ResocontoVerbali

Seduta del consiglio regionale del 19/10/2021 n. 36

Resoconto n. 36 - 11^ legislatura
Resoconto 36 a Seduta pubblica
Martedì, 19 ottobre 2021
SOMMARIO
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI
La Seduta inizia alle ore 13.39

PRESIDENTE

Colleghi, per favore, accomodiamoci.
Diamo inizio alla 36a Seduta pubblica del Consiglio regionale. I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 15664 del 13 ottobre 2021.
PUNTO
1



APPROVAZIONE VERBALI DELLE SEDUTE PRECEDENTI

Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 35a seduta pubblica di martedì 5 ottobre 2021.
PUNTO
2



COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Ha comunicato congedo
Luca ZAIA
IL congedo è concesso.
PUNTO
3



INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento, l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.
PUNTI
4 e 5



RISPOSTE DELLA GIUNTA REGIONALE ALLE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

e

INTERROGAZIONI A RISPOSTA SCRITTA ISCRITTE ALL'ORDINE DEL GIORNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 111, COMMA 4 DEL REGOLAMENTO

PRESIDENTE

Partiamo con le interrogazioni.
Partiamo con la IRI n. 194 della collega Camani.

Interrogazione a risposta immediata n. 194 del 21 settembre 2021 presentata dai consiglieri Camani, Giacomo Possamai, Zottis, Zanoni, Bigon e Ostanel relativa a "E-COMMERCE E DIRITTI DEI LAVORATORI. COSA INTENDE FARE LA GIUNTA REGIONALE PER TUTELARE GLI ADDETTI DEL SETTORE NEL VENETO?"

Camani, prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente e grazie anche all'assessora Donazzan che, devo dire, è sempre puntuale nel rispondere alle nostre interrogazioni.
Questa è stata presentata il 21 settembre e, insieme a me, è stata sottoscritta dai colleghi del Partito Democratico e dalla consigliera Elena Ostanel.
Il tema è, purtroppo, tristemente noto, a noi come, immagino, all'assessora Donazzan. Sappiamo che poche settimane fa il Governo, il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha raggiunto tra parti sociali e Amazon un accordo che è stato definito "storico" e che rappresenta un impegno reciproco delle organizzazioni sindacali e delle multinazionali, dell'e-commerce per costruire le condizioni per garantire alle lavoratrici e ai lavoratori del comparto della logistica tutele e garanzie di natura retributiva e contrattuale.
Malgrado questo accordo sia stato raggiunto a livello nazionale, in questa Regione Amazon continua ad avere comportamenti che io giudico poco corretti nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici e anche delle Istituzioni territoriali.
Da quando è stata presentata l'interrogazione c'è un fatto nuovo, Assessore, che risale al 14 ottobre, quando la società Amazon si è addirittura rifiutata di partecipare al tavolo convocato dall'Assessore competente per discutere la questione che riguarda appunto le lavoratrici e i lavoratori della sede di Vigonza, che sembrerebbero essere, nei fatti, stati obbligati a trasferirsi nella sede di Vicenza. Questo atteggiamento - concordo con la posizione dell'Assessore - ci rammarica perché riteniamo intollerabile che la multinazionale sia disponibile a discutere con noi quando dobbiamo programmare nuovi investimenti, quando dobbiamo definire nuovi insediamenti - vado a concludere – ma sia molto più complicato contattare la multinazionale quando si parla dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.
Chiedo dunque alla Giunta e all'Assessore regionale cosa intende fare la Regione del Veneto per tutelare le lavoratrici e i lavoratori del settore logistica e e-commerce anche alla luce dei fatti avvenuti in questi giorni.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la risposta l'assessora Donazzan. Prego.

Ass.ra Elena DONAZZAN

Grazie, Presidente e grazie alla collega per avere proposto alla Giunta una interrogazione di tal genere. Mi permette così di rendere edotta l'Aula di alcune questioni che sono particolarmente importanti. Mi accingo a leggere la risposta che è stata approvata dall'intera Giunta.
Per "filiera della logistica" si intende un sistema economico e commerciale comprendente sia le imprese che realizzano una o più fasi dei processi logistici, sia le aziende committenti. Nel territorio regionale la filiera è presente con poli logistici di rilievo internazionale e ricopre un ruolo strategico per l'economia e il tessuto sociale veneto.
Negli ultimi anni questo settore è stato interessato da un'evoluzione profonda. In particolare, l'e-commerce ha visto un continuo crescendo delle proprie attività, incremento che ha avuto un'ulteriore spinta nell'ultimo anno a seguito della pandemia.
Dato il ruolo fondamentale del settore per il tessuto economico regionale, l'Assessore (la sottoscritta) ha da tempo avviato un tavolo di confronto con le associazioni sindacali datoriali e dei lavoratori al fine di condividere un protocollo d'intesa per il superamento delle criticità della filiera della logistica - questa è la denominazione - con il quale le parti, ognuna per quanto di propria competenza, si impegnano ad adoperarsi affinché venga garantita l'osservanza delle prescrizioni normative in materia di lavoro, di regolarità contributiva ed assicurativa, nonché in materia di sicurezza del lavoro all'interno dei siti produttivi, anche al fine di contrastare le forme di caporalato e grave sfruttamento lavorativo e il lavoro sommerso e irregolare.
Il testo di tale protocollo è ormai di prossima sottoscrizione. Quando l'ho portato all'approvazione della Giunta non vi era ancora la data. Comunico all'Aula e alla collega che il 25 ottobre questo protocollo sarà sottoscritto. Vedremo chi sottoscriverà e chi non sottoscriverà.
L'Assessore al Lavoro sta altresì seguendo la vicenda Amazon, vertenza Amazon, per la quale lo scorso 29 aprile ha incontrato le organizzazioni sindacali che contestavano le difficili condizioni di lavoro sul sito di Vigonza, dove erano allora presenti circa 400 addetti alla distribuzione in capo a cinque società appaltatrici di Amazon. In previsione dell'ormai prossima apertura di nuovi magazzini sul territorio regionale, l'Assessore al Lavoro ha, inoltre, già convocato per il mese di ottobre - quindi la data che lei ricordava, il 14 - un nuovo incontro con azienda e sindacati avente ad oggetto specificatamente la situazione in Veneto di Amazon.
Il 15 settembre 2021, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Amazon Italia Logistics S.r.l. ha sottoscritto il protocollo per la definizione di un sistema condiviso di relazioni industriali con il quale si è impegnata ad applicare il contratto collettivo nazionale della logistica, trasporto, merci e spedizioni.
Il medesimo documento prevede, altresì, momenti di confronto territoriali. Su questa base, la Giunta proseguirà il lavoro finora svolto, al fine di contribuire a portare ordine e sicurezza in un settore strategico ed essenziale per l'economia regionale.
Questo è il testo approvato dalla Giunta. Successivamente, come lei ha ricordato - e concludo, Presidente – il 14 ottobre io ho ritenuto veramente inopportuno che non si presentasse Amazon in ottemperanza al protocollo nazionale e, quindi, proseguiremo nel sollecitare un ulteriore incontro.

PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Per la replica, collega Camani. Prego.

Vanessa CAMANI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Grazie, assessora Donazzan.
Io credo che sia importante che questi temi siano al centro della discussione di questo Consiglio regionale perché la qualità del lavoro che possiamo offrire ai nostri cittadini è fondamentale ed è strategica nella fase che ci apprestiamo a vivere. Ed è vero e ha ragione quando sostiene che il comparto della logistica in questi anni si è sviluppato molto e si è sviluppato molto in questa Regione. È anche vero che bisogna imparare a distinguere tra imprese che domandano lavoro, offrono lavoro e imprese in grado di creare lavoro di qualità, imprese di garantire posti di lavoro stabili, imprese in grado di garantire le tutele e i diritti fondamentali delle lavoratrici e dei lavoratori e in questo caso, in questa Regione, Amazon non si sta comportando così.
In particolare si avvale in maniera principale di lavoro somministrato e, quindi, risulta anche complicata l'interlocuzione con le imprese che hanno la titolarità dei contratti di lavoro e che non corrispondono ad Amazon, al punto tale che non siamo nelle condizioni di sapere oggi quanti sono i lavoratori che prestano lavoro somministrato presso gli stabilimenti.
Ora, io credo, avrà lei e la Giunta il nostro supporto nel pretendere dalle multinazionali del commercio, della logistica, ma anche dalle associazioni o delle organizzazioni datoriali che offrono il lavoro somministrato, tutto il supporto che serve per ripristinare in questa Regione un minimo di legalità nei rapporti di lavoro.
Siamo all'inizio di una fase di ripresa importante: riteniamo fondamentale che la ripartenza sia accompagnata da un presidio fortissimo dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Quindi, su questo tema e su altri con i colleghi continueremo a presidiare perché pensiamo sia davvero un elemento fondamentale che può segnare il tipo di sviluppo che vogliamo dare a questa Regione.
Grazie, Assessora. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Passiamo alla IRI n. 199 della collega Guarda.

Interrogazione a risposta immediata n. 199 del 4 ottobre 2021 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "SULLA MISURA 6.1.1 DEL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE PER IL VENETO 2014-2020"

È l'ultima in serie, collega.
Prego, Guarda, siamo in modalità analogica, quindi... benissimo.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie. Intanto buon lavoro a tutti i colleghi. In realtà, devo essere sincera, son contenta di vedervi tutti in Aula e di poter interloquire con voi direttamente senza schermi che ci dividono e vi auguro, quindi, buon lavoro.
Ringrazio anche io l'assessore Caner per aver portato questa risposta in tempi sicuramente record e, quindi, ringrazio infinitamente di questa disponibilità. Sarò curiosa di naturalmente leggere e sapere la risposta, sperando sempre sia positiva.
In questo caso voglio parlare di un tema che sembra piccolo, ma nella vita di un giovane fa la differenza.
Nella DGR 1791 del 2020, il Programma di sviluppo rurale, Testo Unico dei criteri dei punteggi per la selezione delle domande di aiuto relativi ai tipi di intervento del PSR 2014-2020 eccetera, viene definito il sistema dei punteggi attraverso cui andare ad assegnare le risorse per quanto riguarda diversi interventi, tra cui appunto quello più corposo e importante che è quello del primo insediamento. Essenzialmente per il ricambio generazionale all'interno del mondo dell'agricoltura.
Ricordato che in sede consultiva, così come con proposta successiva formalizzata, io nello scorso anno proponevo l'integrazione nel vigente PSR dei criteri di selezione dell'operazione 6.1.1 (quella appunto per i giovani agricoltori) includendovi anche il possesso del diploma quadriennale professionale, in materia agricola equipollente, analogamente a quanto peraltro previsto da altre Regioni, tra cui anche la Provincia Autonoma di Trento, per esempio, nella relazione agli omologhi bandi. All'epoca rilevavo la necessità di riconoscere la differenza del diploma quadriennale, tra l'altro realizzato proprio grazie alla programmazione della Regione del Veneto nell'ambito della formazione professionale, cosa che bisogna rilevare come intervento sicuramente positivo, ma con delle criticità, perché appunto - e qui concludo - il punteggio non viene riconosciuto in più.
Per questo motivo interrogavo, se lo ritenesse necessario, l'Assessore di includere il possesso del diploma quadriennale in materie agrarie equipollenti con un punteggio ad hoc valorizzante di questi giovani agricoltori.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la risposta l'assessore Federico Caner, prego.

Ass.re Federico CANER

Grazie, Presidente. Grazie alla collega.
Velocemente leggo alcune premesse prima di arrivare alla risposta che la collega attendeva.
L'articolo 49 del Regolamento UE stabilisce che, fatto salvo l'articolo 30, paragrafo 3 della lettera d) del Regolamento stesso, l'autorità di gestione del Programma di sviluppo rurale definisce una serie di criteri di selezione degli interventi previa consultazione del Comitato di sorveglianza. I criteri di selezione sono intesi a garantire la parità di trattamento ai richiedenti, un migliore utilizzo delle risorse finanziarie e una maggiore rispondenza delle misure alle priorità dell'Unione in materia di sviluppo rurale.
I criteri di selezione sono definiti e applicati nel rispetto del principio di proporzionalità in relazione alle dimensioni degli interventi. Le autorità degli Stati membri competenti per la selezione degli interventi garantiscono che questi ultimi siano selezionati conformemente a tali criteri e secondo una procedura trasparente e adeguatamente documentata.
L'articolo 74 del Regolamento stabilisce che il Comitato di sorveglianza del PSR 2014-2020 venga consultato ed emetta un parere in merito ai criteri di selezione degli interventi finanziati i quali sono riesaminati secondo le esigenze della programmazione. I criteri di selezione sono elaborati dall'autorità di gestione partendo dai principi di selezione definiti per ciascun tipo di intervento nel testo del PSR 2014-2020, assicurando una stretta coerenza tra principio e criterio, per dare una traduzione concreta degli elementi emersi dall'analisi del PSR 2014-2020 anche in termini di fabbisogni e degli obiettivi della Misura.
Al fine di garantire il rispetto alla normativa UE ciascuno dei criteri proposti risulta quindi oggettivo, comprensibile e trasparente, perciò i criteri sono stati sottoposti secondo quanto disposto dall'articolo 62 del Regolamento.
Con la deliberazione n. 1788 del 7 novembre 2016, la Giunta regionale ha approvato il Testo unico dei criteri di selezione e dei punteggi delle domande di aiuto relativi ai tempi di intervento del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 da applicarsi nei bandi regionali, completato anche con i criteri di selezione specifici indicati dai GAL. Il Testo unico dei criteri di selezione è stato poi oggetto di successive modifiche.
Il percorso seguito per la modifica dei criteri di selezione ha visto la raccolta dei pareri di tutti gli organi competenti, ovvero della Terza Commissione Consiliare, del Comitato di sorveglianza e della Commissione europea.
Inoltre, si è proceduto il lavoro congiunto con l'AVEPA all'analisi della verificabilità e controllabilità dei criteri come modificati. La definizione dei criteri di selezione applicati al tipo di intervento 6.1.1 "Insediamento dei giovani agricoltori", in attuazione dei relativi principi previsti dal PSR 2014-2020, ha seguito la modalità disposta dai regolamenti.
Tra i criteri di selezione così definiti, il criterio "Titolo studio del giovane imprenditore" prevede di assegnare un punteggio differenziato in base al titolo di studio o alla qualifica professionale. Il criterio si applica riconoscendo un punteggio specifico ai giovani agricoltori che richiedono l'aiuto in possesso di diploma triennale o di qualifica professionale attinente al settore agrario o qualifica professionale triennale regionale di operatore agricolo.
Vengo alla richiesta. La richiesta di aggregazione del criterio di priorità 2.1 anche del più recente diploma quadriennale regionale di tecnico professionale in materia agraria, intervenuta nel corso dell'iter di approvazione della DGR 1791/20 è pertanto all'attenzione delle autorità di gestione del PSR 2014-2020, quindi non escludo la possibilità: sta all'Autorità di Gestione ora valutarlo ed eventualmente ammetterlo.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore per la risposta.
Collega Guarda. Prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore. Ci dà un respiro di aria pulita, buona e sicuramente ricca di speranze. Evidentemente gli studenti che si sono diplomati in questi ultimi anni presso la Scuola di Formazione Professionale Ludovico Pavoni, che è l'unica scuola di formazione professionale di tipo agricolo, e quindi nell'ambito agronomico e vitivinicolo del Veneto, non andranno a scombussolare le graduatorie di assegnazione fino ad oggi insomma realizzate. Ma ritengo che questa risposta, che apre a una possibilità di riconoscimento di punteggio ulteriore a questa categoria di nuovi e futuri imprenditori agricoli, sia importantissima per un motivo, che non è soltanto la valorizzazione di un percorso professionale, che dobbiamo riconoscere ai nuovi imprenditori agricoli giovani - e quindi su questo penso che ci dovremmo ritrovare tutti molto d'accordo - ma parallelamente anche per mettere a frutto gli investimenti e la fatica che non soltanto gli operatori del settore, gli insegnanti e coloro che si stanno dedicando a questo tipo di formazione tanto richiesta nel settore agricolo, ma anche la Regione del Veneto nell'area che si occupa della formazione professionale, questo tipo di sforzo deve essere valorizzato.
Se la stessa Regione, che investe e decide di puntare su questa formazione professionale e poi, di conseguenza, non valorizza il diploma nella maniera più opportuna, che sicuramente sarà superiore a tre, ma mi auguro sia più vicina a quello quinquennale che a quello dei tre anni in termini di valorizzazione di punteggio, sulla scorta dell'esperienza anche della Provincia Autonoma di Trento, che dà un'indicazione molto chiara nella sua Misura.
Detto questo, puntare a una restituzione in termini di valorizzazione di punteggio credo sia doveroso anche per valorizzare l'impegno della Regione Veneto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Colleghi, un attimo di attenzione. Ho fatto in velocità gli assessori Donazzan e Caner perché hanno impegni. Vi spiego un attimo le modalità operative con le quali lavoreremo oggi, soprattutto per chi è alla sua prima legislatura e ha sempre lavorato su Concilium.
Noi utilizzeremo ancora Concilium per la condivisione dei documenti, degli emendamenti, visto che stiamo puntando alla dematerializzazione il più possibile della carta da far girare in Aula ed è anche una modalità per evitare troppi passaggi tra troppe mani, perché, come in questi diciannove mesi abbiamo imparato, non è sempre utile far passare cose per troppe mani.
Mentre la richiesta di parola e la votazione avvengono attraverso il dispositivo che avete in ogni vostra postazione. Quindi, per richiedere la parola si preme su "Microfono" e poi ve la diamo in automatico da qui. Per le votazioni, qualche Aula l'avete frequentata anche in altre Assemblee, è semplicissimo, ma lo vedremo quando andremo a votare.
Ripeto: su Concilium troverete tutti i documenti che utilizzeremo oggi, dai provvedimenti alle mozioni, ad altro ed è una cosa sulla quale, mi pare, tutti quanti abbiate ormai dimestichezza. È anche più semplice ‒ ripeto ‒ e più facile condividere le cose.
Continuiamo con le interrogazioni. Adesso mettiamo in fila tutte quelle della vicepresidente De Berti, quindi partiamo dalla...
Non vedo Montanariello in Aula. Chiamatelo.
Intanto andiamo avanti con quella della Ostanel, quindi la n. 140.

Interrogazione a risposta immediata n. 140 del 19 maggio 2021 presentata dalla consigliera Ostanel relativa a "TRENI BELLUNO-VENEZIA: PERCHE' NON PREVEDERE QUALCHE CORSA PIÙ VELOCE DEDICATA AI PENDOLARI DA BELLUNO A VENEZIA?"

Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente. Grazie, Assessora.
Questa è un'interrogazione che ho depositato a maggio 2021 anche su richiesta del Comitato pendolari, che si è costituito nella Provincia di Belluno, che chiede una cosa molto semplice. Oggi quindi chiedo che venga data una spiegazione, se possibile, ad una richiesta che è abbastanza specifica, ma credo importante.
L'idea del Comitato è quella che ci siano delle corse dirette e veloci tra Belluno e Venezia e non, come accade ora, dei treni che, seppur migliorati rispetto al passato perché la linea è stata elettrificata, fanno moltissime fermate sul pezzo di Treviso e dopo arrivando verso Venezia e di conseguenza non permette, soprattutto nelle ore di punta, quando bisogna arrivare al lavoro la mattina e la sera, di avere un treno veloce che semplicemente porti i pendolari da Belluno a Venezia.
La richiesta quindi è di capire dalla Giunta, in particolare dall'assessora De Berti, se, al di là del fatto che c'è stato un potenziamento della linea, perché è stata elettrificata e sappiamo che oggi circolano dei treni, i famosi Pop e Rock, se al di là della tipologia di treni noi abbiamo la possibilità di dire ai pendolari che lì vivono e che vengono a lavorare a Venezia di avere un treno rapido la mattina e la sera.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Per la risposta, De Berti.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Posto che è un po' difficile pensare di dedicare dei treni solo ai bellunesi che vengono a Venezia, considerando che non stiamo parlando di migliaia e migliaia di persone, però, nonostante questo, la realizzazione del progetto di elettrificazione della tratta ferroviaria Conegliano-Belluno ha previsto un investimento economico di 55 milioni di euro nell'ambito del complessivo programma di elettrificazione di RFI nelle linee del bacino Veneto e dell'anello bellunese per un valore complessivo di oltre 200 milioni di euro.
L'ammodernamento della linea ferroviaria e l'introduzione di nuovi treni a trazione elettrica hanno comportato un salto di qualità nell'esperienza di viaggio dell'utenza regionale, riducendo i tempi di percorrenza, aumentando il confort di viaggio e consentendo collegamenti diretti tra Venezia e Belluno senza rotture di carico a Conegliano.
I lavori hanno previsto l'ammodernamento della linea ferroviaria dotandola del sistema di controllo marcia treno, che supporta i macchinisti nella guida e migliora l'affidabilità dell'infrastruttura ferroviaria aumentando i livelli di sicurezza.
Sono inoltre stati eliminati tre passaggi a livello nella tratta Conegliano-Vittorio Veneto, adeguate agli standard europei le gallerie di Fadalto e Santa Croce e realizzati interventi di binari nelle stazioni di Belluno e Vittorio Veneto al fine di facilitare gli incroci.
I nuovissimi treni Pop, la cui capienza è di 300 posti a sedere e fino a 230 posti in piedi, rientrano negli investimenti di oltre 660 milioni di euro previsti dal contratto di servizio sottoscritto nel 2018 dalla Regione del Veneto e Trenitalia: investimento che consentirà il rinnovo dell'intera flotta del materiale rotabile del Veneto.
In ordine all'interrogazione consiliare in argomento, si è provveduto a chiedere alla società regionale Infrastrutture Venete ed a Trenitalia di relazionare in riferimento alle condizioni commerciali, ai vincoli di circolazione di accesso all'infrastruttura ferroviaria, nonché ai criteri di progettazione adottati per la definizione dell'offerta commerciale posta in essere, già peraltro condivisa con la Regione Veneto.
Nella nota di riscontro, Infrastrutture Venete ha dunque evidenziato che le scelte tecniche circa la numerosità, il cadenzamento e le origini e destinazioni dei servizi hanno dovuto rispettare le condizioni di circolazione imposte dalla capacità dell'infrastruttura ferroviaria e dalla copresenza di altri servizi.
Il risultato dello studio ha prodotto un'offerta che presenta aspetti positivi prevalenti rispetto ad alternative di modello di esercizio. Il progetto posto in esercizio ha infatti consentito la realizzazione di condizioni di viaggio migliorative per l'utenza del bacino del bellunese tramite l'eliminazione della rottura di carico a Conegliano, la riduzione dei tempi complessivi e l'utilizzo di nuovo materiale rotabile.
La nuova offerta commerciale, attivata a partire dal 13 giugno in concomitanza dell'orario estivo, prevede 13 collegamenti tra Belluno e Venezia, dei quali 8 diretti con il primo treno del mattino che, con 11 fermate, ha un tempo di percorrenza complessiva di 1 ora e 53 minuti, con una riduzione rispetto all'orario previgente di ben 16 minuti.
In parallelo, nella tratta Venezia-Belluno i collegamenti diretti sono 7 su 13 complessivi e l'ultimo treno del pomeriggio conclude il suo percorso sempre in 1 ora e 53 minuti, ma con una riduzione rispetto al modello precedente di ben 23 minuti. Non ultimo, si rileva, inoltre, che, a fronte dell'assegnazione di due fermate in più all'offerta attuale, con il modello orario posto in esercizio, è stato possibile confermare le coincidenze a Ponte nelle Alpi da e per Calalzo nelle relazioni tra Conegliano e Sacile, oltre ad aumentare il numero di collegamenti tra Conegliano e Venezia, che passano da 3 a 4 all'ora.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore anche per lo sprint da alta velocità finale.
Prego, Ostanel, per la replica.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Grazie, Assessora, per la risposta, ma soprattutto per aver sollecitato la risposta a chi di competenza.
La questione che, però, rimane, io credo, è quella per cui ancora mi viene segnalato - e poi potremo interloquire anche dopo l'interrogazione del fatto - che a Conegliano il servizio è ancora spezzato e soprattutto da mezzogiorno alle 16 non c'è più la possibilità di andare con lo stesso treno, ma il servizio, mi segnalano, è stato spezzato e lo è ancora.
Questo è un tema perché, ovviamente, come lei ha detto in premessa, è ovvio che non stiamo parlando di un bacino di milioni di persone, ma stiamo parlando di un bacino di persone che, storicamente e per il territorio in cui vivono, hanno bisogno di maggiore accessibilità, cioè più potenziata rispetto ad altri cittadini che magari vivono in Provincia di Treviso o in Provincia di Venezia, dove territorialmente è più facile raggiungere il posto di lavoro.
Un lavoro massiccio in più rispetto al fatto che si chiedano più corse, con un tempo di percorrenza migliore e soprattutto con degli orari che vengano pianificati in maniera utile per chi soprattutto svolge il lavoro da pendolare, credo sia molto utile, visto che la Regione ha una competenza in termini di pianificazione, quindi può interloquire con l'Ente gestore per avere un servizio migliore. Credo che avere questo spezzamento a Conegliano e dalle 20 in poi non più nessuna corsa di treno che riporti le persone verso Belluno, al di là del fatto che i pendolari magari viaggiano prima, è un servizio che dovrebbe essere garantito a tutti i cittadini, in particolare in un contesto come quello della Provincia di Belluno.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Riprendiamo la n. 138 del collega Montanariello.

Interrogazione a risposta immediata n. 138 del 17 maggio 2021 presentata dai consiglieri Montanariello e Zottis relativa a "A4 VENEZIA TRIESTE. LA GIUNTA REGIONALE SI È ATTIVATA PER ARRIVARE AL COMPLETAMENTO DELLA TERZA CORSIA E A TRATTENERE IN VENETO LA QUOTA DI PEDAGGI CHE GLI SPETTA?"

Prego, Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Premesso che la recente approvazione in Parlamento di un ordine del giorno sottoscritto trasversalmente dalle deputate del Veneto Orientale ha evidenziato l'urgenza di destinare parte delle risorse del Fondo complementare al PNRR per il completamento della terza corsia della A4 tra Portogruaro e San Donà di Piave, un'infrastruttura indispensabile per la sicurezza stradale del territorio veneto e uno dei collegamenti più importanti dell'intero Nord-Est.
Tenuto conto che oggi tutti i pedaggi della Venezia-Trieste vengono riversati al Friuli Venezia Giulia, nonostante gran parte dell'autostrada sia in territorio veneto.
Ritenuto che, al termine del regime di prorogatio, che dura ormai da quattro anni, della gestione commissariale di Autovie Venete dovrà essere avviata una NewCo pubblica, in cui le istanze del Veneto devono trovare spazio adeguato, è indispensabile che anche la Regione Veneto faccia la propria parte per accelerare il completamento della terza corsia, per la costruzione di un nuovo soggetto che prenda il posto di Autovie Venete e per garantire che rimanga in Veneto la quota dei pedaggi corrispondente al numero di chilometri veneti attualmente gestiti da Autovie.
Sul presente tema, interrogando il Presidente del Veneto e l'Assessore regionale alle Infrastrutture, vorremmo capire quali azioni la Giunta regionale intende intraprendere affinché siano conclusi al più presto gli interventi per il completamento della terza corsia della A4 e siano destinati al Veneto gli introiti dei pedaggi corrispondenti al numero di chilometri veneti attualmente gestiti da Autovie Venete.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la risposta, assessora De Berti.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
Innanzitutto va evidenziato che l'infrastruttura A4 Venezia-Trieste è un'infrastruttura autostradale affidata in concessione dal MIMS alla società Autovie Venete, partecipata dalla Friulia Spa al 72,966%, il cui socio di maggioranza è la Regione Friuli Venezia Giulia al 78,399%, dalla Regione del Veneto con partecipazione societaria del 4,833%, dal Comune di Venezia e da altri, anche privati.
In questo caso, pertanto, la Regione del Veneto assume il ruolo di concessionario per il tramite della suddetta società partecipata.
I pedaggi dell'infrastruttura vengono incassati dalla società, partecipata anche dalla Regione Veneto, ed utilizzati per la gestione e manutenzione della stessa autostrada, oltre che per la costruzione di nuove tratte o adeguamenti approvati dal concedente MIMS corredati da specifici piani finanziari.
La proroga della concessione tuttora in essere è funzionale alla creazione di una NewCo, già progettata e in parte costruita ed operativa, denominata Società Autostrade Alto Adriatico, partecipata al 67% dalla Regione Friuli e al 33% dalla Regione del Veneto.
La società sarà tutta pubblica al fine di ottenere dal MIMS, tramite affidamento diretto, la nuova concessione come società in house.
In merito alla situazione relativa allo stato dei finanziamenti e dell'avanzamento dei lavori per la terza corsia dell'Autostrada A4, si ricorda come il primo lotto Venezia San Donà sia già stato completato e sia in esercizio, così come il tratto Alvisopoli-Gonars.
In questo tratto rientra l'opera più importante ovvero il ponte sul Tagliamento, che è lungo circa il doppio di quello di Genova. Due interventi sono ancora in corso: il tratto Portogruaro-Alvisopoli, in fase avanzata di cantiere (sarà completato entro dicembre 2022, quindi nei tempi previsti) e il tratto Gonars-Palmanova vede gli interventi ben avviati con previsione di consegna entro la fine del 2021.
Quanto all'ampliamento del casello del Lisert-Monfalcone, dopo la sospensione della prima gara, ne è stata svolta una seconda di cui è stata recentemente pubblicata la graduatoria finale. Pertanto, l'avvio dei lavori è previsto in tempi brevi. Criticità si registrano sui 25 chilometri ancora due corsie tra San Donà di Piave e San Stino e Portogruaro.
Su quella tratta, le attività di cantiere non risultano in ritardo rispetto ai programmi approvati. Inoltre, recentemente sulla stessa sono state spostate una serie di disponibilità economiche (pari a circa 50 milioni di euro) per avviare le opere di predisposizione dei nuovi cavalcavia, propedeutiche alla realizzazione della terza corsia: quindi 50 milioni di euro di opere, che dovevano essere fatte in Friuli, sono state spostate in Veneto.
Tuttavia mancano ancora circa 440 milioni di euro per completare l'intera terza corsia che, al netto di eventuali contributi a fondo perduto che potrebbero intervenire, dovranno essere recuperati dalle entrate tariffarie del piano finanziario della nuova concessione.
Pertanto, la Regione si sta adoperando per accelerare quanto più possibile le attività propedeutiche al completamento del procedimento di affidamento della nuova concessione alla costituenda società partecipata dalle due Regioni.
Da un punto di vista tecnico, al fine di accelerare la realizzazione della parte di terza corsia sul territorio veneto, la Regione, a seguito della nomina del Commissario delegato con poteri straordinari, ha designato un proprio soggetto attuatore, interno alla struttura, nella persona del Direttore dell'Area infrastrutture, trasporti e lavori pubblici, che può operare comunque in relazione alle risorse disponibili. Entro l'anno in corso è prevista la Conferenza dei Servizi per l'approvazione del progetto preliminare del casello di San Stino di Livenza su cui era stato avviato l'iter approvativo a fine 2009, nonché lo studio di impatto ambientale aggiornato con le nuove verifiche sulle componenti ambientali, trasportistiche e urbanistiche.
Solo una volta concluso positivamente l'iter sopra esposto, ai sensi del decreto legislativo 50/2016, sarà possibile sviluppare, sulla base del progetto preliminare del 2009 e delle prescrizioni eventualmente ricevute in sede di VIA, il progetto definitivo la cui approvazione, per le considerazioni sopra riportate, pertanto è stimata entro la metà del 2022.

PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Sono elastico nei tempi perché, guardando quanto manca da completare... se possiamo in tempi appunto normali riuscire a dare la risposta completa, penso sia utile all'interrogante.
Quindi Montanariello per la replica.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, mi permetta di dire: giustificazione superflua perché quello che fa lei a noi va sempre bene, quindi su questo non c'è... lei faccia quello che ritiene più opportuno.
Detto questo, Presidente, ringrazio l'assessore De Berti per la risposta che in qualche modo entra anche nel merito ed è molto puntuale. Quindi, Assessore, grazie per queste informazioni.
Apprendo con piacere che quei 50 milioni che dovevano essere usati in Friuli vengono destinati su opere venete. Mi sento di dire in maniera insomma anche goliardica: giustizia è fatta nel senso che tornano a casa i soldi che erano frutto di pedaggi di tratti di territorio veneto. Quindi bene avere in qualche modo messo in campo un'azione che ci ha portato, anche se non lo facciamo in maniera diretta per quella che è la nostra partecipazione del 4 e rotti per cento, ma bene essere riusciti comunque a portare a casa una parte di quegli introiti.
Assessore, quello che dice lo accogliamo positivamente, fermo restando che, soprattutto il tratto che va da Portogruaro a San Donà, dove ci sono i viadotti, è un tratto - lo abbiamo visto perché spesso quest'ultimo anno è balzato agli onori della cronaca - dove i continui incidenti che ci sono stati, ma non solamente incidenti, anche incidenti che hanno creato un blocco dell'intera circolazione stradale del Nord Est.
Quindi apprendiamo positivamente, insomma, le informazioni che oggi lei ci dà. Monitoreremo, spero tutti insieme, come Regione Veneto che quel tratto, che quest'inverno ha ricordato al popolo veneto quanto pericoloso sia, veda un perfezionamento nella sua progettualità e quindi non le dico che sono soddisfatto per non incoraggiarla troppo, però le dico che controlleremo insieme affinché tutto vada a buon fine.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Passiamo alla n. 184, del collega Zanoni.

Interrogazione a risposta immediata n. 184 del 5 agosto 2021 presentata dal consigliere Zanoni relativa a "PEDEMONTANA VENETA - PREVISTA APERTURA DEL CASELLO DI POVEGLIANO: I CITTADINI DI ARCADE TEMONO INQUINAMENTO, MANCANZA DI SICUREZZA E TRAFFICO PESANTE. QUALI MISURE DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE PER LA LORO TUTELA?"

Collega Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.
La Superstrada Pedemontana Veneta è inserita dal 1990 nel Piano regionale trasporti ed è classificata nel 2003 come "infrastruttura di preminente interesse nazionale, per la quale occorre l'interesse regionale".
I lavori sono iniziati nel 2011, mentre il suo definitivo completamento, inizialmente previsto per il 2020, è attualmente fissato al 2022. Si sviluppa per 162 chilometri: 94 di viabilità principale e 68 di viabilità secondaria. L'asse stradale interessa un bacino territoriale di 114 Comuni, 36 dei quali sono direttamente intersecati al tracciato.
Considerato che, a seguito della prevista apertura del casello di Povegliano, che peraltro avverrà in tempi non contestuali rispetto a quello di Spresiano, il Comune di Arcade, sul cui territorio sfocerà la viabilità in uscita dalla Superstrada Pedemontana Veneta, subirà certamente un considerevole aumento del traffico, compreso quello pesante. I cittadini di Arcade e dei Comuni adiacenti sono preoccupati per tale prospettiva che impatterà pesantemente in termini di inquinamento, sicurezza e qualità della vita.
Tutto ciò premesso, il sottoscritto ha chiesto all'Assessore regionale alle Infrastrutture quali misure di mitigazione e compensazione saranno adottate a seguito della prevista apertura del casello di Povegliano della Superstrada Pedemontana Veneta.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la risposta, la parola all'assessora De Berti.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Grazie, Presidente.
In riferimento ai timori di un aumento del traffico nel Comune di Arcade dovuto all'apertura del casello di Povegliano della Pedemontana Veneta si specifica quanto segue. Contestualmente all'apertura del casello di Povegliano è prevista la messa in esercizio anche del successivo casello di Spresiano-Villorba, che si trova a meno di due chilometri dal termine della Pedemontana e da cui sarà facilmente raggiungibile il casello dell'Autostrada A27 di Treviso Nord.
Pertanto, nelle more dell'apertura della barriera di Spresiano-Villorba e dell'interconnessione tra Pedemontana Veneta e A27, è prevedibile che i veicoli diretti o provenienti dall'Autostrada A27 utilizzeranno il successivo casello di Spresiano-Villorba e che, quindi, l'assenza temporanea della connessione tra SPV e A27 non provocherà effetti significativi nell'intorno del casello di Povegliano.
Per quanto riguarda l'abitato di Arcade, si segnala, inoltre, che lo studio del traffico effettuato per simulare i flussi di traffico all'interno dei caselli della Pedemontana veneta non ha evidenziato problematiche nell'area nord del casello di Povegliano.
Pertanto, ad oggi non sono previste criticità nell'abitato di Arcade, né nella fase intermedia, con l'apertura parziale della Pedemontana veneta, sia al casello di Spresiano-Villorba, né con l'apertura finale comprensiva dell'interconnessione con l'Autostrada 27.
In ogni caso, come sta già avvenendo nell'intorno dei caselli di Pedemontana veneta in esercizio, verranno monitorati, con il coinvolgimento delle Amministrazioni locali, gli effetti sul traffico delle aperture dei nuovi caselli di Povegliano e di Spresiano, al fine di verificare la correttezza delle stime e l'assenza delle problematiche.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, consigliere Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente e grazie all'assessore De Berti per la risposta, arrivata anche in tempi abbastanza celeri considerato che in mezzo c'erano i mesi estivi.
In ogni caso, nella risposta viene detto che verrà monitorato il traffico.
Io mi auguro che il monitoraggio smentisca le preoccupazioni delle comunità locali e ci dica che effettivamente problemi su Arcade non ce ne saranno, come tra l'altro è stato confermato dagli studi fatti. Però, un conto è cercare di capire a tavolino come si svolgerà e quali impatti ci saranno del traffico sulle comunità locali; un conto è quello che accadrà nella realtà.
Al di là della risposta rassicurante, l'augurio è che i monitoraggi vengano fatti, ma che soprattutto vengano realizzate tutte quelle opere che consentono di risolvere il problema alla radice, ovvero tutte le interconnessioni utili affinché, soprattutto in questi piccoli centri, non ci siano ingorghi, non ci sia traffico e soprattutto non ci sia traffico pesante.

PRESIDENTE

Grazie.
Colleghi, anticipiamo un attimo la risposta alle IRS per poi liberare la Vicepresidente.
Siamo sulla interrogazione n. 114 della collega Guarda.
Punto n. 5.4) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta n. 114 del 30 luglio 2021 presentata dalla consigliera Guarda relativa a "SUPERSTRADA PEDEMONTANA VENETA e PFAS, CONTAMINAZIONI DA LAVORAZIONI NEL SITO SIC POSCOLE: QUALI LE AZIONI DELLA REGIONE?"

PRESIDENTE

Collega Guarda, le dico già che la risposta è lunghissima, quindi io interromperò poi la De Berti quando arriviamo al tempo limite.
Prego, collega Guarda.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Sulla scorta dei controlli effettuati da ARPAV nel febbraio 2021 a monte dello scarico della Miteni sul torrente Poscole, risulterebbe la presenza anomala in alte concentrazioni di PFBA, molecola a catena corta, che sostituisce il PFOA, lungamente conosciuto anche nel nostro territorio perché è anche presente nel sangue di diverse centinaia di migliaia di persone, di veneti.
In effetti, i successivi approfondimenti hanno condotto all'individuazione della fonte di pressione negli scarichi della SIS SCPA in un fossato che immette nel predetto corso d'acqua.
Precisato che dalle analisi successive è stata riscontrata l'elevata concentrazione di PFBA agli scarichi della SIS ben oltre i limiti definiti dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio, oggi Ministero della transizione ecologica.
Considerato che la contaminazione riscontrata in questo tratto di acque a monte del sito della ditta ex Miteni rientra nelle zone SIC Biotopo de Le Poscole, sito di pregio ambientale, già di fatto deturpato dalle voragini causate dai lavori sotterranei della Pedemontana veneta ad opera proprio della suddetta azienda.
Appreso che la Provincia di Vicenza risulta essersi già attivata per gli adempimenti di legge naturalmente nei confronti della ditta SIS SCPA.
Considerato che, però, in un articolo del 27 luglio di quest'anno si legge che nella scarna scheda di sicurezza fornita dalla società l'accelerante non viene catalogato come pericoloso per l'ambiente. Tuttavia, nelle raccomandazioni in tema di utilizzo è vivamente consigliato di impedire la penetrazione del tema di utilizzo del prodotto nel suolo e nel sottosuolo, come è consigliato impedire il deflusso nelle acque superficiali e nella rete fognaria. Da ciò si deduce che, almeno in un'ottica di cautela e precauzione, sarebbe stato necessario attivare un urgente intervento di verifica ai fini dell'adozione di conseguenti provvedimenti del caso, quanto anche per scongiurare che la contaminazione abbia conseguenze ulteriori in un'area ad oggi esente da inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche la cui presenza, del resto, ha già deteriorato estese porzioni del nostro territorio.
Per questo motivo, a fine luglio di quest'anno, chiedevo aggiornamenti all'Assessorato competente in questo caso ponendo tre domande, dato che questa era una interrogazione a risposta scritta e volevo andare nello specifico in realtà richiedendo quali siano i prodotti contenenti i PFAS, in particolar modo i PFBA e dove gli stessi sono stati utilizzati durante le lavorazioni degli scavi della galleria di Malo-Castelgomberto e negli altri tratti della Pedemontana veneta; se sussistano rischi di contaminazione delle acque superficiali e in falda anche nel versante di Malo all'uscita della galleria presso località San Tomio e quella di Vallugana e se, a tal fine, siano state effettuate analisi ad hoc; quali siano le azioni contrattuali e non anche di natura cautelare che la Regione del Veneto - e intendeva all'epoca naturalmente e spero che intenda anche oggi intraprendere - nel caso vi siano aggiornamenti verso SIS nel caso in cui vi fosse accertato da parte di questa un utilizzo di prodotti in maniera non conforme alle raccomandazioni afferenti.
Detto questo, ringrazio per la risposta e sono curiosa di saperla.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la risposta, l'assessora De Berti. Prego.

Ass.ra Elisa DE BERTI

Ovviamente, consigliere Guarda, poi la risposta completa gliela metterò a disposizione.
ARPAV, con nota protocollata n. 297182 del 1° luglio 2021, ha reso nota alla Struttura di Progetto Superstrada Pedemontana Veneta del rinvenimento della sostanza perfluoroalchilica PFBA nel campione di acqua reflua prelevato nel Comune di Castelgomberto presso lo scarico del cantiere funzionale alla realizzazione della galleria di Malo, Lotto 1, tratto C, lato Vicenza.
È da evidenziare che la ricerca di sostanze perfluoroalchiliche, pur non prevista nell'ambito del Piano di monitoraggio ambientale, approvato dagli uffici regionali a valle del parere tecnico dell'ARPAV, rientra tra le attività che l'agenzia ha previsto a seguito del crescente diffondersi di PFAS nel territorio vicentino. ARPAV quindi, nell'ambito dei propri compiti istituzionali, ha ritenuto di eseguire periodiche campagne di monitoraggio e controllo, in particolare sul torrente Poscola nel tratto a monte dell'impianto ex Miteni che evidenziava la presenza di una sostanza perfluororurata.
Tra le fonti di pressione indagate è stato evidenziato che nello scarico delle acque dell'impianto di trattamento del cantiere della Superstrada Pedemontana Veneta, al servizio della costruenda galleria di Malo, nel Comune di Castelgomberto, vi era la presenza della sostanza acida perfluorobutanoico. ARPAV ha informato la Provincia e la Regione del Veneto degli esiti degli accertamenti.
A seguito delle comunicazioni sopra richiamate e in attuazione della competenza di alta sorveglianza assegnata al concedente, con nota protocollo 303985 del 6 luglio, la struttura di progetto ha richiesto al concessionario di relazionare con sollecitudine in merito ai prodotti impiegati nelle fasi di lavorazione relativamente al possibile rilascio delle sostanze perfluoroalchiliche rilevate da ARPAV.
Con nota acquisita al protocollo 311402 del 19 luglio 2021, il concessionario ha riscontrato la succitata richiesta. La documentazione trasmessa ha inteso contestualmente ottemperare alla diffida inoltrata dal contraente generale SIS dalla Provincia di Vicenza e trasmettere entro il termine di 15 giorni gli esiti di una valutazione in merito alla causa della presenza di PFBA con l'indicazione di possibili conseguenti interventi futuri.
Il concessionario riferisce che, al fine di indagare le cause della presenza di PFBA nelle acque di scarico, sono stati presi in esame i diversi possibili apporti, tra cui i prodotti e le sostanze utilizzate in cantiere. Il concessionario ha relazionato in merito agli accertamenti fatti e alle analisi condotte su tali materiali utilizzati in quella tratta per i consolidamenti degli scavi della galleria in avanzamento.
Gli esiti analitici hanno permesso di determinare la presenza di PFBA solo su tal quale dell'accelerante di presa Mapequick AF1000 in concentrazione pari a 263.000 ng/L. Il concessionario ha, inoltre, riferito che il test di cessione eseguito sul prodotto contenente l'accelerante di presa ha dato esito negativo per la ricerca di PFBA sia sul tal quale che sul macinato.
La struttura di progetto, con nota protocollo n. 341332 del 30 luglio, ha formalizzato al concessionario una richiesta, già verbalmente avanzata nelle more degli ulteriori accertamenti necessari ad individuare le cause della criticità, di provvedere alla sostituzione dell'accelerante di presa contenente PFBA con altro prodotto parimenti efficace, ma non contenente le sostanze suddette.
Con nota protocollo n. 350204 del 5 agosto, ha comunicato di aver ottemperato a tale richiesta mediante la sostituzione di Mapequick AF1000 con il prodotto denominato MasterRoc SA166, le cui analisi, a corredo della scheda tecnica, non hanno evidenziato presenza di PFAS.
A seguito dell'incontro tecnico organizzato in data 9 agosto 2021 con ARPAV, Comune di Castelgomberto e concessionario, finalizzato ad analizzare i dati disponibili di tutte le ricerche effettuate, la struttura di progetto ha richiesto ad ARPAV, con nota 359377 dell'11 agosto 2021, ulteriori campionamenti ed analisi da effettuarsi per la fine di agosto per la ricerca delle medesime sostanze.
Il 30 agosto è stata acquisita al Protocollo regionale 379665 la relazione tecnica a firma del Responsabile ambientale per la SIS, dottor Reniero, recante gli esiti di un'ulteriore indagine analitica condotta su campioni prelevati presso 14 dreni situati all'interno della galleria:10 su canna nord e 4 su canna sud. Sulla base degli esiti di tale indagine, trasmessa per le opportune valutazioni anche ad ARPAV, Provincia di Vicenza, Comune di Castelgomberto e ASL 8, il concessionario ritiene di poter escludere che la presenza di PFBA sia riconducibile totalmente o parzialmente alle attività di cantiere e, in particolare, all'utilizzo del prodotto Mapequick 1000. Ciò anche in considerazione del fatto che le analisi condotte in galleria evidenziano concentrazioni elevate di PFBA solo nei campioni prelevati presso i punti di drenaggio in corrispondenza del torrente Poscola. Evidenza questa utilizzata a sostegno dell'ipotesi formulata dal responsabile ambientale della SIS di una presenza di PFBA potenzialmente riconducibile a fonti di contaminazione esterne al cantiere e presenti nell'area, potenzialmente veicolate dalla falda di subalveo del Rio Poscola. Diversamente, non è spiegabile come le concentrazioni non siano rinvenibili e uniformi in tutti i prelievi effettuati lungo tratte più ampie del cantiere.
In data 9 settembre 2021 è stata acquisita al Protocollo regionale 396576 la nota con cui ARPAV, Dipartimento Provinciale di Vicenza, comunica gli esiti dell'indagine richiesta dalla nostra struttura con nota protocollo 359377 dell'11 agosto.
Le evidenze analitiche fornite da ARPAV non consentono di escludere una correlazione tra le attività del cantiere e le elevate concentrazioni riscontrate per la sostanza perfluorurata PFBA, anche successivamente alla sostituzione del prodotto accelerante di presa Mapequick AF 1000.
ARPAV, nel campione delle acque di scarico prelevate il 25 agosto, ha rilevato ancora una concentrazione di PFBA. Non è completamente noto l'andamento della falda nella zona ed eventuali tempi di ritardo nella diffusione del contaminante. Inoltre, le analisi tese a verificare eventuali contributi alla contaminazione, dovuti al corso d'acqua, mettono in evidenza che il corpo idrico non risulta contaminato né a monte né a valle dell'intersezione con la galleria.
Preso atto di tutti gli esiti fino allora rilevati, si è ritenuto necessario procedere ad un'estensione dell'indagine delle acque di falda nell'intorno della galleria, da svolgersi in doppio con il laboratorio di parte.
Pertanto, con nota 404306 del 15 settembre, la struttura di progetto ha richiesto ad ARPAV di programmare con ogni possibile urgenza un ulteriore approfondimento di indagine consistente in un'analisi in contraddittorio con il concessionario delle acque dei dreni interni alla galleria al fine di verificare l'ipotesi avanzata da quest'ultimo.
Inoltre, al fine di acquisire eventuali ulteriori elementi di analisi rispetto a quelli sino a qui raccolti, con l'obiettivo di giungere pertanto ad una valida ricostruzione delle cause di quanto rilevato, il 16 settembre prossimo venturo è stata organizzata una riunione in Provincia di Vicenza che ha visto la partecipazione, oltre che di ARPAV, della struttura di progetto e anche del concessionario.
A valle di tale incontro tecnico il concessionario, nelle more degli ulteriori accertamenti disposti relativamente alle cause delle concentrazioni rilevate, ha ritenuto di porre in sicurezza intanto lo scarico, proponendo con nota acquisita al Protocollo regionale 408590 del 17 settembre, un adeguamento dell'impianto di depurazione delle acque reflue meteoriche e industriali al servizio dell'area di cantiere relativa all'imbocco della galleria di Malo.
In data 21 settembre 2021 è stata acquisita al Protocollo regionale 414017 la modifica dell'autorizzazione allo scarico rilasciata dalla Provincia di Vicenza con cui viene approvata la nuova configurazione del sistema di depurazione, prescrivendo un valore obiettivo di performance per la sostanza PFBA pari a 500 ng/L.
Il concessionario dovrà inoltre garantire il rispetto dello standard di qualità ambientale nel corpo idrico recettore per il parametro PFBA a valle del punto di scarico. La struttura di progetto nell'ambito dell'azione di vigilanza, darà continuità all'azione di controllo già avviata di concerto con gli Enti e tesa alla verifica del rispetto dei requisiti di idoneità.
Riguardo all'impiego di prodotti contenenti PFAS, in particolar modo PFBA, in altre tratte della superstrada e all'eventuale determinazione e quantificazione degli stessi, con nota acquisita al Protocollo regionale 404249 del 15 settembre 2021, il concessionario, su specifica richiesta di ARPAV, proprio con protocollo 20210065984, acquisito al Protocollo regionale 326745 del 21 luglio, ha raccolto ed organizzato tutti i documenti di trasporto delle forniture dell'accelerante additivo dei betoncini a spruzzo per tutti i cantieri nei quali lo stesso è stato utilizzato.
Da tale approfondimento, acquisito al protocollo 404249 del 15 settembre 2021, è emerso che per la realizzazione della galleria di Sant'Urbano nel Comune di Trissino è stato utilizzato lo stesso accelerante di presa impiegato nella galleria di Malo. Il concessionario ha altresì chiarito che, considerando i consumi medi di spritz-beton per metro lineare e la percentuale di spritz-beton che rimane in opera, è pari a circa il 52% del totale proiettato, mentre la quantità demolita e successivamente gestita come rifiuto è circa il 48%. Al riguardo sono in corso accertamenti rispetto alla qualità delle acque.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Dieci minuti.
Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Ringrazio l'Assessore per aver esplicitato, attraverso anche gli uffici, tutti questi passaggi che sicuramente sono molto complessi e implicano naturalmente un lavoro in itinere. Per cui, ringrazio. Mi permetterò di leggere nello specifico la risposta perché ovviamente c'è bisogno anche di sedimentarla bene e di comprenderla negli specifici passaggi, però ritengo che la maggioranza delle domande proposte all'interno dell'interrogazione sia stata risposta. Per questo mi posso considerare soddisfatta.
Evidentemente i perfluoroalchilici sono sostanze molto difficili da gestire, da ricercare, da controllare, per cui è anche molto difficile andare a ripercorrere tutti i passaggi, anche perché ogni perfluoroalchilico ha un modo differente di spostarsi all'interno della falda a seconda proprio del proprio peso e di altre caratteristiche che sono sicuramente diverse le une dalle altre. Quindi, sicuramente è molto difficile fare questo lavoro, però è necessario perché bisogna assolutamente accompagnare, e questo ne è un esempio, il mondo imprenditoriale a sostituire i perfluoroalchilici dove è possibile. C'è una ricerca in corso, c'è attività di ricerca in corso a livello nazionale ed internazionale in questa direzione. C'era anche, se non sbaglio, un cronoprogramma della Regione del Veneto e degli enti che collaboravano proprio per pianificare una progressiva sostituzione dei PFAS, in particolar modo quelli a catena lunga, quelli maggiormente studiati, ma oserei dire che probabilmente è anche necessari per quanto riguarda quelli a catena corta e quelli di nuova generazione, GenX e C6O4, che contaminano il nostro territorio e che molto spesso, proprio per questa assenza di regolamentazione da un punto di vista nazionale, ma anche di poca cultura nella possibilità realmente di scegliere prodotti alternativi e di quindi indicare una strada maestra che la politica per prevenzione sanitaria deve indicare al mondo imprenditoriale, ecco che si mette a rischio un patrimonio, non soltanto da un punto di vista ambientale, ma con le poi successive conseguenze da un punto di vista sanitario.
Ricordo che è importantissimo che questo tema venga affrontato in maniera sinergica fra i diversi settori e nei diversi Assessorati, per cui ringrazio intanto per questa risposta.
È necessario continuare a fare questa valutazione, a verificare realmente la fonte e le formule per andare ad abbattere la presenza di perfluoroalchilici perché non è possibile, non è tollerabile che altri territori, oltre a quelli della zona rossa e arancio, siano interessati da ulteriori pressioni causate da questi inquinanti. Questo perché l'accumulo all'interno del sangue provoca già a bassissime percentuali, a bassissime quantità all'interno del sangue e, di conseguenza, negli organi umani, conseguenze da un punto di vista sanitario gravissime, in particolar modo per le donne, donne che desiderano avere figli, in particolar modo per i bambini neonati e in particolar modo e per le persone che sono geneticamente e personalmente magari già predisposte ad avere determinate patologie.
I PFAS fanno male, bisogna ripeterlo e di conseguenza bisogna agire nei settori competenti che li utilizzano per andare ad abbattere ulteriormente la presenza e andare a fare attività di sostituzione. Per questo motivo esistono diverse tecnologie. Auspico che questo sia un esempio per stimolare non soltanto la Regione del Veneto, ma anche tutti gli organi competenti a fare la propria parte, non soltanto a livello nazionale, ma anche a livello europeo, date anche le notizie che ci arrivano dagli USA rispetto a queste limitazioni.
Quindi mi permetterò di leggere ulteriormente la risposta per poter trarre delle considerazioni e delle condivisioni adeguate e che possano essere anche d'aiuto a far comprendere ai cittadini e a dare supporto all'Amministrazione regionale per fare del proprio meglio in questo ambito e in questo caso, per evitare che ulteriori fette di territorio Veneto siano esposte a questo particolare e grave inquinante.
Grazie mille.

PRESIDENTE

Grazie.
Andiamo all' Interrogazione a risposta immediata n. 165 del collega Zanoni ed altri.

Interrogazione a risposta immediata n. 165 del 2 luglio 2021 presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Giacomo Possamai, Zottis, Camani e Montanariello relativa a "L'ULSS 2 RIORGANIZZA I DISTRETTI E SOPPRIME IL SERVIZIO DI GUARDIA MEDICA DI PAESE. LA GIUNTA INTENDE INTERVENIRE PER EVITARE GRAVI DISAGI AGLI UTENTI?"

Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Per far fronte a una grave carenza di medici di base e di guardie mediche, l'azienda ULSS 2 Marca Trevigiana ha approvato una riorganizzazione dei distretti territoriali che sarà attiva a partire dal 1° luglio 2021. L'interrogazione è del 2 luglio 2021.
Da questa data, molti utenti dei Comuni che fanno parte del bacino di competenza dell'USLL 2 dovranno cambiare sede di riferimento per le prestazioni offerte dalla guardia medica ed è inoltre prevista la soppressione del servizio attualmente attivo a Paese utile a 70.000 utenti. I cittadini di Paese, Quinto Treviso, Istrana e Morgano dal 1° luglio dovranno quindi rivolgersi al servizio di continuità assistenziale a distanza presso il Pronto soccorso dell'Ospedale Ca' Foncello di Treviso.
I Sindaci dei suddetti Comuni si dicono contrari a questa riorganizzazione, che secondo loro non potrà che creare gravi disagi agli utenti, colpendo anzitutto le categorie più fragili (anziani e disabili) e chi non ha mezzi per spostarsi con l'urgenza necessaria.
Inoltre, al problema delle distanze, si somma il fatto che, prevedibilmente, gli accessi al Pronto soccorso di Ca' Foncello aumenteranno notevolmente prolungando ulteriormente l'attesa e i disagi connessi. Quest'anno in Provincia di Treviso dovranno essere sostituiti 80 medici di famiglia per un bacino di utenza di 100.000 abitanti. Inoltre mancano ben 20 delle 59 figure di guardia medica necessarie.
Considerato che una tale carenza di camici bianchi deve comportare certamente una riorganizzazione strutturale, in attesa che a livello nazionale e regionale si varino finalmente importanti misure per risolvere una situazione così grave e generalizzata, tale riorganizzazione, però, deve essere concentrata coinvolgendo innanzitutto i primi cittadini dei Comuni coinvolti per non andare a peggiorare situazioni già difficili come quella che sta avvenendo a Paese.
Tutto ciò premesso, chiedo all'Assessore alla Sanità se intende intervenire con la massima urgenza sulla riorganizzazione pianificata dell'ULSS 2, coinvolgendo i Sindaci interessati per scongiurare la soppressione del servizio di guardia medica di Paese e per evitare ulteriori possibili criticità.

PRESIDENTE

Grazie.
Risponde l'assessora Lanzarin.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Grazie, Presidente.
In data 9/8/2021, l'azienda ULSS 2 Marca Trevigiana, contattata per le verifiche del caso, ha rappresentato la progressiva riduzione del numero dei medici di continuità assistenziale, venutasi a creare a seguito di numerose cessazioni volontarie degli incarichi da parte dei predetti medici, e di aver approntato già nel corso dei primi mesi del 2021 alcuni interventi correttivi, in accordo con il Comitato aziendale per la medicina generale, per evitare la chiusura delle sedi di continuità assistenziale e garantire l'espletamento del servizio.
Nonostante gli sforzi profusi, a partire dal mese di luglio 2021, nelle sedi di continuità assistenziale di Mogliano Veneto, Roncade e Treviso, afferenti al distretto Treviso Sud, risultavano mancanti 11 medici su una dotazione organica prevista di 32, mentre nelle sedi di continuità assistenziale di Oderzo, Paese e Spresiano, afferenti al distretto di Treviso Nord, risultavano mancanti 17 medici su una dotazione organica prevista di 27.
Non essendo possibile in questa situazione organizzare i turni di lavoro in sicurezza, l'azienda, in condivisione con i Sindaci dei 6 Comuni sede di continuità assistenziale interessati, con i Direttori di distretto e con il Direttore dell'Unità Organizzativa Cure Primarie di Treviso, ha proceduto il 1° luglio 2021 a chiudere, in via provvisoria, una sede di continuità assistenziale, quella di Paese, accorpando il personale medico di due sedi. La scelta è stata effettuata in modo da limitare il più possibile il disagio per la popolazione in termini di distanza dalla sede di continuità assistenziale e fatta comunque salva la possibilità per i cittadini di accedere a qualsiasi sede di continuità assistenziale.
Contestualmente, è stato stilato un progetto volto a coinvolgere i medici di medicina generale per garantire il servizio a tutta la popolazione. La sede di continuità assistenziale di Treviso non si trova all'interno del presidio ospedaliero, cosicché non si è determinato alcun aumento degli accessi al Pronto soccorso, né risulta essersi verificato alcun problema presso la citata sede di continuità assistenziale.
L'azienda ULSS 2, inoltre, si è impegnata in sede di Conferenza dei Sindaci a ripristinare il servizio di continuità assistenziale presso la sede che è stata chiusa non appena la dotazione del personale medico lo renderà possibile.
Da parte regionale si rivela che è stata avviata, tramite Azienda Zero, la procedura prevista dall'Accordo collettivo nazionale per la medicina generale vigente, per l'attribuzione degli incarichi vacanti di continuità assistenziale per l'anno 2021 individuati dalle aziende USL in via di trasferimento o in via di inserimento ex graduatoria.
Attualmente si sta procedendo a dar corso all'ultima fase di assegnazione degli incarichi rimasti ancora vacanti, tramite la procedura di assegnazione ai medici frequentanti il corso di formazione specifica in medicina generale, seconda annualità di frequenza effettiva.
Poiché nel Veneto, nonostante annualmente siano presenti parecchie centinaia di medici nella graduatoria regionale (663 nel 2021), spesso non si riesce a coprire le zone carenti: molti professionisti non accettano o rinunciano agli incarichi proposti.
Sono state presentate alcune proposte operative, sia al Ministero che a SISAC, in tematica e in fatto di competenza e dovrà trovare una soluzione a livello nazionale.
Al contempo, negli ultimi anni, si è in ogni caso anche provveduto ad incrementare notevolmente il numero degli studenti ammessi al corso di formazione specifica, in modo da ampliare il più possibile la rosa dei professionisti diplomati eventualmente interessati a detti incarichi.

PRESIDENTE

Grazie, Assessora.
Per la replica, il collega Zanoni.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente. Ringrazio anche l'Assessore, alla quale cortesemente poi chiederò copia della risposta all'interrogazione.
Il quadro dipinto nella risposta non è dei più rosei. Io veramente mi auguravo che, essendo trascorsi...

PRESIDENTE

Mascherine indossate. Grazie.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

...praticamente quasi quattro mesi, si arrivasse alla buona novella, alla buona notizia di un'apertura imminente della Guardia medica di Treviso. Invece ci viene detto che l'ULSS 2, nella Conferenza dei Servizi, si è impegnata a riaprire questo servizio ai cittadini, però senza definire un cronoprogramma, una data. Tutto quindi dipende dall'assunzione del personale medico in particolare, visto che è una situazione causata dalla carenza di medici. Però, poi ci viene detto nella risposta anche che spesso assistiamo a rinunce e alla non accettazione degli incarichi proposti.
Pertanto io veramente auspico che questa promessa che ha fatto l'ULSS 2 in Conferenza dei Servizi venga presto mantenuta, sperando che ci siano le condizioni; condizioni, però, per le quali si fa molta fatica e questo è un grosso problema. È qui che bisogna capire – ho sentito anche l'ultima parte della risposta - come arrivare a ricoprire questi organici che stanno causando, di fatto, dei disservizi per i nostri cittadini.

PRESIDENTE

Grazie.
Passiamo alla n. 188 del collega Montanariello.

Interrogazione a risposta immediata n. 188 del 25 agosto 2021 presentata dai consiglieri Montanariello e Zottis relativa a "AEROPORTO MARCO POLO DI VENEZIA - FOCOLAIO DI COVID-19 TRA I DIPENDENTI DI "GH VENEZIA". COME È STATA GESTITA L'EMERGENZA?"

Montanariello, prego.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Premesso che il 19 agosto 2021 gli organi di informazione hanno reso nota la notizia secondo la quale presso l'aeroporto Marco Polo di Venezia sarebbe scoppiato un focolaio di Sars-Covid-2 tra i dipendenti dell'azienda GH Venezia. La Confederazione unitaria di base, i famosi CUB Trasporti di Venezia, ha fatto emergere il caso solo dopo aver inviato una PEC a GH Venezia Spa e per conoscenza a SAVE, a ENAC, al Prefetto, all'Ispettorato del lavoro e allo SPISAL chiedendo conto dell'accaduto.
Nella suddetta missiva, stralci della quale sono stati pubblicati dai giornali, si sostiene che sarebbero stati contagiati alcuni lavoratori addetti all'assistenza ai voli e quattro agenti di rampa. CUB Trasporti lamenta una risposta dell'azienda che non avrebbe provveduto nell'immediato a mettere in atto i protocolli sanitari previsti, non avrebbe informato con tempestività i propri dipendenti e tutti gli organi di competenza, non avrebbe provveduto, con la dovuta solerzia, a lasciare a casa i soggetti contagiati, tracciarne i contatti e disporre la sanificazione di tutti gli ambienti lavorativi e dei servizi igienici.
GH Venezia sostiene, invece, di aver adottato tutte le disposizioni previste per legge, fino a tutelare la salute dei lavoratori in osservanza delle disposizioni ministeriali e dello SPISAL già direttamente intervenuta richiedendo la lista dei contatti.
Ritenuto indispensabile, alla luce della vicenda, chiarire come i soggetti competenti (GH Venezia, Azienda sanitaria e SPISAL) stiano gestendo il focolaio Covid-19 presso l'aeroporto di Venezia e se vi siano stati errori, omissioni, criticità durante le fasi iniziali, dato che si tratta di un luogo che dovrebbe essere attualmente sorvegliato dal punto di vista sanitario, essendo importante crocevia di flussi internazionali e persone.
Evidenziando che secondo i sindacati dei lavoratori la sopra descritta situazione non può essere risolta focalizzandosi solamente sulle criticità di GH perché troppi sono i problemi strutturali igienico-sanitari che investono il gestore SAVE, chiedo all'Assessore e al Presidente della Regione di quali elementi conoscitivi dispongano riguardo la vicenda sovraesposta e alle relative responsabilità.

PRESIDENTE

Grazie.
Lanzarin, prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

La Direzione Prevenzione, con nota del 31 agosto 2021, ha richiesto all'ULSS 3 Serenissima, competente per territorio, notizie in merito ai contagi da Covid-19 verificatisi tra i lavoratori della ditta GH Venezia S.p.A. che svolge servizi di assistenza a terra presso l'aeroporto Marco Polo di Venezia.
L'azienda ULSS 3 Serenissima ha trasmesso, con nota il 6 settembre 2021, la relazione conclusiva prodotta dal servizio SPISAL in merito al focolaio presso l'aeroporto Marco Polo. Di seguito si riassume il contenuto.
Il giorno 3 agosto 2021 veniva accertata dal Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell'azienda ULSS Serenissima la positività al tampone molecolare di un dipendente della ditta GH Venezia S.p.A. operante presso l'aeroporto Marco Polo di Venezia.
Il giorno 4 agosto 2021 è stata trasmessa la segnalazione al Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli ambienti di lavoro della medesima azienda ULSS.
Lo SPISAL ha immediatamente avviato le attività di contact tracing su 400 dipendenti della ditta stessa, che hanno consentito di individuare un totale di 93 contatti stretti e non stretti, di cui 32 positivi distribuiti tra addetti stampa, addetti pulizie, impiegate Flight e conduzione autobus.
Il giorno 18 agosto 2021 il servizio SPISAL ha effettuato un sopralluogo nella sede GH Venezia, presso l'aeroporto Marco Polo, nel corso del quale non sono state riscontrate violazioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, né in ottemperanza al protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro.
È stata inoltre rilevata l'adozione da parte dell'azienda di ulteriori azioni di contenimento della diffusione del virus: diffusione materiale informativo relativo alle norme comportamentali, potenziamento detergenti e gel igienizzanti per le mani, contingentamento bus dedicato ai lavoratori e alle autovetture, utilizzo mascherine FFP2 da parte del personale di rampa.
Da quanto è emerso dalle attività di contact tracing e di sopralluogo non è stato possibile stabilire con certezza un nesso causale tra l'utilizzo delle postazioni degli ambienti di lavoro ed i casi di positività riscontrati.
In data 20 agosto 2021 l'azienda ULSS 3 Serenissima ha consegnato alla ditta GH Venezia test antigenici rapidi. Ne sono stati effettuati 100: tutti i risultati negativi. Il servizio SPISAL, in collaborazione con il medico competente aziendale, ha promosso, inoltre, una campagna vaccinale tra i dipendenti senza ricevere alcuna adesione.

PRESIDENTE

Grazie.
Per la replica, la parola al collega Montanariello.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Assessore, grazie. Sul discorso della campagna vaccinale, ahimè, è un ragionamento che va oltre questa vicenda. Tra l'altro l'interrogazione ha data 25 agosto, quindi eravamo anche un po' nel boom di questo focolaio, come abbiamo appreso dalla stampa, scoppiato al Marco Polo.
Bene che siano stati fatti tutti i controlli del caso e che non emergano responsabilità. C'è anche da dire che, se da una parte siamo contenti che non emergano queste responsabilità, dall'altra sarebbe importante che questi fatti, questi fattacci oserei dire, quando accadono siano un monito anche per chi fa impresa nella gestione dei servizi pubblici. Sottolineo "fare impresa nella gestione servizi pubblici" perché non è un fare impresa fine a sé stessa, visto che diventano, dopo, regolatori di flussi piuttosto che fruitori di servizi per la collettività. Servizi, mi permetto di dire, anche primari in alcuni casi quando si parla di trasporto.
Questo spero serva ad accendere un po' i riflettori perché in questo periodo ne abbiamo sentite di cotte e di crude. Spero che quello che è successo serva anche a responsabilizzare gli operatori su questi temi. Non ci scordiamo che, al netto di ogni polemica o appartenenza politica, più di qualche volta, purtroppo, abbiamo letto sui giornali in questo periodo che c'erano anche lavoratori che andavano a lavorare e sulla stampa veniva reclamato da parte dei sindacati che spesso non c'erano neanche i DPI minimi.
Sicuramente bisogna tenere l'attenzione alta su questo. È giusto che la Regione Veneto vada a controllare quando succedono queste cose, perché sia da monito per dire che noi non lasciamo correre quando si tratta della sicurezza e della salute dei cittadini veneti. Continuiamo a tenere gli occhi aperti tutti insieme sulla vicenda, augurandoci di non dover più intervenire perché sulla stampa leggiamo questo.
Grazie.
Punto 5.2) all'ordine del giorno

PRESIDENTE

È pervenuta un'ulteriore risposta scritta. IRS n. 43 della collega Ostanel.

Interrogazione a risposta scritta n. 43 del 9 febbraio 2021 presentata dai consiglieri Ostanel e Zanoni relativa a "ESPANSIONE DI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI SITUATI IN CAMPAGNA: IL CASO HIDE PELLI A CURTAROLO (PD). COSA INTENDE FARE LA REGIONE PER LIMITARE IL CONSUMO DI SUOLO CORRELATO A TALI SITUAZIONI?"

Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Questa è un'interrogazione scritta che avevo presentato a febbraio assieme al collega Zanoni. Riguarda un tema specifico, quello di Hide Pelli a Curtarolo, a Padova, ma che in realtà riguarda moltissimi insediamenti produttivi nel territorio veneto, caratterizzato, infatti, da insediamenti produttivi che magari nascono piccoli, tempo fa, ma che poi hanno bisogno di ampliarsi.
Siccome siamo in una Regione dove il consumo di suolo ha raggiunto livelli importanti e l'ISPRA continua a monitorare il fatto che nonostante abbiamo una legge sul consumo di suolo e ancora i passi avanti sono lenti a venire, l'interrogazione chiede di capire come la Regione del Veneto intende porre in atto alcune azioni per evitare che questo tipo di consumo di suolo arrivi in contesti che sono a vocazione agricola.
Stiamo discutendo, ad esempio, di un progetto di legge sul fotovoltaico a terra e vi continuiamo a dire, giustamente, che il territorio agricolo non va ulteriormente consumato. Ma quando abbiamo degli impianti e stabilimenti produttivi che poi ampliano la loro attività, magari consumando ulteriore suolo - e in questo caso era suolo agricolo - abbiamo una norma urbanistica che non permette alla Regione del Veneto, eventualmente, di dire a questi impianti di poter, ad esempio, localizzare l'impianto in alcuni capannoni in disuso che sono spesso vicini alle aree industriali dove poi questi stabilimenti esistono.
Ammesso che probabilmente servirebbe una modifica più importante e sostanziale delle norme urbanistiche rispetto a questi casi specifici, io chiedo, con questa interrogazione scritta, di sapere quali azioni la Regione intenda porre in essere per evitare il tipo di consumo di suolo che è avvenuto a Hide Pelli a Curtarolo in un contesto in particolare dove abbondano insediamenti produttivi non utilizzati che potrebbero essere un'alternativa al consumo di suolo agricolo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Per la risposta, assessore Corazzari, prego.

Ass.re Cristiano CORAZZARI

Grazie.
Nell'interrogazione indicata si fa riferimento al caso della ditta Hide Pelli S.p.A., il cui stabilimento ha sede a Curtarolo. La ditta svolge attività di raccolta, selezione, concia di pelli grezze italiane.
L'area in cui è situato il fabbricato risultava classificata dal vigente PRG quale zona agricola e, conseguentemente, l'attività produttiva era collocata in una zona impropria.
Nel 2019 la ditta presentava, tramite il SUAP associato dei Comuni di Cadoneghe e Curtarolo, un'istanza volta ad ottenere l'ampliamento del fabbricato industriale in variante allo strumento urbanistico generale.
Al termine dell'iter amministrativo, nel 2021, la ditta conseguiva il provvedimento SUAP di ampliamento. L'ampliamento in argomento è stato contestato dai proprietari dei terreni confinanti, che ivi hanno la propria abitazione e che hanno presentato ricorso avanti al TAR, accompagnando l'impugnativa dei provvedimenti assentivi con la contestuale istanza cautelare di sospensione. L'istanza di sospensione è stata respinta dal TAR Veneto. Detta ordinanza è stata impugnata, a sua volta, dai ricorrenti con ricorso in appello, a sua volta respinto con ordinanza del Consiglio di Stato. Il giudizio di merito è ancora pendente.
Con i ricorsi citati, i ricorrenti chiedono, tra i vari atti impugnati, anche l'annullamento dei pareri di Valutazione Ambientale Strategica espressi sul progetto di ampliamento del fabbricato industriale.
Per quanto di stretta competenza della scrivente, si evidenzia come l'istanza della ditta Hide Pelli S.p.A. sia stata presentata tramite una scheda di verifica facilitata di sostenibilità ambientale in quanto dichiarata riconducibile alla tipologia individuata dall'articolo 2 della legge 11/2004, cioè varianti al PAT o al PI e conseguenti a procedure di sportello unico per le attività produttive di cui alla legge 31 dicembre 2012, n. 55 "Procedure urbanistiche semplificate di Sportello Unico per Attività Produttive e disposizioni in materia urbanistica di edilizia residenziale pubblica, di mobilità, di noleggio con conducente, di commercio itinerante".
Come noto, l'articolo 12, al comma 1 prevede espressamente che sono sempre consentiti – questa è la legge sul consumo di suolo – dall'entrata in vigore della presente legge e anche successivamente, in deroga ai limiti stabiliti nel provvedimento della Giunta regionale, al punto d), gli interventi di cui al Capo 1 della legge regionale 31 dicembre, cioè le procedure urbanistiche semplificate a Sportello Unico per le Attività Produttive. Sarebbe la deroga. Lo specifico tema del consumo di suolo, nel caso di varianti conseguenti la procedura SUAP è pertanto legato a tale norma di indirizzo.
Ciò premesso, con riferimento allo specifico della problematica relativa agli insediamenti produttivi in zona impropria, la Giunta regionale, trascorsi quattro anni dall'approvazione della legge n. 14/2007, alla luce delle problematiche emerse in sede applicativa, sta valutando alcune modifiche della normativa contenuta dall'articolo 12 della legge 14/2007, proprio allo scopo di rimodulare una delle fattispecie di deroga che più delle altre comportano, nei fatti, l'alto consumo di suolo e cioè la fattispecie relativa agli interventi di Sportello Unico per le Attività Produttive contemplate dalla lettera d) del comma 1 del suddetto articolo 12, che, come sapete, è oggetto di valutazione in Commissione.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Ostanel, per la replica.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
La conclusione della risposta spiega che una direzione si sta prendendo, però non bisogna prenderla con gradualità, come più volte è stato detto all'interno di questo Consiglio, perché nel caso specifico, stiamo parlando di un ampliamento di 4.000 metri quadri su uno stabilimento produttivo che ne usava prima solo più di 1.000. Quindi noi abbiamo approvato con una variante, andando in deroga secondo l'articolo 12 di una legge sul consumo di suolo, un ampliamento di quattro volte che va dentro e consuma suolo agricolo.
Quindi, quando io dico in questo Consiglio che abbiamo un problema rispetto alle deroghe di cui all'articolo 12, non lo dico perché penso che la produttività del Veneto vada contenuta. Anzi, penso semplicemente che alle aziende che vogliono ampliare, si potrebbe aiutare a dare un'alternativa, ad esempio non consumando suolo agricolo così importante e ne stiamo... lo ridico, perché è facile dire che siamo a favore del non consumo di suolo agricolo in questo momento perché stiamo vedendo un provvedimento importante, ma il suolo agricolo viene consumato anche in deroga quando noi, come Regione del Veneto, non abbiamo alcun controllo perché le richieste arrivano al SUAP. Siccome lo stesso ragionamento avviene per i centri commerciali sotto i 1.500, dove basta mandare una SCIA al Comune e i nostri amministratori fanno fatica a reagire nei Comuni e dire no quando vogliono dire no e ovviamente poi poter dire sì quando vogliono dire sì. La Regione del Veneto ha il compito di dare degli strumenti utili agli amministratori per poter controllare il consumo di suolo in particolare quando è suolo agricolo.
Quindi davvero monitorerò affinché la modifica alla deroga dell'articolo 12 venga approvata velocemente, perché qui e su questo punto abbiamo davvero un problema nella nostra legge sul consumo di suolo.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Abbiamo terminato con le interrogazioni.
Sospendiamo 10 minuti per il ricambio d'aria. Riprendiamo alle ore 15.10.
La Seduta è sospesa alle ore 15.01
La Seduta riprende alle ore 15.15

PRESIDENTE

Colleghi, se riprendiamo posto, continuiamo i lavori. Abbiamo parecchie cose oggi da fare.
Colleghi, sediamoci. Abbiamo fatto qualche spostamento per allargare un po' geograficamente e logisticamente la maggioranza, altrimenti era troppo stretta. Quindi, andiamo ben oltre i normali posti del centrodestra, chiamiamoli così.
Collega Joe Formaggio, grazie.
Mi pare che ci siamo con i numeri. Riprendiamo i lavori.
Collega Zanoni sull'ordine dei lavori. Prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sul Regolamento, sul tempo di risposta alle interrogazioni. Faccio un esempio. Questa mattina sono arrivate due risposte: la prima dell'assessore De Berti a un'interrogazione del 5 agosto e la seconda dell'assessora Lanzarin a un'interrogazione del 2 luglio. Per quanto riguarda quella del 5 agosto, c'erano di mezzo sicuramente le ferie, la chiusura di agosto, ma in ogni caso siamo andati oltre i tempi limite. Tutto sommato, il ritardo non è esagerato. Ma c'è un ritardo. Per quanto riguarda la questione dell'ULSS 2, dell'assessora Lanzarin, era un'interrogazione, tra l'altro firmata da tutti i componenti del Gruppo del Partito Democratico, del 2 luglio 2021. Sappiamo che è un Assessorato molto caricato di lavoro a causa della pandemia.
Oggi si ritorna alla normalità. Siamo tutti in presenza in Aula. Mai vista un'Aula, in questa legislatura, con così tante presenze.
C'è anche la questione dell'accesso agli atti. Ad esempio, un piano di campionamento degli alimenti per la ricerca di sostanze perfluoroalchiliche, richiesto il 20 luglio 2021, ancora non è stato dato.
Siccome più volte abbiamo parlato di questa tematica, il rispetto delle tempistiche da Regolamento per accessi agli atti e interrogazioni, l'auspicio, Presidente, adesso che si sta tornando un po' alla volta alla normalità, e la giornata di oggi e questa convocazione lo dimostrano, se può sollecitare ulteriormente gli Assessorati affinché si dia maggior applicazione al rispetto del Regolamento, non solo per le interrogazioni, ma anche per gli accessi agli atti, perché, ad esempio, come le dicevo, per un accesso agli atti del 20 luglio sono passati tre mesi, 90 giorni, e ancora non c'è risposta.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie per le segnalazioni.
Vedrò cosa posso fare oltre i soliti solleciti che ho mandato negli ultimi mesi.
PUNTO
6



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI CESTARO, VALDEGAMBERI, BISAGLIA, CESTARI, CIAMBETTI, SANDONÀ, FINCO, SPONDA, SCATTO, BARBISAN, PAN, FAVERO, PUPPATO, VILLANOVA, BORON, MICHIELETTO E VIANELLO RELATIVA A "PROMOZIONE DELLE MINORANZE LINGUISTICHE PRESENTI NELLA REGIONE DEL VENETO". (PROGETTO DI LEGGE N. 84) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 30/2021)

Relazione della Sesta commissione consiliare.
Relatrice la consigliera Silvia Cestaro, correlatrice la consigliera Elena Ostanel.

PRESIDENTE

Riprendiamo con l'ordine del giorno: PdL n. 84. Relatrice la collega Cestaro.
Prego.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
La proposta di legge vuole intendersi come una valorizzazione ulteriore di quella che è la disciplina della valorizzazione delle minoranze linguistiche del Veneto.
È una valorizzazione che va a continuare la legge n. 73 del '94, ma che evidentemente aveva bisogno di essere rivista perché sono passati molti anni da questa legge. È stata seguita da una legge anche statale che ha il compito di tutelare le minoranze, ovvero la n. 482 del '99.
La decisione di scrivere un nuovo testo di legge, anziché modificare quello precedente, viene proprio per tutta quanta una serie di problematiche che si sono viste crearsi nei 27 anni dalla prima legge, ovvero, purtroppo, la fuoriuscita del Comune di Sappada dalla Regione Veneto, che è passato al Friuli Venezia Giulia, e la chiusura dell'Istituto culturale ladino di Borca, che era proprio un punto cardine della legge 73.
Il nuovo disegno di legge va ad ampliare quelle che sono le potenzialità delle minoranze linguistiche che, ricordo, sono quella cimbra, quella ladina e quella friulana, presenti nel territorio veneto.
La scelta proprio di ampliare il range di attività per promuovere e tutelare le nostre lingue minoritarie sono quelle che vanno non solo dal recupero alla conservazione, alla valorizzazione delle testimonianze storiche, ma anche nello sviluppo della ricerca storica e linguistica all'interno di tutto quanto il territorio regionale, nell'organizzazione di manifestazioni, nel ripristino della lingua di minoranza sempre associato alla lingua italiana, nella prassi degli Enti locali, nell'utilizzo delle lingue regionali minoritarie nell'editoria e nei mezzi di comunicazione (cosa che sta prendendo molto piede e vede, soprattutto nelle nuove generazioni, un grande interesse), nello studio, nella divulgazione e nello scambio di esperienze a livello scolastico (ovviamente sempre per quanto di competenza della Regione), nella promozione di studi e ricerche, anche attraverso collaborazioni con le Università, non solo quelle a carattere regionale, ma anche quelle interregionali (perché molte delle nostre lingue minoritarie sono parlate anche in altre Regioni) e l'apprendimento di queste lingue a livello permanente sia negli adulti che nei ragazzi, nell'affermazione dei principi di valorizzazione delle diversità linguistica e culturali e di tutela dei gruppi linguistici nelle sedi e negli organismi interregionali, nazionali ed europei.
Ricordo che la legge sulle minoranze è prevista anche a livello europeo.
La collaborazione transfrontaliera. Ecco, questa è un'innovazione rispetto a prima, ovvero la capacità di riuscire a mettere in atto tutta una serie di sinergie, non solo per quanto riguarda quella che è la tutela a livello regionale e a livello nazionale, ma anche di riuscire ad interloquire con tutti i partner internazionali (esistono dei progetti molto interessanti, che tutti noi conosciamo, come l'Interreg, che tendono anche questi ad avere dei princìpi di valorizzazione proprio di queste lingue minoritarie), nella capacità di interloquire con le Regioni che ci circondano e nel gemellaggio di Comuni, nonché iniziative dirette a favorire la collaborazione, la comprensione e la reciproca conoscenza tra i vari gruppi minoritari.
Per fare tutto questo era necessario riuscire a rivedere la legge dando più ampio margine.
L'altro passaggio fondamentale riguarda la Provincia di Belluno: una Provincia che, come voi sapete, ha avuto un riconoscimento tramite la legge 25, che ha permesso a questa Provincia di avere una sede di autonomia. Una Provincia che chiaramente, come tutti sanno, ha una difficoltà nell'essere gestita in quanto è un territorio interamente montano.
Una di queste specificità riguardava proprio le minoranze linguistiche. Doveva essere portata entro il 2018 e poi sappiamo benissimo tutto quello che è accaduto in questi anni, anche con il passaggio in ente di secondo livello delle Province, che sicuramente non ha aiutato. La legge va proprio a portare e a riconoscere questa specificità della Provincia di Belluno, che avrà d'ora in poi la possibilità di gestire come funzione amministrativa direttamente la parte delle minoranze.
A questo, poi, seguirà tutta una serie di progetti che loro potranno condividere chiaramente con la Federazione ladina che li rappresenta.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Correlatrice la collega Ostanel. Prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
L'intenzione di questo progetto di legge, come indicato nella premessa, è quella di promuovere la valorizzazione delle minoranze linguistiche presenti nel territorio della Regione Veneto e, nello specifico, la ladina (presente in Cadore e nell'Agordino) e la friulana (area tra i fiumi Livenza e Tagliamento), che sono anche espressamente previste nella norma nazionale in materia di tutela delle minoranze linguistiche, la legge 482 del 1999.
In questo progetto di legge però si aggiunge anche la lingua cimbra, non rientrante nell'elenco nazionale.
Va fin da subito precisato come la materia della tutela delle minoranze linguistiche sia già disciplinata nella nostra Regione con la legge 73 del 1994, della quale il progetto di legge in discussione oggi riprende l'impianto sostanziale apportando alcune modifiche. Infatti, l'articolo 7 del PdLR 84 prevede l'abrogazione della legge regionale 73 del 1994.
La fase istruttoria di questo progetto di legge in Sesta Commissione è stata depositata verso la fine di luglio di quest'anno: è apparso subito chiaro durante la discussione come fossero necessarie alcune importanti modifiche per risolvere palesi vizi di incostituzionalità.
Nello specifico, si proponeva il riconoscere il diritto all'uso delle lingue minoritarie nelle sedi istituzionali, ma si trattava di una evidente violazione della normativa nazionale del 1999 sotto due profili principali. Quanto al primo profilo, perché l'indicazione delle lingue minoritarie sottoposte a tutela è riservata alla legge nazionale ed è tassativa, lo ha ribadito anche la Corte Costituzionale nella sentenza 170 del 2010 e vi rientrano appunto il ladino e il friulano, ma non il cimbro ed è fatto espresso divieto alle Regioni di ampliare tale elenco con una legge di grado regionale.
Quanto al secondo profilo, perché, per poter prevedere l'uso di una seconda lingua nelle sedi istituzionali, è necessario altresì che vi sia una richiesta almeno del 15% dei cittadini. Con specifico riferimento poi ai Consigli regionali, la norma nazionale prevede che la lingua rientri nel predetto elenco e che nella Regione vi siano Comuni nei cui territori è riconosciuta la lingua ammessa a tutela che complessivamente costituiscano appunto almeno il 15% della popolazione.
Infatti all'epoca la Scheda di Inquadramento Normativo, la scheda SIN, che era pervenuta il 7/9/2021 era fortemente critica sul progetto di legge.
La seconda versione del progetto di legge, quella che discutiamo oggi, è stata certamente migliorata sotto il profilo della coerenza costituzionale, ma presenta alcune criticità che volevo esprimere in questa correlazione.
Se i profili di incostituzionalità sono stati risolti in questo testo, viene inserito, infatti, un generico diritto all'uso delle lingue minoritarie, è previsto, però, che tale uso sia già previsto da una normativa nazionale, quella che citavo prima, del 1999. Questo progetto di legge, in sostanza, se verrà oggi approvato, dirà ‒ più o meno ‒ se sussistono i requisiti previsti dalla legge nazionale e se si può usare la doppia lingua. È una tautologia. Esiste una legge nazionale che norma queste questioni. Quindi si tratta ‒ si potrebbe dire ‒ di una normativa regionale che in qualche modo si sostanzia in quella nazionale, riprendendola. Sarebbe, forse, stato sufficiente mantenere quella nazionale o mantenere e emendare la legge che già la Regione del Veneto aveva, cioè quella che citavo prima, con delle modifiche migliorative che in effetti, anche oggi, in questo testo di legge, noi abbiamo e su cui poi mi soffermerò.
Sotto un altro profilo, la seconda criticità è che questa proposta di legge, ricalcando, appunto, la già vigente norma regionale, quella del 1994, ne amplia, ma non sempre in maniera opportuna, io credo, la portata. Sotto questo aspetto si richiama quanto detto poc'anzi, ossia che sarebbe stato più corretto apportare delle modifiche alla legge esistente, anche per non tenere una Commissione, la Sesta, impegnata in un momento particolare, dove ad esempio credo ci siano delle priorità, quelle degli operatori della cultura, che in qualche modo potevano essere oggetto di ulteriori provvedimenti e, magari, dedicare un po' meno tempo con una manovra emendativa e migliorativa di una legge esistente che noi avevamo.
In relazione, ad esempio, all'articolo 2, che viene rubricato in "iniziative culturali e iniziative oggetto di finanziamento", la proposta di legge aggiunge, alle già previste, la tutela di testimonianze storiche, lo sviluppo della ricerca storica, la valorizzazione di musei e istituti e l'organizzazione di manifestazioni anche ulteriori rispetto a quelle che si evidenziavano prima.
Intendo in questo momento, ad esempio, fare un appunto su una nota positiva di questa proposta di legge, che io credo si sarebbe potuta inserita nella legge già esistente, quella del '94. L'articolo 5, infatti, prevede un contributo straordinario di 50.000 euro alla Provincia di Belluno per l'acquisizione del patrimonio bibliografico culturale dell'Istituto Ladin de la Dolomites, sito in Borca Di Cadore. Si tratta di una disposizione che credo debba essere vista con grande favore e che non dovrebbe essere solo straordinaria. Anzi, l'Istituto si trovava e si trova ancora in forte difficoltà e va assolutamente recuperato.
Io quindi credo che questo punto di questa proposta di legge sia assolutamente positivo, tra l'altro in linea con la norma nazionale, ma probabilmente un progetto di legge specifico e di revisione della vecchia legge, inserendo questa nota positiva, sarebbe stato migliore della creazione, forse, di un nuovo progetto di legge che, tra l'altro, travalica la norma nazionale in alcuni suoi punti. Ad esempio: il ripristino dell'uso delle lingue minoritarie nelle prassi degli Enti locali. Abbiamo detto che servono, secondo la norma nazionale, che rispettiamo e dobbiamo rispettare, alcune norme per poter far sì che in un Consiglio regionale si parli una lingua delle minoranze linguistiche. Per ovviare a questa questione, questo progetto di legge in realtà, per quanto io credo, paradossalmente svilisca l'importanza delle lingue minoritarie dicendo che si può usare la lingua minoritaria nella prassi degli Enti locali. No: dovrebbe essere una cosa che si può fare in linea con la norma nazionale nel caso in cui il 15% della popolazione lo richieda.
Io credo sarebbe, come dice la norma nazionale, loro diritto.
Oppure l'utilizzo delle lingue regionali minoritarie nell'editoria e nei mezzi di comunicazione. Si evidenzia, anche qui, la sentenza della Corte Costituzionale che citavo prima, la n. 170 del 2010, che ha chiarito che se si tratta di emittenti pubbliche - e nel PdLR che discutiamo oggi non è specificato questo punto - tale utilizzo è circoscritto alle sole lingue elencate nella norma nazionale del '99, ossia, in questo caso, il ladino e il friulano e non il cimbro, in relazione al quale si cadrebbe in incostituzionalità.
Ancora una volta traspare, secondo me, in una parte di questo progetto di legge un'iniziativa politica e ci sono sicuramente persone che possono essere d'accordo, ma io credo che se dobbiamo davvero tutelare le minoranze linguistiche presenti in questa Regione - e credo che sia giusto farlo - andrebbero ad esempio guardati i dati che la norma nazionale cita. Noi cioè abbiamo 42 Comuni in Provincia di Belluno che parlano la lingua ladina, circa 40.000 persone potenziali di bacino. Abbiamo la lingua friulana che viene parlata in sei Comuni e nella Città Metropolitana di Venezia, nell'area orientale del portogruarese: anche qui, non abbiamo un numero certo, ma potrebbero essere circa, in Friuli 600.000 persone, ma in Veneto molte meno, ovviamente, parliamo di sei Comuni. La lingua cimbra viene parlata, secondo alcuni dati, da circa 1.000 persone, delle quali 600 sono in Trentino e 400 sono in Veneto. Quindi, stiamo definendo una norma che riguarda un bacino piccolo, che non viene tutelato da una norma nazionale, non ancora, magari un giorno potrà modificare la norma nazionale, ma in questo progetto di legge in quel punto - e non parlo invece delle minoranze linguistiche che vengono tutelate dalla norma nazionale - stiamo andando verso una forzatura di una norma nazionale.
In conclusione, credo che sarebbe stato sufficiente, con le note positive che ho riportato in questa correlazione, una modifica della norma vigente, quella regionale. Sarebbe stato forse più veloce, efficiente anche per il funzionamento del Consiglio regionale, perché avevamo già una disciplina che poteva essere aggiornata piuttosto che produrne una nuova impegnando Commissione e Consiglio regionale.
Inoltre, forse, sarebbe stato anche più utile, quando si citano le minoranze non previste dalla legge nazionale, specificare meglio cosa si intende per darne legittimità, ma non andare nel vizio di incostituzionalità per quanto riguarda quelle parti.
In conclusione - e poi chiudo - riprendo quello che dicevo prima: soprattutto in questo momento, forse, va benissimo discutere di un progetto di legge che comunque è utile, impegnare il lavoro di Commissione e di Consiglio, soprattutto per quanto riguarda i temi della cultura, in un momento dove esistono delle priorità, anche altre che io credo dovremmo prendere in carico e spero che questo verrà fatto durante l'approvazione del bilancio di previsione, probabilmente l'iniziativa di supportare anche l'Istituto di Borca di Cadore o anche di potenziare il fatto che potessero essere supportati alcuni enti che tutelano le minoranze linguistiche, lo si poteva fare forse con un intervento più mirato.
Un altro punto, ultimo, è il fatto che questo provvedimento di legge, di fatto, amplia anche il bacino dei soggetti che possono ricevere finanziamenti e sostegni. Si parla di concedere contributi a enti pubblici, associazioni e organismi culturali senza scopo di lucro. Nella legge precedente potevamo sostenere i Comitati rappresentativi delle associazioni culturali cimbre, un Comitato rappresentativo delle rappresentanze della comunità germanofona di Sappada, un Comitato rappresentativo delle associazioni culturali friulane e associazioni culturali di comunità etniche e linguistiche storicamente presenti nel Veneto.
Probabilmente, lavorare nell'ampliamento di questi soggetti, dando però anche un'indicazione più chiara di quali siano gli Enti che poi sosterremo in futuro, poteva forse far sì che sostenessimo e sosterremo effettivamente quelle realtà che sono davvero radicate nei territori, che tutelano le minoranze linguistiche che io credo vadano tutelate, vada riconosciuto il loro valore storico e anche di supporto alle generazioni future, ma probabilmente il provvedimento che oggi discutiamo in Aula ha diverse criticità che potevano essere prese in carico, io credo, in una maniera migliore.
Grazie.

PRESIDENTE

Bene. Iniziamo la discussione generale.
Collega Valdegamberi, prego.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

Ho appena sentito un intervento nel quale si diceva che la minoranza cimbra non è nemmeno citata dalla legge nazionale.
Io so per certo che diversi progetti della minoranza cimbra sono finanziati sulla base della legge 482/99, quindi se finanzi una cosa che non è riconosciuta vuol dire che c'è qualcosa di strano. Ma la cosa più strana è che prima si ammazza una cultura, poi, quando è debole, si dice: sei troppo piccola, quindi noi sei degna di tutela. Questo è un paradosso che sento da un collega del PD che parla... e poi più volte sottolinea il fatto che dobbiamo parlare di cultura. Più cultura di questa! Più di tutelare una minoranza etnico-linguista che ha 800 anni di storia, che rappresenta un valore culturale enorme per questa Regione, ci sono altre priorità. Mamma mia! Quali sono queste cose così importanti e priorità di fronte a una cultura germanica, che è l'unica vera minoranza perché tutte le altre sono lingue neolatine al pari dei dialetti? È l'unica cultura germanica che ha interessato il Veneto dalla Val d'Adige fino ad arrivare al Brenta e poi anche nel Settecento, anche sull'Altopiano del Cansiglio, è l'unica vera minoranza etnico-linguistica e non deve contare nulla.
Il problema è che questa legge rischia di riconoscere un qualcosa che cozza contro la norma nazionale quando ci sono direttive europee che vanno nel senso opposto, nel dire che queste sono un valore, queste sono un elemento importante, un ponte con l'Europa stessa, l'elemento che mette insieme, che aiuta ad unire più che a dividere. Sentire invece questi ragionamenti veramente mi lascia del tutto basito e, se questo è il modo di interpretare la cultura, ahimè, da parte del Partito Democratico o dei suoi alleati, lo ritengo veramente vergognoso. Io questo discorso lo pubblicherò su tutti i media, dopo lo riprenderò perché, francamente, mi ha lasciato talmente basito che non ho neanche il coraggio di replicare.
Parlare di cultura cimbra significa parlare di almeno un terzo o un quarto dei veneti, perché bene o male tutti siamo figli della parte montana e pedemontana. Ci sono persone qui dentro con il cognome di origine cimbra, persone il cui cognome è magari italiano, ma è stato tradotto. Un tempo, nel passato, nel Cinquecento, si parlava cimbro in almeno un quarto del Veneto. In tutta la parte montana, fino alle porte di Vicenza, nelle valli vicentine, sull'Altopiano d'Asiago, nella Lessinia, nel Cansiglio nel Settecento c'era un'area germanofona che stava crescendo ed è cresciuta fino a metà del Cinquecento, quando poi ha cominciato a retrocedere, fino a rimanere nelle semplici isole, per il semplice motivo che si è tagliato il cordone ombelicale con il mondo germanico, che era dato dal flusso dei preti. Non trovando preti e pastori di anime che parlassero la lingua tedesca, si andava a cercarli al di là delle Alpi. E questi erano anche un motore culturale: portavano altre persone che emigravano, allargavano queste comunità e crescevano fino a diventare addirittura comunità in grado di espandersi verso la città, alle porte di Verona e alle porte di Vicenza.
Far finta che questa storia non sia mai esistita per il Veneto... È una delle comunità che hanno anche una tradizione di autogoverno, prima riconosciuta dagli Scaligeri poi dalla Repubblica veneta, sempre riconosciuta, sempre al loro fianco, del territorio. Un esempio di federalismo del territorio vero. Far finta che questa storia non sia mai esistita dicendo addirittura: "Poiché siete pochi, non vale la pena pensare a voi; pensiamo alle altre cose più importanti della cultura", la ritengo personalmente un'offesa. Un'offesa non solo nei miei confronti, ma verso un quarto, un terzo dei veneti nelle cui vene scorre sangue cimbro; anche se oggi magari questa lingua non la parlano più, ma i loro antenati la parlavano e molto del nostro essere veneti è in parte anche frutto del nostro essere stati prima un luogo di incontro tra diverse culture, compresa quella germanica, che qui nel Veneto era il punto di ingresso, di contatto e di connubio con il mondo latino.
Da professoressa di scuola, porrei il problema al Ministro dell'Istruzione e chiederei di rivedere gli esami. Venire qui a spiegarmi che questa non è cultura è un'offesa, un'offesa alla storia, un'offesa alla verità.
Vorrei ricordarvi che nell'Altopiano d'Asiago la cultura cimbra ha già subìto diversi soprusi da quelli che voi definite fascisti spesso, che nei periodi in cui c'era una cultura nazionalista, dove bisognava per forza dimenticare... Io ho testimonianze di persone che venivano picchiate e punite perché nate, parlavano solo il cimbro: a scuola dovevano dimenticarlo. I genitori venivano rimproverati. Se abbiamo aiutato a far sparire questa cultura è proprio per persone che la pensavano già come lei tra quelli che lei definisce ora fascisti e lei è altrettanto col suo pensiero che vuole omologare tutti allo stesso modo.
Io credo che la cultura cimbra sia un valore, soprattutto oggi. È un peccato che l'abbiamo persa, è un peccato che i giovani non la parlino più, perché sarebbero facilitati ad entrare in Europa, sarebbe un viatico privilegiato.
Chi conosce il cimbro, infatti, in un attimo impara l'inglese, una lingua germanica, che è a metà strada tra il tedesco, un tedesco antico che assomiglia molto anche all'inglese. Ci sono parole, nell'inglese, che ci sono nel cimbro e non ci sono del tedesco moderno.
È una lingua, quindi, vicina all'yiddish, lingua nata nello stesso periodo storico. Come sapete, l'yiddish è la lingua degli ebrei, che parlano anche minoranze ebraiche in giro per il mondo, anche in America, nei circoli americani. È una lingua molto simile.
Io ho letto un giorno casualmente l'yiddish e riuscivo a comprenderlo conoscendo il cimbro. Ho scoperto perché: perché è nato nello stesso periodo storico, a pochi chilometri di distanza da dove provengono le popolazioni germaniche.
Questa legge dunque non è il top del top, ma è quello che possiamo fare, comunque è sicuramente un passo avanti. Un momento di riconoscimento maggiore, soprattutto almeno a livello locale, le comunità si possano avvicinare, permettendo a quelle istituzioni che vogliono fare un'azione anche negli atti amministrativi concreta, nel preservare la lingua, lo possono fare accanto alla lingua italiana.
Io ho qua un sassolino da togliermi dalle scarpe. Avevo preparato un intervento in Aula, insieme anche ad esperti, rivisto, in lingua cimbra, perché fosse un documento che rimanesse agli atti e che rappresentasse una testimonianza di come questa lingua fosse ancora oggi viva, in occasione del bilancio previsione, ma non mi è stato consentito. Si cercava di spiegare concetti anche complessi, perché la lingua cimbra è una lingua medievale ed è ovvio che per concetti attuali devi per forza mutuare molte parole che allora non c'erano molte.
Ho cercato di fare questo sforzo non tanto per fare uno show o un qualcosa, ma per lasciare testimonianza in un documento, dicendo: "Vogliamo dare dignità, vogliamo dare cittadinanza in questa Regione anche a queste minoranze che sono sempre più minoranze". È inutile che poi ci riempiamo la bocca, facendo i moralisti con mezzo mondo, parlando di tutelare le minoranze in Africa, di tutelare i diritti del Tibet, quando siamo i primi che neghiamo i diritti a casa nostra.
Siamo i primi che neghiamo i diritti a casa nostra e poi facciamo i grandi proclami verso il mondo intero. Siamo pronti... Certo, è facile dichiararsi vicino a chi è lontano. Dichiariamoci vicini a chi è vicino a noi, a chi vive accanto a noi.
È per questo che io vorrei, ora, leggervi solo qualche frase e lo faccio usando la traduzione simultanea in modo tale che non ci siano alibi. Vi do anche la trascrizione poi perché rimanga agli atti, perché ritengo una piccola considerazione in lingua cimbra per dimostrare che questa lingua non è morta, come dice lei. Non è una lingua fantasma, non è una lingua che non esiste. La lingua è viva.
Assume la Presidenza
Il Vicepresidente Nicola Ignazio FINCO

PRESIDENTE

Collega Valdegamberi, vada avanti.

Stefano VALDEGAMBERI (Gruppo Misto)

È una lingua viva. Se vuole venire con me la domenica andiamo in un bar a sentire parlare in cimbro. Sentirà colloquiare in cimbro. È una lingua di persone che sono nate e si sentono perfettamente venete, sono integrate da sette secoli nel Veneto e parlano una lingua diversa dagli altri. È un valore, questo. Pensate che ci sono studiosi. Io ho ricevuto la settimana scorsa degli studiosi che vengono dalla Germania, dalle università tedesche, che vengono da noi a studiare questo. Potrebbe essere veramente un ponte anche culturale, con un valore anche turistico e promozionale. Oggi c'è bisogno di specificità. In un mondo globalizzato e standardizzato lei pensa a cancellare tutto: io penso che invece è nel locale, nel particolare che vinciamo la sfida globale. Questa è la grande sfida che va fatta anche nel mondo del turismo. La gente ha bisogno di specificità: è stanca della minestra che mangia in tutti i posti del mondo. Vuole qualcosa di particolare e noi abbiamo questa richiesta nel nostro territorio. Conserviamola, studiamola, trasmettiamola ai figli. Questo lo dobbiamo dire. Non: "Abbiamo priorità altre in cultura", come se questa fosse una sottocultura. Questa è una concezione che assolutamente non condivido.
Ora vi leggo queste due righe e concludo: (N.d.r. parole in lingua cimbra) Cari amici, (N.d.r. parole in lingua cimbra) sono molto contento di votare questa legge. (N.d.r. parole in lingua cimbra) Così è possibile fare un discorso in cimbro anche con la traduzione in italiano ("Belish" è proprio italiano detto in cimbro) (N.d.r. parole in lingua cimbra) nei Comuni dove è parlato ancor oggi il cimbro. (N.d.r. parole in lingua cimbra) Per parlare di cultura bisogna mantenere viva la sua lingua. Quando muore la lingua, muore la cultura di un popolo. (N.d.r. parole in lingua cimbra) Senza questo la cultura è morta sempre.

PRESIDENTE

Grazie, collega Valdegamberi.
Ha chiesto di intervenire la collega Scatto. Pensavo si fosse prenotata... Facciamo intervenire la collega Scatto e poi le do...
Per fatto personale, prego, collega.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Ci tenevo a dire perché intervengo per fatto personale. Io ho sentito due cose dal collega Valdegamberi: uno, che sostanzialmente io ho parlato male della cultura cimbra, dandomi tendenzialmente della persona fascista, cosa che non credo di aver detto nel mio intervento e non ho mai parlato contro la cultura cimbra. Ho semplicemente detto che in questo provvedimento e in quello nazionale la cultura cimbra non è ritenuta una minoranza linguistica. Questo è quello che ho detto nella mia correlazione.
Secondo, parlare del mio lavoro e dire che non sono adeguata a svolgere un lavoro quando siamo in un Consiglio regionale, credo sia un attacco personale che qui dentro non deve accadere perché io non entro nel merito di quello che il dottor Valdegamberi fa fuori di qua. Quindi queste due questioni sono nel verbale, credo.
Si verifichi che queste due cose non accadano più: 1) di dare del fascista, 2) di fare dei commenti sul lavoro personale.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
Prego, collega Scatto.

Francesca SCATTO (Zaia Presidente)

Io volevo intervenire per porre l'accento su una questione che non vuole riguardare assolutamente la lingua cimbra piuttosto che altre lingue. Volevo semplicemente porre l'accento sul fatto che, per definizione, una lingua è un patrimonio culturale a prescindere. È un fattore di identità comunitaria di primaria importanza da tutelare e promuovere in quanto tale. Quindi non mi soffermerei sulla tipologia di dialetto da tutelare quanto sulla tutela di una comunità, posto che comunque, per lingue minoritarie, si intendono lingue usate tradizionalmente sul territorio di uno Stato da cittadini che formano un gruppo numericamente inferiore per numero e per entità. I requisiti necessari perché una lingua sia considerata minoritaria sono sostanzialmente tre e cioè: che sia utilizzata in qualche misura, che sia diversa da quella ufficiale e, appunto, che sia utilizzata da una minoranza. Quindi si evidenzia quello che è un fattore soggettivo: deve esserci un fattore soggettivo e cioè che la lingua abbia un significato simbolico di identità etnica e culturale.
Vedo in questo la ratio di questa legge. Non tanto se debba essere tutelata una comunità piuttosto che un'altra, quanto la necessità di tutelare le minoranze.
Mi è solo dispiaciuto sentire dalla vicepresidente Ostanel che la Sesta Commissione ha perso del tempo occupandosi di questa legge. Nella Sesta Commissione - la consigliera Ostanel lo sa bene - si cerca di dare risalto proprio a quelle realtà più piccole che occupano tutta l'area culturale. E lo sa bene perché stiamo cercando di dare una casa, di tutelare anche quelle realtà culturali più piccole che magari finora non hanno avuto lo spazio che era giusto avessero e che speriamo di poter dare loro.
Questa legge, quindi, si inserisce in un concetto proprio a 360 gradi di cultura. Come si tutelano le piccole realtà che impegnano il mondo, per esempio, dello spettacolo, non vedo perché a maggior ragione non debba essere data un'adeguata tutela a delle minoranze linguistiche che ‒ non dimentichiamolo ‒ rappresentano comunque dei cittadini.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Consigliere Zanoni, prego.

Andrea ZANONI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire su questo progetto di legge, in particolare sull'intervento che ho appena sentito, del collega Valdegamberi. Bisognerebbe essere anche capaci di accettare le critiche di un collega di minoranza. Mi sembra quasi di aver assistito a uno show, a uno spettacolo teatrale, con tanto...
Il collega Valdegamberi ci ha dato dei "fascisti". Non so se sia lecito in un'Aula di Consiglio regionale che alcuni membri eletti in questo Consiglio diano del "fascista" a dei colleghi, mentre uno sta parlando, tra l'altro, Presidente.
Abbiamo appena assistito a uno show con tanto di traduzione in diretta. Poteva risparmiarci anche la lettura in una lingua che non è quella del Consiglio regionale e passare direttamente alla traduzione. Al di là di questo, considerato il collega, ci sta anche.
Io mi sto chiedendo perché si debba utilizzare tutta questa violenza verbale nei confronti di una collega che ha espresso un suo parere, e che – io l'ho ascoltata attentamente – ha concentrato il suo intervento in particolare su questioni legali, su questioni giuridiche, facendo una critica anche con dati alla mano, riferendosi anche a giurisprudenza corrente.
Io inviterei il collega Valdegamberi a rileggersi il verbale di questa seduta e ad andare a vedere che cosa ha detto la collega, perché o era disattento o ha travisato il tenore di quanto ha detto la collega Ostanel.
Tra l'altro oggi ero anche fiducioso quando l'ho sentita parlare. Ho detto: magari adesso ci racconta qualcosa del suo prossimo viaggio. Anzi, che Valdegamberi ci lascia perché oggi i giornali titolano: "Valdegamberi in orbita". Andrà a parlare il cimbro nello spazio, ci darà questa buona notizia.
Invece no, invece è qua, che dà, a noi, dei "fascisti".

PRESIDENTE

Grazie, collega Zanoni.
Collega Montanariello, prego... no, scusi. Collega Pan, prego.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Grazie, Presidente.
Volevo intervenire in questa discussione perché penso sia molto importante anche per capire chi siamo noi oggi e perché siamo qui a discutere, magari, di un passato anche molto lontano.
Ricordo che sia i cimbri e i teutoni erano un popolo che dal nord Europa si sono trasferiti nel nostro Veneto di allora, era l'anno 100, quindi ancora durante l'impero romano. Lo stesso impero romano non riuscì mai a domare queste popolazioni, che si sono trasferite sui nostri altopiani (quello della Lessinia, l'Altopiano dei Sette Comuni), che hanno occupato la nostra montagna bellunese. Erano popolazioni adibite in particolare alla cura dei boschi, alla regimazione del legname: una cultura che è rimasta per secoli, addirittura alla base anche di quell'autonomia – ricordo le Regole nel Cadorino –comunque le regole nella magnifica comunità dei Sette Comuni e naturalmente le regole che ancora esistono sui prati, pascoli e nella cura dei boschi derivano da questo popolo che ha radici profonde, che ha lasciato radici profonde nella comunità veneta.
C'è una poesia cimbra – non la dico in cimbro – che recita: "Il bosco è la casa del cimbro. Il tetto è il cielo, le finestre e gli spazi tra le foglie, le porte le ha rubate il vento". È stata addirittura citata da D'Annunzio durante la Prima Guerra Mondiale. Se lei, professoressa, avesse visitato nelle sue gite in montagna, che so che è appassionata...

PRESIDENTE

Non è un'offesa se la chiamano "professoressa". È come se l'avesse definita "dottoressa". Non è una bestemmia.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Se lei, professoressa, Consigliere, avesse, nelle sue gite di montagna, visitato...

PRESIDENTE

Collega Pan , la chiami "Consigliera", così si calmano gli animi.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Comandi. Vicepresidente, se avesse visitato Luserna, non so se sa dov'è Luserna, che significa "luce", è in Provincia di Vicenza, quasi tra Trento e Vicenza... Luserna è proprio sul limbo dell'Altopiano dei Sette Comuni. Ai confini. È sempre lì. Va bene. Per me è sempre dalle nostre parti.
Se avesse visitato Luserna, avrebbe visitato il museo della lingua cimbra. Là ci sono addirittura i cartelli stradali, quello della scuola, in doppia lingua e quindi avrebbe capito come queste popolazioni hanno comunque interferito sulla nostra cultura per tanti secoli.
Ricordo, ad esempio, anche per non dimenticare, il popolo ladino. Anche questo popolo ha una grande cultura e addirittura ha lasciato grandi testimonianze, soprattutto sulla Provincia di Belluno.
Detto questo, per noi che siamo di una generazione prima di lei, ricordo che la mia lingua, la prima lingua che io ho imparato a casa mia, come penso più di qualcuno qui dentro con i capelli bianchi, è stato il veneto. Per me l'italiano era una lingua straniera. L'ho imparato alle Elementari. A casa mia non si parlava. Noi arriviamo da questo, arriviamo da questa cultura, che è quella della nostra identità veneta, che non esclude le identità degli altri.
La forza della Repubblica veneta, della Serenissima, era stata di lasciare l'autonomia a queste comunità montane che sono servite e che hanno comunque mantenuto la loro identità in montagna, conservando il territorio, conservando le proprie tradizioni e comunque portando grande lustro alla Repubblica veneta soprattutto per quanto riguarda naturalmente l'approvvigionamento dell'Arsenale.
Noi siamo per la libertà anche delle comunità, ahimè, piccole che sono rimaste, che si sono disperse con il Veneto quando qui sono arrivati i Savoia: ricordo che sono andati a immigrare insieme al popolo veneto in tutto il mondo perché quando sono arrivati qui i Savoia hanno portato la fame, hanno portato le tasse sul macinato, hanno portato la leva obbligatoria e hanno condannato il Veneto a una schiavitù da cui presto speriamo di essere liberati.

PRESIDENTE

Grazie, collega Pan.
Collega Montanariello, se vuole riscriversi, che prima erroneamente le ho dato la parola.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Credo che questo poteva essere un bel dibattito anche con contenuti importanti e invece, come sempre, chi non è in grado di far politica può portare il dibattito solo a livelli di bar sport o a livelli di confusione o a livelli di toni offensivi.
Intervengo solo per dire una cosa: abbiamo sentito parlare finora di mezze nozioni di storia, spesso anche sbagliate dal punto di vista geografico e ringrazio anche il collega consigliere Lorenzoni che, nonostante sia professore, non fa il Professore in Aula a differenza di chi tenta di fare il professore e non sa neanche quello che dice.
Dopo ho sentito parlare di... ho segnato un po' le parole che dicevano i Consiglieri prima: tutela, rispetto, rispetto per le minoranze. Io credo che chiusi queste parole dovrebbe dire al consigliere Valdegamberi che deve prendere quella porta e devo abbandonare l'Aula, perché se davvero tutti quanti voi parlate di rispetto per chi la pensa diversamente, dovreste cominciare a dire al vostro collega di maggioranza che se una persona la pensa diversamente non si deve beccare né del fascista né dell'ignorante, perché non è vero che se uno la pensa diversamente dall'altra parte deve essere rispettato...

PRESIDENTE

Collega, lei ha appena risposto adesso al collega Pan.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Posso, Presidente? C'è qualcosa che non va?
Guardi, Presidente, se vuole interrompere uno...

PRESIDENTE

Non può criticare il collega Valdegamberi e lei fare altrettanto!

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Presidente, guardi: se vuole interrompere uno che parla, interrompa qualche Consigliere che dà del "fascista" agli altri.
Presidente, ascolti me: impari a fare il suo lavoro da Presidente del Consiglio e non dia una testimonianza di presenza.

PRESIDENTE

E lei impari a fare il Consigliere regionale.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Impari a fare il suo lavoro e interrompa i lavori quando uno dà del "fascista" a un altro.

PRESIDENTE

Lei qua non fa né il sindacalista...

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

E metta la mascherina. Ha capito? Metta la mascherina.

PRESIDENTE

...né il leader del popolo di piazza. Ha capito? Impari l'educazione.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Impari a fare il suo lavoro. Ha capito? Impari lei l'educazione e il rispetto perché non può stare zitto mentre qualcuno dà del "fascista" a un altro. Ha capito? Non può stare zitto mentre uno dà del "fascista" a un altro e intervenire mentre un Consigliere dice che non si usano certi toni. Ha capito, Presidente?

PRESIDENTE

Collega Zanoni, lei si sieda. Collega Zanoni, lei si sieda. Collega Zanoni, lei è già intervenuto.
Bene. La seduta è sospesa cinque minuti.
La Seduta è sospesa alle ore 16.03
La Seduta riprende alle ore 16.08

PRESIDENTE

Chiedo ai membri del Consiglio se gli animi si sono calmati.
Stava intervenendo il collega Montanariello, al quale do la parola, se si iscrive.
Colleghi, se potete prendere posto. Colleghi, per cortesia.
Collega Montanariello, se si vuole prenotare. Hai la parola, Jonatan.

Jonatan MONTANARIELLO (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Sono contento, Presidente, che abbia ritrovato la mascherina, perché ho visto che era arrivato il dottor Valente in Aula. Mi fa piacere che abbia rimesso la mascherina. Detto questo...
Scusi, collega Speranzon. Grazie.
Detto, questo, Presidente, ribadisco quello che ho detto con molta serenità: non si può fare un progetto di legge dove parliamo di tutela di minoranze e la prima cosa che facciamo è attaccare chi in Aula la pensa diversamente da noi.
Non possiamo dire, mentre presentiamo questo progetto di legge, che vanno tutelate delle minoranze culturali e offendere, perché quando tu dai del "fascista" a una persona, vuol dire offendere il tuo collega di banco democraticamente eletto.
Io ho massimo rispetto anche per questo progetto di legge. Parlate con un Gruppo che è indicato anche in un voto non negativo su questo progetto di legge. Però non può essere che se un collega fa un'osservazione legittima, che può essere condivisibile o non condivisibile, se un collega fa un'osservazione e dice: "Stiamo facendo un progetto di legge per una parte del Veneto stimata allo 0,09%, di qualche migliaio di persone, probabilmente non era la priorità, per quanto sia importante farlo, perché guai a non valorizzare le diversità...". Noi siamo per le diversità. Noi siamo quelli che le diversità le valorizzano, anche, a volte, andando in controtendenza e assumendoci responsabilità che non ci danno risposte in termini elettorali. Sempre.
Tutto si può dire ma non che il centrosinistra non ha mai fatto tutto quello che va fatto per tutelare le minoranze e le diversità: forse anche troppo, a volte, però lo abbiamo sempre fatto.
Qualcuno che mi viene a dire: "È facile essere vicini con chi è lontano, ma essere vicini con che è vicino no", guardi come si sta comportando. Cominciando ad offendere il tuo compagno di banco vuol dire che in quest'Aula è finito il dibattito politico.
Se da domani dobbiamo cominciare a discutere quando uno la pensa diversamente e ci dobbiamo offendere, perché di offesa trattasi quando attacchi una collega Consigliera, non conviene a nessuno. Volete che, per usare un termine calcistico, il pallone lo prendiamo e lo lasciamo in tribuna? Nessun problema. Per me possiamo stare qui fino a mezzanotte, mangiamo un tramezzino e continuiamo, però ricordiamoci che non possiamo tutelare le diversità con un progetto di legge e offendere chi la pensa diversamente da noi e siede a pochi metri.
Credetemi, questo poteva essere un bellissimo dibattito politico, ricco anche di storia, ammettendo che qualcuno sbagliasse qualche confine geografico, ma ci sta, succede anche ai migliori, pensate a chi non è il migliore, politicamente parlando; ma detto questo, ricordatevi sempre che il rispetto deve essere al primo posto. Guai se la prossima volta qualcuno dà del "fascista" a un collega e il Presidente del Consiglio non lo ammonisce subito e lo invita ad uscire fuori dall'Aula, perché è un'offesa forte per un legislatore essere tacciato di essere un anticostituzionale ovvero un fascista.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Favero, prego.

Marzio FAVERO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Credo che dovremmo recuperare un po' di razionalità e anche di equilibrio, se mi è consentito, perché ogni volta riusciamo a generare delle tempeste in un bicchier d'acqua che non giovano a noi né tanto meno ai cittadini.
Senz'altro l'intervento del collega Valdegamberi è stato appassionato, ma è trasceso e ha sbagliato. Conosciamo la consigliera Ostanel da oltre un anno. Sappiamo che proprio alla dimensione della cultura sta cercando di dare il suo apporto in maniera costruttiva, con un dialogo con la Presidente della Sesta Commissione, con il sottoscritto, con i dirigenti. Quindi, il problema va ricondotto, secondo me, per quanto riguarda questo episodio, a un atteggiamento che è tipico di chi difende le minoranze linguistiche.
Ho fatto l'Assessore alla Cultura per 13 anni in Provincia di Treviso. Ho partecipato a numerosi convegni in Veneto e ogni volta chi difende le minoranze linguistiche salta fuori con chi non è d'accordo dicendo: "Fai una scelta fascista". C'è una ragione? Sì ed è storica. Risale alla grande riforma scolastica voluta da Gentile e attuata fra il '22 e il '24 del secolo scorso.
C'era, all'interno di quella proposta, un contributo di un filosofo, Giuseppe Lombardo Radice, che puntava a introdurre l'insegnamento anche delle lingue locali perché l'Italia ha questo privilegio di avere moltissime espressioni linguistiche distribuite lungo lo stivale, cariche di valori storici e di letteratura. Pensate alle due lingue, quella veneta e quella napoletana, che da sole rappresentano il 90% del patrimonio di letteratura teatrale del Paese. Come voi sapete, la scelta di Lombardo Radice, la proposta di Lombardo Radice, venne bocciata alla fine perché il regime preferì l'idea di una univocità della nazione. Nazione che è un costrutto artificiale, ricordiamocelo: è una costruzione. Dicendo che è artificiale non sto intendendo che sia insincero: anche un ponte è una costruzione artificiale eppure è qualcosa di autentico e di prezioso.
Diciamo che pertanto è né il riflesso condizionato di chiunque tuteli le lingue dire: ""Ah, non sei d'accordo con la difesa delle lingue locali, allora sei un fascista". È sbagliato: lo è nei toni e forse anche nella sostanza.
Ma in questo Consiglio credo che siamo in grado di recuperare razionalità e credo che dovremmo approvare questo progetto di legge, che sarà imperfetto come tutti gli strumenti normativi, perché comunque va nella direzione giusta. Vi sarà tempo per aggiustarlo nel corso del tempo come per tutte le altre cose.
Io vorrei ricordarvi il contributo di riflessione di Claude Hagège, forse il più grande linguista vivente: pratica almeno una quarantina di lingue diverse. Ha scritto un libro, "Morte e rinascita delle lingue", partendo dalla rinascita dell'ebraico, sostenendo la tesi, che io condivido, che sia in atto a livello globale una specie di grande olocausto linguistico: attraverso il meccanismo dell'invasione linguistica stiamo cancellando una molteplicità di lingue locali che custodiscono saperi, emozioni, sentimenti maturati nel corso di secoli, se non di millenni. Questo olocausto linguistico deve essere terminato perché ogni lingua non è mai pienamente traducibile in un'altra lingua.
Il filosofo Quine, che si occupava di logica, parlava di relatività ontologica. Nessuno è in grado di tradurre compiutamente una lingua in un'altra lingua anche solo per la polisemia che hanno i singoli termini. Pensate alla parola cane, che a noi evoca una dimensione affettiva, ma che in Cina invece indica un animale da macello.
Dobbiamo pertanto tener conto che la difesa della pluralità linguistica è un valore aggiunto, è anche una risorsa in termini di educazione dei giovani. Tutti i grandi linguisti sono concordi in una cosa: i bambini diventano tanto più competenti nell'uso del linguaggio quanto più sono esposti a stimoli linguistici diversi e peraltro appartiene alla nostra tradizione veneta l'essere bilinguisti. Fino al 1500 nella Repubblica veneta si usava il Veneto e il latino; dopo il 1500 il Veneto e il toscano, che poi sarebbe diventata la lingua italiana che pratichiamo tutti. Quindi credo che se riusciamo a spegnere un attimo i bollori, a ritrovare un attimo di razionalità, si possa tutti assieme convenire sul fatto che questa proposta di legge è una proposta di legge che non è espressione solo di una parte politica identitaria quale è la Lega, ma ha ragioni di interesse generale per tutte le forze politiche che siedono in quest'Aula, tanto più che nel Veneto usiamo la lingua veneta sempre e comunque: quando usciamo da questo Consiglio, in corridoio ci parliamo in veneto. Sbaglio?
Credo che un appello in questa direzione, cioè di essere unanimi su questa proposta, possa essere raccolto perché il valore di questa proposta va al di là e supera le nostre distinzioni ideologiche o anche gli scivoloni nei rapporti tra Consiglieri.

PRESIDENTE

Grazie, collega Favero.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Grazie anche l'intervento precedente che ha rimesso un attimo la discussione all'interno di quello che dovrebbe essere anche il valore di questo progetto di legge.
È evidente che nel momento in cui noi andiamo a discutere un progetto di legge che ha proprio come obiettivo quello della valorizzazione delle minoranze linguistiche in Veneto e, in qualche modo, di ridare un segno di vitalità ‒ questo si scrive la relazione - della società veneta e arricchimento culturale è perché all'interno della lingua, quando noi parliamo di lingue, portiamo con noi i valori di quelle lingue, le tradizioni di quelle lingue, anche la storia che c'è dietro a questi aspetti. E portiamo con noi, quindi, anche la consapevolezza del perché ci sono determinati comportamenti in determinate aree geografiche, del perché quell'area geografica è organizzata in un certo modo piuttosto che in un altro, del perché ci sono alcune attività culturali, alcune iniziative culturali. Questo, in una Regione che vuole arricchirsi, in una Regione che parla di socialità, è assolutamente prioritario e importante.
È per questo, però, credo, che all'inizio la collega Ostanel aveva richiamato dicendo: benissimo, però portiamo avanti un testo di legge che rispetti gli indirizzi nazionali e europei. Se non lo facciamo andiamo a svilire e a rendere poco concreto quello che, poi, prevediamo all'interno dell'articolato stesso.
Ritengo interessanti, all'interno dell'articolato, anche le modalità di attuazione. Pensiamo al punto b), "la concessione di contributi alla Federazione delle associazioni ladine nella Provincia di Belluno e agli organismi rappresentativi dei parlanti in friulano nel portogruarese, la lingua cimbra nel territorio regionale, nelle modalità di cui al comma 3" (e prosegue). Parliamo sicuramente di cimbro, ma parliamo anche di molto altro.
L'invito che vorrei fare è quello di partire da qui per poi andare a sostanziare quello che c'è dietro. Quindi, benissimo l'aspetto culturale, benissimo l'aspetto transfrontaliero, benissimo andare a ricercare anche risorse che possano aiutare il territorio a valorizzare le iniziative sociali e culturali stesse, però da qui ci deve essere un riconoscimento delle specificità dei territori.
Prima giustamente veniva citata la legge 25. La richiesta che noi facciamo è di dare maggiore sostanza, anche da qui, alle specificità e alle leggi correlate. Parliamo della legge 25, come potremmo parlare delle altre leggi che vengono riconosciute all'interno del nostro Statuto, di quelle che sono tradizioni e specificità territoriali, perché se parliamo dei Comuni al confine col friulano, potremmo andare a vedere tutte quelle che sono le forme di collaborazione non solo culturale, ma le forme di collaborazione da riprendere anche con priorità per quanto riguarda prima di tutto l'aspetto legato alla sanità, che parte anche da tradizioni culturali e tutto quello, per esempio, ancora di più radicato nelle tradizioni culturali, che è la gestione dell'acqua.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Collega Possamai Giacomo.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Mi hanno anticipato i colleghi su alcune considerazioni sulle quali non tornerò.
Parto da un presupposto ed è che... non vedo il consigliere Valdegamberi in Aula, però, ovviamente, questo ragionamento è rivolto a lui: da parte nostra c'è un'attenzione assoluta sul fronte delle minoranze linguistiche, c'è il massimo rispetto nei confronti di tutte le realtà presenti all'interno del nostro territorio e della nostra Regione.
Sono certo che lo stesso valga per la consigliera Ostanel, che oggi ha fatto una correlazione, secondo me, assolutamente equilibrata e quindi condivido quanto detto prima dal consigliere Favero sul fatto che ogni tanto gli scivoloni possono capitare, basta riconoscerli.
Detto questo, dicevo di un'attenzione e una voglia di essere attenti alle specifiche situazioni: vale per i cimbri, vale per i ladini, vale per chi parla friulano. La valutazione da parte nostra di questa legge è complessivamente positiva, anche se ci sono alcuni aspetti, sottolineati prima, sui quali ci dovrebbe essere un intervento.
Ne aggiungo però uno specifico, nel senso che anticipo adesso l'emendamento che abbiamo presentato, perché è un emendamento che per noi ha un valore importante. Il tema è il seguente e la relatrice lo conosce molto bene visti il territorio e la Provincia da cui proviene.
È assolutamente importante il ragionamento sulle risorse da destinare. C'è un tema legato invece all'autonomia. Ne parliamo molto spesso in quest'Aula, l'abbiamo tenuta in congelatore nell'ultimo anno e mezzo a causa del Covid. L'autonomia - ed è un tema che avete discusso tante volte in quest'Aula anche nelle legislature precedenti - vale certamente tra lo Stato e le Regioni ed è un obiettivo che ci siamo posti tutti, vale anche all'interno del territorio regionale.
Sappiamo tutti che l'articolo 15, comma 5, dello Statuto del Veneto stabilisce che "la Regione, ferma la salvaguardia delle esigenze di carattere unitario, conferisce con legge alla Provincia di Belluno, in considerazione della specificità del suo territorio transfrontaliero interamente montano, nonché abitato da significative minoranze linguistiche, forme e condizioni particolari di autonomia amministrativa, regolamentare e finanziaria".
Allo Statuto si collega poi la legge regionale 8 agosto 2014, n. 25 , che comunemente chiamiamo legge 25, che "stabilisce interventi a favore dei territori montani e il conferimento di forme e condizioni particolari di autonomia amministrativa, regolamentare e finanziaria della Provincia di Belluno in attuazione dell'articolo 15 dello Statuto del Veneto", che stabilisce un principio generale molto importante: cioè la corrispondenza tra le funzioni conferite e le risorse rese disponibili.
Sappiamo bene, lo sappiamo tutti, ma per chi magari non è edotto giova un ripasso, che dopo l'approvazione della legge 25, quindi nel 2014, fu approvato uno specifico articolo nella Legge di Stabilità del 2015 secondo il quale alla Provincia di Belluno era destinato annualmente un contributo al fine di garantire l'esercizio delle funzioni conferite in attuazione della legge 25. Nell'esercizio del 2015 le risorse stanziate a bilancio erano 2 milioni, di cui non fu impegnato nemmeno un centesimo, almeno a quanto risulta a noi. Nei bilanci successivi è saltato anche lo stanziamento. Prevengo la risposta, cioè che l'autonomia di Belluno è stata poi ricondotta all'interno dell'ambito più generale del finanziamento delle funzioni delle Province e delle Città metropolitane nella Missione 18, Capitolo di bilancio eccetera, eccetera. Dotazione attuale del capitolo nel 2021: 1.784.000 euro.
Prima dell'approvazione del nuovo Statuto del Veneto nel 2012 c'era la legge sull'autonomia di Belluno. Erano state trasferite alla Provincia di Belluno le risorse equivalenti ai proventi dei canoni introitati dalla Regione per concessione di derivazione d'acqua a scopo idroelettrico e per concessione di beni del demanio idrico con vincolo di spesa principalmente riferito al dissesto idrogeologico.
Perché ho fatto questo ragionamento? Perché al netto del fatto che l'impostazione ci convince, cioè ci convince il fatto che la Regione si interessi alle minoranze linguistiche e a preservare un patrimonio di storia e di cultura straordinario nel nostro territorio. La grandezza del nostro territorio, della nostra Regione è dato anche dalla sua varietà sotto tutti i punti di vista, compreso quello culturale e, quindi, in questo ragionamento Valdegamberi è non solo accogliibile, ma direi condivisibile. C'è, però, un punto ed è la linearità. Quindi con questo emendamento noi chiediamo di predisporre annualmente, con oneri a carico della Regione, oneri che stanno dentro ai 50.000 euro quantificati nella norma finanziaria, attività progettuali d'iniziativa diretta.
Perché? Perché, al netto del fatto che la legge 25 andrebbe applicata, punto, secondo noi, perché stabilisce criteri generali fondamentali e perché darebbe un'organicità al ragionamento sull'autonomia amministrativa di una Provincia che ha le specificità di cui parlavo prima, in ogni caso, siccome questo di fatto è un pezzettino di quel ragionamento sistemato sette anni dopo ma, ripeto, un pezzettino interessante, almeno salviamo il principio, che è il principio di cui si parlava prima, cioè della correlazione tra le risorse e le funzionalità, perché altrimenti il rischio è che noi perdiamo anche lo spirito e il senso di quella norma.
Spero di averla insomma chiarita e spiegata bene: quindi c'è una condivisione generale sul progetto di legge. Nel caso di accoglimento dell'emendamento da parte nostra, c'è anche un voto assolutamente favorevole. È evidente che il fatto di bocciare l'emendamento sarebbe un messaggio pesante per il ragionamento che ho appena fatto.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Possamai.
Collega Pan, lei è già intervenuto. Va bene, per fatto personale.

Giuseppe PAN (Liga Veneta per Salvini Premier)

Sarò brevissimo, Presidente.
Chiaramente ringrazio il professor Favero intanto per la sua relazione e penso che non si offenda se lo chiamo "professore". Però volevo dire che, se andate a vedere Google Map, naturalmente il paese di Luserna è a 50 metri dal confine di Vicenza. Ma, detto questo, collega Ostanel, se vuole andare a visitare il Museo di Roana, che è nella Provincia di Vicenza, quindi cambiamo il museo, è più vicino, è dentro da noi.

PRESIDENTE

Grazie, collega Pan.
Collega Ostanel, prego.

Elena OSTANEL (Il Veneto che Vogliamo)

Grazie, Presidente.
Mi è dispiaciuto che si parlasse più del mio intervento che del progetto di legge in quest'ultima mezz'ora e credo anche che forse non tanto il linguaggio, ma la capacità di ascolto in quest'Aula dovrebbe, io credo, anche ampliarsi, perché ho riletto anche la mia correlazione e non credo di aver mai detto qualcosa rispetto alla non tutela delle minoranze cimbre o della non promozione della tutela linguistica delle persone che parlano quella lingua. Semplicemente, in tutta la correlazione di cui qui ho il testo e spero che anche i colleghi vogliano guardare poi il verbale, dicevo che esiste una norma nazionale che non riconosce quella comunità come minoranza linguistica e quindi tutta la correlazione stava dietro a questo principio.
Io credo che un correlatore abbia il diritto di fare e anche il dovere di fare questo per rendere edotta tutta l'Aula delle questioni che stanno attorno ad un provvedimento, per portare l'Aula a poter discutere, in maniera edotta, con dei materiali, con delle questioni e non per attaccare una correlazione, dove io credevo di non aver portato un contenuto politico che avrei portato poi nell'intervento successivo.
Probabilmente non riusciamo... o io non riesco a spiegarmi o ci sono delle questioni pregiudiziali che, quando interviene una persona della minoranza, il collega Valdegamberi, che non vedo qui presente, pensa che stia dicendo che è contro le minoranze linguistiche e soprattutto fascista non sono, non vedo a verbale la parola. Peccato, io l'ho sentita e credo che l'abbia sentita anche qualcun altro. Ecco, a verbale non c'è e spero che in quest'Aula – e non sono mai intervenuta per fatto personale, anzi ritengo che tante volte si usi questa questione solo per una questione strumentale – io credo che i toni - e ringrazio il consigliere Favero di averla riportata su quei toni - siano quelli della discussione civile e del confronto delle idee. Cosa che non ho sentito nell'intervento del collega Valdegamberi.
Intervengo nel merito del provvedimento, visto che ora posso, dopo che l'Aula si è calmata.
Io credo che questo provvedimento abbia una finalità importante, che è quella, come dicevo nella correlazione, di supportare, ad esempio, un istituto che varie persone del movimento "Veneto che Vogliamo" nel territorio di Belluno avevano già fatto vedere come fosse necessario un sostegno e un provvedimento specifico e credo che questo, anche nella correlazione, io lo abbia posto come tema molto importante ed interessante soprattutto per quel territorio.
Il fatto è che le minoranze linguistiche vadano tutelate e ne esistano due addirittura nel nostro territorio, che sono tutelate anche da una norma nazionale, e io credo che la competenza sulla tutela delle minoranze linguistiche sia nazionale come dice la nostra Costituzione e che, se eventualmente una legge regionale volesse dire di modificare quella norma, dovrebbe fare una proposta di iniziativa di legge parlamentare. Io avrei fatto così, questa è la mia opinione. Sarà diversa? Sì, altrimenti non sarei in minoranza.
Anzi, all'interno di questa legge, come ho detto nella mia correlazione, io mi sarei impegnata per porre delle questioni rispetto a vedere come magari tutelare la minoranza cimbra ma senza stare nelle pieghe del non detto, perché quando non diciamo "emittenti televisive pubbliche" apriamo ad una questione che la normativa regionale non potrebbe, io credo, governare, perché la competenza è statale. Perché in una emittente pubblica non si può parlare una lingua che non è riconosciuta dallo Stato come minoranza. Io questo lo credo e sono la persona, penso, che nella vita anche politica non solo pensa che la tutela delle minoranze sia importante, ma pensa che addirittura, quando parliamo di comunità migranti, non stiamo facendo un lavoro abbastanza preciso nel favorire il fatto, ad esempio, che negli ospedali ci sia sempre un mediatore per permettere di parlare la lingua madre delle persone che noi qui accogliamo. Figuriamoci: sono assolutamente a favore di promuovere tutte quelle azioni affinché una minoranza si senta parte di una comunità.
Lo ribadisco, lo metto a verbale, visto che in qualche modo si è detto che se non si tutela una minoranza allora si è fascisti o lo si è detto magari fuori microfono. Non lo accetto perché non solo le minoranze vanno tutelate e quella cimbra, in particolare, dovrebbe essere tutelata in maniera forte. Lo dico anche al collega Valdegamberi che è ritornato e spero che poi potremmo anche parlare fuori dall'Aula per chiarirci. Ma il tema è che questo provvedimento di legge inserisce due questioni critiche, io credo, che sono quelle del non aver specificato, ad esempio, il tema delle emittenti e l'ho detto anche nella correlazione che si può utilizzare la lingua di una minoranza, anche se non da normativa nazionale, all'interno di un Consiglio regionale, ma lasciando un po' così, annacquando un po', secondo me, anche il valore, perché invece la norma nazionale dice che se il 15% della popolazione lo richiede, si deve parlare la lingua della minoranza. Io credo che sia giusto, giusto e corretto.
Quindi, per favore, lo rimetto a verbale, lo voglio scrivere tre volte: sono assolutamente a tutela delle minoranze linguistiche, compresa la comunità cimbra. Va bene così? Il tema vero è che probabilmente questo provvedimento ha due punti critici che credo aprano delle questioni che non sono del tutto corrette rispetto a una normativa nazionale che invece norma le minoranze e la tutela delle minoranze linguistiche. Semplicemente la correlazione diceva questo. Spero di essermi spiegata meglio e vi ringrazio per aver dibattuto.
Assume la Presidenza
Il Presidente Roberto CIAMBETTI

PRESIDENTE

Grazie, collega.
A chiusura della discussione generale, la relatrice Cestaro.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Diciamo che sentir parlare di mancanza di tutela da parte della legge 482 statale mi lascia veramente basita, perché l'anno precedente alla legge statale, ovvero il '98, è stata promulgata la Carta europea delle lingue regionali minoritarie. Come da sentenza della Corte Costituzionale, la sentenza n. 159/2009, è stato dichiarato ‒ proprio parlando di lingue minoritarie ‒ quanto la legge prevalente sia quella dell'Ente superiore. A questa legge si doveva rifare proprio la 482.
Il legislatore nazionale si è rifatto alla legge, alla Carta europea, e lo ha fatto tramite le indicazioni di 12 lingue minoritarie, tra cui la lingua germanica. La lingua germanica comprende, per quanto riguarda la nostra Regione, il sappadino (o, meglio, comprendeva, perché non esiste più, purtroppo, geograficamente all'interno della Regione Veneto questa lingua) e la lingua cimbra. Ecco perché non è vero quanto dice la correlatrice Ostanel che la lingua cimbra non è garantita e non fa parte delle lingue minoritarie italiane. Fa parte di un ambito più ampio che è quello germanico.
Non solo. La lingua cimbra è l'unica che, a livello europeo, ha un suo sito e un suo riconoscimento. Purtroppo il riconoscimento richiesto dai friulani e dai ladini non è ancora stato sottoscritto dallo Stato italiano nonostante siano passati decenni. Questo è un grande gap che ha il nostro Stato, non certo la Regione Veneto. La Regione Veneto, come ho già detto prima, con la legge 77/94 aveva addirittura preceduto, ma non prevaricato, le competenze. Qui non stiamo parlando di tutela, ma stiamo parlando di una garanzia, di una incentivazione di quelle che sono le lingue, quindi di un aiuto per cercare di mantenerle.
Di fatto, la lingua cimbra, che era già presente nella legge precedente, nella legge 77, era già valorizzata a suo tempo. In questo caso, posso dire che non si può pensare di dire che la legge precedente doveva essere mantenuta e poi, nello stesso ambito, dire anche che la lingua cimbra diventa un'irregolarità nella nuova legge, perché di fatto ci si contraddice dicendolo.
Per quanto riguarda l'Istituto Culturale Ladino, certamente questi 50.000 euro che vengono dati alla Provincia di Belluno saranno utilissimi, ma saranno utilissimi non tanto per salvare l'Istituto, che di fatto è morto per tutta una serie di problematiche interne alla gestione dello stesso, quanto per preservare e per salvare il grande patrimonio librario che era in proprietà dello stesso Istituto. Questa è una scelta della quale ringrazio l'assessore Corazzari perché si è fatto carico di questo compito, di cercare di trovare il giusto valore a questo patrimonio librario che è stato ‒ lo voglio ricordare ‒ anche vidimato da parte della Sovrintendenza per un complessivo valore di 100.000 euro. Quindi l'Istituto Culturale Ladino, purtroppo non potrà essere, come chiedeva la consigliera Ostanel, aiutato, ma possiamo aiutare a salvare il patrimonio.
Ultima cosa e vorrei... adesso non vedo la consigliera Zottis, sì c'è; la ringrazio per, chiaramente, avere fatto presente quanto importante sia cercare di fare squadra con le Regioni che ci stanno vicine. Dal punto di vista della sanità, anche se non c'entra nulla con questo disegno di legge, vorrei confortarla perché esistono già dei protocolli, per esempio col SUEM, di collaborazione tra Friuli e il Veneto proprio per le aree disagiate, ma esistono anche tra il Veneto e il Trentino Alto Adige. Quindi penso che sia un corretto modus operandi.
Rispondo anche direttamente, se mi è consentito, all'intervento del consigliere Possamai e al suo emendamento. La funzionalità della legge 25 ha un fondamento, che è quello di una valutazione man mano che le varie istanze vanno avanti, quindi man mano che vengono date le peculiarità alla Provincia di Belluno, per la quale viene istituito un tavolo tecnico ogni volta che c'è un cambiamento. Questo tavolo tecnico non viene istituito dalla Regione, viene istituito su richiesta del Presidente della Provincia. All'interno di questo tavolo verranno portate tutte quante quelle che sono le esigenze per la gestione di queste competenze. Il fatto che l'emendamento prevede di inserire una competenza economica all'interno della legge stessa, non è possibile: non è possibile dal punto di vista tecnico-legale perché, di fatto, stiamo parlando di un adempimento che va in legge di bilancio e che deve essere visto e concordato con la Provincia al di là di quello che prevediamo noi all'interno della nostra legge. Questo è un accordo che viene visto di anno in anno. Mi risulta che l'ultimo stanziamento di bilancio per la Provincia di Belluno ammonti a 1.784.000 euro, Provincia che ha già chiaramente le competenze per l'urbanistica e per la difesa del suolo. Quando saranno analizzate, da parte della Corte dei Conti e dal Revisore, quelle che sono le richieste della Provincia di Belluno, si farà un tavolo tecnico e si andrà a vedere quali sono effettivamente i costi. Non si può, a priori, pensare di dare una cifra indicata senza sapere quelli che sono effettivamente i costi.
Se poi parliamo di iniziative dirette, le iniziative dirette sono già previste all'interno della legge. Tanto è vero che poi c'è proprio un articolo specifico che dice: nel momento in cui la Provincia vorrà di sua iniziativa effettuare delle altre iniziative dirette o cofinanziare o gestire altre attività, potrà richiedere uno specifico contributo alla Regione Veneto, che in quel caso potrà vedere se, compatibilmente ovviamente con le disponibilità di bilancio, è possibile.
L'emendamento secondo me, in questo momento non è ammissibile. Non è ammissibile, perché, per quanto riguarda le competenze specifiche, ovvero l'applicazione della legge n. 25, questo va visto in legge di bilancio e non certo inserito in un testo di legge ordinamentale.
Per quanto riguarda invece la specifica richiesta di inserirlo in questo ambito, va addirittura a ledere la costituzionalità della legge.

PRESIDENTE

Avremmo chiuso la discussione generale.
Dovremmo sospendere 10 minuti per cambiare aria.
La Seduta è sospesa alle ore 16.42
La Seduta riprende alle ore 17.06

PRESIDENTE

Bene, signori, ci accomodiamo per riprendere i lavori.
Colleghi, riprendiamo. Se anche il Legislativo riprende posizione. Mi cercate Giachetti? Benissimo.
Collega Possamai, sull'ordine dei lavori.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Solo per questa ragione e poi intervengo dopo presentando l'emendamento, nel senso che la relatrice Cestaro prima ha detto che l'emendamento non è accogliibile per una questione tecnica: invece, da quel che mi risulta, l'emendamento è perfettamente accogliibile. Ci può essere una legittimissima votazione di natura politica sul fatto che non vada votato, però volevo capire se veramente c'è una questione tecnica. Non mi risulta, mi sembra che sia perfettamente accogliibile.
Grazie.

PRESIDENTE

L'emendamento è ammissibile, probabilmente non sarà votato. Sarà questo. Okay? Non so se era un tentativo di estorcere un parere dal relatore magari "spintaneo". No.
Bene. Signori ci siamo. Vi chiedo un attimo di attenzione: facciamo una votazione di prova, visto che non tutti hanno mai utilizzato questa... Quindi votate tutti sì per testare il sistema.
È aperta la votazione.
Guardate la vostra posizione in Aula. Chi è il bastian contrario lì? Joe Formaggio, come al solito? Eccolo, è sempre lui. Non ti esce nel... no, nel sistema normale. Signori, non dobbiamo usare Concilium, dobbiamo usare il sistema che avete nella vostra postazione. Mi raccomando.
Quando inizieranno i voti dissonanti probabilmente vedrai un po' di cambiamenti.
Bene, mi pare che tutto funzioni e avete testato. Guardate anche nel display cosa vi esce della votazione, perché avete la controprova immediata sul display e poi sul televisore grande.
Bene. Riprendiamo la votazione e vota solo Ostanel: vediamo se funziona.
Apriamo la votazione e vota solo la collega Ostanel.
Bene? Benissimo. Iniziamo. Chiudiamo la votazione.
Scusatemi, c'è un emendamento depositato oggi. Ah, ancora prima... al punto emendamenti però non c'è stato l'Ufficio di Presidenza. Vi ritrovate in Aula e date un parere.
Ufficio di Presidenza della Commissione, relatore e correlatrice... anzi, relatrice e correlatrice, scusatemi. Dov'è la collega Scatto? Là in fondo.
Vi ritrovate in prossimità della collega Scatto.

PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza della Commissione ha terminato i lavori. Partiamo con le votazioni. Per favore, colleghi, attenzione.
Partiamo dall'articolo n. 1.
Non vedo interventi.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo n. 2.
Non ci sono emendamenti.
Metto in votazione l'articolo 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo n. 3, dove troviamo l'emendamento n. A0001.
Emendamento n. A0001 presentato dal consigliere Giacomo Possamai, articolo 3-6, modificativo, che prevede:
"La lettera b) del comma 2 è così modificata:
"b) predispone annualmente, con oneri a carico della Regione, attività progettuali di iniziativa diretta."
Conseguentemente, all'articolo 6 dopo il comma 2 è inserito il seguente comma:
"2bis. Agli oneri derivanti dall'applicazione dell'articolo 3, comma 2, lettera b), quantificati in euro 50.000,00 per ciascuno degli esercizi 2022 e 2023, si fa fronte con le risorse allocate nella Missione 05 "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali", Programma 02 "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale", Titolo 1, "Spese correnti", la cui dotazione viene aumentata riducendo contestualmente di pari importo il fondo di cui all'articolo 6, comma 1, della legge regionale 29 dicembre 2020, n. 41 allocato nella Missione 20 "Fondi e accantonamenti", Programma 03 "Altri fondi", Titolo 1 "Spese correnti" del bilancio di previsione 2021-2023.""
Possamai, prego.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Capogruppo Villanova, magari la convinco, quindi prima di chiamare il rosso, aspetti.
L'ho illustrato prima, quindi non ci torno. Ne approfitto però per fare anche la dichiarazione di voto, perché c'entra con il ragionamento su questo emendamento. Per noi era ed è un emendamento importante, quindi lo portiamo avanti.
La relatrice Cestaro legittimamente ha un punto di vista diverso, che ha espresso in precedenza. Secondo noi si tratta di dare applicazione, anche sul piano dello spirito, alla legge 25, al principio di autonomia della Provincia di Belluno.
Confermo che sul provvedimento l'impianto, per quanto ci riguarda, è positivo, è giusto: abbiamo già detto prima che siamo favorevoli, ma di fronte alla bocciatura di un emendamento che per noi è importante, abbiamo deciso di astenerci.
Grazie.

PRESIDENTE

Relatrice, prego.

Silvia CESTARO (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Il parere è contrario, non in quanto non si voglia riconoscere chiaramente una specificità alla Provincia di Belluno in seguito alla legge n. 25, ma in quanto si ritiene che predisporre, con oneri a carico totale della Regione, delle attività di iniziativa diretta di fatto vorrebbe dire che la Regione fa un'iniziativa diretta nei confronti della Provincia di Belluno, quindi va contro quella che è la specificità stessa. Per quanto riguarda gli oneri di gestione della presente legge poi saranno discussi in tavolo Provincia-Regione.

PRESIDENTE

Quindi, parere contrario del relatore all'emendamento n. A0001.
Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. A0001.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio non approva.
Andiamo all'articolo 3.
Non ci sono altri emendamenti.
Metto in votazione, così come uscito dalla Commissione, l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo n. 4.
Metto in votazione l'articolo 4.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo n. 5.
Metto in votazione l'articolo 5.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo 6.
Metto in votazione l'articolo 6.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo n. 7.
Metto in votazione l'articolo 7.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Andiamo all'articolo n. 8.
Metto in votazione l'articolo 8.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo alla votazione finale.
Per dichiarazione di voto, collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Ringrazio i colleghi perché, sebbene negli alti e bassi della condivisione di oggi, che appunto in alcuni casi ha superato formalmente anche determinati limiti, però di per sé questa è stata sicuramente un'occasione di confronto che apre a discussioni e a riflessioni che politicamente sono molto importanti. È per questo che ho piacere, insomma, di poter dare anche un contributo in quanto rappresentante di Europa Verde, ma anche da un punto di vista personale rispetto alla rilevanza che io stessa ho potuto verificare nella valorizzazione delle minoranze linguistiche rispetto poi dopo a attività di protezione e di difesa del territorio e di promozione anche del territorio stesso. Quindi, per me - e per questo motivo voterò favorevolmente il provvedimento - questo progetto di valorizzazione e promozione della cultura delle minoranze linguistiche ha un'importanza da un punto di vista politico, amministrativo, anche sociale e strategico non indifferente, proprio per promuovere una conoscenza che non sia esasperata, ma che ci consenta, anche per chi non ne è parte direttamente per motivi familiari e naturalmente, di origine, di comprendere e interpretare al meglio il legame tra i cittadini e il proprio territorio. Un legame che, vedete, molto spesso - e questo l'ho scoperto sempre di più dedicandomi a tutte le sette Province del nostro territorio - un legame che spesso ispira le più grandi battaglie in tutela del territorio, dell'ambiente e le più grandi azioni da intraprendere per aprire strade nuove.
Quindi, dal mio punto di vista, conoscere ed ispirarsi al meglio a questi pezzi di storia delle nostre terre (dalla Lessinia passando per l'Altopiano e giungendo nel Cansiglio per i cimbri), oppure dalle terre dolomitiche-ladine a Sappada, ci consente di assaporare, anche per chi non è di quei territori direttamente, non li ha sperimentati fin dall'infanzia, per chi non ha potuto assaggiare direttamente dall'infanzia questa condivisione storica così pregnante per alcune realtà, alcune comunità, ecco, ci consente di capire al meglio, probabilmente, anche come interpretare da un punto di vista operativo, le azioni da portare in campo per il meglio di quei territori.
Credo che possa onestamente arricchire l'azione per la tutela, appunto, di questi territori, dei loro boschi, per la tutela delle loro contrade e spingerli a presentarsi al mondo raccontando il meglio. È importante che queste parole e questi progetti a sostegno del riconoscimento delle minoranze seguano anche fatti da un punto di vista non soltanto promozionale, per non consentire a quelle terre di essere divorate da speculazioni e disattenzioni che molto spesso hanno come complici anche gli stessi politici. È per questo motivo che è importante ribadire e soffermarsi davvero sull'importanza di una promozione che non sia fine a sé stessa ma, come vi dicevo prima, che ispiri al meglio.
Sono disattenzioni che, purtroppo, anche noi vediamo in questi territori, che anche ho citato prima. Se penso, per esempio, a come queste terre paghino le disattenzioni vedendo per esempio i nostri boschi completamente e progressivamente sempre più divorati da fenomeni che non sono controllati e non sono gestiti per mancanze da un punto di vista proprio gestionale, amministrativo e politico: penso per esempio al fenomeno del bostrico.
Questa azione di tutela, di valorizzazione, di connessione con le minoranze linguistiche segua poi dopo dei fatti concreti anche nelle altre azioni che devono essere garantite - chiedo scusa se vi sto annoiando con questi discorsi, ma credo che siano importanti - per dare valore a questo progetto di valorizzazione culturale, storico e sociale e darne conseguenza poi nell'azione pratica, che, a livello amministrativo, dobbiamo avere come naturale priorità politica.
Questo tipo di interventi cerchiamo di proprio di attuarli poi in una sorta di responsabilizzazione politica amministrativa di cui anche noi stessi, che oggi ci facciamo portatori di questa ulteriore valorizzazione delle minoranze linguistiche, dobbiamo avere.
Per fare questo vorrei quindi chiedere a tutti noi di essere decisi non soltanto oggi nell'andare a confermare e a implementare quelle che possono essere le azioni di valorizzazione delle minoranze linguistiche, ma essere altrettanto coraggiosi quando appunto c'è da scegliere il meglio proprio nel rispetto di questa tipologia di approccio che rispetta la cultura, la valorizza, la utilizza anche per creare nuove strade e opportunità a chi in quei territori decide di scegliere e viverci, onorando la propria origine e onorando ciò che la famiglia gli ha trasmesso, dando tutti gli strumenti e senza dimenticarsi che per quei territori ogni politica è importante. Ogni politica che non riguarda direttamente le minoranze dà beneficio a quei gruppi e a quelle comunità. Penso alle politiche abitative: dato che si parla molto spesso più che altro comunità montane, penso alle politiche abitative della montagna, penso alle politiche che riguardano i servizi, penso alle politiche che riguardano la gestione del territorio e delle emergenze che la riguardano. Quindi non interventi spot, non interventi che servono nel breve periodo, ma investimenti concreti che si traducano poi anche in valorizzazione ulteriore dell'azione di coloro che tengono viva la tradizione, la cultura e la storia e la valorizzano in relazione anche a nuove opportunità per il territorio.
Per questo motivo vorrei citare un esponente che ha fatto di queste tematiche il proprio motto politico e personale, vorrei rubargli qualche parola e, in realtà, utilizzarla per valorizzare ulteriormente questo spirito con cui oggi ci dobbiamo approcciare a questo tipo di interventi. Sono le parole di Alexander Langer, che di minoranze culturali ed etniche sapeva molto più della sottoscritta e sicuramente di molti altri. In questo senso, per quanto riguarda questa tematica del conflitto etnico, della convivenza, della gestione dei rapporti tra le diverse minoranze e le diverse culture all'interno di un territorio, utilizzava due simboli: uno è il ponte, l'altro è il pendolo. Noi dobbiamo decidere come utilizzare questo tema, se seguendo la strada del ponte che genera connessioni non univoche, ma a doppio senso, costruendo solide basi e quindi solide sponde che, appunto, non sono quelle semplicemente naturali, ma devono essere rinforzate, perché aiutano anche noi stessi a conoscere la nostra personale storia e la nostra personale cultura per poter entrare in contatto gli uni con gli altri e valorizzare e decidere come percorrere quel ponte, valorizzando il proprio e quello dell'altro. Oppure se vogliamo agire assimilandoci al pendolo, che oscilla da una parte e dall'altra e molto spesso come la politica fa, che, oscillando da una parte all'altra, cerca di portare a proprio beneficio ciò che invece dovrebbe essere condiviso.
Io credo che il tema delle minoranze debba essere posto con una grande attenzione da un punto di vista umano e sociale, quindi non fermandosi semplicemente al valore della promozione, perché utile anche da un punto di vista promozionale e progettuale per dare nuove strade di realizzazione, ma che sia necessario per interrogare anche noi stessi, su come, attraverso questa esperienza di valorizzazione tra minoranze, anche nel nostro territorio possiamo realmente costruire azioni che siano capaci di intervenire in maniera olistica, quindi in tutti i settori, traendo il meglio da queste differenze e portandole invece a realizzare progettualità che siano evidentemente in risposta non soltanto della singola minoranza, ma delle opportunità che questa può dare al territorio e, dall'altra parte, come anche noi siamo capaci di interagire fra di noi e non soltanto considerando la nostra origine e la nostra appartenenza culturale.
Questo è quello che io auspico, che questa discussione possa portare e spero vivamente che questi progetti si affianchino in maniera coraggiosa a iniziative per fare in modo che la cultura e la tradizione vengano valorizzate con un territorio che serva davvero i bisogni di queste popolazioni e di queste comunità, comprendendo fino in fondo le necessità che loro esprimono direttamente, senza lasciarsi incantare dalle necessità di rispondere ad interessi diversi.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega.
La parola alla collega Ostanel, che aveva chiesto... no, bene.
Non vedo altre richieste di intervento, per cui metto in votazione il Progetto di legge in oggetto nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
PUNTO
7



PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEI CONSIGLIERI CECCHETTO, DOLFIN, FINCO, RIGO, BISAGLIA, BORON, CENTENARO, GIACOMIN, MAINO, MICHIELETTO, SPONDA, VIANELLO E ZECCHINATO RELATIVA A "MODIFICHE DELLA LEGGE REGIONALE 23 GIUGNO 2020, n. 24 "NORMATIVA REGIONALE IN MATERIA DI POLIZIA LOCALE E POLITICHE DI SICUREZZA" PER ISTITUIRE UN ELENCO DEI COMANDANTI E DEI RESPONSABILI DI POLIZIA LOCALE". (PROGETTO DI LEGGE N. 86) APPROVATO (DELIBERAZIONE LEGISLATIVA N. 31/2021)

Relazione della Prima commissione consiliare.
Relatrice la consigliera Milena Cecchetto, correlatore il consigliere Giacomo Possamai.

PRESIDENTE

Andiamo al punto n. 7) all'ordine del giorno: PDL 86. Se il collega Joe Formaggio ci lascia lavorare, grazie.
Relatrice è la collega Cecchetto, prego.

Milena CECCHETTO (Liga Veneta per Salvini Premier)

Il progetto di legge che oggi è proposto all'attenzione dei colleghi del Consiglio intende modificare la legge regionale 23 giungo 2020, n. 24 "Normativa regionale in materia di Polizia locale e politiche di sicurezza", introducendo un nuovo articolo della legge medesima, ovvero l'articolo 10 bis, al fine di istituire un elenco dei Comandanti e dei responsabili di Polizia locale da detenersi presso la competente struttura della Giunta regionale.
Si ritiene, in tal modo, che gli Enti locali possano essere agevolati nell'individuare soggetti in possesso di comprovata professionalità ed esperienza ai quali affidare la direzione delle strutture di polizia locale. Tale elenco si suddivide in sezioni, arricchite dei curricula degli iscritti, al fine di facilitare i Comuni e le forme associative di cui agli articoli 30 e seguenti del Testo unico degli Enti locali, nella scelta più adeguata, nonché corretta, anche con riferimento alla classe dimensionale dell'Ente.
La gestione in concreto della norma viene rimessa alla Giunta regionale, cui compete stabilire, sentita la competente Commissione consiliare, le sezioni dell'elenco e le modalità di iscrizione e di tenuta.
In Veneto ci sono 81 Distretti di Polizia locale così suddivisi: 8 a Belluno, 12 a Treviso, 9 a Venezia, 6 a Rovigo, 14 a Padova, 16 a Vicenza e 16 a Verona; troviamo: 1.905 Agenti, 442 istruttori, 117 Ispettori, 541 Ufficiali, per un totale di 3.005 operatori.
Sotto un profilo più propriamente giuridico, posso evidenziare come il presente progetto di legge, nel prevedere l'istituzione dell'elenco dei Comandanti e dei responsabili di Polizia locale, coinvolge profili attinenti all'organizzazione della Polizia locale e si muove nei limiti delle competenze regionali in materia di ordine pubblico e sicurezza.
Quindi l'intervento, che rientra nella competenza legislativa delle Regioni, riteniamo si configuri in modo coerente anche con le norme e i principi stabiliti dalla legge 7 marzo '86, n. 65 "Legge quadro sull'ordinamento della Polizia municipale". D'altronde non posso non ricordare come l'intera legge regionale 24 del 2020, che pure era stato oggetto di un insieme di rilievi di legittimità costituzionali da parte del Governo, per presunte violazioni delle competenze dello Stato in materia di ordine pubblico e sicurezza, nonché in violazione di norme riconducibili all'ordinamento civile, in esito alla recentissima sentenza della Corte Costituzionale n. 176 del 2021 ha visto quasi tutti i motivi di rilievo del Governo respinti o addirittura dichiarati non ammissibili.
Anche alla luce di tali elementi ritengo di poter affermare che il testo che vi propongo non solo risponde ad un'esigenza comunemente sentita sul territorio dagli amministratori locali, ma anche, ribadisco, un'iniziativa con la quale si esercitano competenze proprie del legislatore regionale.
D'altro canto, in tal senso hanno già operato vari legislatori regionali. Un elenco di Comandanti e di responsabili di Polizia locale è infatti già previsto in Lombardia (con la legge regionale 1/4/2015, n. 6) e in Friuli Venezia Giulia (con la legge regionale dell'08/04/2021, n. 5).
Il progetto di legge in esame è composto di soli tre articoli.
L'articolo 1, che inserisce un nuovo articolo 10 bis nella succitata legge 24/2020 in materia di Polizia locale, per istituire presso la competente struttura della Giunta l'elenco comprensivo dei curricula degli iscritti dei Comandanti e dei responsabili di Polizia municipale, le cui sezioni, modalità di iscrizione e di tenuta sono stabilite dalla Giunta regionale sentita la competente Commissione consiliare, lasciando alla facoltà degli Enti locali di servirsi dell'elenco per l'individuazione di soggetti in possesso delle professionalità utili allo svolgimento delle rispettive attività presso i servizi di Polizia locale.
L'articolo 2 inserisce la norma di neutralità finanziaria e l'articolo 3 prevede l'entrata in vigore della legge il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Veneto.
Da Sindaco ho avuto necessità di trovare un Comandante della Polizia locale e la ricerca è stata abbastanza problematica. Come è successo a me sarà successo anche ad altri amministratori locali e, per aiutare proprio loro, per valorizzare anche il ruolo di comando delle nostre Polizie locali, vi propongo di approvare questa proposta di legge, che auguro sarà di aiuto a tutti i Sindaci e a tutti gli Assessori del Veneto.

PRESIDENTE

Grazie.
La parola al correlatore Giacomo Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Non c'è moltissimo da dire in correlazione perché la norma è molto semplice, l'ha spiegata bene la relatrice. Ammetto che ero, sia in Commissione sia oggi, dubbioso sulla norma più che altro perché non mi era chiaro fino in fondo il senso e gli elementi di vantaggio anche alla luce di alcuni confronti.
Prima, con la relatrice, abbiamo avuto modo di approfondire il tema e di fatto, poi va tradotto, ma l'intento è quello di dare una possibilità in più - mi corregga poi successivamente se il ragionamento è sbagliato - agli amministratori locali, in particolare dei piccoli Comuni. Nel senso che nella vita, faccio l'esempio di un Comune come Vicenza, questo tema raramente si si porrà e si pone, ma nei Comuni più piccoli il fatto di poter avere un luogo in più per gli amministratori locali dove andare a recuperare nomi di eventuali Comandanti senza andarseli a "scippare", se mi permettete l'espressione, tra un'Amministrazione e l'altra.
Se è questa la ratio e se poi, evidentemente, le attività che vengono delegate alla Giunta, anche se poi c'è un passaggio anche in competente Commissione consiliare, vanno in quest'ottica il provvedimento è un provvedimento che francamente aggiunge, senza togliere niente, dà una possibilità in più.
È oggettivamente vero per i Comandanti, ma vale anche purtroppo per tantissime professionalità a livello amministrativo, senza andare sui Segretari comunali, che è un altro mondo, è un'altra parrocchia ed è ancor più complicato ed è una carenza che sta mettendo in difficoltà tantissimi Comuni, ma è vero che in tantissime realtà ormai abbiamo una difficoltà a recuperare sia le apicalità, ma anche semplicemente funzionari normali, diciamo così, e quindi il fatto di avere un luogo dove si possa andare a recuperare questa figura può essere una misura di buon senso.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei.
Discussione generale. Collega Guarda, prego.

Cristina GUARDA (Europa Verde)

Grazie, Presidente.
Avevo avuto modo e piacere di ascoltare la presentazione di questo progetto di legge, che rilievo come dia una possibilità in più agli amministratori locali che sicuramente non si può disdegnare, anzi. Anche perché, da un punto di vista pratico il sistema di monitoraggio organizzato già dalla Regione del Veneto nell'applicazione della legge che oggi andiamo a modificare con questo provvedimento, consente, anche in maniera anche abbastanza agile, il fatto di individuare, di mettere a disposizione questa nuova classificazione che può essere a libero utilizzo dell'amministratore locale.
Alla luce di questo, quindi, e rilevato il fatto che rispetto al testo iniziale, che dava esattamente questo come input, ma evidentemente non si adattava al testo della legge veneta, quindi non si poteva adattare, così come scritto, a come è organizzato in termini non soltanto normativi, ma anche da un punto di vista pratico, il sistema in Regione del Veneto, vedo che è stato modificato e adattato. Di conseguenza, lo reputo un passaggio sicuramente apprezzabile e per questo motivo già annuncio il voto favorevole di Europa Verde, sperando che questo possa essere un di più, che magari non scombussola la vita nell'applicazione della legge, quanto può dare un riferimento agli amministratori locali.
Detto questo, auguro buon lavoro a chi poi dovrà applicarlo e, nel frattempo, speriamo che si possa magari ragionare anche su altre iniziative che per mezzo della Polizia locale si potranno attuare all'interno del territorio, amplificando e rendendo sempre più vicine, specie nelle aree rurali, determinate forme di servizi di assistenza che la Polizia locale ha sicuramente la possibilità di dare, specie nella prevenzione della violenza, giusto per anticipare quello che potrà essere un argomento di discussione riguardo al tema Polizia locale e che può vederci magari promotori di iniziative qualitative per rendere ancora più efficace ed efficiente l'azione territoriale di queste importanti e preziose forze a sostegno della cittadinanza, specie in quei territori che spesso non riescono ad avere adeguata assistenza, ma che attraverso la Polizia locale, riescono magari ad avere un primo riferimento.
Grazie.

PRESIDENTE

Collega Giacomin, prego.

Stefano GIACOMIN (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente. Colleghi.
Solo per fare i complimenti alla collega Cecchetto che ha affrontato un problema importante. Chiunque sia stato amministratore diretto, Sindaco, eccetera, sa quanto nevralgico sia il ruolo della Polizia locale. Pensiamo solo una cosa: le ordinanze sindacali, che tante volte si richiamano e si invocano, non esisterebbero all'atto pratico se poi non ci fosse un organo di Polizia locale che le interpreta e le mette in pratica.
Io mi auguro sinceramente che anche l'ordinamento nazionale vada incontro a quello che è il ruolo della Polizia locale in modo da dare ai Sindaci e alle Amministrazioni dei bracci operativi efficienti e destinare le risorse necessarie a questo strumento indispensabile per la vita e per la sicurezza dei Comuni.
Grazie.

PRESIDENTE

Bene. Non vedo altri interventi, quindi chiudo la discussione generale.
Andiamo all'articolato. Riprendiamo posizione.
Siamo sull'articolo n. 1.
Metto in votazione l'articolo 1.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo n. 2.
Metto in votazione 2.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Articolo n. 3.
Metto in votazione l'articolo 3.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Se non ci sono interventi in dichiarazioni di voto, io metto in votazione il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Mi serve una richiesta dei Capigruppo per una cosa che mi è appena stata spiegata. Villanova, prego.

Alberto VILLANOVA (Zaia Presidente)

Grazie, Presidente.
Le chiedo, se è possibile, anticipare il punto n. 9) all'ordine del giorno. Grazie.

PRESIDENTE

Io, per un'inversione al punto all'ordine del giorno, devo avere la condivisione dei Capigruppo. Ci sono problemi per questa inversione? Anticipiamo il punto n. 9) all'ordine del giorno.
PUNTO
9



INTERVENTI PER L'INCLUSIONE SOCIALE, LA RIMOZIONE DELLE BARRIERE ALLA COMUNICAZIONE E IL RICONOSCIMENTO E LA PROMOZIONE DELLA LINGUA DEI SEGNI ITALIANA E DELLA LINGUA DEI SEGNI ITALIANA TATTILE. PIANO TRIENNALE 2021-2023. (PROPOSTA DI DELIBERAZIONE AMMINISTRATIVA N. 29 APPROVATA (DELIBERAZIONE N. 110/2021)

Relazione della Quinta commissione consiliare.
Relatrice la consigliera Simona Bisaglia, correlatrice la consigliera Anna Maria Bigon.

PRESIDENTE

PDA n. 29. Relatrice la collega Bisaglia.
Bisaglia, prego.

Simona BISAGLIA (Zaia Presidente)

Signor Presidente, colleghi Consiglieri.
La legge regionale n. 11 del 23 febbraio 2018 "Disposizioni per l'inclusione sociale, la rimozione delle barriere della comunicazione e il riconoscimento e la promozione della lingua dei segni italiana e della lingua dei segni italiana tattile" promuove l'inclusione e l'integrazione sociale delle persone sorde, sordocieche o con disabilità uditiva o con deficit comunicazione di linguaggio, come nei disturbi generalizzati dello sviluppo ed altre patologie del sistema nervoso centrale e comunque non collegate alla sordità e delle loro famiglie.
La legge citata sostiene l'inclusione e l'integrazione sociale delle persone sopraindicate attraverso l'abbattimento delle barriere della comunicazione e il riconoscimento della lingua dei segni italiana (LIS) e della lingua italiana dei segni tattile (LIS tattile), nonché la prevenzione e la cura dei deficit uditivi e la diffusione di ogni altra tecnologia volta a favorire un ambiente accessibile nelle famiglie, nella scuola, nella comunità e nella rete dei servizi.
Con il medesimo atto normativo è stato disposto che la Giunta regionale definisca le modalità, le azioni e le risorse attraverso le quali attuare la legge, avviando la redazione di un Piano triennale, coinvolgendo le associazioni maggiormente rappresentative operanti a livello regionale nella tutela dei soggetti sopracitati.
Il piano triennale 2018-2020 è stato elaborato con il contributo delle associazioni maggiormente rappresentative operanti a livello regionale nella tutela dei soggetti sopracitati (articolo 4, comma 1 della legge), approvato con delibera del Consiglio regionale numero 147 del 23 ottobre 2018, secondo quanto previsto dall'articolo 4, comma 2 della legge.
A fronte dell'esperienza compiuta nel primo triennio di operatività del Piano triennale 2018-2020, che ha individuato, secondo una logica di integrazione e di ottimizzazione delle risorse, le attività da sviluppare con le programmazioni annuali volte alla promozione dell'inclusione sociale attraverso iniziative coordinate ed integrate a favore delle persone sorde, sordocieche e con disabilità uditiva.
Con il Piano triennale precedente sono stati avviati interventi in ambiti di accessibilità e abbattimento delle barriere della comunicazione per la diffusione della LIS e della LIST, soprattutto per quanto riguarda l'utilizzo delle tecnologie assistive e innovative, finalizzate all'interazione della persona con disabilità uditive e il suo ambiente di vita, favorendo l'implementazione di questi mezzi soprattutto nei servizi di Pronto soccorso, nell'accoglienza medica e nel processo di presa in carico dei servizi socio-sanitari.
Tenuto conto pertanto dell'importanza di continuare nella promozione dell'inclusione e dell'integrazione sociale delle persone sorde e sordocieche o con disabilità uditiva o con deficit di comunicazione di linguaggio, come nei disturbi generalizzati dello sviluppo ed altre patologie del sistema nervoso centrale e comunque non collegate alla sordità e le loro famiglie e preso atto della scadenza del precedente Piano nelle date del 16 settembre 2021 e 21 settembre 2021, la Direzione Servizi Sociali Unità Operativa Non Autosufficienza ha coinvolto le associazioni soprarichiamate per la redazione e condivisione del documento "Piano triennale 2021-2023: disposizioni per l'inclusione sociale, la rimozione delle barriere alla comunicazione e il riconoscimento e la promozione della lingua dei segni italiana e della lingua dei segni italiana tattile ( legge regionale 23 febbraio 2018, n. 11 )", di cui all'allegato A del presente provvedimento, che costituisce parte integrante e sostanziale dello stesso.
Tutto ciò considerato, si propone quindi l'approvazione del documento denominato "Piano triennale 2021-2023: disposizioni per l'inclusione sociale, la rimozione delle barriere alla comunicazione e il riconoscimento e la promozione della lingua dei segni italiana e della lingua dei segni italiana tattile ( legge regionale 23 febbraio 2018, n. 11 )" da trasmettere per il seguito di competenza al Consiglio regionale in applicazione all'articolo 4, comma 2 della legge.

PRESIDENTE

Grazie collega.
Correlatrice, Anna Maria Bigon. Prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Un attimo. Sono stati distribuiti gli emendamenti nn. C0002 e C0003; il n. C0001, qual è? Scusatemi, nn. C0002, C0003 e C0004.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Il n. C0001 è del collega Boron.

PRESIDENTE

Sono stati distribuiti e do 10 minuti per eventuali subemendamenti. Grazie.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie ancora. È importante questo Piano anche perché la presenza in Italia delle persone che hanno problemi di disabilità per quanto riguarda l'udito sono circa il 12,1% della popolazione, pari a circa 7 milioni, con differenze ovviamente delle varie classi di età. Abbiamo circa il 10% della classe di età fra i 13 e i 45 anni; il 25% per quanto riguarda la classe di età 61-80; il 50% tra gli over 80.
Nella delibera che oggi viene proposta, la PDA n. 29, si precisa – e leggo testualmente – che "il tutto viene fatto nel rispetto della libertà di scelta delle persone e delle rispettive famiglie in ambito medico, riabilitativo ed abilitativo; l'insegnamento della LIS e LIST è da ritenersi un'opportunità ed è uno dei supporti svolti all'abbattimento delle barriere". Benissimo, partiamo da qua. È sicuramente un intervento importante, ma non è l'unico, perché sappiamo perfettamente che esistono altre tipologie di interventi che devono e occorre che siano fatti e che vengono solo citati in questa PDA, ma che devono essere supportati e finanziati.
Abbiamo visto nel 2018, 2019, 2020, interventi di circa 100.000 euro per quanto riguarda il 2018, per la LIS e LIST, dove venivano dati 5.000 euro, quota fissa, all'interno di ogni ASL, oltre a circa 4-5.000 euro in base al numero di abitanti. Poche, quindi, le risorse.
Parliamo ad esempio dell'intervento di cui al mondo sono stati fatti 50.000: sono gli impianti cocleari. In tutto il mondo appunto circa 50.000, di cui 1.000 in Italia, tra cui una parte anche nel Veneto. Se viene fatto uno screening corretto, neonatale è l'intervento principale e migliore per fare inserire il bambino che ha problemi di udito ed è sordo all'interno del proprio contesto sociale, quindi bisogna garantire che la sanità dia gratuitamente a questi interventi nei periodi e nei modi ovviamente abilitati, ma soprattutto nei tempi necessari. Sappiamo che nei primi quattro mesi di vita, nel momento in cui viene fatto uno screening , automaticamente l'impianto dà effetti maggiori.
Penso, ad esempio, anche alla sottotitolazione, anche questa citata nel Piano, da inserire come criterio per la concessione di contributi alle reti televisive. Senza la sottotitolazione le persone con disabilità hanno notevoli difficoltà di comunicazione e sappiamo che non sempre e non tutti conoscono la lingua dei segni.
Penso, ad esempio, e pensiamo, ad un servizio di informazione sulla legislazione, le normative, sulle attività e i servizi offerti: manca questo servizio. Pensiamo a un servizio di telesoccorso, fondamentale, con numero unico, per le emergenze. Pensiamo ad una rete non solo citata, ma effettiva, logopedica regionale, quindi non solo che sia indicata come un concetto, ma che venga veramente realizzata.
Non è sufficiente, appunto, riportare questi interventi nei vari ambiti, come, ad esempio, quello sanitario, quello scolastico e quello lavorativo, perché occorre, invece, che questa legge vada a finanziare e a determinare questi ambiti e soprattutto questi servizi. Ecco perché presenteremo degli emendamenti e degli ordini del giorno, in modo tale che venga supporta anche questa richiesta e che questi interventi siano effettivamente garantiti per coloro che devono essere inclusi nella società, che altrimenti non vedrebbero, solo puntando sulla lingua dei segni, un'inclusione totale.
Grazie.

PRESIDENTE

Apriamo la discussione generale.
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ha già detto la collega Bigon molto: riteniamo assolutamente essenziale questo progetto di legge, quindi è chiaro che negli intenti c'è convergenza e anche negli obiettivi. Quello su cui noi puntiamo, anche attraverso degli emendamenti presentati dalla collega Bigon e degli ordini del giorno, è proprio di rafforzare quella che è la rete che poi dovrebbe prendere in carico queste persone, sia da un punto di vista proprio di presa in carico vera e propria fin dall'inizio, quindi fin dalla nascita, proprio per cercare di creare quelli che sono dei percorsi di inclusione della persona stessa e anche, per certi aspetti, di cura e di sviluppo delle potenzialità. Dall'altro lato, anche da un punto di vista anche di informazione, perché alle volte chi ha, come tutti gli altri, questo tipo di patologia, ha un problema anche di capire dove andare, da chi andare, quali sono i servizi a cui riferirsi. Quello che viene proposto è di creare degli sportelli, potenziare degli sportelli di informazione per questi aspetti specifici.
L'altro aspetto riguarda sicuramente quelli che sono degli aiuti, soprattutto per quella che è anche una fascia di minori, per quelli che sono gli ausili gli stessi.
Gli intenti e gli obiettivi sono assolutamente condivisibili e condivisi; quello che, secondo noi, potrebbe essere fatto con maggiore peso è proprio di potenziare una rete che è già inserita all'interno della PDA, quindi c'è l'inserimento nella rete logopedica, ma che, a parere nostro, merita un maggiore peso e un maggiore approfondimento sia in termini di multiprofessionalità che potrebbero far parte di questa rete, sia in termini di omogeneità e quindi di presenza della struttura, sia di integrazione attraverso gli sportelli informativi.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Siamo in discussione generale della PDA n. 29. Se non ci sono altri interventi, io chiuderei qui la discussione generale.
L'Ufficio di Presidenza della Quinta Commissione si deve riunire per dare un parere sugli emendamenti e mi pare siano emendamenti da approfondire. Okay. Quindi ci vorrà un po' di tempo. Ottimisticamente dico che riprendiamo alle ore 18.15.
Quindi sospendiamo e riprendiamo fra un quarto d'ora, poi vediamo come va il lavoro in Commissione.
L'Ufficio di Presidenza del Consiglio invece si ritrova subito in ufficio da me.
La Seduta è sospesa alle ore 18.01
La Seduta riprende alle ore 18.30

PRESIDENTE

Bene. Siamo sulla PDA n. 29.
C'erano degli emendamenti. Relatrice?
Bene. Signori, partiamo con gli emendamenti. Bigon Anna Maria sull'emendamento n. C0002, di cui è la presentatrice. Prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Abbiamo presentato tre emendamenti di cui il n. C0002, anche per l'impegno e la discussione fatta appunto con l'Assessore e l'Ufficio di Presidenza, lo ritiro. Come ritiro anche il n. C0003.

PRESIDENTE

Quindi n. C0002 e n. C0003 ritirati.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Sì. Il n. C0004 invece lo presento modificato, e, se posso indicarlo...

PRESIDENTE

Il Legislativo ascolta.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Conseguentemente, quindi, a pagina 15, nella tabella "Accessibilità e abbattimento barriere della comunicazione" è inserita la seguente azione: "Incentivare e promuovere una informazione capillare per le persone con disabilità uditiva".

PRESIDENTE

Quindi da "attivazione" a "un'informazione capillare".

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Esatto.

PRESIDENTE

Benissimo. E viene tolta la prima parte dell'emendamento...

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Ritiriamo la prima parte, il primo capoverso.

PRESIDENTE

Benissimo. Grazie.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Poi abbiamo gli ordini del giorno.

PRESIDENTE

Assessora Lanzarin, prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Ringrazio la consigliera Bigon perché abbiamo concordato e convenuto assieme di non fare confusione tra l'intento della legge, che ricordo insomma, questo è il secondo Piano triennale rispetto al primo, quindi è già stato approvato in questo Consiglio dopo l'approvazione della legge e poi è dimostrato declinati un Piano annuale, come sarà in questo caso, quindi questo è il Piano triennale 2021-2023 che volutamente parla dell'inclusione appunto e della rimozione delle barriere.
Tutti gli altri interventi che sono quelli sanitari, se vogliamo così riferirci o comunque che fanno capo anche a erogazione dei LEA previsti, eccetera, fanno parte di un altro pacchetto, quindi abbiamo ritenuto di non metterli insieme perché sono due concetti diversi, che però si integrano.
Noi, volutamente, nella ricognizione di tutti gli interventi avevamo inserito anche tutti gli altri interventi, quindi, sia gli interventi prettamente sanitari, sia gli interventi che sono un po' al limite tra sanitario, socio-sanitario e sociale e poi, con gli interventi sociali, come si compone il Piano. Abbiamo quindi convenuto che non è opportuno emendare la parte di relazione che tiene insieme il percorso unitario, però con l'obiettivo che sappiamo: insomma, su queste materie c'è un impegno comune e condiviso.

PRESIDENTE

Bene, grazie.
Tolti gli emendamenti n. C0002 e n. C0003, siamo all'emendamento n. C0004, con le modifiche proposte dalla presentatrice.
Metto in votazione l'emendamento n. C0004. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo all'emendamento n. C0001.
Emendamento n. C0001 presentato dal consigliere Boron, aggiuntivo, che prevede:
"A pagine 17 dell'allegato A, nel riquadro intitolato "Accessibilità e abbattimento barriere della comunicazione", nella parte relativa alle "Azioni", al termine della seconda frase, aggiungere:
"garantendo una omogeneità su tutto il territorio regionale"."
È stato depositato ancora al punto emendamenti.
Boron, prego.

Fabrizio BORON (Zaia Presidente)

Semplicemente per dire che ci sia un'omogeneità sul territorio regionale di fronte a tutte quelle iniziative che portano all'ausilio, a metodi o comunque a mezzi per l'interpretariato LIS affinché non ci siano ovviamente da ULSS a ULSS metodi e metodologie diverse. Tutto qui.

PRESIDENTE

Grazie, collega. Non vedo altri interventi.
Metto in votazione l'emendamento n. C0001. Parere favorevole del relatore.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Passiamo agli ordini del giorno collegati alla proposta di deliberazione amministrativa n. 29.
ODG n. C5

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Zanoni, Camani, Lorenzoni, Ostanel, Guarda, Montanariello, Zottis e Giacomo Possamai relativo a "La Giunta regionale implementi la "Rete logopedica regionale", adeguatamente finanziata e dotata di tutte le professionalità necessarie" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Interventi per l'inclusione sociale, la rimozione delle barriere alla comunicazione e il riconoscimento e la promozione della lingua dei segni italiana e della lingua dei segni italiana tattile. Piano triennale 2021-2023.". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 29) APPROVATO (Deliberazione n. 108/2021)

"IL CONSIGLIO REGIONALE
Premesso che:
la Proposta di Deliberazione Amministrativa n. 29, tra gli interventi di Prevenzione e Tutela della Salute, cita il concetto di "rete logopedica regionale", come ambito entro il quale sviluppare 'interventi volti a garantire la possibilità per il bambino sordo, sordocieco o con disabilità uditiva o con disabilità che comporta deficit di comunicazione e linguaggio, di sperimentare interventi volti ad accrescere e rafforzare lo sviluppo comunicativo linguistico e cognitivo, nonché eventualmente di sperimentare interventi protesici per l'abilitazione linguistica orale precoce e per I 'apprendimento LIS o LIS tattile.";
dunque, anche nella Proposta di Deliberazione Amministrativa n. 29, la "rete logopedica regionale rimane limitata a livello di concetto e non viene definita come un'istituzione strutturata, radicata e ben distribuita sul territorio regionale, universalmente fruibile e atta a garantire i migliori modelli abilitativi o riabilitativi standardizzati per il trattamento delle persone con deficit di comunicazione e linguaggio.
Ritenuto che:
sia necessaria una decisiva accelerazione verso l'istituzione della Rete Logopedica Regionale per conferire una svolta radicale alle cure, ai trattamenti e alle terapie, in questo settore.
Tutto ciò premesso,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a istituire la Rete Logopedica Regionale, omogenea su tutto il territorio regionale, costituita da centri di abilitazione/riabilitazione, con le caratteristiche e le finalità espresse in premessa, adeguatamente finanziata e dotata di tutte le professionalità al trattamento dei deficit di comunicazione e linguaggio."
Collega Zottis, prego.

Francesca ZOTTIS (Partito Democratico Veneto)

Avevo già in parte annunciato questo ordine del giorno, con la collega Bigon, in fase di discussione. Qui poi so che è stata proposta una modifica e quindi l'obiettivo è proprio quello di dare una struttura maggiore, anche maggiormente omogenea, in tutta la Regione di quella che è la rete logopedica regionale prevista all'interno della PDA in termini di omogeneità, come caratteristiche. È un po' simile, in termini di filosofia, all'emendamento che aveva proposto il collega Boron e anche in termini di professionalità, che poi si faranno carico delle persone all'interno della rete logopedica stessa.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie.
Montanariello, prego. Se vede il suo nome apparire, vuol dire che qualcosa è successo.
Lanzarin, prego.

Ass.ra Manuela LANZARIN

Proprio per il concetto che la consigliera Zottis ha poc'anzi espresso, abbiamo convenuto di modificare l'impegno in "a incentivare su tutto il territorio regionale la rete logopedica regionale, costituita dai centri", eccetera. Mi sembra che fosse così la modifica, vero?
No, è l'altro. A incrementare, non a incentivare, a incrementare: "...a incrementare, in maniera omogenea su tutto il territorio regionale, la rete di logopedia regionale" e poi tutto il resto.

PRESIDENTE

Me lo deve dire la Bigon, che è la prima presentatrice.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Presidente, sì, va benissimo, grazie.

PRESIDENTE

Mettiamo in votazione l'ordine del giorno in oggetto con le modifiche appena concordate fra Assessore e prima firmataria.
È aperta la votazione sull' ordine del giorno in oggetto, così come modificato.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
ODG n. C6.

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Zanoni, Camani, Lorenzoni, Ostanel, Guarda, Montanariello, Zottis e Giacomo Possamai relativo a "La Giunta regionale valuti la sottotitolazione dei programmi televisivi tra i criteri per la concessione di contributi regionali destinati alle emittenti televisive locali" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Interventi per l'inclusione sociale, la rimozione delle barriere alla comunicazione e il riconoscimento e la promozione della lingua dei segni italiana e della lingua dei segni italiana tattile. Piano triennale 2021-2023.". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 29) APPROVATO (Deliberazione n. 109/2021)

"IL CONSIGLIO REGIONALE
Premesso che:
la Proposta di Deliberazione Amministrativa n. 29, prevede, tra gli Interventi in ambito accessibilità e abbattimento delle barriere della comunicazione, alcune Azioni finalizzate a "Promuovere la piena integrazione sociale delle persone ex art. 2 della L.R. n. 11/2018 attraverso interventi che sostengono l'accessibilità e l'abbattimento delle barriere della comunicazione, garantendo al contempo il principio di libertà di scelta di comunicazione delle persone ex art. 2 della L.R. n. Il 2018 e delle loro famiglie.";
tra queste azioni è prevista una "Collaborazione con le emittenti pubbliche e private locali e, in particolare, con la RAI — sede regionale del Veneto, per la produzione di telegiornali regionali e programmi televisivi e culturali o di interesse generale dotati di adeguata sottotitolazione e traduzione simultanea in LIS".
Considerato che:
ad oggi, le emittenti televisive locali e regionali venete offrono alle persone con disabilità uditiva solamente alcuni telegiornali in Lingua Italiana dei Segni (LIST) che sono fruibili soltanto da spettatori che comprendono tale forma di comunicazione; ne sono pertanto esclusi tutti quei soggetti non udenti che non comprendono la LIS.
Ritenuto che sia necessario incentivare l'implementare del servizio di sottotitolazione dei programmi televisivi, (telegiornali, dibattiti, documentari, telecronache di gare sportive, cinema, convegni e conferenze, ecc.), adeguandolo alle esigenze della totalità dei soggetti con disabilità uditiva.
Tutto ciò premesso,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a porre la sottotitolazione dei programmi televisivi tra i criteri per la concessione di contributi regionali destinati alle emittenti televisive locali."
Bigon, prego.

Anna Maria BIGON (Partito Democratico Veneto)

Grazie, Presidente.
Ritenuto appunto che sia necessario incentivare ed implementare il servizio di sottotitolazione dei programmi televisivi, adeguando le esigenze della totalità dei soggetti con disabilità uditiva, chiediamo un impegno a valutare – e questa è la modifica che, appunto, abbiamo fatto – di porre la sottotitolazione dei programmi televisivi tra i criteri per la concessione di contributi regionali destinati alle emittenti televisive locali.
Grazie.

PRESIDENTE

Anche questa mi pare è la modifica concordata prima in Ufficio di Presidenza della Commissione.
Quindi con questa modifica metto in votazione l' ordine del giorno in oggetto.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Siamo alla votazione finale della PDA n. 29, con le modifiche apportate e con gli emendamenti approvati.
Io non vedo interventi.
Quindi metto... okay, basta farlo per tempo.
Venturini.

Elisa VENTURINI (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto)

Aspettavo, Presidente, che lo dicesse.
Grazie, Presidente.
Pensando alle persone con disabilità sensoriali, in particolare alle persone con sordità o con ipoacusia, cioè con problemi di udito, parto dal presupposto che le Istituzioni adottino tutte quelle misure che possono ridurre il loro disagio e il loro svantaggio perché il disagio e lo svantaggio delle persone con disabilità sensoriali non solo deriva dal deficit, dalla mancanza sensoriale, ma anche da come le Istituzioni e la società trattano lo svantaggio e il disagio delle persone ed è un fatto di civiltà.
La società e le Istituzioni devono predisporre tutte le misure e tutti gli strumenti per poter abbattere quelle che sono le barriere culturali, comunicative, ambientali. Questo Piano triennale si pone proprio in questa linea, con questa finalità e, come Forza Italia, noi lo sosteniamo perché rappresenta una base importante.

PRESIDENTE

Giacomo Possamai.

Giacomo POSSAMAI (Partito Democratico Veneto)

Solo per annunciare il voto favorevole da parte del Gruppo. Ha prima ben descritto il nostro punto di vista la consigliera Bigon e quindi valutiamo anche favorevolmente il dialogo sugli ordini del giorno, sugli emendamenti di cui avete discusso prima.
Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Non vedo altri interventi.
Metto in votazione la proposta di deliberazione amministrativa n. 29 come modificata.
È aperta la votazione.
(Votazione elettronica)
È chiusa la votazione.
Il Consiglio approva.
Che succede? Con chi avete concordato questa bella alzata? Non ne ero al corrente. Io pensavo che almeno fino alle 7 si potesse lavorare, ma mi pare che non sia il clima dell'Assemblea.
La settimana prossima ci ritroviamo in continuità con questo ODG partendo alle ore 13.30 con i punti non evasi.
Però, scusatemi un attimo, mi sembra... c'è poco da ridere. Sinceramente io mi aspettavo altro.
Chiudiamo qui la seduta, ci vediamo.
La Seduta termina alle ore 18.43
Il Consigliere segretario
Alessandra SPONDA

Il Presidente
Roberto CIAMBETTI

Resoconto stenotipico a cura di:
Real Time Reporting S.r.l.

Revisione e coordinamento testo a cura di:
Cristiano Gebbin e Gabriella Gamba
Verbale n. 36 - 11^ legislatura
PROCESSO VERBALE
SEDUTA PUBBLICA N. 36
MARTEDì 19 OTTOBRE 2021


PRESIDENZA
PRESIDENTE ROBERTO CIAMBETTI
VICEPRESIDENTE NICOLA IGNAZIO FINCO

PROCESSO VERBALE REDATTO A CURA DELL'UFFICIO ATTIVITà ISTITUZIONALI

INDICE

Processo verbale della 36a seduta pubblica – martedì 19 ottobre 2021
La seduta si svolge a Venezia in Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale.

I lavori si svolgono sulla base dell'ordine del giorno prot. n. 15664 del 13 ottobre 2021.

Il PRESIDENTE CIAMBETTI dichiara aperta la seduta alle ore 13.39.

Punto n. 1) all'ordine del giorno

Approvazione verbali delle sedute precedenti  [RESOCONTO]


Il PRESIDENTE, poiché nessun Consigliere chiede di fare osservazioni, dichiara che si intende approvato il processo verbale della 35a seduta pubblica di martedì 5 ottobre 2021.

Punto n. 2) all'ordine del giorno

Comunicazioni della Presidenza del Consiglio  [RESOCONTO]

Il PRESIDENTE comunica che è in congedo il Presidente della Giunta regionale Zaia.

Punto n. 3) all'ordine del giorno


Interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]

Ai sensi dell'art. 114, comma 3 del Regolamento l'elenco delle interrogazioni e delle interpellanze, allegato alla Convocazione, è dato per letto.

Punti n. 4) e 5) all'ordine del giorno

Risposte della Giunta regionale alle interrogazioni e interpellanze  [RESOCONTO]


e

Interrogazioni a risposta scritta iscritte all'ordine del giorno ai sensi dell'articolo 111, comma 4 del Regolamento  [RESOCONTO]

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 194 del 21.09.2021
presentata dai consiglieri Camani, Giacomo Possamai, Zottis, Zanoni, Bigon e Ostanel
"E-commerce e diritti dei lavoratori. Cosa intende fare la Giunta regionale per tutelare gli addetti del settore nel Veneto?"

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Donazzan che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Camani (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 199 del 04.10.2021
presentata dalla consigliera Guarda
"Sulla misura 6.1.1 del Programma di Sviluppo Rurale del Veneto 2014-2020"

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessore Caner che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa Verde) in sede di replica.

n. 140 del 19.05.2021
presentata dalla consigliera Ostanel
"Treni Belluno-Venezia: perché non prevedere qualche corsa più veloce dedicata ai pendolari da Belluno a Venezia?"

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

n. 138 del 17.05.2021
presentata dai consiglieri Montanariello e Zottis
"A4 Venezia Trieste. La Giunta regionale si è attivata per arrivare al completamento della terza corsia e a trattenere in Veneto la quota di pedaggi che gli spetta?"

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 184 del 05.08.2021
presentata dal consigliere Zanoni
"Pedemontana Veneta - Prevista apertura del casello di Povegliano: i cittadini di Arcade temono inquinamento, mancanza di sicurezza e traffico pesante. Quali misure di mitigazione e compensazione per la loro tutela?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Punto n. 5.4) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dalla consigliera Guarda relativa a "Superstrada Pedemontana veneta e Pfas, contaminazioni da lavorazioni nel sito SIC Poscole: quali le azioni della Regione?" (Interrogazione a risposta scritta n. 114).


Interviene la consigliera Guarda (Europa verde) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessora De Berti che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Guarda (Europa verde) in sede di replica.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

n. 165 del 02.07.2021
presentata dai consiglieri Zanoni, Bigon, Giacomo Possamai, Zottis, Camani e Montanariello
"L'ULSS 2 riorganizza i distretti e sopprime il servizio di Guardia Medica di Paese. La Giunta intende intervenire per evitare gravi disagi agli utenti?"

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

n. 188 del 25.08.2021
presentata dai consiglieri Montanariello e Zottis
"Aeroporto Marco Polo di Venezia - Focolaio di Covid-19 tra i dipendenti di "GH Venezia". Come è stata gestita l'emergenza?"

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) che illustra l'IRI in oggetto.

Interviene l'assessora Lanzarin che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene il consigliere Montanariello (Partito Democratico Veneto) in sede di replica.

Punto n. 5.2) all'ordine del giorno

Interrogazione a risposta scritta presentata dai consiglieri Ostanel e Zanoni relativa a "Espansione di insediamenti produttivi situati in campagna: il caso Hide Pelli a Curtarolo (PD). cosa intende fare la Regione per limitare il consumo di suolo correlato a tali situazioni?" (Interrogazione a risposta scritta n. 43)


Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) che illustra l'IRS in oggetto.

Interviene l'assessore Corazzari che risponde per conto della Giunta regionale.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) in sede di replica.

La seduta è sospesa alle ore 15.01.

La seduta riprende alle ore 15.15.

Interviene il consigliere Zanoni (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori.

Punto n. 6) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei consiglieri Cestaro, Valdegamberi, Bisaglia, Cestari, Ciambetti, Sandonà, Finco, Sponda, Scatto, Barbisan, Pan, Favero, Puppato, Villanova, Boron, Michieletto e Vianello relativa a "Promozione delle minoranze linguistiche presenti nella Regione del Veneto". (Progetto di legge n. 84) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 30/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono le consigliere, Cestaro (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Sesta Commissione consiliare, e Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), che svolge la relazione di minoranza per conto della Sesta Commissione consiliare.

In discussione generale interviene il consigliere Valdegamberi (Gruppo Misto).

Durante l'intervento del consigliere Valdegamberi assume la Presidenza il Vicepresidente Nicola Ignazio Finco.

Interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) per fatto personale.

In discussione generale intervengono i consiglieri Scatto (Zaia Presidente), Zanoni (Partito Democratico Veneto), Pan (Liga Veneta per Salvini Premier), Montanariello (Partito Democratico Veneto).

La seduta è sospesa alle ore 16.03.

La seduta riprende alle ore 16.08.

In discussione generale intervengono i consiglieri Montanariello (Partito Democratico Veneto), Favero (Liga Veneta per Salvini Premier), Zottis (Partito Democratico Veneto), Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

Interviene il consigliere Pan (Liga Veneta per Salvini Premier) per fatto personale.

In discussione generale interviene la consigliera Ostanel (Il Veneto che Vogliamo).

Durante l'intervento della consigliera Ostanel assume la Presidenza il Presidente Roberto Ciambetti.

Chiusa la discussione generale, interviene in sede di replica la consigliera Cestaro (Zaia Presidente).

La seduta è sospesa alle ore 16.42.

La seduta riprende alle ore 17.07.

Interviene il consigliere Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto) sull'ordine dei lavori.

Si passa all'esame dell'articolato e relativi emendamenti.

Gli articoli 1 e 2, posti in votazione separatamente col sistema elettronico, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Sull'emendamento n. A1 all'articolo 3, intervengono i consiglieri Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), che lo illustra, e Cestaro (Zaia Presidente).

L'emendamento n. A1 all'articolo 3, posto in votazione col sistema elettronico, è respinto.

Gli articoli 3, 4, 5, 6, 7 e 8, posti in votazione separatamente col sistema elettronico, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

In dichiarazione di voto finale interviene la consigliera Guarda (Europa Verde).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Guarda, Bozza, Venturini, Andreoli, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Pan, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Valdegamberi, Piccinini, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

Formaggio, Polato, Razzolini, Soranzo, Speranzon, Baldin, Lorenzoni, Bigon, Camani, Montanariello, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis, Ostanel

Non votanti:

nessuno

Punto n. 7) all'ordine del giorno

Proposta di legge d'iniziativa dei Consiglieri Cecchetto, Dolfin, Finco, Rigo, Bisaglia, Boron, Centenaro, Giacomin, Maino, Michieletto, Sponda, Vianello e Zecchinato relativa a "Modifiche della legge regionale 23 giugno 2020, n. 24 "Normativa regionale in materia di polizia locale e politiche di sicurezza" per istituire un elenco dei comandanti e dei responsabili di polizia locale". (Progetto di legge n. 86) APPROVATO (Deliberazione legislativa n. 31/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono i consiglieri Cecchetto (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Prima Commissione consiliare, e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Prima Commissione consiliare.

In discussione generale intervengono i consiglieri Guarda (Europa Verde) e Giacomin (Zaia Presidente).

Si passa all'esame dell'articolato.

I tre articoli che compongono il progetto di legge, posti in votazione separatamente col sistema elettronico, sono approvati nel testo presentato dalla Commissione consiliare competente.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico il progetto di legge in oggetto nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Bozza, Venturini, Formaggio, Polato, Razzolini, Soranzo, Speranzon, Andreoli, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Pan, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Baldin, Lorenzoni, Bigon, Camani, Zanoni, Zottis, Piccinini, Ostanel, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Interviene il consigliere Villanova (Zaia Presidente) sull'ordine dei lavori.

Il PRESIDENTE con il consenso dei Presidenti dei Gruppi consiliari passa alla trattazione del punto 9) all'ordine del giorno.

Punto n. 9) all'ordine del giorno

Interventi per l'inclusione sociale, la rimozione delle barriere alla comunicazione e il riconoscimento e la promozione della lingua dei segni italiana e della lingua dei segni italiana tattile. Piano triennale 2021-2023. (Proposta di deliberazione amministrativa n. 29) APPROVATA (Deliberazione n. 110/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono le consigliere, Bisaglia (Zaia Presidente), che svolge la relazione di maggioranza per conto della Quinta Commissione consiliare, e Bigon (Partito Democratico Veneto), che svolge la relazione di minoranza per conto della Quinta Commissione consiliare.

Il PRESIDENTE comunica che il termine per la presentazione eventuali subemendamenti agli emendamenti presentati scade in 10 minuti.

In discussione generale interviene la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto).

La seduta è sospesa alle ore 18.00.

La seduta riprende alle ore 18.30.

Si passa all'esame degli emendamenti.

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che ritira gli emendamenti nn. C2 e C3 e illustra le modifiche all'emendamento n. C4.

Interviene l'assessora Lanzarin.

L'emendamento n. C4, posto in votazione col sistema elettronico, è approvato come modificato.

L'emendamento n. C1 ,illustrato dal consigliere Boron (Zaia Presidente), posto in votazione col sistema elettronico, è approvato.

Si passa all'esame degli ordini del giorno collegati alla Proposta di deliberazione amministrativa n. 29.

ODG n. C5

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Zanoni, Camani, Lorenzoni, Ostanel, Guarda, Montanariello, Zottis e Giacomo Possamai relativo a "La Giunta regionale implementi la "Rete logopedica regionale", adeguatamente finanziata e dotata di tutte le professionalità necessarie" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Interventi per l'inclusione sociale, la rimozione delle barriere alla comunicazione e il riconoscimento e la promozione della lingua dei segni italiana e della lingua dei segni italiana tattile. Piano triennale 2021-2023.". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 29) APPROVATO (Deliberazione n. 108/2021)  [RESOCONTO]


Intervengono la consigliera Zottis (Partito Democratico Veneto), l'assessora Lanzarin che propone una modifica e la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che la accoglie.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico l' ordine del giorno in oggetto come modificato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Guarda, Bozza, Venturini, Formaggio, Polato, Razzolini, Soranzo, Speranzon, Andreoli, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Pan, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Baldin, Lorenzoni, Valdegamberi, Bigon, Camani, Montanariello, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis, Piccinini, Ostanel, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

ODG n. C6

Ordine del giorno presentato dai consiglieri Bigon, Zanoni, Camani, Lorenzoni, Ostanel, Guarda, Montanariello, Zottis e Giacomo Possamai relativo a "La Giunta regionale valuti la sottotitolazione dei programmi televisivi tra i criteri per la concessione di contributi regionali destinati alle emittenti televisive locali" in occasione dell'esame della proposta di deliberazione amministrativa relativa a "Interventi per l'inclusione sociale, la rimozione delle barriere alla comunicazione e il riconoscimento e la promozione della lingua dei segni italiana e della lingua dei segni italiana tattile. Piano triennale 2021-2023.". (Proposta di deliberazione amministrativa n. 29) APPROVATO (Deliberazione n. 109/2021)  [RESOCONTO]

Interviene la consigliera Bigon (Partito Democratico Veneto) che illustra l'ordine del giorno con una modifica.

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico l' ordine del giorno in oggetto come modificato.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50 comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Guarda, Bozza, Venturini, Formaggio, Polato, Razzolini, Soranzo, Speranzon, Andreoli, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Pan, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Baldin, Lorenzoni, Valdegamberi, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni, Zottis, Piccinini, Ostanel, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

In dichiarazione di voto finale sulla Proposta di deliberazione amministrativa n. 29 intervengono i consiglieri Venturini (Forza Italia - Berlusconi - Autonomia per il Veneto) e Possamai Giacomo (Partito Democratico Veneto).

Il PRESIDENTE pone in votazione col sistema elettronico la proposta di deliberazione amministrativa n. 29 come modificata.

Il Consiglio approva

Ai sensi dell'articolo 50, comma 4 dello Statuto si riportano i voti espressi dai singoli Consiglieri.

Hanno votato sì:

Guarda, Bozza, Venturini, Formaggio, Polato, Razzolini, Speranzon, Andreoli, Cecchetto, Cestari, Ciambetti, Corsi, Dolfin, Favero, Pan, Possamai Gianpiero, Puppato, Rigo, Baldin, Lorenzoni, Valdegamberi, Bigon, Camani, Montanariello, Possamai Giacomo, Zanoni, Zottis, Piccinini, Ostanel, Bet, Bisaglia, Boron, Brescacin, Cavinato, Centenaro, Cestaro, Gerolimetto, Giacomin, Maino, Michieletto, Rizzotto, Sandonà, Scatto, Sponda, Vianello, Villanova, Zecchinato

Hanno votato no:

nessuno

Astenuti:

nessuno

Non votanti:

nessuno

Il PRESIDENTE dichiara chiusa la seduta.

Il Consiglio regionale sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle ore 18.43.

Consiglieri presenti:
ANDREOLI Marco
MAINO Silvia
BALDIN Erika
MICHIELETTO Gabriele
BET Roberto
MONTANARIELLO Jonatan
BIGON Anna Maria
OSTANEL Elena
BISAGLIA Simona
PAN Giuseppe
BORON Fabrizio
PICCININI Tomas
BOZZA Alberto
POLATO Daniele
BRESCACIN Sonia
POSSAMAI Giacomo
CAMANI Vanessa
POSSAMAI Gianpiero
CAVINATO Elisa
PUPPATO Giovanni
CECCHETTO Milena
RAZZOLINI Tommaso
CENTENARO Giulio
RIGO Filippo
CESTARI Laura
RIZZOTTO Silvia
CESTARO Silvia
SANDONA' Luciano
CIAMBETTI Roberto
SCATTO Francesca
CORSI Enrico
SORANZO Enoch
DOLFIN Marco
SPERANZON Raffaele
FAVERO Marzio
SPONDA Alessandra
FINCO Nicola Ignazio
VALDEGAMBERI Stefano
FORMAGGIO Joe
VENTURINI Elisa
GEROLIMETTO Nazzareno
VIANELLO Roberta
GIACOMIN Stefano
VILLANOVA Alberto
GUARDA Cristina
ZANONI Andrea
LORENZONI Arturo
ZECCHINATO Marco

ZOTTIS Francesca






LA CONSIGLIERA SEGRETARIA
f.to Alessandra SPONDA






IL PRESIDENTE
f.to Roberto CIAMBETTI







N.B. Gli emendamenti e i verbali di votazione, che costituiscono parte integrante del presente processo verbale, sono consultabili presso l'Ufficio Attività Istituzionali.
Le richieste di modifica delle votazioni diverse da quelle previste dall'articolo 89 del Regolamento sono menzionate nel Resoconto.

PROCESSO VERBALE
Redazione a cura di Cristiano Gebbin e Paola Lombardo