazione è stata chiusa.
Non vedo altri interventi, quindi metto in votazione l'ordine del giorno n. A0015.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
ODG n. A16

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Guarda, Montanariello e Possamai Giacomo relativo a "Prevedere la possibilità che queste esperienze di governance locale possano essere estese ad altre realtà territoriali e concessi contributi anche a ulteriori Comuni" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Iniziative per lo sviluppo economico e sociale del Delta del Po e della Riviera del Brenta". (Progetto di legge n. 42) APPROVATO (Deliberazione n. 43/2021)

"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
ferma restando la necessità di porre in essere iniziative per lo sviluppo economico del Delta del Po e della Riviera del Brenta va evidenziato come i Comuni identificati nel presente progetto di legge costituiscano solo una parte dei territori indicati;
ad esempio Comuni come Adria e Papozze sono parte del Parco del Delta del Po, anche se non inclusi in Strategia Aree Interne e quindi possono avere la necessità di coordinarsi con i Comuni ad oggi coinvolti nel progetto di legge 42;
per garantire il più corretto assetto istituzionale è giusto prevedere che i Comuni coinvolti in futuro possano essere diversi da quelli oggi previsti, in ottica di allargamento e coinvolgimento ulteriore, anche a seconda dei profondi cambiamenti socio-economici che ci potranno essere post pandemia;
sono oggettivamente necessari investimenti maggiori per le aree in questione e nei prossimi anni si potrà investire di più, anche in sinergia con la programmazione comunitaria per le aree interne;
tutto ciò premesso il Consiglio Regionale
impegna la Giunta regionale
a prevedere che tali iniziative di governance locale possano essere estese anche ad altre realtà territoriali del Veneto anche a fronte di una ridefinizione dei comuni coinvolti nella strategia aree interne".
Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Lo presento perché anche il caso di Noventa Padovana fa vedere che c'è la possibilità che alcuni Comuni possano voler essere coinvolti e soprattutto, rispetto all'area del Polesine, come dicevo prima, la strategia Aree interne sta anche per i pubblicare una nuova classificazione dei Comuni ed è possibile che nei prossimi mesi cambino anche i Comuni che sono previsti dalla legge che oggi stiamo per andare ad approvare.
Quindi, l'obiettivo di questo ordine del giorno, ammesso il fatto che, come si diceva in Ufficio di Presidenza, probabilmente anche in futuro potrebbe anche aumentare la dotazione di fondi su questa legge, anche se abbiamo capito dall'Assessore che è una legge non di realizzazione di progettualità, ma di creazione di progettualità, appunto per questo motivo l'idea di fare in modo che le varie aree possano scegliere, assieme ai Comuni che già sono coinvolti e assieme alla Regione, di coinvolgere altri Comuni che vorranno entrare in questo nuovo modello di governance, credo che sia un obiettivo importante per tutti, per fare in modo che i fondi che andremo a destinare possano coinvolgere anche chi oggi non è coinvolto.
L'esempio del Polesine è chiaro: ad esempio, Adria e Papozze sono due Comuni che sono inseriti nel Parco del Delta del Po, ma non sono inseriti nella strategia Aree interne, quindi in qualche modo non è che i confini li decide solo una strategia, ma dipende anche dalle progettualità che ci si vuole dare.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto la parola la relatrice, prego Cestari.

Laura CESTARI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
A questo ordine del giorno siamo favorevoli. Di fatto il tema di Adria era già stato sollevato anche durante la Prima Commissione ed era stato rilevato che, non essendo incluso in Area interna, non andava in qualche modo coinvolto questo Comune, però siamo inclusivi e, visto che c'è la possibilità di prendere in considerazione anche altri Comuni, lo facciamo di buon grado, per cui siamo favorevoli. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Mi sentite?

PRESIDENTE

Sì, sì, la sentiamo.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie. Scusi, ho l'abitudine di fare della prova perché la volta scorsa, ogni tanto, l'audio...

PRESIDENTE

Però se si allontana dal microfono non la sentiamo. Prima con le cuffiette era meglio.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, aspetti che le attacco perché avevo la batteria scarica.

PRESIDENTE

Non ci racconti tutto.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

No, che non pensi che temporeggi per perdere tempo. Mi sente meglio adesso?

PRESIDENTE

Molto meglio, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Bene anche il parere favorevole della relatrice, perché è chiaro che questo è uno strumento con il quale si parte, ma non si sa dove si arriva. Ad esempio, se noi vediamo anche la geografia reale di come sono elencati i Comuni, vediamo che, chiusa la parte della Riviera, quelli elencati nella seconda parte, nell'articolo 2, ci sono quelli elencati dopo l'articolo 1, quelli del Polesine. E ci sono di mezzo anche dei vuoti territoriali dal punto di vista del provvedimento che un domani, anche in virtù di quelli che possono essere gli strumenti piuttosto che le strategie da mettere in campo, si possano avere, anche andando nella direzione di unire, di aggregare le realtà, si possa andare nella direzione inclusiva, che è importantissima.
Infatti ripeto che oggi questo strumento purtroppo servirà a gran poco, non perché non è un bello strumento, ma perché, come dicevamo prima, non ci sono adeguate coperture; magari nei prossimi anni cambia l'Amministrazione regionale, decide di investire di più sul territorio anche attraverso questi strumenti e magari si può avere anche un uso diverso in quelle che sono le progettualità che danno valore e rilancio al territorio, attraverso questo strumento che, come dicevamo prima, parte proprio dal basso.
Abbiamo sempre detto che sentire i territori è fondamentale, non per nulla parlo con chi è mantra dell'autonomia, quindi non devo convincere voi su questo e quindi la direzione di questo ordine del giorno credo sia quella giusta e con piacere vedo che siete favorevoli anche voi, pur essendo un semplice ordine del giorno: magari ce lo aspettavamo scritto all'interno della legge, però va bene così.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altri interventi.
Quindi metto in votazione l'ordine del giorno n. A0016.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo alle dichiarazioni di voto sul progetto di legge nel suo complesso.
Prego, Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Semplicemente per ribadire che in realtà, da questo punto di vista, pur apprezzando quello che è l'impegno progettuale rispetto alla valorizzazione delle due aree – e questo lo ribadisco ora perché l'ho dichiarato già in discussione generale – è evidente che l'assenza di una strategia anche nella valorizzazione economica di questa legge, intesa proprio come capacità della Regione del Veneto di andare realmente a cofinanziare questi progetti o creare delle linee di finanziamento ad hoc, per facilitare anche la presentazione da parte dei Comuni e del territorio, è evidente che questo aspetto rende, appunto, ribadisco, monca questa legge e, di conseguenza, io non posso esprimermi totalmente positivamente.
Se ci fosse stato un impegno per il prossimo bilancio di stanziamento con risorse più qualitative, io non avrei avuto dubbi sul voto di questa legge e ci ricorderemo di questa legge in sede del prossimo bilancio, inteso in senso propositivo, naturalmente, non si senta assolutamente minacciato, però, da questo punto di vista è evidente che, se si continuano a creare questi contenitori senza garantire una continuità che possa consentire ai Comuni di progettare, anche nella strategia pluriennale, quelli che sono gli interventi, facilitando anche quello che è l'accesso alle risorse con percorsi che non siano eccessivamente carichi di burocrazia, così come la Regione del Veneto può fare, purtroppo, se questa non è l'intenzione, il voto per quanto riguarda questo progetto di legge da parte mia e del Gruppo di cui io faccio parte, a cui faccio riferimento, che è in maniera importante anche rappresentato all'interno del territorio del Polesine e del Delta, da questo punto di vista non possiamo esprimerci completamente favorevoli e quindi ci adegueremo ad un voto astenuto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Non vedo altre dichiarazioni di voto, quindi metto in votazione il Progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Bene, colleghi, proseguiamo il Consiglio con il punto n. 7) all'ordine del giorno.
PUNTO
7



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI DOLFIN E ZECCHINATO RELATIVA A "MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 8 MAGGIO 2009, n. 12 "NUOVE NORME PER LA BONIFICA E LA TUTELA DEL TERRITORIO"". (PROGETTO DI LEGGE N. 44) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 13/2021)

Relazione della Seconda commissione consiliare.
Relatore il consigliere Dolfin, correlatrice la consigliera Ostanel.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
è comunemente avvertita sul territorio la esigenza di disporre di adeguati ed organici strumenti per la progettazione ed esecuzione di interventi per la manutenzione ordinaria e straordinaria del reticolo idrografico minore di competenza dei privati, in forme giuridiche che consentano la esecuzione degli interventi, ove riconosciuti di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità, in caso di inerzia dei privati, con oneri a loro carico.
Non mancano nell'ordinamento alcuni strumenti normativi, peraltro o non diffusi sul territorio o con efficacia limitata e contingente a specifiche situazioni: basti pensare al ricorso alle eventuali disposizioni di cui ai regolamenti di polizia amministrativa locale e rurale e ai regolamenti di igiene, ovvero ad interventi assunti sulla base di ordinanze contingibili e urgenti per emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale ai sensi dell'articolo 50 del TUEL.
Nelle more di più organici e definiti interventi - basti ricordare la disciplina di cui all'articolo 21 del PTRC vigente in ordine alla previsione, in tema di sicurezza idraulica, della redazione dei Piani comunali delle acque - si rileva la esigenza di provvedere, con uno strumento normativo di livello regionale.
Trattasi quindi di prevedere una disciplina per interventi su scoline, fossi e simili, nel suo insieme definibile come rete di fossature private o che corrono a margine della viabilità vicinale e comunale, già non inserita né, ovviamente, nella rete idrografica principale, ma neppure nella rete idraulica di bonifica, né configurabili come opere minori direttamente funzionali alla manutenzione delle opere pubbliche di bonifica ed irrigazione, per le quali già opera una specifica disciplina (ed in particolare, per la rete idraulica di bonifica e le opere minori funzionali, l'articolo 34 della legge regionale n. 12 del 2009).
La manutenzione, con ciò intendendo riferirsi ad interventi che vanno, esemplificativamente, dal semplice sfalcio, allo spurgo del fondo, alla ripresa delle frane spondali, è funzionale all'allontanamento delle acque meteoriche delle aree coltivate, al mantenimento in sicurezza della rete viaria ed anche di aree urbanizzate, a fronte dei sempre più frequenti eventi pluviometrici di particolare intensità; nei territori dell'area collinare e pedemontana tali interventi contribuiscono a convogliare nei corsi d'acqua quella quota di precipitazioni che, per la impermeabilizzazione diffusa del terreno e per le caratteristiche dei terreni agricoli, non può penetrare nel suolo ed alimentare la falda.
In tal senso sono stati assunte iniziative, negli anni, a livello amministrativo, anche con provvedimenti della Giunta regionale: si tratta ora di attribuire specifica rilevanza e configurazione normativa a tale tipologia di interventi, anche recuperando disposizioni previgenti nell'ordinamento, nelle more dei già ricordati interventi organici.
In particolare si intende attribuire alla Regione un ruolo di promotore e facilitatore per la stipula di convenzioni e accordi di programma con comuni e consorzi di bonifica per la progettazione ed esecuzione degli interventi incidenti sul reticolo idrografico minore di competenza di privati, funzionali alla tenuta complessiva del sistema di sicurezza idraulica, disponendo che la individuazione dei relativi interventi da parte del Comune costituisce dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità degli interventi medesimi, eseguibili, in caso di inerzia dei privati, con oneri a loro carico.
Completano l'articolato le disposizioni di carattere tecnico, in ordine alla clausola di neutralità finanziaria (articolo 2) e di entrata in vigore della legge (articolo3).
La Seconda Commissione, in considerazione della impossibilità di prevedere, ad oggi, una data certa per la costituzione del Consiglio delle Autonomie Locali e per la sua conseguente operatività, nelle more del rinnovo, al fine di dare continuità all'iter legislativo, ha ritenuto di non acquisirne il parere, in conformità a quanto previsto dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale in data 20 aprile 2021.
Acquisiti i pareri favorevoli della Terza Commissione (seduta dell'8 aprile 2021), ai sensi dell'articolo 51, commi 1 e 4 del Regolamento, e della Prima Commissione (seduta del 21 aprile 2021), ai sensi dell'articolo 66 del Regolamento, ed avvalendosi, in sede d'esame, dell'assistenza giuridica garantita dal Servizio Affari Giuridici e Legislativi del Consiglio e dell'assistenza tecnica della Direzione Difesa del Suolo della Giunta, la Seconda Commissione nella seduta del 6 maggio 2021 ha concluso i propri i lavori in ordine al progetto di legge n. 44 e lo ha approvato a maggioranza per l'Aula.
Favorevoli il Presidente Rizzotto ed i Consiglieri Bet, Boron, Cavinato, Centenaro, Michieletto, Sponda, Vianello e Zecchinato (Zaia Presidente), Cestari e Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier), Formaggio e Soranzo (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni), Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto) e Valdegamberi (Misto).
Astenuti i Consiglieri Montanariello e Zanoni (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde) ed Ostanel (Il Veneto che Vogliamo)".

PRESIDENTE

Relatore è il consigliere Dolfin. Prego, collega, si prenoti.

Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, signor Presidente.
Colleghi Consiglieri, è comunemente avvertita sul territorio l'esigenza di disporre di adeguati ed organici strumenti per la progettazione ed esecuzione di interventi per la manutenzione ordinaria e straordinaria del reticolo idrografico minore di competenza dei privati, in forme giuridiche che consentano l'esecuzione degli interventi, ove riconosciuti di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità, in caso di inerzia dei privati con oneri a loro carico.
Non mancano nell'ordinamento alcuni strumenti normativi, peraltro non diffusi sul territorio, con efficacia limitata e contingente a specifiche situazioni: basti pensare al ricorso alle eventuali disposizioni di cui ai regolamenti di polizia amministrativa locale e rurale, ai regolamenti di igiene, ovvero a degli interventi assunti sulla base di ordinanze contingibili e urgenti per emergenza sanitaria o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locali ai sensi dell'articolo 50 del TUEL.
Nelle more di più organici e definiti interventi – basti ricordare la disciplina di cui all'articolo 21 del PTRC vigente in ordine della previsione – in tema di sicurezza idraulica della redazione di Piani comunali delle acque, si rileva l'esigenza di provvedere con lo strumento normativo di livello regionale.
Trattasi quindi di prevedere una disciplina per interventi su scoline, fossi e simili, nel suo insieme definibile come rete di fossature private o che corrono a margine della viabilità vicinale e comunale, già non inserita né, ovviamente, nella rete idrografica principale, ma neppure nella rete idraulica di bonifica, né configurabili come opere minori direttamente funzionali alla manutenzione delle opere pubbliche di bonifica ed irrigazione, per le quali già opera una specifica disciplina.
La manutenzione con ciò, intendendo riferirsi ad interventi che vanno esplicitamente ovviamente dal semplice sfalcio allo spurgo del fondo, alla ripresa delle frane spondali e funzionali all'allontanamento delle acque meteoriche delle aree coltivate, al mantenimento in sicurezza della rete viaria e altre aree di urbanizzate, a fronte dei sempre più frequenti eventi pluviometrici di particolare intensità, nei territori dell'area collinare e pedemontana tali interventi contribuiscono a coinvolgere nei corsi dell'acqua quella quota di precipitazioni che per l'impermeabilizzazione diffusa del terreno e per le caratteristiche di terreni agricoli non può penetrare nei suoli e alimentare la falda.
In tal senso sono state assunte iniziative negli anni a livello amministrativo, anche con provvedimento della Giunta regionale. Si tratta ora di attribuire specifiche rilevanze e configurazione normativa a tale tipologia di interventi, anche recuperando disposizioni previgenti nell'ordinamento nelle more dei già ricordati interventi organici.
In particolare, si intende attribuire alla Regione un ruolo promotore e facilitatore per la stipula di convenzioni e accordi di programma con Comuni e Consorzi di bonifica, per la progettazione ed esecuzione di interventi incidenti sul reticolo idrografico minore di competenza dei privati, funzionali alla tenuta complessiva del sistema di sicurezza idraulica disponendo che l'individuazione dei relativi interventi da parte del Comune costituisce dichiarazione di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità degli interventi medesimi, eseguibili in caso di inerzia di privati con oneri a loro carico.
Completano l'articolato disposizioni di carattere tecnico in ordine alla clausola di neutralità finanziaria, vedi l'articolo 2, e di entrata in vigore della legge, l'articolo 3.
Ringrazio per i lavori la Seconda Commissione, con la Presidente Rizzotto e tutti i componenti di essa, la Terza Commissione e la Prima che hanno contribuito altrettanto a tale disposizione, così come il servizio di affari giuridici e legislativi del Consiglio e l'assistenza tecnica della Direzione della Difesa del suolo della Giunta.
Entrando un po' nel cuore della richiesta, si vanno a portare questi due commi all'articolo 1 dell'articolo 34, il 6 bis, dove si prevede questo accordo di programma tra Regione, Comuni e Consorzi di bonifica proprio per questi interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del reticolo idrografico, di competenza dei privati, dove questi non dovessero intervenire, dunque la tenuta, a sua volta, della rete idraulica di bonifica.
In un altro comma, il 6 ter, il Comune stesso costituisce dichiarazione di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità degli interventi medesimi che sono, a loro volta, eseguiti dai soggetti proprietari.
Ecco, questo è in sostanza il provvedimento che pongo all'attenzione del Consiglio. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie collega.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di minoranza)

"Signor Presidente, colleghi consiglieri,

durante la fase istruttoria in Commissione la sottoscritta si è astenuta con l'intenzione di assumere il parere di alcuni Comuni, soprattutto di quelli più piccoli.

Infatti, in mancanza del parere del Consiglio delle Autonomie Locali, pareva un po' troppo affrettato licenziare un progetto di legge che disciplina alcune competenze dei Comuni. A ciò si aggiunga come le modifiche introdotte da questo progetto di legge si appalesino simili a disposizioni già in vigore.

A seguito di un confronto con i Comuni in cui Il Veneto che Vogliamo è presente, sono emerse le criticità rilevate anche dall'Ufficio Legislativo e segnatamente: "rimane da valutare, in sede istruttoria, la necessarietà della disposizione del progetto di legge atteso che non mancano nell'ordinamento strumenti normativi che possono presidiare a tali esigenze".

Infatti, anche in assenza delle modifiche che il progetto di legge oggi in esame intende inserire, la possibilità di intervenire sulle opere minori in caso di inerzia dei privati è già prevista.

Tuttavia nella sostanza va rilevato come - e i pareri raccolti presso i Comuni di cui sopra sono stati positivi - il progetto di legge introduca una previsione corretta, volta a favorire accordi e convenzioni tra Regione, Comune e Consorzi di bonifica affinché, laddove intervenga la dichiarazione di pubblica utilità da parte dei Comuni, siano i privati a dover intervenire.

In sintesi questa correlazione evidenzia due aspetti: il contenuto positivo del progetto di legge da un lato e la conferma di una previsione normativa già esistente dall'altro.

Infatti ci sono vari Comuni, tra cui anche alcuni di medie dimensioni come Piove di Sacco, che nel proprio Piano delle Acque hanno previsto proprio quello che inserisce questa proposta di legge.

La circostanza che alcuni Comuni stiano già mettendo le disposizioni di progetto di legge non ancora approvato denota senz'altro l'utilità del medesimo ma, per altro verso, vanno rilevate sia l'iperproduzione normativa degli ultimi mesi, sia la fretta con cui le leggi vengono licenziate e approvate. Prova ne sia che questo progetto di legge è stato licenziato in Commissione senza il parere del Consiglio delle Autonomie Locali.

Si ritiene pertanto che sarebbe stato opportuno rallentare i tempi e valutare altresì, attesi anche i lavori in materia di progetti di legge di riorganizzazione (c.d. ordinamentali), l'opportunità di formulare questo intervento normativo riordinando in modo più preciso la materia anziché aggiungendo nuove previsioni le quali, pur utili come evidenziato, si aggiungono a quelle già esistenti."
Do ora la parola alla consigliera Ostanel correlatrice del provvedimento.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
In Commissione io mi ero astenuta con l'idea di prendere del tempo per assumere alcuni pareri dei Comuni, soprattutto più piccoli perché, in mancanza del parere del Consiglio delle Autonomie Locali, come avevo detto, mi pareva un po' troppo veloce approvare un progetto di legge che comunque andava ad intervenire su alcune competenze dei Comuni e siccome ci sono altre norme in altre leggi che comunque prevedono dei dispositivi assolutamente simili a quelli che si proponeva in questo progetto di legge, per una questione di metodo, appunto, avevo chiesto di poter fare una controrelazione.
Allora, io ho provato a confrontarmi con alcuni dei Comuni in cui, come Veneto che Vogliamo siamo presenti e la questione è stata un po' diciamo quello che, ad esempio, la scheda SIN faceva vedere durante i lavori della Commissione, li hanno confermati, nel senso che anche in assenza di questa norma, la possibilità di prevedere la realizzazione di quello che questa proposta del consigliere Dolfin propone, si potrebbe fare.
Esistono alcuni articoli, che non sto qui a citare per brevità, ma che sono già in norme presenti e l'analisi del legislativo su questo progetto di legge un po' lo dimostrava e, quindi, diciamo il punto, se vogliamo trovare un punto non dico negativo, ma di criticità all'interno di questa legge, è proprio il fatto che si produce un'ulteriore norma all'interno di una serie di norme che già esistono.
Nel merito, però – e qui appunto i pareri che ho raccolto sono stati positivi – il progetto di legge sostanzialmente propone una cosa giusta, per cui si cerca di favorire accordi e convenzioni tra Regione, Comuni e consorzi proprio per far sì che, dove ci sia la dichiarazione di pubblica utilità da parte dei Comuni, siano i privati giustamente a dover intervenire.
Quindi diciamo che nella mia controrelazione volevo far vedere questi due aspetti: da un lato che il contenuto del progetto di legge è positivo, dall'altro il fatto che comunque conferma una previsione normativa che era già prevista. Ad esempio, ci sono vari Comuni, tra cui anche alcuni medi come quello di Piove di Sacco, che nel proprio Piano delle Acque ha esattamente previsto quello che oggi noi inseriamo nella proposta di legge.
Quindi è positivo di per sé che alcuni Comuni stiano facendo quello che noi oggi approviamo, ma è anche vero che nella iperproduzione normativa che in questi mesi stiamo vedendo e anche con la velocità con cui lo stiamo facendo, in assenza del Consiglio delle Autonomie locali e del suo parere, forse l'unico punto di metodo che si può inserire all'interno di una controrelazione è l'idea di pensare che ci si poteva prendere un po' più di tempo oppure si poteva valutare come, visto che stiamo parlando anche di ordinamentale, ripulire e lasciare semplicemente il fatto che ci sia una norma che indica con chiarezza ai Comuni cosa devono fare nel momento in cui ci sono alcuni privati che non mantengono il territorio in maniera adeguata.

PRESIDENTE

Grazie, collega Ostanel. Non vedo richieste di intervento da parte dei colleghi. Collega Enoch Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente. Il mio intervento sarà veloce, ma ritengo necessario.
Innanzitutto alla collega Ostanel mi sento di riferire che dalla scheda SIN si apprende che già delle normative intervengono in materia, ma mi sento di dire ancora una volta che non solo è necessario questo provvedimento, seppur ci sono già delle normative che intervengono in materia, come dicevo, ma mi sento ancor di più di riconoscere che, a testimoniare che c'è necessità di un provvedimento legislativo regionale, c'è di fatto quello che accade nei nostri territori.
Lei citava Piove di Sacco e il Piano delle acque ed è vero, ma è anche vero che Piove delle acque ha una normativa che lo regola, che, a mio avviso, sarebbe da puntualizzare e rivedere anche in alcuni aspetti, seppur un passo in avanti con la previsione perché alcune realtà dell'approvazione del Piano delle acque è stata già un passo enorme.
Invece il mio intervento vuole andare nella direzione di complimentarmi con il collega Dolfin per l'iniziativa perché di fatto questo provvedimento porta all'attenzione e regola chiaramente la possibilità, da parte dei Consorzi di bonifica, con gli Enti locali, con i Comuni, di stipulare delle convenzioni che vanno nell'indirizzo di risolvere un problema che è sicuramente presente nel Piano delle acque, che di fatto individua qual è la rete idrogeologica con i recettori principali, secondari e della rete minore, quelle che sono anche le competenze riferite alla proprietà e mi sento di dire poi che nella relazione si citano Comuni, privati e viabilità di carattere comunale, io dico anche viabilità di carattere provinciale.
E quando si dice questo, la dice lunga chi di fatto ha esperienza sulla gestione e l'amministrazione di questi enti, quando si trova molto spesso ad ascoltare o a leggere settimane di corrispondenza quando c'è il dibattito a chi spetta la manutenzione rispetto a uno scolo, a un fossato che permettano proprietà, magari in un ente pubblico e metà di un soggetto privato o di un proprietario privato.
Questo di fatto recita, per chi conosce bene la materia, che quando arriva l'evento meteorologico importante, quando arrivano perturbazioni importanti, le reti minori molto spesso vengono compromesse perché molti sono gli scoli della rete minore coltivati da coltivatori diretti del fondo, che magari da una settimana all'altra, non per volontà ma anche per semplice errore, possono compromettere quello che può essere il funzionamento di una rete minore di scolo.
Questo provvedimento io lo ritengo molto utile e sarà utile ai Consorzi di bonifica e ai Comuni per mettersi d'accordo, sarà stimolo a mettersi d'accordo con delle convenzioni che prevedano come fare, dove intervenire e come intervenire.
Ci sono tantissime realtà che negli ultimi dieci anni, sicuramente dal 2011, ma ritengo dal 2010 in poi – ne sono abbastanza certo – alcuni eventi si potevano evitare di allagamenti di zone urbane proprio date dalla interruzione del funzionamento delle reti minori di scolo. Questo è dato magari da un'istruzione, da una mancato manutenzione, anche da semplice sfalcio, dalla modalità con cui si fa il semplice sfalcio e magari dalla mancata manutenzione della quota della sezione degli scoli e degli stessi interventi di aggiornamento e adeguamento della stessa rete.
Quindi mi sento di fare un plauso ai colleghi, perché sembra un intervento di poco conto, ma in verità questi sono provvedimenti che poi, con l'auspicio che i Consorzi di bonifica, Comuni capiscono l'opportunità che il relatore e i sottoscrittori hanno voluto portare in quest'Aula e possa diventare uno strumento veramente utile, e quindi lo applichino, ne diano attuazione; sono sicuro che negli anni che verranno i benefici che i territori ne avranno saranno importanti e non ci saranno più magari tanti allagamenti che di fatto oggi hanno visto danni ingenti a proprietà di Enti pubblici, riscontrati nel tempo, cosa che di fatto dovrebbe essere la normalità, ma così non è. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ha chiesto di intervenire il consigliere Zanoni. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo, come è stato ricordato, è un progetto di legge che consente delle convenzioni tra Comuni e Regioni e dà dei poteri ai Comuni per intervenire laddove i privati non adempiono alle manutenzioni ordinarie sul reticolo minore dei fossati di scolo che abbiamo nella nostra Regione; spesso si tratta di fossi che sono ai margini della viabilità minore, di strade di campagna o anche di strade di paese con flussi di traffico minori rispetto alle direttrici principali, ma che comunque devono essere tenuti manutenzionati e puliti.
È vero – lo abbiamo letto tutti nelle schede del legislativo – che in qualche modo già ci sono delle norme che richiamano questa possibilità, qui cosa si fa? Si fa una ripetizione e forse si mettono le cose magari anche più in chiaro. Diciamo che va bene ribadire un'altra volta che possono essere fatte queste cose, diciamo che ci muniamo di una legge che può essere, comunque, utilizzata, che può prevedere appunto questi accordi tra Comuni e Regione, che dà in maniera chiara e inequivocabile dei poteri ai Sindaci per intervenire per attività di pubblica utilità.
Mantenere in ordine, mantenere puliti, mantenere manutenzionati questi fossi, questi canali di scolo, questo reticolo minore è sicuramente di estrema importanza, soprattutto oggigiorno, quando assistiamo a fenomeni climatici estremi e quindi, in caso di inerzia dei privati, è importante che il Comune intervenga con ordinanze e faccia fare d'imperio o faccia lui questi lavori e poi si fa risarcire i fondi dai privati inadempienti.
Dicevo che è importante attuare queste procedure proprio perché è necessario mantenere ben manutenzionati questi fossati, proprio perché viviamo in questa epoca di cambiamenti climatici, con questi eventi climatici estremi. Pensate, colleghi, che quando si iniziò, all'inizio della legislatura del 2015, per chi c'era nella precedente legislatura, a parlare di bombe d'acqua, noi vivremo il dramma del tornado nella Riviera del Brenta, dove ci fu anche una persona che perse la vita: da quel periodo in poi ci siamo abituati a un nuovo termine, che è quello delle bombe d'acqua. Ricordo che forse anche anni prima la bomba d'acqua al Mulinetto delle Crode, in provincia di Treviso, portò all'esondazione di un torrente che portò alla morte di diverse persone: ricordo che era il 1° agosto di quell'anno. Pensavo che il termine bomba d'acqua fosse un termine giornalistico, ma in realtà, poi, se si va a vedere, è un termine tecnico che è stato aggiunto a una classifica di eventi di precipitazioni atmosferiche, dove la bomba d'acqua viene dopo il nubifragio: il nubifragio è un evento estremo che raggiunge fino ai 30 millimetri di acqua all'ora e la bomba d'acqua è quella che supera i 100 millimetri all'ora, quindi fenomeni ai quali non eravamo abituati.
Di fronte a questi fenomeni abbiamo bisogno assolutamente di canali e fossi manutenzionati e puliti, perché voi capite che magari sono anche sottodimensionati perché realizzati in epoca diversa, quando queste precipitazioni non c'erano, ma se in più non sono puliti, ecco perché questa sicuramente almeno può essere una legge di stimolo affinché i nostri Sindaci abbiano un'arma in più per procedere, per pubblica utilità, a questi interventi.

PRESIDENTE

Grazie collega Zanoni. Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Anch'io, Presidente, volevo ringraziare il collega Dolfin per aver portato qui in Consiglio regionale questo tema, che è molto sentito nel territorio e dai Sindaci. Chi, come me, ha fatto il Sindaco sa benissimo quanto spesso e volentieri, come ha ricordato anche prima collega Soranzo, gran parte delle alluvioni dopo i temporali o dopo degli eventi cosiddetti eccezionali siano dovute a delle strozzature che spesso e volentieri sono nel reticolo minore, dovute a interventi o non interventi dei privati.
Io ricordo un'estate in cui una frazione di Cittadella, il mio paese, un privato aveva tombinato con un tubetto da pochi decimetri di diametro un torrente, che provocò un'alluvione alta ben 2-3 metri nel centro di questa frazione con ingenti danni. Io quella volta, da Sindaco, intervenni di notte con le ruspe del Comune a aprimmo tutto il torrente, giardino e mura di casa anche del signore e risolveremmo il problema, andando poi incontro a problemi naturalmente di metterci d'accordo subito dopo. Però effettivamente questo esiste.
Poi l'Assessore alle bonifiche, ricordo che comunque c'era una legge che poi avevamo finanziato di 50.000 euro per i Comuni per la sistemazione dei reticoli minori e speriamo che anche adesso l'assessore Caner abbia intenzione di rifinanziare o rifinanzieremo nel prossimo bilancio, perché è stato uno dei pochi interventi che comunque nel territorio ha portato veramente dei benefici e quindi anche questi tipi di convenzione, insieme comunque all'incontro tra Comuni e Regione Veneto e soprattutto appunto ai Geni civili e alla bonifica, si possono risolvere questi temi.
È chiaro che poi ci sono le responsabilità e andando comunque a convenzionare, come bene ha fatto il collega Dolfin, questo tema, andiamo anche a risolvere i problemi giuridici che poi i Sindaci hanno in questioni di questo tipo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Non vedo altri interventi. Collega Dolfin.

Marco DOLFIN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti, a dimostrazione che sembra un tema di poco conto, ma in realtà ha una sua efficacia e una sua efficienza nella ricaduta nel territorio per i Comuni, soprattutto per i vari amministratori, per gli Enti e per gli stessi Consorzi di bonifica, che così almeno si ritrovano uno strumento in più per operare attraverso, appunto, la funzionalità di questo provvedimento. Tra l'altro, una forma giuridica che si diceva prima era che era un po' datata nel 2014, è rimasta un po' indietro, e con questo si va a dare un contributo notevole alla cosa.
Permettetemi, colleghi, ringraziando tutti, di prendere spunto da questo provvedimento, che viene esposto quest'oggi, per rispondere a quel Consigliere/Consigliera che qualche giorno fa ha avuto modo anche di mettere in dubbio, visto che questo provvedimento è passato nell'ultima Commissione Seconda il 6 maggio, la mia presenza e addirittura anche il lavoro fatto all'interno di quella Commissione, dicendo addirittura che sarei venuto qua solo per prendere il gettone di presenza. Ora, io non sono qua per fare polemiche, ma è giusto dare a Cesare quel che è di Cesare e, siccome questo provvedimento è a firma mia ed è passato proprio il 6 maggio nella Seconda Commissione, alla presenza di tanti colleghi che erano presenti, dove io ho avuto modo anche di espormi, tanto per la cronaca dico che oggi viene anche in Consiglio. A maggior ragione, si è dimostrato che il lavoro è stato efficiente, è stato produttivo e, se andrà in porto nella votazione, porterà a casa anche un provvedimento per il territorio, per la nostra Regione, per il Veneto.
Lo dico senza ombra di polemiche, sia chiaro, però quando si viene accusati anche del lavoro, nella presenza, nel compito che si ha perché io sono pagato da questa Regione, da questo Ente, dico che io prima vengo qua a fare il mio lavoro e dopo vado in giro a fare dell'altro. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Dolfin.
Non ci sono altre richieste di intervento, quindi chiudiamo la discussione generale e passiamo all'articolato.
Articolo 1. Ci sono richieste di intervento?
Non vedo richieste di intervento, quindi mettiamo in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo successivo, che è l'articolo 2.
Non vedo richieste di intervento, quindi mettiamo in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo al successivo, l'articolo 3.
Non ci sono interventi, quindi mettiamo in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ci sono dichiarazioni di voto sul provvedimento in oggetto? Non vedo dichiarazioni di voto, per cui mettiamo in votazione il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
8



APPLICAZIONE DEL RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE, A SEGUITO DELL'APPROVAZIONE DEL RENDICONTO DELLA GESTIONE PER L'ESERCIZIO FINANZIARIO 2020 E VARIAZIONI DEL BILANCIO DI PREVISIONE 2021-2022-2023. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 13) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 44/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione dell'Ufficio di Presidenza)
"Signori Consiglieri,
in conformità a quanto disposto dal decreto legislativo 118/2011 e nel rispetto dei principi generali di congruità, coerenza e attendibilità contabile delle previsioni di bilancio, con il presente provvedimento si rende necessario apportare variazioni al bilancio di previsione finanziario 2021-2022-2023, anche sulla scorta d ella consistenza del fondo finale di cassa, dei residui attivi e passivi, del fondo pluriennale vincolato e del risultato di amministrazione accertati in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto il 31 dicembre 2020, nel rispetto d elle modalità previste dall'articolo 51 del decreto legislativo 118/2011, dando atto che le variazioni non alterano gli equilibri di bilancio.
L'APPLICAZIONE DEL RISU LTATO DI AMMINISTRAZIONE 2020
Con proprio provvedimento è stato approvato il rendiconto della gestione per l'esercizio finanziario 2020 del Consiglio regionale.
L'avanzo di amministrazione accertato alla chiusura dell'esercizio finanziario 2020 è d i euro 16.897.510,69, di cui:
la parte accantonata risulta complessivamente pari a euro 10.935.896,45;
la parte vincolata risulta complessivamente pari a euro 515.576,16;
la parte disponibile risulta complessivamente pari a euro 5.446 .038,08.
Con il presente provvedimento si pro pone di sottoporre al Consiglio regionale l'approvazione delle seguenti variazioni relativamente agli stanziamenti del primo esercizio considerato nel bilancio di previsione 2021-2022-2023:
a) iscrizione in entrata dell'utilizzo dell'avanzo di amministrazione per euro 16.897.510,69;
b) iscrizione nella parte spesa dei seguenti stanziamenti finanziati con avanzo:
euro 10.935.896,45 nella missione 20 - programma 3 per appositi accantonamenti pari alle quote del risultato di amministrazione accantonato, in applicazione di quanto previsto all'articolo 1, comma 468-bis, della legge 11 dicembre 2016, n. 232;
euro 515.576,16 nella missione 1 - programma 11 pari alla quota del risultato di amministrazione vincolato per le funzioni delegate del Corecom;
euro 5.446 .038,08 nella missione 1 - programma 3 pari alla quota dell'avanzo libero per la somma da restituire alla Giunta regionale.
LE VARIAZIONI ALLE PREVISIONI DI CASSA
Con proprio provvedimento n. 33 dell'11 marzo 2021 è stato approvato il riaccertamento ordinario dei residui alla chiusura dell'esercizio finanziario 2020 e sono state apportate le conseguenti variazioni alle previsioni di competenza 2021 nel bilancio di previsione finanziario 2021-2022-2023, al fine di consentire il re-impegno d elle spese che risultano non più esigibili nell'esercizio 2020 cui la pro posta di rendiconto si riferisce (allegato E/2 della citata deliberazione).
La giacenza di cassa accertata alla chiusura dell'esercizio finanziario 2020, da iscrivere come fondo iniziale di cassa nel bilancio in corso, ammonta a euro 28.149.574,14, come indicato nel conto reso d al Tesoriere allegato alla pro posta di rendiconto della gestione.
Con il presente provvedimento si tratta di sottoporre all'approvazione del Consiglio regionale le variazioni d i cassa al bilancio di previsione finanziario 2021-2022-2023 conseguenti al riaccertamento dei residui e alla re-imputazione degli impegni approvati con la su richiamata deliberazione, nonché l'adeguamento del fondo iniziale di cassa iscritto in entrata, come indicate nell'allegata tabella (Allegato A), che forma parte integrante del presente provvedimento".
L'EQUILIBRIO DI BILANCIO
Le variazioni di cui si propone con il presente provvedimento l'approvazione da parte del Consiglio regionale non alterano gli equilibri di bilancio, come indicato nell'allegato prospetto (Allegato B), che forma parte integrante del presente provvedimento".

PRESIDENTE

Relatrice è la Vicepresidente Zottis. Si può prenotare, collega?

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie. Il provvedimento, come già annunciato, riguarda l'applicazione del risultato di amministrazione a seguito del rendiconto che abbiamo approvato la volta precedente.
L'avanzo di amministrazione accertato alla chiusura dell'esercizio finanziario 2020 è di euro 16.897.510,69, la parte accantonata è di euro 10.935.896,45, la parte vincolata è pari a euro 510.576,16 e la parte disponibile risulta, invece, di euro 5.446.038,08.
L'iscrizione della spesa nei seguenti stanziamenti finanziati con avanzo è pari ad euro 10.935.896,45 nella missione 20, di euro 510.576,16 nella missione 1 e di euro 5.446.038,08 nella missione 1.
La giacenza di cassa accertata alla chiusura dell'esercizio finanziario 2020, da iscrivere come fondo iniziale di cassa del bilancio in corso, ammonta ad euro 28.149.574,14, come indicato nel conto reso dal Tesoriere allegato alla proposta di rendiconto.
Le variazioni che vengono proposte al provvedimento non alterano l'attuale equilibrio di bilancio, quindi il Consiglio delibera di apportare al bilancio di previsione finanziario 2021, 2022 e 2023 le variazioni di bilancio indicate nell'allegata tabella A, la nota integrativa; di dare atto che la variazione non altera gli equilibri di bilancio come rappresentati nell'allegato prospetto allegato B e di restituire alla Giunta regionale la somma di euro 5.446.038,08, pari alla parte disponibile dell'avanzo di amministrazione accertato con l'approvazione del rendiconto della gestione 2020.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo richieste di intervento in merito al provvedimento, quindi, se non ci sono richieste di intervento, metto in votazione la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
9



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "MISURE URGENTI DI SUPPORTO AI CONTRIBUENTI PER IL VERSAMENTO DELLA TASSA AUTOMOBILISTICA REGIONALE". (PROGETTO DI LEGGE N. 60) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 14/2021)

Relazione della Prima commissione consiliare.
Relatrice la consigliera Bisaglia.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione illustrativa)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
analogamente a quanto disposto dalla legge regionale 281412020, n. 12, che dispose che i versamenti della tassa automobilistica in scadenza tra l '8 marzo ed il 31 maggio 2020 potevano effettuarsi entro il 30 giugno, senza applicazione di sanzioni ed interessi, l 'articolo 5 della legge di stabilità regionale 2021 (!.r. 2911212020, n. 40) ha disposto una misura di sostegno tributario ai contribuenti prevedendo la possibilità di ottemperare al pagamento del tributo, per tutte le scadenze comprese tra gennaio e maggio 2021, entro il mese di giugno e sempre senza sanzioni ed interessi.
Questa misura ha effettivamente raggiunto lo scopo perseguito, poiché gli incassi regionali hanno registrato una flessione nei gettiti attesi compatibile con il periodo di crisi economica in essere per le famiglie e le imprese . Laddove i contribuenti veneti erano in grado di assolvere il proprio obbligo tributario, non hanno desistito dal pagare la tassa, ma per una percentuale pari al 28% circa nel mese di gennaio 2021, la possibilità di versare il tributo con un lasco di tempo maggiore ha probabilmente contribuito in modo sostanziale al sostegno dell ' economia delle famiglie e delle imprese in difficoltà.
Alla luce dell 'e sperienza maturata e del perpetuarsi della situazione di blocco o, quantomeno, di forte rallentamento di gran parte delle attività economiche disposte dal Governo, con conseguente impatto anche sui redditi dei lavoratori , si ritiene che la modifica del suddetto articolo 5 proposta dal progetto di legge oggi all 'esame di quest'Assemblea - una volta approvato il quale i versamenti della tassa per tutte le scadenze comprese tra gennaio ed agosto 2021 potranno effettuarsi entro il 30 settembre - possa contribuire, senza danno per le entrate della Regione, a continuare a sostenere , laddove effettivamente necessario, il sistema produttivo e tutti i contribuenti persone fisiche che ne abbiano ancora bisogno a far fronte ai propri adempimenti tributari relativi alla tassa automobilistica aumentando il margine temporale di assolvimento del tributo, rispetto a quanto già in essere, in assenza di applicazione di sanzione o interessi .
Nella seduta del 12 maggio la Prima Commissione consiliare ha proceduto a far illustrare dall'Assessore al bilancio il progetto di legge n. 60,- nella medesima seduta si è proceduto all'esame del! 'articolato e alla sua approvazione, risultata unanime.
Hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei gruppi consiliari Liga Veneta per Sa/vini Premier (Cecchetto, Cestari, Corsi, Favero), Zaia Presidente (Bisaglia , Centenaro, Cestaro, Gerolimetto, Sandonà, Villanova), Lista Veneta Autonomia (Piccinini), Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni (Palato, Speranzon), Forza Italia-Berlusconi-Autonomia per il Veneto (Venturini), Partito Democratico Veneto (Camani, Possamai Giacomo".

PRESIDENTE

Relatrice è la consigliera Bisaglia. Collega, si prenoti e poi le do la parola. No, si deve prenotare con l'applicazione. Prego, collega.

Simona BISAGLIA (Zaia Presidente)

Grazie. Signor Presidente, colleghi Consiglieri, analogamente a quanto disposto dalla legge regionale 28 aprile 2020, n. 12 , che dispose che i versamenti della tassa automobilistica in scadenza tra 08 marzo e il 31 maggio 2020 potevano effettuarsi entro 30 giugno senza applicazione di sanzioni ed interessi, l'articolo 5 della legge di stabilità regionale 2021, legge regionale 29 dicembre 2020, n. 40 , ha disposto una misura di sostegno tributario ai contribuenti, prevedendo la possibilità di ottemperare al pagamento del tributo per tutte le scadenze comprese tra gennaio e maggio 2021 entro il mese di giugno e sempre senza sanzioni ed interessi.
Questa misura ha effettivamente raggiunto lo scopo perseguito poiché gli incassi regionali hanno registrato una flessione nei gettiti attesi compatibile con il periodo di crisi economica in essere per le famiglie e le imprese; laddove i contribuenti veneti erano in grado di assolvere il proprio obbligo tributario, non hanno desistito dal pagare la tassa, ma per una percentuale pari al 28% circa nel mese di gennaio 2021, la possibilità di versare il tributo con un lasso di tempo maggiore ha probabilmente contribuito in modo sostanziale al sostegno dell'economia delle famiglie e delle imprese in difficoltà.
Alla luce dell'esperienza maturata e del perpetuarsi della situazione di blocco o quantomeno di forte rallentamento di gran parte delle attività economiche disposte dal Governo, con conseguente impatto anche sui redditi dei lavoratori, si ritiene che la modifica del suddetto articolo 5 proposta dal progetto di legge oggi all'esame di questa Assemblea, una volta approvato il quale i versamenti della tassa per tutte le scadenze comprese tra gennaio ed agosto 2021 potranno effettuarsi entro il 30 settembre, possa contribuire senza danno per le entrate della Regione a continuare a sostenere, laddove effettivamente necessario, il sistema produttivo e tutti i contribuenti, persone fisiche, che ne abbiano ancora bisogno a far fronte ai propri adempimenti tributari relativi alla tassa automobilistica, aumentando il margine temporale di assolvimento del tributo rispetto a quanto già in essere in assenza di applicazione di sanzioni o interessi.
Nella seduta del 12 maggio la Prima Commissione consiliare ha proceduto a far illustrare dall'Assessore al bilancio il progetto di legge n. 60; nella medesima seduta si è proceduto all'esame dell'articolato e alla sua approvazione risultata unanime. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ci sono interventi? Non vedo interventi, quindi chiudiamo la discussione generale e passiamo all'articolato.
Articolo 1. Non ci sono richieste di intervento, quindi lo mettiamo in votazione.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo successivo. Non ci sono richieste di intervento e quindi mettiamo in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo successivo, che è il n. 3. Non ci sono richieste di intervento, quindi apriamo la votazione sull'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto. Non ci sono dichiarazioni di voto. Prego, collega Guarda, vuole intervenire in dichiarazione di voto?

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Sì, per dichiarazione di voto.
Ho chiesto la parola soltanto per ribadire, insieme al parere favorevole rispetto a questo progetto di legge, che ho apprezzato che sia stato presentato questo ulteriore periodo di sollecitazione per quanto riguarda l'emergenza Covid e parallelamente vorrei ricordare che questo è il risultato di un lavoro anche di squadra avvenuto nella scorsa legislatura, che ha visto questo obiettivo sollecitato dall'opposizione in coordinato con la maggioranza, già nella prima ondata Covid.
Di conseguenza ritengo che sia proprio opportuno ribadire questo voto, che mi risulta essere unanime e, di conseguenza, valorizzare quello che è un lavoro di squadra che, come si può vedere, in certi ambiti può portare a non poche soddisfazioni, per cui grazie intanto di questa condivisione e ribadisco il parere favorevole di Europa Verde.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altri interventi, quindi mettiamo in votazione il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
10



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "DISPOSIZIONI IN MATERIA DI DURATA DELLA CLASSIFICAZIONE DELLE STRUTTURE RICETTIVE E DELLE SEDI CONGRESSUALI. MODIFICHE DEGLI ARTICOLI 32, 49 E 50 DELLA LEGGE REGIONALE 14 GIUGNO 2013, n. 11 : "SVILUPPO E SOSTENIBILITÀ DEL TURISMO VENETO".". (PROGETTO DI LEGGE N. 43) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 15/2021)

Relazione della Sesta commissione consiliare.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione illustrativa)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
la proposta in oggetto intende apportare alla legge regionale n. 11/2013 "Sviluppo e sostenibilità del turismo veneto", novellazioni alla disciplina della classificazione delle strutture ricettive e delle sedi congressuali, che interessino:
1) il procedimento di classificazione;
2) la durata della classificazione, tanto si tratti di prima classificazione, quanto di rinnovo della classificazione in essere;
3) il vigente sistema sanzionatorio per gli inadempimenti in materia di classificazione.
L'intervento legislativo, comunque di opportuno aggiornamento e snellimento ad otto anni dall'entrata in vigore della legge regionale n. 11/2013 , risponde oggi più che mai alla ratio del sostegno al settore del turismo ed ai suoi operatori, nella grave crisi che dal 30 gennaio 2020 a causa della pandemia ha colpito la più significativa industria del Veneto.
La condizione pandemica globale condiziona infatti fortemente l' aspetto programmatorio e decisionale dell'attività ricettiva attuale e futura, data la difficoltà di previsione della domanda turistica. Ne consegue uno stato generale di incertezza degli operatori anche rispetto alle valutazioni relative al rinnovo delle classificazioni in scadenza: tanto al livello di classificazione da programmare, quanto addirittura alla continuazione stessa dell'attività.
Il disegno di legge pertanto propone la semplificazione della procedura di rilascio, o modifica o rinnovo della classificazione delle strutture ricettive, prevedendo l'accesso alla procedura informatica; dispone inoltre un' estensione della durata della classificazione stessa dagli attuali cinque a sette anni; infine mitiga, secondo i principi di gradualità e proporzionalità, le sanzioni amministrative attualmente previste per gli inadempimenti in materia di classificazione.
La classificazione (articoli 31 e 32 della l.r. 11/2013) è il provvedimento amministrativo che abilita all' uso ricettivo le strutture in possesso di requisiti di interesse turistico - superfici e cubature minime dei locali per il pernottamento, altezze minime dei locali di servizio, attrezzature, dotazioni, aree comuni e servizi offerti ai turisti - e ulteriori requisiti sanitari, urbanistici, edilizi e di prevenzione incendi previsti dalle vigenti norme in materia.
La classificazione si esplicita in diversi livelli, fino ad un massimo di cinque classi contrassegnate da segni distintivi a seconda degli spazi, attrezzature, installazioni tecniche e servizi forniti al turista.
Come disposto dall'articolo 31 La Giunta regionale ha definito i requisiti minimi relativi ai distinti livelli di classificazione per le diverse tipologie di strutture ricettive: alberghiere, all'aperto, complementari o in ambienti naturali.
La classificazione è rilasciata dalla Giunta regionale su domanda del titolare della struttura ricettiva (art. 32) o, in caso di rinnovo, su presentazione di domanda di rinnovo di classificazione, presentata almeno sessanta giorni prima della scadenza della classificazione in corso.
La Direzione regionale Turismo procede al rinnovo della classificazione, entro sessanta giorni dalla data di presentazione della domanda, completa della documentazione prevista, verificando la completezza della domanda e la coerenza della documentazione allegata.
L'articolo 32, comma. 4, prevede altresì che decorsi i 60 giorni dalla data di presentazione della domanda di rinnovo di classificazione si applica il silenzio assenso di cui all'articolo 20 della legge n. 241/1990.
Nel 2020 sono risultate in scadenza complessivamente 217 domande di rinnovo di classificazione di strutture ricettive, di cui 130 alberghiere, 86 complementari e una all'aperto, rilasciate nel corso del 2015, in sede di rilascio della prima classificazione ai sensi della l.r. 11/2013.
Così pure nel 2021 risultano in scadenza complessivamente 1.935 domande di rinnovo di classificazione di strutture ricettive, di cui 732 alberghiere, 1.160 complementari e 43 all'aperto, rilasciate nel corso del 2016, in sede di rilascio della prima classificazione ai sensi della l.r. 11/2013.
L'articolo 1 del pdl propone dunque le seguenti modifiche all'articolo 32 della l.r. 11/2013 disciplinante la classificazione delle strutture ricettive:
- alla lettera a) del comma 1, per semplificare e velocizzare le procedure di classificazione, è consentita la possibilità di presentare alla Regione la relativa domanda o su modello regionale - com'è attualmente - o in procedura informatica prevista dalla Giunta regionale, così come peraltro già previsto anche per il Sistema informativo regionale del turismo al comma 2 dell'articolo 13 della l.r. 11/2013;
- alla lettera b) del comma 1, per concedere agli operatori turistici maggior tempo, si propone che il titolare di una struttura ricettiva o di una sede congressuale presenti alla Giunta regionale la domanda di rinnovo di classificazione, non più almeno 60 giorni prima della scadenza della classificazione in corso, bensì entro il termine della data di scadenza della stessa, decorso il quale si applicano le sanzioni previste dall'articolo 49, comma 5 bis, introdotto quest'ultimo dall'articolo 2, comma 1, lettera a) del pdl;
- alla lettera c) del comma 1 si propone di estendere la durata della classificazione da 5 a 7 anni, che decorrono:
- dalla data del provvedimento di rilascio di prima classificazione o, in mancanza del provvedimento espresso, dalla data di formazione del silenzio-assenso a seguito di domanda;
- dalla data del provvedimento di modifica della classificazione o, in mancanza del provvedimento espresso, dalla data di formazione del silenzio-assenso a seguito di domanda;
- nel caso, invece, di rinnovo di classificazione dalla data immediatamente successiva a quella di scadenza della precedente classificazione;
- nel caso, infine, della classificazione provvisoria prevista dall'articolo 50, comma 6 ter, dalla data della classificazione provvisoria stessa;
- alla lettera d) del comma 1 dell'articolo 1 del pdl, per rendere più efficace la collaborazione istituzionale tra le pubbliche amministrazioni competenti nella lotta all'abusivismo nel settore ricettivo e congressuale, si propone che la Giunta regionale segnali al Comune territorialmente competente, per l'applicazione delle sanzioni di cui all'articolo 49, le strutture ricettive e le sedi congressuali per le quali non risulti presentata da parte del titolare, entro il termine di scadenza della classificazione, la comunicazione di chiusura definitiva o la domanda di rinnovo di classificazione.
L'articolo 2 del pdl propone modifiche all'articolo 49 della l.r. 11/2013, disciplinante le sanzioni amministrative per la violazione delle norme della citata legge.
Il senso della novellazione proposta pertanto è che, per mitigare le sanzioni amministrative nei confronti del titolare di struttura ricettiva o di sede congressuale che non presenti la domanda di rinnovo di classificazione entro il termine di scadenza, non si applichi - come nel testo attualmente vigente - la disciplina generale di cui ai commi 4 e 8 dell'art. 49 che, per il caso di mancanza di classificazione, impone una sanzione pecuniaria da 3.000 sino a 6.000 euro e la cessazione definitiva dell'attività.
Si propone, invece, nel caso specifico di inadempimento all'obbligo di rinnovo di classificazione, una sanzione pecuniaria di minore importo (da mille a duemila euro), nonché la sanzione accessoria della sospensione dell'attività non classificata sino ad un massimo di dieci mesi, in luogo della cessazione definitiva dell'attività, rinviata questa al decorso dei dieci mesi di sospensione senza presentazione di domanda di rinnovo di classificazione.
E pertanto la sanzione della cessazione dell'attività, potrà essere evitata presentando la domanda di rinnovo di classificazione prima della scadenza dei suddetti dieci mesi di sospensione.
Il raccordo fra la previsione di tale sospensione dell'attività per dieci mesi, in luogo dell'immediata cessazione, consente peraltro al titolare della struttura ricettiva o della sede congressuale, pur dopo la scadenza della classificazione ed entro l'anzidetto termine, di continuare ad avvalersi del beneficio di cui all'art. 50, co. 4, lett. f ), della l.r. 11/2013, che consente ai titolari di autorizzazioni all'esercizio rilasciate anteriormente al vigore del provvedimento che ha definito i requisiti minimi di classificazione, di mantenere la destinazione d'uso edilizia, la capacità ricettiva e i requisiti dimensionali e strutturali già autorizzati.
L'art. 2 del pdl pertanto dispone l'inserimento del comma 5 bis, dopo il comma 5 dell'articolo 49 (Violazioni e sanzioni amministrative ) della lr n. 11/2013 .
Il comma 5 bis proposto prevede che il titolare di struttura ricettiva o sede congressuale che, in assenza di comunicazione di chiusura definitiva non presenti domanda di rinnovo della classificazione entro la data di scadenza della classificazione, sia soggetto:
a) alla sanzione amministrativa da euro 1.000 ad euro 2.000, fatto salvo quanto previsto dal comma 10. Il riferimento al comma 10 dell'articolo 49 sta a significare che la sanzione pecuniaria debba essere pagata entro sessanta giorni, decorsi inutilmente i quali l'attività resti sospesa per tre mesi per poi cessare definitivamente.
b) alla sospensione dell'attività dalla data di scadenza della classificazione sino alla data dell'avvenuto rinnovo e comunque fino a un massimo di dieci mesi successivi alla scadenza della classificazione, decorsi i quali senza la presentazione di domanda di rinnovo, il Comune, su segnalazione della Giunta regionale, dispone la cessazione dell'attività. La cessazione determina la necessità della presentazione di una nuova domanda di classificazione nel rispetto dei requisiti di classificazione previsti a tale data.
L'articolo 3 del pdl propone modifiche all'articolo 50 della l.r. 11/2013, disciplinante le disposizioni transitorie. Specificamente:
- il comma 1 dell'art. 3 per ragioni di coordinamento normativo con l'articolo 32 della l.r. 11/2013, modifica la disciplina transitoria dei procedimenti di classificazione provvisoria di strutture ricettive, perché attualmente essi non sono più gestiti dalla Città metropolitana di Venezia né dalle Province, come nel testo vigente del comma 6 ter dell'art. 50 della l.r. 11/2013, bensì dalla Regione;
- il comma 2 dell'art. 3 propone, per ragioni di parità di trattamento, che possano usufruire dell' estensione a sette anni di durata della classificazione, anziché gli attuali cinque, anche gli operatori turistici di strutture ricettive e sedi congressuali con classificazioni rilasciate, modificate o rinnovate nell'anno 2020 e nell'anno 2021.
L'articolo 4 del pdl, propone la clausola di neutralità finanziaria, disponendo che all'attuazione della presente legge si provvede nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio della Regione.
L'articolo 5 del pdl dispone la sua entrata in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Sulla proposta di legge la Sesta Commissione consiliare, nella seduta del 12 maggio 2021, ha espresso all'unanimità parere favorevole alla sua approvazione da parte del Consiglio regionale.
Hanno votato a favore i rappresentanti dei gruppi consiliari: Liga Veneta per Sa/vini Premier (Corsi, Cestari e Favero ), Zaia Presidente (Cavinato, Cestaro, Villanova, Sandonà, Vianello e Scatto), Lista Veneta Autonomia (Piccinini ), Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni (Razzolini, Polato e Soranzo ), Forza Italia Berlusconi - Autonomia per il Veneto (Bozza), Partito Democratico Veneto (Camani e Giacomo Possamai), Il Veneto che Vogliamo (Ostanel)".

PRESIDENTE

Do la parola alla consigliera Scatto in qualità di relatrice, prego. Collega, se si può prenotare.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Sì, sono prenotata.

PRESIDENTE

Non risulta. Prego, vada.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Mi fa piacere che questo PdL 43 venga discusso oggi in Aula subito dopo il 42, portante il titolo: "Iniziative per lo sviluppo economico e sociale del Delta del Po e della Riviera del Brenta", perché comunque ritengo che abbiano assolutamente delle note comuni in quanto dimostrano, secondo me, la concretezza di questa Amministrazione che sta suffragando con questi progetti di legge, ripeto, il 42 e 43, di avere proprio una progettualità in tema di turismo e di miglioramenti.
Questa concretezza non viene dimostrata con la messa a disposizione sempre di tante somme di denaro come qualcuno vorrebbe, ma con questo PdL si vanno ad agevolare quelle strutture che devono chiedere il rinnovo: nella fattispecie, andiamo a modificare degli articoli della legge n. 11 del 2013, in particolare gli articoli 32, 49 e 50.
Allora, come si contraddistingue questo progetto di legge? Si contraddistingue perché ha tre caratteristiche principali: il procedimento di classificazione, la durata della classificazione e il sistema sanzionatorio.
Allora, per meglio comprendere la portata della norma, partiamo dalla definizione di classificazione, che è quel provvedimento amministrativo che abilita all'uso ricettivo le strutture che abbiano ovviamente i requisiti richiesti. Ora, la classificazione è rilasciata dalla Giunta regionale su domanda del titolare della struttura ricettiva o, in caso di rinnovo, su presentazione di domanda di rinnovo presentata, secondo l'articolo che andiamo a modificare, almeno 60 giorni prima della scadenza della classificazione.
Iniziamo a vedere le modifiche.
Alla lettera a) vediamo che per semplificare e velocizzare le procedure di classificazione è consentita la possibilità di presentare alla Regione la relativa classificazione semplicemente su modello regionale, come finora succedeva, oppure con la procedura informatica; alla lettera b), invece, vediamo che per concedere agli operatori turistici maggior tempo, si propone che il titolare di una struttura ricettiva o di una sede congressuale presenti non più entro il termine di 60 giorni la domanda di classificazione, ma entro il termine della data di scadenza della classificazione; alla lettera c) si propone di estendere la durata della classificazione non più valevole per 5 anni, ma a 7 anni, quindi ovviamente uno sgravio da parte delle strutture ricettive.
Poi, all'articolo 2 del PdL, invece, vediamo che vengono ritoccate le sanzioni amministrative.
Dunque questa novellazione proposta è che, per mitigare le sanzioni amministrative nei confronti del titolare della struttura ricettiva o della sede congressuale, che non presenti la domanda di rinnovo di classificazione entro il termine di scadenza, non si applichi più la pena pecuniaria, che fino ad oggi era dai 3.000 ai 6.000 euro, con la cessazione definitiva dell'attività, ma con una sanzione pecuniaria di minore importo, che va dai 1.000 ai 2.000 euro, nonché la sanzione accessoria della sospensione dell'attività non classificata fino ad un massimo di dieci mesi, invece della cessazione definitiva dell'attività; praticamente si avrà la cessazione dell'attività solo se, trascorsi i dieci mesi dalla sospensione, non venga presentata la domanda di rinnovo.
Poi, abbiamo l'articolo 3 che sostanzialmente riguarda le disposizioni di transizione, quindi abbiamo la modifica della disciplina transitoria dei procedimenti di classificazione di strutture ricettive perché attualmente essi non sono più gestiti dalla Città Metropolitana di Venezia, né dalle Province, come nel precedente testo, bensì dalla Regione.
Inoltre, per ragioni di parità di trattamento, che dispone il comma secondo, possono usufruire dell'estensione a sette anni di durata di classificazione anche gli operatori turistici di strutture ricettive e sedi congressuali con classificazioni rilasciate, modificate o rinnovate anche nell'anno 2020 e nell'anno 2021.
L'articolo 4 riguarda la clausola di neutralità finanziaria: praticamente questa norma non ha né nuovi, né maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
L'articolo 5 dispone l'entrata in vigore della norma, ovviamente nel giorno successivo dalla pubblicazione nel BUR.
Ovviamente, a conclusione, la ratio di questa norma viene in seguito alla crisi pandemica e dove ci sono tante strutture che devono provvedere alla riclassificazione: ovviamente si è cercato di andare a dare uno sgravio ed ecco la concretezza di cui parlavo all'inizio: è un modo anche questo per dare un sostegno, direi anche tangibile. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Scatto. Ci sono interventi da parte di colleghi? Prego, collega Soranzo.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia – Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Solo per ringraziare innanzitutto il lavoro delle Commissioni e della presidente Scatto, che è intervenuta poc'anzi, perché, insieme agli altri Presidenti di Commissione che hanno visto questo provvedimento correre, come tanti: questo Consiglio regionale lo sta licenziando e sta licenziando tanti provvedimenti con l'indirizzo di dare delle risposte concrete.
Ha ragione la presidente Scatto a dire che è un iter forzato e arriva in quest'Aula questo provvedimento, come è stato già recitato bene dalla relatrice e della Presidente, nei suoi contenuti e nelle caratteristiche normative.
Però desidero portare anch'io all'attenzione di quest'Aula un concetto, che è un principio che poi si traduce in un messaggio e lo faccio anche da albergatore – non sono l'unico in quest'Aula, quindi so che comprende benissimo quello che dirò – perché oggi c'è un messaggio importante su questo provvedimento, che è collegato al PdL che abbiamo approvato in questo pomeriggio poco più di due ore fa, ma porta un messaggio che questa è un'Amministrazione regionale che raccoglie e sa ascoltare le richieste – in questo caso mi riferisco anche all'assessore Caner, che ringrazio – del territorio e degli operatori.
Questo porta con sé, è vero, introducendo modifiche nel procedimento di classificazione, nella durata della classificazione, nel vigente sistema sanzionatorio, un messaggio anche che un'Amministrazione regionale che è al fianco, sa ascoltare, ma soprattutto non è un'Amministrazione che porta un messaggio repressivo, ma di sostegno e di supporto in un momento particolare come questo, ma che guarda anche alle prossime annualità. Anzi, rende strutturale un'esigenza di semplificazione dei provvedimenti che di fatto porta con sé anche un altro messaggio, che è quello di dire agli operatori: guardate che non siete soli, guardate che stiamo investendo nel turismo veneto, nella macchina del turismo veneto.
Ma soprattutto stiamo dicendo: cerchiamo di togliervi tutti quegli appesantimenti normativi affinché possiate voi essere più snelli, possiate impiegare il vostro tempo nella promozione delle vostre strutture, però, attenzione, la qualità deve essere assolutamente garantita, i controlli ci saranno, le classificazioni ci sono, sono le stesse norme vigenti che ne garantiscono non solo il controllo, ma anche i requisiti di qualità che l'offerta turistica deve mantenere, però fatelo tranquillamente, fatelo con misure più semplici, ma fatelo soprattutto impiegando il tempo che oggi impiegate per fare dei rinnovi che sono ormai quasi meccanici, perché abbiamo un'ottima offerta turistica, nel promuovere le vostre strutture e nel cercare nuovi mercati, cercare nuove opportunità sì, di offerta, ma soprattutto anche di commesse che garantiscono crescita e posti di lavoro in un sistema turistico che deve tornare a correre al più presto in un'industria che vede il Veneto primo in assoluto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ci sono altri interventi?
Non vedo altri interventi, quindi chiudiamo la discussione generale.
Passiamo ora all'articolato.
Articolo 1. Non vedo interventi, quindi mettiamo in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo successivo, il n. 2.
Non ci sono interventi, quindi mettiamo in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo al successivo, che è l'articolo 3.
Non vedo interventi, quindi apriamo la votazione sull'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo al successivo, che è l'articolo 4.
Non ci sono interventi, quindi apriamo la votazione sull'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'ultimo articolo, che è il 5.
Non ci sono richieste di intervento, quindi apriamo la votazione sull'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ci sono dichiarazioni di voto? Non vedo dichiarazioni di voto, quindi mettiamo in votazione il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
11



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI RIZZOTTO, SORANZO, FORMAGGIO, SPONDA, BET E ZECCHINATO RELATIVA A "MODIFICHE DELLA LEGGE REGIONALE 16 FEBBRAIO 2018, n. 10 "NORME PER IL SOSTEGNO E LA VALORIZZAZIONE DEL PERSONALE DEI DISTACCAMENTI VOLONTARI DEL CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO OPERATIVI NELLA REGIONE VENETO"". (PROGETTO DI LEGGE N. 33) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 16/2021)

Relazione della Prima commissione consiliare.
Relatrice la consigliera Silvia Rizzotto.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
Signor Presidente, colleghi consiglieri,
la Regione del Veneto, con la legge regionale 16 febbraio 2018, n. 10 "Norme per il sostegno e la valorizzazione del personale dei distaccamenti volontari del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco operativi nella Regione Veneto", riconosce l'importante azione di tutela a favore dei cittadini svolta dai volontari dei Vigili del Fuoco, capace di offrire un contributo celere ed imprescindibile nella gestione delle situazioni emergenziali, per effetto del forte legame con il proprio territorio di riferimento.
Allo scopo di sostenere i distaccamenti volontari dei Vigili del Fuoco, la proposta di legge oggi all'esame di quest'Assemblea propone di modificare l'articolo 2 della suddetta legge, per meglio chiarire quali siano le associazioni che possono beneficiare degli interventi previsti dalla lr 10/2018; permette, inoltre, di estendere il beneficio delle risorse stanziate per l'acquisizione di mezzi e dotazioni tecniche, anche ai comuni sul cui territorio ricadono le sedi dei distaccamenti.
Il provvedimento, composto da tre articoli – quello modificativo, appunto, dell'art. 2 della l.r. 10/2018, la declaratoria di assenza di oneri e la disposizione sull'entrata in vigore della legge - è stato presentato alla Presidenza del Consiglio regionale in data 17 febbraio 2021 ed assegnato in sede referente il 25 febbraio alla Prima Commissione, nonché alle Commissioni Seconda, Terza e Quinta per un parere sugli aspetti di competenza.
Nella seduta del 14 aprile 2021 è stato illustrato in Prima Commissione dal primo firmatario.
Tra il 22 ed il 29 aprile le citate Commissioni hanno espresso i rispettivi pareri sul provvedimento, per quanto di competenza.
In data 30 aprile l'Ufficio di presidenza della Commissione ha ritenuto di dover trasmettere l'articolato ai Presidenti di UNCEM Veneto e di ANCI Veneto, nonché al Direttore della Direzione interregionale dei Vigili del Fuoco di Veneto e Trentino Alto Adige, che tra l'altro, ha confermato, per adesione, le proposte contenute nel provvedimento, al fine di metterli al corrente delle finalità del medesimo e chiedendo l'eventuale formulazione di osservazioni o memorie scritte al riguardo.
Ciò - conformemente a quanto previsto dall'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale in data 15 aprile 2021 - in considerazione dell'impossibilità di prevedere una data certa per la costituzione del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) e, conseguentemente, dell'operatività dell'organo (istituito con legge regionale 25 settembre 2017, n. 31 ), deputato alla rappresentanza degli enti locali e alla rispettiva formulazione di pareri in merito alle proposte di legge regionale relative a disposizioni di loro interesse o concernenti le loro funzioni.
Nella medesima seduta del 12 maggio, infine, la Commissione ha proceduto all'esame dell'articolato e concluso i propri i lavori approvando a maggioranza il provvedimento.
Hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei gruppi consiliari Liga Veneta per Salvini Premier (Corsi, Favero), Zaia Presidente (Centenaro, Gerolimetto, Sandonà, Villanova), Lista Veneta Autonomia (Piccinini), Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni (Polato), Forza Italia-Berlusconi-Autonomia per il Veneto (Venturini).
Si è astenuto il rappresentante del gruppo consiliare Partito Democratico Veneto (Possamai Giacomo).

PRESIDENTE

Relatrice è la collega Rizzotto. Prego, collega.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Colleghi, questa è la prima volta in questo mandato che affrontiamo questo argomento e mi fa anche molto piacere perché nel 2018 abbiamo approvato, per la prima volta in Veneto, una legge regionale per riconoscere, sostenere e valorizzare questa realtà che sono i Distaccamenti volontari dei Vigili del fuoco operativi e presenti in Veneto, una realtà che riguarda quasi 700 volontari e in Veneto vi sono 30 Distaccamenti, quindi una realtà importante, che fa un servizio importantissimo.
Io ho avuto modo di conoscerli e lo dico sempre e lo ricordo perché è un impegno che ho preso con loro quando ero ancora Sindaco, durante delle calamità naturali che ho avuto nel mio territorio comunale e non mi ero resa conto che fossero dei volontari perché per me erano equiparati agli effettivi; in realtà lo sono perché il tipo di servizio che fanno, il tipo di formazione che devono avere per svolgere questi servizi è equiparata a quella degli effettivi.
Ho preso questo impegno con loro all'epoca per far conoscere questa realtà, per farla conoscere anche ai Comuni vicini – io ho un distaccamento vicino al mio territorio – e negli anni siamo riusciti anche a fare una convenzione fra Comuni, anche se non ci compete; lo dico già qua chiaramente perché, anche quando abbiamo approvato la legge 10/2018, qualche collega mi ha anche criticato perché ha detto che non compete alla Regione dare soldi ai Vigili del fuoco volontari, perché dipendono dal Ministero dell'Interno. È vero questo, come non compete neanche ai Comuni, ma io da Sindaco all'epoca sono riuscita a fare una convenzione con tutti i Comuni della Pedemontana del Grappa, che dessero un contributo in base agli abitanti per mantenere le spese, per sostenere un po' le spese che hanno come Distaccamenti e questo avviene anche in diverse altre realtà.
Noi abbiamo 30 Distaccamenti, sono molto variegati, con situazioni molto diverse: 21 sono in provincia di Belluno, gli altri sono nelle altre Province. Sono dislocati in luoghi diversi, sono fondamentali soprattutto in caso di emergenza perché, quando gli effettivi sono impegnati anche in altri servizi, loro sono fondamentali e soprattutto durante le emergenze.
La legge 10/2018 è composta di due ambiti: uno è quello di sostenere la formazione, in particolare, che era una richiesta che viene particolarmente dai volontari; su questo devo dire che in questi due-tre anni di entrata in vigore di questa legge sono state fatte diverse cose positive, l'hanno molto apprezzata perché, ricordo, sono persone che hanno un'altra attività nella loro vita e, per potersi formare, per poter svolgere questo servizio, bisogna anche consentire che i corsi siano fatti in base anche i loro orari, quindi, detto anche banalmente, soprattutto al fine settimana; quindi non semplicemente i corsi che fanno anche i Vigili del fuoco diciamo effettivi, ma bisogna anche fare dei corsi dedicati e mi pare che, da verifiche che ho fatto in questi due anni e in questi anni sono andati abbastanza bene. Possiamo ancora migliorare e fornire ancora qualcosa in più, però stiamo rispondendo alle loro esigenze.
L'altro ambito era quello di dotare questi Distaccamenti di Vigili del fuoco volontari anche di attrezzature, materiali e dotazioni adeguate per il servizio che fanno. Sono realtà, ripeto, molto diverse. Abbiamo inserito all'epoca, quando ho proposto quella legge, le associazioni di volontari, però in realtà nei 30 Distaccamenti le realtà sono diverse: non tutti i 30 Distaccamenti sono sostenuti da un'associazione specifica di volontari dei Vigili del fuoco. Altri hanno un'altra associazione e io l'ho visto anche da Sindaco all'epoca, quando volevo dare un contributo per loro, al distaccamento che avevo vicino, quello di Asolo, non sapevo come dare loro un contributo e alla fine hanno costituito l'associazione Amici dei Vigili del fuoco. E questo succede anche in tante altre realtà di Distaccamenti che abbiamo: non tutti hanno un'associazione che è dedicata a loro solo composta da volontari.
Questa modifica normativa va quindi ad estendere quella previsione che avevamo inserito nella legge 10/2018, inserendo non solo associazioni di volontari, ma associazioni che sostengono i Distaccamenti dei Vigili del fuoco e poi anche i Comuni nelle cui sedi sono questi Distaccamenti, perché in alcune realtà non vi sono neanche associazioni, quindi il modo per poter far avere loro questo contributo, perché altrimenti dovremmo darlo al Ministero dell'Interno, non c'è modo di darlo direttamente a loro, è quello di darlo anche al Comune dove ha sede il distaccamento.
Quindi questa modifica va ad ampliare il range delle possibilità di beneficiare del contributo, ma è sempre finalizzato a questi 30 Distaccamenti che io, con l'occasione, anche ringrazio per il loro impegno e scusate, ma per una volta vorrei anche citare quali sono perché non li conosciamo neanche tutti. Io ne conosco diversi, ma neanche tutti: Agordo, Arabba, Auronzo, di Cadore, Basso Feltrino, Belluno, Borca Vado, Calalzo, Canale d'Agordo, Caprile, Colle Santa Lucia, Cortina, Costalissoio, Costalta, Dosoledo, Feltre, Gosaldo, Longarone, Lorenzago di Cadore, Lozzo di Cadore, Padova, Pieve d'Alpago, San Vito di Cadore, Santo Stefano di Cadore, Selva di Cadore, Valle di Cadore, Zoldo Alto. Poi abbiamo Thiene e Recoaro Terme in Provincia di Vicenza, Villafranca e Bovolone in Provincia di Verona, Mirano e Caorle in provincia di Venezia, Asolo Gaiarine in Provincia di Treviso, e Camposampiero, che ora è spostato a Borgoricco, in Provincia di Padova.
A loro penso come Consiglio regionale va tutto il nostro ringraziamento per l'impegno che fanno; certo la somma che noi mettiamo a disposizione non è grande, lo sappiamo, però anche in questi anni, in questi ultimi due anni, sono stati 5.000 euro a distaccamento, quindi 150.000 euro complessivi, in più 40.000 euro che abbiamo investito per la formazione, quindi il totale complessivo è di 190.000 euro.
Io spero che in futuro, come ho detto, sia da parte della Regione e spero anche da parte anche governativa, statale, possa esserci più sostegno a loro.
Io ringrazio l'assessore Bottacin, il dirigente Soppelsa della Protezione civile regionale, anche il Distaccamento interregionale dei Vigili del fuoco Munaro per l'attenzione che hanno dimostrato verso questa realtà che, ripeto, in molti territori è fondamentale.
Quindi, questa modifica normativa è volta proprio a cercare di arrivare a fare un bando che possa far arrivare direttamente a loro, a questi Distaccamenti dei fondi che siano fondamentali per acquistare delle attrezzature, delle dotazioni, utili ovviamente a salvare la vita a noi e a tutti quelli che in quei territori possono aver bisogno.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di minoranza)

"Signor Presidente, colleghi consiglieri,

annuncio già che per questo provvedimento voteremo a favore. La correlazione serve solo a sottolineare il lavoro pregevole dei volontari dei Distaccamenti del Corpo dei Vigili del Fuoco che, vale la pena di dirlo bene e in maniera più estesa, di fatto sono quasi equiparati agli effettivi del Corpo e svolgono attività anche molto distanti rispetto al luogo di residenza.

Penso a chi, nel caso dei volontari di Thiene ad esempio, fa interventi in Altopiano e lo fa con un livello di professionalità sostanzialmente pari a quello degli effettivi, sono persone che sottraggono tempo alla loro vita, alle loro famiglie, per fare questa attività. Giusto per dare una dimensione, non è un gruppo di pensionati o di persone che meritevolmente dedicano il tempo libero, sono persone che magari dedicano interi sabati e domeniche e dormono e vivono nel weekend all'interno delle caserme, dedicano spazi importanti di vita a questa attività, per cui è giusto sostenerli.

Anche qui, come si diceva prima, non è esclusivamente un tema regionale, ma è necessario che anche la Regione faccia un pensiero soprattutto, per esempio, sulla distribuzione territoriale: nella provincia di Vicenza ci sono distaccamenti a Thiene e a Recoaro, mentre non ci sono - ho qui davanti a me il consigliere Formaggio che è un esponente di quel territorio - nel basso Vicentino, e nemmeno nell'area del capoluogo, varrebbe quindi la pena lavorare per la promozione dei distaccamenti e far sì che siano presenti in maniera omogenea su tutto il territorio.

È evidente che, prima di tutto, è un ragionamento da fare con gli enti locali e con il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. Di fatto non mi dilungo sul contenuto del PdL perché lo ha illustrato la consigliera Rizzotto, riteniamo sia assolutamente razionale e qui dobbiamo discutere di una questione tecnica relativa alla provenienza dei contributi, anche perché, oltre alla Regione, i contributi arrivano anche dai Comuni. Quindi che ci sia una riorganizzazione sulla modalità di erogazione del contributo penso che stia nelle cose e che sia razionale. È evidente - anche questo l'ha detto, ammettendolo, la relatrice nel suo intervento - che servirebbero ben altre risorse se vogliamo davvero dare una mano, e se davvero crediamo in questa norma e nell'utilità dei distaccamenti la necessità di contributi più rilevanti c'è tutta."
Ha chiesto di intervenire il correlatore Giacomo Possamai. Prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Sì, rapidamente anche su questa, nel senso che anche qui preannuncio che voteremo a favore, che la correlazione era solo per sottolineare il lavoro pregevole dei volontari dei Distaccamenti del Corpo dei Vigili del fuoco nel senso che in queste settimane, insomma, ho avuto l'occasione di confrontarmi in particolare con gli amministratori della provincia da cui provengo, Vicenza, Thiene, Recoaro, citati prima dalla relatrice Rizzotto, nel senso che i volontari – lo ha accennato prima la Consigliera ma, secondo me, vale la pena di dirlo bene e in maniera più estesa – di fatto sono quasi equiparati agli effettivi del Corpo, nel senso che svolgono attività anche molto distanti rispetto al luogo di residenza del Distaccamento.
Nel caso di Thiene, per esempio, fanno interventi in Altopiano e lo fanno con un livello di professionalità, appunto, sostanzialmente pari agli effettivi e sono persone che dedicano parte della loro vita togliendola alla loro famiglia, quindi svolgono un'attività equiparabile in tutto e per tutto a quella degli effettivi e sono persone che sottraggono tempo alla loro vita normale per fare questa attività. Giusto per dare una dimensione, perché magari non tutti conoscono questa realtà, che io conoscevo un po' per averli incontrati in attività amministrative passate, ma l'ho approfondita bene in queste settimane, cioè non è un gruppo di pensionati o di persone che meritevolmente dedicano il tempo libero nel momento in cui non stanno lavorando, ma che magari dedicano i sabati e le domeniche e dormono e vivono nel weekend all'interno delle caserme, quindi dedicano spazi importanti di vita a questa attività, per cui è giusto sostenerli.
Anche qui, come si diceva prima, non è necessariamente un tema regionale, ma vale la pena che anche la Regione ci faccia un pensiero, per esempio sulla distribuzione territoriale: a Vicenza ci sono a Thiene e ci sono Recoaro, mentre non ci sono – ho qui davanti a me il consigliere Formaggio che è un esponente di quel territorio – nel basso vicentino, non ce ne sono nell'area del capoluogo, quindi varrebbe la pena anche lì lavorare per la promozione di Distaccamenti che siano anche presenti in maniera omogenea sul territorio.
È evidente che, prima di tutto, è un ragionamento da fare con gli enti locali e con il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, ma penso che possa essere un ragionamento utile. Di fatto non mi sono dilungato sul contenuto del PdL perché lo ha illustrato la consigliera Rizzotto ed è assolutamente razionale ed è più una questione tecnica relativa a dove arrivano i contributi, anche perché, oltre alla Regione, i contributi arrivano anche dai Comuni ai Distaccamenti. Ci sono diversi Comuni che danno contributi perché evidentemente la prima questione è, per esempio, sui mezzi e sugli automezzi con cui si muovono: hanno necessità di contributi e li chiedono agli enti che sono disponibili a darli.
Quindi che ci sia una riorganizzazione sulla modalità di erogazione del contributo penso che stia nelle cose e che sia razionale. È evidente – anche questo l'ha detto ammettendolo, in senso in senso buono, la relatrice nel suo intervento – che servirebbero ben altre risorse e mi raccontavano la situazione di Thiene qualche settimana fa, in cui hanno avuto un mezzo nuovo di vent'anni e, per carità, però è per dire che se noi vogliamo dare loro una mano, è evidente che la necessità di contributi più rilevanti c'è tutta e che se ci crediamo in questa norma e nell'utilità di questi Distaccamenti la necessità di investimenti c'è tutta. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Possamai. Collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie mille. Intanto voglio ringraziare per l'opportunità di questa discussione. Ci eravamo presi del tempo – si ricorda, consigliera Rizzotto? – per andare ad approfondire ulteriormente questo progetto di legge e l'abbiamo fatto insieme con le realtà del territorio e quindi voglio già anticipare fin d'ora che il voto di Europa Verde sarà sicuramente positivo rispetto a quello che è un intervento legislativo che corregge la portata da un punto di vista proprio di realizzazione della legge stessa che appunto abbiamo approvato nella scorsa Legislatura.
All'epoca avevamo sollecitato e sollevato anche i dubbi che oggi vengono corretti per consentire un adeguato raggiungimento dell'obiettivo previsto dalla legge all'epoca e che oggi quindi si va a correggere e a consentire appunto la sua realizzazione al 100%.
Quindi sostenere i Distaccamenti volontari attraverso lo stanziamento di fondi direttamente alle associazioni: pensiamo anche noi che sia l'adeguata risposta alle sollecitazioni che appunto ci sono non soltanto pervenute, ma che allo stesso tempo avevamo già sollevato nella scorsa Legislatura e questo insomma ci porta a sostenere positivamente questo progetto di legge, per cui ringrazio.

PRESIDENTE

Grazie collega. Non ci sono altri interventi, quindi chiudiamo la discussione generale,
Prego, collega Soranzo.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Molto velocemente. Grazie, Presidente.
Intanto penso che, come Gruppo di Fratelli d'Italia, siamo assolutamente a sostegno e lo abbiamo voluto sottoscrivere, per la bontà di questo provvedimento: perché è stato presentato dalla stessa collega Rizzotto, credo nel 2018 e per affermare un principio che va a sostegno. Lo faccio io da padovano che di fatto fra i Distaccamenti è dove Padova insomma rappresenta magari minori entità, ma questo non ha nessun significato perché i tempi di intervento, efficacia ed efficacia dell'intervento in termini di qualità e soprattutto quindi tradotto per chi interviene sa e chi amministra sono la formazione e le attrezzature sono fondamentali. Abbiamo visto come dal 2010 ad oggi in tanti eventi tutta la parte diciamo sicuramente formata della struttura, ha fatto un lavoro straordinario, ma tutta la parte del volontariato si è dimostrata altrettanto straordinaria e importante.
Quindi il provvedimento ha assolutamente l'estensione che è stata proposta, ha un valore secondo noi non solo condivisibile ma importante, secondo il principio che poi non è importante dove sia il Distaccamento, perché poi quando c'è un'emergenza arrivano ovunque: sono uomini, chi conosce le emergenze sa che provengono anche non solo nel piano della Regione prevede che arrivino prevalentemente all'interno della Regione Veneto, ma poi anche da fuori territorio veneto e nel 2010 abbiamo visto anche fuori dei confini italiani, però secondo noi è fondamentale, complimenti a questo provvedimento, è un bel messaggio, un messaggio che vede nei volontari formazione, efficacia e tempi che possono solo migliorare, quindi è un investimento sicuramente proficuo per il nostro presente e futuro.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Ha chiesto intervenire il consigliere Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Solo per sottoscrivere, a nome del Gruppo Liga Veneta, Zaia Presidente e Veneto Autonomia. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo ora all'articolato.
Articolo 1, non ci sono interventi.
Quindi apriamo la votazione sull'articolo 1.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Presidente, scusi, sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE

Sì, prego, consigliere Speranzon.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Chiedo cortesemente, siccome ci sono alcuni Consiglieri che erano presenti in Commissione del mio Gruppo che hanno sottoscritto il disegno di legge, di poterlo sottoscrivere, a nome mio e anche del consigliere Razzolini.
PRESIDENTE
Non possono. Doveva farlo prima. Troppo tardi. Va bene, resta comunque a verbale la sottoscrizione volontaria.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Quella di Pan è stata accettata.

PRESIDENTE

Va bene, rimane a verbale, colleghi, non importa.
Vi ricordo che è in corso la votazione dell'articolo 1, quindi votate.
Purtroppo, quando ha fatto la richiesta Pan , nessuno mi aveva avanzato obiezioni.
È aperta la votazione sull'articolo 1.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo successivo, che è il numero 2.
È aperta la votazione sull'articolo 2.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 3. Non ci sono interventi, quindi apriamo la votazione.
È aperta la votazione sull'articolo 3.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ci sono dichiarazioni di voto? Se non ci sono dichiarazioni di voto, mettiamo in votazione il progetto di legge.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Signori, il Consiglio termina qui e ovviamente sarete convocati a domicilio per la prossima volta.
Buona serata a tutti.
La Seduta termina alle ore 18.15
Il Consigliere segretario
Alessandra SPONDA

Il Presidente
Nicola Ignazio FINCO

Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba
Verbale n. 20 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 20
MARTEDì 18 MAGGIO 2021


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 20a seduta pubblica – martedì 18 maggio 2021
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 34 dell'11 marzo 2021.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 7979 del 13 maggio 2021.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 13.40.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin .

Punto n. 1) all'ordine del giorno


Approvazione verbale della seduta precedente  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 19a seduta pubblica di martedì 11 maggio 2021.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e il consigliere Lorenzoni.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 88 del 02.03.2021
presentata dalla consigliera Guarda
"SARS-CoV-2 e varianti venete: test antigenici inadeguati?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 119 del 12.04.2021
presentata dalle consigliere Camani e Ostanel
"Quali sono le intenzioni della Giunta regionale sul GRA di Padova?"

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 109 del 26.03.2021
presentata dal consigliere Zanoni
"Abbattimento alberi nel Parco regionale del Fiume Sile. Quali verifiche e controlli per evitare la distruzione del patrimonio arboreo naturale di un'area di particolare pregio naturalistico?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 122 del 16.04.2021
presentata dai consiglieri Camani e Zanoni
"Quali sono le intenzioni della Giunta regionale sul Parco Colli?"

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4, del Regolamento


Il PRESIDENTE comunica che non ci sono risposte ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento.

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Iniziative per lo sviluppo economico e sociale del Delta del Po e della Riviera del Brenta". (Progetto di legge n. 42) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 12/2021)  [RESOCONTO]

Intervengono i consiglieri Cestari (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima commissione consiliare, e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima commissione consiliare.

In discussione generale intervengono le consigliere Guarda (Europa Verde), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Vianello (Zaia Presidente), Baldin (Movimento 5 Stelle).

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti nn. A13 e A14 testé presentati scade in 10 minuti.

In discussione generale intervengono i consiglieri Zottis (Partito Democratico Veneto), Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Montanariello (Partito Democratico Veneto) e l'assessrore Calzavara.

In sede di replica intervengono i consiglieri Cestari (Liga Veneta per Salvini Premier) e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE sospende la seduta per permettere alla Prima Commissione consiliare di esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 15.44.

La seduta riprende alle ore 16.19.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

L'emendamento n. A8 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE dichiara assorbito l'emendamento n. A1.

L'emendamento n. A6 all'articolo 1, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A12 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A13 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) sull'emendamento appena votato.

L'emendamento n. A2 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'emendamento n. A9 all'articolo 2, illustrato dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE dichiara assorbito l'emendamento n. A7.

Sull'emendamento n. A10 all'articolo 2 intervengono i consiglieri Sandonà (Zaia Presidente) che lo illustra e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento A10 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. A3 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A11 all'articolo 2, illustrato dal consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Gli emendamenti nn. A14 e A4 all'articolo 2, posti in votazione separatamente, col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Sull'emendamento n. A5 all'articolo 4 intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde) che lo illustra e Montanariello (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. A5 all'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli articoli 4 e 5, posti in votazione separatamente, col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Si passa all'esame degli ordini del giorno collegati al progetto di legge in oggetto.

ODG n. A15

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Guarda, Ostanel, Baldin, Possamai Giacomo, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni e Zottis relativo a "Destinare congrue risorse finanziarie a garanzia dell'effettivo sostegno dello sviluppo economico e sociale del Delta del Po e della Riviera del Brenta, e sostenere il Veneto orientale e il litorale veneto, per un effettivo sviluppo armonico dei territori.". RESPINTO  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'ordine del giorno in oggetto.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Bigon, Camani, Guarda, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Hanno votato no:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. A16

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ostanel, Guarda, Montanariello e Possamai Giacomo relativo a "Prevedere la possibilità che queste esperienze di governance locale possano essere estese ad altre realtà territoriali e concessi contributi anche a ulteriori Comuni" in occasione dell'esame del disegno di legge relativo a "Iniziative per lo sviluppo economico e sociale del Delta del Po e della Riviera del Brenta". (Progetto di legge n. 42) APPROVATO (Deliberazione n. 43/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'ordine del giorno in oggetto, Cestari (Liga Veneta per Salvini Premier) e Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica l' ordine del giorno in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale interviene la consigliera Guarda (Europa Verde).

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Guarda

Non votanti:

nessuno

Assume la Presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco e assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda .

Punto n. 7) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Dolfin e Zecchinato relativa a "Modifiche alla legge regionale 8 maggio 2009, n. 12 "Nuove norme per la bonifica e la tutela del territorio"". (Progetto di legge n. 44) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 13/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono il consigliere Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Seconda commissione consiliare, e la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che svolge la relazione di minoranza per conto della Seconda commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) e Dolfin (Liga Veneta per Salvini Premier) in sede di replica.

Si passa all'esame dell'articolato.

I tre articoli che compongono il progetto di legge, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Piccinini, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Guarda

Non votanti:

nessuno

Punto n. 8) all'ordine del giorno

Applicazione del risultato di amministrazione, a seguito dell'approvazione del rendiconto della gestione per l'esercizio finanziario 2020 e variazioni del bilancio di previsione 2021-2022-2023. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 13) APPROVATA (Deliberazione n. 44/2021)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) che svolge la relazione illustrativa per conto dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Maino, Michieletto, Pan, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 9) all'ordine del giorno


Disegno di legge relativo a "Misure urgenti di supporto ai contribuenti per il versamento della tassa automobilistica regionale". (Progetto di legge n. 60) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 14/2021)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Bisaglia (Zaia Presidente), che svolge la relazione illustrativa per conto della Prima commissione consiliare.

I tre articoli che compongono il progetto di legge, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

In dichiarazione di voto finale interviene la consigliera Guarda (Europa Verde).

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 10) all'ordine del giorno


Disegno di legge relativo a "Disposizioni in materia di durata della classificazione delle strutture ricettive e delle sedi congressuali. Modifiche degli articoli 32, 49 e 50 della legge regionale 14 giugno 2013, n. 11 : "Sviluppo e sostenibilità del turismo veneto".". (Progetto di legge n. 43) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 15/2021)  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Scatto (Zaia Presidente), che svolge la relazione illustrativa per conto della Sesta commissione consiliare.

In discussione generale interviene il consigliere Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

I cinque articoli che compongono il progetto di legge, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Guarda

Non votanti:

nessuno

Punto n. 11) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Rizzotto, Soranzo, Formaggio, Sponda, Bet e Zecchinato relativa a "Modifiche della legge regionale 16 febbraio 2018, n. 10 "Norme per il sostegno e la valorizzazione del personale dei distaccamenti volontari del corpo nazionale dei vigili del fuoco operativi nella Regione Veneto"". (Progetto di legge n. 33) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 16/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Rizzotto (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima commissione consiliare, e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) e Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni).

I tre articoli che compongono il progetto di legge, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Maino, Michieletto, Ostanel, Pan, Polato, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 18.15.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BORON Fabrizio
POLATO Daniele
BOZZA Alberto
POSSAMAI Giacomo
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CENTENARO Giulio
RIZZOTTO Silvia
CESTARI Laura
SANDONA' Luciano
CESTARO Silvia
SCATTO Francesca
CIAMBETTI Roberto
SORANZO Enoch
CORSI Enrico
SPERANZON Raffaele
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VIANELLO Roberta
GEROLIMETTO Nazzareno
VILLANOVA Alberto
GIACOMIN Stefano
ZANONI Andrea
GUARDA Cristina
ZECCHINATO Marco

ZOTTIS Francesca






IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Alessandra SPONDA






IL PRESIDENTE
Nicola Ignazio FINCO









N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Paola Lombardo