ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 08/06/2021 n. 22

Resoconto n. 22 - 11^ legislatura
Resoconto 22 a Seduta pubblica
Martedì, 8 giugno 2021
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 13.54

PRESIDENTE

Invito tutti i colleghi a marcare la presenza su Concilium per verificare il numero legale. Colleghi, vi invito a segnare la presenza su Concilium, grazie.
Bene, siamo in numero legale.
Diamo inizio alla 22a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 9174 del 1° giugno 2021.
PUNTO
1



APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della 20a seduta pubblica di martedì 18 maggio 2021 e della 21a seduta pubblica di martedì 25 maggio 2021.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Ha comunicato congedo
Luca ZAIA
Il congedo è concesso.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Partiamo con l'IRI n. 56.

Interrogazione a risposta immediata n. 56 del 13 gennaio 2021 presentata dai consiglieri Bigon, Camani, Lorenzoni, Zanoni e Zottis relativa a "QUANDO SARÀ RIAVVIATO LO SCREENING EPIDEMIOLOGICO PER IL RILEVAMENTO DELLA CONTAMINAZIONE DA SOSTANZE PERFLUOROALCHILICHE (PFAS)?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- in un articolo recentemente pubblicato sul settimanale L'Espresso è stato evidenziato che da oltre un anno nella Regione Veneto non viene effettuato lo screening epidemiologico per il rilevamento della contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche. L'interruzione di questo importante servizio di prevenzione sarebbe stata giustificata dall'emergenza pandemica in atto;
- nel suddetto articolo si sottolinea che un recente studio effettuato da alcuni ricercatori danesi avrebbe rilevato un collegamento tra la presenza di Pfas nel sangue e l'aggravamento delle condizioni di alcuni pazienti colpiti da Covid-19. Si tratta di una ricerca non ancora sottoposta a 'peer review', ma che dovrebbe comunque essere tenuta in considerazione, dato l'elevato numero di cittadini veneti contaminati da Pfas e i crescenti contagi da Coronavirus registrati soprattutto nell'ultimo mese.
Rilevato che in provincia di Verona tutto il personale dedicato alle attività di screening è stato impiegato per l'emergenza Covid-19 e non vi è alcuna certezza sui tempi della loro riattivazione.
Ritenuto che sia necessario riavviare al più presto il suddetto screening epidemiologico, coinvolgendo i medici ginecologi e gli ostetrici del territorio interessato affinché le donne in età fertile, prima di un'eventuale gravidanza, possano avere tutte le informazioni sui rischi connessi ai Pfas ed essere poi sottoposte ad uno screening alla tiroide. Inoltre, sarebbe opportuno effettuare anche un'indagine sui bambini in età scolastica per quantificare la presenza di disturbi da deficit di attenzione e iperattività o dell'apprendimento, poiché alcuni studi mettono in correlazione tali disturbi con la contaminazione da Pfas.
Tutto ciò premesso, i sottoscritti consiglieri
chiedono all'Assessore regionale alla Sanità
se sarà riavviato, ed entro quali tempi, lo screening epidemiologico per il rilevamento della contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas)".
Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa interrogazione è stata depositata effettivamente per capire quando riprenderà questo screening sospeso durante la pandemia e molto importante perché è relativo alle contaminazioni da sostanze PFAS. Tra l'altro, in un articolo pubblicato su "L'Espresso", si sottolineava un collegamento tra la presenza di PFAS nel sangue e l'aggravamento delle condizioni di alcuni pazienti colpiti da Covid, ad esempio.
Rilevato, comunque, che anche nella provincia di Verona, come anche nella provincia di Vicenza, era stato sospeso questo screening, chiedevamo appunto quando sarebbe ripreso: era questa la domanda che facevamo alla Giunta. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Risponde l'assessora Lanzarin.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Le attività dello screening epidemiologico regionale riferito all'esposizione dalla contaminazione da sostanze pefluoroalchiliche (PFAS) è coordinato dall'Azienda Ulss n. 8 Berica, pertanto, sulle questioni poste dall'interrogazione in oggetto è stata chiesta una relazione in merito.
La relazione, sottoscritta dal Responsabile Scientifico della Sorveglianza della popolazione esposta ai PFAS, è stata trasmessa con nota del Direttore Generale dell'Ulss 8 tramite Azienda Zero ed è pervenuta alla Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria in data 18 marzo 2021, prot. n. 12603, che la conserva agli atti.
Nella relazione, oltre a confermare come l'attività di screening non sia stata interrotta, si forniscono i chiarimenti di seguito riportati.
Per quanto riguarda lo screening alla tiroide per le donne in età fertile sono stati fatti i previsti approfondimenti sulle donne dell'"Area Rossa" nate dal 1989 al 1998 (come previsto dalla D.G.R. n. 691/2018) che, a seguito del prelievo di primo livello, presentavano concentrazioni di PFAS superiori ai valori di riferimento. Le indagini sono state affidate tutte all'Ulss n. 8 Berica. Per l'Ulss n. 8 Berica e Ulss n. 6 Euganea le indagini sono state concluse. Per l'Ulss n. 9 Scaligera sono state iniziate a dicembre 2020 e proseguiranno nel corso del 2021.
Con riferimento all'ipotesi di un collegamento tra la presenza dei PFAS e l'aggravamento delle condizioni di pazienti Covid, al momento sono in corso di valutazione eventuali evidenze nell'"Area Rossa" che confermino una tale ipotesi.
Infine, sulla richiesta relativa ad un'indagine sui bambini in età scolastica per valutare una correlazione tra disturbi di deficit di attenzione ed iper attività e la contaminazione da PFAS, attualmente nell'ambito dei servizi Infanzia, Adolescenza e Famiglia nella popolazione target non è stata rilevata una maggior incidenza dei suddetti disturbi".

Ass.ra Manuela LANZARIN

Le attività dello screening epidemiologico regionale riferito all'esposizione alla contaminazione da sostanze PFAS sono coordinate dall'azienda ULSS 8 Berica, pertanto, sulla questione posta dall'interrogazione in oggetto, è stata chiesta una relazione in merito.
La relazione, sottoscritta dal responsabile scientifico della sorveglianza della popolazione esposta a PFAS, è stata trasmessa con nota al Direttore generale, tramite Azienda Zero, ed è pervenuta alla Direzione Prevenzione Sicurezza il 18 marzo 2021. Nella relazione, oltre a confermare come l'attività di screening non sia stata interrotta, si forniscono i chiarimenti di seguito riportati.
Per quanto riguarda lo screening della tiroide per le donne in età fertile, sono stati fatti i previsti approfondimenti sulle donne dell'area rossa nate dal 1989 al 1998, come previsto dalla DGR 691 del 2018, che, a seguito del prelievo di primo livello, presentavano concentrazioni di PFAS superiori ai valori di riferimento.
Le indagini sono state affidate tutte all'ULSS 8 Berica. Per l'ULSS 8 Berica e l'ULSS 6 Euganea le indagini sono state concluse, per l'ULSS 9 Scaligera sono state iniziate a dicembre 2020 e proseguiranno nel corso del 2021.
Con riferimento all'ipotesi di un collegamento tra la presenza di PFAS e l'aggravamento delle condizioni di pazienti Covid, al momento sono in corso di valutazione eventuali evidenze dell'area rossa che confermino tale ipotesi.
Infine, sulla richiesta relativa a un'indagine sui bambini in età scolastica, per valutare una correlazione tra disturbi di deficit di attenzione ed iperattività e la contaminazione da PFAS, attualmente, nell'ambito dei sevizi Infanzia, adolescenza e famiglia, nella popolazione target non è stata rilevata una maggiore incidenza dei suddetti disturbi.

PRESIDENTE

Grazie. Per la replica collega Bigon, prego. No, non si sente, devi premere; premi "microfono" e basta.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Ecco, mi sente?
Intanto grazie all'Assessore e chiedo se poi può inviarmi copia della risposta scritta. Non sono riuscita a capire bene, però di fatto mi sembrava che non fosse stato sospeso, invece da lettera risulta che era stato sospeso, ma in ogni caso verifico e eventualmente ci aggiorniamo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
L'ho visto prima, ma non vedo presente il collega Zanoni su Concilium, quindi passerei alla collega Ostanel e all'interrogazione n. 86.

Interrogazione a risposta immediata n. 86 del 1° marzo 2021 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "COVID 19, CAMPAGNA VACCINALE SCUOLA, LA REGIONE FACCIA CHIAREZZA"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- risulta alla scrivente che alcune sigle sindacali abbiano già inviato una richiesta di chiarimenti alla Regione lamentando la mancanza di informazioni esaustive e coerenti sulle vaccinazioni contro il COVID19 per il personale della Scuola in provincia di Padova;
- in tale richiesta, tra l'altro, emergerebbe come la disponibilità di informazioni in altre province della regione sarebbe maggiore e più precisa sia riguardo ai tempi che ai modi delle vaccinazioni e, inoltre, che i docenti con età maggiore ai 55 anni non riuscirebbero a prenotare l'appuntamento per la vaccinazione;
- risulta inoltre alla sottoscritta come gli insegnanti precari incontrerebbero maggiori difficoltà nella prenotazione dell'appuntamento per la vaccinazione rispetto ai docenti di ruolo.
Considerato che:
- la stampa odierna riporta la seguente affermazione del Presidente della Giunta Regionale: "valuto se serve chiudere" (Nuova Venezia, Mattino di Padova Tribuna di Treviso) in relazione alle recenti direttive nazionali, a riprova del fatto che l'istruzione, pur indispensabile, comporta un rischio biologico serio;
- risulta quindi necessario e urgente provvedere alla vaccinazione di tutto il personale scolastico che ha diritto di ricevere informazioni chiare, precise ed omogenee su tutto il territorio regionale in relazione a modalità, tempistiche ed eventuali criteri di precedenza o di scaglionamento che si intendono adottare.
Tutto ciò premesso, la sottoscritta Consigliera Ostanel
Interroga il Presidente della Giunta Regionale e l'assessore competente
Per avere indicazioni operative dettagliate, con riferimento ad ognuna delle ULSS venete, in relazione alle vaccinazioni del personale scolastico".
Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente. Buongiorno, Assessore.
Allora, l'interrogazione sicuramente è superata, nel senso che avrebbe avuto bisogno di una risposta un po' di tempo fa, a marzo probabilmente, però, appunto, è importante forse anche oggi avere l'occasione di aggiornarla, ma il tema era un po' questo: all'epoca, il 1° marzo, ricevevo varie segnalazioni da docenti della scuola, soprattutto precari all'epoca, che non riuscivano a prenotarsi per la campagna vaccinale, poi scoprendo che, appunto, il Ministero fatica ad avere delle liste anche dei docenti precari, per cui era difficile poi segnalare, da parte della Regione, i contatti delle persone da vaccinare.
Al di là di questa questione tecnica, oltre a questo, in quel momento, quindi a marzo, si stoppavano le vaccinazioni per il personale scolastico per la vicenda AstraZeneca e sappiamo le varie questioni, ma il tema vero era che già all'epoca moltissimi docenti ripartivano per insegnare, all'epoca in DAD, ma poi pensando che si sarebbe tornati in presenza, senza aver ricevuto una dose di vaccinazione. Alcuni precari non l'hanno ancora oggi, molti docenti della scuola non hanno la seconda dose e sono tornati ovviamente in presenza.
Il tema, appunto, era capire all'epoca quali erano le azioni che la Regione e l'Assessorato stavano prendendo in considerazione per rispondere a questa questione urgente, anche perché all'epoca, le scuole, come sappiamo, venivano poi chiuse e, quindi, portando poi anche una questione di poter dire: nel momento in cui riapriranno dobbiamo essere pronti.
Ripeto, siccome siamo in ritardo con la risposta, se posso aggiungere, la questione è capire ad oggi se poi a settembre, con la riapertura, saremo effettivamente pronti e quindi avremo tutto il personale scolastico vaccinato (prima e seconda dose) e in effetti anche il personale studentesco, viste anche le linee guida nazionali. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Risponde l'assessora Lanzarin.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Con riferimento alla campagna vaccinale anti Covid-19 per il personale scolastico, i dati aggiornati sono i seguenti.
Personale scolastico totale: 108.534 persone.
Il 65,8% è stato vaccinato con almeno la prima dose; di questi, il 24% ha ricevuto il ciclo completo. Manca il 34,2% dei soggetti, che verranno invitati alla vaccinazione successivamente al completamento delle categorie considerate prioritarie in questa fase.
Dettaglio somministrazioni per ULSS (persone vaccinate con la prima dose):
ULSS 1 = 3.624
ULSS 2 = 15.353
ULSS 3 = 12.789
ULSS 4 = 3.224
ULSS 5 = 3.478
ULSS 6 = 17.393
ULSS 7 = 5.685
ULSS 8 = 8.594
ULSS 9 = 12.498
Si precisa che, in ottemperanza all'Ordinanza n. 6 del 9 aprile 2021 del Commissario Straordinario all'emergenza Covid -19, le persone vanno vaccinate secondo questo ordine di priorità:
− persone di età superiore agli 80 anni;
− persone con elevata fragilità e, ove previsto dalle specifiche indicazioni contenute alla Categoria 1, Tabella 1 e 2 delle citate Raccomandazioni ad interim, dei familiari conviventi, caregiver, genitori/tutori/affidatari;
− persone di età compresa tra i 70 e i 79 anni e, a seguire, di quelle di età compresa tra i 60 e i 69 anni.
Parallelamente alle suddette categorie va completata la vaccinazione di tutto il personale sanitario e sociosanitario, in prima linea nella diagnosi, nel trattamento e nella cura del COVID-19 e di tutti coloro che operano in presenza presso strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private.
Solo a seguire, saranno vaccinate le altre categorie considerate prioritarie dal Piano nazionale, tra esse vi è la categoria del personale scolastico. Le persone che hanno già ricevuto una prima somministrazione potranno, comunque, completare il ciclo vaccinale"

Ass.ra Manuela LANZARIN

Allora, leggo la prima parte, poi aggiungo delle cose.
Con riferimento alla campagna vaccinale Covid del personale scolastico, i dati aggiornati sono i seguenti: personale scolastico totale: 108.534, il 65,8% è stato vaccinato con almeno la prima dose e di questo il 24% ha ricevuto il ciclo completo; manca il 34,2% dei soggetti, che verranno inviati a vaccinazione successivamente al completamento delle categorie considerate prioritarie in questa fase.
Oggi, siccome sappiamo che la vaccinazione è aperta indifferentemente per tutti, quindi non ci sono più le categorie, io credo che stiano vaccinando un po' tutti e quindi anche il personale scolastico che manca.
L'ultimo dato che vi do sulle prenotazioni, rispetto ai famosi 700.000 posti liberi che, appunto, hanno decretato l'apertura dai 12 ai 36 anni, rimanendo sempre aperte poi le altre fasce d'età, quindi sicuramente rientrano in questo o nell'altra, ha portato a 400.000 prenotazioni, quindi oggi ci sono 400.000 prenotazioni tra i 12 e i 39 anni.
Per quanto riguarda il discorso del personale scolastico e del personale che non è residente in Veneto, ma lavora in Veneto, quindi, per esempio, il personale scolastico, noi fin da subito abbiamo sempre vaccinato il domicilio, non la residenza, e quindi abbiamo anche superato quella questione fin dall'inizio; poi è arrivata anche la circolare a livello nazionale e l'accordo con le altre Regioni, ma noi abbiamo sempre adottato questo criterio, quindi anche chi non era residente in Veneto, ma lavorava, quindi tipo l'insegnante che veniva lavorare in Veneto e, quindi, era domiciliato, abbiamo sempre vaccinato tutti.
Quindi io credo che oggi la vaccinazione stia andando avanti e oggi tutte le classi di età indistintamente si possono vaccinare, possono prenotarsi, se lo vogliono, e si possono vaccinare, quindi per settembre credo che non ci sia nessun tipo di problema, anzi, se continuiamo così, voi sapete che noi abbiamo aperto questi 700 posti fino al 4 agosto, abbiamo 400 prenotazioni, quindi vuol dire che noi, concludendo questi 700 posti, poi ne mancava pochissimi per chiudere i 1.200.000 che mancavano tra i 12 e i 39 anni, quindi, prima di settembre comunque la popolazione è tutta vaccinata – chi vuole vaccinarsi – compresa la popolazione scolastica, sia a livello di minori, sia a livello di insegnanti.

PRESIDENTE

Grazie, Assessora. Per la replica, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Assessore. Chiedo di avere la risposta scritta così la leggo bene, soprattutto perché questa interrogazione era stata segnalata da gruppi di docenti, soprattutto nella provincia di Padova, e quindi mi piacerebbe poi condividere con loro la risposta.
Il tema vero, secondo me, in questo momento, non è tanto attuale, ma è del momento appunto in cui l'interrogazione veniva presentata, quindi il 1° marzo. Ammesso che la campagna vaccinale, anche a livello nazionale, doveva ingranare, il tema era degli insegnanti precari che non riuscivano a prenotarsi.
Io dico, anche se non c'entra molto con l'interrogazione, che penso che oggi sia una priorità anche aggiornare quei database, che all'epoca non permettevano ad alcuni insegnanti di prenotarsi proprio perché succedeva all'epoca che c'erano insegnanti, soprattutto precari o over 55 in quel momento in cui AstraZeneca non si sapeva bene a chi doveva essere somministrato, per cui c'era una gran confusione all'interno, non solo del personale scolastico, ma anche del personale ATA e di tutto il personale ausiliario alla scuola, che non aveva informazioni chiare.
È ovvio che ad oggi, passati vari mesi, questa interrogazione sembra perdere un po' il suo senso e faccio un sollecito a rispondere anche in maniera tempestiva proprio perché probabilmente serve dare le informazioni in quel momento, oggi un po' meno.
Comunque grazie per la risposta.

PRESIDENTE

Grazie. Cambiamo Assessore per lasciar respirare anche l'assessora Lanzarin.
Andiamo all'IRI n. 134 della collega Camani.

Interrogazione a risposta immediata n. 134 dell'11 maggio 2021 presentata dai consiglieri Camani, Giacomo Possamai, Zanoni e Zottis relativa a "ACC DI BORGO VALBELLUNA: LA REGIONE INTENDE ATTIVARSI PER CONTRIBUIRE ALLA SOLUZIONE DELLA CRISI?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- la ex Zanussi, oggi Italia Wanbao Acc, società attualmente in amministrazione straordinaria, è una azienda fondamentale per il territorio di Mel e punto di riferimento per l'intera provincia di Belluno;
- malgrado difficoltà di liquidità, l'azienda in questi mesi ha raggiunto risultati estremamente positivi, con dati sull'andamento della produzione, delle vendite e del fatturato molto incoraggianti;
- risultano attualmente impiegati presso lo stabilimento di Mel 316 lavoratrici e lavoratori, che incassano con difficoltà lo stipendio e da molti mesi sono in stato di agitazione, preoccupati per il loro futuro lavorativo.
Rilevato che:
- negli ultimi anni la Regione, anche tramite l'unità di crisi di Veneto Lavoro, ha già seguito le vicende di Italia Wanbao-Acc;
- il Governo si sta occupando del caso Acc, unitamente alla vertenza ex Embraco di Riva di Chieri (Torino), azienda che opera nel medesimo comparto di Acc, ipotizzando un progetto di rilancio industriale che colleghi le due fabbriche in un unico soggetto con l'obiettivo di costituire un polo nazionale della componentistica per elettrodomestici;
- secondo quanto dichiarato dall'Assessore Donazzan, lo stesso Presidente Zaia si sarebbe attivato presso il MiSE per sollecitare una soluzione positiva della vertenza Acc.
Considerato che:
- per far fronte alla grave crisi di liquidità il MEF si è già attivato presso la Commissione Europea per ottenere l'autorizzazione ad erogare crediti garantiti dallo Stato;
- anche il Ministero del Lavoro sta predisponendo soluzioni che consentano di garantire sostegno al reddito dei lavoratori coinvolti nelle crisi;
- il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti è sembrato finora poco convinto del progetto che avrebbe dovuto coinvolgere direttamente anche lo Stato e sembra più propenso a ricercare soluzioni di natura prettamente privata, che però, al momento, non sembrano prendere forma.
Ritenuto che sia necessario un ingaggio forte anche della Regione del Veneto affinché si trovi quanto prima una soluzione che garantisca continuità e sviluppo alla Acc di Borgo Valbelluna.
Tutto ciò premesso, i sottoscritti consiglieri
interrogano il Presidente della Giunta regionale
per sapere quali siano gli interventi programmati o già attuati dalla Regione per contribuire alla soluzione della vertenza Acc".
Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Chiedevo chi mi rispondeva per sapere a chi rivolgermi.
Questa interrogazione riguarda la ACC di Borgo Valbelluna, un'azienda di cui la Regione si è già occupata, anche tramite l'unità di crisi "Veneto Lavoro", che sappiamo essere coinvolta in una grave crisi di liquidità malgrado l'azienda in questi ultimi mesi abbia raggiunto livelli importanti in termini di produzione, di vendite e di fatturato. È un'azienda che impiega attualmente circa 316 tra lavoratrici e lavoratori e che, proprio per le ragioni legate alla difficoltà di liquidità di cui parlavo prima, faticano ad ottenere lo stipendio.
Negli ultimi anni, come dicevo, la Regione ha già seguito il caso e anche il Governo si sta occupando di questa vertenza, unitariamente alla questione che riguarda l'Embraco di Riva di Chieri di Torino, un'azienda che opera nel medesimo comparto e che attraversa una crisi strutturale profonda, ipotizzando un progetto di rilancio industriale che possa collegare le due fabbriche in un unico soggetto, con l'obiettivo di costruire una sorta di polo nazionale della componentistica per elettrodomestici.
La stessa assessora Donazzan aveva dichiarato – e, come lei, anche il presidente Zaia – che si sarebbero attivati direttamente presso il MISE perché il caso fosse seguito con la dovuta attenzione.
Il MEF si è già attivato presso l'Europa per ottenere l'autorizzazione ad erogare crediti; il Ministero del Lavoro sta predisponendo soluzioni che consentano di garantire sostegno al reddito dei lavoratori coinvolti nella crisi e ricercare anche soluzioni alternative rispetto a quella che coinvolgerebbe anche l'impianto a Torino; il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, è sembrato finora poco convinto del progetto che coinvolgerebbe, appunto, in maniera importante anche lo Stato.
L'interrogazione, dunque, è rivolta al Presidente della Giunta – in questo caso dovrebbe rispondere l'assessora Donazzan – per sapere, dopo diversi mesi che la questione è sul tavolo, quali sono le iniziative e gli interventi che la Regione ha messo in campo e intende mettere in campo per rispondere a questa grave crisi che riguarda un'importante azienda del territorio bellunese. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Risponde la collega Elena Donazzan. Assessora Donazzan, ho visto che ha chiesto la parola, però non la sentiamo in questo momento. Perfetto, prego, Donazzan.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Ora dovreste sentirmi e anche vedermi.

PRESIDENTE

L'importante è che si senta. Perfetto, vista anche fisicamente.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Italia Wanbao ACC S.r.l. in amministrazione straordinaria ha sede legale e stabilimento produttivo a Mel - Borgo Valbelluna (BL) e occupa attualmente 316 lavoratori. La Società è attiva nel settore della produzione di compressori ermetici per la refrigerazione domestica e, a seguito della chiusura di Embraco a Riva di Chieri (TO), detiene l'unico stabilimento italiano che produce compressori per frigoriferi.
Dopo la dichiarazione dello stato di insolvenza, a maggio 2020 si è aperta la procedura di amministrazione straordinaria. Il commissario straordinario ha avviato il programma di risanamento - che sta avendo ottimi risultati - in vista della cessione schedulata per la fine del 2021, a seguito di selezione internazionale. La produzione di compressori nel primo quadrimestre del 2021 ha visto un aumento del 40,7% rispetto al corrispondente periodo dell'anno scorso e del 16,9% rispetto alla media del triennio 2018-2020. Risultati positivi si riscontrano anche in termini di ricavi, che (raggiungendo € 16.180.000) segnano un incremento di oltre il 53% sul primo triennio dell'anno passato.
Nonostante questi dati positivi, la Società deve oggi affrontare una grave crisi di liquidità, per risolvere la quale la Regione - tramite l'Assessore al Lavoro, coadiuvata dall'Unità di crisi di Veneto Lavoro - sta vagliando tutte le strade possibili, partecipando attivamente a tutti i tavoli di discussione, sia ministeriali che territoriali. L'ultimo incontro, tenutosi su iniziativa regionale lo scorso 14 maggio, ha visto la partecipazione dei principali clienti e fornitori dell'azienda per individuare, con il supporto e nell'interesse di tutti i partecipanti, le modalità di sostegno industriale e finanziario nei confronti di ACC per consentirle di superare questo momento di difficoltà. La Regione ha, infatti, ritenuto indispensabile coinvolgere l'intera filiera per supportare l'azienda in difficoltà, ma anche per tutelare la filiera stessa. Al termine dell'incontro è stata concordata un'agenda di incontri bilaterali per dare corpo ad un contingency plan che traghetti l'azienda verso il consolidamento industriale e finanziario"

Ass.ra Elena DONAZZAN

Italia Wanbao, in amministrazione straordinaria, con legale stabilimento produttivo a Mel in Borgo Valbelluna, occupa attualmente 316 lavoratori. La società è attiva nel settore della produzione dei compressori ermetici per la refrigerazione...

PRESIDENTE

Assessore, se parla un po' più vicino al microfono forse è meglio. Prego.

Ass.ra Elena DONAZZAN

...e, a seguito della chiusura di Embraco a Riva di Chieri, detiene l'unico stabilimento italiano che produce compressori per frigoriferi.
Dopo la dichiarazione dello stato di insolvenza (maggio 2020) si è aperta la procedura di amministrazione straordinaria. Il Commissario straordinario ha avviato il programma di risanamento, che sta avendo ottimi risultati in vista della cessione schedulata per la fine del 2021.
A seguito di selezione internazionale, la produzione di compressori nel primo quadrimestre 2021 ha visto un aumento del 40,7% rispetto al corrispondente periodo dell'anno scorso e del 16,9% rispetto alla media del triennio '18-'20. Risultati positivi si riscontrano anche in termini di ricavi che, raggiungendo 16.180.000 euro, segnano un incremento di oltre il 53% sul primo triennio dell'anno passato.
Nonostante questi dati positivi, la società deve oggi affrontare una grave crisi di liquidità, per risolvere la quale la Regione, tramite la sottoscritta, coadiuvata dall'unità di crisi di Veneto Lavoro, sta vagliando tutte le strade possibili partecipando attivamente a tutti i tavoli di discussione, sia ministeriali che territoriali. L'ultimo incontro, tenutosi su iniziativa regionale lo scorso 14 maggio e su indicazione del presidente Zaia, aggiungo, ha visto la partecipazione dei principali clienti e fornitori dell'azienda per individuare, con il supporto e nell'interesse di tutti i partecipanti, le modalità di sostegno industriale e finanziario nei confronti di ACC, per consentire di superare questo momento di difficoltà.
La Regione, infatti, ha ritenuto indispensabile coinvolgere l'intera filiera per supportare l'azienda in difficoltà, ma anche per tutelare la filiera stessa. Al termine dell'incontro è stata concordata un'agenda di incontri bilaterali per dare corpo ad un contingency plan, che traghetti l'azienda verso il consolidamento industriale e finanziario.
A questo aggiungo, anche per correggere in parte alcune informazioni date dalla collega, che l'interlocuzione con l'Europa è stata del tutto inadeguata e oserei dire fallimentare ad oggi perché era necessaria un'autorizzazione per superare gli aiuti di Stato; questa non è stata ritenuta soddisfacente nelle interlocuzioni istituzionali, la qual cosa ha determinato un grave vulnus per quanto riguarda la possibilità di ACC di attingere a risorse anche attraverso il sistema del credito, che attendeva l'autorizzazione per gli aiuti di Stato.
Quindi il problema, incagliatosi in una insufficiente e inadeguata interlocuzione tra il Governo – non il Ministero dello Sviluppo economico solamente – ha portato ad alcune problematiche che oggi rappresentano il grave danno per l'azienda, cioè la liquidità.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Per la replica, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Ringrazio l'assessora Donazzan per la replica che in parte ci spiega come quest'azienda, con le proprie forze, attraverso l'amministrazione straordinaria, il commissario, l'impegno delle lavoratrici e dei lavoratori, malgrado le difficoltà di liquidità, stia riuscendo a garantire prestazioni e performance importanti. Quindi siamo di fronte ad una realtà – l'Assessore stesso l'ha confermato – unica in Italia, strategica; siamo di fronte ad un'amministrazione straordinaria e a 316 lavoratori che, con impegno, malgrado le difficoltà, stanno portando avanti una produzione industriale; siamo di fronte ad un Governo che si sta occupando della questione e posso soltanto registrare, Assessore, la sua critica nei confronti del Ministro dello Sviluppo economico della Lega, Giorgetti.
La mia domanda però era: cosa intende fare la Regione? Perché lei ci ha raccontato cosa non hanno fatto gli altri, ci ha raccontato che fate tavoli in cui incontrate tutti i partner, ma lei sa meglio di me, Assessore, che in questi casi servono idee, proposte concrete e possibilmente anche qualche risorsa.
Oggi all'ordine del giorno c'è anche una mozione presentata dalla consigliera Ostanel, che, come me e insieme a me, sta seguendo da vicino questa vicenda, in cui, ad esempio, avanza la consigliera Ostanel una proposta e cioè un coinvolgimento diretto, ad esempio, di Veneto Sviluppo o di altre strutture di cui la Regione può disporre per aiutare questa difficoltà di liquidità che il ministro Giorgetti non è stato in grado di risolvere con l'Europa.
Ecco, io credo che i tavoli e la necessità di dialogare con tutti, siano l'impegno minimo indispensabile che una Regione come il Veneto deve mettere in campo per preservare una realtà così importante sia dal punto di vista della produzione strategica, sia della collocazione territoriale, cioè la Provincia di Belluno, che notoriamente ha fatto i conti in questi anni con una serie di difficoltà a cui questa si va ad aggiungere.
Concludo dichiarandomi totalmente insoddisfatta non tanto della risposta dell'assessora Donazzan in termini formali, ma dai contenuti, cioè dall'assoluta assenza di impegno e di programmazione di questa Regione rispetto a questa grave crisi industriale. Grazie.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Presidente, mi corre l'obbligo precisare una cosa assolutamente. Camani, lei deve anche contestualizzare la critica al Governo precedente, cioè al Governo Conte, perché è il Governo Conte che non seppe interloquire con l'Europa, non certo il ministro Giorgetti. Grazie.

PRESIDENTE

Assessora, non possiamo creare dibattito sulle interrogazioni.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Eh, ma le falsità e le strumentalizzazioni sono una cosa grave. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Assessore, grazie. Non possiamo fare dibattito sulle interrogazioni.
Andiamo alla IRI n. 60 del collega Zanoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 60 del 18 gennaio 2021 presentata dai consiglieri Zanoni e Bigon relativa a "NEI REPARTI DI TERAPIA INTENSIVA DEGLI OSPEDALI DELLA MARCA MANCANO IN ORGANICO 80 PROFESSIONISTI: 10 MEDICI, 52 INFERMIERI E 18 OPERATORI SOCIO SANITARI. QUANDO VERRÀ COLMATA QUESTA GRAVE CARENZA DI PERSONALE?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- attualmente nei reparti di Terapia Intensiva degli ospedali della Marca trevigiana si deve affrontare una grave carenza di personale sanitario: si tratta di ben 80 professionisti, di cui 10 specialisti in anestesia e rianimazione, 52 infermieri e 18 operatori socio sanitari;
- la notizia è stata riportata in un articolo del quotidiano "La Tribuna di Treviso" del 13 gennaio 2021, dal titolo "Covid, terapie intensive sotto pressione mancano in organico 80 professionisti" che attinge i dati dal "Piano dei fabbisogni di personale fino al 2023 e sulla dotazione organica per il 2021 dell'Usl 2", firmato dal direttore generale dell'Ulss 2.".
Considerato che come emerge dal suddetto documento, il personale in questione risulta essere assolutamente necessario «(...) per garantite l'adeguamento dei posti letto secondo quanto prescritto dalle nuove schede ospedaliere e a seguito del decreto legge che rivede i posti letto delle terapie intensive e semintensive, nonché del decreto regionale che determina i tempi assistenziali per paziente (...)».
Tutto ciò premesso, il sottoscritto Consigliere
chiede all'Assessore regionale alla Sanità
quando verrà colmata questa grave carenza di personale?".
Se il collega Zanoni vuole intervenire, chieda la parola su Concilium.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, sì. Grazie, Presidente, chiedo subito la parola.

PRESIDENTE

Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ecco fatto.
Intanto ringrazio l'Assessore alla Sanità per le risposte, perché vedo che le risposte alle interrogazioni in tema di sanità, rivolte all'Assessore alla Sanità, arrivano, anche se magari a volte possono anche non essere soddisfacenti, però arrivano; ce ne sono alcune, invece, sulla questione ambientale che non arrivano, quindi mi rivolgo anche a lei, Presidente, che siano date queste benedette risposte, perché non chiediamo miracoli, ma delle risposte a delle istanze legittime previste anche dal Regolamento per noi Consiglieri tutti, di maggioranza e di opposizioni.
In merito a questa risposta all'interrogazione 60, abbiamo sollevato, io e la collega Bigon, con un'interrogazione del 18 gennaio, la questione relativa alla terapia intensiva degli Ospedali della Marca Trevigiana, dove c'è una carenza di personale sanitario e si parla di ben 80 professionisti: 10 specialisti in anestesia e rianimazione, 52 infermieri e 18 operatori sociosanitari.
È una notizia che è balzata alle cronache dei media locali, se ne è parlato molto e consideri, naturalmente, che eravamo anche nel massimo della seconda ondata e, tra l'altro, una delle considerazioni è che questo personale, di cui c'è carenza, risulta essere necessario per garantire l'adeguamento dei posti letto, secondo quanto prescritto dalle nuove schede ospedaliere, a seguito del decreto legge che divide i posti letto delle terapie intensive e semintensive, nonché del decreto regionale che determina i tempi di assistenza per paziente.
Ecco, la domanda che noi abbiamo fatto con questa interrogazione del 18 gennaio 2021 all'Assessore alla sanità è: quando verrà colmata questa grave carenza di personale?
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. La risposta all'assessora Lanzarin.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Preliminarmente si evidenzia che le carenze del personale infermieristico e medico (in particolare dei medici in anestesia e rianimazione) non riguardano solo l'Azienda ULSS n. 2, ma hanno carattere nazionale e determinano una oggettiva difficoltà per tutte le aziende del SSN a provvedere ad un reclutamento dello stesso personale in misura corrispondente al fabbisogno.
Per abbreviare i tempi di reclutamento, la D.G.R. n. 258 del 9 marzo 2021 ha fatto venir meno la necessità per le aziende del SSR della preventiva autorizzazione regionale alle assunzioni per turn over e per supplenza di personale di tutti i ruoli (compreso dunque il personale cui si fa riferimento nell'interrogazione) riferite a cessazioni intervenute dal 1° gennaio 2021.
Con riferimento specifico a quanto rappresentato dai Consiglieri interroganti si rappresenta che i competenti uffici dell'Area Sanità e Sociale hanno richiesto una memoria all'Azienda ULSS n. 2 "Marca Trevigiana", che ha risposto con nota prot. n. 48605 del 12 marzo 2021.
Nella nota citata l'Azienda ha illustrato le iniziative assunte per rafforzare il personale medico, infermieristico e gli operatori socio sanitari in servizio presso i reparti di terapia intensiva, precisando di aver posto in essere tutte le azioni necessarie per raggiungere tale scopo.
In particolare l'Azienda ha reso noto di:
• aver contattato tutti i candidati idonei inseriti nella graduatoria di concorso per Dirigente medico di Anestesia e Rianimazione, approvata con deliberazione di Azienda Zero n. 332 del 26 giugno 2020;
• aver provveduto a richiedere la disponibilità di n. 124 candidati idonei inseriti nella graduatoria di concorso per collaboratore professionale sanitario, infermiere, a tempo indeterminato, approvata con deliberazione di Azienda Zero n. 798 del 24 dicembre 2020;
• aver contattato tutti i 91 candidati idonei della graduatoria di avviso per collaboratore professionale sanitario, infermiere a tempo determinato;
• aver contattato 523 candidati idonei della graduatoria di concorso per il profilo di operatore socio sanitario, a tempo indeterminato, approvata con deliberazione di Azienda Zero n. 340 del 18 luglio 2019;
• stare procedendo ad analoghe procedure di assunzione anche per altri profili professionali".

Ass.ra Manuela LANZARIN

L'Assessore alla sanità o qualsiasi altra persona non è che è un mago e può dire quando riusciremo a trovare il personale, perché io rispondo quando vedo interrogazioni di questo tipo, ma a volte mi chiedo se viviamo tutti lo stesso momento, se capiamo cosa sta succedendo, se leggiamo i giornali e se sentiamo, perché se vengono fatte interrogazioni di questo tipo: quando arriverà il personale degli ospedali, quando arriveranno gli infermieri, quando arriveranno gli anestesisti? In continuazione continuiamo a dire che c'è carenza di organico, che non riusciamo a trovare, che i bandi vanno a vuoto.
Dunque io capisco che è corretto, voi avete questo strumento, però a volte io rispondo, vi faccio l'elenco di tutti i concorsi che ci sono, di tutte le cose che sono state fatte, però poi si esaurisce qua. Però andiamo a leggere l'interrogazione così avete tutti i riferimenti.
Preliminarmente si evidenzia che la carenza del personale infermieristico e medico non riguarda solo l'USL 2, ma ha carattere nazionale e determinano un'oggettiva difficoltà per tutte le aziende del sistema sanitario nazionale a provvedere a un reclutamento dello stesso personale in misura corrispondente al fabbisogno.
Per abbreviare i tempi di reclutamento, la DGR 258 del 9 marzo 2021 ha fatto venir meno la necessità, per le aziende del sistema sanitario regionale, della preventiva autorizzazione regionale alle assunzioni per turnover e per supplenze di personale di tutti i ruoli, quindi abbiamo snellito e accelerato, compreso durante il periodo di riferimento dell'interrogazione, riferita a cessazioni intervenute al 1° gennaio 2021.
Con riferimento specifico a quanto rappresentato dal Consigliere interrogante, si rappresenta che i competenti uffici dell'area Sanità e sociale hanno chiesto una memoria all'azienda ULSS Marca Trevigiana, che ha risposto con nota del 12 marzo 2021. Nella nota citata l'azienda ha illustrato le iniziative assunte per rafforzare il personale medico, infermieristico e gli operatori sociosanitari in servizio presso i reparti di terapia intensiva, precisando di aver posto in essere tutte le azioni necessarie per raggiungere tale scopo.
In particolare, l'azienda ha reso noto di: aver contattato tutti i candidati idonei, inseriti nelle graduatorie di concorso per dirigente medico di anestesia e rianimazione, approvata con deliberazione di Azienda Zero il 26 giugno 2020; aver provveduto a richiedere disponibilità di 124 candidati idonei inseriti nella graduatoria di concorso per collaboratore professionale sanitario e infermiere a tempo indeterminato, approvato con deliberazione Azienda Zero del 24 dicembre 2020; aver contattato tutti i 91 candidati idonei della graduatoria dell'avviso per collaboratore professionale sanitario e infermiere a tempo determinato; aver contattato 523 candidati idonei della graduatoria di concorso del profilo di operatore socio-sanitario a tempo indeterminato, approvato da Azienda Zero il 18 luglio 2019; stare procedendo ad analoghe procedure di assunzione anche per altri profili professionali.
Questo solo per dire, non perché sono arrabbiata, ma perché conosciamo tutti la situazione, quindi credo che sia superfluo anche dire che c'è carenza di personale e chiedere quando arriverà il personale, quando sapete che comunque stiamo continuando a scorrere graduatorie, a fare concorsi, ma la situazione è nazionale, non solo regionale.
Permettetemi lo sfogo, però è così e la situazione la conoscete benissimo, insomma.

PRESIDENTE

Grazie. Per la replica, il collega Zanoni, se chiede la parola.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sì, Presidente.

PRESIDENTE

Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Allora, ringrazio l'Assessore per la risposta. Posso anche comprendere lo stato d'animo dell'Assessore, che arriva da più di un anno di emergenza, cioè non è poco aver gestito un'emergenza...

PRESIDENTE

Zanoni, non la sentiamo più: si è autocensurato. Collega Zanoni? Chi riesce ad avvertirlo, ragazzi, che sta parlando al vuoto. Si sta impegnando, poverino. Zanoni, non si sente. Ha premuto qualcosa di strano sul computer.
C'è la collega Bigon che parlerebbe in nome e per conto suo, se mi annuisce.
Non si sente. No, mi chiede di aspettare un attimo, quindi Bigon, mi dispiace, ma non posso darle la parola. Zanoni, non si sente. Se qualcuno dell'informatica riesce ad andare da Zanoni ad aiutarlo. Era tutto a posto, si sentiva bene, poi è sparito completamente. Il microfono di solito è in basso a sinistra su Webex. Non si sente.
Sospendiamo un attimo finché l'informatica non ripristina il collegamento.
Zanoni, proviamo. No, no, parla al vuoto proprio, cioè si vedono le labbra muoversi, ma non si sente. Niente da fare. Se l'informatica riesce a dare supporto al collega Zanoni per risolvere il problema.
Adesso l'abbiamo sentito, proviamo. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sono riuscito senza l'intervento dell'informatica.
Presidente, volevo innanzitutto ringraziare l'Assessore per la risposta, capisco anche lo stato d'animo dell'Assessore per il periodo che sta passando e che ha passato con più di un anno di pandemia alle spalle e con mille problemi da gestire. Diciamo che, come giustamente ha ricordato l'Assessore, il nostro compito è quello di incalzare la maggioranza su problematiche che non sono effettivamente secondarie.
Del tema si è parlato molto nei media e ne ha avuto grande risonanza; noi Consiglieri siamo stati coinvolti dai cittadini che ci chiedono di intervenire sulla questione. Tra l'altro, non stiamo parlando di cinque o dieci professionisti che mancano, ma di ben 80, quindi la preoccupazione è alta.
Ci fa piacere che ci siano state le attività relative, appunto, ad andare a sentire tutti i candidati per quanto riguarda i responsabili delle anestesie, gli infermieri e gli operatori sociosanitari e che stanno, appunto, scorrendo tutte le graduatorie. Quindi diciamo che ci reputiamo parzialmente soddisfatti, ma in realtà non abbiamo capito di questi 80 quanti sono stati assunti nel frattempo, quanti ne stiamo per assumere: questo dato a me non pare che sia emerso. In ogni caso diciamo che l'impegno c'è insomma, quindi diamo atto che c'è questo impegno e speriamo che presto venga risolto questo problema, che mi pare di capire non è solo per l'ASL di Treviso e questo forse non è un bene, ma è comune alle diverse ASL del Veneto.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo all'IRI n. 69, sempre con l'abbinata Zanoni - Lanzarin.

Interrogazione a risposta immediata n. 69 del 1° febbraio 2021 presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Camani, Giacomo Possamai e Zottis relativa a "SECONDO UN DOSSIER DEI SERVIZI SEGRETI I CONTAGI DA COVID 19 SAREBBERO SOTTOSTIMATI DEL 50 PER CENTO. LA REGIONE INTENDE VERIFICARE LA QUESTIONE PER QUANTO RIGUARDA IL VENETO?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- in data 29 gennaio 2021 numerose agenzie di stampa nonché diversi quotidiani hanno dato parecchio risalto alla notizia pubblicata in prima pagina sul quotidiano La Repubblica rispetto alla quale, stando ad un rapporto dei servizi segreti italiani, i contagi da Sars-Cov-2 sarebbero in realtà molti di più di quanto emerge quotidianamente dai bollettini Covid del ministero della salute e delle regioni;
- più nel dettaglio il contagio ammonterebbe ad un «40-50 per cento in più».
Considerato che a fronte di un allarme di questa portata lanciato dalla nostra intelligence, la cui entità in termini numerici è considerata più che ragionevole dal direttore della microbiologia della clinica universitaria dell'ospedale di Padova il professore Andrea Crisanti, che in data 29 gennaio ha confermato il suo punto di vista alle telecamere di SkyTG, sarebbe opportuno che la Giunta regionale si attivasse presso ogni sede per capire se l'anomalia rilevata dai servizi di sicurezza italiani riguardi anche lo stesso Veneto.
Considerato altresì che un intervento in questo senso da parte del Presidente della Giunta regionale Luca Zaia sarebbe auspicabile in tempi brevissimi, soprattutto per permettere al sistema sanitario regionale di ricalibrarsi di conseguenza e di prendere le opportune contromisure anche per quanto concerne il rilevamento e la tracciatura dei soggetti contagiati.
Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri
chiedono al Presidente della Giunta regionale
se intende chiedere chiarimenti in merito ai contenuti del dossier dei servizi segreti sulla situazione contagi da Covid 19 relativi alla Regione Veneto".
Zanoni, chiede la parola? Prego.
Ha chiuso il microfono, ha proprio la stessa modalità di prima ad acquario, che non è simpatica.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Mi sente?

PRESIDENTE

Adesso sì. Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Guardi che non l'avevo chiuso io, me l'hanno chiuso dalla regia.

PRESIDENTE

Beh, adesso non so se c'è una regia occulta o Orwell, ma non penso; prego Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Non si sa mai. Stiamo parlando di Servizi Segreti, Presidente, quindi non si sa mai.
Comunque, ha dato molto risalto il 29 gennaio un articolo che è apparso in prima pagina sul quotidiano "La Repubblica" che riportava dei dati e diceva che un dossier dei servizi segreti parlava di dati sottostimati per quanto riguarda la questione dei contagi da Covid-19 e si parlava di una sottostima del 50%. Quindi la domanda che noi facevamo era di verificare, appunto, questo dossier, che comunque tanto segreto non era più, visto che è stato pubblicato su uno dei maggiori quotidiani italiani e, quindi, cercare di capire se la Giunta si poteva attivare, cosa che ci auguriamo sia stata fatta, presso ogni sede per capire se l'anomalia rilevata dai servizi di sicurezza italiani riguardasse anche lo stesso Veneto.
Ricordo che l'interrogazione è del 1° febbraio 2021, quindi stiamo parlando sempre di quel brutto periodo che ha attraversato il Veneto, tra l'altro è un'interrogazione sottoscritta anche dal capogruppo Possamai, dal vicecapogruppo Camani e dalle colleghe Bigon e Zottis.
Quindi chiediamo di cercare di capire i contenuti di questo dossier e se era vero, appunto, che si parlava di una sottostima di metà dei contagi, anche per ricalibrare eventualmente, di conseguenza, le attività in atto per contrastare la pandemia a fronte di dati diversi da quelli di cui si pensava. Quindi quello che abbiamo chiesto al Presidente della Giunta regionale era di chiarire, in merito ai contenuti del dossier dei servizi segreti, la situazione dei contagi da Covid-19 relativi al Veneto.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Zanoni. Prego, assessora Lanzarin.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Il Dossier dei Servizi Segreti relativo ai contagi da Covid-19, citato nell'interrogazione, è stato menzionato da agenzie ed organi di stampa. Secondo il noto quotidiano nazionale che ne ha riportato alcuni contenuti, poi ripresi da altri, si tratterebbe un documento che a suo tempo è stato sottoposto all'attenzione dell'allora Presidente del Consiglio dei Ministri. Tuttavia, non si è in possesso del documento medesimo, né si ha notizia di una sua pubblicazione o diffusione e, quindi, non si è in possesso degli elementi per valutarne i contenuti. Con riferimento al merito della questione relativa alla qualità ed efficacia del tracciamento dei contagi da Covid-19, si conferma come la Regione del Veneto ha seguito le specifiche indicazioni nazionali diffuse dal Ministero della Salute e via via emanate nel tempo all'evolversi della situazione. Gli strumenti utilizzati sono stati quelli ritenuti più idonei, sulla base delle più attuali conoscenze scientifiche, per individuare i casi e contenerli. In questo contesto la Regione del Veneto si è sempre spesa nell'impegno, fin dall'inizio della pandemia, di garantire il massimo sforzo nell'ambito del tracciamento dei contagi e delle conseguenti misure finalizzate all'interromperne la catena di trasmissione. A questo proposito si fa riferimento, da ultimo, alle indicazioni contenute nel "Piano di Sanità Pubblica - Aggiornamento indicazioni di Testing per SARS-CoV-2, Punti di Accesso Territoriali ai test antigenici rapidi, Contact Tracing, attività dei Dipartimenti di Prevenzione e Strutture Socio-Sanitarie Territoriali" approvato quale allegato A alla recente D.G.R. n.308 del 18 marzo 2021".

Ass.ra Manuela LANZARIN

Il dossier dei Servizi Segreti relativo ai contagi da Covid-19, citato nell'interrogazione, è stato menzionato da agenzie ed organi di stampa. Secondo il noto quotidiano nazionale, che ne ha riportato alcuni contenuti, poi ripresi da altri, si tratterebbe di un documento che, a suo tempo, è stato sottoposto all'attenzione dell'allora Presidente del Consiglio dei Ministri. Tuttavia, non si è in possesso del documento medesimo, né si ha notizia di una sua pubblicazione e diffusione e quindi non si è in possesso degli elementi per valutare i contenuti.
Con riferimento al merito della questione relativa alla qualità ed efficacia del tracciamento dei contagi da Covid-19, si conferma come la Regione del Veneto ha seguito le specifiche indicazioni nazionali diffuse dal Ministero della Salute e via via emanata nel tempo nell'evolversi della situazione. Gli strumenti utilizzati sono stati quelli ritenuti più idonei sulla base delle più attuali conoscenze scientifiche per individuare i casi e contenerli.
In questo contesto, la Regione Veneto si è sempre spesa nell'impegno, fin dall'inizio della pandemia, di garantire il massimo sforzo nell'ambito del tracciamento dei contagi e delle conseguenti misure finalizzate ad interrompere la catena di trasmissione.
A questo proposito si fa riferimento alle ultime indicazioni contenute nel Piano di sanità pubblica, quindi l'ultimo aggiornamento, ossia quello contenuto nella DGR 308 del 18 marzo 2021.

PRESIDENTE

Grazie. Per la replica, il collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, ho ascoltato la risposta dell'Assessore, però non mi reputo soddisfatto perché noi chiedevamo di attivarsi presso le autorità competenti per reperire i dati e i contenuti di questo dossier, ma vedo che è stato preso atto che è stato pubblicato da questa testata, riportato da altre, ma che non abbiamo, come Regione, fatto i passi utili per venirne in possesso.
Io credo che sarebbe utile comunque, anche se è passata, speriamo, l'emergenza, venire in possesso di questo documento perché i Servizi di intelligence sono comunque un apparato dello Stato, un apparato che svolge un'attività che è pagata dal contribuente e quindi, se ci dà delle notizie utili per la salvaguardia della salute dei cittadini italiani e veneti, sarebbe anche utile avere questi documenti e capirne i contenuti, anche per capire, appunto, l'evoluzione di questa pandemia e le misure utili e necessarie ad affrontarla, sicuramente, se torna utile, anche magari per affrontare – speriamo non avvenga mai, ma non si sa mai come vanno le cose – future emergenze.
Quindi questo è quello che mi sento di dire, anche perché quello che veniva riportato dai media era che c'era una sottostima del 50%, quindi non un discostamento minimo, ma un discostamento molto importante, che cambiava veramente anche i numeri in gioco e quindi, di conseguenza, anche tutte le attività utili a contrastare questo numero di persone contagiate.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo all'Interrogazione n. 87 del collega Lorenzoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 87 del 2 marzo 2021 presentata dal consigliere Lorenzoni relativa a "DIABETOLOGIA PEDIATRICA DELL' OSPEDALE DI PADOVA, PERSONALE SENZA STIPENDIO?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- il personale sanitario della Diabetologia Pediatrica dell'Ospedale di Padova sta lavorando gratis da oltre due mesi, in quanto non è ancora arrivato il previsto finanziamento da parte della Regione;
- si tratta infatti per lo più di personale con contratti a termine o borse di studio annuali ma dotato di grande professionalità, senso di responsabilità e dedizione.
Considerato che:
- a tamponare parzialmente le mancanze del servizio sanitario regionale sono impegnati i genitori dei giovani pazienti attraverso l'Associazione Giovani Diabetici di Padova (A.G.D.);
- l'impegno dell'Associazione non può certo sostituirsi al dovere di cura e presa in carico che spetta alla Regione Veneto;
- il servizio di diabetologia pediatrica è un riferimento riconosciuto di altissimo livello per molte famiglie venete bisognose di supporto sanitario.
Tutto ciò premesso, il sottoscritto consigliere
chiede all'Assessore regionale alla Sanità
quali azioni intenda compiere per risolvere la grave situazione venutasi a creare presso la Diabetologia Ospedaliera di Padova".
Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
L'interrogazione è rivolta all'assessore Lanzarin in merito alla situazione che si era venuta a creare all'ospedale di Padova, dove c'è un'unità di Diabetologia infantile che, a detta dei medici e a detta anche delle famiglie, è uno dei punti di riferimento a livello internazionale. Sicuramente è un punto di eccellenza della sanità veneta, ma gran parte del personale ha dei contratti a termine, che andavano a scadere proprio alla fine di febbraio, e quindi c'era il rischio di non dare continuità a quella presenza delle figure dei medici, che sono un riferimento importantissimo per i piccoli pazienti e anche per le famiglie.
Allora, la richiesta era di come la Regione volesse far fronte a questo momento di discontinuità, perché poi, sennò, dobbiamo anche essere consapevoli che non dobbiamo sorprenderci se il Veneto è la seconda Regione in Italia per abbandono da parte del personale medico, cioè il dato del 2019 è che 465 medici su 7.825, cioè il 5,9% dei medici, hanno lasciato, prima della pensione, la propria posizione nella sanità veneta e questo indubbiamente non è un bel record, perché è prodromico a quella situazione di difficoltà di cui ci ha parlato bene l'Assessore nella risposta alle interrogazioni precedenti.

PRESIDENTE

Grazie. Per la risposta l'assessora Lanzarin.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Con riferimento alla L.R. n. 24 dell'11/11/2011 "Norme per la prevenzione, la diagnosi e la cura del diabete mellito dell'età adulta e pediatrica" ed a seguito del riconoscimento dei centri di riferimento regionale di Padova e Verona, nonché all'approvazione del modello di rete regionale per l'assistenza diabetologica adottato con DGR n. 2245 del 27/11/2014, la Regione Veneto provvede annualmente al finanziamento per la prosecuzione dei progetti volti al potenziamento della presa in carico dei pazienti diabetici.
Per inquadrare opportunamente il tema relativo al finanziamento annuale sopracitato, cui la Regione provvede con risorse della Gestione Sanitaria Accentrata (GSA), si rappresenta l'iter previsto.
Ogni anno, con Delibera di Giunta Regionale viene autorizzato l'avvio della GSA con copertura finanziaria sui capitoli di spesa del bilancio di previsione, viene determinato il budget dei finanziamenti della GSA autorizzando l'erogazione tramite Azienda Zero (ai sensi della L.R. 19/2016 art. 2, c. 4) e viene dato incarico al Direttore Generale dell'Area Sanità e Sociale di adottare, con successivo provvedimento, la programmazione di dettaglio degli interventi da finanziare.
Successivamente, in esecuzione della Delibera di Giunta Regionale:
• con decreto del Direttore della Direzione Risorse Strumentali SSR viene disposta - ai sensi della L.R. 19/2016 art. 2, c.1) - l'erogazione ad Azienda Zero di una prima quota dei finanziamenti della GSA;
• con decreto del Direttore Generale Area Sanità e Sociale - sulla base delle proposte presentate dalle strutture dell'Area Sanità e Sociale e da Azienda Zero - viene definita la programmazione degli interventi individuando le linee di spesa ed i relativi finanziamenti della GSA.
A seguito di ciò, la struttura competente può quindi procedere ad attivare la linea di spesa (nel caso specifico è la n. 0072 "Stanziamento per i Centri di Diabetologia Età Adulta e Pediatrica-L.R. n. 24/2011 "), con decreto che diviene esecutivo dopo approvazione e apposizione del visto di monitoraggio del Responsabile della GSA. Il finanziamento ha valenza per l'anno solare.
Anche per l'anno 2020 è stato quindi seguito il suddetto iter, fermo restando che su espressa richiesta dell'Azienda Ospedale Università di Padova (nota prot. n. 36494 del 16/06/2020 agli atti) è stata autorizzata una rimodulazione dei costi ed in data 28/01/2021, sempre su richiesta dell'Azienda (nota prot. n. 75959 del 16/12/2020 agli atti), è stato dato parere favorevole alla proroga dell'utilizzo del finanziamento 2020 "... valutata la necessità di garantire la prosecuzione delle attività in essere e di dare continuità ai contratti ... fino al completamento delle obbligazioni assunte nel 2020 che dovranno pertanto essere opportunamente rendicontate", dando termine per la rendicontazione fino al 30/04/2021.
Relativamente al finanziamento del 2021 le tempistiche di approvazione del finanziamento annuale sono risultate particolarmente celeri, l'iter relativo al finanziamento si è articolato come segue:
1. delibere di Giunta Regionale n. 1800 del 22/12/2020 e n. 102 del 02/02/2021: avvio della GSA;
2. nota regionale prot. n. 77295 del 18/02/2021 (agli atti): richiesta formulazione del progetto per definire il finanziamento annuale;
3. nota aziendale prot. n. 12687 del 25/02/2021 (agli atti): invio proposta del progetto per il 2021 da parte dell'Azienda;
4. decreto del Direttore della Direzione Risorse Strumentali SSR n. 16 del 09/03/2021: erogazione di una quota dei finanziamenti ad Azienda Zero;
5. decreto del Direttore Generale Area Sanità e Sociale n. 22 dell'11/03/2021: programmazione degli interventi da finanziare;
6. decreto del Direttore della U.O. Cure Primarie e Strutture Socio-Sanitarie Territoriali n. 4 del 23/03/2021: attivazione linea di spesa n. 0072.
Per il 2021 è stato altresì incrementato l'importo del finanziamento, al fine di potenziare maggiormente la parte pediatrica, assegnando euro 500.000,00 rispetto ai 200.000,00 euro dello scorso anno, previa riformulazione e riadeguamento del progetto iniziale.
In data 26/03/2021 con nota prot. n. 138120 è stato notificato il decreto n. 4/2021 alla Azienda Ospedale Università di Padova e ad Azienda Zero, autorizzando quest'ultima al pagamento dell'acconto pari al 50% dell'importo assegnato di euro 500.000,00. Con mandato n. 312 del 13/04/2021 Azienda Zero ha liquidato all'Azienda l'importo di euro 250.000,00.
Rilevata quindi la necessità di proseguire con la progettualità in essere anche al fine di potenziare la presa in carico dei pazienti diabetici nella Regione Veneto, in base alla sequenza delle attività sopra rappresentate:
• sono state espletate tempestivamente tutte le attività stabilite dagli articolati iter amministrativi ed economici,
• è stato previsto un considerevole incremento al finanziamento per il 2021,
• già da fine 2020/primi mesi del 2021 si è provveduto a predisporre quanto utile in ordine ai finanziamenti relativi all'anno in corso per il proseguo della progettualità".

Ass.ra Manuela LANZARIN

Allora, salto la prima parte, che ripercorre un po' la legge regionale, le varie delibere che sono state di volta in volta adottate, quindi diciamo i provvedimenti normativi che sono stati adottati per proseguire con l'attività, appunto, dell'unità e vado un po', invece, a quello che riguarda l'anno 2020.
Anche per l'anno 2020 è stato seguito il suddetto iter, fermo restando che, su espressa richiesta all'azienda ospedaliera di Padova è stata autorizzata una rimodulazione dei costi ed in data 29.1.2021, sempre su richiesta dell'azienda, è stato dato parere favorevole alla prorogare dell'utilizzo dei finanziamenti 2020, valutata la necessità di garantire la prosecuzione delle attività in essere e di dare continuità ai contratti fino al completamento delle obbligazioni assunte nel 2020, che dovranno pertanto essere opportunamente rendicontate dando termine per la rendicontazione fino al 30.4.2021.
Relativamente al finanziamento del 2021, le tempistiche di approvazione e finanziamento annuale sono risultate particolarmente celeri. L'iter relativo finanziamento si è articolato come segue: delibera di Giunta del 22.12.2020 e del 2.2.2021 avvio della GSA; nota regionale del 18.2.2021 richiesta formulazione del progetto per definire il finanziamento annuale; nota dell'azienda del 25.2.2021 invio proposta al progetto per il 2021 da parte dell'azienda; decreto del Direttore dell'area Risorse strumentali del 9.3.2021, erogazione di una quota del finanziamento dell'Azienda Zero; decreto del Direttore Generale dell'area Sanità e sociale 11.3.2021 programmazione degli interventi da finanziare; decreto poi delle cure primarie e strutture sociosanitarie del 23.3.2021 attivazione della linea di spesa.
Per il 2021 è stato, altresì, incrementato l'importo del finanziamento al fine di potenziare maggiormente la parte pediatrica, assegnando euro 500.000 rispetto ai 200.000 euro dello scorso anno, previa riformulazione e riadeguamento del progetto iniziale.
In data 26.3.2021 è stato notificato il decreto all'azienda Ospedaliera Università di Padova e da Azienda Zero, autorizzando quest'ultima al pagamento dell'acconto pari al 50% dell'importo assegnato di euro 500.000; con mandato del 13.4.2021 Azienda Zero ha liquidato all'azienda l'importo di 250.000.
Rilevata, quindi, la necessità di proseguire con le progettualità in essere, anche al fine di potenziare la presa in carico dei pazienti diabetici della Regione del Veneto, in base alla sequenza delle attività sopra rappresentate, sono state espletate tempestivamente tutte le attività stabilite dagli articoli iter amministrativi ed economici è stato previsto un considerevole incremento al finanziamento per il 2021 e già da fine 2020 e nei primi mesi del 2021 si è provveduto a predisporre quanto utile in ordine ai finanziamenti relativi all'anno in corso per il prosieguo della progettualità.
Quindi non solo si è accelerato molto di più nel 2021, quindi siamo già a una fase avanzata, ma nel 2021 è scattato l'aumento del finanziamento, quindi si è raddoppiato, perché era un impegno che si era preso in uno degli ultimi, mi sembra, provvedimenti della scorsa Legislatura. Questo proprio ritenendo importante il punto e i servizi che vengono erogati non solo per il territorio padovano, ma anche per tutto il territorio veneto.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Per la replica, il collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per questa dettagliata ed esaustiva ricostruzione dell'iter che si è svolto tra febbraio e aprile di quest'anno, con celerità rispetto all'anno scorso e questo indubbiamente è un bel segnale.
Rimane il tema che ad aprile di quest'anno abbiamo deciso finanziamento per quest'anno di un servizio che è un servizio indispensabile. Ecco, la raccomandazione che mi sento di fare è proprio questa: visto che non sono dei fabbisogni imprevisti, perché è una presenza continuativa, cerchiamo di dare continuità e dare stabilità queste posizioni perché sennò non riusciremo mai a costruire un presidio sanitario di qualità perché purtroppo i medici che vengono formati sono richiesti al di fuori della sanità pubblica, sono richiesti al di fuori del nostro Paese e non vorremmo più vedere i nostri giovani laureati andare a lavorare altrove.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo all'IRI n. 113 della collega Guarda.

Interrogazione a risposta immediata n. 113 del 30 marzo 2021 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "VACCINE-SHOPPING ALL'ULSS 9 SCALIGERA?"

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che dalla lettura di un approfondimento effettuato dalla testata online "Open" 1 si apprende che presso l'ULSS 9 Scaligera sarebbe stato possibile optare, all'atto della prenotazione per la somministrazione del vaccino anticovid19, per il vaccino da ricevere, e ciò attraverso la individuazione, tra quelle disponibili, della sede di somministrazione cui è, a quanto risulta, collegato uno specifico vaccino piuttosto che un altro tra i tre che in atto hanno ricevuto l'autorizzazione all'immissione in commercio.
Considerato che ove la ricostruzione effettuata dalla fonte sopra indicata fosse sostanzialmente confermata ci troveremmo di fronte a un inedito e certamente contestabile fenomeno di "vaccine-shopping", e ciò nella misura in cui si verificherebbe una inedita e certamente non ammissibile interversione del rapporto di cura e prevenzione, in barba a qualsivoglia attività di pianificazione della campagna vaccinale e, a quanto consta, in aperto contrasto con le stesse indicazioni presenti sul portale dell'ULSS 9, dove, nella sezione FAQ di riferimento, alla ipotesi di domanda "Posso scegliere il tipo di vaccino da fare?" segue, correttamente, la seguente risposta: "No. Il vaccino è deciso a livello centrale in base alla categoria di rischio a cui si appartiene.".
Ritenuto che al di là dello specifico caso sopra esposto, sia necessario porre specifica attenzione a che la costruzione e messa in esercizio dell'imminente sistema di prenotazione sia tale da garantire uniformità applicativa nella somministrazione dei vaccini presso le sedi di ciascuna delle ULSS venete.
Tutto ciò premesso, la sottoscritta Consigliera
interroga la Giunta regionale
per sapere, appurato e verificato quanto in premessa, quali meccanismi saranno pensati al fine di garantire uniformità applicativa nella somministrazione dei vaccini presso le sedi di ciascuna delle ULSS venete".
Prego, Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Premetto che questa è un'interrogazione che era stata presentato al 30 di marzo, giusto per contestualizzarla in termini di tempo perché evidentemente le cose sono un po' cambiate.
Dalla lettura di un approfondimento effettuato dalla testata "Open" si apprende, proprio tramite anche screenshot presentati all'interno dell'articolo, che presso l'ULSS 9 Scaligera sarebbe stato possibile optare, all'atto della prenotazione per la somministrazione del vaccino anti-Covid, per il tipo di vaccino da ricevere e ciò attraverso l'individuazione, tra quelle disponibili, della sede di somministrazione cui è, a quanto risulta, collegato uno specifico vaccino piuttosto che un altro tra i tre che, in atto, hanno ricevuto l'autorizzazione all'immissione in commercio all'epoca.
Considerando che, ove la ricostruzione effettuata dalla fonte sopraindicata fosse sostanzialmente confermata, ci troveremmo di fronte ad un inedito e contestabile, evidentemente, fenomeno di vaccine-shopping e ciò nella misura in cui si verificherebbe una non ammissibile interversione del rapporto di cura e prevenzione, in barba evidentemente a qualsiasi attività di pianificazione della campagna vaccinale e, a quanto consta, in aperto contrasto con le stesse indicazioni presenti nel portale dell'ULSS 9, dove alla sezione FAQ di riferimento, all'ipotesi di domanda: "Posso scegliere che tipo di vaccino fare?", si rispondeva: "No, il vaccino è deciso a livello centrale, in base alla categoria di rischio a cui si appartiene".
Ritenuto che, al di là dello specifico caso sopra esposto, fosse necessario all'epoca, naturalmente, porre specifica attenzione e che la ricostruzione e messa in esercizio dell'imminente sistema di prenotazione sia tale da garantire uniformità applicativa alla somministrazione dei vaccini all'interno di tutte le ASL venete – in ciascuna ASL veneta, non soltanto in quella scaligera – all'epoca chiedevo, per sapere, appurato e verificato quanto in premessa, quali meccanismi potevano essere messi in atto all'epoca naturalmente, per garantire uniformità applicativa nella somministrazione dei vaccini e quindi essenzialmente chiedevo se è realmente accaduto così e, in caso, come si sarebbe provveduto a correggere il tiro.

PRESIDENTE

Per la risposta l'assessora Lanzarin.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Il nuovo sistema di prenotazioni per le vaccinazioni anti-covid 19 dal 1 aprile 2021 è divenuto unico in tutto il Veneto e per tutte le Aziende Ulss. Esso è stato predisposto proprio per uniformare e semplificare lo strumento di prenotazione in tutta la Regione Veneto.
Si accede al sistema mediante il seguente link: https://vaccinicovid.regione.veneto.it/ si può prenotare la vaccinazione.
Dopo aver scelta la propria Azienda ULSS, ci si può prenotare mediante l'inserimento del proprio codice fiscale, se si rientra nelle categorie per le quali sono attive le campagne vaccinali.
Si può scegliere la sede più vicina, nelle giornate e con gli orari disponibili a calendario, non è prevista invece la possibilità di scegliere la tipologia di vaccino.
Tutte le informazioni utili relative alla campagna vaccinale possono essere reperite alla seguente pagina: https://www.regione.veneto.it/emergenza-coronavirus?articleId=10697030 .
Inoltre, ogni settimana su questa pagina si potrà vedere la tabella aggiornata con le categorie di soggetti le cui vaccinazioni sono in corso.
Infine, per difficoltà o informazioni è stato anche istituito un supporto mediante il numero verde 800462340".

Ass.ra Manuela LANZARIN

Il nuovo sistema di prenotazione per la vaccinazione anti-Covid-19 dal 1° aprile 2021 è diventato unico in tutto il Veneto e per tutte le aziende ULSS. Esso è stato predisposto proprio per uniformare e semplificare lo strumento di prenotazione in tutta la Regione Veneto. Si accede al sistema mediante il link che conosciamo.
Dopo aver scelto la propria azienda ULSS, ci si può prenotare mediante l'inserimento del proprio codice fiscale, se si rientra nella categoria per la quale sono attive le campagne vaccinali. Si può scegliere la sede più vicina nella giornata e con gli orari disponibili a calendario. Non è prevista, invece, la possibilità di scegliere la tipologia di vaccino.
Tutte le informazioni utili relative alla campagna vaccinale possono essere reperite le seguenti pagine (indirizzi Internet) e, inoltre, ogni settimana, su questa pagina si potrà vedere la tabella aggiornata con le categorie di soggetti le cui vaccinazioni sono in corso.
Infine, per difficoltà e informazioni, è stato anche istituito un supporto mediante il numero verde.
Prima del 1° aprile 2021 non c'era un sistema di prenotazione unica, ma non c'erano neanche prenotazioni, perché, se vi ricordate, nella prima fase, che è quella degli over 80, l'abbiamo fatta con le famose lettere che abbiamo inviato a casa alle singole persone, perché era la modalità che in Regione Veneto per prevenzione era in itinere, cioè abbiamo sempre utilizzato questa modalità, quindi anagrafe vaccinale e lettera di invito a casa personalizzata. L'abbiamo fatta per tutti gli over 80 e, quando abbiamo chiuso con gli over 80, quelli che non si sono chiusi con la lettera, sono entrati dal 1° aprile, quando sono entrati con il portale unico a livello regionale.
Però, nel caso di prima, come in questo caso, la gente viene invitata, nel caso della lettera, con una data e anche l'indirizzo e quant'altro, ma non sicuramente individuando la tipologia e potendo scegliere il tipo di vaccino.
Dirò di più: come voi sapete, noi, a differenza di altre Regioni, non abbiamo aderito a nessun vaccino day, quindi non abbiamo promosso nessun tipo di vaccinazione libera con la facoltà delle persone di scegliere anche una vaccinazione rispetto ad un'altra, anche con il discorso di utilizzare dei vaccini – pensiamo ad AstraZeneca o Johnson&Johnson – che sono, invece, secondo le indicazioni AIFA raccomandate per gli over 60, non abbiamo, come altre Regioni hanno fatto, invece, fatto degli open day giornalieri su base volontaria, proprio perché riteniamo che la vaccinazione deve essere eseguita in base alle indicazioni che ci hanno dato AIFA e gli organi regolatori e poi in base alla disponibilità di vaccini che ci sono e chiaramente l'anamnesi che viene poi effettuata prima di effettuare la vaccinazione.

PRESIDENTE

Grazie. Per la replica, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Io la ringrazio Assessore di questa risposta, che mi è piaciuta nell'esposizione di quello che è accaduto dopo il 1° aprile, però purtroppo mi ritrovo costretta ad osservare il fatto che in realtà, prima di quella data c'era la possibilità di andare a scegliere online, anche nella piattaforma dell'ULSS 9 Scaligera, dove andare a fare il vaccino e eventualmente, appunto, c'era proprio questa verifica, questo screenshot, che è rimasto ed è reperibile all'interno delle indicazioni di questa interrogazione, che esprime, appunto, quello che era di fatto una cosa verificata all'interno del portale dell'ULSS 9.
Quindi, purtroppo, pur apprezzando la spiegazione che lei ha dato, che evidentemente si concentra su altri aspetti che non sono semplicemente riportati all'interno di questa interrogazione, non posso ritenermi soddisfatta perché, appunto, va in contrasto con quello che è stato rilevato all'interno dell'interrogazione stessa e all'interno, appunto, della verifica fatta anche personalmente all'interno del portale dell'ULSS 9 Scaligera.
Quindi ho capito che la questione è superata al momento però, probabilmente, ci sarebbe da porre più attenzione, dato che le notizie che erano date all'epoca anche nelle conferenze stampa dal Presidente e da lei erano del tutto differenti da quanto è stato verificato all'interno di questa comunicazione. Se lei mi garantisce che comunque all'epoca non era possibile, io naturalmente prendo atto di questa sua dichiarazione.
Colgo l'occasione, invece, per lanciarle un'esperienza che sto raccogliendo dal territorio dall'inizio della campagna vaccinale, ma in particolar modo anche in queste settimane, in quest'ultimo mese ed è appunto la difficoltà per chi, non sceglie naturalmente, ma è chiamato dal medico di base a non sottoporsi ad AstraZeneca, ad esempio, o ad altri vaccini che, appunto, non sono, secondo l'anamnesi fatta dal medico, adatti per il paziente e la difficoltà appunto di poter realmente accedere a un vaccino fatto con Pfizer o Moderna, eccetera. Questo in casi, in particolar modo, per quanto riguarda i pazienti che hanno, per esempio, un rischio trombosi o altre patologie che possono mettere in difficoltà chi si sottopone al vaccino.
Molto spesso si arriva, non c'è alternativa a AstraZeneca e si risponde al paziente: "Guardi, ritorni, riprovi", come dire: "Ritenti e sarà più fortunato". Capisco che ci siano difficoltà magari nello scongelamento del Pfizer in questo caso, ma probabilmente in questi casi, dato che a me giungono parecchie richieste in questo senso, potrebbe essere interessante il fatto di accordare, anche con i medici di base che magari hanno già pratica nel fare vaccini – penso a Vicenza, dove c'è stato anche appunto l'impegno diretto anche e non soltanto per le persone con non autosufficienza – con delle dosi dedicate a queste persone che, appunto, continuano magari per due o tre volte a riprovare ad accedere al vaccino e per due o tre volte vengono rimandate a casa.
Non succede soltanto in una ASL, è una cosa diffusa ed è una cosa che sicuramente potrebbe anche alleggerire il personale impegnato adesso nell'epoca dei vaccini.

PRESIDENTE

Grazie, collega Guarda.
Abbiamo esaurito le interrogazioni a risposta immediata.
PUNTO
5



INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO.

PRESIDENTE

Non ci sono risposte ai sensi dell'articolo 111; peraltro, l'ultima volta ne abbiamo fatte parecchie. Quindi andiamo a scorrere l'ordine del giorno.
Collega Villanova, sull'ordine dei lavori.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Chiedo se è possibile anticipare i punti n. 7) e n. 8) all'ordine del giorno. Grazie.

PRESIDENTE

Ho parlato anche con altri Capigruppo e mi sembra che siamo su questa linea, quindi passiamo subito alla Commissione d'inchiesta, che è anche argomento che ha riservato spazio importante sui media nei giorni scorsi.
PUNTO
7



ISTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE SPECIALE DI INCHIESTA SULL'ANDAMENTO IN VENETO DEI CONTAGI E DEI DECESSI DA SARS-COV-2 DURANTE LA PANDEMIA, CON PARTICOLARE ATTENZIONE ALLA SECONDA "ONDATA". (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 12) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 52/2021)

Relazione della Prima commissione consiliare.
Relatore il consigliere Giacomo Possamai, correlatore il consigliere Alberto Villanova.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
con la presente proposta di deliberazione amministrativa si intende istituire una Commissione speciale d'inchiesta sulla gestione della pandemia da SARS-CoV-2 in Veneto e sulle cause che hanno determinato un diverso andamento dei contagi e dei decessi nel periodo interessato dalla pandemia stessa, con particolare riferimento alla seconda "ondata".
Si intende inoltre riprendere e completare il lavoro della Commissione speciale d'inchiesta, istituita negli ultimi mesi della Decima legislatura, sulla gestione delle RSA e delle case di riposo per anziani in relazione alla pandemia.
Si tratta pertanto di verificare, in via esemplificativa e non esaustiva:
- quali azioni siano state adottate dalla Regione del Veneto per il contenimento della pandemia da SARS-CoV-2 e quali siano stati i fattori che hanno influito sull'andamento dei contagi e dei decessi nelle diverse fasi della pandemia stessa;
- se l'utilizzo di tamponi di prima e seconda generazione per testare il personale sanitario e addetto all'assistenza possa aver avuto conseguenze, anche indirette, sul numero dei contagi e dei decessi;
- se e come le restrizioni alla mobilità personale abbiano inciso sulla diffusione del virus, anche ricorrendo ad analisi comparative con altri territori sottoposti a diversi regimi restrittivi;
- se ogni più opportuna cautela sia stata adottata nei percorsi di protezione e cura degli ospiti delle RSA;
- se, a fronte dell'aumento dei contagi e dei decessi, siano state fornite tempestive indicazioni e direttive da parte degli organi competenti.
La proposta oggi all'esame di quest'Assemblea è stata assegnata il 6 maggio 2021 alla Prima Commissione consiliare che, nella seduta del 12 maggio, ha provveduto a farla illustrare dal primo firmatario. Nella successiva seduta del 19 maggio, finalizzata ad un primo esame del testo, il primo firmatario ha prospettato l'intenzione – rispetto alla versione iniziale - di estendere l'analisi della gestione della pandemia a tutto il periodo dell'emergenza sanitaria, recuperando i lavori della Commissione speciale d'inchiesta sulla gestione delle RSA e delle Case di riposo per anziani decaduta al termine della scorsa legislatura, nonché di consentire la pubblicità dei lavori della commissione, eccettuati i casi in cui l'Ufficio di Presidenza della Commissione disponga diversamente; quanto sopra così mutuando profili ed aspetti caratterizzanti la proposta di deliberazione amministrativa n. 14 (Istituzione di una Commissione speciale d'inchiesta sulle azioni di contenimento e contrasto alla pandemia da Covid-19), avente oggetto e finalità in parte analoghe .
Nella seduta del 26 maggio, infine, la Prima Commissione, previa dichiarazione di ritiro della pda 14, ha approvato a maggioranza la proposta di deliberazione amministrativa n. 12, emendata sulla base di quanto esposto nella seduta precedente, condivisa da tutti i gruppi consiliari.
Hanno espresso voto favorevole i rappresentanti dei gruppi consiliari Partito Democratico Veneto (Camani, Possamai Giacomo), Liga Veneta per Salvini Premier (Cecchetto, Cestari, Corsi, Favero); Zaia Presidente (Bisaglia, Cestaro, Gerolimetto, Sandonà), Lista Veneta Autonomia (Piccinini), Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni (Soranzo) e Forza Italia-Berlusconi-Autonomia per il Veneto (Venturini). Si è astenuto un rappresentante del gruppo consiliare Zaia Presidente (Villanova)".

PRESIDENTE

Do la parola al relatore e correlatore e con un mio prologo: sono arrivati gli emendamenti 1, 2 e 3, tra l'altro sottoscritti da Villanova e Possamai assieme, e do 15 minuti per eventuali subemendamenti.
Se il collega Villanova chiede la parola su Concilium. No, scusate, Possamai prima che è il relatore. Scusate, ma l'abitudine mi porta a capire che normalmente il relatore è di maggioranza, questa volta, scusatemi, ha rotto il ritmo.
Se chiede la parola su Concilium, collega Possamai. Mi scusi, solo per tenere il tempo e verbalizzare in maniera più semplice per gli uffici. La vedo presente. Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Come ha anticipato anche lei, si tratta di un tema che abbiamo lungamente discusso, prima di tutto in Prima Commissione e poi anche fuori da quest'Aula: si tratta della Commissione speciale d'inchiesta sull'andamento della pandemia in Veneto. Noi abbiamo fortemente voluto questa Commissione d'inchiesta, ne abbiamo parlato molte volte anche nelle scorse settimane perché pensiamo che sia un'opportunità per fare chiarezza e per approfondire quanto è capitato in Veneto.
Sappiamo tutti, nel senso che è stata una discussione pubblica, oltre che in Prima Commissione, che il testo che portiamo oggi in Aula, a parte gli emendamenti integrativi di cui parlava lei prima, Presidente, è un testo che abbiamo condiviso in Prima Commissione, partendo da due testi distinti, da due PDA distinte. È un testo che oggi prevede una Commissione speciale d'inchiesta sull'andamento in Veneto dei contagi e dei decessi in questo ormai più che terribile anno legato alla pandemia, con una particolare attenzione alla seconda ondata, perché in Veneto la gran parte dei contagi e decessi si è concentrata nella seconda ondata (quattro volte quelli della prima).
È anche l'opportunità per riprendere e portare avanti il lavoro avviato con la Commissione d'inchiesta avviata nello scorso mandato sulla gestione delle RSA, delle case di riposo per anziani, sempre in relazione alla pandemia: in quel caso, ovviamente il riferimento era alla prima ondata, ma chiaramente il lavoro va esteso anche alla seconda e agli ultimi mesi.
La Commissione, ovviamente, nella sua libertà, con i membri e con l'Ufficio di Presidenza, deciderà su che strada procedere, ma, in via esemplificativa, andrà a indagare su quali azioni e quali scelte siano state adottate dalla Regione Veneto per il contenimento della pandemia e su quali siano stati i fattori che hanno influito sull'andamento dei contagi e dei decessi nelle diverse fasi della pandemia, sull'utilizzo dei tamponi di prima e seconda generazione per testare il personale sanitario e addetto all'assistenza e come questo possa aver avuto un impatto, anche indiretto, sul numero di contagi e decessi; se e come le restrizioni alla mobilità personale e quindi il famoso sistema a zone colorate abbia inciso sulla diffusione del virus, anche ricorrendo – e questo sarà un lavoro, secondo me, importante – a un'analisi comparativa fra le diverse Regioni d'Italia. In questo senso, per esempio, ha anche un senso un'analisi più di lungo raggio, quindi sull'intero decorso della pandemia e ovviamente su tutte le attività, quindi le indicazioni e le direttive degli organi competenti di fronte all'aumento dei contagi e dei decessi.
Noi siamo convinti che questa sia un'opportunità importante, nel senso che, purtroppo, penso che in quest'ultimo anno e mezzo la pandemia che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo stia caratterizzando in profondità il tempo che viviamo, temo che sarà sicuramente l'evento oltre che più drammatico, anche più importante che ci troveremo e che ci siamo trovati ad affrontare in questa legislatura, in questo mandato, ma io credo da tanti e tanti anni. Quindi vorremmo capire che cosa è successo, se è stato fatto tutto ciò che andava fatto, ma anche capire se ci sono stati degli errori perché, come ben sappiamo, non è detto che sia finita e, in ogni caso, siamo di fronte a mesi, a un periodo ancora estremamente difficile.
Quindi andare a individuare non soltanto le cause, ma anche la natura delle scelte pensiamo che sia necessario e che farlo in una Commissione d'inchiesta in questo Consiglio, in Veneto, che nella seconda ondata ha subito così tanti lutti e ha perso così tante persone, così tanti cittadini, abbia un valore anche nei confronti delle famiglie, nei confronti di chi queste persone le ha perse per strada, perché il fatto di approfondire e anche di provare a cercare alcune risposte, alcune chiavi di lettura pensiamo che sia dovuto nei confronti dei cittadini del Veneto e in particolare nei confronti di chi, in questo anno e mezzo, ha sofferto in maniera particolare.
Noi, con questo spirito, ci avviamo a costruire questa Commissione, ovviamente a partecipare con i cinque membri dell'opposizione, con l'idea che sia uno strumento utile, ovviamente portando le nostre tesi, le nostre opinioni, pensando che audire, ascoltare, incontrare i mondi che, a vario titolo, sono stati coinvolti nella gestione o direttamente che hanno subìto gli effetti della pandemia, sia uno strumento fondamentale per capire fino in fondo quanto è capitato e anche confidando che la relazione che deriverà dal lavoro di questa Commissione possa essere un documento che lasciamo a chi nei prossimi anni si ritroverà a gestire speriamo non un'emergenza sanitaria, ma sicuramente la sanità di questa Regione, possa essere un contributo utile per capire quale direzione prendere, quali scelte fare e cosa e come si può fare meglio. Grazie.
Assume la Presidenza
La Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Capogruppo Villanova.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Io sono qui oggi alla luce di quello che è stato il lavoro in Prima Commissione, ma anche e soprattutto quello che è stata la Quinta Commissione che abbiamo fatto qualche settimana fa e che ha visto qui tutti i nostri dirigenti della sanità e il presidente Luca Zaia venire a spiegarci quali sono state le scelte; io sono qui a confermare oggi, nella maniera più assoluta che l'istituzione di questa Commissione d'inchiesta sia prioritaria per questa Amministrazione.
Io credo che il fatto di insediare una Commissione d'inchiesta, che possa lavorare in maniera rapida, approfondita ed esaustiva, per spiegare ai veneti cosa è successo in questi ultimi 16 mesi, penso che il fatto di spiegare anche come è stata affrontata questa pandemia, questa emergenza, che nessuno di noi per fortuna aveva mai vissuto prima e che spero nessuno possa vivere in futuro, penso sia un obiettivo primario che deve unire maggioranza e opposizione, come effettivamente abbiamo fatto nei lavori di Prima Commissione. Siamo partiti da posizioni molto distanti e, dopo, grazie a un lavoro che ci ha visto condividere alcuni obiettivi, siamo arrivati, appunto, a questa stesura.
Io credo che negli scorsi mesi siano state dette tante e forse troppe bugie sulla sanità regionale, ma i veneti hanno diritto di sapere, hanno diritto di conoscere. Per questo abbiamo voluto inserire all'interno della proposta che le sedute di Commissione siano pubbliche, quindi che i veneti possano collegarsi e vedere e sentire quelle che sono le audizioni e comunque i pareri degli esperti. Dopodiché, una volta che verranno finiti i lavori della Commissione d'inchiesta, vogliamo che gli atti vengano depositati all'autorità giudiziaria.
L'emergenza è stata senza soluzione di continuità per 16 mesi: da quel 21 febbraio 2020 ad oggi non c'è stato mai un periodo di pace assoluta, nonostante magari il periodo di tregua dell'estate scorsa. Quindi noi abbiamo insistito affinché si prendesse in esame tutta la pandemia, non solo un periodo ben delimitato, proprio perché penso che sia anche utile dal punto di vista tecnico andare a confrontare gli andamenti delle tre ondate, andare a confrontare i metodi che si sono usati, i mezzi che si sono potuti adoperare, l'evoluzione anche di quella che è stata la diagnostica e la terapia. Per fare questo non si poteva prendere in esame solo un periodo che va da ottobre a marzo di quest'anno, ottobre 2020/marzo 2021, ma bisognava prendere tutta la pandemia in esame ed è quello che è stato inserito, appunto, in questo progetto.
I temi da affrontare sono innumerevoli e ne ha citati alcuni il collega Possamai, ma penso che in particolare vada messo in luce quello che è stato lo sforzo disumano e il lavoro instancabile di medici, infermieri e del personale sanitario della nostra Regione. A loro penso che debba andare il ringraziamento di tutto il Consiglio regionale e dei veneti che noi rappresentiamo, ma non solo ai medici e al personale sanitario impiegato negli ospedali, ma anche a tutti quei dirigenti che hanno lavorato e hanno preso decisioni, assumendosi la responsabilità, mentre magari fuori, in qualche salotto televisivo e su qualche giornale, altri parlavano a vanvera.
Io credo che sia anche importante fare chiarezza su quelli che sono stati gli strumenti utilizzati per affrontare questa pandemia, strumenti che possono essere i tamponi, ma ce ne sono molti altri, perché personalmente vorrei uscire da quella che è stata la logica – e qui apro un virgolettato – "i numeri mi danno torto, ma io ho comunque ragione" (questo è un virgolettato di qualche di qualche giorno fa), oppure dalla logica degli studi fantasma, che hanno condizionato la dialettica politica per troppe settimane.
Io penso che sia arrivato il momento di fare luce, di arrivare a dati concreti e ad evidenze scientifiche, perché i veneti si meritano questo e soprattutto vanno portati alla luce anche i dati e i confronti con le Regioni a noi vicine. Io penso che sia fondamentale, in una situazione come questa, visto che abbiamo affrontato il tema della colorazione delle fasce – ricordo, non è stata una decisione regionale in sede della colorazione fasce delle Regioni, ma una decisione che ci è stata imposta dal Governo e dai Governi – ma vorrei anche che si confrontassero i dati epidemiologici, i dati di mortalità con le Regioni a noi vicine, che possono essere confrontate per posizionamento geografico e per quelli che sono anche magari la popolazione e il tipo di attività sul territorio.
Per fare tutto questo abbiamo bisogno di una Commissione che non voglia fare spettacolo, ma che si voglia concentrare per lavorare per arrivare a dare una risposta concreta ai veneti. Siamo arrivati a una formulazione che credo sia soddisfacente per tutte le parti che compongono questo Consiglio e quindi io voglio confermare che, per quello che riguarda i Consiglieri che fanno parte dei nostri Gruppi, che parteciperanno a questa Commissione d'inchiesta, ci sarà tutto l'impegno affinché si possano raggiungere questi obiettivi. Grazie.

PRESIDENTE

Capogruppo Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo ricordando un intervento che avevo fatto in Prima Commissione dove, pur non essendo membro, ho seguito i lavori su questo punto, per me molto importante, anche dal punto di vista personale, come ho più volte detto in quest'Aula. Avevo chiesto all'epoca, in una discussione molto accesa, che la polemica politica prima di tutto uscisse dal lavoro di una Commissione che, come è stato spiegato sia dalla relazione che dalla controrelazione adesso, dall'intervento del capogruppo Villanova, in qualche modo, per poter fare un lavoro per i veneti, deve lavorare sul capire effettivamente quello che è accaduto, con dati certi alla mano, udendo le persone che per prime hanno vissuto in prima linea in corsia, ma anche le associazioni dei familiari che dentro questa PDA, ad esempio, sono citati.
Per quanto mi riguarda, questo è uno dei punti che avevo proprio cercato di portare all'interno di questa Commissione d'inchiesta perché credo che ci siano parecchie persone, cittadini veneti, famiglie, su cui magari poi anche la nostra attenzione passa perché la pandemia sembra adesso scendere, scemare nei numeri, ma in realtà tantissime persone, nel corso di quest'anno, come sappiamo, hanno perso interi pezzi delle loro famiglie. Alcuni di questi li hanno persi anche dentro gli ospedali, come spesso ripeto in quest'Aula, per un contagio avvenuto dentro il presidio ospedaliero, che dovrebbe essere il posto più sicuro.
Allora, fare chiarezza su tutto questo, cercando di fare in modo che la chiarezza arrivi dalle diverse parti politiche insieme, io credo sia un atto importante, non tanto perché è importante farlo in Veneto, ma sarebbe importante farlo a livello nazionale in tutte le Regioni, perché forse tra qualche anno ci renderemo conto di aver passato un momento storico talmente importante che non farne memoria sarebbe comunque sbagliato. Quindi, mettersi qui, io credo, indipendentemente da chi di noi vi parteciperà alla Commissione, a lavorare udendo in maniera anche pubblica, io ero d'accordo sul fatto che la Commissione fosse pubblica fin dall'inizio, dicendo però – e l'avevo detto anche in Commissione Prima – che se qualcuno ha bisogno che quella Commissione non sia pubblica per tutelare la sua possibilità di parlare, perché sappiamo che in alcuni casi dentro la corsia, se sei un primario, fai fatica ad esprimerti anche in qualche modo in maniera libera, allora, se quella persona vorrà parlare in quella Commissione in maniera privata, io credo sia giusto dargli diritto di farlo.
Anche questo punto della PDA mi trova particolarmente d'accordo e sono contenta che nelle Commissioni si sia arrivati a questa unione diciamo di intenti.
Un punto importante è l'uso dei tamponi rapidi, che viene citato nella relazione. Io credo che su questo anche il consigliere Villanova diceva che abbiamo fatto una Commissione con il Presidente Zaia presente con i tecnici e su quel punto sono state date delle informazioni; io ho detto anche in Prima Commissione che per me non erano esaustive, ho bisogno di vedere più dati, ho bisogno di confrontarmi anche con altre Regioni, è vero. Io sono d'accordo e, nel mio piccolo, ho provato anche a farlo, ma se ci sono dei tecnici competenti che qui con noi lo possono fare, io credo che sia importante perché avevamo delle linee guida nazionali che dicevano una certa cosa, ma abbiamo delle Regioni, non solo il Veneto, che hanno fatto altro.
Allora, io credo che sia importante per tutti, indipendentemente da come la si pensi, arrivare e fare chiarezza, non tanto per noi, ma per tutti quei cari che abbiamo perso, alle volte senza riuscire a dare spiegazioni o i vestiti che devono ancora tornare a casa dall'ospedale, come credo – spero di no – ma potrebbe essere capitato anche a voi.
Allora, a partire da questo, ricordo che la discussione era stata molto accesa e io ero intervenuta dicendo: "Togliamo la politica da tutto questo". Ecco, in questa PDA a me sembra che la politica sia un po' uscita, spero e credo che avremo la possibilità di fare un lavoro costruttivo di analisi, ma anche di consapevolezza e presa in carico che, se ci sono stati degli errori, semplicemente non sono degli errori che devono essere considerati come qualcosa da nascondere, perché bisogna dire che si è fatto sempre tutto bene. Chiunque avrà fatto degli errori durante la gestione di una pandemia, ma credo che per i veneti, ma anche per il valore di questa Istituzione, fare chiarezza e dire: "In quel momento abbiamo scelto di fare così, però effettivamente potevamo fare diversamente" io credo sia una responsabilità che qualunque amministratore può prendere in una Commissione e dire: "Però in quel momento io ho scelto, con tutti i dati che avevo alla mano, la cosa migliore da fare".
Allora, se riusciamo a fare questo – e io credo che lo dovrebbero fare tante Regioni in Italia – forse, in quella relazione che renderemo pubblica, in quelle Commissioni che potranno essere ascoltate anche dalle persone fuori di qui, faremo un lavoro per quelle persone che a casa si stanno chiedendo se poteva essere fatto di più, se sì o se no.
Chiudo perché siamo già intervenuti abbastanza su tutto questo dicendo che io credo che allungare i tempi della Commissione sia giusto perché avevamo fatto all'epoca – io non ero ancora qui – una inchiesta anche sulle RSA, quindi anche questo mi trova d'accordo. Il focus sulla seconda ondata però è importante e non solo da un punto di vista statistico, ma proprio da un punto di vista anche della comprensione di come una pandemia – e quel giorno ne abbiamo qui parlato con i tecnici – possa avere anche degli impatti diversi, anche a seconda e a causa di dati che noi non riusciamo ad oggi ad analizzare e conoscere.
Io credo che fare un lavoro di approfondimento scientifico – e qui sì, anche con delle persone che lavorano all'Università, lavorano in centri di studi epidemiologici su cui io credo qui quel giorno abbiamo fatto un processo esagerato – possa dare comunque un contributo.
Chiudo ed esco un secondo da questo tema: abbiamo discusso qui tanto della pubblicità di questa Commissione, se renderla pubblica o meno, e io credo che, al di là di questo, una battaglia che bisogna riuscire, secondo me, tutti a fare è che anche altre Commissioni, e non solo quella di inchiesta, su alcune questioni possano raggiungere le persone fuori di qui. Questo tema, che non è un tema all'ordine del giorno di oggi, io credo che in qualche modo dovremmo un giorno affrontarlo perché, se abbiamo discusso della pubblicità di questa, che è così delicata, effettivamente probabilmente ci sono anche altri temi che meritano di essere pubblici già nella discussione, per permettere ai cittadini di contribuire più attivamente al lavoro di questa Regione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Capogruppo Venturini.

Elisa VENTURINI (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto)

Grazie, Vicepresidente.
Come Forza Italia penso che, a questo punto, una Commissione d'inchiesta sia opportuna o addirittura necessaria perché permette di ricostruire quanto abbiamo vissuto fino a questo momento, a partire da febbraio. È un po', se mi permettete, mutatis mutandis, quello che succede quando le persone vivono dei momenti drammatici e viene consigliato loro di predisporre un diario terapeutico, cioè di raccontare e di rivivere tutte quelle vicende, quelle esperienze per rielaborare, per ricostruire e per cercare le dinamiche. Quindi, ricostruire le dinamiche, capire quali sono i punti di forza, i punti di fragilità, da dove siamo partiti, com'è la sanità veneta, dove andrà la sanità veneta, diventa fondamentale.
Allora, quello che si deve fare con questa Commissione d'inchiesta non deve essere un'attività svolta con spirito di rivalsa, ma deve essere un'attività fatta per dare anche un senso a tutta la sofferenza che, in termini umani, in termini economici, in termini sociali, questa comunità veneta ha patito in tutti questi mesi. Allora, l'occhio con il quale vanno visti i fatti deve essere un occhio neutro, deve essere un occhio obiettivo, dove vengono riportati i dati di realtà perché di fenomeni che sanno sempre tutto e che ci dicono come ci dobbiamo comportare o cosa dobbiamo fare, noi non ne abbiamo bisogno.
Noi abbiamo anche visto – citiamo anche Alessandro Manzoni – che del senno di poi le fosse sono piene e abbiamo visto anche, ad esempio, virologi, che sono forse le persone che più sanno del comportamento dei virus, fare anche dichiarazioni che poi non hanno trovato riscontro nella realtà, perché, se penso a cosa era stato detto a seguito delle aperture previste dal presidente Draghi, erano previste sciagure, ma in realtà adesso siamo in Veneto zona bianca. Ma questo per dirvi che cosa? Che non è sempre facile, da parte delle persone che addirittura più sanno, prevedere il futuro, perché quello che noi abbiamo capito di questa pandemia è che l'uomo non è onnipotente, è che l'uomo non può controllare tutto, quindi è necessario analizzare, vedere, approfondire, ricostruire in maniera obiettiva quello che è successo e non in maniera parcellizzata, non singoli momenti, ma una valutazione d'insieme.
Noi, infatti, non potremmo capire esattamente quello che è successo nelle RSA se non confrontiamo il periodo della primavera con quello dell'autunno, se noi non confrontiamo il fatto che in primavera i conviventi degli operatori delle case di riposo erano segregati in casa per il lockdown, a differenza dell'autunno, che andavano al lavoro e che andavano a scuola e quindi contribuivano alla diffusione del contagio.
Ecco, questi sono elementi che vengono valutati se si ha un quadro d'insieme ed ecco la necessità di considerare, da febbraio dell'anno scorso fino ai giorni nostri, per avere un quadro completo ed esaustivo.
Vado a chiudere: forse questo è anche il momento più opportuno, perché abbiamo anche quel minimo di serenità d'animo che ci permette di riflettere e di approfondire.
Guardate, mentre venivo qui sentivo parlare tedesco, il che vuol dire che i turisti sono tornati, vuol dire che i tedeschi sono tornati e questo dà l'idea – perché i tedeschi non tornano se non sono sicuri – che la nostra Regione è una Regione che ispira sicurezza, è una Regione che offre un sistema sicuro. Allora, a fronte di questa sicurezza e di una maggiore serenità, io direi che è arrivato il momento anche di vedere quello che è successo fino a adesso.

PRESIDENTE

Grazie. Vicecapogruppo Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente Zottis.
Io credo che il risultato con cui arriviamo oggi in questo Consiglio, in riferimento alla Commissione d'inchiesta, sia un risultato importante.
In primo luogo, come diceva poco fa la consigliera Venturini e io sono d'accordo con lei, perché stiamo vivendo una fase in cui la campagna vaccinale sta offrendo ai cittadini del Veneto, ai cittadini italiani una speranza di ripartenza, l'opportunità di pensare che questo virus sia finalmente alle nostre spalle e quindi forse è proprio il momento adatto per assumerci la responsabilità, di provare a ripristinare una verità rispetto a ciò che è accaduto. Io credo che sia un dovere che noi abbiamo, non tanto nei confronti di questo Consiglio regionale, quanto nei confronti delle migliaia di vittime che il Covid in Veneto e in Italia ha lasciato sul campo.
Io penso dunque che l'aver superato diffidenze e difficoltà iniziali per costruire insieme le condizioni migliori per fare questo lavoro di approfondimento sia un segnale di maturità che questo Consiglio regionale oggi prova a dare. Abbiamo vissuto un anno e mezzo nel panico, nella preoccupazione, a volte anche nella disperazione e io credo che queste sensazioni abbiano accentuato le diseguaglianze tra cittadini e abbiano anche modificato i rapporti di forza, in termini sia politici che istituzionali. Attraverso la lente della paura, dell'incertezza del nostro destino, le Istituzioni hanno cambiato volto, la politica ha cambiato volto e la percezione che i cittadini hanno avuto in questo anno e mezzo della politica e delle Istituzioni è profondamente cambiata.
Ecco, io penso che la Commissione, dunque, sia importante perché, dal nostro punto di vista, dal nostro osservatorio, dalla nostra responsabilità, capire cosa sia accaduto nella gestione della pandemia in questa Regione e chiederci perché si sia determinato, in particolar modo nella seconda ondata, un aumento di contagi e decessi particolarmente pesante, sia un dovere che ciascuno di noi ha. Dobbiamo vedere quali azioni di contenimento siano state messe in campo in questi ultimi drammatici mesi, fare anche chiarezza sull'utilizzo dei tamponi e dei test antigenici, verificare fino a che punto le restrizioni imposte dal Governo nazionale e quelle non imposte dal Governo regionale hanno influito su queste curve, verificare cos'è accaduto dentro le RSA, capire se quel dramma poteva essere evitato oppure no.
Io credo che queste siano domande a cui ciascuno di noi in coscienza, come cittadino e, a maggior ragione come Consigliere regionale, è obbligatoriamente chiamato a rispondere e con questa Commissione noi lo vorremmo fare tentando anche di ripristinare una relazione corretta tra scienza e politica, cioè ripristinare un rapporto tra l'evidenza scientifica e la rilevanza sociale delle decisioni, capire dove finisce il lavoro del tecnico e dello scienziato che prefigura scenari, fa ipotesi, costruisce modelli, analizza dati e dove inizia, invece, il lavoro del politico, che deve decidere, che ha deciso sulla base certamente in parte dei dati di cui parlavamo prima della scienza, ma che deve decidere e ha deciso anche sulla base dei propri valori, delle circostanze ritenute prioritarie, degli ideali e delle motivazioni politiche di appartenenza.
Infatti la differenza tra scienza e politica è questa: che lo scienziato ipotizza e prefigura scenari, mentre il politico decide e decide discrezionalmente sulla base delle proprie convinzioni ideali e ideologiche. È lì che noi dobbiamo andare a capire cosa è accaduto, partendo dai dati della scienza.
Ecco perché dicevo di ripristinare una distinzione e vorrei dire anche un'autonomia tra ciò che gli scienziati dicono e ciò che la politica si aspetta che gli scienziati dicano.
La seconda grande necessità è quella delle informazioni, perché mai come durante la pandemia, chiusi in casa, ci siamo accorti come il patrimonio di informazioni, la possibilità di accedere alla conoscenza sia diventata una vera e propria infrastruttura democratica di questo Paese. Non avere le informazioni, non sapere le cose è diventato, in questo anno e mezzo, un elemento di forte diseguaglianza e io dico anche una riduzione della possibilità di esercitare democraticamente le nostre decisioni.
Infine – e lo dico perché mi sembra un tema che è già emerso in questo pezzo di discussione – io credo che sia anche giunto il tempo di ripristinare una relazione corretta e un equilibrio sano tra la politica e l'opinione pubblica: dobbiamo essere in grado di ripristinare una realtà oggettiva, il più possibile condivisa, dei fatti, su cui poi possiamo anche dividerci nel giudizio ed evitare o uscire da quella modalità per cui l'informazione, la politica perde la sua autonomia di fronte alla necessità di rappresentare all'opinione pubblica uno scenario, una narrazione, un racconto, che è un tema che coinvolge tutti, non sto parlando esclusivamente della Regione del Veneto o del Presidente Zaia.
Io credo che nella politica della pandemia, da chi svolge una funzione istituzionale, questo tema debba essere posto al centro della propria analisi e con questo percorso noi vorremmo chiudere i lavori della Commissione arrivando al nodo vero. Come diceva il capogruppo Villanova, tutti gli atti di questa Commissione verranno trasferiti all'autorità giudiziaria, come accade sempre con tutte le Commissioni e penso che sia corretto e opportuno che questo avvenga; lo dico anche rispetto all'invito che il Presidente Zaia in quest'Aula ha fatto: se avete qualcosa da dire, andate in Procura e ci andiamo, però andiamo non con una posizione politica di una parte politica, ma vogliamo andarci con una posizione politica o di una parte politica, ma vogliamo andarci con ciò che verrà fuori attraverso un confronto e una discussione di tutto il Consiglio regionale.
Quindi, Presidente, stia tranquillo, mandiamo tutto e ci andiamo tutti in Procura, se ci saranno elementi, ma io continuo a pensare che questa Commissione, a parte il lavoro dell'Autorità Giudiziaria, della Procura, dovrà essere anche e soprattutto una Commissione che proverà ad affrontare il nodo politico, che è quello di cui vi parlavo prima perché la scienza ci darà delle informazioni e spero siano il più oggettive possibili. Ma la nostra funzione dentro la Commissione sarà anche provare a esprimere un punto di vista se il decisore politico, di fronte a quelle informazioni, ha assunto le decisioni giuste o ha assunto le decisioni sbagliate e lo vorremmo fare, non a caso, riportando questo tipo di confronto e questo tipo di discussione nel luogo in cui dovrebbe avvenire che, come ho detto tante volte e devo ripeterlo, non è il punto stampa di Marghera, ma è questo Consiglio regionale e il fatto che questo Consiglio stia dimostrando la maturità di arrivare lì, io credo sia un fatto positivo.
Ecco – e vado a concludere, Presidente Zottis – io sono molto fiducioso del fatto che il lavoro in questa Commissione possa essere utile e spero che non ci siano volontà di rivalsa: da parte nostra non c'è ma, da alcuni toni che ho sentito, qualche preoccupazione ce l'ho. Spero che le persone che verranno a spiegare il loro punto di vista dentro questa Commissione siano tutte laicamente accolte come persone che hanno un pezzo della storia da raccontare, un pezzo che vale la pena ascoltare.
Ciascuno di noi arriva in questa Commissione con una tesi, con un'idea: chi è convinto che sia andato tutto bene e chi è convinto che qualche errore sia stato fatto. Questo è oggettivo e io non auspico, ovviamente, che alla fine dei lavori della Commissione saremo d'accordo su tutto, però auspico che questo Consiglio e i membri che verranno designati in quella Commissione siano in grado almeno di condividere un patrimonio di informazioni e di verità, cercando di costruire una tesi finale che non sia in favore di telecamere, per nessuno, ma sia in favore dei veneti.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Capogruppo Speranzon.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Innanzitutto non posso non registrare il cambio di clima che c'è in quest'Aula rispetto al tema che stiamo trattando, rispetto a solo poche settimane fa. È evidente che forse il tempo ha portato a una maggiore riflessione alcuni che avevano cercato di trasformare quest'Aula in una sorta di Tribunale e che avevano magari indirettamente cercato di utilizzare certi media, i media locali in particolare, ma anche la televisione di Stato, attraverso un noto programma di approfondimento giornalistico, e avevano cercato di forzare la mano non per dare delle informazioni corrette ai veneti, ma per cercare di processare e, conseguentemente, anche condannare senza appello l'Amministrazione regionale rispetto alla gestione della pandemia.
Però oggi va registrato questo cambio di passo da parte di tutti e una comune ricerca di una verità che non so fino a che punto si potrà raggiungere, perché chi mi ha preceduto ha ricordato l'importanza del ruolo della scienza e l'importanza del ruolo della politica, che sono distinti, ma quando ci si riferisce al ruolo della scienza bisogna prendere atto che, rispetto ai temi che saranno oggetto della Commissione d'inchiesta, tutti noi abbiamo visto, nel corso dei mesi che ci hanno preceduto, in questi ultimi 15 mesi vorrei dire, hanno letto o ascoltato posizioni, dichiarazioni, ipotesi, scenari molto diversi da uno scienziato a un altro, da un tecnico a un altro, da un virologo a un altro, da un epidemiologo a un altro.
In un contesto di difficoltà legata, non credo all'improvvisazione di questi scienziati, né tantomeno alla malafede di questi scienziati, né all'incapacità di questi scienziati, ma semmai proprio all'imprevedibilità determinata da un virus sconosciuto, che andava studiato, per il quale evidentemente, anche dal punto di vista diagnostico, dal punto di vista della cura, nel corso dei mesi ci si è approcciati in modo diverso anche dal punto di vista scientifico, allora quello che magari sembrava utile e necessario un anno fa, oggi, a distanza di un anno e quindi con studi di approfondimento, di analisi clinica e di verifica sul campo di quelli che sono gli effetti di una cura piuttosto che di un'altra, ci sono delle posizioni che si sono modificate, anche dal punto di vista scientifico.
E dal punto di vista politico certamente c'era la necessità, in mille occasioni, di prendersi la responsabilità e di fare le scelte, sapendo che erano scelte difficili da assumere e che poggiavano su basi scientifiche contrastanti o, quantomeno, discutibili, perché anche la scienza, nel corso delle settimane, dei giorni e dei mesi, poi ha modificato, come abbiamo visto tutti: in questo momento in quest'Aula siamo tutti con dei dispositivi di protezione nostra nei confronti degli altri e di tutela degli altri nei nostri confronti, che sono le mascherine FP2, ma sappiamo benissimo che all'inizio della pandemia illustri scienziati a livello nazionale dicevano che era del tutto inutile utilizzare la mascherina.
È chiaro che, quando dicevano queste cose, non le dicevano pensando di produrre un danno all'umanità, ma di fatto, se la politica avesse seguito quella scienza, quelle dichiarazioni, quelle posizioni, probabilmente i danni sarebbero stati maggiori.
A qualcuno è venuto in mente persino di pensare che certe dichiarazioni, fatte da certi scienziati in quella fase, fossero figlie del fatto che l'Italia non si era attrezzata sufficientemente nei confronti del contrasto alla pandemia e quindi non avesse pensato, nei primi mesi del 2020, a rifornire in modo adeguato e sufficiente il territorio nazionale di mascherine e quindi era meglio dare una comunicazione diversa in questo senso, per il semplice fatto che non avevamo le mascherine da poter dare, per cui era meglio dire: "Lavatevi le mani e cercate di mantenere il distanziamento sociale".
Quindi quello che è stato fatto è giusto che venga non giudicato, come si fa in un processo, ma venga approfondito e quindi vengano messi in condizione i commissari di avere quante più informazioni possibili per poter poi dialogare con i veneti e poter dare delle risposte alle tante domande che legittimamente ci vengono poste rispetto alla fase 1, rispetto alla fase 2, rispetto alla fase 3, rispetto alle modalità, rispetto alle scelte della Regione, rispetto alle scelte a livello nazionale, le colorazioni, le divisioni in macroaree regionali. Anche queste sono scelte che andrebbero discusse perché abbiamo sentito dalle autorevoli relazioni in questo Consiglio regionale, ad esempio, che anche all'interno della nostra Regione, nel corso di questi mesi, abbiamo visto dei territori, in determinati periodi, avere un'incidenza della diffusione del virus maggiore o minore, quindi non c'è stata uniformità all'interno del Veneto. Quindi, a parità di scelte politiche, la diffusione del virus ha prodotto effetti diversi a seconda del territorio e, quindi, anche questi sono aspetti per i quali e sui quali probabilmente potremmo magari avere delle risposte, ma non escludo anche che per alcune domande non si arrivi ad avere una risposta durante i lavori della Commissione d'inchiesta.
Quindi l'auspicio, come Gruppo di Fratelli d'Italia, è che il clima che abbiamo registrato quest'oggi rappresenti anche quelle che saranno le sedute, i lavori della Commissione d'inchiesta, perché con un clima di questo tipo sarà anche più semplice evitare che le strumentalizzazioni, certe forzature che portano magari ad avere più facilmente un titolo sulla stampa locale, ma che allontanano dalla verità e dalla conoscenza i Commissari e, per loro tramite i veneti, è chiaro che il rischio è che, se viene meno questo spirito di collaborazione, che obiettivamente in questo momento è finalizzato alla ricerca di risposte senza voler far processi, ma con l'intento di recuperare informazioni utili eventualmente anche ai magistrati, alla magistratura, ad altre Istituzioni per valutare l'operato nel territorio del Veneto in questi mesi, ben venga.
Sperando, quindi, che questo sia lo spirito di collaborazione che ci sarà e che contraddistinguerà anche l'attività dei colleghi durante i lavori della Commissione, il Gruppo di Fratelli d'Italia voterà a favore dell'istituzione di questa Commissione.

PRESIDENTE

Grazie. Capogruppo Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Ringrazio i colleghi del lavoro svolto in Prima commissione per arrivare a questa votazione unanime per questa Commissione di verifica e di inchiesta per quanto riguarda le tematiche relative alla seconda ondata in particolar modo, naturalmente con un occhio di riguardo rispetto a cosa è accaduto prima: questo è propedeutico proprio per la comprensione di quanto è accaduto nel periodo che ha sottoposto a maggiore stress e a grande sofferenza il nostro territorio e le nostre famiglie.
È evidente che questo percorso non ha un interesse diretto a identificare quelli che sono i responsabili di quanto accaduto nei mesi scorsi, ma sicuramente noi, come opposizione, e anche voi, come maggioranza, assieme abbiamo tutti voglia di sapere se ci siano stati elementi tali da consentire al nostro territorio di non riuscire a tenere sotto controllo la seconda ondata e il periodo di maggiore dolore e sofferenza per il Veneto. Quindi questa Commissione non abbia naturalmente un approccio verifica azionista, però al contempo non sia neanche prevenuta rispetto alla necessità di valutare onestamente ciò che dal territorio è stato testimoniato in maniera super partes e libera dal pregiudizio e dal dover difendere una parte o l'altra.
Rispetto a queste tematiche, di cui abbiamo discusso anche animatamente, è vero, nelle scorse settimane: le questioni relative ai tamponi rapidi; gli studi della Cochrane Library citati soltanto parzialmente all'interno di quest'Aula nella Commissione straordinaria Quinta, in cui i tecnici sono venuti a riferire; i numeri relativi alle terapie intensive e quelle parole tranquillizzanti che evidentemente non rispondono ai quesiti che abbiamo posto, tanto che, appunto, quegli stessi quesiti non sono stati risposti in quella sede, sono dei buchi neri a cui non soltanto io e noi vogliamo dare risposta e luce, ma per il bene anche del vostro dovere di rappresentanza e di difesa della comunità veneta, come maggioranza, questi buchi neri debbano essere assolutamente illuminati.
Quindi non è un interesse singolo di un'opposizione che vuole contrapporsi ad una maggioranza, quanto è l'esigenza onesta di Consiglieri eletti dal territorio veneto da parte di cittadini che hanno subìto le difficoltà e le conseguenze di questi nodi ancora non chiari che ci impongono di affrontare, con un approccio che non sia precluso alla verità e alla ricerca di risposte, e non si accontenti semplicemente di informazioni parziali o di rassicurazioni.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Consigliere Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intanto ringrazio anch'io i lavori della Prima commissione per aver portato in discussione anche l'approvazione di questo lavoro, che effettivamente è importante. Mi fa anche molto piacere che siate tutti d'accordo e tutti contenti di questo esame che verrà fatto. Io credo che se si parla, come ho sentito fare, del fatto che ci sono state delle accuse e che possiamo sicuramente andare in Procura, io credo che avremmo dovuto anche avere più elementi e più dati in quel periodo.
Altrettanto vero è che avevamo avuto tantissime segnalazioni da parte di quelli che erano gli operatori del territorio e mi piacerebbe anche capire, cosa che sarà sicuramente oggetto di questa Commissione, che vale per tutti, perché tutti noi rappresentiamo i cittadini indipendentemente dal partito politico e questo è fondamentale sia per l'opposizione, che per la maggioranza, cioè vedere che negli ospedali pubblici, effettivamente avevamo anche i corridoi e i pronto soccorso trasformati in piccole terapie, in piccoli ospedali, quando in realtà magari abbiamo visto ospedali privati che servivano a favore delle cure del Covid, in misura veramente insufficiente rispetto al pubblico. Quindi i servizi pubblici hanno fatto in modo che la sospensione di tante cure per tante patologie dirottasse i nostri cittadini in altre direzioni, per cui di fatto c'è stata anche un'ulteriore discriminazione.
Io credo che questi dati giustamente verranno analizzati perché anche questo dovrà essere oggetto di discussione, perché il cittadino ha tutti i diritti di essere curato e gli ospedali pubblici del Veneto hanno avuto veramente un carico molto elevato.
Dalle segnalazioni poi degli operatori sapevamo perfettamente anche – e credo che siamo tutti consapevoli di questo – che i medici già erano in carenza prima, perché avevamo una carenza di circa 1.300 medici prima del Covid del 2020, con dimissioni, come è stato anche citato prima, da parte dei medici (circa 500 nel Veneto solo nel 2019) e quindi tutte le conseguenze per quanto riguarda le cure. E cosa significa? Significa che a volte il politico prende delle decisioni a seguito di quelli che sono i dati effettivamente, quindi dobbiamo ben capire quello che è l'aspetto tecnico da quello che è politico, ma la decisione è sempre ed esclusivamente politica ed è giusto analizzare anche questa decisione.
La Commissione avrà questo dovere ed è per questo che è importante perché, nel momento in cui si indicano determinate restrizioni e determinate misure, indipendentemente da quelle che sono ovviamente le indicazioni nazionali, di cui tutti sappiamo tutto ed è quasi superficiale riportarle, io credo che da lì parta la decisione politica e questo aspetto, oltre i dati che verranno forniti, è per noi un'opportunità e questo aspetto politico è giusto esaminarlo insieme, per cui questa Commissione darà un'opportunità in più e sarà importante per la rappresentanza del Veneto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Passo la parola all'assessora Lanzarin.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Faccio un intervento anch'io a supporto. Come è sempre stato detto tutte le volte che si è parlato della Commissione d'inchiesta, abbiamo sempre dato la nostra massima disponibilità ad uno strumento di questo tipo, che quindi mette in luce tutte quelli che sono, appunto, i dati, i numeri, i percorsi, progetti, i piani che sono stati fatti, insomma tutto quello che è stato fatto in questi 15 mesi, proprio nel rispetto anche di chi li ha fatti e nel rispetto, appunto, della parte tecnica. Chiaramente ci sarà anche una valutazione politica, siamo qui e che non ci sottraiamo sicuramente a valutazione di nessun tipo, ma anche nel rispetto di chi ha redatto piani, di chi ha comunque messo in campo di volta in volta processi, strumentazioni, strategie che comunque hanno permesso di uscire da questo momento sicuramente molto difficile.
Io ho ascoltato quasi tutti gli interventi e su tanti interventi credo che ci sia anche una convergenza di intenti rispetto a quello che vuole essere questo strumento di questa Commissione: lo abbiamo fatto per il passato, come è stato ricordato, quando c'è stata la Commissione per i PFAS, la Commissione per il problema delle banche, la Commissione d'inchiesta per altre questioni in cui si è approfondito, si è udito, si sono sentiti i diretti interessati e quindi si è capito meglio. Poi sicuramente diventerà anche un patrimonio importante, un patrimonio comune rispetto anche alle scelte che dovremmo fare perché è innegabile che dovremmo fare delle scelte per il futuro che questo Consiglio sarà chiamato a fare, anche in base a quelli che sono i nuovi orientamenti, a quelli che sono i nuovi stanziamenti, a quelle che sono le nuove previsioni e quindi anche questo potrà essere uno strumento che ci arricchirà e ci aiuterà.
Però io veramente chiedo che ci sia un impegno trasversale, non di natura ideologica, perché ho sentito in alcuni interventi richiamare ancora distinzione tra ospedali pubblici e ospedali privati e io non difendo nessuno, ma abbiamo fatto vedere quanto funziona la rete pubblica in fase di Covid, però non possiamo dire che sia stata una scelta che ha messo in discussione qualcosa oppure rispetto ad altre questioni, ad altre affermazioni che ho sentito da parte di alcuni interventi. Quindi facciamo un approfondimento, cioè capiamo bene, analizziamo bene, non interpretiamo i dati, non interpretiamo la parte tecnica che leggiamo, ma cerchiamo di capirla, cerchiamo di valutarla appunto con un occhio che sia critico e non ideologico. Infatti, se dobbiamo farlo con occhio ideologico di una parte rispetto a un'altra parte, credo che non ci porti da nessuna parte e credo che non ci porti neanche a fare un approfondimento che, ripeto, potrà servire a tutti noi quando, in questa stessa Aula, saremo chiamati ad approvare e a fare delle scelte in campo sanitario e sociosanitario, di programmazione e di pianificazione futura.
Quindi io mi auguro veramente che sia colta questa opportunità e sia gestita e indirizzata in questa direzione e non, invece, con altri scopi, perché solo così riusciremo a fare il bene dei cittadini veneti, il bene dei nostri servizi, ma anche, permettetemi, il bene di tutto il mondo della sanità, perché è chiaro che qui non ci sono sicuramente imputati di nessun tipo, però comunque e sempre stiamo parlando della sanità del Veneto, stiamo parlando di una gestione sanitaria, che comprende anche tante sfaccettature, che comprende tante persone.
Quindi io mi auguro che questo sia l'approccio che tutti noi, da una parte e dall'altra, vorremmo mettere nei prossimi mesi, in quelli che saranno i passaggi e gli step che ci vedranno coinvolti e che ci porteranno poi a una serena e tranquilla formulazione e analisi di quello che è successo, dei dati, dei piani e delle strategie che sono state utilizzate e che saranno anche alla base di strategie utilizzate per il futuro. Sappiamo, infatti, che non sarà l'ultima epidemia, l'ultima emergenza che avremo, ma da questo potremmo solo trarre insegnamento, come stanno facendo anche a livello nazionale, altrimenti non ci si spiega perché a livello nazionale oggi c'è una cabina di regia, ci sono i piani nazionali su diverse materie, proprio per cercare di programmare per il futuro, per capire vedere e come anche agire proprio per cercare di essere sempre più pronti qualora dovessero ripresentarsi situazioni di questo tipo.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Se non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
Farei una sospensione di 15 minuti per l'analisi degli emendamenti.
Ho visto che il capogruppo Possamai vuole intervenire per dichiarazione di voto e allora interveniamo successivamente. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 15.44
La Seduta riprende alle ore 16.19

PRESIDENTE

Grazie. Passerei la parola al Capogruppo Possamai che voleva intervenire per replica.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Parlo per replica, ma ci inserisco anche la dichiarazione di voto, nel senso che annuncio naturalmente il voto favorevole del Partito Democratico su questa PDA.
Mi limito a un paio di passaggi: uno era, in particolare, per il capogruppo Speranzon, che prima faceva un ragionamento sul clima diverso, eccetera. La questione per noi è molto semplice ed è questa: ci sono momenti in cui si discute della politica o delle scelte e si discute anche aspramente su piani diversi, ci sono momenti in cui si condivide il percorso che non è la stessa cosa, cioè non vuol dire condividere le opinioni, non vuol dire avallare scelte, non vuol dire pensare allo stesso modo, ma in democrazia e in politica si condividono i percorsi per poter costruire la possibilità anche di scontrarsi, quando è necessario.
Per inciso, il fatto di essere arrivati a un documento congiunto è grazie alla politica, cioè la capacità, da posizioni distanti, perlomeno inizialmente, di arrivare ad un testo condiviso, anche perché, sempre per stare sul punto di prima, per quanto ci riguarda – e qui cito quello che diceva prima, invece, la vicecapogruppo Camani – un conto è quello che fanno le Procure, l'Autorità Giudiziaria che indaga, che fa la sua attività giudiziaria, un conto è l'attività di stampa, di comunicazione, informazione, le conferenze stampa di Marghera, una terza cosa è l'attività consiliare, quindi quella politica, quella istituzionale, quella di discussione.
Per quanto ci riguarda, la Commissione a questo serve, con questo spirito nasce cioè con l'idea che il percorso vada necessariamente condiviso, perché una Commissione d'inchiesta non si fa senza le minoranze e, naturalmente, non si fa senza la maggioranza; in questa Commissione – e qui, invece, rispondo all'assessora Lanzarin – non si va certamente con spirito ideologico, nel senso che non è assolutamente questo lo spirito, ma si fa con lo spirito di cercare di capire da posizioni distinte, nel senso che lei correttamente, Assessore, i tecnici, chi verrà racconterà la natura delle scelte, perché le avete fatte, le difenderete, ovviamente immagino, come avete fatto fino ad oggi, e noi da minoranza, da opposizione, perché questo è il ruolo che ci è stato assegnato dagli elettori, porteremo in alcuni casi tesi diverse, faremo domande, chiederemo di audire soggetti che, come sapete bene, perché l'hanno espresso anche in chiave pubblica, hanno opinioni diverse da chi ha guidato la Regione, da chi sta guidando la Regione in questa Legislatura. Questo è lo spirito e crediamo che sia assolutamente legittimo e sia così che vada condotta.
Io non credo che arriveremo in fondo alla Commissione avendo le stesse idee, nel senso che non è il tema di costruire un patto condiviso, ma il punto è discutere, approfondire e cercare di capirne un po' di più. Su questo mi rivedo in quello che diceva l'Assessore, cioè il fatto di capire alcune cose per poterne fare tesoro anche verso il futuro e quindi arrivare ad approfondire, a capire e a vedere se le scelte fatte sono state prese nel modo giusto oppure no, se su alcune cose si poteva fare di meglio, se ci sono responsabilità, attenzione, non giudiziarie, perché questo è un punto per me cruciale, ma politiche, perché le scelte che vengono fatte hanno una chiave politica evidentemente. Altre, cioè quelle tecniche, evidentemente i Consiglieri regionali non hanno la capacità di giudicarle, salvo che non abbiano fatto percorsi personali particolari di studio o di lavoro.
Quindi questo è il senso per noi della Commissione e ripeto che il tema non è "vogliamoci tutti bene o essere tutti contenti e tutti felici", ma il punto è condividere dal punto di vista istituzionale un percorso e, grazie a questo percorso, confrontarsi da posizioni di tesi diverse e distinte, che noi non abbiamo nascosto, voi non avete nascosto, ma siamo convinti che da una discussione franca e mirata sul tema della pandemia – in particolare l'abbiamo detto tante volte per noi di quello che è capitato nella seconda fase – possa essere utile per tutti, non solo e non tanto per il Consiglio regionale, ma in generale per i cittadini della nostra Regione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, capogruppo Possamai.
Passiamo allora agli emendamenti.
Emendamento n. B0001 presentato dai consiglieri Villanova e Possamai, n. 4, pagina 2, riga 19, aggiuntivo, che prevede:
"Dopo il primo alinea del punto 4) aggiungere:
"Verificare l'operato del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) regionale e dei suoi componenti"".
Non so se vuole illustrarlo o passiamo alla votazione. Allora andiamo alla votazione direttamente.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva all'unanimità.
Emendamento n. B0002 presentato dai consiglieri Villanova e Possamai, n. 4, pagina 2, riga 24, modificativo, che prevede:
"Al punto 4), del secondo alinea, dopo le parole "SARS-Cov-2", aggiungere la seguente frase: "i rappresentati delle associazioni per le cure domiciliari"".
Apriamo la votazione.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva all'unanimità.
Emendamento n. B0003 presentato dai consiglieri Villanova e Possamai, n. 4, pagina 2, riga 28, modificativo, che prevede:
"Al punto 4), alla fine, aggiungere il seguente alinea:
" – accertare quali siano state le azioni intraprese per la gestione integrata di cure domiciliari per pazienti con COVID-19"".
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva all'unanimità.
Se non ci sono dichiarazioni di voto, passiamo alla votazione della proposta di deliberazione amministrativa in oggetto.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva all'unanimità.
Passiamo al punto successivo.
PUNTO
8



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "DISPOSIZIONI DI ADEGUAMENTO ORDINAMENTALE 2021 IN MATERIA DI BONIFICA E TUTELA DEL TERRITORIO, ARTIGIANATO, INDUSTRIA E COMMERCIO, AGRICOLTURA, FORESTE, PESCA, ENERGIA, RICERCA E INNOVAZIONE". (PROGETTO DI LEGGE N. 49) INIZIO

Relazione della Terza commissione consiliare.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri
Le disposizioni statali in materia contabile e di bilancio di cui al decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 hanno, tra l'altro, modificato l'ambito d'intervento dei disegni di legge collegati alla manovra di bilancio, superando quanto previsto dall'articolo 2, comma 6, della legge di contabilità regionale n. 39/2001 che prevede che "la Giunta regionale, oltre al disegno di legge finanziaria, può adottare disegni di legge collegati recanti modifiche ed integrazioni di tipo ordinamentale e procedurale, per settori omogenei di materie che non comportano variazioni di entrata e di spesa alla normativa vigente".
Nel corso della X legislatura, preso atto che in base alla sopravvenuta disciplina statale, con i disegni di legge collegati alla manovra di bilancio si possono predisporre solo modifiche ed integrazioni a disposizioni legislative regionali aventi riflessi sul bilancio per attuare il Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR), si è dato l'avvio all'adozione di disegni di legge di semplificazione, di manutenzione o di adeguamento ordinamentale.
Il superamento dei collegati meramente ordinamentali, privi di riflessi sul bilancio regionale, non ha infatti fatto venir meno l'opportunità e la necessità, di adottare disegni di legge di semplificazione e/o di manutenzione/adeguamento ordinamentale, senza impatto sul bilancio regionale, contenenti norme dirette a semplificare la normativa regionale vigente o ad adeguarla alla normativa europea/statale sopravvenuta.
Nel 2017 la Giunta regionale ha adottato il primo disegno di legge di semplificazione e di manutenzione ordinamentale, rilevando in tale sede come "l'ordinamento giuridico regionale richiede una costante manutenzione normativa, anche per far fronte alle difficoltà interpretative causate da una legislazione frettolosa e spesso carente quanto a tecnica legislativa, tutti difetti che, insieme ai cambiamenti velocissimi delle esigenze della società civile, generano una precoce obsolescenza normativa che, se non corretta in tempi ragionevoli, può determinare gravi effetti per i cittadini e per le attività economiche".
Il disegno di legge presentato nel 2017, che ha preso il numero di PDL 260, a conclusione dell'iter legislativo è diventato legge regionale 20 aprile 2018, n. 15 "Legge di semplificazione e di manutenzione ordinamentale 2018".
Nel corso dei lavori consiliari che hanno portato all'approvazione della legge regionale 15/2018 è stata rilevato che oltre alla necessità di adottare leggi di semplificazione e di manutenzione ordinamentale propriamente dette, è fortemente sentita l'esigenza di adottare anche disegni di legge che, pur avendo finalità di manutenzione ordinamentale, hanno contenuti discrezionali implicando scelte politiche che necessitano della più ampia discussione seguendo l'ordinario iter di discussione Assembleare, distinti per materie a seconda della competenza delle singole Commissioni consiliari permanenti.
Sulla base di queste considerazioni, dal 2018 la Giunta regionale ha adottato alcuni disegni di legge, con i quali, al fine di rispondere alle nuove richieste di regolamentazione o di adeguamento del quadro normativo esistente, oltre a proporre eventuali norme di semplificazione e di mera manutenzione delle disposizioni regionali esistenti, sono state proposte nuove norme di adeguamento ordinamentale, in taluni casi significativamente innovative rispetto all'ordinamento regionale esistente, a fronte del sopravvenuto mutamento del quadro di riferimento normativo a livello europeo e statale o di adeguamento a pronunce ed orientamenti giurisprudenziali.
Detti disegni di legge hanno concluso il loro iter con l'approvazione delle seguenti leggi regionali:
- legge regionale 24 gennaio 2019, n. 4 "Legge regionale di adeguamento ordinamentale 2018 in materia di sport e cultura";
- legge regionale 16 maggio 2019, n. 15 "Legge regionale di adeguamento ordinamentale 2018 in materia di affari istituzionali";
- legge regionale 28 giugno 2019, n. 24 "Legge regionale di adeguamento ordinamentale 2018 in materia di tartuficoltura, usi civici, agricoltura, caccia, commercio e piccole e medie imprese";
- legge regionale 25 luglio 2019, n. 29 "Legge regionale di adeguamento ordinamentale 2018 in materia di governo del territorio e paesaggio, parchi, trasporto pubblico, lavori pubblici, ambiente, cave e miniere, turismo e servizi all'infanzia;
- legge regionale 24 gennaio 2020, n. 1 "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2019 in materia di politiche sanitarie e di politiche sociali".
In sede di adozione del primo disegno di legge di semplificazione e di manutenzione ordinamentale, la Giunta regionale rilevava come tale disegno di legge non poteva certo ritenersi esaustivo dell'opera di necessaria semplificazione e di aggiornamento cui deve tendere la legislazione regionale e in quella sede esplicitava la precisa volontà di continuare anche in futuro, con cadenza possibilmente annuale, "nella delicata, quanto indispensabile, attività di manutenzione, semplificazione ed aggiornamento della normativa regionale, con la finalità di dare ai cittadini ed al sistema economico veneto, strumenti normativi adeguati a consentire di cogliere ogni opportunità che il mercato, ormai globale, offre".
La corrente legislatura ha riproposto tale modello di tipizzazione degli strumenti normativi: muovendo dai rispettivi progetti di legge, allo stato, sono state approvate la legge regionale 20 aprile 2021, n. 5 , recante norme di semplificazione e di adeguamento ordinamentale in materia di ordinamento ed attribuzioni delle strutture della Giunta regionale, affari istituzionali, contabilità regionale e società regionali e la legge regionale 5 maggio 2021, n. 8 , recante analoghe norme in materia di istruzione, cultura e sport: è inoltre all'esame della seconda commissione consiliare il relativo progetto di legge, per le materie di rispettiva competenza.
Con il presente disegno di legge, nella consapevolezza che l'attività di manutenzione, semplificazione e di aggiornamento della normativa regionale - che non può di per sé stessa escludere profili di discrezionalità nella scelta delle diverse possibili soluzioni, anche a fronte delle esperienze applicative - deve essere continua e costante, attenta all'esigenza di dare ai settori produttivi e ai cittadini veneti, strumenti normativi efficienti ed adeguati, si propone pertanto, in continuità con l'indirizzo seguito nel corso della passata legislatura e riproposto nella corrente, facendo tesoro dell'esperienza acquisita, l'approvazione di norme finalizzate alla semplificazione, manutenzione o all'adeguamento dell'ordinamento regionale vigente, raggruppate per settori omogenei di materie, e nello specifico in materia di bonifica e tutela del territorio, artigianato, industria e commercio, agricoltura, foreste, pesca, energia, ricerca ed innovazione.
Il testo del disegno di legge contiene di 31 articoli, suddivisi in cinque capi.
Il Capo I si compone di 4 articoli, finalizzati ad adeguare la normativa regionale in materia di bonifica e tutela del territorio, con particolare attenzione alla legge regionale n. 12/2009 "Nuove norme per la bonifica e la tutela del territorio", nell'ambito della quale l'articolo 1 introduce una modifica volta a consentire ai sindaci di delegare il sindaco di un altro comune ricadente all'interno dello stesso comprensorio, in occasione delle adunanze della Consulta dei sindaci, costituita presso ciascun consorzio di bonifica. L'articolo 2 pone una modifica normativa che permette la consegna ai Consorzi di bonifica di parte del reticolo idrografico minore e favorisce l'avvio celere degli interventi di manutenzione relativi, mentre l'articolo 3 apporta alla legge in argomento una modifica che permette agli enti consortili l'esercizio in comune delle funzioni di ragioneria e bilancio, eliminando le duplicazioni di attività e rendendo la relativa gestione più efficiente. L'articolo 4, infine, introdotto nel testo in esito all'approvazione di apposito emendamento depositato in sede di esame del provvedimento, detta disposizioni in materia di riconoscimenti e concessioni preferenziali di derivazione d'acqua ai consorzi di Bonifica, disciplinando le modalità di rinnovo o proroga delle concessioni e il riconoscimento di derivazioni non oggetto di precedente concessione, ma esercitate di fatto dai consorzi di Bonifica.
Il Capo II contiene disposizioni in materia di artigianato, industria e commercio, per un totale di 9 articoli. L'articolo 5 modifica la legge regionale n. 50/2012 "Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale nella Regione del Veneto", riducendo il tempo di mantenimento del vincolo, posto a carico delle attività commerciali iscritte nell'elenco regionale dei luoghi storici del commercio, di mantenimento dei relativi requisiti. L'articolo 6, invece, modifica l'articolo 19 della legge regionale n. 34/2018 "Norme per la tutela, lo sviluppo e la promozione dell'artigianato veneto", prevedendo, a supporto della struttura competente, nell'ambito delle procedure di conferimento del titolo di "Maestro artigiano", di un parere tecnico della Commissione Regionale per l'Artigianato. L'articolo 7 modifica l'articolo 2 della legge regionale n. 1/2000 "Interventi per la promozione di nuove imprese e di innovazione dell'imprenditoria femminile", per allargare la platea di imprese femminili potenzialmente destinatarie degli interventi oggetto della legge citata. L'articolo 8 modifica l'articolo 7 della legge regionale n. 10/2001 "Nuove norme in materia di commercio su aree pubbliche", eliminando la necessità di provvedimento regionale per le variazioni e modifiche dei mercati esistenti da parte dei comuni. Gli articoli 9 e 10 modificano gli articoli 9 e 17 della legge regionale n. 23/2003 "Norme per la razionalizzazione e l'ammodernamento della rete distributiva di carburanti", semplificando le procedure per il collaudo dei nuovi impianti, per le ristrutturazioni o potenziamenti degli stessi, demandandoli a professionisti esterni. Gli articoli 11 e 12 modificano rispettivamente gli articoli 34 e 55 della legge regionale n. 11/2001 , "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112", introducendo tra le funzioni regionali in materia di commercio quella di garantire il supporto da parte della Giunta regionale ai distretti del commercio ed estendendo il campo di applicazione dei fondi regionali per lo sviluppo economico anche ad interventi a favore dei distretti del commercio. L'articolo 13, infine, estende l'utilizzo delle risorse residue di cui all'articolo 25, comma 2, lettera a) della legge finanziaria regionale per l'anno 2012 anche ai contributi in conto capitale a beneficio delle imprese dei settori industria, artigianato, commercio e servizi, includendovi gli interventi per lo sviluppo del sistema commerciale e la rigenerazione urbana attuati attraverso i cd. "distretti del commercio".
Il testo poi comprende un Capo III in materia di agricoltura, foreste e pesca, composto da 12 articoli. Gli articoli da 14 a 19 apportano una serie di modifiche alla legge forestale regionale, n. 52/1978 e ad altre leggi correlate, volte ad aggiornare l'impianto delle stesse in quanto risalenti nel 4 tempo, in riferimento alla funzione protettiva svolta dal bosco e da altre tipologie di terreni saldi, anche alla luce della sopravvenuta entrata in vigore del testo unico in materia di foreste.
Gli articoli da 20 a 23 sono diretti all'aggiornamento della legge regionale n. 13/2003 "Norme per la realizzazione di boschi nella pianura veneta"; con la prima modifica (articolo 20, introdotto in esito all'approvazione di apposito emendamento depositato in sede di esame) si estende la possibilità di ricevere i contributi previsti dalla legge regionale n. 13 del 2003 ai soggetti che già possono ricevere tali benefici, non solo nel caso in cui questi siano proprietari dei terreni oggetto di intervento, ma anche qualora dispongano su detti terreni di un altro titolo giuridico diverso dalla proprietà. Le modifiche (articoli 21-23) sono volte a risolvere alcune criticità applicative che sono emerse in sede di emanazione dei bandi per l'erogazione di contributi per sostenere la realizzazione di boschi di pianura, periurbani e di parchi urbani.
L'articolo 24 modifica l'articolo 7 della legge regionale n. 19/1998 "Norme per la tutela delle risorse idrobiologiche e della fauna ittica e per la disciplina dell'esercizio della pesca nelle acque interne e marittime interne della Regione Veneto", per demandare alla Giunta regionale la competenza di introdurre modifiche ed integrazioni al Regolamento per la tutela della fauna ittica e per la disciplina della pesca nel lago di Garda, analogamente a quanto avviene nelle restanti acque di competenza regionale. L'articolo 25, introdotto in esito all'approvazione di apposito emendamento depositato in sede di esame, modifica l'articolo 10 della l.r. 31/1994 "Norme in materia di usi civici" correggendo un mero errore materiale.
Il Capo IV disciplina la materia dell'energia ed è composto da 3 articoli. L'articolo 26 modifica l'articolo 42 della legge regionale n. 11/2001 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali in attuazione del Decreto Legislativo n. 112/1998, attribuendo al Direttore dell'Area competente in materia di tutela dell'ambiente le competenze per l'approvazione di progetti per impianti di produzione di energia nelle more della revisione/aggiornamento del Piano energetico regionale o della definizione di un nuovo Piano. L'articolo 27, introdotto in esito all'approvazione di apposito emendamento depositato in sede di esame, modifica l'articolo 43 della citata l.r. 11/2001, adeguandolo alla normativa nazionale, confermando tuttavia la competenza dei comuni con popolazione superiore ai 30.000 abitanti a svolgere i controlli sugli impianti termici attualmente prevista dalla norma. L'articolo 28 apporta modifiche all'articolo 2 della legge regionale n. 24/1991 "Norme in materia di opere concernenti linee e impianti elettrici sino a 150.000 volt", semplificando le modalità autorizzative per impianti di modeste dimensioni e comunque non superiori a 20.000 volt (che non necessitano di Valutazione di Impatto ambientale ai sensi del D.lgs. n. 152/2006).
Il Capo V contiene una disposizione in materia di ricerca e innovazione, l'articolo 29, che introduce nel testo della legge regionale n. 9/2007 "Norme per la promozione ed il coordinamento della ricerca scientifica, dello sviluppo economico e dell'innovazione nel sistema produttivo regionale" un articolo che istituisce un elenco regionale di manager temporanei (cd. "temporary manager"), inseriti nell'impresa per un periodo temporaneo, con particolare riguardo a due recenti declinazioni di tale figura, il "Manager dell'Innovazione" e il "Temporary Export Manager"; si tratta di un elenco, con funzione meramente ricognitiva di figure al fine di dare un'informazione alle imprese del territorio che intendono avvalersi di queste specifiche professionalità.
Chiude il testo normativo ordinamentale il Capo VI con due disposizioni finali: la prima, l'articolo 30, contiene la clausola di neutralità finanziaria con cui si dà atto che all'attuazione della legge si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio della Regione del Veneto; la seconda norma, articolo 31, prevede che l'entrata in vigore della legge avvenga il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto.
Il progetto di legge, d'iniziativa della Giunta regionale, è stato presentato alla Presidenza del Consiglio regionale in data 25 marzo 2021, assumendo il numero 49 tra i progetti di legge depositati nel corso dell'undicesima legislatura; gli articoli che ne facevano parte erano complessivamente trenta (compreso quello sull'entrata in vigore). Nel corso dell'esame effettuato dalla Terza commissione sono stati ritirati tre articoli ed introdotti quattro articoli in esito all'approvazione di appositi emendamenti.
In considerazione del fatto che il Consiglio delle Autonomie Locali non è operativo dal 31 marzo 2021 e considerato che il progetto di legge non pone il tema del conferimento di nuove funzioni al sistema delle autonomie locali, si è ritenuto, attesa l'assenza di diverse richieste nel corso dell'iter istruttorio, ed anche sulla base di quanto previsto dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale in data 20 aprile 2021, di dare continuità all'iter legislativo.
La Terza Commissione consiliare, acquisito il parere della Prima Commissione consiliare ai sensi dell'articolo 66 del Regolamento consiliare, in data 26 maggio 2021 ha approvato a maggioranza il progetto di legge regionale n. 49 che viene ora sottoposto all'esame dell'Assemblea consiliare.
Hanno votato a favore i rappresentanti dei gruppi: Liga Veneta per Salvini Premier (Andreoli, Cecchetto, Dolfin, Finco, Pan, Possamai, Puppato, Rigo); Zaia Presidente (Bet, Bisaglia, Centenaro, Gerolimetto, Giacomin, Sponda); Fratelli d'Italia-Giorgia Meloni (Formaggio, Razzolini); Forza Italia Berlusconi-Autonomia per il Veneto (Bozza); Misto (Barbisan).
Si sono astenuti i rappresentanti dei gruppi: Europa Verde (Guarda); Partito Democratico Veneto (Zottis). Nessun voto contrario.
E' stato incaricato a relazionare in Aula il Consigliere Marco Andreoli, correlatrice la Consigliera Francesca Zottis".

PRESIDENTE

Relatore è il consigliere Andreoli.
Sono stati depositati ulteriori emendamenti e quindi diamo dieci minuti per eventuali subemendamenti.

Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente. Buongiorno, colleghi.

PRESIDENTE

Se si può prenotare con Concilium.

Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Okay, non avevo schiacciato.
Questo progetto di legge, d'iniziativa della Giunta regionale, è stato presentato alla Presidenza del Consiglio regionale il 25 marzo 2021. Come sapete, è un disegno di legge di semplificazione, manutenzione e adeguamento ordinamentale di diverse leggi regionali, per la precisione 17, dipanate su 31 articoli, raggruppati a loro volta in 5 capi.
Progetti di legge di questo tipo si rendono necessari poiché l'ordinamento giuridico regionale richiede una costante manutenzione normativa per rispondere ad alcune difficoltà interpretative, talvolta causate da legislazioni carenti di tecnica legislativa, sempre possibile quando si seguono i velocissimi cambiamenti delle esigenze della società civile. Inoltre, occorre armonizzarsi alle sopraggiunte normative nazionali ed europee che potrebbero generare precoce obsolescenza della normativa regionale, la quale va necessariamente corretta in tempi ragionevoli per scongiurare conseguenze negative per i cittadini e per l'attività economica.
Adesso passerei in rassegna l'articolato che, come ho detto, si sviluppa su 5 Capi, ricordando che 3 articoli originari sono stati ritirati e altri 4 sono stati introdotti.
Il Capo 1 si compone di quattro articoli finalizzati ad adeguare la normativa regionale in materia di bonifica e tutela del territorio, con particolare attenzione alla legge regionale n. 12/2009 "Nuove norme per la bonifica e la tutela del territorio", nell'ambito della quale l'articolo 1 introduce una modifica volta a consentire ai Sindaci di delegare il Sindaco di un altro Comune, ricadente all'interno dello stesso comprensorio, in occasione dell'adunanza della Consulta dei Sindaci, costituita presso ciascun Consorzio di Bonifica.
L'articolo 2 pone una modifica normativa che permette la consegna ai Consorzi di Bonifica di parte del reticolo idrografico minore e favorisce l'avvio celere degli interventi di manutenzione relativi.
L'articolo 3 apporta alla legge in argomento una modifica che permette agli Enti consortili l'esercizio in comune delle funzioni di ragioneria e bilancio, eliminando le duplicazioni di attività e rendendo la relativa gestione più efficiente.
L'articolo 4, infine, introdotto nel testo in esito all'approvazione di apposito emendamento depositato in sede di esame del provvedimento, detta disposizioni in materia di riconoscimento e concessioni preferenziali di derivazione d'acqua e Consorzi di Bonifica, disciplinando le modalità di rinnovo o proroga delle concessioni e riconoscimento di derivazioni non oggetto di precedente concessione, ma esercitata di fatto dai Consorzi di Bonifica.
Il Capo 2 contiene disposizioni in materia di artigianato, industria, commercio, per un totale di nove articoli.
L'articolo 5 modifica la legge regionale n. 50 del 2012 "Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale nella Regione del Veneto", riducendo il tempo di mantenimento del vincolo posto a carico delle attività commerciali iscritte nell'elenco regionale dei luoghi storici del commercio, di mantenimento dei relativi requisiti.
L'articolo 6, invece, modifica l'articolo 19 della legge regionale n. 34/2018 "Norme per la tutela, lo sviluppo e la promozione dell'artigianato veneto", prevedendo, a supporto della struttura competente, nell'ambito delle procedure di conferimento del titolo di maestro artigiano, un parere tecnico della Commissione regionale per l'artigianato.
L'articolo 7 modifica l'articolo 2 della legge regionale n. 1/2000 "Interventi per la promozione di nuove imprese e di innovazione dell'imprenditoria femminile" per allargare la platea di imprese femminili potenzialmente destinatarie degli interventi oggetto della legge citata.
L'articolo 8 modifica l'articolo 7 della legge regionale n. 10/2001 "Nuove norme in materia di commercio su aree pubbliche", eliminando la necessità di un provvedimento regionale per le variazioni e modifiche dei mercati esistenti da parte dei Comuni.
Gli articoli 9 e 10 modificano gli articoli 9 e 17 della legge regionale n. 23/2003 "Norme per la razionalizzazione e l'ammodernamento della rete distributiva di carburanti", semplificando le procedure per il collaudo dei nuovi impianti per le ristrutturazioni o potenzialmente degli stessi demandandoli a professionisti esterni.
Gli articoli 11 e 12 modificano rispettivamente gli articoli 34 e 55 della legge regionale n. 11/2001 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali'", in attuazione del decreto legislativo 31 marzo1998, n. 112, introducendo tra le funzioni regionali in materia di commercio quella di garantire il supporto da parte della Giunta regionale ai Distretti del commercio ed estendendo il campo di applicazione dei fondi regionali per lo sviluppo economico anche ad interventi a favore dei Distretti del commercio.
L'articolo 13, infine, estende l'utilizzo delle risorse residue di cui all'articolo 25, comma 2, lettera a), della Legge Finanziaria regionale per l'anno 2012, anche ai contributi in conto capitale a beneficio delle imprese dei settori industria, artigianato, commercio e servizi, includendovi gli interventi per lo sviluppo del sistema commerciale e la rigenerazione urbana attuati attraverso i cosiddetti Distretti del commercio.
Il testo poi comprende un Capo 3 in materia di agricoltura, foreste e pesca, composto da 12 articoli.
Gli articoli dal 14 al 19 apportano una serie di modifiche alla legge forestale n. 52 del 1978 e ad altre leggi correlate, volte ad aggiornare l'impianto delle stesse in quanto risalenti nel tempo, in riferimento alla funzione protettiva svolta dal bosco e da altre tipologie di terreni saldi, anche alla luce della sopravvenuta entrata in vigore del Testo Unico in materia forestale.
Gli articoli da 20 a 23 sono diretti all'aggiornamento della legge regionale n. 13 del 2003 "Norme per la realizzazione dei boschi in pianura padana e in pianura veneta". Con la prima modifica, articolo 20, introdotto in esito all'approvazione di apposito emendamento depositato in sede di esame, si estende la possibilità di ricevere i contributi previsti dalla legge regionale n. 13 del 2023 ai soggetti che già possono ricevere tali benefici, non solo nel caso in cui questi siano proprietari dei terreni oggetto di intervento, ma anche qualora dispongano suddetti terreni di un altro titolo giuridico diverso dalla proprietà.
Le successive modifiche, ovvero gli articoli 21, 22 e 23, sono volte a risolvere alcune criticità applicative che sono emerse in sede di emanazione dei bandi per l'erogazione dei contributi per sostenere la realizzazione di boschi di pianura, periurbani e dei parchi urbani.
L'articolo 24 modifica l'articolo 7 della legge regionale n. 19 del '98 ""Norme per la tutela delle risorse idrogeologiche e della fauna ittica per la disciplina dell'esercizio della pesca nelle acque interne e marittime interne della Regione Veneto", per demandare alla Giunta regionale la competenza di introdurre modifiche ed integrazioni al Regolamento per la tutela della fauna ittica e per la disciplina della pesca nel lago di Garda, analogamente a quanto avviene nelle restanti acque di competenza regionale.
L'articolo 25, introdotto in esito...
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Collega Andreoli, se può parlare direttamente sul microfono perché fanno fatica. Bravissimo, perfetto.

Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Scende, non sta su, per quello è calato, scusate. Lo tengo con la mano.
L'articolo 25, introdotto in esito all'approvazione di apposito emendamento, depositato in sede di esame, modifica l'articolo 10 della legge regionale 31 del '94 "Norme in materia di usi civici", correggendo un mero errore materiale.
Siamo al Capo 4, che disciplina la materia dell'energia ed è composto da tre articoli: l'articolo 26 modifica l'articolo 42 della legge regionale n. 11 del 2001 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali in attuazione del decreto legislativo n. 112 del '98", attribuendo al Direttore dell'area competente, in materia di tutela dell'ambiente (in realtà c'è un emendamento che toglierà questo riferimento alla tutela dell'ambiente e lo vedremo più tardi) le competenze per l'approvazione di progetti per impianti di produzione di energia, nelle more della revisione o aggiornamento del Piano energetico regionale o della definizione di un nuovo piano.
L'articolo 27, introdotto in esito all'approvazione di apposito emendamento depositato in sede di esame, modifica l'articolo 43 della citata legge regionale, la 11 del 2001, adeguandolo alla normativa nazionale, confermando, tuttavia, la competenza dei Comuni con popolazione superiore ai 30.000 abitanti a svolgere i controlli sugli impianti termici, attualmente prevista dalla norma.
L'articolo 28 apporta modifiche all'articolo 2 della legge regionale n. 24 del '91 "Norme in materia di opere concernenti linee ed impianti elettrici sino a 150.000 volt", semplificando le modalità autorizzative per impianti di modeste dimensioni e comunque non superiori a 20.000 volt, che non necessitano di valutazione di impatto ambientale ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006.
Il quinto e ultimo Capo contiene una disposizione in materia di ricerca e innovazione, l'articolo 29, che introduce nel testo della legge regionale n. 9 del 2007 "Norme per la promozione e coordinamento della ricerca scientifica, dello sviluppo economico e dell'innovazione del sistema produttivo regionale", un articolo che istituisce un elenco regionale di manager temporanei, i cosiddetti "temporary manager", inseriti nell'impresa per un periodo temporaneo, con particolare riguardo a due recenti declinazioni di tale figura: il manager dell'innovazione e il temporary export manager. Si tratta di un elenco con funzione meramente ricognitiva, di figure al fine di dare un'informazione alle imprese del territorio che intendono avvalersi di queste specifiche professionalità.
Poi chiudono il testo, come consuetudine, l'articolo 30 sulla clausola di neutralità finanziaria e l'articolo 31 riguardo l'entrata in vigore.
Ci sono due emendamenti che vorrei richiamare alla memoria perché li abbiamo illustrati in Commissione l'altra settimana e che portiamo in votazione oggi.
Il primo – arrivato sempre dalla Giunta – riguardava due leggi regionali: quella sugli interventi per la promozione di nuove imprese e di innovazione dell'imprenditoria femminile e quello sulla legge sugli interventi regionali per lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile veneta, che hanno cessato la propria operatività a partire rispettivamente dall'anno 2018 e 2019.
Veneto Sviluppo S.p.A. in qualità di gestore dei fondi, continua ad esercitare le attività connesse al rimborso delle rate dei prestiti secondo il piano di ammortamento concordato. I citati fondi, però, sono interessati dagli interventi di moratoria del credito, finalizzati a far fronte alla temporanea carenza di liquidità a causa delle conseguenze economiche dovute alla pandemia Covid-19 e, quindi, non presentano la disponibilità sufficiente per il pagamento dei compensi spettanti al soggetto gestore Veneto Sviluppo, per l'appunto. Per tale motivo l'emendamento proposto prevede che al pagamento dei compensi riferiti agli anni 2018, 2019 e 2020 si faccia fronte con le risorse disponibili sui fondi di rotazione del commercio, dell'artigianato e delle piccole e medie imprese.
L'altro emendamento, che avevamo già visto e che voteremo oggi, è sempre una conseguenza diretta della diffusione dell'epidemia Covid-19 perché bisogna praticamente garantire la continuità nell'erogazione delle risorse e degli strumenti finanziari relativi ai fondi regionali sempre da parte di Veneto Sviluppo, quindi si rende necessaria, in questo emendamento, la proroga di un anno del termine entro il quale Veneto Sviluppo S.p.A. cesserà l'erogazione di nuovi finanziamenti, di garanzie, di contributi o altre forme di strumenti finanziari relativi ai fondi regionali attualmente in gestione, con contestuale proroga di un anno della data in cui AVEPA inizierà l'esercizio delle funzioni e lo svolgimento delle attività di gestione degli strumenti finanziari regionali.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie al relatore. La parola alla correlatrice Francesca Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche il Presidente di Commissione per il lavoro fatto, che è stato comunque lungo e c'è stata una discussione anche dettagliata sul provvedimento.
Con l'approvazione del progetto di legge 49 "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2021 in materia di bonifica, tutela del territorio, artigianato, industria, commercio, agricoltura, pesca, energia, ricerca e innovazione", vengono apportati sicuramente dei miglioramenti alla normativa regionale, ma nel procedere verso la semplificazione il rischio è quello di non ottenere realmente gli obiettivi definiti, per esempio nel DEFR.
Semplificare, accelerare le procedure di autorizzazione come distanziamento dei fondi, fare chiarezza in situazioni pregresse ed andare verso un percorso di trasparenza funzionale, come avviene, per esempio nel Capo I "Nuove norme per la bonifica e la tutela del territorio", ci trova sicuramente concordi. Il problema subentra quando queste norme non assicurano, secondo noi, i dovuti controlli utili a premiare l'economia veneta o c'è una centralizzazione nelle mani della Giunta non giustificata.
Crediamo che l'autonomia si raggiunga proprio attraverso la capacità di far interagire in modo produttivo i rappresentanti di diversi mondi produttivi, culturali e sociali che, per migliorare la situazione esistente, votano e si riferiscono anche ai membri del Consiglio e non solo alla Giunta.
Le norme proposte in materia di derivazione idrica, per esempio, crediamo siano importanti, ma che debbano andare nella direzione di un uso consapevole, produttivo ed equilibrato della risorsa acqua nella tutela della biodiversità e di territori fragili, dove deve esserci sempre, per esempio, l'obiettivo della ripopolazione della fauna ittica autoctona.
Semplificare, inoltre, non può significare non prevedere processi autorizzativi, vincoli e controlli indispensabili di interventi che valorizzino l'ambiente. Il coinvolgimento della Commissione non è mai stato un reale momento di allungamento dei tempi per quanto riguarda la Terza, né nella precedente, né in questa Legislatura, ma un confronto utile a migliorare procedure e bandi (penso al PSR).
Porto un esempio in merito a questo provvedimento e si tratta dell'articolo 23 "Norme per la realizzazione dei boschi nella pianura veneta", dove è previsto che modalità e criteri per la concessione dei contributi vengano definiti dalla Giunta. Pensiamo che, invece, sia utile un passaggio, che non è burocratico, ma un confronto con la Commissione competente, data proprio la strategicità del tema.
Pensiamo sia utile collegare l'ampliamento della concessione dei fondi ad un reale ritorno al territorio veneto per la società dell'economia veneta.
Il tema delle imprese femminili deve sicuramente essere affrontato con coraggio, premiando chi si sta realmente impegnando ad aumentare, stabilizzare e qualificare l'occupazione femminile: non basta stanziare dei fondi sulla base delle quote societarie, ma è necessario monitorare e definire criteri qualificanti, degni di una Regione come il Veneto, fatta da giovani e donne che da anni hanno avviato processi di innovazione, alle volte anche troppo poco conosciuti.
È positivo il supporto della Giunta ai distretti con l'estensione del campo di applicazione dei fondi regionali per lo sviluppo economico, anche ad interventi a favore dei distretti del commercio: perciò deve garantire un indispensabile monitoraggio sui risultati conseguiti dal Veneto e nella garanzia che i fondi non vengano avanzati, come è successo in un passato recente.
Continuiamo ad esprimere, invece, forti perplessità verso l'articolo 16, commi 4 e 5, dove viene prevista una regolarizzazione dei lavori effettuati, trasformazioni di boschi in altra qualità di cultura, trasformazione di terreni saldi in terreni soggetti a periodiche lavorazioni, lavori con movimento terra, in assenza dell'atto autorizzativo e in difformità alle modalità esecutive dichiarate o alle prescrizioni impartite e una centralizzazione nel Capo Quinto alla Giunta: secondo noi, sarebbe utile un passaggio all'interno della Commissione.
Si prevede, infatti, che l'autorità forestale, per quanto riguarda il Capo Quarto, possa regolarizzare la situazione, a meno che i lavori non pregiudichino l'assetto idrogeologico dell'area interessata e che la Giunta regionale definisca interventi di ordinaria manutenzione le opere a carattere temporaneo realizzate nell'ambito dei cantieri boschivi e i lavori di modesta rilevanza che non necessitano di specifica autorizzazione.
Questa proposta ci lascia molti dubbi, sia per la scelta di sanare situazioni non regolari, sia perché ad oggi non abbiamo assolutamente contezza di quante e quali situazioni stiamo parlando. Questo, secondo noi, non è corretto nei confronti soprattutto di quei cittadini e quelle attività che hanno agito e agiscono con regolarità.
Siamo consapevoli che il settore agricolo, come altri, sia alle volte vittima di un eccesso di burocrazia e che anche questo, come alle volte le mancanze di reali controlli, sia fonte di illegalità. Allora pensiamo che ora si debba agire a monte e non a valle e che i controlli dovrebbero servire non per vessare, ma per accompagnare le Istituzioni, come partner consapevoli delle difficoltà economiche. Per come è stato steso il comma 4, pensiamo si va in una direzione opposta e che, invece di risolvere il problema, si rechino semplificazioni all'apparenza più veloci, che però non raggiungono un reale obiettivo di sostenere l'economia veneta, la flessibilità, la trasparenza e la redditività delle attività produttive.
Pensiamo che l'obiettivo della riforestazione sia strategico e prioritario, come quello di rendere trasparenti e snelle le procedure autorizzative degli impianti elettrici. Nel primo caso, come già detto, vi richiediamo un coinvolgimento nelle Commissioni e che anche il monitoraggio sull'utilizzo dei fondi possa essere oggetto di confronto; nel secondo caso, la delega prevista al direttore d'area per l'autorizzazione degli impianti di produzione di energia, non è di per sé è un problema, ma è evidente che in questo caso serve un coinvolgimento e un monitoraggio e che non basta dire che si fa nelle more della revisione dell'aggiornamento del Piano energetico regionale o definizione di un nuovo piano. A questo si aggiunge la semplificazione prevista all'articolo 9 in merito all'autorizzazione impianti GPL, nuovi impianti, quelli trasferiti, quelli ristrutturati e potenziati.
Pensiamo, infatti, che queste semplificazioni, come alcune azioni avviate correttamente dalla Giunta, debbano nel 2022 trovare spazio in una revisione o in un nuovo piano per il clima e l'energia che consideri le innovazioni previste a livello nazionale ed europeo e la situazione esistente del Veneto.
Un altro passaggio importante è quello relativo ad Avepa: con un emendamento di Giunta che è stato illustrato dal relatore si prevede la proroga di un anno per lo svolgimento delle funzioni da parte di Veneto Sviluppo nella gestione degli strumenti finanziari ed erogazione delle relative risorse.
Quindi viene prorogato di un anno anche il passaggio di competenze e funzioni fra Veneto Sviluppo ed Avepa e quindi, di conseguenza, proroga di tutti gli adempimenti a ciò funzionali. Pensiamo si tratti di un tema assolutamente importante che il Consiglio non possa non essere coinvolto nella decisione di quale sarà la governance di Avepa che, come già rilevato nella precedente legislatura, aumenta notevolmente le proprie attività. Oltretutto, ci saranno anche tutta una serie di procedure di gara per cui tutte quelle attività finanziarie legate a Veneto Sviluppo e che richiedono l'istruzione della Banca d'Italia.
Rimaniamo perplessi perché questi temi e queste criticità le avevamo già fatte rilevare e avevamo già detto che avremmo dovuto discuterne precedentemente ma ci è stato risposto, all'epoca, che c'era già un progetto. Allora non comprendiamo, se c'era già un progetto, perché ci sia un'ulteriore proroga e perché questo tema non sia stato affrontato fin dall'inizio di questa legislatura.
Inoltre, visto che si tratta di un provvedimento relativo all'agricoltura, politiche per la montagna, caccia e pesca e politiche forestali dichiariamo comunque preoccupazione per quanto non ci siano degli articoli riferiti a questi, perché ad oggi non sappiamo ancora che fine abbia fatto il Piano faunistico venatorio e pensiamo che sia urgente che si avvii la procedura di analisi, almeno in Commissione, per evitare un'ulteriore proroga che comporterebbe ulteriori segnalazioni.
Infine, troviamo positiva l'istituzione dell'Albo regionale temporary manager, temporary export manager e manager dell'innovazione, ma anche in questo caso auspichiamo e crediamo indispensabile il coinvolgimento della Commissione consiliare come momento di arricchimento che assicura processi che vanno nella direzione di migliorare i procedimenti in linea con le esigenze del mondo sociale ed economico veneto.
Indispensabile, inoltre, sarà un monitoraggio sulla funzionalità e l'applicabilità dello strumento stesso, che contiene sicuramente iniziative positive, ma permangono dei vuoti importanti per ciò che concerne il reale risultato di alcune semplificazioni, il mancato coinvolgimento della Commissione e un controllo sul risultato di alcune iniziative. Le scelte possono incidere notevolmente sull'economia e il paesaggio veneto, ma se non c'è un monitoraggio volto ad individuare gli elementi di oggettiva crescita sociale, culturale ed economica, alcuni provvedimenti rischiano di non raggiungere gli obiettivi stabiliti.
Su questi temi abbiamo proposto molti emendamenti e alcuni ordini del giorno.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Sono stati distribuiti e messi anche online gli emendamenti n. A0041 della Giunta e n. 42: 15 minuti per eventuali subemendamenti.
C'è qualche intervento, colleghi, sul progetto di legge n. 49? Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Farò solo alcune brevi considerazioni tenendo conto dell'ampia relazione e correlazione prodotta dai colleghi Andreoli e Zottis, però penso che alcune riflessioni di carattere generale su questo progetto di legge valga la pena farle per poi entrare nello specifico dei singoli articoli e dei numerosi emendamenti.
Abbiamo già detto della necessità di intervenire sistematicamente sull'impianto ordinamentale della Legislazione per apportare, appunto, adeguamenti e aggiornamenti: lo ripetiamo oggi, ma l'abbiamo fatto già in occasione della discussione sul progetto di legge di semplificazione, di competenza della Prima Commissione e della Sesta. Questo è utile ribadirlo perché è chiaro che, di fronte alla società che cambia, anche le esigenze che emergono dall'esperienza concreta, dall'applicazione pratica delle previsioni normative, alle novità che la legislazione europea e nazionale producono anche nei livelli inferiori, deriva, io penso, senza dubbio la necessità e l'opportunità di adottare disegni di legge di semplificazione e di manutenzione ordinamentali che, pur non avendo impatti sul bilancio regionale, consentono queste operazioni di miglioramento delle norme.
Io penso che, però, per effettuare queste operazioni che, ripeto, sono necessarie e opportune, ci sono due modi di procedere. Il primo è quello che, pur spacchettarlo per settori, come si è scelto di fare in questa Legislatura e per la verità anche nella precedente, il passaggio di adeguamento ordinamentale, sia comunque in grado, pur spacchettato per settori, di rappresentare un intervento normativo organico, che contribuisca realmente alla semplificazione, anche normativa, e che impatti direttamente nella vita dei cittadini e delle imprese, un intervento normativo che in qualche modo riesca anche a delineare una idea chiara di azione, magari settoriale, appunto, un profilo unitario dell'intervento, che magari metta mano, una volta per tutte direi, per chiarire e aggiornare ciò che magari chiaro e aggiornato non è.
Penso che, anche in riferimento a delle scelte meramente ordinamentali, ci possano essere degli elementi caratterizzati da una forte discrezionalità, come in questo caso accade, e io penso che sarebbe utile, proprio perché si è deciso di spacchettare, proprio perché si è deciso di affrontare e di declinare il tema della semplificazione, in base a dei temi fondanti e generali, sarebbe stato meglio che questi progetti di legge di semplificazione settoriali fossero in grado di trasferire un'idea di come questa Regione vuole organizzare il lavoro, normativo e non solo, di determinati settori.
A me non sembra che questo progetto di legge, così come i due precedenti, abbia avuto questo obiettivo e abbia questo tipo di contenuto. Si è scelta, invece, appunto, una modalità legislativa, che certo non aiuta a costruire un quadro organico di intervento, seppur, come dicevo, settoriale, ma sembra piuttosto una somma di piccoli interventi, evidentemente a diverso titolo e da diversi soggetti sollecitati che, quando va bene, risolvono una questione molto puntuale e, quando va male, in realtà finiscono paradossalmente per ottenere l'obiettivo contrario, cioè complicano ulteriormente il quadro normativo.
Come Gruppo del Partito Democratico, abbiamo presentato quasi una trentina di emendamenti, molti dei quali sono finalizzati meramente a mettere un po' di ordine dentro argomenti che trattate ancora una volta in maniera marginale, in maniera superficiale, più impegnati a risolvere il problema del singolo che a costruire un quadro normativo che aiuti le imprese e i cittadini a competere in un mondo sempre più complesso. Questo lo dico perché molte volte dentro questo Consiglio regionale ho sentito molti lamentarsi della politica romana che fa confusione: ecco, guardate, io vi assicuro che a qualsiasi legislatore che prova a mettere le mani dentro alcune leggi su cui ancora oggi torniamo, viene mal di testa, perché un continuo processo di stratificazione, che risolve pezzetti di questione e che non affronta il quadro generale.
Questo lo ritengo ancora più grave nel momento in cui oggi tutte le teorie legislative tenderebbero a farci andare verso l'elaborazione di testi unici, settoriali, molto precisi, molto semplici da leggere per i fruitori ultimi che non sono gli esperti di legislazione, non sono gli uffici legislativi del Consiglio regionale, ma si suppone che dovrebbero essere imprese e cittadini che dentro il labirinto di norme che avete costruito in questi anni si perdono. So che alcuni colleghi fanno i commercialisti e potranno confermare la complessità della normativa regionale che in questi anni, ripeto, anziché andare verso una semplificazione, continua attraverso queste stratificazioni finalizzate a risolvere il singolo caso.
Ecco, io penso che questo elemento di valutazione e cioè l'assenza di organicità degli interventi proposti e la complessità anche di natura di tecnica legislativa che ci sottoponete, limiti fortemente, purtroppo, l'impatto di questo progetto di legge, che avrebbe l'ambizione di semplificare e di ordinare le leggi, ma in realtà finisce per essere un semplice passaggio nel quale mettiamo a posto delle piccole cosine che ci sono state sollecitate.
Questo lo dico sulla base dei dati di fatto che provo davvero rapidamente a elencare.
Il Capo 1 che tratta di disposizioni in materia di bonifica e tutela del territorio non dipinge, non tratteggia una modalità, un'impostazione che questa Regione vuole dare, coerente, di tutela del territorio. Si compone, invece, di soli quattro articoli che, pur intervenendo sulla medesima legge, una legge del 2009, affrontano in realtà quattro temi tutti diversi l'uno dall'altro; quindi intervengo quattro volte su una legge che avrebbe una materia coerente per cambiare quattro questioni totalmente slegate tra loro. E sulla incoerenza di questi interventi legislativi che si stratificano mi riservo di intervenire quando ci sarà la discussione sui singoli articoli.
Il Capo secondo, che dovrebbe riguardare artigianato, industria e commercio, si compone di nove articoli e va a modificare ben sette leggi regionali, andando dalle botteghe storiche ai distributori di benzina, dai distretti del commercio all'imprenditorialità femminile.
Allora io mi chiedo: se si vuole semplificare quel tipo di ambito, di intervento, esisterà un'idea attorno a cui costruiamo un nuovo modo di mettere a disposizione di imprese e cittadini delle leggi facili in ambito del commercio, dell'industria e dell'artigianato.
Il Capo III, invece, si occupa di agricoltura, foreste e pesca. Si compone di 12 articoli e modifica sei leggi regionali. La metà, quindi sei esatti, sono meramente interventi di aggiornamento normativo, cioè nel frattempo è cambiata la norma e modifico il riferimento nella legge regionale, quindi non c'è nulla di contenuto.
Il resto riguarda una ridefinizione della normativa sui cosiddetti boschi di pianura. Bene, peccato che nel bilancio del 2012 in questa Regione non ci sia un euro per i boschi di pianura, quindi l'unico intervento che avrebbe un senso dal punto di vista normativo non ha una lira. Bene. È un intervento, peraltro, molto discutibile, che è sostanzialmente una sanatoria per opere non autorizzate su terreni sottoposti a vincolo idrogeologico.
Quindi la semplificazione in materia di agricoltura, foreste, pesca, secondo voi è: adeguo la normativa regionale a quella nazionale, autorizzo interventi non regolari in sanatoria e sistemo un argomento senza metterci soldi. Capite che questa è la prova, secondo me, di quello che stavo dicendo prima: che non esiste la costruzione di un pensiero, seppur settoriale.
Il Capo IV si occupa di energia con tre articoli: un intervento di adeguamento, un secondo finalizzato esclusivamente a riparare la pronuncia della Corte rispetto a una previsione già antica e un terzo, che io giudico davvero incomprensibile, non solo dal punto di vista politico, ma anche dal punto di vista tecnico – poi lo spiegheremo meglio – sul piano energetico e su alcune modalità di attuazione.
Chiude il Capo V, anche questo ricco di contenuto organico, con un unico articolo che introduce l'elenco dei temporary manager.
Così si compone l'intervento fondamentale nei tempi moderni di semplificazione che questa Regione offre ai veneti negli ambiti importantissimi di competenza della Terza Commissione.
Ora, mi pare che il nostro e il mio giudizio su questo progetto di legge sia abbastanza chiaro, però mi piacerebbe che rimanesse agli atti di questo Consiglio il fatto che, quando accade un fatto del genere, cioè quando il Consiglio regionale è impegnato nella discussione di un PdL di questo tipo, ciò che è importante ovviamente non è tanto la soddisfazione o meno di una Consigliera del Partito Democratico, quanto piuttosto l'occasione perduta che questo passaggio rappresenta per questa Regione, per questi cittadini, per queste imprese.
Infatti avevamo davvero l'occasione, come l'abbiamo avuta sull'analogo provvedimento di competenza della Prima e della Sesta, di corrispondere ai cittadini, non tanto e non solo in termini di risorse economiche, pure necessarie, ma dando gambe concrete a quel tema di cui parliamo tutti, di cui tutti ci riempiamo la bocca, che si chiama "semplificazione e sburocratizzazione". Tutti la vorremmo e c'è stato un famoso Ministro della Lega – allora penso fosse Lega Nord – che bruciò nella piazzetta di Montecitorio gli scatoloni che simbolicamente dovevano contenere le leggi, la burocrazia dello Stato nazionale e noi, che siamo la Regione governata dalla Lega per eccellenza, vorremmo fare lo stesso, vorremmo semplificare. Ma questi sono i contenuti di ciò che per voi è semplificazione ordinamentale?
Chiudo con quattro piccole questioni più politiche, che purtroppo in questo progetto di legge sono contenute.
Se non vi disturbo, io potrei continuare l'intervento per gli ultimi 7-8 minuti. Grazie, scusate.
Dicevo che ci sono alcune questioni di natura, invece, politica, che io giudico molto negative dentro questo progetto di legge: la prima – e ringrazio la consigliera Zottis per il lavoro preciso e puntuale che ha fatto sui temi importanti e concreti di questo PdL – è quella dell'imprenditorialità femminile. Guardate, in questa Regione c'è una legge che dovrebbe incentivare l'imprenditoria femminile perché tutti ci diciamo, quando andiamo ai convegni – consigliera Venturini, lo dico a lei perché so che è sensibile a questo tema – come le donne, quando lavorano, quando imprendono, riescono a realizzare obiettivi migliori di altri assetti societari, tant'è che diciamo: facciamo una legge perché l'imprenditoria femminile è utile all'economia di questa Regione.
Ora, non commento il fatto che il fondo di rotazione previsto da questa legge non ha soldi, eppure è talmente importante l'imprenditoria femminile, però ci sono un po' di risorse che possono essere messe nei contributi a fondo perduto. Allora, se io credo veramente che le donne che imprendono possano dare un contributo aggiuntivo, fondamentale, strategico all'economia di questa Regione, dovrò costruire le condizioni per cui quei finanziamenti vanno più all'obiettivo, centrano il bersaglio. Invece si fa l'operazione contraria: si allargano le maglie per cui l'idea, il concetto, la definizione di impresa femminile non è esattamente l'impresa fatta da donne in maniera maggioritaria, che si occupa di questioni prettamente collegate alle politiche di genere. No, diventa una qualsiasi impresa, basta che dentro ci sia una donna, che sia il Consiglio di Amministrazione, un socio: se hai una donna dentro non solo ti do dei contributi, ma anche le ragioni per cui te le do non sono necessariamente corrispondenti agli obiettivi della legge, cioè la valorizzazione del lavoro femminile, perché ciò che ci interessa non è valorizzare l'imprenditorialità femminile, ma è dare contributi a fondo perduto a più persone possibili, perché l'obiettivo non è costruire le condizioni per uno sviluppo economico utile e strategico, ma è dare contributi a più persone possibili.
Seconda grande questione: guardate, invito il Consiglio a fare una riflessione. Voi, con questa legge sostanzialmente certificate la possibilità di intervenire su terreni sottoposti a vincolo idrogeologico senza autorizzazione, prevedendo sostanzialmente una sanatoria. Costruiamola bene, non voglio fare...
L'assessore Corazzari è davvero molto loquace e spero che sia altrettanto loquace nel rispondere a tutte le sollecitazioni che stiamo lanciando. Menomale, almeno quello! Anche se credo che sia più opportuno che parli delle sue deleghe.
Io non voglio fare l'ingenua rispetto alla sanatoria degli interventi in assenza di autorizzazione, ma se vogliamo intraprendere questo percorso, dobbiamo costruirlo bene in modo che ci siano delle cose che si possono fare, che se vengono fatte in maniera irregolare costino molto e, se ci sono cose che vanno a incidere negativamente sull'assetto idrogeologico del terreno, ci siano le condizioni per poter intervenire in maniera seria. Questa è la Regione delle sanatorie, la Lega è il partito delle sanatorie: quelle edilizie, quelle fiscali, ci mancano anche quelli nei temi ambientali e abbiamo fatto bingo.
Terza questione, anche questa approfondita molto bene dalla correlatrice Zottis – e vado a concludere – è quella di Veneto Sviluppo e Avepa: ora, la Giunta ha presentato due emendamenti che ci arrivano oggi in Aula; con uno, sostanzialmente anche legittimo, si propone un intervento per poter continuare a finanziare i compensi del soggetto gestore su fondi che hanno finito le disponibilità e, quindi, si costruisce il meccanismo tecnico; la seconda parte di questo intervento sposta tutte le risorse dal fondo di rotazione unico che voi avevate immaginato nel 2016 per una gestione ordinata dei fondi di rotazione di questa Regione, nel fondo Covid, che si è costruito l'anno scorso in occasione dell'emergenza.
Questo emendamento è tutt'altro che banale, assessore Calzavara, perché sposta radicalmente l'impostazione rispetto alle politiche di finanziamento di questa Regione, perché io vi seguivo quando avete costruito un meccanismo per cui tutti i fondi di rotazione, anziché essere sparpagliati in diverse leggi regionali, confluiscono in un unico fondo che potesse essere, in maniera pianificata e ordinata, il gestore di tutte le politiche di garanzia di questa Regione. Io fin là vi seguivo e lo trovavo anche coerente con la necessità di individuare un soggetto gestore che si occupasse di tutte le politiche economiche e finanziarie di questa Regione, processo complicato, sfida impegnativa, ma mi sembrava un'idea ordinata, sistematica; poi avremmo litigato su dove mettere quei fondi, però l'impostazione mi convinceva.
Dal 2016 al 2021 voi avete costruito un sistema di questo tipo finalizzato a quell'obiettivo, mentre oggi, con un emendamento su una legge di semplificazione in materia di agricoltura, caccia e pesca, ribaltate questa impostazione e i fondi che dovevano essere nel fondo unico regionale di rotazione per offrire alle imprese un unico interlocutore, un unico contenitore, li spostate su uno strumento che, per definizione, dovrebbe essere emergenziale: il fondo di rotazione che si chiama "Per l'emergenza Covid" e io, Assessore, questa operazione non la capisco, quindi le chiedo davvero di spiegarmela.
Contemporaneamente, ovviamente, prorogate quella che avrebbe dovuto essere la scadenza per Veneto Sviluppo di gestione dei fondi e il conseguente passaggio ad Avepa. Anche su questo, guardate – e chiudo davvero – nel giugno del 2016 voi avete detto che Veneto Sviluppo, sulla base di una serie di normative nazionali ed europee, non era più in grado di essere il soggetto che poteva gestire la cassaforte della Regione del Veneto perché è composto per quasi la metà da soci privati. Nel 2016 avete detto che vi sareste attenuti alle regole europee che vi impongono una procedura di evidenza pubblica per trovare il soggetto idoneo a gestire i milioni, i miliardi che questa Regione ha a disposizione e nel giugno del 2016 avete detto: "Lo facciamo in 24 mesi"; a dicembre del 2017 avete detto: "No, ce ne metteremo 48"; a maggio del 2020, con la pandemia, avete detto che, invece di 48 mesi, lo avreste fatto entro 31 dicembre 2021 e oggi ancora ci state dicendo che non lo farete a dicembre del 2021, ma a dicembre del 2022.
Ora, guardi, io non voglio dire che vi approfittate della pandemia perché dovete nascondere la vostra incapacità di organizzare questo settore strategico per la nostra Regione, però mi piacerebbe che questa operazione me la spiegaste, perché se Veneto Sviluppo non può continuare, se Avepa dal 2017 non è stata messa nelle condizioni di diventare quel soggetto che potrà farlo...

PRESIDENTE

Collega Camani...

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Chiudo davvero.
Vi dico davvero che spero che sia questa l'occasione che ci spieghiate qual è la strategia su un tema così importante. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Intanto vorrei ringraziare per la proficua discussione su questo progetto di legge in Commissione Terza, che sicuramente ha visto dei punti di importante convergenza e voterò favorevolmente in alcuni ambiti, su alcune proposte all'interno di questo progetto di legge, parallelamente ad alcune questioni che, invece, rimangono naturalmente ancora sospese e lo hanno anticipato anche le mie colleghe.
Ma, al di là di queste, avrei piacere di presentare ora gli emendamenti che ho presentato a nome di Europa Verde, per dare un contributo propositivo e di perfezionamento anche nell'azione che questa rielaborazione deve dare e restituire ai veneti, in modo tale da facilitare poi la discussione successiva di tali emendamenti.
In particolar modo agisco con una proposta importante sull'articolo 4, quando si parla della riduzione degli anni da dieci a tre per il mantenimento dei criteri di qualità, che sono richiesti in restituzione alle realtà commerciali, che appunto ricevono un finanziamento da parte della Regione del Veneto nei termini, appunto, di garanzia delle qualità di tipo strutturale, architettonica e storica degli edifici che li ospitano.
Ritengo che la riduzione da dieci a tre sia naturalmente comprensibile, perché il numero di dieci anni era un arco temporale molto rigido, ma una riduzione così drastica a tre anni, seppur sia convergente con quella che è la dinamica europea, non la comprendo per un semplice motivo: qua non si tratta semplicemente di criteri generali, ma criteri che volgono alla garanzia e alla tutela di un bene e di una storia anche architettonica, legata alla tradizione veneta. Di conseguenza, siccome si tratta di soldi veneti che mettiamo per cercare di garantire un intervento di qualità e una valorizzazione della parte poi anche commerciale del nostro territorio, almeno garantire che questi criteri stabiliti vengano tutelati e vengano rispettati dai beneficiari di questo finanziamento, non per tre anni, ma per cinque.
Questo credo che sia più che opportuno perché, appunto, non si tratta di limitazioni temporali così importanti come quella di dieci anni, ma ritengo che, come, per esempio, nei fondi europei per quanto riguarda lo sviluppo rurale, si chiede all'imprenditore di garantire determinate caratteristiche per cinque anni, sia una mediazione più che opportuna.
Un altro emendamento sicuramente molto interessante, che abbiamo deciso di proporre all'interno di questo elaborato, è all'articolo 20, quello che parla dei boschi di pianura, della promozione dei boschi di pianura, un aspetto che avevamo caldamente consigliato di andare a sostenere e a rifinanziare nei bilanci della scorsa legislatura, che abbiamo visto sostenuto nell'ultima parte della legislatura scorsa, che oggi naturalmente vive un momento di crisi, evidentemente dovuta all'emergenza Covid. Questa è l'occasione buona per andare a ridefinire dei parametri che in questo progetto di legge vengono esplicati con una riduzione della superficie destinabile a questi progetti proprio per venire incontro anche a quelle realtà comunali associazioni, eccetera, che evidentemente non hanno 5 ettari a disposizione per fare un bosco e, di conseguenza, per consentire una maggiore diffusione di questa buona pratica.
Questo è uno di quegli emendamenti che voglio sostenere, ma chiedo un ampliamento dell'azione non soltanto ai boschi di pianura, ma a quello che è un importante progetto di valorizzazione di tipo ambientale, di prevenzione del disagio ambientale che stiamo vivendo con l'emergenza climatica e anche di promozione di buone pratiche che la Regione del Veneto ha deciso di sostenere, ampliando la possibilità di piantumare non soltanto nuovi boschi, ma anche canapa sativa.
Ne abbiamo discusso nelle scorse sedute del Consiglio con l'emergenza di questo settore, ma parallelamente la canapa non è soltanto prodotto destinato a produzione di insicura qualità, ma allo stesso tempo è un elemento della nostra flora che dà, restituisce in termini proprio di benessere sanitario e di prevenzione ambientale, per la qualità dell'aria, eccetera, e anche per la tutela del suolo e la pulizia del suolo da elementi inquinanti. Per questo motivo ampliare la canapa sativa consente, secondo me, di ragionare in termini innovativi e sicuramente opportuni, proprio anche per cogliere questa occasione per raccontare il bene che la canapa può fare e testimoniarlo praticamente.
Sempre all'articolo 20 proporrò una modifica di un termine semplicemente: si parla di terreni in uso, ma in questo caso ritengo che l'utilizzo di questa terminologia possa essere, come si può dire, un'interpretazione restrittiva, cioè sembra far riferimento semplicemente a un solo diritto reale, cioè quello di uso di un terreno, quando si può parlare in realtà di tutti i diritti reali, quindi bisognerebbe cercare di evitare confusioni e di consentire la definizione, appunto, di questi boschi, di queste realtà, anche di canapa, se approverete l'emendamento, a tutti quei terreni che sono nella disponibilità giuridica del soggetto promotore.
Parallelamente, all'articolo 23, sempre relativo alla parte legata al mondo dell'agricoltura e della qualificazione ambientale, chiedo cortesemente di reintegrare, per quanto riguarda i boschi, un passaggio in Commissione, cioè è importantissimo che questi principi vengano condivisi con quelli che sono i soggetti che, all'interno del Consiglio regionale, hanno promosso e sostengono all'interno del bilancio regionale lo stanziamento di queste risorse. Ritengo che, siccome è stato corretta questa cancellazione furtiva dei passaggi in Commissione per cercare di alleggerire il processo burocratico, invece in questo caso sia importante, così come negli altri, reintegrarlo.
Detto questo, mi taccio.

PRESIDENTE

Grazie, collega Guarda.
Io non vedo altri interventi in discussione generale, quindi chiudiamo qui la discussione generale e chiedo se ci sono repliche da parte di relatore e correlatrice.
Pan Giuseppe ancora in discussione generale.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Sarò velocissimo perché poi ci sono stati tanti stimoli dall'opposizione per questo PdL, ma io volevo solo fare una considerazione sulla semplificazione e su tutto questo pacco di norme che naturalmente abbiamo visto all'interno della Commissione o delle Commissioni. Se qualcuno si lamenta che siano state fatte queste cose, allora perché facciamo le Commissioni? A cosa servono le Commissioni se, quando discutiamo e siamo tutti presenti nelle Commissioni, alla fine votiamo delle norme di semplificazione che possono arrivare alla Giunta o che comunque arrivano dal Consiglio o che arrivano anche da esperienze di tanti colleghi, che magari sono seduti qui anche dalla passata legislatura, e poi si viene qui in Aula a dire che è tutto da rifare e bisogna riprendere man mano legge su legge e rivedere tutto?
A questo punto, se dobbiamo rivedere tutto questo lavoro delle Commissioni, è inutile anche che portiamo queste cose nelle Commissioni stesse: mi sembra anche riduttivo del lavoro fatto sia dai Presidenti di Commissione, sia dai colleghi che stanno ore e ore all'interno delle Commissioni, che discutono di queste cose; magari poi, in tante delle nostre Commissioni, audiamo e sentiamo le categorie economiche, come nel caso dei distretti del commercio, oppure per quanto riguarda l'energia oppure anche l'agricoltura e la bonifica. Allora, cosa ci stiamo a fare in Commissione se poi, quando arriviamo qui, tutto è sbagliato? Se abbiamo votato in Commissione delle modifiche e semplificazione di alcune leggi strategiche essenziali, penso che sia stato fatto un lavoro importante, per cui dobbiamo veramente ringraziare sia i tecnici che seguono le Commissione, sia tutti coloro che hanno collaborato.
Detto questo, io volevo fare anche un'altra considerazione, ad esempio per quanto riguarda il collegamento e parlo dell'agricoltura in particolare: trovo che sia giusto in particolare che noi ci occupiamo di alcuni temi strategici anche per l'agricoltura. Io ho visto l'emendamento anche della collega Guarda sulla canapa sativa e ci troviamo perfettamente in linea per quanto riguarda questo (ne avevamo già discusso anche in un passato Consiglio, mi pare di ricordare), oppure la semplificazione della legge della bonifica, che abbiamo sistemato e rivisto nella passata legislatura. È chiaro che, se poi ci accorgiamo che magari i Sindaci, con tutti i loro problemi, non riescono a essere presenti nella Consulta dei nostri dieci Consorzi di Bonifica, è giusto che possano delegare magari un altro collega o qualcun altro, in modo che siano rappresentati i territori in argomenti essenziali, appunto, come quello della bonifica.
Per esempio, a proposito dei boschi di pianura, ricordo che uno dei difetti dei boschi di pianura – e parlo per esperienza – è stato soprattutto quando la Comunità Europea, allora, negli anni Ottanta, ancora finanziava direttamente i boschi di pianura con la direttiva 1078 o 1080 – adesso vado a ricordo – in cui praticamente per vent'anni venivano dati dei contributi a ettaro sui boschi di pianura, ricordo boschi di querce, di piante autoctone, per cui Veneto Agricoltura aveva allora costruito a Montecchio Precalcino, in provincia di Vicenza, un bel vivaio che ancora funziona perché adesso sta riforestando con la disposizione di "Diamo un sorriso alla pianura".
Ma queste cose si sono fatte anche qualche decennio fa e, purtroppo, quando cadono i contributi della Comunità Europea, adesso ci troviamo boschi di pianura di cui alcuni agricoltori non sanno più cosa fare e dicono: o li tagliamo o li conserviamo. Ad esempio, questo potrebbe essere un tema da discutere in Terza Commissione dicendo: diamo un incentivo o troviamo una forma nel Piano di sviluppo rurale per riconservare questi boschi, perché questi boschi sono diventati anche molto belli e alcune aree – adesso magari porto via l'argomento a Zanoni – diventano anche aree di ripopolamento faunistico importante, che vanno bene sia alla popolazione, ma anche al mondo venatorio, in particolare quando all'interno di queste oasi si sviluppano o possono trovare rifugio molte specie animali anche pregiate.
Quindi c'è anche questo tema che dobbiamo affrontare e che potrebbe essere una delle discussioni future, altrimenti gli agricoltori, se non hanno più un incentivo di questo tipo, tagliano tutto e buonanotte al secchio, perché poi i boschi di pianura non sono boschi vincolati: una volta che finisce il vincolo dei vent'anni, possono essere ritrasformati in campi di mais o di altre cose. Quindi bisognerebbe anche capire quanti sono e su quanti naturalmente possiamo in qualche maniera intervenire.
Quindi, come vedete, ci sono tanti argomenti che possiamo portare nelle Commissioni, non entro nei temi specifici dell'energia o di altri che magari abbiamo già discusso, ma quello che dico io è che tante volte, come ho sentito anche dalla collega prima, viene ricordata la battaglia della Lega Nord, adesso Lega per Salvini Premier, che negli anni passati andava contro, alle più di 300.000 leggi nazionali – mi pare di ricordare – e non so quante regionali, eccetera. È chiaro che è una battaglia che noi ancora adesso continuiamo.
Ricordo che alcuni Stati federali, in particolare la Germania e la Svizzera, dove magari c'è questo tipo di politica che noi vediamo sempre come un nostro obiettivo si reggono su 7-8.000, 10.000 leggi principali. Noi purtroppo abbiamo ereditato una storia diversa, di uno Stato centrale, che chiaramente non appartiene al nostro DNA, ma comunque sono d'accordo con lei che bisognerebbe non bruciare certe leggi, ma proprio eliminarle del tutto e penso che anche qui magari si potrebbe cominciare un percorso di revisione di tante leggi che sono state fatte nel passato e può darsi che più di qualcuna di queste non abbia neanche più significato attuale.
Quindi, per carità, non andranno bene i lavori, come dice lei, sulle Commissioni, non andranno bene tante cose che sistemiamo, ma abbiamo ancora tanto tempo davanti e io penso che sulla semplificazione, Presidente Ciambetti, potremmo lavorare veramente molto e ricordo che lei ci ha stimolato spesso su questo tema.

PRESIDENTE

Le assicuro che su questo tema, nelle prossime settimane, saremo chiamati a lavorare e abbiamo già qualche idea sul tema.
Io non vedo altri interventi, quindi chiudo qui la discussione generale.
Se non ci sono repliche da parte di correlatore e correlatrice chiudiamo qui la discussione.
C'è bisogno di una sospensione per valutare gli emendamenti, quindi l'Ufficio di presidenza della Terza commissione, con i consiglieri che sono interessati, devono trovarsi in Sala del Leone per affrontare gli emendamenti, che sono 41. Facciamo 20 minuti di sospensione o mezz'ora? Mezz'ora, quindi riprendiamo alle ore 17.55. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 17.26
La Seduta riprende alle ore 18.08

PRESIDENTE

Signori, se ci accomodiamo.
Il relatore e la correlatrice ci sono, gli Assessori impegnati sul tema pure.
A tutti i colleghi in Aula e a chi ci segue dagli uffici ricordo che iniziamo con gli emendamenti.
Siamo all'emendamento A0006, che è un emendamento aggiuntivo e quindi lo dobbiamo trattare prima dell'articolo 1.
Emendamento n. A0006, presentato dalla consigliera Camani, capo I, aggiuntivo, che prevede:
"Articolo XXX
Modifica all'articolo 6 della legge regionale 8 maggio 2009, n. 12 "Nuove norme per la bonifica e la tutela del territorio".
1. Dopo il comma 2 dell'articolo 6 della legge regionale 8 maggio 2009, n. 12 , aggiungere il seguente comma:
2-bis. Il Presidente della Consulta dei sindaci, di cui all'articolo 10 bis, partecipa, senza diritto di espressione di voto, a tutte le sedute dell'Assemblea"".
Lo dà per illustrato? L'emendamento è stato illustrato ampiamente in Commissione e quindi viene dato per illustrato anche in questo momento.
Parere del relatore sull'emendamento?

Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Favorevole.

PRESIDENTE

Bene, metto in votazione l'emendamento n. A0006, con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 1.
Emendamento n. A0007, presentato dalla consigliera Camani, capo I, articolo 1, modificativo, che prevede:
"Al comma 1 bis. dell ' articolo 10 della legge regionale 8 maggio 2009, n. 12 così come inserito dall ' articolo 1 , comma 1 , dopo le parole: " E ' sempre consentita la delega ", aggiungere le seguenti: " da parte di un sindaco "" .
Mi pare che anche in questo caso il relatore sia favorevole: basta che me lo indichi con il pollice, collega Andreoli.
Quindi non vedo interventi, metto in votazione l'emendamento n. A0007, con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Viene distribuito l'emendamento n. A0043 della correlatrice: cinque minuti per eventuali subemendamenti.
Emendamento n. A0008, presentato dalla consigliera Camani, capo I, articolo 1, modificativo, che prevede:
"Al comma 1 bis. dell'articolo 10 della legge regionale 8 maggio 2009, n. 12 così come inserito dall'articolo 1, comma 1, dopo le parole " ordine del giorno ' ', aggiungere le seguenti: ", fatto salvo il potere d e l Sindaco di revoca della delega o di partecipazione diretta all'adunanza. "" .
Non vedo interventi, quindi lo metto in votazione con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0009, presentato dalla consigliera Camani, capo I, articolo 1, modificativo, che prevede:
"Dopo il comma 1 bis dell'articolo 10 della legge regionale 8 maggio 2009, n. 12 , così come inserito dall'articolo 1 comma 1, aggiungere il seguente comma:
"I ter. La delega, di cui al comma I bis non può essere esercitata informa permanente e deve essere eventualmente rinnovata di volta in volta. Non sono in ogni caso ammesse più di tre deleghe alla stessa persona"".
Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0010, presentato dalla consigliera Camani, capo I, articolo 1, modificativo, che prevede:
"All'articolo 1, dopo il comma 1 aggiungere il seguente comma:
2. Al comma 3 dell'articolo 10 bis della legge regionale 8 maggio 2009, n. 12 , dopo le parole:
''partecipa con voto consultivo ", sostituire le parole "alle sedute" con le parole "a tutte le sedute""..
Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 1, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 2.
Non ci sono emendamenti, quindi metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 3, su cui non ci sono emendamenti.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 4, su cui, invece, ci sono degli emendamenti.
Emendamento n. A0033, presentato dalla consigliera Zottis, articolo 4, comma 1, modificativo, che prevede:
"Alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 17bis della legge regionale 8 maggio 2009, n. 12 così come inserito dall'articolo 4 comma 1 dopo le parole: "nel rispetto delle modalità e condizioni individuate dalla Giunta regionale" inserire le seguenti parole: ", tra cui la tutela della biodiversità e della fauna ittica".
Non vedo interventi, per cui metto in votazione l'emendamento n. A0033, con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. A0034 viene precluso dalla votazione precedente.
Andiamo all'emendamento n. A0011, sempre della collega Camani, che chiede di intervenire. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, solo per annunciare il ritiro dell'emendamento.

PRESIDENTE

Benissimo, ritirato l'emendamento n. A0011.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 5.
Emendamento n. A0001, presentato dalla consigliera Guarda, articolo 5, comma 1, rubrica "modifica all'articolo 11 della legge regionale 28 dicembre 2012, n. 50 "Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale nella Regione del Veneto", modificativo, che prevede:
"Al comma 1 dell'articolo 5 le parole "tre anni' sono sostituite con le seguenti: "cinque anni"".
Guarda, ha la parola, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Dato che questo è un emendamento che non viene accettato e accolto, in particolar modo per un parere negativo da parte dell'Assessorato competente, un parere che rispetto, per carità, però vorrei lasciare agli atti quella che era l'osservazione che mi aveva portato a presentare questo emendamento, che era quella di cercare di garantire quei requisiti che vengono richiesti dalla Regione del Veneto per consentire l'erogazione di un finanziamento ai beneficiari di questo articolo.
In questo caso si tratta di requisiti che sono necessari per il mantenimento dell'iscrizione del luogo storico del commercio e naturalmente si tratta di requisiti che sono volti alla garanzia di un patrimonio storico, architettonico e culturale veneto, che io credo non debba essere depotenziato a soli tre anni. Vorrei capire quali sono questi costi aggiuntivi che vengono naturalmente ad appesantire, ma siccome prima partivamo da un limite di tempo di dieci anni e capisco anch'io che dieci anni siano dei tempi piuttosto importanti e siccome in Veneto le risorse non sono quelle europee, ma sono quelle venete, non capisco il motivo per cui bisogna sempre semplicemente adeguarsi perché i fondi europei richiedono una garanzia di requisiti soltanto per i tre anni successivi.
Quindi non capisco perché noi in Veneto, che proclamiamo l'autonomia, che proclamiamo la difesa di un patrimonio che non è soltanto culturale non fisico, ma è anche fisico, presente, architettonico, storico, monumentale, non capisco perché da dieci anni si arrivi a tre. Cinque anni mi sembravano una giusta mediazione, anche nel rispetto di quei criteri e dei motivi che hanno portato a definire quei criteri che consentono l'erogazione del finanziamento.
Pertanto prendo atto che in questo caso mi sembra non sufficientemente giustificato, anche perché non ci sono state date motivazioni di questi costi aggiuntivi e credo che la portata di questo emendamento potesse rispondere all'esigenza di una riduzione dei dieci anni, che sicuramente erano importanti, ma allo stesso tempo ha un obbligo che è quello, anche della Regione del Veneto, di garantire la tutela di un patrimonio che sicuramente non può vedersi modificato nell'arco di pochissimi anni, specialmente se qui si tratta di un'erogazione di finanziamenti volti, appunto, a questo scopo.
Dato che ci sono ben altri fondi europei, che non fanno riferimento semplicemente ai tre anni, ma a fanno riferimento a cinque anni, proprio per garantire una continuità e il mantenimento in continuità del patrimonio, in questo caso imprenditoriale piuttosto che monumentale, architettonico e storico, in questo caso non ritengo opportuno che sia dato questo voto negativo perché mi sembrava che fosse anche in linea con quelle che sono i presupposti politici che avete deciso di sposare e per questo motivo mi stupisco.

PRESIDENTE

Grazie. Non vedo altri interventi, quindi metto in votazione l'emendamento n. A0001, con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo n. 5.
È aperta la votazione sull'articolo 5. Articolo, ricordo, potete votare.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
A verbale resta che Ostanel è contraria: per un problema tecnico non ha potuto esprimere la votazione. Collega Ostanel, lo dica a microfono.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Lascio a verbale il voto contrario. Grazie.

PRESIDENTE

Benissimo. Passiamo all'articolo 6.
Non ci sono emendamenti, quindi metto in votazione l'articolo 6.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 7, su cui, invece, ci sono emendamenti.
Emendamento n. A0012, presentato dalla consigliera Camani, capo II, articolo 7, modificativo, che prevede:
"All'articolo 2 comma 1, della legge regionale 20 gennaio 2000, n. 1 così come sostituito dall'articolo 7 comma 1 sostituire le lettere b) e c) con le seguenti:
b) società di persone o società cooperative in cui almeno il 60% dei soci è costituito da donne residenti nel Veneto da almeno due anni e almeno il 60% delle quote di capitale è detenuto da donne residenti nel Veneto da almeno due anni;
c) società di capitali in cui almeno due terzi dei componenti degli organi di amministrazione siano costituiti da donne residenti in Veneto da almeno due anni e le cui quote di partecipazione siano detenute per almeno due terzi da donne;".
Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo soltanto per illustrare questa e un'altra serie di emendamenti che ho presentato sull'articolo 7 perché mi interessa specificare la questione politica che c'è sotto questi emendamenti e che rappresenta una differenza di impostazione profonda tra il Gruppo del Partito Democratico e l'approccio dell'assessore Marcato.
Noi stiamo parlando in questo articolo 7 e negli emendamenti che ho presentato, delle modalità di erogazione dei contributi a fondo perduto finanziati dalla legge 1 del 2000, quella a sostegno, appunto, dell'imprenditoria femminile.
Dicevo in discussione generale – e spiego il mio punto di vista – che, a nostro giudizio, l'azione di investire sull'imprenditorialità femminile non è semplicemente una modalità per erogare genericamente dei contributi, ma è una scelta strategica attraverso la quale non solo si vuole fare un investimento per le imprese che, in quanto femminili, sono utili, positive e strategiche allo sviluppo economico e sociale di questa Regione, ma significa anche costruire le condizioni perché, attraverso un investimento sulle imprese gestite da donne, si ingeneri una positiva crescita culturale del sistema imprenditoriale di questa Regione.
Ecco perché in questa serie di emendamenti noi proponiamo alcuni passaggi, alcuni elementi, che consentano, da un lato, a nostro giudizio, di canalizzare i finanziamenti esattamente a tutela delle imprese femminili e anche di finalizzarli con l'obiettivo di costruire una politica economica e industriale di questa Regione, che sia realmente di emancipazione per le donne.
Quindi abbiamo proposto degli emendamenti che vanno esattamente nella direzione contraria di quelli proposti dalla Giunta, cioè la Giunta dice: messa l'asticella dei criteri sulla base dei quali un'impresa può essere ritenuta impresa femminile, io abbasso questi criteri in modo da poter far accedere a quei contributi una platea più ampia di imprese.
È una iniziativa legittima, che io comprendo in particolar modo in questa fase economica e storica, che però io credo non rappresenti pienamente la finalità di questa legge, che invece deve essere paradossalmente quella di restringere per riuscire a far arrivare i finanziamenti esattamente alle imprese con alto tasso di femminilità, sia nelle proprietà, sia nell'organismo di gestione. Questo lo dico perché sennò fare impresa al femminile diventa una scusa per ottenere dei contributi.
Peraltro, l'assessore Marcato, con le deleghe che ha, ha una serie importante di risorse a disposizione per finanziare le imprese generiche, a prescindere dal colore della conduzione societaria.
Questa legge ci dice: investiamo solo per le imprese femminili; quindi, con questo emendamento e con alcuni a seguire, aumento le soglie per poter definire l'impresa "impresa femminile" e con altri emendamenti, che do per illustrati, ma che provo a riassumere in questo momento, dico anche che le imprese femminili che "meritano" questo tipo di tutela, questo tipo di sostegno, devono essere non solo imprese dove c'è un tasso di femminilità significativo, ma anche che attivano delle politiche che sono di natura emancipativa rispetto ad alcune questioni che in questi anni, proprio con il Covid, sono diventate strategiche per lo sviluppo sociale, prima fra tutti la parità retributiva tra uomo e donna.
Ora, è giusto utilizzare le risorse che la legge 1 del 2000 mette a disposizione per le imprese femminili, che producono non solo business, ma anche emancipazione sociale di genere per tutte le imprese o per una larga parte delle imprese, per finanziare qualsiasi tipo di iniziativa? Io personalmente ho dei dubbi e invece credo – ed ecco il senso di questi emendamenti e mi dispiace che l'assessore Marcato non abbia accolto, ma si è impegnato a approfondire una discussione successiva, questa impostazione – che queste risorse vadano messe nelle condizioni di produrre i risultati maggiori, proprio perché concentrate su questo taglio.
Chiudo velocissimamente così illustro un altro emendamento e mi risparmio dopo: insieme alla consigliera Zottis, abbiamo anche, in questo caso sì d'accordo con l'Assessore, fatto in modo che i contributi per le imprese femminile fossero estesi, per la prima volta, alle professioniste, ordinistiche e non. Questo perché, appunto, molto spesso il concetto di impresa si limita alle società di persone e di capitali, ma in realtà, proprio in questa fase in cui molte donne si sono trovate senza lavoro in settori delicati, potrebbero avere la volontà e la necessità di intraprendere e le libere professioni molto spesso sono per le donne la via più semplice per potersi emancipare.
Quindi ringrazio l'Assessore per aver accolto questo tipo di estensione.

PRESIDENTE

Grazie. Siamo sull'emendamento n. A0012.
Metto in votazione l'emendamento n. A0012, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0013, sempre della collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Scusi, Presidente, siccome poi, in sede di Comitato, abbiamo dovuto riformulare l'emendamento per renderlo accoglibile, volevo annunciare il ritiro in modo da consentire di esprimere il voto su quello successivo.

PRESIDENTE

Quindi viene ritirato l'emendamento n. A0013, che è sostituito con il n. A0043.
Emendamento n. A0043, presentato dalla consigliera Zottis, articolo 28, comma 1, modificativo, che prevede:
"Dopo la lettera d) del comma 1 dell'art.2 della LR n. 1/2000 così come sostituito dall'articolo 7 è aggiunta la seguente lettera:
"d bis) professioniste iscritte agli ordini professionali e quelli aderenti alle associazioni professionali contenute nell'elenco di cui al comma 7, dell'artico/o 2 della legge 14 gennaio 2013, n. 4 "Disposizioni in materia di professioni non organizzate" e in possesso dell'attestazione rilasciata ai sensi della medesima legge.", residenti da almeno due anni in Veneto•
Si mette in votazione l'emendamento n. A0043, con il parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0014, presentato dalla consigliera Camani, capo II, articolo 7, modificativo, che prevede:
"All'articolo 7, aggiungere il seguente comma:
1 bis. Al comma 2 dell'articolo 2 della legge regionale 20 gennaio 2000, n. 1 , sostituire le parole "di cui alle lettere a) e b)" con le parole: "di cui alle lettere a), b), c) e d)"".
Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0015, presentato dalla consigliera Camani, capo II, articolo 7, modificativo, che prevede:
"All'articolo 7, aggiungere il seguente comma:
I bis . Al comma 3 dell ' articolo 2 della legge regionale 20 gennaio 2000 , n. I , dopo le parole " le imprese di cui al comma I " aggiungere le seguenti: " che rendono conoscibili e diffondono i dati relativi alla tutela della maternità , alla forma z ione e promozione professionale , alle iniziative per conciliare i tempi di vita con i tempi di lavoro, ai passaggi di categoria o di qualifica, all'equo riconoscimento della qualifica professionale e".
In questo caso il parere del relatore è contrario. Non vedo interventi, per cui metto in votazione l'emendamento n. A0015.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0016, presentato dalla consigliera Camani, capo II, articolo 7, modificativo, che prevede:
"All'articolo 7, aggiungere il seguente comma:
1 bis. Al comma 3 del! 'articolo 2 della legge regionale 20 gennaio 2000, n. 1 , aggiungere la seguente lettera:
b bis) adottare procedure che rendono conoscibili e diffondono i dati relativi alla tutela della maternità, alla formazione e promozione professionale, alle iniziative per conciliare i tempi di vita con i tempi di lavoro, ai passaggi di categoria o di qualifica, all'equo riconoscimento della qualifica professionale"".
Anche in questo caso il parere del relatore è contrario. Metto in votazione l'emendamento n. A0016.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento n. A0017, presentato dalla consigliera Camani, capo II, articolo 7, modificativo, che prevede:
"All'articolo 7, aggiungere il seguente comma:
I bis. Al comma 3 dell'articolo 2 della legge regionale 20 gennaio 2000, n. 1 , aggiungere la seguente lettera:
b bis) praticare la parità retributiva tra donne e uomini".
Il parere in questo caso mi sembra favorevole del relatore.
Metto in votazione l'emendamento n. A0017.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. A0018, presentato dalla consigliera Camani, capo II, articolo 7, modificativo, che prevede:
"All ' articolo 7, aggiungere il seguente comma :
I bis . Al comma 4 dell'articolo 2 della legge regionale 20 gennaio 2000 , n. 1, sostituire le parole " di cui alle lettere a) e b) del comma 1 " con le parole: "di cui alle lettere a) , b) , c) e d) d e l comma 1 "".
il relatore è favorevole anche a questo emendamento, quindi metto in votazione l'emendamento n. A0018.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo 7 così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Terminiamo qui con gli emendamenti che erano stati valutati in sede di Commissione.
Domani pomeriggio – lo dico a relatore e correlatrice – al termine o come vi organizzerete voi, l'Ufficio di presidenza della Terza commissione chiude anche i restanti 30 emendamenti, anzi forse un po' meno, a grandi linee, per arrivare pronti in Aula la prossima settimana.
Chiudiamo qui la seduta odierna e ci rivediamo martedì 15 giugno 2021.
Chiedo ai Capigruppo di rimanere in Aula per programmare i lavori della prossima settimana.
Andreoli, prego.

Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)

Una puntualizzazione sulla prosecuzione dell'analisi degli emendamenti: domani sarà un po' difficile riuscire perché, dopo di noi, dopo la Commissione Terza, c'è la Sesta perché eccezionalmente ci siamo invertiti, quindi credo che non ci sarà tempo mercoledì e neanche giovedì. Saremmo orientati a ritrovarci martedì prossimo prima del Consiglio, verosimilmente attorno alle 11.00 di mattina, visto che siamo sicuramente tutti i presenti e non ci sono altri impegni.

PRESIDENTE

Ricordo che gli emendamenti vanno valutati dall'Ufficio di presidenza. Io vi consiglio, mi permetto, presidente Andreoli, di trovare uno spazio domani per approfondirli, comunque trovatevi fra relatore e correlatrice e mettetevi d'accordo, proprio perché è bene arrivare pronti la prossima settimana e non trovarsi con emendamenti troppo sotto al Consiglio.
Interrompiamo qui la seduta.
Ripeto, Capigruppo in Aula e, per i colleghi Consiglieri, riceverete la convocazione a domicilio per martedì prossimo.
Grazie a tutti e buonasera.
La Seduta termina alle ore 18.37
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba
Verbale n. 22 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 22
MARTEDì 8 GIUGNO 2021


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 22a seduta pubblica – martedì 8 giugno 2021
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 34 dell'11 marzo 2021.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 9174 del 1° giugno 2021.

Il Presidente CIAMBETTI, dopo un rinvio, dichiara aperta la seduta alle ore 13.54.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda .

Punto n. 1) all'ordine del giorno


Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della 20a seduta pubblica di martedì 18 maggio 2021 e della 21a seduta pubblica di martedì 25 maggio 2021.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio

Il PRESIDENTE comunica che il Presidente della Giunta regionale Zaia è in congedo.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 56 del 13.01.2021
presentata dai consiglieri Bigon, Zanoni, Camani, Zottis, Lorenzoni
"Quando sarà riavviato lo screening epidemiologico per il rilevamento della contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS)?"

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 86 del 01.03.2021
presentata dalla consigliera Ostanel
"Covid 19, campagna vaccinale scuola, la Regione faccia chiarezza"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

n. 134 del 11.05.2021
presentata dai consiglieri Camani, Possamai Giacomo, Zottis e Zanoni
"ACC di Borgo Valbelluna: la Regione intende attivarsi per contribuire alla soluzione della crisi?"

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Donazzan che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 60 del 18.01.2021
presentata dai consiglieri Zanoni e Bigon
"Nei reparti di terapia intensiva degli ospedali della Marca mancano in organico 80 professionisti: 10 medici, 52 infermieri e 18 operatori socio sanitari. Quando verrà colmata questa grave carenza di personale?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 69 del 01.02.2021
presentata dai consiglieri Zanoni, Possamai Giacomo, Camani, Bigon e Zottis
"Secondo un dossier dei servizi segreti i contagi da Covid 19 sarebbero sottostimati del 50 per cento. La Regione intende verificare la questione per quanto riguarda il Veneto?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 87 del 02.03.2021
presentata dal consigliere Lorenzoni
"Diabetologia pediatrica dell'ospedale di Padova, personale senza stipendio?"

Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Lorenzoni (Gruppo Misto) in sede di replica.

n. 113 del 30.03.2021
presentata dalla consigliera Guarda
"Vaccine-shopping all'ULSS 9 Scaligera?"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4, del Regolamento  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che non ci sono risposte ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento.

Il consigliere Villanova (Zaia Presidente) interviene sull'ordine dei lavori e chiede di anticipare i punti 7) e 8) all'ordine del giorno.

Il PRESIDENTE d'intesa con i Capigruppo passa alla trattazione del punto 7).

Punto n. 7) all'ordine del giorno

Istituzione di una Commissione speciale di inchiesta sull'andamento in Veneto dei contagi e dei decessi da Sars-Cov-2 durante la pandemia, con particolare attenzione alla seconda "ondata". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 12) APPROVATA (Deliberazione n. 52/2021)  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti nn. B1, B2 e B3 presentati dai consiglieri Villanova e Possamai Giacomo scade in 15 minuti.

In qualità di relatore, interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione per conto della Prima Commissione consiliare.

Durante l'intervento del consigliere Giacomo Possamai assume la Presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

In qualità di correlatore interviene il consigliere Villanova (Zaia Presidente), che svolge la relazione per conto della Prima commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Camani (Partito Democratico Veneto), Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Guarda (Europa Verde), Bigon (Partito Democratico Veneto) e l'assessora Lanzarin.

Il PRESIDENTE sospende la seduta per consentire alla Prima Commissione consiliare di esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 15.44.

La seduta riprende alle ore 16.19.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin .

Interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Si passa all'esame degli emendamenti.

Gli emendamenti nn. B1, B2 e B3 posti in votazione separatamente, col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

Il PRESIDENTE pone in votazione, col sistema elettronico in modalità telematica, la proposta di deliberazione amministrativa in oggetto come emendata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Pan, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 8) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2021 in materia di bonifica e tutela del territorio, artigianato, industria e commercio, agricoltura, foreste, pesca, energia, ricerca e innovazione". (Progetto di legge n. 49) INIZIO  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti testé presentati scade in 10 minuti.

Interviene il consigliere Andreoli (Liga Veneta per Salvini Premier), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Terza Commissione consiliare.

Durante l'intervento del consigliere Andreoli assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Terza Commissione consiliare.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti agli emendamenti nn. A41 e A42 scade in 15 minuti.

In discussione generale intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde) e Pan (Liga Veneta per Salvini Premier).

Il PRESIDENTE sospende la seduta per consentire alla Terza Commissione consiliare di esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 17.26.

La seduta riprende alle ore 18.08.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

L'emendamento n. A6 aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 1 .

L'emendamento n. A7 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti all'emendamento n. A43 della correlatrice scade in 5 minuti.

Gli emendamenti nn. A8, A9 e A10 all'articolo 1, posti in votazione separatamente, col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato e inserito come articolo 2.

Gli articoli 2 e 3, posti in votazione separatamente, col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inseriti rispettivamente come articoli 3 e 4.

L'emendamento n. A33 all'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE dichiara precluso l'emendamento n. A34, in quanto assorbito dall'emendamento n. A33.

L'emendamento n. A11 all'articolo 4, è ritirato dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

L'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato e inserito come articolo 5.

L'emendamento n. A1 all'articolo 5, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Gli articoli 5 e 6, posti in votazione separatamente, col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inseriti rispettivamente come articoli 6 e 7.

L'emendamento n. A12 all'articolo 7, illustrato dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. A13 all'articolo 7, è ritirato dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

Gli emendamenti nn. A43 e A14 all'articolo 7, posti in votazione separatamente, col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

Gli emendamenti nn. A15 e A16 all'articolo 7, posti in votazione separatamente, col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

Gli emendamenti nn. A17 e A18 all'articolo 7, posti in votazione separatamente, col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

L'articolo 7, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato e inserito come articolo 8.

Interviene il consigliere Andreoli (Liga Veneta per Salvini Premier).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 18.37.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BORON Fabrizio
POLATO Daniele
BOZZA Alberto
POSSAMAI Giacomo
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Gianpiero
CAMANI Vanessa
PUPPATO Giovanni
CAVINATO Elisa
RAZZOLINI Tommaso
CECCHETTO Milena
RIGO Filippo
CENTENARO Giulio
RIZZOTTO Silvia
CESTARI Laura
SANDONA' Luciano
CESTARO Silvia
SCATTO Francesca
CIAMBETTI Roberto
SORANZO Enoch
CORSI Enrico
SPERANZON Raffaele
DOLFIN Marco
SPONDA Alessandra
FAVERO Marzio
VALDEGAMBERI Stefano
FORMAGGIO Joe
VENTURINI Elisa
GEROLIMETTO Nazzareno
VIANELLO Roberta
GIACOMIN Stefano
VILLANOVA Alberto
GUARDA Cristina
ZANONI Andrea
LORENZONI Arturo
ZECCHINATO Marco

ZOTTIS Francesca




IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Erika BALDIN








IL PRESIDENTE
Roberto CIAMBETTI









N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Paola Lombardo