ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 21/09/2021 n. 34

Resoconto n. 34 - 11^ legislatura
Resoconto 34 a Seduta pubblica
Martedì, 21 settembre 2021
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO
La Seduta inizia alle ore 14.13

PRESIDENTE

Diamo inizio alla 34a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 0014245 del 16 settembre 2021.
PUNTO
1



APPROVAZIONE DEI VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intendono approvati i processi verbali della 32^ seduta pubblica del 7 settembre 2021 e della 33^ seduta pubblica del 14 settembre 2021.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Hanno comunicato congedo
Luca ZAIA
Giuseppe PAN
Alberto BOZZA
I congedi sono concessi.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTO
4



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

PRESIDENTE

Passiamo ora alle interrogazioni e alle interpellanze.
Mi sembra ce ne siano due: la prima è della collega Venturini, che non vedo ancora collegata, quindi passiamo a quella dei colleghi Zanoni, Bigon, Zottis e Baldin.

Interrogazione a risposta immediata n. 174 del 26 luglio 2021 presentata dai Consiglieri Andrea Zanoni, Erika Baldin, Anna Maria Bigon e Francesca Zottis relativa a: "LA GIUNTA REGIONALE QUANDO INDIVIDUERÀ I COMUNI NEI QUALI SONO UBICATE STRUTTURE AGRICOLO-PRODUTTIVE NON DESTINATE ALL'AGRICOLTURA E ALL'ALLEVAMENTO E UTILIZZABILI PER FINALITÀ DI LOCAZIONE TURISTICA?"

Risponde l'Assessore... è l'interrogazione n. 174.
Prego, assessore Calzavara.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Posso illustrarla, Presidente?

PRESIDENTE

Va bene, prego, collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Tutti ricorderanno che, con una norma inserita nella scorsa legislatura, esattamente tramite la legge regionale 25 luglio 2019, n. 29 , è stato inserito l'articolo 44 bis alla legge sull'urbanistica, dove si è praticamente specificato che le strutture agricolo-produttive non più utilizzate per le esigenze dell'agricoltura e dell'allevamento che siano ubicate nei territori e Comuni individuati con provvedimento della Giunta regionale possono essere utilizzati per finalità di locazione turistica in deroga ad alcune norme della stessa legge 11.
Questa è una norma del 2019. L'interrogazione che abbiamo depositato io, le colleghe Bigon, Zottis e Baldin è del 26 luglio 2021, quindi a distanza esatta di due anni non ci risulta esserci questo provvedimento della Giunta e quindi la domanda è: quando verranno attuate le disposizioni di questo articolo 41 bis?

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Prego, assessore Calzavara per la risposta.

Ass.re Francesco CALZAVARA

Grazie. Buongiorno a tutti.
Va evidenziato che la norma in esame, pur se inserita all'interno della legge regionale n. 11/2004 "Norme per il governo del territorio in materia di paesaggio", fa riferimento a contenuti e aspetti disciplinati dalla legge regionale 11/2013 "Sviluppo e sostenibilità del turismo veneto", di cui infatti richiama l'articolo 11, relativo all'ambito dei sistemi turistici, l'articolo 25 sulle tipologie di strutture ricettive alberghiere e l'articolo 27 inerente le locazioni turistiche.
La stesura del provvedimento di cui trattasi presenta aspetti di indubbia complessità, in quanto i temi trattati implicano l'intersezione dei diversi ambiti ed il concorso coordinato di più discipline. In particolare, oltre al tema principale relativo alla disciplina relativa all'attività ricettiva, il provvedimento riguarda aspetti riconducibili alla tutela della salute e dell'ambiente, alla tutela e edificabilità del terreno agricolo, alla pianificazione urbanistica con particolare riguardo a quello di livello comunale, alla tutela e salvaguardia del paesaggio e dei relativi vincoli, oltre ad alcune discipline specifiche come quelle relative al sito UNESCO delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.
Ed è proprio con riferimento a quest'ultimo caso che, attraverso anche il lavoro delle varie Amministrazioni locali interessate dal bene UNESCO citato, che stanno adeguando i propri strumenti urbanistici al disciplinare tecnico approvato con DGR 1507/2019, che le Direzioni regionali interessate stanno definendo un modello sperimentale di applicazione dell'articolo 44 bis non potendo ovviamente considerare l'intero territorio agricolo veneto e le sue molteplici peculiarità.
Con riferimento alla complessità e interdisciplinarietà dei contenuti del provvedimento da adottarsi da parte della Giunta, si rammenta che esso non si limita solo a individuare i Comuni nei quali sono ubicate strutture agricole produttive non destinate all'agricoltura e all'allevamento e utilizzabili per finalità di locazione turistica, ma anche, ai sensi del comma 2 del citato articolo 44 bis:
"a) Detta i criteri e le modalità attuative da osservarsi per la realizzazione degli interventi di riqualificazione delle strutture di cui al presente articolo, anche in deroga alle prescrizioni degli strumenti urbanistici e territoriali e dei regolamenti edilizi, incentivando l'utilizzo di innovativi sistemi autonomi di raccolta e smaltimento dei reflui e di produzione di acqua sanitaria ed eventualmente anche di energia per l'utilizzo all'interno della singola struttura nel rispetto della normativa vigente in materia di tutela della salute e dell'ambiente.
b) Individua i limiti dimensionali massimi di volume e superficie coperta utilizzabili nelle strutture di cui al comma 1".
Allo stato attuale è in corso un'attività istruttoria da parte delle Direzioni interessate al fine di garantire il necessario approfondimento tecnico e giuridico propedeutico alla stesura del provvedimento di cui trattasi.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Consigliere Zanoni, vuole rispondere in replica? Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Sì, Presidente. È comprensibile effettivamente che ci siano delle istruttorie da farsi per definire quali sono questi Comuni che la Giunta deve individuare e che ci siano delle difficoltà, probabilmente non solo di ordine tecnico e procedurale, ma anche di altro tipo. Sta di fatto che quando venne approvata questa norma che, ricordo benissimo, fu frutto di un emendamento presentato durante il dibattito in Aula, quindi è un emendamento dai contenuti che non erano mai stati vagliati dai Commissari della relativa Commissione Ambiente e Infrastrutture del Consiglio regionale, di fatto ha prodotto dei risultati per ora pari a zero perché, a distanza di due anni, ancora i funzionari stanno lavorando e, a ragion veduta credo, perché effettivamente andare a mettere mano alle norme urbanistiche del turismo con delle deroghe così importanti in territori speso vincolati sia veramente un terreno minato.
Quello che mi viene a dire a questo punto è: cerchiamo di fare delle norme in maniera più oculata, discussa, partecipata, ponderate, evitando di, tra l'altro, creare aspettative nei territori come queste perché tutti quelli che avevano un pollaio, una stalletta, un garage, che avevano un'attività agricola in determinate...

PRESIDENTE

Collega Zanoni, il tempo.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Concludo. In determinate realtà si erano già leccati i baffi e sta di fatto che sono ancora a bocca asciutta. Questo non credo vada bene.
PRESIDENTE
Grazie.
PUNTO
5



INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4, DEL REGOLAMENTO.

PRESIDENTE
Passiamo ora al punto successivo. Abbiamo quattro interrogazioni a risposta scritta.
La prima è la n. 101 della collega Guarda.

Interrogazione a risposta scritta n. 101 del 11 giugno 2021 presentata dal Consigliere Cristina Guarda relativa a: "NUOVO CAMPO POZZI DI BELFIORE (VR): È EFFETTIVAMENTE MESSO IN ESERCIZIO? SONO EFFETTUATE LE ANALISI QUALITATIVE DELLE ACQUE?"

Prego, collega.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti i colleghi. Auguro buon lavoro a tutti quanti.
Inizio questo questa seduta del Consiglio regionale con un tema che è all'ordine del giorno quantomeno proprio oggi in questa giornata sulla stampa per l'annosa questione dell'inquinamento da PFAS, in questo caso anche per quanto riguarda la contaminazione degli alimenti, un tema su cui negli scorsi anni vi ho e vi abbiamo interrogato più volte.
Ma oggi siamo qui a parlare della rete acquedottistica perché, come molti sapranno, magari non tutti, la zona contaminata da PFAS, che interessa più di 350.000 persone nella zona cosiddetta rossa, ecco, questa area dovrebbe avere la sostituzione del sistema acquedottistico, al momento filtrato doppiamente per gestire la contaminazione non soltanto da PFAS a catena lunga, ma specie di quelli a catena corta, quelli più difficili da gestire e anche probabilmente più dannosi. La sostituzione avviene attraverso diverse direttrici, diverse matrici.
Una di queste proviene da Belfiore e appunto, all'interno del programma definitivo del 2019 "Messa in sicurezza delle fonti idropotabili contaminate da sostanze perfloroalchiliche (PFAS)" si parla appunto del progetto di adduzione primaria da fonti idropotabili alternative con la realizzazione di un nuovo campo pozzi di Belfiore, progettato e presentato da Acque Veronesi, che appunto consentirebbe di andare a fornire 250 litri al secondo di acqua priva di perfluoroalchilici.
Ad aprile scorso è stata annunciata l'imminente messa in esercizio del nuovo campo pozzi realizzato da Acque Veronesi, con anche delle affermazioni piuttosto positive del Presidente durante una delle sue innumerevoli conferenze stampa. In quell'occasione disse: "250 litri al secondo di acqua nuova, perfettamente pulita da bere senza alcun timore sono anche un'onda di speranza nel futuro". Cosa assolutamente non indifferente, però, appunto, dichiarava anche all'epoca che nell'arco di qualche giorno avremmo avuto questa consegna immediata insomma e connessione immediata dell'acqua proveniente dai pozzi di Belfiore.
Considerata la rilevante funzione ascritta appunto all'opera qui descritta, a questo punto - all'epoca era il giugno del 2021, per cui essenzialmente quasi quattro mesi fa, alla luce della notizia che perveniva rispetto all'operatività di questi pozzi - ho chiesto al Presidente della Giunta regionale e all'Assessore regionale all'Ambiente se il nuovo campo pozzi di Belfiore, di cui alle premesse, era stato effettivamente messo in esercizio, ed eventualmente di spiegare quando, e se, ai fini della preventiva messa in esercizio, sono state svolte analisi qualitative delle acque e, se sì, con quali esiti.
Grazie mille.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Risponde l'assessore Bottacin. L'ho visto collegato.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Prego, Assessore.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Al fine di argomentare in modo puntuale ed esaustivo in ordine al contenuto ed ai quesiti formulati nell'interrogazione in esame, i competenti uffici regionali hanno richiesto specifiche informazioni al gestore del servizio idrico integrato Acque Veronesi in qualità di soggetto attuatore dell'intervento per conto del Commissario delegato, dottor Nicola Dell'Acqua, per i primi interventi urgenti di Protezione civile, in conseguenza della contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche nelle falde idriche nei territori delle Province di Vicenza, Verona e Padova, ottenendo dalla citata società gli elementi conoscitivi che di seguito si riportano.
I lavori previsti per il campo pozzi di Belfiore si sono conclusi nel mese di aprile corrente anno; successivamente si è proceduto con le attività di lavaggio e disinfezione delle condotte ai fini della messa in esercizio, terminate il giorno 10 maggio del corrente anno. Sono tuttora in corso le attività necessarie per la fornitura di energia elettrica necessaria per il funzionamento delle pompe. Sono, inoltre, in corso analisi di potabilità della risorsa idrica da parte della competente ULSS 9 Scaligera la cui conclusione, con il pronunciamento del giudizio di potabilità, è prevista entro breve termine.
Per le motivazioni sopra esposte, l'impianto, pur essendo concluso, non è attualmente in esercizio.
Per quanto riguarda gli aspetti qualitativi relativi alla risorsa idrica prelevata, le relative analisi sono state condotte dal gestore fin dalla fase progettuale, con prelievi da pozzo spia, dimostrando la conformità della risorsa idrica disponibile nella falda acquifera all'uso potabile; dalla conformità delle risorse ai fini idropotabili, in base alle analisi propedeutiche effettuate, si è preso atto nel parere n. 75 dell'8 maggio 2019 del Comitato regionale VIA, allegato al decreto della Direzione Commissioni valutazioni n. 45 del 21 maggio 2019, con il quale è stato rilasciato il provvedimento favorevole di VIA in merito all'intervento.
Conclusa la realizzazione delle opere si è proceduto con le attività propedeutiche alla messa in esercizio, comprensive di un monitoraggio sistematico della qualità dell'acqua prelevata da tutti i pozzi analizzati, confermando le risultanze analitiche del precedente pozzo spia, ora divenuto definitivo.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega, Guarda, vuole replicare? Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Assessore, della risposta.
Evidentemente è una risposta che ha all'interno alcune parti di chiarezza, cioè il primo punto essenziale è il fatto che ci troviamo di fronte ad annunci fatti durante le dirette del Presidente della Regione del Veneto, che, preso da una solita premura di annunci o patologia di "annuncite", ha dato informazioni ai cittadini del Veneto contaminati dai perfluoralchilici non esatte, inesatte, se non appunto del tutto – oggi comprendiamo – lontane dalla realtà dei fatti.
Pertanto è evidente che il campo pozzi non è ancora operativo e di questo attenderemo notizie rispetto a quando verrà a concludersi la fase di analisi stagionali delle acque previste appunto a carico dell'ULSS di competenza, però, da questo punto di vista, mi permetto di chiedere anche ulteriormente chiarimenti - e leggerò meglio anche la risposta - rispetto alle analisi condotte fino ad oggi anche dalla stessa Acque Veronesi proprio per una garanzia di trasparenza dei risultati di queste analisi delle acque, perché, vede, a seguito di un accesso agli atti avvenuto negli scorsi anni con cui dal Commissario mi è stata data la documentazione relativa alle autorizzazioni di questo campo pozzi, si può rilevare una serie di criticità rispetto ai valori ma anche ai dati presenti all'interno di questa documentazione. Anzitutto, in alcune analisi riportate all'interno della documentazione pervenuta, si verifica come addirittura in una delle analisi l'acqua superasse i limiti consentiti della temperatura per la distribuzione a scopo idropotabile di acqua prelevata proprio dal punto di assaggio del campo pozzi poi costruito a Belfiore.
Parallelamente vi erano anche notizie rispetto al rischio di presenza di manganese in questo caso e di altri elementi di criticità al limite proprio della tollerabilità e, di conseguenza, avvisando che, appunto, quella falda avrebbe potuto presentare in futuro delle criticità da un punto di vista proprio di qualità delle acque.
Parallelamente la cosa che ci ha stupito enormemente e mi ha stupito enormemente è il fatto di vedere scelta una falda superficiale che nella stessa documentazione non risulta avere nessuno strato protettivo sopra di essa, nessuno strato di argilla o di roccia capace di proteggere da eventuali percolamenti di sostanze dalla superficie, dal piano campagna e se a questo aggiungiamo il fatto che all'interno di questa documentazione non esiste in nessun carotaggio oltre 22 metri, nonostante il punto di assaggi di prelievo sia da 50 metri di profondità, la cosa naturalmente ci mette in difficoltà e naturalmente ci incoraggia ad approfondire questa questione, pur rilevando che sicuramente è necessario e importante andare a sostituire le fonti inquinate da perfluoroalchilici, ma gli 80 milioni e i milioni che poi a livello territoriale i diversi enti gestori hanno messo sul tavolo per poter risolvere l'emergenza da perfluoroalchilici, gli 80 milioni del Governo nazionale che negli anni scorsi, appunto, ci sono stati poi alla fin fine anche garantiti dopo numerose sollecitazioni e battaglie, devono essere spesi al meglio, non per soluzioni solamente di breve termine, specialmente quando si parla di iniziative che sono rivolte a fornire acqua che deve essere in garanzia, in un'ottica non di qualche anno ma di decenni, se non centinaia di anni, disponibile per un territorio che ha già subìto un enorme torto.
Per questo motivo ribadisco, probabilmente chiederei una maggiore attenzione, ma allo stesso tempo di darci in maniera molto trasparente quelle che sono le informazioni rispetto alle qualità delle acque, proprio perché noi, specialmente coloro che utilizzeranno quest'acqua in futuro, dobbiamo avere le sufficienti garanzie che questi siano progetti che non sono fatti soltanto come tappabuchi, ma effettivamente come risposta ad una prevenzione sanitaria che per noi è prioritaria.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo all'interrogazione successiva, sempre presentata dalla collega Guarda.

Interrogazione a risposta scritta n. 103 del 15 giugno 2021 presentata dal Consigliere Cristina Guarda relativa a: "BACINO DI LAMINAZIONE SUL TORRENTE ASTICO NEI COMUNI DI BREGANZE E SANDRIGO - PRIMO STRALCIO, CITTADINI E AMMINISTRATORI LOCALI SEGNALANO MOLTE CRITICITÀ AMBIENTALI: QUALI LE INTENZIONI DELLA REGIONE, ALLA LUCE DELLE OSSERVAZIONI RICEVUTE?"

Prego, collega.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Questo è un tema che è molto delicato e riguarda la progettazione esecutiva del primo stralcio di bacino di laminazione delle piene lungo il torrente Astico, nei Comuni di Breganze e Sandrigo, bacino di monte, rispetto al quale i cittadini e le Amministrazioni locali, anche di matrice politica vicina alla maggioranza, hanno rilevato le seguenti ipotesi di alta criticità: rischio di inquinamento della falda, atteso che una parte dello svuotamento dell'acqua post piena avverrà tramite naturale percolazione e in tal senso va ricordato che durante gli eventi meteorici, notevoli quantità di inquinanti vengono asportati dalle superfici urbane e industriale scolanti e quindi rimosse dai collettori fognari, veicolate attraverso gli scaricatori di piena in corsi d'acqua naturali o artificiali senza poter transitare attraverso gli impianti di depurazione. Attenzione.
Il secondo punto rilevato è l'esistenza nell'area di una discarica dismessa di rifiuti solidi urbani che verrebbe completamente sommersa e ciò costituisce un rischio ambientale notevole, in quanto seppure messa in sicurezza, diventerebbe grave fonte di pressione sulla falda.
Il terzo punto è l'assenza di uno studio di impatto sulle aree circostanti, funzionale a verificare se l'innalzamento della falda, seppur temporaneo, durante l'assorbimento dell'acqua del bacino sia tale da aggravare o innestare alcune fonti di pressione in siti potenzialmente pericolosi, come l'ex discarica Galvani e l'ex Cava Zanfradin oppure rispetto ad aziende a rischio di incidente rilevante (come la Cromador poco distante).
Rilevato che la Regione del Veneto è in possesso delle osservazioni giunte dai cittadini tramite i coordinamenti e i laboratori attivati dai cittadini attivi in quei territori (a Breganze e a Sandrigo) e anche di quelle delle Amministrazioni locali dei Comuni rientranti nell'opera. Considerato che anche sulla asta fluviale Astico-Tesina la progettazione regionale prevede la realizzazione di tre bacini di laminazione (il bacino di Meda nei Comuni di Velo d'Astico e Cogollo del Cengio a monte, il bacino di Marola in Comune di Torri e di Quartesolo e i due stralci del bacino dei Comuni di Breganze e Sandrigo), a questo punto nel mese di giugno - per cui vorrei ricordare la necessità di avere risposte nei tempi adeguati, dato che anche i cittadini questo si aspettano - interrogavo la Giunta regionale per sapere per quale motivo stia dando priorità alla realizzazione del primo stralcio del bacino di Breganze e Sandrigo, considerate le sue molte criticità rispetto ai bacini previsti a monte. Se nella progettazione esecutiva del primo stralcio di Breganze e Sandrigo siano previsti interventi per la valorizzazione naturalistica paesaggistica e la fruibilità del sito a favore della comunità locale, aumentando la sicurezza delle scarpate e la naturalità dell'area, limitando la distruzione delle aree boscate e della biodiversità. Se non ritenesse opportuno approfondire le indagini geologiche, ambientali e piezometriche interne ed esterne all'area di progetto, considerato che i rilevamenti finora effettuati nella discarica RSU evidenziano il superamento dei parametri di antimonio, solfati, cromo totale, molibdeno, rispetto ai limiti previsti dal decreto ministeriale del 2010, che regola queste sostanze e sia consapevole che i dati di progetto del modello idraulico-matematico sono riferiti – attenzione, anche per i vicentini questo è importante – a livelli di falda di circa 70 metri sul livello del mare, con una superficie freatica media di 67 e 69 metri, quando invece è chiaro che, nei momenti di massimo innalzamento della falda, di massima necessità poi anche di questi strumenti, di queste strutture, per esempio, come si è verificato nel 2010 nel Vicentino, si è arrivati anche oltre i 77 metri sul livello del mare.
Per questo motivo abbiamo presentato queste domande alla Giunta regionale, dato che questo progetto ha criticità tali da impegnarci ad avere non soltanto chiarimenti, ma magari anche la possibilità di un miglioramento nella risposta all'emergenza della sicurezza idrogeologica.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Do la parola all'assessore Bottacin per la risposta.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie, Presidente.
In esito agli eventi alluvionali del 31 ottobre e 2 novembre 2010, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha emanato l'ordinanza 3906 del 2010 a seguito della quale è stato redatto, dalla competente Autorità di Bacino, il piano delle azioni e interventi di mitigazione del rischio idraulico e geologico nella Regione Veneto, del quale la Giunta regionale ha preso atto con deliberazione n. 1643 del 2011.
Con successive deliberazioni, n. 989 del 2011 e n. 1003 del 2012, la Giunta regionale ha autorizzato la progettazione preliminare definitiva e lo studio di impatto ambientale di una serie di interventi strategici per la mitigazione del rischio idraulico afferenti bacini di laminazione, tra i quali rientra anche quello denominato "Realizzazione di un'opera di invaso sul torrente Astico nei Comuni Sandrigo e Breganze (ID Piano 625), primo stralcio bacino di monte", di fondamentale importanza per la sicurezza idraulica della città di Padova.
Il Ministero dell'Ambiente, con accordo di programma sottoscritto con la Regione del Veneto il 2/12/2015, ha finanziato il progetto in argomento nell'ambito delle risorse destinate al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico individuati con DPCM del 15 settembre 2015.
Con deliberazione n. 475 del 2016 la Giunta regionale ha espresso il giudizio di compatibilità ambientale favorevole sul progetto definitivo di primo stralcio in argomento sulla scorta e sulla base del parere della Commissione VIA n. 581/2016 e, con medesima deliberazione ha altresì approvato il progetto definitivo con la contestuale dichiarazione di pubblica utilità dei lavori e delle espropriazioni.
Le diverse problematiche di carattere ambientale, come pure quelle riguardanti gli interventi volti alla valorizzazione naturalistica, paesaggistica e della fruibilità dell'area, già oggetto di osservazioni in fase di procedura di VIA, sono state adeguatamente valutate in quella sede, come si evince dal citato parere n. 581 del 2016 della Commissione VIA, organo indipendente preposto all'esame e alla valutazione dei progetti, ritenendole non ostative alla realizzazione dell'opera in parola pur nel rispetto di specifiche prescrizioni e raccomandazioni.
In fase di progettazione esecutiva attualmente in corso, potranno essere comunque effettuati ulteriori approfondimenti al fine di confermare quanto già valutato positivamente dalla Commissione VIA. Diversamente dal bacino di Breganze e Sandrigo, che non presentava particolari necessità di ulteriore verifica, si evidenzia che il citato piano delle azioni e interventi di mitigazione del rischio idraulico e geologico nella Regione Veneto, redatto dalla competente Autorità di bacino, per quanto attiene alla proposta di realizzazione, il bacino in località Meda sul torrente Astico, indicato quale alternativa dall'interrogante, specificava invece che la realizzazione di tale opera necessita di verifiche ed approfondimenti idrogeologici e idraulici preliminari.
Inoltre, sempre il piano delle azioni e interventi dell'Autorità di bacino evidenziava che le due opere, i cui benefici si assommano per la sicurezza idraulica della città di Padova e per l'area metropolitana di Vicenza, non sono alternative bensì complementari.
Infine, si evidenzia che le risorse assegnate dal Ministero dell'Ambiente comunque sono destinate esclusivamente alla realizzazione del bacino in Comune di Breganze.

PRESIDENTE

Grazie, collega Bottacin.
Vuole replicare, collega Guarda? Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Presidente, grazie mille.
Grazie della risposta che evidenzia una posizione che purtroppo però si scontra anche con dei limiti, da un punto di vista tecnico, che questa Regione, che comunque partecipa all'Autorità di bacino non è, come dire, semplicemente succube, non subisce semplicemente le scelte delle Autorità di bacino, ma ne partecipa e può anche definire quelle che sono anche le priorità di intervento e le criticità che invece queste progettualità hanno.
Purtroppo questa presa di posizione omette quelle che sono delle criticità onestamente affermate, non tanto dalla consigliera regionale Guarda, ma da illustri esperti del settore che ribadiscono come, da un punto di vista ingegneristico, il primo passaggio da fare non è quello di costruire, seppure opere complementari, il bacino a valle, ma è quello di agire intanto a monte, verificando l'efficacia della sua realizzazione e poi del suo utilizzo e quindi, di conseguenza, andare ad elaborare e a realizzare quelli più a valle. Ma questo per un semplice motivo: cioè il bacino a monte consente di fare quello che il bacino a valle in questo caso non consente di fare, cioè una vera attività di ricarica di falda e quindi dando beneficio non soltanto alle attività di prevenzione quanto anche di restituzione al mondo dell'agricoltura, per esempio, in epoca magari più difficoltosa in termini di siccità e di difficoltà ambientali, di restituire quello che la ricarica di falda a valle non potrebbe fare. E quindi questo primo punto non è stato preso in considerazione in tutta questa valutazione di costi e benefici.
E se parliamo anche di costi, vorrei ricordare che a metro cubo di acqua è più costoso il bacino previsto in realizzazione a Sandrigo e a Breganze piuttosto che quello a monte, che non soltanto permetterebbe di contenere maggiore quantità di acqua, ma in più, proprio per previsione economica, è anche meno costoso.
Capisco che ci siano delle necessità di verifiche idrogeologiche e idrauliche, non metto in dubbio questo, ma il principio che queste verifiche devono anche essere fatte sul bacino che è più a valle (quello di Breganze e di Sandrigo) dato che, alla luce di tali osservazioni, sono emerse problematiche riferite alla sicurezza anche della distribuzione dell'acqua per mezzo appunto del sistema acquedottistico, rilevate anche dall'ente gestore di questo servizio e evidentemente posticipate dalla Regione del Veneto che dice che appunto verificherà nel caso di necessità come intervenire.
Ma se noi parliamo di prevenzione, di come spendere bene anche le risorse della Regione del Veneto, non ci si può accontentare di una risposta del genere, proprio perché veniamo anche da un'esperienza, rispetto alla sicurezza della distribuzione idropotabile, che ha interessato una notevole quantità di cittadini e noi non vorremmo che si ripetesse per una leggerezza nello scegliere la priorità di intervento per quanto riguarda il rischio idrogeologico e non scegliendo in questo caso bene.
Ribadisco che è proprio perché più a valle c'è un punto, tra l'altro, un campo pozzi di riferimento per una comunità che è enorme, che è quella del Padovano, non soltanto del Vicentino, e di conseguenza, la sicurezza, da questo punto di vista, non può essere messa in secondo piano.
Il secondo punto è che, impedendo la filtrazione delle acque nel terreno, rendendo quindi quasi nulla la ricarica di falda, poiché, appunto, l'acqua riaffiorerebbe proprio più a valle, rende questo progetto a senso unico, cioè non utile a 360 gradi, come ormai il mondo anche scientifico e tecnico di progettazione di questi interventi ci chiede di fare, per un'ottica anche di massimizzazione del risultato dell'investimento pubblico, ma a parte, in caso di un innalzamento di falda, attenzione, noi stiamo investendo e stiamo promuovendo la realizzazione di un'opera che, nel caso di innalzamento di falda, ridurrebbe la sua efficacia e la sua capacità di trattenere e di conservare acqua.
Di conseguenza, l'investimento andrebbe a essere vanificato proprio perché, se a metro cubo di acqua mi costa di più la realizzazione del bacino di Sandrigo e Breganze, in più la falda mi si alza e mi ruba superficie e volume da occupare con l'acqua, nel caso di emergenza climatica, ambientale e meteorologica, allora lì il mio investimento, come Regione del Veneto, ha proprio perso la sua reale utilità.
Detto questo, il principio per cui non mi posso ritenere soddisfatta è proprio la mancanza di concentrazione su questi punti che sono centrali.

PRESIDENTE

Grazie, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Ringrazio però intanto di una prima risposta, che sicuramente è preziosa. Grazie.

PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione successiva, che è la 109, sempre della collega Guarda.

Interrogazione a risposta scritta n. 109 del 7 luglio 2021 presentata dal Consigliere Cristina Guarda relativa a: "INCENDIO NEI PRESSI DELLA DISCARICA DI TORRETTA (VR) DEL 13 GIUGNO 2021: ARPAV È INTERVENUTA?"

Prego, collega.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione che è stata presentata a luglio di quest'anno e nasce a seguito di una preoccupazione del territorio che, tra il Veronese e il Rodigino, si ritrova a dover confrontarsi con la presenza della discarica di Torretta, una discarica che molto spesso è entrata agli onori della cronaca per diverse motivazioni e necessità.
Ma questa volta, il 13 di giugno, è stata segnalata da parte dei cittadini agli amministratori locali la forte presenza nell'area di fumo e di un odore acre dovuto ad un incendio che si sarebbe sviluppato nei pressi della discarica dei rifiuti urbani non pericolosi, ubicata appunto a Torretta, Legnago (Verona).
Appreso che i predetti Sindaci hanno puntualmente richiesto i necessari chiarimenti sull'accaduto ai soggetti che a vario titolo sono competenti ricevendo prime notizie, a quanto sia dato sapere, solo dal responsabile tecnico della società che gestisce la discarica, il quale ha rilevato la non sussistenza di problemi o danni ambientali conseguenti al principio di incendio. Ritenuto che è opportuno, però, approfondire quanto accaduto tramite acquisizione di informazioni da parte di un soggetto terzo e in specie verificando quali sono stati i riscontri del competente servizio del Dipartimento Provinciale di ARPAV ove è intervenuto, ho presentato l'interrogazione all'assessore regionale dell'Ambiente, che ringrazio per averci risposto, chiedendo se rispetto all'incendio è o meno intervenuto il competente Dipartimento provinciale di ARPAV, quali le attività e i conseguenti riscontri, nel caso di risposta affermativa al quesito n. 1.
Grazie mille.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Assessore Bottacin.

Ass.re Gianpaolo BOTTACIN

Grazie, Presidente.
Con riferimento all'evento segnalato nell'interrogazione, giova premettere che nei giorni successivi al principio di incendio sviluppatosi nell'impianto gestito dalla Le.Se Legnago Servizi S.p.A. in località Torretta, nel Comune di Legnago, i competenti uffici regionali avevano da subito chiesto specifici ragguagli ad ARPAV.
Nella relazione acquisita dall'agenzia si trovano le informazioni finalizzate a riscontrare i quesiti formulati dall'interrogante.
In merito al primo quesito, ARPAV ha rappresentato che in occasione dell'evento non risultano segnalazioni tramite il servizio di pronta disponibilità per le emergenze ambientali al Dipartimento provinciale di Verona competente per territorio.
L'Agenzia comunque specifica di aver provveduto ad esaminare la documentazione trasmessa dal gestore con nota del 26 giugno 2021, comprendente una dichiarazione del direttore dei lavori del 24 giugno 2021 ed una inerente relazione.
Con riferimento al secondo quesito, sulla base dell'esame di tale documentazione, ARPAV conclude statuendo che alla luce di quanto comunicato, per quanto di competenza, relativamente al ripristino dei presìdi ambientali danneggiati dall'evento, si ritiene la documentazione trasmessa dal gestore sufficientemente esaustiva.
Si rimane in attesa di ulteriori comunicazioni in merito alla destinazione dei rifiuti interessati dal rogo in base alla caratterizzazione analitica in corso in merito all'eventuale installazione di sistemi di rivelazione di calore a infrarossi.
Ci si riserva comunque eventuali altre verifiche e sopralluoghi qualora necessario.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Io ringrazio di questa risposta, che apprezzo perché finalmente anche i Sindaci del territorio e i cittadini potranno avere chiarezza rispetto a come si è svolta poi l'attività di controllo dello stesso proprio perché, in realtà, la stessa domanda che io le ho posto, e a cui lei gentilmente mi ha risposto, è stata posta dai Sindaci a ARPAV stessa.
Non ricevendo nessuna risposta, il punto interrogativo è rimasto in tutto questo periodo e ritengo che non sia stato, come dire, anche corretto omettere appunto la possibilità di un riscontro diretto ai rappresentanti dei cittadini che per primi si sono attivati per avere chiarezza rispetto agli effetti di questo incendio.
Certo che, nel momento in cui si parla di un incendio in un impianto di gestione dei rifiuti come questo, è evidente che i fumi non si possono limitare alla semplice area circoscritta della discarica, appunto, hanno interessato anche i cittadini e le abitazioni circostanti ed è per questo motivo che stupisce che non ci sia stata un'attivazione diretta e ci si sia accontentati dell'analisi tecnica di chi appunto poi opera all'interno della struttura che gestisce l'impianto stesso.
Detto questo, ringrazio intanto per la risposta.
Ritengo che sulla discarica di Torretta probabilmente ci dovrebbe essere, come appunto auspicato e indicato anche in risposta, una maggiore presenza, una maggiore attività di controllo, proprio perché si trova in un'area molto delicata tra due aree naturali protette, tra due aree Parco: è all'interno di un ex alveo di un fiume e evidentemente ha delle criticità da un punto di vista ambientale e di sottoposizione a pressione anche della cittadinanza circostante, dato anche il flusso importante di rifiuti che gravitano in questo impianto, che richiede non poca attenzione. Quindi auspico che questa interrogazione, insieme alle altre sollecitazioni che provengono dal territorio, possa aiutare a rendere il controllo di questo territorio più efficace, specie garantendo quelli che sono numeri adeguati a realizzare poi l'attività professionale di controllo tecnico che ARPAV stessa, all'interno dei territori, fatica a portare a compimento nel massimo della propria espressione a causa, appunto, della carenza del personale.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Passiamo al punto successivo, che è l'interrogazione n. 106 sempre della collega Guarda e dal collega Zanoni.

Interrogazione a risposta scritta n. 106 del 29 giugno 2021 presentata dai Consiglieri Cristina Guarda e Andrea Zanoni relativa a: "DELTA DEL PO VENETO E BRACCONAGGIO: COME POTENZIARE LE ATTIVITÀ DI VIGILANZA ED ESCLUDERE I BRACCONIERI DAGLI AMBITI DI CACCIA!"

Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Immagino che il mio interlocutore sarà l'assessore Corazzari, che intanto ringrazio per averci portato questa risposta che attendevamo da un po' di tempo: questa è un'interrogazione presentata anch'essa a giugno di quest'anno e in questo caso, viste appunto le specifiche della delibera della Giunta regionale 697 del 4 giugno 2020, che all'articolo 2 riporta nelle finalità lo schema di convenzione di cui dinanzi ne enuclea allo scopo, statuendo che la medesima ha le finalità di consentire lo svolgimento delle funzioni di controllo e vigilanza in materia di caccia e di pesca, nelle more dell'attivazione del servizio regionale di vigilanza, di cui all'articolo 6 della legge regionale del 2016, la n. 30, secondo la normativa vigente, e l'articolo 3, che ne delimita il raggio d'azione applicativo, indicando tra gli altri interventi ivi contemplati, la vigilanza in materia di caccia e pesca, ivi comprese la custodia, riconsegna o distruzione di beni sequestrati o confiscati.
Evidenziato che, nell'articolo 4 di tale DGR dello schema di convenzione in parola, disegna la modalità di gestione del servizio, affidando alla preventiva sottoscrizione di un programma annuale le attività da svolgere, con l'indicazione dei dipendenti muniti delle qualifiche di Polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza interessati, con il relativo inquadramento e dei costi presunti e che, inoltre, ai sensi dell'articolo 5, la durata dello schema convenzionale è determinata, giusta le modifiche apportate con la DGR 697 del 2020, in sei mesi, dal 1° luglio al 31 dicembre 2020, salvo motivato rinnovo per non oltre un'annualità; tenuto conto che nel decreto direttoriale n. 7 del gennaio 2021, il termine di durata di cui sopra, richiamato l'articolo 5 della Convenzione, è stato prorogato fino al 31 dicembre 2021 e considerato che nel Delta del Po Veneto il bracconaggio è un fenomeno criminoso ormai tristemente radicato e persistente, come peraltro denunciato dall'ISPRA nel 2016, includendo l'area in questione tra i sette black spot (aree in cui il bracconaggio risulta particolarmente intenso), coerentemente a quanto continuamente, nel corso degli anni, denunciato anche dal WWF tramite specifiche segnalazioni e attività delle afferenti guardie venatorie (basti pensare, solo per citare un esempio recente, all'azione di contrasto messa a segno del raggruppamento Carabinieri CITES Reparto Operativo SO.A.R.D.A). Ritenuto che oltre il potenziamento degli apparati di vigilanza della Provincia e all'incremento del sostegno alle guardie venatorie volontarie, specie a favore delle associazioni di protezione ambientale che risulterebbero maggiormente attive nello specifico contesto territoriale, pare altresì necessario pensare, proprio in considerazione delle osservazioni note e delle specifiche esigenze rappresentate nel Delta del Po Veneto, all'introduzione dello statuto tipo degli ambiti di caccia da redigere in sede di predisposizione del regolamento di attuazione e si spera, appunto, ormai imminente nel Piano faunistico venatorio a meccanismi di esclusione dagli ambiti stessi per quei soggetti già iscritti e nei confronti dei quali si è accertata una responsabilità per gravi fatti ascrivibile al fenomeno del bracconaggio.
Tutto questo premesso, abbiamo chiesto con un'interrogazione a risposta scritta che arriva in questo Consiglio, appunto, come previsto dal Regolamento, perché superati i termini per la presentazione della risposta, avevamo chiesto all'Assessore regionale con delega caccia e pesca se ha avuto riguardo alla specifica problematica che include appunto e che riguarda il Delta del Po Veneto e l'afferente ambito di caccia, come intenda garantire continuità e rafforzamento della vigilanza venatoria, in particolar modo in questo territorio; se intende e come intende rafforzare l'attività di vigilanza volontaria delle guardie volontarie appartenenti alle associazioni di protezione ambientale, con particolare riferimento al Delta del Po e se negli statuti tipo degli ambiti di caccia, da redigere in sede di predisposizione del regolamento di attuazione del prossimo Piano faunistico venatorio - qui arriviamo naturalmente un po' in ritardo - intenda o meno inserire meccanismi di esclusione dagli ambiti, in particolare con riferimento all'ambito del Delta del Po per quei soggetti iscritti per i quali è stata accertata la responsabilità per gravi fatti ascrivibili al fenomeno in questione.
Grazie mille.
PRESIDENTE
Grazie a lei.
Assessore Corazzari per la risposta, prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie, Presidente.
Le leggi regionali vigenti in materia al riordino delle funzioni non fondamentali delle Province e della Città Metropolitana di Venezia in materia di caccia e pesca hanno trovato applicazione con la DGR 1079 del 2019.
All'interno del predetto quadro normativo, la Giunta regionale è intervenuta prima con la DGR 1080/2019 poi con DGR 697/2020, disponendo l'istituzione dell'avvio operativo nelle more della definitiva efficace costituzione del servizio regionale di vigilanza di cui all'articolo 6 della legge regionale 30/2016 di un regime convenzionale ai sensi dell'articolo 15 della legge 241/90 tra Regione del Veneto e Provincie e Città Metropolitana di Venezia, concernente la realizzazione delle attività di vigilanza e controllo, prevenzione e repressione dei reati che, nel caso di specie, attengono alla protezione della fauna selvatica e dal prelievo venatorio ai sensi dell'articolo 34 della legge regionale 50/93.
Nell'ambito del regime convenzionale in parola, compete alla Direzione Agroambiente, programmazione e gestione ittica e faunistico-venatoria, un'attività di indirizzo e individuazione delle priorità operative in materia di vigilanza, mentre lo svolgimento dell'attività complessiva da parte dei corpi di servizi di Polizia provinciale rimane sottoposta ad un confronto e condivisione in sede territoriale tra i comandanti responsabili dei medesimi corpi ed il Direttore regionale incaricato della gestione e del coordinamento delle attività delle strutture territoriali.
In tal senso, la predetta Direzione ha in più occasioni individuato l'attività di prevenzione, repressione e contenimento del fenomeno del bracconaggio quale intervento prioritario affidato ai Corpi e ai servizi in parola.
A valle di tale individuazione preliminare, le azioni connesse al predetto fenomeno costituiscono una porzione rilevante sia in termini qualitativi che anche sotto il profilo quantitativo della programmazione annuale dell'attività dei medesimi Corpi e servizi secondo i contenuti dello strumento di puntuale programmazione operativa prevista dall'articolo 4.3 della convenzione.
Analoga attenzione è stata rivolta, stante anche la situazione di difficoltà di organico in cui versano alcune Polizie provinciali, ad individuare modalità per ampliare in termini sia qualitativi che quantitativi la consistenza, la presenza e l'operatività delle guardie venatorie previste dal comma 2 dell'articolo 34 della legge 50/93, agendo sul ruolo che la legge affida alle Polizie provinciali di coordinamento e indirizzo dei volontari.
In tal senso, proprio nel corso dell'emergenza pandemica, la predetta Direzione ha provveduto, anche d'intesa con gli uffici territoriali del Governo, ad una puntuale individuazione di ruoli e prerogative di svolgimento di attività di pubblico servizio da parte dei volontari.
Entrambe le predette fattispecie di indirizzo operativo cogente di priorità di attuazione sono state oggetto di puntuale declinazione secondo i contenuti del Piano d'azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25 maggio 2017, fatto specifico riferimento in termini obiettivi generali, obiettivi specifici ed azioni ai punti di seguito indicati: obiettivo generale 1 "Potenziamento del contrasto diretto"; obiettivo specifico 1.2 "Mantenimento, ampliamento e creazione delle strutture di contrasto dislocate sul territorio"; azione 1.2.1 "Potenziamento e riorganizzazione dei Corpi provinciali di vigilanza venatoria", azione 1.2.2 "Rimozione degli ostacoli giuridici alla regionalizzazione dei Corpi provinciali di vigilanza venatoria", obiettivo generale 2 "Potenziamento contrasto indiretto", obiettivo specifico 2.1 "Miglioramento dell'efficacia dell'attività di contrasto degli illeciti contro la fauna", azione 2.1.1 "Adeguamento del quadro normativo nazionale", azione 2.1.3 "Uniformazione delle competenze attribuite alle guardie venatorie", nonché all'individuazione dell'area del Delta del Po tra i cosiddetti black spot, ove il fenomeno del bracconaggio risulta particolarmente diffuso.
In tale ottica sono state programmate e realizzate alcune azioni di vigilanza in collaborazione e coordinamento tra le Polizie provinciali, guardie volontarie e nuclei operativi, che hanno avuto sede attuativa proprio all'interno delle aree del delta del Po ed anche nella contigua asta fluviale.
Per quanto riguarda la richiesta degli interroganti di inserire meccanismi di esclusione di accesso agli ambiti territoriali di caccia ricadenti nelle aree deltizie verso i cacciatori a cui possa essere ascritta responsabilità per fatti gravi in materia di bracconaggio, si rileva che, riguardo a tale misura, la Giunta regionale ha già previsto specifiche disposizioni nella proposta di Piano faunistico venatorio che abbiamo in esame.
Qua poi ci sono i richiami normativi.
Ad oggi, in ordine al medesimo provvedimento, è già in corso d'esame presso la sede di Commissione di Consiglio regionale: dovrebbero iniziare fra poco i lavori.
In ragione della gravità del fenomeno, la stessa misura andrà a trovare attuazione attraverso specifiche previsioni statutarie sia per gli ambiti territoriali di caccia che per i comprensori alpini, a prescindere dalla loro collocazione geografica, sulla base della considerazione che, al di là dell'elemento di priorità individuato dall'inclusione del predetto black spot, il fenomeno del bracconaggio deve essere oggetto di massima e complessiva attenzione in tutto il territorio regionale.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Collega Guarda per la replica.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Guardi, insieme al consigliere Zanoni, abbiamo scelto di presentare questa interrogazione perché evidentemente le misure messe in atto non hanno consentito un avanzamento in termini qualitativi della riduzione dei fenomeni di bracconaggio, tanto più che, oltre a quelli rilevati ufficialmente, vi sono naturalmente degli escamotage che vengono messi in atto, specie nelle zone del delta del Po, dove magari è anche più semplice metterli in atto, per cercare di evitare la verifica, da parte di chi viaggia nel territorio per accertare, e per fare l'attività di vigilanza per fare in modo che, appunto questi non vengano a essere scoperti. Pr questo motivo ribadisco: probabilmente c'è bisogno di una intensificazione non soltanto dell'attività di vigilanza specie in quel territorio ma anche nella realizzazione di interventi che siano realmente disincentivanti, perché molto spesso la sanzione amministrativa non basta per andare al punto e fare in modo di evitare poi in futuro il ripetersi di questi comportamenti, specie se appunto su 10 volte che si fa un comportamento illecito si viene magari multati semplicemente e sanzionati in un'occasione, proprio perché in quell'occasione c'è stata la possibilità di verificarlo concretamente.
Per questo motivo riteniamo che all'interno del Piano faunistico venatorio, ad oggi insomma consegnato nelle mani della Terza Commissione in corso di analisi da parte anche di noi Commissari, se da una parte c'è una apertura per quanto riguarda in particolar modo il meccanismo delle nomine che esclude coloro che si sono macchiati di queste attività illecite, parallelamente, io ritengo che su questo aspetto dovremmo aprire una riflessione e anche una implementazione di questa iniziativa proprio per fare in modo che venga scoraggiata quanto più possibile, non soltanto escludendoli dalle possibilità di essere nominati all'interno degli ATC ma anche dalla possibilità di accedervi. Per questo motivo presenteremo una serie di emendamenti, come già preannunciato, all'interno della Commissione Terza in cui abbiamo cominciato a discutere di questo Piano faunistico venatorio, una serie di emendamenti proprio per fare in modo che l'obiettivo sia quello di scoraggiare fin dal principio, non soltanto perché ogni tanto la vigilanza, pur con la sua massima operatività ed essendo in numero decisamente inferiore rispetto alla vastità del territorio che devono andare a controllare, dove appunto la vigilanza non può arrivare, questa attività, invece, di carattere preventivo, ci consentirà probabilmente di raggiungere obiettivi più qualitativi rispetto al contrasto del bracconaggio in quest'area che appunto è area in cui molto frequentemente si evidenziano questi fenomeni di bracconaggio.
Per questo motivo preannunciamo in questa occasione questa proposta emendativa come già condiviso con i componenti della Terza Commissione consiliare: su questo aspetto mi sa che politicamente bisognerà prendere una decisione e una posizione molto chiara perché si può essere favorevoli o contrari alla caccia, ma dove c'è un'attività e dove c'è un comportamento che è illecito e che non rispetta la legge, che vanifica anche gli sforzi di coloro che cercano di mantenere sicura e tutelare la biodiversità di questi territori, che sono tra l'altro anche territori naturali protetti, da questo punto di vista non ci può che vedere nell'unica direzione di atti di prevenzione da comportamenti che appunto possono invece danneggiare fortemente la biodiversità. E se si è veneti, della biodiversità del territorio veneto e della terra veneta non ci si può che dedicare in maniera molto più determinata e assidua.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Non abbiamo altre interrogazioni a risposta scritta, quindi passiamo al punto successivo
PUNTO
6



PDLR / 58 PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI SILVIA RIZZOTTO, ROBERTO BET E GABRIELE MICHIELETTO RELATIVA A: "MODIFICA DELLA LEGGE REGIONALE 10 OTTOBRE 1989, n. 40 'DISCIPLINA DELLA RICERCA, COLTIVAZIONE E UTILIZZO DELLE ACQUE MINERALI E TERMALI'".

Relazione della Seconda commissione consiliare XI legislatura
Relatore: Consigliere Fabrizio Boron. Correlatore: Consigliere Elena Ostanel

PRESIDENTE

Il punto 6 è la prosecuzione del progetto di legge n. 58.
La scorsa settimana è stato presentato il progetto di legge, c'è stato anche da parte del correlatore l'intervento, quindi adesso possiamo aprire la discussione generale.
Colleghi, se volete, fate richiesta d'intervento.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, scusi, sull'ordine dei lavori. Non serve la presenza del relatore in Aula per discutere?

PRESIDENTE

Sì, chiedo al consigliere Boron e alla presidente Rizzotto di venire in Aula, per cortesia, così possiamo iniziare la discussione dei lavori.
A questo punto sospendo cinque minuti la Seduta del Consiglio.
La Seduta è sospesa alle ore 15.08
La Seduta riprende alle ore 15.10

PRESIDENTE

Bene, possiamo riprendere i lavori.
Come detto, siamo in fase di discussione del PdL 58. Ci sono interventi? Siamo in discussione generale.
Collega Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Devo ammettere che mi sarei aspettata un po' più di attenzione da parte del Consiglio regionale su questo intervento di modifica perché è un progetto di legge con il quale proviamo ad intervenire direttamente in uno dei comparti, dal punto di vista economico, più importanti di questa Regione, che può vantare il bacino termale non solo più grande, ma anche economicamente più importante d'Europa. Invece devo dire che, in questo progetto di legge, si è scelto in realtà di intervenire solo parzialmente in questo comparto, deludendo – bisogna anche ammetterlo – una serie di aspettative che si erano generate rispetto a questo intervento legislativo perché in realtà il progetto di legge che ci sottoponete è un insieme di interventi parziali, che in molti casi corrispondono a meri adeguamenti legislativi, alcuni interventi realmente necessari (su questo magari poi proviamo a tornare), alcuni che bonariamente potremmo definire utili, riferiti in particolar modo ad alcune questioni, ad alcuni aspetti di natura prettamente tecnica e altri profondamente discutibili a mio giudizio. Mi riferisco in particolar modo all'impostazione esclusivamente privatistica che questo PdL ci trasferisce delle attività collegate al alle acque minerali e termali.
Da questo punto di vista io credo che sarebbe venuto a finire il tempo in cui possiamo limitarci a fare interventi parziali, annunciando, all'interno delle relazioni, che è però ora di fare un intervento organico, primo, senza poi fare era materialmente l'intervento organico, ma su questo comprendo che ciascun Consigliere ha il suo pezzo di responsabilità. Ma io credo che la gravità stia nel fatto che, rispetto alle linee di indirizzo, di prospettiva, di proiezione che questo intervento organico dovrebbe contenere, non si dica nulla. Questo lo dico perché ci sono alcune questioni dirimenti, che riguardano in particolar modo il comparto termale, su cui non basta semplicemente annunciare la volontà di intervenire, ma sarebbe anche maturo il tempo per dire in quale direzione si intende costruire una proposta di riforma.
Questo perché, ma sono certa di non doverlo spiegare ai colleghi in quest'Aula, il comparto termale, in particolare, sia dal punto di vista sanitario, sia dal punto di vista turistico, sia dal punto di vista economico, ha vissuto in questi ultimi decenni delle modificazioni e delle trasformazioni profonde e la legislazione regionale in questo comparto è assolutamente inadeguata alla modernità e dunque anche alla capacità di creare prospettiva per questo comparto.
Del resto, per capire che il settore termale non sia uno dei settori prioritari di questa Amministrazione regionale basta raccontare il percorso non lineare che è avvenuto in questi anni, al netto della sindrome di "annuncite" di cui parlavo prima, il percorso non lineare che la Regione del Veneto ha sempre perseguito nella costruzione di una struttura normativa in grado di generare certezze, quindi prosperità a questo comparto.
La prima volta che la Regione del Veneto interviene per normare l'utilizzo e lo sfruttamento della risorsa termale è il 1975, anno in cui probabilmente, li sì con una certa visione di prospettiva, si è addirittura scelto di costruire una legge regionale esclusiva per il bacino termale euganeo e, sulla base di quella legge regionale, è anche derivato un piano di utilizzo della risorsa termale del 1980 che è, ad oggi, l'unico strumento normativo, riferimento di pianificazione che ancora esiste in questa Regione per quanto riguarda la disciplina delle terme.
Il paradosso è che questa legge 40, che oggi proviamo ad andare a correggere in parti minimali, pur annullando, abrogando la precedente legge del '75, in realtà continua a vivere di quello strumento attuativo dell'80, che era il PURT, in riferimento alla legge abrogata, perché la legge 40 dell'89, sebbene abbia, tra i primi articoli, l'impegno dell'Amministrazione regionale di definire un piano di utilizzo delle acque minerali e termali di questa Regione, dal 1989 quel piano generale non è mai stato realizzato.
Questo lo dico perché purtroppo l'utilizzo delle risorse minerali e termali non è l'unico comparto rispetto al quale l'impegno a pianificare in questa Regione viene disatteso e, quando questo impegno disatteso si protrae per oltre quarant'anni, capite bene che viene da pensare che o non ci sia la volontà di intervenire in questo settore strategico o non ci sia un'idea di come intervenire.
Questo accade negli anni in cui il settore termale, ma anche delle acque minerali, si trova a dover affrontare il grande passaggio d'incertezza della attribuzione delle concessioni in quel grande, come dire, discrimine delle attività economiche che è stata la direttiva Bolkestein. Ecco perché io penso che se dagli anni Settanta, Ottanta dell'attività legislativa di questa Regione qualche segnale di vita e di interesse al settore termale è arrivato, io credo che oggi, a quarant'anni di distanza, ci sia la necessità di normare quell'impianto legislativo perché, guardate colleghi, in questi quarant'anni è cambiato tutto intorno a noi: è cambiata l'Europa, è cambiato l'assetto nazionale, è cambiato l'utilizzo della risorsa termale. Ciò che non è cambiata è la normativa di questa Regione.
Citerò davvero solo tre di quelle che sono le questioni non affrontate, a mio giudizio, in questa manovra di modifica e poi mi riserverò magari nella fase di valutazione, articolo per articolo e per i pareri sull'emendamento di entrare un po' più nello specifico, però affronterò queste tre questioni in maniera, spero si colga, il più possibile laica, cioè cercando di porre degli elementi alla discussione che spero possano essere propedeutici ad un intervento normativo futuro più organico, io penso anche più utile al comparto.
La prima grande questione è il cosiddetto ruolo del pubblico, cioè che lettura noi vogliamo dare alla realtà che è sotto ai nostri occhi e quale pensiamo possa essere l'interesse e l'intervento del pubblico dentro un comparto strategico come quello termale. In questa proposta di legge c'è un elemento che cambia radicalmente l'impostazione da questo punto di vista, che però ovviamente è un semplice recepimento di una normativa nazionale, che peraltro è datata di qualche anno, perché stiamo parlando della legge di bilancio del 2018 dello Stato, che però segna un punto fondamentale: in quella legge di bilancio si stabilisce un principio - che peraltro ad anni di distanza non è mai stato contestato dalla Commissione Europea e, quindi, possiamo auspicare, pensare, immaginare che sia anche stato accolto - che le concessioni termali, a differenza di altri utilizzi di beni pubblici, possono essere sottratti alla procedura di evidenza pubblica e questo perché la direttiva Bolkestein o, meglio, il decreto legislativo che recepisce quella direttiva europea, consente alcune deroghe e i servizi sanitari sono inclusi espressamente tra le deroghe previste.
Questo meccanismo, che sta dentro la direttiva Bolkestein e che per la prima volta lo Stato nazionale ha acquisito nel 2018, ci sta dicendo che il centro della nostra discussione, in riferimento alle concessioni termali, è la funzione pubblica che i presìdi sanitari termali offrono ai territori e io credo che questo dovrebbe essere il punto di partenza da cui noi cominciamo una discussione. Non a caso il successo del bacino termale euganeo, cioè del più grande bacino termale d'Europa, arriva, nasce e si consolida negli anni esattamente perché è stato in grado di costruire una sinergia positiva tra pubblico e privato, cosa che, ad esempio, non è avvenuta in altri comparti termali del nostro Paese.
Io rimango convinta che questa sia l'impostazione giusta, cioè che sia necessario costruire un sistema termale regionale in cui si definisca una collaborazione tra pubblico e privato, perché certamente è importante l'attività imprenditoriale che dietro la coltivazione delle acque minerali e termali esiste, senza però mai dimenticare che le concessioni termali svolgono una funzione pubblica fondamentale, legata al fatto che le prestazioni termali sono riconosciute dal sistema sanitario nazionale e inserite dentro i LEA.
Io credo che l'impostazione che si è voluta dare con questa proposta di modifica e cioè di delegare completamente all'imprenditoria privata, al business anche la politica che riguarda le scelte sul termalismo in questa Regione, sia sbagliata, perché contraddice in origine, nelle fondamenta, lo spirito attraverso il quale si era riusciti ad ottenere la deroga all'applicazione della direttiva Bolkestein: cioè io non posso dire che posso accedere alle concessioni termali senza bando di gara perché riconosco a quella concessione una finalità pubblica e poi pensare di poter delegare l'esercizio di quella finalità pubblica esclusivamente al privato. Ma è sbagliato anche perché depotenzia il ruolo della politica di guida, di sviluppo dei processi di territori che sono intrinsecamente legati alla funzione termale perché mai nulla come il turismo termale è una finalità certo economica ma altrettanto certamente connessa in maniera imprescindibile ad un territorio.
Infine, perché, guardate, questa impostazione finisce per regalare un vantaggio competitivo ad alcune imprese, quelle che operano nelle terme rispetto ad altre, quelle che operano ad esempio nel settore minerario di altro genere.
Quindi diciamo che la prima contestazione, o meglio la prima discussione che vorrei innescare rispetto a questo PdL è questo: cioè qual è il ruolo della Pubblica Amministrazione delle Amministrazioni locali, dei Consorzi tra pubblico e privato, che noi possiamo immaginare essere strategici nello sviluppo del termalismo regionale. La seconda grande questione che scompare da questo progetto di legge, se non fosse per un intervento inserito in Commissione rispetto al quale poi dirò qualcosa, è il tema della geotermia: anche questa grande questione, ovviamente non facilmente risolvibile da una modifica attraverso uno strumento ordinamentale a una legge datata, però una discussione sul punto andrebbe innescata e guardate che la soluzione che ci proponete legislativa, in questo PdL è assolutamente inadeguata alla grandezza della sfida. Ricordo che il tema della geotermia, che naturalmente andrebbe sostenuto con un intervento generale con una legge adeguata, è competenza regionale.
Io mi chiedo come si può pensare di essere una Regione all'avanguardia, se siamo poi gli ultimi della fila che sono in grado di adeguare la propria normativa rispetto alle grandi questioni del futuro.
Ecco, io credo che anche sull'ambito della geotermia, in riferimento alla risorsa termale, il tempo dell'attesa sia anche terminato, sia arrivato il momento di decidere sapendo che in questo momento l'utilizzo geotermico della risorsa termale è sostanzialmente precluso da una previsione del 1975 che all'epoca aveva la funzione di preservare la risorsa in una fase storica in cui la geotermia non si conosceva e non si praticava e in cui la preoccupazione principale del legislatore era tutelare l'assetto idrogeologico di quei territori rispetto al fenomeno grave, pesante e pericoloso della subsidenza, ma che oggi, nel 2021, andrebbe rivisto, ri-ragionato, rivalutato.
Ecco, io credo che il fatto che ci sia un'impossibilità di estrarre acqua termale, se non attraverso il vincolo unico del suo impiego per le finalità sanitarie e terapeutiche, per quanto riguarda il bacino termale euganeo, non sia più un dogma, non sia più un assioma e sia necessario discuterlo.
Io credo che non affrontare questo tema oggi, dentro questo progetto di legge o quantomeno dentro questa discussione, sia, appunto, un'occasione persa che questo Consiglio regionale lascia passare.
Infine – e vado a chiudere, Presidente - io vorrei che questa discussione affrontasse in generale il grande tema che c'è sullo sfondo di questo progetto di legge e cioè qual è il futuro delle prestazioni termali sanitarie, qual è il futuro del termalismo in questa Regione. Le cure termali hanno vissuto in questi ultimi vent'anni una modifica profonda e radicale: le stesse imprese termali hanno tentato e stanno tentando da sole di costruire le condizioni per poter comunque essere competitive in un mercato davvero complicato.
Ecco, io penso che snellire le procedure, come proviamo a fare in alcuni passaggi di questa legge, e consentire alle strutture tecniche, anziché alla Giunta, di impiegare un po' meno tempo a dare un'autorizzazione da questo punto di vista non sia sufficiente; io credo che oggi ciò che chi si occupa di termine in questa regione ci chiede non è soltanto la semplificazione ordinamentale, è un'idea di futuro per questi territori e per questo comparto, è un investimento che questa Regione dovrebbe fare, ripeto, in uno dei comparti economici più importanti della nostra Regione. Ricordo che il turismo termale, dopo quello balneare, è quello che presenta le maggiori performance positive in termini di presenze turistiche e oggi la Regione del Veneto è in ritardo rispetto a ciò che altri territori e altre Regioni hanno fatto, pur potendo contare su un patrimonio di qualità grandemente inferiore a quello della nostra Regione.
Chiudo davvero cercando di richiamare l'attenzione del relatore, della Presidente di Commissione, che, a mio giudizio, ha avuto un'intuizione giusta quando ha scelto di scorporare, ha pensato di scorporare le norme dell'ordinamentale per costruire uno strumento ad hoc per questo provvedimento: io l'ho condivisa quella scelta, però bisogna andare oltre, io credo, in questo momento, se non dal punto di vista normativo, dal punto di vista della discussione tra di noi.
Credo che la Regione del Veneto in questo come in altri settori non possa più accontentarsi di essere dotata, di aver avuto la fortuna di avere le risorse migliori perché anche, come dire, la persona più fortunata, se su quella fortuna non fa un investimento, finisce male.
Io penso che a quarant'anni di distanza i tempi siano maturi per intervenire in un settore che aspetta risposte e farlo in maniera innovativa e coraggiosa.
Confido che anche dalla discussione di oggi questo percorso possa fattivamente iniziare.

PRESIDENTE

Grazie, collega Camani.
Presidente Rizzotto, prego.

Silvia RIZZOTTO (Zaia Presidente)

Grazie, presidente Finco.
Io riprendo in parte alcuni concetti che ha espresso la collega Camani prima di me, però voglio ritornare sul senso di questa legge, visto che sono la prima firmataria.
Lei, nella chiusura del suo intervento, ha proprio riconosciuto il fatto che è stato opportuno scorporare le norme che vanno a modificare questa legge 40 dell'89 dal resto dell'ordinamentale, che era nel PdL 50, che settimana scorsa abbiamo approvato, e nel PdL 2 ancora inizialmente. L'ho fatta come scelta proprio perché ci tenevo particolarmente a questa materia, a questo tema delle acque minerali e termali e riteniamo vada affrontato anche in maniera un po' più organica. Quindi messo in mezzo nell'insieme delle altre norme che riguardavano altri argomenti lo ritenevo poco opportuno e, nello stesso tempo, devo anche dire che abbiamo fatto anche un lavoro di modifica di quelle che erano quelle norme inizialmente presentate dalla Giunta e, grazie al supporto dell'Ufficio Legislativo del Consiglio, le abbiamo anche riscritte perché, anziché mettere solo delle semplici modifiche, abbiamo proprio fatto una scelta di riformulazione dell'articolo in maniera più corretta.
Però voglio rimanere sul tema: cos'è questo progetto di legge? Questo progetto di legge è un progetto di adeguamento ordinamentale. Questa è la filosofia con la quale l'ho presentato da prima firmataria, abbiam depositato e questa è la filosofia che abbiamo tenuto nella discussione, nell'analisi del testo in Seconda Commissione, nella quale lei, collega Camani, non è componente, non ha mai partecipato agli interventi: è da maggio ancora che abbiamo iniziato la discussione in Commissione.
Abbiamo circoscritto gli argomenti di intervento su questa norma sulla base delle sollecitazioni che ci sono venute dalla Struttura della Giunta regionale che riguardano, appunto, come lei ha ribadito, alcuni adeguamenti, in particolare alla Bolkestein, è vero, quindi noi ci siamo adeguati ad una normativa che è stata recepita anche dal nostro Stato, che ha anche chiarito l'aspetto sanitario rispetto a quello termale e poi alcuni adeguamenti normativi che mancavano. Io ho sempre detto - e qui lo ribadisco con forza, l'ho detto nella scorsa legislatura in qualche occasione, l'ho ribadito da subito quando ho preso la Presidenza della Seconda Commissione e nelle varie occasioni che in questo anno, perché ormai è quasi un anno di questa legislatura che abbiamo affrontato argomenti in Commissione che riguardano la legge 40/89 - che questa è una legge datata, superata, che va rivista e assolutamente aggiornata nei tempi che sono cambiati. Non siamo in ritardo rispetto ad altre Regioni perché in realtà anche le altre Regioni non hanno ancora adeguato le loro norme.
Io sollecito ancora oggi - non è presente qui in Aula, però, insomma, spero che ci ascolti e comunque sa che glielo ripeto ogni volta che ci sentiamo - che questa è una legge che dovremmo rivedere, certo, non per iniziativa del Consiglio, presumo: penso che questa debba essere assolutamente un'iniziativa della Giunta e della Struttura tecnica, perché è una legge assolutamente tecnica, con una distinzione chiara tra quello che è il comparto termale dal comparto delle acque minerali, oltre ad un aggiornamento di com'è adesso la realtà che è completamente modificata da quando è stata fatta la legge. In altre Regioni vicine a noi che hanno questi comparti, quindi minerali e termali, non ci sono in tutte le Regioni d'Italia, sia chiaro. Il Veneto ne ha molti: lei ne ha citato uno che è particolarmente importante, quello padovano per le terme, possiamo citare anche quello in particolare veneziano Scorzè per le acque minerali, eccetera, cioè noi abbiamo un particolare un paio di comparti molto significativi okay, poi ve ne sono anche altri in tutto il Veneto, non voglio sminuire anche quelli minori, però ne abbiamo un paio di particolarmente significativi.
In altre Regioni le leggi su questo tema sono particolarmente datate: mi viene in mente, non so, il Lazio, la Lombardia, la Toscana, che hanno leggi che risalgono al 1980; l'Emilia Romagna all'88. Quindi il Veneto in realtà ha anche la legge più recente, che è dell'89, se vogliamo dire questo. Questo non vuole giustificare perché loro non l'hanno ancora adeguata, siamo contenti perché non l'abbiamo fatto ancora anche noi, ma noi stiamo sollevando questa necessità, io la sollevo nel mio ruolo di Presidente di Commissione in ogni occasione e penso che i componenti della Commissione lo sanno, perché lo ripeto in ogni Commissione quando affrontiamo questi temi, sollecitando l'assessore Marcato, che è l'Assessore di reparto, ad affrontare questo tema e, quindi, a proporre anche al Consiglio una revisione completa, aggiornando questa norma.
In questo senso io mi sono anche impegnata con i vari stakeholders, che ho sentito in queste settimane: ne ho sentiti diversi, che vanno ovviamente da Confindustria, in particolare, ma anche da Mineralacque, che vanno anche dalla Gestione Unica dei Colli Euganei, che è presente (ne abbiamo solo una in Veneto, tra l'altro, di Gestione Unica su questo tema), quindi ho sentito diversi soggetti e li ho tranquillizzati sul fatto che questa modifica normativa riguarda solo questi argomenti e non avremmo toccato argomenti ulteriori. E, prima di fare una riforma o di toccare ulteriori argomenti, avremmo comunque fatto una fase di concertazione e confronto con loro, motivo per il quale anche alcuni emendamenti che sono proposti da lei, consigliera Camani, avranno un parere negativo perché toccano degli argomenti su cui non abbiamo avuto un confronto e che non abbiamo avuto modo di poter approfondire anche in Commissione, ma in particolare – voglio metterlo in evidenza – di confrontarci con i soggetti interessati. È questo l'impegno che ritengo di dover mantenere e ovviamente, quando arriveremo in maniera organica a questa norma o faremo delle modifiche particolarmente sostanziali, di importanza, sicuramente il confronto, come è nostra abitudine, lo faremo.
Quindi, ripeto: non è una riforma, è un adeguamento, riguarda solo alcune piccole, in realtà veramente minime modifiche, che in altre Regioni hanno già apportato, quindi non è che noi facciamo cose diverse dalle altre Regioni, perché le anche le altre Regioni limitrofe a noi, che hanno acque minerali e termali, le hanno già apportate. Semmai potete criticarci perché stiamo arrivando tardi per farlo.
Sulla critica che potevamo fare di più, io adesso spero di aver spiegato il perché noi l'abbiamo fatto: questa è una scelta chiara. Questa è solo, come filosofia della legge, ordinamentale e sollecito ancora – approfitto di questa cosa – che l'auspicio è che la Giunta ci presenti in Consiglio una riforma organica di questa materia che necessita ovviamente di un adeguamento.
Per il resto io non ho altri aspetti, cioè non credo che la discussione di oggi debba sottendere all'importanza degli impianti termali, del settore delle acque minerali: lo sappiamo tutti; queste sono semplici modifiche normative, questa è la filosofia di questa norma e su questo penso abbiamo trovato anche un'ampia condivisione e una discussione anche franca, tranquilla, che c'è stata in Commissione, mantenendo le cose però limitate, perché le proposte sono state molte, ce ne sono arrivate anche dalla Gestione Unica, che è una sola in Veneto, tra l'altro; le abbiamo valutate, ci siamo confrontati, abbiamo inserito alcune cose. L'aspetto che lei ha citato come tema non affrontato, anche questo tema della riforma, quello della geotermia: abbiamo fatto un cenno nella legge, abbiamo accolto un emendamento della collega Ostanel, che aveva proposto in Commissione. In parte abbiamo citato questo argomento come tema significativo, però non abbiamo affrontato l'argomento. È una scelta perché, ripeto, la filosofia di questa norma è ordinamentale. Si può criticare: non è una riforma. L'abbiamo detto già dal principio noi che non è una riforma della legge 40/89, altrimenti sarebbe un'altra cosa, sarebbe una nuova legge che cambia completamente lo scenario. Non lo è.
Sono adeguamenti che ritengo forse andavano fatti anche prima. Sono d'accordo che andavano fatti anche prima, però adesso li stiamo facendo. Non sempre su tutte le materie il Veneto arriva primo: ci sono materie nelle quali eccelliamo e nelle altre magari che arriviamo un pelo dopo, però ci arriviamo. Anche qua, noi ci stiamo adeguando a delle norme che già da tempo altre Regioni hanno recepito.
Quindi anche nell'accoglimento, nella valutazione degli emendamenti, questa è la filosofia. Senza entrare nel merito dei contenuti, li ho letti con attenzione, vi sono dei contenuti interessanti, che possono essere anche condivisibili in una valutazione di una riforma complessiva, ma non in questo contesto. Quindi rimarrei su questo nel limite di queste contenute modifiche che abbiamo fatto a questa norma, mantenendo però una motivazione forte, ritengo: che prima di fare modifiche sostanziali è necessario confrontarci col territorio, quindi non qua semplicemente in Aula. Alcune proposte di modifica sostanziale, alcune scelte, anche strategiche per il futuro, vanno confrontate col territorio e con le associazioni, come ho detto prima. Questo è l'impegno che ho preso e manterrò. Se in futuro faremo magari anche altri piccoli adeguamenti non lo so.
Io auspico veramente che questo sia il mandato della riforma anche di questa norma, come è stato quello precedente della riforma e anche di quella delle attività estrattive, quindi auspico questo.
Su altre cose che lei ha sollecitato, io non vado oltre insomma, penso di aver spiegato un po' la filosofia e la motivazione con la quale tratteremo anche gli emendamenti nel rispetto di quella che era la filosofia della proposta di legge e nella filosofia che abbiamo mantenuto, nella linea che abbiamo mantenuto, nel trattare questo argomento anche in Seconda Commissione dove l'apporto di tutti è stato importante, proficuo, ci sono stati moltissimi incontri con diversi Consiglieri, singolarmente anche con me per far presente alcune tematiche specifiche e alla fine siamo arrivati a questa decisione.
Sarà poco, sarà tanto, è già un miglioramento rispetto alla normativa attuale e sicuramente è un adeguamento che necessitava.
Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo per riprendere alcuni punti della relazione dello scorso Consiglio, visto che appunto oggi siamo in discussione generale, anche per riprendere alcune questioni che la consigliera Rizzotto poneva.
Sono contenta che ci sia l'impegno di definire davvero un percorso di lavoro e riforma di una legge che, come diceva la consigliera Camani, è talmente datata che in qualche modo la domanda che sorge un po' spontanea è - e lo dicevo anche nella mia relazione -: come abbiamo fatto a pensare di andare avanti così tanti anni senza prendere davvero in carico una riforma di questo tipo, visto che è ormai vari mandati che questa Giunta è presente e governa questa Regione? La domanda un po' sorge spontanea, nel senso che sono contenta del fatto che la consigliera Rizzotto dica: "Mi prendo l'impegno di calendarizzare". Ecco, spero di vedere allora già nelle prossime settimane almeno una calendarizzazione delle audizioni; se l'assessore Marcato non ha ancora pronto un progetto di legge di riforma, perché intanto non sentire gli attori del territorio per capire quali sono le questioni da porre all'interno di un progetto di riforma? Ecco, calendarizzare almeno un percorso di audizioni, io credo allora, visto che c'è un impegno, sarebbe da fare subito.
Rispetto all'emendamento che citava la Consigliera, ci tenevo a ribadire la questione che ho già detto nella mia relazione. Il mio emendamento era un emendamento che stava all'interno di un articolo diverso, il 55 bis, che cercava, appunto, di dire con più forza che l'uso delle acque termali, anche per fini diversi da quelli solo terapeutici, che devono essere prioritari come da norma ovviamente, possa essere effettivamente realizzato pensando che l'uso alternativo sia solo per gli edifici pubblici, quindi un uso comunque pubblico di una risorsa pubblica che è l'acqua.
Mi è stato detto durante la discussione in Aula che appunto bisogna attendere la riforma di una legge più generale, che ci sono delle questioni anche di normativa nazionale da dover prendere in carico. Bene, ho recepito il no a degli emendamenti che, tra l'altro, avevo depositato per iscritto alla Presidenza, dopo averli anche fatti vedere all'assessore Marcato, aspettando la riforma tanto attesa di cui anche la consigliera Rizzotto parlava.
Il testo che è stato recepito all'interno del documento che oggi stiamo votando è sì, un'apertura, è un'apertura che in realtà c'è già anche nei documenti, quindi è un ribadire un concetto utile – io credo – però, ad oggi, il fatto che si possa davvero fare un uso, anche a scopi energetici per edifici pubblici, dell'acqua che risulta essere poi nella pratica buttata via, il delta in più, ecco, questo ad oggi non si può fare. Quindi bene che ci sia un testo che apre la prospettiva, ma ribadisco anche in questo intervento il fatto che, appunto, probabilmente calendarizzare allora delle audizioni con tutti i soggetti che anche la collega Rizzotto citava, può essere fatto anche prima e in attesa del deposito di un progetto di legge.
Quindi auspico che questo avvenga presto, perché è un periodo importante e anche chiave per far vedere agli attori del territorio, soprattutto del bacino termale che hanno subìto, come diceva la consigliera Camani, una crisi particolare rispetto anche ad altre categorie e forse far vedere già ora che inizia un percorso di audizione pubblica per la riforma di una legge attesa ormai da più di vent'anni, ecco, forse questo potrebbe essere un segnale concreto da mettere in campo subito.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Ci sono altri interventi in merito a questo progetto di legge? Non ci sono altre richieste e quindi chiudo la discussione generale.
Il relatore mi ha chiesto circa mezz'ora di sospensione per dare un parere sugli emendamenti, quindi interrompiamo la Seduta, che riprenderà alle ore 16.15. In Sala del Leone il relatore ovviamente con coloro che sono interessati alla discussione.
La Seduta è sospesa alle ore 15.46
La Seduta riprende alle ore 16.40
PRESIDENTE
Colleghi, possiamo riprendere i lavori.
Prima abbiamo chiuso la discussione generale, c'è stata mezz'ora abbondante di riunione dell'Ufficio di Presidenza, quindi adesso passiamo all'esame dell'articolato.
Abbiamo il primo emendamento.
Emendamento n. A0001 presentato dal consigliere Camani, articolo 1-bis, aggiuntivo, che prevede:
"Articolo xxx
Modifica all'articolo 2 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 "Disciplina della ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali e termali"
1. Dopo il comma 1 de11'articolo 2 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 , aggiungere i seguenti commi:
"1-bis. Qualora particolari e contingenti necessità concernenti l'assetto idrogeologico, quali l'inquinamento, l'impoverimento della falda idrica, il consolidamento del suolo, lo impongano, sentiti gli enti locali interessarti e la gestione unica di cui all'articolo 20 per le aree o per il bacino idrominerario omogeneo di riferimento, le attività previste dal Piano possono essere sospese per determinate aree e per tempo definito con deliberazione della Giunta regionale, dii cui è stata tempestivamente notizia alla competente commissione consiliare.""
Lo vuole illustrare collega? Faccia richiesta. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Approfitterò di una serie di emendamenti che ho presentato per tentare di definire in maniera più precisa alcuni dei concetti che ho già richiamato nell'intervento in discussione generale, partendo dal presupposto che è certamente importante e opportuno - l'ho detto anche in discussione generale - scorporare l'intervento sulla legge regionale 40/89 dall'altro intervento sull'ordinamentale perché, come dire, si vuole dare omogeneità di contenuto a questo PdL.
È ovvio che la premessa non detta, ma che a questo punto è meglio specificare, è che è opportuno scorporare se c'è qualcosa di rilevante da dire e da fare rispetto a questo tema, invece a me sembra, anche per come è andata la discussione sugli emendamenti, ma poi tornerò puntualmente su ogni singolo emendamento, che in realtà la volontà di dire qualcosa di sensato, di innovativo, di utile nel settore della ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali e termali non ci sia e soprattutto non c'è la volontà di discutere, all'interno di questo Consiglio regionale, alcuni elementi che, secondo me, invece potrebbero essere tranquillamente discussi. Perché mi fa piacere che si sia ammesso che questo progetto di legge deve essere un progetto esclusivamente ordinamentale; è inaccettabile che siano preclusi qualsiasi tipo di intervento emendativo che, pur essendo di natura ordinamentale, non era comunque incluso tra quelli previsti al momento della presentazione, perché si preclude una discussione e la motivazione non è, a mio giudizio, sufficiente.
Con questo emendamento, in particolar modo intervengo all'articolo 2. Faccio presente che l'articolo 2 è sostanzialmente il mandato politico di questa legge dell'89 che dice esplicitamente "che per le finalità di cui alla presente legge - e quindi appunto la ricerca, la coltivazione e l'utilizzo delle acque minerali e termali - è necessario dotarsi di un piano regionale". Come è giusto che sia: faccio una legge che deve occuparsi di regolamentare e normare un comparto, parto dal presupposto che la Regione faccia un piano generale per intervenire in quel comparto e l'ha detto la Regione nel 1989. Quando io dico che nell'ambito della coltivazione delle acque minerali e termali in questa Regione siamo indietro, non lo dico semplicemente perché la normativa non è aggiornata alle novità del 2021, lo dico perché siamo in una Regione che nell'89 dice che per organizzare in maniera ordinata lo sviluppo di questo settore ci vuole un piano e dal 1989 il piano non c'è.
Ecco perché l'ordinamentale ha senso se c'è qualcosa da ordinare, ma se manca lo strumento tecnico principale per ordinare, di cosa stiamo parlando? E siccome dal 1989 ad oggi sono successe tante cose, tra cui il fenomeno della subsidenza, tra cui le infiltrazioni batteriologicamente rilevanti di alcune fonti di acqua, tra cui la vicenda del PFAS, con questo emendamento dicevo che, qualora succeda qualcosa di particolare che riguarda l'assetto idrogeologico, come l'inquinamento, l'impoverimento della falda idrica, il consolidamento del suolo, la Giunta può decidere di sospendere le attività di coltivazione, di ricerca e di prelievo delle acque minerali e termali, cioè qualora accada qualcosa di incredibile, la Giunta, neanche la consigliera Camani, la Giunta, a fronte del fatto che – ipotizziamo – si verifica un inquinamento di PFAS dentro la falda che alimenta il prelievo dell'acqua minerale Tizia, di fronte a questa cosa, la Giunta, con un suo atto, sentiti gli organi competenti, può sospendere la concessione.
Può essere che sia un elemento di cui nel 1989 non si è tenuto conto, può essere auspicabilmente una fattispecie che mai si verificherà, ma se accade, diamo questa opportunità alla Giunta.
Mi è stato detto che su questo emendamento c'è parere contrario perché va a toccare un articolo che non si era previsto di toccare e quindi non si è entrati neppure nel merito della discussione di questo emendamento, di ciò che aveva come finalità, perché non entra in quei cinque articoli che la Giunta poi e, per suo tramite – e concludo – la presidente Rizzotto, aveva deciso di toccare. Chiedere di inserire questa nuova possibilità per la Giunta non è innovare la legge 40, è inserire un piccolo accorgimento ordinamentale sul quale è stato dato parere contrario.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Ci sono interventi su questo emendamento? Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Mi dispiace molto che non ci siano altri interventi su un emendamento di questo tipo che, come ha detto la consigliera Camani, assieme ad altri che poi vedremo, hanno avuto parere negativo dall'Ufficio di Presidenza, tra l'altro - e lo dico qui in Aula - con un atteggiamento, io credo, alle volte sbagliato nel sostenere che alcuni emendamenti sono ordinamentali solo se li presenta la maggioranza, altri emendamenti non sono ordinamentali se li presenta l'opposizione.
Questo è un emendamento che fa vedere una difficoltà, anzi, un'arretratezza della Giunta e anche di questo Consiglio, io credo, a questo punto.
Noi non abbiamo un piano. Ne abbiamo discusso varie volte anche per altri argomenti, come l'incenerimento e gli impianti nuovi di incenerimento che non sono oggetto sicuramente della discussione di oggi, ma tante volte qui in Aula ho detto e abbiamo detto: come facciamo ad approvare delle progettualità in assenza di un Piano rifiuti aggiornato?
Anche prima nell'Ufficio di Presidenza si è ammesso che non esiste un piano. Questo emendamento semplicemente, come ha già detto la consigliera Camani, dice: diamo la responsabilità alla Giunta che, se accade qualcosa, c'è la possibilità, grazie a questo emendamento, di definire un'azione.
Siccome è stato detto prima anche dalla consigliera Rizzotto che si deve modificare una norma che calendarizzerà la possibilità di arrivare finalmente ad una modifica, allora la richiesta e anche la domanda che di nuovo sorge spontanea è: perché nel momento in cui c'è un adeguamento puramente normativo, anzi, che dice che siccome dal 1989 ad oggi stanno sempre di più accadendo delle questioni che modificano l'assetto idrogeologico del territorio dove noi andiamo a dare permessi di ricerca, perché non approvare la possibilità che la Giunta, quindi, la vostra Giunta, possa definire un provvedimento di tutela, di minima tutela?
Avere parere negativo con pochissime motivazioni all'interno di un Ufficio di Presidenza, che semplicemente fa capire che in qualche modo non c'è la voglia di mettersi a ragionare su delle modifiche ordinamentali credo sia sbagliato. Chiedo anche ai Consiglieri di leggere alcuni di questi emendamenti a cui è stato dato parere negativo perché semplicemente migliorano una norma vecchia di cui, tra l'altro, è stato detto dalla maggioranza che si vuole arrivare presto ad una modifica, alla definizione di una legge davvero attuale. Ecco, siccome stiamo provando con alcuni emendamenti ad attualizzare una norma vecchia, in attesa del fatto che voi gradualmente facciate un lavoro che si aspetta da vent'anni, credo che l'atteggiamento anche nell'Ufficio di Presidenza poteva essere diverso.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento.
Metto in votazione l'emendamento n. A0001, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Adesso siamo sull'articolo 1.
Ci sono interventi sull'articolo? Non vedo richieste di intervento, quindi metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
C'è un aggiuntivo.
Emendamento n. A0002 presentato dal consigliere Camani, articolo X, aggiuntivo, che prevede:
"Articolo 1-bis
Modifica all'articolo 5 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 "Disciplina della ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali e termali"
1. Al comma l dell'articolo 5 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 , dopo le parole: "enti locali interessati", aggiungere le seguenti: "e la gestione unica cli cui all'articolo 20 per le aree o per il bacino idrominerario omogeneo di riferimento"".
Lo vuole illustrare? Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Anche su questo vorrei che fosse chiara la necessità, l'argomentazione per la quale decidiamo di presentare questo emendamento nella convinzione che davvero non sia accettabile, anche per la corretta dialettica che deve esserci dentro i Gruppi in questo Consiglio regionale, sostanzialmente precludere la possibilità di emendare una legge oggetto di modifica soltanto perché si toccano articoli che erano si era previsto ritoccare, perché questo è un pregiudizio gravissimo nell'attività dei Consiglieri regionali e nella possibilità che abbiamo di contribuire al miglioramento di alcuni progetti di legge. Perché potrei capire o capisco quando il relatore ha dato parere contrario motivandomi, magari abbiamo punti di vista diversi, il parere contrario sulla base di una valutazione differente della realtà, ma personalmente ritengo inaccettabile avere un parere contrario rispetto a degli emendamenti di buon senso che vengono, come dire, respinti soltanto perché vanno a intervenire su processi su cui non ci si era interrogati. E questo è un esempio.
Noi dicevamo nell'intervento precedente che abbiamo un grande interesse per la coltivazione e l'utilizzo della risorsa minerale e termale di questa Regione, al punto che dal 1989 non abbiamo un piano generale regionale.
L'articolo 5 dice: all'interno e in coerenza col piano regionale, che non c'è, facciamo i piani di area specifici per le realtà nelle quali esistono delle necessità di ricerca e coltivazione delle acque minerali e termali e quei piani si riescono a fare ogni tanto perché esiste una relazione positiva tra i territori, i soggetti che si occupano e si preoccupano della tutela di questa risorsa e gli uffici regionali che ogni tanto si degnano di costruire le condizioni per cui gli operatori possono lavorare.
Con questo emendamento all'articolo 5, io dico semplicemente che i piani di area per l'utilizzo delle acque, approvati dalla Giunta, vengano costruiti sentendo gli Enti locali interessati e, aggiungo, la Gestione Unica; la Gestione Unica è prevista dall'articolo 20 di questa legge, viene istituita su volontà del Presidente della Regione ed è un Consorzio a grande valenza pubblica nel termine di interesse, che ha la finalità di presidiare in un bacino territorialmente omogeneo la cura, la tutela della risorsa. Quindi mi limito a dire: cara Giunta, qualora mai dovessi fare il piano regionale, qualora mai dovessi fare anche i piani attuativi per zona, oltre a sentire gli Enti locali interessati, senti anche quei soggetti che il Presidente della Giunta, per sua decisione, ha istituito sui territori omogenei. Non mi pare né di complicare la procedura, né di chiedere una cosa non di senso, anche perché quelle Gestioni Uniche non le ha mica volute la consigliera Camani! Ne esiste una ed è stata costituita per volontà del Presidente della Giunta, che è la gestione che si occupa della tutela della risorsa termale nel più grande bacino termale europeo. Quindi dico: cara Giunta, quando devi fare il piano, che devi organizzare l'utilizzo della risorsa termale nel bacino termale Euganeo, oltre a sentire il Sindaco di Abano, di Montegrotto, di Galzignano, di Teolo, di Battaglia, eccetera, eccetera, senti anche la Gestione Unica, che peraltro ad oggi è l'unico soggetto che dispone della documentazione e delle informazioni sullo stato di salute della risorsa termale in quel bacino, cioè la Struttura competente regionale per fare i piani, sente la Gestione Unica, perché lo studio del territorio della risorsa la fa quell'organismo voluto dal Presidente della Giunta.
Aggiungere semplicemente di coinvolgere quel soggetto nella definizione dei piani territoriali per la parte di territorio che quel soggetto conosce meglio della struttura regionale competente, non mi pareva... tra l'altro, se non ricordo male, consigliera Venturini, anche un suo emendamento, una sua proposta di emendamento in Commissione andava in questo senso e non mi pare di chiedere una cosa fuori dalla regola dell'ordinamentale o fuori dalle finalità politiche di questo provvedimento.
Il fatto che anche qui il parere sia contrario lo trovo davvero svilente.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non vedo altre richieste di intervento sull'emendamento, quindi metto in votazione l'emendamento n. A0002, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0003 presentato dal consigliere Camani, articolo 1-bis, aggiuntivo, che prevede:
"Articolo 1-bis
Modifica all'articolo 5 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 "Disciplina della ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali e termali"
1. Al comma 4 dell'articolo 5 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 , dopo le parole: "la Giunta regionale", aggiungere le seguenti: ", sentita la gestione unica di cui all'articolo 20 per le aree o per il bacino idrominerario omogeneo di riferimento"".
Lo vuole illustrare? Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, anche questo emendamento interviene sull'articolo 5 e interviene sempre in quelle azioni generali che la legge 40 dell'89 aveva previsto generali, di salvaguardia delle risorse minerali e termali. Il tema è esattamente questo: la legge prevede che in casi determinati, in cui sia necessario esercitare scelte che siano finalizzate alla salvaguardia delle risorse, la Giunta regionale può ridurre i quantitativi massimi di cui alla lettera b).
È evidente che questo è un emendamento figlio dei tempi in cui la legge fu approvata, cioè dei tempi in cui il problema, ad esempio, del bacino termale euganeo, era il problema della subsidenza perché si emungevano quantità d'acqua talmente elevate che la tenuta dell'assetto idrogeologico di quel territorio era messa in discussione. Non a caso il legislatore di allora aveva pensato a questo articolo, cioè diceva: la Giunta fa il piano generale regionale, che non c'è; poi la Regione fa i piani di area omogenea, che non ci sono, ma è evidente che qualsiasi cosa succeda, cioè qualora la quantità ingente di risorse emunte potesse mettere in discussione la tenuta idrogeologica del territorio, la Giunta può ridurre le quantità che si possono emungere. Anche in questo caso, io dico che in queste fattispecie, la Giunta, per decidere eventualmente di ridurre le quantità da emungere, senta la Gestione Unica che, a titolo di cronaca, è quella che tiene il conto della quantità emunta: cioè non è che la Regione lo sa perché è brava, la Regione lo sa perché la Gestione Unica le trasferisce i dati. Sulla tenuta idrogeologica del territorio non è che la Regione lo sa perché è brava, la Regione lo sa perché è la Gestione Unica che studia l'andamento della falda e la tenuta del territorio. Mi pare il minimo che, nel momento in cui la Giunta dovesse decidere di ridurre la quantità, sia sentita la Gestione Unica.
E anche in questo caso mi sembra un emendamento di buonsenso. Guardate, io non sono d'accordo su una serie di scelte politiche che con questo PdL ordinamentale vengono fatte in ambito termale e ci tornerò e vi dirò dove e quando, ma ho cercato di fare degli emendamenti, che dentro la logica che ho cercato di ricostruire, dei presentatori, potessero, dal mio punto di vista, migliorare il testo, affinare il testo. Lo dico alla presidente Rizzotto anche se non è in Aula: certamente è fondamentale confrontarsi con gli operatori del territorio, con chi ha a che fare con queste problemi tutto il giorno, ma il confronto non sopperisce all'assenza di idee. Non sono gli operatori del territorio che mi devono dire come posso governare e gestire il territorio.
Io, dagli operatori, ci vado per confrontarmi avendo un punto di vista. Invece qua l'idea è che gli operatori del territorio anziché confrontarsi nelle sedi istituzionali, mandano la mail alla Presidente della Commissione con l'elenco degli emendamenti e quelli lì valgono di più di quelli che presentano i Consiglieri in Aula e quelli dei Consiglieri, se non sono inclusi tra quelli del soggetto nel territorio, non vengono nemmeno considerati.
Ora guardate, colleghi, queste sono questioni, per carità, a me colpiscono particolarmente perché riguardano il mio territorio, ma è una modalità di lavorare che non funziona tra di noi.
Premesso che non cambierà minimamente la volontà che abbiamo di costruire le condizioni per presentare emendamenti, non è che ci fate perdere la voglia di farlo, però io credo che non facciamo un buon servizio ai cittadini veneti, agli operatori termali, che, per quanto avessero ben presente - e non ci fate una bella figura - che questa modifica di legge è una fesseria rispetto alle esigenze vere del territorio, perché chiunque di noi che è andato a parlare con gli operatori in questi giorni per discutere di questa legge si è sentito dire: "Ah, sì, l'abbiamo vista, va beh, ma non serve a niente!", quindi non è che ci fate una bella figura a tenerla così, anche in questo quadro l'idea era quella di dare una mano in più, di svolgere la funzione di intermediazione che i Consiglieri e i Partiti politici dovrebbero fare tra istanze del territorio e decisore politico. Invece, anche in questo caso, questo, che mi pareva un emendamento di buonsenso, non solo ha il parere contrario, come tutti gli altri, ma la motivazione per cui il parere è contrario è che chi ha presentato la legge non aveva pensato di modificare questo articolo e, quindi, non si valuta neanche.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento, quindi metto in votazione l'emendamento n. A0003, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0004 presentato dal consigliere Camani, articolo 1-bis, aggiuntivo, che prevede:
"Articolo 1-bis
Modifica all'articolo 6 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 "Disciplina della ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali e termali"
1. Al comma 3 de11'articolo 6 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 , le parole: "del comma 1 dell'art. 69 della legge regionale 27 giugno 1985, n. 61 ", sono sostituite dalle seguenti: "del comma 6 dell'art. 30 della legge regionale 23 aprile 2004, n. 11 "".
.
Prego, collega.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo perché questo è uno dei pochi emendamenti, quasi l'unico, che ha parere favorevole, quindi vorrei, giusto per essere coerente con quello che ho detto fino a prima: questo è un emendamento che, pur intervenendo su un articolo rispetto al quale non c'era l'intervento previsto nel progetto di legge, viene accolto perché semplicemente ho fatto quello che gli altri non avevano fatto, cioè mi sono accorta che il riferimento normativo era da aggiornare. Quindi è un emendamento che semplicemente dice: modifica il riferimento normativo di un articolo della legge, quindi per forza facevano fatica a dargli parere contrario anche a questo, quindi ringrazio il relatore e gli uffici per aver raccolto questo mio fondamentale emendamento.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento... vuole intervenire, relatore?
Prego, consigliere Boron, se si prenota per cortesia.
Non risulta. Prego.

Fabrizio BORON (Zaia Presidente)

Adesso è partito. Grazie, Presidente.
Mi sono permesso di parlare al quarto emendamento solo perché era la conferma che non c'era una premeditazione di dire no comunque a qualsiasi emendamento e questo ne è la conferma, ovvero che quando – perché di solito funziona così – ci sono proposte emendative, la maggioranza, nel suo ruolo di maggioranza, definisce se la proposta la ritiene valida o no. Ha dato su questo emendamento il parere positivo, a differenza dei primi tre, su cui ha dato parere negativo.
Vorrei ricordare che non c'è, perché ho sentito gli interventi della collega consigliera Camani, preclusione alla discussione in nessun emendamento. Faccio solo presente che questa legge ha avuto un iter in Commissione e oggi è in Aula. La presentazione di alcuni emendamenti, di cui la discussione ovviamente può avvenire in Aula, come la Consigliera sta facendo e poi hanno valore di giudizio in Ufficio di Presidenza, quindi se raccoglierli o no, non è la stessa cosa che portare degli emendamenti in Commissione e avere una discussione più ampia, dove non solo poi si possono avere anche gli stakeholder che vengono a dire la loro, ma in tutte le sue vesti può decidere e discutere anche con gli uffici competenti eventuali pareri positivi o contrari.
Pertanto, la discussione che è avvenuta in Ufficio di Presidenza è semplicemente una ed è: pur riconoscendo – e lo diciamo noi all'inizio della legge, ovvero lo dice la presentatrice della legge, la consigliera Rizzotto – che, nel suo complesso, l'intervento porta comunque a rilevare la necessità di un'urgente revisione organica della materia regionale rispetto al mutato assetto della disciplina, cioè diciamo noi che è necessario intervenire in maniera urgente, quanto prima nella modifica la disciplina. Quindi abbiamo detto in Ufficio di Presidenza che alcuni emendamenti presentati, pur se nella discussione possono diventare magari condivisibili, in parte, in tutto o meno, hanno necessità di essere visti all'interno di una revisione organica perché vanno a toccare a cascata poi altri articoli e ovviamente non può essere il contesto di un Ufficio di Presidenza a fare questo intervento. Questo a differenza, invece, di alcuni emendamenti che più semplicemente entrano in maniera specifica in qualche contesto, non rivedono riflessi sull'intera legge e pertanto sono stati accolti.
Mi sentivo solo di dire questo, perché poi ci saranno altri due emendamenti sui quali la maggioranza ha dato il suo positivo giudizio, che non è, come è stato detto fino ad ora, un preconcetto di giudizio, ma esclusivamente la valutazione tecnica di giudizio su una legge che è semplicemente un adeguamento ordinamentale, che vede in prima fattispecie proprio di - e questo sì è stato ascoltato dagli stakeholder - intervenire sull'adeguamento di quella che è la normativa Bolkestein che altrimenti avrebbe creato non grossi problemi.
Poi, per quanto riguarda, ma mi rimando alla Consigliera, gliel'ho detto in Ufficio di Presidenza e glielo ribadisco qui in Aula, il contesto di revisione della legge appena arriverà, perché è un progetto di legge che dovrà portare la Giunta e poi inviarlo alla Commissione, mi aspetto che insomma sia parte attiva della Commissione e gli emendamenti li porti lì dove la discussione può essere più ampia.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Consigliere Boron, lo dico veramente con il massimo rispetto e la pacatezza che generalmente mi è propria, però non prendiamoci per i fondelli. Cioè visto che non è esattamente la prima volta che ci troviamo a discutere un provvedimento della Seconda in cui la profonda analisi degli emendamenti porta al fatto di bocciarli tutti, salvo gli adeguamenti normativi, in base all'umore della giornata, almeno che questa cosa venga riconosciuta e rivendicata, cioè diciamo serenamente: "Guardate, fate a meno di presentare gli emendamenti perché tanto non abbiamo voglia prenderli in esame e quindi li bocciamo tutti", noi continuiamo a farli, ecco, perché ci sembra parte del nostro lavoro e parte dei motivi per cui siamo qui, però il principio di coerenza pretende che, una volta che si adotta un sistema, questo sistema venga perlomeno rivendicato in quest'Aula, perché dire che c'è stato un puntuale esame degli emendamenti, una valutazione, che siamo tutti disponibili a discutere, diciamo che fa un po' ridere alla luce di come è andata.
Io ci sono stato pochi minuti in Ufficio di Presidenza; devo dire che mi è bastato per capire qual è il codice di condotta.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Faccio anch'io una battuta al consigliere Boron, perché se l'urgenza di questo PdL è la Bolkestein, le ricordo che la Bolkestein è stata approvata nel 2006, quindi dal 2006 a oggi, cosa è successo? Sì, ho capito, ma voglio dire, visto che continuiamo a parlare di grande urgenza, di una modifica che arriverà presto in quest'Aula, allora adesso chiedo che qualcuno intervenga dicendo: "Quando iniziamo la discussione in Seconda Commissione di questa grande revisione di una norma del 1989, che non solo noi, ma voi state aspettando da tempo...". Non prendiamoci in giro: l'Ufficio di Presidenza è stato imbarazzante per i toni utilizzati. Gli emendamenti che stiamo proponendo sono degli emendamenti di buonsenso; voi stessi dite che ora dobbiamo velocizzare una revisione di una norma.
Voglio sapere quando, perché altrimenti in Seconda Commissione, di cui faccio parte, ogni giorno che mi siederò chiederò perché oggi all'odg non c'è l'inizio dell'iter di revisione di una norma che stiamo aspettando da tantissimi anni e, quindi, siccome è stata approvata nel 2006 la Bolkestein e siccome oggi siamo nel 2021 e siccome effettivamente alcune cose dal 2006 ad oggi sono successe, questa poteva essere l'occasione anche per inserire delle modifiche migliorative che credo in questi emendamenti ci siano, almeno in alcuni, senza precludere la possibilità di dire: "Stiamo semplicemente facendo un ordinamentale in attesa di una grande revisione di una norma dell'89". Perché al mio emendamento in Commissione, dove ho partecipato tutte le volte e in effetti l'ho presentato per iscritto, mi è stata data la stessa risposta: "Stiamo aspettando la grande revisione della normativa vecchia dell'89". Quindi il mio emendamento in Commissione, comunque, non è stato accettato, come dicevo prima; è nel testo semplicemente rimandando alla norma che già c'è. Bene. Grazie. Accolgo con piacere il fatto che avete aperto a una cosa che già esiste, ma nel bacino termale di Abano quello che io ho proposto in emendamento in Commissione, comunque, non si potrà fare da dopodomani, perché siamo in attesa della revisione di una norma vecchia di più di vent'anni, trent'anni.
Voglio sapere quando la calendarizzeremo questa discussione, che anche voi attendete, altrimenti a ogni Commissione Seconda chiederò, quando inizierà la Commissione, perché all'odg non c'è questa norma.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altri interventi. Quindi metto in votazione l'emendamento n. A0004, con il parere favorevole da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0005 presentato dal consigliere Camani, articolo 1-bis, aggiuntivo, che prevede:
"Articolo 1-bis
Modifica all'articolo 7 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 "Disciplina della ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali e termali"
1. Dopo comma 1 dell'articolo 7 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 , aggiungere il seguente comma:
"1- bis. Chiunque intenda procedere alla ricerca, alla coltivazione, all'utilizzo di acque minerali e termali deve ottenere il relativo permesso o la relativa concessione.""
Prego, collega.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento che interviene sull'articolo 7: purtroppo neanche l'articolo 7 era modificato dal PdL originario, quindi ovviamente l'emendamento ha un parere negativo e poi su questo torno.
Io vorrei, però, precisare alcune questioni di metodo che riguardano anche questo emendamento.
Ringrazio il relatore Boron perché devo dire che, con una certa pazienza, ha anche cercato di condurre la discussione in un confronto, però quello che è avvenuto nell'Ufficio di Presidenza della Seconda Commissione è stato uno stillicidio del tentativo del relatore Boron di condurre questo confronto e spiego perché. Io ho cercato di dire prima che qui ci sono due ordini di problemi: il primo riguarda i rapporti e le relazioni tra maggioranza e minoranza, che decidiamo di instaurare in quest'Aula su temi politicamente neutri; a meno che mi si voglia spiegare che le terme sono di sinistra e le acque minerali di destra, io direi che la necessità di costruire insieme ciò che serve al territorio per organizzare e proiettare nel futuro un comparto così importante dovrebbe essere comune terreno di discussione. Può essere che delle volte l'idea giusta ce l'abbia la Giunta - quando accade me lo segno, ve lo giuro – può essere che ce l'abbia il consigliere Boron, può essere anche, ma raramente, che ce l'abbia un Consigliere di minoranza.
Se questa discussione, anziché avvenire in quest'Aula, fosse avvenuta nell'Ufficio di Presidenza, come sempre accade, e quante volte abbiamo rimandato all'inizio del Consiglio perché, giustamente, questa discussione, anche molto tecnica, avveniva nelle sedi che l'organizzazione del Consiglio si è dato per un confronto, che non è esclusivamente la Commissione, ma è anche l'Ufficio di Presidenza di emendamenti presentati in Aula nella scadenza dei termini. Una settimana fa, non oggi, cioè questi emendamenti sono nelle mani del relatore e del Presidente di Commissione da otto giorni, da lunedì scorso alle ore 12 e c'era tutto il tempo, se si fosse realmente voluto, se si fosse vagamente pensato che anche le minoranze ogni tanto hanno qualcosa di interessante da dire, c'era tutto il tempo per convocare formalmente o informalmente le modalità di confronto su questi emendamenti.
Quindi io credo che il preconcetto di giudizio invece ci sia, ma torno a dire che non fa un danno alla consigliera Camani a cui non vengono accolti gli emendamenti, perché la consigliera Camani domani torna a casa sua, fa vedere gli emendamenti a chi li deve far vedere e lo spiegherete voi perché li avete bocciati. Non è questo il punto, non è un punto di natura politica, anzi, vi facevo un favore presentandovi questi emendamenti. Il tema è una la natura dei rapporti che vogliamo avere perché so perfettamente che ci sono argomenti politicamente molto divisivi, sui quali il confronto è giusto che avvenga in Aula e ci sono argomenti su cui io penso che ciascuno di noi deve cercare di fare il meglio per sé e per la comunità che prova a rappresentare.
Io su questo piano non arretro, perché credo che, in ambito di utilizzo e tutela della risorsa termale questa Regione possa e debba fare di più e non ci si possa limitare ad annunciare urgenti riforme perché le urgenti riforme attendono dall'89, perché l'unico piano regionale che esiste di utilizzo della risorsa termale è del 1980 e fa riferimento ad una legge abrogata. Quindi non so esattamente con quale appiglio legislativo continuiamo ad applicare quel piano e non lo chiede la consigliera Camani, lo chiedono gli operatori che dal 2015 hanno le concessioni scadute e non possono essere rinnovate perché non c'è il piano; non possono essere rinnovate perché ci avete messo tre anni a raccogliere la modifica alla direttiva Bolkestein; non possono essere rinnovate perché non c'è un procedimento chiaro che coinvolga i soggetti del territorio.
Il tema non è soddisfare leggo della consigliera Camani di vedersi gli emendamenti approvati. Il tema è: se vogliamo dare risposte serie, oggi non possiamo limitarci a dire che serve una urgente revisione. Dobbiamo dire almeno in che direzione quella revisione vogliamo cominciare a percorrerla e quando io faccio una serie di emendamenti che chiedono il coinvolgimento della gestione unica, vi sto già suggerendo una di quelle che secondo me è una direttiva di quella riforma e cioè il coinvolgimento dei soggetti pubblici e privati che sul territorio, attorno a quell'utilizzo e a quella tutela di quella risorsa, hanno mantenuto Comuni, cittadinanze, comunità.
Chiudo, Presidente.
Continuare a respingere pregiudizialmente questi emendamenti fa un cattivo servizio al territorio.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono richieste di intervento su questo emendamento, quindi metto in votazione l'emendamento n. A0005, con il parere contrario da parte del relatore
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Siamo adesso all'articolo 2.
Emendamento n. A0006 presentato dal consigliere Camani, articolo 2, modificativo, che prevede:
"All'articolo 8 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 , come modificato dall'articolo 2, al comma 1, lettera b), sostituire la parola: "massima" con la parola: "presunta"".
Prego, collega se lo vuole illustrare.
Boron, prego, collega.

Fabrizio BORON (Zaia Presidente)

Presidente, una richiesta alla consigliera Camani. Per dare parere positivo a questo emendamento, una modifica: si chiede al comma 1, lettera b), di sostituire la parola "massima" con la parola "presunta". Noi chiediamo di modificarlo con: "inserire dopo la parola "massima" la parola "presunta", quindi "massima presunta"".
PRESIDENTE
Perfetto.
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Sì, grazie. Ringrazio anche il relatore Boron perché questo è l'altro caso, finiti poi, uno parere favorevole, uno favorevole con riformulazione, su cui, ragionando insieme su una questione, si è raggiunto un punto di mediazione che tiene conto delle volontà del relatore e dei suggerimenti della presentatrice dell'emendamento.
Nello specifico, l'emendamento riguarda la necessità, per chi presenta una richiesta di permesso di ricerca per le acque minerali e termali, di indicare all'interno della domanda la profondità massima e presunta, quindi accolgo la proposta di riformulazione del relatore, rispetto al progetto di ricerca che si vuole fare.
L'inserimento della parola "presunta", che significato ha? È una parola, cambia molto? Eh sì che cambia molto, perché la profondità massima indica l'idea, la profondità, appunto, estrema, a cui chi presenta il progetto di ricerca pensa di poter arrivare, la presunta è quella, invece, che presumibilmente il ricercatore pensa possa essere sufficiente per trovare la falda di acqua.
Se io lascio solo la parola "massima" tutti i progetti di ricerca, nel dubbio, non sapendo esattamente quanto in profondità andare, metterebbero che l'indicazione della profondità massima sono i 1.200 metri, quelli previsti dalla normativa, poi si arriva a 800, non importa, l'importante è non mettermi nelle condizioni di rischiare di dichiarare una profondità e poi doverla superare; è una semplicità, cioè è semplice la soluzione che insieme al relatore abbiamo immaginato "massima e presunta", ma può risolvere tanti problemi. 1) posso evitare che tutte le domande di rilascio del permesso di ricerca mettano in default i 1.200 per evitare appunto di sforare, 2) consente alla struttura competente che riceve la documentazione di avere una documentazione che corrisponde alla realtà del progetto di ricerca che si vuole fare, perché mi cambia sapere se ai 1.200 ci vuoi arrivare veramente o presumi che ti possano bastare i 500 quando si tratta di perforazioni invasive, seppur solo in ambito di ricerca, su un territorio già fortemente compromesso dalle perforazioni (parlo di quello che conosco io): oltre 120 pozzi nel bacino termale euganeo.
È un elemento di discussione che io penso abbia prodotto un risultato utile, che sta nella logica di questo ordinamentale, cioè non vuole fare quella riforma urgente che sia io sia Boron sappiamo che dobbiamo impegnarci a fare, ma che aiuta a costruire un testo migliore.
Adesso, al netto degli addetti ai lavori, è questo il senso della costruzione di proposte emendative: trovare le soluzioni migliori e delle volte l'idea giusta è la mia, delle volte è quella di un altro.
Ecco, io credo che questo modo di lavorare possa essere utile e non farci perdere tempo, perché guardate che una serie di questi emendamenti avrebbero potuto essere accolti e non è che invalidano il lavoro di revisione urgente che dovremo fare e faremo tra un mese, un anno o dieci anni, ma mettevamo già un piede avanti su alcune questioni non così dirimenti, ma su alcune questioni che in questi quarant'anni sono emerse (dopo ne vedremo alcune).
Io credo che, per essere seri in quello che facciamo, dobbiamo davvero fare uno sforzo tutti e cercare di lavorare nelle condizioni migliori. Quindi ribadisco che accetto la richiesta di riformulazione proposta dal relatore.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento, quindi metto in votazione l'emendamento n. A0006 con la modifica presentata dal relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo al successivo...

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, se a verbale può mettere il mio voto favorevole perché il sistema non si connetteva. Grazie.

PRESIDENTE

Okay, quindi mettiamo a verbale il voto favorevole del consigliere Zanoni.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0007 presentato dal consigliere Camani, articolo 2, modificativo, che prevede:
"All'articolo 8 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 , come modificato dall'articolo 2, a1 comma 1, lettera c), dopo le parole: "l'oggetto della ricerca", aggiungere le seguenti: "con indicazione specifica delle sorgenti da captare o delle perforazioni da eseguire"".
Lo vuole illustrare? Prego.
Scusi, c'è il collega Valdegamberi che ha fatto richiesta di parola prima di lei.
Vada, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Approfitterò di questo intervento per illustrare sia l'emendamento n. A0007 che l'emendamento n. A0008 perché riguardano due lettere del medesimo comma.
Anche in questo caso l'intenzione del proponente è quella di rivedere le caratteristiche e i contenuti della richiesta del permesso di ricerca per – dice il proponente – adeguarli alle necessità, perché, ovviamente un elenco di documenti che poteva essere utile allegare alla domanda, una modalità di redazione di questa domanda immaginata nel 1989, oggi può essere anche riformulata e, quindi, nella vostra riformulazione si elimina il riferimento alla scala della planimetria, si indicano alcuni parametri più moderni, eccetera eccetera.
Con questi due emendamenti ho cercato di, anche in questo caso, aggiungere degli elementi che secondo me erano di chiarezza e che aiutavano a specificare meglio rispetto a quegli elementi, a quegli argomenti di criticità che riguardano i permessi di ricerca, per poter essere più precisa e più specifica nell'elenco dei documenti da allegare, perché, come dire, per semplificare bisogna, a mio giudizio, fare in modo che il cittadino - in questo caso l'utente, il fruitore - abbia presente esattamente cosa serve e quindi la mia proposta era appunto che, oltre all'oggetto della ricerca generico, che è ovvio che deve essere contenuto nella domanda per ottenere il permesso di ricerca, venisse indicato specificatamente quali sorgenti si intende captare e quali perforazioni da eseguire.
Questo l'avevo inserito... naturalmente è pleonastico, perché uno non può fare un permesso di ricerca senza indicare quali sorgenti vuole captare o dove vuole effettuare le perforazioni, ma è evidente che in questo comparto, in questo contesto, l'individuazione della sorgente e la perforazione da eseguire sono i due elementi di criticità che la struttura regionale deve valutare sull'opportunità o meno di concedere il permesso di ricerca, perché è una valutazione tecnica e i due elementi tecnici più rilevanti per poter decidere se concedere il permesso di ricerca o meno sono esattamente questi: dimmi qual è la fonte da cui vuoi andare a captare l'acqua perché devo capire se c'è falda sufficiente anche per concederti quel permesso di ricerca. Falda rispetto alla quale ci possono essere già concessioni in uso rispetto alle quali io so qual è mediamente la quantità di acqua emunta e quindi, se tu mi dici esattamente qual è la sorgente che vuoi andare a intaccare, io sono in grado di dirvi se quel permesso può essere concesso o meno, o dimmi esattamente come vuoi perforare. Perché l'altro grande elemento di riflessione tecnica, ma comunque importante, sono le perforazioni da eseguire, che devono essere esplicitate sia in termini di luogo (dove), di tempo (per quanto), di profondità (fino a che punto). Questi sono elementi che aiutano il soggetto che vuole esprimere, che vuole presentare la domanda per ottenere il permesso di ricerca, a capire come deve fare questa domanda oppure con l'altro emendamento, chiedo di aggiungere alla descrizione dei programmi di lavori di ricerca anche i tempi di esecuzione e, quindi, ti chiedo semplicemente che la domanda, oltre al programma dei lavori, abbia anche una sorta di cronoprogramma.
Sono dettagli che certamente non cambiano la sostanza e il fatto che però la discussione attorno a questi elementi sia preclusa, a prescindere dalla volontà di migliorare o meno il testo perché, guardate, non c'è stata discussione in Ufficio di Presidenza, non mi è stato detto perché il cronoprogramma non era utile che fosse inserito, non mi è stato detto perché non sarebbe stato utile inserire nella domanda la rivendicazione delle sorgenti da captare. Mi è stato semplicemente detto di no, perché la formulazione proposta dalla prima firmataria era quella giusta e unica valutabile.
Ecco, io non penso di avere proposto degli emendamenti indiscutibili, mi sarebbe piaciuto poterli affrontare con un po' più di laicità. Questo certamente sì.
PRESIDENTE
Grazie, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento.
Quindi metto in votazione l'emendamento n. A0007, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Vuole intervenire sull'ordine dei lavori, collega Boron?

Fabrizio BORON (Zaia Presidente)

Sì.
PRESIDENTE
Prego.

Fabrizio BORON (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Se è possibile, chiedo, cinque minuti di sospensione.
PRESIDENTE
Va bene. Ci sono contrarietà?
Non ci sono contrarietà, quindi sospendiamo i lavori cinque minuti.
La seduta riprende alle 17.35.
La Seduta è sospesa alle ore 17.31
La Seduta riprende alle ore 18.00

PRESIDENTE

Bene, colleghi. Possiamo riprendere con i lavori. Collega Boron, se può entrare.
Emendamento n. A0008 presentato dal consigliere Camani, articolo 2, modificativo, che prevede:
"All'articolo 8 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 , come modificato dall'articolo 2, al comma 1, lettera d), dopo le parole: "lavori di ricerca", aggiungere le seguenti: "che si intendono eseguire e i tempi cli esecuzione"".
Lo vuole illustrare?

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

L'avevo già illustrato precedentemente, con l'intervento di prima, Presidente, quindi possiamo procedere al voto.

PRESIDENTE

Mi scusi, va bene.
Procediamo alla votazione dell'emendamento n. A0008, con il parere favorevole da parte del relatore.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0009 presentato dal consigliere Camani, articolo 2, modificativo, che prevede:
"All'articolo 8 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 , come modificato dall'articolo 2, al comma 2, dopo le parole: "in materici di acque minerali e termali", aggiungere le seguenti: ", verificata la completezza e correttezza dei documenti di cui al comma 1,"".
Lo vuole illustrare? No.
Metto in votazione, col parere favorevole da parte del relatore, l'emendamento n. A0009.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0010 presentato dal consigliere Camani, articolo 2, modificativo, che prevede:
"All'articolo 8 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 , come modificato da11'articolo 2, dopo il comma 5, aggiungere il seguente:
"5-bis. In ogni caso viene garantita una preferenza alle domande per il permesso di ricerca presentate da enti locali territoriali o loro consorzi compresi nel perimetro del permesso.""
Lo vuole illustrare? Prego, collega.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo è uno degli emendamenti, a mio giudizio, più importanti, che ho presentato, su cui so che c'è un parere contrario perché è un tema di grande rilevanza politica che oggi viene risolto, a mio giudizio, in maniera insoddisfacente, rispetto al quale però invito il Consiglio e il relatore ad una riflessione che parte da oggi e che prova ad essere uno degli elementi attorno a cui noi costruiamo il dibattito per il futuro.
A legge vigente, per quanto riguarda i permessi di ricerca, viene riconosciuto un diritto di precedenza agli Enti locali territoriali, singoli o associati, che presentano istanze di permesso di ricerca.
Con la modifica che ci viene proposta con questo PdL si annulla, si cancella sostanzialmente la preferenza per i progetti presentati dagli Enti locali. Infatti il mio emendamento sostanzialmente era finalizzato a ripristinare questa priorità per gli Enti locali.
La ragione politica che mi vede, appunto, contraria a questa scelta di eliminare la priorità per i progetti presentati dagli Enti locali o dagli enti territoriali, singoli o associati, deriva, io penso, da un'impostazione differente che noi abbiamo, da una lettura diversa della realtà termale che abbiamo tra maggioranza e minoranza. Ecco perché vorrei che fosse oggetto di un approfondimento di riflessione.
È evidente che l'attività di coltivazione e utilizzo delle risorse minerali e termali è un'attività di natura prettamente economica. Questo non sfugge a nessuno. Ma in particolar modo in riferimento alle acque termali, credo sia altrettanto evidente come la funzione che viene associata all'utilizzo di quella risorsa, cioè l'erogazione di prestazioni sanitarie riconosciute dal Sistema Sanitario Nazionale e riconosciute all'interno dei LEA, ci pone l'obbligo di trattare quel tipo di servizio in maniera differente. Non possiamo non cogliere oltremodo la stretta correlazione tra l'utilizzo della risorsa termale e i territori nei quali questo utilizzo avviene.
Quindi io credo che ci sia una forte compenetrazione tra l'impegno pubblico che deve esserci degli Enti locali – dico gli Enti locali perché sono i soggetti più vicini al territorio, ma non escluderei neppure l'intervento di altri livelli istituzionali – dicevo l'impegno degli Enti locali soprattutto in quei processi che riguardano la ricerca, quindi le richieste di permessi di ricerca, perché, come abbiamo detto molte volte in discussione generale, il riferimento alla risorsa termale, la necessità di approfondire e di capire meglio esattamente cosa avviene dentro la falda e come possa essere utilizzata, perché no, anche in maniera innovativa la risorsa termale è certamente una finalità che può avere anche rilevanza dal punto di vista economico, ma certamente deve essere, almeno per me, una priorità dell'impegno pubblico.
Ecco perché io sono convinta che eliminare la previsione che le domande per permesso di ricerca, presentate da Enti locali, abbiano preferenza rispetto a quelle presentate da altri soggetti, credo sia un errore serio che spero possa essere oggetto di rivisitazione.
Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Prego, collega Ostanel.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento importante, non solo perché pone un obiettivo chiaro, cioè quello di coinvolgere gli Enti territoriali locali, i Comuni, nei permessi di ricerca, ma anche perché fa vedere che in realtà la norma che è stata proposta in questo progetto di legge non è puramente ordinamentale, cioè mi chiedo come possa essere ordinamentale una finalità che toglie dalla legge del 1989 il fatto che sia garantita una preferenza alle domande per il permesso di ricerca presentate da Enti locali territoriali o loro consorzi compresi nel perimetro del permesso.
Ecco, questo è un po' a spiegare ancor di più il fatto che all'interno di un ordinamentale c'è anche l'inserimento di alcune visioni politiche, in questo caso che non condivido, togliendo una premialità appunto a quelli che sono gli Enti locali. E in particolare questo è importante magari meno per i permessi di ricerca per le acque minerarie, ma per le acque termali - e soprattutto se si vuole dare davvero corso a quell'emendamento relativo al fatto che possa essere utilizzata l'acqua termale, il delta, anche a fini di riscaldamento, ad esempio, di alcuni uffici o edifici pubblici – il fatto che anche nel permesso di ricerca venga data una preferenza agli Enti territoriali competenti e presenti in quel territorio è assolutamente essenziale.
Spero davvero di poter monitorare che nella revisione del progetto complessivo questa premialità venga reinserita, ma sono intervenuta soprattutto per far vedere anche, diciamo così, all'Aula che dietro a questa modifica ordinamentale, in realtà, viene tolto un punto politico importante, che è quello del coinvolgimento degli Enti, che la consigliera Camani, col suo emendamento, aveva provato a reinserire.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Consigliere Boron.

Fabrizio BORON (Zaia Presidente)

Semplicemente e velocemente. Ne avevamo discusso in Ufficio di Presidenza: questo emendamento, ma è già stato detto, di natura politica, va discusso in un contesto più generale perché quando parliamo di concessione Enti territoriali o loro consorzi, non si definisce poi se questa concessione siano loro che l'andranno a sfruttare o magari venga sfruttata, che ne so, da una società controllata che, ovviamente, fa parte del diritto privato e non di diritto pubblico.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Non ci sono altri interventi, quindi mettiamo in votazione l'emendamento n. A0010 con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Siamo adesso all'articolo 2.
Ci sono interventi sull'articolo? Non ci sono richieste di intervento.
Metto in votazione l'articolo 2 così come modificato.
La votazione è aperta.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo adesso sull'articolo 3.
Emendamento n. A0011 presentato dal consigliere Camani, articolo 3, modificativo, che prevede:
"All'articolo 9 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 , come modificato dall'articolo 3, dopo il comma 2, aggiungere il seguente comma:
"2-bis. Le garanzie finanziarie di cui al comma 2 lettera e) non sono dovute nel caso in cui il titolare del permesso di ricerca sia un ente locale territoriale, singolo o associato.""
Lo vuole presentare? Lo dà per letto. Quindi, mettiamo in votazione, con il parere contrario da parte del relatore l'emendamento n. A0011.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0012 presentato dal consigliere Camani, articolo 5, modificativo, che prevede:
"A11'articolo 9 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 , come modificato dal1'articolo 3, al comma 4, dopo le parole: "acque minerali e termali" aggiungere le seguenti: "sentita la gestione unica di cui all'articolo 20 per le aree o per il bacino idrominerario omogeneo di riferimento,"".
Lo vuole illustrare? No. Lo dà per letto.
Metto in votazione, con il parere contrario da parte del relatore, l'emendamento n. A0012.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Adesso votiamo l'articolo 3.
Ci sono richieste di intervento? Non ci sono richieste di intervento. Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0013 presentato dal consigliere Camani, articolo 3-bis, aggiuntivo, che prevede:
"Articolo 3-bis
Modifica all'articolo 10 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 "Disciplina della ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali e termali"
Al comma 1 dell'articolo 10 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 , dopo le parole: "ai comuni interessarti" aggiungere le seguenti: "e alla gestione unica cli cui all'articolo 20 per le aree o per il bacino idrominerario omogeneo di riferimento"".
Lo dà per letto, quindi metto in votazione, con il parere contrario da parte del relatore, l'emendamento n. A0013.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0014 presentato dal consigliere Camani, articolo 3-bis, aggiuntivo, che prevede:
"Articolo 3-bis
Modifica all'articolo 11 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 "Disciplina della ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali e termali"
Al comma 2 dell'articolo 11 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 , dopo le parole: "ai comuni interessati" aggiungere le seguenti: "e alla gestione unica cli cui all'articolo 20 per le aree o per il bacino idrominerario o omogeneo di riferimento"".
Lo dà per letto, quindi metto in votazione con il parere contrario da parte del relatore, l'emendamento n. A0014.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo adesso all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0015 presentato dal consigliere Camani, articolo 3-bis, aggiuntivo, che prevede:
"Articolo 3-bis
Modifica all'articolo 11 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 "Disciplina della ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali e termali"
Dopo il comma 2 dell'articolo 11 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 , aggiungere il seguente comma:
"2-bis. La domanda di proroga contiene il programma dettagliato dell'ulteriore ricerca, con i relativi preventivi di spesa"".
Lo vuole illustrare? Lo dà per letto, quindi mettiamo in votazione, con il parere contrario da parte del relatore, l'emendamento n. A0015.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Adesso passiamo alla votazione dell'articolo 4.
Ci sono interventi sull'articolo? Non ci sono interventi, quindi metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0016 presentato dal consigliere Camani, articolo 5, modificativo, che prevede:
"All'articolo 13 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 , come sostituito dall'articolo 5, al comma 1, dopo le parole: "La concessione è rilasciata" aggiungere le seguenti parole ", in coerenza con il Piano regionale delle acque minerali e termali e con i piani cli area di cui all'articolo 5,"".
Lo vuole illustrare?
Prego, collega.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Questo è un emendamento presentato all'articolo 13, che voglio illustrare semplicemente per ribadire ancora una volta come l'impianto legislativo che ci stiamo dando, che ci siamo dati nell'89 e che oggi stiamo provando a rinnovare dal punto di vista ordinamentale, rimane profondamente ridotto nella portata perché ciò che manca è la programmazione.
Questo emendamento mirava a precisare che le concessioni dovevano essere rilasciate in coerenza con il Piano regionale delle acque. Questo emendamento, che sembra dire una banalità, nei fatti avrebbe precluso la possibilità di prorogare, rinnovare o concedere nuove concessioni, scusate il gioco di parole, perché ciò che rileva è il fatto che il piano regionale, che la legge dell'89 prevedeva dovesse essere lo strumento pianificatore fondamentale per una gestione ordinata e organizzata dell'utilizzo e dello sfruttamento delle risorse minerali e termali, non c'è.
Ora, capisco il parere contrario del relatore Boron, perché ovviamente non si può surrettiziamente impedire il rinnovo della concessione, però il tema politico rimane, a maggior ragione se oggi questo Consiglio assume all'unanimità la necessità di una revisione della norma.
Il Consiglio regionale, che è sovrano dal punto di vista della funzione legislativa, può anche costruire la norma più perfetta, il meccanismo legislativo che meglio, in teoria, può organizzare questo comparto; ma se poi non c'è realmente la volontà politica di porsi il problema di come concretamente quel comparto deve camminare, cambia poco. Il legislatore nell'89 aveva detto alla Giunta: fai il piano perché con un piano generale poi possiamo organizzare sui territori l'utilizzo, e quel piano non è mai stato fatto.
La nostra impressione è che questa sia un po' un'abitudine di questa Giunta, perché certamente è molto complicato pianificare a livello regionale attività di questo genere, però diventa strategico.
Ritiro quindi l'emendamento, Presidente, per le ragioni che ho detto. Credo però che sia necessario che questo Consiglio non solo assuma all'unanimità la necessità di una riforma urgente, ma anche che si costruiscano le condizioni per cui alle volontà politiche che il Consiglio esprime, la Giunta sia in qualche modo veloce ad adempiere.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Quindi, l'emendamento n. A0016 è ritirato.
Passiamo ora alla votazione dell'articolo 5. Ci sono interventi? Non ci sono interventi.
Metto in votazione l'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo successivo, che è il 6. Ci sono interventi? Non ci sono interventi e quindi lo mettiamo in votazione... vuole intervenire sull'articolo 6?
Prego, collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Intervengo su questo articolo perché è un po' il cuore di una parte della discussione che abbiamo affrontato in queste ore.
In questo articolo, così come emendato dal progetto di legge 58, c'è il tentativo di una prima sommaria introduzione di qualche genere di concetto di utilizzo geotermico della risorsa termale, che non può ovviamente essere considerato soddisfacente.
Ora, io non ho presentato emendamenti soppressivi rispetto a questa formulazione perché ho rispetto dell'attività e della discussione che è avvenuta su questo PdL nelle Commissioni e perché apprezzo, appunto, il tentativo di inserire in norma un'ambizione, però credo che questa ambizione, così come è formulata, non sia sufficiente a raccogliere la sfida di trovare una sintesi, un equilibrio tra l'importanza della risorsa termale ai fini delle prestazioni sanitarie e la necessità di trovare gli strumenti, capire se esistano gli strumenti perché quella risorsa termale possa avere non solo una finalità di natura sanitaria, ma anche una finalità di natura energetica.
Questa è un'emergenza, quella legata ai cambiamenti climatici, alla necessità di individuare risorse energetiche alternative, che qualsiasi legislatore oggi si deve porre e, guardate, il tema è assolutamente articolato. Ecco perché parlo di una discussione, perché una soluzione precostituita, una strada già segnata in questo senso non c'è. Faccio notare che in questa Regione, proprio a causa della stratificazione legislativa che in questi anni si è accumulata, viviamo il paradosso per cui l'utilizzo a fini geotermici delle acque termali di primo prelievo, può essere utilizzato ovunque tranne che nel bacino termale euganeo, perché quella famosa legge, il PURT, che figliava, gemmava dalla legge 75, era una legge che riguardava solo il bacino termale euganeo e il divieto di utilizzare le acque termali per finalità geotermiche è scritto in quel piano, che è ancora vigente in attesa della nuova legge e vale solo per quel bacino. Quindi paradossalmente abbiamo in questa Regione un bacino termale che, per anche la temperatura di estrazione dell'acqua, è primo in Europa. Nel bacino termale Euganeo l'acqua viene emunta a una temperatura che va tra i 60 e 70 gradi: non esiste in Europa stazione termale che ha queste prestazioni geotermiche e abbiamo deciso che proprio lì per legge non si può, neppure a livello sperimentale, pensare, valutare se possono esistere utilizzi diversi da quello della prestazione sanitaria.
Io credo che questa sia un'occasione persa oltre che una profonda ingiustizia. Ecco perché in diversi interventi ho specificato come l'urgenza della revisione complessiva della normativa non può limitarsi ad essere una dichiarazione ed ecco perché ho detto in più punti della discussione che i nodi - a parte i dettagli dell'emendamento - le questioni generali che investono il comparto sono di tale portata che serve una discussione e un approfondimento vero e serve anche un po' di innovazione e, direi, anche qualche idea.
Ecco perché questo articolo come viene proposto, l'articolo 6 che modifica l'articolo 14, a me non convince nella formulazione che riguarda la geotermia se non appunto per la volontà di esprimere un'ambizione.
Ovviamente la discussione sull'utilizzo geotermico della risorsa termale di origine o di risulta non risolve la situazione, non risolve la difficoltà. C'è tutta la questione delle sonde geotermiche, c'è tutta la questione degli impianti di riscaldamento degli edifici pubblici, c'è tutta la questione della quantità disponibile che può essere eventualmente emunta. C'è, io aggiungo, la necessità, tornando alla discussione precedente, che sia il pubblico a governare eventuali processi innovativi.
La mia impressione è che il riferimento alla geotermia messo in questo punto della norma, che appunto deve essere un ordinamentale, non una norma di principio, non sia all'altezza della sfida che abbiamo davanti.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Intervengo perché la proposta di emendamento in Commissione - l'ho già detto, ma lo ripeto perché rimanga ai verbali - che io avevo fatto era quello di inserire all'articolo 55 di questa norma la possibilità di fare davvero un uso sperimentale geotermico soprattutto per gli edifici pubblici in quel bacino termale che la collega Camani ha citato.
Durante appunto la discussione della Commissione, la Struttura tecnica ha detto che, non avendo potuto revisionare la norma nel suo complesso, quello che attendiamo da anni, quell'emendamento all'articolo che io ho proposto non poteva essere accolto e di conseguenza, la natura del mio emendamento è stata riformulata in un'ottica di previsione all'interno di questo articolo.
Non è soddisfacente nemmeno per me, ovviamente. Sappiamo benissimo che questo articolo è un'apertura, ma che abbiamo già all'interno del PURT. Ma la questione vera qual è? Lo ripeto: alla prossima Commissione Seconda richiederemo e richiederò quando sarà allora calendarizzata una discussione, perché altrimenti, probabilmente, anche politicamente era meglio, dal punto di vista del lavoro che ho fatto, presentare qui oggi l'emendamento all'articolo 55 e farmelo rigettare. Non l'ho fatto perché penso che la discussione vera debba avvenire all'interno di un'altra proposta di legge: quella che effettivamente cercherà di dare un futuro di gestione diversa all'estrazione delle acque minerali e termali di questa Regione.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Non ci sono altre richieste di intervento. Metto in votazione l'articolo 6.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0024 presentato dal consigliere Camani, articolo 6-bis, aggiuntivo, che prevede:
"Dopo l'articolo 6 è inserito il seguente:
"Art. 6bis - Inserimento dell'articolo 14 bis alla legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 "Disciplina della ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali e termali".
1. "14- bis. Subconcessione.
1. Previa autorizzazione della struttura regionale competente in materia di acque minerali e termali e nell'ambito della durata della concessione, il concessionario può subconcedere in tutto o in parte l'attività di coltivazione oggetto della stessa.
a) a un altro soggetto economico, nell'ambito di un contratto di affitto di ramo di azienda riguardante l'attività per la quale la concessione è stata rilasciata, per la durata corrispondente a quella del contratto di affitto,
b) ad un soggetto controllato che eserciti l'attività per la quale la concessione è stata rilasciata nell'ambito di un assetto organizzativo multilivello o di gruppo.
2. La subconcessione è autorizzata nel rispetto delle seguenti condizioni:
a) il subconcessionario deve essere in possesso dei requisiti di ordine generale e dei requisiti tecnici ed economici necessari per il rilascio della concessione, il possesso dei requisiti tecnici ed economici può essere soddisfatto anche avvalendosi dei requisiti del concessionario, in base ad apposito impegno espresso da quest'ultimo nell'atto di sub-concessione,
b) l'utilizzo delle acque da parte del subconcessionario deve avvenire nel rispetto degli articoli 39, 40 e 41 della presente legge.
3. Il subconcessionario assume gli obblighi previsti dalla normativa in materia e dall'atto di concessione relativi alle prescrizioni per l'esercizio dell'attività di coltivazione, nonché l'obbligo di corrispondere il canone di cui all'articolo 15 della presente legge, fermo restando che il concessionario è obbligato solamente con il subconcessionario nei confronti dell'amministrazione alla quale sono dovuti tali oneri"."
Lo vuole presentare? Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Molto brevemente, Presidente. Anche questo emendamento fa parte di quelli che ho presentato per cominciare a mettere in fila una serie di problemi che io penso avremmo potuto provare ad affrontare già con questo ordinamentale, ma che dovranno essere sul nostro tavolo quando e se arriverà la modifica organica di questa legge regionale.
Il tema è il seguente. Quando nell'89 è stata costruita questa legge, sia per le condizioni economiche, sia per le condizioni sociali, non capitava mai sostanzialmente che il titolare della concessione differisse dal soggetto che utilizzava la risorsa termale, perché il signor Tizio, titolare della concessione garantita dalla Regione, era anche il proprietario dell'impresa termale che poi quel pozzo andava ad utilizzare.
A quarant'anni di distanza avviene sempre più frequentemente che il soggetto titolare della concessione, molto spesso persona fisica, differisce dal soggetto, molto spesso società, che gestisce la concessione termale e, quindi, come avviene l'organizzazione dei rapporti di diritto privato, ma rispetto alla Regione, in riferimento agli obblighi del concessionario, cioè che riguardano l'utilizzo della risorsa termale tra il concessionario della concessione, scusate il gioco di parole, e il soggetto che invece gestisce costantemente e quotidianamente la risorsa termale?
Gli obblighi del concessionario che sono previsti in un articolo stanno in capo al soggetto titolare della concessione, che magari non c'entra nulla, non verifica nulla e non controlla nulla su come viene utilizzata la risorsa termale o stanno in capo al soggetto, persona fisica o giuridica, che, ad esempio, gestisce la struttura termale?
Questa è una grande questione che nell'89 il legislatore non si è posto come problema perché Vanessa Camani faceva richiesta della concessione, Vanessa Camani costruiva l'albergo o lo stabilimento termale, ero titolare della concessione e utilizzavo la risorsa termale. Oggi questa cosa sostanzialmente non avviene mai. E io penso che il legislatore regionale, che certo deve essere innovativo, ma a maggior ragione in un ordinamentale dovrebbe anche leggere la realtà e risolvere, organizzare, regolare i rapporti che poi nel mondo normale avvengono, tendenzialmente queste situazioni si risolvono con un contratto di somministrazione tra il titolare della concessione e il soggetto che gestisce la risorsa termale. Voi capite bene che un contratto di somministrazione, che è un contratto di natura privatistica, che due soggetti privati stipulano tra di loro non è elemento di sufficiente garanzia proprio per quella necessaria tutela della risorsa termale che è a premessa di questa legge, che è in generale a premessa della valutazione del valore del bene pubblico essendo la risorsa minerale e termale per definizione un bene pubblico.
Ora, l'idea che, come dire, i privati debbano inventarsi delle soluzioni per risolvere problemi oggettivi funziona ma funziona fino a un certo punto.
Lo dico al relatore rapidamente sperando che raccolga queste considerazioni per un futuro. Io credo che noi abbiamo due soluzioni davanti per risolvere questo problema: o utilizziamo il meccanismo della subconcessione, che è quello che io avevo proposto con questo emendamento, cioè facciamo in modo che la Regione, attraverso l'autorizzazione di una subconcessione presìdi i casi in cui si verifica una distonia tra il titolare della concessione e il soggetto che utilizza la risorsa, oppure l'alternativa può essere, ad esempio, quella di mantenere il meccanismo privatistico del contratto di somministrazione, però, ad esempio, predisponendo delle bozze, delle linee guida che garantiscono la tutela della risorsa, messe a disposizione dalla Regione.
A me sono venute in mente queste due: la sub concessione mi sembra più costringente, si può valutare anche l'altra; possono essercene anche altre ancora, ma a me interessa che ci si ponga il problema di governare un meccanismo, un settore, un comparto, un mercato che in questo momento sta sopravvivendo, sta tirando avanti grazie da un lato alla capacità inventiva dei nostri imprenditori e, dall'altro lato, alla necessità di risolvere problemi contingenti. Penso che, per ambire a risolvere, a organizzare questo comparto, debba prevedere anche questo tipo di passaggi.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, collega.
Non ci sono altre richieste di intervento, quindi metto in votazione l'emendamento n. A0024, con il parere contrario da parte del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0017 presentato dal consigliere Camani, articolo 6-bis, aggiuntivo, che prevede:
"Articolo 6-bis
Modifica all'articolo 15 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 "Disciplina della ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali e termali"
Dopo il comma 11 de11'aiticolo 15 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 , aggiungere i seguenti commi:
"11-bis. Le somme di cui al comma 1 lettera a) sono destinate a spese di compensazione ambientale nei comuni ricadenti nel territorio interessato dagli effetti legati alla presenza di attività produttiva.
11-ter. Le somme di cui al comma 1 lettera b) sono destinate al finanziamento di spese di investimento rispondenti a obiettivi di tutela, riqualificazione e monitoraggio della risorsa termale"".
Lo vuole illustrare? Prego, collega.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Molto velocemente perché su questo emendamento c'è già stato un confronto con il relatore Boron, quindi illustro solo il senso rapidamente, a testimonianza che su questo tema c'è necessità di un approfondimento.
Con questo emendamento io sostanzialmente chiedevo che le somme, che la Regione incassa a titolo di concessione per le acque minerali, venissero destinate a interventi a favore dei Comuni nel cui territorio ricade lo stabilimento produttivo e che le somme incamerate per le concessioni di canoni termali fossero destinate a spese di investimento, con l'obiettivo, appunto, della tutela, della salvaguardia e del monitoraggio della risorsa ambientale.
Anche su questo c'è una discussione da aprire, nel senso che le concessioni minerali e termali, cioè i proventi che la Regione incassa per la concessione d'uso di un bene comune della Regione, io credo che in questo caso, proprio per le necessità di cura, di tutela e di salvaguardia di cui abbiamo parlato finora – si si tratta di cifre irrisorie e l'assessore Calzavara lo saprà – anziché finire nel calderone generale delle disponibilità della Regione, potrebbero essere impiegate, in tutto o in percentuale, per investimenti mirati appunto sulla tutela ambientale dei Comuni nel cui territorio ricadono stabilimenti produttivi di acque minerali o alla salvaguardia della risorsa termale.
Siccome sul punto c'è già stata una discussione col relatore Boron e un confronto, ritiro l'emendamento e lo rimetto a una discussione, spero, quanto prossima.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Quindi l'emendamento n. A0017 è ritirato.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0018 presentato dal consigliere Camani, articolo 6-bis, aggiuntivo, che prevede:
"Articolo 6-bis
Modifica all'articolo 17 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 "Disciplina della ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali e termali"
Il comma 1 lettera a) dell'articolo 17 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 , è così sostituito:
"a) per le acque minerali, installare, possibilmente alla sorgente o in luogo accessibile, sulla condotta di adduzione, comunque prima degli impianti di utilizzazione, misuratori automatici della temperatura, della conducibilità e dei volumi, nonché installare in posizione idonea, nell'ambito della concessione, strumentazione per la misura delle precipitazioni atmosferiche, della pressione barometrica e delle temperature di minima e di massima;
a-bis) per le acque termali, installare in luogo accessibile, prima degli impianti di utilizzazione, misuratori automatici della temperatura, della portata e dei volumi, che includa la registrazione dei tempi di funzionamento,"".
Lo vuole illustrare? Bene, lo diamo per letto e metto in votazione, con il parere favorevole da parte del relatore, l'emendamento n. A0018.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo al successivo, che è il n. A0019, sempre della collega Camani.
Lo vuole illustrare?

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Lo ritiro, Presidente.

PRESIDENTE

L'emendamento n. A0019 è ritirato.
Passiamo al successivo, che è il n. A0020, sempre della collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Lo ritiro.

PRESIDENTE

È ritirato anche il n. A0020.
Passiamo adesso alla votazione dell'articolo 7.
Ci sono interventi? Metto in votazione l'articolo 7.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo successivo, che è il n. 8.
Ci sono interventi? Quindi metto in votazione l'articolo 8.,
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'articolo successivo, che è il n. 9.
Non ci sono interventi, quindi mettiamo in votazione l'articolo 9.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo adesso a pagina 32. C'è un articolo aggiuntivo: emendamento n. A0021, della collega Camani.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Presidente, solo per dire che ne abbiamo parlato col relatore e lo ritiro. Discuteremo di questo tema prossimamente.

PRESIDENTE

L'emendamento n. A0021 è ritirato.
Passiamo adesso all'articolo 10. Non ci sono richieste di intervento, quindi metto in votazione l'articolo 10.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo adesso all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0022 presentato dal consigliere Camani, articolo 10-bis, aggiuntivo, che prevede:
"Articolo 10-bis
Modifica all'articolo 47 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 "Disciplina della ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali e termali"
Il comma 1 dell'articolo 47 della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 , è preceduto dal seguente comma:
"01. L'interruzione stagionale dell'attività non costituisce sospensione della coltivazione.""
Lo dà per letto. Apriamo la votazione con il parere favorevole da parte del relatore all'emendamento n. A0022.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo adesso all'articolo 11.
Metto in votazione l'articolo 11.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo al successivo, che è l'articolo n. 12. Non ci sono richieste, quindi metto in votazione l'articolo 12.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo all'emendamento successivo.
Emendamento n. A0023 presentato dal consigliere Camani, articolo 12-bis, aggiuntivo, che prevede:
"Dopo l'articolo 12 è inserito il seguente
"Articolo 12bis - Inserimento dell'articolo S3bis nella legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 "Disciplina della ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali e termali"
Articolo 53bis - Clausola valutativa
1. Il Consiglio regionale esercita il controllo sull'attuazione della presente legge e ne valuta gli obiettivi raggiunti. A tal fine, con decadenza biennale, la Giunta presenta alla commissione consiliare competente una relazione sull'attuazione della legge che fornisca tra le altre informazioni su:
a. numero, localizzazione ed esiti delle attività cli ricerca ed estrazione;
b. attività di concessione.""
Lo vuole illustrare? Lo dà per letto.
Quindi metto in votazione, col parere favorevole da parte del relatore, l'emendamento n. A0023.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo adesso all'articolo 13.
Non ci sono richieste di intervento, quindi metto in votazione l'articolo 13.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo adesso all'articolo 14.
Non ci sono richieste di intervento, quindi metto in votazione l'articolo 14.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo 15.
Non ci sono richieste di intervento, quindi metto in votazione l'articolo 15.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo ora all'articolo 16.
Non ci sono richieste, quindi metto in votazione l'articolo 16.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo al successivo, che è il 17.
Non ci sono richieste di intervento, quindi metto in votazione l'articolo 17.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora all'articolo 18.
Non ci sono richieste di intervento, quindi metto in votazione l'articolo 18.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto.
Ci sono interventi, colleghi? Non ci sono richieste di interventi. Diamo mandato agli uffici per, ovviamente, fare il coordinamento tecnico del provvedimento.
Metto in votazione quindi il progetto di legge n. 58.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Colleghi, chiudiamo qui la Seduta del Consiglio e per il prossimo sarete convocati a domicilio.
Buona serata a tutti.
La Seduta termina alle ore 18.44
Il Consigliere segretario
f.to

Il Presidente
f.to
Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.
Revisione e coordinamento testo a cura di:
Elaborazione testo a cura di:
Verbale n. 34 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 34
MARTEDì 21 SETTEMBRE 2021


PRESIDENZA
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 34a seduta pubblica – martedì 21 settembre 2021
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale, con modalità telematica mista, secondo quanto previsto dalla deliberazione dell'Ufficio di presidenza n. 34 dell'11 marzo 2021.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 14245 del 16 settembre 2021.

Assume le funzioni di PRESIDENTE il Vicepresidente FINCO che dichiara aperta la seduta alle ore 14.17.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Alessandra Sponda .

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti


Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 32a seduta pubblica di martedì 7 settembre 2021.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio

Il PRESIDENTE comunica che sono in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia e i consiglieri Bozza e Pan.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punto n. 4) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 174 del 26.07.2021
presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Zottis e Baldin
"La Giunta regionale quando individuerà i Comuni nei quali sono ubicate strutture agricolo-produttive non destinate all'agricoltura e all'allevamento e utilizzabili per finalità di locazione turistica?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Calzavara che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Punto n. 5) all'ordine del giorno

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento  [RESOCONTO]


Punto n. 5.7) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "Nuovo campo pozzi di Belfiore (VR): è effettivamente messo in esercizio? Sono effettuate le analisi qualitative delle acque?" (Interrogazione a risposta scritta n. 101).


Interviene la consigliera Guarda (Europa verde) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa verde) in sede di replica.

Punto 5.6) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "Bacino di laminazione sul torrente Astico nei comuni di Breganze e Sandrigo - primo stralcio, cittadini e amministratori locali segnalano molte criticità ambientali: quali le intenzioni della Regione, alla luce delle osservazioni ricevute?" (Interrogazione a risposta scritta n. 103)


Interviene la consigliera Guarda (Europa verde) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa verde) in sede di replica.

Punto 5.3) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "Incendio nei pressi della discarica di Torretta (VR) del 13 giugno 2021: ARPAV è intervenuta?" (Interrogazione a risposta scritta n. 109)


Interviene la consigliera Guarda (Europa verde) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Bottacin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa verde) in sede di replica.

Punto 5.5) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dai consiglieri Guarda e Zanoni relativa a "Delta del Po Veneto e bracconaggio: come potenziare le attività di vigilanza ed escludere i bracconieri dagli ambiti di caccia!" (Interrogazione a risposta scritta n. 106)

Interviene la consigliera Guarda (Europa verde) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa verde) in sede di replica.

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Rizzotto, Bet e Michieletto relativa a "Modifica della legge regionale 10 ottobre 1989, n. 40 "Disciplina della ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali e termali"". (Progetto di legge n. 58) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 29/2021)


Prosecuzione dell'esame del progetto di legge in oggetto iniziato nella 33a seduta di martedì 14 settembre.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori.

La seduta è sospesa alle ore 15.08.

La seduta riprende alle ore 15.10.

In discussione generale intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Rizzotto (Zaia Presidente) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Il PRESIDENTE sospende la seduta per permettere alla Seconda commissione consiliare di esprimere parere sugli emendamenti presentati.

La seduta è sospesa alle ore 14.46.

La seduta, dopo un rinvio, riprende alle 16.40.

Assume le funzioni di Consigliere segretario la consigliera Erika Baldin .

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

Sull'emendamento n. A1, aggiuntivo di un articolo, intervengono le consigliere Camani (Partito Democratico Veneto) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

L'emendamento n. A1 aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 1 , posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Gli emendamenti nn. A2 e A3 ognuno aggiuntivo di un articolo, illustrati dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto), posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

Sull'emendamento n. A4, aggiuntivo di un articolo, intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto), Boron (Zaia Presidente), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

L'emendamento n. A4 aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 2.

L'emendamento n. A5 aggiuntivo di un articolo, illustrato dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A6, all'articolo 2, intervengono i consiglieri Boron (Zaia Presidente) che propone una modifica e Camani (Partito Democratico Veneto) che la accoglie.

L'emendamento n. A6 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra gli emendamenti nn. A7 e A8 all'articolo 2.

L'emendamento n. A7 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Interviene il consigliere Boron (Zaia Presidente) sull'ordine dei lavori.

La seduta è sospesa alle ore 17.31.

La seduta riprende alle ore 18.00.

Gli emendamenti nn. A8 e A9 all'articolo 2, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati.

Sull'emendamento n. A10, all'articolo 2, intervengono i consiglieri Camani (Partito Democratico Veneto) che lo illustra, Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) e Boron (Zaia Presidente).

L'emendamento n. A10 all'articolo 2, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

L'articolo 2 posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato come modificato e inserito come articolo 3.

Gli emendamenti nn. A11 e A12 all'articolo 3, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'articolo 3 posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inserito come articolo 4.

Gli emendamenti nn. A13, A14 e A15 ognuno aggiuntivo di un articolo, posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono respinti.

L'articolo 4 ,posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inserito come articolo 5.

Sull'emendamento n. A16 all'articolo 5 interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che lo illustra e lo ritira.

L'articolo 5 ,posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inserito come articolo 6.

Sull'articolo 6, in discussione generale, intervengono le consigliere Camani (Partito Democratico Veneto) e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

L'articolo 6 ,posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inserito come articolo 7.

L'emendamento n. A24 aggiuntivo di un articolo, illustrato dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto), posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è respinto.

Sull'emendamento n. A17 aggiuntivo di un articolo, interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che lo illustra e lo ritira.

L'emendamento n. A18 aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 8.

Gli emendamenti nn. A19 e A20 sono ritirati dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

Gli articoli 7, 8 e 9 posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inseriti rispettivamente come articoli 9, 10 e 11.

L'emendamento n. A21 è ritirato dalla consigliera Camani (Partito Democratico Veneto).

L'articolo 10 ,posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inserito come articolo 12.

L'emendamento n. A22 aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 13.

Gli articoli 11 e 12 posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inseriti rispettivamente come articoli 14 e 15.

L'emendamento n. A23 aggiuntivo di un articolo, posto in votazione col sistema elettronico in modalità telematica, è approvato e inserito come articolo 16.

Gli articoli 13, 14, 15, 16, 17 e 18 posti in votazione separatamente col sistema elettronico in modalità telematica, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente e inseriti rispettivamente come articoli 17, 18, 19, 20, 21 e 22.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico in modalità telematica il progetto di legge in oggetto nel suo complesso come emendato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Andreoli, Barbisan, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Cecchetto, Centenaro, Cestari, Cestaro, Ciambetti, Dolfin, Favero, Finco, Formaggio, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Piccinini, Possamai Gianpiero, Puppato, Razzolini, Rigo, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Speranzon, Sponda, Valdegamberi, Venturini, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Baldin, Bigon, Camani, Lorenzoni, Ostanel, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 18.44.

Consiglieri presenti o partecipanti in modalità telematica:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BARBISAN Fabiano
OSTANEL Elena
BET Roberto
PICCININI Tomas
BIGON Anna Maria
POLATO Daniele
BISAGLIA Simona
POSSAMAI Giacomo
BORON Fabrizio
POSSAMAI Gianpiero
BRESCACIN Sonia
PUPPATO Giovanni
CAMANI Vanessa
RAZZOLINI Tommaso
CAVINATO Elisa
RIGO Filippo
CECCHETTO Milena
RIZZOTTO Silvia
CENTENARO Giulio
SANDONA' Luciano
CESTARI Laura
SCATTO Francesca
CESTARO Silvia
SORANZO Enoch
CIAMBETTI Roberto
SPERANZON Raffaele
CORSI Enrico
SPONDA Alessandra
DOLFIN Marco
VALDEGAMBERI Stefano
FAVERO Marzio
VENTURINI Elisa
FINCO Nicola Ignazio
VIANELLO Roberta
FORMAGGIO Joe
VILLANOVA Alberto
GEROLIMETTO Nazzareno
ZANONI Andrea
GIACOMIN Stefano
ZECCHINATO Marco
GUARDA Cristina
ZOTTIS Francesca
LORENZONI Arturo







LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
Erika BALDIN






IL PRESIDENTE
Nicola Ignazio FINCO









N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Paola Lombardo