ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 23/06/2021 n. 25

Resoconto n. 25 - 11^ legislatura
Resoconto 25 a Seduta pubblica
Mercoledì, 23 giugno 2021
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 11.17


PRESIDENTE

Diamo inizio alla 25a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 10072 del 17 giugno 2021.
Riprendiamo la seduta da dove l'abbiamo interrotta ieri, quindi siamo sul PDL n. 20 e siamo in discussione generale.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Ha comunicato congedo
Luca ZAIA
Il congedo è concesso.
PUNTO
8



PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI VALDEGAMBERI, RIZZOTTO, SANDONÀ, CORSI, MICHIELETTO, BARBISAN, DOLFIN, ZECCHINATO, BET, CIAMBETTI, SPONDA, VENTURINI, VIANELLO, BOZZA, POLATO, SORANZO, CENTENARO, FORMAGGIO E CESTARI RELATIVA A "SEMPLIFICAZIONI IN MATERIA URBANISTICA ED EDILIZIA PER IL RILANCIO DEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI E LA PROMOZIONE DELLA RIGENERAZIONE URBANA E DEL CONTENIMENTO DEL CONSUMO DI SUOLO – "VENETO CANTIERE VELOCE"". (PROGETTO DI LEGGE N. 20) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 19/2021)

PRESIDENTE

Bene. Siamo in numero legale. Riprendiamo la discussione generale del progetto di legge.
Ha chiesto di intervenire la collega Camani, ne ha facoltà.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
In riferimento a questo progetto di legge devo registrare che, come spesso accade almeno in questa Legislatura, si parte in un modo con una proposta e dopo un percorso lungo, impegnativo, complicato delle volte in Commissione, si arriva da un'altra parte in un luogo diverso dal quale si era partito.
In questo caso devo dire per fortuna e voglio ringraziare i colleghi e il Presidente della Commissione Seconda perché devo dire che, dall'elaborazione iniziale al prodotto finale che arriva in quest'Aula, almeno una parte delle storture e delle irregolarità sono state sanate, ma su questo vorrei parlare più approfonditamente dopo.
Non posso non rilevare come l'ambizione di chiamare questa legge "cantiere veloce" sia oggettivamente un'ambizione eccessiva, essendo alla fine, dopo il risultato del percorso di cui vi ho parlato in premessa, un progetto di legge che in realtà è composto da modifiche per lo più derivanti dall'entrata in vigore del decreto 77 del 2021 e dall'assunzione a rango in una norma regionale di quanto già previsto dal Testo unico dell'Edilizia, rappresentando dunque quel non senso dal punto di vista legislativo su cui si sono interrogati molti Consiglieri prima di me nella seduta di ieri.
Se queste sono le premesse e, quindi un testo molto rimaneggiato, molto ridimensionato, che si limita, nella stragrande maggioranza dei casi, a raccogliere indicazioni di norme già esistenti di rango superiore, devo registrare una metodologia di lavoro che io trovo discutibile, per non dire profondamente sbagliata, di questo Consiglio regionale e mi riferisco al fatto che non si riesca mai a proporre un testo completo, innovativo, anche coerente con il momento storico che stiamo vivendo, che certamente vede la crisi del comparto edilizio come uno dei temi attorno a cui interrogarci, ma che vede anche la crisi economica più generale al centro della nostra discussione, che contemporaneamente alla crisi dell'edilizia - e lo dico al consigliere Valdegamberi che ha proposto questo PdL - vede anche la crisi climatica e le difficoltà che l'ambiente ci ripropone, che dovrebbero essere altrettanto al centro della nostra discussione. Così come il grande tema del consumo del suolo, che dovrebbe essere al centro del cantiere del Veneto.
Guardi, Consigliere, io l'ho ascoltata. Le chiederei davvero di ascoltare anche il mio intervento, con tutta la buona volontà che posso metterci nel tentare di essere collaborativa e di proporle dei punti di vista.
E penso anche che questo momento storico debba essere affrontato con una particolare attenzione alle difficoltà degli Enti locali che si trovano spesso coinvolti in un marasma di normative che si incrociano e che spesso, anziché semplificare, come detto ieri, finiscono per complicare la vita degli Enti locali e dei cittadini.
E non a caso, però, nella discussione di ieri, si è parlato di come il comparto dell'edilizia sia un comparto attorno a cui si può costruire un incentivo al rilancio dell'economia in generale. Questo è assolutamente vero ed è qua che dovrebbe entrare in campo la politica. Cioè credo che sia finito il tempo in cui, per la politica, il rilancio del settore edilizio possa corrispondere esclusivamente a nuove edificazioni o al nuovo consumo di suolo o a nuove forme di surrettizio condono. Lo dico perché negli anni Ottanta, negli anni Novanta, il nostro Paese è stato condotto secondo questa logica, per cui per rilanciare e lanciare l'economia si era pensato ad investire in una grande trasformazione urbana fatta appunto di nuove edificazioni e nuove urbanizzazioni: quello era un modello che era coerente sia per la fase economica che il nostro Paese stava vivendo e anche perché forse ancora non c'era una consapevolezza piena di quanto le conseguenze di quel tipo di politiche avrebbero fatto pagare un conto salatissimo alle generazioni future. Sta qui la differenza nell'interpretare gli atti di indirizzo di sviluppo delle politiche anche nel comparto edilizio, tra chi propone il Bonus del 110% e chi può propone, come in questo caso, l'ennesimo condono.
Del resto stiamo parlando della Regione che ha investito energie e risorse, ad esempio, nel fantomatico Piano Casa, che ormai da anni fa danni e ha fatto danni nei nostri territori e che è stato certamente un elemento rilevante nella costruzione del consenso della Lega in questi territori, perché è stato evidentemente uno strumento che ha intercettato il bisogno e la necessità del singolo cittadino di ampliare la propria casa con regali di cubatura. Ma la differenza tra il singolo cittadino e il legislatore dovrebbe stare qui: che il singolo cittadino si occupa del benessere suo personale, il legislatore dovrebbe avere a cuore il benessere della comunità.
Con queste premesse oggi ci troviamo ad un intervento che si limita, dicevo, ad attuare quanto già previsto da altre norme nazionali e lo fa, a mio giudizio, in due modi: o sostanzialmente replicando contenuti che hanno già rango di legge e in altri casi inserendo, però, elementi ambigui e di dubbia interpretazione. Questo avviene in alcuni casi, credo, per la poca attenzione del legislatore, ma in altri casi per una volontà surrettizia di procedere nel segno del consumo del suolo, come dicevo prima, in riferimento, ad esempio, al Piano Casa. Mi riferisco in particolar modo all'articolo 2 e all'articolo 3. L'articolo 2 cerca di individuare gli interventi che secondo la Regione del Veneto dovrebbero considerarsi di diretta esecuzione di strumenti urbanistici generali e lo si fa mettendo dei paletti che, in realtà, anziché definire meglio e restringere il campo di applicazione, surrettiziamente lo vogliono ampliare.
La stessa cosa avviene con l'articolo 3, dove in realtà si dice che si vuole solo rendere più chiare e semplificare le fasi per l'approvazione delle varianti urbanistiche cosiddette "semplificate" e in realtà si costruiscono le condizioni per ampliare ulteriormente il ricorso a questo strumento per intervenire nella pianificazione territoriale dei territori.
A parte questi articoli, ce ne sono, a mio giudizio, un paio che pongono davvero dei problemi seri. Il primo, e vado veloce perché il tempo sta per scadere, è l'articolo 5, che introduce la possibilità da parte dei Comuni di monetizzare nel caso in cui gli interventi di cambio di destinazione d'uso non consentano il reperimento degli standard previsti. Anche in questo caso, il punto non è negare l'evidenza, cioè negare il fatto che delle volte alcuni interventi necessari siano irrealizzabili perché non ci sono fisicamente gli spazi per questi standard. Introdurre in maniera così diretta il principio della monetizzazione, a mio avviso, è molto pericoloso, perché produrrebbe un effetto non controllabile e non controllato da parte degli Enti locali.
L'altro grosso problema è quello previsto dall'articolo 7, quello che riguarda le tolleranze per lo stato illegittimo dell'immobile. Il problema esiste ed è, credo, esploso nella sua violenza in riferimento in particolar modo alle necessità collegate all'utilizzo del Bonus 110%. Ovviamente, però, la proposta messa in campo dal proponente, da questa Amministrazione è molto discutibile: perché far coincidere l'assetto dell'immobile con quello rilevato in sede di abitabilità o agibilità, che ricordo sono atti che si limitano all'accertamento igienico-sanitario e che nulla hanno a che vedere con gli aspetti edilizi, è un principio fortemente discutibile, tanto che già nella precedente Legislatura questo Consiglio aveva tentato un'operazione simile che era stata impugnata dal Governo e condannata dalla Corte Costituzionale proprio perché avevano letto dietro quel tentativo una sorta appunta di condono surrettizio. Il rilievo che la Corte ha fatto a questa Regione è che la potestà legislativa per i condoni edilizi non è della Regione, che ha invece la potestà legislativa per quanto riguarda le norme di natura urbanistica, ma è invece dello Stato.
Peraltro, questa formulazione dell'articolo 7 è ancora più incomprensibile rispetto al fatto che il Governo ha già risolto il problema per noi, perché nel "Decreto Semplificazioni" è già previsto che per gli immobili costruiti in un'epoca antecedente l'obbligo del titolo edilizio lo stato legittimo si deve desumere dalle informazioni catastali.
Ora, se è vero che il problema dipende dal fatto che prima del '77 il progetto sostanzialmente che veniva depositato in Comune raramente corrispondeva al progetto realizzato, perché fondare lo stato di legittimità sul titolo agibilità o abitabilità, che ha rilevanza solo dal punto di vista igienico-sanitario e non sull'atto catastale, come peraltro il Governo ha già deciso? Anche in questo caso rischiamo, e vado a concludere, di intervenire in modo scorretto dal punto di vista delle competenze tra Stato e Regioni e anche inutile, perché c'è una norma di rango superiore che detta una indicazione diversa da quella che noi proviamo a mettere in legge.
Queste sono alcune delle ragioni per le quali io credo che questo progetto di legge andrebbe ritirato e rivisto completamente.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Ostanel ha la parola.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo progetto di legge ha al suo interno parecchie criticità e provo appunto a dirne alcune, ma anche a fare un discorso più generale rispetto all'atteggiamento che qui dentro mi pare di vedere da quando sono stata eletta, un atteggiamento sbagliato rispetto a un continuo a modificarsi della legge sul consumo del suolo introducendo alcuni articoli all'interno di alcuni progetti di legge e di conseguenza minando il ruolo soprattutto degli strumenti urbanistici e nel governo del territorio.
Questo è un tema politico, un punto politico molto importante, per quanto mi riguarda importantissimo, perché credo sia sbagliato continuare a dire che cerchiamo l'obiettivo di consumare il suolo zero entro il 2050 e poi vedere spuntare degli articoli precisi che invece rendono questo obiettivo molto, molto difficile da raggiungere. E questo è un atteggiamento che quando ero fuori da questo Consiglio regionale faticavo a comprendere e a capire. Guardavo la legge e dicevo: beh è una legge positiva nei suoi obiettivi e poi quando andavamo a vedere o andavo a vedere, anche tecnicamente, alcune delle deroghe che ad esempio in quella legge ci sono e ci sono ancora all'articolo 12, iniziavo a capire perché. Ecco, qui stiamo aggiungendo alcuni punti molto problematici, non su tutti gli articoli, ma alcuni articoli all'interno di questa legge sono problematici e dovrebbero essere assolutamente modificati, se non addirittura ritirati. Vado nello specifico: allora, la cosa più criticabile dell'impianto di questa proposta è proprio il fatto che vengono depotenziati gli strumenti urbanistici che ogni Comune ha nella propria dotazione per pianificare non solo lo sviluppo territoriale ed urbano ma anche cercare di porre un limite appunto al consumo di suolo.
All'articolo 2, ad esempio, che è uno di quelli appunto più critici, soprattutto c'è anche un'estrema confusione nel come l'articolo è stato definito e io ringrazio, come hanno fatto altri colleghi, la struttura tecnica perché nel lavoro in Commissione siamo davvero riusciti a fare un lavoro, credo, buono nel rendere almeno questa proposta non incostituzionale nella maggior parte degli articoli com'era inizialmente. Quindi ringrazio davvero chi ha lavorato per rendere questa legge almeno presentabile. Però rimangono una serie di criticità: ad esempio all'articolo 2 si parla di strumento urbanistico generale, si fa riferimento però a disposizioni che, solitamente, disciplinano i Piani Urbanistici Attuativi, ad esempio si cita appunto le disposizioni planivolumetriche e non plano-volumetriche e si richiamano indicazioni che di solito sono previste per l'attuazione degli interventi di completamento, tipo le zone B. Il rischio è quello che noi, con questo articolo, depotenziamo del tutto gli strumenti attuativi, che sono proprio gli unici che dovrebbero in qualche modo definire una progettazione unitaria della città. Questo articolo è confuso e, quindi, non permette di fare questo. Ma soprattutto ci sono altri due articoli che sono quelli più critici e quelli su cui io, credo, dovremmo fare davvero un ragionamento approfondito.
L'articolo 10, non lo recito perché lo avete tutti davanti, ma io vi faccio una domanda: cioè siamo consapevoli che con questo articolo i Comuni potranno fare interventi edilizi in attuazione diretta del Piano degli Interventi in aree soggette a Piani Urbanistici Attuativi ma anche senza avere un PUA? Questo tema e questo punto è un punto critico. È un punto critico che, al di là del posizionamento politico che abbiamo in quest'Aula, dovremmo tutti capire a cosa ci stiamo riferendo: potremmo fare degli interventi edilizi in assenza di Piano Urbanistico Attuativo e chi è stato amministratore sa cosa vuol dire. Non credo di dover aggiungere altro perché o si è d'accordo e quindi anche quando si è stati amministratori e tutte quelle volte che si cercava appunto di porre un limite e i PUA, in questo caso almeno danno la possibilità di pianificare, se oggi invece noi facciamo sì che si possa, con una SCIA, che è appunto una dichiarazione di inizio attività, andare a fare degli interventi al di fuori dei Piani Urbanistici Attuativi il messaggio è chiaro: è quello che noi non stiamo utilizzando gli strumenti di piano e stiamo in qualche modo passando oltre quelli che sono gli strumenti urbanistici che un Comune ha e che li ha appunto per pianificare meglio il governo del territorio.
Passo poi e sarò veloce perché ho fatto fatica anche a pensare a una manovra emendativa, perché io credo che gli articoli abbia senso rigettarli o avrebbe senso ritirarla e rifarla una proposta di legge di questo tipo, nonostante tutto il lavoro che abbiamo fatto in Commissione e allora ho provato a fare qualche proposta di emendamento giusto per migliorare, almeno rendere possibile un minimo miglioramento di alcuni articoli soprattutto sull'articolo 10.
L'articolo 10 ha in sé una cosa positiva, che è la possibilità di mutare le destinazioni d'uso: qui sì noi sappiamo che per rigenerare un territorio è importante riuscire a cambiare anche le destinazioni d'uso e su questo principio io sono d'accordo, però quando andiamo a vedere questo articolo vediamo, almeno io vedo, un problema grande, enorme, che è quello degli standard. Gli standard sono la garanzia della città pubblica e noi, in questo articolo, stiamo proponendo in qualche modo di fare in modo che gli standard non vengano rispettati e anzi, di arrivare ad un'estrema ratio, quella della monetizzazione e di arrivarci praticamente sempre.
Sappiamo perché, perché i Comuni in ristrettezza di fondi tendono a monetizzare e noi con questa norma gli diamo il là. Mentre io credo che dovremmo fare una cosa assolutamente diversa e infatti ho proposto degli emendamenti per cercare di mantenere un principio buono che questo articolo ha, ma provare a fare in modo che gli standard nella città vengano rispettati, quindi si lavori per una città pubblica. Ne ho proposti vari pensando ad un gradiente, cioè dicendo: okay, se cambio una destinazione d'uso devo comunque mantenere gli standard; se non riesco a farlo nella zona in cui dovrei farli, li faccio nella zona subito adiacente. Questo, tra l'altro, è previsto anche ed è descritto anche molto chiaramente nella legge sugli standard che tanti anni fa il nostro Governo, lo Stato, ha approvato. E per fortuna.
Tra l'altro - e faccio una parentesi - non so se qualcuno di voi ha vissuto mai in luoghi dove gli standard urbanistici non esistono. Io ho vissuto in Canada e a Toronto quello che succede è che la speculazione edilizia cresce a tal punto, proprio perché in qualche modo è possibile fare qualsiasi cosa, la città pubblica non rimane, i servizi non rimangono e il territorio in qualche modo espelle le persone, soprattutto quelle più povere. Questo è un tema a cui noi dovremmo pensare. Soprattutto, e forse noi che viviamo in Veneto lo vediamo, vediamo che la città diffusa, progettata nel corso di tutti questi anni, ha fatto sì che tantissimi di noi magari vivono in un piccolo Comune, dove è stata creata la propria casa, la villettina, quello che abbiamo, ma poi è difficile andare, se non con un'auto privata, al lavoro o in altri luoghi. È perché, in qualche modo, gli standard, che significa anche dare quei servizi pubblici che servono al cittadino per vivere una vita di qualità, non sono stati rispettati. Questo è un tema veramente, veramente importante.
Tra l'altro, a livello nazionale c'è una discussione di come migliorare e lavorare anche su una disciplina, una legge nuova sugli standard urbanistici, perché non neghiamo che comunque ha bisogno di un rinnovamento, visto che è del '68. Però noi non possiamo, in questo Consiglio regionale, dire che siamo d'accordo, almeno io non lo voglio dire, quindi sono fortemente contraria a pensare che noi approviamo una norma che dice che possiamo cambiare una destinazione d'uso e, magari, creare un hotel dove prima c'erano uffici e non solo non garantire il parcheggio, che sarebbe il minimo. Ma negli standard urbanistici non ci sono solo i parcheggi e tante volte, ahimè, purtroppo, si pensa che siano solo questi: ci sono le scuole, i servizi educativi, i parchi pubblici, gli spazi pubblici, tutte quelle dotazioni di città pubblica che rendono la città vivibile.
Noi stiamo, con questa norma, facendo sì che questo possa non accadere più ed è molto, molto pericoloso. Veramente, ve lo dico con il cuore: è pericoloso.
Ho provato a definire una serie di emendamenti per mettere un limite, che è quello di dire: se non li faccio lì, li faccio in un'area adiacente. Poi, addirittura, ho approvato a farne un altro sulla monetizzazione, per cui, anche se si monetizza la monetizzazione deve essere legata alla realizzazione di standard, perché è vero che magari alcuni Comuni preferiscono e hanno bisogno di monetizzare, però almeno facciamoli monetizzare per riuscire a rendere queste opere consone alla vivibilità del quartiere.
Ne ho aggiunto un altro dove, in ogni caso, quando la destinazione d'uso che si modifica è quella di produrre nuovo commerciale, si faccia in modo che lì non si possano monetizzare gli standard, proprio perché sapete che con l'esplosione dei centri commerciali, soprattutto quelli sotto i 1.500 metri, siccome, tra l'altro, nei prossimi anni avremo tantissimi vuoti urbani a partire proprio da quegli immobili, se noi lì permettiamo di monetizzare gli standard e di non farli, noi rischiamo di avere un sacco di strutture che cambiano destinazione d'uso, magari ridiventando o diventando commerciali e in quel quartiere abbiamo problemi di viabilità, persone che non riescono più andare a lavoro perché c'è l'ingorgo presso il centro commerciale e cose di questo tipo. Io credo sia sbagliato.
Chiudo di nuovo aggiungendo un ultimo punto sugli standard urbanistici. Il fatto di rendere gli standard qualcosa che viene assunto come importante non è solo per garantire al cittadino il permesso, la possibilità di vivere una vita di qualità e migliore, indipendentemente da dove viva e abbia la propria casa, ma serve anche ai Comuni per continuare a monitorare – è il ruolo che i Comuni hanno, soprattutto il settore Urbanistica dei Comuni - quello stato conoscitivo della città che gli permette di capire che tipo di sviluppo urbano avere nei prossimi anni.
Se noi vogliamo lavorare davvero sulla rigenerazione urbana e tra l'altro con il titolo di una legge che si chiama "Cantiere veloce" si fa fatica, almeno a me, semanticamente, a pensare che sia qualcosa che invece ha dentro il seme della rigenerazione urbana, che è appunto il riuso, il ripensare i luoghi per dargli una nuova funzione, mentre qui noi abbiamo una legge che al suo interno ha tantissimi articoli che trattano temi molto diversi e non è un testo organico.
Togliere gli standard non è solo rendere al cittadino più difficile la vita all'interno di un quartiere, ma significa anche far perdere all'Amministrazione pubblica dei Comuni, soprattutto quelli più piccoli, la possibilità di capire che tipo di città si ha davanti anche per progettarla per il futuro.
Davvero, l'articolo 10 e quelli che prima ho citato, il 5 e il 2, sono molto critici; le altre norme, gli arti articoli hanno anche qualcosa di positivo al loro interno. Ci abbiamo lavorato tanto in Commissione e quindi si è arrivati anche a porre alcune questioni positive, ma davvero vi chiedo di fare un ragionamento su questi, almeno su questi, perché se oggi usciamo dall'Aula approvando una legge, così, senza pensare a quello che poi avverrà sui territori, io credo sarebbe sbagliato. Al di là del posizionamento politico di ognuno, vi invito e invito tutti a pensare alla propria vita da amministratore perché, al di là di semplificare, e in alcuni casi è molto positivo, ci sono poi delle ricadute che invece vanno sulle persone che vivono nelle città, che possono essere molto negative. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Soranzo, ha la parola.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Gentili colleghi, buongiorno.
Io sinceramente ho cambiato un po' la scaletta del mio intervento perché pensavo di intervenire più tecnicamente, ma ho capito che negli interventi dei colleghi di tecnico ci sia poco da discutere in quest'Aula e capisco anche che i lavori in Commissione, molto difficili e laboriosi e su questo anch'io voglio ringraziare il lavoro degli uffici, la parte tecnica, ma anche il lavoro di tutta la Commissione. Io credo e faccio queste riflessioni perché vorrei porre alcune questioni a chi è intervenuto precedentemente, quindi l'intervento è esclusivamente e preminentemente politico, perché credo che ci sia stata fatta un po' di confusione e si faccia un po' di confusione, perché quando si cita, collega Ostanel, chi ha esperienza amministrativa, ha ragione e le spiego perché, però non bisogna fare la confusione. Per esempio, quando si parla di opere di urbanizzazione o di standard urbanistici bisognerebbe differenziare gli oneri e le opere primarie dai secondari, e quando si parla di monetizzazione bisogna capire poi come possono essere investiti, ma ci torniamo tra un attimo.
Innanzitutto, credo di poter dire che va fatta una puntualizzazione sul percorso di questo PdL. L'ha recitato bene il collega Valdegamberi ieri, oggi io mi sento anche molto meglio, quindi riesco anche a essere più incisivo, spero, ma la storia di questo PdL porta con sé due cambiamenti: il primo arriva, come ha detto il collega Valdegamberi, dalla passata Legislatura, che aveva come obiettivo sicuramente alcuni provvedimenti legati all'epoca e al momento emergenziale del Covid-19. Poi, se ricordate, gentili colleghi, nella Commissione insieme abbiamo deciso di fare una modifica proprio riprendendo ex-novo questo progetto di legge, diventato PdL 20, e abbiamo deciso di renderlo strutturale. Strutturale significa che è armonico, confacente ai nuovi obiettivi, alle normative vigenti di ordine statale e di ordine regionale. Questi sono gli obiettivi che ci siamo dati durante i lavori della Commissione, ma partendo da un assunto. E qui vorrei ricordare all'opposizione che evidentemente viviamo due realtà diverse: la prima, che questo progetto di legge porta, secondo noi, una novità fantastica - che per la Regione Veneto non è neanche una novità - ma quella di una Regione che sa ascoltare, perché dentro questo PdL ci sono norme o meglio, ci sono dei provvedimenti che si inseriscono nel quadro generale normativo che vanno a cercare di dare una risposta alle richieste del territorio, dai Comuni alle Province, agli ordini professionali e anche agli stessi cittadini perché alla fine, come molti sapranno, oggi un cittadino da solo non può fare una richiesta né nessuna pratica presso un Ufficio Tecnico comunale, perché lo Stato, il Governo, ha deciso che deve per forza avvalersi di una figura professionale autorizzata.
A questo punto, questo PdL ha cambiato assolutamente la propria fisionomia e ha posto in essere come obiettivi, che anche il relatore Zecchinato ha portato in evidenza nella sua relazione iniziale, quelli di colpire e andare nella direzione della chiarezza, semplificazione, accelerazione dei procedimenti e, soprattutto, quello che serve oggi. Oggi noi abbiamo, rispetto all'inizio del percorso di questo PdL, delle modifiche tutt'oggi all'interno del Parlamento, delle modifiche normative sui nuovi strumenti, sia di efficientamento, sia di detrazione fiscale, come per esempio il 110 Bonus, ma non solo, che di fatto danno una opportunità quasi storica e quindi questa opportunità va colta soprattutto per tutto quel patrimonio immobiliare storico, delle città storiche, che non ha mai avuto e non ha nel conto economico di ogni abitazione, nel processo di riqualificazione semplice risoluzione. Infatti, negli anni abbiamo visto che pochi sono stati gli interventi.
Oggi noi abbiamo il dovere, dal nostro punto di vista, di dare queste risposte, di cercare di semplificare i procedimenti affinché questi obiettivi possano essere raggiunti. I conti con chi li facciamo? Li facciamo con i tempi, con la tempistica, li facciamo con la richiesta, il grido d'aiuto che tutti gli Uffici Tecnici dei Comuni e delle Municipalità venete stanno chiedendo nel trovare delle soluzioni per cercare di risolvere il problema di un gonfiore, ormai risaputo in molte parti del Veneto, di pratiche che hanno ritardi importanti nella loro evasione. Questo è dato da un patrimonio che ha una storia particolare, quella italiana, e che ha tante particolarità.
Quindi, quando noi andiamo a parlare di stato legittimo, quando andiamo a parlare di tolleranze, quando andiamo a parlare di tanti contenuti di questo PdL sono, di fatto, quelli che il territorio ha posto come obiettivi per poter risolvere non tanto, e arrivo ai colleghi, in termini, come ho sentito parlare, in ordine da Montanariello, che parla... Ci siamo parlati prima. So che accetterà anche questa riflessione ad alta voce, un po' goliardica. Parlava di insalate con un contorno di tante cose, ma non si è capito bene cosa volesse dire e di che insalate parlasse. Parlava di qualche articolo, che di fatto era l'obiettivo di qualche parte politica, se ho capito bene, mentre il resto faceva il contorno per confondere le idee.
Poi non ho capito l'intervento del collega Lorenzoni. Il collega Lorenzoni parlava di un PdL che vuole rilanciare il settore dell'edilizia. Ha parlato, poi, della crisi, che sappiamo tutti, dell'approvvigionamento dei materiali, della impennata dei prezzi dei materiali. Ma questo non è un PdL che vuole dare un impulso all'edilizia. L'edilizia ha un impulso storicamente, in questo momento, che non ha bisogno di uno stimolo. Anzi, abbiamo il problema che i professionisti non sanno come evadere le richieste di lavoro.
Come? Non capisco.
Non ha bisogno di questo il settore edilizio. Questo PdL ha un altro obiettivo: quello di semplificare, di accelerare, di snellire e di risolvere quella burocrazia che, invece, sta nelle pratiche, nei cassetti degli uffici comunali; quello che attanaglia i cittadini, che vorrebbero riqualificare la propria abitazione con gli strumenti posti in essere oggi dalle norme e non riescono; quello di riuscire a modificare delle costruzioni che hanno avuto negli anni delle modifiche che non hanno seguito.
Guardate, un'esperienza simile l'abbiamo vissuta quando è stata modificata ‒ e lo sanno molti amministratori qui presenti ‒ la norma che per rogitare un immobile si doveva avere il certificato urbanistico che praticamente confermava lo stato dell'immobile rispetto all'autorizzazione edilizia. Lì c'è stato un grosso problema perché alcune modifiche non risultavano essere in ordine con le pratiche e hanno bloccato e bloccavano tantissimi rogiti o compravendite.
Questo è un cambiamento epocale, giusto, ma che è stato fatto in fretta e furia, dalla sera alla mattina, di un patrimonio edilizio che non era pronto, in un Paese che la mattina si sveglia e dice: "Cambiamo tutto", ma non si ricorda da dove viene. Queste sono state trasformazioni giuste, ma che avevano bisogno e hanno bisogno che la parte legislativa faccia la propria parte.
Poi, per quanto riguarda la monetizzazione, adesso... Siccome capisco che tutto il PdL, e lo dico al collega Zecchinato, con tutta la bontà che porta questo PdL in alcuni punti interessanti per le Municipalità e non solo, qui interessa solo il problema della monetizzazione degli standard urbanistici.
Standard urbanistico è anche una vasca di laminazione di accumulo delle acque piovane, standard urbanistici sono anche i parcheggi, la viabilità, però in quest'Aula non si può pensare di dire che i Comuni o i Sindaci e le Amministrazioni devono essere commissariate perché incassano la monetizzazione ed evidentemente entrano nella spesa corrente del bilancio comunale, certo, e vengono investite per fare festicciole o altri servizi. Io non penso questo perché voi state in qualche modo asserendo che la monetizzazione, che è prevista normalmente nelle NTA, serve come se dovessimo obbligare, cosa possibile, lo diceva il collega Montanariello, che le risorse che vengono incassate per la monetizzazione devono avere un capitolo vincolato nel bilancio. Ci sono dei Comuni che l'hanno fatto: hanno messo un capitolo vincolato per cui devono essere spese. Questo lo farà, se lo vorrà, un Comune, ma la serietà dei Sindaci che io conosco non ha bisogno di una norma che li commissaria o che gli dica che c'è bisogno di un capitolo vincolato perché potrebbero spendere per qualcosa che non è. Quindi, io veramente richiamo quest'Aula su questo tema all'attenzione su quello su cui ci si esprime e le modalità con cui si esprimono certi concetti, perché la monetizzazione è uno strumento utile, soprattutto in quei contesti dove, di fatto, non si riesce oppure quartieri che sono nati con una vocazione in anni completamente diversi da questi e che oggi non riescono a trovare una risposta. Questo non può essere un ostacolo a riqualificare dal punto di vista energetico, dal punto di vista del benessere, dell'efficacia dell'immobile, della sicurezza dell'immobile e, se lo posso dire, anche esteticamente della bellezza degli immobili che hanno bisogno, dopo magari decenni e decenni, di interventi. E allora il legislatore bene fa a prevedere la monetizzazione, bene fa a dare la possibilità di questo strumento e bene lo faccia chi dovrà applicarlo, che sono i Sindaci, le Amministrazioni e lo dovranno fare con quel senso che sempre li ha contraddistinti, almeno per quello che io conosco e come sono stato io, con la serietà che andranno sicuramente a investire negli standard urbanistici perché quando si va a potenziare la rete delle acque bianche, quando si va a potenziare l'illuminazione, si va a potenziare sicuramente tutti quelli che sono le infrastrutture e i sottoservizi, che magari si vedono poco perché sono generalizzati, si può tranquillamente pensare che una parte di quelli sono anche la monetizzazione, ossia l'adeguamento, l'ampliamento e il potenziamento di quelle infrastrutture o sottoservizi che prima dovevano servire un bacino e un numero di utenti, anziché oggi uno diverso nel momento in cui dovesse cambiare la situazione. Ecco, voglio richiamare questo punto perché penso che sia giusto lasciare ai Sindaci la libertà di organizzarsi come meglio credono nella loro programmazione delle opere pubbliche e nell'avere la possibilità di incassare queste risorse e dare avvio alla riqualificazione di patrimoni immobilizzi importanti.
Aggiungo e concludo che per quanto, insomma, possiamo dire, questo è un PdL che sta tenendo il territorio assolutamente, posso dire, con interesse, ci sono delle norme sicuramente che potevano essere e possono essere elaborate meglio, deve essere un punto di partenza, non è un punto d'arrivo perché ci sono dei punti, come diceva qualche collega ieri, che non hanno trovato, almeno oggi, risposta. E, quindi, noi consideriamo questo PdL un punto di partenza per continuare a procedere in un percorso che deve stare al passo con i tempi, al passo con il territorio, dare quelle risposte che oggi non ha ancora dato e che non devono rimanere lettera morta, ma dovranno trovare un riscontro, io credo anche posso dire, con una certa velocità, proprio perché oggi il mercato, intendo il mercato edilizio inteso come riqualificazione del mercato del patrimonio edilizio, ha bisogno di risposte e non può attendere. Oggi è un momento storico, come c'è stato nel secolo scorso del nostro Paese e non possiamo fallire questa occasione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ha chiesto la parola il collega Bozza. Prego.

Alberto BOZZA (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente. Gentili colleghi.
Molto si è detto ieri e oggi su questo punto di partenza, perché il PdL 20 sicuramente nasce, come diceva il primo firmatario, il collega Valdegamberi, dalla precedente Legislatura, spinto da motivazioni anche forse differenti rispetto a quelle che ci troviamo oggi ad affrontare dopo un anno di pandemia, dopo un anno che ha visto soffrire sicuramente molti settori della nostra economia e non possiamo certamente non cogliere la sofferenza del settore dell'edilizia, che è sempre stato motore trainante non solo dell'Italia ma soprattutto del nostro territorio veneto. E quindi l'idea di reintrodurre in questa Legislatura lo stesso strumento andando a cogliere quelle necessità quanto mai fondamentali ed essenziali oggi, di semplificare, di snellire, di sburocratizzare, di velocizzare tutte quelle che sono le procedure che oggi interessano i cittadini, interessano i professionisti, interessano le aziende, sia coloro che costruiscono sia le aziende che forniscono i materiali. Un settore che ha una filiera ben precisa, un settore che, se si inceppa questa filiera nel processo procedurale, è evidente che crea disagi, crea difficoltà, crea rallentamenti. E se poi questo si abbina a quello che il Governo ha cercato e sta cercando di fare per dare delle opportunità ai nostri cittadini di usare degli strumenti incentivanti per rimettere in moto dando iniezione di benzina al motore dell'edilizia, chi ha un ruolo oggi di legislatore non può non evidenziare che, se ci sono delle difformità, delle difficoltà e degli ostacoli a cogliere questi tipi di opportunità, anche nazionali - vedi Superbonus 110 oltre che il Bonus Facciate – è evidente che bisogna intervenire.
Ecco il motivo per cui con questo PdL si è cercato di intervenire anche con degli articoli specifici, che sicuramente possono essere discutibili, che sicuramente possono essere oggetto di preoccupazione, ma che sono risposte con soluzioni coraggiose che non possiamo non prendere in considerazione. Certo, poteva essere un PdL più coraggioso, certo, poteva essere un PdL che in qualche maniera desse delle risposte più pragmatiche, più efficaci rispetto a quello che il mondo esterno oggi si aspetta, il mondo del settore dell'edilizia e questa convinzione mi è venuta ancora più forte leggendo le tantissime osservazioni che sono giunte all'attenzione della Commissione durante proprio le consultazioni: osservazioni che denotavano tutte un'esigenza forte e ben precisa di un intervento necessario e quanto mai fondamentale oggi più, nel tempo in cui dobbiamo affrontare la crisi economica, in un settore come quello dell'edilizia.
Da queste osservazioni ne è nato sicuramente un dibattito, ne è nato sicuramente un confronto, sono emerse delle sensibilità in sede di Commissione anche differenti tra colleghi della maggioranza, oltre che dell'opposizione, ma credo sia stato quanto mai fondamentale che questo confronto avvenisse, perché, come dicevano sia il collega Valdegamberi che il collega Soranzo, deve essere un punto di partenza. Ci siamo resi conto in questa discussione, in questo dibattito, che quello di oggi è un punto di partenza e non è certamente un punto d'arrivo.
Noi dobbiamo, perché la politica lo deve fare, ha l'obbligo di farlo in questo momento, aggiungere il più velocemente possibile altri ulteriori tasselli che ci consentano di dare quelle risposte che il mondo esterno ci sta chiedendo. Quindi, la variabile tempo in questo momento storico e in questa Legislatura sarà fondamentale. Ecco perché sostengo fortemente che dovremmo affrontare subito, quanto prima, insieme ai colleghi, ai Presidenti e agli uffici ulteriori importanti spunti, che sono ancora sul tavolo di discussione della Commissione, che ci siamo ripromessi insieme politicamente di riprendere quanto prima, per affrontarli con i dovuti strumenti e con le dovute modalità.
La parte dell'articolato la conosciamo tutti perché l'abbiamo modificata più volte, l'abbiamo ridiscussa, abbiamo fatto un lavoro di taglio e cucito non indifferente. Sicuramente, come dicevo prima, ci sono anche degli aspetti che daranno delle risposte certe e immediate oggi e degli aspetti che rimangono sospesi.
Facendo riferimento, ad esempio, a qualche collega dell'opposizione che sollevava la perplessità e sollevava anche una certa preoccupazione, ad esempio, per l'articolo 7, con riferimento allo stato legittimo dell'immobile e tolleranze, che io personalmente ho sposato nelle osservazioni che sono arrivate all'attenzione della nostra Commissione e che mi sono sentito di perorare insieme ad altri meno fortunati nel passaggio, nell'accoglimento in Commissione, ma che va a risolvere un problema pratico, un problema che oggi i nostri professionisti e i cittadini, cercando di utilizzare gli strumenti che ricordavo prima (vedi il Superbonus), sono in difficoltà perché tecnicamente e dal punto di vista pratico non riescono a utilizzare questo strumento proprio per questo tipo di problema.
Ecco allora che, con l'introduzione di questo articolo 7, oggi noi diamo la possibilità ai cittadini di accedere a quegli incentivi fiscali nazionali e al tempo stesso di risolvere il problema relativo alle certificazioni sugli immobili abitativi che prima del 30 gennaio del '77 avevano subito delle piccole variazioni, delle piccole varianti cosiddette non regolarizzate per scelta di precedenti proprietari – sì, è così – che ovviamente, non possiamo far ricadere poi la colpa sugli attuali proprietari, erano dotati di un certificato di agibilità dell'epoca. La ratio di questo articolo dà la possibilità agli attuali proprietari che, ripeto, nulla hanno a che fare con le parziali difformità dell'immobile realizzate prima del '77, di accedere al Superbonus edilizio e gli altri incentivi fiscali che non dovranno così più ottenere una preventiva e impossibile a volte anche regolarizzazione di quegli interventi che si ricordavano prima nelle abitazioni ante '77. Si risolve il problema della doppia certificazione e, di fatto, si dà la possibilità ai proprietari di quegli immobili di poter usufruire del Superbonus e non certamente di poter far ricadere questioni di oltre quarant'anni prima su chi oggi decide di ristrutturare il proprio immobile.
Queste motivazioni sono state affrontate anche prendendo spunto da suggerimenti arrivati anche dagli Ordini professionali, che hanno ripreso già un orientamento che si è consolidato dal punto di vista giurisprudenziale nella VI Sezione del Consiglio di Stato nel 2018, anche utilizzando, con la stessa motivazione, la norma della Regione Marche, che non è stata impugnata dal Governo, prevedendo esattamente uno strumento uguale.
Se abbiamo dei precedenti e se noi oggi vogliamo dare delle risposte, credo che sia doveroso da parte del Consiglio regionale del Veneto, non girare la testa dall'altra parte e in maniera coraggiosa portare avanti delle iniziative e delle semplificazioni che, di fatto, vanno a risolvere buona parte delle problematiche.
Chiudo dicendo che come Gruppo di Forza Italia abbiamo lavorato anche in concerto, insieme, oltre che ai colleghi, agli uffici, anche all'ANCI; abbiamo condiviso un percorso sicuramente parziale, abbiamo condiviso l'intento soprattutto di accelerare oggi, con la promessa che domani ci ritroveremo insieme per affrontare altri problemi che riguardano anche la legge 14 del 2019, che sappiamo è stata frutto sicuramente di un equilibrio politico della precedente Legislatura che, lungi da noi, oggi, soprattutto per chi è nuovo, mettere in discussione quell'equilibrio politico. Ma al tempo stesso abbiamo il dovere di cogliere le difficoltà applicative di questa legge oggi, nel contesto anche di difficoltà che ci ritroviamo a causa della pandemia e dobbiamo essere capaci di adottare quella flessibilità politica necessaria per apportare i correttivi necessari, per arrivare ancora una volta a ulteriormente mettere un tassello sulla parola semplificazione. Perché, guardate, noi possiamo dare contributi a fondo perduto a chi vogliamo, ma la coperta è quella che è, ma se riusciamo a fare un lavoro di semplificazione e di sburocratizzazione sicuramente riusciremo ad immettere nell'economia del nostro territorio dei sostegni e dei contributi, non solo economici, importanti, indiretti ma soprattutto dare la dimostrazione che sburocratizzare si può e semplificare e se si vuole, si arriva insieme ad una conclusione che ovviamente rende felici sicuramente chi oggi aspetta delle risposte.
Per cui io spero e mi auguro che su questo PdL, con tutte le sue imperfezioni, ci sia la più massima e larga condivisione e mi auguro anche che i colleghi dell'opposizione capiscano che è sempre meglio portare avanti un qualcosa piuttosto che riprendere di nuovo e ridiscutere di nuovo in sede di Commissione un qualcosa che ci porterà forse fra qualche mese a partorire chissà che cosa: nel frattempo il mondo fuori ha bisogno di risposte e il mondo fuori ha bisogno di riprendere a correre. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
La parola alla collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Intanto auguro buon lavoro a tutti i colleghi e anche agli uffici che ci stanno seguendo anche in questa approvazione, che non è per nulla semplice, non lo è stato nella discussione nella Commissione e non lo è stato per cercare di trovare anche delle mediazioni rispetto alle vostre proposte iniziali che, evidentemente, già nella scorsa Legislatura, ripeto, ma in realtà è stato già detto già ieri, era già stato identificato come un progetto di legge con notevoli criticità e con un rischio di incostituzionalità che, ammetto, anche nella nuova versione non è superato.
Il problema non è tanto il fatto della costituzionalità o incostituzionalità per quanto vi riguarda, perché capisco che questa è una questione che non vi interessa in questo caso, cioè non vi interessa aggiungere nuovi percorsi legali che la Regione dovrà andare a finanziare con i soldi dei cittadini del Veneto per difendere delle leggi che sono già state dichiarate in alcune parti in questo caso incostituzionali.
Il problema è l'obiettivo, perché credo che in quest'Aula già i Consiglieri di maggioranza debbano cercare di trovare una quadra: qual è l'obiettivo di questa legge? Perché ognuno di voi ha detto delle cose diverse: per esempio è stato detto che in realtà l'obiettivo non è rilanciare l'edilizia eppure è, all'articolo 1, una delle finalità e quindi non riesco a capire come mai vi dia così tanto fastidio il fatto di trovare una quadra rispetto a quella che è l'utilità della legge. L'utilità della legge in questo contesto, per quanto riguarda questo testo che è arrivato in Aula, non è quella di ottemperare agli obblighi e agli obiettivi di riduzione di consumo di suolo che ci siamo dati come standard, che ci siamo dati come obiettivo. Per noi dovrebbero essere raggiunti in fretta, per voi, ci avete detto qualche Consiglio fa, basta fare per gradi.
Questo progetto di legge è la dimostrazione di come questo "basta fare per gradi", sia in realtà un modo per... sì, c'entra molto, c'entra molto perché questo vostro concetto di fare per gradi consente non tanto di incentivare, di valorizzare e di sostenere le imprese che scelgono il riutilizzo e la riqualificazione dell'esistente, quanto addirittura anche la facilitazione del cambio di destinazione.
Primo punto: all'articolo 1 è necessario che inseriamo i criteri di garanzia dell'autonomia naturalmente dei nostri Enti locali, dato che loro sono i primi che devono gestire questo importante obiettivo di consumo di suolo zero.
Ma appunto, n. 2, non bisogna dimenticarsi - e qui parlo anche all'Assessore che spero stia seguendo - delle future generazioni, perché è parte della... chiedo scusa, io capisco che dia fastidio al Consigliere il mio intervento, però io siccome sto parlando anche di queste tematiche proprio per dare un contributo anche rispetto agli emendamenti che discuteremo dopo, vi devo ammettere che dimenticarsi all'interno di questa legge di princìpi di natura ambientale, ma soprattutto di rispetto delle future generazioni, che è parte dello Statuto della Regione del Veneto... C'è un articolo dello Statuto che parla proprio di questo e che ci racconta, come all'articolo 8, comma 1, che l'ambiente è solo una parte del principio di rispetto per le future generazioni ed è il motivo per cui all'interno di un emendamento che vi proporrò di votare successivamente, non soltanto inserisco la centralità dell'autonomia degli Enti locali, non soltanto ribadisco la centralità dell'obiettivo del consumo suolo zero, ma ribadisco che questi obiettivi sono da raggiungersi e da tenere in considerazione perché nel nostro Statuto, nell'Istituzione di cui facciamo parte abbiamo scelto di difendere articoli che ritengono che la difesa ambientale sia propedeutica alla tutela delle future generazioni. Questo è il primo punto.
Nelle finalità una questione di principio deve esserci, sennò le scelte e, di conseguenza, l'interpretazione della legge dimentica un concetto fondamentale. L'impresa non si fa soltanto oggi per l'attuale, ma l'impresa deve lavorare oggi per consentire anche in futuro di realizzarsi ulteriormente, di dare spazi di vita nuovi, veri e opportuni al nostro territorio e alle future generazioni. Come si fa a farlo se non si rispettano gli standard di benessere abitativo nelle nostre aree urbanizzate, per esempio? È un concetto che molti, addirittura molte Amministrazioni locali stanno rilanciando come priorità assoluta, aumentando, per esempio, gli standard di verde pubblico. Aumentandoli, non diminuendoli. In questo caso il rischio è proprio quello di diminuirli, pagando, monetizzandoli.
Si vuole aver paura di questi standard? Io personalmente no, non ne ho paura. Abbiamo sostenuto insieme progetti proprio per ridare qualità alla vita, all'aria, al territorio in cui abitiamo. Questo è uno di quegli obiettivi.
Detto questo, l'articolo 1 detta dei princìpi che non ritengo siano rappresentati dagli articoli successivi perché parla di una sburocratizzazione, di una semplificazione, che dovrebbe essere ridurre il peso burocratico sui cittadini e le imprese, ma in realtà questa riduzione del peso burocratico significa l'effettiva riduzione dei tempi e l'effettiva riduzione dei costi a carico delle imprese e dei cittadini che fanno richieste allo sportello del Comune. Gli articoli successivi, in realtà, non parlano di questo: aggiungono nuove procedure alternative senza semplificare quelle esistenti, creando ulteriore confusione. Questo non è risparmio di tempo.
Soprattutto, l'aspetto che vi citavo prima, mettere a rischio standard che sono oggettivamente creati per fare in modo che le nostre realtà urbane, i nostri Comuni, piccoli o grandi che siano, siano realmente accoglienti nei confronti delle persone che scelgono di viverci, di realizzarci la propria vita personale e professionale, questi standard, che definiscono rapporti massimi tra gli spazi destinati agli insediamenti residenziali, quelli produttivi industriali e gli spazi pubblici; standard che ribadiscono, appunto, quali siano le percentuali minime di spazi pubblici riservati alle attività collettive, riservati al verde pubblico, limiti alla densità edilizia, all'altezza degli edifici e alle distanze fra i fabbricati: questi standard per noi di Europa Verde e, immagino, anche per altri Consiglieri, non sono barattabili.
Questa legge, invece, questo lo consente. Politicamente questo non è accettabile perché io sfido chiunque nei vostri Comuni a superare questi limiti semplicemente perché questo ritenete che sia facilitare l'impresa. L'impresa che si occupa di edilizia e la fa bene, così come ci hanno insegnato anche i nostri artigiani, dato che sono prevalentemente artigiani quelli che si stanno occupando della novità del riutilizzo, del riuso, eccetera, questi artigiani ci insegnano che chi lavora bene questi standard li tutela, perché non vuole mettere a disposizione del cittadino qualcosa che non sia vivibile. Quindi, io credo che mettere a rischio questi standard e mettere a rischio la continuità della gestione attuale senza semplificare l'esistente, ma aggiungendo ulteriori percorsi, non sia la semplificazione che volete vendere all'esterno.
Addirittura vorrei semplicemente condividere il fatto che in ogni Comune voi l'avete sperimentato, anch'io nel mio Comune, il percorso di approvazione del Piano degli Interventi e prima ancora del PAT, partecipato dalla popolazione e condiviso nel Consiglio comunale, sia stato sempre un percorso necessario e importantissimo anche di trasparenza. Quindi, modificare il sistema di approvazione dei nuovi interventi urbanistici attraverso un Piano che non è quello che è stato pensato per condividere insieme alla cittadinanza la pianificazione del territorio e gli amministratori non possono fare semplicemente a porte chiuse queste scelte, quindi chiudendo le porte alla vera partecipazione popolare e alla partecipazione in Consiglio comunale, con la scelta condivisa tra maggioranza e opposizioni che partecipano e condividono un percorso di amministrazione comunale, non è la scelta più opportuna. Non lo è, perché è contraria al principio di autonomia degli Enti locali e di condivisione con la cittadinanza che avete voi scelto di rappresentare quando vi siete insediati all'interno di questo Consiglio perché lo Statuto nostro lo dobbiamo onorare da questo punto di vista, senza avere paura di pensare a semplificazioni che non aggiungano percorsi, ma realmente riducano i tempi di risposta anche delle Amministrazioni locali e li facilitino senza creare confusione anche in relazione al confronto con le norme nazionali, perché abbiamo alcuni articoli qui che non soltanto sono superflui, ma in più sono anche confusi e confondono le idee nell'interpretazione della norma regionale rispetto al Testo unico dell'Edilizia, della norma regionale rispetto al decreto che si occupa del rilancio del Superbonus.
Per cui, alla luce di questo, io vi chiedo di pensare a non vendere dei prodotti che in realtà - nella comunicazione politica - non affrontano realmente l'obiettivo che ci siamo posti e che si sono già posti gli artigiani locali che stanno da tempo lavorando nell'ottica della rigenerazione dell'esistente. I numeri sono importanti. Abbiamo quasi 500.000 abitazioni sfitte, non parlo di capannoni in questo caso, parliamo di abitazioni semplicemente, quasi 500.000, degli 11.000 capannoni sfitti ce ne occuperemo magari con qualche intervento proprio ad hoc rispetto a questa necessità di riutilizzo e di riqualificazione dell'esistente. Ma semplicemente pensando alle necessità delle famiglie che si ritrovano a doversi interfacciare con l'Amministrazione comunale e che magari possono scegliere proprio perché avvantaggiati non soltanto dal Superbonus ma magari anche da interventi regionali, da princìpi che possono essere condivisi con gli amministratori locali per ridurre realmente i costi e facilitare l'accesso delle famiglie a progetti di riqualificazione dell'esistente. Questa è la strada maestra e questo progetto di legge non risponde a questo perché apre a tutti, apre alla modifica della destinazione urbanistica a mezzo di pagamento, superando degli standard che non sono... eh sì.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Colleghi, lasciate la consigliera Guarda finire.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Presidente, grazie.

PRESIDENTE

Per cortesia, collega Valdegamberi.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Se a voi va di svendere in questa maniera degli standard che sono costruiti per, come diceva prima anche la collega bene, per garantire il benessere abitativo e questo è un tema su cui noi non possiamo tirarci indietro ed è uno di quei temi strutturali proprio nella pianificazione urbanistica, perché dove si vive male la gente non sceglie di rimanere e questi aspetti si riferiscono a tanti temi che purtroppo voi continuate a non affrontare, temi che riguardano l'abitabilità dei territori, non soltanto in termini urbanistici, ma anche in termini qualitativi e ambientali, in termini di emissioni, in termini di inquinamento ambientale. Aspetti su cui non vi siete presi le responsabilità adeguate anche negli scorsi anni. Penso semplicemente alle emissioni di odori, aspetti su cui nella vostra maggioranza non si è voluto discutere e non si è voluto affrontare il tema nel Consiglio regionale, nonostante le centinaia di segnalazioni che arrivano a noi e non soltanto. Per cui, se volete aggiungere ulteriori disagi a dei cittadini che già in Veneto parlano di territori che sono ostili al loro benessere e alla loro conduzione della vita - e io vengo da uno di quei territori - probabilmente qualche domanda ve la dovreste fare in merito all'onestà con cui vi state approcciando rispetto a quello Statuto che oggi dobbiamo onorare. Quello Statuto parla del rispetto delle future generazioni; quello Statuto parla del rispetto ambientale, della prevenzione ambientale; quello Statuto parla di un'urbanistica che non è quella che percorrere delle strade di facilitazione, ma è quella che viene aiutata a semplificarsi attraverso cosa? Per esempio rendendo fruibili, grazie a un sistema digitale dell'Amministrazione pubblica, quei documenti che invece ogni volta le imprese e i cittadini devono continuare a ripresentare ai Comuni e che invece i Comuni già hanno.
Questa è una parte della semplificazione, aspetti che non vengono curati qua, aspetti che magari neanche nella progettazione del rapporto con le Amministrazioni locali vengono a essere al centro delle discussioni del Consiglio, ma anche della Giunta. E siccome siamo in un Veneto che sta soffrendo a livello di Amministrazione locale proprio questi passaggi di semplificazione burocratica, che poi ricadono non soltanto su chi lavora all'interno dei Comuni, ma anche sulle imprese e i cittadini che si interfacciano con le Amministrazioni comunali, allora probabilmente le priorità sono altre.
Fatevi la vostra attività di comunicazione politica. Io personalmente, ve l'ho detto fin dall'inizio, non ritengo che il principio espresso all'interno del primo articolo sia rispecchiato all'interno del prosieguo di questo progetto di legge. Ho preferito aggiungere delle modifiche che spero verranno valorizzate nella loro bontà nel voler aggiungere dei criteri, almeno delle finalità che siano oggettivamente rispettabili poi nell'applicazione della legge e che indichino una strada che è quella della valorizzazione della vivibilità del territorio nei confronti delle future generazioni e del rispetto della pianificazione territoriale fatta assieme ai cittadini e alla luce di questo lascio a voi la possibilità di una discussione e di una riflessione che, ammetto, su questo tema, su questo progetto di legge, è dura. È vero, lo ammetto, ma è una differenza magari di percezione politica. Io vi invito ad osservare nella sua bontà perché vogliamo insieme fare in modo che tra 10-15-20 anni imprese e cittadini continuino ad abitare in Veneto senza considerare questa terra ulteriormente soffocata dopo anni di abusi, anche da un punto di vista di sfruttamento delle risorse della nostra terra? Questo è inconfutabile. Io sì. Immagino anche voi, perché lo so, perché se fate politica questi aspetti li avete a cuore. Di conseguenza, questi progetti di legge devono seguire questo principio.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Joe Formaggio. Prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Sarò molto breve. Parto con il condividere pienamente quanto detto dal mio collega Soranzo su tutti i punti che ha toccato. Ogni volta che si parla di qualcosa di urbanistico, si parla di cave, si parla di territorio, temo che a qualche mio collega della maggioranza, sentendo le storie lacrimevoli della parte sinistra dell'Aula, venga qualche coccolone o, magari, sbagli a votare.
Volevo soltanto tranquillizzarli. Perché? Nello Statuto citato dai nostri colleghi, che sembra che noi violentiamo e violentiamo ogni giorno, c'è una cosa scritta tra le righe, che vorrei ribadire con forza, perché penso che siamo stati, almeno la maggioranza di questo Consiglio, eletti per rappresentare la proprietà privata. Lo so che vi dà fastidio sentirlo, vi viene male al cuore, però sarò libero a casa mia di poter intervenire? Sarò libero che se ho una proprietà privata, una casa brutta di quelle 500.000 che sono sfitte, se ho uno degli 11.000 capannoni, sarà dovere ‒ e dico "dovere" ‒ di questo Consiglio regionale approvare una legge che abbracci il cittadino privato e gli dica: "Hai una casa? Devi monetizzare degli standard, devi cambiare, devi fare qualcosa?" Sarà compito di questo Consiglio agevolare queste persone che sono i veneti, sono coloro che hanno una proprietà privata?
Se nel 2021 dobbiamo ancora vergognarci di dare una mano a chi ha una proprietà privata, in una Regione che è il top in Europa, vuol dire che abbiamo sbagliato mestiere. Però non credo sia così.
Concludo ringraziando la presidente Rizzotto e tutti i componenti della Seconda Commissione per aver portato celermente in Consiglio questa norma. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Collega Montanariello sull'ordine dei lavori.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, siccome credo che in Aula stiamo discutendo il Pdl n. 20, intervengo sia sull'ordine dei lavori che anche per fatto personale, perché intanto le considerazioni lacrimevoli, collega Formaggio, io capisco che ha bisogno di dire qualcosa anche lei su questo provvedimento, però credo che avrebbe potuto dire qualcosa nel merito anziché preoccuparsi delle considerazioni di chi siede alla sinistra dell'Aula. Capisco che magari è difficile per lei intervenire sull'argomento, per carità, basta dirlo, però intanto la invito a pensare alle sue di considerazioni, perché se le nostre sono lacrimevoli, le sue sono pessime ed inadeguate al contesto in cui si trova.
PRESIDENTE
Colleghi, per favore.
Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)
Collega Valdegamberi, anche se urla sotto la mascherina: "Comunisti", guardi che noi non ci vergogniamo mica. Se essere comunisti vuol dire non fare un disegno di legge che è una porcheria come questo allora siamo comunisti. Ha capito?
Meglio essere comunisti e non scrivere un disegno di legge così. Ha capito? Porti rispetto, ha capito? E non si permetta mai più. Intanto non è un'offesa se mi dice "Comunista" perché lo sono e non si permetta mai più di dare giudizi sulle persone.

PRESIDENTE

Collega Montanariello...

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Faccia politica, se è in grado.

PRESIDENTE

Sospendo la seduta per due minuti.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Faccia politica, se è capace a farla. Ha capito? Non si preoccupi dei comunisti e dei fascisti, perché se apriamo riga su questo a casa sua ce n'è fino a domani mattina. Ha capito?
La Seduta è sospesa alle ore 12.28
La Seduta riprende alle ore 12.29

PRESIDENTE

Collega Zecchinato, se fa richiesta di parola, gliela do per la replica.
Prego, consigliere Zecchinato.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Innanzitutto ringrazio i colleghi che a vario titolo sono intervenuti su questo progetto di legge.
Val la pena puntualizzare alcune cose e anche fare chiarezza perché mi pare che su tanti aspetti ci sia tanta confusione. Io credo che necessariamente vadano anche ripresi alcuni concetti tecnici perché è vero che siamo qui a far politica, ma possiamo far politica se le cose le conosciamo, altrimenti è meglio magari informarsi.
Volevo dire questo, innanzitutto: sappiamo benissimo che tutti i Comuni del Veneto hanno regolamentato il proprio territorio con un Piano Regolatore Generale o con un Piano di Assetto del Territorio e un successivo Piano degli Interventi. Il Piano di Assetto del Territorio è un piano disciplinato dalla nostra legge regionale urbanistica che prevede che sia indagato, analizzato e quindi pianificato il territorio in maniera strategica.
Cosa vuol dire? Vuol dire che ogni Comune ha definito quali siano le invarianti di natura ambientale, paesaggistica e per gli altri aspetti ambientali, vuol dire che si rifà a tutto il sistema di pianificazione stratificato nel Veneto, quindi dei piani sovraordinati fino ad arrivare al Piano comunale, con una carta dei vincoli, vuol dire che ha preso atto di tutti i vincoli e tutele che ci sono sul territorio, vuol dire che ha fatto una carta, una cartografia, perché l'ha indagata e l'ha analizzata sul sistema delle fragilità del proprio territorio e vuol dire che è arrivato a individuare una carta delle trasformabilità individuando quelle che sono le aree preferenziali per lo sviluppo urbano, quelli che sono gli ambiti consolidati, le opere incongrue e quant'altro.
Dico questo perché questo processo che dura qualche anno per i vari Comuni, porta a fare partecipare la popolazione, gli Enti, tutti quelli che devono esprimersi su un procedimento articolato che è soggetto anche a una Valutazione Ambientale Strategica, a una valutazione idraulica e a tutte le valutazioni necessarie. Questo perché? Perché nel successivo Piano degli Interventi il Comune va a definire in maniera operativa come sviluppare quelle aree e in che modo svilupparle.
Questo riferimento l'ho fatto perché ci stiamo muovendo in questo quadro e ci stiamo muovendo in un quadro in cui il Comune ha già un quadro pianificatorio generale definito, non può muoversi da quello, ha già la cornice: all'interno di quella cornice si muove il Piano degli Interventi. Con questo progetto di legge le modifiche a quel progetto, a quel PAT quadro, minori vengono sostanzialmente, ma già c'era questo articolo, vengono rese possibili con una procedura semplificata: stiamo parlando di correzioni di errori cartografici e di individuazione di ambiti di rigenerazione. E questo lo facciamo perché sarebbe assurdo riprendere un procedimento, che può durare anche anni, di variazione al PAT, con un Ente sovraordinato che lo approva in precedenza - era la Regione e adesso la delega è passata alle Province - per varianti di questo tipo che possono tener ferme delle procedure. Perché è chiaro che un Ufficio Tecnico, se si trova un PAT con un errore cartografico, non si prende la responsabilità, fintanto che viene fatta la variante, di rilasciare magari un permesso di costruire in contrasto con quello strumento urbanistico che contiene un errore cartografico.
Innanzitutto va fatta chiarezza su questo. Va fatta chiarezza anche sugli standard. Ne ho sentito parlare tantissimo dai Consiglieri, ma se voi vi leggete bene l'articolo 5, dove si parla di standard, si dice che "il mutamento della destinazione d'uso è consentito previo versamento del contributo, eccetera - e poi - a condizione sia garantito il rispetto degli standard previsti dallo strumento urbanistico, salva la possibilità, qualora non siano reperibili gli spazi per gli ulteriori eventuali standard necessari a seguito della diversa destinazione d'uso e il Comune lo consenta - e ripeto - e il Comune che consenta di prevedere la monetizzazione". Anche qua ci stiamo muovendo in un ambito in cui i Comuni, con un proprio Piano, hanno già un dimensionamento dei loro standard, per cui possono esserci Comuni che sono sovradotati di standard e Comuni che hanno il minimo di standard perché sotto non si può scendere.
Per i Comuni sovradotati di standard, magari per alcune aree, ad esempio penso ad un piccolo negozio che magari si può attivare con un mutamento d'uso, sono già disponibili parcheggi, aree verdi, altri standard, perché il Comune è già adottato: è chiaro che per il Comune può essere utile anche una valutazione di consentirne la monetizzazione. Per un altro Comune magari no, però lasciamo aperta questa possibilità nell'autonomia del Comune, ecco. Riprendo anche il discorso della consigliera Guarda, perché se lei si legge i vari articoli, dove il provvedimento va in qualche maniera ad interessare il Comune si è sempre fatto salvo che sia il Comune a decidere o con il passaggio in Consiglio o comunque il Comune possa prevederne, come in questo caso, la monetizzazione.
Altri aspetti li tocco velocemente visto il poco tempo che mi rimane. Anche l'obiettivo di questo provvedimento è completamente diverso da come è stato dipinto in questi interventi. Stiamo parlando di intervenire su un tessuto residenziale esistente, su aree già vocate all'edificazione, dove si prevede che un Piano attuativo possa andare in variante al Piano degli interventi... Consigliere Ostanel, poi avremo modo di parlarne. Certo che anche i suoi contributi in sede di Commissione potrebbero essere stati, magari con la presentazione di qualche bell'articolo, anche per i suoi colleghi, insomma., visto che non è arrivato nulla, nonostante le sollecitazioni della Presidente più di qualche volta, di formularli anche per via scritta.
Se noi pensiamo di contenere il consumo di suolo senza incentivare gli interventi sull'esistente e senza velocizzare interventi che restano fermi, di certo non incentiviamo la diminuzione di consumo di suolo, perché l'operatore trova più conveniente espandere un'area esistente.
Ricollegandomi al discorso che facevo prima riguardo al Piano attuativo che può andare in variante, ricordiamoci che comunque il Piano attuativo deve rispettare i criteri generali del PI, che a monte ha sempre un PAT, quindi una cornice data che rimane ferma ed è salva. Il Piano attuativo urbanistico è un Piano che viene depositato presso il Comune, viene reso pubblico, viene osservato ed è soggetto alle forme di Valutazione Ambientale Strategica previste (VAS), Valutazione d'incidenza ambientale, Valutazione idraulica, pareri di vari Enti, quindi, c'è un controllo, una verifica che viene comunque fatta a cascata, già prevista per normativa.
Per cui, il mio invito è veramente a ripensare ‒ adesso avremo la fase anche di confronto per gli emendamenti ‒ a quanto ci siamo detti e ai contenuti di queste norme.
Ricordo anche sul sistema edilizio, che è sicuramente un provvedimento di rilancio, ma inteso come rilancio di interventi sul patrimonio sia esistente e dove posso intervenire. Anche qua va fatta chiarezza nel senso che il Superbonus incentiva, il Bonus Facciate incentiva, ma spesso i provvedimenti sono fermi perché ci sono delle procedure lunghissime. Ad esempio, un articolo molto semplice, che è riportato in questo provvedimento, dove si porta chiarezza per gli impianti elettrici: lì praticamente la legge prevedeva un doppio passaggio, cioè se io dovevo realizzare questo tipo di impianto avevo già le varie autorizzazioni, avevo già l'Autorizzazione paesaggistica in mano, dovevo rifare un'ulteriore richiesta di parere. Anche questo è un articolo che va sicuramente nella semplificazione, nonostante sia limitato di portata.
Sugli altri articoli, ad esempio, anche sull'articolo 8, quello che riguarda l'isolamento termico dell'involucro esterno, anche lì l'articolo prevede già che si possa fare un isolamento termico fino a 15 centimetri prospiciente le parti pubbliche, ma le parti pubbliche devono essere salvaguardate da tutte le norme che già ci sono: Codice della strada se ho la presenza di una strada, sia fatta salva la rete delle opere di urbanizzazione e siano rispettate le barriere architettoniche.
Vi invito a ripensare. Non sono riuscito a toccare tutti i punti, però credo che sia comunque un buon provvedimento e un buon inizio.

PRESIDENTE

Grazie, collega Zecchinato.
Con il suo intervento chiudiamo la discussione generale.
Vi informo che adesso la Seconda Commissione si riunirà in Sala del Leone per dare un parere in merito agli emendamenti e a tutti i componenti della Commissione d'inchiesta ricordo alle 13.30 in Sala Legni l'insediamento della Commissione. Raccomando a tutti la puntualità.
Il Consiglio adesso lo sospendiamo e riprendiamo alle 14.15.
La Seduta è sospesa alle ore 12.40.
La Seduta riprende alle ore 14.45
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Bene, colleghi, io direi che possiamo riprendere i lavori. Scusate il ritardo ma è meglio magari perdere qualche minuto in più in Commissione per poi arrivare in Aula il più possibile preparati per riuscire a lavorare speditamente appunto con l'articolato.
Okay. Iniziamo? Benissimo. Siamo sull'articolato e, in particolare, partiamo naturalmente dall'articolo... ho già dato i tempi per l'emendamento 32, mi dicono che ne sta arrivando un altro, ma quando arriverà daremo tempi ulteriori.
Siamo sull'articolo 1, c'è l'emendamento n. B0001, presentato dalla consigliera Guarda, articolo 1, sostitutivo, che prevede:
L'articolo 1 è così sostituito:
Art. 1 – finalità
1. La Regione del Veneto, al fine di agevolare il comparto edilizio, con la presente legge detta specifiche misure,".
Prego, Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che cerca di far tornare le finalità dell'articolo 1 a quella che è evidentemente poi l'esplicazione negli articoli successivi delle finalità di questa legge che, evidentemente, non sono rivolte a favorire la rigenerazione perché agiscono a prescindere dalla qualità degli interventi e dall'obiettivo di recupero che si ha per determinati territori e aree che potrebbero, invece, essere facilitate realmente con progetti ad hoc ed interventi ad hoc che realmente danno delle soluzioni di qualità e di supporto a chi sceglie di rigenerare e non a chi sceglie di consumare nuovo suolo e per questo motivo, semplicemente, trasformo la finalità sintetizzandola in: "La Regione del Veneto, al fine di agevolare il comparto edilizio, con la presente legge detta specifiche misure..." e poi continua, appunto, con il resto di quanto già espresso dall'articolo 1. Questo perché, politicamente, dopo aver anche osservato il dibattito in Aula e dopo aver seguito il lavoro in Commissione, è evidente che questo progetto di legge non risponde al parametro di agevolazione della rigenerazione e dell'efficientamento del patrimonio edilizio.

PRESIDENTE

Grazie alla collega Guarda.
Non vedo altri interventi.
Parere contrario del relatore.
Metto in votazione l'emendamento n. B0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. B0002, presentato dalla consigliera Guarda, articolo 1, modificativo, che prevede:
All'articolo 1, dopo la parola "Veneto", sono inserite le seguenti parole: "nel rispetto dell'autonomia degli enti locali, della disciplina regionale in materia di consumo del suolo e del principio di responsabilità per le generazioni future".
Guarda, chiede la parola. Ne ha facoltà, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Perfetto, adesso dovrebbe essere arrivata la richiesta di parola.

PRESIDENTE

Certamente, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Guardi, Presidente, guardate, Consiglieri, questa è una integrazione delle finalità di questo progetto di legge, di questa futura legge e la integro dando tre principi prioritari proprio per guidare anche l'interpretazione della legge stessa, che appunto sono quelle del rispetto, appunto, dell'autonomia locale, degli Enti locali, della disciplina in materia di consumo di suolo e di un principio che in sé racchiude sia la tutela ambientale (e quindi il lavoro per la garanzia dell'ambiente e del territorio in cui viviamo)- ma anche ulteriori attenzioni rispetto a una programmazione che deve essere rivolta non soltanto da una valutazione di ciò che oggi è opportuno, ma di ciò che oggi io posso e devo fare per garantire però un'applicazione futura, una pianificazione che sia rivolta verso la vivibilità di questi territori da parte delle future generazioni. La pianificazione del territorio serve a questo.
Per questo motivo, ho scelto di inserire non soltanto la proposta di tutela ambientale, ma di racchiudere questo principio all'interno del principio di responsabilità per le generazioni future. Questo non lo faccio a caso, perché come Europa Verde ci basterebbe magari dire: "Guardate, tuteliamo l'ambiente". No, non lo faccio a caso, perché noi abbiamo un compito come vi dicevo prima, che è quello del rispetto di quanto determinato all'interno dello Statuto dell'Ente che andiamo a rappresentare. E in questo Statuto, all'articolo 8, comma 1, si parla di ambiente, ma lo si fa in un altro termine: "L'ambiente è solo una parte - cito - del principio del rispetto per le future generazioni, principio che secondo lo Statuto innerva il governo del territorio". Quindi si parte dall'ambiente, si traspone questo importantissimo principio di tutela ambientale all'interno di un grande principio, che è quello della tutela delle future generazioni in senso più ampio quindi, e questo articolo dello Statuto, non Cristina Guarda, ma è questo articolo delle dello Statuto che connette questo tema al governo del territorio e quindi alla pianificazione del territorio e quindi alla materia urbanistica. È un ragionamento che non può essere escluso da questa legge.
Poi nella discussione proprio sono queste parti relative alle generazioni future che hanno creato delle difficoltà della maggioranza ad accogliere questo emendamento, nonostante appunto sia evidente l'obiettivo che abbiamo tutti noi nel rispetto di principi che dobbiamo osservare in quanto eletti in questa Istituzione.
Capisco che ci sono delle difficoltà. C'è stata un'apertura all'approvazione di un principio, che è quello della tutela ambientale, che è racchiuso all'interno dell'emendamento successivo del correlatore Zanoni e di conseguenza, per evitare di perdere l'occasione di inserire princìpi che possano determinare l'interpretazione corretta della legge, sia agli operatori, ma anche da un punto di vista di approccio legale alla verifica dell'opportunità di alcuni interventi e di quanto potrà essere l'esplicazione all'interno dei territori, per evitare che il principio della tutela ambientale, della tutela dell'obiettivo del consumo suolo zero e dell'autonomia degli Enti locali non possa essere inserito all'interno di questa legge per un voto contrario semplicemente perché non si crede che in questa legge sia opportuno mettere le future generazioni come tema centrale di principio da perseguire, la tutela delle future generazioni, allora ritiro questo emendamento a garanzia del fatto che, però, venga approvato l'emendamento successivo del consigliere Zanoni, che all'interno porterà, con una modifica che citerà lui stesso dopo, un'integrazione capace di racchiudere almeno in parte il concetto importante che ho desiderato portare con questo emendamento, cioè anche il rispetto dell'autonomia locale.
Per cui, stante il fatto che come Europa Verde non ci fermiamo a concepire l'ambiente semplicemente come un bellissimo patrimonio da tutelare oggi, così, perché va di moda, ma perché la tutela dell'ambiente è rivolta a una realizzazione nel territorio delle future generazioni; noi dobbiamo progettare il territorio e per questo motivo, per fare in modo che tra cinquant'anni questo ambiente sia vivibile e fruibile dalle future generazioni, la pianificazione territoriale non può esimersi da questo per noi e quindi noi l'abbiamo inserito. Stante il fatto che non vogliamo che venga votato contrario questo principio e stante che l'emendamento successivo potrà essere accolto con almeno una parte dei princìpi che abbiamo voluto portare con questa proposta emendativa, ritiro l'emendamento. Di conseguenza, il consigliere Zanoni andrà a esplicare la modifica dell'emendamento successivo.

PRESIDENTE

Quindi viene ritirato l'emendamento 2.
Emendamento n. B0016, presentato dal consigliere Zanoni, articolo 1, comma 1, modificativo, che prevede:
Al comma 1 dell'articolo 1, dopo le parole: "del comparto edilizio" aggiungere le seguenti parole: ", nel rispetto della normativa regionale sul contenimento del consumo di suolo ed avuto riguardo alla sostenibilità ambientale degli interventi,".
Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo emendamento, che ho presentato all'articolo 1, in accordo con l'Ufficio di Presidenza della Seconda, viene emendato, come previsto dal Regolamento del Consiglio, verbalmente e inseriamo in questo emendamento, nell'emendamento n. B0016, la seguente frase dopo questo periodo. Allora, l'emendamento attualmente dice: "Nel rispetto della normativa regionale sul contenimento del consumo del suolo". Questo è il mio emendamento. Aggiungiamo una parte dell'emendamento della collega Guarda, che è appena stato ritirato, che dice esattamente queste parole dopo "suolo": "dell'autonomia degli Enti locali" e poi prosegue con "ed avuto riguardo alla sostenibilità ambientale degli interventi".
Sono stato chiaro, Presidente?

PRESIDENTE

Gli uffici hanno preso nota. Il Legislativo già aveva, mi pare, una traccia di quello che avevate discusso in Commissione. Il relatore è favorevole all'emendamento così come modificato ai sensi dell'articolo 102.
Quindi, se non vedo altri interventi, metto in votazione l'emendamento n. B0016, ripeto, così come modificato, parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiuda la votazione.
Il Consiglio approva.
Abbiamo finito gli emendamenti sull'articolo 1.
Metto in votazione l'articolo 1, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 2.
Anche in questo caso ci sono degli emendamenti, in particolare partiamo dall'emendamento n. B0003, presentato dalla consigliera Guarda, articolo 2, soppressivo, che prevede.
"L'art. 2 è soppresso"
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

In questo caso prevedo la soppressione dell'articolo 2 e mi rendo conto che sia un intervento piuttosto drastico, ma questo perché? Perché, come dico nella relazione di questo emendamento oltre a essere superfluo, da parte della legislazione regionale porre la questione che rischia, tra l'altro, appunto, di ingenerare problemi di interpretazione rispetto al rapporto con il Testo unico Edilizio, le caratteristiche che voi citate non prevedono precise disposizioni piano-volumetriche, così come ingenerato da quanto approvato, come richiesto da quanto approvato dal Testo unico dell'Edilizia ma, quanto indicato in particolar modo nella lettera a) e d), sono concetti che appaiono davvero generici e di conseguenza non rispondono a quanto è previsto dal Testo unico dell'Edilizia e per questo motivo mette in difficoltà poi un principio di programmazione e di approvazione di progetti che possono non corrispondere a quelle che sono le aspettative anche rispetto alle nuove esigenze della nuova pianificazione urbanistica, che deve rispondere a concetti e a principi di natura ambientale e sociale, di abitabilità, eccetera, che sono ben altro.
Per cui, alla luce di questo, chiedo che l'articolo 2 venga bypassato e messo da una parte, non trattato oggi e sospeso, con una soppressione che vuole davvero riportare questo progetto di legge a non avere problemi di interpretazione e di conflitto con quanto predisposto dalla normativa statale, in questo caso, in particolar modo per quanto riguarda il volume e la superficie coperta e non basta semplicemente dare delle indicazioni così generiche, e l'aspetto riguardante la distanza minima dai fabbricati.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo e approfitto di questo emendamento della consigliera Guarda per provare a fare alcuni esempi concreti rispetto alle valutazioni di natura politica che abbiamo fatto in discussione generale.
Il consigliere Soranzo nel suo intervento ci spiegava come, secondo lui, questo provvedimento risponde a quello che serve oggi al Veneto.
Guardi, consigliere Soranzo...

PRESIDENTE

Signori, se vogliamo, sospendiamo un po' per tranquillizzare chi sta parlando animatamente in Aula e riprendiamo fra un'oretta o due se volete. Prego, Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ovviamente Consigliere, parlo con lei e di lei a esempio, perché le cose che lei ha detto...

PRESIDENTE

Scusatemi. Signori! No, lei, se vuole stare in Aula usa la mascherina, altrimenti segue i lavori dall'ufficio: è molto semplice. Senta...
Camani, mi scusi, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Dicevo, questo è il classico esempio di come, secondo me, questo provvedimento non solo non corrisponde a ciò che serve oggi; non solo non semplifica, accelera o snellisce le procedure, ma è semplicemente una ripetizione di ciò che già le norme prevedono perché è semplicemente una ripetizione appunto di quanto previsto dall'articolo 23, comma 1, lettera c) del Testo unico sull'Edilizia.
In più fa una cosa peggiorativa, l'ha spiegata bene la consigliera Guarda nell'intervento di prima: non è preciso nella definizione dei parametri di riferimento.
Ora, visto che qua chi ha fatto l'amministratore locale poi sembra più titolato degli altri in termini di competenze tecniche, io non so come abbia fatto l'amministratore locale lei. Io so che gli Uffici Tecnici e i dirigenti degli Uffici Tecnici si lamentano soprattutto del fatto che ci sia una legislazione che si raddoppia e che ci sia una legislazione non chiara ed è esattamente quello che noi facciamo, ad esempio, introducendo questo articolo e anche con articoli che intervengono successivamente.
Se c'è una norma nazionale che già dice che ci sono degli interventi che si possono considerare in diretta esecuzione di strumenti urbanistici generali e che quindi possono essere adottati con una procedura particolare, cioè la SCIA e non il permesso di costruire, che senso ha rimettere la stessa previsione dentro una norma di rango regionale? Questo lo dico perché è un classico esempio di come non è che fa danni l'articolo 2, è proprio inutile e siccome siamo chiamati ad approvare un progetto di legge che si dovrebbe chiamare "Cantiere veloce", io credo che con interventi come questo e come con altri, ripeto, che ci sono nei seguenti articoli, in realtà si rallenta perché il tecnico comunale anziché uno dovrà prendere in mano due testi di legge e capire se le interpretazioni date sul testo nazionale corrispondono alle interpretazioni che si possono avere rispetto a un testo non preciso.
In questo senso io avevo detto, anche nell'intervento in discussione generale, che questo è un progetto di legge fortemente al di sotto delle aspettative e delle ambizioni che penso questo Consiglio regionale debba avere per affrontare le questioni difficili e gravi di cui abbiamo parlato in discussione generale. Non è quello che serve oggi. Grazie.

PRESIDENTE

Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo articolo è un esempio di come si vada ad appesantire la normativa in materia. Si aumenta, perciò, la burocrazia in tema urbanistico, perché andiamo a ricalcare, a ripetere, in sostanza, una norma statale: il DPR 380 del 2001. Questo, di fatto, come ho avuto modo di dire anche in discussione generale, rischia di essere controproducente, perché essendoci già una norma statale che va in diretta esecuzione, non serviva una norma regionale.
Il problema è che dopo ci sono gli Uffici Tecnici, ci sono i liberi professionisti e i progettisti che dovranno far riferimento a due normative. Quindi, quando devono citare una determinata fattispecie che rientra in questa norma, dovranno citare l'uno e anche l'altro.
Per meglio capire la criticità di questo articolo, voglio riportare un'osservazione, che non è stata fatta da un'associazione ONG qualsiasi o di categoria, ma addirittura da un Comune, da un grosso Comune veneto, il Comune di Conegliano. Anzi, il Comune di Conegliano nelle sue osservazioni in merito a questo articolo pone un quesito significativo. Che cosa dice il Comune di Conegliano? Dice: "Può una norma di rango regionale disporre applicazioni di dettaglio fondate tutto sommato su un'esegesi di norme regolamentari sovraordinate - come un decreto del Presidente della Repubblica - che già di per sé ha diretta applicazione nell'edilizia di rango comunale, tanto che il Regolamento edilizio ‒ fonte secondaria ‒ non può che conformarsi al Testo unico dell'Edilizia?"
Io credo che uno degli obiettivi del legislatore sia quello sì di sburocratizzare, che è sempre una cosa utile, di rendere le pratiche anche più veloci, ma anche quello di semplificare, semplificare le norme, perché le normative devono essere leggibili. Perché andiamo a fare un articolo di legge dove andiamo a citare l'articolo 23 del Testo unico se sappiamo già che l'articolo 23 del Testo unico sull'Edilizia esiste già, è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dello Stato? Perché questo è un appesantimento. Pertanto, come la collega Guarda, anche noi abbiamo presentato un emendamento che è dello stesso e identico tenore, che è quello di sopprimere questo articolo che nulla cambierà se non ingarbugliando la norma per i cittadini del Veneto.

PRESIDENTE

Grazie, collega Zanoni.
È stato distribuito l'emendamento n. B0033, che vedo a doppia firma Zecchinato e Zanoni, quindi penso abbastanza concordato. Cinque minuti per eventuali subemendamenti.
Siamo sull'emendamento n. B0003. Non vedo altri interventi. Lo metto in votazione con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento n. B0017 del correlatore Andrea Zanoni.
Non vedo interventi.
Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, essendo... mi stavo chiedendo...

PRESIDENTE

È precluso.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Dovrebbe essere precluso.

PRESIDENTE

Benissimo.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. B0004, presentato dalla consigliera Guarda, articolo 2, sostitutivo, che prevede:
L'art.2 è così sostituito:
"Art.2 - Disposizioni attuative dell'articolo 23 del Testo Unico dell'edilizia.
1. In attuazione dell'articolo 23, comma 1, lettera c), del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, "Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia si considerano in diretta esecuzione di strumenti urbanistici generali recanti precise disposizioni plano-volumetriche, gli interventi di nuova costruzione ricadenti nelle zone B) e D) di cui al DM 1444/68 di completamento o comunque denominate per i quali lo strumento urbanistico generale definisca tutti i seguenti parametri:
a) Volume o superficie coperta;
b) Altezza massima o numero dei piani;
c) Distanza minima dai confini;
d) Distanza minima dai fabbricati.".
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che, alla luce della mancata soppressione dell'articolo 2, cerca di far intervenire l'articolo 2 in alcune zone e non in tutte. Questo perché l'impatto che vi dicevo prima riguardo alla genericità delle indicazioni date in merito al volume, alla superficie, alla distanza minima, all'altezza, alla distanza dei confini, eccetera, questa genericità non può applicarsi ovunque.
Dobbiamo almeno avere l'onestà intellettuale ed intervenire dove questo, appunto, può creare minore impatto, per esempio, da un punto di vista ambientale, eccetera: per cui si prevede che questo articolo venga ad applicarsi esclusivamente nelle sole zone B e D e non nelle altre zone, proprio perché mi sembra opportuno, alla luce di questa vostra proposta, non attivarla e attuarla all'interno di tutte le zone della pianificazione urbanistica, ma riuscire almeno ad intervenire consentendo insomma di fare in modo che questo articolo possa essere realizzato soltanto in aree dove questo aspetto può essere, in qualche maniera, contestualizzato.
Detto questo, so che il parere sarà negativo. Chiedo cortesemente una valutazione più aperta rispetto, appunto, al principio che avete desiderato anche voi inserire all'interno delle finalità di questa legge e che questo articolo evidentemente non va a rispettare così come è costruito. Tra l'altro, ricordo che questo era l'inizio della vostra proposta, cioè voi siete partiti parlando di zone B e D, non siete partiti parlando di tutto e quindi questo principio ce l'avevate in testa pure voi ed è un principio di tutela che non potete dimenticare.

PRESIDENTE

Grazie.
Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io credo che l'emendamento presentato dalla collega Guarda sia un emendamento utile perché dà un ruolo in questo caso al Consiglio regionale.
Il DPR 380 del 2001 non prevede dove questa deroga può essere effettuata. Qui la Regione Veneto può quindi disporre, definire quali zone inserire oppure no all'interno di questo dettato normativo. Qui, dove abbiamo possibilità di legiferare a livello regionale e di dare delle indicazioni non lo facciamo, quindi io credo che sia un'occasione persa perché quando non serve andiamo a fare gli articoli, quando serve per dare un'impronta anche territoriale, noi siamo una delle Regioni che ha consumato più suolo, che ha edificato in maniera abbastanza disordinata, siamo un'enorme cementificazione disordinata, abbiamo Comuni con 5 o 6 zone industriali, abbiamo case dappertutto in mezzo ai campi, eccetera, quindi in questo caso tornava utile andare a definire determinate casistiche e non lo si fa perché, da quello che abbiamo appreso, abbiamo un parere negativo: è un po' un peccato, un'occasione persa e comunque noi naturalmente voteremo a favore dell'emendamento.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Francesca ZOTTIS

PRESIDENTE

Relatore? Parere contrario.
Andiamo in votazione dell'emendamento n. B0004.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora all'emendamento n. B0027, presentato dal consigliere Zanoni, articolo 2, comma 1, modificativo, che prevede:
All'articolo 2, comma 1, le lettere a) e b) sono sostituite dalle seguenti:
a) Volume e superficie coperta
b) Altezza massima e numero di piani".
Collega Zanoni, vuole illustrarlo?

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Lo do per letto.

PRESIDENTE

Va bene.
Se non ci sono interventi, poniamo in votazione l'emendamento n. B0027 con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ora passiamo all'articolo 3.
Emendamento n. B0028, presentato dal consigliere Zanoni, articolo 3, comma 1, modificativo, che prevede:
All'articolo 14 bis della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 , come modificato dall'articolo 3, al comma 1 lettera b), dopo le parole "le modifiche delle norme tecniche", sono aggiunte le seguenti: "qualora non incidano sui parametri dello strumento urbanistico generale".
Il collega Zanoni vuole intervenire?

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Lo do per letto.

PRESIDENTE

Perfetto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento n. B0028. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Ora passiamo all'emendamento n. B0018, presentato dal consigliere Zanoni, articolo 3, comma 1, modificativo, che prevede:
Alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 14 bis della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 così come sostituito dal comma 1 dell'articolo 3 le parole: "non superiore al 10 per cento" sono sostituite con le parole: "non superiore al 5 per cento" e le parole: "nel limite del massimo del 10 per cento" sono sostituite con le parole: "nel limite massimo del 5 per cento".
Collega, vuole intervenire?

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Lo do per letto.

PRESIDENTE

Perfetto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento n. B0018, con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Ora passiamo all'emendamento n. B0029, presentato dal consigliere Zanoni, articolo 3, comma 1, soppressivo, modificativo, che prevede:
"La lettera e) del comma 1 dell'articolo 14 bis della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 così come sostituito dal comma 1 dell'articolo 3 è soppressa".
Collega, vuole illustrarlo?
Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)
Questo è un emendamento che sopprime la lettera e) del comma 1 dell'articolo 3.
La lettera e) al comma 1 pone una casistica relativa alle deroghe che prevedono, appunto, procedure semplificate per le varianti urbanistiche del Piano di assetto del territorio. Cosa dice questa casistica? Dice che appunto si possono attuare queste deroghe nell'individuazione degli ambiti urbani di rigenerazione soggetti a programmi di rigenerazione urbana sostenibile.
In coerenza con il comma 2 dello stesso articolo che stiamo esaminando, che dice: "...le varianti di cui al comma 1 non possono incidere sulle scelte strategiche", siccome qui quando vai a parlare di rigenerazione urbana sostenibile si parla di scelte strategiche, credo che anche per la coerenza stessa dell'articolo che stiamo leggendo la lettera e) mal si incastra in questo articolo.
Pertanto, questa è la motivazione della sua soppressione.
Assume la Presidenza
il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0029, parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 4.
Ci sono degli emendamenti.
Emendamento n. B0005, presentato dal consigliere Guarda, articolo 4, soppressivo, che prevede:
"L'articolo 4 è soppresso".
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Il principio di aggiungere un'ulteriore strada per riuscire ad approvare gli interventi proposti da imprese o privati ai Comuni senza semplificare gli strumenti esistenti credo che sia inopportuno, tanto più se si utilizza una procedura che in qualche maniera esclude la cittadinanza ancor di più rispetto agli altri interventi. E siccome, come ricordavo anche prima nella Commissione ciò che verifico e penso che verifichiamo insieme, il tema della gestione del territorio, della pianificazione urbana è uno dei temi che vede la cittadinanza anche maggiormente attiva proprio per andare a tutelare determinate aree che magari non sono sufficientemente garantite all'interno già degli stessi PAT, per esempio, e non corrispondono magari quei PAT alla nuova concezione del principio di programmazione del territorio che negli ultimi anni si è sempre fatta più strada. Questo lo riferisco perché, per esempio, ci sono interventi per quanto riguarda aree commerciali piuttosto che altro che stanno mettendo notevolmente in difficoltà alcuni Comuni, alcuni territori, proprio per una pianificazione che probabilmente non è aggiornata ai tempi, punto n. 1, sia da un punto di vista economico che anche da un punto di vista edilizio e di tutela ambientale, ma tanto più dove ci sono dei PAT che riprendono e sono basati su valutazioni che sono datate e quindi ad oggi tanto più la cittadinanza in quei territori esige di poter partecipare attivamente ed esige che questa partecipazione gli venga garantita. È per questo motivo che propongo la soppressione dell'articolo 4.

PRESIDENTE

Grazie.
Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
L'articolo 4 va a integrare l'articolo 20 della legge 11 del 2004, la legge sull'urbanistica. Già l'articolo 20 di questa legge prevedeva diverse varianti di minima esentate dai piani: cioè qui non si è contenti di questa esenzione dell'8 bis e si va a inserire all'articolo 20 della legge 11/2004 anche l'8 ter, questo articolo, dove un piano di rango inferiore, il PUA, può modificare un piano di rango superiore, il Piano degli Interventi.
La miglior descrizione degli effetti di questo articolo li ha fatti un'associazione, Italia Nostra Veneto, durante l'iter in Commissione dove, appunto, hanno trasmesso delle note scritte.
Nelle considerazioni che, a mio avviso, sono condivisibili, tra l'altro sono state fatte, come già ricordavo, da un loro esponente che è anche un libero professionista del settore, dicono che "l'articolo introduce la possibilità per i PUA, i Piani Urbanistici Attuativi, di variare il PI, il Piano degli Interventi, il piano del Sindaco, se in coerenza con gli obiettivi e i criteri degli stessi Piani degli Interventi. Stante la genericità e indeterminatezza degli obiettivi e criteri normalmente enunciati dal Piano degli Interventi, si ritiene che in questo caso che tale norma diventerà di fatto uno strumento per la continua ed estemporanea modifica dei Piani degli Interventi prescindendo proprio dagli stessi obiettivi e criteri. Appare incongruo che uno strumento attuativo per definizione, che è il Piano Urbano Attuativo, possa diventare di regola la modalità per modificare lo strumento di rango superiore, che è il Piano degli Interventi, in contraddizione col principio della gerarchia di piani che governano la pianificazione. Anche in questo caso la presunta semplificazione denota la sostanziale confusione normativa sui principi base che dovrebbero presiedere una buona legge e un buon governo del territorio, principi che rappresentano la garanzia di una corretta e ordinata pianificazione di ogni territorio. La confusione, che si continua a creare con queste ripetute e spesso inutili modifiche, non fa bene nemmeno agli operatori economici e ai professionisti del settore che chiedono prima di tutto chiarezza e stabilità per poter lavorare. L'eventuale entrata in vigore di questo articolo 4 comporta il fatto che il PUA in deroga, modificativo del Piano degli Interventi, è suscettibile di incidere indirettamente addirittura su elementi strutturali del PAT (del Piano d'Assetto del Territorio), considerato che si parla solo di gerarchia generica e coerenza con criteri e obiettivi, non ponendo limiti per il rispetto di tali elementi strutturali che già vengono normalmente derogati da leggi come quella sul Piano Casa".
Ecco, questa è l'osservazione. Voi sapete poi che i Comuni del Veneto sono centinaia, ci sono centinaia di Amministrazioni locali, ci sono piccoli Comuni e spesso qualcosa magari sfugge anche per quanto riguarda le interpretazioni della legge. Sicché una norma del genere veramente potrebbe avere degli effetti negativi su quella che è la pianificazione che, come sappiamo, è concertata, prevede la partecipazione dei cittadini e quindi è anche un modo per fare le cose sì veloci, ma questa velocità poi porta magari a vedere dei cantieri, a sorgere dei cantieri sotto casa, che nessuno si aspettava, con relativi magari contenziosi dovuti a questa fretta che evidentemente, anche in questo caso, non fa bene, perché i piani, se li facciamo, vuol dire che servono. Qui andiamo sempre e continuamente in deroga ai piani.

PRESIDENTE

Bene.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0005. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. B0019 viene precluso dalla votazione precedente.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. B0020, presentato dal consigliere Zanoni, articolo 4, modificativo, che prevede:
Alla fine del comma 8 ter della lr 11/2004, così come introdotto dall'articolo 4, le parole: "dai commi 3, 4, 5, 6 e 8", sono sostituite con le parole: "secondo le procedure previste dai commi da 2 a 6 dell'art. 18 i cui termini sono ridotti alla metà".
Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Visto che non sono stati approvati gli emendamenti soppressivi, tentiamo di inserire, sì, una procedura semplificata e più veloce, riducendo alcuni termini della metà, termini temporali, ma facciamo in modo che le modifiche da fare non siano sui Piani attuativi, ma siano sui Piani degli Interventi, in modo da riportare queste procedure di modifica dei Piani a un livello tale dove si ripristina la partecipazione del pubblico e quant'altro.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0020. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Siamo sull'articolo 4.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo sull'articolo 5.
Emendamento n. B0006, presentato dalla consigliera Guarda, articolo 5, modificativo, che prevede:
Alla lettera b) del comma 4 dell'art.42 bis della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 , come introdotto dal comma 1 art. 5, sono soppresse le seguenti parole: "salva la possibilità qualora non siano reperibili gli spazi per gli ulteriori eventuali standard necessari a seguito della diversa destinazione d'uso, e il comune lo consenta, di prevederne la monetizzazione".
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Questo forse è uno degli articoli più centrali nella discussione che abbiamo avviato oggi, dato che è un articolo che consente, nel caso in cui vi fossero degli standard non raggiungibili e, di conseguenza, non sarebbe consentito il cambio di destinazione, di poterli superare mezzo pagamento.
Dal nostro punto di vista, di Europa Verde, questo non è tollerabile, perché se uno standard esiste deve essere osservato per forza e non può essere convertibile. Per questo per noi è inconcepibile pensare alla monetizzazione, sia da un punto di vista di politica regionale che per quanto riguarda l'approccio nazionale.
Per questo motivo non voterò a favore di questo articolo se non verrà modificato togliendo: "salva la possibilità, qualora non siano reperibili gli spazi per gli ulteriori eventuali standard necessari a seguito della diversa destinazione d'uso e il Comune lo consenta di prevederne la monetizzazione".

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto la parola il collega Zanoni. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo perché ho un emendamento praticamente uguale a quello della collega Guarda. Qui stiamo andando a normare i cambi di destinazione d'uso. Molti di questi cambi di destinazione d'uso avvengono in ambiti urbani anche storici, a volte, nei centri storici e capita di avere degli edifici, dei siti, che cambiano destinazione e cambiando destinazione creano delle nuove attività, magari attività che hanno bisogno di certi standard. In questo caso si parla nei centri storici di parcheggi: quindi apro un'attività nuova, con una variazione di destinazione d'uso e ho bisogno anche dei parcheggi. Bene. Al comma 4, lettera b) viene scritto che se non c'è la possibilità di reperire gli spazi, questi standard possono andare in deroga e il Comune può monetizzare, cioè mi faccio pagare dando una modifica della destinazione d'uso e concedendo di non rispettare gli standard.
Credo che se una destinazione d'uso non ti consente di dotare una nuova attività, dei parcheggi dovuti allo standard che sono previsti da dei piani fatti da esperti, che sono passati anche attraverso i Consigli comunali, concertati e quant'altro, non si deve fare. Ci sono problemi perché non riesci ad avere i parcheggi, nel cambio destinazione d'uso vuol dire che quella concessione, quell'autorizzazione non te la do e quindi o hai lo spazio per avere tutto quello che serve alla tua nuova attività altrimenti è inutile che mi faccia pagare come Comune per fare che cosa? Se sono in un centro storico e i parcheggi non me li posso inventare. Diciamo che questo articolo poteva anche andare, ma questa revisione effettivamente non ha un senso logico e può creare dei problemi concreti sul territorio e sui cittadini che vivono attorno a queste attività che si ritrovano ex novo derivanti da un cambio di destinazione d'uso previsto da questo articolo 5 di 'Cantiere veloce'.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0006, parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Siamo sull'emendamento n. B0021, di pagina 12, del correlatore.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Questo, Presidente dovrebbe essere precluso, perché...

PRESIDENTE

Infatti l'avevo chiesto al Segretario.
È precluso.
Emendamento n. B0011, presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 5, comma 1, modificativo, che prevede:
"La lettera b) del comma 4 dell'art. 42bis della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio", così come introdotto dall'articolo 5, è modificata:
b) a condizione sia garantito il rispetto degli standard previsti dallo strumento urbanistico, salva la possibilità qualora non siano reperibili gli spazi per ulteriori eventuali standard necessari a seguito della diversa destinazione d'uso di prevederne la realizzazione su aree idonee adiacenti".
Prego, Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo emendamento si inserisce sulla linea di quanto presentato dai colleghi prima, per cui anch'io sono d'accordo a non prevedere la monetizzazione, loro l'avevano già presentato e quindi non l'ho ripresentato, mentre questo è un tentativo, appunto, di andare un pelino oltre e dire che nel caso in cui non si possano fare gli standard nel luogo dove viene cambiata la destinazione d'uso e da come è previsto, appunto, dal DM del 1968, si possano fare gli standard in una zona immediatamente adiacente, quindi che si rispettino gli standard urbanistici, anche se non si possa fare nella zona precisa ma venga fatta in una zona appunto adiacente. Questa cosa è prevista dalla normativa nazionale. Come dicevo nella discussione generale, io credo che gli standard urbanistici previsti a livello nazionale comunque vadano incontro anche alla necessità di essere modificati perché non sono più così attuali, perché è una norma approvata nel '68. Indipendentemente da questo, gli standard garantiscono città pubblica e l'emendamento va nella direzione di mantenerla.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione, con parere contrario del relatore, l'emendamento n. B0011.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. B0004, presentato dal consigliere Ostanel, articolo 5, comma 1, modificativo, che prevede:
Alla fine della lettera b) del comma 4 dell'art. 42bis della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio", così come introdotto all'art. 5, dopo le parole "monetizzazione" sono aggiunte le parole: ", vincolando tali proventi alla realizzazione dei medesimi standard su aree idonee esistenti nelle adiacenze immediate o su aree agevolmente accessibili con appositi percorsi ciclo pedonali protetti e con il sistema del trasporto pubblico".
Prego, Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Sempre nel tentativo di rimediare ad una stortura di una legge che oggi stiamo approvando, l'ultimo tentativo era quello di dire: se proprio dobbiamo prevedere una monetizzazione, allora vincoliamo tale monetizzazione alla realizzazione di standard. Tra l'altro, questo è previsto non solo nel DM che citavo prima sugli standard urbanistici nazionali, ma anche dalla nostra legge 14 del 2019 'Veneto 2050' e quindi non vedo perché in questa legge noi dovevamo invece dire che si monetizzava e basta. Quindi vincoliamo la monetizzazione alla realizzazione degli standard urbanistici, ripeto, imprescindibili per garantire una città pubblica.

PRESIDENTE

Bene.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0014, parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Il n. B0012 è precluso dalla votazione appena fatta.
Emendamento n. B0013, presentato dal consigliere Ostanel, articolo 5, comma 1, modificativo, che prevede:
Alla fine della lettera b) del comma 4 dell'art. 42bis della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 "Norme per il governo del territorio e in materia di paesaggio", così come introdotto dall'art. 5, dopo le parole "monetizzazione" sono aggiunte le seguenti parole: "Tale possibilità è comunque esclusa nel caso di si tratti di strutture commerciali prove di spazi adeguati alla sosta dei veicoli".
Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Un altro emendamento per me importante era quello di dire che, comunque, quando noi monetizziamo gli standard, se stiamo facendo un cambio di destinazione d'uso che ha a che fare con le strutture commerciali, qui non si possa prevedere la monetizzazione, perché sono luoghi, in questo momento, soprattutto in questo momento, talmente particolari per cui bisognerebbe avere un attimo di tutela in più.

PRESIDENTE

Grazie.
Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Effettivamente, Presidente, andare in deroga su attività commerciali che magari attraggono moltissime persone effettivamente è una deroga che può avere delle ripercussioni negative sul traffico, non solo stradale, ma anche sulla rassicurazione delle persone. Pertanto, un emendamento del genere, a mio avviso, è veramente di buonsenso e utile a risolvere eventuali problemi che si possono verificare con l'approvazione di questo articolo 5.

PRESIDENTE

Bene. Grazie.
Non ci sono altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0013. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 5, così come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 6.
Ci sono emendamenti.
Emendamento n. B0008, presentato dalla consigliera Guarda, articolo 6, modificativo, soppressivo, che prevede:
"L'articolo 6 è soppresso".
Prego, Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Da questo punto di vista, per quanto...
Chiedo scusa, l'emendamento è il n. B8, giusto?

PRESIDENTE

Il n. B8 di pagina 17.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Perfetto. Grazie.
Semplicemente prevedo la soppressione dell'articolo 6, perché non rientra all'interno di quelli che sono i princìpi che abbiamo anche cercato di condividere in questa logica e intervengo anche per precisare, rispetto alla votazione dell'articolo precedente, che nonostante abbiamo apprezzato come Europa Verde il fatto che almeno si diano delle indicazioni chiare rispetto a come investire i fondi che vengono appunto raccolti dai Comuni per superare gli standard e consentire quindi a imprese e cittadini di poter convertire quel terreno ad una diversa zonizzazione, da questo punto di vista noi comunque siamo contrari alla monetizzazione, per cui, anche con questo apporto che è migliorativo, non riteniamo che risponda ai princìpi di tutela e di prevenzione del consumo di suolo.
Detto questo, per quanto riguarda l'articolo 6, la questione l'avevamo già affrontata durante la Commissione. Di conseguenza, io personalmente mi limito a dichiarare che in questo ambito un articolo di questo tipo non può essere da noi accolto e, di conseguenza, proponiamo la soppressione.

PRESIDENTE

Grazie, collega Guarda.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0008, parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. B0022, presentato dal consigliere Zanoni, articolo 6, comma 1, soppressivo, modificativo, che prevede:
All'ultimo comma dell'articolo 93 della legge regionale 27 giugno 1985, n. 61 , così come inserito dal comma 1 dell'articolo 6, dopo le parole: "fissato dal Comune" sono inserite le seguenti parole: "e comunque non superiori ai dei mesi".
Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
I Comuni devono fissare un termine entro il quale i privati devono eseguire le demolizioni per eliminare le opere abusive. Prevediamo un'indicazione relativa a un termine massimo entro il quale deve essere fissato questo termine, dando quindi facoltà ai Comuni di avere un arco temporale, a mio avviso, importante, perché proponiamo sei mesi. Diciamo che potremmo dire che i Comuni hanno una determinata autonomia nel determinare queste tempistiche, però poi ci ritroviamo, come accade con moltissime pratiche del Bonus 110, che certi Comuni, non avendo di fatto dei termini precisi - questo è solo per fare un paragone - accade che molti dei nostri cittadini che hanno bisogno di efficientare la propria abitazione grazie a questa misura importante dello Stato, vedano passare due, tre, quattro, cinque, anche sei mesi prima di avere delle risposte in merito alla documentazione utile per attuare la procedura del Bonus 110. Questa è la nostra proposta.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0022, parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Articolo 6.
Metto in votazione l'articolo 6.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 7.
Anche in questo caso ci sono emendamenti.
Emendamento n. B0007, presentato dalla consigliera Guarda, articolo 7, soppressivo, modificativo, che prevede:
"L'articolo 7 è soppresso".
Prego, Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Questo articolo 7 è stato lungamente discusso anche all'interno della Commissione Ambiente e questo perché è semplicemente riproporre ciò che pochi mesi fa è stato palesemente contestato in termini di legittimità costituzionale con la sentenza 77/2021, mi sembra un'azione piuttosto azzardata. Per un semplice motivo. Non è la prima volta che ne parlo in questo Consiglio, ma c'è un problema anche di come si va a mettere a rischio quella che è la legittimità di alcune norme che vengono approvate all'interno di questo Consiglio e di come questo abbia dei risvolti e dei riflessi in termini anche economici e di peso che l'attività di difesa di queste leggi ha all'interno anche del bilancio della nostra Regione. E sono fondi dei cittadini veneti che ogni volta vengono spesi per superare evidenti illegittimità costituzionali, che sono state ribadite non soltanto in quest'Aula ma anche fuori e che ancora una volta ci ritroviamo a dover ribadire. Ma questo non semplicemente perché lo diciamo noi, ma perché c'è una sentenza che già questo lo dice e quindi io non ritengo sia serio da parte nostra proseguire con l'approvazione dell'articolo 7 e per cui propongo la soppressione.

PRESIDENTE

Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Guardi, con l'intervento precedente ho cercato di spiegare perché, dal mio punto di vista, questo provvedimento non ha niente che serva ai cittadini e alle imprese, proprio perché è la somma di una serie di ripetizioni e di ridondanze legislative che ci saremmo onestamente potuti risparmiare. L'altra gamba del problema è che invece, come nel caso dell'articolo 7, oltre ad esserci contenuti che non servono a nulla, non aggiungono nulla e che quindi non servono, ci sono anche soluzioni sbagliate di fronte a problemi giusti.
Noi ci siamo accorti, nel momento in cui il Governo ha introdotto il Superbonus del 110%, che una parte rilevante del patrimonio immobiliare del Paese e della Regione era costruita in maniera non conforme al titolo edilizio in possesso. Questo è un elemento da cui partire. Io contrasto in origine l'impostazione del consigliere Formaggio che dice: "A casa mia faccio quello che voglio". No, a casa tua fai quello che puoi fare, che la legge ti consente di fare e che non incide negativamente su quello che accade a casa mia.
In questo quadro noi abbiamo un problema da risolvere, cioè ci sono una serie di illegittimità negli immobili, dobbiamo capire quali sono illegittimità sanabili e quindi qual è il livello di tolleranza e quali invece sono difformità che non possiamo considerare tollerabili. In particolar modo questa questione riguarda tutte quelle costruzioni e, quegli edifici che si sono costruiti prima del 1977, cioè prima che l'obbligo del titolo edilizio esistesse in questa... Allora, si sa come funzionava: facevo il progetto, lo depositavo in Comune, poi, man mano che costruivo l'edificio, mi veniva in mente di cambiare qualcosa, non cambiavo il progetto che avevo depositato perché non era obbligatorio. Mi facevo dare l'agibilità o l'abitabilità, poi però io in Catasto depositavo il progetto giusto e definitivo. Ora noi abbiamo due strade: o decidiamo, come peraltro ha già deciso di fare il Governo, che l'elemento attorno a cui noi definiamo la tolleranza dello stato dell'immobile è il Catasto, che nei casi di buonafede è sicuramente corretto... io trovo che sia non solo pericoloso, ma anche tecnicamente scorretto, indicare nel titolo di abitabilità o agibilità il titolo che garantisce sullo stato dell'immobile. È una scorciatoia, non è una soluzione corretta ad un problema che esiste, perché quando mi hanno dato l'agibilità o l'abitabilità me l'hanno data sulla base di norme che riguardano aspetti sanitari, non aspetti edilizi. Il fatto che io abbia l'agibilità o l'abitabilità non dice nulla sullo stato di legittimità del mio immobile. Se io decido, di fronte ad un problema di questo tipo, che il documento per il quale mi posso garantire la legittimità dello stato dell'edificio è l'abitabilità o l'agibilità sto surrettiziamente proponendo un condono. Cretini quelli che non l'hanno fatto prima dell'introduzione di questa norma. Aspetta che lo vado a fare prima che diventi legge.
Peraltro, la Corte Costituzionale, come dicevo precedentemente, ha già detto che quel meccanismo non funziona, perché, essendo un condono, non è la Regione che può autorizzare condoni, ma è lo Stato. Ecco perché dico o norme inutili o norme che rispondono in maniera sbagliata ad un problema che esiste.
Perché io penso male? Lo dico anche al relatore. Perché in realtà, se quello che noi abbiamo in mente, consigliere Valdegamberi, è davvero sanare situazioni di questo tipo per tutti quei cittadini che comunque vorrebbero investire in un processo di riqualificazione energetica e accedendo al Bonus 110%, se fossimo in buonafede e fosse davvero questa la preoccupazione che avremmo, non dovremmo fare niente, perché è già intervenuto il Governo e ci ha già detto che per gli interventi del Superbonus 110% è sufficiente una CILA e che non serve la dichiarazione di stato legittimo dell'edificio perché basta riportare nella pratica il numero della pratica di agibilità.
Quindi, io senza questa porcheria posso già fare il 110% anche se ho un edificio precedente al '77.
Io vi chiedo onestà quando approvate questo articolo, che è già stato dichiarato incostituzionale. Ditecelo che volete fare un condono. Ditelo ai veneti, magari sono anche contenti. Ma in quest'Aula le prese in giro penso che ce le dovremmo risparmiare.

PRESIDENTE

Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
L'emendamento è sicuramente condivisibile perché questo articolo è sicuramente l'articolo più problematico di tutta la legge. Ci sono due date che ci vengono in mente quando leggiamo questo articolo. La prima è il 21 aprile 2021, quindi poco più di un mese fa. Il 21 aprile 2021 la Corte Costituzionale dichiara illegittima la norma della Regione Veneto, la n. 50 del 2019 che, in seguito all'impugnazione del Governo, è stata esaminata per quanto riguarda i suoi contenuti e la congruità con le norme dello Stato ed è stata dichiarata incostituzionale, è stata cassata.
La seconda data che viene in mente è quella del 1° giugno 2021. Il 1° giugno 2021 c'è un decreto dello Stato che in merito alle nuove norme sul Bonus 110 per l'efficientamento degli edifici prevede che, ancorché esistano delle difformità nelle abitazioni, presentando una CILA queste possono essere risolte contestualmente alla pratica Bonus 110 andando finalmente ad accelerare, e qui sì che serviva velocità, le procedure per l'esecuzione del Bonus 110 che, a quanto pare, così come erano state previste, non hanno sortito alcun effetto, perché veramente ci sono stati intasamenti negli Uffici Tecnici dei Comuni e praticamente sono pochissimi quelli che sono partiti perché si sono accorti, tra l'altro, parlando con i liberi professionisti, e lo confermano quasi tutti, che difformità più o meno grandi ci sono. Lo Stato è già intervenuto anche su questo.
Quindi, a fronte di una recentissima sentenza della Corte costituzionale, che riguarda proprio una nostra legge, credo sia poco saggio continuare ad andare verso una strada che ci porta a sbattere, perché dovremmo aver fatto tesoro di questo responso che c'è stato dalla Corte Costituzionale. Perciò naturalmente il nostro voto sarà a favore dell'emendamento abrogativo.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0007. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
L'emendamento n. B0023 è precluso dalla votazione appena effettuata.
Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Solo velocemente per ribadire il punto. Noi andiamo a votare un articolo che è a rischio di incostituzionalità e che, a mio giudizio, è l'argomento per cui questo provvedimento nel suo complesso va respinto. Guardi, Consigliere, chieda la parola, intervenga, è stato fuori per tre quarti della discussione, quindi...

PRESIDENTE

Valdegamberi uno: la mascherina; due: lasci parlare i colleghi.
Prego, Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Il fatto che qualcuno pensi che questo sia l'unico motivo per cui votare il progetto di legge è ancora più preoccupante, perché è ora di finirla che questo Consiglio regionale approvi dei condoni o delle norme che vanno in una direzione esattamente diversa da quella di cui abbiamo parlato finora.
Siccome ho sentito parlare rispetto a questo provvedimento di scelte coraggiose, che è sempre meglio fare qualcosa piuttosto che non fare niente, ha detto il relatore in uno dei suoi interventi, guardate, io credo che se noi pensiamo di poter continuare a lavorare in questa maniera, facciamo un danno prima di tutto al Veneto in termini di comunità e di continuo consumo di suolo e nel far passare un messaggio per cui i furbi sono quelli che ottengono quello che vogliono. Le persone oneste, che gli abusi e le irregolarità non le hanno fatte, sono quelli che rimangono fregati.
So che è una logica che qualcuno sente molto vicino. Io, invece, penso che noi dovremmo dare ai cittadini del Veneto un messaggio completamente diverso: se c'è un problema oggettivo ti offriamo gli strumenti per superarlo, sapendo però che ci sono delle regole oltre le quali non si può andare. Ecco perché io penso che approvare questo articolo e, di conseguenza, questo progetto di legge non sia coraggioso, non sia un grande intervento che modifica gli assetti urbanistici di questa Regione, ma sia l'ennesimo, il solito favore ai pochi amici che hanno fatto i furbi. Io credo che questo sia il messaggio peggiore che possiamo dare.

PRESIDENTE

Io direi che sospendiamo un attimo, così ci calmiamo un po'. Se sento ancora commenti in sottofondo, io sospendo. Chi vuol parlare, prende la parola, ne ha facoltà e può farlo.
Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ci sono delle norme di rango superiore, norme dello Stato, che anche se non piacciono a Valdegamberi, ad esempio, le dobbiamo rispettare. Tra l'altro, se si vogliono fare delle modifiche, se si vogliono fare dei condoni, sappiamo che questa è materia dello Stato, lo può fare lo Stato, le Regioni non lo possono fare. Poi, andando ad approvare articoli come questi, si creano anche delle disparità tra i territori, tra le Regioni italiane e quindi anche trattamenti diversi dei cittadini delle diverse Regioni.
Credo che non si possa prescindere dalle norme dello Stato.
Diciamo che la nostra Regione, il Consiglio regionale più volte in passato ha approvato norme che poi sono state dichiarate incostituzionali e sono state cassate dalla Corte Costituzionale. Qui io credo che la cosa sia più grave del solito perché siamo freschi di una bocciatura: il 21 aprile, l'altro giorno. Cioè capite, colleghi, non è una cosa del passato e quindi uno può pensare: chissà, magari la Corte Costituzionale nel tempo può cambiare idea. Qui facciamo una norma all'indomani di una bocciatura eclatante che dovrebbe averci insegnato qualcosa, ma che evidentemente non abbiamo capito.

PRESIDENTE

Grazie.
Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Io, sinceramente, non sono intervenuto con singoli emendamenti su questo progetto di legge perché, come ho detto nella discussione generale, ritenevo che la cosa migliore da fare fosse quello di ritirarlo e di pensarci diversamente. Però veramente su questo articolo credo che i punti che ha sottolineato la consigliera Camani siano assolutamente sottoscrivibili. Qui ci si va a prendere una responsabilità proprio a due mesi esatti dal rigetto della legge 50/2019 della Regione Veneto: questo di fatto è un condono, è inutile che ci nascondiamo.
Condivido: stiamo dando una risposta sbagliata ad un problema reale. Stiamo dando una risposta sbagliata in primo luogo, perché non è necessario per il 110, è già stato detto, è già stato tolto quel collo di bottiglia all'adeguamento dal punto di vista energetico. Per cui, mi dispiace, ma quello sostenuto dal consigliere Valdegamberi non ha motivazione.
Soprattutto si offende quelli che hanno rispettato le regole e io credo che ogni provvedimento che va a premiare chi non ha rispettato le regole in qualche maniera frustri tutti coloro che, invece, le hanno rispettate. Questo non è, secondo me, virtuoso. È tutt'altro che virtuoso.
Credo che veramente dovremmo trovare dei modi diversi di cercare di mettere mano e di regolarizzare le posizioni, senza andare a fare un provvedimento che, secondo me, dal punto di vista proprio della tenuta normativa, è tenuto con lo scotch. Io non lo so se questo sarà impugnato. Io penso di sì, perché ci sarà chi interverrà. È possibile che lo scotch che gli uffici hanno messo possa tenere? Io me lo auguro. Sicuramente c'è stato un lavoro importante, però rimane un provvedimento fatto con lo scotch.
Invece a me piacerebbe che questa Regione operasse in modo ‒ diciamo così ‒ pulito, rispettando le gerarchie dal punto di vista delle competenze, quindi senza cercare, come sono state già definite, delle scorciatoie, ma cercando di fare correttamente le norme.
Condivido che la ragione che probabilmente ha spinto a questo tipo di impostazione è quella di dare delle risposte puntuali ad alcune situazioni, ma aprire la porta a tutti per far uscire qualcuno non è mai una soluzione felice.
Per cui, veramente, io rimetto alla coscienza di ciascun Consigliere la decisione di votare un provvedimento che tutto fa fuorché rispettare i cittadini veneti, che sono persone perbene.

PRESIDENTE

Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Io credo sia davvero importante, parlo specialmente con il relatore di questo progetto di legge, che questo articolo venga assolutamente soppresso e dimenticato da questo punto di vista, proprio per una questione anche di approccio etico all'approvazione di leggi che non possono tollerare questo tipo di rapporto che avvantaggia chi fino ad oggi non ha fatto le cose perbene. Questo proprio perché siamo molto spesso qui in Consiglio regionale pronti a intervenire a sostegno dei veneti che lavorano bene, delle imprese che lavorano bene. Le citiamo, le valorizziamo, lavoriamo per fare in modo che queste possano emergere e ne parlate anche voi molto spesso. Per questo motivo questo tipo di articoli non possono entrare all'interno di questo rapporto e di questo approccio e danno anche un messaggio educativo negativo da questo punto di vista.
Ritengo, quindi, che, se magari per alcuni questo è un concetto anche facilmente bypassabile, per altri, specie in questa maggioranza, magari questo tema non è leggero e magari gli sta anche altrettanto a cuore, al pari di quanto noi vi abbiamo cercato di dimostrare con i nostri interventi.
Credo che chi si fa portavoce di questo progetto di legge debba tenere conto di questi aspetti e tenere anche dritto quello che è il rapporto e l'approccio rispetto a norme e leggi che non possono dare messaggi contrastanti e devono valorizzare chi fa bene, non di certo metterlo nelle condizioni di non credere più all'opportunità di comportarsi in maniera adeguata: tanto in futuro qualcuno ci penserà.

PRESIDENTE

Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo a sostegno di quanto dicono i colleghi più che altro perché oggi ho sentito in Aula parlare di coraggio, coraggio nel presentare alcune norme che sfidino anche lo status quo delle norme della normativa nazionale. Però io credo che non sia questo il metodo, il meccanismo e soprattutto non credo che sia questo il contenuto su cui noi dobbiamo innovare o forzare. Abbiamo già visto una legge altra che è stata dichiarata con un vizio di incostituzionalità. Anche io credo che qui ci sia, non solo per l'impianto, ma anche proprio per la tipologia di norma che è un condono e lo si legge, credo che tutti i Consiglieri lo possano vedere. Ovviamente non ho presentato un emendamento abrogativo perché era già presente e soprattutto riconosco anche il limite del mio essere qui in minoranza e quindi sostanzialmente è anche sufficiente votare contrario quando non si è d'accordo. Penso abbiate visto anche i tentativi di fare gli emendamenti di Veneto Che Vogliamo puntuali, proprio per migliorare una norma che io speravo non venisse approvata, ma credo che invece oggi così sarà. Qui, invece, emendamenti da fare non ce n'erano perché credo davvero che su questo ci sia un punto molto critico.
Volevo ringraziare di nuovo la struttura tecnica, anche il consigliere Zecchinato che in Aula prima con gli emendamenti ha avuto un atteggiamento collaborativo e anche di ascolto e credo anche che forse ci siano anche pareri diversi, immagino, dentro a persone che stanno anche nella stessa forza politica, magari perché vedono delle sfumature diverse. Io lo ringrazio indipendentemente appunto da non aver accolto l'emendamento abrogativo su questo, ma davvero anche per il futuro chiedo proprio di riflettere quando magari dentro un progetto di legge dove c'è tanto ci sono alcuni articoli che, invece, hanno un valore molto importante e che non dovrebbero essere presenti. Grazie.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'articolo 7.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 8.
Emendamento n. B0032 di pagina 22-1 bis del correlatore Zanoni.
Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Volevo annunciare, in seguito a un accordo che c'è stato tra la minoranza e il relatore, il ritiro di due emendamenti relativi all'articolo 8, quindi ritiro l'emendamento n. B0024 e l'emendamento n. B0032...

PRESIDENTE

No, piano, ritira il 24 e stiamo discutendo il 32.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sì, approfittavo per dirle il ritiro degli emendamenti relativi a questo articolo.

PRESIDENTE

Benissimo.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Quindi il n. B0032, quello di cui stiamo parlando e il n. B0024.

PRESIDENTE

Okay.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

E poi credo che, ma questo lo deve fare il collega Zecchinato, andrebbe ritirato anche il n. B0031.

PRESIDENTE

Zecchinato annuisce, okay. Poi lo dirà al microfono Zecchinato, per favore.
Quindi il n. B0031, prego. Deve dire al microfono: "Il n. B0031 ritirato".

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Ritiriamo il n. B0031.

PRESIDENTE

Perfetto. Quindi rimane il n. B0033.
Emendamento n. B0033 presentato dai consiglieri Zecchianato e Zanoni, articolo 8, sostitutivo, che prevede:
Articolo 8 - Inserimento dell'articolo 2 bis della legge regionale 30 luglio 1996, n. 21 "Nuove modalità di calcolo delle volumetrie edilizie, dei rapporti di copertura, delle altezze e delle distanze limitatamente ai casi di aumento degli spessori dei tamponamenti perimetrali e orizzontali, per il perseguimento di maggiori livelli di coibentazione termoacustica o di inerzia termica".
1. Dopo l'art. 2 della legge regionale 30 luglio 1996, n. 21 è inserito il seguente:
"Articolo 2 bis - Interventi di isolamento termico nelle pareti degli edifici esistenti a confine con spazi pubblici.
1. Nel consentire I'eventuale occupazione gratuita di suolo pubblico per la realizzazione di interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali di cui all'art. 119, comma 1, lettera a) del D.L. 19 maggio 2020, n. 34 "Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19 l'autorità competente accerta non sia pregiudicata la rete delle opere di urbanizzazione e, in particolare, siano assicurate la sicurezza della circolazione veicolare e pedonale nonché I'accessibilità e la percorribilità dello spazio pubblico, specialmente alle persone con disabilità, escludendo la possibilità di concedere l'occupazione del suolo pubblico nel caso di percorsi pedonali, laddove non sia rispettata la misura minima di cui alla L. 13/1989.
2. L 'occupazione di cui al comma 1 non può superare lo spessore massimo di cm 15 e, nel caso di successiva demolizione e ricostruzione della parete interessata dall'intervento di isolamento termico, la stessa deve essere ricostruita, comprensiva dell'intervento di efficientamento di cui al comma 1, nella posizione originaria a confine con il suolo pubblico.
Zanoni, se vuole intervenire, veda lei.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sì, devo chiedere la parola?

PRESIDENTE

Sì, è meglio.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ecco, avevamo proposto degli interventi per incasellare in maniera più particolare le problematiche che si vanno a innescare qualora si consenta di occupare suolo pubblico aumentando lo spessore dei muri a causa degli interventi di efficientamento energetico. Per capirci: i cappotti sulle case quando questi vanno a creare occupazione di suolo pubblico su suolo, appunto, dei Comuni e degli Enti pubblici. Abbiamo trovato una soluzione che è quella di far riferimento a norme dello Stato per evitare che si vada al di sotto di certe misure per quanto riguarda soprattutto quelle vie e quei vicoli, calli, che ci sono in determinati centri storici.
Pertanto il nostro parere a questo articolo è favorevole.

PRESIDENTE

Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Non sono intervenuto finora perché, insomma, avevamo già in qualche modo sviscerato prima i vari emendamenti. Però insomma, su questo emendamento mi sento di intervenire perché ci abbiamo lavorato con il relatore e con il correlatore, anche insieme agli uffici, per trovare in qualche modo una sintesi. Una sintesi che personalmente ritenevo molto importante perché ci sono delle peculiarità dei territori all'interno della nostra Regione, in fattispecie Venezia nel suo centro storico piuttosto che Chioggia, e dico Venezia e Chioggia non perché siano diverse dagli altri territori, ma perché anche dal punto di vista strutturale ci sono dei tipi di conformazione dei centri storici - mi viene in mente Chioggia, le famose, chiamate in dialetto, "caleselle", quelle che congiungono due calli tra loro - che spesso si trovano all'interno di un contesto dove si fa fatica, anche per chi non le ha vissute, a concepire l'idea che se tu entri, arrivi a metà calle e ti arriva un altro di fronte, devi fermarti e tornare indietro per farlo passare.
Senza andare tanto lontano, se ogni tanto qualcuno viene qui al Ferro-Fini in vaporetto, basta scendere a Santa Maria del Giglio per rendersi conto che, prima di arrivare nel Campiello, se entra un'altra persona nella calle in due non ci passi.
Credo che era importante. Cosa succede? È vero, come dice Zecchinato, l'inserimento, il cappotto, 15 centimetri, però, andando a specificare dove si diceva anche che bisognava che in qualche modo ci fosse l'accessibilità pedonale, credo che là dove siamo già sotto le misure, sotto le soglie di quello previsto per legge, perché i palazzi dei centri storici sono così, spesso a Venezia non c'è neanche lo spazio per poter passare, credo che quando si interviene in contesti così delicati, quando si usa la parola "accessibilità", credo non si possa lasciare alle interpretazioni. Ci può essere il Comune, il dirigente che per accessibilità intende che io e un'altra persona possiamo passare insieme e c'è quello che magari ti dice: "passi magari te da solo, di traverso o di lato, magari se sei stato a dieta la settimana prima, ma per me è accessibilità lo stesso".
Insomma, è un segnale, credo, di una puntualizzazione importante, che dà anche un senso, in questo provvedimento, di attenzione e di consapevolezza, con questo passaggio, di quello che accade in alcune particolarità territoriali di centri storici come Venezia e come Chioggia, che, essendo territori che ho l'onore di rappresentare, credo non possano essere in alcuni ragionamenti esulati quando si parla di contesti così delicati che necessitano di tutto tranne che di complicazioni.

PRESIDENTE

Grazie.
La parola al relatore Zecchinato, che ne ha fatto richiesta. Prego.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Volevo anch'io ringraziare per il lavoro fatto su questo articolo. Sostanzialmente era stato presentato già un emendamento dal sottoscritto dopo che c'era stato un confronto anche con la struttura, anche durante l'ultima Commissione. Oggi l'emendamento che avevo anche presentato è venuto meno, nel senso sostituito da questo, in quanto abbiamo aggiunto questa frase, cioè che "si esclude la possibilità di concedere l'occupazione del suolo pubblico nel caso di percorsi pedonali, laddove non sia rispettata la misura minima di cui alla legge n. 13/89", sostanzialmente legata alle barriere architettoniche e all'accesso per disabili.
Questo perché si vuole consentire l'isolamento, quindi di andare anche verso lo spazio pubblico, qualora ci sia l'accordo del Comune, però di non pregiudicare quelle situazioni esistenti per le quali sarebbe pericoloso concedere ulteriore spazio e restringere il passaggio.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione, con il parere favorevole del relatore, l'emendamento n. B0033.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. B0031 era stato ritirato in precedenza dal relatore.
Passiamo a votare l'articolo 8.
L'emendamento n. B0033 era completamente sostitutivo, quindi è come se avessimo già votato l'articolo 8.
Passiamo all'articolo n. 9.
Non ci sono emendamenti.
Metto in votazione l'articolo 9.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo 10.
Ci sono degli emendamenti.
Emendamento n. B0009, presentato dalla consigliera Guarda, articolo 10, soppressivo, che prevede:
"L'articolo 10 è soppresso".
Collega Zanoni, prego. Zanoni ha chiesto la parola.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Siamo sull'emendamento? Può ripetere il numero?

PRESIDENTE

Emendamento n. B0009 della collega Guarda, pagina 23.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Questo articolo è praticamente simile a un articolo che abbiamo visto precedentemente. In questo articolo 10 viene ripetuto quello che è successo con 'Veneto 2050'. C'è una procedura semplificata, non c'è alcuna procedura di pubblicazione per i cittadini. I cittadini non hanno la possibilità di venire a conoscenza di determinati interventi e poi si ritrovano con il cantiere aperto a sorpresa sotto casa. Ciò ancorché il Consiglio comunale debba comunque esprimersi sulla possibilità di prescindere dal Piano attuativo.
Prima si impegnano fondi, risorse pubbliche, risorse umane per approvare i piani e poi si prescinde. Siamo a favore dell'emendamento. Noi abbiamo presentato un emendamento identico a quello della collega per la sua soppressione e in alternativa abbiamo - volevo anticiparlo così faccio un unico intervento, Presidente - abbiamo un secondo emendamento dove viene prevista una variante semplificata al Piano degli Interventi al posto della semplice deliberazione del Consiglio comunale per restituire ai cittadini l'opportunità di presentare osservazioni e anche per maggior trasparenza di queste procedure, per evitare che non succeda che, come per 'Veneto 2020' o i Piani Casa ci si ritrovi con cantiere aperto sotto casa senza sapere il perché, visto che il Piano prevedeva ben altre cose per quel sito.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. B0009. Parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Il n. B0025 è precluso dalla votazione precedente.
Passiamo all'emendamento n. B0015, presentato dalla consigliera Ostanel, articolo 10, comma 1, modificativo, che prevede:
Al comma 2 bis dell'art. 10 della legge regionale 4 aprile del 2019, n. 14 "Veneto 2050", come introdotto dall'articolo 10, dopo le parole "articolo 23 del medesimo decreto," sono aggiunte le parole "in presenza delle principali opere di urbanizzazione e".
Ostanel ha chiesto la parola, ne ha facoltà. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Anche qui, avendo visto gli emendamenti precedenti, appunto, che provavano a sopprimere l'articolo, in subordine questo emendamento, invece, cerca di mettere un minimo di correzione all'articolo 10, comma 2 bis, nel senso che si può esprimere nella possibilità di prescindere dal Piano attuativo richiesto, ma, come dice l'emendamento, solo in presenza delle principali opere di urbanizzazione. L'obiettivo è quello, quindi, di eventualmente dare la possibilità, ma dentro sempre a una progettazione d'ambito.
La parte critica di questo articolo è appunto il fatto che si possa prescindere dal Piano attuativo, ma in aree che sono delle aree che, invece dovrebbero essere tutelate. Quindi, con l'inserimento di questo emendamento si cerca, invece di limitare quando e come, anzi, le aree in cui si può prescindere dal Piano attuativo.

PRESIDENTE

Grazie.
Relatore, prego.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Si propone, appunto, di accogliere questo emendamento perché in questo modo ci si allinea anche con il 380/2001, con il DPR, nel fatto, appunto, che siano sussistenti le principali perlomeno opere di urbanizzazione. Grazie alla collega per averlo presentato.

PRESIDENTE

Bene.
Quindi l'emendamento n. B0015 vede il parere favorevole del relatore.
Metto in votazione l'emendamento B0015.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Emendamento n. B0026, presentato dal consigliere Zanoni, articolo 10, modificativo, che prevede:
"Alla fine del comma 2bis, dell'articolo 10, della legge regionale 4 aprile 2019, n. 14 così come inserito dal comma 1 dell'art. 10, le parole: "deliberazione del Consiglio comunale che si esprime in ordine alla possibilità di prescindere dal piano attuativo richiesto", sono sostituite con le parole: "approvazione da parte del comune di una variante semplificata al Piano degli interventi, secondo le procedure indicate ai commi da 2 a 6 dell'art. 18 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 , i cui termini sono ridotti della metà".
Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, lo do per letto perché l'ho spiegato nel precedente intervento.

PRESIDENTE

Benissimo. Grazie infinite.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione, con parere contrario del relatore, l'emendamento n. B0026.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Articolo 10 .
Metto in votazione l'articolo 10.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 11.
Emendamento n. B0010, presentato dalla consigliera Guarda, articolo 11, comma 1, modificativo, che prevede:
Al comma 2 dell'articolo 11 la parola "dovrà" è sostituita con la seguente: "deve".
Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Semplicemente si intende sostituire la parola "dovrà" con il presente "deve" e credo che appunto sia una modifica del tutto accogliibile e utile, insomma, per l'interpretazione. Grazie.

PRESIDENTE

Benissimo.
Il relatore mi sembra convinto dalle sue parole. Parere favorevole.
Metto in votazione l'emendamento n. B0010.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Prego, Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Molto brevemente. A me l'idea che c'è in quest'articolo 11 può anche convincere, perché è davvero sempre complicato, anche per i professionisti o per i proprietari di case andare all'Ufficio Tecnico e farsi fare il computo degli oneri. Dipende dal tecnico che trovi, dipende da quale normativa si applica. Quindi, l'idea di immaginare uno strumento che, in maniera omogenea, offre questo servizio ai cittadini ed è di supporto nel lavoro dell'Ufficio Tecnico mi può anche convincere.
Approfitto, però, dell'approvazione di questo articolo per chiedere un paio di chiarimenti al relatore. Da come è scritto l'articolo sembra quasi che questa applicazione già esista e che nella testa del legislatore già ci sia. Applicazione informatica, addirittura ipotizziamo già di darla in affidamento. Non c'è nessun riferimento, ovviamente, a procedure ad evidenza pubblica.
C'è anche un importo (30.000 euro) che a me sembra molto esiguo per un servizio che dovrà essere comunque, per definizione, almeno interoperabile con tutti i sistemi informativi dei diversi uffici comunali, rispetto al quale dovranno anche essere messe in campo delle azioni di educazione all'uso per gli Uffici Tecnici. Cioè, è un'operazione che tutte le volte che si è tentato di fare ha comunque trovato una serie di resistenze e di difficoltà, che comprendo.
Malgrado queste, mi pare utile provare a procedere in questa direzione, ma vorrei capire se è possibile, se esiste già un'idea di quale sarà questa applicazione, magari se esiste anche già un'idea a quale azienda o a quale studio professionale verrà affidato questo incarico, se esistono magari già dei preventivi e se l'importo messo a bilancio vi sembra congruo. Perché a me, ma è una mia opinione personale, 30.000 euro sembrano davvero pochi per un software, perché se, come delle volte accade, dovesse esserci un costo di manutenzione e dovesse replicarsi negli anni successivi, un'unica spesa, una tantum, così bassa per un software che rischia di essere così complicato mi sembra eccessivamente ridotta.
Approfittavo della votazione sull'articolo per chiedere qualche chiarimento al relatore.

PRESIDENTE

Relatore Zecchinato, prego.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Su questo articolo posso dire, come peraltro le potranno confermare i Consiglieri presenti in Commissione, che sostanzialmente è un articolo che è stato condiviso con la struttura tecnica, tanto che il primo importo che avevamo previsto, appunto, non conoscendo e non sapendo, si era buttata lì una cifra di 10.000 euro, poi incrementata a 30.000 avendo appunto sentito la struttura tecnica.
La risposta che posso darle è che anch'io credo sia positivo riuscire ad arrivare a un'applicazione che possa fare questo servizio per i Comuni nel calcolo del contributo. È chiaro che, per come è scritto, va integrato con il programma GPE, che è un programma già in uso in molti Comuni, dove peraltro ci sono anche dipendenti e personale già formato proprio in collegamento anche con la Regione. Tutte le procedure di affidamento e quant'altro saranno esperite dalle strutture tecniche. A noi compete aver inserito la proposta in normativa e aver accolto anche l'idea di spesa che è stata avanzata dalla struttura tecnica.

PRESIDENTE

Bene. Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'articolo 11 come modificato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 12.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'articolo 12.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 13.
Collega Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Colgo l'occasione dell'articolo 13, "Entrata in vigore", che un po' credo sia la sintesi e racchiude tutta quella che è la norma per arrivare all'entrata in vigore e quindi credo che sia prettamente attinente fare anche delle considerazioni in merito alla norma vista la sua entrata in vigore che arriverà.
Non sono intervenuto durante gli emendamenti perché credo si fosse detto già abbastanza, però due considerazioni prima dell'entrata in vigore della norma credo che vadano fatte. Intanto ho sentito parlare più volte di coraggio.
Vi ricordo che siamo a Venezia, stiamo attenti a parlare di coraggio, perché ultimamente, insomma, non credo sia un termine che possa tanto andare di moda: a noi sta un po' stretto il coraggio a Venezia. Dopo magari non so voi. Io più che coraggio lo chiamerei azzardo, che non è un tema che sta stretto però lo chiamerei azzardo. Fortunatamente, da come è iniziato questo provvedimento, da quel famoso malloppone che ci era arrivato all'inizio in Commissione, tante cose sono state tolte e tante cose son cambiate, fortunatamente tante volontà di chi lo aveva proposto sono state ridimensionate. Non è che così ci piaccia, però inizialmente credo fosse ancora peggio di questo. Fortunatamente, quando qualcuno ha proposto certe cose, la Commissione gli ha messo dei paletti; fortunatamente il Legislativo ha messo dei paletti; fortunatamente gli uffici tecnici hanno messo dei paletti; fortunatamente il collega Zecchinato, in qualche modo, ha preso in mano la situazione che stava un po' andando alla deriva: ci eravamo un po' persi, ci sono stati dei momenti in cui arrivava questo provvedimento in Commissione e non si sapeva più dove avevamo finito e dove bisognava ricominciare.
Ci sono stati dei momenti, guardate, chi è nella Seconda Commissione lo sa, dove non si capiva neanche dove si voleva arrivare con questo provvedimento e va riconosciuto al collega Zecchinato che, insomma, ha un po' preso la situazione in mano, riportandolo un po', nonostante, collega, sul provvedimento abbiamo legittimamente visioni diverse, però insomma, dallo stato di caos da cui eravamo partiti, fortunatamente siamo rientrati tanto.
Io non oso immaginare, Presidente, se oggi fosse arrivato quel provvedimento così come è arrivato in Commissione all'inizio cosa sarebbe successo in quest'Aula.
Io credo che questo Consiglio sarebbe durato di più di un bilancio se fosse arrivato quel provvedimento così. Tra l'altro, un provvedimento dove, ripeto, io dopo credo di non aver saltato neanche una di quelle Commissioni, ma non ho ancora capito il senso di quel provvedimento qual era. Oggi, forse, lo abbiamo capito: era quello di lavorare intorno a 2 o 3 vicissitudini che i territori, non so quali, non so chi, chiedono. Fatalità dopo però i territori parlano sempre con gli stessi. Io non so perché ma quando c'è da lavorare su certi temi i territori parlano sempre con gli stessi e sugli stessi temi: o non siamo interlocutori credibili, per carità, non abbiamo la credibilità del collega Valdegamberi, che ha appena detto che non ci considerano. Collega, però fortunatamente non facciamo neanche pastrocchi come quello che ha portato lei in Commissione. Fortunatamente, collega Valdegamberi, la sua maggioranza le ha posto dei paletti. Devo dire che, fortunatamente, non è stato politicamente credibile neanche alla sua maggioranza lei quando ha portato quel... qualcosa, le hanno dato il contentino. Guardi, le hanno dato il contentino, però la grande riflessione è quella che oggi va fatta e che comunque non è un provvedimento - parlo sempre delle finalità dell'entrata in vigore, insomma di quando entrerà in vigore - non è un provvedimento utile, sicuramente non è un provvedimento utile, però, così come era arrivato, era proprio inutile. Non è che adesso sia utile, però quando è arrivato era proprio inutile.
Mi preoccupa un po' vedere che in Seconda Commissione ci siano questi tipi di progetti di legge perché se arriviamo con progetti di legge che dopo diventano la metà tra articoli incostituzionali, articoli superati, articoli che è meglio non dirli, insomma, l'invito che faccio - e lo faccio in maniera viva - è: la prossima volta, quando pensiamo di fare un progetto di legge, cerchiamo di avere le idee chiare, collega, in modo di sapere già a monte cosa abbiamo intenzione di scrivere per evitare di buttar dentro, scrivere, scrivere, scrivere e, dopo arrivare in Aula e sentirci dire che quello è superato, quello è incostituzionale, quello non va bene, quello non si può fare. Perché se allora si fanno così i progetti di legge, caricando gli uffici di lavoro che non spetterebbe a loro fare, perché l'interpretazione di quello che un Consigliere vuole dire non credo sia in capo agli uffici, vuol dire che siamo davvero messi male, è una cosa brutta, ma poco bene si può dire. Credo che siamo messi davvero tanto poco bene.

PRESIDENTE

Bene. Grazie.
Metto in votazione l'articolo 13.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Adesso dobbiamo tornare al titolo, perché l'emendamento n. B0030 riguarda il titolo.
Emendamento n. B0030, presentato dal consigliere Zanoni, modificativo, che prevede:
"Nel titolo del PDL 20 le parole: " – VENETO CANTIERE VELOCE" sono soppresse".
Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Come ho avuto modo di dire in discussione generale, il titolo che è stato dato a questo disegno di legge, che diventerà legge della Regione Veneto, ovvero "Veneto cantiere veloce", a mio avviso non è del tutto appropriato a quello che, poi, è il contenuto dell'articolato di questa legge.
Più che di "Veneto cantiere veloce", potremmo parlare di un Veneto al quale stanno stretti i Piani, al quale stanno strette le pianificazioni, perché di fatto andiamo a bypassare i Piani, che la Regione Veneto e i Comuni si sono dati.
L'altro aspetto, a mio avviso, sul quale dovremmo stare attenti e avere un po' di sensibilità in merito è la questione dei cantieri. Cantiere veloce. Il cantiere veloce, nell'immaginario delle persone, può essere anche un cantiere che lavora in maniera veloce, ma la velocità nei cantieri non è sempre una buona cosa. Volevo ricordare quanti incidenti ci sono nei nostri cantieri. Quindi, parlare di cantieri veloci potrebbe essere magari utile a vendere questa norma come una norma che sburocratizza, che rende veloce, però nei cantieri si deve lavorare bene, non si deve lavorare in maniera veloce.
Pensate che l'ultimo dato disponibile di INAIL, che risale al 2019, per la Regione del Veneto dà 4.233 infortuni denunciati in edilizia. Ci sono stati molti incidenti in edilizia nei nostri cantieri, incidenti mortali: 14 nel 2015, 21 nel 2016, 11 nel 2017, 16 nel 2018 e 10 nel 2019. Questo è l'ultimo dato utile.
Quindi la proposta è quella di lasciare tutto il titolo tranne le ultime tre parole, perché, come vi ho detto, a mio avviso, non è appropriato parlare di Veneto cantiere veloce.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo interventi sull'emendamento 30.
Metto in votazione l'emendamento n. B0030 con il parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Signori, siamo alla votazione finale del PDL n. 20.
Zanoni per dichiarazione di voto.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
In molti siamo intervenuti in discussione generale e nel commentare, illustrare e sostenere gli emendamenti proposti; emendamenti proposti soprattutto, tranne in un caso, dai rappresentanti della minoranza, che hanno di fatto mostrato come questo progetto di legge purtroppo vada a incidere, a limitare, a ridimensionare e anche a colpire i Piani che la nostra Regione si è data in tema di urbanistica.
Noi sappiamo che per fare i Piani, che vengono fatti soprattutto a livello comunale, c'è un impiego di risorse importanti da parte dei Comuni, risorsa tempo perché vengono fatti numerosi Consigli comunali, vengono fatte delle riunioni e poi anche risorse economiche, naturalmente, il tutto con una partecipazione del pubblico, la cosiddetta partecipazione del pubblico di derivazione comunitaria (di questo parlano le direttive comunitarie sul tema) e quindi il coinvolgimento della popolazione, di conseguenza trasparenza, possibilità di intercedere con la Pubblica amministrazione attraverso le osservazioni che vengono effettuate nei Piani e quindi un modo di avere delle città, dei Comuni compartecipati, dove la popolazione partecipa al processo per essere protagonista del futuro di quello che gli accade attorno nei propri Comuni, nei propri paesi, nelle proprie città.
Tutto è impostato per bypassare i Piani: sull'altare della velocità viene sacrificata la partecipazione, viene sacrificata la trasparenza.
Questa, a mio avviso, a nostro avviso, non è una cosa positiva: abbiamo già avuto in passato la dimostrazione che fare le cose veloci, bypassare i Piani, quindi bypassare un modo di gestire, di pianificare i propri Comuni partecipato sicuramente a qualcuno porta dei vantaggi, ma alla maggior parte dei cittadini porta delle sorprese, con nascite di cantiere, con previsioni e costruzioni che nessuno sapeva che sarebbero arrivate proprio perché vanno in deroga ai Piani.
Inoltre, l'altro aspetto è quello della burocratizzazione di determinate procedure riferite ad alcuni articoli perché si va a ricalcare delle norme che sono norme dello Stato già in diretta esecuzione come il Testo unico sull'attività edilizia e quindi si va a creare un certo appesantimento della normativa; normativa che poi deve essere interpretata, deve essere applicata, deve essere fatta rispettare e, quindi, andiamo a creare un appesantimento anche per quanto riguarda i controlli e anche l'applicazione. Quindi il mondo relativo ai funzionari, al personale dei Comuni che si ritrovano con nuove norme, che magari non erano necessarie e poi anche quello dei liberi professionisti che devono esercitare la loro attività applicando quelle norme.
Avremmo bisogno veramente di velocizzare tante cose in Veneto. Io l'ho ricordato precedentemente: abbiamo bisogno di velocizzare il risanamento dell'aria in Veneto (stiamo respirando aria avvelenata da anni), abbiamo bisogno di velocizzare quello che è lo stop al consumo del suolo (siamo purtroppo primi in classifica per incremento di consumo del suolo), abbiamo bisogno, ad esempio, di una legge per velocizzare le liste di attesa perché sappiamo che le liste d'attesa in materia di sanità ce le siamo un po' dimenticate a causa del Covid, che ha un po' scombussolato tutta l'attività del sociosanitario sono un grosso problema, per carità comune anche a tante altre Regioni, ma se vogliamo essere una Regione all'avanguardia, facciamo queste leggi, cerchiamo di dare dei servizi più veloci, i servizi che servono e che servono a tutti i cittadini, perché della sanità l'abbiamo bisogno tutti.
Queste sono le norme che il Veneto vuole, che i veneti vogliono.
In merito a questa legge, devo dire che, come ricordava anche prima il collega Montanariello, ci sono stati momenti veramente di confusione in Commissione, dove sembrava che ci fosse il mercato delle vacche, dove tutti presentavano emendamenti, dove si voleva portare a casa di tutto e di più, andando ad assecondare chissà quali appetiti in giro per il territorio veneto, naturalmente sempre a discapito di qualcuno, perché quando accontenti uno, c'è sempre il vicino di casa dopo, ricordiamocelo. E quindi fortunatamente, qualche appetito è stato anche frenato. Ricordo solo alcuni passaggi dove addirittura il primo firmatario di questa legge aveva minacciato di ritirare la sua firma dal progetto di legge e diciamo che in qualche modo certi contenuti sono stati frenati, sono stati contenuti. Ecco, diciamo proprio così.
È una norma che nel suo complesso non porta benefici, è una norma che nel suo complesso potrebbe anche creare qualche problema di contenzioso con lo Stato, perché, in riferimento all'articolo 7, abbiamo visto che potrebbero esserci - naturalmente è giusto usare il condizionale, perché nessuno ha la palla di vetro, la sfera di vetro - potrebbero esserci anche dei contenziosi e dei conflitti con le norme superiori.
Io più che di "Cantiere veloce" parlerei di "Cantiere oscuro" perché andiamo a inserire degli ingredienti in questa norma che possono creare problemi, che creano più burocrazia, che magari danno aspettative, perché adesso, immagino, i giornali parleranno di "Veneto cantiere veloce" e quindi nell'immaginario collettivo tutto si potrà fare più velocemente. In realtà, per chi non conosce a fondo la questione, le cose proprio non stanno così.
Pertanto il nostro sarà un voto negativo pur comunque riconoscendo il lavoro che è stato fatto da parte della Commissione, da parte del relatore, da parte del Legislativo, da parte dei funzionari anche della Giunta che hanno partecipato, lo ricordo, a moltissime riunioni della Commissione Ambiente che hanno visto all'ordine del giorno il PDL 20.

PRESIDENTE

Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Noi, come Forza Italia, votiamo a favore di questo progetto di legge e lo facciamo convintamente, tra l'altro anche sottoscrittori, perché si pone una finalità che è quella della semplificazione. Noi, tra i nostri obiettivi, quelli che noi perseguiamo nella nostra azione politica, sia a livello nazionale che regionale, c'è la semplificazione, per cui sposiamo il principio di fondo che si vuole in questo caso seguire.
Riteniamo che sia necessario semplificare nel nostro Paese, ma in Italia non è facile. Vuoi per retaggi culturali, vuoi perché abbiamo un modello di ordinamento giuridico che non ha, ad esempio, le stesse caratteristiche di quello anglosassone, vuoi per dinamiche interne, vuoi per mentalità. Sta di fatto che noi abbiamo la necessità di semplificare perché lo sviluppo economico del nostro Paese passa attraverso la semplificazione. Quindi, l'impegno deve essere in questo senso.
Con questo progetto di legge la finalità è quella di intervenire in questo comparto, cioè quello edilizio, per cercare di rilanciare l'economia con la semplificazione, di efficientare il patrimonio edilizio esistente, di riqualificarlo.
Come Forza Italia abbiamo presentato delle osservazioni, abbiamo cercato di fare la nostra parte, ci siamo fatti interpreti delle istanze che provengono dal territorio, abbiamo discusso, collaborato con i colleghi ai quali va il ringraziamento, anche alla presidente della Seconda Commissione Rizzotto.
Mi permetto di riportare un messaggio che mi è arrivato questa mattina da parte di un professionista, il quale ha letto ieri l'articolo uscito su "Il Mattino", che riporta uno stralcio, una parte della conversazione, del dibattito che si è tenuto ieri in Aula in merito proprio a questo progetto di legge. Dice: "Leggendo l'articolo capisco che il PD è proprio scollegato con la piccola e media impresa. Ed è per questo che non vince mai le elezioni della Regione: sono troppo arroccati sull'ideologia statalista e non su quella liberale".
Questo progetto di legge può essere un progetto di legge che deve avere un tagliando, per capire che conseguenze ha sul territorio. Lo vedremo. Noi siamo qua anche per migliorare in base alle necessità del territorio e in base a quello che può servire ai veneti.

PRESIDENTE

No, Lorenzoni Arturo. Ho questo... Ma deve chiederlo... Io non ho sentito cose che la riguardano, sinceramente e tocca a Lorenzoni Arturo.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente.
Non sono un esponente del Partito Democratico, ma mi sento di rigettare questa lettura dell'opposizione a questo Consiglio come statalista a fronte di una maggioranza liberista. Personalmente credo di avere una lontananza dallo statalismo, però ritengo che questo progetto di legge ‒ mi dispiace, collega Venturini ‒ non vada nella direzione della semplificazione, non vada nella direzione del rilancio dell'economia, l'abbiamo già detto. È contraddittoria questa cosa. L'abbiamo fatto per rilanciare l'edilizia, non l'abbiamo fatto, l'abbiamo fatto per semplificare. Le motivazioni che hanno spinto a questo progetto sono confuse. Qui vorrei tornare all'emendamento n. B0030 che è stato rigettato, ma io propongo un nuovo nome a questo progetto di legge. Lo chiamerei: "Entropia dell'urbanistica", che+ secondo me riassume le modalità con cui l'abbiamo gestito nella Commissione e riassume anche la discussione in Aula. Questo è un progetto entropico e chi conosce il secondo principio della termodinamica capisce bene a cosa mi riferisco, perché non va nella direzione di semplificare, va nella direzione di creare contenzioso fra i Comuni, tra i diversi ambiti e tra Comune e Stato.
Qualcuno diceva che non abbiamo la sfera di cristallo. Io non ho la sfera di cristallo, ma sarei pronto a scommettere qualche euro che nascerà un contenzioso con gli organi governativi di livello superiore, perché andiamo a infilare le dita...
Grazie dei suggerimenti, collega Valdegamberi. Io l'avrei appoggiato volentieri un progetto che andasse nella direzione di semplificare le procedure, di aiutare i Comuni a gestire l'interazione con i professionisti, che è critica nella nostra Regione come nelle altre e che ha bisogno di fare un passaggio generazionale andando a semplificare le procedure di interazione. Penso solo alla digitalizzazione delle procedure e chi ha lavorato in Comune sa quante persone sono dedicate al solo interfacciarsi con le richieste dei documenti. Su questo potremo fare tantissimo, potremo spingere, potremo dare degli incentivi, potremo usare le risorse della Regione per dare fiato ad un'Amministrazione che non è efficiente oggi nell'interloquire con l'economia reale.
Credo che l'economia reale prima o poi si renderà conto che stiamo dando degli specchietti per le allodole. Non stiamo dando delle risposte ai bisogni. Io mi auguro, collega Venturini, che anche lei se ne renda conto, che fa parte di una maggioranza che dà delle risposte più a dei bisogni specifici che non alla necessità di dare ali, dare benzina ad un'economia che ha bisogno di uno svecchiamento.
Riassumo: questa legge non ha rispetto dei cittadini del Veneto, non ha rispetto perché tira un colpo di spugna su chi non si è comportato bene. Questo è come quando noi diamo un voto alto ad uno studente che non ha studiato. Posso anche cercare di aiutare uno studente, ma non ho rispetto per quello che ha studiato e non me lo posso permettere. Se uno studente non ha studiato non lo devo premiare, anche se può avere altri numeri. È lo stesso. Io non posso far finta che non ci siano delle irregolarità, se c'è chi le irregolarità non le ha commesse e come decisori pubblici dobbiamo avere grandissimo rispetto per i cittadini che hanno rispettato le regole e creare delle scorciatoie non rende giustizia a chi le regole le ha sempre rispettate.
Io mi auguro che noi possiamo tornare sul tema dell'urbanistica cercando di affrontare i problemi reali, cercando di dare strumenti ai Comuni perché possano interagire con i professionisti e mi auguro che i professionisti si rendano conto che li mandiamo in un mondo pieno di confusione, non li mettiamo nelle condizioni di lavorare bene.
Colleghi, mi auguro che presto possiamo tornare a lavorare sulle tematiche urbanistiche.
Io ringrazio veramente il relatore Zecchinato perché ha fatto un lavoro di cesello di cui sono grato, cioè ha cercato di tirare fuori questo progetto di legge da un afflato ideologico verso una concretezza normativa. Ringrazio gli uffici che veramente hanno fatto un lavoro monumentale da tanti punti di vista, ma non siamo nel binario giusto, rendiamocene conto, non stiamo dando delle risposte e quindi, pensiamoci bene, ecco. Credo che non sia motivo di orgoglio fare una norma che, penso, passerà alla storia come entropia dell'urbanistica e penso che, invece, dobbiamo cercare di lavorare sul primo principio della termodinamica che è molto più efficace.
Lavoriamo sull'exergia, collega Zecchinato, non sull'entropia.

PRESIDENTE

Collega Montanariello, non posso darle la parola per fatto personale perché la Venturini non ha citato lei.
No, lei... siamo in votazione, c'è dichiarazione di voto, l'ha fatta per il PD il collega Zanoni: o lei vota e, appunto, si dissocia da quanto ha dichiarato per il PD il collega Zanoni o non posso darle la parola.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Sull'ordine dei lavori, Presidente?

PRESIDENTE

No, siamo in votazione. Siamo in votazione.
Relatore Zecchinato.

Marco ZECCHINATO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Solo per intervenire a chiusura, appunto, della presentazione di questo provvedimento.
Chiaramente abbiamo posizioni diverse all'interno di quest'Aula e il lavoro è stato effettivamente molto quello fatto anche oggi nel confronto sugli emendamenti, però vorrei riportare l'attenzione su una questione: il Governo centrale, proprio per il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, ha effettivamente una posizione simile rispetto a quella in cui ci troviamo noi oggi, nel senso che, se andate a vedervi anche l'ultimo "Decreto Semplificazioni", in termini di valutazione di impatto ambientale, in termini di autorizzazioni ambientali, ha cercato di snellire i procedimenti in maniera puntuale e lo stesso ha fatto, sempre con questo decreto riguardo alla CILA (alla Comunicazione di Inizio Lavori), in relazione al Superbonus e lo stesso aveva cercato di fare qualcosa con il "Decreto Semplificazioni" precedente.
Motivo per cui anche questo provvedimento, arrivato in Commissione chiaramente con una formula, non era più attuale ed è stato necessariamente rivisto più volte proprio perché anche alcune cose non erano più attuali.
Mi sento di dire che nel momento in cui stiamo spostando l'attenzione, come abbiamo detto, e l'abbiamo già spostata dal quanto al quando e abbiamo la necessità di intervenire velocemente, io credo che un provvedimento di questo tipo sia comunque utile.
È chiaro, si può sempre fare meglio, c'è sempre da imparare, però, nel momento in cui noi andiamo a ridurre tempi ai Comuni anche di un anno, un anno e mezzo, in certi provvedimenti e nel momento in cui riusciamo a dare ai privati la possibilità di intervenire, ma nella stessa modalità in cui sarebbero intervenuti con gli strumenti a loro disposizione adesso, ma solo facendo prima e comunque salvaguardando sempre l'autonomia locale del Comune, salvaguardando una possibilità comunque di partecipazione, io credo comunque che abbiamo insomma prodotto qualcosa di positivo, sia per i cittadini che per le imprese che per i Comuni.
Va aggiunto che questa è una misura strutturale per cui non stiamo parlando di una misura estemporanea, una misura a termine. Va nella direzione di contenere il consumo di suolo come dicevo nell'intervento di presentazione: nel momento in cui noi agevoliamo gli interventi sul tessuto urbano esistente, sulle aree edificabili, sulle aree già vocate, è chiaro che spostiamo l'attenzione dal consumo di suolo alla rigenerazione.
Questo è uno degli obiettivi che credo si sia posta da tempo, ancora prima appunto della nostra proclamazione a Consiglieri, nella Legislazione precedente. V ricordare che questo Consiglio ha anche approvato ulteriori leggi di contenimento del consumo del suolo: penso a quella sul turismo, che è già stata approvata per i progetti strategici turistici in quest'Aula; penso ad altri progetti che, appunto, abbiamo illustrato in Commissione e abbiamo visto ed esaminato in Commissione.
Per cui credo che valga la pena, seppur andando a toccare singole fattispecie, e che sia meritevole di approvazione. Questo sicuramente darà l'impulso necessario per i prossimi mesi, quando arriveranno anche i fondi del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.
L'auspicio è anche da parte mia verso di voi, magari, a un voto, se non favorevole, di astensione, insomma per far vedere anche la vostra partecipazione a questo momento importante.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Volevo fare alcune dichiarazioni su questa legge che ritengo comunque una legge importante. Nonostante gli attacchi che sono spesso rivolti alla mia persona, non ho mai chiesto nessun intervento per fatto personale. Visto che sembravo io il portatore di queste lobby di interesse, lobby di categorie di persone, di individui, vorrei semplicemente ricordare, innanzitutto al signor consigliere e collega Zanoni, una frase del Vangelo che dice: "Signore, perdonali, perché non sanno quello che dicono". Non "quello che fanno". In questo caso, quello che dicono.
Le dichiarazioni che sono state fatte dicono tutto e il contrario di tutto, tanto per cominciare, ma soprattutto sono molto contraddittorie. Da una parte si dice che questa legge impedirà ancora di più, renderà ancora più complesse le procedure. Dall'altra si dice che si costruisce di più. Dall'altra si dice che... Tutte falsità. Questa legge non aggiunge un metro quadro di nuova costruzione, non aggiunge terreni edificabili, ma agisce sul consolidato. Anzi, permette il recupero del patrimonio esistente, quindi, di conseguenza, il venir meno della necessità di andare ad occupare nuovo suolo agricolo. È l'esatto contrario: se io facilito il recupero con un cambio d'uso più veloce non porto all'abbandono, come abbiamo noi, di tanti edifici all'interno delle città, ma permettiamo che questi edifici vengano recuperati, vengano utilizzati.
Io seguivo la discussione dei vari articoli prima. Se avessi seguito la logica di chi parlava di tutela dell'ambiente, avremmo raggiunto effetti esattamente all'opposto: avremmo raggiunto l'effetto di abbandonare edifici nei nostri centri storici per andare a edificare nuove costruzioni all'esterno. L'esatto contrario.
Criticano e pungolano una legge dicendo che è una legge di lobby. Vi assicuro che voi vi vivete fuori dal mondo della realtà. Ma veramente lontani. Le proposte che ho portato in Aula, sia nel primo testo, che aveva un carattere di straordinarietà... In merito al primo testo di legge dell'anno scorso, nella precedente Legislatura, fatalità, alcune di queste norme sono state recepite da un vostro stesso Governo, sono state recepite dallo Stato. Quindi, a livello centrale hanno recepito queste norme che noi avevamo proposto come progetto. Fatalità. Era così. Norme astruse, sbagliate, che lo Stato ha fatto proprie. Se lo fa lo Stato, se lo fate voi, se lo fa l'Emilia-Romagna vanno bene, se si fanno nel Veneto non vanno più bene. Andate a fare lezione in altre Regioni dove governate voi che queste norme ci sono già. Alcune norme sulle tolleranze ci sono già e sono ben più ampie delle nostre. Le nostre sono molto più prudenti. Regione Marche, Regione Emilia-Romagna. Andate a guardare queste norme. Noi non le abbiamo nemmeno riportate in Commissione queste norme con le analisi, perché le ritenevamo eccessive. Noi saremmo i deturpatori. Fate le lezioni a casa vostra prima di insegnare al Veneto.
Seconda cosa: c'è da dire che le proposte che noi abbiamo fatto, compreso l'articolo 7 che voi attaccate tanto, non sono proposte mie, c'è un gruppo di lavoro, ci sono giuristi, ci sono i numeri uno, gli esperti del diritto su questa materia, i numeri uno del Veneto, insieme ai rappresentanti dei Comuni, ai rappresentanti anche degli Ordini professionali. C'è un documento sottoscritto da tutti gli Ordini professionali, compresi i docenti universitari e i suoi colleghi. Non siete voi i detentori della verità. In questo Veneto che voi dite di rappresentare, secondo me, rappresentate voi stessi. Siete rimasti così in pochi che politicamente vi parlate addosso e vi autorappresentate. Non vi rendete conto che vivete in una realtà totalmente estranea da quella della vita reale.
Questo è il problema vero. Ecco che quindi questa legge diventa un compromesso, una sintesi. È vero, io avrei avuto altre proposte che andavano in una direzione un po' più coraggiosa. È frutto di una mediazione. Sono d'accordo, però comunque è una buona legge. Ringrazio anche la presidente di Commissione Rizzotto per aver fatto un po' da mediazione tra le varie parti. In Commissione è chiaro che si discute, è il luogo per discutere, è il luogo per il confronto, è il luogo per accogliere emendamenti. Se non lo si fa lì non siamo certo in una dittatura. Siamo in una democrazia. Nella democrazia c'è la dialettica anche all'interno degli stessi Partiti.
Ecco, non so cosa ci sia tanto da criticare. Ripeto, delle vostre esternazioni sono spesso contraddittorie perché, da una parte, dite una cosa e, poi, dall'altra, è l'esatto contrario.
So che ci sono persone fuori da qui che stanno attendendo con ansia questa legge e alcune norme di questa legge per poter sbloccare perché noi non interveniamo sul costruire di più, interveniamo sui tempi per costruire, sulla velocità, sul rendere efficace ed efficiente un sistema. Questo è il nostro intervento. Noi non aggiungiamo un metro cubo di terreno edificabile o aree di edificabilità. È l'esatto contrario di quello che state dicendo. Il messaggio di Zanoni è: "Noi dobbiamo guardare l'ambiente e il territorio". Allo stato attuale è talmente permeato per difficoltà di applicazione, per esempio del Superbonus, che ha il paradosso di non poter riqualificare tanti edifici e quindi di migliorare anche il loro contesto energetico.

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, ha terminato il tempo.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Finisco, finisco.
Il loro impatto anche sull'ambiente. Quindi, una legge come questa è una legge fortemente rispettosa dell'ambiente. Dovreste votarla anche voi insieme a noi.

PRESIDENTE

Guarda, per dichiarazione di voto.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

No, Presidente, io vorrei intervenire sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE

Siamo in dichiarazione di voto e si fa dichiarazione di voto.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Io voterò contrario, come ho già spiegato nei passaggi precedenti.
Volevo soltanto chiedere la verifica del numero legale.

PRESIDENTE

Va bene. Non c'è nessun problema.
Guardate che stiamo parlando di persone che sono in presenza a Palazzo.
Non ho capito sinceramente questo, però... l'appello nominale si chiedeva all'inizio delle dichiarazioni di voto, non in chiusura.
Beh, certo! Non c'è nessun problema. Beh, io, per verificare il numero legale devo mettere in votazione il PDL 20 e lo vediamo con la votazione in corso.
Metto in votazione il PDL n. 20 nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
35 favorevoli e 8 contrari. Anzi, 34 favorevoli, 8 contrari e 1 voto non espresso.
Il Consiglio approva.
Sospendiamo per 15 minuti per cambiare aria.
Si riprende alle 17.30.
La seduta è sospesa alle ore 17.14
La seduta riprende alle ore 17.40
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Passiamo al punto n. 9 dell'ordine del giorno: proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Alberto Villanova, Fabiano Barbisan ed altri "Città veneta della cultura".
PUNTO
9



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI VILLANOVA, BARBISAN, PAN, CIAMBETTI, ANDREOLI, CECCHETTO, CESTARI, DOLFIN, FAVERO, BET, BISAGLIA, BORON, CENTENARO, CESTARO, SPONDA, ZECCHINATO, MAINO, MICHIELETTO, SCATTO, VIANELLO, PICCININI, VENTURINI, BOZZA E RAZZOLINI RELATIVA A "CITTÀ VENETA DELLA CULTURA". (PROGETTO DI LEGGE N. 56) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 20/2021)

Relazione della Sesta Commissione consiliare.
Relatore: consigliere Alberto Villanova Correlatore: consigliera Elena Ostanel
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Il progetto di legge che si porta all'esame dell'Aula è un'iniziativa di valorizzazione del patrimonio di beni, paesaggio ed attività culturali del Veneto, anche e soprattutto per la necessità di rilancio della più importante industria del territorio, il turismo, drammaticamente penalizzata dall'esplosione della pandemia di coronavirus.
Gli ultimi dati sul turismo in Veneto, naturalmente riferiti al tempo precedente all'applicazione delle misure nazionali di contenimento della pandemia, rappresentavano la nostra regione come sempre più apprezzata dagli italiani e dagli stranieri, attratti dalla rara varietà paesaggistica e culturale, come dalla tradizione di ospitalità e sensibilità degli operatori turistici, attenti alle esigenze di una domanda in continuo rinnovamento.
Ma il principale polo di richiamo era senza dubbio quello delle città d'arte che attraevano il 55,3% dei turisti.
E non c'è dubbio che alla storia, al patrimonio ed alle attività culturali del Veneto fosse e resti intrinsecamente legata la tradizione enogastronomica, artigianale, agricola, di folklore e di pensiero popolare.
Un complesso di poliedrica ricchezza che fa della nostra Regione un unicum prezioso, riconosciuto al livello mondiale ed una meta turistica straordinaria alla cui vitalità si vuole, si deve ed è ora di tornare.
La Proposta, dunque, finanziata con 100.000 euro per l'esercizio 2021, è volta a valorizzare il territorio veneto ed il suo patrimonio culturale materiale ed immateriale, disponendo I'annuale assegnazione del titolo di "Città veneta della cultura" ad un luogo meritevole della Regione, secondo il solco consolidato delle esperienze delle Capitali della cultura, europea e nazionale.
L'intento è di promuovere la conoscenza dei luoghi del Veneto, anche di quelli meno noti, ed il miglioramento delle condizioni di fruizione culturale e turistica rispettosa e consapevole del territorio.
Si intende con ciò incoraggiare e sostenere la capacità progettuale e attuativa delle città affinché si rafforzi la consapevolezza del valore della leva culturale per la coesione sociale, la creatività, l'innovazione e lo sviluppo economico delle comunità territoriali.
Possono essere elette "Città Veneta della cultura" le città capoluogo, ma anche i comuni meno conosciuti come i borghi storici e le città murate o i borghi delle vallate dolomitiche, già dal 2009 Patrimonio Naturale dell'umanità.
La volontà è soprattutto quella di favorire la riscoperta — o proprio la scoperta - del patrimonio culturale, artistico e storico dei piccoli centri che non sempre rientrano fra le consuete mete turistiche e che meritano di essere conosciuti e valorizzati.
L'istituzione del titolo "Città veneta della cultura" ha una forte rilevanza anche a livello economico, per gli impatti indiretti che determina, in ragione della spinta propulsiva all'industria culturale e turistica. L 'elezione a "Città veneta della cultura" può infatti portare ad un incremento dell'accesso culturale e turistico, grazie alla promozione della conoscenza delle città ed all'incoraggiamento della qualità dell'offerta turistica.
Il titolo potrà inoltre favorire la maggior sostenibilità del flusso turistico, orientando le rotte dei visitatori anche verso le realtà meno conosciute e solo per questo minori.
Il progetto persegue allora - dopo la lunga e drastica depressione dell'economia del territorio e delle condizioni dei suoi operatori culturali e turistici conseguente alla pandemia - una spinta decisa alla ripresa e una strategia duratura di sviluppo culturale ed economico delle città interessate.
Il titolo di "Città veneta della cultura" è stimolo alla competitività del territorio, sollecitandone la capacità di attrarre a sé risorse umane e finanziarie anche nel lungo periodo, incrementando oltre ai flussi culturali e turistici le attività produttive dei settori collegati.
L'assegnazione del titolo sarà I'esito di annuale selezione da parte di una apposita commissione regionale di esperti che dovrà premiare la miglior candidatura sulla base di un programma di progetti ed iniziative che rispondano a definiti requisiti in primis quello della sussistenza di adeguata capacità economico finanziaria del soggetto presentatore - volti a valorizzare il patrimonio culturale materiale e immateriale della località prescelta, a migliorarne l'offerta culturale, ad ampliare la partecipazione alla cultura e a favorire processi di riqualificazione urbana.
Nell'iniziativa proposta è centrale il coinvolgimento delle comunità locali, anche attraverso la messa in rete dei principali portatori di interesse sul territorio, per far crescere l'attenzione generale al patrimonio culturale. Dunque fondamentale sarà la capacità dei cittadini di riconoscere la loro identità in quel patrimonio, di intenderlo come proprio e di collaborare alla sua conservazione.
Nell'attuazione dell'iniziativa, grande attenzione è auspicabile sia rivolta alla valorizzazione delle tradizioni, dei saperi e della creatività locale radicati nella cultura veneta.
Il turista più esigente e selettivo è alla ricerca di ambienti naturali incontaminati, di nuovi stimoli culturali, di strutture e servizi ricettivi di qualità, di una vacanza esperienziale e di arricchimento personale sotto il profilo sociale, culturale e ambientale in un rapporto diretto con i luoghi visitati, con il territorio e le sue tipicità.
Il processo di preservazione del patrimonio culturale, paesaggistico ed ambientale, sostenuto da strategie di sistema per la valorizzazione delle caratteristiche identitarie dei luoghi, in definitiva, è atto dovuto verso il nostro Veneto ed efficace supporto all'economia delle comunità locali, di cui ora più che mai è fondamentale che le istituzioni si prendano cura.
Pertanto:
. I'art. I (Istituzione del titolo Città veneta della cultura) prevede l'istituzione del titolo, coerentemente con le finalità di promozione del territorio e di valorizzazione dei beni e delle attività culturali proprie dello Statuto del Veneto e della legge regionale n. 17 del 2019, "Legge per la cultura" che è norma di principi fondamentali in materia.
Il titolo è conferito annualmente con decreto del Presidente della Regione al comune, o ai comuni in forma associata, purché contigui territorialmente, o alle unioni di comuni;
. I'art. 2 (Programma per la Città veneta della cultura) condiziona il riconoscimento del titolo alla presentazione alla Giunta regionale di un programma per la Città veneta della cultura, predisposto dai candidati anche in collaborazione con enti, associazioni o fondazioni della cultura e dello spettacolo. Il Programma è costituito da progetti ed iniziative che perseguono gli obiettivi individuati dalla norma;
. l'art. 3 (Commissione regionale per l'assegnazione del titolo Città veneta della cultura) prevede l'istituzione della Commissione regionale per la valutazione delle candidature presentate, ai fini dell'assegnazione del titolo Città veneta della cultura. La Commissione, i cui componenti sono indicati dalla norma, è nominata con decreto del Presidente della Regione, in sede di prima istituzione e ad ogni rinnovo di legislatura;
. I'art. 4 (Provvedimento di attuazione) devolve a provvedimento/i della Giunta regionale, sottoposto/i a parere della competente commissione, la definizione di composizione e le modalità di funzionamento della Commissione, le modalità di presentazione delle candidature ed il sistema di valutazione del programma rispetto ad una serie di requisiti, alcuni dei quali preordinati dalla norma stessa, ai quali requisiti si aggiungono quelli ulteriori e specifici posti dal bando. Fra i requisiti posti come vincolanti dalla norma il più significativo è senz'altro quello della sussistenza di adeguata capacità economico finanziaria del soggetto presentatore, in relazione ai progetti ed alle iniziative oggetto del programma.
Concludono il testo la norma finanziaria (art. 5) e quella di entrata in vigore (art. 6).
Sulla proposta di legge la Sesta Commissione consiliare, nella seduta del 9 giugno 2021, ha espresso a maggioranza parere favorevole alla sua approvazione da parte del Consiglio regionale.
Hanno votato a favore i rappresentanti dei gruppi consiliari: Liga Veneta per Salvini Premier (Corsi, Cestari e Favero), Zaia Presidente (Cavillato, Cestaro, Vianello, Villanova, Sandonà e Scatto), Lista Veneta Autonomia (Piccinini), Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni (Razzolini, Potato e Soranzo), Forza Italia Berlusconi —Autonomia per il Veneto (Bozza).
Astenuti i rappresentanti dei gruppi consiliari: Partito Democratico Veneto (Camani e Giacomo Possamai), Il Veneto che Vogliamo (Ostanel).

PRESIDENTE

Do la parola al relatore, il consigliere Villanova. Prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Questo è un progetto di legge che porta all'esame di quest'Aula un'iniziativa che serve a valorizzare quello che è il patrimonio di beni, di paesaggio, delle attività culturali, insomma quella che possiamo tranquillamente definire "la grande bellezza del Veneto", soprattutto per quella che è una necessità di rilancio, alla luce di quello che è stato un periodo di circa 16 mesi di difficoltà legata al Covid, che ha visto tutto il comparto del turismo e della cultura drammaticamente penalizzati dall'esplosione della pandemia del Coronavirus.
Gli ultimi dati prima della pandemia e quelli degli anni precedenti hanno sempre dimostrato come la nostra Regione sia sempre più apprezzata dal turismo italiano e straniero, anche perché i turisti sono attratti da quella che è la varietà paesaggistica e culturale e dalla tradizione di ospitalità che il nostro territorio ha sempre dimostrato nei confronti degli ospiti che arrivano a visitare il territorio.
Ricordiamo che il principale polo di richiamo per quello che riguarda il turismo erano le città d'arte, che rappresentavano il 55,3% dei turisti.
Questo, sì, per la nostra storia, per quelle che sono le attività culturali, per il paesaggio, ma anche per quello che è stato il lavoro nei secoli dei veneti, per quella che è la nostra tradizione enogastronomica, artigianale, agricola, di folklore, di pensiero popolare e anche sicuramente quella che è l'attività delle nostre Pro-Loco che lavorano sul territorio.
La proposta, quindi, è volta a valorizzare il territorio veneto, il suo patrimonio culturale, materiale e immateriale, disponendo l'annuale assegnazione del titolo di "Città veneta della cultura" ad un luogo meritevole della regione, secondo quello che è il solco delle esperienze che hanno caratterizzato le capitali della cultura a livello europeo e nazionale.
L'intento è di promuovere la conoscenza dei luoghi nel Veneto, quelli già ampiamente noti, come può essere la nostra Venezia, ma anche quelli meno noti, meno meta turistica per le visite di massa.
Si intende, con questo, incoraggiare quella che è la capacità progettuale delle Amministrazioni comunali affinché si rafforzi quella che è la consapevolezza del valore di quella che può essere la leva culturale per la coesione sociale, per la creatività, per l'innovazione e lo sviluppo economico delle nostre comunità territoriali.
Possono essere elette "Città venete della cultura" le città capoluogo, ma anche i Comuni più piccoli, meno conosciuti, come i borghi storici, le città murate, i borghi delle vallate dolomitiche, divenute patrimonio dell'umanità nel 2009 o anche le Associazioni dei Comuni purché formate da Comuni contigui.
La volontà è soprattutto quella di favorire la riscoperta, oppure la scoperta del patrimonio culturale, artistico e storico di piccoli centri che non sempre rientrano fra le mete consuete turistiche e che meritano di essere conosciuti e valorizzati.
L'istituzione del titolo "Città veneta della cultura" ha una forte rilevanza anche, ovviamente, a livello economico, per quello che è l'incremento dell'accesso culturale che può derivare dal punto di vista turistico grazie alla promozione della conoscenza delle città e all'incoraggiamento delle qualità dell'offerta turistica.
Come avevamo previsto nella legge quadro della cultura approvata nella X Legislatura si vuole fare leva proprio su quella che un legame con l'economia legata alla cultura.
Oltre a questo bisogna considerare che nel prossimo futuro quello che può essere l'unione tra il turismo e attività culturali non solo ci farà recuperare il terreno perso in questo anno e mezzo di pandemia, ma sicuramente potrà far spiccare il volo a tutto il Veneto orientando quelle che sono le rotte dei visitatori anche, appunto, all'interno del territorio, anche nelle mete meno conosciute.
L'assegnazione di questo titolo sarà l'esito di una annuale selezione da parte di un'apposita Commissione regionale di esperti, che dovrà premiare la miglior candidatura sulla base di un programma di progetti ed iniziative che rispondono a definiti requisiti, volti a valorizzare il patrimonio culturale, materiale e immateriale della località prescelta, a migliorarne l'offerta culturale, ad ampliarne la partecipazione alla cultura e favorire i processi di riqualificazione urbana.
Il coinvolgimento delle località è fondamentale, dunque fondamentale sarà anche la capacità dei cittadini di conoscere la propria identità in quel patrimonio, intendendola come proprio e di collaborare alla sua conservazione.
Sarà data anche grande attenzione a quella che è la valorizzazione delle tradizioni, dei saperi, della creatività locale, cioè tutto quello che compone la cultura veneta. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Ostanel, prego.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della relazione di maggioranza)
"Signor Presidente, colleghi consiglieri,
grazie, Presidente. Uso questa correlazione per mettere, da un lato, in luce alcuni punti positivi del progetto di legge che stiamo discutendo e, per altro verso, per evidenziare alcuni aspetti che potevano o possono essere potenziati negli anni futuri. Infine intendo chiudere il mio intervento con un riferimento al lavoro che si è fatto in Commissione cultura, non solo relativamente a questa legge, ma anche alla discussione generale che abbiamo avuto.
Il progetto di legge "Città veneta della cultura" ha dei punti interessanti, in particolare mi riferisco alla circostanza per cui è prevista una competizione con dei premi. Questo può effettivamente favorire la consapevolezza da parte degli amministratori e delle Amministrazioni locali, in collaborazione, con gli attori locali e la società civile del fatto che competere in una competizione potrebbe consentire di investire di più sul comparto culturale.
Un altro punto interessante è l'inserimento, all'articolo 3, di una Commissione i cui componenti operano a titolo gratuito, non devono aver avuto rapporti di collaborazione nei due anni precedenti la costituzione della Commissione con i Comuni che hanno presentato domanda e non devono trovarsi in condizione di conflitto di interessi. Si tratta di un ottimo spunto per parlare più in generale di trasparenza e di conflitto di interessi. Ne abbiamo discusso anche in Commissione: l'attenzione a questi aspetti è elemento essenziale del comparto sostenuto dai fondi regionali sulla cultura, nell'attuazione della Legge Cultura e nel sostegno alle partecipate che ben potrebbero occuparsi di distribuire i fondi ai territori in maniera cristallina e ritengo si possa utilizzare come buona pratica.
Infine evidenzio il punto 9 dell'articolo 4 in base al quale potranno essere utilizzate opere di pubblica utilità destinate a permanere sul territorio a servizio della collettività, perché è una legge che lavora sia sul patrimonio materiale che sul patrimonio immateriale.
Quindi ci sono dei punti di interesse.
All'inizio della fase istruttoria in Commissione avevo chiesto al Consigliere Villanova di chiarire le motivazioni poste a fondamento della scelta di presentare un nuovo progetto di legge quando in questa Regione esiste una legge organica sulla cultura la quale, dopo cinque anni dall'approvazione, attende solo di essere attuata. È stato chiarito che questa proposta (il PDLR 56) istituisce un premio e su questo si basa la scelta di non inserirlo nel Testo Unico della Cultura regionale.
Rispetto invece al finanziamento, di soli 100.000,00 euro, non si può non rilevare che si tratti di una somma troppo bassa. Va detto che in Commissione è stato chiarito che si tratta solo di un primo lancio e che riguarda l'anno in corso ma, ciononostante, il comparto Cultura registra l'ennesimo sottofinanziamento per la verità endemico in Veneto e molto al di sotto dei finanziamenti stanziati da altre regioni paragonabili sia per numero di abitanti che per patrimonio culturale e numero di operatori. Al di là del progetto di legge specifico, infatti, con la Presidente Scatto in Commissione Cultura sono stati auditi, anche su richiesta de Il Veneto che Vogliamo, tanti operatori della cultura. Inoltre la prossima settimana inizierà con loro una discussione su alcune questioni importanti relative all'attuazione della Legge Cultura del 2017. È questo un concetto che ricordo ad ogni intervento perché lo ritengo importante.
È dunque fondamentale attuare entro il 2021 quella legge del 2017 perché tanti operatori culturali veneti che appartengono al settore musicale, del teatro o delle arti visive (o altri, tipo il cinema) e non sono nel circuito delle partecipate, faticano a vedere una programmazione organica, annuale e triennale, faticano a identificare i bandi di finanziamento utilizzabili. Rimane questa un'operazione complessa nonostante negli ultimi anni, nel sito della Regione, sia stato fatto un po' di ordine.
Durante la discussione in aula del progetto di legge in materia di istruzione, cultura e sport avevo proposto degli emendamenti volti a, una volta attuata la Legge Cultura, "spegnere" tutte le altre leggi sul tema, come la legge n. 49/1978. C'è stata una lunga discussione, anche con l'Assessore, perché la legge n. 49 è un "calderone" utilizzato per finanziare un po' di tutto quel meccanismo di trasparenza, che invece troviamo nel progetto di legge in discussione oggi.
Ricordo inoltre la legge n. 52/1984, è stato per me abbastanza imbarazzante scoprire che si sostengono alcuni settori musicali e altri sono esclusi. Ad esempio la musica folk, quella rock e quella pop sono espressamente escluse da questa legge. In un momento di pandemia, di ristrettezza economica, di impossibilità degli operatori culturali di lavorare, si tratta di un grave errore.
In sintesi, al di là del progetto di legge specifico che ha degli aspetti positivi e può promuovere la competizione. Anziché il termine "Città" userei il termine "Comuni" perché i piccoli Comuni che non si sentono città rischiano di non candidarsi perché messi in soggezione dal titolo.
In ogni caso, in conclusione, nonostante eventuali ulteriori progetti di legge a tema cultura, la priorità dei prossimi mesi deve essere l'attuazione del T.U. regionale sulla Cultura, la legge 17/2019, con finanziamenti adeguati (da inserire nel prossimo bilancio di previsione) per cambiare il metodo utilizzato sinora di finanziare delle manifestazioni estemporanee sostenute dalla Regione ma di prevedere un unico e organico sistema di erogazione di fondi alla cultura che passi attraverso il Testo Unico.".

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Uso questa correlazione per mettere in luce alcuni punti positivi del progetto di legge che stiamo discutendo per mettere in luce alcune cose che magari potevano, possono anche essere potenziate negli anni futuri e per poi chiudere, magari, con un riferimento anche al lavoro che si è fatto in Commissione cultura, non solo relativamente a questa legge ma anche alla discussione generale che abbiamo avuto.
Il progetto di legge "Città veneta della cultura" ha dei punti interessanti, soprattutto sul fatto che garantire o attivare il fatto che ci sia una competizione, quindi dei premi che arrivano alle città, può, effettivamente, favorire una consapevolezza da parte degli amministratori e delle Amministrazioni locali, in collaborazione, come recita il testo, con gli attori locali e anche la società civile del fatto che porsi in competizione potrebbe anche permettere di magari investire di più sul comparto culturale.
Un altro punto interessante è l'inserimento di una Commissione che all'articolo 3 viene citato, soprattutto che i componenti della Commissione operano a titolo gratuito, ma soprattutto non devono aver avuto rapporti di collaborazione nei due anni precedenti, la costituzione della Commissione, con i Comuni che hanno presentato domanda e non devono trovarsi in condizione di conflitto di interessi. Credo che questo sia un punto interessante, ma che ci dà anche lo spunto per parlare più in generale del sistema della trasparenza e del non conflitto di interessi, che è importante ci sia all'interno di tutto il comparto sostenuto dai fondi regionali sulla cultura; ne abbiamo discusso anche in Commissione. Io penso che anche nell'attuazione della futura legge della cultura, ma anche nel rapporto e nel ruolo che stiamo avendo nel sostenere le partecipate, le partecipate possano loro stesse poi distribuire i fondi ai territori in maniera forse più trasparente e magari pensare che in futuro che una Commissione di questo tipo possa essere anche promossa per poi divulgare i fondi che trasferiamo alle partecipate, agli operatori della cultura che non sono nel circuito, credo possa essere utilizzata anche come buona pratica.
E poi c'è un punto sulle opere di pubblica utilità, cioè il punto 9 dell'articolo 4, dove si dice che: "Si potranno anche realizzare delle opere di pubblica utilità destinate a permanere sul territorio a servizio della collettività" perché è una legge che lavora sia sul patrimonio materiale che sul patrimonio immateriale. Quindi ci sono dei punti di interesse.
Rispetto al finanziamento: 100.000 euro. Io credo che un po' rappresenti, vero che in Commissione abbiamo discusso del fatto che è un primo lancio, un primo tentativo, ma io credo che, in generale, quando parliamo di cultura, noi dobbiamo pensare che questo sia un comparto che vada finanziato in maniera adeguata e, quindi, effettivamente, garantire solo 100.000 euro, vero che in Commissione abbiamo discusso essere solo per il 2021, ma io credo che la discussione qui in Aula, il tema, insomma, da portare è in generale il sottofinanziamento che, al di là del progetto di legge specifico, noi oggi abbiamo in questa Regione per tutto il comparto della cultura, che non è al pari di altre Regioni che hanno gli stessi abitanti, lo stesso patrimonio culturale, lo stesso numero di operatori culturali, che invece andrebbero sostenuti di più.
Al di là del progetto di legge specifico, ne approfitto per ricordare ‒ mi prendo pochi minuti, perché so che siamo stanchi ‒ alcune questioni che abbiamo già riportato non solo in Commissione Cultura, che ha audito, anche su richiesta nostra, con la Presidente Scatto, tanti operatori della cultura nella scorsa Commissione, e che la prossima settimana ri-audiremo o meglio noi discuteremo alla loro presenza di alcune questioni importanti, soprattutto relativamente all'attuazione della legge sulla cultura del 2017.
Ogni volta che intervengo in quest'Aula ne approfitto per ricordarlo. Magari sarò pedante, ma credo che sia importante per iniziare a discutere anche di un tema che in Commissione abbiamo portato. Inizialmente, infatti, io avevo chiesto dei chiarimenti al consigliere Villanova del perché istituire un nuovo progetto di legge, quando in realtà abbiamo una legge della cultura che deve ancora essere attivata.
Nella discussione, abbiamo anche avuto un confronto, la cosa che ho compreso è che qui dentro c'è la possibilità di istituire un premio, che non sta dentro una programmazione annuale e triennale, però credo che, al di là delle singole leggi che noi andiamo ad approvare, che magari non stanno dentro la legge della cultura, la domanda che ci dobbiamo fare è: dobbiamo velocizzare entro e assolutamente entro il 2021 quella legge del 2017 che tanti operatori culturali stanno aspettando, per un motivo molto semplice e che credo sia un po' sotto l'occhio di tutti. Il fatto che un operatore culturale veneto, o che appartenga al settore musicale o che appartenga al settore del teatro o che appartenga al settore delle arti visive (o altri, tipo il cinema) e che magari non è dentro il circuito delle partecipate, perché quello è un altro discorso da fare, fatica a vedere una programmazione organica, annuale e triennale, fatica a vedere quali sono i bandi di finanziamento ai quali si può rivolgere. Nonostante nel sito della Regione si sia fatto negli ultimi anni un po' di ordine, è molto complicato capire quali sono le possibilità di sostegno effettivo che gli operatori indipendenti hanno all'interno della nostra Regione.
In Aula avevo portato, ad esempio, degli emendamenti che cercavano anche di fare in modo che, quando la legge della cultura sarà attuata, non ci siano più altre leggi che, invece, magari, potrebbero andare a inficiare la sua chiarezza, come la legge n. 49. Abbiamo avuto una lunga discussione anche con l'Assessore, perché la legge n. 49 ad oggi diventa un po' un calderone dove mettiamo un po' tutto, tra l'altro senza quel meccanismo di trasparenza, che in questo progetto di legge ritengo essere molto positivo e che, quindi, in qualche modo, anche lì svia un po' la chiarezza sull'operatore culturale rispetto a dove si vuole e deve rivolgere.
In più, permettetemi di ricordare perché l'ho detto in Aula un po' di tempo fa, la legge 52 sempre relativa al settore della cultura e io credo, se avete voglia di andarlo a verificare, è stato per me abbastanza imbarazzante vedere che si sostenevano alcuni settori musicali e altri venivano esclusi, tra l'altro, non descrivendo un importo specifico di sostegno e, quindi, ad esempio la musica folk, la musica rock, la musica pop lì dentro non erano eleggibili ed era proprio scritto che non potevano partecipare; in un momento di pandemia, di ristrettezza economica, di impossibilità degli operatori culturali di lavorare io credo che quello sia stato un grave errore.
Al di là del progetto specifico che, ripeto, ha delle cose positive e, quindi, è assolutamente un progetto di legge che può promuovere la competizione tra più che città direi Comuni, perché i piccoli Comuni magari non si sentono città e magari vedono il titolone e dicono: io sono un Comune molto piccolo, magari non applico, quindi i Comuni veneti della cultura. Io penso che, al di là di questo, noi dovremmo usare anche questo momento per dire che se nei prossimi mesi approveremo altri progetti specifici sulla cultura che non hanno a che fare con la legge più generale, noi dobbiamo lavorare tutti insieme in Commissione e non per, invece, velocizzare i decreti attuativi della legge cultura, dargli un adeguato finanziamento, che non è assolutamente quello che oggi abbiamo e quindi anche in sede di approvazione del prossimo bilancio, fare un lavoro sensato su questo e, in ultima analisi, pensare che la legge n. 49, su cui magari non eravamo ancora pronti a fare un ragionamento, si faccia invece un ragionamento di rendere quella legge davvero quello che è, cioè l'idea di finanziare delle manifestazioni estemporanee sostenute dalla Regione e non far passare, invece, lì dentro altri fondi che, invece, devono andare tutti e dico tutti sulla legge della cultura che andremo ad approvare. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Ha chiesto di intervenire il collega Possamai.
Prego, collega.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Parlo anche per dichiarazione di voto, quindi anticipo già il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico su questo progetto di legge, nel senso che la troviamo un'iniziativa intelligente che va a promuovere il territorio, quindi bene che nasca la Città veneta della cultura, che va nel solco insomma di iniziative nazionali ed europee già in atto ormai da qualche anno, per cui la vediamo positivamente nel senso che qualsiasi investimento che abbini l'attività culturale, in questo caso anche la promozione turistica, per quanto ci riguarda, è un'iniziativa intelligente. Quindi su questo non mi dilungo.
Faccio solo un passaggio sul tema finanziamenti nel senso che qui abbiamo un finanziamento, mi pare di ricordare, di 100.000 euro per la norma, non so dire se siano sufficienti o meno, nel senso che è evidente che diventano sufficienti se poi, esattamente come per la Capitale italiana della cultura, mi pare che in quel caso sia 1.000.000, però c'è un'attività territoriale di raccolta fondi e di finanziamenti territoriali pubblico/privati tale per cui compensa il fatto che la cifra stanziata non è sicuramente sufficiente a fare grandi iniziative.
Il tema è di più largo spettro. Lo accennava la correlatrice Ostanel.
Volevo approfittare della presenza anche dell'assessore Corazzari in Aula, nel senso che il tema del finanziamento della cultura, di cui spero discuteremo, anzi stiamo già discutendo con la Presidente Scatto e con la Commissione e che ci vedrà anche impegnati fra qualche settimana, non so ancora, non abbiamo ancora la data, in un momento di confronto vede il Veneto oggettivamente in difficoltà sui finanziamenti al comparto culturale.
Per dare due cifre al volo. Siccome ce le ho appuntate: di fronte ai 5.000.000 che mettiamo noi, ce ne sono 22 del Friuli-Venezia Giulia, ma possiamo dire che è una Regione a Statuto speciale, ma ce ne sono quasi 30 da parte dell'Emilia Romagna, 20 da parte della Lombardia, siccome so che sia la Presidente Scatto, sia il Capogruppo Villanova, già Presidente della Sesta Commissione, su questo tema sono sensibili e sono certo che da questo punto di vista anche l'assessore Corazzari ha ben chiaro che per una Regione che su quel fronte vuole investire è difficile investire con neanche i fichi secchi in questo caso, con un po' di meno dei fichi secchi, di fronte a un ragionamento più complesso che possiamo fare sul progetto di legge di oggi, su tante iniziative che possiamo mettere in campo, resta il fatto che se non ci mettiamo le risorse, possiamo fare tutti i ragionamenti meravigliosi che vogliamo, ma non riusciamo ad andare avanti. Anche perché segnalo - questo è un punto centrale - la ripartenza post-Covid per il mondo della cultura è molto più complicata rispetto ad altri settori e ad altri mondi, perché se già prima facevi fatica a stare in equilibrio, facendo un evento in cui in una stanza potevano entrarci 300 persone, se oggi ne possono entrare 120, 130, 150, ma anche 200, la sostenibilità di quell'evento da qualche parte va ricercata. Quindi, c'è un tema di investimento, evidentemente, soprattutto nei primi anni, del pubblico per tenere in piedi queste realtà e per tenere in piedi una vita culturale di un territorio che noi dobbiamo pensare da oggi, perché ci sono mondi che, se non saranno in piedi, questo autunno, non saranno in piedi neanche l'anno prossimo e neanche l'anno successivo.
Per cui, iniziative come questa ci vedono favorevoli. È un buon progetto di legge. È importante che stia dentro a un ragionamento complessivo di investimento sul comparto culturale, che non può prescindere da un ragionamento sulle risorse e questa cosa ogni volta che saremo qui a discutere di un tema come questo noi la ricorderemo. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Consigliera Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Ringrazio della possibilità di confrontarci su questo tema. Non ho potuto seguire i lavori della Commissione cultura, non ne faccio parte, non ho potuto frequentarla, ma vi ho seguiti, anche se a distanza, leggendo i resoconti e vedendo la condivisione unanime che c'è stata rispetto a questo progetto di legge. Apprezzo questo.
Se mi posso permettere, anche in punta di piedi, riprendendo le parole della correlatrice, probabilmente il fatto di inserirlo all'interno della legge sulla cultura sarebbe stato, naturalmente, un principio anche di continuità e nel rispetto di quello che è il metodo di lavoro che anche ci si sta dando in questi anni, cioè di non creare tante piccole leggi, ma di confluire gli argomenti in un contenitore, in un provvedimento quadro che riesca a rispondere anche in maniera coordinata alle esigenze di chi, poi, dopo, fruisce di questi strumenti e ne fa utilizzo.
Detto questo, condivido anche quanto espresso rispetto alla necessità di affiancare a questi provvedimenti, che sono sicuramente stimoli per un rilancio del mondo della cultura, che è fatto di diverse imprese, imprese di tipo sociale, imprese e/o associazioni che sono attive in maniera anche...

PRESIDENTE

Scusi, collega Guarda.
Collega Valdegamberi, la mascherina, per cortesia.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie.
Anche tutte quelle imprese e associazioni con diversa finalità, ma che nell'ambito del mondo della cultura realizzano professionalità vera e creano opportunità di lavoro, che noi abbiamo più volte ricordato.
Ribadisco che il finanziamento di 5.000.000 non è affatto sufficiente per cercare di risollevare un settore che anche in quest'epoca Covid è stato, forse, anzi senza "forse", sicuramente il più penalizzato.
Da questo punto di vista, in ottica propositiva, mi sono permessa di presentare due emendamenti che, secondo me, sono opportuni per rendere, come dire, per completare, diciamo in due piccoli aspetti, piccolissimi aspetti, il provvedimento.
Il primo riferimento che prima citava anche la collega relatrice e mi son permessa di presentarlo come emendamento di sostituzione delle parole "delle città" con "dei Comuni" dato che abbiamo tutti i Comuni del Veneto che più o meno hanno la dignità e la possibilità non soltanto di parteciparvi ma comunque di rappresentare, da un punto di vista storico, culturale, una non poca qualità, ecco, da un punto di vista di proposta culturale - storica, da un punto di vista culturale, religioso piuttosto che di iniziative rivolte a un ambito culturale e artistico delle arti visive, piuttosto che di altro sicuramente molto, molto qualitativi e, direi, che sia opportuno, in relazione a questo, aprire ad una modifica che consente di coordinare il contenuto di cui al comma 2 dell'articolo 1, qui nell'emendamento c'è un refuso e chiedo scusa, laddove l'oggetto dell'intervento legislativo è esplicitato facendo riferimento ai Comuni e non alle città, tenuto conto che con tale ultima espressione si intende il titolo onorifico a legislazione vigente attribuito ai sensi dell'articolo 18, del decreto 267/2000 che così cita: "Il titolo di città può essere concesso con decreto della Presidenza della Repubblica, su proposta del Ministro dell'Interno ai Comuni insigni per ricordi monumenti storici e per l'attuale importanza" per cui aprire ai Comuni consente di dare uno spazio ulteriore anche a quelli che non sono insigniti di questo riconoscimento.
Dall'altra parte, un'altra piccola modifica può sembrare soltanto di forma, ma non lo è, è un concetto che deve andare di pari passo con il termine "valorizzare".
Ho scelto di anteporre alla parola "valorizzare", all'articolo 2, il comma 1, il verbo "tutelare" perché? Perché in se stesso è lo stesso Statuto del Veneto, dato che anche oggi ne parlavamo, che parla della valorizzazione, senza prescindere e dimenticare del termine, appunto, della tutela, proprio perché sono due aspetti che vanno di pari passo e trattandosi di beni che sono complessi e che sono infungibili di per sé è necessario accompagnare ad una valorizzazione una vera e propria tutela preventiva proprio per consentire anche la loro divulgazione e la loro diffusione.
Per questo motivo spero che questi emendamenti possano essere visti come una formula integrativa qualitativa al testo che è arrivato in Aula.
Ritengo magari, se è possibile, le prossime volte di fare dei ragionamenti che non creino PdL a sé stanti rispetto al resto della normativa, ma che siano inclusi all'interno della normativa quadro di riferimento proprio per dare ordine anche al nostro lavoro e a ciò che poi dopo questo nostro lavoro restituisce ai cittadini che ne fanno utilizzo e ritengo sia opportuno che questa legge non rimanga un buon auspicio per una progettazione di qualità, ma che dia seguito anche ad un intervento concreto di valorizzazione del grande mondo del lavoro nell'ambito della cultura.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Baldin, prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Io colgo l'occasione anche di complimentarmi per questo progetto di legge. Condivido anche le osservazioni delle colleghe che mi hanno preceduto, ovvero su alcune modifiche che potrebbero essere utili ai nostri fini, come quella di sostituire la parola "città" con "Comuni". Giustamente la consigliera Guarda fa notare che la parola "città" eliminerebbe insomma gran parte di altri Comuni che meritano la dovuta attenzione.
Anch'io non ho potuto seguire i lavori di questo progetto di legge, ma ne condivido senza dubbio i contenuti.
Ho proposto un ordine del giorno che chiedo a maggioranza di approvare, in quanto si cerca di rafforzare un principio che è sotteso anche nella stessa relazione accompagnatoria del progetto di legge, ovvero di fare in modo che si vada a privilegiare, in qualche modo a valorizzare di più quelle località, quei luoghi, che sono più svantaggiati dal punto di vista socio-economico ma anche per una situazione congenita alle stesse località, come ad esempio mancanza di servizi di trasporto adeguati e, quindi, che rende questi luoghi difficilmente raggiungibili o magari raggiungibili con un dispendio di tempo notevole.
Nell'ordine del giorno, come vi accennavo, faccio riferimento alla promozione della conoscenza dei luoghi meno noti e mi fa piacere che anche il capogruppo Villanova abbia posto l'accento sulla valorizzazione delle mete meno conosciute e di quei centri che, dal mio punto di vista, potrebbero non rientrare nelle consuete mete turistiche, che meritano, però, di essere conosciute e valorizzate alla stessa stregua delle altre, proprio perché tutto il territorio veneto parta dallo stesso livello e lo dobbiamo fare anche per uno sviluppo complessivo armonioso dal punto di vista culturale e anche sociale ed economico della nostra Regione.
Abbiamo territori splendidi in Veneto. Non serve che ce lo diciamo. Lo sappiamo tutti. Però ci sono aree che scontano deficit strutturali, quindi anche di alcune difficoltà: lo spopolamento delle zone montane, ad esempio, ne è una riprova.
Con questo impegno si vuole dare una attenzione particolare per le zone periferiche svantaggiate, meno conosciute, nell'ottica di una loro valorizzazione sostenibile, per permettere al maggior numero di visitatori di conoscere tutta la bellezza del nostro Veneto.
Ripeto: è giusto che ognuno faccia la propria parte nel sostenere, ovviamente, la località dalla quale proviene. È doveroso e sacrosanto e mi rendo conto sia abbastanza naturale. Però, dall'altro lato, dobbiamo cercare di essere obiettivi e prestare, magari, un'attenzione in più nei riguardi di quelle zone meno conosciute, più svantaggiate per vari motivi.
Detto questo, è una grande iniziativa, sulla scia dell'iniziativa che è stata portata avanti a livello nazionale con la Città della cultura. Per cui merita, senza alcun dubbio, di essere intrapresa, portata avanti e votata a maggioranza o forse anche all'unanimità, se riusciamo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Non vedo altri interventi in discussione generale.
Chiudiamo la discussione generale e passiamo all'articolato.
Ci sono due emendamenti. Diamo tre minuti di tempo alla Commissione per esprimere il parere.
Emendamento n. C0001, presentato dalla consigliera Guarda, articolo 1, modificativo, che prevede:
"Al comma 1 dell'articolo 1 le parole "delle città" sono sostituite con le seguenti: "dei comuni""
Lo vuole illustrare? L'ha già illustrato.
Parere del relatore, favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento n. C0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 1.
Non ci sono interventi.
Pongo in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
C'è un emendamento sull'articolo 2.
Emendamento n. C0002, presentato dalla consigliera Guarda, Articolo 2, comma 1, lettera A, modificativo, che prevede:
Alla lettera a) del comma 1 dell'articolo 2, alla parola "valorizzare" sono anteposte le seguenti parole: "tutelare e".
Guarda, vuole intervenire?

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Sì, grazie.

PRESIDENTE

Si prenoti perché...

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Già fatto, già fatto.

PRESIDENTE

Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Su questo emendamento verifico parere negativo rispetto alla possibilità di aggiungere, oltre alla valorizzazione, il verbo "tutelare" questo patrimonio che evidentemente è un patrimonio molto molto delicato, sia nella gestione che nella promozione eccetera, patrimonio culturale del Veneto.
Dato che c'è un parere negativo, lo ritiro, così come richiesto dalla maggioranza. Preciso due aspetti: l'ho presentato non per fare un'aggiunta, come dire: "Va beh, ci può stare, non ci può stare, eccetera", ma 1) perché sono gli stessi termini che vengono utilizzati nello Statuto della Regione del Veneto. 2) perché sono gli stessi termini che vengono utilizzati in tutti i vostri progetti di leggi, leggi che riguardano la tutela e la valorizzazione del patrimonio del Veneto. Penso a quelle sui Colli, per esempio, promosso da alcuni Consiglieri di maggioranza, eccetera, eccetera. Si parla contestualmente di tutela e valorizzazione e anche in quei casi i rilievi fatti rispetto alla questione, appunto, della competenza regionale rispetto alla questione della tutela, rispetto alla promozione, penso che potrebbero essere portate anche in quegli ambiti in cui anche voi avete utilizzato questi due termini insieme.
Detto questo, nessun problema, lo ritiro. Non metto in difficoltà anche per una... semplicemente aggiunta di un verbo che immagino, insomma che abbiate naturalmente a cuore anche voi e che verrà realizzato nonostante l'assenza in legge.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Quindi ritirato l'emendamento n. C2.
Non vedo altri interventi.
Pongo in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 3.
Non vedo richieste di interventi.
Pongo in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 4.
Non ci sono interventi.
Pongo in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 5.
Non ci sono richieste di intervento.
Pongo in votazione l'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 6.
Non ci sono richieste di intervento.
Pongo in votazione l'articolo 6.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Adesso c'è un ordine del giorno presentato dalla collega Baldin. Ordine del giorno n. C0003.
Se vuole illustrarlo, collega, si prenoti. Prego.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

L'ho già illustrato prima. Volevo capire l'intenzione di voto, il parere da parte del relatore.
Il parere qual è?

PRESIDENTE

Prego, collega Villanova.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
La mia richiesta è quella di ritirare questo ordine del giorno, pur essendo assolutamente d'accordo con quella che è l'intenzione, voglio ricordare che è previsto nell'articolato e, come ho ripetuto più volte anche durante la relazione, ricordo che la relazione fa parte integrante del progetto di legge, è assoluta intenzione di questo progetto di legge portare l'attenzione anche sui borghi meno conosciuti, come ho elencato prima.
Quindi, sinceramente non vedo cosa va ad aggiungere questo ordine del giorno a un progetto di legge.
Quindi chiedo il ritiro.

PRESIDENTE

Collega lo ritira.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Ma in realtà andrebbe a rafforzare, però va, beh, prendo atto e a questo punto lo ritiro.

PRESIDENTE

L'ordine del giorno è ritirato.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto.
Ci sono dichiarazioni da parte dei colleghi? Prenotatevi.
Collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Come Forza Italia noi sosteniamo questo progetto di legge di istituzione della città veneta e tra l'altro abbiamo anche sottoscritto perché riteniamo che sia fondamentale promuovere la conoscenza del nostro patrimonio, mutuando l'esperienza anche delle realtà europee, si fa leva quindi sulla cultura per avere dei benefici anche in termini economici e di coesione sociale.
Devo dire che con questo progetto di legge noi diamo in mano a dei soggetti, nella fattispecie Comuni, uno strumento fondamentale per la valorizzazione del nostro territorio e io direi che non sono solo i Comuni da coinvolgere, ma anche altre realtà, come le Pro-loco.
Noi abbiamo visto ieri con l'attribuzione della tessera quanto amore, quanto impegno, quanta dedizione c'è da parte delle Pro-loco nella valorizzazione del territorio attraverso il volontariato e possiamo considerarli veramente come i custodi delle tradizioni, delle tradizioni enogastronomiche e anche della conoscenza del patrimonio storico, artistico, architettonico di piccoli centri, infatti grazie a queste realtà, grazie a questi soggetti noi abbiamo la valorizzazione dei piccoli centri e della provincia italiana.
Allora ringrazio il relatore e il presentatore di questo progetto di legge, ringrazio la Presidente Scatto e tutti i colleghi per questo progetto di legge che, guardate, io, non ne faccio tanto una questione di risorse, sì è vero bisogna stanziare risorse per la cultura, ma bisogna anche cercare di fare sistema perché ci sono soggetti che gratuitamente, con attività di volontariato, ci credono molto nella valorizzazione del loro territorio. L'importante è dare loro importanza, è capire il loro valore e metterli a sistema proprio per portare avanti quella che è la valorizzazione del nostro territorio.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Io voterò favorevolmente al progetto di legge. Il motivo per cui voto favorevolmente, in particolare a quello che dicevo nella correlazione, cioè il fatto che io credo che favorire la competizione tra Comuni e città possa portare i Comuni e gli operatori culturali anche a investire di più su un comparto che spesso non è considerato un lavoro e intervengo anche per dire che questo progetto di legge mi trova favorevole perché nel suo articolato non si definisce la cultura solo come una cultura, enogastronomica piuttosto che di valorizzazione del territorio eccetera, ma parla anche proprio di innovazione e cultura come motore di sviluppo.
Quindi io ho intravisto – ed è il motivo per cui voto favorevolmente - il fatto che questo progetto di legge pensa di voler sostenere e, spero che sarà così, monitorerò, dei progetti che i Comuni portano anche per produrre proprio quella che è l'innovazione culturale, il fatto che la cultura diventi per alcuni - e spero per molti - anche un lavoro.
Permettetemi di aggiungere un punto - e poi chiudo - per dichiarare il voto favorevole: in Veneto, purtroppo, guardandolo anche da un osservatorio nazionale, noi abbiamo tantissimi operatori che, ovviamente, lavorano, ma anche perché le Istituzioni, non solo la Regione, ma anche i Comuni, negli anni hanno investito poco. Abbiamo delle persone che sono sostanzialmente sole e che, anche quando vogliono agire per costruire delle progettualità, fanno fatica a farlo perché non sono abituati a lavorare in un'ottica progettuale. Ecco, questo progetto di legge può far partire un volano positivo rispetto al fatto che i Comuni presentino delle progettualità e che quindi discutano con i loro territori e i loro operatori culturali.
Io penso che poi, siccome abbiamo parlato di investimenti, questa sia la strada da intraprendere: bandi trasparenti, fondi tanti, il giusto, come altre Regioni fanno, criteri trasparenti per la valutazione e il fatto che delle Commissioni possono valutare anche la qualità dei progetti. Perché ricordo che la cultura è e può essere un lavoro per molti e non è solo una questione di valorizzazione delle tradizioni e delle economie locali: è un lavoro e questo Paese lo ha dimostrato.

PRESIDENTE

Collega Speranzon.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Io concordo con gli interventi che mi hanno preceduto e devo sottolineare che, rispetto a quanto detto anche dalla consigliera Ostanel nel suo intervento, effettivamente troppo spesso, quando ci si riferisce agli operatori in ambito culturale, non si riconosce in modo dovuto la loro professionalità, le loro competenze, l'esperienza maturata sul campo, ma anche legata a percorsi formativi importanti.
Quindi se, come è stato giustamente ricordato da molti Consiglieri, anche dalla consigliera Baldin nel suo intervento, certamente viviamo in una Regione che offre moltissimo dal punto di vista delle bellezze artistiche, architettoniche, ambientali, è altrettanto importante quel patrimonio che non è definibile dal punto di vista materiale, ma che è un patrimonio intangibile, immateriale, fatto per l'appunto in particolare dalle attività culturali, in tantissimi ambiti, che permette di scoprire qualità e valori che altrimenti rischiano di non essere sufficientemente valorizzati.
Questo progetto di legge, che voterò convintamente, va nella direzione poi anche di mettere in virtuosa competizione le Amministrazioni locali, perché cerchino e trovino forme di collaborazione, magari per rendere più efficace la propria proposta, quindi, auspicabilmente, possa essere anche premiante dal punto di vista della Commissione valutatrice, quei progetti che vengono presentati a più mani, da più Amministrazioni del nostro territorio, dando, in questo senso, anche un indirizzo politico rispetto alla necessità che si costruiscano sempre più sinergie nel nostro territorio che possano permettere di risparmiare risorse, di valorizzare competenze, ambiti e territori e, in questo caso, anche poter vedere riconosciuta, attraverso non solo un titolo di merito, ma anche un riconoscimento materiale, con dei contributi, questa buona, ottima prassi da parte dell'Amministrazione regionale.

PRESIDENTE

Grazie, collega Speranzon.
Non ci sono altre richieste.
Mettiamo in votazione il progetto di legge n. 56 nel suo complesso.
Si prenoti, Presidente. Non risulta.
Cortesemente, lo dico a chi vuole intervenire, prenotatevi per tempo, altrimenti ci sono sempre problemi dopo. Grazie.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Molto brevemente.
Solo per sottolineare una cosa che non vorrei passasse in secondo piano e per questo ho voluto fare questo intervento.
Come non succede molte volte, abbiamo un po' riunito l'Aula nel senso che nel nome della cultura, vorrei sottolineare questo, c'è un comune sentire e il fatto anche che questo PdL venga denominato città o Comune della cultura fa balzare agli occhi anche quel concetto di Civitas che poi si collega ai cives, ai cittadini e anche a quel senso civico che magari in quest'ultimo periodo è venuto meno e così come magari ci siamo un po' disaffezionati a quelli che sono i nostri territori.
Quindi sono veramente contenta, proprio anche come Presidente della Sesta Commissione di vedere che si può fare e che, soprattutto, quando ci si crede allora tutto diventa fattibile e non ha, soprattutto nel nome della cultura, un'appartenenza politica esclusiva. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Altri interventi?
Bene.
Mettiamo in votazione il PDL n. 56 nel suo complesso come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Adesso, colleghi, abbiamo le mozioni.
Al punto 10 e al punto 11 abbiamo due mozioni simili, che sono la 114 e la 115, quindi è il caso di discuterle assieme.
Collega Montanariello per cosa deve intervenire?

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Ordine dei lavori.

PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Chiedo con serenità, ma anche per capire, per regolarmi, nulla contro le mozioni che sono per prima ma è stata una decisione della Capigruppo? Cioè queste mozioni come mai sono prima delle altre? Come mai sono prima delle altre, cioè noi abbiamo delle mozioni che aspettano da mesi, io ne ho una con una città bloccata e non discutiamo mozioni da mesi, c'è il sesto Comune del Veneto che chiede cosa pensa la Regione su quel tema, vorrei capire come mai delle mozioni depositate all'ultimo minuto arrivano per prime. Siccome non mi risulta che è una scelta della Capigruppo, io alzo le mani. Il tema è sensibile, mettiamoli per prima, però...

PRESIDENTE

Collega, questo è un ordine del giorno fatto durante la Capigruppo.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, mi scusi. No, Presidente, io sto chiedendo come mai delle mozioni iscritte nell'ordine del Consiglio da quattro Consigli...

PRESIDENTE

Perché l'indicazione viene data dei Capigruppo.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Ma non mi risulta! Il mio Capogruppo non mi risulta che abbia dato questa indicazione.
Eh no, ma se l'hanno deciso i Capigruppo, va bene, ma siccome non lo hanno deciso i Capigruppo, io vorrei capire chi calendari...

PRESIDENTE

Collega Montanariello: l'elenco delle mozioni da discutere in Aula vengono presentate ovviamente dai Capigruppo.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, non è...

PRESIDENTE

Poi la Presidenza decide l'ordine da dare alle mozioni.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, guardi, Presidente, non provate a prendermi in giro.

PRESIDENTE

Se poi lo vuole interpretare a modo suo anche il Regolamento, può interpretare a modo suo anche il Regolamento.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente guardi, non faccia... non può prendermi in giro.

PRESIDENTE

Ma ha sempre funzionato così.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Non si arrampichi su... ho fatto un'altra domanda, non ho chiesto questa risposta, mi sono spiegato male io, riformulo la domanda, sperando di non essere ogni volta lo scemo di turno quando pone dei temi ai quali diventa difficile rispondere.
C'è un ordine dei lavori di mozioni calendarizzate depositate, io ne ho una su un problema che siamo andati, pensate a quanto virtuosi siete, che siamo andati fino a Roma, abbiamo fatto ore a parlare col Parlamento e non abbiamo avuto tempo di discutere la mozione qui. Abbiamo fatto ore ad interpellare i nostri referenti romani, tutti, Lega Nord, 5 Stelle, PD, però non c'è stato ancora il modo di discutere la mozione qui sul sesto Comune del Veneto, che fa 40 chilometri di coda ogni mattina. Bene. Calendarizzata. Non ho mai detto una parola perché aspetto il mio turno. Presidente, non ho mai chiesto neanche di anticiparla, perché aspetto il mio turno. Per me è un problema importante perché rappresento quel territorio, a un altro gli interessa meno. Aspetto il mio turno. Però, non è stata una scelta dei Capigruppo, e nell'ordine dei lavori arrivano due mozioni depositate tanti giorni dopo di mozioni ferme da mesi e vengono iscritte all'inizio, cioè non è che uno può decidere: arrivo, questa che è depositata sei mesi prima la metto da parte, questa che è arrivata ieri, la metto avanti.
Guardi, Presidente, che quella volta per anticipare la mozione del gruppo...
PRESIDENTE
Collega, finito il tempo.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Han dovuto essere d'accordo... guardi lo prendo perché il tema merita. Me lo prendo perché il tema merita.

PRESIDENTE

Per favore, lei non si prende il tempo che vuole lei.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Me lo prendo perché il tema merita.
Me lo prendo perché il tema merita, ha capito? Lei non stacca nessun microfono. Me lo prendo perché il tema merita. Lei mi deve...

PRESIDENTE

La seduta è sospesa.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Quando ricominciamo è uguale, come l'altra volta. Sospendi ancora.
Uno aspetta mesi. Dopo arriva qua... Ragazzi...

PRESIDENTE

È chiuso il collegamento?
La Seduta è sospesa alle ore 18.35
La Seduta riprende alle ore 18.45

PRESIDENTE

Bene, riprendiamo il Consiglio.
C'è la richiesta del collega Montanariello di intervenire su?

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE

Prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Visto l'oggetto in questione al punto all'ordine del giorno 21, chiedo, dopo fatte le mozioni del caso iscritte, di chiedere ai Capigruppo di anticipare la trattazione della mozione 21: "Ponte sul Brenta, Calino, strada statale Romea", visto l'interessamento unanime dell'arco istituzionale Lega Nord, Cinque Stelle e PD nei confronti dei nostri rappresentanti romani e poterla trattare oggi, visto che parliamo di una strada dove muoiono tutti i giorni persone.
Chiedo di poterla anticipare dopo le mozioni che ritenete più importanti, che vengono discusse, per non aspettare altri 15 giorni prima di trattare il tema.
PRESIDENTE
Collega, intanto facciamo le due mozioni.
Dopo si radunerà la Capigruppo e deciderà in merito all'ordine del giorno sul quale proseguire
PUNTI
10 e 11



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI PAN, BET, BISAGLIA, CAVINATO, CENTENARO, CESTARO, MICHIELETTO, RIZZOTTO, SANDONÀ, VILLANOVA, BORON, ANDREOLI, CECCHETTO, DOLFIN, FAVERO, RIGO, BARBISAN E BALDIN RELATIVA A "CASO DELL'IMPRENDITORE ZENNARO TRATTENUTO IN SUDAN: IL GOVERNO SI ATTIVI PER RIPORTARLO A CASA". (MOZIONE N. 114) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 54/2021)


e

MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI SPERANZON, POLATO, RAZZOLINI, FORMAGGIO, SORANZO E BALDIN RELATIVA A "LA GIUNTA REGIONALE SI ATTIVI PRESSO IL GOVERNO ITALIANO AFFINCHÉ SIANO INTRAPRESE TUTTE LE AZIONI UTILI PER IL RILASCIO DI MARCO ZENNARO". (MOZIONE N. 115) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 55/2021)

MOZIONE n. 114
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- l'imprenditore veneziano Marco Zennaro è detenuto dal 1° di aprile in un carcere del Sudan per un'accusa di frode inserita in un intrigo internazionale di cui si dice vittima;
- l'azienda di Zennaro, che ha sede a Venezia, opera in Sudan da un quarto di secolo e l'attività legata ai trasformatori elettrici fu avviata dal padre in terra africana;
CONSIDERATO CHE:
- l'imprenditore è accusato di frode e, stando alle ricostruzioni che giungono dal Paese africano, dietro al suo arresto ci sarebbe il miliziano Abdallah Ahamed, considerato vicino al clan del feroce generale Mohamed Hamdan Dagalo, protagonista del colpo di Stato del 2009 e accusato del massacro e degli stupri di Adwa del novembre 2004 nel Darfur meridionale;
- l'azienda di Zennaro avrebbe fornito una grossa partita di trasformatori acquistati dal distributore e intermediario sudanese dell'azienda veneziana, Ayman Gallabi, e destinati all'azienda elettrica del Paese. Il cliente avrebbe fatto testare il prodotto dai tecnici dei laboratori di un'azienda locale, concorrente di quella veneziana. Secondo loro, i trasformatori non rispettavano gli standard necessari;
- secondo indiscrezioni c'era una difformità tra le caratteristiche tecniche e i parametri indicati nei certificati di collaudo, per questo Zennaro nei giorni seguenti prese un aereo per raggiungere subito Khartoum;
- arrivato in loco si è sentito contestare la fornitura, sulla base di un'analisi di laboratorio effettuata da una ditta concorrente. Zennaro giustamente ha replicato di affidarsi ad un soggetto neutrale per un giudizio super parters. Per tutta risposta è stato denunciato e arrestato per frode;
- in un primo tempo è rimasto agli arresti in albergo, e dopo aver convinto la controparte avrebbe a quel punto trattato con Gallabi a ritirare le accuse in cambio di una lauta somma di denaro (400 mila euro) e con la sigla di un accordo commerciale. riottenendo la libertà;
- nel frattempo qualche giorno dopo Gallabi misteriosamente muore, secondo una versione ufficiale durante un'immersione sub, ma la voce che si rincorre a Khartum è che altre sarebbero le cause, probabilmente sarebbe stato ucciso per una vendetta dei miliziani;
- in un paese provato dalla rivoluzione, in cui la corruzione ha raggiunto standard elevatissimi, è facile pensare quindi che i valori contestati possano essere stati alterati di proposito;
CONSTATATO CHE:
- Zennaro è stato arrestato di nuovo mentre stava per imbarcarsi su un aereo per tornare a casa per risolvere la questione, e questa volta è finito in una cella della Polizia locale;
- ad oggi Zennaro è rinchiuso in una cella con altri 30 detenuti ad una temperatura infernale di 46°, dove dorme per terra insieme ad altri detenuti, con seri problemi igienico-sanitari e costantemente vessato dal punto di vista psicologico;
- dal 1° aprile ha ricevuto 58 visite consolari dal personale dell'Ambasciata, che proseguono tuttora almeno due volte alla settimana;
- nell'ambito della sua attività di assistenza consolare, l'Ambasciata ha fornito al connazionale generi alimentari, indumenti, biancheria, libri e altri beni necessari;
- purtroppo è notizia di questi giorni che Marco si è lasciato andare, rifiuta il cibo che gli viene portato;
PRESO ATTO che il sostegno a Marco Zennaro arriva degli imprenditori veneti soci di Unioncamere e anche dalla Federazione italiana rugby, direttamente con il neopresidente che esprime la massima vicinanza all'ex giocatore ed attuale dirigente del Venezia Rugby;
VISTO che da alcune fonti giornalistiche sembra essere pervenuta alla famiglia la richiesta di riscatto di 700 mila euro, ponendo un forte dubbio che il filo conduttore di questa storia sia il denaro;
impegna la Giunta regionale
a farsi portavoce presso il Governo italiano per una rapida e positiva risoluzione della controversia che vede il nostro connazionale Marco Zennaro detenuto in condizioni disumane venga rimpatriato al più presto.".
MOZIONE n. 115
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"Il Consiglio regionale del Veneto
PREMESSO CHE:
- Marco Zennaro è un imprenditore veneziano di 46 anni attivo nel settore della componentistica elettrica che dal 1° aprile 2021 è rinchiuso in carcere nel Sudan, arrestato per una presunta frode;
- Zennaro sembrerebbe aver preso accordi con il mediatore Ayman Gallabi, imprenditore sudanese, che avrebbe acquistato da lui una fornitura per poi rivenderla alla Sedc, la società nazionale di fornitura elettrica;
- a far scattare l'accusa di frode sarebbero stati dei parametri risultati diversi rispetto a quelli dichiarati dall'azienda veneziana, solo che per certificarli i sudanesi sembrano essersi rivolti al laboratorio dell'azienda concorrente di Zennaro;
- in un paese provato dalla rivoluzione, in cui la corruzione ha raggiunto standard elevatissimi, è facile pensare quindi che quei valori possano essere stati alterati di proposito, per andare ad avvantaggiare chi potrebbe prendere lavoro e incarico al posto dell'azienda italiana;
- Gallabi (trovato morto venerdì in circostanze misteriose) sembrerebbe essere stato finanziato, per l'operazione, da un militare vicino al generale Mohamed Hamdan Dagalo, detto Hemeti, leader delle milizie ribelli, Abdallah Esa Yousif Ahamed, l'uomo che ha emesso il mandato di arresto per Zennaro;
- per dirimere questa vicenda, nata come una controversia economica, sembra esserci stato un primo pagamento di 400 mila euro da parte di Zennaro ed ora la richiesta, o forse sarebbe meglio definirlo ricatto, di ulteriori 700 mila euro da parte dei miliziani;
- ad oggi non è ancora chiaro il capo d'accusa in quanto non sono state prodotte prove per il suo incolpamento;
CONSIDERATO CHE:
- preoccupano molto le condizioni di Marco, costretto in cella, a terra tra altri detenuti, a temperature impensabili a volte senza cibo, se non fosse per il personale dell'Ambasciata Italiana in Sudan, che lo visita almeno due volte a settimana;
- la famiglia è in ansia e vive nella preoccupazione che possa accadere a Marco ciò che è accaduto a Giulio Regeni nel vicino Egitto nel 2016;
- attorno alla vicenda è nata una mobilitazione di imprenditori, del mondo della politica, tra gli ex compagni di squadra del Rugby Venezia società sportiva nella quale Marco Zennaro ricopre ruolo da dirigente ed allenatore, oltre che di numerosi amici (tra cui tanti regatanti);
- la mobilitazione veicola anche attraverso i social media con l'hashtag #sosteniamomarco appoggiato dalla Federazione Italiana Rugby del neo eletto presidente Marzio Innocenti;
- la famiglia ha chiesto, attraverso il personale diplomatico, di trasferire Marco che versa in cattive condizioni di salute senza però ad oggi nessun risvolto positivo;
esprimendo piena solidarietà e vicinanza alla famiglia,
impegna la Giunta regionale
ad attivarsi presso il Governo e tutte le altre sedi utili affinché siano intraprese tutte le azioni per il rilascio di Marco Zennaro.".

PRESIDENTE

Al punto 10 e al punto 11, come vi dicevo, ci sono due mozioni simili presentate una dal Gruppo della Lega, è una dai colleghi di Fratelli d'Italia.
Io direi di iniziare con la mozione numero 114 presentata dai colleghi Pan, Andreoli, Barbisan ed altri: "Caso dell'imprenditore Zennaro detenuto in Sudan in condizioni disumane. Il Governo si attivi per riportarlo a casa".
Interviene il collega Rigo.
Prego.

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Buongiorno, colleghi.
Questa è una mozione presentata dal capogruppo Pan, che riguarda il caso di Marco Zennaro, imprenditore veneto del settore elettrico che è stato detenuto in Sudan dal 1° aprile e liberato dopo 74 giorni, il 14 giugno, rinchiuso in condizioni disumane in una cella con altre 30 persone a temperatura anche di 45° e 46°, costretto a dormire per terra.
Marco Zennaro è accusato di frode in una vicenda piena di ombre, dietro il suo arresto sembrano infatti esserci personaggi legati ai clan terroristici e anche le accuse sembrano essere alquanto surreali.
Infatti, una fantomatica ditta prima denuncia Zennaro perché i trasformatori che ha ordinato non sarebbero mai arrivati, poi fa una causa civile per chiedere i danni in quanto sostiene che gli stessi trasformatori non funzionerebbero.
Marco Zennaro, imprenditore, marito e padre di famiglia, si trova ora in un albergo, ma è molto, molto provato, sia fisicamente che psicologicamente, dopo il trattamento disumano ricevuto e vive ora nell'assoluto terrore che la Polizia torni a prenderlo per riportarlo in carcere.
Questa mozione chiede alla Giunta di farsi portavoce presso il Governo italiano per una rapida e definitiva risoluzione della controversia che vede il nostro connazionale, trattenuto ancora in Sudan, affinché venga rimpatriato al più presto.
La solidarietà a Marco Zennaro arriva da tutti i cittadini veneti e io ringrazio il capogruppo Pan per l'impegno che su questa vicenda lo ha visto protagonista; arriva la solidarietà da parte di Unioncamere, della anche Federazione Italiana Rugby, perché Zennaro è anche dirigente della società Venezia Rugby.
In questa mozione, chiedo, Presidente, alcune modifiche, in quanto era stata presentata il 25 maggio e quando era stata presentata Zennaro si trovava ancora detenuto, mentre adesso è stato liberato ma costretto a rimanere in un albergo in Sudan.
Quindi chiedo di cambiare, se è possibile, Presidente, il titolo: "Caso dell'imprenditore Zennaro trattenuto in Sudan: il Governo si attivi per riportarlo a casa".
Chiedo di modificare inoltre alcune parti in cui, per esempio, "Premesso che l'imprenditore veneziano Marco Zennaro, è stato detenuto"...

PRESIDENTE

Collega, siccome adesso deve presentare anche il collega Speranzon la sua mozione, nel frattempo, se ha delle modifiche, se le può o presentare alla Presidenza o mettere per iscritto così poi andiamo bene anche ad illustrarle ai colleghi. Va bene?

Filippo RIGO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Va bene.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Speranzon.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Presidente, come ha detto anche il collega che mi ha preceduto, noi abbiamo presentato una mozione in data 27 maggio e il fatto che oggi, 23 giugno, la situazione si è evoluta, in parte auspicato, perché quello che richiedevamo attraverso questa mozione era il rilascio, ma era anche il rimpatrio, il ritorno a casa, mi impone di chiedere di modificare anche il testo della mozione che avevamo presentato come Gruppo di Fratelli d'Italia.
Le richieste ovviamente erano del tutto simili a quelle della mozione che aveva presentato il consigliere Pan e impegnavano la Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo e tutte le altre sedi utili affinché venissero intraprese tutte le azioni utili al rilascio di Marco Zennaro. Marco Zennaro attualmente non è più nelle carceri sudanesi, ma è agli arresti domiciliari in Sudan ed è, quindi, in una condizione che ancora non permette di tranquillizzare la famiglia e la comunità veneziana rispetto alla sorte del nostro concittadino.
Per questa ragione anche io procederò ad alcune modifiche della mozione chiedendo, poi, ovviamente, al Consiglio regionale possibilmente di approvarla con un voto unanime.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
So che alcuni colleghi hanno problemi con il sistema. Non funziona?
Intanto diamo la parola al collega Lorenzoni, e vediamo se riusciamo a sistemare il problema informatico.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Anche a me dava problemi, ma ha preso la prenotazione.
Solo per dire che il caso di Zennaro è un caso effettivamente che merita tutta la nostra attenzione. È stato, peraltro, studente nel corso di laurea dove io insegno, quindi è persona che sento personalmente vicina. Rugbista: altra ragione per cui lo sento vicino.
Va riconosciuto che il Governo si è mosso, che c'è stata un'azione forte da parte dell'Ambasciata italiana. Si è mossa anche la Nunziatura, e credo che anche quello sia stato un passaggio determinante nel permettergli di uscire dal carcere, pur essendo ancora trattenuto in Sudan.
L'auspicio è veramente che l'appello di questo Consiglio si aggiunga alle altre voci e riporti rapidamente Marco Zennaro in Italia.
Credo che le due mozioni siano assolutamente condivisibili. L'auspicio è veramente che la voce di questo Consiglio sia sentita non tanto dal nostro Governo, che già si è mosso e credo abbia fatto dei passi importanti, quanto piuttosto a livello internazionale. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Lorenzoni.
Consigliera Zottis.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Anche noi ci uniamo alle parole del consigliere Lorenzoni, in quanto abbiamo più volte sollecitato, anche come forza politica, la liberazione, che per fortuna c'è stata e ha ragione il collega Lorenzoni: deriva anche proprio da un movimento trasversale del mondo sociale, del mondo politico che ha richiesto a forte voce la liberazione e da un movimento del nostro Stato che è andato nella giusta direzione.
Adesso auspichiamo che attraverso anche questa mozione, chiaramente approveremo, si possa essere il rimpatrio di Zennaro e che questa comunità possa riaverlo nella propria terra anche per quello che abbiamo visto rappresenta per la comunità veneziana Marco Zennaro. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie collega.
Consigliera Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Anch'io voglio esprimere la mia solidarietà a Marco Zennaro e chiedo anche la sottoscrizione della mozione o delle due mozioni se non vengono unite, quindi di entrambe le mozioni, quindi credo sia giusto che da parte di questo Consiglio regionale arrivi tutta la solidarietà possibile con atti concreti e formali.

PRESIDENTE

Grazie, collega Baldin.
Ci sono altri interventi?
Allora, se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione delle mozioni.
Prenotatevi e aggiornate l'applicazione nel frattempo.
Allora la mozione, quella presentata dai colleghi Pan, Rigo ed altri, ha avuto ovviamente alcune modifiche, in quanto Marco Zennaro è stato rilasciato, quindi c'è un adeguamento tecnico del documento, è stata fatta un'aggiunta, dopo il: "Visto che" è stato inserito: "Appreso che Marco Zennaro, in data 14 giugno è stato liberato dopo 74 giorni di prigionia, di cui 69 in una cella di un Commissariato e cinque in carcere, ad oggi risulta stanco, provato e spaventato, ma potrà trascorrere la sua custodia in albergo in una sorta di situazione di obbligo di dimora. La situazione non è totalmente risolta perché, all'uscita dal Commissariato l'ufficiale giudiziario ha notificato all'imprenditore la causa civile che il miliziano Abdullahi Yusuf Ahmed ha sporto contro di lui".
Inoltre, un'ulteriore modifica è stata inserita nell'impegno alla Giunta regionale, che consiste in questo: "A farsi portavoce presso il Governo italiano per una rapida e definitiva risoluzione della controversia che vede il nostro connazionale Marco Zennaro trattenuto ancora in Sudan affinché venga rimpatriato al più presto".
Questa è la mozione del collega Pan, Rigo ed altri.
Quindi mettiamo in votazione la mozione numero... okay, allora aspettiamo un attimo.
Quindi diamo la parola al collega Speranzon che legge le modifiche apportate alla mozione n. 115.

Raffaele SPERANZON (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Per quanto riguarda la mozione 115 restano inalterate le premesse. Sui considerata, l'ultimo punto viene così trasformato: "La famiglia ha chiesto, attraverso il personale diplomatico, di rimpatria...", che era: "Considerato che la famiglia ha chiesto, attraverso il personale diplomatico, di rimpatriare Marco, attualmente agli arresti domiciliari", quindi va cancellata "trasferire" con "rimpatriare" e va tolta la riga da "che" a "positivo", "che versa in cattive condizioni di salute", eccetera, fino a "positivo".

PRESIDENTE

Bene, colleghi, adesso il sistema informatico dovrebbe funzionare, quindi partiamo dalla mozione n. 114 con le modifiche che ho illustrato prima.
Pongo in votazione la Mozione n. 114 come modificata.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione come modificata)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- l'imprenditore veneziano Marco Zennaro è stato detenuto dal 1° di aprile in un carcere del Sudan per un'accusa di frode inserita in un intrigo internazionale di cui si dice vittima;
- l'azienda di Zennaro, che ha sede a Venezia, opera in Sudan da un quarto di secolo e l'attività legata ai trasformatori elettrici fu avviata dal padre in terra africana;
CONSIDERATO CHE:
- l'imprenditore è accusato di frode e, stando alle ricostruzioni che giungono dal Paese africano, dietro al suo arresto ci sarebbe il miliziano Abdallah Ahamed, considerato vicino al clan del feroce generale Mohamed Hamdan Dagalo, protagonista del colpo di Stato del 2009 e accusato del massacro e degli stupri di Adwa del novembre 2004 nel Darfur meridionale;
- l'azienda di Zennaro avrebbe fornito una grossa partita di trasformatori acquistati dal distributore e intermediario sudanese dell'azienda veneziana, Ayman Gallabi, e destinati all'azienda elettrica del Paese. Il cliente avrebbe fatto testare il prodotto dai tecnici dei laboratori di un'azienda locale, concorrente di quella veneziana. Secondo loro, i trasformatori non rispettavano gli standard necessari;
- secondo indiscrezioni c'era una difformità tra le caratteristiche tecniche e i parametri indicati nei certificati di collaudo, per questo Zennaro nei giorni seguenti prese un aereo per raggiungere subito Khartoum;
- arrivato in loco si è sentito contestare la fornitura, sulla base di un'analisi di laboratorio effettuata da una ditta concorrente. Zennaro giustamente ha replicato di affidarsi ad un soggetto neutrale per un giudizio super parters. Per tutta risposta è stato denunciato e arrestato per frode;
- in un primo tempo è rimasto agli arresti in albergo, e dopo aver convinto la controparte avrebbe a quel punto trattato con Gallabi a ritirare le accuse in cambio di una lauta somma di denaro (400 mila euro) e con la sigla di un accordo commerciale. riottenendo la libertà;
- nel frattempo qualche giorno dopo Gallabi misteriosamente muore, secondo una versione ufficiale durante un'immersione sub, ma la voce che si rincorre a Khartum è che altre sarebbero le cause, probabilmente sarebbe stato ucciso per una vendetta dei miliziani;
- in un paese provato dalla rivoluzione, in cui la corruzione ha raggiunto standard elevatissimi, è facile pensare quindi che i valori contestati possano essere stati alterati di proposito;
CONSTATATO CHE:
- Zennaro è stato arrestato di nuovo mentre stava per imbarcarsi su un aereo per tornare a casa per risolvere la questione, e questa volta è finito in una cella della Polizia locale;
- Zennaro è stato rinchiuso in una cella con altri 30 detenuti ad una temperatura infernale di 46°, dove ha dormito per terra insieme ad altri detenuti, con seri problemi igienico-sanitari e costantemente vessato dal punto di vista psicologico;
- dal 1° aprile ha ricevuto oltre 58 visite consolari dal personale dell'Ambasciata, che proseguono tuttora almeno due volte alla settimana;
- nell'ambito della sua attività di assistenza consolare, l'Ambasciata ha fornito al connazionale generi alimentari, indumenti, biancheria, libri e altri beni necessari;
- purtroppo sono giunte notizie in questi giorni che Marco si era lasciato andare, rifiutando il cibo che gli veniva portato;
PRESO ATTO che il sostegno a Marco Zennaro arriva degli imprenditori veneti soci di Unioncamere e anche dalla Federazione italiana rugby, direttamente con il neopresidente che esprime la massima vicinanza all'ex giocatore ed attuale dirigente del Venezia Rugby;
VISTO che da alcune fonti giornalistiche sembra essere pervenuta alla famiglia la richiesta di riscatto di 700 mila euro, ponendo un forte dubbio che il filo conduttore di questa storia sia il denaro;
APPRESO CHE:
- Marco Zennaro in data 14 giugno è stato liberato dopo 74 giorni di prigionia, di cui 69 in una cella di un commissariato e 5 in carcere. Ad oggi risulta stanco, provato e spaventato ma potrà trascorrere la sua custodia in albergo, in una sorta di situazione di obbligo di dimora;
- la situazione non è totalmente risolta perché all'uscita dal commissariato di Bahri l'ufficiale giudiziario ha notificato all'imprenditore la causa civile che il miliziano Abdallah Esa Yousif Ahmed ha sporto contro di lui;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a farsi portavoce presso il Governo italiano per una rapida e definitiva risoluzione della controversia che vede il nostro connazionale Marco Zennaro trattenuto ancora in Sudan affinché venga rimpatriato al più presto.".
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Posso mettere a verbale? Favorevole.

PRESIDENTE

Mettiamo a verbale il voto favorevole da parte del collega Valdegamberi.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Grazie.

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione n. 115 del collega Speranzon ed altri, con queste modifiche.
Nel "considerato che" viene tolto il primo capoverso, mentre l'ultimo capoverso viene modificato in questa maniera: "La famiglia ha chiesto, attraverso il personale diplomatico, di rimpatriare Marco, attualmente agli arresti domiciliari, esprimendo la piena solidarietà e vicinanza alla famiglia".
Poi sull'impegno alla Giunta viene così modificato: "Ad attivarsi presso il Governo e tutte le altre sedi utili affinché siano intraprese tutte le azioni per il rimpatrio di Marco Zennaro".
Apriamo la votazione sulla mozione n. 115 con le modifiche che ho appena illustrato.
Pongo in votazione la Mozione n. 115 come modificata.
(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione come modificata)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- Marco Zennaro è un imprenditore veneziano di 46 anni attivo nel settore della componentistica elettrica che dal 1° aprile 2021 è rinchiuso in carcere nel Sudan, arrestato per una presunta frode;
- Zennaro sembrerebbe aver preso accordi con il mediatore Ayman Gallabi, imprenditore sudanese, che avrebbe acquistato da lui una fornitura per poi rivenderla alla Sedc, la società nazionale di fornitura elettrica;
- a far scattare l'accusa di frode sarebbero stati dei parametri risultati diversi rispetto a quelli dichiarati dall'azienda veneziana, solo che per certificarli i sudanesi sembrano essersi rivolti al laboratorio dell'azienda concorrente di Zennaro;
- in un paese provato dalla rivoluzione, in cui la corruzione ha raggiunto standard elevatissimi, è facile pensare quindi che quei valori possano essere stati alterati di proposito, per andare ad avvantaggiare chi potrebbe prendere lavoro e incarico al posto dell'azienda italiana;
- Gallabi (trovato morto venerdì in circostanze misteriose) sembrerebbe essere stato finanziato, per l'operazione, da un militare vicino al generale Mohamed Hamdan Dagalo, detto Hemeti, leader delle milizie ribelli, Abdallah Esa Yousif Ahamed, l'uomo che ha emesso il mandato di arresto per Zennaro;
- per dirimere questa vicenda, nata come una controversia economica, sembra esserci stato un primo pagamento di 400 mila euro da parte di Zennaro ed ora la richiesta, o forse sarebbe meglio definirlo ricatto, di ulteriori 700 mila euro da parte dei miliziani;
- ad oggi non è ancora chiaro il capo d'accusa in quanto non sono state prodotte prove per il suo incolpamento;
CONSIDERATO CHE:
- la famiglia è in ansia e vive nella preoccupazione che possa accadere a Marco ciò che è accaduto a Giulio Regeni nel vicino Egitto nel 2016;
- attorno alla vicenda è nata una mobilitazione di imprenditori, del mondo della politica, tra gli ex compagni di squadra del Rugby Venezia società sportiva nella quale Marco Zennaro ricopre ruolo da dirigente ed allenatore, oltre che di numerosi amici (tra cui tanti regatanti);
- la mobilitazione veicola anche attraverso i social media con l'hashtag #sosteniamomarco appoggiato dalla Federazione Italiana Rugby del neo eletto presidente Marzio Innocenti;
- la famiglia ha chiesto, attraverso il personale diplomatico, di rimpatriare Marco, attualmente agli arresti domiciliari;
esprimendo piena solidarietà e vicinanza alla famiglia,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
ad attivarsi presso il Governo e tutte le altre sedi utili affinché siano intraprese tutte le azioni per il rimpatrio di Marco Zennaro.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Prima il collega Montanariello ha fatto una richiesta di inversione dell'ordine del giorno, quindi bisogna che si raduni la Capigruppo.
Sospendiamo la seduta per tre minuti.
I Capigruppo si ritrovino in Sala del Leone.
La Seduta è sospesa alle ore 19.02
La seduta riprende alle ore 19.06

PRESIDENTE

Possiamo riprendere i lavori del Consiglio.
Colleghi, vi comunico che la riunione dei Capigruppo ha deciso di continuare con l'ordine del giorno previsto, quindi senza nessuna inversione dell'ordine del giorno.
Quindi passiamo al punto numero 12 e dichiaro anche che è stato deciso all'unanimità, collega Montanariello.
Su cosa collega?
Intervenga.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Sì, non riesco a prendere la parola da Concilium perché...

PRESIDENTE

Cortesemente, se si mette la mascherina mi fa una cortesia.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Sì. Non riesco a prendere da Concilium la parola perché sta aggiornando.
Guardi, Presidente, prendiamo atto del fatto che di fronte ad una strada che genera vittime quotidiane non c'è una presa di coscienza del Consiglio regionale Veneto, non c'è una presa di coscienza di una mozione che vi chiede di attivarvi con gli Enti superiori, nessuno vi chiede di sborsare un euro, si chiede attenzione per il territorio di Chioggia e di un problema quotidiano che crea chilometri di traffico, che crea invivibilità della peggiore strada d'Italia e lo dico anche a gran voce perché dopo faremo conoscere ai cittadini di Chioggia, visto che andiamo a votare, cari cittadini, di Chioggia, questa è l'attenzione, questa è l'attenzione...

PRESIDENTE

Collega, lei sta intervenendo sulla mozione non sull'ordine dei lavori.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

No, no, sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE

No, lei sta parlando della problematica relativa...

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, è propedeutico.

PRESIDENTE

No, non è propedeutico. Io le do la parola, però o interviene nel merito oppure sennò non interviene.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, prendiamo atto, prendiamo atto dell'attenzione...

PRESIDENTE

Grazie, collega.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Che il Consiglio regionale veneto riserva ai problemi della città di Chioggia.

PRESIDENTE

Grazie, Grazie.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

E visto che andremo a votare chiederemo ai cittadini di fare una presa di coscienza e magari sentire anche gli altri Consiglieri regionali di Chioggia in Aula cosa ne pensano.
La Seduta è sospesa alle 19.08
La Seduta riprende alle ore 19.09

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Ancora con queste sceneggiate in Consiglio regionale! Abbiamo appena fatto una Capigruppo dove la richiesta del consigliere Montanariello è stata vista come una richiesta assolutamente personale, non è stato appoggiato da nessun Gruppo di minoranza. Quindi mi sembra che sia veramente fuori luogo che il Consiglio venga ripetutamente preso in ostaggio per quelle che sono delle richieste di un singolo Consigliere, perché se tutti i Consiglieri dovessero far così, questo Consiglio si fermerebbe in ogni seduta per ogni punto all'ordine del giorno.
Quindi chiedo solo che venga rispettato il Regolamento e che vengano rispettati tutti gli altri Consiglieri.

PRESIDENTE

Grazie, collega Villanova.
Passiamo al punto successivo, che è il n. 12. "Mozione presentata dai consiglieri Barbisan, Boron ed altri: "Gli studenti stanno usufruendo di un surrogato di Università, pagando però per attività e servizi pieni". Mozione n. 42".
PUNTO
12



MOZIONE PRESENTATA DAI CONSIGLIERI BARBISAN, FINCO, RIGO, CAVINATO, BORON, RIZZOTTO, DOLFIN, VALDEGAMBERI E ZECCHINATO RELATIVA A "GLI STUDENTI STANNO USUFRUENDO DI UN SURROGATO DI UNIVERSITÀ, PAGANDO PERÒ PER ATTIVITÀ E SERVIZI PIENI". (MOZIONE N. 42) APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 56/2021)

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
VISTO:
- l'articolo 3 della Costituzione che sancisce che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitano di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impedendo il pieno sviluppo della persona umana;
- l'articolo 34 della Costituzione che sancisce che la scuola è aperta a tutti, e che i capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi;
- il decreto legge del 25 marzo 2020, n. 19, recante "Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19.", in particolare l'articolo 1, (lettera p);
- il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 aprile 2020, recante "Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19, applicabili sull'intero territorio nazionale.", in particolare l'articolo 1, (lettera k);
CONSIDERATO CHE:
- allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19 sull'intero territorio nazionale, il Governo della Repubblica ha disposto la sospensione dei servizi educativi per l'infanzia, le attività didattiche in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, nonché i corsi professionali e le attività formative svolte da altri enti pubblici, anche territoriali e locali e da soggetti privati, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza;
- con l'emergenza sanitaria in atto, Stato e regioni hanno disposto delle misure urgenti per prevenire, contrastare e contenere la diffusione epidemiologica da Covid-19 che hanno riguardato in particolar modo scuole e università;
- il Coronavirus si è battuto anche sugli Atenei Italiani, e tra questi, alcuni, hanno sospeso il pagamento della retta, principio però che non è valso per molte Università italiane che, nonostante l'emergenza sanitaria e tutti i disagi che ne sono conseguiti, hanno continuato a pretendere il puntuale e pieno pagamento delle tasse;
- in relazione a quanto esposto in premessa, la comunità studentesca universitaria del Veneto si è trovata, e tuttora si trova, in una difficile situazione, sia per quanto concerne lo svolgimento dell'attività didattica a distanza e degli esami, non essendo tutti dotati di una connessione internet adeguata ed essendo oltremodo difficile reperire tutto il materiale indispensabile per studiare, affrontare gli esami, le tesi di laurea, sia perché, al momento, Stato e regioni non hanno disposto alcun intervento risolutivo legato alla fruibilità dei servizi destinati agli studenti;
TENUTO CONTO CHE
- non è giusto pretendere l'intero pagamento di un servizio che non è stato garantito in maniera costante e continua (Se ci trovassimo davanti ad un contratto questa situazione - di fatto - potrebbe autorizzare la rescissione dello stesso da parte di uno dei soggetti coinvolti);
- l'attuale condizione di emergenza sanitaria pone in evidenza le molteplici difficoltà degli studenti universitari e delle loro famiglie, molte delle quali non percepiscono nemmeno più un reddito mensile, in quanto composte da lavoratori autonomi, e di conseguenza risultano impossibilitate a far fronte a tutte le spese rese necessarie dallo stato di emergenza in atto;
- tantissimi studenti in larga parte dipendono dalle proprie famiglie per la durata del percorso universitario, ma a causa della pandemia, le condizioni economiche delle famiglie sono cambiate, il mutamento è stato molto rapido, e si è diffuso sulla quasi totalità della comunità studentesca;
- l'Università, a causa delle misure restrittive volte al contenimento del Coronavirus, ha dovuto restringere di molto le proprie attività;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
ad intervenire presso il Governo della Repubblica, affinché istituisca un fondo straordinario per il riconoscimento di ristori economici e/o esoneri (parziali o totali), dal pagamento delle rette universitarie e riduzione delle tasse a favore degli studenti le cui famiglie sono in difficoltà.".
PRESIDENTE
Prego, collega Barbisan. Si prenoti e illustri la mozione. Collega Barbisan, ci sente. Prego. Però si deve prenotare, cortesemente.

Fabiano BARBISAN (Gruppo Misto)

Sto tentando. "Richiesta parola".

PRESIDENTE

Vada, può illustrarla.

Fabiano BARBISAN (Gruppo Misto)

È molto semplice e facile anche da come è scritta perché qua si parla dei ragazzi, praticamente di tutti gli istituti universitari superiori che sono andati a scuola con la didattica a distanza, hanno continuato, quindi da casa, e hanno pagato sempre le tasse universitarie. Quindi questa mozione che era stata presentata ancora a marzo, bisognava capire e è possibile, adesso la leggo anche tutta se volete, c'è un impegno praticamente "a chiedere un fondo straordinario per il riconoscimento dei ristori economici e/o esoneri, parziali o totali, dal pagamento delle rette universitarie e riduzione delle tasse a favore degli studenti le cui famiglie sono in difficoltà". Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Barbisan.
Collega Lorenzoni, prego.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Io mi sento chiamato in causa da questa mozione perché, voglio dire, credo che la visione che ha portato a questa mozione non sia del tutto messa a fuoco.
Voglio ricordare che gli studenti non pagano tasse universitarie fino a 20.000 euro di ISEE, hanno tasse ridotte fino a 30.000 euro di ISEE in tutto il territorio nazionale. Quindi, già le persone più bisognose hanno delle misure governative a loro favore.
L'Università di Padova, di cui ho le informazioni, ma misure simili so che sono state prese anche dagli altri Atenei veneti, ha alzato la soglia delle riduzioni fino a 70.000 euro di ISEE. Quindi, ci sono misure di supporto agli studenti fino a un ISEE di 70.000 euro.
Inoltre, l'Università di Padova ha esentato il pagamento della terza rata dell'anno accademico 2020/2021 per tutti i laureandi della sessione estiva con un reddito ISEE fino a 50.000 euro. Quindi, ha preso delle misure importanti da questo punto di vista.
Anche sulla base di contributi straordinari, dati dal Ministero, le Università hanno attivato delle misure di supporto straordinarie per il diritto allo studio, proprio specifiche sul tema della pandemia.
Porto ancora l'esempio dell'Università di Padova, che ha stanziato 12.000.000 per il supporto ai costi di connessione degli studenti, acquisto di PC, costi di affitto, di trasporto; somme che sono già state date agli studenti con maggiore difficoltà economiche. Queste misure non solo sono state date per il 2020 e il 2021, ma saranno date anche per il 2021 e per il 2022.
Voglio, invece, approfittare dell'occasione per ricordare che quello che è veramente insufficiente sono le borse di studio regionali per il diritto allo studio, sulle quali la Regione Veneto non fa alcun stanziamento aggiuntivo al trasferimento statale e alla raccolta della tassa regionale per il diritto allo studio pagata dagli studenti, cosicché continuano a esserci studenti idonei che non percepiscono la borsa. Per superare questa situazione, l'Università di Padova integra sul proprio bilancio trasferimenti regionali con 3.000.000 l'anno, in modo da dare la borsa a tutti gli aventi diritto.
Quindi, credo che la mozione sia proprio sfocata. Se vogliamo aiutare il diritto allo studio degli studenti dobbiamo non fare delle richieste al Governo, ma guardare a quello che stanno facendo gli Atenei e magari aiutare gli studenti con le borse di studio.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Il consigliere Lorenzoni ha anticipato alcune delle cose che volevo dire, quindi sarò breve. Aggiungo un punto: qui si parla solo di tasse universitarie. Ovviamente l'obiettivo potrebbe essere, anzi è ovviamente condivisibile. Però volevo ricordare che, ad esempio, all'interno della Commissione Cultura abbiamo visto anche come la Regione abbia diminuito il finanziamento ai servizi degli studenti, che anche durante la pandemia ‒ è vero, come dice la mozione, che alcune delle attività sono state ridotte ‒ hanno, ad esempio, usufruito delle residenze. Cioè tanti studenti sono rimasti dentro le residenze universitarie proprio perché bloccati e non riuscivano a tornare a casa.
Ne approfitto per porre all'attenzione un altro punto su cui questa mozione non può, ovviamente, incidere, ma credo che l'Aula lo debba sapere. Sto provando varie volte a tirarlo fuori, ma faccio fatica. All'interno delle residenze ESU abbiamo una situazione in cui le persone che lavorano nel portierato prendono oggi circa 4 euro netti l'ora; uno stipendio che neanche in un Paese civile dovrebbe accadere e questo accade in un servizio che è stato appaltato dalla nostra Regione.
Quindi, se dobbiamo parlare di studenti, di diritto allo studio, benissimo parlare delle borse, ma dobbiamo parlare anche di tutti i servizi agli studenti che devono essere adeguatamente finanziati. Noi abbiamo ridotto i finanziamenti all'ESU. Soprattutto dobbiamo risolvere questa questione dei lavoratori dei portierati ESU, che sto cercando di portare all'attenzione, perché riguardano soprattutto Padova, e fino ad ora sono stata inascoltata.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ringrazio anche il collega Barbisan per aver posto al centro della discussione di quest'Aula un tema che esiste davvero, cioè il problema di come noi sosteniamo gli studenti che frequentano le Università del Veneto. Peccato che nella mozione il consigliere Barbisan, a nostro giudizio, a mio giudizio, sbagli completamente l'obiettivo. E credo non sia un errore casuale. C'è l'abitudine, in questo Consiglio regionale, ogni volta che c'è bisogno di qualcosa, anziché mettere le mani nelle tasche della Regione del Veneto, si cerca sempre l'aiuto del Governo, che non va bene quando ci chiede qualcosa in cambio, ma che deve essere sempre pronto a far fronte alle necessità.
Non credo serva ricordare ai colleghi, in parte lo ha già fatto Lorenzoni, quante sono le risorse che il Governo in generale ha messo a sostegno di famiglie ed imprese. Addirittura nel decreto n. 57/2021 è stato anche previsto il rimborso per le locazioni per gli studenti fuori sede. Le Università e gli Atenei veneti hanno già messo dal loro bilancio una serie di risorse ‒ ne ha parlato il presidente Lorenzoni prima ‒ per sostenere gli studenti che hanno avuto difficoltà in questo anno accademico a causa del Covid.
In realtà, il problema che il collega Barbisan avrebbe dovuto porre a quest'Aula è un problema storico della Regione del Veneto, che il Covid ha aggravato, cioè il fatto che la Regione del Veneto è una delle Regioni che liquida con un ritardo gravissimo gli Atenei rispetto agli importi che lo Stato già mette per finanziare le borse di studio. La Regione del Veneto è una delle poche Regioni in Italia che ha i fondi nazionali per finanziare le borse di studio non aggiunge un euro. Allora, collega Barbisan, facciamola insieme la mozione in cui proprio per le ragioni che lei mette in premessa, a partire dall'articolo 3 della Costituzione, chiediamo alla Regione del Veneto e non al Governo, di aggiungere alle risorse che il Governo già stanzia altre risorse per sostenere alcuni degli atenei più importanti, più eccellenti, più efficienti dello Stato italiano.
Approfitto, infine, per riportare l'attenzione del Consiglio su un'altra grandissima questione, che le organizzazioni studentesche hanno già rivolto alla Regione del Veneto in moltissime occasioni, rimanendo sempre inascoltate, consigliere Barbisan, c'è un tema dei rimborsi delle quote mensa che vale molto di più delle borse di studio di cui stiamo parlando, cioè la Regione del Veneto continua a trattenere dalle borse di studio le cosiddette quote mensa e cioè gli importi che gli studenti avrebbero dovuto spendere per accedere alle mense universitarie anche in riferimento al periodo in cui il Covid vietava alle mense di aprire e agli studenti di recarsi in quelle mense. Allora, anziché approfittare di un'occasione così importante come quella della discussione dentro questo Consiglio regionale per andare a tirare per la giacchetta chi sta già facendo e ha già fatto molto per le università italiane (e quindi il Governo) si può fare sempre di più, e va bene tutto, proviamo a capire come noi legislatori regionali, possiamo intervenire su una questione così delicata. Penso che sarebbe non soltanto un atteggiamento intellettualmente più onesto, ma anche forse più utile. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Chiedo scusa, Presidente, in realtà quello che volevo condividere è anche la richiesta di integrazione rispetto all'impegno della Giunta. è già stato anticipato dalla collega Camani e anche dai colleghi che precedentemente sono intervenuti e, quindi, ripeto esclusivamente anche la necessità di un intervento regionale e parallelamente anche magari se fosse possibile chiedo al proponente anche la possibilità di togliere il riferimento ai livelli contrattuali, quindi la parte che cito dice: "Se ci trovassimo davanti ad un contratto, questa situazione di fatto potrebbe autorizzare la recessione dello stesso da parte di uno dei soggetti coinvolti".
Mi sembra che sia una frase che, insomma, non attiene a quello che è il principio di accordo di sottoscrizione della iscrizione da parte degli stessi studenti e credo che sia opportuno, da questo punto di vista, andare a parlare senza bisogno di andare a stimolare, diciamo, la pancia della gente quanto a parlare nel contesto attuale di quello che noi possiamo anche fare come Istituzione regionale e di ciò che possiamo sollecitare a livello nazionale.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ci sono altri interventi?
Collega Barbisan.

Fabiano BARBISAN (Gruppo Misto)

Ho ascoltato un po' a mozziconi qua come si può sentire, comunque leggo solo una frase: "Tenuto conto e non è giusto pretendere l'intero pagamento di un servizio che non è stato garantito in maniera costante e continua, se ci troviamo davanti a un contratto, questa situazione di fatto potrebbe autorizzare la rescissione dello stesso da parte di uno dei soggetti coinvolti".
Io apprezzo quello che è stato detto e messo anche con enfasi dai colleghi, dalla Camani e Lorenzoni, però noi ci troviamo di fronte ad un fatto, reale, concreto, dove le università, i fabbricati, gli Atenei hanno avuto quantomeno la luce spenta e il riscaldamento spento. Allora in qualche modo è giusto che quei soldi, quei valori, vengano ristorati a coloro che non ci sono andati? Bene.
Detto questo, tutto quello che dice la consigliera collega Camani, va bene, ma a Roma non è che ci siano i soldi che arrivano chissà come: sono sempre soldi che arrivano dai cittadini del Veneto, perché ricordo che finché non abbiamo l'autonomia noi paghiamo una bella somma e quindi verranno redistribuiti, ma sulle logiche che vengono distribuiti.
Questa mozione va a toccare un aspetto cogente, adesso attuale, che speriamo che sia finita la partita del Covid, che ci ha toccato da un anno abbondante, da febbraio dell'anno scorso, in tutti quanti i centri di studio più importanti del Veneto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Collega Lorenzoni.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Grazie.
Se posso una dichiarazione di voto...

PRESIDENTE

Dichiarazione di voto.

Arturo LORENZONI (Gruppo Misto)

Sì, è una dichiarazione di voto in merito a questo, perché credo veramente che stiamo sfocando le cose, cioè le università hanno dovuto sostenere dei costi incredibili per poter garantire il servizio. Vedo solo l'adeguamento delle aule dell'Università di Padova ha comportato un investimento di diversi milioni, abbiamo dovuto garantire le lezioni nel semestre '20/'21 improvvisamente, perché vi ricordo che è successo a febbraio e io ho iniziato il corso il 1° marzo nel 2020 e abbiamo garantito a tutti gli studenti l'accesso alle lezioni.
Quindi può darsi che qualche aula sia rimasta fredda lo dubito perché comunque l'Ateneo era riscaldato anche perché c'è chi ci lavora comunque nei laboratori e negli uffici ma a fronte di un investimento, che è stato veramente rilevantissimo, per cui non ritengo che sia assolutamente realistica l'osservazione che ha fatto il consigliere Barbisan e il servizio parlava del contratto, noi abbiamo garantito a tutti gli studenti di seguire i corsi, abbiamo dato la disponibilità ai colloqui sempre e comunque e abbiamo laureato tutti pur utilizzando i mezzi informatici per cui il servizio è stato garantito comunque.
Io veramente chiedo all'Aula di ritirare questa mozione perché non è rispettosa di un sistema universitario che ha reagito in maniera strabiliante da tanti punti di vista in termini di efficienza del servizio.
Promuovere questa mozione vuol dire non avere rispetto per tutte le persone che si sono impegnate a Venezia, a Verona, a Padova, per garantire il servizio agli studenti, con un impegno economico, ripeto, rilevantissimo diretto da parte degli Atenei.
Quindi, chiedere il supporto del Governo, quando il Governo è quello che ha dato, ripeto, su Padova 12.000.000 di euro che sono stati girati agli studenti, invece, io credo che dovremmo fare una riflessione su quello che può fare l'Amministrazione regionale per il suo sistema dello studio, come hanno enfatizzato anche alcuni colleghi, per cui veramente io chiedo all'Aula di ritirare questa mozione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Brevemente, perché davvero - per dichiarazione di voto, naturalmente - perché davvero comprendo la buona volontà del consigliere Barbisan nel proporre questa mozione, però davvero, se leggiamo con attenzione il dispositivo ci rendiamo conto che ciò che si chiede è davvero complicato, nel senso che si chiede un sostegno economico sotto forma di ristori o esoneri per il pagamento delle rette universitarie a favore degli studenti le cui famiglie sono in difficoltà.
Il Governo è già intervenuto e anche la Regione, peraltro, per sostenere le famiglie in difficoltà economica, a prescindere dal fatto che avessero figli o meno che vanno all'università, ora si introduce anche un principio discutibile nell'erogazione dei contributi, perché non c'è una graduatoria che definisce o si decide di aumentare le borse di studio ma anche il principio è di difficile applicazione nel senso che sfido... io diffido la Regione del Veneto, il Consiglio regionale, a fare la figura di mandare a Roma una mozione del genere, perché non capiscono quello che stiamo chiedendo.
Quindi, volendo davvero provare a raccogliere quello che c'è di buono nelle intenzioni del collega Barbisan, chiedo davvero di ritirare questa mozione e ripresentarla con le dovute cautele, in modo da consentire a tutto il Consiglio davvero anche di sostenere una proposta a sostegno delle Università venete, degli studenti meritevoli e in difficoltà economiche, perché sposta in questa maniera, per le ragioni che il consigliere Lorenzoni ha illustrato prima di me, facciamo difficoltà a votarla proprio perché si tenta di sopperire a un'ingiustizia determinandone mille altre. Quindi mi associo alla richiesta del consigliere Lorenzoni di ritirare la mozione, riformularla, magari anche insieme, per costruire un testo condiviso che sia a sostegno realmente dell'Università e degli studenti.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento.
Pongo in votazione la Mozione n. 42
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
13



MOZIONE PRESENTATA DALLA CONSIGLIERA OSTANEL RELATIVA A "CRISI ACC DI BORGO VALBELLUNA: LA REGIONE PRENDA ISPIRAZIONE DALLA REGIONE PIEMONTE PER DARE UN RUOLO UTILE NELLE CRISI AZIENDALI A VENETO SVILUPPO S.P.A.". (MOZIONE N. 62) RESPINTA

(N.d.r. - Si riproduce il testo scritto della mozione)
"IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO
PREMESSO CHE:
- da tempo i lavoratori dell'ACC di Borgo Valbelluna, con il sostegno dei cittadini, dei sindacati e delle istituzioni locali, stanno cercando di salvare la produzione dell'azienda e i posti di lavoro, con ricadute enormi sull'economia del territorio;
- come affermato dall'Assessora Elena Donazzan (intervista a Il Gazzettino_Belluno, 18/03/2021) si tratta di un'azienda che "ha saputo difendere la capacità produttiva, la qualità del prodotto e lo straordinario know how" e che è "solida e avviata" mentre il problema della sua sopravvivenza "è solo finanziario", richiedendo un intervento degli istituti di credito e del Governo, in particolare del Ministero dello Sviluppo Economico retto dall'importante esponente della Lega Giorgetti;
- con il decreto legge n. 41 del 22 marzo 2021 (cd. "Decreto Sostegni") all'articolo 37 è stato istituito un apposito Fondo per il 2021 con una dotazione di 200 mln per aiutare le imprese in temporanea difficoltà finanziaria, proprio come nel caso di ACC, la cui attuazione dipende però da un Decreto del MiSE che richiederà mesi mentre la crisi di ACC necessita interventi immediati;
- nel frattempo, è notizia recente di stampa, la Regione Piemonte avrebbe concluso un progetto per la creazione di un proprio Fondo "salva imprese" messo in piedi da Finpiemonte, la finanziaria regionale, che tra l'altro risulta che sarà gestito da Finint Investments Sgr, società della banca veneta Finint;
- questo Fondo, che in prospettiva ha l'ambizione di non guardare solo in casa propria ma agire in tutto il nord Italia, servirà a sostenere imprese che hanno delle difficoltà circoscritte e temporanee ma che in realtà hanno solide basi e prospettive, attraverso azioni di credito e finanziaria, anche entrando direttamente nelle aziende, sia per contribuire al loro rilancio che a garanzia dell'investimento;
CONSIDERATO che il Veneto dispone di una società come Veneto Sviluppo Spa che, pur interpellata anche da molti attori coinvolti nella vicenda ACC, in primis le organizzazioni sindacali, pare non disporre degli strumenti utili ad agire in contesti di crisi aziendale che richiederebbero un forte intervento di un soggetto pubblico;
RITENUTO necessario che anche il Veneto si doti di strumenti che gli permetta di agire rapidamente ed efficacemente in determinati contesti di crisi, al fine di preservare produzioni sane, posti di lavoro e le comunità che intorno a tali aziende vivono;
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
- a mettere in campo fin da subito tutte le azioni necessario per dare un nuovo e più efficace ruolo a Veneto Sviluppo S.p.A., sia per agire in contesti di crisi come sopra riportati ma anche perché sia in grado di sostenere altre progettualità innovative, come per es. le operazioni di Workers buy Out, in coerenza con l'emendamento al DEFR 2021-2023 votato all'unanimità da codesto Consiglio in cui si dice che "la Regione intende mettere in atto azioni concrete per favorire processi di cosiddetto Workers Buy Out, sia in caso di crisi aziendali che di passaggi generazionali in sede di bilancio";
- a valutare inoltre, se non sia il caso di collaborare fin da subito con questa nuova realtà piemontese, anche allo scopo di dare una risposta immediata alle necessità finanziarie utili a salvare ACC in attesa che il Decreto sostegni sia pienamente operativo.".

PRESIDENTE

Passiamo ora all'ultimo punto all'ordine del giorno, che è la mozione n. 62, presentata dalla consigliera Ostanel, relativa a: Crisi ACC di Borgo Valbelluna: la Regione prenda ispirazione dalla Regione Piemonte per dare un ruolo utile nelle crisi aziendali a Veneto Sviluppo S.p.A.".

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Mi dispiace molto discutere questa mozione alle sette e mezza, quindi immagino che non ci sia una grande attenzione dall'Aula, ma vi chiedo la pazienza di farlo perché è dal 14 di aprile che aspettiamo di discutere questa mozione e se adesso non ho tanto il tempo di farlo, ma qualcosa dirò, la mozione era stata fatta proprio perché all'epoca ero stata, tra l'altro, l'unica Consigliera di questo Consiglio regionale il 14 aprile ad andare in visita almeno lì, al presidio dei lavoratori di ACC, nonostante io non sia stata eletta a Belluno, ma a Padova e ho incontrato lavoratori e lavoratrici che lavorano all'interno di un'azienda che è assolutamente produttiva, anzi in continua crescita e che, invece, oggi ci troviamo di fronte al fatto che appunto i suoi lavoratori sono a casa, sono in realtà in cassa integrazione e in quel momento lì non avevano alcuna risposta né dal Governo, né dalla Regione e quindi l'obiettivo della mozione era quella intanto, di portare all'attenzione un importante tema, che è quello della tutela del lavoro e soprattutto di quei lavoratori che lavorano non solo dentro una fabbrica ma lavorano all'interno di contesti come quello di Borgo Valbelluna dove è più difficile anche trovare un'alternativa soprattutto a chi per tutta la vita ha fatto quel tipo di lavoro. Sono operai e operaie iper-specializzati che fanno un lavoro di altissima qualità e ovviamente la produzione, la produttività dell'azienda è in crescita proprio perché quel tipo di lavoro lo sanno fare in pochi, lo sanno fare poche persone e lo sanno fare soprattutto con un livello di qualità che altrimenti altre aziende non riuscirebbero ad avere.
All'epoca la mozione era stata concepita proprio perché, nonostante ci fosse stata una dichiarazione dell'assessore Elena Donazzan, che diceva che ACC di Borgo Valbelluna era uno straordinario know-how da tutelare in realtà, poi, dal punto di vista proprio pratico, all'epoca la Regione Veneto non si era ancora attivata praticamente.
La storia, poi è andata avanti, sappiamo tutti che sono stati fatti alcuni passi avanti, nel senso che erano venuti anche qui in presidio i lavoratori, avevamo sospeso la Commissione bilancio e eravamo andati ad incontrare con la consigliera Cestaro e la consigliera Camani i lavoratori qui fuori e dopo quel giorno, probabilmente, c'è stato anche un cambio di passo, per cui è vero che i lavoratori sono stati incontrati dal Presidente Zaia, è stato istituito un tavolo tecnico e in qualche modo il tema è andato non solo alle cronache locali, ma è andato anche ovviamente all'attenzione di chi governa questa Regione.
Ma il tema della mozione è uno ed è molto, molto specifico. Io chiedo all'Aula oggi di esprimersi su questo: che un'azienda che sta lavorando, è in crescita, ha un fatturato, ma solo per problemi finanziari essa rischia di far perdere il lavoro a questi 315 lavoratori in assenza, tra l'altro, di uno strumento che altre Regioni hanno, cito nella mozione la Regione Piemonte, che ha uno strumento che io chiedo di poter copiare, di poter usare anche in Veneto, modificando il funzionamento di Veneto Sviluppo S.p.A. per poter agire nei contesti di crisi. Perché qual è il tema? Se un'azienda funziona nel senso ha lavoro, ma ha un problema solamente finanziario, il tema è quello della liquidità.
Allora, i lavoratori di ACC, quando sono andata lì e quando sono venuti qui, chiedevano al Governo di intervenire e il Governo poi è intervenuto con un fondo di 400 milioni dentro il "Decreto Sostegni" che gli permetteva di avere un minimo di liquidità. Ma sappiamo anche che la liquidità arriva fino a un certo punto e poi comunque le casse non stanno in piedi.
Allora, invece, di aspettare solo lo Stato, visto che parliamo qui dentro tanto di autonomia, perché non istituire un fondo come altre Regioni fanno, perché non modificare il funzionamento di Veneto Sviluppo con tempo, mica lo dobbiamo fare domani, perché altre crisi, come quelle di ACC, purtroppo, avverranno su altri territori e non solo in quello bellunese e io credo che dovremmo dotarci di uno strumento per poter intervenire nelle crisi aziendali anche come Regione Veneto. Se lo fa un'altra Regione io credo che sia possibile pensare ad un progetto per riformare il lavoro di Veneto Sviluppo che ha tante lacune e lavorare su questo.
Tra l'altro, nella mozione si chiede anche di impegnare la Giunta regionale a sostenere progettualità innovative come quella dei workers buyout, che non è giusta per ACC, ma che può aiutare altre crisi aziendali e se valutare di collaborare fin da subito con la Regione Piemonte per istituire un fondo unico tra Veneto e Piemonte. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Collega Cestaro.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Probabilmente la collega Ostanel non ha seguito tutta quella che è stata la vicenda di ACC Wanbao, che parte dal 2013 e che vede questi lavoratori in difficoltà da moltissimo tempo.
Quando nel 2014 è stata trovata la soluzione di vendere a Wanbao, appunto, a questa ditta cinese la fabbrica, sembrava un grande successo: qualcuno di noi non ha esultato perché sapevamo che i fondi che arrivavano dall'Unione Europea non sarebbero stati utilizzati assolutamente per fare investimenti. Questa fabbrica non ha avuto nessun tipo di investimento tecnologico all'interno della stessa. Questo la porta ad essere in una grandissima difficoltà e ha portato poi la scelta di Wanbao, annunciata solo in ottobre dell'anno scorso, di chiudere lo stabilimento.
Si sapeva che c'era qualcosa che non andava, perché ovviamente avevano già limitato la produzione, però non era ancora chiaro quale fosse la strada. Non appena abbiamo saputo la cosa, l'assessore Donazzan ha subito fatto un suo primo intervento, tanto è vero che sia io, che il consigliere Puppato, che siamo della provincia di Belluno, siamo entrati nel Consiglio di sorveglianza della società, quindi a febbraio eravamo già presenti nelle riunioni che si facevano (ovviamente in parte online e in parte in presenza).
In febbraio, io stessa insieme al consigliere Puppato, ho contattato il presidente Zaia e anche il dottor Spagna, che è il Presidente di Veneto Sviluppo, abbiamo cercato una soluzione che non poteva essere sicuramente quella portata avanti da Torino, tanto è vero che in questo momento qua Embraco ha tutti quanti in cassa integrazione e ACC ha una situazione non certo rosea, però almeno sta lavorando.
In tutto questo periodo si è andati avanti, lavorando tutti insieme, cercando dei tavoli di lavoro, c'è stato l'avvicendamento e questo l'assessore Donazzan l'aveva già detto l'altra volta, l'avvicendamento tra il Governo Conte e il governo Draghi, dove la questione è stata presa in mano da Giorgetti che, chiaramente, ha dovuto studiare le cose e ha deciso di mantenere lo stesso tipo di struttura, di controllo. Quindi si è andato avanti con il progetto famoso ItalComp; il progetto ItalComp era inattuabile, è stata una presa in giro per tutti quanti i lavoratori, lo hanno capito anche loro. Adesso, finalmente la situazione si è sbloccata e il nostro Presidente Zaia, proprio ieri al tavolo di lavoro è riuscito ad ottenere finalmente una certezza di poter passare almeno l'estate, in grandissima difficoltà perché ci sarà un'ulteriore diminuzione dello stipendio dei lavoratori, però, almeno fino al momento in cui arriverà la liquidazione del famoso Fondo di solidarietà.
Questa è la situazione, lo stato dei fatti, quindi nessuno si è disinteressato. Noi siamo continuamente in contatto.
No, consigliera Ostanel è inutile portare avanti l'idea di una ItalComp che non esiste.
L'ho letta, l'ho letta ormai...

PRESIDENTE

Collega Ostanel, per cortesia.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Il discorso di Veneto Sviluppo...

PRESIDENTE

Poi, in replica, può intervenire.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Il discorso di Veneto Sviluppo è sicuramente un ragionamento che dobbiamo fare, è sicuramente un ragionamento da fare, ma ci vorranno dei tempi tecnici che sicuramente ACC non si può permettere.
Quindi lo prendiamo in considerazione, io sono convinta, ne abbiamo parlato diverse volte sulla necessità che Veneto Sviluppo possa incidere in maniera molto più pregnante sulle nostre attività, però non può essere la risoluzione in questo momento per ACC e le cose sono state comunque portate avanti. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questa è una mozione che la collega Ostanel ha depositato ben tre mesi fa, quindi, pur trattandosi anche in questo caso di un tema e una questione rilevantissima per un territorio importante, malgrado siano passati tre mesi, devo dire che è un fatto positivo che arrivi finalmente in Aula; non è la prima volta che con la consigliera Ostanel portiamo la vicenda ACC in quest'Aula, perché evidentemente, non essendo di maggioranza non possiamo essere nominate negli organismi di controllo per farvi capire come si ragiona dentro questo Consiglio. Io credo però che un po' di verità sulla vicenda vada messa sul piatto.
So benissimo che l'unità di crisi della Regione del Veneto con l'assessore Donazzan ha fatto un sacco di tavoli, ha incontrato un sacco di gente, ha parlato tantissimo ma non ha portato a casa niente e soprattutto la Regione del Veneto su ACC non mette una lira. Sono rimasta quantomeno sbalordita nel leggere le parole del Presidente Zaia di giubilo per l'articolo 37 del decreto "Sostegni".
È l'occasione, la discussione di questa mozione, per informare il Presidente Zaia che l'articolo 37 del decreto "Sostegni" che offre le risorse economiche per scavallare, di cui parlava lei, Consigliera, prima di me, le ha messe il Governo e le ha messe, in particolare, il Ministero del Lavoro. Non mi risulta che le risorse dell'articolo 37 del decreto "Sostegni" le abbia messe la Regione del Veneto, non mi risulta.
Anche la questione ItalComp, Consigliera, io non ho gli elementi che ha lei per dire se fosse un progetto realizzabile o meno, so per certo che da quando il Ministro Giorgetti è arrivato al MISE ha deciso che quel progetto non poteva essere perseguito; è il Ministro, decide lui, ma so anche che il Ministro Giorgetti non ha messo in campo nessun altra proposta alternativa, tant'è che quella di cui si parla in queste ore, in questi giorni, che riguarderebbe la possibilità di mettere sotto contratto un'altra azienda di questo territorio. È tutta un'operazione che sta gestendo il Governo e non il Ministero dello Sviluppo Economico e sa perché? Perché non ci sono idee e non c'è attenzione per questa vicenda.
Allora io dico: a me va benissimo se Zaia vuole fare le conferenze stampa e prendersi meriti che non ha, se l'obiettivo è quello di risolvere un problema, fatto sta che dal 31 marzo è depositata questa mozione e tutto ciò che c'è scritto nel deliberato è ancora attuale, cioè l'impegno concreto in termini economici o fattivi che la Regione del Veneto ha messo, a tutela dei 316 lavoratori, di Borgo Valbelluna è nulla e l'impegno di Veneto Sviluppo, adesso la consigliera Ostanel avanza una proposta, la formula del workers buyout, su cui questo Governo, il Ministro del lavoro, sta costruendo una proposta, non il MISE, sono ipotesi.
Lei dice che Veneto Sviluppo non può agire, non può fare niente? Perché? Perché non lo può fare? Certamente avendo il 49% di azionariato di banche ed istituti di credito, una mano in più forse la poteva dare. Invece, in realtà, come sempre - e vado a chiudere - noi chiediamo esattamente, mutatis mutandis come la mozione precedente: quando abbiamo le risorse da spendere nazionali chiediamo che siano i territori a poterlo fare; quando abbiamo bisogno di soggetti che siano in grado di risolvere i problemi e di cacciare i soldi andiamo a chiedere al Governo.
Ora, siccome io sono sicura di condividere con lei la preoccupazione per il destino di questa impresa, io penso che mai come questa volta, soprattutto se sommiamo a quello che sta succedendo ad ACC ciò che sostanzialmente è già accaduto a Ideal Standard, noi stiamo veramente mettendo a repentaglio la tenuta economica e sociale di un territorio.
Dunque è necessario che su questa vicenda ci sia l'impegno molto più proficuo, molto più efficace e aggiungo anche un impegno di natura economica.
Chiudo raccontando un fatto giusto perché rimanga agli atti di questo Consiglio. Ha ragione che la vicenda di Torino è una vicenda molto diversa, che infatti si sta concludendo in maniera molto negativa, che sia però chiaro che anche in quel caso il Governo e il Ministero del Lavoro hanno messo i soldi per garantire anche a quei lavoratori gli ammortizzatori sociali fino a fine anno, a dimostrazione che quando c'è bisogno - e non era scontato perché c'è stato un emendamento in questo senso che è costato diversi milioni voluto dal Governo - quando c'è bisogno il Governo c'è, però lo fa da lontano e quindi può intervenire nelle vicende, in particolar modo come quelle di questo caso, avendo meno elementi a disposizione. Io credo che - e chiudo davvero - l'ambizione di questa mozione sia esattamente quella di costruire le condizioni per insieme risolvere questo problema.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Sono contenta che la consigliera sia d'accordo sostanzialmente con il dispositivo della mia mozione, perché dice: "A mettere in campo fin da subito tutte le azioni necessarie per dare un nuovo e più efficace ruolo a Veneto, Sviluppo sia per agire in contesti di crisi come quelli sopra riportati", quindi io non intendo, con questa mozione, risolvere la crisi di ACC e speravo, nel mio racconto di averlo spiegato bene, ma anche perché si sia in grado di sostenere altre progettualità innovative come e cito i workers buyout.
Secondo punto: "A valutare inoltre - e quindi non sto obbligando, ma sto chiedendo di valutare alla Giunta - se non sia in caso di collaborare fin da subito con questa nuova realtà piemontese per creare una collaborazione e capire come modificare il funzionamento di Veneto Sviluppo".
Allora mi sembra un dispositivo chiaro che non impegna la Giunta a usare ora il cambio di eventuale, il cambio di lavoro di Veneto Sviluppo per intervenire sullo stato di crisi di ACC ma per iniziare a costruire un processo verso quell'obiettivo. Quindi Siccome la consigliera Cestaro mi pareva avesse detto nel suo intervento: è proprio quello che vorremmo fare, ma non risolve questa crisi, questa è esattamente la mozione. Speravo l'avesse letta.
Cito un'altra cosa, visto che nel suo intervento, invece di parlare della mozione, ha cercato di far vedere chi fa per Belluno, chi non fa per Belluno. Allora quel giorno, quando sono andata lì e magari lei sì è stata nominata in qualche CdA e per fortuna che lo fa, i lavoratori e, quindi, essere dalla parte di ACC significa anche essere dalla parte di quelle persone che lì lavorano, non avevano incontrato nessuno dei Consiglieri regionali, allora erano lì in presidio da giorni, da una settimana, non avevano incontrato nessuno. Io credo che un consigliere eletto abbia il compito di andare lì a sentire e raccogliere eventuali loro richieste, perché essere per qualcosa significa anche parlare con le persone.
Siccome lei, nel suo intervento, invece, di parlare della mozione, ha in qualche modo fatto una esamina di tutto quello che è stato fatto da questa Regione, io le dico, come un po' la consigliera Camani è intervenuta e ha detto molto chiaramente, ad oggi i lavoratori di ACC a Belluno stanno sperando in un intervento dello Stato di questo Governo e la Regione ad oggi non ha messo un euro sullo stato di crisi.
Ripeto, quando sono venuti qui in presidio pensavo anche di fare una cosa corretta, quella di, ovviamente, uscire, chiederle di uscire con me e con la consigliera Camani, mi pareva che fossi l'unica a sapere che stavano arrivando qui in presidio, ho chiesto, appunto, di far sospendere una Commissione bilancio per incontrarli fuori. Io credo che il ruolo di un Consigliere sia questo, mi dispiace, non avevo voglia di prendere una lezione da lei, questo è quello che è successo in Aula.
Io chiedo, invece, di esprimersi da eletta a Belluno, come tutti voi, su una mozione che chiede di lavorare per modificare il funzionamento di un organo per eventualmente lavorare sulla risoluzione di altre crisi come quella di ACC e non di votare questa per dire: oggi risolviamo la crisi di ACC cambiando Veneto Sviluppo perché ho studiato e non sono una persona che propone mozioni all'acqua di rose e credo che il contenuto di questa mozione sia assolutamente condivisibile.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Collega Cestaro in dichiarazione di voto, prego.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Sicuramente la polemica non ci deve essere su una cosa così grave. Ho già detto che Veneto Sviluppo dovrà essere comunque una valutazione che dovrà prendere insomma la nostra attenzione molto presto.
Devo dire che a me non è piaciuto l'inizio dell'intervento, quando lei ha detto che è stata l'unica consigliera che è andata a parlare ad ACC, in effetti non è così, ma probabilmente abbiamo parlato con persone diverse. Diciamo che in linea di massima la mozione potrebbe anche essere accettabile, però credo che sarebbe opportuno svincolarla da quello che è il problema ACC, per cui in questo momento non ritengo, per quanto mi riguarda, di poter legare il discorso ACC con il discorso di Veneto Sviluppo. Quindi parere contrario.

PRESIDENTE

Grazie, collega Cestaro.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Pongo in votazione la Mozione n. 62.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Colleghi, chiudiamo qui il Consiglio di oggi.
Vi comunico che martedì prossimo non ci sarà Consiglio, perché daremo modo alla Commissione d'inchiesta di iniziare i lavori e poi, ovviamente, i Capigruppo saranno convocati per redigere l'ordine del giorno della prossima seduta.
Grazie e buona serata a tutti.
La seduta termina alle ore 19.50
Il Consigliere segretario
Alessandra SPONDA

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Paola Lombardo
Verbale n. 25 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 25
MERCOLEDì 23 GIUGNO 2021


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE IGNAZIO NICOLA FINCO
VICEPRESIDENTE FRANCESCA ZOTTIS

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 25a seduta pubblica – mercoledì 23 giugno 2021
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 34 dell'11 marzo 2021.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 10072 del 17 giugno 2021.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 11.17.

Assume le funzioni di consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda .

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che il Presidente della Giunta regionale Zaia è in congedo.

Punto n. 8) all'ordine del giorno

Proposta di legge di iniziativa dei consiglieri Valdegamberi, Rizzotto, Sandonà, Corsi, Michieletto, Barbisan, Dolfin, Zecchinato, Bet, Ciambetti, Sponda, Venturini, Vianello, Bozza, Polato, Soranzo, Centenaro, Formaggio e Cestari relativa a "Semplificazioni in materia urbanistica ed edilizia per il rilancio del settore delle costruzioni e la promozione della rigenerazione urbana e del contenimento del consumo di suolo – "Veneto cantiere veloce"". (Progetto di legge n. 20) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 19/2021)


Prosecuzione della discussione generale.

In discussione generale intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Bozza (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto) e Guarda (Europa Verde).

Durante l'intervento della consigliera Guarda assume la presidenza il Vicepresidente Ignazio Nicola Finco.

Intervengono i consiglieri Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), in discussione generale, e Montanariello (Partito Democratico Veneto), sull'ordine dei lavori.

La seduta è sospesa alle ore 12.28.

La seduta riprende alle ore 12.29.

Chiusa la discussione generale, interviene in sede di replica il consigliere Zecchinato (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE sospende la seduta per permettere all'Ufficio di presidenza della Seconda commissione consiliare di riunirsi ed esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 12.40.

La seduta riprende alle ore 14.45.

Assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti all'emendamento n. B32 scade in dieci minuti.

L'emendamento n. B1 all'articolo 1, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. B2 interviene la consigliera Guarda (Europa Verde), che lo ritira.

Sull'emendamento n. B16 all'articolo 1 interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto), che lo illustra proponendo delle modifiche.

L'emendamento n. B16 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come modificato .

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

Sull'emendamento n. B3 all'articolo 2 intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), che lo illustra, Camani (Partito Democratico Veneto) e Zanoni (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. B3 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione di subemendamenti all'emendamento n. B33 scade in cinque minuti.

Il PRESIDENTE dichiara che l'emendamento n. B17 è precluso.

Sull'emendamento n. B4 all'articolo 2 intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), che lo illustra, e Zanoni (Partito Democratico Veneto).

Durante l'intervento del consigliere Zanoni assume la presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

L'emendamento n. B4 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. B27 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Gli emendamenti nn. B28 e B18 all'articolo 3, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'emendamento n. B29 all'articolo 3, illustrato dal consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Durante l'intervento del consigliere Zanoni assume la presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

L'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Sull'emendamento n. B5 all'articolo 4 intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), che lo illustra, e Zanoni (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. B5 all'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE dichiara che l'emendamento n. B19 è precluso.

L'emendamento n. B20 all'articolo 4, illustrato dal consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 4, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Sull'emendamento n. B6 all'articolo 5 intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), che lo illustra, e Zanoni (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. B6 all'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE dichiara che l'emendamento n. B21 è precluso.

L'emendamento n. B11 all'articolo 5, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto

L'emendamento n. B14 all'articolo 5, illustrato dalla consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Il PRESIDENTE dichiara che l'emendamento n. B12 è precluso.

Sull'emendamento n. B13 all'articolo 5 intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che lo illustra, e Zanoni (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. B13 all'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 5, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'emendamento n. B8 all'articolo 6, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'emendamento n. B22 all'articolo 6, illustrato dal consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 6, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Sull'emendamento n. B7 all'articolo 7 intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde), che lo illustra, Camani (Partito Democratico Veneto) e Zanoni (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. B7 all'articolo 7, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE dichiara che l'emendamento n. B23 è precluso.

Sull'articolo 7 intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto), Guarda (Europa Verde) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

L'articolo 7 , posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che comunica il ritiro degli emendamenti nn. B32 e B24.

Interviene il consigliere Zecchinato (Zaia Presidente) che comunica il ritiro dell' emendamento n. B31.

Sull'emendamento n. B33 sostitutivo dell'articolo 8 intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), Montanariello (Partito Democratico Veneto) e Zecchinato (Zaia Presidente).

L'emendamento n. B33 sostitutivo dell'articolo 8, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 9, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Sull'emendamento n. B9 all'articolo 10 interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto).

L'emendamento n. B9 all'articolo 10, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE dichiara che l'emendamento n. B25 è precluso.

Sull'emendamento n. B15 all'articolo 10 intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che lo illustra e Zecchinato (Zaia Presidente).

L'emendamento n. B15 all'articolo 10, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'emendamento n. B26 all'articolo 10, illustrato dal consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 10, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'emendamento n. B10 all'articolo 11, illustrato dalla consigliera Guarda (Europa Verde), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Sull'articolo 11 intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto) e Zecchinato (Zaia Presidente).

L'articolo 11, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'articolo 12, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Sull'articolo 13 interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto).

L'articolo 13, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

L'emendamento n. B30 al titolo, illustrato dal consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Lorenzoni (Gruppo Misto), Zecchinato (Zaia Presidente), Valdegamberi (Gruppo Misto).

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che chiede la verifica del numero legale.

Il PRESIDENTE propone la verifica del numero legale mediante la votazione del provvedimento.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Guarda, Lorenzoni, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

Polato

La seduta è sospesa alle ore 17.14.

La seduta riprende alle ore 17.40.

Assume la presidenza il Vicepresidente Ignazio Nicola Finco e assume le funzioni di consigliere segretario la consigliera Erika Baldin.

Punto n. 9) all'ordine del giorno:

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Villanova, Barbisan, Pan, Ciambetti, Andreoli, Cecchetto, Cestari, Dolfin, Favero, Bet, Bisaglia, Boron, Centenaro, Cestaro, Sponda, Zecchinato, Maino, Michieletto, Scatto, Vianello, Piccinini, Venturini, Bozza e Razzolini relativa a "Città veneta della cultura". (Progetto di legge n. 56) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 20/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Villanova (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Sesta commissione consiliare, e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che svolge la relazione di minoranza per conto della Sesta commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde) e Baldin (Movimento 5 Stelle).

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale e sospende la seduta per consentire alla Sesta commissione di esprimere il parere sugli emendamenti.

La seduta è sospesa alle ore 18.11.

La seduta riprende alle ore 18.13.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

L'emendamento n. C1 all'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

L'articolo 1, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come emendato.

L'emendamento n. C2 all'articolo 2 è ritirato dalla consigliera Guarda (Europa Verde).

Gli articoli 2, 3, 4, 5 e 6, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Sull' ordine del giorno n. C3 intervengono i consiglieri Villanova (Zaia Presidente) e Baldin (Movimento 5 Stelle), che lo ritira.

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e Scatto (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Boron, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zanoni, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Sull'ordine dei lavori interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto).

La seduta è sospesa alle ore 18:35.

La seduta riprende alle ore 18:45.

Sull'ordine dei lavori interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto).

Punti nn. 10) e 11) all'ordine del giorno:

Mozione presentata dai consiglieri Pan, Bet, Bisaglia, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Villanova, Boron, Andreoli, Cecchetto, Dolfin, Favero, Rigo, Barbisan e Baldin relativa a "Caso dell'imprenditore Zennaro trattenuto in Sudan: il Governo si attivi per riportarlo a casa". (Mozione n. 114) APPROVATA (Deliberazione n. 54/2021)  [RESOCONTO]


e

Mozione presentata dai consiglieri Speranzon, Polato, Razzolini, Formaggio, Soranzo e Baldin relativa a "La Giunta regionale si attivi presso il Governo italiano affinché siano intraprese tutte le azioni utili per il rilascio di Marco Zennaro". (Mozione n. 115) APPROVATA (Deliberazione n. 55/2021)  [RESOCONTO]

Intervengono i consiglieri Rigo (Liga Veneta per Salvini Premier), che illustra la mozione n. 114, e Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che illustra la mozione n. 115.

Intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), Zottis (Partito Democratico Veneto), Baldin (Movimento 5 Stelle) e Speranzon (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), che illustra alcune modifiche alla mozione 115.

Il PRESIDENTE, richiamata l'attenzione sul coordinamento tecnico, pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione n. 114.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Guarda, Lorenzoni, Maino, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Speranzon, Sponda, Vianello, Villanova, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

Formaggio

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione n. 115 come modificata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Camani, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Lorenzoni, Michieletto, Montanariello, Ostanel, Possamai Giacomo, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Sandonà, Scatto, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Vianello, Villanova, Zecchinato, Zottis

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE sospende la seduta per consentire lo svolgimento di una riunione della Conferenza dei Presidenti dei gruppi consiliari.

La seduta è sospesa alle ore 19.02.

La seduta riprende alle ore 19.06.

Sull'ordine dei lavori interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto).

La seduta è sospesa alle ore 19.08.

La seduta riprende alle ore 19.09.

Sull'ordine dei lavori interviene il consigliere Villanova (Zaia Presidente).

Punto n. 12) all'ordine del giorno:

Mozione presentata dai consiglieri Barbisan, Finco, Rigo, Cavinato, Boron, Rizzotto, Dolfin, Valdegamberi e Zecchinato relativa a "Gli studenti stanno usufruendo di un surrogato di Università, pagando però per attività e servizi pieni". (Mozione n. 42) APPROVATA (Deliberazione n. 56/2021)  [RESOCONTO]


Interviene il consigliere Barbisan (Gruppo Misto), che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Lorenzoni (Gruppo Misto), Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Camani (Partito Democratico Veneto) e Guarda (Europa Verde).

In dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Barbisan (Gruppo Misto), Lorenzoni (Gruppo Misto) e Camani (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto come modificata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bigon, Bisaglia, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Sandonà, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Vianello, Villanova.

Hanno votato no:

Camani, Guarda, Lorenzoni, Ostanel, Possamai Giacomo

Astenuti:

Baldin, Scatto, Zottis

Non votanti:

nessuno

Punto n. 13) all'ordine del giorno:

Mozione presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "Crisi ACC di Borgo Valbelluna: la Regione prenda ispirazione dalla Regione Piemonte per dare un ruolo utile nelle crisi aziendali a Veneto Sviluppo S.p.A.". (Mozione n. 62) RESPINTA  [RESOCONTO]


Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra la mozione in oggetto.

In discussione generale intervengono i consiglieri Cestaro (Zaia Presidente), Camani (Partito Democratico Veneto) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

In dichiarazione di voto interviene la consigliera Cestaro (Zaia Presidente).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica la mozione in oggetto.

Il Consiglio non approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Baldin, Camani, Guarda, Lorenzoni, Ostanel, Possamai, Zottis

Hanno votato no:

Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Dolfin, Favero, Finco, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Sandonà, Scatto, Speranzon, Vianello, Villanova, Zecchinato

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 19.50.
Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MICHIELETTO Gabriele
BALDIN Erika
MONTANARIELLO Jonatan
BARBISAN Fabiano
OSTANEL Elena
BET Roberto
PICCININI Tomas
BIGON Anna Maria
POLATO Daniele
BISAGLIA Simona
POSSAMAI Giacomo
BORON Fabrizio
POSSAMAI Gianpiero
BOZZA Alberto
PUPPATO Giovanni
BRESCACIN Sonia
RAZZOLINI Tommaso
CAMANI Vanessa
RIGO Filippo
CAVINATO Elisa
SANDONA' Luciano
CECCHETTO Milena
SCATTO Francesca
CENTENARO Giulio
SORANZO Enoch
CESTARI Laura
SPERANZON Raffaele
CESTARO Silvia
SPONDA Alessandra
CIAMBETTI Roberto
VALDEGAMBERI Stefano
CORSI Enrico
VENTURINI Elisa
DOLFIN Marco
VIANELLO Roberta
FAVERO Marzio
VILLANOVA Alberto
FINCO Nicola Ignazio
ZANONI Andrea
FORMAGGIO Joe
ZECCHINATO Marco
GEROLIMETTO Nazzareno
ZOTTIS Francesca
GIACOMIN Stefano

GUARDA Cristina

LORENZONI Arturo

MAINO Silvia







IL CONSIGLIERE SEGRETARIO
Erika BALDIN






IL PRESIDENTE
Nicola Ignazio FINCO







N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin