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Seduta del consiglio regionale del 15/06/2021 n. 23
Martedì, 15 giugno 2021
SOMMARIO
- APPROVAZIONE DEI VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI
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- COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
- INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
- RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
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- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 128 del 28 aprile 2021 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "DA CHIOGGIA A MARGHERA: UN ALTRO DEPOSITO DI GPL INCOMBE SULLA LAGUNA?".
- Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Ass.re Francesco CALZAVARA
- PRESIDENTE
- Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 81 del 23 febbraio 2021 presentata dal consigliere Montanariello relativa a "DISCARICA ABUSIVA DI AMIANTO A BOJON DI CAMPOLONGO MAGGIORE. PER QUANTO ANCORA I CITTADINI DOVRANNO CONVIVERE CON QUESTO PERICOLOSO INQUINANTE? LA REGIONE FACCIA LA SUA PARTE STANZIANDO RISORSE ADEGUATE!"
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Ass.re Francesco CALZAVARA
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta immediata n. 116 del 6 aprile 2021 presentata dai Consiglieri Elena Ostanel, Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Cristina Guarda, Arturo Lorenzoni e Andrea Zanoni relativa a: "I SISTEMI INFORMATIVI SANITARI REGIONALI SONO SVILUPPATI E GESTITI DA UN'AZIENDA SEGNALATA DA ANAC? LA REGIONE CHIARISCA".
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Ass.re Manuela LANZARIN
- PRESIDENTE
- Ass.re Manuela LANZARIN
- PRESIDENTE
- Ass.ra Manuela LANZARIN
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO
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- Interrogazione a risposta scritta n. 24 del 29 dicembre 2020, presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "IL NUOVO PIANO RIFIUTI PERMETTERÀ DI EVITARE CHE A PADOVA VENGANO BRUCIATI I RIFIUTI DI MEZZO VENETO?".
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
- PRESIDENTE
- Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
- PRESIDENTE
- Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta scritta n. 51 del 22 febbraio 2021 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "PFAS cC6O4: QUALI LE CONSEGUENZE SUI CONTROLLI PER EFFETTO DELLA LIMITAZIONE ALLA VENDITA DEL MATERIALE DI RIFERIMENTO CERTIFICATO?".
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
- PRESIDENTE
- Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Interrogazione a risposta scritta n. 90 del 26 aprile 2021 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "SVERSAMENTI NELL'ALPONE, LA REGIONE ATTIVERÀ PROGETTI PILOTA DI CONVERSIONE AL CICLO CHIUSO DEI PROCESSI PRODUTTIVI?".
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
- PRESIDENTE
- Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
- PRESIDENTE
- Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
- Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
- PRESIDENTE
- DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "DISPOSIZIONI DI ADEGUAMENTO ORDINAMENTALE 2021 IN MATERIA DI BONIFICA E TUTELA DEL TERRITORIO, ARTIGIANATO, INDUSTRIA E COMMERCIO, AGRICOLTURA, FORESTE, PESCA, ENERGIA, RICERCA E INNOVAZIONE". (PROGETTO DI LEGGE N. 49) PROSECUZIONE
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- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Elena OSTANEL (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)
- Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Cristina GUARDA (Europa Verde)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
- Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)
- PRESIDENTE
- Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
- PRESIDENTE
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 13.35
PRESIDENTE
Chiedo a tutti i colleghi di accedere a Concilium e di marcare la presenza, anche perché ci sono parecchie cose da caricare e non è velocissima la procedura, quindi vi chiedo di marcare la presenza. Lo chiedo anche agli Assessori che poi dovranno rispondere alle interrogazioni a risposta immediata ed ho visto anche alcune risposte, ai sensi dell'articolo 111, arrivate per le interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno.
Ripeto, colleghi, marcate Concilium, per favore. Colleghi, vi chiedo di marcare la presenza su Concilium, specialmente i colleghi che dovranno interloquire per le interrogazioni all'ordine del giorno della giornata odierna. Ci sono anche delle risposte ai sensi dell'articolo 111: lo dico ai colleghi che si preparino, ad esempio la collega Ostanel per la 24, la Guarda per la 51 e la Guarda per la 90. Partiamo con la IRI 128 di Baldin.
Colleghi, buongiorno. Siamo in numero legale.
Diamo inizio alla 23a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 9741 del 10 giugno 2021.
PUNTO
1 |
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APPROVAZIONE DEI VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI
Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della 22a seduta pubblica dell'8 giugno 2021.
PUNTO
2 |
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COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Luca ZAIA
I congedi sono concessi.
PUNTO
3 |
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INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4 |
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RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
PRESIDENTE
Partiamo con la IRI n. 128 della collega Baldin:
Interrogazione a risposta immediata n. 128 del 28 aprile 2021 presentata dalla consigliera Baldin relativa a "DA CHIOGGIA A MARGHERA: UN ALTRO DEPOSITO DI GPL INCOMBE SULLA LAGUNA?".
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- come riportato dalla stampa locale, Eni, nel presentare il piano di riconversione e ristrutturazione dell'Area di Porto Marghera, ha annunciato il progetto di realizzazione di un polo logistico per il Gpl nell'area denominata Parco serbatoi ovest. Si prevede la riconversione di due serbatoi criogenici, già esistenti a Marghera, utilizzati in passato per la ricezione e lo stoccaggio di ammoniaca. I due serbatoi da 25 mila metri cubi, ciascuno con un diametro di 35 metri ed un'altezza di 26,5 metri, impiegherebbero 18 operai. L'investimento previsto è di 15 milioni di euro;
- il progetto non è una novità: è stato presentato nel 2012 ed in quattro anni è stato discusso nelle sedi autorizzative competenti per poi essere abbandonato dall'azienda in quanto non conveniente.
Premesso altresì che la costruzione di un analogo, ma ben più piccolo (complessivamente cinque volte di meno), impianto di stoccaggio è stata fermata a Chioggia dopo un'ampia mobilitazione dell'opinione pubblica e delle istituzioni locali che ha portato all'inserimento di una norma, nel cosiddetto "Decreto Agosto", che vieta la realizzazione e l'avvio all'esercizio di impianti di stoccaggio di Gpl in aree classificate come patrimonio dell'Unesco, anche se già autorizzati. La norma non è applicabile all'area di Porto Marghera ma non è da escludersi un'analoga protesta dei cittadini veneziani, visto che l'impianto è il primo del genere nella Laguna di Venezia e che comporta rischi di incendio ed esplosione del Gpl.
Considerato che anche i sindacati di categoria sono critici sull'impianto, in considerazione della contemporanea chiusura degli impianti di cracking e aromatici. Davide Camuccio, segretario generale della Filctem-Cgil di Venezia, ha dichiarato alla stampa: «Vogliono chiudere un pezzo della chimica italiana per farci diventare un deposito». Secondo i sindacati il futuro di una riconversione alla chimica verde sembra lontano mentre si sceglie di investire su un deposito con poca manodopera e bassissimo valore aggiunto, abbandonando la produzione e la trasformazione proprio ora che il Recovery Plan offre alle aree industriali la possibilità di rinascere in chiave più moderna e sostenibile.
La sottoscritta consigliera,
interroga la Giunta regionale
per sapere se ritenga sicuro e strategico per il futuro di Porto Marghera stoccare in fronte laguna 50 mila metri cubi di Gpl e come intenda intervenire nelle sedi opportune".
Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Grazie, Presidente.
Questa interrogazione, che ho rivolto alla Giunta e in particolare all'assessore Marcato, è del 28 aprile di quest'anno e nasce da articoli di giornale che riportano come si stia ragionando su un deposito di GPL di 50 metri cubi fronte laguna a Marghera. Sapete tutti come io e gli abitanti della città di Chioggia, da cui provengo, siamo rimasti scottati da esperienze come quella del deposito di GPL a pochi passi dal centro storico, abitato da tante persone, per cui la domanda che io ho rivolto alla Giunta e all'Assessore nello specifico, è cosa ne pensi e cosa ne pensa anche il Presidente della Giunta, Zaia, di questo impianto sicuramente impattante, che avrà un forte impatto sulla laguna.
Vorrei capire quali sono e se ci sono delle perplessità, perché sapete che, quando si parla di GPL, anche la cittadinanza manifesta delle perplessità, soprattutto dopo il fatto che, con il "Decreto Agosto", anche se questa non rientra nel "Decreto Agosto" in quanto non è zona tutelata dall'Unesco, ma è sempre all'interno della laguna, per cui vogliamo capire qual è il futuro previsto per Porto Marghera. Il principio che è rimasto valido è quello per cui impianti di questo tipo non devono essere installati nei siti dell'Unesco.
Ecco, questa è la domanda che pongo oggi all'Assessore.
PRESIDENTE
Grazie.
Risponde per la Giunta, in nome dell'assessore Marcato, l'assessore Calzavara.
Prego, Calzavara.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"In relazione alla prospettata realizzazione di un polo logistico per gpl nell'area dell'ex stabilimento petrolchimico di Porto Marghera, si conferma che la società Eni S.p.A., con decreto n. 17409 del 20 ottobre 2015 era stata autorizzata dal Ministero dello Sviluppo economico alla riconversione al contenimento di gpl di due serbatoi criogenici, già esistenti nell'area denominata "Parco serbatoi ovest" e utilizzati in passato per la ricezione e lo stoccaggio di ammoniaca.
All'esito della citata progettata riconversione, l'intervento in progetto prevedeva l'attivazione di un impianto logistico per lo stoccaggio refrigerato di g.p.l. costituito dai due serbatoi refrigerati a pressione atmosferica sopra richiamati, per una capacità complessiva pari a mc 50.000 ed una movimentazione annuale stimata in 100.000 tonnellate di g.p.l. attraverso navi cisterna.
L'intervento si inseriva nel più ampio contesto per l'attuazione della Direttiva 2014/94/Ue del Parlamento Europeo e del Consiglio per la realizzazione di un'infrastruttura per i combustibili alternativi, fra cui è compreso il gpl, e per l'utilizzo di carburanti che riducono l'abbattimento delle polveri sottili in atmosfera.
È da precisare che l'impianto era compreso fra gli insediamenti e le infrastrutture strategiche soggette ad autorizzazione statale ai sensi dell'articolo 57, comma 1 del decreto legge n. 5 del 2012, d'intesa con la Regione, all'esito della positiva conclusione di una conferenza dei servizi nella quale intervengono tutte le Autorità e gli Enti coinvolti nel procedimento, a garanzia e a tutela di tutti gli interessi pubblici, con particolare riferimento alla sicurezza ambientale.
Si evidenzia altresì che il decreto ministeriale di autorizzazione prevedeva espressamente, all'articolo 2 del provvedimento, che gli interventi di riconversione avrebbero dovuto essere ultimati, a pena di decadenza dell'autorizzazione, entro due anni, salvo motivate proroghe concesse dal Ministero competente di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Non risulta che gli interventi per la riconversione siano mai stati effettuati, né che il Ministero dello Sviluppo economico abbia concesso proroghe del citato termine per l'ultimazione dei lavori.
Si dà quindi atto che, come espressamente confermato dal Ministero in data 21 maggio 2021 a seguito di specifica richiesta regionale del 14 maggio u.s., "considerato che la Società non ha dato alcuna comunicazione circa l'effettuazione dei lavori e non ha richiesto, come prescriveva l'articolo 5 del decreto, il collaudo delle nuove opere, l'autorizzazione di cui al decreto interministeriale è da considerarsi a tutti gli effetti decaduta".
Ad oggi non risulta in atti alcuna richiesta da parte della società Eni S.p.A. o altro soggetto per il rilascio di una nuova autorizzazione per la riconversione e/o ristrutturazione dell'impianto situato a Porto Marghera; ogni valutazione sulla sicurezza e la valenza strategica del deposito di stoccaggio sarà quindi effettuata nelle sedi competenti nel caso di un'eventuale proposizione di una nuova istanza da parte della società titolare degli impianti".
Ass.re Francesco CALZAVARA
Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
In relazione alla prospettata realizzazione di un polo logistico per GPL nell'area dell'ex stabilimento petrolchimico di Porto Marghera, si conferma che la società ENI S.p.A. con decreto 17409 del 20 ottobre 2015 era stata autorizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico alla riconversione e al contenimento di GPL di due serbatoi criogenici già esistenti nell'area denominata "Parco serbatoi Ovest" e utilizzati in passato per la ricezione e lo stoccaggio di ammoniaca.
All'esito della citata progettata riconversione, l'intervento in progetto prevedeva l'attivazione dell'impianto logistico per lo stoccaggio refrigerato di GPL, costituito da due serbatori refrigerati a pressione atmosferica e sopra richiamati, per una capacità complessiva pari a metri cubi 50.000 e ad una movimentazione annuale stimata in 100.000 tonnellate di GPL attraverso navi cisterne.
L'intervento si inseriva nel più ampio contesto per l'attuazione della direttiva 2014/94 UE del Parlamento europeo e del Consiglio per la realizzazione di un'infrastruttura per i combustibili alternativi, tra cui è compreso il GPL, e per l'utilizzo di carburanti che riducono l'abbattimento delle polveri sottili in atmosfera. È da precisare che l'impianto era compreso fra gli insediamenti e le infrastrutture strategiche soggetti ad autorizzazione statale, ai sensi dell'articolo 57, comma 1, del decreto legge n. 5 del 2012 d'intesa con la Regione, all'esito della positiva conclusione di una conferenza di servizi nella quale intervengono tutte le autorità e gli enti coinvolti nel procedimento a garanzia e tutela di tutti gli interessi pubblici con particolare riferimento alla sicurezza ambientale.
Si evidenzia, altresì, che il decreto ministeriale di autorizzazione prevedeva espressamente, all'articolo 2 del provvedimento, che gli interventi di riconversione avrebbero dovuto essere ultimati, a pena di decadenza dell'autorizzazione, entro due anni, salvo motivate proroghe concesse dal Ministero competente, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Non risulta che gli interventi per la riconversione siano mai stati effettuati, né che il Ministero dello Sviluppo Economico abbia concesso proroga del citato termine per l'ultimazione dei lavori. Si dà quindi atto che, come espressamente confermato dal Ministero in data 21 maggio 2021, a seguito di specifica richiesta regionale del 14 maggio: "Considerato che la società non ha dato alcuna comunicazione circa l'effettuazione dei lavori e non ha richiesto, come prescriveva l'articolo 5 del decreto, il collaudo delle nuove opere, l'autorizzazione di cui al decreto interministeriale è da considerarsi a tutti gli effetti decaduta".
Ad oggi non risulta in atto alcuna richiesta da parte della società della società ENI S.p.A. o altro soggetto per il rilascio di una nuova autorizzazione, per la riconversione e/o ristrutturazione dell'impianto situato a Porto Marghera.
Ogni valutazione sulla sicurezza e la valenza strategica del deposito di stoccaggio sarà, quindi, effettuata nelle sedi competenti nel caso di un'eventuale proposizione di una nuova istanza da parte della società titolari degli impianti.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Collega Baldin, per la replica, prego.
Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)
Ringrazio l'assessore Calzavara. È una risposta che ci consola e ci fa stare un po' più tranquilli e spero che nel futuro non si ripetano più episodi come quello che abbiamo vissuto a Chioggia, in cui la cittadinanza è stata tenuta all'oscuro per larga parte di questo progetto, finché non se l'è ritrovato in loco. Pertanto ringrazio di questa risposta e teniamo alta la guardia, nel senso che sarà comunque possibile che in futuro qualcuno si inventi di procedere in questa maniera e creare depositi di GPL, che causano sicuramente molta preoccupazione nella cittadinanza e che devono, a mio avviso, trovare sistemazione in luoghi più consoni e più opportuni per la sicurezza di tutti i cittadini.
PRESIDENTE
Grazie.
Interrogazione a risposta immediata n. 81 del 23 febbraio 2021 presentata dal consigliere Montanariello relativa a "DISCARICA ABUSIVA DI AMIANTO A BOJON DI CAMPOLONGO MAGGIORE. PER QUANTO ANCORA I CITTADINI DOVRANNO CONVIVERE CON QUESTO PERICOLOSO INQUINANTE? LA REGIONE FACCIA LA SUA PARTE STANZIANDO RISORSE ADEGUATE!"
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che nell'agosto 2018, durante lavori di scavo effettuati per la realizzazione della bretella di Bojon, nel territorio comunale di Campolongo Maggiore (VE), i tecnici Arpav di Venezia, in collaborazione con il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Venezia, accertarono la presenza all'interno di una cava abbandonata situata al confine tra via Rivelli e via Corsivola, di un elevato quantitativo di amianto di tipo "crisotilo". Recenti analisi su tutta l'area hanno accertato la presenza di questo pericoloso inquinante su almeno il 70% del terreno in questione, anche in profondità: si tratta molto probabilmente di scarti di produzione del Petrolchimico di Porto Marghera, e i conferimenti abusivi in quest'area sarebbero avvenuti tra gli anni '60 e '70.
Evidenziato che già nel 2018, appena accertato lo scempio ecologico, si era stimato che la bonifica totale dell'area avrebbe richiesto diversi anni a causa delle procedure di autorizzazione, con costi elevatissimi che la sola Amministrazione comunale di Campolongo Maggiore non avrebbe certamente potuto sostenere. A distanza di quasi tre anni la situazione non è purtroppo migliorata, data la necessità di reperire fondi adeguati ad affrontare una bonifica di tali dimensioni.
Considerato che la bonifica del sito, oltre che doverosa per la tutela della salute dei cittadini, è funzionale al completamento di un'opera stradale su cui sono già state investite ingenti risorse.
Tutto ciò premesso, evidenziato e considerato, il sottoscritto Consigliere
chiede all'Assessore regionale all'Ambiente
per quanto tempo ancora gli abitanti di Bojon e Campolongo Maggiore dovranno attendere che la Regione faccia la sua parte stanziando risorse per contribuire alla bonifica dell'area inquinata dall'amianto.".
Prego, Montanariello.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Premesso che nell'agosto del 2018, durante i lavori di scavo effettuati per la realizzazione della bretella di Bojon nel territorio comunale di Campolongo Maggiore, i tecnici ARPAV di Venezia, in collaborazione con i NOE di Venezia, accertarono la presenza, all'interno di una cava abbandonata, situata al confine tra via Rivelli e via Corsivola, di un elevato quantitativo di amianto tipo crisolito.
Recenti analisi su tutta l'area hanno accertato la presenza di questo pericoloso inquinante su almeno il 70% del terreno in questione, anche in profondità: si tratta molto probabilmente di scarti di produzione del petrolchimico di Porto Marghera e i conferimenti abusivi in quest'area sarebbero avvenuti tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta.
Evidenziando che già nel 2018, appena accertato lo scempio ecologico, si era stimato che la bonifica dell'area avrebbe richiesto diversi anni, a causa delle procedure di autorizzazione e degli elevati costi che la sola Amministrazione di Campolongo Maggiore non avrebbe potuto sostenere, a distanza di quasi tre anni, la situazione non è migliorata e c'è necessità di reperire fondi per affrontare tale bonifica.
Considerando che la bonifica del sito, oltre che doverosa per la tutela della salute dei cittadini, è funzionale al completamento di un'opera già costata ingenti risorse, si chiede per quanto tempo gli abitanti di Bojon...
PRESIDENTE
Assessore Lanzarin, sentiamo tutto, se spegne il microfono.
Prego, Montanariello.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Si chiede per quanto tempo ancora gli abitanti di Bojon e Campolongo dovranno attendere che la Regione faccia la sua parte stanziando risorse per contribuire alla bonifica di quell'area.
Aggiungo che non si chiedono, Assessore, soldi alla Regione perché non si sa dove altro chiederli, ma perché, se noi facciamo una cronistoria, il 24 giugno del 2005 viene sottoscritto l'accordo ai sensi dell'articolo 32 tra Sistemi Territoriali, Provincia di Venezia e Comune di Campolongo, aggiudicata il 22 marzo 2007, con delibera di Giunta...
PRESIDENTE
Assessore Lanzarin, stiamo rispondendo ad altre interrogazioni. Un attimo e arriva anche lei.
Montanariello, prego.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Sì. Con delibera di Giunta regionale 303 del 2013 vengono stanziati dalla Regione quasi 700.000 euro, con successiva delibera dell'8.5.2018 vengono messi a disposizione ulteriori risorse della Regione e quindi sostanzialmente c'è anche la Regione che ha fatto una parte importante sulla vicenda e sarebbe opportuno concludere la bonifica anche per vedere i soldi stanziati arrivare a opera definitiva anche dall'Ente Regione Veneto.
PRESIDENTE
Grazie.
La risposta, sempre a nome di Marcato, la dà l'assessore Calzavara, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"In riferimento al sito inquinato localizzato tra Via Rivelli e Via Corsivola, in località Bojon, nel territorio comunale di Campolongo Maggiore (VE), si segnala che l'Amministrazione Comunale, con nota prot. n. 343 del 08/01/2021, ha trasmesso alla Regione del Veneto (Direzione Ambiente e Unità Organizzativa Infrastrutture Strade e Concessioni), alla Città Metropolitana di Venezia, all'ARPAV, al Comando dei Carabinieri per la tutela dell'Ambiente e ad Infrastrutture Venete S.p.A., il "Piano di campionamento" dei rifiuti rinvenuti durante i lavori per la realizzazione della nuova viabilità connessa all'ammodernamento della rete ferroviaria Adria – Mestre, in corso di esecuzione da parte di Infrastrutture Venete S.p.A.
Tale Piano, finalizzato alla caratterizzazione dei rifiuti interrati illegalmente, è stato esaminato da ARPAV, che ha trasmesso il proprio parere favorevole al Comune di Campolongo Maggiore e, per conoscenza anche alla Regione, con nota prot. n. 9104 del 02/02/2021.
Con successiva nota prot. n. 1348 del 02/02/2021, il Comune di Campolongo Maggiore ha comunicato di aver programmato al 4 febbraio 2021 l'avvio delle attività di campionamento previste dal Piano sopra citato.
Si segnala che, una volta acquisiti gli esiti dell'attività di caratterizzazione, la Regione valuterà, d'intesa con la Città Metropolitana di Venezia e il Comune di Campolongo Maggiore, le diverse opzioni di intervento volte alla risoluzione della problematica, al fine di consentire il completamento delle opere infrastrutturali già avviate, tenendo conto di quanto stabilito dalla normativa (con particolare riferimento alla Parte IV del D. Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii.) in termini di competenza nell'attuazione degli interventi di bonifica, nonché di esercizio del diritto di rivalsa nei confronti del responsabile dell'inquinamento".
Ass.re Francesco CALZAVARA
In riferimento al sito inquinato localizzato tra via Rivelli e via Corsivola, in località Bojon, nel territorio comunale di Campolongo Maggiore (Venezia), si segnala che l'Amministrazione comunale, con nota protocollo n. 343 dell'8 gennaio 2021, ha trasmesso alla Regione del Veneto, Direzione Ambiente, unità organizzative, infrastrutture, strade, concessioni, alla Città Metropolitana di Venezia, all'ARPAV, al Comando dei Carabinieri per la tutela dell'ambiente ed a Infrastrutture Venete S.p.A. il piano di campionamento dei rifiuti rinvenuti durante i lavori per la realizzazione della nuova viabilità connessa all'ammodernamento della rete ferroviaria Adria-Mestre in corso di esecuzione da parte di Infrastrutture Venete S.p.A.
Tale piano, finalizzato alla caratterizzazione dei rifiuti interrati illegalmente, è stato esaminato da ARPAV, che ha trasmesso il proprio parere favorevole al Comune di Campolongo Maggiore e per conoscenza anche alla Regione, con nota protocollo 9104 del 2 febbraio 2021.
Con successiva nota protocollo n. 1348 del 2 febbraio 2021, il Comune di Campolongo Maggiore ha comunicato di aver programmato al 4 febbraio 2021 l'avvio delle attività di campionamento previste dal piano sopracitato.
Si segnala che, una volta acquisiti gli esiti delle attività di caratterizzazione, la Regione valuterà, d'intesa con la Città Metropolitana di Venezia e il Comune di Campolongo Maggiore, le diverse opzioni di intervento volte alla risoluzione della problematica, al fine di consentire il completamento delle opere infrastrutturali già avviate, tenendo conto di quanto stabilito dalla normativa, con particolare riferimento alla parte quarta del decreto legislativo 152/2006 in termini di competenza nell'attuazione di interventi di bonifica, nonché di esercizio del diritto di rivalsa nei confronti del responsabile dell'inquinamento.
PRESIDENTE
Grazie, assessore Calzavara.
Montanariello per la replica, prego.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Sì, Assessore, la ringrazio.
Sulla vicenda abbiamo tentato di chiedere aiuto anche al Governo e personalmente, insieme ad alcuni amministratori di Campolongo, siamo andati a trovare il senatore Ferrazzi, Vicepresidente della Commissione bicamerale ecomafie, anche per tentare di avere i riflettori un po' più alti perché, guardi, al netto di quelli che sono i carotaggi o gli esiti, a giugno 2018 analisi eseguite per conto di Sistemi Territoriali parlano di rifiuto speciale non pericoloso, il 3 luglio 2018, a seguito di sopralluogo ARPAV e NOE, analisi ARPAV parlano di rifiuto pericoloso – quindi il contrario di quello che hanno detto prima – in quanto contenente amianto, sia in forma compatta che friabile. Alla fine, a gennaio 2020 vengono effettuati degli scavi con personale ARPAV per dar corso a quanto sopra indicato e confermano rifiuti pericolosi perché contenenti amianto.
Allora, qui che ci sia un rifiuto pericoloso credo sia assodato perché al netto...
PRESIDENTE
Qualcuno ha il microfono aperto e si sente l'eco. Per favore.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
È sfortunata questa interpellanza, Presidente.
Quindi al netto Assessore, di quelli che sono, io credo di avere massima fiducia in ARPAV e il NOE ha fatto in prima battuta un rilievo confermandoli pericolosi, riconfermandoli a gennaio di quest'anno, quindi sostanzialmente il rifiuto pericoloso c'è; dall'altra parte l'opera non si riesce a finire: mi dicono che è stata fatta una bretella per aggirare il plesso attualmente ritenuto discarica, quindi noi abbiamo un'opera claudicante che non può arrivare a compimento, dei rifiuti che è appurato che sono pericolosi perché lo appura ARPAV, quindi non un'entità a noi lontana.
Io credo, Assessore, che parzialmente mi ritengo soddisfatto, perché comunque vedo che si tenta di affrontare il tema, però credo che, visto il tempo che è passato, su questo bisogna decidere cosa fare e dare un colpo di reni chiamando tutti i soggetti in causa per bonificare, una volta per tutte, sia per un discorso di completamento di un'opera viabilistica, sia anche perché, se ARPAV dice che lì c'è un rifiuto pericoloso, non possiamo lasciare che i cittadini vivano e transitano vicino un plesso dove c'è un rifiuto pericoloso. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Interrogazione a risposta immediata n. 116 del 6 aprile 2021 presentata dai Consiglieri Elena Ostanel, Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Cristina Guarda, Arturo Lorenzoni e Andrea Zanoni relativa a: "I SISTEMI INFORMATIVI SANITARI REGIONALI SONO SVILUPPATI E GESTITI DA UN'AZIENDA SEGNALATA DA ANAC? LA REGIONE CHIARISCA".
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- si apprende dalla stampa odierna (il fatto quotidiano https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/04/06/veneto-la-gestione-telematica-dellasanita-in-mano-alla-societa-segnalata-dallanac-col-covid-contratto-prorogatosenza-gara/6154713/) che la società Engineering Ingegneria Informatica risulterebbe iscritta in una lista predisposta da ANAC "che contiene l'elenco di aziende che hanno avuto "criticità"". Il documento "non comporta l'immediata esclusione dalle gare pubbliche, ma consente alle stazioni appaltanti l'esercizio del discrezionale apprezzamento circa l'affidabilità del contraente";
- la riferita testata giornalistica aggiunge: "La vicenda è legata all'inchiesta scattata il 23 giugno 2020, quando la procura di Milano arresta 13 persone per una storia di corruzione nell'azienda che gestisce le metropolitane nel capoluogo. Al centro dell'indagine c'è [...] funzionario di Atm, accusato di avere falsato 8 gare d'appalto. [...] Ai domiciliari finirono anche quattro manager di Engineering [...] Nelle carte finisce anche la Engineering, che secondo l'accusa "non adottava, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e gestione idonei a prevenire la commissione dei reati"";
- si apprende altresì che tale ditta avrebbe in essere con la Regione Veneto un contratto d'appalto stipulato nel 2015 relativo alla gestione di una parte del Sistema Informativo Socio-Sanitario della Regione e che, nell'aprile 2020, tale contratto sarebbe stato prorogato senza gara;
- inoltre alla medesima società, sempre senza l'effettuazione di gara d'appalto, sarebbero stati affidati ulteriori incarichi economicamente rilevanti tra cui l'attivazione di una piattaforma di biosorveglianza e lo sviluppo della app Zero Covid Veneto.
Considerato che l'inserimento di un'azienda nella citata lista di ANAC, pur non costituendo interdittiva alla partecipazione alle gare d'appalto, consente alle stazioni appaltanti l'esercizio del discrezionale apprezzamento circa l'affidabilità del contraente.
Tutto ciò premesso i predetti Consiglieri
interrogano il Presidente della Giunta regionale e l'assessore competente
per sapere quali valutazioni siano state svolte rispetto a Engineering Ingegneria informatica prima di procedere all'affidamento degli incarichi riferiti in premessa.".
Prego, Ostanel.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie Presidente.
L'interrogazione è stata presentata il 6 aprile 2021, da me, ma redatta insieme ai consiglieri Camani, Guarda, Zanoni, Lorenzoni e Bigon.
L'obiettivo era, appunto, quello di chiedere chiarimenti rispetto a un fatto molto importante e ritengo anche grave, per cui la società Engineering Ingegneria Informatica era stata iscritta da ANAC in una lista che contiene l'elenco di quelle aziende che avevano avuto delle criticità e il momento era importante, anche perché ricordiamo che in Lombardia, più o meno nello stesso periodo, la stessa azienda era stata incaricata per creare quella piattaforma, che poi ha avuto tutte quelle disfunzioni, per la prenotazione dei vaccini, per cui addirittura la Regione Lombardia aveva poi deciso di utilizzare il sistema di Poste Italiane.
La stessa azienda, la società Engineering, in Veneto era da tempo ben introdotta e ricordiamo, ad esempio, che dal 2015 ha partecipato ad un appalto da quasi 26 milioni di euro per lo sviluppo e la gestione di un sistema informativo sanitario regionale della nostra Regione e le sono stati dati 15 milioni per il primo triennio e 10 milioni per il biennio successivo e aveva vinto all'epoca tre lotti su cinque. Durante il Covid, poi – e lo cita l'interrogazione – sembra che la stessa azienda avesse avuto anche la possibilità di lavorare per lo sviluppo dell'app ZeroCovid, su cui poi ancora oggi non abbiamo visto nessun risultato, nonostante qui avessimo dedicato almeno 200.000 euro per lo sviluppo di questo software e non abbiamo ancora chiarimenti. Quindi, se poi ce ne sono magari in risposta, bene anche su questo.
Quindi la domanda specifica di questa interrogazione era: sapere le valutazioni che si sono svolte rispetto ad Engineering Ingegneria Informatica prima di procedere all'affidamento degli incarichi che ho appena citato, soprattutto quelli senza gara durante l'emergenza Covid e che permettono a una società, in questo caso segnalata da ANAC, di fare dei lavori in appalto per la nostra Regione, dove io credo che servano dei controlli maggiori. Quindi chiedo dei chiarimenti sulla tipologia di controlli che sono stati svolti per affidare questo tipo di incarichi ad una società di questo tipo. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie.
Per la risposta, l'assessore Lanzarin, che è in collegamento. Prego, Assessore.
Ass.re Manuela LANZARIN
Buongiorno. Non mi vedete e io non vi vedo, ma non è un problema.
PRESIDENTE
Assessore, non ha mica un auricolare? O abbassa il volume dall'autoparlante.
Ass.re Manuela LANZARIN
Provo ad abbassare. Va bene?
PRESIDENTE
Adesso si, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"In merito a quanto oggetto di interrogazione si rappresenta che Azienda Zero, prontamente interessata della vicenda, ha trasmesso le proprie osservazioni con nota acquisita al prot. n. 185535/2021 a firma del Direttore generale.
L'iscrizione di Engeneering-Ingegneria Informatica S.p.a. nel casellario ANAC in data 23/1/2021 avente ad oggetto la risoluzione contrattuale chiesta da Azienda Trasporti Milanesi S.p.a., non ha natura interdittiva non comporta,dunque, l'automatica esclusione dalle gare pubbliche dell'azienda stessa, bensì consente alle stazioni appaltanti l'esercizio del discrezionale apprezzamento circa l'affidabilità del contraente ai sensi dell'art. 80, comma 5, lett. c.) del D.L.gs. 50/2016.
Azienda Zero ha dichiarato di aver esaminato tale annotazione nell'ambito del proprio potere discrezionale al fine di appurare, ex art. 80, comma 5, lett. c), se ciò potesse far venire meno il rapporto fiduciario che deve intercorrere tra stazione appaltante e impresa aggiudicataria, verificando invero come la ditta abbia sempre dimostrato serietà ed affidabilità, senza essere mai destinataria di contestazioni o incorrere in penali.
Pertanto Azienda Zero ritiene che non sussistano allo stato attuale ragioni che possano portare a una valutazione di inaffidabilità, la quale deve basarsi su mezzi adeguati al momento non sussistenti.
Ass.ra Manuela LANZARIN
Dicevo che non vedo, perché ho un problema con il video, però vado a leggere la risposta.
In merito a quanto oggetto di interrogazione, si rappresenta che Azienda Zero, prontamente interessata alla vicenda, ha trasmesso le proprie osservazioni con nota a firma del Direttore generale.
L'iscrizione di Engineering Ingegneria Informatica S.p.A. nel casellario ANAC in data 23.1.2021, avente ad oggetto la risoluzione contrattuale chiesta da Azienda Trasporti Milanesi S.p.A., non ha natura interdittiva, non comporta dunque l'automatica esclusione dalle gare pubbliche dell'azienda stessa, bensì consente alla stazione appaltante l'esercizio del discrezionale apprezzamento circa l'affidabilità del contraente, ai sensi dell'articolo 80, comma 5, lettera c), del decreto legge 50/2016.
Azienda Zero ha dichiarato di aver esaminato tale annotazione nell'ambito del proprio potere discrezionale al fine di appurare, ex articolo 80, comma 5, lettera c), se ciò potesse far venir meno il rapporto fiduciario che deve intercorrere tra stazione appaltante e impresa aggiudicataria, verificando invero come la ditta abbia sempre dimostrato serietà ed affidabilità, senza essere mai destinataria di contestazioni o incorrere in penali.
Pertanto Azienda Zero ritiene che non sussistano, allo stato attuale, ragioni che possono portare a una valutazione inaffidabilità, la quale delle basarsi su mezzi adeguati al momento non sussistenti.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Per la replica collega Ostanel, prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie Assessore della risposta. Io non mi ritengo soddisfatta perché c'è una questione, al di là della risposta tecnica che lei ha dato, per cui Azienda Zero avrebbe valutato che questo tipo di azienda ha svolto il suo compito, che è un altro tipo di valutazione, cioè come ci comportiamo e quali regole ci diamo quando un'azienda viene segnalata da ANAC e quindi potrebbe avere dei problemi legati al tema della giustizia o altro?
Questo è un tema importante, secondo me, in generale, soprattutto nell'emergenza Covid, dove è vero che c'è stata un'emergenza, abbiamo dovuto andare più veloci su alcune cose, ma abbiamo visto cosa è successo sulla app ZeroCovid. Ammesso che questa azienda possa aver avuto un ruolo in questo affidamento, io credo che già questo sia uno dei temi che ci permetterebbe di chiedere maggiore chiarezza e delle regole chiare sul non sviluppo eventuale di un appalto che in quel caso è stato dato ed è stato anche votato all'interno di quest'Aula.
In generale, poi, dico un'altra cosa rispetto al controllo che facciamo sugli enti che vincono i nostri appalti: ad esempio, abbiamo un'altra questione sui portierati ESU, molto importante, sempre una gara fatta da Azienda Zero e in questo caso i lavoratori, in questi portierati, prendono 4 euro l'ora, uno stipendio che è assolutamente improponibile per una Regione come la nostra.
Fare ulteriori controlli e darci delle regole chiare, anche se l'Ente poi svolge il proprio lavoro, ma magari lo svolge non secondo delle regole di buonsenso, che anche la nostra Regione dovrebbe avere, io credo che sia molto, molto importante.
Io la ringrazio per la risposta, ma è una risposta troppo tecnica, mentre in questo caso serve anche una valutazione di tipo politico rispetto a come noi vogliamo che i nostri servizi vengano svolti.
PRESIDENTE
Grazie, collega Ostanel.
Vedo la richiesta del collega Zanoni, però siamo ancora nelle risposte a interrogazioni, in particolare il punto 5, quelle ai sensi dell'articolo 111, quindi sull'ordine lavori eventualmente interverrà dopo. Partiamo con la n. 24 della collega Ostanel.
PUNTO
5 |
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO
Punto 5.1 all'ordine del giorno)
Interrogazione a risposta scritta n. 24 del 29 dicembre 2020, presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "IL NUOVO PIANO RIFIUTI PERMETTERÀ DI EVITARE CHE A PADOVA VENGANO BRUCIATI I RIFIUTI DI MEZZO VENETO?".
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- il Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali vigente, approvato con DCR n. 30/2015, abbraccia un orizzonte temporale di programmazione che arriva al 2020;
- non risultano informazioni alla sottoscritta che sia in essere un percorso che porti a breve all'approvazione di un nuovo Piano rifiuti, di fatto lasciando la Regione Veneto priva di pianificazione in questo importante ambito e in balìa degli interessi dei soggetti gestori di impianti, legittimi ma non per forza coincidenti con l'interesse generale che la Regione deve garantire ai suoi cittadini;
- l'attuale impianto di incenerimento con recupero energetico di Padova, gestito da HestAmbiente s.r.l. (Gruppo HERA S.p.A.), è autorizzato a trattare, nelle Linee 1 e 2, 6,25 t/h con Potere Calorifico Inferiore (p.c.i.) di 2.500 kcal/kg, e, nella più recente Linea 3, 12,50 t/h con p.c.i. di 3.000 kcal/kg, per un totale di circa 600 t/giorno nominali.
Considerato che:
- HestAmbiente s.r.l. ha di recente depositato un nuovo progetto dal quale emerge l'intenzione di dismettere le più vecchie Linee 1 e 2 per realizzare in loro sostituzione una nuova Linea 4 avente, come per la Linea 3, potenzialità di 12,50 t/h e p.c.i. di 3.000 kcal/kg, aspetto che potrebbe determinare un aumento teorico della quantità complessiva di rifiuti avviati all'inceneritore;
- attualmente l'impianto smaltisce una quantità di rifiuti di circa 160-170.000 t di rifiuti/anno, con la relativa produzione di circa 32-35.000 t/anno di scorie pesanti e circa 7.500 t/anno di rifiuti pericolosi, oltre a migliaia di metri cubi di fumi emessi in atmosfera;
- per quanto dotati di sistemi di depurazione fumi, in termini di flusso di massa la quantità di inquinamento emesso in atmosfera aumenta con l'aumentare della quantità di rifiuti bruciati, compresi microinquinanti come per es. diossine, furani, PCB che tendono a manifestare i loro effetti sull'organismo nel medio-lungo termine, determinando problemi di tossicità cronica (bioaccumulo);
- l'inceneritore di Padova insiste sulla città e sui territori confinanti da molti anni e ha in questo tempo continuato ad emettere sostanze inquinanti in quantità importanti, specie nei periodi in cui la tecnologia di abbattimento fumi era meno performante, venendo autorizzato ad incenerire una quantità di rifiuti via via sempre più importante;
- il bacino "Padova Centro" ha prodotto nel 2019 circa 62.000 t/anno di rifiuti urbani residui, a cui si aggiungono poco meno di 28.000 t/anno del bacino "Padova Sud", mentre il "Bacino Brenta", che comprende molti comuni vicentini anche importanti, circa 60.000 t/anno, per un totale di 150.000 t/anno - anche volendo aggiungere una quota di rifiuti speciali provenienti dal trattamento di rifiuti urbani (CER 191212), è evidente che l'inceneritore di Padova già oggi ha una potenzialità sovradimensionata rispetto al rifiuto prodotto in tutta la provincia di Padova, specie al progredire delle politiche di prevenzione del rifiuto e con l'estensione della raccolta differenziata, come sta avvenendo nel comune di Padova;
La sottoscritta consigliera
interroga il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore all'Ambiente
per sapere se:
- nelle indicazioni fornite per la predisposizione del nuovo Piano rifiuti sono previsti meccanismi per evitare che un piccolo territorio, quello del Comune di Padova e dintorni, sia costretto a sopportare da solo il carico inquinante di un inceneritore che, al progredire della prevenzione della produzione di rifiuti e con l'aumento della raccolta differenziata, potrebbe trovarsi a dover sopportare da solo il peso dei rifiuti prodotti da porzioni di territorio veneto ben più ampie della provincia di Padova;
- in mancanza di una pianificazione aggiornata, la Regione intenda prendere in considerazione un progetto, come quello della quarta linea a Padova, che potrebbe determinare un ulteriore aumento della quantità di rifiuti bruciati, continuando ad insistere sempre sullo stesso territorio;
- in mancanza di una pianificazione adeguata, la Regione intenda porre limiti alla provenienza dei rifiuti urbani diretti all'inceneritore di Padova, uscendo dalla logica per cui gli inceneritori possono bruciare i rifiuti urbani provenienti da tutto il territorio regionale, scegliendo invece di responsabilizzare ogni bacino a prevedere impiantistiche che permettano di chiudere il ciclo dei rifiuti al proprio interno, anche in ossequio al cosiddetto "principio di autosufficienza e prossimità" così come previsto dall'art. 182-bis del Testo Unico Ambientale;
- relativamente ai rifiuti speciali, si intenda porre un vincolo per cui questi derivino solamente come scarto dal trattamento di rifiuti urbani e unicamente dal territorio della provincia di Padova, sempre per responsabilizzare ogni bacino a prevedere impiantistiche che permettano di chiudere il ciclo dei rifiuti al proprio interno, sempre in ossequio al "principio di autosufficienza e prossimità";
- pur non disponendo di uno strumento di pianificazione aggiornato, la Regione intenda comunque accogliere il progetto in questione e, in ogni caso, se intenda impegnarsi a coinvolgere realmente, non solo in fase di procedura autorizzativa, gli enti locali interessati e i relativi cittadini, a partire da quelli del Comune di Padova e limitrofi.
Ostanel per la presentazione, prego.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Anche questa interrogazione è un po' datata – poi ne abbiamo anche discusso altre volte in Aula - e chiede di capire quando il nuovo Piano rifiuti verrà redatto.
Sappiamo che il Piano rifiuti ha perso la sua valenza, anche se non formalmente scaduto, a fine dell'anno scorso (a dicembre dell'anno scorso) e ad oggi andiamo, come Regione, anche ad approfondire e vedere se attivare nuovi impianti e cito quello che mi interessa di più: il nuovo impianto di incenerimento a Padova, il nuovo inceneritore, la linea ulteriore di incenerimento.
Ma stiamo facendo questo tipo di valutazioni senza avere un Piano rifiuti, che permetterebbe, invece, di pianificare effettivamente la gestione dei rifiuti, non solo a livello regionale, ma anche all'interno delle diverse Province; sappiamo che ci sono Province che vanno più forti, come quella di Treviso nella differenziata, e Province che vanno più lente, come altre che non riescono a raggiungere uno stesso livello. L'urgenza di avere un Piano rifiuti prima dell'approvazione eventuale di altri progetti di questo tipo permette di capire se questi impianti servono e, nel caso, come debbano essere gestiti.
Quindi io chiedo chiarimenti rispetto a come e quando si propone di avere un Piano rifiuti per la nostra Regione. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Per la risposta alla IRS 24, prego, Bottacin.
Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
Grazie.
La risposta è un po' lunga, quindi inizio a leggerla.
PRESIDENTE
Terrò conto del tempo e poi la avviso. Prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Preliminarmente, si evidenzia che la società Hestambiente Srl, gestore dell'impianto di incenerimento di Padova, ha presentato in data 9 dicembre 2020, pertanto a piano vigente, istanza di "Ammodernamento impiantistico con realizzazione nuova Linea 4 e dismissione Linee 1 e 2 del termovalorizzatore di Padova.", ai sensi dell'art. 27-bis del D.Lgs. n. 152 del 2006.
L'istruttoria relativa alla compatibilità ambientale per l'intervento proposto è ad oggi in itinere, essendosi da poco conclusa la fase consultiva di presentazione delle osservazioni al progetto. È evidente che tutte le valutazioni terranno conto delle osservazioni pervenute, comprese quelle riguardanti il rispetto del quadro programmatorio e pianificatorio di riferimento richiamate anche nella presente interrogazione, che verranno effettuate dal Comitato Tecnico Regionale VIA, organo tecnico competente di cui alla legge regionale n. 4 del 2016.
Si sottolinea, nel merito, che l'attività istruttoria sarà necessariamente rivolta alla verifica della conformità del progetto rispetto a quanto previsto dal Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti, approvato con DCR n. 30 del 29 aprile 2015 e vigente alla presentazione della domanda.
Va tuttavia rilevato che l'intervento proposto si inquadra quale adeguamento tecnico dell'impiantistica esistente a servizio del sistema regionale di gestione dei rifiuti urbani e non in una variazione in aumento dei quantitativi trattati.
La finalità dell'intervento è quella di adeguare l'installazione alle tecniche più performanti che offrono maggiori garanzie sotto il profilo della prevenzione e riduzione integrata dell'inquinamento, in termini soprattutto di riduzione delle emissioni nell'ambiente e, di conseguenza, di tutela della salute pubblica, esattamente secondo quanto dettato dalla normativa europea.
Ciò premesso, riguardo a quanto sollevato sul fatto che il vigente Piano rifiuti ha come orizzonte temporale il 2020, si sottolinea che la redazione e approvazione da parte del Consiglio in data 29 aprile 2015 di tale documento programmatorio è stata condotta nel rispetto degli indirizzi comunitari riguardo ai criteri di priorità nella gestione dei rifiuti ex art. 179 del D. Lgs. n. 152 del 2006 e dei principi di autosufficienza e prossimità radicati nell'art. 182-bis del medesimo decreto.
In tale contesto la Regione del Veneto, in ragione delle scelte pianificatorie effettuate dal Consiglio, ha individuato una rete integrata di impianti per la gestione dei rifiuti urbani costituita da impianti di recupero e riciclaggio, inceneritori e discariche, dove gli inceneritori, tra cui quello di Padova, non servono a soddisfare il solo fabbisogno di smaltimento dei rifiuti indifferenziati dei Comuni limitrofi, ma sono anche funzionali al trattamento degli scarti derivanti dalle lavorazioni dei rifiuti della raccolta differenziata, considerato soprattutto l'obiettivo prioritario di garantire per tali rifiuti il recupero energetico nell'ambito regionale e privilegiare tale forma di recupero rispetto al conferimento in discarica secondo quanto disposto dalla normativa nazionale.
Sulla base di tali principi il piano vigente al momento della presentazione della domanda e nel rispetto della norma nazionale che prevede un A.T.O. unico regionale, si proponeva di:
• promuovere azioni concrete di riduzione nella produzione e pericolosità dei rifiuti, individuando specifici strumenti che se adottati, sia dai privati cittadini che dalle Pubbliche Amministrazioni, possono concorrere, in maniera partecipata e decisiva, al raggiungimento dello scopo prefissato;
• raggiungere entro il 2020 l'obiettivo del 76% di raccolta differenziata a livello regionale, contenendo la produzione di rifiuti urbani sotto i 420 kg/abitante;
• rendere residuale il ricorso alle discariche, utilizzando i volumi già disponibili e vietando la realizzazione di nuove volumetrie almeno fino all'orizzonte temporale di Piano;
• adeguare l'impiantistica regionale dedicata alla gestione dei rifiuti, nel rispetto del principio di prossimità e conformandosi alla "gerarchia di priorità per la gestione dei rifiuti" sancita dalla Direttiva 2008/98/CE "Direttiva Quadro Rifiuti";
• adeguare gli impianti esistenti alle migliori tecniche disponibili (BAT), prevedendo altresì le misure necessarie alla mitigazione e compensazione degli impatti.
I periodici rapporti di ARPAV sulla gestione dei rifiuti nel Veneto hanno inoltre messo in luce che gran parte degli obiettivi prefissati sono stati raggiunti ponendo la Regione del Veneto in una posizione di eccellenza nel panorama europeo, riuscendo per certi aspetti anche ad anticipare i nuovi obiettivi proposti dal "Nuovo Piano d'Azione per l'economia circolare - Per un'Europa più pulita e più competitiva" (COM/2020/98 final).
In tale contesto si evidenzia, ad esempio, che è già stato raggiunto l'obiettivo di contenimento dello smaltimento in discarica dei rifiuti urbani sotto il 10%, stabilito dalla Direttiva 850/2018, recepito nella legislazione nazionale con D.Lgs. n. 121 del 2020.
Si rappresenta che, allo scopo di valutare l'adeguatezza dello strumento di programmazione e delle misure proposte in continuità con gli obiettivi originariamente individuati, è già stato avviato l'iter per l'aggiornamento della pianificazione regionale allo scopo di valutare la coerenza con i nuovi indirizzi in materia di economia circolare e il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati.
Stante il quadro sopra delineato, per quanto riguarda il procedimento amministrativo relativo all'impianto in parola, le osservazioni e le eventuali nuove disposizioni – non ultime quelle tratteggiate nell'interrogazione in esame –, saranno necessariamente considerate ai fini della valutazione della compatibilità della proposta progettuale, tenuto conto, in ogni caso, della necessità di garantire il rispetto dei termini procedimentali e delle norme europee e nazionali vigenti.".
Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
Preliminarmente si evidenzia che la società HestAmbiente S.r.l., gestore dell'impianto di incenerimento di Padova, ha presentato in data 9 dicembre 2020, pertanto a piano vigente, istanza di ammodernamento impiantistico con realizzazione nuova linea 4 e dismissione linee 1 e 2 del termovalorizzatore di Padova, ai sensi dell'articolo 27 bis del decreto legislativo n. 152 del 2006.
L'istruttoria relativa alla compatibilità ambientale per l'intervento proposto è ad oggi in itinere, essendosi da poco conclusa la fase consultiva di presentazione delle osservazioni e progetto. È evidente che tutte le valutazioni terranno conto delle osservazioni pervenute, comprese quelle riguardanti il rispetto del quadro programmatorio e pianificatorio di riferimento, richiamate anche nella presente interrogazione, che verranno effettuate dal Comitato tecnico regionale VIA, organo tecnico competente, di cui alla legge regionale n. numero 4 del 2016.
Si sottolinea nel merito che l'attività istruttoria sarà necessariamente rivolta alla verifica della conformità del progetto rispetto a quanto previsto dal Piano regionale per la gestione dei rifiuti, approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 30 del 29 aprile 2015 e vigente alla presentazione della domanda.
Va, tuttavia, rilevato che l'intervento proposto si inquadra quale adeguamento tecnico dell'impiantistica esistente a servizio del sistema regionale di gestione dei rifiuti urbani e non in una variazione in aumento dei quantitativi trattati. La finalità dell'intervento è quella di adeguare l'installazione alle tecniche più performanti, che offrono maggiori garanzie sotto il profilo della prevenzione e riduzione integrata dell'inquinamento, in termini soprattutto di riduzione delle emissioni nell'ambiente e, di conseguenza, di tutela della salute pubblica, esattamente secondo quanto dettato dalla normativa europea.
Ciò premesso, riguardo a quanto sollevato sul fatto che il vigente Piano rifiuti ha come orizzonte temporale il 2020, si sottolinea che la redazione e approvazione da parte del Consiglio, in data 29 aprile 2015, di tale documento programmatorio, è stata condotta nel rispetto degli indirizzi comunitari riguardo i criteri di priorità nella gestione dei rifiuti ex articolo 179 del decreto legislativo 152 del 2006 e dei princìpi di autosufficienza e prossimità, radicati nell'articolo 182 bis del medesimo decreto.
In tale contesto, la Regione del Veneto, in ragione delle scelte pianificatorie effettuate dal Consiglio, ha individuato una rete integrata di impianti per la gestione dei rifiuti urbani costituita da impianti di recupero e riciclaggio, inceneritori e discariche.
PRESIDENTE
Assessore, se alza un po' il tono di voce, perché altrimenti non sentiamo. Prego.
Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
...una rete integrata di impianti per la gestione dei rifiuti urbani costituita da impianti di recupero e riciclaggio, inceneritori e discariche, dove gli inceneritori, tra cui quello di Padova, non servono a soddisfare solo il fabbisogno di smaltimento dei rifiuti indifferenziati dei Comuni limitrofi, ma sono anche funzionari al trattamento degli scarti derivanti dalla lavorazione dei rifiuti della raccolta differenziata, considerando soprattutto l'obiettivo prioritario di garantire per tali rifiuti il recupero energetico nell'ambito regionale e privilegiare tale forma di recupero rispetto al conferimento in discarica secondo quanto disposto dalla normativa nazionale.
Sulla base di tali principi, il piano vigente al momento della presentazione della domanda e nel rispetto della norma nazionale, che prevede un ambito territoriale unico regionale, si proponeva di promuovere azioni concrete di riduzione nella produzione e pericolosità dei rifiuti, individuando specifici strumenti che, se adottati, sia dai privati cittadini che dalle pubbliche Amministrazioni, possono concorrere in maniera partecipativa e decisivo al raggiungimento dello scopo prefissato; inoltre, a raggiungere entro il 2020 l'obiettivo del 76% di raccolta differenziata a livello regionale, ottenendo la produzione dei rifiuti urbani sotto i 420 kg per abitante; inoltre ancora, rendere residuale ricorso alle discariche utilizzando i volumi già disponibili, evitando la realizzazione di nuove volumetrie almeno fino all'orizzonte temporale di piano; inoltre, adeguare l'impiantistica regionale dedicata alla gestione dei rifiuti nel rispetto del principio di prossimità e conformandosi alla gerarchia di priorità per la gestione dei rifiuti sancito dalla direttiva 2008/98 Direttiva Quadro Rifiuti; infine, ad adeguare gli impianti esistenti alle migliori tecniche disponibili, prevedendo, altresì, le misure necessarie alla mitigazione e compensazione degli impatti.
I periodici rapporti di ARPAV sulla gestione dei rifiuti nel Veneto hanno, inoltre, messo in luce che gran parte degli obiettivi prefissati sono stati raggiunti ponendo la Regione del Veneto in una posizione di eccellenza nel panorama europeo, riuscendo per certi aspetti anche ad anticipare i nuovi obiettivi proposti dal nuovo Piano di azione per l'economia circolare per un'Europa più pulita e più competitiva.
In tale contesto si evidenzia, ad esempio, che è già stato raggiunto l'obiettivo di contenimento dello smaltimento in discarica dei rifiuti urbani sotto il 10%, stabilito dalla direttiva 850 del 2018 e recepito dalla legislazione nazionale con decreto legislativo n. 121 del 2020. Si rappresenta che, allo scopo di valutare l'adeguatezza dello strumento di programmazione e delle misure proposte in continuità con gli obiettivi originariamente individuati, è già stato avviato l'iter per l'aggiornamento della pianificazione regionale, allo scopo di valutare la coerenza con i nuovi indirizzi in materia di economia circolare e il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati.
Stante il quadro sopra delineato, per quanto riguarda il procedimento amministrativo relativo all'impianto in parola, le osservazioni e le eventuali nuove disposizioni, non ultime quelle tratteggiate nell'interrogazione in esame, saranno necessariamente considerate ai fini della valutazione della compatibilità della proposta progettuale, tenuto conto in ogni caso della necessità di garantire il rispetto dei termini procedimentali e delle norme europee e nazionali vigenti.
PRESIDENTE
Assessore, grazie.
Per la replica, collega Ostanel.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Grazie, Assessore per la risposta, solo che non riesco a ritenermi soddisfatta – poi la leggerò meglio con attenzione – soprattutto per alcuni punti che lei ha citato.
Prima di tutto non si tratta di un puro adeguamento tecnico, se pensiamo che la capacità di poter incenerire aumenterà e, siccome noi non abbiamo un piano ad oggi, perché quello del 2015, io ritengo che non sia abbastanza aggiornato, soprattutto con la pandemia che abbiamo vissuto e la possibilità che nei prossimi anni futuri e a venire, speriamo, cambi anche la quantità di rifiuto prodotto, come lei ha citato, il dubbio che il territorio ha e che Padova ha è che, se noi approviamo una nuova linea di inserimento con una capacità più alta, è possibile che Padova diventi la provincia che brucia anche troppi rifiuti che arrivano da fuori, anche contro il principio di prossimità e autosufficienza che lei ha citato e che esiste anche nelle norme nazionali e in altre.
Poi c'è il tema dei rifiuti speciali – forse non l'ho sentito, ma poi leggerò la sua risposta – cioè se verranno conferiti o meno rifiuti speciali, che è un'altra delle questioni che il territorio sta cercando di chiarire. Bene – e lei lo ha ribadito – che la procedura sta rispettando tutti i crismi di una procedura di VIA ovviamente e che le osservazioni verranno tenute in considerazione, cosa ovvia che è prevista dalla legge, ma, ad esempio, tantissime delle osservazioni pervenute chiedevano una valutazione delle alternative fatta in maniera più approfondita, perché non è importante porsi, da un punto di vista ideologico, su questo tema, ma è importante porsi, da un punto di vista proprio dell'analisi del dato.
Sinceramente pensare a una nuova linea quando noi non abbiamo un piano aggiornato, che deve essere fatto subito e soprattutto non con i dati durante la pandemia, ma con i dati effettivamente disponibili, io credo che approvare un piano e poi definire come dover gestire non solo l'incenerimento, ma anche la gestione dei rifiuti nella nostra regione avrebbe avuto tutta un'altra razionalità.
Quindi non mi ritengo soddisfatta della risposta, non da un punto di vista tecnico, perché poi leggerò, ma proprio da un punto di vista delle scelte politiche, che per me dovevano essere quelle prima di pianificare e aggiornare un piano, anche pensando che in futuro, nei prossimi sette anni – perché più o meno questi saranno i tempi della eventuale nuova linea di incenerimento – anche l'Europa ci dice di andare verso un'altra direzione e non ci saranno probabilmente nemmeno più sostegni e fondi, per fortuna, per l'incenerimento, ma per altre tecnologie e quindi io credo che stiamo andando verso una direzione che guarda al passato e non al futuro. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie.
Punto 5.2) all'ordine del giorno
Interrogazione a risposta scritta n. 51 del 22 febbraio 2021 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "PFAS cC6O4: QUALI LE CONSEGUENZE SUI CONTROLLI PER EFFETTO DELLA LIMITAZIONE ALLA VENDITA DEL MATERIALE DI RIFERIMENTO CERTIFICATO?".
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- si apprende1 che la Solvay Special Polymers Italy ha intimato alla Wellington Labs, rappresentata in Italia dalla Chemical Research 2000 S.r.l., di non vendere più il materiale di riferimento certificato del prodotto denominato C6O4;
- a quanto è dato sapere, l'intimazione di cui sopra parrebbe fondata sull'esistenza in capo a Solvay di una licenza di brevetto sul prodotto chimico di base, da qui, appunto, le ragioni dell'intimazione alla vendita;
- la sostanza perfluorurata cC6O4, infatti, è un PFAS di nuova generazione.
Ricordato che con comunicato stampa n. 645 del 26 aprile 2019, la Regione del Veneto, nel notiziare circa la presenza nel fiume Po di C6O4 (PFAS di nuova generazione) in quantità quasi 2.000 volte superiore rispetto a quelle rilevate sul sito Miteni, comunicava di aver trasmesso i relativi atti alla Procura della Repubblica competente.
Considerato che la limitazione alla vendita del materiale di riferimento certificato di cui sopra potrebbe avere chiare conseguenze ai fini del reperimento degli strumenti necessari allo svolgimento dei controlli.
Appreso, altresì che i Carabinieri del NOE di Alessandria, in data 11 febbraio hanno perquisito lo stabilimento di Solvay Specialty Polymers Italia a Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria, nell'ambito di un'indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Alessandria per il vaglio delle ipotesi delittuose di "disastro ambientale" e "omessa bonifica" in merito a possibili fuoriuscite in falda del C6O4.
Tutto ciò premesso, la sottoscritta Consigliera
interroga l'Assessore regionale all'Ambiente
1) per conoscere quali sono conseguenze a medio e a lungo termine sui controlli di specie in Veneto per effetto della limitazione del materiale certificato e di cui in premessa;
2) se ritiene giuridicamente sostenibile la limitazione imposta alla vendita del materiale certificante di specie alla luce di quanto disposto dal Regolamento di esecuzione (UE) 2019/1776 del 9 ottobre 2019 e, in caso di valutazione negativa circa la correttezza della limitazione, quali iniziative intende attivare presso le competenti Autorità?
3) per sapere quali iniziative intende attivare al fine di pervenire al reperimento del materiale certificato di cui in premessa e in guisa creare soluzioni di continuità nello svolgimento dei controlli sulla presenza del cC6O4.".
___________________________
1 https://cr2000.it/c604/
Prego, Guarda.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Nel titolo è specificato proprio cC6O4, perché è di questa tipologia di PFAS che stiamo parlando oggi, ribadendo quella che è una preoccupazione che è sorta in realtà a febbraio scorso e infatti il 22 febbraio scrivevo alla Giunta, dopo aver appreso che la Solvay Specialty Polymers Italy ha intimato alla Wellington Labs, che è rappresentante in Italia della Chemical Researche 2000 S.r.l., di non vendere più il materiale di riferimento ha certificato del prodotto denominato C6O4.
Che cos'è questo materiale di riferimento certificato? È una componente, un materiale che serve per l'attività di analisi, per verificare se all'interno della risorsa analizzata, che può essere, per esempio, l'acqua nel nostro particolare esempio, ma non soltanto, c'è la presenza di queste sostanze. E ogni volta che si fa un'analisi, questo materiale di riferimento certificato si riduce naturalmente e, di conseguenza, piano piano viene ad esaurirsi.
Qual è il problema? È che è dato sapere che l'intimazione di cui sopra, cioè di non consentire più a questo altro laboratorio di vendere questo materiale, parrebbe fondata sull'esistenza, in capo a Solvay, di una licenza di brevetto sul prodotto chimico di base, da cui appunto le ragioni dell'intimazione alla vendita.
La sostanza, però, perfluoralchilica cC6O4 è un PFAS di nuova generazione ed è particolarmente interessante per il Veneto perché, come ricordato nel comunicato stampa del 26 aprile 2019 della Regione del Veneto e dell'assessore Bottacin, c'era presenza del fiume Po di C6O4 in quantità quasi 2.000 volte superiore rispetto a quelle rilevate nel sito Miteni, che noi sappiamo essere tristemente famoso. Di conseguenza, comunicava di aver trasmesso i relativi dati alla Procura della Repubblica competente.
Considerato che le limitazioni alla vendita del materiale di riferimento certificato potrebbero avere chiare conseguenze ai fini del reperimento degli strumenti necessari allo svolgimento dell'attività di controllo di cui la Regione è responsabile e appreso altresì che i Carabinieri del NOE di Alessandria, in data 11 febbraio, hanno addirittura perquisito lo stabilimento di Solvey a Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria, nell'ambito di un'indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Alessandria per il vaglio delle ipotesi delittuose di disastro ambientale e omessa bonifica proprio in merito a fuoriuscite di C6O4.
Tutto ciò premesso, ho desiderato, nel febbraio scorso, chiedere alla Giunta, e in particolar modo all'Assessore regionale all'ambiente, quali sono le conseguenze a medio e lungo termine sui controlli di specie in Veneto per effetto della limitazione del materiale certificato di cui in premessa, se ritiene giuridicamente sostenibile la limitazione imposta alla vendita di materiale certificato di specie, alla luce di quanto disposto dal regolamento di esecuzione UE 1776 del 2019 e, in caso di valutazione negativa circa la correttezza della limitazione, quali iniziative intendesse all'epoca e ancora oggi naturalmente attivare presso le competenti autorità.
Infine un'ultima domanda per sapere quali iniziative intenda attivare al fine di pervenire al reperimento del materiale certificato di cui in premessa e in guisa creare soluzioni di continuità nello svolgimento di controlli per la presenza di cC6O4. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei. Per la risposta ancora l'assessore Bottacin, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"Preliminarmente, si rappresenta che il riferimento al comunicato stampa n 645 del 26 aprile 2019 contenuto nell'interrogazione in esame, testimonia l'attenzione e la rilevanza che la Regione del Veneto attribuisce alla questione della tutela ambientale e della salute pubblica, in particolare, per quanto qui interessa la presenza nel fiume Po del composto chimico C6O4 (PFAS di nuova generazione).
Sotto altro profilo, corre l'obbligo evidenziare che non è di immediata percezione la connessione tra l'oggetto dell'interrogazione e il riferimento, in essa contenuto, all'avvenuta perquisizione da parte dei Carabinieri del Noe di Alessandria, presso lo stabilimento Solvay Specialty Polymers Italy S.p.A.
Tanto premesso, rispetto ai quesiti formulati dall'Interrogante, si rappresenta quanto segue:
1. in relazione al primo quesito, si informa che non ci sono conseguenze a medio termine sui controlli, in quanto ARPAV aveva a suo tempo acquistato una considerevole scorta di standard analitici. Le incertezze a lungo termine sono affrontate come al successivo punto 3.;
2. il regolamento di esecuzione (UE) 2019/1776 riguarda la politica tariffaria doganale comune e la nomenclatura dei prodotti regolati. In ogni caso, non sono previsti obblighi di commercializzazione di standard analitici: pertanto si rimanda nuovamente alla azione descritta al punto 3.;
3. ARPAV, unitamente alla comunità scientifica nazionale ed internazionale, sta sensibilizzando l'Azienda proprietaria del brevetto per lo standard analitico, affinché ne venga reso disponibile il quantitativo necessario per i fini istituzionali di controllo. Si ha notizia di contatti già avvenuti anche da parte di Gestori veneti del sistema idrico integrato con la casa madre titolare del brevetto in argomento ubicata negli Stati Uniti d'America.
Allo stato attuale, non è peraltro possibile fornire un riscontro scritto alle succitate interlocuzioni. A corollario di quanto precede, si rappresenta che gli Organi preposti al controllo stanno altresì studiando tutte le alternative analitiche percorribili per mantenere una costanza di controlli certificati.".
Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
Grazie, Presidente.
Faccio una considerazione però. Io posso continuare a rispondere alle interrogazioni, ma se dico che non c'è un aumento di capacità, sentirmi dire: "Non sono soddisfatto perché c'è un aumento di capacità", dicendo quindi il falso, è inutile che perda tempo a rispondere alle interrogazioni. Ecco, lo dico in generale questo, non è rivolto al consigliere Guarda ovviamente, è un discorso generale anche rispetto a quanto ho già avuto modo di rispondere.
Per quanto riguarda l'interrogazione a risposta scritta n. 51, preliminarmente si rappresenta che, in riferimento al comunicato stampa n. 645 del 26 aprile 2019, contenuto nell'interrogazione in esame, testimonia l'attenzione e la rilevanza che la Regione Veneto attribuisce alla questione della tutela ambientale e della salute pubblica, unica nel panorama italiano, in particolare, per quanto qui interessa la presenza nel fiume Po del composto chimico C6O4, PFAS di nuova generazione. E ricordo che queste sostanze sono state indicate nel 2013 nel famoso studio del CNR, dal quale ebbe origine l'attivazione immediata da parte della Regione Veneto evidentemente e non di altre Regioni.
Sotto altro profilo corre l'obbligo evidenziare che non è di immediata percezione la connessione tra l'oggetto dell'interrogazione e il riferimento in essa contenuto all'avvenuta perquisizione da parte dei carabinieri del NOE di Alessandria presso lo stabilimento Solvay.
Tanto premesso, rispetto ai quesiti formulati dall'interrogante, si rappresenta quanto segue: 1) in relazione al primo quesito, si informa che non ci sono conseguenze a medio termine sui controlli in quanto ARPAV aveva a suo tempo acquistato una considerevole scorta di standard analitici e le incertezze a lungo termine sono affrontate come al successivo punto 3; 2) il regolamento di esecuzione 2019/1776 riguarda la politica tariffaria doganale comune e la nomenclatura dei prodotti regolati, ma in ogni caso, non sono previsti obblighi di commercializzazione e di standard analitici, per cui si rimanda nuovamente all'azione descritta al punto 3; 3) ARPAV, unitamente alla comunità scientifica nazionale ed internazionale, sta sensibilizzando l'azienda proprietaria del brevetto, per lo standard analitico, affinché ne venga reso disponibile il quantitativo necessario per i fini istituzionali di controllo. Si ha notizia di contatti già venuti anche da parte dei gestori veneti del servizio idrico integrato con la casa madre titolare del brevetto in argomento ubicata negli Stati Uniti d'America.
PRESIDENTE
Assessore Bottacin, ha terminato? Assessore Bottacin, noi non la sentiamo.
Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
...sito Miteni. Di questo è stato notiziato anche il Ministero, oltre che le altre Regioni che evidentemente allo stato attuale non risultano essersi mosse.
PRESIDENTE
Bene. Adesso ha terminato.
Quindi per la risposta, la collega Guarda.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Assessore Bottacin, io la ringrazio per la risposta, ma le chiederò naturalmente risposta scritta, perché per un tratto è scomparsa la sua immagine e la sua voce per cui non ho potuto sentire bene dal terzo punto fino alla fine. Quindi mi riservo naturalmente la lettura completa.
Da quello che io ho appreso, però – devo essere sincera – io mi ritengo soddisfatta perché credo che la risposta data, in particolar modo in riferimento a quello che apprendevo dal punto 3 che abbiamo inizialmente sentito, cioè la relazione tra ARPA e le aziende che sono proprietari di brevetto, questo naturalmente mette nella logica di un'azione di continuità di fornitura, che sicuramente è importante, così come l'azione preventiva di acquisto del materiale certificato e dagli standard analitici in quantità importanti già nello scorso periodo.
Pertanto, per quanto riguarda questo aspetto, confermo di essere soddisfatta dalla risposta e naturalmente chiedo di monitorare ed eventualmente, se c'è la possibilità, o di tenere aggiornato sennò magari la contatterò direttamente per avere aggiornamenti nel futuro prossimo per avere garanzie rispetto a questa fornitura e agli sviluppi che vi sono. So che Solvay ha dato notizia della sua parola di continuare a fornire il materiale certificato senza limitazioni; evidentemente sulla parola, appunto, non si basano accordi e non si ha garanzia della continuità del servizio. Quindi è certo che questo tema deve essere presidiato e deve essere anche chiarito, perché in questo caso potrebbe essere che non vi sia alcun problema e la continuità venga garantita, ma vi sono magari altri casi, non relativamente al tema PFAS, ma ad altre sostanze e composti chimici, che magari possono mettere in difficoltà, perché questo tema della proprietà di brevetto deve essere naturalmente chiarito anche a livello europeo.
Un'ultima battuta la faccio sulla parte iniziale del suo intervento, ringraziandola del fatto che la Regione del Veneto in questo ambito abbia deciso di impegnarsi con tale energia, però parallelamente c'è una cosa che io vorrei sommessamente ricordare, cioè la fatica di far arrivare il problema PFAS al centro di una discussione onesta e non derubricante, così come è avvenuto nei primi anni della scorsa legislatura e precedentemente. L'azione reale, da questo punto di vista, di coerenza anche rispetto alla problematica sanitaria connessa al tema PFAS, è scaturita esclusivamente dopo la verifica di grandi quantità di PFAS all'interno del sangue degli adolescenti e dei giovani.
Per questo ribadisco che probabilmente il fatto di non dichiarare allarmisti coloro che cercavano di rilevare una problematica che si è confermata essere gravissima ed essere rilevante da un punto di vista internazionale, avrebbe garantito un'onestà intellettuale e anche pratica di azione di una Regione che adesso naturalmente si sta impegnando da questo punto di vista. Dobbiamo naturalmente ancora risolvere alcuni nodi cruciali sulla questione della bonifica di Miteni, eccetera, ma sicuramente, se l'impegno fin da subito fosse stato molto onesto, chiaro e trasparente anche nei confronti della cittadinanza che fino a quegli anni veniva tacciata di essere eccessivamente preoccupata e disturbatrice alle volte, probabilmente la Regione del Veneto avrebbe fatto una figura migliore.
PRESIDENTE
Grazie.
Vedo anche la collega Ostanel iscritta, penso sull'ordine dei lavori, però interverrà dopo Zanoni, quando avremo finito le interrogazioni, perché ce n'è un'altra, la IRS 90 della collega Guarda.
Punto 5.4) all'ordine del giorno
Interrogazione a risposta scritta n. 90 del 26 aprile 2021 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "SVERSAMENTI NELL'ALPONE, LA REGIONE ATTIVERÀ PROGETTI PILOTA DI CONVERSIONE AL CICLO CHIUSO DEI PROCESSI PRODUTTIVI?".
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto dell'interrogazione)
"Premesso che:
- a seguito di segnalazione effettuata da alcuni cittadini già in data 7 marzo 2021 il Dipartimento Arpav di Verona ha successivamente potuto riscontrare l'origine di rilevanti sversamenti di reflui nel fiume Alpone;
- infatti, a quanto consta, l'Arpav avrebbe fatto risalire l'origine degli sversamenti presso un'azienda di Vestenanova di lavorazione di pellami e titolare di autorizzazione sul punto, attribuendo le cause alla mancata conformità ai limiti prescritti di reflui di lavorazione e al malfunzionamento del depuratore.
Considerato che fermo restando quanto emergerà dagli accertamenti definitivi a conclusione del procedimento, quel che qui pare possa essere oggetto di rilievo è, ancora una volta, il rischio di inquinamento potenziale a carico delle acque di superfice e di falda causato dal ciclo aperto delle acque utilizzate nei processi produttivi.
Tutto ciò premesso, la sottoscritta Consigliera
interroga la Giunta regionale
per sapere:
1) quali sono state le esatte dinamiche come rilevate da Arpav?;
2) se, anche in un'ottica di prevenzione del rischio inquinamento delle acque superficiali e di falda, vi è intenzione di attivare nell'immediato futuro progetti/impianti pilota al fine di verificare la fattibilità della conversione verso il ciclo chiuso del ciclo delle acque utilizzate nei processi produttivi delle imprese venete?".
Prego, Guarda.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Assessore Bottacin, non la disturbo ulteriormente, ma in realtà questo è un tema di cui abbiamo anche lungamente discusso nei bilanci degli scorsi anni e colgo l'occasione di questo triste evento verificato da ARPA Verona, a seguito di segnalazione effettuata da alcuni cittadini già in data 7 marzo, in quanto si è verificato e si è riscontrato all'origine di rilevanti sversamenti di reflui nel fiume Alpone. Infatti, a quanto consta, ARPA Veneto avrebbe fatto risalire l'origine degli sversamenti ad un'azienda di Vestenanova, di lavorazioni di pellame e titolare di autorizzazione sul punto, attribuendo le cause della mancata conformità ai limiti prescritti di reflui di lavorazione e al malfunzionamento del depuratore.
Il 26 aprile consideravo che, fermo restando quanto emergerà dagli accertamenti definitivi a conclusione del procedimento, quel che qui pare possa essere oggetto di rilievo in questo Consiglio è ancora una volta il rischio di inquinamento potenziale a carico delle acque di superficie e di falda, causato dal ciclo aperto delle acque utilizzate nei processi produttivi. Essenzialmente si preleva l'acqua, la si utilizza, la si depura naturalmente e poi la si scarica all'interno di un corso d'acqua.
Tutto ciò premesso, interrogavo la Giunta regionale per sapere quali sono le dinamiche esatte, come rilevate da ARPAV, rispetto a questo particolare evento, ma anche se in un'ottica di prevenzione del rischio inquinamento delle acque superficiali e di falda, vi sia intenzione di attivare nell'immediato futuro progetti di impianti pilota, al fine di verificare la fattibilità della conversione verso il ciclo chiuso delle acque utilizzate nei processi produttivi delle imprese venete, in questo caso, appunto, consentendo all'acqua utilizzata nel processo produttivo di essere depurata in loco e riutilizzata all'interno dello stesso ciclo produttivo, evitando quindi di avere uno scarico industriale nei corsi d'acqua superficiali, tale da creare un rischio che a questo punto, insomma, dato l'ennesimo evento che viene rilevato anche da ARPAV all'interno del nostro territorio in questi anni, può rischiare di mettere davvero in difficoltà non soltanto la qualità delle acque dei fiumi, a cui noi teniamo, ma anche l'attività agronomica che preleva poi l'acqua per l'irrigazione e quindi la sicurezza alimentare che è missione degli agricoltori di tutto il mondo, in particolar modo del nostro.
Questo è un tema che ho portato anche negli scorsi anni durante le discussioni di bilancio, proprio per cercare di trovare una via anche di un percorso di facilitazione e di informazione delle imprese a queste nuove tecnologie, dato che l'obiettivo è quello di applicare le migliori tecnologie, che magari alle volte sono anche meno costose della depurazione fatta all'interno degli impianti di depurazione veri e propri; io conosco quelle del vicentino, in particolar modo, che scaricano poi nel Fratta Gorzone – i veronesi lo conoscono più che bene – e, alla luce di questo, chiedevo informazioni rispetto a questa progettualità.
PRESIDENTE
Grazie.
Per la risposta l'assessore Bottacin ancora. Prego.
Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
Ribadisco che non riesco a capire perché continuiamo a rispondere alle interrogazioni e poi sento dire delle cose che non rispondono, cioè la Regione del Veneto è partita nel 2013 sul tema dei PFAS, non nel 2015, quando iniziò il dibattito, e ha posto dei limiti, ha fatto le denunce e ha imposto il filtraggio dell'acqua ben prima che iniziasse il dibattito.
Detto questo, il documento che diceva che non c'era rischio per la salute pubblica o comunque non era dimostrato è dell'Istituto Superiore della Sanità: questo è il dato oggettivo, dopodiché, se si vuole continuare a dire che la Regione Veneto è la peggiore in assoluto, continuate a farlo, ma guardate che è veramente imbarazzante. Non sapete più dove attaccarvi.
Riguardo al testo dell'interrogazione che ci occupa...
PRESIDENTE
Assessore, questa è un'altra interrogazione mi pare di aver capito, mi sembra.
Prego, assessore Bottacin.
Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
Senta, Presidente, io capisco che l'opposizione ha il diritto sacrosanto, che va rispettato, di fare l'interrogazione, ma non è che si può chiedere una cosa, avere una risposta documentata e poi dire il contrario, sennò vuol dire che ci stiamo prendendo in giro e lo dico nel rispetto del Consiglio regionale. I dati oggettivi sono oggettivi, non è che si può stravolgere la realtà.
Mi dica lei, se posso procedere.
PRESIDENTE
Prego, Assessore, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della risposta della Giunta regionale)
"
Riguardo al testo dell'interrogazione che ci occupa, si risponde come segue.
Relativamente al punto 1, ARPAV ha comunicato con nota prot. 45586 del 19/05/2021, acquisita al prot. 229591 del 19/05/2021, che il Dipartimento Provinciale ARPAV di Verona ha effettuato in data 29/3/21 presso la ditta interessata, sita in Comune di Vestenanova, un sopralluogo, nel quale, in sintesi, ha riscontrato irregolarità quali il mancato trattamento delle acque meteoriche di dilavamento e il superamento di alcuni limiti da parte delle acque reflue a valle del depuratore.
Nello specifico, gli accertamenti svolti nell'immediatezza delle segnalazioni pervenute e nei giorni successivi hanno permesso di accertare, nei pressi della vasca Imhoff di Vestenanova, la presenza di acqua colorata proveniente dal corso d'acqua superficiale denominato Vajo del Moro o Valle del Moro, ricettore degli scarichi originati dagli insediamenti ubicati nella zona, ed affluente del corso d'acqua Valle Sies che a sua volta è affluente dell'Alpone.
ARPAV ha proceduto all'ispezione visiva della linea di depurazione delle acque reflue prodotte dalla ditta; ha inoltre eseguito il campionamento di acqua reflua a valle del depuratore a livello del pozzetto di ispezione, ai fini della successiva analisi.
L'analisi ha evidenziato per i parametri COD e Solfati il superamento del limite stabilito dalla Tabella 1 dell'allegato B al Piano Regionale di Tutela delle Acque; inoltre è stato rilevato un elevato valore di Azoto Totale (227 mg/L) con colorazione dell'acqua presente.
E' stato eseguito un sopralluogo della rete di smaltimento delle acque meteoriche e di processo, riscontrando che le caditoie installate sui piazzali esterni, dove sono collocati in deposito temporaneo i rifiuti prodotti dall'attività - collocati sia in cassone chiuso, sia direttamente sul piazzale, sia all'interno di big bags aperti, senza protezione dagli agenti atmosferici - si collegano alla tubazione principale con recapito in Vajo del Moro o Valle del Moro, senza alcun tipo di trattamento.
Relativamente al punto 2, si informa che gli uffici della Giunta hanno da tempo posto attenzione alla opportunità di attivare un riutilizzo di acque usate in luogo del prelievo di acque grezze, in particolare presso gli impianti di depurazione di acque reflue urbane, ovvero presso gli impianti produttivi prossimi agli stessi depuratori che possano utilizzare gli scarichi depurati nel loro ciclo produttivo o in parte di esso. Tali tentativi di riutilizzo hanno riguardato ad esempio il comparto produttivo di porto Marghera con i reflui dell'impianto di depurazione di Fusina ovvero casi più particolari come una cartiera presso l'impianto di depurazione di Arzignano. Ad oggi i risultati ottenuti non appaiono aver raggiunto gli obiettivi sperati. A conoscenza degli uffici regionali, non sono previsti ad oggi altri progetti di riutilizzo a ciclo chiuso delle acque utilizzate nei processi produttivi.".
Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
Interrogazione a risposta scritta n. 90.
Riguardo al testo dell'interrogazione che ci occupa, si risponde come segue: relativamente al punto n. 1, ARPAV ha comunicato, con nota protocollo 45586 del 19.5.2021, acquisita al protocollo 229591 del 19 maggio 2021, che il Dipartimento provinciale ARPAV di Verona ha effettuato, in data 29 marzo 2021, presso la ditta interessata sita in Comune di Vastenanova, un sopralluogo nel quale, in sintesi, ha riscontrato irregolarità, quali il mancato trattamento delle acque meteoriche, il dilavamento e il superamento di alcuni limiti da parte delle acque reflue a valle del depuratore.
Nello specifico, gli accertamenti svolti nell'immediatezza delle segnalazioni pervenute e nei giorni successivi hanno permesso di accertare, nei pressi della vasca Imhoff di Vestenanova, la presenza di acqua colorata proveniente dal corso d'acqua superficiale denominato Vajo del Moro o Valle del Moro, ricettore degli scarichi originati dagli insediamenti ubicati nella zona ed affluente del corso d'acqua Valle Sies, che a sua volta è affluente dell'Alpone.
ARPAV ha proceduto all'ispezione visiva della linea di depurazione delle acque reflue prodotte dalla ditta e ha, inoltre, eseguito il campionamento di acqua reflua a valle del depuratore a livello del pozzetto di ispezione ai fini della successiva analisi. L'analisi ha evidenziato che i parametri della domanda chimica di ossigeno e solfati superavano il limite stabilito dalla tabella 1 dell'allegato B al Piano regionale di tutela delle acque e, inoltre, è stato rilevato un elevato valore di azoto con colorazione dell'acqua presente.
È stato eseguito un sopralluogo nella rete di smaltimento delle acque meteoriche e il processo, riscontrando che le caditoie installate sui piazzali esterni, dove sono collocati in deposito temporaneo i rifiuti prodotti dalle attività, collocate sia in cassone chiuso, sia direttamente sul piazzale, sia all'interno di big bags aperti, senza protezione dagli agenti atmosferici, si collegano alla tubazione principale con recapito in Vajo del Moro o Valle del Moro, senza alcun tipo di trattamento.
Relativamente al punto 2, si informa che gli Uffici della Giunta hanno da tempo posto attenzione all'opportunità di attivare un riutilizzo di acque usate in luogo del prelievo di acque grezze, in particolare presso gli impianti di depurazione di acque reflue urbane, ovvero presso gli impianti produttivi prossimi agli stessi depuratori, che possano utilizzare gli scarichi depurati del loro ciclo produttivo o in parte di esso.
Tali tentativi di riutilizzare hanno riguardato, ad esempio, il comparto produttivo di Porto Marghera con i reflui degli impianti di depurazione di Fusina, ovvero case che, in particolare, formano una cartiera presso l'impianto di depurazione di Arzignano.
Ad oggi i risultati ottenuti non appaiono aver raggiunto gli obiettivi sperati. A conoscenza degli uffici regionali non sono, tuttavia, previsti ad oggi altri progetti di utilizzo a ciclo chiuso delle acque utilizzate nei processi produttivi.
PRESIDENTE
Grazie, Assessore.
Per la replica, collega Guarda.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
In merito a questa interrogazione, ringrazio per aver risposto alla domanda 1 in modo assolutamente molto completo e, da questo punto di vista, auspico che il percorso attivato nel veronese possa poi concludersi con la garanzia dell'attività dell'impianto di depurazione e magari, con un lavoro di implementazione del personale di ARPA Veneto, perché la riduzione di 354 unità di personale negli ultimi dieci anni sta causando notevoli difficoltà, a seguito delle segnalazioni, di poter arrivare in loco – parlo di Verona perché è l'esperienza vissuta direttamente con questa interrogazione – in tempi congrui per il rilievo della contaminazione. Pertanto sicuramente questa esperienza potrà ispirare e magari, conseguentemente, attivare dei percorsi di riqualifica, anche in termini numerici, della presenza dei tecnici della prevenzione all'interno dell'ente strumentale ARPA Veneto.
Parallelamente, per quanto riguarda la risposta 2, ringrazio di aver citato gli esempi ad oggi più famosi in essere per quanto riguarda il ciclo chiuso, invece ritengo che sarà interessante magari confrontarci su questi risultati. Dato che, però, ci sono alcune realtà territoriali che autonomamente hanno cominciato questo percorso e stanno ottenendo risultati piuttosto soddisfacenti e parallelamente vi sono interi distretti industriali in altre parti d'Italia ed Europa che questo percorso l'hanno già fatto o lo stanno già facendo, di riconversione al ciclo chiuso, proprio anche grazie alle esperienze positive pregresse e ottenendo risultati non di poco conto, sia in termini qualitativi ambientali, che in termini anche economici, con anche fondi internazionali che stanno investendo in questa direzione – e quindi un supporto extra che in alcuni casi arriva a essere addirittura a costo zero per le imprese che aderiscono – probabilmente questa strada è proprio da percorrere.
Questo proprio perché l'obiettivo – e guardo il già assessore Pan e i Consiglieri che sono interessati anche alle qualità delle acque dei fiumi – è quello di fare in modo che quest'acqua sia a disposizione del mondo dell'agricoltura e della biodiversità in maniera adeguata e rispondente ai parametri di qualità nella massima disponibilità. Parallelamente, anche per evitare un ulteriore spostamento di acqua di falda, che naturalmente è sempre in diminuzione, proprio perché la ricarica non è sufficiente e quindi garantire la vitalità anche delle nostre falde.
Detto questo, in termini complessivi io mi reputo soddisfatta della risposta e auspico che questa interrogazione apra una discussione magari nella Commissione competente, per riuscire ad attivare, nell'ambito dell'economia circolare, un'attenzione non soltanto alla riduzione del rifiuto, ma anche alla riduzione dello sfruttamento della risorsa acqua.
Mi permetto, se consente, Presidente, un accenno rispetto alle osservazioni iniziali dell'Assessore, che vengono dopo un'interrogazione in cui io mi sono detta soddisfatta, ho valorizzato quello che l'impegno che lei e naturalmente l'Assessorato e la Regione hanno intrapreso rispetto agli aspetti rilevati, rispetto anche ad un parametro avvenuto nel 2017, cioè l'inserimento di nuovi limiti cautelativi auspicati precedentemente anche da questo Consiglio nel 2016, nel 2015. Di conseguenza, rilevo che ci sono stati dei passaggi e delle azioni che hanno fatto la differenza, però non ritengo che sia opportuno dimenticare quanta fatica è stata fatta per arrivare a quei punti, sia da parte vostra naturalmente, non lo metto in dubbio, ma anche da parte nostra, dei cittadini. Infatti ribadisco che, fino a qualche mese prima di quella delibera, eravamo stati tacciati di essere allarmisti – e qui concludo – e si diceva che i PFAS fanno male tanto quanto il caffè, quando a livello internazionale, a partire dalla esperienza degli United States of America, in Italia era già arrivata conferma della pericolosità e degli studi anche nell'ambito della maternità e delle patologie neonatali. Grazie.
PRESIDENTE
Faccio un invito ai colleghi: aggiornate Concilium perché ci sono dodici nuovi emendamenti depositati.
Zanoni sull'ordine dei lavori.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Io intervenivo per quanto riguarda l'applicazione del Regolamento.
Lei sa quanto io sia rispettoso del Regolamento, delle regole e delle norme che regolano l'andamento del Consiglio regionale, oltre che dello Statuto, che mi piace naturalmente richiamare spesso.
Mi riferisco in particolare alle prerogative dei Consiglieri regionali per quanto riguarda gli atti ispettivi e all'articolo 111, comma 3 e 115, comma 3, che stabiliscono i tempi entro i quali la Giunta regionale deve rispondere alle interrogazioni.
Il nostro Gruppo consiliare le ha già scritto una lettera il 30 marzo 2021, nella quale si ricorda che ci sono molte interrogazioni depositate, 93, di cui 60 ancora in attesa di risposta e 47 di queste per le quali i termini previsti sono scaduti, quindi più di metà delle interrogazioni sono scadute per quanto riguarda i termini.
Poi, visto il perdurare di questa situazione di non rispetto del Regolamento, sempre il Presidente del Gruppo, Possamai, a nome del Gruppo consiliare, il 18 maggio 2021 le ha inoltrato una nuova lettera, nella quale si ricorda che lo Statuto del Veneto e il Regolamento del Consiglio regionale contemplano queste prerogative dei Consiglieri regionali e le fa anche un elenco di quasi una trentina di IRI e IRS che sono in attesa di risposta. Mi riferisco alle interrogazioni dell'assessore Bottacin, che prima parlava di rispetto del Consiglio regionale: non si può richiamare a tempi alterni, ma deve esserci sempre questo rispetto da parte di tutti e credo che non sia, come dice l'Assessore, una perdita di tempo rispondere.
Per quanto riguarda il progetto della Cava Morganella, ci sono cinque interrogazioni inevase.
PRESIDENTE
Grazie.
Allora, io ho dato seguito alle richieste pervenute dal Gruppo del PD e firmate dal collega Possamai e naturalmente ho specificato l'importanza di rispettare i termini previsti dal Regolamento; io ho dato seguito a questa cosa e ho fatto presente alla Giunta specialmente quelle segnalate fra le più importanti e prioritarie nella lettera di maggio. Mi auguro e spero – ma mi sembra di averlo visto – ad esempio, per le IRS un cambio di passo e anche in certi settori un notevole numero di risposte che stanno arrivando. Mi auguro e spero che ci sia il tempo per recuperare questa situazione.
Ostanel sull'ordine lavori.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Grazie, Presidente.
Volevo dire all'assessore Bottacin, che prima mi citava nella risposta, che io intendevo – ed è scritto nelle premesse dell'interrogazione – che se prima la linea era autorizzata per 300 tonnellate al giorno, con potere calorifico di...
PRESIDENTE
Allora, collega Ostanel, questo non è ordine dei lavori.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Però ha detto che ho mentito, ma c'è un tema abbastanza specifico.
PRESIDENTE
Allora, non è sull'ordine dei lavori, ma fatto personale eventualmente.
Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)
Il tema vero, però, è che, se qualcuno dice nell'interrogazione successiva che ho mentito, io devo dire che non ho sentito: è una questione di fatto personale.
Assessore, davvero senza polemica, però io intendevo questo: se prima la linea Padova era autorizzata per 300 tonnellate/giorno con potere calorifico di 2.500 chilocalorie/chilo, adesso, con la nuova sarebbe 300 tonnellate/giorno con potere calorifico di 3.000. Lei lo sa che di fatto questo può essere un aumento del rifiuto smaltibile all'interno dell'inceneritore di Padova? È una questione molto tecnica, ma nelle premesse io l'ho messa per dire questo.
Ass.re Gianpaolo BOTTACIN
Scusate, per fatto personale, allora anch'io. Siccome è tecnica, non è come dice la consigliera Ostanel: non è stata e non sarà modificata l'autorizzazione sui quantitativi. Non viene toccata: è nero su bianco e qui non si possono dichiarare cose che non sono vere.
PRESIDENTE
Perfetto. Chiudiamo qui con le interrogazioni e le repliche successive.
PUNTO
6 |
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DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "DISPOSIZIONI DI ADEGUAMENTO ORDINAMENTALE 2021 IN MATERIA DI BONIFICA E TUTELA DEL TERRITORIO, ARTIGIANATO, INDUSTRIA E COMMERCIO, AGRICOLTURA, FORESTE, PESCA, ENERGIA, RICERCA E INNOVAZIONE". (PROGETTO DI LEGGE N. 49) PROSECUZIONE
PRESIDENTE
Procediamo con il punto n. 6 relativo al Pdl 49.
Come dicevo, ci sono dodici emendamenti depositati: 20 minuti per eventuali subemendamenti. Mi pare che siano due del relatore e della Giunta e gli altri della correlatrice. Quindi dico anche ai colleghi di ricaricare e aggiornare Concilium perché ci siano gli emendamenti nuovi depositati.
Fra un po' – vediamo come arriviamo con la votazione degli emendamenti in essere – dovremmo sospendere perché la Terza Commissione deve dare anche il parere sui nuovi emendamenti.
Partiamo con l'emendamento A0005, che è aggiuntivo, è un articolo 7 bis in pratica.
Il relatore l'ho a portata di mano, così mi indica anche quelli accettati e quelli con parere negativo.
Emendamento
A0005, presentato dalla Giunta (ass. Calzavara), capo II, articolo 7, aggiuntivo, che prevede:
Dopo l'articolo 7 è inserito il seguente articolo:
"Art. (...) Modifiche all'articolo 3 della legge regionale 17 giugno 2016, n. 17 "Norme relative all'unificazione dei fondi di rotazione regionali".
1. Dopo il comma 3 dell'articolo 3 della legge regionale 17 giugno 2016, n. 17 sono aggiunti i seguenti:
3 bis. Accertato che l'operatività delle strumentazioni agevolative di cui al comma 3, lettere c) e d) è cessata, i compensi spettanti al soggetto gestore per le attività residuali riferite a tali strumentazioni agevolative per gli esercizi 2018, 2019, 2020 sono posti a carico delle disponibilità dei fondi di rotazione di cui al comma 3, lettere b), e) e f).
3 ter. Con decorrenza dall'annualità 2021 il fondo unico di cui alla presente legge, con esclusione dei fondi di cui all'articolo 1, comma 3) lettere c) e d), confluisce nel fondo istituito in attuazione dell'articolo 1, comma 3 della legge regionale 28 maggio 2020, n. 21 "Misure urgenti per il supporto alla liquidità delle imprese colpite dalla crisi correlata all'epidemia COVID-19. Seconda variazione generale al bilancio di previsione 2020-2022 della Regione del Veneto.".
C'è il parere favorevole del relatore.
Colleghi, se aggiornate Concilium, perché vedo parecchi che lo stanno aggiornando: do 30 secondi per aggiornare prima di aprire la votazione. Datemi un segno anche dall'Aula: chi sta aggiornando mi indichi quando lo ha fatto. Dall'Aula mi sembra che tutti i colleghi abbiano aggiornato. Non ancora. È la rotellina in alto a destra: premendo quella c'è l'aggiornamento e ci mette un attimino.
Io metterei in votazione l'emendamento
A0005 con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Vedo presenti Bet e Joe Formaggio, che però non hanno votato.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento
A0035, presentato dalla Giunta (ass. Calzavara), aggiuntivo, che prevede:
"Art. XX - Misure urgenti per il supporto alla liquidità delle imprese colpite dall'epidemia Covid- 19; proroga dei termini previsi dalla legislazione regionale.
1
Considerato il perdurare di esigenze di liquidità da parte delle imprese quale conseguenza diretta della diffusione dell'epidemia da "Covid-19", i termini previsti all'articolo I, commi 6 e 7, della legge regionale 28 maggio 2020, n. 21 "Misure urgenti per il supporto alla liquidità delle imprese colpite dalla crisi correlata all'epidemia covid-19. Seconda variazione generale al bilancio di previsione 2020-2022 della Regione del Veneto", sono prorogati rispettivamente al 31 dicembre 2022 ed al l 0 gennaio 2023.
2
Al comma 3 dell'articolo 2 della legge regionale 28 maggio 2020, n. 21 le parole: "A decorrere dall'anno 2022" sono sostituite dalle seguenti: "A decorrere dall'anno 2023".
3
Il termine previsto all'articolo 3 bis, comma 4, della legge regionale 9 novembre 200 l, n. 31 "Istituzione dell'Agenzia veneta per i pagamenti", introdotto dall'articolo 3 della legge regionale 24 luglio 2020, n. 28 "Modifiche della legge regionale 9 novembre 2001, n. 31 "Istituzione dell'Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura"", è prorogato al 1° gennaio 2023.
4
Il termine del 31 dicembre 2021 previsto all'articolo 3, comma 2, della legge regionale 24 luglio 2020, n. 28 è prorogato al 31 dicembre 2022 ed il termine previsto all'articolo 3, comma 3, della medesima legge regionale è prorogato al 10 gennaio 2023.".
Parere favorevole del relatore.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento
A0035 con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 8, su cui ci sono degli emendamenti.
Emendamento
A0019, presentato dal consigliere Camani, capo II, articolo 8, modificativo, che prevede:
Il comma 1 dell'articolo 8 è sostituito dal seguente:
"1. Al comma 1 dell'articolo 7 della legge regionale 6 aprile 2001, n. 10 e successive modificazioni, le parole "nonché le modifiche o le variazioni dei mercati esistenti" sono sostituite dalle parole: "nonché le variazioni di tipologia di mercato di cui al comma 2.".
Zottis, prego.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
In questo emendamento noi sostanzialmente, anche se abbiamo già avuto alcune rassicurazioni dagli uffici, comunque richiediamo che vengano sostituite le parole "nonché le modifiche o le variazioni dei mercati esistenti" con "nonché le variazioni di tipologia di mercato, di cui al comma 2". Questo per avere maggiore chiarezza e maggiore sicurezza su quella che è poi la destinazione della norma stessa. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Non vedo altri interventi. Il parere del relatore è negativo sull'emendamento A0019.
Metto in votazione l'emendamento
A0019 con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Collega Maino, non vedo il voto. Arrivato.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo
8.
È aperta la votazione sull'articolo 8.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 9.
Non ci sono emendamenti.
Metto in votazione l'articolo
9.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento
A0020, presentato dal consigliere Camani, capo II, articolo 9 bis, aggiuntivo, che prevede:
Dopo l'articolo 9 è inserito il seguente 9 bis:
"Articolo 9 bis - Modifiche all'articolo 4 della legge regionale 23 ottobre 2003, n. 23 "Norme per la razionalizzazione e l'ammodernamento della rete distributiva di carburanti"
1. La lettera c) del comma 2 dell'articolo 4 della legge regionale 23 ottobre 2003, è abrogata.".
Su questo il parere del relatore è favorevole.
Metto in votazione l'emendamento
A0020 con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Adesso dobbiamo sospendere i lavori perché l'Ufficio di Presidenza della Terza Commissione deve dare i pareri sugli emendamenti depositati oggi.
Sono le 15.00 e riprendiamo alle 15.30.
Chiedo ai Capigruppo presenti in Aula di rimanere qua che ci parliamo un attimo al centro dell'Aula. Ci siamo quasi tutti, mi pare che manchi Valdegamberi: se fa in tempo a raggiungerci, altrimenti lo aggiorno in corsa.
Quindi sospendiamo e riprendiamo 15.30. Capigruppo al centro dell'Aula. Grazie.
La Seduta è sospesa alle 14.59
La Seduta riprende alle ore 15.45
PRESIDENTE
Colleghi, riprendiamo i lavori.
Abbiamo votato l'articolo 1 e anche l'emendamento classificato come 9 bis.
Passiamo all'articolo n. 10.
Emendamento
A0021 presentato dal consigliere Camani, capo II, articolo 10, modificativo, che prevede:
Al comma 8 dell'articolo 17 della legge regionale 23 ottobre 2003, n. 23 così come sostituito dall'articolo 10 comma 1, dopo le parole:
"per
motivi di interesse pubblico
",
aggiungere la parola:
"e".
Zottis, prego.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Con questo emendamento all'articolo 10, noi chiediamo che sostanzialmente venga così riscritto: "L'autorizzazione è revocata per motivo di pubblico interesse e nel caso in cui il titolare...", per maggiore chiarezza della norma. Grazie.
PRESIDENTE
Bene, come dicevo, siamo all'emendamento
A0021 e il parere è favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Vedo parecchi in fase di aggiornamento, quindi lasciamo aperta la votazione un po' di più.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento
A0052, presentato dal consigliere Zottis, articolo 10, comma 1, modificativo, che prevede:
Al comma 8 dell'articolo 17 della legge regionale 23 ottobre 2003, n. 23 così come sostituito dall'articolo 10 comma 1, dopo le parole: "ai fini della sicurezza", inserire le seguenti parole "sanitaria e ambientale".
La collega Zottis intende presentare l'emendamento, prego.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Con questo emendamento, sempre per maggiore chiarezza, dopo "sicurezza", noi proponiamo di aggiungere "sanitaria ed ambientale", proprio per essere maggiormente chiari su cosa andiamo ad intendere. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Il relatore non è stato convinto dal suo intervento.
Metto in votazione l'emendamento
A0052 con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Non ci sono altri emendamenti sull'articolo 10.
Metto in votazione l'articolo
10 così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 11, su cui non ci sono emendamenti.
Zottis, prego.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Come avevo già annunciato nella correlazione, di per sé noi troviamo coerente e assolutamente corretta questa proposta, dopodiché, visto anche quello che è successo in passato e che su alcune misure, anche su queste, sono avanzati dei fondi, crediamo che proprio per la vicenda Covid ci dovrebbe essere comunque un'analisi, anche in Commissione, di come va l'andamento e quali sono stati i cambiamenti anche all'interno comunque delle città che potrebbero incidere anche nei bandi dei distretti. Grazie.
PRESIDENTE
Non ci sono altri interventi.
Metto in votazione l'articolo
11.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 12, su cui non ci sono emendamenti.
Prego, Zottis.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
In questo caso è chiaramente una consequenziale dell'articolo 11, quindi poi il voto sarà favorevole, però volevo solo fare un riferimento a quello che poi è l'articolo di per sé, con particolare riferimento agli interventi di rigenerazione urbana.
È stata fatta anche una proposta da parte della collega Ostanel in materia e spero che in Commissione arrivi presto e che anche qui ci possa essere una riflessione anche all'interno delle Commissioni se quello che poi viene emanato è veramente rigenerazione urbana perché alle volte, come si vede anche nelle città, non c'è sempre una linearità e una coerenza su quello che realmente è la rigenerazione urbana, che è un concetto sicuramente molto vasto, ma con degli obiettivi estremamente specifici, che vanno comunque concretizzati se vogliamo essere coerenti anche a quello in quella che è la strategia di "Veneto sostenibile".
Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'articolo
12.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 13, su cui ci sono degli emendamenti.
Emendamento
A0051, presentato dal consigliere Zottis, articolo 13, sostitutivo, che prevede:
"L'art. 13 è così sostituito:
"Art. 13 - Modifiche all'articolo 25 della legge regionale 6 aprile 2012, n. 13 "Legge regionale finanziaria per l'esercizio 2012"
1. L'articolo 25 della legge regionale 6 aprile 2012, n. 13 è così sostituito:
"Art. 25 - Interventi a favore delle imprese nei comparti dei settori dell'artigianato, industria, commercio e servizi.
1. Accertata la chiusura della misura 1.2. "Fondo di rotazione dell'artigianato" del Docup obiettivo 2 - 2000-2006, approvato con decisione CE C(2004) 4593 del 19 novembre 2004, la Regione del Veneto introita al bilancio regionale le relative risorse.
2. Delle risorse di cui al comma 1:
a) euro 5.000.000,00 sono destinati ad interventi di ingegneria finanziaria di cui all'articolo 2, comma 1, lettera c), della legge regionale 13 agosto 2004, n. 19 "Interventi di ingegneria finanziaria per il sostegno e lo sviluppo delle piccole e medie imprese" e successive modifiche ed integrazioni;
b) euro 30.0000.000 sono destinati a contributi in conto capitale per il sostegno delle imprese dei settori industria, artigianato commercio e servizi, ivi compresi gli interventi per lo sviluppo del sistema commerciale e la rigenerazione urbana;
c) euro 1. 700.000,00 sono destinati al co-finanziamento di progetti da realizzarsi nell'ambito dei distretti del commercio di cui all'articolo 14 della legge regionale 28 dicembre 2012, n. 50 "Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale nella Regione del Veneto".
3. Le risorse di cui al comma 1, al netto degli utilizzi di cui al comma 2, sono destinate al Fondo regionale per lo sviluppo economico e per le attività produttive di cui all'articolo 55 della legge regionale 13 aprile 2001, n. 11 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112".
4. L'ammontare di cui al comma 2, lettera a) è destinato ad operazioni di garanzia su portafogli "tranched cover" e ad operazioni di riassicurazione del credito e ad altre forme tecniche di garanzia anche tramite la partecipazione della Regione del Veneto ad iniziative promosse da istituzioni finanziarie nazionali ed internazionali aventi ad oggetto il tema delle garanzie. La Giunta regionale è autorizzata a disporre, previo parere della competente commissione consiliare, il riparto delle risorse.
5. Le disponibilità di cui alla legge 14 ottobre 1964, n. 1068 "Istituzione presso la Cassa per il credito alle imprese artigiane di un Fondo centrale di garanzia e modifiche al capo VI della legge 25 luglio 1952, n. 949, recante provvedimenti per lo sviluppo dell'economia e l'incremento della occupazione", alla legge regionale 8 aprile 1986, n. 16 "Interventi per finanziamenti agevolati alle imprese artigiane", al Docup 1997-1999 Ob. 2 Mis. 1.2 Az. B, alla legge 25 luglio 1952, n. 949 "Provvedimenti per lo sviluppo dell'economia e incremento della occupazione" e legge 21 maggio 1981, 240, riguardante "Provvidenze a favore dei consorzi e delle società consortili tra piccole e medie imprese nonché delle società consortili miste" al termine delle operazioni agevolate, ed al netto dei relativi oneri di gestione, sono introitate al bilancio regionale.
6. Le risorse di cui al comma 5 sono destinate al Fondo regionale per lo sviluppo economico e per le attività produttive di cui all'articolo 55 della legge regionale 13 aprile 2001, n. 11 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112".
7. Agli oneri di cui al comma 2 lettere a) e b) quantificati in euro 35.000.000,00 per l'esercizio 2016 si fa fronte con le risorse allocate alla Missione 14 "Sviluppo economico e competitività" - Programma 01 "Industria, pmi e artigianato" - Titolo 2 "Spese in conto capitale" la cui disponibilità viene incrementata mediante le nuove entrate di cui al comma 1 allocate al Titolo 04 "Entrate in conto capitale" Tipologia 300 "Altri trasferimenti in conto capitale" del bilancio di previsione 2016-2018.
8. Agli oneri di cui al comma 2 lettera c) quantificati in euro 1.700.000,00 per l'esercizio 2016 si fa fronte con le risorse allocate alla Missione 14 "Sviluppo economico e competitività" - Programma 02 "Commercio - reti distributive - tutela dei consumatori" - Titolo 2 "Spese in conto capitale" la cui disponibilità viene incrementata mediante le nuove entrate di cui al comma 1 allocate al Titolo 04 "Entrate in conto capitale" Tipologia 300 "Altri trasferimenti in conto capitale" del bilancio di previsione 2016-2018.".
Non ci sono interventi, per cui, con parere contrario del relatore, metto in votazione l'emendamento
A0051.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo
13.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 14, su cui ci sono degli emendamenti.
Emendamento
A0022, presentato dai consiglieri Camani e Zottis, articolo 14, comma 1, modificativo, che prevede:
Al comma 1 dell'art. 2 della legge regionale 13 settembre 1978, n. 52 così come sostituito dall'articolo 14 comma 1, dopo le parole: ", al fine di garantirne protezione e stabilità" sono aggiunte le seguenti: "e di tutelare la qualità delle acque".
ùPrego, Zottis.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Questo emendamento, per quanto ci riguarda, è particolarmente importante, perché in qualche modo va anche a chiarire qual è il quadro in cui ci andiamo a muovere all'interno di queste proposte su cui, per quanto ci riguarda, man mano crescono un po' le perplessità, ma con questo emendamento cerchiamo un attimo di creare un minimo di stabilità per quanto riguarda la tutela dell'ambiente.
In particolar modo quello che proponiamo è di aggiungere alla fine: "Al fine di garantire protezione e stabilità e di tutelare la qualità delle acque". Grazie.
PRESIDENTE
Non ci sono altri interventi. Il relatore è favorevole, quindi metto in votazione l'emendamento
A0022.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo
14 così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo n.
15, su cui non ci sono emendamenti.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 16.
Emendamento
A0031, presentato dal consigliere Zottis, articolo 16, comma 1, modificativo, che prevede:
Il comma 4 dell'art. 4 della legge regionale 13 settembre 1978, n. 52 così come sostituito dall'articolo 16 comma 1 è abrogato.
Prego, Zottis.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Questo è l'articolo su cui già all'inizio avevamo espresso maggiori perplessità e anche contrarietà, non perché non ci si renda conto che alle volte necessario sburocratizzare, non perché non ci si renda conto che le aziende, anche quelle agricole, possono avere delle difficoltà soprattutto in questo momento, però crediamo che non ci sia chiarezza, soprattutto su cosa stiamo parlando, quanto stiamo parlando e di dove e come vogliamo intervenire.
È proprio per questa mancanza di chiarezza noi abbiamo preparato una serie di emendamenti, il primo dei quali mira proprio ad abrogare quello che è il comma 4 – le maggiori perplessità erano soprattutto sul comma 4 e in parte sul comma 5, che però poi vedremo – e quindi noi chiediamo di abrogare quello che dice: "I lavori realizzati in assenza di atto autorizzativo o in difformità alle modalità esecutive dichiarate".
Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Grazie a lei. Prego, Zanoni.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
L'emendamento che proponiamo è per l'abolizione di questo articolo 16, perché effettivamente ci sono troppi aspetti ancora oscuri che...
PRESIDENTE
Zanoni, non si sente più, probabilmente ha premuto un tasto. Collega Zanoni? Adesso la risento, prego, abbiamo perso 30 secondi di intervento.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Questo è un articolo problematico, come ricordava la collega Zottis e pertanto, a nostro avviso, siccome non ci sono state date neanche delle delucidazioni e delle garanzie su quelli che sono gli effetti di questa sostituzione di questo nuovo articolo, perché si parla comunque di aree che sono sottoposte a vincolo idrogeologico, aree molto particolari, chiediamo la cancellazione di questo articolo nel suo complesso.
PRESIDENTE
Grazie.
Ritorniamo al parere del relatore, che rimane contrario.
Metto in votazione l'emendamento
A0031, con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Vedo il suo voto, collega, c'è. È ancora aperta la votazione. Deve entrare in votazione e vedrà che le appare la modalità per cui può cambiare il suo voto. Se potete aiutare il collega Speranzon.
Mettiamo a verbale che il collega Speranzon non intende votare favorevole, ma semmai contrario: Speranzon vota contrario, registriamo il voto contrario di Speranzon.
Nicola Ignazio FINCO (Liga Veneta per Salvini Premier)
Anche Finco perché non riesco a votare.
PRESIDENTE
Contrario anche Finco, a verbale.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Colleghi, aggiornate Concilium, per rimettere tutto in sesto.
Bene, procediamo.
Siamo sull'articolo 16.
Emendamento
A0032, presentato dal consigliere Zottis, articolo 16, comma 1, modificativo, che prevede:
Al comma 4 dell'art. 4 della legge regionale 13 settembre 1978, n. 52 così come sostituito dall'articolo 16 comma 1 le parole: "in assenza dell'atto autorizzativo o" sono soppresse.
Prego, Zottis.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Questo emendamento va in continuità con quello precedente e le perplessità le ho già dette: in qualche modo cerchiamo di correggere il tiro e quindi chiediamo di togliere "in assenza dell'atto autorizzativo" e andremo a dire: "I lavori realizzati in assenza in difformità alle modalità esecutive" che, per quanto ci riguarda, è già abbastanza rispetto a quella che è la situazione attuale. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Bene.
Possamai, prego.
Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Intervengo perché questo, secondo me, è un emendamento importante in quanto a toccare forse il punto più delicato di questo progetto di legge, che ha anche tante cose buone al suo interno, ma questo, secondo me, è un pezzo che profuma di condono, nel senso che, se io leggo: "I lavori realizzati in assenza dell'atto autorizzativo", non "in difformità rispetto alle modalità esecutive dichiarate", qui stiamo parlando di una situazione in cui qualcuno ha fatto, appunto, qualcosa in difformità, ma se noi parliamo di assenza dell'atto autorizzativo, vuol dire che c'è qualcuno che ha fatto qualcosa di sostanzialmente abusivo.
Allora, siccome tutti viviamo sul nostro territorio e tutti sappiamo che sono cose che esistono, detto questo, ci sembra un principio francamente pericoloso, cioè mentre sulla difformità ci arriviamo, sull'assenza dell'atto autorizzativo, ci sembra un principio con cui creiamo un precedente rischioso e diamo un messaggio sbagliato, per cui questo emendamento, che è il n. 32, chiede di cassare semplicemente questa parte. Infatti, crediamo che, anche nel messaggio che le norme contengano ci sia il senso del nostro lavoro e licenziare un atto che ex post ci dice che fare qualcosa, addirittura in assenza di un atto autorizzativo, quindi in assenza di un'autorizzazione, non solo è possibile, ma diventa addirittura lecito, francamente ci sembra assolutamente fuori luogo. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Zanoni, prego.
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Praticamente l'emendamento si prefigge di ridimensionare gli effetti di questo articolo, cioè se uno lo legge, ci riflette e cerca di capire in maniera approfondita la portata di questo articolo nel suo complesso, si rende conto che rischiamo di creare una specie di sanatoria di attività che vengono svolte, ma non in pianura o in centro di qualche paese, dove abbiamo già il territorio compromesso, una zona industriale, una zona artigianale, ma questo è un qualche cosa che va a sanare delle attività fatte in aree sottoposte a vincolo idrogeologico.
Quindi è una materia molto delicata e io credo che dovremmo porre più attenzione a quando si vanno a fare modifiche del genere, pertanto l'auspicio è quello che almeno vengano approvati questi emendamenti che ridimensionano l'effetto e la portata di questo articolo.
PRESIDENTE
Relatore, prego.
Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)
Solo per chiarire che non si tratta nei fatti di un condono, ma questa è una sanatoria che, anzi, va ad autorizzare, in maniera postuma, quegli interventi che avrebbero comunque ottenuto l'autorizzazione, ma che, per qualche motivo, non sono stati presentati; quindi non si tratta di abusi, ma il prerequisito è sempre che i suddetti interventi non pregiudichino l'assetto idrogeologico dell'area interessata e viene comunque pagata una sanzione su questo per ottenere questa sanatoria. Diciamo che l'autorità forestale, competente per territorio, al momento del rilascio dell'autorizzazione può anche prescrivere l'esecuzione di alcuni lavori di consolidamento e adeguamento, se necessari.
Quindi diciamo che va a sistemare un abuso "formale", ma non sostanziale: questo è il concetto, come il taglio degli alberi.
PRESIDENTE
Montanariello.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Non sono intervenuto prima perché davo per scontato che le osservazioni poste dal Capogruppo e dalla collega Zottis avrebbero in qualche modo trovato una risposta, però guardate il passaggio dove il relatore spiega che sono interventi che avrebbero ottenuto autorizzazione, ma che non sono stati presentati, mi pone una perplessità maggiore di quella di prima. Infatti, se sappiamo che un intervento avrebbe ottenuto l'autorizzazione, ma non è stato presentato, perché uno non dovrebbe presentarlo? Esiste anche un percorso che chi vuole fare un intervento deve mettere in campo, esiste anche una forma che bisogna mettere in campo prima di intervenire.
Io mi pongo una domanda a questo punto: come facciamo noi a sapere che è un intervento che avrebbe avuto l'autorizzazione se non è stato presentato? La risposta ci può anche stare quando diceva che sono interventi che avrebbero ottenuto l'autorizzazione, ma non sono stati presentati, però come facciamo noi a sapere che un intervento avrebbe ottenuto l'autorizzazione se non è stato presentato? E anche se fosse, Presidente, perché uno non deve presentare la richiesta di intervento e deve farlo, a differenza di chi percorre una strada diversa e presenta la richiesta di intervento?
Qua sarebbe come dire: se tu non vuoi aspettare l'intervento, non vuoi aspettare la burocrazia, non vuoi aspettare le tempistiche, fallo perché tanto nella nostra Regione chi ha soldi può farlo lo stesso, paga una piccola multa e gli viene concesso. Ma non è un principio giusto questo, Relatore, cioè che ragionamento è? Uno chiede l'intervento, mentre uno non lo chiede, lo fa lo stesso e dopo, siccome magari ha più soldi dell'altro, può pagare e farlo. Non funziona che chi ha soldi ha una corsia preferenziale e chi è disposto a pagare può farlo.
Quindi il collega Possamai diceva che profuma di sanatoria, ma io dico che non profuma di condono, ha l'odore anche dell'ingiustizia, perché una persona deve chiedere per fare, non è che, siccome ha soldi, non chiede e fa. Davvero io credo che questo sia il primo passo non verso la sburocratizzazione, ma verso il tutto è concesso.
PRESIDENTE
Ostanel, prego.
Elena OSTANEL (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Io non volevo intervenire perché pensavo che questo emendamento sarebbe stato subito assunto, nel senso che il punto è abbastanza chiaro e ringrazio anche il relatore della risposta perché ci ha dato ulteriori elementi per intervenire. Lo rileggo: "I lavori realizzati in assenza dell'atto autorizzativo o in difformità alle modalità esecutive dichiarate o alle prescrizioni impartite, possono essere oggetto di regolarizzazione mediante l'emanazione di un apposito provvedimento autorizzativo dell'autorità forestale (vero, perché poi c'è l'inciso che lei ha citato) che non pregiudichino l'assetto idrogeologico dell'area interessata".
Ma i lavori realizzati in assenza dell'atto autorizzativo – e lei ha aggiunto che sono atti che ancora non sono stati autorizzati – è ovvio che dimostrano il fatto che ci sia, dietro questa norma, la possibilità di dare ulteriori autorizzazioni, che esulano dal Regolamento che noi ci siamo dati.
Allora, visto che stiamo parlando di tutela del territorio e di far in modo che la tutela idrogeologica dei territori, in particolare fragili, venga tutelata, l'idea di poter togliere semplicemente quelle parole che portano, appunto, a dimostrare che questo è un atto autorizzativo, che però è un condono, mi sembra il minimo, visto che poi la norma, tolte queste parole, ribadisce quello che, invece, anche noi sosteniamo. Grazie.
PRESIDENTE
Zottis.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Ringrazio il presidente Andreoli perché in qualche modo poi anticipa anche un emendamento successivo e in qualche modo andiamo a dire che comunque si parla di sanatoria, ma, vede, il tema è, oltre a quello che hanno detto i miei colleghi Ostanel e Possamai, proprio quello che diceva il collega Montanariello, cioè che noi, non avendo un quadro reale di cosa stiamo parlando, cosa che avevamo chiesto anche in Commissione, in qualche modo facciamo veramente un atto di ingiustizia verso chi decide, invece, di procedere con tutte le autorizzazioni e lo fa accollandosi spese, accollandosi oneri, accollandosi tempo. Se io domani mattina ho una multa e, quasi quasi, mi conviene pagarla invece che perdere tempo, denaro e fatica per fare tutte le procedure previste, non dico che è sicuro che uno scelga la strada B, però in qualche modo è fesso chi ha scelto la strada A.
Questo vale proprio perché anche alla richiesta "di cosa stiamo parlando?", ad oggi non abbiamo risposta e vogliamo capirlo perché, altrimenti, quello che ha detto il collega Possamai è evidente che per noi in qualche modo ha un suo peso e anche una sua verità. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Possamai.
Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)
Anch'io volevo ringraziare il relatore per il chiarimento, però i chiarimenti purtroppo non si fanno a voce, nel senso che per me il testo resta francamente dubbio e, per come lo leggo io, suona da condono, suona da messaggio sbagliato nei confronti di chi lo legge e quindi dei cittadini, perché poi le leggi sono pubbliche.
Quindi chiedo se si può fare un approfondimento su questo passaggio perché così com'è formulato a noi non risulta chiaro, anche se ho capito lo spirito e il senso, però non mi sembra così chiaro, non mi sembra così pacifico, anzi, temiamo che la lettura sia l'interpretazione che abbiamo dato noi prima. Grazie.
PRESIDENTE
Montanariello sull'ordine dei lavori.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Visto anche quanto sta emergendo dal dibattito, chiedo al Legislativo se è regolare e costituzionale, rispetto alle norme, questo passaggio.
Bene, grazie.
PRESIDENTE
Relatore, prego.
Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)
Chiedo al Presidente, allora, l'accantonamento dell'articolo 16 e di tutti i relativi emendamenti. Grazie.
PRESIDENTE
Quindi accantoniamo l'articolo 16 e gli emendamenti che sono collegati. Quanti sono gli emendamenti?
Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)
Li elenco?
PRESIDENTE
Meglio, così rimane a verbale l'accantonamento.
Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)
Allora agli emendamenti accantonati sono il A0031, il A0032...
PRESIDENTE
No, io ho il 32.
Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)
Scusate, il A0031 l'abbiamo votato, ma comunque...
Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)
A0050, A0023, A0024, A0049, A0025, A0026, A0048 e A0036.
PRESIDENTE
Quindi li accantoniamo e passiamo all'articolo 17.
Emendamento
A0047 presentato dal consigliere Zottis, articolo 17, comma 1, modificativo, che prevede:
Al comma 2 dell'articolo 14 della legge regionale 13 settembre 1978, n. 52 così come sostituito dall'articolo 17 comma 1 dopo le parole: "La Giunta regionale" inserire le seguenti parole: ", sentita la competente commissione consiliare che si esprime entro trenta giorni dal ricevimento della richiesta, trascorsi i quali si prescinde dal parere".
Prego, Zottis.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Per quanto ci riguarda, essendo comunque un tema sul quale troviamo ampia condivisione ma che è estremamente importante anche perché ci sono delle variazioni rispetto al passato, noi chiediamo che alla fine si aggiunga: "Sentita la competente Commissione consiliare che si esprime entro 30 giorni dal ricevimento della richiesta, trascorsi i quali si prescinde dal parere". Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Non vedo interventi ulteriori. Relatore contrario.
Metto in votazione l'emendamento A0047.
No, un attimo, sospendo la votazione. Annulliamo la votazione perché l'emendamento aveva, invece, il parere favorevole, ricostruendo i lavori fatti in Ufficio di Presidenza. Quindi, annulliamo la votazione in essere.
Il relatore è favorevole sull'emendamento
A0047.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento
A0046 presentato dal consigliere Zottis, articolo 17, comma 1, modificativo, che prevede:
Al comma 2 dell'art. 14 della legge regionale 13 settembre 1978, n. 52 così come sostituito dall'articolo 17 comma 1, dopo le parole: "di cui alle lettere a) e b) del comma 1" sono aggiunte le seguenti: ", tenuto conto anche di quanto disposto dal comma 4 dell'artico/o 3 del decreto legislativo 3 aprile 2018, n. 34 "Testo unico in materia di foreste e filiere forestali" e successive modificazioni,".
Al comma 2 dell'art. 14 della legge regionale 13 settembre 1978, n. 52 così come sostituito dall'articolo 17 comma 1, dopo le parole: "di cui alle lettere a) e b) del comma 1" sono aggiunte le seguenti: ", tenuto conto anche di quanto disposto dal comma 4 dell'artico/o 3 del decreto legislativo 3 aprile 2018, n. 34 "Testo unico in materia di foreste e filiere forestali" e successive modificazioni,".
Prego, Zottis.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
In realtà questo emendamento è estremamente semplice, nel senso che fa un rimando a quella che è la normativa nazionale, dicendo in qualche modo che, dopo le parole "di cui alle lettere a) e b) del comma 1, sono aggiunte le seguenti: "Tenuto conto anche di quanto disposto al comma 4, dell'articolo 3 del decreto legislativo 3 aprile 2018, n. 34, Testo Unico in materia di foreste e filiere forestali, e successive modificazioni". Quindi semplicemente per una maggiore coerenza della norma. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Il relatore è contrario.
Metto in votazione l'emendamento
A0046 con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo
17.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo alla votazione dell'articolo
18, su cui non ci sono emendamenti.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Anche l'articolo
19 non ha emendamenti, quindi lo metto in votazione.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 20.
Emendamento
A0003 presentato dal consigliere Guarda, articolo 20, rubrica Modifica all'articolo 3 della
legge regionale 2 maggio 2003, n. 13 "Norme per la realizzazione di boschi nella pianura veneta", aggiuntivo:
All'articolo 20 è aggiunto il seguente comma:
"01. Alla lettera c) ter del comma 1 dell'articolo 3 della legge regionale 2 maggio 2003, n. 13 , dopo le parole "aree verdi attrezzate" sono aggiunte le seguenti parole: "anche attraverso l'impianto di piante di canapa sativa L.".
Prego, Guarda.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che si inserisce all'interno del quadro di una legge che consente e sostiene la realizzazione di boschi in aree urbane e periurbane, per la riqualificazione di aree degradate e in questo senso questo emendamento, che successivamente avevo provato a modificare, rispondendo alle sollecitazioni, ai dubbi che erano emersi all'interno della discussione con l'Ufficio di Presidenza, in particolar modo ringrazio della discussione non soltanto il presidente Andreoli e naturalmente la correlatrice Zottis, che ha mi ha affiancato nella discussione di questo, ma anche i consiglieri Gerolimetto e il capogruppo Pan per aver ascoltato quella che era una proposta che in realtà, secondo me, non deve essere accantonata per forza: magari oggi, dato che c'è un parere negativo, ma magari in futuro si potrà discutere di questo.
Vedete, noi abbiamo discusso anche in passato dei benefici che possono essere apportati dalla canapa sativa L. che, come sapete, è una cultivar di canapa, che ha un livello di THC (quello che viene considerato utile anche per percorsi di tipo, per esempio, medico, sanitario, eccetera, eccetera) che è inferiore allo 0,2%. Di conseguenza, alla luce di questo, la canapa sativa L. è attualmente coltivata all'interno di più di 100 ettari di territorio veneto, proprio perché da questo prodotto si riesce ad ottenere una grande varietà di prodotti agroalimentari e che possono essere utilizzati in diversi settori, dalla bioedilizia, fino alla cosmesi, eccetera.
Queste proprietà, però, non si fermano semplicemente in un ambito di tipo produttivo, ma agiscono anche da un punto di vista di prevenzione ambientale e, di conseguenza, sanitaria. L'obiettivo della legge che oggi andiamo a modificare con questo articolo è una riqualificazione ambientale sanitaria, è una riqualificazione di un territorio, quello della pianura veneta, che ha livelli di contaminazione dell'area che sono preoccupanti, contaminazione del terreno che sono da attenzionare, necessità di riqualificazione dei terreni con carbonio organico che sono da attenzionare per garantire la futura produttività e la qualità dei terreni del nostro territorio.
Ecco, la canapa sativa L. in questo senso ha proprio questo obiettivo: riqualificare l'aria, agendo in termini proprio di assorbimento di sostanze inquinanti presenti all'interno della nostra area e agisce anche in un ambito, appunto, di tutela del terreno perché purifica e pulisce il terreno, tanto che addirittura viene anche utilizzata per opere di bonifica vere e proprie, ma lì diventa naturalmente rifiuto speciale.
In questo senso l'obiettivo mio era quello di inserire, all'interno di una legge che si propone di valorizzare e di tutelare la nostra aria, anche la possibilità per i Comuni e le associazioni che aderiscono a questa legge, che finanzia questo tipo di interventi, di poter piantare canapa sativa L.
Allora c'erano delle perplessità rispetto alla possibilità che vi siano degli abusi da parte di persone che sono esterne al mondo che lo propone, e allora ho proposto di inserire – di questo parlerò anche nell'emendamento successivo – la precisazione che sia per forza canapa sativa L. monoica, che significa il maschio e la femmina all'interno della stessa pianta e, di conseguenza, non vi è alcuna possibilità di alcuna manipolazione, di alcun incrocio tale da mettere in dubbio la qualità di una pianta, la canapa sativa L., che non viene utilizzata per scopi, come si può dire in ottica diplomatica all'interno di quest'Aula, ricreativi. Non ha nessuno di questi scopi, ma ha uno scopo semplicemente benefico da un punto di vista ambientale e sanitario e poi, in alcuni ambiti, anche produttivo.
Dato che poneva il dubbio, la questione di piantare canapa in parchi urbani, cosa che magari poteva creare un po' di subbuglio, allora nell'emendamento successivo ho proposto che, invece, vengano esclusi i parchi urbani e venga, invece, piantata in aree periurbane, in zone degradate anche se ribadisco che, secondo me, superare il pensiero prevenuto nei confronti della canapa sativa, è possibile esclusivamente facendo in modo che le persone conoscano cos'è la canapa sativa L e cosa, invece, non è e superino il pregiudizio trascorso.
Questa era un'operazione utile anche proprio a creare operazioni di sovescio, di riqualificazione del terreno, per cui capisco la difficoltà politica di superare questo scoglio della prevenzione nei confronti della canapa sativa L., però, siccome dobbiamo lavorare per le nostre imprese e superare il pregiudizio per valorizzare quelle imprese che stanno scommettendo, anche per scopi ambientali, e facendo una missione sociale e ambientale per il nostro territorio, per aiutarle, dobbiamo anche superare questi scogli.
Auspico che questa discussione un domani possa essere riaperta nei confronti di una produzione, che non è soltanto qualitativa da un punto di vista ambientale, non dà soltanto benefici da un punto di vista sanitario, ma li dà anche da un punto di vista economico, perché è molto più economica da gestire rispetto a boschi interi o rispetto, per esempio, anche ad altre colture ad assorbimento di CO2.
PRESIDENTE
Grazie. Zottis, prego.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Grazie, Presidente.
Mi unisco alla richiesta della collega Guarda, perché in qualche modo abbiamo avuto una discussione, anche lunga, all'interno dell'Ufficio di Presidenza e spiace che non vengano accolti questi emendamenti, perché in qualche modo continuiamo a far prevalere quello che è un pregiudizio, anche assolutamente legittimo, e delle attenzioni che sono assolutamente dovute, che ha sollevato più volte anche il collega Gerolimetto, sulle quali possiamo anche concordare, però con quella che dovrebbe essere invece la promozione di questo prodotto, di cui abbiamo discusso e abbiamo anche approvato una mozione qualche settimana fa, abbiamo una legge che era all'avanguardia.
La vicina Lombardia in qualche modo sta andando nella direzione che indicava la collega Guarda, quindi non sfruttare tutte le potenzialità di questa pianta per un pregiudizio che comunque scientificamente non esiste, per non fare uno sforzo di informazione e formazione della cittadinanza sul prodotto di cui stiamo parlando, perché non stiamo parlando di un prodotto collegato, invece, a quello che l'uso di stupefacenti, è veramente un peccato, perché in qualche modo facciamo venir meno il valore di quella legge, facciamo venir meno il valore della pianta, da un punto di vista produttivo, da un punto di vista medicale, da un punto di vista ambientale.
Non mi dilungo perché quella volta la mozione è stata molto interessante, perché sono state in qualche modo, sia dalla maggioranza che dalla minoranza, elencati tutti i fattori positivi di questa pianta. Oggi, di fronte a una proposta, non di innovazione, ma proprio di continuità a quella mozione e alla legge, di cui abbiamo chiesto anche un maggiore monitoraggio, proprio per capire fino a dove siamo arrivati e che cosa manca per un maggior valore comunque della produzione stessa, ci ritroviamo di fronte a emendamenti bocciati, ripeto, per dei dubbi che sono assolutamente comprensibili, legittimi e anche condivisibili, ma che potrebbero trovare riscontro in una campagna di informazione e di formazione della cittadinanza utile proprio anche da un punto di vista di immagine e anche da un punto di vista produttivo e ambientale. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Non vedo altri interventi, quindi metto in votazione l'emendamento
A0003 con parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Sospendiamo per venti minuti per ricambio d'aria dell'Aula.
La Seduta è sospesa alle 16.35
La Seduta riprende alle ore 17.13
PRESIDENTE
Colleghi, se riprendiamo posizione, riprendiamo anche i lavori.
C'è stata una modifica, comunque comunicata: hanno cambiato l'ordine, ma va bene così.
Siamo all'articolo 20.
Emendamento
A0004 presentato dal consigliere Guarda, articolo 20, rubrica Modifica all'articolo 3 della
legge regionale 2 maggio 2003, n. 13 "Norme per la realizzazione di boschi nella pianura veneta", modificativo, che prevede:
Al comma 1 dell'articolo 20 le parole "o su terreni concessi in uso a tali soggetti," sono sostituite con le seguenti: " o su terreni comunque nella disponibilità di tali soggetti,".
Guarda ha chiesto la parola, prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Questo è un articolo che in realtà non vuole stravolgere il senso dell'articolato, così come è stato presentato anche durante la Commissione, se non sbaglio, dal consigliere Bet, se non erro, ma vuole precisare ulteriormente quello che rischia, invece, così come è scritto, ad essere esclusivo e non in realtà inclusivo secondo appunto di tutti i diritti reali che possono insistere su un terreno a disposizione del Comune o delle realtà che vanno a richiedere la possibilità di realizzare questo bosco di pianura, questa realtà di mitigazione ambientale, all'interno del proprio territorio.
In questo caso l'articolo fa riferimento esclusivamente all'uso, che però è uno dei tanti diritti reali che possono insistere sul fondo e per questo motivo, siccome abbiamo inteso anche, come Europa Verde, che l'intento era sicuramente positivo e inclusivo rispetto a tutti i diritti reali che possono interessare il Comune stesso, di modificarlo in modo tale che sia ricompreso qualsiasi terreno a disposizione dell'Ente che provvede al progetto.
Per questo motivo penso che la modifica possa essere più che accoglibile e utile anche a chiarire e a non aver ombra di dubbio sull'applicazione della legge e sulla possibilità di accesso a queste formule di finanziamento, così importanti per tutti.
PRESIDENTE
Grazie alla collega Guarda.
Il relatore è favorevole all'emendamento
A0004 e quindi lo mettiamo in votazione.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Colleghi, vedo molti presenti che ancora devono votare, quindi avviciniamoci ai computer.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo n. 20 così come modificato.
Scusi, Guarda. Fermate la votazione.
La parola a Guarda.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Chiedo scusa, io volevo soltanto intervenire per precisare che, al di là della votazione sull'emendamento precedentemente condiviso riguardo alla canapa sativa, l'intento di queste modifiche, che voi avete portato, lo condivido, nel senso che riuscire ad intervenire consentendo un'attivazione delle progettualità anche in superfici inferiori rispetto a quelle già predeterminate per legge, eccetera, consente di avere magari una maggiore attrattività della misura in oggetto e, quindi, la possibilità di realizzare maggiori progetti qualitativi per la prevenzione sanitaria e la riqualificazione ambientale della nostra pianura.
Quindi, al di là di quell'aspetto particolare, auspico davvero un'apertura da parte vostra, Consiglieri di maggioranza, per riuscire a superare quello che è un pregiudizio che, invece, va a danneggiare le imprese venete, le imprese agricole, ma anche della trasformazione e dell'industria veneta, che hanno intrapreso il percorso di apertura verso la canapa e hanno scoperto quanto può essere meraviglioso poterla coltivare e inserire all'interno di un mercato della bioedilizia e dell'agricoltura per l'utilizzo quindi agroalimentare, per la gestione, anche da un punto di vista di produzione di cosmesi, eccetera, tutte queste aziende vanno a beneficiare di iniziative politiche, che cercano di trasmettere un messaggio politico positivo rispetto alla produzione di canapa sativa L., superando quello che è il pregiudizio che, invece, molto spesso pagano e scontano indegnamente e indebitamente.
Di conseguenza, credo che sia comunque positiva questa modifica e auspico un'apertura nelle possibili future discussioni rispetto alla valorizzazione del fattore ambientale di questa pianta.
PRESIDENTE
Grazie per la precisazione.
Quindi metto in votazione l'articolo
20, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento
A0053 presentato dalla consigliera Zottis, aggiuntivo, che prevede:
Dopo l'articolo 20 è inserito il seguente articolo:
"20 bis "Modifica all'articolo 3 della legge regionale 2 maggio 2003, n. 13 "Norme per la realizzazione di boschi nella pianura veneta"".
1. Dopo il comma 2 dell'articolo 3 della legge regionale 2 maggio 2003, n. 13 è inserito il seguente comma:
2 bis. Gli interventi di cui alle lettere b) e c) del comma 1 possono essere realizzati anche attraverso l'impianto di canapa sativa L. monoica.".
Ha chiesto la parola la collega Guarda, prego.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
In realtà ho chiesto il favore alla consigliera Zottis di poter presentare questo emendamento, che cercava di venire incontro ai dubbi sollevati durante l'ultimo Ufficio di Presidenza questa mattina rispetto all'emendamento che prima è stato rigettato.
In questo caso erano state sollevate, dai componenti di maggioranza, delle preclusioni rispetto alla possibilità di impiantare canapa sativa all'interno dei parchi urbani e l'esigenza magari di inserirla all'interno di contesti periurbani e comunque non di alta frequentazione. Alla luce di questo, ho proposto una rimodulazione di quell'emendamento includendo la possibilità di fare questo tipo di piantumazione di canapa sativa L. non tanto presso parchi urbani e aree verdi attrezzate, quanto in aree periurbane e aree degradate o di dissesto.
Quindi, alla luce di questo, avevo cercato proprio di venire incontro ad una necessità espressa dalla maggioranza, anche se, secondo me, se i dubbi erano quelli della possibilità di utilizzare in maniera indebita una pianta, che in realtà però non ha alcun beneficio da un punto di vista ricreativo, bensì ha una valenza da un punto di vista ambientale molto forte, visto che la canapa sativa, ribadisco, come vi ho ripetuto più volte, ha un livello di THC inferiore a 0,2., di conseguenza, alla luce di questo, per me era più opportuno che in realtà questa canapa fosse all'interno di contesti anche più controllati, proprio per evitare che vi fossero formule di abuso.
Parallelamente, ho voluto anche precisare un'ulteriore cosa e questo credo di doverlo ripetere perché anche, dato che questo è un tema che abbiamo scelto, maggioranza e opposizione, di affrontare in maniera propositiva insieme, bisogna esserne coscienti. In questo caso avevo proprio voluto inserire una precisazione: non soltanto genericamente si riferiva alla piantumazione di canapa sativa L., ma precisando anche che le varietà di canapa sativa L. scelte per questo tipo di interventi, per ricevere quindi questo aiuto regionale dovevano essere quelle monoiche. Cosa significa? Sono varietà che non possono essere incrociate con altre, non possono subire manipolazioni e quindi non si ha rischio di un aumento del livello di THC, perché hanno maschio e femmina esclusivamente nella stessa pianta e, di conseguenza, non c'è la possibilità di incrocio o di altro. Tra l'altro non sono selezionate nemmeno, alcune di loro, per l'infiorescenza di conseguenza ancor di più allontanava qualsivoglia pensiero negativo rispetto alla parola "canapa".
L'importante è riuscire a portare il tema della canapa nella comunità e farla conoscere per superare un pregiudizio che, invece, mette in difficoltà l'applicazione di una coltura che è iper-qualitativa in termini di opportunità di mercato, ma soprattutto in termini ambientali e di prevenzione sanitaria. E se qualcuno dice giustamente che non è l'unica pianta che può fungere da strumento per il miglioramento della qualità dell'aria all'interno del territorio veneto, ha perfettamente ragione, non è l'unico, ma sicuramente è quello che più di tutti necessita di minor quantitativi di acqua e, quindi, è anche risparmiosa da questo punto di vista e noi dobbiamo lavorare in prospettiva, abituando anche a colture che siano più sostenibili data la scarsità di acqua che ogni anno riscontriamo l'abbassamento delle falde, eccetera. Ma è anche una coltura che consente di avere maggiori benefici con minor sforzo, consentendo anche una riqualificazione di tipo ambientale del terreno, con un apporto di carbonio organico importante, se queste piantumazioni vengono gestite, per esempio, a sovescio.
Tutto questo è a beneficio di progetti che possono anche concatenarsi e possono vedere i Comuni capofila in iniziative favorevoli alla biodiversità e, quindi, per esempio, se si fanno all'anno due piantumazioni di canapa, andando quindi a tagliarla e a utilizzarla come sovescio, quindi per rimpolpare la presenza di carbone organico nel terreno, finendo questo ciclo con la piantumazione di facelia o altre piante, possono essere utili alla biodiversità naturale. E questo non lo facciamo perché amiamo semplicemente la natura o perché la Guarda è verde, eccetera, ma lo facciamo perché valorizzare la biodiversità e valorizzare api, insetti impollinatori, eccetera, è utile per l'agricoltura locale, perché se ci sono questi insetti, se c'è questa biodiversità, se c'è un microclima favorevole alla biodiversità, anche le coltivazioni ne traggono beneficio.
PRESIDENTE
Grazie.
Ha chiesto la parola il collega Pan.
Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Grazie, Presidente.
Intervengo perché poi, su questo argomento c'è stata un'ampia discussione in Terza Commissione sulla presentazione di questo emendamento e quindi anche per far capire alcuni punti che la collega ha toccato.
Sappiamo benissimo che tutte le piante, in particolare quelle che noi definiamo "autoctone", quelle nostre, sono quelle che noi preferiamo particolarmente all'interno delle aree verdi attrezzate o delle aree verdi comunali o delle aree verdi periurbane, eccetera. Ecco, io adesso l'ho ascoltata, collega, e lei diceva che non ha l'uso ricreativo e io non so cosa intendesse lei come "uso ricreativo" dell'altra canapa, ma mi pare che l'uso ricreativo, in questo caso, magari si configura come un uso non legale, quindi, se lei parla di un uso ricreativo dell'altra canapa, vuol dire che, per carità, andiamo a divertirci, magari facendo uso della canapa l'altra in maniera così divertente.
Invece questa, che è la canapa sativa, è una canapa che tradizionalmente, come ho detto anche l'altra volta, il Veneto ha coltivato nel passato perché poi noi eravamo tra i primi produttori con l'arsenale di Venezia di cordame e, soprattutto nell'allestimento delle navi da vela e delle galee di un tempo, era naturalmente essenziale, quindi la canapa era particolarmente diffusa in tutte le province e lavorata: c'erano proprio chiaramente opifici che gestivano il cordame, in particolare naturalmente per portarlo all'arsenale di Venezia, che all'epoca era il primo arsenale di tutto il Mediterraneo. Quindi, come venivano disboscati i boschi per costruire le navi, naturalmente venivano fatti i cordami.
Ma quello che noi non troviamo importante e siamo contrari è che lei voleva mettere, per carità, questo tipo di canapa all'interno delle aree attrezzate, dove magari ci sono i bambini, dove ci sono le giostrine, dove sappiamo benissimo che nelle nostre città abbiamo spesso e volentieri personaggi che arrivano da altri mondi, che della canapa, quella ricreativa, come lei la definisce, fanno altro uso e addirittura la vendono. Il problema è che, se noi piantiamo queste piante all'interno di questi parchi urbani, io penso che quei signori vadano lì nottetempo a tagliare o a seccare le cime e poi magari le vendano rispetto all'altra canapa ricreativa.
Quindi la nostra è una preoccupazione e a me va benissimo che la canapa, quella non ricreativa, vada coltivata nei campi dove è controllata, dove sa benissimo che comunque il numero delle piante devono essere ufficializzate, che provengano da vivai certificati, che devono essere naturalmente denunciate quando si fanno tutti questi lavori, quindi, chiaramente averle all'interno di Campo Marzo, magari a Vicenza, in centro a Vicenza, davanti alla stazione dei treni è una preoccupazione che non ci farebbe dormire la notte.
Quindi noi, come Gruppo Lega, ci siamo un po' anche in questo senso preoccupati e, per non confondere, come dice lei, la popolazione, dobbiamo fare informazione: è chiaro che magari la facciamo non nelle aree ricreative, non nelle aree dove ci sono le famiglie e magari anche da queste aree cerchiamo di portar via anche quei signori che della canapa ricreativa fanno uso e spaccio.
Dall'altra parte, noi che siamo veneti, ricordo che abbiamo una legge, Presidente, che nelle aree pubbliche, nei boschi di pianura, nelle aree attrezzate e comunali, teoricamente dovremmo mettere specie arbustive e arboree autoctone, che significa querce, farnie, che significa faggi, che significa tutta una serie di specie di cui c'è un elenco molto lungo. Tra l'altro, ricordo che siamo stati promotori della "Diamo sorriso alla Pianura Padana" mettendo a disposizione il vivaio di Montecchio Precalcino per tutto questo. Grazie.
PRESIDENTE
Per fatto personale alla fine della discussione o immediatamente?
Possamai, prego.
Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)
Ci tengo a rassicurare il capogruppo Pan ma, prima di rassicurare, a questo punto aspettiamo il suo arrivo a Vicenza il prima possibile, perché finalmente abbiamo trovato chi può risolvere il problema di Campo Marzo, perché è buon testimone il presidente Ciambetti: chi oggi governa da tre anni la città aveva garantito che in poche settimane avrebbe risolto il problema e oggi Campo Marzo è peggio di prima, per cui io ho grande fiducia in lei, Capogruppo, e la invitiamo a venire a Vicenza presto a darci una mano, anzi a dare una mano all'Amministrazione che oggi governa la città.
Subito dopo la volevo rassicurare su un punto e cioè sull'uso ricreativo della canapa, che non credo sia un'invenzione della consigliera Guarda, che non credo che stesse proponendo di aprire piazze di spaccio nel territorio regionale, ma in una rapida consultazione che ho fatto tramite Google prima di intervenire, dalla Treccani alla Fondazione Veronesi un po' tutte le Istituzioni e le realtà che hanno a che fare con il mondo della medicina o della ricerca, definiscono uso ricreativo della canapa, appunto, quello che lei prima ha raccontato.
Quindi, molto semplicemente è una distinzione che sta nel campo scientifico, per cui non credo che ci fossero intenti né illegali, né tanto meno fantasiosi da parte della consigliera Guarda, per cui, posto il ragionamento politico che ha fatto che può anche permanere, ma sul fatto specifico, secondo me, è bene che sui termini ci intendiamo perché in qualsiasi manuale di medicina o in qualsiasi ricerca in questo campo il termine "uso ricreativo" è esattamente quello che si utilizza. Grazie.
PRESIDENTE
Guarda, per fatto personale.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Grazie, Presidente.
Onde evitare che ci sia un misunderstanding, un'incomprensione – chiedo scusa, siamo in un'Aula in cui si parla italiano – vorrei precisare questo: non passi il messaggio che, proponendo la piantumazione di canapa sativa, si vada ad incentivare lo sballo tramite il fumo, eccetera, eccetera. Qua parliamo della canapa sativa che di sballo non provoca proprio niente: la canapa sativa L., con questi livelli di THC inferiore a 0,2, lei sa perfettamente che non provoca sballo e, proprio perché non provoca sballo, deve essere comunicato chiaramente e non può uscire da quest'Aula un messaggio sbagliato, che va magari a mettere in dubbio la qualità e le proprietà della canapa coltivata a livello agronomico all'interno del nostro territorio non per utilizzi medici.
La precisazione sull'uso ricreativo, che è termine tecnico, l'ha fatta il mio collega, che ringrazio, ma in particolar modo voglio precisare che io ho approcciato a questo discorso, nonostante il voto negativo, in maniera assolutamente propositiva, riconoscendo la vostra attenzione rispetto alla qualità della canapa e rispetto a quello che è il suo principio, il suo valore all'interno dei benefici di tipo ambientale, sociale e sanitario e questo da un punto di vista di riqualificazione della nostra area e dei nostri terreni.
Alla luce di questo, io credo di essermi spiegata abbondantemente: ho proprio presentato e stiamo discutendo un emendamento che allontana dalle zone urbane la proposta di piantare canapa e la inserisce all'interno delle aree periurbane e delle aree degradate, proprio per venire incontro ai dubbi che lei bene ha esposto prima, ribadendo che probabilmente in luoghi più frequentati c'è minor rischio di lasciare in balia di persone con obiettivi altri di andare ad abusare di quella piantumazione, precisando ulteriormente che ho voluto inserire la precisazione della cultivar di canapa sativa L. monoica, proprio per evitare qualsivoglia ibridazione che possa aumentare il livello di THC.
E allora o siamo chiari nel comunicare al mondo e al Veneto che la canapa sativa L. non è un prodotto da temere, oppure non facciamo un lavoro positivo nei confronti delle aziende (questo l'ho detto prima) e soprattutto o parliamo dei benefici della canapa, anche in una direzione di tipo produttivo, dato che abbiamo il problema dell'acqua, abbiamo il problema dell'inquinamento dell'aria, abbiamo il problema dell'inquinamento della nostra terra e il problema della carenza di carbonio organico, tutte cose verso cui la canapa può fare un gran bel lavoro, per cui o parliamo chiaramente di questo, oppure ci perdiamo per strada.
PRESIDENTE
Pan per fatto personale e chiudiamo qua, spero, con il fatto personale. Prego.
Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)
Sì, ma io sono d'accordo con lei sulle qualità della canapa sativa lineus, come potremmo definirla, visto che L significa questo, rispetto ai benefici che lei ha detto e sono d'accordissimo con lei se viene fatta nelle situazioni agricole, ma trovo difficile vedere il sovescio nelle aree degradate urbane o periurbane, che dopo andremo a definire e vedere magari in Commissione.
Quello che dico io è che la fauna selvatica che è presente nottetempo all'interno di Campo Marzio o all'interno della stazione di Padova o nelle aree verdi dei nostri paesi, non distingue questa cosa, non sa la differenza tra la canapa ricreativa e quella lineus, quindi, quando se la trova davanti di notte al buio, dice: "Guarda qua, addirittura il Comune ce l'ha anche messa" e sappiamo benissimo come purtroppo questi siano dei ragionamenti che si fanno o che fanno certi tipi di elementi.
Pertanto è chiaro che noi andiamo a incentivare, purtroppo, all'interno delle aree attrezzate, delle aree verdi, la presenza di individui che è meglio che non abbiamo; già li abbiamo di per sé e quindi andremmo magari anche a far sorridere questa fauna selvatica dicendo: "Quanto – scusate, uso un termine – "mona" è che me l'hanno messa anche a disposizione". Era giusto per far capire il concetto.
Casomai quando vengo a piedi alla Madonna del Monte Berico, vengo io in Campo Marzo di notte, Possamai, a sistemare le cose: non stare a preoccuparti.
PRESIDENTE
Collega Zottis, prego.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Ripeto quello che ho già detto prima, perché in qualche modo la collega Guarda era stata chiarissima. La collega Guarda dice: "Lo mettiamo scrivendo di cosa stiamo parlando" e credo che va bene tutto, ma un adolescente o le persone sanno leggere. Dopodiché, se uno vuole fumarsi anche la camomilla, purtroppo la mamma degli imbecilli è sempre incinta, ma questo noi non lo possiamo vietare; ma dire che quella cosa può essere strumentalizzata nel momento in cui uno fa un'informazione chiara, a me sembra eccessivo e mi spiace che non venga accolta la proposta della collega Guarda.
PRESIDENTE
Bene.
Non vedo altri interventi sull'emendamento
A0053. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Quindi metto in votazione l'articolo
21.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 22.
Non ci sono emendamenti sull'articolo
22, quindi lo metto in votazione.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo all'articolo 23, su cui ci sono degli emendamenti.
Emendamento
A0002 presentato dal consigliere Guarda, articolo 23, comma 1, rubrica Modifica all'articolo 3 della
legge regionale 2 maggio 2003, n. 13 "Norme per la realizzazione di boschi nella pianura veneta", modificativo, che prevede:
Al comma 1 dell'articolo 23, dopo le parole
"
Giunta regionale
"
sono inserite le seguenti parole:
"
sentita la competente commissione consiliare che si esprime entro trenta giorni dalla richiesta, decorsi i quali si prescinde dal parere,
"
.
Prego, Guarda.
Cristina GUARDA (Europa Verde)
Chiedo scusa, il collega Pan mi stava distraendo. Il dibattito continua anche perché credo che, rispetto anche all'utilizzo di alcuni termini, bisogna essere anche molto attenti all'interno di questo Consiglio, anche rispetto all'accezione di alcune persone che, per quanto possono fare delle cose illegali, non sono sicuramente "fauna selvatica", perché gli esseri umani, anche da un punto di vista cristiano, devono avere tutto il nostro rispetto a prescindere e non mi permetto di solito di utilizzare questi termini.
A parte questo, vorrei dire, rispetto a questo emendamento, che ha un'utilità perché in Consiglio regionale abbiamo voluto sostenere la legge che riguarda i boschi di pianura, abbiamo voluto compartecipare, abbiamo compartecipato negli scorsi anni a quella che erano la definizione dei principi tramite e dei criteri attraverso cui la Regione poi andava a sostenere le realtà locali, che ne facevano richiesta. L'abbiamo sostenuto con forza e anche il già assessore Pan – nel momento in cui ha deciso di rifinanziare finalmente questa legge dimenticata negli annali della Regione e qui, per ricordare anche, insomma, questa collaborazione positiva, ritengo che sia opportuno che, dato che il Consiglio regionale ha dato apporti positivi in passato, possa continuare a essere attore all'interno della definizione di questi criteri, proprio alla luce del fatto di tutte queste osservazioni che sono anche nate all'interno di questa discussione con il consigliere Gerolimetto, con il consigliere Pan, con la consigliera Zottis, eccetera.
Alla luce di questo, la richiesta di riportare all'interno di quest'Aula e della Commissione competente la possibilità di un confronto sui criteri, penso che sia onesto, dato che è stato il Consiglio regionale a puntare su questa legge e non di certo soltanto la Giunta, per cui credo che sia un passaggio importante, di garanzia, un passaggio importante in cui anche i Consiglieri regionali possono essere ancor più coscienti delle opportunità che sono date ai Comuni e alle associazioni territoriali per la riqualificazione di aree degradate, per la tutela della biodiversità, per la tutela anche della nostra aria e della nostra salute e credo che sia una buona occasione per compartecipare in questo processo di valorizzazione delle iniziative per quanto riguarda i boschi di pianura.
PRESIDENTE
Grazie.
Non vedo altri interventi, quindi metto in votazione, col parere favorevole, l'emendamento
A0002.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento
A0045 presentato dal consigliere Zottis, articolo 23, modificativo, che prevede:
Alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 6 della legge regionale 2 maggio 2003, n. 13 così come sostituito dall'articolo 23 comma 1 dopo le parole: "di cui all'articolo 5" inserire le seguenti parole: ", riservando una quota pari almeno al cinquanta per cento delle risorse ai progetti approvati presentati dai comuni"
.
Benissimo, non vedo altri interventi. Il parere del relatore è contrario.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo
23.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 24, su cui c'è l'emendamento A0037 della collega Zottis.
Prego, Zottis.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Lo ritiro, Presidente.
PRESIDENTE
Emendamento
A0044 presentato dal consigliere Zottis, articolo 24, comma 1, modificativo, che prevede:
Al comma 2 bis dell'art. 7 della legge regionale 28 aprile 1998, n
.
19, come inserito dall'art. 24 comma 1, dopo le parole: "Giunta regionale ", sono inserite le seguenti parole: "sentita la competente commissione consiliare che si esprime entro trenta giorni dal ricevimento della richiesta, trascorsi i quali si prescinde dal parere,".
Zottis, prego.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Semplicemente si richiede il passaggio in Commissione, visto che comunque viene accentrata la competenza, che correttamente è all'interno della Giunta, ma, trattandosi di Regolamenti e visto quello che viene previsto dal nostro Regolamento, ci sembra corretto che comunque ci sia il passaggio in Commissione, che dovrà esprimersi entro trenta giorni. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Il relatore è favorevole all'emendamento
A0044, quindi lo metto in votazione con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento
A0027 presentato dal consigliere Camani, capo III, articolo 24, modificativo, che prevede:
Al comma 2 bis dell'articolo 7 della legge regionale 28 aprile 1998, n. 19 , così come inserito dall'articolo 24 le parole: "Regolamento per la tutela della fauna ittica e per la disciplina della pesca nelle acque del Lago di Garda" sono sostituite dalle seguenti: "regolamento di cui al comma 2"
.
Lo diamo per letto.
Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Mettiamo in votazione l'articolo
24 così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Collega Zanoni, guardi bene il suo voto rispetto ai colleghi.
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo
25, su cui non ci sono emendamenti, per cui lo metto in votazione.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
Chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo al Capo IV "Disposizioni in materia di energia".
Partiamo con l'articolo 26.
Emendamento
A0028 presentato dal consigliere Camani, capo IV, articolo 26, modificativo, che prevede:
L'articolo 26 è sostituito dal seguente:
"Art. 26 - Modifica all'articolo 42 della legge regionale 13 aprile 2001, n. 11 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112".
1. Il comma 2 bis dell'articolo 42 della legge regionale 13 aprile 2001, n. 11 è abrogato.".
Lo diamo per letto. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento
A0029, presentato dal consigliere Camani, capo IV, articolo 26, sostitutivo, che prevede:
L'articolo 26 è sostituito dal seguente:
"Articolo 26 - Modifica dell'articolo 42 e 44 della legge regionale 13 aprile 2001, n. 11 "Conferimento di/unzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112".
1. Il comma 2 bis del! 'articolo 42 della legge regionale 13 aprile 2001, n. 11 è sostituito dal seguente:
"2 bis. La funzione di autorizzazione al! 'installazione ed all'esercizio degli impianti di produzione di energia è esercitata dal Direttore di Area competente in materia di tutela dell'ambiente, in coerenza con quanto previsto dal Piano Energetico regionale in vigore".
2. La lettera b) del comma 2 dell'articolo 44 della legge regionale 13 aprile 2001, n. 11 , è abrogata.".
Non vedo interventi. Parere contrario del relatore.
Metto in votazione l'emendamento
A0029.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Emendamento
A0041 presentato dalla Giunta (ass. Marcato), art. 26, modificativo, che prevede:
"e parole "sono esercitate dal direttore di area competente in materia di tutela dell'ambiente" sono sostituite con le parole "sono esercitate dal direttore di area competente per materia".
Non vedo interventi. Relatore favorevole.
Metto in votazione l'emendamento
A0041 con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Metto in votazione l'articolo
26 così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo
27. Non ci sono emendamenti, quindi lo metto in votazione.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 28 su cui c'è un emendamento.
Emendamento
A0042 presentato dalla Giunta (ass. Marcato), articolo 28, comma 1, modificativo, che prevede:
Alla lettera b) del comma 6 bis dell'articolo 2 della LR 24/1991 le parole: "fino a 20.000 volt sono sostituite dalle parole: "fino a 30.000 volt".
Non vedo interventi, per cui metto in votazione l'emendamento
A0042 con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento
A0054 presentato dal consigliere Andreoli, articolo 28, comma 1, modificativo, che prevede:
Il comma 6 ter, inserito all'articolo 28 nell'articolo 2 della LR n. 24 del 1991 è sostituito dal seguente:
"6 ter. Per le linee e le opere di cui alle lettere a) e b) del comma 6 bis l'esercente presenta al comune interessato la denuncia di inizio lavori (DIL), ai sensi della vigente normativa di settore.".
Relatore, prego.
Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)
Questo emendamento sostituisce la CILA, in luogo dell'autorizzazione, con la denuncia di inizio lavori, la DIL, titolo abilitativo previsto dalla vigente normativa di settore, decreto legge 239 del 2003 e articolo 61 del decreto legge n. 76 del 2020 "Misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione".
PRESIDENTE
Non vedo altri interventi, quindi metto in votazione l'emendamento
A0054 con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento
A0055 presentato dal consigliere Andreoli, articolo 28, comma 1, modificativo, che prevede:
Il comma 6 quater inserito dall'articolo 28 nell'articolo 2 della LR n.24 del 1991 è sostituito dal seguente:
"6 quater. Per le linee ed impianti di cui alle lettere a) e b) del comma 6 bis l'esercente trasmette annualmente alle province l'elenco delle nuove linee realizzate ovvero i dati eventualmente conferiti al Sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture (SIN FI} di cui al decreto ministeriale 11 maggio 2016 "Istituzione del SINFl - Sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture.".
Relatore, prego.
Marco ANDREOLI (Liga Veneta per Salvini Premier)
Con questo emendamento, invece, si semplifica la procedura di comunicazione alle Province degli interventi realizzati, prevedendosi la trasmissione annuale e non più semestrale dell'elenco delle nuove linee realizzate, ovvero degli eventuali dati già conferiti al Sistema informativo nazionale federato delle infrastrutture (SINFI), di cui al decreto ministeriale 11 maggio 2016. Parliamo di linee elettriche, ovviamente.
PRESIDENTE
Bene.
Non vedo altri interventi, per cui metto in votazione l'emendamento
A0055 con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Zottis, prego.
Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)
Brevemente. Il voto sarà contrario, ma poi lo esprimeremo attraverso anche un ordine del giorno.
Comprendiamo benissimo la motivazione di questi articoli e il fatto, comunque, che in qualche modo si vada verso una semplificazione, come è scritto nella relazione, fino a che non ci sarà l'approvazione potenzialmente di un nuovo piano energetico o di un aggiornamento del piano energetico.
Secondo noi c'era il tempo anche per poter sanare alcuni buchi che nel Piano energetico ci sono e che portano anche poi alla scrittura di questi articoli e comunque crediamo che sia assolutamente urgente andare ad aggiornare perlomeno il piano, visto che si parla anche a livello nazionale, di piano del clima e dell'energia, in modo non solo da sanare i buchi esistenti, ma anche di avere una prospettiva più ampia che possa inserire poi tutti questi interventi in un piano di intervento organico. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Quindi metto in votazione l'articolo
28, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Come comunicato a inizio lavori, interrompiamo qui la seduta.
Domani la Capigruppo penso che convocherà il Consiglio per la settimana prossima, per martedì, ma potrebbero esserci novità anche su mercoledì, quindi riceverete la convocazione a domicilio.
Grazie. Buona serata a tutti.
La Seduta termina alle ore 18.00
Il Consigliere segretario
Alessandra SPONDA
|
|
Il Presidente
Roberto CIAMBETTI
|
Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.
Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Paola Lombardo
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 23
SEDUTA PUBBLICA N. 23
MARTEDì 15 GIUGNO 2021
PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI
INDICE
Processo verbale della 23a seduta pubblica – martedì 15 giugno 2021
Processo verbale della 23a seduta pubblica – martedì 15 giugno 2021
- Approvazione verbale della seduta precedente
- Comunicazioni della Presidenza del Consiglio
- Interrogazioni e interpellanze
- Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze
- Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4, del Regolamento
- Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "Il nuovo piano rifiuti permetterà di evitare che a Padova vengano bruciati i rifiuti di mezzo Veneto?" (Interrogazione a risposta scritta n. 24)
- Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "PFAS cC604: quali le conseguenze sui controlli per effetto della limitazione alla vendita del materiale di riferimento certificato?" (Interrogazione a risposta scritta n. 51)
- Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "Sversamenti nell'Alpone, la Regione attiverà progetti pilota di conversione al ciclo chiuso dei processi produttivi?" (Interrogazione a risposta scritta n. 90)
- Disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2021 in materia di bonifica e tutela del territorio, artigianato, industria e commercio, agricoltura, foreste, pesca, energia, ricerca e innovazione". (Progetto di legge n. 49) PROSECUZIONE
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 34 dell'11 marzo 2021.
I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 9741 del 10 giugno 2021.
Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 13.35.
Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin .
Punto n. 1) all'ordine del giorno
I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 9741 del 10 giugno 2021.
Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 13.35.
Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin .
Punto n. 1) all'ordine del giorno
Approvazione verbale della seduta precedente
Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 22a seduta pubblica di martedì 8 giugno 2021.
Punto n. 2) all'ordine del giorno
Punto n. 2) all'ordine del giorno
Comunicazioni della Presidenza del Consiglio [RESOCONTO]
Il PRESIDENTE comunica che il Presidente della Giunta regionale Zaia è in congedo.
Punto n. 3) all'ordine del giorno
Punto n. 3) all'ordine del giorno
Interrogazioni e interpellanze [RESOCONTO]
Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
Punto n. 4) all'ordine del giorno
Punto n. 4) all'ordine del giorno
Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze [RESOCONTO]
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
n. 128 del 28.04.2021
presentata dalla consigliera Baldin
"Da Chioggia a Marghera: un altro deposito di Gpl incombe sulla Laguna?"
Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'IRI in oggetto.
Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.
n. 81 del 23.02.2021
presentata dal consigliere Montanariello
"Discarica abusiva di amianto a Bojon di Campolongo Maggiore. Per quanto ancora i cittadini dovranno convivere con questo pericoloso inquinante? La Regione faccia la sua parte stanziando risorse adeguate!"
Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.
Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.
n. 116 del 06.04.2021
presentata dai consiglieri Ostanel, Camani, Guarda, Zanoni, Lorenzoni, Bigon
"I sistemi informativi sanitari regionali sono sviluppati e gestiti da un'azienda segnalata da ANAC? La Regione chiarisca."
Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRI in oggetto.
Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.
Punto n. 5) all'ordine del giorno
n. 128 del 28.04.2021
presentata dalla consigliera Baldin
"Da Chioggia a Marghera: un altro deposito di Gpl incombe sulla Laguna?"
Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) che illustra l'IRI in oggetto.
Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Baldin (Movimento 5 Stelle) in sede di replica.
n. 81 del 23.02.2021
presentata dal consigliere Montanariello
"Discarica abusiva di amianto a Bojon di Campolongo Maggiore. Per quanto ancora i cittadini dovranno convivere con questo pericoloso inquinante? La Regione faccia la sua parte stanziando risorse adeguate!"
Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.
Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.
n. 116 del 06.04.2021
presentata dai consiglieri Ostanel, Camani, Guarda, Zanoni, Lorenzoni, Bigon
"I sistemi informativi sanitari regionali sono sviluppati e gestiti da un'azienda segnalata da ANAC? La Regione chiarisca."
Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRI in oggetto.
Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.
Punto n. 5) all'ordine del giorno
Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4, del Regolamento [RESOCONTO]
Punto 5.1) all'ordine del giorno
Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "Il nuovo piano rifiuti permetterà di evitare che a Padova vengano bruciati i rifiuti di mezzo Veneto?" (Interrogazione a risposta scritta n. 24)
Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'Interrogazione a risposta scritta (IRS) in oggetto.
Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.
Punto 5.2) all'ordine del giorno
Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "PFAS cC604: quali le conseguenze sui controlli per effetto della limitazione alla vendita del materiale di riferimento certificato?" (Interrogazione a risposta scritta n. 51)
Interviene la consigliera Guarda (Europa verde) che illustra l'IRS in oggetto.
Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Guarda (Europa verde) in sede di replica.
Punto 5.4) all'ordine del giorno
Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "Sversamenti nell'Alpone, la Regione attiverà progetti pilota di conversione al ciclo chiuso dei processi produttivi?" (Interrogazione a risposta scritta n. 90)
Interviene la consigliera Guarda (Europa verde) che illustra l'IRS in oggetto.
Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.
Interviene la consigliera Guarda (Europa verde) in sede di replica.
Interviene il consigliere Zanoni (Partito democratico) per richiamo al Regolamento.
Intervengono la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e l'assessore Bottacin per fatto personale.
Punto n. 6) all'ordine del giorno
Disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2021 in materia di bonifica e tutela del territorio, artigianato, industria e commercio, agricoltura, foreste, pesca, energia, ricerca e innovazione". (Progetto di legge n. 49) PROSECUZIONE [RESOCONTO]
Si prosegue con l'esame dell'articolato e relativi emendamenti collegati al progetto di legge in oggetto iniziato nella seduta precedente dell'8 giugno 2021.
Gli emendamenti nn. A5 e A35 ,aggiuntivi di un articolo, posti in votazione separatamente, col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati e inseriti rispettivamente come articoli 9 e 10.
L'emendamento n. A19 all'articolo 8, illustrato dalla consigliera Zottis (Partito democratico), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
Gli articoli 8 e 9, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inseriti come articoli 11 e 12.
L'emendamento n. A20 aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 13.
Il PRESIDENTE sospende la seduta per permettere all'Ufficio di presidenza della Terza Commissione consiliare di riunirsi ed esprimere il parere sugli emendamenti presentati.
La seduta è sospesa alle ore 14.58.
La seduta riprende alle ore 15.45.
L'emendamento n. A21 all'articolo 10, illustrato dalla consigliera Zottis (Partito democratico), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.
L'emendamento n. A52 all'articolo 10, illustrato con modifiche dalla consigliera Zottis (Partito democratico), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
L'articolo 10, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato e inserito come articolo 14.
Interviene la consigliera Zottis (Partito democratico) sull'articolo 11.
L'articolo 11, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inserito come articolo 15.
Interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto) sull'articolo 12.
L'articolo 12, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inserito come articolo 16.
L'emendamento n. A51 all'articolo 13, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
L'articolo 13, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente inserito come articolo 17.
L'emendamento n. A22 all'articolo 14, illustrato dalla consigliera Zottis (Partito democratico), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.
L'articolo 14 posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato, come emendato inserito come articolo 18.
L'articolo 15, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente inserito come articolo 19.
Sull'emendamento n. A31 all'articolo 16, intervengono i consiglieri Zottis (Partito democratico) che lo illustra e Zanoni (Partito democratico).
L'emendamento n. A31, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
Il PRESIDENTE prende atto che i consiglieri Speranzon e Finco esprimono voto contrario.
Sull'emendamento n. A32 all'articolo 16, intervengono i consiglieri Zottis (Partito democratico) che lo illustra, Possamai Giacomo (Partito Democratico), Zanoni (Partito democratico), Andreoli (Liga Veneta per Salvini Premier), Montanariello (Partito Democratico), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Andreoli (Liga Veneta per Salvini Premier) che chiede di accantonare l'articolo 16 e relativi emendamenti: nn. A32, A50, A23, A24, A49, A25, A26, A48 e A36.
L'emendamento n. A47 all'articolo 17, illustrato dalla consigliera Zottis (Partito democratico), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.
L'emendamento n. A46 all'articolo 17, illustrato dalla consigliera Zottis (Partito democratico), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
L'articolo 17, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato e inserito come articolo 21.
Gli articoli 18 e 19, posti in votazione separatamente, col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inseriti rispettivamente come articoli 22 e 23.
Sull'emendamento n. A3 all'articolo 20, intervengono i consiglieri Guarda (Europa verde) che lo illustra e Zottis (Partito democratico).
L'emendamento n. A3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
Il PRESIDENTE sospende la seduta alle ore 16.35.
La seduta riprende alle ore 17.13.
Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda.
L'emendamento n. A4 all'articolo 20, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.
Interviene la consigliera Guarda (Europa verde) sull'articolo 20.
L'articolo 20, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato e inserito come articolo 24.
Sull'emendamento n. A53 aggiuntivo di un articolo, intervengono i consiglieri Guarda (Europa verde) che lo illustra, Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) e Possamai Giacomo (Partito Democratico).
Intervengono i consiglieri Guarda (Europa verde) e Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) per fatto personale, e Zottis (Partito democratico).
L'emendamento n. A53, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
Gli articoli 21 e 22, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inseriti rispettivamente come articoli 25 e 26.
L'emendamento n. A2 all'articolo 23, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.
L'emendamento n. A45 all'articolo 23, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.
L'articolo 23, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato e inserito come articolo 27.
L'emendamento n. A37 all'articolo 24 è ritirato dalla consigliera Zottis (Partito democratico).
L'emendamento n. A44 all'articolo 24, illustrato dalla consigliera Zottis (Partito democratico), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.
L'emendamento n. A27 all'articolo 24, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.
L'articolo 24 posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato e inserito come articolo 28.
L'articolo 25, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inserito come articolo 29.
Gli emendamenti nn. A28 e A29 all'articolo 26, posti in votazione separatamente, col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.
L'emendamento n. A41 all'articolo 26, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.
L'articolo 26, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato e inserito come articolo 30.
L'articolo 27, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inserito come articolo 31.
L'emendamento n. A42 all'articolo 28, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.
Gli emendamenti nn. A54 e A55 all'articolo 28, illustrati dal consigliere Andreoli (Liga Veneta per Salvini Premier), posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.
In dichiarazione di voto sull'articolo 28 interviene la consigliera Zottis (Partito democratico).
L'articolo 28, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato e inserito come articolo 32.
Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.
Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.
La seduta termina alle ore 18.00.
Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
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MICHIELETTO Gabriele
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BALDIN Erika
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MONTANARIELLO Jonatan
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BARBISAN Fabiano
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OSTANEL Elena
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BET Roberto
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PAN Giuseppe
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BIGON Anna Maria
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PICCININI Tomas
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BISAGLIA Simona
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POLATO Daniele
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BORON Fabrizio
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POSSAMAI Giacomo
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BOZZA Alberto
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POSSAMAI Gianpiero
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BRESCACIN Sonia
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PUPPATO Giovanni
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CAVINATO Elisa
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RAZZOLINI Tommaso
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CECCHETTO Milena
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RIGO Filippo
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CENTENARO Giulio
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RIZZOTTO Silvia
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CESTARI Laura
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SANDONA' Luciano
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CESTARO Silvia
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SCATTO Francesca
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CIAMBETTI Roberto
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SORANZO Enoch
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CORSI Enrico
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SPERANZON Raffaele
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DOLFIN Marco
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SPONDA Alessandra
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FAVERO Marzio
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VALDEGAMBERI Stefano
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FINCO Nicola Ignazio
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VENTURINI Elisa
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FORMAGGIO Joe
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VIANELLO Roberta
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GEROLIMETTO Nazzareno
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VILLANOVA Alberto
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GIACOMIN Stefano
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ZANONI Andrea
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GUARDA Cristina
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ZECCHINATO Marco
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LORENZONI Arturo
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ZOTTIS Francesca
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MAINO Silvia
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IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Alessandra SPONDA |
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IL PRESIDENTE
Roberto CIAMBETTI |
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N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.
PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba