ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 14/09/2021 n. 33

Resoconto n. 33 - 11^ legislatura
Resoconto 33 a Seduta pubblica
Martedì, 14 settembre 2021
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 14.17

PRESIDENTE

Colleghi, se ci accomodiamo, per chi è in Aula, abbiamo il numero per iniziare la seduta odierna.
Diamo inizio alla 33a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 13925 del 9 settembre 2021.
PUNTO
1



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Ha comunicato congedo
Luca ZAIA
Il congedo è concesso.
PUNTO
2



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTI
3 e 4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE
e
INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

I verbali non ci sono, li abbiamo approvati l'altra volta.
Passiamo alle "Interrogazioni e interpellanze" rimaste inevase nell'ultimo Consiglio.
Iniziamo... se volete, aspettiamo un attimo così.... iniziamo con l'IRI 164 della collega Guarda.

Interrogazione a risposta immediata n. 164 del 30 giugno 2021 presentata dai consiglieri Guarda, Lorenzoni, Baldin e Ostanel relativa a "SULLA ESENZIONE DELLE INDENNITÀ PERCEPITE PER TIROCINI DI INCLUSIONE SOCIALE"

Prego, Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Intanto saluto tutti i colleghi e saluto anche l'assessore Donazzan, che è collegata.
Quest'oggi vorrei condividere anche con i colleghi un tema che è sicuramente centrale per una buona fetta di popolazione del Veneto, che è interessata dalla situazione di una disabilità propria o di un proprio parente e, di conseguenza, parlo in particolar modo dell'esenzione delle indennità percepite per tirocini di inclusione sociale.
Questi sono stati trattati con deliberazione del 2016 dalla Giunta regionale in attuazione dello specifico accordo Stato-Regioni datato 2015 che ha dato disposizioni in materia di tirocini di inclusione sociale... chiedo scusa, potete abbassare la voce? Grazie.
L'articolo 11 dell'allegato A alla predetta deliberazione prevede la possibilità di corrispondere un'indennità anche in forma di contributo economico di carattere assistenziale finalizzata all'inclusione sociale, all'autonomia delle persone e alla riabilitazione, come indicato dal progetto personalizzato.
Mentre il comma terzo stabilisce che, nel caso in cui l'indennità di partecipazione al tirocinio assuma natura di contributo economico di carattere assistenziale non verrà più considerata come reddito assimilato a quello da lavoro dipendente.
Appurato che con una recente risposta all'interpello riguardante un progetto di tirocinio di specie, gestito dal servizio integrazione lavorativa di una ULSS del Veneto e afferente ad una persona giudicata non in possesso di sufficiente autonomie tali da consentire il raggiungimento dell'obiettivo assunzione, l'Agenzia delle Entrate regionale del Veneto ha sostanzialmente confermato quanto già dichiarato in sede di risposta nel 2020 resa dall'Agenzia delle Entrate Divisione Contribuenti, cioè che l'esenzione spetta a tutti quei casi in cui risulta evidente che il sussidio economico erogato è assistenziale, destinato a favorire l'inclusione sociale e l'autonomia.
Alla luce di questo, ho chiesto all'Assessore regionale con delega alla formazione e al lavoro per sapere in ragione di quanto sopra se non ritenga chiarire che l'indennità di cui in premessa o corrisposta in presenza di progetti di tirocinio riguardante i soggetti per i quali è stato escluso il possesso di autonomie da consentire il raggiungimento dell'obiettivo assunzione ha natura assistenziale e non costituisce reddito di lavoro. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Per la risposta l'assessore Donazzan.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente e grazie alla collega.
A seguito della legge 92 del 2012 "Riforme al mercato del lavoro in una prospettiva di crescita", nota come legge Fornero e dei successivi atti della Conferenza Stato-Regioni, dopo un confronto con le parti sociali, le Regioni hanno riscontrato che nei territori venivano realizzati interventi comunemente definiti tirocini, ma che in realtà non presentavano elementi sufficienti per essere considerati tali in quanto si trattava di esperienze realizzate all'interno dei contesti lavorativi, ma con finalità terapeutiche e rieducative.
Questa problematica è stata rilevata anche in Veneto, dove alcune tipologie di progetti di integrazione sociale in ambiente lavorativo, previsti appunto dalla delibera di Giunta regionale 1138 del 2008, poi modificata con successive, e promossi dai servizi di integrazione lavorativa delle ULSS, non possono rientrare nella disciplina regionale generale dei tirocini regolamentata dalla delibera di Giunta regionale 1816 del 2017.
Quest'ultima, infatti, non contempla interventi con valenza prettamente socio-sanitaria e riabilitativa finalizzati allo sviluppo dell'autonomia e alla promozione dell'inclusione sociale di persone con disabilità grave in possesso di residue capacità lavorative relazionali, ma prevede come finalità invece l'inserimento lavorativo.
Le Regioni, pertanto, hanno chiesto al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali la stipula di un ulteriore accordo per regolamentare con una specifica disciplina i tirocini aventi le suddette finalità e caratteristiche all'epoca sprovvisti della necessaria copertura normativa. Tale accordo è stato sottoscritto a gennaio 2015 e denominato "Linee guida per i tirocini di orientamento, formazione e reinserimento finalizzati all'inclusione sociale, all'autonomia delle persone e alla riabilitazione" ed ha avuto concreta realizzazione con la delibera di Giunta regionale 1406 del 2016. Questo provvedimento prevede all'articolo 11 che la corresponsione dell'indennità di partecipazione al tirocinio potrà assumere la natura di contributo economico di carattere assistenziale e quindi non verrà più considerato come un reddito assimilato a quello da lavoro dipendente. La delibera pertanto non impone di considerare l'indennità né una prestazione di carattere assistenziale né come reddito di lavoro, lasciando quindi al soggetto promotore, nella fattispecie il SIL di riferimento, la scelta sulla base delle caratteristiche dell'intervento e del bisogno dell'assistito.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per la replica la collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Chiedo la possibilità di poter ricevere la risposta in formato telematico, insomma via mail, in modo tale da poterla analizzare nello specifico.
Detto questo, siccome più volte si sono ritrovate delle persone all'interno del nostro territorio, ma non soltanto, in una situazione di incertezza rispetto a questo aspetto, avrei naturalmente apprezzato la possibilità della Regione di poter invece definire chiaramente quella che era la gestione di questo tipo appunto di indennità. Quindi, alla luce di questo, mi permetto poi di analizzare ulteriormente la risposta non appena appunto ricevuta in formato cartaceo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
L'interrogazione 167 è della collega Baldin: la collega Baldini ha un contrattempo, quindi non arriva in tempo per le interrogazioni. Abbiamo concordato che la risposta le viene spedita in forma scritta presso i suoi uffici.
Passiamo alla n. 168 del collega Montanariello ed altri.

Interrogazione a risposta immediata n. 168 dell'8 luglio 2021 presentata dai consiglieri Montanariello, Giacomo Possamai, Bigon, Camani, Zanoni e Zottis relativa a "SLITTAMENTO INIZIO ANNO SCOLASTICO 2021-2022: IL PRESIDENTE ZAIA EVITERÀ IN FUTURO DI ANNUNCIARE E SMENTIRE DECISIONI, DISORIENTANDO I CITTADINI?"

Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Premesso che, con deliberazione 764 del giugno 2021, la Giunta regionale ha approvato il calendario scolastico '21-'22 stabilendo l'inizio dell'attività didattica per il 3 settembre. Rilevato che il 5 luglio 2021, quindi qualche giorno dopo, il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha annunciato in diretta social e televisiva il rinvio a fine settembre del ritorno in classe per rispettare una festività ebraica e per raccogliere le istanze dei Sindaci del litorale veneto, che, a causa delle misure anti-Covid, all'inizio della stagione estiva hanno registrato un calo di presenze turistiche.
Il previsto slittamento dell'anno scolastico ha immediatamente sollevato grande contrarietà in molte famiglie che, per motivi di lavoro, hanno già programmato le loro vacanze e sarebbero costrette ad organizzarsi diversamente per la gestione dei figli, in particolare per quelli che frequentano le Scuole Elementari.
Un comitato di mamme ha scritto una lettera aperta al presidente Zaia nella quale si sottolinea: "Noi siamo alcuni tra i molti genitori che, in previsione delle 14 settimane di chiusura estiva hanno speso molte centinaia di euro per fare in modo di poter lavorare e allo stesso tempo tenere impegnati i nostri figli in attività ludico-ricreative. Di nuovo al diritto e così via..." praticamente è chiaro che non c'era una buona visione di quello che ha detto il Governatore.
Il 6 luglio, a 24 ore da quanto aveva annunciato Zaia, lo stesso fa marcia indietro comunicando che non ci sarà nessun rinvio.
Chiedo al Presidente della Giunta se non ritenga opportuno evitare in futuro di generare confusione e disorientamento tra i cittadini diffondendo in rapida successione annunci e smentite in merito a decisioni che riguardano l'organizzazione della vita di centinaia di migliaia di famiglie.

PRESIDENTE

Per la risposta, l'assessore Donazzan. Prego.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Scusate, non riuscivo ad attaccare il microfono.
Grazie, Presidente e grazie al collega.
È abbondantemente superata visto che oggi è il secondo giorno di scuola secondo quanto era stato definito, però la risposta ovviamente era stata apportata nei tempi.
La definizione del calendario scolastico è stata delegata alle Regioni con il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, in quanto funzione amministrativa che impatta direttamente sulla comunità locale le cui diverse istanze richiedono un'attenta considerazione.
È evidente che l'attuale emergenza pandemica e la conseguente grave crisi patita in particolare da alcuni settori, tra cui quello turistico, impongono di ritornare a un'attenzione speciale tutte le determinazioni che comportino un potenziale impatto sullo sviluppo del territorio, tra cui vi è sicuramente anche la definizione della data dell'inizio dell'anno scolastico.
L'informazione sulle valutazioni in atto da parte della Giunta in merito alla possibilità di posticipare l'avvio alle elezioni a fine settembre, in accoglimento alle istanze della Conferenza dei Sindaci del Litorale, è stata diffusa in un'ottica di trasparenza e di condivisione delle scelte politiche in corso, anche con l'intento di permettere una partecipazione delle famiglie al processo decisionale.
Aggiungo che la delibera di Giunta regionale, portata e approvata, aveva un'unica data, che era quella appunto del 13 settembre; successivamente alla bozza della delibera vi era stata la richiesta di alcuni Sindaci del Litorale. Noi abbiamo fatto delle valutazioni, come accade normalmente quando si devono tenere conto appunto delle istanze proprio in rispetto alla normativa, al 112, che dà alle Regioni la potestà sul calendario scolastico.
Infine, abbiamo deciso di rimanere sulla nostra decisione prevista in bozza di delibera e poi la stessa delibera approvata anche perché in seno alla Conferenza Stato-Regioni si era cercato di uniformare la data di inizio dell'anno scolastico.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, assessore Donazzan, grazie proprio alla sua puntuale risposta, come sempre.
Condivido con lei quando diceva che richiedono un'attenta considerazione alcuni passaggi trattandosi di temi importanti, significativi e delicati che si calano anche, come lei stessa diceva, su alcune scelte anche turistiche che segnalavano i Sindaci, quindi temi sicuramente di primo livello.
Io son contento che da parte dell'Assessorato ci sia l'idea che richiedono un'attenta considerazione e questo lo condivido con lei. Mi permetto di dissentire dall'atteggiamento del presidente Luca Zaia perché, se è vero che richiedono un'attenta considerazione, io credo che dire una cosa in delibera del 15 giugno, smentirla in una conferenza del 5 luglio, rismentirla il 6 luglio e oggi farne un'altra sono l'Anticristo di quella che si dovrebbe considerare un'attenta considerazione. Scusi il gioco di parole.
Detto questo, mi scuso, è un po' obsoleta l'interrogazione, ha ragione lei, l'avevo depositata l'8 luglio, tre giorni dopo, però la ringrazio per la sua risposta precisa e puntuale. Il mio auspicio è che la prossima volta, su temi così importanti, anche il presidente Luca Zaia fosse un po' meno frettoloso nel rincorrere il vox populi e magari facesse delle scelte, come le stesse elencava, più attenta, perché ripeto e ribadisco, l'opposto ad un'attenta considerazione è quello che ha fatto il nostro Governatore, cioè scrivere una cosa il 15 giugno, dirne un'altra il 5 luglio, dirne un'altra ancora il 6 luglio e farne un'altra ancora diversa il 13 settembre.
Grazie per la sua risposta, magari che il Governatore la prossima volta, il presidente Luca Zaia, dica qualche parola di meno nelle conferenze e sia un po' più coerente con quella che è la programmazione che fa la Giunta. Grazie.

PRESIDENTE

Bene.
Adesso abbiamo la IRI 176 della collega Ostanel, che è uguale identica come risposta alla IRS 113 della collega Guarda. Quindi la Ostanel presenta la sua interrogazione, la collega Guarda presenta la sua IRS e la risposta sarà unica da parte dell'assessore Donazzan.

Interrogazione a risposta immediata n. 176 del 28 luglio 2021 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "SFRUTTAMENTO LAVORATIVO, IL VENETO NON È ESENTE, IL CASO A GRAFICA VENETA, QUALI SONO LE CONTROMISURE PREVISTE?"

e

Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "SULL'IPOTESI DI CAPORALATO PRESSO GRAFICA VENETA E SULL ART.6 DELLO STATUTO DELLA REGIONE DEL VENETO?" (Interrogazione a risposta scritta n. 113)

La parola alla collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente. Buongiorno Assessore.
L'interrogazione è stata presentata il 28 luglio quando appunto si apprendeva in un'altra stampa rilasciata dal Comando provinciale dei Carabinieri di Padova, di aver proceduto all'arresto di cinque soggetti di origine pachistana, che appunto finivano in quel momento ai domiciliari per aver contribuito allo sfruttamento di lavoratori stranieri. Ma la nota proseguiva precisando che tra le aziende che avevano richiesto questo servizio, tra virgolette, c'era anche un'impresa importante per il nostro territorio, Grafica Veneta (tema appunto che oggi conosciamo molto bene) e l'interrogazione, ma anche appunto, poi tutto il dibattito era comprendere se i dirigenti dell'azienda sapessero o meno di questa situazione di sfruttamento del lavoro delle persone che lavoravano per BM Service, ma che sembrava in quel momento avessero anche, appunto, una relazione stretta con l'azienda.
Il territorio veneto, dicevo nella interrogazione, non è esente da tipo di fenomeni di questo tipo di sfruttamento. Cito ad esempio un osservatorio che fa vedere anche geolocalizzando il fatto che a Vicenza, Cologna Veneta, nell'Alto Padovano e nel trevigiano ci fossero degli esempi di sfruttamento di questo tipo.
È una vicenda, questa, che ho seguito fin da subito, anche in collaborazione e in dialogo con i sindacati, che hanno cercato appunto di trovare delle risposte a questo sistema di sfruttamento, che sembra di più rispetto ad un episodio, ma una cosa che andava avanti appunto da tempo.
Sappiamo che poi le indagini sono andate avanti ed è notizia di pochi giorni fa il fatto che i due dirigenti di Grafica Veneta siano arrivati appunto a proporre un patteggiamento di 20.000 euro a lavoratore, quindi circa 220.000 euro, dicendo loro stessi che preferiscono arrivare al patteggiamento - cito appunto da note di stampa - piuttosto che aspettare anni per poi vedersi dichiarare innocenti.
Questa è una vicenda brutta e importante per il territorio veneto. Nell'interrogazione chiedevo il ruolo e chiedo il ruolo della Giunta e quindi chiedo a lei di rispondere, perché sappiamo che anche i sindacati avevano chiesto il reintegro di questi lavoratori anche in maniera differenziata a seconda di quanto avevano lavorato, credo una richiesta di buon senso, mentre i dirigenti di Grafica Veneta non hanno mai, sedendosi al tavolo, trovato davvero una soluzione.
La Regione Veneto ha avuto un ruolo? È intervenuta su questo? Grazie.

PRESIDENTE

Collega Guarda per la presentazione dell'IRS 113, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Anch'io in quei giorni ho desiderato chiedere in realtà al Presidente della Giunta regionale del Veneto quali iniziative sia di carattere giudiziario a tutela dell'immagine della Regione, sia sul versante di specifiche attività di sensibilizzazione e prevenzione intendesse attivare a rendere concreto quanto previsto dallo Statuto della Regione del Veneto, che parla appunto della tutela dei diritti anche dei lavoratori e della tutela quindi anche di questi lavoratori che, appunto, com'è noto, secondo la ricostruzione degli inquirenti, venivano picchiati, legati, derubati di documenti e cellulare se osavano ribellarsi: veri e propri schiavi del lavoro e del sistema.
In relazione a tali fatti è stato disposto l'arresto di nove cittadini pachistani, l'applicazione della misura di custodia cautelare e degli arresti domiciliari per i due dirigenti dell'azienda, che sappiamo avere poi patteggiato.
Parallelamente vorrei anche ricordare due questioni che riguardano questa azienda. La prima che durante la pandemia aveva prodotto i famosi schermi protettivi con il logo della Regione del Veneto, dichiarando, nell'occasione, di voler anteporre la salute pubblica alle azioni di marketing e comunicazione aziendale, senonché tale dichiarazione sembra quasi scontrarsi con i fatti emersi quasi come fosse una prima operazione di ethic-washing, con l'ipotesi appunto al vaglio della Magistratura relativa allo sfruttamento dei lavoratori con turni di 12 ore pagati 4,5 euro all'ora.
Appreso che appunto gli inquirenti attribuiscono ai vertici aziendali la conoscenza delle disumane condizioni di lavoro oggetto di contestazione e constatato che Grafica Veneta, a quanto è noto, si è occupata anche della stampa degli opuscoli elettorali per le elezioni regionali 2020 per la campagna elettorale del candidato alla Presidenza della Giunta regionale committente responsabile Liga Veneta Salvini per Salvini Premier e constatato altresì che con decreto della Direzione della Formazione e Istruzione del 2019, n. 1511, è stato approvato, con liquidazione della relativa somma, il rendiconto presentato da Grafica Veneta S.p.A. in ordine ad un finanziamento ottenuto a valere sui fondi POR FSE Regione Veneto 2014-2020, dedicato all'Asse 1 "Occupabilità" nell'ambito di quanto previsto dalla DGR del 2017/687 di approvazione e quindi dell'avviso pubblico per la presentazione di proposte progettuali che intendono contribuire alla priorità di investimento concernente l'adattamento dei lavoratori, delle imprese, degli imprenditori ai cambiamenti mediante la realizzazione di percorsi finalizzati a supportare le imprese che decidono di riqualificare o valorizzare le competenze del proprio capitale umano, aspetto che evidentemente è andato in gravissimo contrasto con quanto rilevato da queste indagini.
Considerato che gli elementi attuali disponibili e fermo restando quanto emergerà dagli approfondimenti giudiziari, sembrerebbe emergere il non idoneo funzionamento dei meccanismi di presidio del modello di organizzazione e gestione nell'ottica di quanto previsto dal decreto 231 del 2001, essendo il reato di cui all'articolo 603 bis "Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro" inserito nel novero dei reati, presupposto della responsabilità amministrativa degli enti di cui al richiamato decreto legislativo.
Ritenuto che, in quanto le indagini di cui in premessa riguardano un'azienda di specifico rilievo nel panorama produttivo veneto e quindi sia ancor di più necessario attivarsi con maggiore forza, sia al fine di attivare ogni iniziativa utile a tutela dell'immagine della Regione del Veneto, sia ai fini della prevenzione di carattere generale a tutela dei cittadini e delle persone che vengono a cadere in questo drammatico circolo vizioso.
Visto l'articolo 6, comma 1, lettera h) dello Statuto regionale del Veneto che riconosce e valorizza la funzione sociale del lavoro e dell'impresa come strumenti di promozione delle persone e della comunità e quindi opera per garantire e rendere effettivo il diritto al lavoro, perseguendo un'occupazione piena, stabile, sicura, regolare e promuovendo la formazione e la riqualificazione professionale, tutela il lavoro in tutte, quindi, le sue forme la Regione del Veneto, a questo punto, appunto, all'epoca, chiedevo, sperando di ricevere nei 30 giorni risposta in merito a come la Regione del Veneto intendesse attivarsi per reagire a questa situazione che evidentemente interpella non soltanto la Regione in quanto Istituzione, ma anche i politici che fino ad oggi, appunto, ne sono rappresentanti e hanno naturalmente compito di preservare l'attuazione dello Statuto di questa Regione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
La risposta, come ho detto inizialmente, è unica per entrambe le interrogazioni.
Assessore Donazzan, prego.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente.
La gravità dei fatti oggetto di indagine da parte dell'autorità giudiziaria, che vede coinvolta una delle principali aziende italiane nella stampa di libri e riviste, richiede in questa fase un doveroso rispetto dell'attività istruttoria che la Magistratura sta svolgendo. I modi e le forme con le quali tutelare l'immagine della Regione del Veneto saranno oggetto di esame in base agli sviluppi della vicenda giudiziaria e con riferimento alla responsabilità amministrativa a carico degli enti di cui al decreto legislativo 231 del 2001, richiamata nell'interrogazione in oggetto, si rammenta che le sanzioni amministrative previste dalla norma sono applicate dal Giudice competente.
In tale fase, ogni iniziativa rappresenta un'inopportuna ed indebita interferenza rispetto ad una vicenda giudiziaria che deve avere il proprio autonomo corso.
Le dimensioni dell'economia della Regione del Veneto in molteplici settori che la caratterizzano ne fanno un soggetto naturalmente esposto ai reati di caporalato. Per tale ragione già prima dell'introduzione di tale fattispecie penale ad opera del decreto legge del 13 agosto 2011, n. 138, come da ultimo modificato dalla legge 199 del 2016, la Regione si è attivata nel contrasto a tale odiosa forma di sfruttamento della persona affiancando tutte le Istituzioni che se ne occupano (Ispettorato al lavoro, Forze dell'Ordine, INAIL, SPISAL, INPS, nuclei ispettivi dei Carabinieri del lavoro e delle Forze dell'Ordine), promuovendo sin dal 2007 protocolli d'intesa con tutti i soggetti coinvolti da tale fenomeno e ciò sia per favorire la circolazione dei dati utili per le indagini, sia per promuovere la cultura della sicurezza sul posto di lavoro e della legalità presso i giovani.
La Regione del Veneto dal 2016 ha partecipato attivamente al progetto NAVE (acronimo di Network Antitratta per il Veneto) le cui priorità strategiche riguardano, tra l'altro, il contrasto al fenomeno dello sfruttamento lavorativo del caporalato.
A partire dal 1 luglio 2021, il progetto, che ha assunto la denominazione NAVIGARE (Network Antitratta per il Veneto Intersezioni Governance Azioni Regionali), non l'abbiamo inventato noi questo acronimo, ha acquisito una dimensione più ampia e di maggiore coinvolgimento delle strutture regionali a seguito del ruolo di capofila assunto dalla Regione del Veneto - capofila in Italia - e alla partecipazione di una pluralità di soggetti istituzionali e del privato sociale che operano a tutela dei diritti fondamentali delle persone anche con misure di prevenzione e contrasto allo sfruttamento lavorativo.
In tale ambito il progetto prevede azioni finalizzate all'identificazione di potenziali vittime di caporalato e/o grave sfruttamento lavorativo, di acquisizione di informazioni e di supporto della potenziale vittima del reato anche grazie alla presenza della mediazione linguistico-culturale qualificata. L'attività è indirizzata a garantire alla potenziale vittima aiuto e accompagnamento anche nella collaborazione con l'autorità giudiziaria.
I citati progetti hanno costituito e costituiscono gli strumenti con i quali la Regione svolge la propria attività in ambito di prevenzione e contrasto al caporalato e dello sfruttamento dell'attività lavorativa e l'emersione di tali fenomeni criminali testimonia l'efficacia delle azioni intraprese piuttosto che evidenziare un fenomeno fuori controllo.
Per quanto concerne il caso specifico, la Regione sarà parte attiva nel fornire ogni genere di supporto all'autorità giudiziaria ed alle persone che abbiano subìto violazioni dei propri diritti fondamentali.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Per la replica, inizierei dalla collega Ostanel, se mi chiede la parola con Concilium.
Prego, Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Grazie, Assessore per la risposta.
In realtà mi sarei aspettata nella risposta di capire quanti controlli, ad esempio, lo SPISAL aveva fatto negli ultimi anni in Grafica Veneta e se avesse o meno rilevato qualcosa, perché nelle varie interlocuzioni svolte mi è parso di capire, se confermato, che alcuni controlli erano stati fatti rilevando molto poco, mentre alcuni lavoratori, che dovevano essere ascoltati in Tribunale e probabilmente non lo saranno, dicevano che anche lì andavano ad esempio a lavarsi e a fare una doccia. Quindi mi chiedo quali siano stati i controlli fatti e con che risultati.
Concordo il fatto che ci sia un'indagine in corso e che ovviamente il rispetto per l'indagine è sacra. Il tema è: capire - e anche qui la risposta non è completa - se la Regione Veneto, nell'ambito della tutela dei lavoratori, abbia cercato di fare in modo che ci sia una soluzione per le persone che sono state sfruttate anche perché la richiesta era stata quella di cercare di essere assunti a tempo indeterminato quelli che avevano effettivamente lavorato e poi con altre tipologie contrattuali magari le persone che non avevano lavorato a tempo pieno. Una richiesta che io credo sia una richiesta di assoluto buon senso.
Quindi, esulando dalle dall'indagine o dalla colpevolezza di alcuni o di altri, che non mi interessa appunto rilevare in questa interrogazione, rilevavo e invece volevo sapere di più - e la risposta non è completa - dei controlli che lo SPISAL aveva fatto e della possibilità che la Regione interloquisse anche per trovare delle soluzioni per le persone che, come lei ha detto giustamente, sono state sfruttate.
Poi, come lei citava, nel 2018 è stato fatto un accordo, vero, però nel caso di Padova, territorio oggetto di questa triste questione, dei 14 nuovi assunti nel 2019, 7 sarebbero già usciti per dimissioni o pensionamento e due sarebbero prossimi alla pensione. Lo SPISAL è sotto finanziato, c'è un problema di personale e quindi io credo che questa sia una delle questioni che nella risposta non ho appunto ascoltato. Mi riserverò di leggerla perché credo che questo sia una delle questioni per lavorare nel futuro.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, la collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Molto semplicemente, in questo caso non mi posso dire soddisfatto della risposta. Questo per un semplice motivo: la domanda era evidentemente anche un'altra e il passaggio che ho voluto e ha voluto anche fare la collega, come appena dichiarato, il passaggio relativo alle responsabilità amministrativa degli Enti lo si è fatto per un aspetto oggettivo, cioè quello ricordato, quello per cui appunto è evidente che è il Giudice ad applicare le sanzioni amministrative in materia di responsabilità degli Enti.
Questo passaggio sulla responsabilità degli Enti è teso a mettere al centro della discussione e in evidenza anche della discussione di questo Consiglio delle responsabilità di questo nostro Ente di ulteriori aspetti problematici della questione, che non certo richiedono un intervento sanzionatorio regionale, ma richiedono interventi appunto di azione preventiva.
Questi evidentemente hanno dimostrato delle carenze che si sono poi manifestate con episodi di questo livello che naturalmente hanno avuto un impatto mediatico tanto importante, ma parallelamente, anche in tante nostre realtà che purtroppo si sono evidenziate essere potenzialmente a rischio o caduti nella trappola di questa situazione. Cittadini che appunto fino ad oggi non sono riusciti ad essere tutelati e per cui appunto c'è necessità di un intervento più preciso e più efficace.
Da questo punto di vista ribadisco, questo caso di Grafica Venete è piuttosto esplicativo anche perché vi sono delle relazioni che sono state intavolate, ci sono dei fondi che sono stati destinati a questa realtà proprio per progetti specifici relativi alla valorizzazione del capitale umano e azioni anche di promozione di carattere sociale che non fanno onore a chi realmente nel territorio Veneto si sta dedicando alla tutela e alla promozione del proprio personale con innovazioni che magari fanno a spese proprie non ricevendo tanta attenzione e tanta pubblicità come quanto realtà come Grafiche Venete invece, specie in quest'ultimo anno e mezzo, ha ottenuto.

PRESIDENTE

Grazie, collega Guarda.
Non ci sono altre risposte alle IRS, quindi terminiamo lo spazio per le interrogazioni.
Ricordo che la 167 deve essere spedita a domicilio alla collega Guarda.
Permettetemi un attimo di attenzione.
Parlando prima con alcune colleghe e colleghi, mi chiedevano un momento di riflessione per ricordare Chiara e Rita assieme a tante altre vittime di femminicidi da altre parti d'Italia. Altre notizie tragiche arrivano anche oggi, però in particolare Chiara e Rita, che hanno avuto una morte violenta e particolarmente efferata, che riguardano appunto le realtà veronesi e vicentine come teatro purtroppo di questi gravissimi gesti.
Vi chiederei un minuto di silenzio per ricordare le vittime di tutti i femminicidi.
L'Aula osserva un minuto di silenzio.
Grazie.
Riprendiamo i lavori dove li avevamo interrotti la settimana scorsa, quindi sul PdL 50.
PUNTO
5



DISEGNO DI LEGGE RELATIVO A "DISPOSIZIONI DI ADEGUAMENTO ORDINAMENTALE 2021 IN MATERIA DI GOVERNO DEL TERRITORIO, VIABILITÀ, LAVORI PUBBLICI, APPALTI, TRASPORTI E AMBIENTE". (PROGETTO DI LEGGE N. 50) (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 27/2021) (TITOLO MODIFICATO)

Relazione della Seconda commissione consiliare.
Relatore: consigliera Silvia Rizzotto Correlatore: consigliere Andrea Zanoni

PRESIDENTE

È stato depositato dal correlatore l'emendamento n. A0025. Do cinque minuti di tempo per eventuali subemendamenti.
Facciamo un po' ordine e riprendiamo dall'emendamento n. A0014 della Giunta regionale.
La collega Guarda ha chiesto la parola? Ah benissimo, grazie.
Emendamento n. A0014 presentato dalla Giunta, aggiuntivo, che prevede:
"Art. Modifica dell'articolo 3, comma 1, della Legge Regionale n. 46/1994 "46 "Disciplina dei servizi atipici".
1. Al comma 1 dell'articolo 3 "Modalità per il rilascio dell'autorizzazione", vengono aggiunte le seguenti parole:
"a bis) costituzione di una unità locale ai sensi del D.M. 11 maggio 2001, n. 359, per le imprese non aventi sedi legali nel territorio regionale;
b bis) l'impresa esercente deve dimostrare la disponibilità, a qualsiasi titolo, di un piazzale o deposito o rimessa per lo stazionamento degli autobus, nel territorio della Regione del Veneto, idoneo all'uso sotto il profilo edilizio ed urbanistico ed avente superficie adeguata al parco mezzi posseduto in relazione ai servizi di cui la presente legge".".
Non vedo interventi, immagino il parere favorevole del relatore.
Guarda, ha chiesto la parola? Emendamento n. A0014 del fascicolo iniziale, quello consegnato a inizio lavori.
Bene. Non vedo interventi.
Metto in votazione col parere favorevole, l'emendamento n. A0014.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0015 presentato dalla Giunta, aggiuntivo, che prevede:
"Art. Modifica dell'articolo 4 della Legge Regionale 14 settembre 1994, n. 46 "Disciplina dei servizi atipici"
1. Dopo il comma 2 dell'articolo 4 "Prescrizioni" è aggiunto il seguente comma:
"2 bis. l'utilizzo per l'attività di trasporto di cui alla presente legge di autobus acquistati con finanziamenti pubblici dei quali non possono beneficiare la totalità delle imprese nazionali, di cui all'articolo 1 comma 3 della legge n. 218/2003 comporta la revoca dell'autorizzazione.".".
Anche in questo caso non vedo interventi.
Metto in votazione col parere favorevole del relatore, l'emendamento n. A0015.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0017 presentato dalla Giunta, aggiuntivo, che prevede:
"Art. Modifica dell'articolo 5 della Legge Regionale 14 settembre 1994, n. 46 "Disciplina dei servizi atipici"
Alla fine del comma 1, dell'articolo 5 "Attività di vigilanza" sono inserite le seguenti parole:
1. "La verifica in ordine alla permanenza dei requisiti ed elle condizioni previsti dalla presente legge è effettuata con cadenza annuale.".".
Anche in questo caso non vedo interventi.
Metto in votazione con parere favorevole, l'emendamento n. A0017.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Bene, scusatemi un attimo, per un problema tecnico, chiedo di sospendere per 10 minuti la seduta. Riprendiamo alle 15.05.
Chiedo al relatore di scendere, se possibile, in Sala del Leone? Perfetto. Grazie.
La Seduta è sospesa alle ore 14.56
La Seduta riprende alle ore 15.05

PRESIDENTE

Colleghi, se ci accomodiamo, riprendiamo i lavori.
Bene colleghi, riprendiamo. Se mi serve il Legislativo, lo vedo qui a fianco.
Chiariti i dubbi che c'erano, proseguiamo in base all'ordine degli emendamenti che avete nel fascicolo. Prego, Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Volevo capire quali dubbi sono stati chiariti o era una pausa tecnica? Perché volevo intervenire sugli emendamenti dicendo che non sono passati in Commissione, non c'è stato modo di discuterli. Volevo capire se era...

PRESIDENTE

Come non son passati in Commissione?

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Questi stati presentati non in Commissione Seconda, dalla Giunta direttamente in Consiglio...

PRESIDENTE

Scusatemi, questi emendamenti son quelli depositati al punto emendamenti.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

In Aula, certo, non in Commissione Seconda referente per questo ordinamentale.

PRESIDENTE

No, scusatemi adesso... io guardo il fascicolo che ho. Questo fascicolo viene prodotto dopo la chiusura del punto emendamenti il lunedì a mezzogiorno.
Penso che l'Ufficio di Presidenza della Commissione li abbia visti, cioè io questo ho inteso, collega.
Il Regolamento prevede questi passaggi non in Commissione lavori, ma sono emendamenti depositati al punto emendamenti che hanno avuto il vaglio dell'Ufficio Presidenza della Commissione. La pausa tecnica serviva a chiarire alcuni appunto passaggi tecnici che, con il coordinamento a fine lavori, non creano difficoltà o problemi.
Emendamento n. A0013 presentato dalla Giunta, aggiuntivo, che prevede:
"Art. Modifica dell'articolo 15, comma 1, della Legge Regionale n. 11/2009 "Disposizioni in materia di attività di trasporto di viaggiatori effettuato mediante noleggio di autobus con conducente e modifica dell'articolo 4 della l.r. 30 ottobre 1998, n. 25 "Disciplina ed organizzazione del trasporto pubblico locale".
1. Alla fine del comma 1 dell'art. 5 "Attività di vigilanza" della L.R. n. 11/2009 , sono inserite le seguenti parole:
"La verifica in ordine alla permanenza dei requisiti e condizioni previsti dalla presente legge è effettuata con cadenza annuale.".".
Discussione aperta sull'emendamento n. A0013. Non vedo interventi.
Metto in votazione col parere favorevole del relatore l'emendamento n. A0013.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0016 presentato dalla Giunta, aggiuntivo, che prevede:
"Art. Modifica dell'articolo Art.6, comma 1, lettera b) della L.R. n. 11/2009 "Disposizioni in materia di attività di trasporto viaggiatori effettuato mediante noleggio di autobus con conducente e modifica dell'articolo 4 della l.r. 30 ottobre 1998, n. 25 "Disciplina ed organizzazione del trasporto pubblico locale"
1. All'art. 6 "Requisiti per il rilascio dell'autorizzazione" della Legge Regionale n. 11 del 03.04.2009, la lettera b) del comma 1, è sostituita dalla seguente:
"b) alla disponibilità, a qualsiasi titolo, di un piazzale o deposito o rimessa per lo stazionamento degli autobus, nel territorio della Regione del Veneto, idoneo all'uso sotto il profilo edilizio ed urbanistico ed avente una superficie ed avente una superficie adeguata al parco mezzi posseduto in relazione ai servizi di cui alla presente legge; le imprese non aventi sede legale nel territorio della Regione del Veneto dovranno costituire una unità locale, ai sensi del D.M. 11 maggio 2001, n. 359.".".
Non vedo interventi, quindi metto in votazione l'emendamento n. A0016, parere favorevole del... Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Riprendo la discussione di prima, cioè questo è un PdL che abbiamo ampiamente osservato e guardato durante la Commissione Seconda. In questa serie di emendamenti sul tema trasporti, alcuni dei quali sono complessi, li abbiamo visti velocemente dentro un Ufficio di Presidenza la settimana scorsa e in particolare in questo io rilevo delle questioni problematiche e avrei voluto portarlo in Commissione, ma lo porto qui. Cioè mi sto chiedendo come e perché noi riteniamo che avere una sede operativa a un piazzale, uno spazio all'interno della Regione sia uno dei criteri che selezioniamo, come dice questo emendamento, per supportare o meno un'azienda che fa appunto trasporto atipico. A me sembra che questo vada contro non solo delle norme nazionali, ma anche europee di libera concorrenza ed altro. Quindi, davvero in Commissione avrei potuto probabilmente comprendere di più e fare anche eventuali osservazioni, emendamenti, come mi è solito fare.
Ritengo che anche come metodo avere tutta questa serie di emendamenti, tutti relativi ai servizi atipici, tutti molto tecnici, discussi in velocità in una Commissione tra l'altro con il tecnico alla finestra, risulta essere per me molto complesso e anche metodologicamente diverso insomma, da finora, come abbiamo affrontato queste questioni.
Questo intervengo per dire che è un emendamento io credo problematico. Anche la scheda SIN all'epoca aveva rilevato delle problematicità. Vedo che non c'è nemmeno discussione in Aula. Ecco, io ho serie perplessità su questo specifico emendamento.

PRESIDENTE

Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Riprendo le considerazioni della consigliera Ostanel per coinvolgere nella discussione anche chi poi a quest'Aula dovrebbe offrire il supporto nella legittimità degli atti che assumiamo.
Io credo che il problema che la Giunta giustamente vuole affrontare con questa serie di emendamenti è un problema serio ed oggettivo, in particolar modo in una fase storica in cui il trasporto pubblico atipico è diventato strategico nella capacità che abbiamo di offrire ai cittadini trasporti sicuri. Quindi, come al solito, ci troviamo di fronte alla necessità di affrontare un'emergenza, alla necessità di risolvere un problema che è rappresentato sostanzialmente dal fatto che, in questa fase storica, dovendo offrire ai cittadini una quantità superiore all'ordinario di servizi di trasporto atipico, dobbiamo anche essere messi nelle condizioni che le imprese che si aggiudicano il bando siano affidabili nella continuità del servizio, nella qualità del servizio, anche nella capacità di costruire un rapporto istituzionalmente corretto.
Quindi diciamo dal punto di vista delle motivazioni e delle valutazioni che ci portano a valutare questi emendamenti c'è il pieno appoggio e anche la condivisione della volontà di voler risolvere il problema. Purtroppo le cronache sono piene di casi in cui questi bandi di gara vedono assegnate le concessioni a soggetti non pienamente affidabili.
La perplessità sta nello strumento, però, che si sceglie per risolvere questo problema e cioè se sia realmente coerente con le norme nazionali ed europee sul libero mercato, sulla libera concorrenza, la possibilità di mettere per legge un limite così stringente rispetto alla possibilità di accedere a bandi pubblici. Non abbiamo votato contro ai precedenti emendamenti e non lo faremo neanche a questo, però credo che questo Consiglio regionale, che è prima di tutto un organo legislativo, debba porsi il tema non soltanto di risolvere i problemi, ma di farlo anche dal punto di vista istituzionale e costituzionale in maniera corretta.
Quindi, condividendo le motivazioni, volendo risolvere il problema, ma avendo sollevato questo tipo di perplessità rispetto allo strumento, ovviamente, come il correlatore ha già indicato, ci asterremo, ma ci sentiremmo sollevati, se avessimo, dal punto di vista dell'Assessore, rassicurazione rispetto all'iter scelto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Guardate, io mi permetto di sostenere insomma, poi, quello che è stato già precedentemente illustrato dalle Consigliere che mi hanno preceduta.
Il vero tema è appunto è: da che parte sta la Giunta regionale? Quindi se in maggioranza o in minoranza. Perché presentare emendamenti di questa portata, vanificando poi quello che era il percorso di discussione all'interno della Commissione, avvenuto con un certo livello di approfondimento, eccetera, probabilmente fa pensare che non c'era il desiderio di far approvare a questo Consiglio in maniera consapevole e preparata proposte che sono anche di tipo sostanziale. Non sono semplicemente correzioni in corsa.
Quindi, da questo punto di vista, io invito a una riflessione anche alla maggioranza rispetto a questo metodo di lavoro e parallelamente ritengo anche che in questo caso, di fronte alle osservazioni che anche in Ufficio di Presidenza avevamo cercato di portare per la discussione di questi due emendamenti, il n. A0014 e il n. A0016 in particolar modo, quindi non soltanto quello, ma anche quello precedente, la discussione che avevamo cercato di portare era proprio in questi termini, per rendere note le perplessità rispetto ai due testi presentati e rispetto della competenza della Regione del Veneto rispetto a queste e alle direttive, anche appunto rispetto proprio al nostro ruolo di tipo anche costituzionale nel rispetto del Testo Unico della funzione pubblica... chiedo scusa, ho un momento di vuoto, chiedo scusa.
Ma il principio è: avevamo cercato di portare queste preoccupazioni all'interno dell'Ufficio di Presidenza, l'Ufficio di Presidenza è andato avanti tout-court senza prendere in considerazione le osservazioni portate e questo ritengo che sia doppiamente grave. Se da una parte la Giunta vuole farla da padrone, presentando emendamenti all'ultimo minuto facendo una sorta di blitz in Consiglio regionale, dall'altra parte il Consiglio regionale può avere anche l'autonomia di andarli a valutare e richiedere una valutazione oggettiva di queste iniziative all'interno della Commissione dedicata? Io credo che ce l'abbia e in questo senso probabilmente non ci sarebbe dovuta essere tutta questa fretta nell'approvare qualcosa che ha delle criticità e dei punti interrogativi in merito proprio al rispetto delle funzioni costituzionali assegnate alla Regione del Veneto.

PRESIDENTE

Assessore De Berti, prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
A me dispiace che si parli di blitz in Consiglio regionale perché il senso non era assolutamente di fare alcuna forzatura. Sono da mesi che con le aziende di trasporto e le loro associazioni di categoria stiamo lavorando ad un protocollo di qualità per l'erogazione dei servizi, sia trasporto pubblico di linea ma anche trasporto non di linea e anche gli atipici, per cercare di migliorare quella qualità del servizio nell'erogazione del servizio di trasporto che è bene dare una indicazione chiara. Anche perché ci siamo trovati a volte aziende che hanno avuto l'aggiudicazione di servizi di trasporto che sostanzialmente come deposito dei mezzi utilizzavano i parcheggi dei supermercati.
Le associazioni di categoria hanno chiesto la modifica della legge per rafforzare quel protocollo di qualità del servizio che stiamo definendo quindi non vi è stata nessuna volontà e da parte mia vi è un rispetto dei lavori della Commissione molto alto, anche perché solitamente la Commissione è sempre un filtro utile per poter migliorare quelle proposte che vengono fatte, che partono dalla Giunta.
In questo caso c'è stata una pressione notevole da parte delle associazioni di categoria perché la problematica si sta facendo davvero pesante, soprattutto con tutti i servizi aggiuntivi che, con la ripartenza della scuola, si stanno affidando di settimana in settimana.

PRESIDENTE

Bene. L'Assessore ha chiarito le perplessità che c'erano.
Siamo sull'emendamento n. A0016, che metto in votazione con parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0019 presentato dalla consigliera Rizzotto, aggiuntivo, che prevede:
È inserito il seguente articolo:
"Art. ... - Modifica dell'articolo 2 della legge regionale 21 novembre 2008, n. 21 "Disciplina degli impianti a fune adibiti a servizio pubblico di trasporto, delle piste e dei sistemi di innevamento programmato e della sicurezza nella pratica degli sport sulla neve".
1. Al comma 1 dell'articolo 2 della legge regionale 21 novembre 2008, n. 21 , dopo la lettera h), è aggiunta la seguente:
"h bis) la definizione dei criteri per l'individuazione delle infrastrutture complementari ed accessorie agli impianti, alle piste ed ai sistemi di innevamento programmato di cui all'articolo 1, comma 1, lettera d).".".
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0019, parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Bene, passiamo all'articolo 11.
Iniziano gli emendamenti sull'articolo 11.
Emendamento n. A0002 presentato dal consigliere Zanoni, articolo 11, soppressivo, che prevede:
"L'articolo 11 è soppresso".
Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Buongiorno a tutti i colleghi.
Questo è un emendamento soppressivo dell'intero articolo di legge, l'articolo 11. È un articolo che va a modificare una norma del 1988 che prevede la possibilità di scavare nei fiumi e non solo. In particolare prevede di scavare ghiaia e sabbia come dice la modifica dell'articolo 2 di questa legge.
Attualmente la legge che si va a modificare, la legge n. 41 del 1988, prevede che per scavare nei fiumi il Genio civile faccia dei piani: questo per avere una visione complessiva di cosa si va a fare in un fiume, territorio del Demanio, e quindi per agire di conseguenza con criterio.
Ci sono casi paradossali in Veneto dove da anni si utilizzano le deroghe senza mai aver fatto un piano: mi riferisco al fiume Piave, dove, a forza di deroghe su deroghe, si è arrivati a scavare la bellezza di 2 milioni di metri cubi di ghiaia e sempre nel Medio Piave, sempre in quei pochi Comuni: Spresiano, Maserada, Cimadolmo. A forza di scavare e scavare si sono portati via milioni di metri cubi di ghiaia tant'è vero che ci sono state delle indiscutibili problematiche relative al fiume che, così modificato da queste escavazioni, ha addirittura eroso in più terreni portando via nuovi terreni che erano coltivati.
Questo emendamento serve a eliminare questo articolo che va addirittura ad aumentare la possibilità di deroghe in barba ai piani che in realtà non sono mai stati fatti per il caso del Piave e quindi, invece di consentire deroghe da 20.000 metri cubi, si consente addirittura una deroga che arriva a 80.000 metri cubi di ghiaia: è veramente un quantitativo molto importante. Questo cosa vuol dire? Che si scava in deroga, non è l'autorità pubblica che decide dove andare a scavare sul fiume Piave, ma è il privato. Ma noi dobbiamo gestire i nostri fiumi e le escavazioni nei fiumi in base a interessi pubblici, in base a interessi legati al miglior scorrimento delle acque, al dissesto idrogeologico per la tutela e la sicurezza dei cittadini o dobbiamo far scavare in base all'interesse economico del singolo? Noi siamo qui a legiferare per i cittadini o per il singolo cavatore? Sarebbe importante scavare sì il Piave ma ad esempio nel Basso Piave, dove negli anni l'accumulo di limi e fanghi, ad esempio zona San Donà, dove hanno avuto gravissimi problemi col Piave, il fondo del letto del fiume si è alzato e di conseguenza anche la sezione di portata di questo fiume.
Ma lì non vanno a scavare perché non hanno interessi economici. Ecco perché è sbagliato questo articolo. È gravemente sbagliato perché bisognava eliminare la deroga, non aumentarla di quattro volte.
Dopodiché c'è anche un'altra domanda che dobbiamo farci. Siccome la legge attuale prevede anche un determinato canone dovuto all'estrazione di questa ghiaia, attualmente viene detto che si applica un aumento del 5% del canone per i volumi eccedenti ai 10.000 metri cubi. Ma allora mi chiedo e ci chiediamo: con questo meccanismo che si va a inserire, paghiamo in base agli 80.000 di riferimento questo aumento di canone su 70.000 o su 40.000 metri cubi di ghiaia?
Poi volevo anche ricordare, cari colleghi, che 20.000 metri cubi di ghiaia, con la ghiaia che costa anche 20 euro al metro cubo, significano 400.000 euro. Quindi non è che andiamo ad approvare qualche cosa che non ha dei risvolti economici. Poi mi sto chiedendo: questo è un emendamento del collega Bet. Da dove nasce questo emendamento? Chi è che ha fatto sta richiesta? Quali sono le esigenze: i cittadini del Veneto, i Comuni di Maserada, non so, di Cimadolmo, di Spresiano? Chi è che ha questa necessità di aumentare le escavazioni in deroga dei nostri fiumi? È una bella domanda, avremmo voluto sentire delle risposte che non sono ancora mai arrivate e quindi, colleghi, questo è un emendamento che serve a togliere l'aumento di 4 volte della deroga.

PRESIDENTE

Grazie.
Collega Bet, prego.

Roberto BET (Zaia Presidente)

Grazie e buongiorno a tutti.
Cercherò di dare delle risposte al collega Zanoni e mi scuso con gli altri colleghi se mi rivolgo solo a lui, ma tenterò la missione impossibile di convincerlo a ritirare l'emendamento soppressivo e cercherò di spiegarvi la bontà di quell'emendamento che è stato introdotto.
Faccio un ragionamento molto semplice, collega Zanoni. C'è un problema idrogeologico in Veneto di sicurezza idraulica, giusto? Ci sono una serie di interventi che riguardano non solo il Piave, ma vari fiumi del Veneto, in particolare il Piave. Ci sono delle casse di espansione in discussione in questo momento, c'è una evidente necessità di estrarre materiali litoidi che sono defluito con le varie piene che si sono succedute negli ultimi vent'anni, perché nel Piave non è mai stato fatto dal 1979 a oggi nessun piano complessivo di intervento e di pulizia del Piave, ma sono stati fatti da allora, da quando c'è stata la legge 1979, poi 1988, tutti interventi micro, i 20.000 cubi di cui lei giustamente ha citato, che non hanno una visione coordinata.
Di fronte a questo problema, una soluzione banale che mi sembrava talmente banale e sciocca che non doveva neanche avere tutto questo spazio e tutta questa discussione è: nel momento in cui andiamo a fare degli interventi comunque di 20.000 cubi, che non vanno a fare un'operazione complessiva sull'intera area, ma diamo comunque un intervento di 80.000 che è un coordinamento all'interno dell'estrazione dei materiali litoidi, della ghiaia e della sabbia che comunque deve essere estratta... ce lo insegnano i veneziani che la chiamavano "levar le ghiaie dal Piave", procedura e attività che è sempre stata fatta proprio per garantire la sicurezza idraulica dell'asse del Piave nel caso del Piave. Abbiamo delle imprese che svolgono questi lavori, abbiamo un Genio civile e delle strutture pubbliche che individuano l'area dove fare questo tipo di pulizia e attività di interesse pubblico. Qui stiamo parlando solo di interesse pubblico. Ricordo che nella vicina Regione del Friuli in alcune zone non c'è nessun imprenditore che si occupa di questa attività e la Regione è costretta a pagare, ad appaltare nella Valcellina piuttosto che in altre zone per estrarre materiali e garantire la sicurezza idraulica.
Qui stiamo facendo semplicemente un aggiustamento di un intervento che deve essere più coordinato rispetto a singoli interventi più puntuali che hanno appunto il limite di non avere una visione complessiva.
Iniziamo un percorso, caro collega. Peccato che lei non abbia colto questo aspetto e ritenga che dietro a questo emendamento ci siano chissà quali strumentalizzazioni o chissà quali interessi. C'è semplicemente l'interesse pubblico e lo dico a lei che conosce bene quell'area e che sa esattamente che il fiume ha un letto che si sviluppa anche per chilometri dove il percorso dell'acqua a volte arriva veramente ai confini con gli argini ed è necessario ripristinare i percorsi naturali più centrali in maniera tale che diventi, nel caso di piene o delle morbide (che sono delle piccole piene), una cassa di espansione naturale all'interno del letto del Piave.
Io mi appello alla sua intelligenza e al suo buonsenso. Mi creda: stiamo facendo il bene dei veneti e l'interesse dei Comuni e dei cittadini di quell'area, non stiamo facendo gli interessi di nessun altro. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Formaggio, prego.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Mi sente, Presidente?

PRESIDENTE

Molto bene.

Joe FORMAGGIO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Bene. Il collega Zanoni mi aveva quasi convinto a dargli una mano su questo emendamento, però, quando mi dice: "Facciamo gli interessi dei cittadini o facciamo gli interessi dei cavatori?" io gradirei che una volta per tutte si smettesse in quest'Aula di considerare cittadini di serie A tutti quelli che hanno una determinata bandiera o che lavorano nel settore pubblico o che fanno lavori di maglia e centrini a casa e si considerino cittadini una volta per tutte anche i cavatori, gli industriali, gli acciaieri, tutti coloro che magari sfortunatamente hanno una fabbrica con un comignolo che però portano avanti il Veneto, perché se dobbiamo sempre considerare cittadini di serie A coloro i quali fanno parte del CAI e vanno alla domenica su per i monti a piedi e invece chi magari la domenica continua, perché deve mandare avanti la bottega, che dà da mangiare a parecchi cittadini di serie A come intende Zanoni, se dobbiamo sempre considerare cittadini di serie B chi ha partita IVA ed è lì che non sa come far quadrare i conti e mandare avanti la bottega, io non ci sto.
Zanoni anche stavolta, visto che tratta sempre cavatori e industriali come cittadini di serie B, ha perso l'occasione di avere il mio voto favorevole, quindi invito tutta l'Aula ad andare contro a questo emendamento. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Zanoni, lei ha già parlato. Sull'emendamento non c'è dichiarazione di voto, la dichiarazione di voto c'è solamente sull'articolo. Sull'emendamento c'è l'intervento unico e non può essere replicato, quindi non posso darle la parola.
C'era... come? Lo farà dopo.
Bene. Non vedo altri interventi, quindi metto in votazione.... Collega Guarda, l'ho vista adesso. Se prenota per tempo lo vedo, sennò... prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Mentre stava parlando mi ero prenotata.
Guardate, di fronte alle spiegazioni che sono state portate dal consigliere Bet a me viene da pensare una cosa: abbiamo affrontato delle discussioni non di poco conto nella scorsa legislatura riguardo proprio al sistema cave e alla gestione, appunto, anche di questi movimenti, di questi spostamenti di ghiaia. Da questo punto di vista a me sarebbe piaciuto che un'iniziativa di questo tipo fosse accompagnata da un'analisi anche di tipo tecnico per capire se diamo numeri a caso oppure se sono numeri che sono supportati da questo punto di vista. È per questo motivo che ritengo che particolarmente questi aspetti, di cui appunto non abbiamo discusso precedentemente, di cui non c'è stato approfondimento, cioè legiferare da questo punto di vista in questo modo secondo me non rispetta neanche l'autorevolezza con cui anche voi desiderate porvi all'interno di quest'Aula. Questo a me ha stupito moltissimo e ritengo appunto che anche il dubbio a partire dalla modalità di presentazione, il dubbio del fatto che questo in realtà possa essere connesso all'utilità di andare a scavare proprio in quei luoghi dove c'è ghiaia e dove magari non c'è fango in altri, il dubbio può nascere, per cui non è che ci si debba stupire, com'è successo anche nella discussione della scorsa settimana, del fatto che ci siano persone preoccupate rispetto alle intenzioni di questa tipologia di emendamenti.
Io ritengo che da questo punto di vista sarebbe stato opportuno discuterlo adeguatamente, non inserirlo all'interno dell'ordinamentale così all'interno della diretta discussione in Consiglio regionale. Evidentemente, dal mio punto di vista, questo sta non tanto nel fatto di una prova di forza e del fatto che comunque i numeri ce li avete per approvarli e questa è una realtà, punto e basta, ma il principio della modalità di approccio con cui si vuole tecnicamente affrontare questo tipo di problemi: se sono problemi di natura tecnica, li si affronta tecnicamente con dati e strumenti sufficienti per i Consiglieri, non soltanto per lei, ma per tutti i Consiglieri di comprendere fino in fondo la situazione. Sennò per me potevano essere se 70.000 o 90.000. Grazie.

PRESIDENTE

Collega Rizzotto, prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Questo articolo l'abbiamo discusso in maniera approfondita in Commissione a onor del vero, con una discussione anche accesa come nei confronti che a volte succedono su certe materie.
Ricordo che qua parliamo comunque di asporto di sabbia e ghiaia, non solo di ghiaia e qui siamo all'interno degli interventi di pulizia idraulica per le estrazioni di materiale litoide negli alvei e nelle zone golenali dei corsi d'acqua e nelle spiagge e fondali lacuali di competenza regionale per migliorare la situazione di queste aree. Quindi questa è anche una verifica e un'analisi che fanno gli uffici in questa procedura, non è che uno arriva: "Senti, qua c'è la ghiaia buona, vengo qua, porto via 20.000 metri cubi, mi conviene portarla via da qua, la tiro via dove voglio, tra l'altro, dove mi è più comodo, più vicino all'argine, anziché andare in una zona centrale". Non funziona così. L'ho già detto la volta scorsa e lo ribadisco ancora: non cambia molto rispetto alla sostanza dei fatti, perché già attualmente possono fare la richiesta di singoli interventi da 20.000 metri cubi ciascuno.
Qui invece si dice: "Chiede un'autorizzazione fino a un massimo di 80.000 - in modo che ci consente di avere un quadro più ampio - per singoli interventi che restano di 20.000 metri cubi". Quindi è anche piuttosto contenuto.
Certo, probabilmente anche questa legge, posso condividere, necessita di un aggiornamento più corposo. Questo è un adeguamento, è una manutenzione tutto sommato veramente contenuta e minima, che riteniamo possa starci benissimo nell'ordinamentale, magari in attesa anche di fare una revisione un po' più ampia anche di questa legge che riguarda le escavazioni sui corsi d'acqua. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Quindi siamo sull'emendamento del collega Zanoni, soppressivo dell'articolo 11.
Metto in votazione l'emendamento n. A0002, parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Adesso c'è l'emendamento n. A0025, che ha bisogno del parere della Commissione.
Sospendo per cinque minuti. Riprendiamo alle 15.45.
La Seduta è sospesa alle ore 15.38
Assume la Presidenza
la Vicepresidente Francesca ZOTTIS
La Seduta riprende alle ore 15.48

PRESIDENTE

Relatore e correlatore presenti. Riprendiamo dall'emendamento. Non so se... sì, c'è un ritorno. Non so se qualcuno ha un microfono acceso. Adesso, no, non va meglio. Se qualcuno lassù... perché c'è l'eco. Se qualcuno può capire cosa sta succedendo, perché c'è un eco di ritorno fastidioso.
Hanno chiesto comunque di intervenire. Intanto ha chiesto di intervenire il collega Zanoni, a cui do la parola.
Un attimo, adesso metto in ordine, non preoccuparti. Se potete sedervi, riprendiamo i lavori, per favore, grazie. Se qualcuno vuole parlare, può accomodarsi fuori. Intanto lascio la parola al collega Zanoni, che deve intervenire sull'emendamento.
Emendamento n. A0025 presentato dal consigliere Zanoni, articolo 11, modificativo, che prevede:
"Dopo il comma 1 dell'articolo 11 è inserito il seguente comma.
"1bis. Dopo il comma 2 dell'articolo 2 della legge regionale 9 agosto 1988, n. 41 , è aggiunto il seguente comma:
2bis. I progetti di cui al comma 2 saranno sottoposti a parere preventivo e vincolante dell'Autorità di bacino distrettuale per il territorio e, qualora attuato, del comitato istituzionale del contratto di fiume.".".
Collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che serve a rendere più controllato questo deleterio meccanismo che è appena stato votato da quest'Aula. Io credo, collega, Bet, che neanche i suoi colleghi abbiano veramente capito quello che intendeva dire prima. Naturalmente votano per ordini di scuderia. Ma mi pare evidente che qui ci sia necessità con una deroga da 80.000 metri cubi... ricordo che con la votazione di prima abbiamo certificato che si va avanti a deroghe sull'escavazione dei nostri fiumi, ma non più con deroghe da 20.000 metri cubi, ma da 80.000 metri cubi. Ricordo che 80.000 metri cubi con valore di 20 euro a metro cubo sono 1.600.000 euro di ghiaia se si tratta di ghiaia.
Ma al di là di questo, volevo ricordare che stiamo votando una norma che non prevede nessun coordinamento, altro che interventi coordinati. Gli interventi coordinati c'erano se la norma dell'88 veniva rispettata, venivano fatti i piani di estrazione predisposti dagli uffici regionali del Genio civile. Qui invece andiamo in deroga perché l'emendamento passato prima comincia con "In assenza di piani estrattivi. Quindi qui, ripeto, siamo in una situazione dove sono i privati a decidere dove scavare.
Lei ha detto: "Interventi coordinati". Il fiume Piave è lungo 220 chilometri: si scava da sempre - questo è un esempio eclatante - su 11 chilometri, in 3 o 4 Comuni. Vi sembra questo un coordinamento? Vi sembrano questi interventi coordinati? Poi ha citato la Direzione, addirittura ha citato i veneziani che ci insegnano. I veneziani avevano il senso del bene comune, i veneziani della Repubblica Serenissima, ma adesso mi pare che questo buonsenso non ci sia perché qui si è andati a quadruplicare in deroga alla legge senza piani. Questa legge, se doveva essere modificata, doveva essere cancellata la norma delle deroghe e doveva essere vincolante quella previsione dell'articolo 1 di questa legge: "Piani di estrazione predisposti dagli uffici regionali al Genio civile", non deroghe su deroghe.
Quindi si tenta con questo articolo di controllare di più questa attività in deroga. Sicuramente qualcuno starà già stappando qualche bottiglia perché insomma, prima bisognava fare progetti da 20.000, 400.000 euro di ghiaia, adesso insomma, con 80.000, 1.600.000 euro di ghiaia a un prezzo di 20 euro a metro cubo, insomma, dai.
Poi nessuno ha risposto alla domanda se quel 5% di canone in più che è dovuto per l'estrazione superiore ai 10.000 metri cubi si applica ai 70.000 metri cubi o ai 40.000 metri cubi.
Quindi, chi lo sa? Magari c'è anche questa cosa positiva per la quale qualcuno può festeggiare.
Sicuramente i cittadini rivieraschi del fiume Piave e degli altri fiumi, a mio avviso, non hanno nulla da festeggiare o da stappare bottiglie, qualcun altro sì e naturalmente l'ho anche spiegato, ho detto anche i numeri, ho detto anche le cifre.
Questo emendamento propone, visto che ci sono queste deroghe alla norma e i piani non sono fatti, ciò smonta tutta le sue tesi, consigliere Bet, di chiedere il parere di determinate autorità su una deroga. Il piano non c'è, decide il privato dove ha convenienza a scavare. Almeno che ci siano delle autorità che dicano se va bene o non va bene e quindi su questo articolo, ma lo annuncio ai colleghi di maggioranza in modo che sappiano di votare contro, e l'Ufficio di Presidenza ha già detto che non va bene. Che cosa prevede questo emendamento? Prevede di chiedere un parere preventivo e vincolante all'Autorità di Bacino Distrettuale competente per territorio. Insomma, se è lì questa autorità conosce il fiume nella sua interezza, non nei suoi tre Comuni dove hanno gli interessi i cavatori. Chiedere il parere dei Comuni interessati per territorio: qualcuno ha mai chiesto niente al Comune di Maserada, Spresiano, Cimadolmo, ad esempio, per il Piave? E, qualora attuato, del Comitato istituzionale del contratto di fiume.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie, collega Zanoni.
Ha chiesto la parola la relatrice Silvia Rizzotto, prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Intanto io ritengo che i colleghi capiscano perfettamente quello che abbiamo detto, che ha detto il collega Bet e che ha detto la sottoscritta, quindi trovo un po' offensivo. Lei li sottovaluta Zanoni un pochino. L'ha detto anche lei che ci sono comunque dei piani regionali di estrazione e comunque sarà il Genio civile che andrà a individuare specificatamente dove avviene l'estrazione.
Per quanto riguarda e attiene a questo emendamento che lei ha proposto, il parere è negativo per il semplice motivo che il Contratto di fiume non ha nessun titolo e competenza per esprimere un parere vincolante e anche l'Autorità di Distretto è un Ente di pianificazione e programmazione che dipende dal Ministero. Quindi non si esprime su questo tipo di interventi. Viene coinvolta dal Ministero per gli interventi che ci finanzia in Regione del Veneto, quindi è una partita che in mano i tecnici, non per questo tipo di interventi.
Per questo la motivazione del parere contrario perché lei vorrebbe introdurre un parere preventivo e vincolante, non esistono i pareri vincolanti di questo tipo, da parte dei due Enti che non hanno competenza su questo. Grazie.

PRESIDENTE

Bene.
Ha chiesto la parola il collega Bet, prego.

Roberto BET (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Tento per l'ultima volta, spero di riuscirci. Caro collega, abbiamo detto che il Piave ha bisogno di interventi di manutenzione, giusto? Sono necessari i piani estrattivi, giusto? Sono d'accordissimo con lei, ma è dal 1988 che non vengono fatti e qui stiamo parlando dell'ordinamentale, cioè di una legge, di un provvedimento di legge complessivo che va ad aggiustare varie leggi all'interno del nostro ordinamento giuridico regionale. Aggiustare vuol dire dare la possibilità di introdurre un criterio in questo momento ai Geni civili, che devono autorizzare questi interventi, non i privati, i Geni civili autorizzano questi interventi e sono soggetti alla disciplina delle procedure di VIA, individuano anziché degli interventi puntuali, degli interventi che hanno una dimensione un po' più ampia in maniera tale proprio da andare a togliere quei materiali dove servono, dove, dal punto di vista della sicurezza idraulica, serve intervenire. Tutto qui.
Credo che non si stia facendo niente di straordinario, anzi, si dà un senso, una regola e una logica agli interventi che vengono fatti non solo sul Piave, ma anche sugli altri fiumi del nostro Veneto che hanno bisogno di pulizia, che hanno bisogno di estrazione di sabbia, di ghiaia e di fanghi che sono presenti nei corsi d'acqua. Abbiamo un paio di settimane fa ha fatto la visita alla Litoranea, che è il percorso dove vorremmo proporre il turismo fluviale e le barche non possono passare perché il letto del fiume è pieno di materiale da asportare.
Ecco, io credo che ci sia veramente una logica di sicurezza idraulica, di promozione del nostro territorio e di promozione del nostro Veneto che merita questo tipo di intervento legislativo che va nell'esclusivo interesse dei veneti.
Mi dispiace che lei si accalori così tanto e debba dimostrare forse al suo elettorato o a una piccola parte del suo elettorato la battaglia che sta facendo. Mi creda, non sta facendo una battaglia nell'interesse dei veneti, sta facendo una battaglia nell'interesse di una piccola parte del suo elettorato che non rappresenta nessuno e anzi, se dovessimo ascoltare proprio quella piccola parte del suo elettorato, noi vivremmo veramente in una situazione idraulica e dal punto di vista della sicurezza idrogeologica del Veneto in situazioni veramente di rischio altissimo.
Per fortuna che ci sono amministratori seri in questa Regione e tra gli amministratori locali e tra gli amministratori regionali. Grazie.

PRESIDENTE

Bene.
Io non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0025 del correlatore, parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Metto in votazione l'articolo 11... Scusatemi, siamo sull'articolo 11, siamo in discussione generale.
Ha chiesto la parola il collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Volevo chiarire. Non volevo assolutamente essere offensivo, ma nessuno ha percepito questa volontà comunque, nel dire che probabilmente nemmeno i colleghi di maggioranza hanno capito che cosa voleva dire prima Bet in difesa di questo suo emendamento, che è diventato un articolo di legge. Semplicemente per questo: dicevo questo perché lei nel suo intervento ha detto delle cose giuste, ha detto che serve una pianificazione, ha detto che nella Repubblica Serenissima i veneziani in maniera oculata intervenivano per pulire i fiumi, ha detto che serve pulire i fiumi. Ha detto tutte cose giuste. Il problema è che l'emendamento e l'articolo che siamo andati a votare adesso prevede delle norme palesemente in contrasto proprio con i principi che lei aveva enunciato: quindi per ottenere il voto favorevole dice come stanno le cose, ma in realtà le cose non stanno così e la prova, collega Bet, viene proprio dal fatto che la legge che si va a modificare si va a modificare aumentando in termini di cubatura le deroghe. Passiamo a deroghe che erano da 20.000 metri cubi fino adesso a 80.000 metri cubi senza applicare quello che è l'articolo 1, che è il più importante della legge 41 dell'88.
L'articolo 1 dice che i piani di estrazioni devono essere predisposti dagli uffici regionali del Genio civile, quindi servono dei piani di estrazione e trasporto.
Se viene fatta una legge che prevede che ci siano dei piani e ci siano delle deroghe e ci accorgiamo - lo ha ammesso lei nell'ultimo intervento che non è mai stato fatto un piano - ci accorgiamo che il piano non è stato fatto, come legislatori in un progetto di legge ordinamentale come questo, il nostro compito sarebbe quello di creare ordine e far sì che queste norme vengano applicate non disapplicate. Quindi, casomai, la deroga doveva essere eliminata e magari doveva essere fatto un qualche cosa da parte della Giunta, tipo qualche intervento presso i Geni civili, andando a bussare alla loro porta dicendo: "Ma perché non fate mai i piani?" Perché non vengono fatti i piani di escavazione in modo che per fiumi, porto sempre l'esempio del Piave, che hanno 220 chilometri non capiti, com'è capitato, che si vada a scavare sempre in quegli 11 chilometri? Forse in quegli 11 chilometri ci sono problemi di esondazione del Piave più che in altre zone? No, cari colleghi: in quegli 11 chilometri c'è la roba buona, la roba che costa, la roba che ha un prezzo, ovvero la ghiaia.
Diceva prima il collega che si è andati in sopralluogo e ci si è accorti che le barche in certi posti non passano perché ci sono fanghi, ghiaia, sabbie e quindi bisogna pulire i fiumi. Ma collega, forse parliamo due lingue diverse. Prima ho portato proprio l'esempio di questo benedetto fiume, il fiume Piave. Nel Basso Piave, come è stato detto anche da autorevoli esperti, ci sarebbe bisogno di scavare perché il fondale negli anni, col deposito di limi e fanghi, si è alzato. Capite che c'è qualcosa che non va se in questi anni, ad esempio, nel Piave si è arrivati a 2 milioni di escavazione sempre in quel tratto di 11 chilometri e non si è mai andati a scavare laddove serve abbassare i fondali tipo sul Basso Piave? Ma questa domanda ve la siete fatta oppure no? Ecco perché facevo quell'osservazione, collega.
Quindi trovo sì offensivo e anche scorretto in questo caso il suo intervento quando ha detto che il mio elettorato non rappresenta nessuno: ogni Consigliere qui rappresenta dei cittadini, ci sono delle leggi elettorali, siamo qui perché abbiamo avuto un determinato consenso e noi li rappresentiamo. Forse ha fatto un po' di confusione. In realtà magari le stava scappando la verità nel senso che una norma del genere effettivamente non rappresenta gli interessi dell'elettorato, perché in 11 chilometri su 220 quanti cittadini ci sono?
Poi vede, la prova che effettivamente è una legge fatta per pochi arriva proprio dal fatto che voi non avete voluto approvare il secondo emendamento che prevedeva di chiedere un parere di tutte queste escavazioni anche ai Comuni interessati. Se proprio voi siete i paladini dei vostri cittadini, della cittadinanza del Veneto, dovevate... insomma i Comuni rappresentano i cittadini di quelle zone. Se andiamo a scavare sempre su quegli 11 chilometri, avranno pur diritto quei cittadini di dire qualcosa o deve essere sempre il Genio civile che impone di scavare lì e continuamente lì? La prova deriva dal fatto che finora si sono scavati 2 milioni di metri cubi. Se volevamo fare ordine, dovevamo prevedere in questa legge una norma che chiede ai Geni civili di dire negli anni quanto si è scavato e dove si è scavato. Non hai fatto il piano? Mi devi fare un report.
Mi sembra veramente un arrampicarsi sugli specchi sia i suoi che anche della collega Rizzotto, perché è così chiara questa legge che c'è poco da dire che è per i cittadini, è per l'interesse dei cittadini e che va incontro alle esigenze dei veneti.
Magari sì, va incontro alle esigenze dei veneti, ma di quanti? Tre, quattro, cinque, dieci, quindici, di pochi veneti.
80.000 metri cubi, lo ripeto, a 20 euro a metro cubo - e quella sì che è ghiaia buona, perché è ghiaia anche lavata, non è come certe ghiaie che si trovano in fondo alla falda acquifera – 80.000 metri cubi sono 1.600.000 euro di ghiaia. Sono cifre molto importanti che poi vengono autorizzate in deroga ai piani, cifre importanti di escavazione di un bene demaniale che viene autorizzato in deroga.
Ricordavo martedì scorso che in alcuni luoghi d'Italia se un turista si porta via un bicchiere di sabbia, una stalattite, un bicchiere di sassi e quant'altro, rischia di essere denunciato per furto ai danni dello Stato. Qui abbiamo consentito, in base a norme della Regione Veneto, in deroga, l'estrazione di milioni di metri cubi di ghiaia.
Non contenti, perché effettivamente è sempre stata una norma molto criticata questa, perché non sono mai stati fatti i piani, non contenti avete voluto quadruplicare quella deroga. Ma dove vogliamo arrivare? Io me lo sto chiedendo. Dove andiamo a finire?
Io capisco che voi contate sul consenso che avete avuto, che quindi pensate che l'elettorato degli altri non rappresenti nessuno. È una contraddizione in termini un'affermazione del genere, ma arrivare a questo senso di onnipotenza dove potete fare tutto quello che volete, a mio avviso, prima o dopo ci si ritorce contro, vi si ritorce contro, perché va anche contro a dei principi di una norma chiara, perché la norma è chiara, e prevede che l'estrazione e l'asporto di sabbia e ghiaia nell'alveo e nelle zone golenali dei corsi d'acqua, laddove si appalesi la necessità di attuare interventi per la sicurezza e la buona regimazione delle acque è regolata da piani di estrazione predisposti dagli uffici regionali del Genio civile. Non è mai stato fatto un piano.
Non è mai stato fatto un piano e nemmeno ci è stato dato un riscontro sulla necessità di attuare interventi per la sicurezza e la buona regimazione. Ma scusatemi: su 220 chilometri, c'è bisogno di interventi di sicurezza e buona regimazione delle acque solo in questi 11 chilometri di questi quattro Comuni? Ma chi pensate di prendere in giro? Andiamo a vedere il materiale che c'è dall'inizio alla fine del Piave, andiamo a vedere dove c'è la ghiaia buona. Ci accorgeremo che gli interventi sono stati fatti là non per la sicurezza dei cittadini, ma perché là c'è la ghiaia buona, là c'è un territorio pianeggiante, là c'è un territorio facilmente raggiungibile da delle imprese che da anni hanno sede in quella zona per l'estrazione e la vendita della ghiaia. Diciamo le cose come stanno, non prendiamoci in giro, diciamo le cose come stanno: lo dicono i fatti, è una cosa fattuale.

PRESIDENTE

Collega Bet, prego.

Roberto BET (Zaia Presidente)

Ormai sta diventando un ping-pong tra me e il collega Zanoni. Ci siamo accompagnati per mano nelle premesse e fino a un certo punto del ragionamento. Concludiamo il percorso fino alla fine. Dice il collega che sono necessari i piani estrattivi. Non sono stati fatti, quindi vuol dire che è necessario intervenire per estrarre ghiaia, sabbia, materiali litoidi che si sono accumulati nel tempo lungo i corsi d'acqua e che stanno attualmente creando pericolo dal punto di vista della sicurezza idraulica del nostro territorio. Confermiamo questa premessa? Mi conferma, bene.
Dobbiamo fare i piani estrattivi? Sono d'accordo. Questo è forse un emendamento che stimola le strutture per arrivare a questo tipo di obiettivo. Però, nel frattempo in cui questi piani estrattivi verranno fatti, studiati, programmati e realizzati, abbiamo uno strumento facile per fare degli interventi seri di sicurezza idraulica e anziché fare interventi microscopici, cerchiamo di fare degli interventi che abbiano una visione complessiva, che non riguardano solo l'asse del Piave che lei ha riferito, ma riguardano, nel caso del Piave, tutto l'asse del Piave e nel caso degli altri fiumi, tutto l'asse degli altri fiumi ed è chiaro... e qua la invito veramente a non infilarsi in dichiarazioni pericolose, lo faccio per lei, è vero che i Consiglieri regionali hanno una sorta di tutela e di libertà nell'esprimere politicamente opinioni, però, dire che i Geni civili in questi anni hanno fatto gli interessi solo dei privati e hanno autorizzato solo estrazioni nell'interesse dei privati, credo che non fa onore ai tecnici, ai dirigenti e agli operatori che hanno lavorato fino a oggi perché questa non è la verità. Vede che mi dà ragione un'altra volta?
Io so che lei tutto quello che ha detto fino adesso è talmente intelligente che non lo pensa veramente e sta facendo solo una battaglia strumentale dal punto di vista politico. Io la invito a questo punto... siamo alla votazione finale, può esprimere un voto favorevole e mi appello anche ai colleghi: secondo me votate favorevolmente, lo fate nell'interesse dei cittadini veneti. Grazie.

PRESIDENTE

Bene. Ripeto, siamo sull'articolo 11.
Metto in votazione l'articolo 11.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo sull'articolo 12.
Emendamento n. A0003 presentato dal consigliere Zanoni, articolo 12, aggiuntivo, che prevede:
"L'articolo 12 è soppresso".
Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Articolo 12. Anche questo è un articolo che è stato presentato durante i lavori di Commissione, quindi non era nel progetto di legge iniziale della Giunta regionale. Questo è abbastanza curioso come articolo perché effettivamente è di difficile comprensione. Si tenta di mettere ordine per quanto riguarda le competenze regionali in capo alle autorità regionali per interventi finalizzati alla sicurezza idraulica, ma si rischia contemporaneamente di voler far ordine, ma di escludere eventuali norme, eventuali altre disposizioni.
Sinceramente è difficile da comprendere. Questo non lo dico io perché io, insomma, non sono un esperto di leggi, lo sapete, ma io ho sentito appunto gli esperti, gente che mastica, e effettivamente è difficile capire che cosa vuole dire e fino a che punto si spinge. Dico fino a che punto si spinge perché qui potremmo essere, come è già accaduto recentemente, anche a rischio di superamento del filo rosso che limita le competenze della Regione e sfocia nelle competenze dello Stato, perché voi sapete che, per quanto riguarda la materia ambientale, questa è una materia in capo allo Stato. Ecco perché nemmeno in Commissione ci sono state dette fino in fondo le conseguenze positive e quale sarebbe l'ordine effettivo e gli effetti per quanto riguarda questa norma, pratici: quindi non restava che proporre un emendamento soppressivo.

PRESIDENTE

Grazie.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0003, parere contrario del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Siamo sull'articolo 12.
Prego, Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Penso di aver fatto un intervento chiaro su questo articolo e mi aspettavo che chi l'ha proposto, mi pare sia stato il collega Soranzo, intervenisse per dire qualche cosa a difesa: se io presento in un'Aula legislativa un emendamento e qualcuno mi viene a dire che questa norma che presento è una norma che non è chiara, che non si capisce, addirittura che potrebbe superare quelle che sono le competenze della Regione e andare oltre, minimo intervengo e lo difendo. Mi sembra strano che nessuno difenda questo articolo che tra l'altro, così come è arrivato in Commissione, a parte una limatura leggerissima, non è stato modificato e che anche dal titolo effettivamente lascia molti interrogativi.

PRESIDENTE

Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'articolo 12.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Ci sono degli emendamenti che rappresentano degli articoli aggiuntivi.
Emendamento n. A0001 presentato dai consiglieri Razzolini e Speranzon, aggiuntivo, che prevede:
Dopo l'articolo 12 è inserito il seguente:
"Art. 12 bis – Sospensione temporanea della presentazione delle domande per l'attivazione della procedura per il rilascio del provvedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR) inerente gli impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra, ex art.27-bis, Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, art. 11, Legge Regionale 18 febbraio 2016, n. 4 e Deliberazione di Giunta Regionale n. 568 del 30 aprile 2018.
"1. Nelle more di attuazione dell'articolo 5, della legge 22 aprile 2021, n. 53 "Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2019-2020", considerato il conseguente possibile mutamento della normativa statale relativa all'individuazione delle superfici e delle aree idonee e non idonee per l'installazione di impianti a fonti rinnovabili, con esclusivo riferimento ai soli impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra in ragione del loro impatto sulle aree interessate, è sospesa la presentazione delle domande per l'attivazione della procedura per il rilascio del provvedimento autorizzatorio unico regionale, ex art. 27-bis, Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, art. 11, Legge Regionale 18 febbraio 2016, n. 4 e Deliberazione di Giunta Regionale n. 568 del 30 aprile 2018.
2. La previsione di cui al comma 1, in ogni caso, cessa di produrre i suoi effetti decorsi 18 mesi dalla presentazione della presente legge.".".
Razzolini, prego.

Tommaso RAZZOLINI (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
L'obiettivo di questo emendamento è quello di sospendere la presentazione di domande di impianti fotovoltaici a terra in attesa dell'approvazione normativa statale che indicherà alle Regioni i criteri per l'individuazione delle aree idonee e dove collocare appunto questi impianti. La legge di delegazione europea (legge 22 aprile 2021, n. 53) affida al Governo il compito di emanare decreti legislativi di recepimento della direttiva dell'Unione europea.
Il 6 agosto è stato depositato uno schema di decreto legislativo che richiede il parere del Parlamento. Successivamente all'approvazione dei decreti ministeriali, le Regioni sono obbligate ad adottare una legge per individuare le aree. Questo significa che il quadro normativo potrebbe ancora cambiare, essere appunto soggetto a variazioni. Da qui la necessità di sospendere la presentazione di nuove domande di impianti fotovoltaici, anche perché il fotovoltaico a terra danneggerebbe, almeno per il Veneto, fortemente la possibilità di impiantare beni agricoli sul terreno e potrebbe essere un danno notevole per la nostra Regione anche in termini economici e di patrimonio.
È noto il quadro delineato dalla giurisprudenza costituzionale in materia di sospensione dei procedimenti autorizzativi con riferimento agli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.
È da evidenziare che la moratoria proposta con l'emendamento, come indicato nella relazione accompagnatoria, è dettata dal mutato quadro normativo statale in materia, elemento questo che diversifica questa sospensione da quella oggetto di giudizio costituzionale di cui in sentenza n. 35/2012 e diverse motivazioni della sospensione non sono irrilevanti ai fini dell'esito eventuale ricorso. Infatti, nella citata sentenza n. 85/2012, la Corte afferma che l'articolo 4, comma 1, della legge regionale Veneto n. 7 del 2011, vietando il rilascio di autorizzazioni alla realizzazione e all'esercizio di impianti da fonti rinnovabili di potenza superiore a determinati limiti per un consistente lasso di tempo contrasta con le norme internazionali e comunitarie che incentivano il ricorso a tali fonti di energia e pertanto ne hanno dichiarato la illegittimità costituzionale per violazione dell'articolo 117, primo comma, della Costituzione.
L'emendamento, oltre a come sopra indicato a fondare le sue motivazioni sul mutato quadro normativo statale - vedasi legge di delegazione europea articolo 5, legge n. 53 del 2021 e schema di decreto legislativo - interviene esclusivamente su impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra in ragione del loro impatto sulle aree interessate mirando a tutelare temporaneamente, come si evince dalla relazione, le aree anche e soprattutto agricole. Rappresenta quindi una sorta di limite temporaneo alla costruzione di impianti fotovoltaici a tutela del suolo agricolo.
La tutela delle aree agricole, in ordine alla realizzazione di impianti fotovoltaici, è stata riconosciuta dal Consiglio di Stato (adunanza di Sezione del 28 aprile 2021, parere 119/2021), il quale ha espressamente affermato la non condivisibile ricostruzione del sistema normativo di disciplina della materia, asseritamente improntata ad un insussistente divieto assoluto di porre qualsivoglia limitazione alla realizzazione di impianti fotovoltaici in aree agricole.
Anche le aree agricole non di pregio meritano invece adeguata considerazione anche ai termini dell'articolo 44 della Costituzione ed esprimono valori e interessi pubblici che esigono un'adeguata tutela, essendo senz'altro da escludere una qualsivoglia prevalenza assoluta rispetto ad essi dei valori e degli interessi privati e pubblici allo sviluppo degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.
Pertanto, la moratoria intesa quale limite, si pone come strumento di tutela temporaneo nelle aree anche agricole ai sensi dell'articolo 44 della Costituzione. Inoltre, con riferimento alla preminenza della normativa, la normativa internazionale Protocollo di Kyoto addizionale alla Convenzione del quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici adottato l'11 dicembre 1997 e ratificato alla legge esecutiva con legge 1° giugno 2002, n. 120, e quella comunitaria (direttiva 27 settembre 2001, n. 2001/77 della Comunità europea e direttiva 23 aprile 2009, n. 2009/28 della Comunità europea), da cui ne deriverebbe illegittimità costituzionale ai sensi dell'articolo 117, comma 1 della Costituzione e che secondo la Corte, manifestano un favor per le fonti energetiche rinnovabili al fine di eliminare la dipendenza dai carburanti fossili.
Sempre il Consiglio di Stato si è espresso nel senso che i richiami Antifonte di produzione di diritto unionista e internazionale si limitano, come noto, a indicare degli obiettivi quantitativi di soddisfacimento del bisogno energetico nazionale degli Stati membri in termini di percentuale coperta dalle fonti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, ma non introducono quel vincolo sul modo in cui i medesimi Stati membri debbano perseguire e conseguire in concreto tali obiettivi...

PRESIDENTE

Collega Razzolini...

Tommaso RAZZOLINI (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

...e non esprimono, né potrebbero legittimamente farlo, alcuna preferenza per l'una, piuttosto che per l'altra fonte rinnovabile.

PRESIDENTE

La invito a chiudere.

Tommaso RAZZOLINI (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Okay.
In sintesi, quindi, con l'emendamento, il legislatore regionale, nell'ambito del bilanciamento dei princìpi costituzionali, in ragione dell'attuale particolare contesto socio-economico della Regione del Veneto e del quadro normativo in materia di produzione di energia da fonte rinnovabile darebbe prevalenza al principio espresso nel richiamo all'articolo 44...

PRESIDENTE

Grazie.

Tommaso RAZZOLINI (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Questo per sottolineare l'importanza dell'emendamento sul fotovoltaico a terra. Ma, essendo l'Ufficio Legislativo con parere contrario, mi rimetto comunque alla fiducia nel Legislativo, quindi ritiro l'emendamento. Comunque, era doveroso per noi sottolineare questo.

PRESIDENTE

Okay. Ha fatto bene a ricordare, appunto, il parere del Legislativo vista la delicatezza del tema.
Quindi, l'emendamento è ritirato, collega Razzolini?

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, scusi, sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE

Collega Razzolini? L'emendamento è ritirato. Okay.
Io ho degli interventi richiesti. Villanova.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Scusi, sull'ordine dei lavori prima, Presidente. Posso? In ogni momento si può fare richiesta di ordine dei lavori.

PRESIDENTE

Chieda la parola.
Prego, Villanova.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Ovviamente come Gruppi condividiamo quella che è l'esigenza di intervenire su un tema molto delicato che riguarda da vicino il nostro territorio come quello dei fotovoltaici a terra. È un tema su cui abbiamo lavorato per parecchi mesi e sul quale crediamo ci sia bisogno di un intervento dal punto di vista del Consiglio regionale, un intervento però che deve essere utile ed efficace per quello che riguarda il nostro territorio.
Ovviamente sappiamo che arrivano molte spinte anche dall'esterno in questo Consiglio per intervenire rapidamente...

PRESIDENTE

Collega Villanova, l'emendamento è ritirato, quindi non è che possiamo sull'emendamento fare la discussione.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Mi scusi, io mi sono prenotato sull'emendamento.

PRESIDENTE

Sì, però praticamente non c'è più l'emendamento visto che... No, non mi pareva che fosse questo.
C'è la Camani sull'ordine dei lavori. La Camani mi ha chiesto sull'ordine dei lavori. Ha chiesto la parola e do la parola alla Camani. La Camani me l'ha chiesta...
Siccome la Camani me lo ha detto fuori microfono, io sapevo che lei parlava sull'ordine dei lavori. La Camani mi ha tolto adesso la richiesta, quindi Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sull'ordine dei lavori. Chiedo che l'emendamento sia fatto mio, così evitiamo di ritirarlo, a norma di Regolamento.

PRESIDENTE

L'emendamento è ancora...

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Non ho finito, Presidente. Non ho finito.

PRESIDENTE

È lei che si è seduto e sembrava avesse finito.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

No, no.

PRESIDENTE

Mi permetta, collega Zanoni. Non sono io che prendo e tolgo la parola, è qualcun altro che lo fa. Quindi, o lei sta in piedi e continua a intervenire sennò, scusi...

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Quindi, la richiesta è accolta a norma di Regolamento...

PRESIDENTE

Da Regolamento la richiesta è accolta, ci mancherebbe.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Volevo capire questo.

PRESIDENTE

Non è che posso fermare una cosa che prevede il Regolamento. Lei ha fatto proprio l'emendamento n. A0001 e ritorna a vivere.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Bene, bene. Grazie, Presidente. Se posso vedere i tempi...

PRESIDENTE

No, deve chiedere la parola.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ma l'ho già chiesta. Mi scusi, ancora?

PRESIDENTE

Il collega Zanoni ha la parola. Quindi, passa avanti alle due persone che hanno chiesto la parola. È scortese, ma è così.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Se uno fa proprio l'emendamento appena ritirato, deve, a mio avviso correttamente e nel rispetto di tutti i colleghi e dell'Ufficio di Presidenza, dire perché lo fa.
Questo è un emendamento, come ha ricordato il collega Razzolini, temporaneo. È un emendamento che ha comunque una durata limitata, massima, come prevede il comma 2, di diciotto mesi. Questa è la prima cosa che dobbiamo dire soprattutto quando si parla di legittimità, di contrasto con le leggi nazionali e quant'altro.
Dopodiché questo Regolamento va ad attuare degli atti dell'Unione europea, la legge di delegazione europea 2019-2020. Quindi dire che è in contrasto con norme superiori, quando va casomai ad anticipare e a dire "nelle more di questa entrata in vigore", che sappiamo già – l'ha spiegato bene il collega – che cosa prevede, andiamo a congelare una situazione temporaneamente per evitare che in questo periodo transitorio... Accade spesso, lo abbiamo visto con molte leggi, ad esempio con la legge sul consumo del suolo, con certi Piani Casa, con certe norme: appena c'è una norma che pone alcuni vincoli, c'è la rincorsa a ottenere le autorizzazioni. Siccome c'è una normativa europea che ci dice che dobbiamo arrivare entro il 2050 allo stop di consumo del suolo e i dati nazionali, volenti o nolenti, ci vedono primi in classifica – abbiamo i dati più aggiornati dell'ISPRA – nel consumo del suolo, qui andiamo veramente a porre freno anche ad altre effettive, in questo caso sì, violazioni di norme che tutelano la nostra campagna.
Io credo che questo emendamento sia importante anche per capire che cosa ne pensa la maggioranza. Io ho visto articoloni su tutti i giornali, interviste televisive, conferenze stampa dove il collega Bet, ma anche la collega Rizzotto facevano le lodi al PdL che voi della maggioranza avete presentato per bloccare il consumo del suolo coi quei campi del fotovoltaico. Guardi, le passo l'articolo. Ne ho uno aperto qua. Se vuole, le dico anche la data e il mese, collega.
Naturalmente io e anche molti dell'opposizione lo condividono, perché non è che non siamo presenti nel territorio. Anche se siamo pochi, il nostro territorio lo vediamo, sentiamo le preoccupazioni dei nostri cittadini. In realtà, i primi campi fotovoltaici fatti nel Delta del Po li ho visti ancora nel 2012, 2013, non è che sia un problema di questi giorni. È che adesso sta esplodendo perché naturalmente, come sempre, quando ci sono dei finanziamenti, si innescano dei meccanismi di speculazione che dopo portano a delle aberrazioni come queste. Ci sono fondi: andiamo a fare il fotovoltaico ovunque. Abbiamo chilometri quadri di tetti vuoti in Veneto. Abbiamo chilometri quadri di parcheggi, e cito i supermercati, ne nasce uno al giorno in Veneto, è una battuta, ma ne nascono veramente tanti, che potrebbero, quelli sì, essere oggetto di realizzazione di impianti fotovoltaici. Siamo favorevolissimi al fotovoltaico. Io sono uno dei maggiori sostenitori delle fonti rinnovabili, perché sappiamo quanto mi sta e ci sta a cuore, come penso a tutti, la questione dei cambiamenti climatici. Quindi, per le fonti rinnovabili dobbiamo correre. Certo che se per risolvere un problema ne creiamo un altro, ci leghiamo le mani.
Io credo che questo emendamento corretto del collega Razzolini sia un motivo anche per accelerare l'iter del PdL n. 41. Io ho letto nelle dichiarazioni che si sta facendo un'analisi comparata delle norme che ci sono in tutte le Regioni: ci sono Regioni che ne hanno già. Credo proprio anche per la natura di questa norma che potremmo approvare temporale. Poi, sinceramente è stato detto che il Legislativo ha dato parere negativo. Io non ho visto nessun parere scritto negativo su questo articolo, quindi, credo sia corretto portarlo al voto. Ognuno si prende la propria responsabilità, naturalmente.

PRESIDENTE

Collega Ostanel, prego...

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, scusi, però io avevo fatto una richiesta di intervento sull'ordine dei lavori. Mi scuserà la consigliera Ostanel, ma da articolo 99 dovrei avere la precedenza su tutti gli altri interventi. Abbiamo entrambi portato pazienza, chiederei se gentilmente posso fare l'intervento sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE

Mi chiede la parola, me lo dice fuori microfono, me la richiede. Vedo che è animata oggi anche lei. Prego, Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Avevo tolto la prenotazione per contribuire alla soluzione...

PRESIDENTE

Collega Camani, prego. Però, se siamo più lineari nelle cose, forse è meglio per tutti. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Bene. Vorrei capire, in riferimento alle dichiarazioni del consigliere Razzolini, che ha dichiarato di aver ritirato l'emendamento a fronte di un parere negativo dell'Ufficio Legislativo, se esiste questo parere scritto, visto che l'emendamento poi è stato assunto da un altro Consigliere, o se il Legislativo può in qualche modo contribuire a risolvere il tema o la questione della legittimità sull'articolo, se si ritiene.

PRESIDENTE

Mi pare che questa cosa sia stata discussa a margine dell'esame degli emendamenti negli Uffici di Presidenza della Commissione e in quella sede il Legislativo si era espresso con forti perplessità sul fatto che la cosa sia palesemente anticostituzionale.
Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Io ringrazio i presentatori dell'emendamento almeno per aver portato in Aula una discussione importante. È un emendamento che dal punto di vista normativo e legislativo – lo ha spiegato bene durante l'Ufficio di Presidenza, ma in realtà si poteva leggere già nella scheda SIN – ha delle difficoltà, nel senso che è molto chiaro che, quando noi andiamo in via regionale, nel momento in cui vogliamo sospendere una norma regionale è possibile, ma se quella norma regionale sospende una norma nazionale questo, dal punto di vista proprio legale, è complicato e difficile.
Un articolo di questo tipo, quindi, che condivido nell'impostazione e nel contenuto, è evidente che è difficile da votare, perché non permetterebbe di arrivare alla soluzione.
Nel mio intervento, dunque, anch'io volevo capire meglio cosa questo Consiglio regionale vuole fare su un tema così complicato. Abbiamo avuto la possibilità di discutere del PdL 41 poco all'interno della Commissione competente. Io ho pronto un emendamento che è in linea con quello che dice questo articolo, cioè il fatto che si debba privilegiare, ove possibile, l'ubicazione non nel territorio agricolo, ma all'interno dell'edificato, dei tetti e come la norma nazionale sta indicando e come altre Regioni stanno già facendo, stanno indicando dove posizionare alternativamente il fotovoltaico proprio per non andare a consumare ulteriore suolo e soprattutto suolo che in qualche modo può essere coltivato e attivato. È ovvio che c'è anche una discussione da fare rispetto all'inserimento di altre questioni come l'agri-voltaico.
Il tema vero è: se noi oggi stiamo discutendo di questo, e ringrazio i presentatori, è un momento importante, la sede per discutere di un tema così complicato non è un momento ordinamentale, è un momento in Commissione dove tutti possiamo proporre, non solo lì, ma anche nel prossimo Consiglio, che spero approverà velocemente una norma necessaria per la nostra Regione, porre in essere tutte quelle migliorie a un progetto di legge che oggi ritengo non abbastanza adatto a fare in modo che si raggiungano gli obiettivi della produzione di energia sostenibile, ma allo stesso tempo che tuteli il consumo di suolo.
Abbiamo davanti un problema complessissimo, che altre Regioni hanno già preso in carico, alcune anche in maniera positiva, altre in maniera magari troppo sbilanciata. L'idea di avere qui in Regione un territorio agricolo molto nutrito non solo in numero, ma anche proprio in persone che vogliono coltivare e fare questo lavoro io credo che abbia anche una specificità regionale che ci deve dare l'opportunità di discutere di questo tema ampiamente.
Non ho sentito chiarezza, in realtà, sui tempi di questa approvazione, perché è ovvio che stiamo vedendo in tutti i territori il fatto che impianti di questo tipo chiedono già il permesso e quindi ritengo che questo emendamento avesse un senso per dichiarare un problema che stiamo affrontando e avendo. Ecco, la Regione è in ritardo. Quindi, davvero chiedo e spero che qualcuno possa poi intervenire per i tempi certi della discussione del PdL n. 41 prima in Commissione e poi in Aula, perché credo che non solo le associazioni di categoria e gli agricoltori, ma anche chi vuole produrre energia rinnovabile abbia bisogno di una risposta certa e chiara di quando questo potrà avvenire, con delle norme regionali che sono chiare. Ad oggi, non è così.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Grazie, consigliera Ostanel.
Capogruppo Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Riprendo quanto stavo dicendo prima. Per noi, per i nostri Gruppi il tema è assolutamente prioritario, è un tema che va affrontato con grande serietà, perché quando è arrivato questo emendamento ovviamente non è arrivato solo a Fratelli d'Italia, è arrivato a tutti noi, immagino, l'abbiamo fatto valutare dal punto di vista legislativo e, purtroppo, quelli che sono i limiti dal punto di vista costituzionale sono emersi molto chiaramente.
Oggi ci troviamo nell'impossibilità di votare questo emendamento proprio perché non andrebbe a risolvere il problema, ma forse andrebbe a creare altri problemi alla Regione e a quello che è l'obiettivo di valutare in maniera seria, attenta ed efficace gli impianti che si possono fare e quelli che non si possono fare.
Detto questo, è vero che ci vogliono tempi certi. Però stiamo lavorando su un PdL che verrà presentato in settimana in quanto sapete benissimo che la normativa nazionale e la normativa europea stanno andando in tutt'altro senso rispetto a quello di limitare gli impianti fotovoltaici di questo tipo. Quindi, noi dobbiamo lavorare in punta di diritto per fare in modo che quello che proponiamo come PdL, quello che auspichiamo diventi legge a breve e vada a normare e a mettere delle regole chiare ed efficaci, dopo non venga impugnato e non venga reso inefficace.
Per quanto ci riguarda, l'attenzione è massima sul tema, però vogliamo fare qualcosa che stia in piedi dal punto di vista normativo e, soprattutto, che serva e sia utile per il territorio.
Detto questo, ripeto che, purtroppo, a malincuore, non possiamo appoggiare questo emendamento e ci sorprende che il PD, che è sempre molto attento nel valutare dal punto di vista costituzionale, dal punto di vista dell'aderenza dei progetti di legge, i provvedimenti che passano per questo Consiglio, se sono o no aderenti alla normativa, in questo momento faccia proprio un emendamento che di sicuro non va a risolvere il problema, ma potrebbe crearne altri.
Parlo al capogruppo Possamai. Veda se si può trovare un accordo per lavorare insieme per risolvere il problema dei fotovoltaici a terra. Se non fosse così, purtroppo dovremmo votare contrari all'emendamento.

PRESIDENTE

Grazie.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Rizzotto. Prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, presidente Finco.
Il parere su questo emendamento, questo che è stato fatto proprio ora da Zanoni, è stato espresso in Ufficio di Presidenza della Seconda Commissione. Io quando ho visionato gli emendamenti che erano stati depositati per il PdL 50, ho richiesto all'Ufficio Legislativo del Consiglio una nota di lettura, un parere. Ovviamente non è una scheda SIN super-organica, ma è un parere nel merito perché l'Ufficio di Presidenza potesse esprimersi. Io l'ho richiesto e mi è stato dato. Altri colleghi evidentemente non l'hanno richiesto.
Vi è una normativa vigente ed efficace su questo tema; le moratorie sappiamo che anche in passato, quando anche la nostra Regione ha tentato di farle, sono sempre state impugnate e dichiarate illegittime.
Questo è un tema importante, l'ha detto anche il capogruppo Villanova, è un tema che andrà affrontato in Commissione. In queste settimane e in questi mesi ho lavorato anch'io, insieme a devo dire pochi colleghi, forse uno, su questo tema. Faccio presente che non ho mai avuto nessun tipo di richiesta in Seconda Commissione di calendarizzare il PdL n. 41 o richieste sullo stato dell'arte di questo argomento da parte di nessuno dell'opposizione, tanto per essere chiari, perché poi sembra che la Seconda Commissione ha dormito, ma non è così.
Alcuni di noi stanno lavorando con le varie Strutture regionali anche per studiare le normative che hanno fatto le altre Regioni, che purtroppo, ahimè, sono state impugnate o dichiarate anche illegittime e noi, anche da questo, stiamo imparando.
Non è che stiamo arrivando tardi, ma vogliamo far qualcosa che sia meglio di quello che altre Regioni hanno fatto ed è stata impugnata.
Comunque, il parere della Commissione e dell'Ufficio di Presidenza su questo emendamento era contrario per le motivazioni che vi ho detto, anche in seguito ad un parere legislativo del Consiglio. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Capogruppo Speranzon.
Collega Speranzon, è collegato? Non C'è il collega Speranzon.
Collega Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Io credo che sia stata una discussione utile, nel senso che anticipo – poi parlerà il consigliere Zanoni, il correlatore – l'intenzione di non portare avanti questo emendamento alla luce di quello che ho sentito, quindi in particolare degli aspetti tecnici.
È stata comunque utile, rassicuro la presidente Rizzotto. Non le abbiamo chiesto le audizioni in Seconda perché, come sa, questo è un provvedimento che va in Terza. In Terza le audizioni sono... È già iniziato in Terza. Le audizioni in Terza sono già state avviate, poi saranno, immagino e spero proseguite. Approfitto dell'occasione per prendere la palla al balzo e per dire: andiamo avanti con queste audizioni, nel senso che, al netto di quello che può essere stato detto oggi, questo è stato un dibattito ampiamente fatto in questi mesi.
È evidente, siccome ci sono dei soggetti che sanno bene che c'è un PdL in gestazione, e gli stessi soggetti che hanno interesse a portare avanti le iniziative stanno accelerando perché sanno che se magari quel PdL arriva in fondo il rischio è che le operazioni non si possano più fare, per cui, più temporeggiamo più, nei fatti, lasciamo aperte le porte a operazioni come queste.
Se davvero le cose che ho sentito... Il capogruppo Villanova ha detto che all'interno dei suoi Gruppi ci sono posizioni omogenee e convinte su questo tema. Se così è, e siccome si rivolgeva al Capogruppo del Partito Democratico, la risposta è che da parte nostra: ci siamo. Lo abbiamo detto pubblicamente a più riprese. Siamo andati tutti, o quasi, qui fuori quando è arrivata Coldiretti per la sua iniziativa a Palazzo Ferro Fini. Se veramente anche da parte della maggioranza la convinzione c'è, mi pare che nulla osti. Andiamo avanti. Vediamo con l'Ufficio Legislativo, però, quali sono le maglie in cui ci possiamo inserire per fare un progetto di legge che tenga.
Da parte nostra la disponibilità la dimostriamo anche oggi non portando avanti questo emendamento, che però era evidente che aveva più un valore politico una volta che veniva ritirato da parte di Fratelli d'Italia che tecnico. Siccome prima si diceva che siamo molto attenti alle norme, ed è vero, le rispettiamo anche questa volta. Non portiamo avanti questo emendamento. Chiediamo, però, che realmente su questo fronte e sul progetto di legge di cui stiamo parlando ormai da mesi, ma ne parliamo più sui giornali che qui, si decida di andare avanti sul serio. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Vedo ancora il collega Speranzon che ha fatto richiesta di parola. Vuole intervenire? Niente.
Passiamo alla collega Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
Apprendo in maniera positiva l'intervento che ha fatto il collega Possamai. Ritengo che un argomento di questa delicatezza non possa essere affrontato in Aula con un emendamento, ma richieda veramente un esame approfondito, una discussione approfondita su una tematica che può essere oggetto di impugnazione.
Noi sappiamo bene che in Europa e, di conseguenza, a livello nazionale c'è una determinata impostazione. Noi dobbiamo cercare di adottare dei provvedimenti che non vengano impugnati. Ben venga una discussione approfondita e ben venga anche un dialogo su questo punto.

PRESIDENTE

Grazie.
Il collega Zanoni non può intervenire. Sull'ordine dei lavori, collega.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Innanzitutto, aver fatto mio l'emendamento ritirato dal collega ha consentito perlomeno una discussione e anche un chiarimento all'interno di quest'Aula. Credo sia stato positivo.
Volevo dire al collega Villanova o alla collega Ostanel che, effettivamente, come dicevo prima, da parte del legislativo...

PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, collega.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sì. Da parte del Legislativo non c'era un parere negativo...

PRESIDENTE

Il Legislativo ha mandato il parere ai consiglieri che l'hanno richiesto.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Ah, ecco, perché... Nella scheda SIN, sto dicendo correttamente, non c'era perché è stato presentato dopo.
Mi sono consultato adesso con il Legislativo ed è emerso effettivamente che potrebbe essere oggetto di impugnazione. Pertanto, prendo con favore l'intervento del collega Bet, tra l'altro Capogruppo di maggioranza, che dice che verrà presentato in settimana. Non so se sia il progetto di legge che è già stato presentato, ma una revisione, mi pare di capire.

PRESIDENTE

Grazie, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Pertanto, ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE

Okay. L'emendamento è ritirato, quindi decadono quindi tutte le altre richieste di intervento.
Passiamo all'articolato.
Siamo all'articolo 13, colleghi.
Ci sono interventi sull'articolo 13?
Non ci sono interventi.
Mettiamo in votazione l'articolo 13.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo successivo, l'articolo 14.
Non vedo richieste di intervento.
Mettiamo in votazione l'articolo 14.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
L'articolato è finito.
Ci sono dichiarazioni di voto sul progetto di legge?
Aspettate un attimo, perché ho problemi e non riesco a vedere chi si registra. Aspettate un minuto solo, perché si è bloccato il sistema.
Sospendiamo due minuti perché ci sono dei problemi tecnici.
La Seduta è sospesa alle ore 16.52
La Seduta riprende alle ore 17.02

PRESIDENTE

Possiamo riprendere i lavori, quindi invito i colleghi che sono nelle vicinanze dell'Aula di entrare, così possiamo riprendere.
Bene, riprendiamo. Ho visto che c'è da parte del collega Zanoni una richiesta di intervento per dichiarazione di voto. Prego, collega.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
È una legge che ci ha visto intervenire con emendamenti, con diversi interventi. In Commissione abbiamo cercato di dare il nostro contributo migliorando alcuni articoli; alcune proposte nel corso dei lavori in Seconda Commissione sono state anche accettate. È un progetto di legge che riguarda l'adeguamento ordinamentale.
Abbiamo visto però che non tutti i 12 articoli, escludiamo gli ultimi due che ormai sono considerati articoli standard di una legge, non tutti i 12 articoli sono ordinamentale; alcuni articoli sono stati presentati in corso d'opera, alcuni articoli hanno visto anche la nostra condivisione e il nostro voto a favore. Alcuni altri ci hanno visto astenerci, ma ci sono questi tre articoli in particolare, l'articolo 7, le cosiddette "Misure di semplificazione dei procedimenti di pagamento", che vede l'esenzione di una ritenuta prevista da norme superiori, poi l'articolo 11, più che discusso, che riguarda la quadruplicazione delle quantità di materiale scavabile nei fiumi in deroga ai piani di attuazione e infine, l'articolo 12 relativo al cosiddetto "Titolo giuridico per l'esecuzione di interventi finalizzati alla sicurezza idraulica nei corsi d'acqua di competenza regionale", che, a nostro avviso, ha delle problematicità particolari, ci portano a dare un giudizio complessivo negativo di questa norma e quindi il nostro voto sarà un voto negativo.

PRESIDENTE

Grazie, collega Zanoni.
Collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Dichiaro anch'io il mio voto negativo, ma volevo soffermarmi nella dichiarazione di voto in una questione importante che riguarda anche il fotovoltaico a terra di cui abbiamo appena parlato, perché mi sembra anche di essere stata un po' l'unica a intervenire in Aula rispetto al fatto che deresponsabilizziamo la Giunta su alcune scelte e in questo ordinamentale c'è questo tema in vari articoli, tra cui anche il fatto che si approvino grandi impianti di fotovoltaici a terra. Questo verrà, secondo questo ordinamentale, non più approvato anche dalla Giunta, ma da una Commissione tecnica.
Davvero siamo d'accordo del fatto che la politica non abbia più un ruolo e una voce all'interno di queste questioni così strategiche e importanti per il territorio veneto? Ho citato anche nei miei interventi di martedì scorso trivellazioni, raffinerie, impianti chimici, i grandi campi e gli impianti fotovoltaici a terra: alcune grandi opere quindi, non stiamo parlando di piccole opere, come l'incenerimento, gli impianti di nuovi incenerimento.
Credo che questo sia uno dei temi, oltre agli altri su cui siamo intervenuti in quest'Aula, per cui un ordinamentale di questo tipo non può essere votato a favore perché ci sono delle questioni ordinamentali di ordine nelle norme su cui anche abbiamo votato a favore. Ma questa è una scelta politica. Vero che mi è stato detto in Aula che deriva da norme nazionali. Ecco, io col voto in Aula oggi esprimo un voto contrario anche ad una norma nazionale: se come esponente civico avessi avuto l'opportunità di essere in Parlamento in quel momento, avrei votato contro a quella norma perché non credo semplifichi. Credo semplicemente che tolga potere ai rappresentanti dei cittadini e quindi ai cittadini di poter dare un parere politico, cioè di non essere d'accordo dal punto di vista tecnico ma politico, perché magari qualcuno potrebbe dire che un grande impianto fotovoltaico a terra è positivo perché dal punto di vista normativo garantisce il raggiungimento di alcuni obiettivi rispetto alla produzione di energia rinnovabile, ma noi sappiamo che lì, quel campo è essenziale per la vita magari di alcuni o tanti agricoltori che in quel territorio ci sono.
Io credo che qui la competenza della politica sarebbe anche quella di dire qual è la visione di futuro che abbiamo nonostante il tecnico possa avere parere favorevole o parere negativo.
Per questo voterò in particolare e non solo per questo voterò contro a questo ordinamentale e ringrazio comunque per la discussione l'Aula.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento.
Possiamo mettere in votazione il progetto di legge n. 50 come emendato.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora al punto successivo, che è il punto n. 6: "Progetto di legge n. 71 di iniziativa...".

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Presidente, chiedo scusa.

PRESIDENTE

Chi è?

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Chiedo scusa, sono Cristina Guarda.

PRESIDENTE

Ah, la collega Guarda, dica.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Non mi ha preso la votazione il sistema Concilium e volevo dichiarare almeno, perché rimanesse a verbale, il mio voto contrario. Grazie.

PRESIDENTE

Perfetto, abbiamo registrato la sua intenzione di voto. Grazie, collega.
PUNTO
6



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI BORON, BRESCACIN, CENTENARO, RIZZOTTO, BARBISAN, BISAGLIA, CAVINATO, CESTARO, GIACOMIN, MICHIELETTO, SANDONÀ, SCATTO, VIANELLO, ZECCHINATO, MAINO, VILLANOVA, ANDREOLI, CECCHETTO, CESTARI, CIAMBETTI, CORSI, DOLFIN, FAVERO, FINCO, PAN, PUPPATO E RIGO RELATIVA A "MODIFICA DELL'ARTICOLO 44 DELLA LEGGE REGIONALE 29 DICEMBRE 2017, n. 45 "COLLEGATO ALLA LEGGE DI STABILITÀ REGIONALE 2018"". (PROGETTO DI LEGGE N. 71) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 28/2021)

Relazione della Quinta commissione consiliare.
Relatore: Consigliere Fabrizio Boron. Correlatore: Consigliere Anna Maria Bigon

PRESIDENTE

Siamo al progetto di legge n. 71 dei consiglieri Boron, Brescacin, Centenaro ed altri.
Relatore è il collega Boron. Prego, collega, se vuole fare richiesta di intervento, le do la parola.
È collegato il collega Boron? Risulta collegato. Collega Boron? Se vuole presentare il progetto di legge. Dove vuole.

Fabrizio BORON (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Questo PdL entra sulla normativa del Fondo di rotazione disciplinato dall'articolo 44 della legge regionale 29 dicembre 2017, n. 45 , Collegato alla legge di stabilità 2018 e risponde alla necessità di migliorare l'offerta dei servizi erogati da soggetti privati, ma non a scopo di lucro e pubblici, nell'ambito dei servizi sociali e socio-sanitari mediante la riqualificazione degli immobili di proprietà dei medesimi.
Con particolare riferimento alle IPAB, il fondo in questione assolve all'ulteriore funzione di porsi come fattore premiante per la proficua gestione di questi enti. Peraltro è noto che, con l'esplosione della pandemia da SARS-CoV-2, il sistema formato dai soggetti suindicati, in particolare quelli privati in forte difficoltà proprio a causa dell'emergenza sanitaria, la flessione del numero di ospiti, il blocco di nuovi ingressi e il conseguente calo degli introiti, insieme ai maggiori oneri di prevenzione, sanificazione e strutturali dettati dalle misure di contenimento del contagio, ipotecano la sostenibilità economico-finanziaria di molte delle strutture residenziali e semiresidenziali accreditate dalla Regione Veneto.
La presente legge introduce, con l'articolo 1, due diverse modifiche all'articolo 44 della legge regionale 29 dicembre 2017, n. 45 , Collegato alla legge di stabilità 2018, rispettivamente al terzo e al quarto comma; la prima prevede un prolungamento di cinque anni della durata dei piani di rientro dei finanziamenti disposti dalla legge oggetto di modifica e si inserisce nell'ambito degli strumenti che la Regione del Veneto ha già introdotto con provvedimenti amministrativi finalizzati a garantire la sostenibilità attuale e futura del sistema sociale e socio-sanitario regionale per fronteggiare una crisi grave e imprevista, che rischia di minare la sostenibilità economica delle rette dei servizi sociali e socio sanitari, con pesanti ripercussioni sul piano sociale.
La seconda modifica proposta accoglie, invece, le istanze emerse con riferimento alle IPAB del Veneto che, quali enti di natura pubblica, comunque, in caso di mancata solvibilità ai fini della restituzione delle somme ricevute, sono soggette al procedimento di vigilanza e controllo di cui alla legge regionale 16 agosto 2007, n. 23 , che potrebbe sfociare nei casi più gravi di inadempimento nel commissariamento dell'Ente.
La scheda di analisi economico-finanziaria redatta dalla competente Struttura è stata trasmessa il 21 luglio 2021.
La Prima Commissione e la Quinta Commissione hanno dato a maggioranza parere positivo a questo progetto di legge che non ha previsto voti contrari.
In semplice conclusione, ci inseriamo in questa ovviamente crisi sanitaria, che ha prodotto effetti economici devastanti in tutti i sistemi, non solo sanitari, ma anche del mondo produttivo, in questo caso nel mondo delle IPAB, dicendo che non solo a chi contrae, ovviamente, un indebitamento con il Fondo di rotazione, ma chi anche l'ha già contratto soprattutto, diamo la possibilità di allungare di cinque anni il piano di rientro, liberando ovviamente risorse nel bilancio e dando possibilità finanziaria a questi enti magari di fare interventi diversi e magari disposti per l'emergenza.
In più – lo spiego solo perché c'era stato un dibattito su questo, sulla garanzia fideiussoria che viene prestata ai privati – la suddivisione fra pubblico e privato è proprio per lo stesso motivo che il pubblico, essendo vigilato dalla Regione, nel momento in cui vede difficoltà finanziaria viene commissariato e gestito dalla Regione, mentre il privato no. Quindi, nel momento in cui apre un mutuo, perché alla fine è un indebitamento con il Fondo di rotazione, come qualsiasi cittadino o qualsiasi impresa privata quando va a chiedere un finanziamento, deve rilasciare la sua garanzia ipotecaria. Ecco, la differenza sta tutta lì. Questo a garanzia, ovviamente, della restituzione del Fondo, perché sono soldi pubblici.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Do ora la parola alla correlatrice, consigliera Bigon.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Se noi pensiamo in questo momento alle strutture residenziali e semiresidenziali per gli anziani, pensiamo a quello che è successo in questo periodo in questi ultimi due anni e sicuramente all'emergenza che c'è stata. In quest'ottica forse potrebbe essere anche valido il ragionamento di cui oggi discutiamo e, quindi, la proposta che viene fatta di un semplice prolungamento di un indebitamento che, pur parziale e pur limitato anche nel numero, effettivamente potrebbe essere valutato come un qualcosa che viene dato.
In realtà, noi dobbiamo andare oltre. Io credo che abbiamo il dovere di andare oltre a questo e pensare a quello che queste strutture fanno a favore non solo degli ospiti, anzi tante volte li chiamiamo pazienti perché stanno diventando dei piccoli ospedali, ma anche e soprattutto delle loro famiglie. Se pensiamo a questo, allora non possiamo non pensare alla riforma delle IPAB di cui siamo in attesa da vent'anni ed oltre, dove il Veneto ha la maglia nera proprio perché rimane l'unica Regione a dover ancora legiferare in materia. Tra l'altro, abbiamo visto anche depositi di progetti di legge nelle varie legislazioni, ma di fatto mai portati in discussione, mai portati avanti.
Noi abbiamo 356 strutture residenziali e abbiamo 32.000 ospiti nel Veneto, il 50% si divide tra privato e pubblico. Sta di fatto che, nel momento in cui noi omettiamo di fare una riforma di questo tipo automaticamente diamo degli spazi e indeboliamo alcune strutture. Questo perché? Perché sappiamo tutti che l'IRAP è da pagare per quanto riguarda le IPAB, devono intervenire direttamente per quanto riguarda l'agevolazione della legge n. 104, pagano la maternità, hanno comunque una diversificazione soprattutto per quanto riguarda anche il costo di sostegno.
Se poi pensiamo a quello che è successo nell'ultimo periodo in relazione proprio alla pandemia, non possiamo non pensare di aver visto proprio la fragilità di queste strutture. Noi abbiamo visto che non avevano strumenti, non avevano i presìdi, mancavano camici, mancava gel, mancava e manca tuttora il personale, hanno pagato anche dieci volte tanto quelli che erano, appunto, i presìdi, hanno sostenuto costi altissimi e, da un conteggio fatto da alcune case di riposo, comunque, avranno un costo maggiore per gli utenti di circa 160 euro mensili. Ci domandiamo chi dovrà pagare questo costo aggiuntivo. Sicuramente al momento lo sta pagando la famiglia, nonostante gli interventi che la Regione ha fatto, ma che rientrano nell'ottica di qualche intervento che non riforma il sistema a favore proprio di un servizio che è e diventerà centrale.
La politica qua non ha fatto il suo mestiere nel senso che, nonostante tutte quelle che sono le indagini demografiche dove vediamo che l'obiettivo e purtroppo quello che sarà nei prossimi anni è l'invecchiamento della popolazione e, quindi, l'aumento dei bisogni in questo settore, abbiamo omesso un riscontro fondamentale e oggettivo, che è quello, da una parte, della riforma e, dall'altra, di un sostegno.
Per non parlare anche della mancanza di personale. Anche qua, la mancata programmazione da parte della politica – intendo politica sia a livello regionale che a livello nazionale – spesso ha inciso negativamente su questi servizi.
Noi crediamo che dobbiamo assolutamente intervenire. Siamo sicuramente in ritardo, ma nel momento in cui lo facciamo lo dobbiamo fare nella complessità della materia, svolgendo quel ruolo fondamentale a noi, che deve essere preponderante per un ruolo di servizio a favore della gente e soprattutto di chi ne ha più bisogno.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo perché questo è un provvedimento condivisibile, nel senso che non c'è nulla che possa creare, credo, un danno, anzi alcuni benefici a delle strutture strategiche, che hanno subìto un duro contraccolpo durante l'emergenza pandemica come il relatore spiegava, ma io credo che il tema, il punto di discussione generale su questo provvedimento è: dov'è la riforma delle IPAB che era stata depositata non appena ci siamo insediati, almeno ricordo di aver visto subito nella mia e-mail i primi giorni del Consiglio, un progetto di legge su proposta della Giunta di riforma generale di un settore che stiamo attendendo da tempo? Questo provvedimento, che è specifico e ovviamente non sta parlando di questo, è condivisibile, ma di sicuro non risolve tantissime delle questioni problematiche che conoscete ovviamente meglio di me e che comunque sono all'attenzione da parecchio tempo, anche ben prima della crisi Covid.
L'intervento è su questo tema, perché durante l'emergenza anche in Consiglio abbiamo avuto diverse discussioni e ricordo un momento anche con l'assessore Lanzarin, dove appunto avevo portato il tema dell'IPAB "Buon Pastore", dove i costi Covid venivano scaricati sul personale a cui veniva chiesto di fare le notti senza essere pagato, tema che poi è stato anche risolto dopo la sollecitazione, credo e spero anche della politica, nel senso che in quel contesto poi non è più stato chiesto e anzi l'azienda ha ritirato la richiesta ai lavoratori di fare le notti passive. Credo che magari sia stato anche un po' il compito – spero, almeno lo voglio vedere così – l'obiettivo di una discussione che ha portato anche all'attenzione di una struttura IPAB che quella cosa non si poteva fare, cioè scaricare l'aumento dei costi Covid sul personale, che è quello che poi cura gli anziani o i bambini psichici che stanno nelle strutture, è una cosa che non deve succedere.
L'Ente nazionale probabilmente sta facendo troppo poco su questo tema, perché parliamoci ovviamente chiaro – almeno credo sia importante fare così – non è tutta una questione regionale, non è tutta una questione di fondi che la Regione non mette, ma è anche una questione di come ad oggi il Governo nazionale sta lavorando su questo tema e credo però che la Regione potesse, anche in un provvedimento di questo tipo, inserire qualcosa di più, cioè il fatto che serva liquidità a delle strutture che stanno perdendo pazienti e perderanno pazienti nei prossimi anni, ahimè, e alcune di queste rischiano anche di chiudere eventualmente lasciando lavoratori a casa.
Il caso di Rovigo credo che faccia vedere anche il tema che in alcuni casi altre strutture sono riuscite magari a prendere del personale da una struttura che stava chiudendo e che invece è stato reintegrato.
Ma questo tema nei prossimi anni in tutto il territorio regionale continuerà ad essere, ahimè, sempre più presente perché paradossalmente avremo tantissimi posti o troppi posti per i nostri anziani e meno utenza che in quel tipo di strutture andrà, anche mettendo in crisi la sostenibilità economica di quelle strutture.
Quindi l'articolo 4, dove si identifica un provvedimento rispetto agli investimenti materiali, quindi fisici e strutturali, è positivo, è una cosa importante, soprattutto per alcune strutture. È vero che anche l'inserimento di altri tipi di provvedimenti, in particolare in questo momento, io credo che in un progetto di legge di questo tipo ci sarebbe potuto stare, cioè quando io ho letto il documento, mi sarei aspettata un intervento in più.
Quindi semplicemente per chiedere, visto che c'è anche presente l'Assessore, anche qui dei tempi rispetto alla discussione di un provvedimento che è quello di riforma generale delle IPAB che attendiamo da tempo e che, tra l'altro, era stato presentato e dichiarato non appena ci siamo insediati. Ecco, se non fosse stato ripresentato, non farei questa domanda, ma siccome ricordo, nella mia e-mail, una serie di progetti di legge, tra cui questo, chiedersi dove è finito e se e quando verrà calendarizzato all'interno della Commissione Sanità e poi in Consiglio credo che sia davvero quello che queste strutture aspettano, al di là di questo provvedimento, che è condivisibile. E questo è un tema politico, credo, importante da portare non solo in quest'Aula, ma anche effettivamente a tutte le realtà che fuori ci sono.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Baldin.

Erika BALDIN (Movimento 5 Stelle)

Grazie, Presidente.
Anch'io non posso fare a meno di ricollegarmi all'intervento che mi ha appena preceduto. Anticipo che comunque il mio voto sarà a favore, perché chiaramente è un progetto di legge che va a vantaggio delle IPAB e quindi, di conseguenza, degli ospiti e del personale tutto di queste strutture. Però, come è stato sottolineato poc'anzi, il problema è quello della riforma che ancora giace in questo Consiglio e ha visto già un deposito all'inizio di questo mandato nel 2020, ancora ai primordi di questa legislatura, sebbene fosse già presente nel programma elettorale del presidente Zaia del 2015 la riforma delle IPAB. Quindi, un ritardo per cui ad oggi non è dato sapere il motivo. Le persone qui fuori ci chiedono continuamente quando avverrà.
Credo sia anche una questione di responsabilità politica oggi dire precisamente il periodo in cui avverrà l'approvazione di questa riforma delle IPAB tanto attesa.
Non sfugge che in questo periodo proprio le strutture per anziani stanno attraversando veramente momenti drammatici. Abbiamo vissuto tutti il decorso della pandemia dall'inizio: le strutture per anziani sono state quelle maggiormente colpite su tutto il territorio nazionale. Le pesanti perdite prima di tutto umane, ma anche economiche, sono state veramente indicibili, causate da quello che sappiamo, ma anche dal calo degli introiti e dai maggiori costi dovuti alle misure di prevenzione del contagio e, chiaramente, dovuti anche al blocco dei nuovi ingressi. Le RSA hanno perso un 8% dei propri ospiti, tra anziani che purtroppo sono deceduti, circa 2.000, quindi una cifra impressionante, altri che sono tornati ad essere assistiti in famiglia e altri ricoverati negli ospedali, circa 500 anziani.
È una riforma, come dicevo, come si è detto, che giace da vent'anni, si aspetta da circa vent'anni, precisamente dal 2001, quando c'è stato il riordino nazionale sul tema. Credo che vadano date delle risposte perché sappiamo che sul territorio del Veneto ci sono 190 IPAB con più di 10.000 addetti in questo settore. Le risposte sono attese veramente da tante, tante persone. Per la maggior parte donne. Sappiamo che il 95% dei lavoratori è proprio costituito da personale femminile, che ha anche manifestato in questo periodo e al quale va data tutta la nostra solidarietà. Effettivamente hanno dovuto sopportare turni di lavoro massacranti in condizioni indicibili. All'inizio quasi si pensava che chi entrava nelle RSA fosse destinato a un male incurabile. Oggi, per fortuna, non è più così, però all'inizio sono stati veramente degli eroi, delle vittime sacrificali.
Abbiamo capito anche che il territorio è fondamentale, quindi ci aspettiamo anche un vero decollo delle strutture intermedie, delle medicine di gruppo, degli ospedali di comunità e anche una valorizzazione del ruolo dei medici di Medicina generale, che sono stati fondamentali, lo abbiamo ricordato tutti, in questi mesi e anche dei servizi domiciliari che stentano a partire.
La mancanza, quindi, di una struttura che possa accogliere queste persone si è dimostrata in tutta la sua drammaticità. Sappiamo però anche che la domanda è in continuo aumento, purtroppo. È in continuo aumento perché la popolazione invecchia e c'è sempre più bisogno di assistenza agli anziani, assistenza socio-sanitaria; non più sanitaria, ma anche sociale sempre più in aumento.
Detto questo, servono anche gli opportuni finanziamenti, perché credo che siano arrivate a tutti noi le grida di dolore di chi non sapeva come trovare le risorse per far fronte alle incombenze quotidiane. Sono stati veramente giorni terribili. Il tutto inserito in un quadro normativo di riferimento fermo a dieci anni fa quantomeno.
Ritorno alla domanda principale, che è quella di capire quando il progetto di legge famoso prenderà vita, lanciando anche una preoccupazione, un monito relativo alle esternalizzazioni, che vanno comunque controllate, che si deve cercare un po' di circoscrivere. È evidente infatti che una regia, un controllo del pubblico è indispensabile.
Del resto, ne parleremo chiaramente nella sede di competenza, che è la Quinta Commissione, auspicando che questo progetto di legge n. 6 possa prendere spunto e avvio nel più breve tempo possibile. Comunque, ripeto: questo progetto di legge che mi vede favorevole dà un po' di respiro a queste strutture, ma è un intervento inadeguato e non sufficiente a risolvere i problemi strutturali che la pandemia ha sottolineato, portato alla luce e anche, purtroppo, peggiorato.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliera Venturini, prego.

Elisa VENTURINI (Forza Italia – Berlusconi – Autonomia per il Veneto)

Grazie, Presidente.
In attesa di intervenire sull'argomento in altri fronti, io direi che oggi ci concentriamo su questo progetto di legge che è stato presentato, che non possiamo che condividere come Forza Italia e ringraziamo anche il collega Boron per averlo presentato, perché sicuramente va incontro alle necessità di quelle strutture residenziali e semiresidenziali del Veneto che hanno affrontato delle difficoltà inenarrabili in questo periodo segnato dalla pandemia, con maggiori oneri e minori introiti.
Garantire la sostenibilità economica e finanziaria di queste strutture significa anche evitare il collasso della rete dei servizi sociali e socio-sanitari del Veneto. Quindi, diventa fondamentale essere presenti su questo tema.
La misura che viene adottata oggi, che è un prolungamento della durata dei piani di rientro dei finanziamenti, diventa un primo passo, che noi sosteniamo e che rappresenta un segnale che viene dato: su questa tematica legata alla gestione anche delle IPAB come Forza Italia ci siamo e partecipiamo con la nostra sensibilità a questo argomento.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Soranzo, prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente. Spero che si senta.

PRESIDENTE

Sì, la sentiamo. Prego.

Enoch SORANZO (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni)

Grazie, Presidente.
Molto velocemente. Innanzitutto un ringraziamento lo voglio fare anch'io. Tutto il Gruppo, anche i colleghi del Gruppo di Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni, ha votato convintamente questo provvedimento, perché di fatto ha per obiettivo un obiettivo che oggi è concretamente sul territorio, nel senso che è una richiesta che non va solo nella direzione di allungare il periodo, perché ricordiamo che è una misura che interviene su un Fondo di rotazione, che non è certamente un contributo a fondo perduto, ma è un finanziamento che, di fatto, anche se ha un tasso agevolato, è molto, molto importante, dà la possibilità ed è stato erogato nella maggior parte dei casi molto spesso per interventi di riqualificazione e di adeguamento alle norme antisismiche delle strutture e per il quale in molti casi questi investimenti sono anche insomma incardinati in un programma pluriennale di più interventi per adeguamento o per riqualificazione.
Quindi, è un intervento assolutamente necessario. L'abbiamo votato convintamente e lo voteremo convintamente. È necessario – lo dico proprio perché qualche collega lo ha sottolineato – per garantire la sostenibilità o, quantomeno, aiutare la sostenibilità a quel piano finanziario che, comunque, le strutture IPAB avevano in qualche modo previsto, ma che poi con la pandemia ovviamente è stato messo in discussione e necessita quindi una riprogrammazione, ma aggiungo anche che è necessario e aiuta a scongiurare quello che è l'appesantimento delle rette per gli utenti che frequentano queste strutture, perché nel momento in cui il piano finanziario non dovesse in qualche modo reggere, è chiaro ed evidente che le misure per cui, oltre a ricorrere a ulteriore indebitamento, unico possibile per garantire i servizi oppure non far collassare i servizi, è di ricorrere a un innalzamento delle rette.
Ecco, questo intervento quindi porta con sé... e quindi complimenti e grazie per chi l'ha proposto, l'abbiamo sostenuto in Commissione, lo voteremo convintamente questo oggi: è una misura che va sicuramente a dare una risposta, quantomeno seppur uno può qualificarla non sufficiente, non totalmente risolutiva, ma sicuramente è un segnale importante.
Mi aggiungo anch'io, nella considerazione finale, che il tema della riforma in materia delle IPAB sicuramente è un tema che va affrontato, ma non è certamente questa la sede, non è certamente questa misura. Condivido alcune considerazioni che alcuni colleghi hanno anticipatamente illustrato nei loro interventi. Anch'io condivido che non sia assolutamente questo il provvedimento, la misura dove di fatto aprire un confronto su una riforma che è molto strutturale e ricordo che quando si parla di IPAB, anche se nessuno di questo Consiglio ha bisogno dei miei solleciti, non è solo RSA, ma anche centri infanzia e altri servizi.
Chi oggi gestisce le IPAB, molto spesso all'interno della delle IPAB ci sono molti servizi alla persona e anche di diverse età e anche di diversa tipologia.
Un ringraziamento, una risposta che mi auguro questo Consiglio regionale oggi possa, col voto favorevole e spero all'unanimità, dare in modo importante, soprattutto per aprire una riflessione anche a quelli che saranno i futuri provvedimenti, sempre magari con l'utilizzo di questo Fondo di rotazione per ulteriori interventi di cui le strutture hanno bisogno e che devono essere incardinati tenendo conto chiaramente della programmazione finanziaria che questi soggetti già hanno in corso e che già stanno riprogrammando alla luce dei nuovi piani economico-finanziari programmati. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ha fatto richiesta di intervenire l'assessore Lanzarin. Prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Grazie. Anch'io ringrazio il consigliere Boron per la presentazione di questo PDL, di cui abbiamo condiviso i contenuti proprio perché vanno incontro a quelle che sono delle esigenze che sono maturate e che sicuramente, con l'emergenza della pandemia, sono state rimarcate.
Vanno a migliorare sicuramente il Fondo di rotazione, articolo 44, che come sapete è stato votato dal Consiglio nel 2017 o 2018, adesso non ricordo bene, e che comunque ha avuto tre annualità. Sono stati stanziati 30 milioni di euro suddivisi per tre annualità e sono stati finanziati circa una quarantina di interventi, tra strutture per anziani e strutture per disabili.
È chiaro che l'allargamento dai dieci ai quindici anni della possibilità di rateizzazione diventa una situazione cogente rispetto al momento che le strutture stanno attraversando. Quanto all'altro passaggio, quello sicuramente di dare la possibilità alle IPAB, quindi agli enti ed istituzioni pubbliche, di superare il discorso della polizza fideiussoria dà comunque una garanzia rispetto a delle strutture che comunque hanno un controllo e un iter molto ben definito rispetto alle strutture private accreditate convenzionate che sappiamo hanno lo stesso trattamento, quando parliamo di quote, quando parliamo di finanziamenti, rispetto alle pubbliche, perché hanno comunque seguito tutto l'iter di accreditamento, quindi alla fine si convenzionano rispetto agli interventi che vengono definiti.
Va bene questo intervento perché ci pone anche nell'ottica, passato il voto di oggi, di uscire con il nuovo bando. Come sapete, infatti, con l'ultimo bilancio sono state rifinanziate tre annualità – 10, 10, 10, quindi altri 30 milioni di euro – e di uscire con il nuovo bando, quindi, con queste caratteristiche: sicuramente andrà incontro a molte esigenze e sarà un bando che terrà anche conto, per quanto riguarda i punteggi degli interventi a quanto abbiamo capito e vissuto durante questi mesi di pandemia, quindi, anche come interventi strutturali che avranno un maggior punteggio rispetto ad altri (penso ai percorsi sporco-pulito, penso ai discorsi legati agli isolamenti che oggi sappiamo diventeranno sempre più preminenti).
Fatta questa premessa, dico solo due parole, invece, sulle altre questioni che ho sentito e che sono condivisibili. Sicuramente noi dobbiamo affrontare in maniera molto accentrata la riforma più che delle IPAB, la riforma delle non autosufficienze. Se noi ci limiteremo a fare una riforma delle IPAB pubblico-privata, depubblicizzazione sì, depubblicizzazione no, IRAP sì o IRAP di un certo tipo, eccetera, non risolviamo il problema di queste strutture. Credo quindi che serva una riforma a 360 per la non autosufficienza, che tenga in considerazione qual è la situazione attuale, quindi rispetto all'invecchiamento della popolazione, rispetto all'asse della famiglia matriarcale di assistenza, ma anche rispetto, lo dobbiamo dire insomma, a quelli che sono oggi degli indicatori che ci sono, perché se è vero che oggi le IPAB sono in difficoltà, perché sappiamo cosa sono stati questi 18 mesi di pandemia e quindi anche nei confronti di costi sostenuti e di quant'altro, il problema del personale è molto annoso, molto molto forte, probabilmente non ha una facile soluzione oggi, dobbiamo dircelo, però è chiaro che da un punto di vista centrale, questo non per scaricare perché comunque la mia forza politica è al Governo, quindi non è che sto scaricando rispetto ad altre forze politiche, ma da un punto di vista centrale probabilmente non c'è stata e non c'è tuttora la cognizione di cosa sono queste strutture, non c'è ancora un'idea di chi si deve occupare della non autosufficienza.
Noi nel PNRR non troviamo una linea che dia sostegno, neanche a livello di investimenti, alle strutture per anziani; troviamo invece le linee che dicono: incentiviamo e potenziamo la domiciliarità. Benissimo, ma sappiamo che la domiciliarità non risolverà le situazioni che oggi sono all'interno delle case di riposo, non risolverà un invecchiamento della popolazione che avrà sempre più bisogno di un'assistenza di un certo tipo e non potrà essere assistito con cure domiciliari, come non c'è stato nessun intervento di sostegno. In Regione Veneto, voi sapete perché avete visto i provvedimenti, noi abbiamo investito, abbiamo trovato risorse per 22 milioni di sostegno diretto alle IPAB in difficoltà, abbiamo emesso altri 21 milioni con la quota d'accesso che poi diventerà, adesso faremo dei ragionamenti, se sarà sperimentale, strutturale, insomma, quindi una nuova quota con 21 milioni, proprio per andare incontro a quelle che sono state le esigenze di questo anno, però non c'è stata altrettanta attenzione a livello centrale. Questo ce lo dobbiamo dire.
Io continuo a ripeterlo che questa è terra di nessuno, perché non è terra del Ministro delle Politiche sociali che si occupa di non autosufficienza, non è terra del Ministro della Sanità che non si occupa di non autosufficienza, anche se ad oggi ci sono dei tavoli preposti, il Veneto fa parte però sono dei tavoli fermi, per le future riforme delle RSA.
Quindi io chiedo veramente a tutti noi, anche a chi ha anche ruoli di un certo tipo, di far passare questo messaggio, perché io credo che sia fondamentale che ci sia una presa di posizione complessiva di questo anche a livello nazionale e che ci metta nelle condizioni, anche noi Veneto, di poi fare una riforma che risponda effettivamente alle esigenze. Quindi risponda alle esigenze con le caratteristiche del Veneto, che ha delle caratteristiche con anche una quota importante di ancora settore pubblico. Noi abbiamo circa il 51% di pubblico e il 49% di privato e credo che sia un valore aggiunto, quindi un valore da mantenere, da sicuramente salvaguardare, ma che ci metta nelle condizioni, anche come riforma insomma generale, nazionale, che ci sarà, perché appunto è stata annunciata una riforma su questo settore, poi di declinarla a livello regionale.
Credo che così faremo effettivamente anche un bene complessivo, cercando di capire anche quelle che saranno le evoluzioni da questo punto di vista, proprio per andare incontro alle esigenze che abbiamo visto, che ci sono e che ci saranno anche domani perché è innegabile che non ci può essere, io credo, una presa di posizione ideologica per quello che c'è stato, ossia perché le RSA o le strutture per anziani hanno avuto degli episodi che vanno sicuramente visti, vanno capiti e, se c'è stata mala gestione, sicuramente anche imputati a chi di dovere, ma non possiamo pensare che le RSA non servano al nostro Paese, non servano al sistema sanitario e quindi che si possa solo fare una politica di deistituzionalizzazione o di incentivazione su quella che è la domiciliarità, perché il sistema non regge così.
Su questo io credo che sicuramente la Quinta Commissione – ho già parlato anche con la presidente Brescacin – si metterà a breve al lavoro proprio per cercare di audire più persone possibili, per cercare di avere un quadro complessivo su quelle che sono le esigenze e anche per – e chiudo – far passare un messaggio culturale anche rispetto a quello che è il personale. Oggi, come voi sapete, abbiamo carenze per quanto riguarda gli infermieri e dipendono sicuramente da una programmazione con le università e a livello nazionale, con cui stiamo lottando, ma abbiamo carenze anche per quanto riguarda le professioni tipo degli operatori socio-sanitari, nonostante abbiamo aumentato anche i corsi. Anche qui, quindi, c'è anche un passaggio culturale rispetto a una professione che deve essere salvaguardata, che deve sicuramente avere una dignità anche da un punto di vista economico, ma che deve essere anche spiegata rispetto a quello che è l'evolversi della popolazione, dell'invecchiamento e dell'assistenza che avrà sempre più bisogno.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Consigliere Possamai, vuole intervenire in discussione o in dichiarazione di voto? Aspetti un attimo. Se non ci sono altri interventi, chiudo la discussione generale e passiamo ora all'articolato.
Articolo 1.
Non ci sono emendamenti e non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo successivo, che è il n. 2.
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo successivo, che è l'articolo 2-bis.
Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo 2-bis.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo successivo, che è l'articolo 3.
Non ci sono richieste... consigliera Guarda, vuole intervenire sull'articolo?

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Colgo l'occasione di intervenire qui e già anticipo...

PRESIDENTE

Siccome siamo sull'articolo, interviene dopo in dichiarazione di voto.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Sì, va bene, intervengo dopo per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE

Okay. Perfetto.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto. Ci sono richieste, colleghi? Prenotatevi.
Collega Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Anticipo il voto di astensione che immagino si evinca dal voto sugli articoli, nel senso che è un'astensione benevola sul provvedimento in sé. Ci mancherebbe altro, è un provvedimento positivo. Però riprendo un po' il ragionamento dell'assessore Lanzarin, che sottoscriviamo dalla prima all'ultima parola nell'analisi che faceva di quanto accade a livello nazionale. È una responsabilità trasversale alle forze politiche, sia nel senso del Governo di oggi, che ha una trasversalità al suo interno, sia nel fatto che è una questione che si porta avanti da talmente tanti anni che la responsabilità è di più Governi.
Il punto, però, per cui ci asteniamo, l'hanno anticipato, in realtà, in buona misura le colleghe precedentemente, è che per poter dire alcune cose sul piano nazionale è molto importante fare bene i compiti a casa. E su questo fronte noi siamo inadempienti o, perlomeno, siamo ‒ lo diciamo tante volte; lo abbiamo detto tante volte ‒ una delle due Regioni italiane che, sul fronte della riforma delle IPAB, non ha ancora provveduto da vent'anni a questa parte.
Una volta, Assessore, ci è capitato in una trasmissione televisiva di parlarne e lei mi ha risposto: "Beh, tutto sommato, alla luce anche del Coronavirus, può essere che questa roba risulti utile, perché quello che stiamo vivendo oggi inevitabilmente porta a un ripensamento, per cui anche l'avessimo fatta prima avremmo dovuto metterci le mani". Posto che immagino non aveste previsto la pandemia, per cui il problema c'era, l'inadempienza c'era comunque, il punto è, però: non perdere ulteriore tempo.
Mi ricordo bene il presidente Zaia quando, nella prima seduta, e anche, devo dire, nell'ultima, in cui abbiamo avuto l'occasione di vederlo in Consiglio regionale qui presente, perché è venuto in Commissione, ma in Consiglio in presenza non è più venuto, tra i PdL che ha depositato c'era anche questo. Dopodiché, è rimasto un PdL probabilmente sul banco di Ciambetti o forse è sotto il banco, presidente Finco, dia un'occhiata, perché qui non si è più visto. Invece tutti sappiamo quanto quel provvedimento sia urgente e sia importante.
Condivido un altro pezzo del suo ragionamento, Assessore: quello sul fatto che, al di là delle IPAB, il tema è la non autosufficienza in senso lato. È fondamentale, però, che, al di là di dircelo qui a parole tra di noi, si parta su quel fronte. Noi abbiamo chiesto ‒ lo sa bene la presidente Brescacin ‒ con il Gruppo consiliare Partito Democratico, con le consigliere Bigon e Zottis, un percorso di audizioni in Commissione di tutte le realtà coinvolte su questo fronte, sia per gli aspetti più legati all'emergenza, quindi il tema di come le finanziamo e di come le aiutiamo ad affrontare ovviamente anche sul piano del personale che ricordava lei prima, un momento drammatico, ma anche sul piano prospettico. Se questo mandato, se questa legislatura, come più volte abbiamo sentito da voi, sarà quella buona per arrivare alla legge di riforma, è evidente che ci vuole un percorso lungo e articolato e che questo percorso prima o poi va cominciato.
La nostra richiesta forte è quella di avviarlo subito. Questo motiva l'astensione, non certo questo provvedimento, perché - e chiudo su questo - capisco quanto diceva prima, in particolare la consigliera Venturini, cioè concentriamoci su questo e del resto discuteremo. È evidente, però, che di fronte ad una goccia nel mare fai fatica a non valutare che su quel fronte il mare è in tempesta e che non si sta facendo a sufficienza, diciamo così, per solcare quelle onde e affrontare quel mare.
Questa è la richiesta che facciamo fortemente e sul piano naturalmente politico all'assessore Lanzarin: partiamo presto con questo percorso di riforma, perché se sarà lungo, come sarà, aspettare ancora rischia di fare del male a tutte le realtà e a tutte le strutture che in questo settore operano in Veneto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Sono contenta che altri colleghi di minoranza abbiano posto questa questione e cerchino insomma di affrontare, così come fin dall'inizio avevo necessità di condividere con quest'Aula, questo provvedimento, così come altri, che intervengono puntualmente su questioni ad hoc , che magari anche in questo caso sicuramente faranno del bene ad alcune realtà del territorio. Senza considerarle all'interno del panorama dell'urgenza socio-sanitaria del Veneto, dell'urgenza, non da un punto di vista di emergenza Covid, ma urgenza da un punto di vista della sostenibilità di questi servizi delegati all'interno del territorio, in una logica pluriennale, senza considerare questo intervento nell'ottica complessiva delle difficoltà che le IPAB stanno sopportando ormai non soltanto in questo ultimo anno e mezzo, ma ormai da quasi dieci anni, probabilmente non si ottiene il risultato sperato.
Per me è essenziale un aspetto: non si può pensare ad un provvedimento che interviene, pure positivamente, con una goccia all'interno però di un mare che è fatto di assenza politica in termini di risposta pratica, non in termini soltanto di promesse, un provvedimento del genere non fa bene alle famiglie che in questi anni hanno dovuto pagare e supplire all'assenza da un punto di vista meramente economica, ad esempio, della Regione, che da dieci anni non aumenta la quota sanitaria per pagare le rette delle case di riposo.
Se è da dieci anni che questo dato non viene aggiornato e i rincari vengono da sempre, alla fin fine, sostenuti dall'anziano e dalla sua famiglia, anche perché sfido chiunque con una pensione minima senza aiuto dei familiari a pagare 1.800 euro al mese, se non si interviene su questo, che è la base dell'azione in risposta alle richieste delle case di riposo e dei familiari ospitati all'interno delle case di riposo, lì manca il pilastro portante. Io capisco perfettamente e condivido anche l'attenzione ad una innovazione che ad oggi ci richiede di guardare non soltanto all'anziano in casa di riposo ma all'urgenza di rispondere a una parziale non autosufficienza, a una totale non autosufficienza, con servizi che superino anche semplicemente l'approccio della casa di riposo e quindi della residenza per anziani.
Sono d'accordo su questo perché auspico che anche con i nuovi fondi europei si possa aprire a un nuovo sistema di condivisione per affiancare l'anziano solo, l'anziano che non ha bisogno della casa di riposo, ma ha bisogno di un supporto parziale e non totale e su questo non ci piove. Ma pensare che questo sia sufficiente al momento per risolvere quella che è emergenza per molte famiglie credo che purtroppo non dia le speranze che, anche durante questa legislatura, ci eravamo ripromessi.
Siccome ogni anno si rimanda all'anno successivo la riforma delle case di riposo, che dovrà essere affrontata a prescindere dalla revisione nazionale, eccetera, ma è da vent'anni che dobbiamo farla, la dobbiamo fare, non è possibile attendere ogni anno il rimando all'anno successivo per approvare questa innovazione che è richiesta per avere chiarezza e anche per riuscire a gestire i servizi accessori necessari per il funzionamento delle case di riposo.
Non è possibile rimandare ad ogni anno e di fronte al continuo rimando, di fronte al continuo rimando anche dell'aumento delle quote sanitarie di responsabilità della Regione personalmente non mi sono mai sentita nelle condizioni di poter approvare un provvedimento che, ribadisco, non risponde se non a realtà singole che di questo beneficeranno, ma non dà risposta alle migliaia di famiglie che si ritrovano ormai da anni a bussare alle solite porte per richiedere almeno un intervento onesto della Regione a pagare le spese sanitarie necessarie per la sopravvivenza del servizio della casa di riposo e lasciare invece a loro quello che è di propria competenza, cioè semplicemente la parte sociale.
Ad oggi, i costi molto spesso sono invertiti, nel senso che molto spesso i costi vengono proprio sostenuti dalle famiglie e non dalla Regione del Veneto. Questo deve essere il nostro principale obiettivo, perché l'innovazione del servizio va di pari passo anche alla disponibilità e alla possibilità delle famiglie di poter far accedere a questi servizi i propri anziani. Non è possibile che tanto più oggi in Veneto ci siano famiglie che hanno diritto a essere aiutate adeguatamente dalla Regione per questo tipo di servizi, che debbano rinunciare a sostenere, per esempio, il proprio figlio, l'istruzione del proprio figlio, eccetera, perché sulle proprie spalle ricade un costo aggiuntivo mensile gravoso che una famiglia normale, con uno stato economico normale, non può sostenere.
Questo deve essere il principio su cui dobbiamo andare a riflettere, su cui dobbiamo andare ad intervenire da un punto di vista normativo, perché intervenire così, soltanto a singhiozzo, non fa bene alla risposta che ormai da dieci anni viene richiesta dall'intero territorio, a prescindere, appunto, dagli schieramenti politici.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento, quindi passiamo alla votazione del provvedimento.
Metto in votazione il progetto di legge n. 71.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora al punto successivo, che è il progetto di legge n. 58 dei consiglieri Rizzotto, Bet e Michieletto.
PUNTO
7



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI RIZZOTTO, BET E MICHIELETTO RELATIVA A "MODIFICA DELLA LEGGE REGIONALE 10 OTTOBRE 1989, n. 40 "DISCIPLINA DELLA RICERCA, COLTIVAZIONE E UTILIZZO DELLE ACQUE MINERALI E TERMALI"". (PROGETTO DI LEGGE N. 58) INIZIO

Relazione della Seconda commissione consiliare.
Relatore: consigliere Fabrizio Boron. Correlatore: consigliera Elena Ostanel

PRESIDENTE

Relatore è il consigliere Boron. Prego, collega, se vuole presentare il progetto di legge, faccia richiesta di parola sull'applicazione.

Fabrizio BORON (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Il presente progetto di legge propone alcune modifiche alla legge regionale 40 dell'89, "Disciplina della ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali e termali", che riguardano in particolare le procedure di rilascio dei permessi di ricerca delle concessioni. La proposta, oltre a configurare norme di semplificazione procedurali è volta, perlopiù, ad adeguare la disciplina regionale alle normative sopravvenute, in particolare la direttiva comunitaria Bolkestein, che prevede alcune prescrizioni in materia di tutela della concorrenza.
Inoltre, per l'esercizio delle funzioni meramente gestionali in materia di acque, è stata introdotta nella legge la sostituzione degli organi politici con la Struttura regionale competente nella materia delle acque minerali e termali al fine di semplificare e snellire i procedimenti amministrativi.
Nel suo complesso, l'intervento porta comunque a rilevare la necessità di un'urgente revisione organica della materia regionale rispetto al mutato assetto della disciplina nell'ordinamento e, quindi, all'elaborazione di un quadro normativo completo, nuovo e innovativo, che risponda alle attuali esigenze del settore.
Nella proposta sono previsti, pertanto, alcuni adeguamenti e coordinamenti con le vigenti normative, come il riferimento alla Commissione tecnica per le attività estrattive per l'adozione del Piano regionale delle acque minerali e termali, istituita con la legge regionale 7 settembre 1982, n. 44 , e ora sostituita con l'articolo 13 della legge regionale 16 marzo 2018, n. 13 "Norme per la disciplina delle attività di cava", e il rinvio alle procedure previste dalla legge regionale n. 4/2016 in materia di VIA, che in caso di domanda, permesso di ricerca o domanda di concessione, si esprime anche in luogo della CTRAE, in modo da evitare un doppio passaggio consultivo, come peraltro previsto dalla legge regionale in materia di cave, mentre sotto l'aspetto della semplificazione vengono aggiornate e riviste le procedure per i permessi di ricerca e per le concessioni di acque minerali e termali. Al riguardo, si sottolineano come riferimento al permesso di ricerca: la determinazione dell'importo delle garanzie finanziarie da presentare sulla base del costo stimato, per una corretta ricomposizione dell'area, nel caso in cui la stessa non sia oggetto di successiva concessione e dell'importo di una annualità del diritto proporzionale annuo che il titolare deve pagare; la riduzione da 30.000 a 3.000 euro del diritto proporzionale annuo che il ricercatore deve corrispondere alla Regione per ogni ettaro o frazione di ettaro della superficie compresa nell'area del permesso per le acque minerali e di sorgente.
Relativamente, invece, alle procedure per la concessione di acque minerali e termali, si evidenziano: la revisione della documentazione da allegare alla domanda; l'esplicito riferimento alle procedure e alle modalità di evidenza pubblica per l'assegnazione delle concessioni, in sintonia con i princìpi comunitari di concorrenza e libertà di stabilimento; l'indicazione dell'importo delle garanzie finanziarie stimate sulla base dei costi per la corretta composizione dell'area e del versamento di almeno due annualità del diritto proporzionale, che dovrà essere adeguato ogni quadriennio su base Istat; l'obbligo, in capo al concessionario, di comunicare alla struttura regionale competente in materia di acque minerali e termali le eventuali variazioni delle cariche sociali, nonché le modificazioni dello Statuto entro 30 giorni dalla loro approvazione; l'acquisizione del parere CTRAE e non della Commissione consiliare competente in materia, trattandosi, nella fattispecie indicata, di attività tecnica e gestionale.
Nel procedimento di rilascio di permesso di ricerca e di concessione è stato inoltre inserito il parere della gestione unica di cui all'articolo 20 della legge regionale n. 40 dell'89, qualora permesso o concessione riguardino l'area o il bacino idro-minerario in cui è stata costituita la gestione unica.
La proposta prevede inoltre un criterio di premialità nel rilascio delle concessioni a fronte di un razionale utilizzo del calore derivante dall'esercizio delle concessioni termali finalizzato al recupero dell'energia termica.
Viene poi introdotto l'istituto del differimento del termine di scadenza della concessione, prevedendosi che al titolare che abbia presentato domanda di differimento prima della scadenza del termine della concessione possa essere accordato il differimento della scadenza della concessione fino alla conclusione delle procedure avviate in applicazione delle direttive di cui al comma 1 dell'articolo 14. Ciò al fine di garantire, senza soluzione di continuità, l'approvvigionamento della risorsa agli stabilimenti.
A fronte dell'introduzione del differimento viene poi eliminata, in conformità alla normativa europea, la possibilità del rinnovo della concessione senza l'adozione delle apposite procedure ad evidenza pubblica.
Viene altresì disposto un adeguamento della normativa regionale all'articolo 1, comma 1094 della legge 27 dicembre 2017, n. 205 "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e pluriennale per il triennio '18-'20", che prevede che in determinati casi e a determinate condizioni non trovino applicazione le disposizioni di cui al decreto legislativo 59/2010, attuativo della citata direttiva Bolkestein e possa dunque essere concesso il rinnovo.
La proposta prevede infine di ampliare l'elenco dei contenuti del programma annuale dei lavori presentato dal concessionario all'approfondimento di pozzi esistenti in aggiunta all'apertura di nuovi pozzi, la captazione di nuove sorgenti, la somministrazione a terzi di acque minerali e termali, interventi di straordinaria manutenzione.
Gli ultimi articoli, infine, contengono rispettivamente le disposizioni transitorie, le abrogazioni, le clausole di neutralità finanziaria e le indicazioni relative all'entrata in vigore della legge.
Il progetto di legge è stato presentato alla Presidenza del Consiglio il 28 aprile 2021 assumendo il n. 58 dei progetti depositati. Ha acquisito il parere favorevole delle Autonomie Locali e della Prima Commissione ai sensi dell'articolo 66 del Regolamento, avvalendosi in sede di esame dell'assistenza giuridica del Servizio Affari Giuridici e Legislativi del Consiglio e dell'assistenza della Direzione della Difesa del Suolo della Giunta.
La Seconda Commissione, nella seduta del 9 settembre 2021, ha concluso i propri lavori in ordine al progetto di legge con l'approvazione a maggioranza. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Do ora la parola alla correlatrice Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Uso questo momento di relazione per entrare in un punto, quello più critico che è stato anche citato dalla relazione del collega Boron: intervenire ora in maniera parziale in una legge, dopo 32 anni che si aspetta invece una revisione molto più approfondita di una norma che, ovviamente, dopo tutti questi anni ha bisogno di un adeguamento forte, è ovviamente il primo punto problematico di un progetto di legge ordinamentale per mettere a posto alcune questioni ordinamentali su una norma, norma che però, come anche lei nella relazione giustamente ha detto, ha bisogno di una revisione organica.
Tra l'altro, in questo ordinamentale è stato molto complicato lavorare nella Commissione Seconda nonostante abbiamo avuto ovviamente molto tempo per farlo e ci sono state anche molte proposte di emendamenti perché ci si collega operativamente ad altre leggi ed è stata un'operazione difficile da portare avanti anche all'interno della Commissione. Tutto questo è riferito anche all'interno della documentazione delle schede del Legislativo che raccontano anche alcune criticità di questa norma.
Ovviamente, come ha già detto la relazione, il motivo di questa proposta di legge ordinamentale appare nascere dalla necessità di adeguamenti normativi, secondo appunto la relazione, ad adeguare questa disciplina regionale alle normative sopravvenute, in particolare alla direttiva Bolkestein, che prevede alcune prescrizioni in materia di tutela della concorrenza.
Domanda, che però sorge spontanea, è: Bolkestein arriva qualche anno fa, cosa abbiamo fatto, comunque, in tutti questi anni nella gestione di una risorsa così preziosa come quella geotermica e perché arriviamo solo oggi a fare un adeguamento normativo?
Poi c'è una questione, io credo, importante, all'interno di questa norma: il collega Boron ha citato giustamente che un articolo pone anche la questione dell'uso energetico di questa risorsa compatibilmente con il fatto che non possa essere né un uso prevalente, né un uso che toglie la possibilità di usarlo a scopi sanitari, che io credo sia molto importante e sia stato recepito dai lavori della Commissione, anche su mia proposta.
La questione vera e fondamentale è che la differenza tra quell'articolo che lei ha citato e l'emendamento che io avevo proposto all'articolo 55-bis è che oggi questo inserimento apre uno spiraglio, ma finché noi non lavoreremo alla revisione organica della legge che citavamo prima, questa questione non riuscirà ad essere affrontata in modo organico, anche perché manca la norma nazionale.
Qui, siccome varie forze politiche siedono anche al Governo, probabilmente c'è un lavoro da fare, io credo, perché esiste la possibilità concreta che quel delta che non viene utilizzato possa essere utilizzato solo per gli edifici pubblici e quindi con un controllo che questa non sia una monetizzazione di una risorsa di poterla utilizzare. Non ho presentato emendamenti su questo punto perché effettivamente c'è stato un recepimento, ma io credo che perché ci sia un reale recepimento di questa proposta bisogna, appunto, lavorare a monte.
Non spenderò altro tempo nello specifico sul provvedimento, perché credo che avremo modo di discutere articolo per articolo, però il tema vero è che, al di là dell'uso energetico della risorsa di cui ho appena parlato, qui c'è un tema di un bacino intero, che è quello che forse più conosco, che è quello dell'area di Abano Montegrotto, i Colli Euganei, un complesso termale enorme, grande, che in questo periodo in particolare, con l'emergenza Covid, ha subìto un pesante impatto e ricordiamo anche che in questa pandemia solo una decina di alberghi su 80 sono rimasti aperti.
Probabilmente, oltre ad un adeguamento ordinamentale utile sicuramente, oltre al fatto che serve revisionare una norma vecchissima di 32 anni, forse sarebbe utile che il ripensamento dell'uso di una risorsa così importante per alcuni territori fosse elaborata davvero e condivisa anche con gli operatori locali tutti quanti: gli albergatori, gli amministratori, le associazioni di categoria, che lì hanno in quella risorsa la più grande risorsa economica che gli permette poi di fare attività, ovviamente l'acqua.
Ci tenevo a esprimerlo nella relazione. Per mio posizionamento e spero anche di altri è un bene pubblico e che quindi l'uso, anche se misto, termale e magari anche energetico deve comunque garantire che l'uso sia a beneficio di tutti senza creare concorrenza sleale. Quindi bene che ci siano norme per la trasparenza, anzi che la trasparenza, non solo nelle concessioni ma eventualmente anche in altre modalità, venga effettivamente attuata.
Chiudo qui la mia correlazione.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Chiudiamo qui il Consiglio di oggi.
È convocata la Capigruppo subito dopo il Consiglio, quindi invito i Capigruppo a rimanere in Aula.
Per il Consiglio della prossima settimana sarete convocati a domicilio.
Buona serata a tutti.
La Seduta termina alle ore 18.15
Il Consigliere segretario
Erika BALDIN

Il Presidente
Nicola Ignazio FINCO

Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Paola Lombardo
Verbale n. 33 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 33
MARTEDì 14 SETTEMBRE 2021


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTI FRANCESCA ZOTTIS E NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 33a seduta pubblica – martedì 14 settembre 2021
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 34 dell'11 marzo 2021.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 13925 del 9 settembre 2021.

Il Presidente CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 14.17.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda .

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che il Presidente della Giunta regionale Zaia è in congedo.

Punto n. 2) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punti n. 3) e 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze

e


Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 164 del 30.06.2021
presentata dai consiglieri Guarda, Lorenzoni, Baldin e Ostanel
"Sulla esenzione delle indennità percepite per tirocini di inclusione sociale"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Donazzan che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 168 del 08.07.2021
presentata dai consiglieri Montanariello, Giacomo Possamai, Bigon, Camani, Zanoni e Zottis
"Slittamento inizio anno scolastico 2021-2022: il Presidente Zaia eviterà in futuro di annunciare e smentire decisioni, disorientando i cittadini?"

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Donazzan che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 176 del 28.07.2021
presentata dalla consigliera Ostanel
"Sfruttamento lavorativo, il Veneto non è esente, il caso a Grafica Veneta, quali sono le contromisure previste?"

e la

Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "Sull'ipotesi di caporalato presso Grafica Veneta e sull'art. 6 dello Statuto della Regione del Veneto." (Interrogazione a risposta scritta n. 113).  [RESOCONTO]


Intervengono le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRI n. 176 e Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRS n. 113.

Interviene l'assessora Donazzan che risponde per conto della Giunta regionale congiuntamente alle due interrogazioni.

In sede di replica intervengono le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Guarda (Europa Verde).

Il PRESIDENTE ricorda le recenti vittime di femminicidio Chiara Ugolini e Rita Amenze e chiede un minuto di silenzio per ricordare tutte le vittime femminicidio.

L'Aula osserva un minuto di silenzio.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Disegno di legge relativo a "Disposizioni di adeguamento ordinamentale 2021 in materia di governo del territorio, viabilità, lavori pubblici, appalti e ambiente". (Progetto di legge n. 50) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 27/2021) (Titolo modificato)  [RESOCONTO]


Prosecuzione dell'esame del progetto di legge in oggetto iniziato nella 32a seduta di martedì 7 settembre.

Il PRESIDENTE dà 5 minuti di tempo per la presentazione di eventuali subemendamenti all'emendamento n. A25 presentato dal correlatore.

Gli emendamenti nn. A14, A15 e A17 ognuno aggiuntivo di un articolo, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati e inseriti rispettivamente come articoli 13, 14 e 15.

La seduta è sospesa alle ore 14.59.

La seduta riprende alle ore 15.05.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) sull'ordine dei lavori.

L'emendamento n. A13 aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 17.

Sull'emendamento n. A16, aggiuntivo di un articolo, intervengono le consigliere Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Camani (Partito Democratico Veneto), Guarda (Europa Verde) e l'assessora De Berti.

Gli emendamenti nn. A16 e A19 , ognuno aggiuntivo di un articolo, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati e inseriti rispettivamente come articoli 16 e 18.

Sull'emendamento n. A2, all'articolo 11, intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), Bet (Zaia Presidente), Formaggio (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni), Guarda (Europa Verde) e Rizzotto (Zaia Presidente).

L'emendamento n. A2, all'articolo 11, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Il PRESIDENTE sospende la seduta per permettere alla Commissione consiliare competente di esprimere parere sull'emendamento n. A25.

La seduta è sospesa alle ore 15.37.

La seduta riprende alle ore 15.45.

Assume la Presidenza la Vicepresidente Francesca Zottis.

Sull'emendamento n. A25, all'articolo 11, intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto), Rizzotto (Zaia Presidente) e Bet (Zaia Presidente).

Durante l'intervento del consigliere Zanoni assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

L'emendamento n. A25, all'articolo 11, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'articolo 11 intervengono in discussione generale i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto) e Bet (Zaia Presidente).

L'articolo 11 posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inserito come articolo 19.

L'emendamento n. A3, all'articolo 12, illustrato dal consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'articolo 12 interviene in discussione generale il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto).

L'articolo 12 posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inserito come articolo 20.

Sull'emendamento n. A1 aggiuntivo di un articolo intervengono i consiglieri Razzolini (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) che lo illustra e lo ritira.

Sull'ordine dei lavori intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Villanova (Zaia Presidente) e Zanoni (Partito Democratico Veneto) che fa proprio l'emendamento n. A1.

Sull'emendamento n. A1 aggiuntivo di un articolo interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Durante l'intervento della consigliera Ostanel assume la Presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Sull'emendamento n. A1 intervengono i consiglieri Villanova (Zaia Presidente), Rizzotto (Zaia Presidente), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) e Zanoni (Partito Democratico Veneto) che lo ritira.

Durante l'intervento del consigliere Villanova assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erica Baldin.

Gli articoli 13 e 14 posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inseriti rispettivamente come articoli 21 e 22.

La seduta è sospesa alle ore 16.52.

La seduta riprende alle ore 17.03.

In dichiarazione di voto finale sul progetto di legge intervengono i consiglieri Zanoni (Partito Democratico Veneto) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Ciambetti, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

Baldin, Bigon, Camani, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Boron, Brescacin, Centenaro, Rizzotto, Barbisan, Bisaglia, Cavinato, Cestaro, Giacomin, Michieletto, Sandonà, Scatto, Vianello, Zecchinato, Maino, Villanova, Andreoli, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Finco, Pan, Puppato e Rigo relativa a "Modifica dell'articolo 44 della legge regionale 29 dicembre 2017, n. 45 "Collegato alla legge di stabilità regionale 2018"". (Progetto di legge n. 71) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 28/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Boron (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Quinta commissione consiliare, e Bigon (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Quinta commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Baldin (Movimento 5 Stelle), Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto), Soranzo (Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni) e l'assessore Lanzarin.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

Si passa all'esame degli articoli.

I quattro articoli che compongono il progetto di legge, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

In dichiarazione di voto finale intervengono i consiglieri Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) e Guarda (Europa Verde).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Baldin, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Bozza, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Ciambetti, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Pan, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Soranzo, Speranzon, Sponda, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Bigon, Camani, Guarda, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Punto n. 7) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Rizzotto, Bet e Michieletto relativa a "Modifica della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 "Disciplina della ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali e termali"". (progetto di legge n. 58) INIZIO  [RESOCONTO]

Intervengono i consiglieri Boron (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Seconda Commissione consiliare, e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che svolge la relazione di minoranza per conto della Seconda Commissione consiliare.

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 18.15.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
MONTANARIELLO Jonatan
BET Roberto
OSTANEL Elena
BIGON Anna Maria
PAN Giuseppe
BISAGLIA Simona
PICCININI Tomas
BORON Fabrizio
POSSAMAI Giacomo
BOZZA Alberto
POSSAMAI Gianpiero
BRESCACIN Sonia
PUPPATO Giovanni
CAMANI Vanessa
RAZZOLINI Tommaso
CAVINATO Elisa
RIGO Filippo
CECCHETTO Milena
RIZZOTTO Silvia
CENTENARO Giulio
SANDONA' Luciano
CESTARI Laura
SCATTO Francesca
CIAMBETTI Roberto
SORANZO Enoch
DOLFIN Marco
SPERANZON Raffaele
FAVERO Marzio
SPONDA Alessandra
FINCO Nicola Ignazio
VENTURINI Elisa
FORMAGGIO Joe
VIANELLO Roberta
GEROLIMETTO Nazzareno
VILLANOVA Alberto
GIACOMIN Stefano
ZANONI Andrea
GUARDA Cristina
ZECCHINATO Marco

ZOTTIS Francesca








LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
Erika BALDIN




IL PRESIDENTE
Nicola Ignazio FINCO











N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Paola Lombardo